ABITARE QUESTO TEMPO

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PERIODICO DELLA DIOCESI DI S. MARINO-MONTEFELTRO - NUOVA SERIE - Anno LXIII - N. 9 - ottobre 2017 Poste Italiane s.p.a. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - CN/FC - Direttore responsabile: Francesco Partisani contiene I.R. I mmagino i miei lettori capaci di ironia, in grado di saper sorridere della confidenza che m’accingo a condividere. Qualche tempo fa, nel dormiveglia, mi pareva d’essere pom- piere con tanto di casco e attrezzo tra le ma- ni: un incubo probabilmente indotto dalle tante scene di terremoto frequenti nei tele- giornali di queste sere. Una voce impercetti- bile attraversava il sogno: «Va’ e recupera tutto ciò che vive e non è perduto». All’imma- gine partorita dalla fantasia – ché di fantasia si tratta – si è sovrapposta la silhouette di Francesco d’Assisi che sostiene una chiesa che vacilla come raffigurato nel celebre affre- sco giottesco, sogno di papa Innocenzo III con la parola che rende plasticamente la vo- cazione di Francesco: «Va’ e ripara la mia Chiesa». Accostamento il mio assolutamente impertinente, persino bizzarro. Tuttavia, anche da una situazione surreale può scaturire un lam- po che fa pensare. Il pensiero è questo. Abbiamo ereditato un’epo- ca di smarrimento; non tanto sul piano etico. Anche. Ma soprattutto sul piano del pensare. È un’epoca che siamo comunque chiamati ad abitare. Qualcuno parla di “notte culturale”; qualcuno denuncia cedimenti strutturali nell’antropologia e architravi dell’umanesimo che cedono. Cito Thomas Hardy, romanziere americano del ’900: «Ahimè, mi manca il coraggio e il cuore mi si spezza! Signore, ab- biate pietà del cristiano che dubita, dell’incredulo che vorrebbe credere, del forzato della vita che si imbarca solo nella notte sotto un firmamento che non è più rischiarato dai consolanti fari dell’an- tica speranza». Siamo terremotati! Ci sono orizzonti segnati dalla globalizzazione col rapido svi- luppo di una società multietnica e multireligiosa in cui vanno in frantumi secolari paradigmi culturali che offrivano sicurezza. An- che questi crolli condizionano il nostro equilibrio: concezioni, tra- dizioni, mentalità, che al confronto con altri modi di pensare non resistono più come prima. Subentra un senso di penosa incertez- za, sofferenza che tanti, più o meno coscien- temente, avvertono. Eppure questo è il nostro tempo al quale, come diceva papa Benedetto, siamo debitori: «Chi non dà Dio, dà troppo poco». Dire Dio, dare Dio, ma come? Qual è il fonda- mento della speranza perché non risulti una pietosa bugia? C’è chi spaventato si àncora alla cultura già appresa e non s’arrischia per nuovi cammini. C’è chi vorrebbe affrettare la na- scita del nuovo come per incanto. C’è chi non volendo scomodarsi rinuncia a pensare e lascia ad altri la fatica del cambiamento. Mi pongo davanti all’inquieta ricerca con alcune risoluzioni interiori. Vedo all’orizzon- te della mia coscienza valori perenni da non confondere con le mie strutture mentali, i miei schemi, le mie ras- sicuranti consuetudini. Sono valori che hanno un nome preciso: Gesù e il suo Vangelo. Tengo ben fermo nella traversata il timone della mia navigazione seguendo la bussola: Gesù crocifisso e ri- sorto. Sulla croce Gesù perde tutto: il suo posto in sinagoga, gli amici, persino la percezione della prossimità del Padre, Gesù l’ab- bandonato. Nel suo smarrimento vivo il mio smarrimento. Nel suo perdere il mio perdere. Nella sua oscurità la mia esperienza di vuoto. Devo saper perdere, gettare in mare il carico che appesan- tisce e salvare l’essenziale. È un’esperienza dolorosa, ma anche di fiducia e di liberazione, la stessa che sfocia nella resurrezione e che mi fa stare nel mio tempo senza fughe e senza catenacci. «Im- maginatio locorum multos fefellit» insegnava l’aureo libro della Imitazione di Cristo (immaginare luoghi diversi ha portato molti fuori strada). Con la bussola ben orientata continuo il mio cammi- no tra la gente con la gioia del Vangelo. Andrea Turazzi Tra la gente con la gioia del vangelo: programma per i nostri giorni ABITARE QUESTO TEMPO

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PERIODICO DELLA DIOCESI DI S. MARINO-MONTEFELTRO - NUOVA SERIE - Anno LXIII - N. 9 - ottobre 2017Poste Italiane s.p.a. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - CN/FC - Direttore responsabile: Francesco Partisani

contiene I.R.

Immagino i miei lettori capaci di ironia, ingrado di saper sorridere della confidenza

che m’accingo a condividere. Qualche tempofa, nel dormiveglia, mi pareva d’essere pom-piere con tanto di casco e attrezzo tra le ma-ni: un incubo probabilmente indotto dalletante scene di terremoto frequenti nei tele-giornali di queste sere. Una voce impercetti-bile attraversava il sogno: «Va’ e recuperatutto ciò che vive e non è perduto». All’imma-gine partorita dalla fantasia – ché di fantasiasi tratta – si è sovrapposta la silhouette diFrancesco d’Assisi che sostiene una chiesache vacilla come raffigurato nel celebre affre-sco giottesco, sogno di papa Innocenzo IIIcon la parola che rende plasticamente la vo-cazione di Francesco: «Va’ e ripara la miaChiesa». Accostamento il mio assolutamenteimpertinente, persino bizzarro.

Tuttavia, anche da una situazione surreale può scaturire un lam-po che fa pensare. Il pensiero è questo. Abbiamo ereditato un’epo-ca di smarrimento; non tanto sul piano etico. Anche. Ma soprattuttosul piano del pensare. È un’epoca che siamo comunque chiamati adabitare. Qualcuno parla di “notte culturale”; qualcuno denunciacedimenti strutturali nell’antropologia e architravi dell’umanesimoche cedono. Cito Thomas Hardy, romanziere americano del ’900:«Ahimè, mi manca il coraggio e il cuore mi si spezza! Signore, ab-biate pietà del cristiano che dubita, dell’incredulo che vorrebbecredere, del forzato della vita che si imbarca solo nella notte sottoun firmamento che non è più rischiarato dai consolanti fari dell’an-tica speranza». Siamo terremotati!

Ci sono orizzonti segnati dalla globalizzazione col rapido svi-luppo di una società multietnica e multireligiosa in cui vanno infrantumi secolari paradigmi culturali che offrivano sicurezza. An-che questi crolli condizionano il nostro equilibrio: concezioni, tra-dizioni, mentalità, che al confronto con altri modi di pensare non

resistono più comeprima. Subentra un senso di penosa incertez-za, sofferenza che tanti, più o meno coscien-temente, avvertono.

Eppure questo è il nostro tempo al quale,come diceva papa Benedetto, siamo debitori:«Chi non dà Dio, dà troppo poco». DireDio, dare Dio, ma come? Qual è il fonda-mento della speranza perché non risulti unapietosa bugia?

C’è chi spaventato si àncora alla culturagià appresa e non s’arrischia per nuovicammini. C’è chi vorrebbe affrettare la na-scita del nuovo come per incanto. C’è chinon volendo scomodarsi rinuncia a pensaree lascia ad altri la fatica del cambiamento.

Mi pongo davanti all’inquieta ricerca conalcune risoluzioni interiori. Vedo all’orizzon-te della mia coscienza valori perenni da non

confondere con le mie strutture mentali, i miei schemi, le mie ras-sicuranti consuetudini. Sono valori che hanno un nome preciso:Gesù e il suo Vangelo. Tengo ben fermo nella traversata il timonedella mia navigazione seguendo la bussola: Gesù crocifisso e ri-sorto. Sulla croce Gesù perde tutto: il suo posto in sinagoga, gliamici, persino la percezione della prossimità del Padre, Gesù l’ab-bandonato. Nel suo smarrimento vivo il mio smarrimento. Nel suoperdere il mio perdere. Nella sua oscurità la mia esperienza divuoto. Devo saper perdere, gettare in mare il carico che appesan-tisce e salvare l’essenziale. È un’esperienza dolorosa, ma anche difiducia e di liberazione, la stessa che sfocia nella resurrezione eche mi fa stare nel mio tempo senza fughe e senza catenacci. «Im-maginatio locorum multos fefellit» insegnava l’aureo libro dellaImitazione di Cristo (immaginare luoghi diversi ha portato moltifuori strada). Con la bussola ben orientata continuo il mio cammi-no tra la gente con la gioia del Vangelo.

� Andrea Turazzi

Tra la gente con la gioia del vangelo: programma per i nostri giorni

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2MONTEFELTRO UFFICIO LITURGICO

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MONTEFELTROPERIODICO DELLA DIOCESI

DI SAN MARINO -MONTEFELTRO

NUOVA SERIE

Anno LXIII - N. 9 - ottobre 2017Poste Italiane s.p.a. - Sped. abb. post.

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1 comma 1 - CN/FC

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“continuazione del Medioevo, per quantocontinuazione emendata e migliorata, unaliturgia particolare del clero, che dapprimasi svolgeva spesso ancora dietro il perga-mo. La lingua continua a essere quella lati-na. Anche le chiese parrocchiali compionola liturgia a misura delle loro possibilitànella stessa maniera. Al popolo però, se sieccettua la predica, è dedicata poca atten-zione” (J. A. Jungmann). Il popolo “assistealla Messa”; la sua partecipazione si limitaall’“udire” e al “vedere”. Per esso la litur-gia rimane il mistero per lo più incompre-so, anche se il Concilio aveva ammonito di“spiegare frequentemente durante la Messale letture o qualche altro aspetto del miste-ro, soprattutto nelle domeniche e nelle fe-ste” (Sessione 22, cap. 8).

La seconda conseguenza, derivante dal-la prima, è una forte accentuazione dellerubriche allo scopo di mantenere l’unifor-mità liturgica nella Chiesa universale. Ciò,però, ha portato ad una nuova mentalità:“il rubricismo ebbe conseguenze morali e

giuridiche a propositodella validità dellaMessa. Le rubriche, che un tempo eranomere linee guida descrittive, divenneronorme obbligatorie” (Keith F. Pecklers).Infine, notiamo una dimensione pastoraleemersa in una discussione sulla comunio-ne sotto le due specie per i laici e su unmaggior uso della lingua parlata nellaMessa. “Pochissimi sanno che questi dueargomenti non furono categoricamente re-spinti a Trento. Di fatto, non pochi vesco-vi parlarono positivamente a proposito dientrambi i temi.

Alla fine, però, i vescovi optarono perla prudenza, giudicando che fosse inop-portuno operare tali cambiamenti in queltempo, poiché ci sarebbe voluta una mag-giore istruzione catechetica. Ad ogni mo-do Trento incoraggiò a predicare in lin-gua corrente la domenica e nelle feste…” (K. F. Pecklers).

Questa liturgia romana emersa dallariforma tridentina si è mantenuta per quat-tro secoli, fino al Concilio Vaticano II, “an-che quando gli elementi esterni che la cir-condavano cambiarono [nelle epoche suc-cessive quali il barocco o l’illuminismo],nel campo dell’architettura, della musica edella pietà popolare… Questi cambiamentifurono per lo più estetici o superficiali, an-ziché organici, in termini dell’effetto cheebbero sullo svolgimento e sulla celebra-zione della liturgia romana in sé” (Idem).

* Assistente collaboratore Ufficio diocesanoper la Liturgia e i Ministri Istituiti

L’EUCARISTIA NEI SUOI RITI, AL CONCILIO DI TRENTO (terza parte)

di don Raymond Nkindji Samuangala*

Nel tentativo di rispondere al quesitodel precedente numero del Montefeltro sipuò dire che le riforme liturgiche tridenti-ne producono fondamentalmente tre con-seguenze. La prima è una forte centraliz-zazione dell’autorità liturgica, organizzatasotto il Papa e la Curia romana. Eliminan-do così ogni innovazione arbitraria intro-dotta dai singoli e nel tempo stesso correg-gendo gli abusi liturgici dilaganti. Vennefondata la Sacra Congregazione dei Ritinel 1588 per “vigilare che in tutto il terri-torio della Chiesa latina si segua con ognicura il modo prescritto di celebrare laMessa e anche le altre funzioni del culto;[…] e fare in modo che lo stato sancito daPio V non fosse cambiato o compromessoin nessun punto” (J. A. Jungmann).

Secondo Haunerland, la liturgia nata dalTridentino “non era l’antica liturgia roma-na, ma una liturgia mista romano-gallicano-germanica. L’intenzione del Concilio eracerto di riformare la preghiera delle Ore“secondo l’ordinamento originario dellapreghiera” e la Messa “secondo la normaoriginaria e i riti dei santi Padri”, ma ciòera un obiettivo che con i mezzi di allora enella situazione della scienza liturgica deltempo doveva rimanere irraggiungibile”.Così la liturgia post-tridentina è rimasta la

TELEGRAMMA AL PAPA PER INIZIO ANNO PASTORALE

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3MONTEFELTRO VITA DELLA CHIESA

«Pace a voi!» è stato il saluto del Papa rivolto all’im-menso popolo colombiano che, assieme ai suoi pastori, loha accolto dal 6 all’11 settembre. «”Prendi il largo”, disseGesù. E i discepoli si riunirono tutti nella barca. Che siacosì per questo popolo» (Bogotà, 7.09). «Colombia – haesortato il Papa – lasciati riconciliare. Non temere la veritàné la giustizia» (Villavicencio, 8.09).

Alla medesima spe-ranza ha richiamato igiovani europei radu-nati per l’incontro in-terreligioso “Strade diPace”: «È significativoche il vostro incontrosi svolga nel cuore del-l’Europa, nell’anno incui il continente cele-bra i sessant’anni deitrattati fondativi del-l’Unione. La pace è alcuore della costruzioneeuropea» (Germania,10-12.09).

Ai piedi del Cristo diBojayá che «non ha più braccia e il suo corpo non c’è più,ma conserva il suo volto e con esso ci guarda e ci ama»(8.09) ha posto come padre il corpo martoriato dei proprifigli, recitando assieme a loro questa preghiera: «O Cristonero di Bojayá, insieme con le tue braccia e i tuoi piedi tihanno strappato i tuoi figli che cercarono rifugio in te. Fa’che siamo tuoi piedi per andare incontro al fratello; tuebraccia per abbracciare chi ha perso la propria dignità; tuemani per benedire e consolare chi piange nella solitudine»(8.09).

Incontrando i Vescovi colombiani li ha esortati a «fare ilprimo passo, custodendo, con santo timore e con commo-zione, quel primo passo di Dio verso di voi, nella consape-volezza di essere voi stessi sacramento vivente della li-bertà divina. Mendicate nella preghiera quando non potetené dare, né darvi, perché abbiate qualcosa da offrire aquelli che si accostano costantemente al vostro cuore diPastori. Le ferite di questa quotidiana e prioritaria batta-glia nella preghiera saranno fonte di risanamento per voi;sarete feriti da Dio per diventare capaci di curare. Pensoalle famiglie colombiane, alla difesa della vita dal senomaterno fino alla sua fine naturale, alla piaga della violen-za e dell’alcolismo, alla fragilità del vincolo matrimoniale

e l’assenza dei padri di famiglia con le sue tragiche conse-guenze di insicurezza e orfanezza» (7.09).

Ha poi richiamato i Pastori a «non misurarsi con il me-tro di quelli che vorrebbero che foste solo una casta difunzionari piegati alla dittatura del presente. Solo Dio è ilSignore e la nostra anima non si deve sottomettere a nes-sun’altra causa» (7.09).

Il Santo Padre ha sot-tolineato: «Alla Chiesanon servono alleanzecon una parte o l’altra,bensì la libertà di parla-re ai cuori. Lì avete lapossibilità di sostenereuna inversione di rotta.Non servite un concettodi uomo, ma la personaumana amata da Dio,fatta di storia, fede, spe-ranza, dolori, ferite, evedrete che questa con-cretezza dell’uomo sma-schera le fredde statisti-che, i calcoli manipolati,

le strategie cieche, ricordandovi che “solamente nel miste-ro del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uo-mo” (Gaudium et spes)» (7.09). Dal cuore del Papa èemerso anche l’accorato appello a vigilare sulle radici spi-rituali dei sacerdoti e a non trascurare la vita dei consacra-ti e delle consacrate: «Essi costituiscono lo schiaffo che-rigmatico ad ogni mondanità e sono chiamati a bruciarequalsiasi riflusso di valori mondani. Non considerateli co-me “risorse utili” per le opere apostoliche, ma sappiate ri-conoscere in essi il grido dell’amore consacrato della Spo-sa: “Vieni, Signore Gesù”» (7.09).

Ai seminaristi e religiosi ha raccomandato: «Nella pre-ghiera chiedete, contemplate, ringraziate, intercedete, maabituatevi anche ad adorare. Imparare ad adorare in silen-zio» (Medellín, 9.09).

Infine, in visita al Santuario di Chiquinquirá, ha rivoltoalla Vergine la preghiera affinché «il Rinnovamento a cuiaspira la Colombia venga concesso dall’alto» (7.09).

«“Ecco – dice il Signore – io faccio nuove tutte le co-se!”. E quel giorno noi saremo davvero felici, e piangere-mo. Sì: ma piangeremo di gioia» (Udienza, 23.08).

Monache dell’Adorazione eucaristica - Pietrarubbia

LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO

““ Con gli occhi di Dio Con gli occhi di Dio alle radici della Pace”alle radici della Pace”

DALLA CONTEMPLAZIONE LA SPERANZA

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4MONTEFELTRO LA TERZA

Nella Pinacoteca San Francesco a San Marino possediamo la testimonianzadi una delle prime iconografie dell’Im-macolata Concezione con i santi Agosti-no e Anselmo (realizzata per il Conven-to dei Frati Conventuali a San Marino eora al Museo), molto diversa da quellache si affermerà più tardi, in seguito alleapparizioni di Nostra Signora di Guada-lupe in Messico. Il dibattito circa la con-cezione immacolata della Vergine vede-va schierati da una parte i Francescani edall’altra i Domenicani.

I primi attingevano al pensiero disant’Agostino, sant’Anselmo e san Bo-naventura, i secondi restavano legati alletrattazioni di san Tommaso.

Certamente però la nostra pala, chesubito capiamo esser nata in ambitofrancescano (avendo a testimoni dellaverità della purezza originale della Ver-gine, sant’Agostino e sant’Anselmo),prende le mosse da due papi le cui originis’intrecciano con il Montefeltro e la Re-pubblica di San Marino: papa Sisto IV eGiulio II.

Fu papa Sisto IV, salito al soglio Pon-tificio nel 1471, a dare un decisivo im-pulso al radicamento del dogma nel pen-siero e nello spirito cattolico, istituendoil 27 febbraio del 1477, con la bollaCum Proeexcelsa la festa dell’Immaco-lata l’8 dicembre. Papa Sisto IV, oltre adessere un Della Rovere, era un france-scano Conventuale.

Nel 1503, un altro Della Rovere e fra-te Conventuale, sale al soglio Pontificio:papa Giulio II. Cinque anni dopo, nel1508, Guidobaldo da Montefeltro muoresenza prole e lascia il Ducato di Urbinoa un Della Rovere (Francesco Maria I).Nel 1513 i Della Rovere diventano an-che Signori della città di Pesaro. Sonoquesti gli anni in cui nasce la Pala del-l’Immacolata sammarinese.

Girolamo Marchesi detto il Cotignolaebbe comprovati rapporti con la famigliaSforza (strettamente unita, com’è noto,ai Duchi di Montefeltro) e si trovò adoperare a Rimini attorno al 1513. Questapala d’Altare è anche la più antica delleopere certe del Cotignola firmata e data-ta 1512.

In un’aria tersa e luminosa la Verginesta in ginocchio volgendo lo sguardo e ilcapo al suo Creatore. Dio Padre appare

e della regione delMontefeltro che havoluto, fin dall’inizio del dibattito suldogma dell’Immacolata, affermare la suafede mediante la realizzazione di operecome questa.

Nel panorama, dietro la Vergine, scor-giamo poi un universo di simboli. Anzi-tutto il profilo della Repubblica di SanMarino incastonata nel territorio delMontefeltro e circondata da alberi chepoco hanno a che fare con la sua realegeografia. Il testo di riferimento a cuil’artista si è ispirato, certamente istruitodai dotti frati del luogo, è quello del li-bro del Siracide al capitolo 24. Un testocelebre e caro alla pietà cristiana, appli-cato ora a Cristo ora alla Vergine Maria,che canta la personificazione della Sa-pienza: La sapienza loda se stessa, sivanta in mezzo al suo popolo… Io sonouscita dalla bocca dell’Altissimo e ho ri-coperto come nube la terra. Ho posto lamia dimora lassù, il mio trono era suuna colonna di nubi (Sir 24,1-4)».

Così la nube inondata di luce che do-mina il paesaggio della pala è proprioMaria, sede della Sapienza, la quale ècresciuta come un cedro sul Libano, co-me un cipresso sui monti dell’Ermon(Sir 24,1-4). Un cipresso con cartiglio,Monte Sion, e un cedro con la scrittaMonte Libano, adornano il paesaggiodell’Eden che la verginità immacolata diMaria ha riaperto per noi.

Un uccello dorato e paradisiaco, delresto, riposa fra i rami e i frutti del cedrolibanese. I due alberi sono menzionatianche nel Cantico dei Cantici e fannoparte del legname utilizzato per la co-struzione del tempio di Gerusalemme. Iltempio che Dio si è costruito è il grembodi Maria: colui che lo riconosce, comeancora canta il Siracide, avrà prosperitàe salute, felicità in Cielo e in terra:quanti si nutrono di me avranno ancorafame e quanti bevono di me, avrannoancora sete. Chi mi obbedisce non sivergognerà, chi compie le mie opere nonpeccherà (Sir 24,18-21).

San Marino, dunque, si identifica conla città di Sion e con quel popolo glorio-so che è l’eredità di Dio in terra: Ho po-sto le radici in mezzo a un popolo glo-rioso, nella porzione del Signore, suaeredità (Sir 24,11-12).

GIROLAMO MARCHESI detto IL COTIGNOLA, Immacolata Concezione,

Pinacoteca San Francesco San Marino città

LA PAROLA DELLA BELLEZZA

L’IMMACOLATA CONCEZIONEdi Suor Maria Gloria Riva*

tra le nubi accompagnato da 12 angeli eaddita la Vergine Maria. Un cartiglio ciinforma sul pensiero divino: NON-ENIM-PROTE-SED-PRO-OMNI-BUS- HEC-LEX-CONSTITUTA-EST; ovvero: non per te, ma per gli uomini fucostituita questa legge (del peccato ori-ginale).

Come vuole la Scrittura due testimonicomprovano la Verità delle parole divinesulla Madonna. A sinistra sant’Anselmoafferma: NO(N)-ES(T)-VERUS-AMATOR-VIR-GINIS-QUI-RESPUIT-CELEBRARE-F E S T U - S U E - C O N C E P T I O N I S .

A destra Sant’Agostino reca nel carti-glio la scritta: CUM-DE-PECCATIS-AGITUR-NUL-L A M - D E - M A R I A - V I R G I N E -PROPT(ER)-HONORE-(M)-DOMI(NI)-VOLO-FIERI-QUESTIONE-(M) .

Ovvero: «non è vero amore della Ver-gine Maria chi ricusa di celebrare la Fe-sta della sua Immacolata concezione» e«nei riguardi di Maria Vergine per l’ono-re del Signore non voglio si faccia que-stione alcuna di peccato».

Nel primo caso, benché sant’Anselmosia un Dottore del XI secolo, si alludechiaramente alla Bolla Pontificia del1477, nel secondo si ribadiscono le ve-rità mariane difese da san Bonaventura.

Questa pala attesta la forte tradizionemariana della Repubblica di San Marino

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5MONTEFELTRO APPUNTAMENTI

Tale commento iconografico alla Parola di Dio e al-la Dottrina cattolica è come comprovato dai fatti stori-ci. Sullo sfondo, infatti, un cavaliere tornato dalle ar-mi abbraccia una castellana che esce dal suo castello(tanto simile a quello di Urbino). Il 1512 fu anno mol-to favorevole nella vita piuttosto sfortunata di Massi-miliano Sforza, il cui rapporto di committenza con ilCotignola è attestato da un ritratto del Duca, disperso,ma ricordato dal Vasari.

In quell’anno una serie di eventi fortunati liberòMassimilano da alcuni nemici ed ebbe addirittura duepossibilità di contrarre matrimonio (possibilità che poinon si realizzarono). Forse la scena sullo sfondo cele-bra queste vittorie assegnandone il merito alla VergineMaria. Una volontà e una lettura di fede forse, più vo-luta dai frati che non dal Duca Massimilano noto perla sua gaudente inconcludenza.

Bello e significativo il gioco dei pastorali dei duegrandi Dottori della Chiesa che disegnano un triango-lo discendente invitando l’osservatore ad aprirsi alCielo benedetto attraverso la mediazione di una vera eforte devozione mariana. Tutte le grazie ci vengono dalei, una certezza, testimoniata dall’arte feretrana mache continua nella sua storia e nella sua tradizione co-me il presente anno tutto segnato grazie all’ispirazionedel nostro Vescovo alla Consacrazione al Cuore Im-macolato di Maria.

* Monache dell’Adorazione EucaristicaPietrarubbia

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6MONTEFELTRO CARITAS DIOCESANA

Per il programma pastorale diocesanodell’anno 2017-2018 è stato scelto cometesto di riferimento la prima lettera chel’Apostolo Paolo scrisse ai Cristiani diCorinto, in Grecia (abbreviato: 1Cor).Appena si parla della 1ª lettera ai Corinti(1Cor), inevitabilmente il pensiero va alcapitolo 13, in cui è racchiuso il celeber-rimo “Inno alla carità”, ovvero lo “sta-tuto” della vita di ogni cristiano e, amaggior ragione, degli operatori dellacarità: “La carità è paziente, è benigna;non è invidiosa, non si vanta, non sigonfia...” e così via!

vano alla Santa Messa, si ubriacavano edividevano l’assemblea in Cristiani di“serie A” e Cristiani di “serie B”.

I Corinti, quando si trattava di mora-lità matrimoniale, erano tutt’altro chespecchiati!

I Corinti, per molti aspetti, assomi-gliano alle nostre comunità: piccole, ris-sose e, talora, poco caritatevoli.

Scrivendo pertanto l’Inno alla carità,l’Apostolo Paolo vuole indicare ai Corinti (e a noi!) una sorta di traguardoda raggiungere, dopo aver esortato all’unità e alla comunione, e aver parla-to di matrimonio, Eucarestia e risurre-zione.

L’inno alla Carità è quindi un metododi vita additato non solo ai tumultuosiCristiani di Corinto, ma anche a noi.

Un traguardo, non un sogno!

Per lo stesso motivo, l’Inno alla ca-rità, sarà anche il traguardo che propor-remo nell’attività formativa 2017-2018ai Volontari Caritas. Un traguardo, di-cevo, non un SOGNO!

Perché molto spesso “i sogni son de-sideri” (cantava Cenerentola) e... talirestano.

E il VolontarioCaritas non può per-mettersi il lusso di essere un sognatore!

L’Inno alla carità è un traguardo: fa-ticoso, impegnativo, ma possibile!

Un traguardo da raggiungere a partiredalla nostra concreta situazione di genteche vive un contesto nazionale e cultu-rale da leggere con maturità, attenzionee molto senso critico.

Un traguardo da raggiungere a partiredalla nostra concreta situazione di Cri-stiani membri di una Diocesi caratteriz-zata da comunità piccole, desiderose dicrescere nella comunione, e che hannoun bisogno immenso (proprio come iCorinti) di ritrovare nell’Eucarestia enella Risurrezione di Gesù, il motivoche spinge ad agire caritativamente.

Un anno pastorale che sia un “Inno alla carità”

Con queste premesse, auguro a tutti iSacerdoti, ai Volontari, ai Benefattori epersino a Coloro che mugugnano ri-guardo l’attività caritativa della nostraChiesa Diocesana, di fare propria, al-meno una delle caratteristiche suggeriteda San Paolo in quel celebre Inno di1Cor: “La carità è paziente, è benigna;non è invidiosa, non si vanta, non sigonfia, non manca di rispetto, non cer-ca il suo interesse, non si adira, nontiene conto del male ricevuto, non godedell’ingiustizia, ma si compiace dellaverità. Tutto copre, tutto crede, tuttospera, tutto sopporta. Queste dunque letre cose che rimangono: la fede, la spe-ranza e la carità; ma di tutte più gran-de è la carità”.

* Direttore della Caritas Diocesana

L’INNO ALLA CARITÀ: SOGNO O TRAGUARDO?di don Carlo Giuseppe Adesso*

Non solo carità in 1Cor!

Il punto è che l’Inno alla carità di1Cor non è affatto un fiorellino spuntatoall’interno di un giardino carino… In-nanzitutto l’Inno alla carità è presentenella 1ª lettera ai Corinti e non – adesempio – nella lettera ai Filippesi o aiRomani. Come mai? Perché i Cristianidi Corinto, per quanto bravi e zelanti,erano divisi, rissosi, settari e indiscipli-nati: tutt’altro che “stinchi di carità”! ICristiani di Corinto, quando partecipa-

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CORINTOPianta della città

e in particolare il famoso “Istmo”

CORINTORovine del Tempio di Apollo

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7MONTEFELTRO AZIONE CATTOLICA

S. E. MONS. GUALTIERO SIGI-SMONDI, nato a Bastia Umbra (PG) il25 febbraio 1961, è stato ordinato pre-sbitero il 29 giugno 1986. Alunno delPontificio Seminario Regionale UmbroPio XI, ha frequentato il quinquennioistituzionale presso l’Istituto Teologicodi Assisi (1979-1984); in seguito, qualealunno del Pontificio Seminario Lom-bardo in Roma (1984-1988), ha fre-quentato la Facoltà di Sacra Teologiadella Pontificia Università Gregoriana,conseguendo nel 1986 la licenza in teo-logia sistematica e nel 1993 il dottoratodi ricerca.

Nel 1988 è stato nominato vice-ret-tore del Pontificio Seminario RegionaleUmbro, di cui è diventato direttore spi-rituale nel 1996, incarico ricoperto finoal 2004. Contestualmente al servizio diformatore – svolto ininterrottamenteper ben 16 anni! – è stato parroco diSanta Maria Assunta e Sant’Emiliano in Ripa (PG) dal 1988 al 1993 e docente di teologia sistematica, a partire dall’anno accademico1988/89, presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Assisi, del quale è diventato direttore nel 1994, incarico ricoperto fino al2002. Dall’anno accademico 1997/98 è docente stabile di teologia sistematica presso l’Istituto Teologico di Assisi, ove ha insegnatocome docente incaricato a partire dall’anno accademico 1995/96.

Dal 2001 al 2008, per due trienni, è stato assistente regionale unitario di Azione Cattolica. Ordinato vescovo il 12 settembre 2008a Perugia, ha iniziato il suo ministero episcopale in Foligno il 5 ottobre dello stesso anno.

Dal 4 marzo 2017 è Assistente Ecclesiastico Generale dell’Azione Cattolica Italiana.

Giovedì 26 ottobre sarà una giornata speciale per la nostra Associa-zione Diocesana di Azione Cattolica, poiché ci farà visita l’AssistenteNazionale, Mons. Gualtiero Sigismondi. La felice occasione nasce inquanto, oltre al desiderio di conoscere le diverse realtà in cui è pre-sente l’Associazione, egli aveva espresso la sua disponibilità ad in-

L’Assistente nazionale dell’Azione CattolicaL’Assistente nazionale dell’Azione Cattolicain visita alla nostra diocesiin visita alla nostra diocesi

BIOGRAFIA DI S. E. MONS. GUALTIERO SIGISMONDI, VESCOVO DI FOLIGNOE ASSISTENTE ECCLESIASTICO GENERALE DELL’AZIONE CATTOLICA ITALIANA

contrare tutti i nostri sacerdoti diocesani. Alcuni di noi hanno giàavuto modo di conoscerlo di persona e di apprezzarne le doti umanee spirituali e, nonostante rivesta da pochi mesi l’incarico di Assisten-te Ecclesiastico Generale dell’Azione Cattolica Italiana, succedendoal tanto caro Mons. Mansueto Bianchi, si è conquistato un posto spe-ciale nel cuore di tutti gli aderenti. Diverse sono le riflessioni che ci ha proposto ed in particolare ricor-diamo il discorso al Santo Padre in piazza San Pietro, durante l’u-dienza del 30 Aprile 2017, in occasione dell’apertura dei festeggia-menti per il 150° anniversario della fondazione dell’Associazione.La Presidenza Diocesana lo accoglierà, assieme al nostro Vescovo,con una cena in Vescovado, a cui farà seguito un incontro più allar-gato, a cui parteciperanno, oltre al Consiglio Diocesano, i membridelle diverse Equipe di Settore, i Presidenti Parrocchiali e tutti i sa-cerdoti Assistenti. Attraverso dei brevi firmati, curati dei diversi settori, gli saranno il-lustrate le iniziative che hanno caratterizzato la nostra estate e si la-scerà spazio alle domande e alla conversazione. Aspettiamo conemozione questo momento, che sarà di certo un grande dono per lanostra Associazione Diocesana.

La Presidenza Diocesana

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8MONTEFELTRO PASTORALE GIOVANILE

Pubblichiamo le risposte che la nostra Diocesi ha dato al Que-stionario che è stato inviato ad ogni Chiesa locale in preparazioneal Sinodo dei Vescovi su “I giovani, la fede e il discernimento voca-zionale”.

a) Giovani, Chiesa e società. Queste domande si riferiscono siaai giovani che frequentano gli ambienti ecclesiali, sia a quelliche ne sono più lontani o estranei.

1. In che modo ascoltate la realtà dei giovani?

In ambito ecclesiale attraverso i gruppi, le associazioni o i movi-menti di cui i giovani fanno parte. Fuori dei confini delle parrocchiel’ascolto dei giovani avviene nella scuola e nelle associazioni sporti-ve, culturali, di volontariato sociale.

2. Quali sono le sfide princi-pali e quali le opportunitàpiù significative per i gio-vani del vostro Paese/deivostri Paesi oggi?

I giovani di oggi, dal pun-to di vista religioso, sono alconfine tra due generazioni:quella di un passato che nonc’è più e di un futuro che nonc’è ancora. Sono dunque una“generazione di mezzo” collo-cata storicamente tra un modello culturale tipico del passato, tradi-zionale-istituzionale, a cui sono stati, volenti o nolenti, socializzatinella maggioranza dei casi, e un modello culturale presente, emer-gente e de-istituzionalizzato, che si sta diffondendo proprio in questianni.

La costituzione di un’Equipe di Pastorale Giovanile Diocesanasta coinvolgendo e rendendo protagonisti responsabili a livello ec-clesiale i giovani stessi, offrendo loro l’opportunità di divenire attoriimpegnati nel prefigurare e dare vita a questa fase di cambiamento.

A livello sociale invece le sfide che attendono i giovani sono: 1) la scuola, dove la carenza di orientamento porta molti ragazzi aprendere decisioni poco coerenti con le proprie attitudini e con gliobiettivi professionali; 2) le reali opportunità di lavoro e di rendersiindipendenti nell’attuale contesto sociale. Per tali motivazioni sem-pre più giovani sono costretti ad abbandonare il paese di nascita perricercare altrove una sistemazione; 3) la possibilità di formarsi unapropria famiglia.

3. Quali tipi e luoghi di aggregazione giovanile, istituzionali enon, hanno maggior successo in ambito ecclesiale, e perché?

I luoghi di aggregazione giovanile più frequentati dai nostri gio-vani sono i gruppi associativi (Azione Cattolica e Scout), i gruppiparrocchiali, i movimenti, gli oratori, perché offrono modalità di re-lazionarsi fra coetanei in modo autentico, partecipato e coinvolgente.

4. Quali tipi e luoghi di aggregazione giovanile, istituzionali enon, hanno maggior successo fuori dall’ambito ecclesiale, eperché?

A parte i luoghi dello svago (bar, sale giochi, pub, discoteche), igiovani si ritrovano in aggregazioni sportive, artistiche, di volonta-riato, di rievocazione storica, in alcune associazioni che nascono at-

VERSO IL SINODO DEI GIOVANI

Le risposte della nostra diocesi di San Marino-Montefeltrotorno ad eventi culturali di grande rilevanza: si tratta comunque diluoghi in cui si riscopre una identità comunitaria ed un fine comune.

5. Che cosa chiedono concretamente i giovani del vostro Paese/ialla Chiesa oggi?

Di non essere giudicati, di essere ascoltati, accolti. I giovanichiedono alla Chiesa e ai cristiani che ne fanno parte di essere piùcoerenti nella quotidianità con il Vangelo; di essere al servizio deipoveri; di non imporre le proprie verità, di non chiudersi su schemiculturali ormai desueti.

6. Nel vostro Paese/i quali spazi di partecipazione hanno i giovaninella vita della comunità ecclesiale?

I giovani sono presenti nei Consigli pastorali parrocchiali e dio-cesani (equipe o commissioni giovani); sono responsabili in prima

persona di gruppi e associazioni.

7. Come e dove riuscite a incon-trare i giovani che non fre-quentano i vostri ambienti ec-clesiali?

Nella scuola con l’insegna-mento della religione e corsi diorientamento per la scelta univer-sitaria; negli eventi culturali (lette-ratura, teatro, ecc.); negli eventimusicali o nelle feste di paese.

b) La pastorale giovanile vocazionale18. Quale è il coinvolgimento delle famiglie e delle comunità nel di-

scernimento vocazionale dei giovani?

La famiglia ha un ruolo determinante nelle scelte dei giovani inparticolare per quanto riguarda la scelta della scuola. Salvo pocheeccezioni è quasi nullo il coinvolgimento delle comunità nelle sceltevocazionali dei giovani.

19. Quali sono i contributi alla formazione al discernimento voca-zionale da parte di scuole e università o di altre istituzioni for-mative (civili o ecclesiali)?

In ambito scolastico il discernimento o meglio l’orientamento silimita alla scelta della scuola/università o dell’ambito professionale.Nei cammini formativi dei gruppi ecclesiali è affrontato anche il te-ma del discernimento vocazionale.

10. In che modo tenete conto del cambiamento culturale determinatodallo sviluppo del mondo digitale?

Aiutando adulti e formatori a essere consapevoli del cambia-mento che il mondo digitale sta determinando nella società contem-poranea, a capirne la novità, le potenzialità ma anche i limiti o le de-rive. Inoltre cerchiamo di entrare nelle nuove modalità comunicativee di comprenderne i linguaggi.

11. In quale modo le Giornate Mondiali della Gioventù o altri eventinazionali o internazionali riescono a entrare nella pratica pa-storale ordinaria?

Le Gmg sono parte integrante della proposta del Servizio di Pa-storale giovanile diocesano.

Nel tempo la preparazione e la partecipazione alle Gmg sono sta-te di grande aiuto per unire i vari gruppi/associazioni presenti nella

QUESTIONARIO IN PREPARAZIONE AL SINODO DEI GIOVANI

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9MONTEFELTRO PASTORALE GIOVANILE

È oramai iniziata la scuola e si ripetonoriflessioni e raccomandazioni. Qui in Dio-cesi l’attenzione alle Giornate per la scuo-la e con la scuola vogliono evidenziarel’attenzione che la nostra comunità cristianaha per i giovani e la loro educazione. Inquesti giorni tante sono le iniziative, favori-te anche dalla nascita del nuovo Istituto Su-periore di Scienze Religiose a cui partecipaattivamente anche la nostra Diocesi.

Nella «Tre giorni del clero» ho avutomodo di iniziare con questa affermazione diDon Giussani, che mi pare esprima la posi-zione più corretta rispetto al tema dellascuola in genere: «L’idea fondamentale diuna educazione rivolta ai giovani è il fattoche attraverso di essi si ricostruisce una so-cietà; perciò il grande problema della so-cietà è innanzitutto educare i giovani (ilcontrario di quel che avviene adesso). Il te-ma principale, per noi, in tutti i nostri di-scorsi, è l’educazione: come educarci, inche cosa consiste e come si svolge l’educa-zione, un’educazione che sia vera, cioè cor-rispondente all’umano».

E non c’è bisogno di richiamare i tantidocumenti della Chiesa sull’argomento.

Mi preme però fare queste due osserva-zioni. Nell’indimenticabile (anche se,ahimè, dimenticato) discorso di san Gio-vanni Paolo II all’UNESCO, proprio sul te-

ma della educazione, egli, a un certo punto,parla della «sana ambizione che è l’ambi-zione di essere uomo» e chiede di non ri-nunciarvi mai. Mi ha sempre colpito questasua affermazione, insieme all’invito di faredella vita «un autentico e personale capola-voro». E credo che la scuola sia tale solo senon rinuncia a questa ambizione, facendoincontrare i giovani con l’umanità grande dicoloro che sono stati grandi nell’umano enon hanno rinunciato a credere che il capo-lavoro della loro vita era il migliore contri-buto che potessero dare ai fratelli uomini.

Inoltre mi risuona sempre nelle orecchiequella affermazione di Papa Francescospesso ripetuta che ci indica che siamo difronte a un «cambiamento d’epoca», ancora

più grande che se fos-simo solo in un’epocadi cambiamenti.

E questo mi pare che richieda a tutti noiuna seria responsabilità per non essere do-minati dalla storia, ma per essere protagoni-sti di una storia umana più vera. E in questoproprio la scuola che è iniziata può e devedare il suo contributo responsabile e creati-vo. Citando ancora da quel bel discorso diSan Giovanni Paolo II: «Io sono figlio diuna nazione, che ha vissuto le più grandiesperienze della storia, che i suoi vicini han-no condannato a morte a più riprese, ma cheè sopravvissuta e che è rimasta se stessa.Essa ha conservato la sua identità ed haconservato, nonostante le spartizioni e le oc-cupazioni straniere, la sua sovranità nazio-nale, non appoggiandosi sulle risorse dellaforza fisica, ma unicamente appoggiandosisulla sua cultura. Questa cultura si è rivelataall’occorrenza d’una potenza più grande ditutte le altre forze». Ed è proprio questa cul-tura che si impara anche a scuola che saràper i nostri giovani quella risorsa che li ren-derà uomini nuovi e responsabili, creativa-mente responsabili. E farà della nostra na-zione, in mezzo ai tanti problemi che l’atta-nagliano, un luogo di libertà e di speranza.

* Direttore Ufficio diocesanoPastorale Scolastica (IRC) e Cultura

ALUNNI E STUDENTI IN CLASSE

BUON INIZIO DELLA SCUOLA!di don Gabriele Mangiarotti*

Diocesi, scoprendone l’identità nell’incontrocon gli altri, per educare alla dimensioneuniversale della Chiesa e per rafforzare lapropria fede personale.

12. In che modo nelle vostre Diocesi siprogettano esperienze e cammini di pa-storale giovanile vocazionale?

La maggior parte dei gruppi giovanilidella nostra Diocesi fa parte di associazionilaicali ed ha, nel proprio percorso formati-vo, la dimensione vocazionale con relativiobiettivi e proposte (catechesi, veglie dipreghiera, ritiri, esercizi spirituali, direzionespirituale, servizio, volontariato, ecc.). A li-vello diocesano la Pastorale giovanile equella vocazionale propongono esercizi spi-rituali, ritiri spirituali, momenti di preghie-ra, testimonianze di seminaristi, consacrati,missionari.

c) Gli accompagnatori13. Che tempi e spazi dedicano i pastori e

gli altri educatori per l’accompagna-mento spirituale personale?

Nei pastori ed educatori c’è piena di-sponibilità di tempo per l’accompagnamen-to spirituale dei giovani a fronte tuttavia diuna richiesta limitata.

14. Quali iniziative e cammini di formazio-ne vengono messi in atto per gli accom-pagnatori vocazionali?

I formatori che svolgono il loro servizioall’interno di un’associazione hanno a di-sposizione un percorso formativo per lororicco di proposte e iniziative.

15. Quale accompagnamento personale vieneproposto nei seminari?

Ad un giovane che chiede di fare di-scernimento sulla propria vocazione primaviene proposto un cammino personalizzato,poi un periodo di uno o due anni nella co-munità propedeutica al Seminario.

Domande specifiche per aree geografiche:EUROPA

– Come aiutate i giovani a guardare alfuturo con fiducia e speranza a partiredalla ricchezza della memoria cristianadell’Europa?

Prima di tutto facendo notare che esiste.Il che è oggi tutt’altro che scontato. Occor-re ripartire dalla storia e dalla memoria del-la concretezza del rapporto fra il Cristiane-simo e la società europea dall’antichità finoad oggi. Valori, tradizioni, costumi sono

tutt’ora vivi, dinamici e capaci di dare soli-do fondamento al futuro che si vuole co-struire.

– Spesso i giovani si sentono scartati erifiutati dal sistema politico, economicoe sociale in cui vivono. Come ascoltatequesto potenziale di protesta perché sitrasformi in proposta e collaborazione?

Nei cammini formativi c’è spazio perl’emergere della sfiducia e rassegnazionedei giovani verso la società e la politica co-me pure per il loro interesse e il desideriodi cambiamento. I percorsi formativi aiuta-no a passare da un livello ideale che poisfocia nella protesta e nel disinteresse a unaprogettualità di vita fatta di scelte, assun-zione di responsabilità e impegno che siconcretizzano nel tempo.

– A quali livelli il rapporto intergenera-zionale funziona ancora? E come riatti-varlo laddove non funziona?

In particolare il rapporto intergenera-zionale funziona nella famiglia e in partenella parrocchia.

Equipe della Pastorale giovanile diocesana

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MONTEFELTRO PELLEGRINAGGIO A FATIMA10

IL DIARIO TENUTO DAL VESCOVO ANDREA IN OCCASIONE DEL PELLEGRINAGGIO DIOCESANO A FATIMA,IL DIARIO TENUTO DAL VESCOVO ANDREA IN OCCASIONE DEL PELLEGRINAGGIO DIOCESANO A FATIMA,ORGANIZZATO DA O.PE.RO., DALLA PARTENZA DEL 6 SETTEMBRE FINO AL GIORNO DEL RITORNOORGANIZZATO DA O.PE.RO., DALLA PARTENZA DEL 6 SETTEMBRE FINO AL GIORNO DEL RITORNO

A FATIMA È PIENO GIORNO!7 settembre 2017

Ressa di pellegrini. Spo-stamenti frequenti. C’è chi re-sta indietro, c’è chi è in testa.Punto di riferimento per il no-stro gruppo è “il muro di Berli-no”: si tratta di un segmento dicemento che proviene dallacittà tedesca, donato da SanGiovanni Paolo II all’indomanidell’abbattimento del muro chetagliò in due Berlino. Ognivolta che entriamo nello spaziosacro del santuario sta davantia noi come una lacrima pietri-ficata: simbolo di divisione, disofferenza, di morte e di morti.Ricordo bene quando il murofu eretto (all’epoca ero un ra-gazzino che cominciava a capire): ci appariva come una lama chesquarciava in due l’Europa. Qui si prega per la pace. Fatima è così:spiritualità profonda e radicamento nella storia, profezia e realismo. Ilmessaggio è chiaro: la pace dipende da te. Anche se sei un “piccolo”,i destini del mondo passano, in qualche modo, dalle tue mani e dal tuocuore disposto alla conversione.

L’invocazione alla Vergine ti esce semplice e convincente: le parlidelle persone che si sono raccomandate al tuo ricordo e poi delle infi-nite altre che, proprio in questi giorni, sono sotto la minaccia dellaguerra. Poi si sta alla scuola di Maria per imparare a dire “sì”.

Il nostro gruppo – i cinquanta pellegrini di San Marino e del Mon-tefeltro – si unisce agli altri pellegrini della Romagna.

A sorpresa mi viene chiesto di presiedere la processione eucaristi-ca notturna.

Salgo i gradini dell’altare candido. Alle spalle la piccola statuadella Madonna, un tentativo ambizioso di raffigurare la Signora che itre pastorelli hanno visto; davanti ho la folla dei pellegrini che al cantodell’Ave alzano i flambeaux: un mare di luci. Poi ci inginocchiamotutti davanti all’Ostia.

«È tanta la fame dell’umanità – diceva profeticamente il mahatmaGandhi – che se un Dio scendesse dal cielo prenderebbe la forma delpane». Davanti al “Dio di pane” siamo tuffati da capo a piedi nellaprofezia del mondo unito: formiamo un corpo solo. Ci sono rappresen-tate almeno dieci nazionalità diverse e la Repubblica di San Marino ètra queste (salutata cordialmente dallo speaker). Il vescovo di Rimininella sua omelia riferisce un detto rabbinico. È il maestro che chiedeai discepoli il momento esatto nel quale la notte cede al giorno. C’èchi risponde «quando si distingue un pero da un melo». Qualche altro«quando si distingue una volpe da una lepre». Insoddisfatto il maestroreplica: «È giorno quando vedi in chi ti passa accanto un fratello».

Per noi, cercatori di gloria – conclude mons. Lambiasi – ecco ilcapovolgimento divino: è Dio che scende e che si fa piccolo. Un caz-zotto alla nostra idea sbagliata di Dio.

Qui a Fatima è pieno giorno!

QUANDO SI FA STRADA INSIEME8 settembre 2017

Suor Lucia, una delle veggenti di Fatima, non è assolutamente con-tenta della scultura in cedro del Brasile che Josè Ferreira Thedim harealizzato sotto sua dettatura. È una statuetta di appena un metro e qual-che centimetro, che dal 1920 è stata collocata nel luogo stesso delle ap-parizioni. A darle valore è certamente il richiamo simbolico, ma sul po-

PRIMO REPORTAGE DA FATIMA6 settembre 2017

L’aereo è già sulla pista, pronto ad imbarcare i cinquanta pellegri-ni che, in rappresentanza dell’intera diocesi di San Marino-Montefel-tro, decolleranno per il Portogallo. Destinazione Fatima. Poche ore divolo, ma tante di attesa (problema la sicurezza in questi giorni di“guerra a pezzi”). Le valigie sono ormai al sicuro nella stiva delBoeing della Ryanair... E nei cuori tante attese e grappoli di preghiereda adagiare ai piedi della Vergine.

Col taccuino e la penna mi aggiro a caccia di pensieri ed emozio-ni. Curioso tra i pellegrini. Raccolgo impressioni, chiedo i “perché” diquesto viaggio. Dopotutto la meta turisticamente non è tra le più get-tonate, senza nulla togliere al fascino di Lisbona immortalato in cele-bri pellicole, o al grande orizzonte lusitano sull’oceano Atlantico dadove Cristoforo Colombo è salpato alla scoperta del nuovo mondo (unvero spettacolo dall’oblò dell’aereo).

La Cova di Iria non riserva nulla di spettacolare: terra povera esassosa, terra collinare e di pascoli. Qui, il 13 maggio di cent’anni fa,tre pastorelli, Lucia, Francesco e Giacinta, mentre pregano il Rosario,d’improvviso scorgono su un arbusto una signora vestita di bianco. Èl’inizio delle apparizioni della Madonna: per sei mesi consecutivi laVergine si presenterà ai pastorelli e parlerà a Lucia chiedendo preghie-re, penitenze e conversione per la pace nel mondo. Il momento eradrammatico: nel 1917 la prima guerra mondiale era in corso e in Rus-sia si è compiuta la “rivoluzione d’ottobre”.

A Fatima risuona ancora oggi l’invito a contrastare la logica dellaviolenza con la fede. Un’esortazione quanto mai attuale data la caoticasituazione che il mondo sta vivendo. Per questa ragione, sei mesi fa,papa Francesco, seguendo le orme dei predecessori è andato a Fatimacome pellegrino di pace e di speranza e per proclamare la santità diGiacinta e Francesco, morti poco dopo le apparizioni. Per Lucia, chesi è spenta nel 2005 nel monastero in cui aveva deciso di entrare comereligiosa, ci vorrà ancora un po’ di tempo.

«Sono qui per vedere se Fatima mi suscita qualcosa dentro»: cosìmi confida una giovane signora poco disposta ad indulgere ad emozio-ni artificiose. Si direbbe che è alla ricerca di qualcosa di autentico chepossa arricchire il suo cammino di fede. Una coppia di sposi vive ilpellegrinaggio come una sorta di ritiro: «Ci hanno parlato del climaspirituale che avvolge Fatima e dintorni. Spettacolare la grande basili-ca, ma con la possibilità di godere spazi di raccoglimento e di preghie-ra. Abbiamo bisogno di questi tre giorni speciali e forti». «Effettiva-mente il programma per i nostri pellegrini – interviene Chiara Ferranti,guida del viaggio – offre momenti intensi di preghiera, ma anche diconoscenza dell’ambiente». «Sono qui per coronare il cammino diquesto anno centenario – conclude un sacerdote – ho da adempiereuna promessa».

Per molti pellegrini è la prima volta. Qualcuno è già stato e tienebanco azzardando confronti tra Fatima e Lourdes. Ci sono dei momen-ti nei quali può succedere di sentire con l’anima una particolare pre-senza di Maria. In tutti prevale l’attesa, il desiderio di un incontro, lavoglia di scoprire un rapporto più profondo con la Madre del SignoreGesù. E poi – come in ogni pellegrinaggio – la scoperta di nuove re-lazioni: davvero una bella compagnia.

A Fatima si pregherà per la pace, per le famiglie e soprattutto perla Diocesi che nel mese di settembre si appresta a vivere momenti im-portanti: l’inizio solenne della Visita Pastorale del Vescovo, il Manda-to agli operatori pastorali e l’apertura dell’anno pastorale. Il 13 mag-gio scorso – sarà bene ricordarlo – diocesi, parrocchie e famiglie sonostate consacrate al Cuore Immacolato, una consacrazione che ha com-portato l’assunzione di precisi impegni: la difesa della vita dal suo ini-zio al suo naturale termine, la costruzione dell’unità in parrocchia el’ascolto e l’educazione dei giovani.

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11MONTEFELTRO PELLEGRINAGGIO A FATIMA

sto ci si rende conto, come quell’immaginesia – per così dire – rivestita dei milioni disguardi fissi su di lei. Anche tra i nostripellegrini c’è chi l’ha guardata con le lacri-me agli occhi e chi ha prolungato il suosguardo quasi in contemplazione. È que-stione di fede: non ho visto effetti speciali.È tutto molto semplice. Anche il territorioattorno a Fatima appare come Nazaret,luogo dell’incarnazione. Protagonisti trefanciulli, ignari di quello che sarebbe acca-duto. La Via crucis che abbiamo percorsosi snoda fra i campi. Un po’ d’ombra te laoffrono gli ulivi che qua e là son cresciutisul margine della strada.

Qualcuno insinua che a Fatima siconcentri un cattolicesimo tradizionale,luogo di devozione popolare soltanto. Sì,c’è un popolo intero: famiglie, gruppi diragazzini, preti rigorosamente in tonacanera nonostante il caldo, preti più sbaraz-zini, persone che esibiscono senza com-plessi il loro entusiasmo, altre più com-passate. Ci sono anche i turisti e i curiosi.È uno spaccato del popolo di Dio in que-sti giorni difficili.

La liturgia è semplice ma molto cura-ta, rigorosamente conciliare. Le preghiere,ripetute in molte lingue nazionali, non tidanno la sensazione di una Babele, sem-mai di una Pentecoste. Il repertorio deicanti si aggiorna, ma di frequente rispun-tano le intramontabili diciotto note dell’A-ve Maria di Fatima che poi continuano arisuonarti e ad accompagnarti dentro. Hoimparato – non me n’ero accorto – chemolti del nostro gruppo, la mattina prestovanno alla cappella delle apparizioni perun saluto più intimo alla Madonna di Fati-ma (prima ancora della colazione che vie-ne servita puntualmente alle 6.30). Do-mando che cosa dicono, che cosa chiedo-no alla Madonna. Raccolgo qualche confi-denza e qualche confessione. Un’amica miriferisce d’aver sentito in tutta la sua veritàla frase di Gesù a Santa Caterina da Siena:«Mi sei piaciuta soprattutto quando erisenza parole, in silenzio davanti a me».

Le tre giornate di Fatima stanno perconcludersi. Oggi, sulla via del ritorno,incrociamo una lunga carovana di pull-man che salgono a Fatima. Impariamo che sono oltre 550 (nell’annodel centenario si calcola l’arrivo di 8 milioni di persone).

In compagnia di una guida italo-portoghese abbiamo la possibilitàdi capire qualcosa della storia e della civiltà lusitana (del Portogallo) edel cammino contorto che l’ha resa una potenza tra le più importantidell’Europa, aperta a quella che viene chiamata la stagione delle sco-perte (attenzione, ripete la guida, è riduttivo parlare di scoperta dell’A-merica). Abbiamo tempo per visitare due straordinari edifici religiosi,due chiese esempio del gotico cistercense: si slanciano per oltre centometri con fasci di colonne che ne aumentano il misticismo. Mistici-smo, austerità, bellezza: uno shock per tutti!

Poi chiudiamo con una visita veloce alle città regali Coimbra eOporto. Intanto la compagnia è sempre più coesa. Succede semprequando si fa strada insieme. Ma qui c’è di più. Lo si è sperimentato

nei momenti di comunione d’anima. Tiaccorgi allora di come si vive della fededegli altri e si mette a disposizione la pro-pria.

L’ultimo atto in terra lusitana è laMessa. C’è il Vangelo che riporta la pro-messa di Gesù: «Dove due o più sonouniti nel mio nome io sono in mezzo a lo-ro». Noi ne abbiamo fatto esperienza.

FATIMA, IL GIORNO DOPO9 settembre 2017

Siamo già sul volo di ritorno. Dall’o-blò dell’aereo guardiamo le luci del tra-monto che contrastano violentemente conl’oscurità del suolo. Nel crepuscolo si di-stingue chiaramente il ricamo della costasull’Atlantico. Il Portogallo è “paese discoperte”: sogni, avventure e interessihanno mobilitato navigatori, affaristi, mis-sionari e… briganti; tutti disposti ad af-frontare l’oceano. Noi lasciamo questaterra che porta ancora evidenti le feritedegli ultimi incendi, con in cuore la no-stalgia di Fatima: i luoghi semplici, il sus-surro internazionale delle preghiere, i sor-risi accoglienti lungo le vie, la figura deitre pastorelli curiosi nelle loro pose nellefoto d’epoca… C’è diventata cara anchela parlata portoghese col suono nasale dimolte finali indicato col segno foneticodella “tilde” e la doppia “esse” con la “ccon cediglia”. Obrigado: cortesia e rin-graziamento, è la parola che sentiamo piùdi frequente. Nei menù l’immancabile ba-calhao, servibile in centinaia di ricette…

Dopo questa pausa di intensa spiritua-lità, ricomincia la vita di ogni giorno. Arri-viamo a Pennabilli che sono ormai le cin-que del 10 settembre. «Mi porto a casa –mi confida una giovane signora –l’importanza delle piccole cose. Abitare lasemplicità, il resto lo fa il Signore». «Noncerco il sensazionale. Anzi, mi indispone»,replica un pellegrino. «Mi porto a casa l’i-dea che viviamo gli uni della fede degli al-tri. La Madonna ci vuole famiglia».

A Fatima siamo venuti a nome di tut-ta la nostra Chiesa di San Marino-Monte-feltro portando la preghiera di famiglie, digruppi e di amici. Sono stati, appunto,

giorni di spiritualità, ma fortemente segnati dalla cronaca, dal viaggiodi papa Francesco in Colombia, dalle contraddizioni di questo tempo edalle minacce di guerra e terrorismo. Anche chi è in viaggio con meha sentito l’invito della Madonna ad intensificare la preghiera per ildono della pace. È prossimo il mese di ottobre, mese del Rosario. Pro-pongo all’intera Diocesi, alle parrocchie, a ciascuna famiglia di rilan-ciare questa preghiera semplice ed alla portata di tutti. Il Rosario perla pace… Ma è evidente che la preghiera anzitutto ti cambia la vita:essere pace, portare la pace, fare la pace.

L’ottima organizzazione dell’agenzia che ha organizzato il pelle-grinaggio ha segnato sul programma gli ampi spazi liberi chiamandoli“tempo per le devozioni”, ma siamo tornati con la persuasione che aFatima c’è molto di più: c’è la proposta di un nuovo stile di vita. Ar-rischio: chiamiamola conversione.

� Andrea Turazzi

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12MONTEFELTRO PASTORALE SOCIALE E DEL LAVORO

Persona e lavoro sono due parole chedevono stare insieme: se pensiamo il la-voro senza la persona, il lavoro finisceper diventare qualcosa di disumano, se in-vece pensiamo la persona senza lavoro,diciamo qualcosa di parziale, perché lapersona si realizza in pienezza quando haun lavoro degno. Ma che cos’è il lavorodegno?

Non qualunque tipo di lavoro è degno,lo ha ricordato papa Francesco ai lavora-tori dell’Ilva di Genova a maggio: “Chiperde il lavoro e non riesce a trovare unaltro buon lavoro, sente che perde la di-gnità, come perde la dignità chi è costret-to per necessità ad accettare lavori cattivie sbagliati. Non tutti i lavori sono buoni:ci sono ancora troppi lavori cattivi e sen-za dignità”.

Il lavoro è degno prima di tutto perchéla persona è degna, è a immagine e somi-glianza di Dio e attraverso il lavoro parte-cipa alla sua opera creatrice.

Il lavoro è degno quando rispetta la vi-ta delle persone e dell’ambiente, cioè la“casa comune”. La sicurezza dei lavorato-ri, la salute dei cittadini e la salvaguardiadel creato sono non solo criteri etici irri-nunciabili, ma anche premesse per la sta-bilità e la produttività del lavoro.

Il lavoro è degno quando rispetta il rit-mo e i tempi della vita. Un paradosso del-la nostra società è la presenza di tantepersone che vorrebbero lavorare e nonriescono, e tante altre che invece sono co-strette a lavorare troppo. Il lavoro è degnoquando accanto ad esso c’è il tempo delnon-lavoro, il tempo della festa. Senza iltempo della festa, il lavoro è schiavisticoanche se superpagato. Ma per poter cele-brare la festa, è necessario poter celebrareil lavoro: l’uno scandisce il tempo e il rit-mo dell’altra.

Il lavoro è degno quando viene primadel risultato economico, rimanendo legatoalle ragioni più vere della vita, offrendosperanza alle persone e superando le in-giustizie di una economia basata sullacultura dello scarto.

In conclusione il lavoro degno è il pila-stro su cui costruire una relazione armo-nica tra le capacità di ogni singola perso-na e lo sviluppo economico e sociale. Perquesto, il lavoro che vogliamo è:

� libero, dove siano finalmente bandi-te tutte le forme di schiavitù, di ille-

galità e di sfruttamento e dove ognipersona sia messa nelle condizionidi poter dare il meglio di sé;

� creativo, occasione per permettere aciascuno di dare il meglio di sé den-

tro un’idea diinnovazione chenon è riducibile al solo aspetto tec-nologico ma deve consentire allapersona di esprimere la sua origina-le creatività;

� partecipativo, nella consapevolezzache non c’è economia che possaprescindere dal contributo della per-sona umana e dalle relazioni tra diesse;

� solidale, capace cioè di non dimen-ticare che relazioni di reciproco ri-conoscimento e di alleanza tra sog-getti diversi sono alla base di ognivero sviluppo, con una attenzioneparticolare al più povero.

* Responsabile Ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro

48ª SETTIMANA SOCIALE DEI CATTOLICI ITALIANI (CAGLIARI 26-29 OTTOBRE 2017)

IL LAVORO DEGNOdi Gian Luigi Giorgetti*

Page 13: ABITARE QUESTO TEMPO

Domenica 24 settembre si è aperta la prima Visita Pasto-rale del vescovo Andrea alle parrocchie della Diocesi. La Cattedrale era gremita di fedeli, per lo più operatori pa-storali della catechesi, della liturgia, della carità. Erano presenti pure i responsabili dei gruppi, delle associazioni e dei movimenti, giovani e adulti. È stato un momento fortissimo di unità e di gioia. Il forte temporale non ha dissuaso le persone dal conve-nire a Pennabilli. Una presenza motivata, consapevole e

Vicesindaco (ndr, Pennabilli è orgogliosa di essere città vescovile) e del Vicario Generale, mentre il Parroco della Cattedrale ha fatto gli onori di casa. Tutto è iniziato con il canto solenne del Vespro che ha occupato buona parte del pomeriggio assembleare. È parsa chiara la scelta di

al primo posto. «Non abbiamo perso tempo», ha suggeri-to il diacono Bartolini a cui è stato affidato il compito di

quattro interventi: una polifonia sulle note del program-

la preghiera dedicata al Buon Pastore, perché la Visita

mese dopo mese con questo inserto il percorso del Ve-scovo, di parrocchia in parrocchia, a tessere come una

semmai è quello di conoscere di più la Diocesi, di accom-pagnare il Vescovo e di far sentire ad ogni parrocchia la prossimità di tutte le altre. Tutta la Diocesi riconoscerà

comunità accompagnandola con la preghiera perché sia

sa particolare. Nei prossimi mesi, da ottobre a gennaio, la Visita si svolgerà nel vicariato di San Marino. Ogni par-

contro col pastore, ma anche per fare il punto sul proprio

di storia di ciascuna parrocchia e una riflessione del par-roco o del consiglio pastorale. Nei documenti preparatori il Vescovo ha introdotto con queste parole il suo saluto:

store, il Buon Pastore è Gesù. Lui solo, per fortuna! Tut-

pastorale a cui sono stato chiamato». Auguri al vescovo Andrea! (a cura della Redazione)

Ha pHa prHa preHa preso ilHa preso il via laHa preso il via la VHa preso il via la VisiHa preso il via la Visita PHa preso il via la Visita PaHa preso il via la Visita PastorHa preso il via la Visita PastoraleHa preso il via la Visita Pastorale

1

CON IL VESCOVO A TESSERE UNA RETE DI CUORI

INSENSERNSERTNSERTONSERTO

Page 14: ABITARE QUESTO TEMPO

Annuncio, liturgia, testimonianza della carità

Come per ogni comunità cristiana anche per la parrocchia di Dogana

la celebrazione e la testimonianza.

Vita di annuncio

so le seguenti modalità presenti in Parrocchia: Catechismo, dalla II Elementare alla III Media; Scout; Azione Cattolica; Catechesi degli

famiglie; Formazione del Gruppo Liturgico; Formazione dei Cate-chisti; Incontri dei vari Consigli e Gruppi parrocchiali; la Visita an-

Vita liturgica e spirituale

La vita liturgica si esprime principalmente tramite la celebrazione

-

ri comunitari periodici.

Vita di testimonianza della carità

La sollecitudine verso le situazioni di necessità e/o di fragilità si con-cretizza nella visita mensile agli infermi a casa; nel finanziamento annuale di progetti di Sr Maria Negretto in Camerun; nella raccolta

terventi caritativi puntuali; nei Laboratori parrocchiali organizzati principalmente in Avvento, il cui ricavato viene devoluto in benefi-cenza; nella partecipazione alle iniziative caritative della Diocesi e della Chiesa universale; nei pranzi comunitari organizzati periodica-mente.

UNA PARROCCHIA GIOVANE

Dogana è una frazione del Castello di Serravalle,

da Rimini a cui è collegata dalla superstrada.

era coperta da terreni coltivati con poche case sparse e diversi mulini. La vita religiosa si svolgeva attorno alla

cappella di Villa Manzoni. Ma con lo sviluppo artigia-nale e industriale aumentarono anche gli insediamenti residenziali e la presenza delle scuole. Così la cappella

di Villa Manzoni risultò presto insufficiente per la celebrazione domenicale, facendo emergere la necessità di

una chiesa più grande, la cui prima pietra fu posta il 24 marzo 1960. I lavori di costruzione iniziarono nel

1963. La nuova chiesa, dedicata a Santa Maria Ausiliatrice e con il più alto campanile della Repubbli-ca, venne aperta al culto il 6 gennaio 1965 ma benedet-

ta solo il primo settembre 1974 dal Vescovo Emilio Biancheri. Dal 14 settembre 1997 sono stati realizzati lavori di ristrutturazione della chiesa e di riorganizza-zione più efficiente degli spazi. La nuova chiesa è stata consacrata il 24 maggio 2000. Con la Legge n. 14 del

15 marzo 1968 il Consiglio Grande e Generale (Parlamento) istituì la Curazia di Dogana e don Lino Grossi venne nominato primo curato fino al 14 ottobre 1979. Gli sono succeduti altri tre curati: don Erminio Gatti (21 ottobre 1979 - 25 maggio 1989); don Lino

Tosi (25 maggio 1989 - 4 novembre 1990) e don Marco Guidi (11 novembre 1990 - 7 settembre

parroco di Dogana che, con il Decreto vescovile del 29 giugno 1996, fu eretta canonicamente in parrocchia.

don Raymond Nkindji Samuangala nella responsabili-tà della Parrocchia Santa Maria Ausiliatrice

che conta attualmente circa 3.300 abitanti.

DOGANA 16 - 22 OTTOBRE 2017

CON IL VESCOVO A TESSERE UNA RETE DI CUORI

2

*(a cura di don Raymond Nkindji)

Page 15: ABITARE QUESTO TEMPO

Presenza viva nel territorio

Guardando più da vicino la vita della comunità

lo scorso ottobre, da don Peppino Innocentini a don Simone Tintoni. Don Peppino, sostenuto da numerosi sacerdoti, da tanti laici e religiosi (in particolare le Suore Maestre Pie e i Frati Minori), ha svolto il suo servizio sacerdotale nella parrocchia per 63 anni con zelo e slancio, una presenza integrale che ha interessato

momenti più importanti della vita) ma anche tutti gli ambiti della vita sociale con opere che hanno inciso sulla

di Chiusi della Verna, la Società Sportiva Juvenes, il

di contribuire alla formazione umana e cristiana della comunità affinché gli insegnamenti del Vangelo fossero vissuti nelle varie dimensioni della vita quotidiana. Senza voler nascondere le problematiche che ci possono

di cui render grazie al Signore. Un buon gruppo di parrocchiani, una comunità religiosa (Suore Francescane Missionarie di Assisi), un diacono (Domenico Cecchetti) e diversi ministri istituiti (accoliti, lettori, ministri straordinari della Comunione) che svolgono il loro servizio per la cura del catechismo, delle celebrazioni (tra cui un ottimo coro parrocchiale ed un organista), della chiesa, del mondo giovanile, delle opere nate nel seno della parrocchia.

possibilità alle giovani generazioni di approfondire

Un clima positivo segna i rapporti tra gli adulti che vivono in parrocchia e che seguono cammini in diverse

esperienza inter parrocchiale (Serravalle, Dogana e Falciano) della catechesi rivolta agli adulti così come la disponibilità di parrocchiani a svolgere servizi nei vari

grande dono che la parrocchia sta vivendo è il diaconato permanente di Massimo Cervellini. (Matteo Tamagnini)

SERRAVALLE E LE SUE CHIESE

Anticamente chiamata Olnano (Castrum Olnani) e dominio dei Malatesta di Rimini, Serravalle è già castello nel 1261 con una sua cinta fortificata. Il castello di Serravalle fu occupato nel 1463 dalla Repubblica di San Marino ed entrò a far parte uffi-cialmente di essa il 27 giugno 1463. Il castello comprende le curazie (frazioni) di Cà Ragni, Cinque Vie, Dogana, Falciano, Lesignano, Ponte Mellini, Rovereta, Valgiurata e San Michele. Serravalle, situata in prossimità del confine italiano con la via consolare per Rimini, con circa 10.061 abitanti, oggi è il castello

stensione di un sesto del territorio sammarinese. La chiesa par-

apostolo e ubicata fuori dalle mura del Castello, sulla strada maestra per San Marino; fu danneggiata a causa delle frane, ma resistette fino al 1905. Essendo in un luogo isolato, e quindi poco sicuro, il sacerdote risiedeva accanto ad un oratorio pub-blico trecentesco nel centro del paese. Nel 1822 gli abitanti di

mento di una casa. Il 4 maggio del 1824 è stata posta la prima

consacrazione con la dedicazione al Santissimo nome di Maria. Tale chiesa venne costruita sopra le antiche mura della città uti-lizzando materiale proveniente dal vecchio oratorio di Santa

don Facchinetti la usava per le celebrazioni, così nel 1914 ven-ne trasferito il titolo di parrocchia e intitolata definitivamente a

ne restaurata completamente, spogliata delle decorazioni in stucco ottocentesche, compresi i 15 misteri del Rosario seicen-teschi che ornavano la statua della Madonna del Rosario (XVII

città, attribuita allo scultore urbinate Angelo Galluzzi nel 1615

suo storico predecessore mons. Giuseppe Innocentini (63 anni di ministero in Serravalle). (don Pier Luigi Bondioni)

CON IL VESCOVO A TESSERE UNA RETE DI CUORI

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SERRAVALLE 23 - 29 OTTOBRE

Page 16: ABITARE QUESTO TEMPO

Sulla collina di Falciano

La comunità di Falciano si sta preparando ad accogliere il vescovo Andrea. Attorno alla parrocchia, nata come realtà rurale, cresce un quartiere giovane con svariate fabbriche e realtà produttive. I gruppi di catechismo, le iniziative per le famiglie, i momenti di preghiera costituiscono la tessitura ordinaria della parrocchia. Un momento speciale per la comunità è

caratterizza tante delle nostre domeniche. Don Giorgio Eva, alla guida della comunità dal 2010, sottolinea come la Visita Pastorale non sia da vivere

una serie di celebrazioni esteriori, che si sommano alle tante iniziative promosse dalla Chiesa locale. È un dono di Dio per la Diocesi tutta, un dono per il

accolto e riscoperto come servo dei servi, come maestro, sacerdote e pastore della Diocesi perché immagine viva, segno efficace di Cristo Gesù e quindi in Lui principio e

(don Giorgio Eva)

DA VILLAGGIO AGRICOLO A POLO INDUSTRIALE

Falciano è una zona in gran parte rurale. Già dal 1400 vasti appezzamenti di terra erano destinati alla coltivazione degli ulivi, in seguito anche cereali e vigne. Il primo documento che ne parla è del 1059: come Pieve vicina a San Giovanni in Cella Jovis (Cerasolo). Nel 1230 e precisamente in data 6 novembre,

da parte di Ben-no, vescovo di Rimini dal 1230 al 1242, la chiesa viene citata come «ecclesiam Falzani Plebatus Cerasoli». Il territorio di Fal-

nel Decimario di Leale Malatesta, vescovo di Rimini (1347-

la Repubblica di San Marino. Nel 1682 un inventario nota dei

comunità cristiana di Falciano ha una sua chiesa dedicata a san Pietro apostolo che è divenuta parrocchia solamente nel 1994.

del 1144 indirizzato da papa Lucio II al vescovo di Rimini, pa-re che fosse leggermente decentrata. La seconda chiesa parroc-

1890 inizia il suo cammino di Vicaria Curata e il 6 giugno 1891 viene nominato il parroco con obbligo di residenza nella per-sona di Benedettini don Lorenzo di San Marino. Il campanile è stato costruito nel 1957 ed è stato ristrutturato recentemente.

trionfale e la zona del Battistero dipinti nel 2009 da Elisabetta Sangalli con raffigurazioni moderne che compongono la Pesca miracolosa e alcuni simboli raffiguranti la Risurrezione e il Bat-tesimo. La popolazione di questa comunità cristiana è molto

conservata nella chiesa e attribuita ad un sacerdote pittore, don Stefano Montanari (1776-1850). (don Pier Luigi Bondioni)

CON IL VESCOVO A TESSERE UNA RETE DI CUORI

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FALCIANO 30 OTTOBRE - 5 NOVEMBRE 2017

Page 17: ABITARE QUESTO TEMPO

13MONTEFELTRO UFFICIO FAMIGLIA

Nella quiete che caratterizza il villaggio San Francesco unaventina di famiglie della diocesi si sono ritrovate per quelloche ormai è un appuntamento consolidato che mette al centrola famiglia nelle sue dinamiche quotidiane e cerca di aiutare avivere nella concretezza il progetto di costruire una famiglia difamiglie.

e di coppia in base alle proprie esperienze, e infine un momen-to di condivisione con tutte le coppie per condividere le consi-derazioni emerse e i nodi e le domande che ne possono esserescaturite.

Paolo Curtaz ci ha proposto tre meditazioni. Nella prima ha af-frontato il tema del dolore in modo generale considerandolouna delle poche dimensioni del nostro vivere, insieme all’A-more, che sicuramente sperimentiamo e ci ha portato a riflette-re sulla dinamica che sussiste tra dolore e relazione.

Nella seconda e terza meditazione il relatore ha individuatonella bibbia alcune coppie che hanno sperimentato il dolore.

In questo percorso propostoci sperimentiamo così che anchenella coppia più riuscita, più realizzata ci sono momenti in cuiemerge la solitudine, che nel dolore ci sono delle cose inespri-mibili; ma in quel preciso momento - se chi hai a fianco ha lacapacità di aspettarti, di rispettarti e di accompagnarti e solo seentrambi rimangono sempre aperti ad un confronto - è possibi-le camminare insieme e fiorire insieme.

In definitiva dice Paolo Curtaz: “La sofferenza e il dolore de-stabilizzano l’uomo, il dolore fa fuggire e genera solitudinema bisogna anche distinguere e ammettere che esiste un dolo-re necessario e un dolore inutile, capire che esiste un dolorepsicologico che può essere superato ed un dolore esistenzialeche invece non si riesce a superare; la bibbia non offre nessu-na risposta esauriente al dolore dell’uomo, si troveranno solodelle tracce, delle indicazioni per una risposta che Gesù col-merà assumendo il dolore. Dio non dà una risposta sul dolorema assume la sofferenza, la redime e la salva.

Affrontare il tema del dolore con serietà, con verità, con inmano e nel cuore il vangelo significa avere qualche tracciaper superare l’orizzonte e guardare l’Altrove e scorgere unaprospettiva di speranza”.

Le registrazioni video delle meditazioni di Paolo Curtaz sonodisponibili sul sito www.coppieincammino.it.

Ornella e Eusebio Baldaccioni

Il dolore che nasce Il dolore che nasce dalle relazioni familiaridalle relazioni familiari

SETTIMANA DIOCESANA DI CONVIVENZA PER FAMIGLIE (13-19 AGOSTO 2017)SETTIMANA DIOCESANA DI CONVIVENZA PER FAMIGLIE (13-19 AGOSTO 2017)

La ragione di questa esperienza è porre al centro del progettola coppia e i figli per riscoprire i valori di un percorso di cre-scita umana e spirituale che abitualmente la nostra vita quotidiana non sempre consente; la relazione in tutte le sueforme acquista un ruolo significativo e fondamentale dove siconcretizza l’Amore di un Padre incarnato che cammina ac-canto a noi.

È tradizione nel campo estivo dedicare una parte di spazio alriposo, allo stare insieme nel gioco, alla condivisione dei mo-menti di vita quotidiana e riservare anche alcuni momenti allapreghiera con i figli e tra le coppie. In particolare, dedichiamoalcuni momenti della settimana all’approfondimento di un te-ma specifico che riguardi la famiglia: quest’anno abbiamoscelto il tema del dolore, in particolare il dolore che nasce nel-le relazioni interpersonali e in famiglia in una prospettiva chetenga conto che siamo sposi, genitori e figli.

Per poter affrontare l’argomento abbiamo chiesto a Paolo Cur-taz di aiutarci a saper leggere questo particolare aspetto dellavita familiare e darci qualche spunto per riflettere.

Paolo Curtaz è un teologo che vive in Val d’Aosta, ha un sitointernet (Ti racconto la parola), coordina la Fondazione “Zac-cheo” e si occupa di meditazione biblica e di approfondimentosulle tematiche che riguardano la vita, anche quella familiare.

Gli incontri hanno seguito una modalità oramai collaudata ne-gli anni che prevede una meditazione iniziale, dove vengonodati degli spunti su cui riflettere, seguita da un lavoro di cop-pia, dove viene rielaborato quanto ascoltato in ottica personale

Page 18: ABITARE QUESTO TEMPO

14MONTEFELTRO CAMPI AC

Preghiere, giochi, attività, scenette, celebrazioni, canti, cibi deli-ziosi preparati dalle nostre tre fantastiche cuoche, i ‘bombarola!’ delmitico Don Simone, la passione degli educatori, l’Amore, la Fede.Questi sono stati gli ingredienti del campeggio dei ragazzi del-l’Azione Cattolica di Serravalle e Dogana, svoltosi a Miratoio dal20 al 27 Agosto.

Una settimana senza tutte quelle distrazioni che il mondo di oggici offre, ma una riscoperta dello stare insieme, del condividere. I ra-gazzi hanno affrontato un viaggio ripercorrendo la storia di Tobia e,giorno dopo giorno, hanno imparato cos’è l’amore, che non semprele difficoltà sono negative, che ognuno di loro ha dei doni e chequalsiasi percorso loro affronteranno non saranno mai soli.

Un viaggio non sempre facile, come la faticosa camminata per ar-rivare a Molino di Bascio, dall’eremita Sveva, una donna splendidache si è arricchita delle difficoltà che ha incontrato e ora vive congrande gioia la sua “solitudine piena” perché vissuta alla presenzadel Signore. Un incontro bellissimo che ha incuriosito e riempito dientusiasmo sia i più piccoli che i più grandi.

Questo è stato il campeggio di 59 bambini e 23 educatori chehanno imparato insieme che “non si fa buon viaggio senza metterciil cuore”.

Gli educatori

IL VIAGGIO A MIRATOIOIL VIAGGIO A MIRATOIO

Ricchi di... in viaggio con Tobia!Ricchi di... in viaggio con Tobia!DEI BAMBINI E RAGAZZI DELL’ACR DI SERRAVALLE E DOGANA

CAMPI ESTIVI PARROCCHIALI 2017 - AZIONE CATTOLICA SAN MARINO-MONTEFELTRO

PIETRACUTA

Campo Acr parrocchialeCampo Acr parrocchialeNon ci resta che ringraziare ancora una volta il Signore, per aver-

ci donato la possibilità di stare insieme ai ragazzi per una settimana:siamo rientrati a casa stanchi, ma molto contenti dell’esperienza cheabbiamo vissuto.

Dal 31 luglio al 6 agosto il gruppoACR di Pietracutadi è trasferito aSant’Agata Feltria,sfidando il caldoafoso dell’estate erompendo la tran-quillità del monaste-ro delle sorelle Cla-rissse: 36 ragazzi, 8 educatori e 3 ami-ci in cucina! Il nostro obiettivo era dare a ciascuno di noi un’occa-sione per incontrare da più vicino il Signore. Ci siamo fatti aiutaredalle vicende del re Salomone e così abbiamo capito quanto sia im-portante mantenere salda e viva l’amicizia con Gesù, in un rapportodi fiducia e fedeltà, certi che per noi Lui desidera e ci offre sempreil meglio! Le giornate sono state scandite da momenti di preghiera,attività e giochi divertenti, in pineta o per le vie del paese, senza di-menticare le camminate e i turni dei servizi per ciascuna delle quat-tro squadre in cui eravamo divisi. A questa routine ormai consolida-ta si sono aggiunti alcuni momenti unici, come l’incontro con il Ve-scovo Andrea per la celebrazione della S. Messa insieme agli amicidi Novafeltria, la testimonianza con Sr. Chiara Debora e la cena ro-mantica sotto le stelle l’ultima sera! Abbiamo concluso la settimanacon la S. Messa insieme alle famiglie, celebrata dal nostro parroconella Chiesa Collegiata. Insomma, non potevamo chiedere di me-glio… e chi ha orecchie per intendere, intenda!

UNA SETTIMANA DA LEONIUNA SETTIMANA DA LEONIParrocchia di Acquaviva

Risate, divertimento, formazione, preghiera, camminate, giochi e tantotanto caldo: sono stati questi gli ingredienti principali del “campo da leo-ni” della parrocchia di Acquaviva che si è svolto la prima settimana diagosto nel pieno centro di Carpegna. I 34 ragazzi hanno potuto entrare afar parte del magico mondo delle “Cronache di Narnia”, attraversandoletteralmente il famoso armadio. Durante questi sette giorni hanno potutoriflettere, guidati dai loro 14 educatori, su temi come la fiducia, il pecca-to, il tradimento e la resurrezione, tutti riferimenti biblici di cui la storiadi C.S. Lewis è ricca.

Ovviamente non sono mancati i momenti di svago e gioco: la squadravincitrice è stata quella degli Edmund che ha conquistato il maggior nu-mero di punti battendo le altre tre (Lucy, Peter e Susan) e arrivando cosìper prima al lampione di Narnia.

Un ringraziamento speciale va ai cuochi Cinzia, Claudia, Rolando,Laura e Sabrina per il loro servizio e a Don Federico che, nonostante gliimpegni, ha celebrato quotidianamente con noi la Santa Messa. Ringra-ziamo anche Don Carlo Giuseppe Adesso con cui noi educatori ci siamoincontrati per un incontro formativo su Narnia e che ci ha lasciato conuna massima dello scrittore delle Cronache, l’inglese C.S Lewis: “Io cre-do nel cristianesimo come credo che il sole è sorto. Non perché lo vedoma perché grazie al sole io posso vedere tutto il resto.”

Gli educatori

Page 19: ABITARE QUESTO TEMPO

15MONTEFELTRO CAMPI AC

FAETANO

Erano un cuore soloe un’anima sola

È stata questa frase degli Atti degli Apostoliil tema che ha guidato il campo estivo della Par-rocchia di Faetano svoltosi negli ultimi giorni diagosto a Campàmoli (AR), al quale hanno parte-cipato 48 bambini e ragazzi del catechismo ac-compagnati da 15 animatori e naturalmente dalParroco Padre Ivo e dal diacono Graziano.

Scopo del campo non era tanto “imparare”ma “vivere”: si è cercato quindi di imitare lavita fraterna della prima comunità cristiana edogni giorno i ragazzi incontravano due “mem-bri” di quella comunità che spiegavano uno de-gli atteggiamenti vissuti dai primi cristiani diGerusalemme. Così il primo giorno abbiamosperimentato la gioia di vivere insieme, il secon-do giorno la letizia e la semplicità di cuore, ilterzo giorno l’ascolto degli apostoli cioè dellaparola di Dio, il quarto giorno la condivisionedei beni e il prendersi cura dei fratelli. Nell’ul-timo giorno anche i 4 gruppi in cui erano suddi-visi i ragazzi si sono fusi a formare un’unicagrande comunità gioiosa e multicolore.

Un momento particolarmente significativo èstato quello della “messa di gruppo”. Ogni

PENNABILLI

Campo parrocchiale Acr Il campeggio, come ogni anno, rimane una delle più belle esperienze vissute durante

l’estate. Abbiamo passato una settimana a Miratoio lontano dalla solita quotidianità e dallafrenesia che ci circonda. Il campeggio, infatti, è anche un’esperienza per fermarsi e recu-perare il rapporto con Dio, la natura e l’amicizia con gli altri. È un’occasione per conosce-re nuove persone e condividerci gran parte del tempo insieme. Quest’anno il tema del no-stro campo è stato “il Giro del Mon-do in 80 giorni”: ogni giorno l’am-bientazione, il cibo, la cultura eranodiversi, e anche questo lo ha resospeciale. Collegandolo al nostro te-ma, in base al continente del giorno,durante la messa, Don Pier Luigi ciha descritto e fatto conoscere la vitadi alcuni santi.

Rispetto agli anni scorsi noi edu-catori siamo riusciti a gestire il cam-po con una buona organizzazione,ognuno ha contribuito e ha dato ilmeglio di se. La nota negativa è cheforse è stata trascurata la parte spiri-tuale rispetto al gioco, cosa su cui sidovrà lavorare e migliorare.

Come tutte le cose belle però, an-che quest’esperienza purtroppo è durata poco ma ci portiamo a casa e nel nostro cuore lerisate fatte insieme, i sorrisi sinceri, il bello di fare gruppo, il sentirsi una famiglia, la gioiadi stare con il Signore, il condividere qualsiasi cosa con l’altro, la vera amicizia ma anchele litigate, gli sfoghi e le lamentele.

La vita, infatti, è un dono prezioso ma solo se rendiamo felici e doniamo qualcosaagli altri.

Alice Imperato

“Supera te stessoe supererai il mon-do”: si può sintetiz-zare con questa fra-se di Sant’Agostinoil messaggio delcampo estivo ACRorganizzato dallaParrocchia di Do-magnano dal 23 al27 agosto 2017 aStrabatenza (FC). Iragazzi, accompa-gnati dal parrocoDon Marco Guidi edagli educatori, so-no stati portati nelmondo di Waiana, protagonista del film d’animazione Oceania, che, per salvare la naturamorente, si spinge oltre il confine della barriera corallina – contro il volere del padre – per-ché si sente chiamata a questa missione. I temi trattati hanno perciò previsto il confronto conil limite, il coraggio di affrontarlo e superarlo e la cura del creato. La camminata e il bagnonel fiume, il contatto con la natura, le attività, i giochi e la celebrazione della Santa Messaall’aperto hanno contribuito a creare una bellissima atmosfera e ad unire ragazzi ed educa-tori, che sono tornati a casa con un compito: “superare il mondo”, ovvero capire che nondobbiamo accontentarci di vivere nei limiti imposti dalla società. Per incontrare Dio bisogna“uscire”. Non solo un compito quindi, ma anche una certezza: quando si decide di affidarela vita a Dio e di rischiarla con lui, non siamo più noi a vivere, ma è Cristo che vive in noi(Gal 2,20).

Un campo che ripaga i sacrifici di tutto l’anno e che ci auguriamo possa dare nuovo slan-cio alla vita della Parrocchia.

Gli educatori ACR di Domagnano

Campo estivo Acr della Parrocchia di Domagnano

L’OCEANO TI CHIAMA

giorno infatti uno dei gruppi celebrava la SantaMessa, durante la quale i ragazzi erano aiutati – attraverso brevi spiegazioni, immagini e segni –a vivere in profondità i vari momenti della cele-brazione, unendo la propria vita all’offerta diCristo. Ogni celebrazione si concludeva con loscambio di un abbraccio fra tutti i presenti co-me segno di accoglienza reciproca e dell’impe-gno a far sì che l’unione nata attorno all’altareproseguisse durante la giornata.

Naturalmente non sono mancati giochi, pas-seggiate ed avventure: memorabile la salita sulmonte Falterona che ha visto tutti i ragazzi(compresi i bambini di seconda elementare)giungere indomiti sulla cima dopo quasi 3 oredi impegnativa camminata. E che dire del bagnonell’Arno? Nonostante l’acqua fredda non riu-scivamo a tirar fuori né i bambini né i ragazzi(e neppure gli animatori!!). Al termine del cam-po, partiti ragazzi e genitori, nella preghieracon cui noi animatori siamo soliti chiudere ilcampo, abbiamo ringraziato il Signore che ci hadato la grazia di vivere un’esperienza così bellae abbiamo pregato perché la fraternità vissutain quei giorni possa diffondersi in tutta la par-rocchia. Arrivederci al prossimo anno!

Gli animatori e i catechisti

Page 20: ABITARE QUESTO TEMPO

16MONTEFELTRO EVENTI

La camminata del risveglio come una resurrezioneAPPUNTI DI MONS. MANSUETO FABBRI DI 75 ANNI FA E DI OGGI

Per comporre alcuni ricordi del tradi-zionale pellegrinaggio alla Madonna delFaggio sul monte Carpegna ritorno all’a-gosto del 1942. Tutto il seminario di Pen-nabilli (ginnasio, liceo e teologia) passavail mese di agosto nel seminario feretranoe durante questo periodo non mancavanomai una o due belle passeggiate di un’in-tera giornata verso il Sasso Simone, il la-go di Andreuccio e la Madonna del Fag-gio. Ricordo bene quell’agosto, in pienaguerra, perché fu al Santuario della Ma-donna del Faggio che il rettore del semi-nario, Mons. Renato Paolini, mi diede unanotizia che cambiò il mio avvenire. Mivenne data la borsa di studio del semina-rio Pio, con la quale avrei frequentato gra-tis il Pontificio Seminario Maggiore diRoma e l’Università Lateranense per seianni, fino alla laurea in Teologia. Da quelgiorno, dunque, il mio ricordo riconoscen-te alla Madonna del Faggio. In seguito,nei primi anni di sacerdozio, quando eraparroco di Monteboaggine don Aldo Ricci(1947-1956), mio compagno di scuola findal primo anno di ginnasio, la sua parroc-chia e il santuario mariano furono al cen-tro delle mie avventure pastorali. Semprein quegli anni don Vito Calcagnini e ilCapitolo feretrano dei Canonici della Cat-tedrale restaurarono radicalmente la chie-sa, il campanile (con la grossa campana) ela struttura d’accoglienza adiacente. Con

la presenza preziosa degli eremiti (ricordoin particolare – se non sbaglio – don Um-berto Losi) ripresero i pellegrinaggi an-nuali, la domenica dopo il 15 agosto). Unaltro grande restauro della chiesa e delleadiacenze avvenne negli anni Novantagrazie al notevole contributo di Padre Ita-lo Baffioni (anche lui mio amico carissi-mo e mio alunno nel seminario feretranonegli anni ’50) facendone un centro di spi-ritualità di un largo territorio.

La camminata del risveglio è il fruttomeraviglioso di una ripresa, direi di unaresurrezione, avviata da laici, che in dieci

anni ha raggiunto e raccolto pellegrini dacirca 40 paesi.

La “comitiva del risveglio” è sostenutadalla stessa autorità diocesana, tanto cheil vescovo Andrea Turazzi non solo si èfatto promotore dell’iniziativa presso tuttele parrocchie di San Marino-Montefeltro,ma lui stesso ogni anno sceglie un percor-so dove farsi pellegrino in mezzo agli al-tri fino al Santuario, in cui poi celebral’Eucarestia, e partecipa alla processionealla croce con tutti.

Anch’io in questi ultimi anni mi sonoalzato alle 2 del mattino per pregare conil gruppo di pellegrini che hanno ripreso apartire da Novafeltria.

Inevitabile una domanda a questi pelle-grini: chi o che cosa vi ha spinti e attrattia questa avventura notturna e mattutina?Ci sarà certo una motivazione forte, perfarvi mettere in cammino a notte fonda,per ore ed ore, pregando e cantando! Pro-vo a individuare la risposta: ci ha attiratie sostenuti un sentimento di pace e diamore nella Madonna che crediamo laMadre di Dio, Madre dolcissima di cia-scuno di noi.

Fede è più un sentimento di affetto cheuna verità puramente razionale. Fede è fiducia, è fidarsi, è affidarsi con sicurezzae senza dubbi. Fede è innamorarsi. Giu-sto! Fede è innamoramento, tremante egioioso.

Anche quest’anno, in occasione della festività di San Luca,patrono dei medici, la diocesi di San Marino-Montefeltro desi-dera ricordare, nella preghiera e nella riflessione, i sofferentiper malattia oltre che medici e personale sanitario dediti allecure degli stessi.

Il tema che abbiamo scelto è: “Oltre il fine vita: le cure pal-liative”. L’incontro si svolgerà mercoledì 18 ottobre, alle ore20.45, presso la Sala della parrocchia di Novafeltria. Il dott. Marco Maltoni, direttore dell’Hospice di Forlimpopoli,sarà il relatore. Moderatore dell’incontro sarà don GiulianoBoschetti, responsabile per la Pastorale Sanitaria.

Domenica 22 ottobre alle ore 16.30 verrà celebrata per imedici e per il personale infermieristico e amministrativo laSanta Messa, presieduta dal nostro Vescovo Mons. AndreaTurazzi, presso la Cappella dell’Ospedale della Repubblica diSan Marino.

Équipe della Pastorale della Salute

PASTORALE SANITARIA GIORNATA DEI MEDICIGIORNATA DEI MEDICI

Page 21: ABITARE QUESTO TEMPO

17MONTEFELTRO PREGHIERA

La Dichiarazione Universale del Diritti dell’Uomo afferma:“Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta del-

l’impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed allaprotezione contro la disoccupazione”.

Per noi oggi parlare di lavoro tutelato può sembrare un’ov-vietà, ma non sempre è stato così. I Latini e i Greci, infatti, in-tendevano il lavoro come una necessità per la stessa sopravvi-venza dell’uomo, indubbiamente però come una cosa non pro-prio degna di lui, in quanto immediatamente legato alla fatica fi-sica. Il lavoro manuale era specificatamente individuato come la-voro servile, mentre il lavoro intellettuale si confaceva all’uomolibero. Quindi si guardava alla società con una netta contrapposi-zione: da una parte gli uomini liberi che si occupavano di politi-ca e di cultura e dall’altra gli schiavi impegnati solamente con ilavori manuali e domestici.

L’insegnamento del Magistero della Chiesa ha dato sempremolta importanza al lavoro come questione sociale che oggi haassunto dimensioni planetarie. Già nel 1891 Papa Leone XIII,

nell’enciclica Rerum novarum affrontava con decisione la cosid-detta “Questione operaia”, trattando i problemi della situazionein cui versava il proletariato industriale.

Possiamo affermare che l’enciclica Rerum novarum fu un te-sto molto coraggioso ed importante, perché aprì la strada a tuttele successive prese di posizione del Magistero nei confronti del-la realtà del lavoro umano.

Nel prosieguo dei decenni il Magistero ha sviluppato sempredi più il concetto di lavoro nella sua più ampia accezione, met-tendo costantemente al centro del processo lavorativo l’UOMOcome soggetto primario.

Il lavoro è un diritto umano fondamentale e come tale deveessere garantito a tutti senza alcuna discriminazione, né di ses-so, né di razza, né di condizione fisica.

Inoltre esso va remunerato in modo adeguato, permettendocosì una vita dignitosa per il lavoratore e per la sua famiglia.

Perciò la mancanza di lavoro è senza dubbio un’offesa alladignità della persona ed una minaccia alla stabilità della famiglia.

INTENZIONE DEL PAPA PER IL MESE DI OTTOBRE

L’offerta quotidiana santifica la tua giornata. Cuore divino di Gesù, io ti offro, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni,

le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nellagrazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre. In particolare, per le intenzioni affidate all’AdP dal Papa:

o “Per IL MONDO DEL LAVORO, perché siano assicurati a tutti il RISPETTO E LA TUTELA DEI DIRITTI e sia data ai DISOCCUPATI la possibilità di contribuire al bene comune”.

Gli operai non sono estinti

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA - OTTOBRE 2017

IN PARTICOLARE, PER LE INTENZIONI DEL PAPA E DEI VESCOVI

Pensiero di papa FrancescoNel discorso del santo Padre Francesco ai dirigenti e agli ope-

rai delle Acciaierie di Terni (20 marzo 2014) leggiamo: “Illavoro riguarda direttamente la persona, la sua vita, la sua li-bertà e la sua felicità. Il valore primario del lavoro è il bene del-la persona umana, perché la realizza come tale, con le sue atti-tudini e le sue capacità intellettive, creative e manuali”.

“Padre, ho bisogno di avere la dignità di portare il pane acasa!”. Chi è disoccupato rischia di essere posto ai margini dellasocietà, di diventare una vittima dell’esclusione sociale. Tantevolte capita che le persone senza lavoro – penso soprattutto aitanti giovani oggi disoccupati – scivolano nello scoraggiamentocronico o peggio nell’apatia.

La disoccupazione“Cosa possiamo dire di fronte al gravissimo problema della

disoccupazione che interessa diversi Paesi europei? È laconseguenza di un sistema economico che non è più capace dicreare lavoro, perché ha messo al centro un idolo che si chia-ma denaro!

Pertanto, i diversi soggetti politici, sociali ed economici sonochiamati a favorire un’impostazione diversa basata sulla giusti-zia e sulla solidarietà. Questa parola, in questo momento, rischiadi essere esclusa dal dizionario. Solidarietà: sembra come unaparolaccia! No! La solidarietà umana assicura a tutti la possibi-lità di svolgere un’attività lavorativa dignitosa. Il lavoro un benedi tutti, che deve essere disponibile per tutti”.

I cattolici sono impegnati per garantire a tutti un lavoro di-gnitoso. La prossima Settimana sociale dei cattolici (Cagliari, fi-ne ottobre) inviterà alla riflessione su “Il lavoro che vogliamo”.Se la questione sociale è sempre la stessa – come ci ricorda papaFrancesco – le risposte devono essere adeguate ai tempi. Guar-dando alle stagioni passate, tanto è stato conquistato e conserva-to, qualcosa è stato perso, molto è a rischio.

Un lavoro purchessia non è un’opzione praticabile, in nessuncaso. Consegnerebbe un’intera generazione ad un destino di pre-carietà praticamente infinita, minando, al contempo, fiducia espinta innovativa. I vecchi e giusti diritti non vanno abbandonatipur in un tempo di nuove sfide.

Page 22: ABITARE QUESTO TEMPO

18 AVVICENDAMENTIMONTEFELTRO

Ha avuto luogo oggi, alla presenza degliEcc.mi Capitani Reggenti, Mimma Zavoli eVanessa D’Ambrosio, la cerimonia di con-gedo di S.E. Rev.ma Mons. Adriano Ber-nardini, Nunzio Apostolico presso la Re-pubblica di San Marino, Decano del CorpoDiplomatico e Consolare Accreditato.

Mons. Bernardini è stato prima ricevuto,a Palazzo Begni, dal Segretario di Stato pergli Affari Esteri, Nicola Renzi, sviluppandouna serie di argomenti propri del rapportobilaterale, con particolare riferimento al re-cente negoziato in corso per la definizionedi un’Intesa destinata a regolamentare l’in-segnamento dell’ora di religione nella scuo-la sammarinese.

In segno di riconoscenza per l’opera pre-stata quale Nunzio Apostolico, Renzi ha poiinsignito l’alto Diplomatico dell’onorificen-za di Cavaliere di Gran Croce dell’OrdineEquestre di Sant’Agata.

Indirizzandosi al Rappresentante pontifi-cio al cospetto della Reggenza, il Responsa-bile della politica estera ha espresso senti-menti di gratitudine anche a nome dei colle-ghi di Governo, “per l’espletamento di unincarico che, nella scrupolosa e fedele os-servanza delle regole e dei principi emanatidalla Santa Sede, ha segnato un’ulteriorebella pagina delle già ottime relazioni bila-

terali”, nel rispetto di un’antica e fraternaamicizia basata sulla comunanza di valoriuniversali che, nella condivisione e nel dia-logo, trovano la loro massima espressione.

Dal 2012, anno in cui ha preso avviol’incarico di S.E. Mons. Bernardini, le rela-zioni fra San Marino e la Santa Sede si so-no ancor più intensificate. Udienze e VisiteUfficiali al Santo Padre, attività nell’ambitodella Diocesi e con il Vescovo, adempi-menti sul piano formale, per i quali prezio-so è stato l’intervento e la collaborazionedella Nunziatura Apostolica, nella personadel suo Rappresentante, di cui il Paese hapotuto conoscere e apprezzare competenzee capacità. Nel ricevere l’Alto Plenipoten-ziario, la Reggenza ne ha elogiato la mis-sione, caratterizzata da “estrema competen-za e conoscenza dello Stato […], generosoimpegno ed efficace disponibilità”. Ha inol-tre sottolineato l’importanza e il significatodel ruolo assunto dall’incaricato Vaticanoper la Comunità sammarinese “[…] profon-damente legata alle radici cristiane che han-no inevitabilmente forgiato l’identità dellanostra millenaria Repubblica”.

Da parte delle Massime Istituzioni delloStato, infine, la riconoscenza dello Stato edei suoi Cittadini “per il profondo attacca-mento verso il Paese”, con la partecipazio-

IL NUNZIO ADRIANO BERNARDINIIL NUNZIO ADRIANO BERNARDINIsi è congedato da San Marinosi è congedato da San Marino

Eccellentissimi Capitani Reggenti,con sentimenti della più alta stima adempio oggi all’incarico di ac-

cogliere in questa Sala e di introdurre Loro Sua Eccellenza MonsignorAdriano Bernardini, Nunzio Apostolico e Decano del Corpo Diploma-tico e Consolare accreditato in Repubblica, oggi convenuto sul Titanoin occasione del suo formale congedo dalle massime Istituzioni dellaRepubblica.

Un saluto grato e riconoscente anche alla delegazione che accompa-gna Sua Eccellenza Bernardini e a tutti coloro che oggi, partecipandoalla solenne cerimonia, hanno inteso testimoniare la propria vicinanza,a titolo istituzionale e personale.

Gentile Eccellenza, a nome del Governo sammarinese e mio personale, desidero farLe

giungere sentimenti di gratitudine sincera ed alta considerazione perl’espletamento di un incarico che, nella scrupolosa e fedele osservanzadelle regole e dei principi emanati dalla Santa Sede, ha segnato un’ul-teriore bella pagina nelle ottime relazioni bilaterali.

La figura del Nunzio Apostolico, nonché Decano del Corpo Diplo-matico e Consolare accreditato, assume in Repubblica un significatoparticolare e ancorato alla sua storia e alle sue più alte tradizioni; ilNunzio Apostolico non è solo l’alto diplomatico inviato dalla SantaSede per promuovere e rafforzare le relazioni bilaterali, ma è anchecolui che si fa portavoce dei messaggi, delle attese e degli auspici del-la sempre più ampia rete di rappresentanti accreditati in Repubblica. Einterviene in questa veste nelle più alte occasioni istituzionali, quandosi respira in maniera particolare la fusione delle tradizioni civili e reli-giose e si celebra lo sviluppo democratico delle Istituzioni e del Popo-lo sammarinese.

IL MESSAGGIO DEL SEGRETARIO DI IL MESSAGGIO DEL SEGRETARIO DI Dal 2012, anno in cui ha preso avvio il Suo incarico a San Marino,

Ella ha accompagnato il più recente sviluppo delle relazioni tra i nostriStati; sono stati anni in cui si sono avvicendate Udienze e visite uffi-ciali al Santo Padre, una fervente attività con la Diocesi e il suo Ve-scovo, nonché adempimenti formali che hanno inevitabilmente richie-sto la collaborazione anche della Nunziatura Apostolica e della Suapersona, la quale ha sempre corrisposto con generosa e competente di-sponibilità.

Proprio nell’ultimo periodo del Suo mandato, si colloca la più re-cente necessità di negoziare un’intesa che regolamenti su basi rinnova-te l’insegnamento dell’ora di religione nelle Scuole sammarinesi, an-che in seguito ai dibattiti istituzionali sviluppati sulla questione, daiquali è scaturita la precisa volontà di conferire nuovo assetto alla ma-teria di studio.

Pur conoscendo l’imminenza della cessazione dell’incarico Ella,Gentile Eccellenza, con competenza e cortesia, è stato un interlocutoreprimario, premurandosi di fornire le basi e i principi negoziali che sot-tendono alle intese con la Santa Sede.

Anche per questo Suo celere interessamento, Le sono sinceramentee personalmente grato.

Ho avuto occasione di conoscerla più direttamente dall’inizio delmio incarico alla guida della Segreteria di Stato per gli Affari Esteri,anche se nei miei precedenti ruoli istituzionali, coronati dal semestrereggenziale, ho apprezzato e rilevato competenze e capacità proprie diun valente diplomatico.

ne, in prima persona, ai momenti salientiche esprimono l’appartenenza del Popoload una Comunità di Persone e di Fedeli,“mostrando particolare attenzione alla sin-golare realtà statuale, ecclesiale e sociale diquesta Repubblica”.

San Marino, 5 settembre 2017/1717d.f.R.

Page 23: ABITARE QUESTO TEMPO

19MONTEFELTRO AVVICENDAMENTI

MONS. EMIL PAUL TSCHERRIGMONS. EMIL PAUL TSCHERRIGè il nuovo Nunzio apostolico in Italia e San Marinoè il nuovo Nunzio apostolico in Italia e San Marino

Anche in virtù dell’ottimo stato delle relazioni bilaterali, annuncio in questa oc-casione che fra una settimana sarò personalmente presente, a Roma, all’Udienzadel Santo Padre in Piazza San Pietro, per accompagnare una delegazione che si èresa protagonista di un’inusuale iniziativa di carattere socio-culturale, fortementesostenuta dalla mia Segreteria di Stato.

A Papa Francesco verrà consegnato il testo della Convenzione delle NazioniUnite sui diritti delle persone con disabilità che, grazie all’intermediazione dellaMissione Permanente della Repubblica alle Nazioni Unite, i promotori dell’inizia-tiva hanno ricevuto direttamente per mano del Segretario Generale, Antonio Guter-rez, nello scorso mese di aprile a New York; tale Convenzione, dopo aver viaggia-to a bordo del primo catamarano accessibile a disabili, verrà consegnata nelle manidel Santo Padre, per testimoniare il forte interesse a conferire effettiva attuazioneai dettami dell’importante strumento internazionale.

Gentile Eccellenza,nel momento in cui si appresta a congedarsi dalla Repubblica, desidero che

L’accompagni la consapevolezza di lasciare un Paese amico e solidale, che ha ap-prezzato e stimato il Suo impegno e la Sua dedizione e che saprà sempre accoglier-La con la disponibilità che riserva alle persone più care; allo stesso modo, confidoche la Sua esperienza in questa Terra, ancorata saldamente alle radici del suo SantoFondatore, possa rappresentare un positivo tassello del Suo fulgido percorso.

È in questo spirito che, mentre Le rinnovo un ringraziamento sincero per la fer-vida collaborazione che ha offerto alla Segreteria di Stato per gli Affari Esteri e al-la mia persona, Le auguro un futuro prospero, ricco di gioie e di soddisfazioni, uni-tamente ad un personale benessere.

STATO AGLI AFFARI ESTERI, NICOLA RENZISTATO AGLI AFFARI ESTERI, NICOLA RENZI

Page 24: ABITARE QUESTO TEMPO

20MONTEFELTRO VITA MISSIONARIA

PADRE RENZO MANCINI CI SCRIVE DALL’ETIOPIATarcia, Etiopia 22 agosto 2017

Att. Mons. Andrea Turazzi, Vescovo di San Marino-MontefeltroAtt. Don Rousbell Parrado, Responsabile CMDA tutti i collaboratori del Centro Missionario DiocesanoA tutti coloro che hanno collaborato, in qualsiasi maniera allariuscita del Campo di Lavoro in Etiopia

Carissimi,saluti da Tarcia, Etiopia. A nome mio personale, a nome dei

Missionari Cappuccini che lavorano nel Dawro Konta, a nome ditutti i nostri cristiani, specialmente della comunità di Tarcia:GRAZIE INFINITE!!

Il vostro Campo di Lavoro (31 luglio - 20 agosto) per la co-struzione della scuola di Primo Grado a Tarcia, è stata una espe-rienza magnifica ed esaltante. Siete riusciti a lavorare sodo, anchein condizioni difficili (poca acqua per lavarsi, letti scomodi, tantapioggia, poca elettricità) e a costruire ponti di amicizia.

Lo spirito di avventura lo abbiamo esaltato nel nostro viaggioa villaggi lontani (Sefara di Dalba), ricompensato da una notte in-dimenticabile passata tutti “stretti, stretti”, dalla visione di leoni,babbuini, gazzelle e… pranzo speciale… alla Salini – Impregi-lo… dopo una bellissima Santa Messa.

Anche il lavoro “secondario” di ripulire e sistemare la casa deiPadri e tutto il terreno della missione è stato un lavoro eccellente,sia per la dedizione che per la precisione: abbiamo rimesso a nuo-vo una casa “quasi” vecchia!!!

L’altro aspetto esaltante è stata l’armonia tra tutti i partecipan-ti, la direzione discreta ma ferma di Luigi Ugolini e la progressio-ne spirituale garantita dall’ispirato don Rousbell: tenendo contoche questo anno siamo stati molto rappresentativi di tutta la Dio-cesi, penso che abbiamo segnato un grande passo avanti per il la-voro di unificazione degli sforzi di tutti i membri del CMD equindi di tutta la Diocesi: spero che questo sforzo di unificazionee animazione “totale” continui durante l’anno!

Il buon esempio che avete dato, è testimoniato anche dalla ca-lorosa accoglienza che i Vescovi di Hosanna ci hanno riservato:sempre pronti ad offrirci ristoro e a condividere le nostre espe-rienze pastorali!

Il rinnovo delle promesse matrimoniali di alcune coppie pre-senti è stato una grande lezione anche per le comunità locali che

abbiamo frequentato. Il mio essere legato a San Marino-Montefel-tro da tanti anni ha la sua ragion d’essere: i programmi (o campidi lavoro) organizzati con voi, sono una certezza di successo:GRAZIE ANCORA A TUTTI!!!!!

P. Renzo Mancini, missionario in Etiopia

Pubblichiamo la situazione delle questue pervenute finora in Curia e inviate ai varienti. Precisiamo che le Parrocchie probabilmente danno tante altre offerte in Carità,il cui ammontare non è compreso in questo resoconto. Queste sono le somme pervenute in Curia per quelle raccolte obbligatorie a favore di quelle istituzioni che laChiesa indica come opere da sostenere da tutti i cristiani.

QUESTUE IMPERATE PRIMO SEMESTRE 2017INFANZIA MISSIONARIA e 13.490,00PRO EMIGRANTI e 12.166,00PRO LEBBROSI e 12.964,00UNIVERSITÀ CATTOLICA e 12.030,00LUOGHI SANTI e 12.723,00QUARESIMA MISSIONARIA e 17.628,00OBOLO DI SAN PIETRO e 14.313,00

Totale primo semestre e 25.314,00

DALLA CURIA

La rubrica “Domani sarà bello” sul vangelodella domenica commentato da Mons. ANDREATURAZZI sulla tv di San Marino ora continuacon i vescovi della Romagna. Si può seguire sul canale 73 il sabato alle ore 15.15 e la domenica alle ore 10.45 oppure nel loro sitotv: http://www.smtvsanmarino.sm/video/programmi/domani-sara-bello.

Page 25: ABITARE QUESTO TEMPO

21MONTEFELTRO APPUNTAMENTI

GIFTEDIl dono del talentoDal primo novembre 2017, il film“Gifted – Il dono del talento” en-trerà nella programmazione dellesale cinematografiche italiane, do-po aver riscosso un ottimo successonei cinema statunitensi.

Quella narrata dal film, diretto daMarc Webb, è la storia di Mary(McKenna Grace), una dolce bimbadi sette anni che, dopo la mortedella madre, viene cresciuta dallo

zio, Frank Adler (Chris Evans). Questa bambina dimostra sin daisuoi primi anni d’infanzia un eccezionale talento per la matema-tica, tanto che la scuola elementare per lei è un luogo fonte didisagio, poiché si sente distante dai suoi compagni di classe. Ep-pure lo zio Frank ritiene che una scuola “normale” sia per lei lascelta giusta, poiché era proprio il volere della madre naturale arichiedere per la figlia una vita serena e felice, dove poter go-dersi la propria infanzia.

Nonostante ciò, però, la nonna di Mary, Evelyn (Lindsay Dun-can), desidera sottrarla dall’affidamento a Frank, figura a cuiMary è particolarmente legata a livello affettivo, perché ritieneche la bambina debba frequentare una scuola per prodigi, perdirigerla verso una strada di eccellenze, lontana dai “normali”problemi dei bambini e dalla semplicità tipica di quegli anni.

Questo film ci permette di osservare, attraverso la storia di que-sta bambina, la realtà riguardante i bambini prodigio e i bambi-ni plusdotati e di comprendere quanto il dilemma tra il percorsoda “bambino normale” e quello verso la massima realizzazionedel proprio talento sia profondo. Spesso, infatti, i piccoli che di-mostrano particolari capacità vengono spinti a metterle in praticaforzatamente impedendo loro di vivere le cose semplici inerentialla loro vita; non di rado, questo si verifica anche in bambinicon un normale quoziente intellettivo quando vengono forzata-mente indirizzati verso determinati sport, facoltà universitarie o li-cei. Nella poesia “I vostri figli” di Khalil Gibran si legge: ”I vostrifigli non sono figli vostri… sono i figli e le figlie della forza stes-sa della Vita. Nascono per mezzo di voi, ma non da voi”. Biso-gnerebbe aiutare sempre i figli nel momento del bisogno, mamai tarpar loro le ali della libertà.

Melissa Nanni

AL CINEMA AL CINEMA AL CINEMA AL CINEMA AL CINEMA

I nostri padri ci hanno raccontatoPERCORSO DI SCOPERTA BIBLICA SUL LIBRO DELLA GENESI A cura di fra MIRKO MONTAGUTI (Biblista, ISSR “A. Marvelli”)

PARROCCHIA DI SAN MICHELE ARCANGELO, MACERATA FELTRIA

Presentazione Il percorso si propone di avviare ad una co-

noscenza complessiva del primo libro della Sa-cra Scrittura. L’Antico Testamento spesso vienepercepito come qualcosa di difficile, lontano,non troppo interessante per la vita cristiana dioggi. Eppure scopriremo insieme che la cono-scenza di alcune basilari chiavi di interpretazio-ne e l’uso di semplici strumenti letterari permet-tono a ciascuno di potersi orientare anche inquesta parte della Bibbia cristiana; e ciò diventatanto più appassionante nella misura in cui cirendiamo conto che in questo libro sono svelatii criteri dell’esistere.

Calendario degli appuntamenti e dei temi trattatiIl Corso è strutturato in 2 parti e si svilupperà

in 8 incontri il lunedì sera.

PRIMA PARTELa storia delle origini (Gen 1,11)

23 ottobre - Tra mito e storia: alla ricerca diquale verità?

Alcuni strumenti per affrontare la lettura del-la Bibbia. Generi letterari nella Bibbia. Introdu-zione alla verità biblica. Struttura e funziona-mento del complesso letterario della Bibbiaebraica.

30 ottobre - Il sogno di Dio sull’uomoGen 1-2. I racconti della creazione. Il pro-

getto di Dio sull’umanità.

13 novembre - Risposte parzialiMale e peccato nella storia delle origini. Gen 3

e il rifiuto dell’uomo. Altre storie di peccato nei

racconti di fondazione: Caino e Abele; il mottodi Lamech.

20 novembre - Dal diluvio a BabeleLa storia del diluvio (Gen 6-9) e l’alleanza di

Noè. Due progetti alternativi nella storia di Ba-bele (Gen 11).

SECONDA PARTEI racconti dei padri (Gen 12,50)

9 aprile - Guardando le stelleLa storia di Abramo (Gen 12-17): promesse

di Dio; fede e dubbio; patto e alleanza.

16 aprile - Il grido di Sodoma e Gomorra ètroppo grande

La storia di Abramo (Gen 18-21): il proble-ma del male e le domande sulla giustizia di Dio.Preghiera e intercessione.

7 maggio - La provaGen 22 e il sacrificio di Isacco: interpreta-

zioni diverse e applicazioni. Sintesi sul ciclo diGiacobbe.

14 maggio - Cerco i miei fratelliLa storia di Giuseppe (Gen 37-50) e la sfida

della fraternità.

Metodo, stile e finalitàGli incontri saranno perlopiù lezioni frontali

(con l’aiuto di alcune slides e la possibilità di in-tervento dei partecipanti) e – qualora il numerodi partecipanti lo permetta – in alcuni appunta-menti si svolgerà qualche piccolo laboratorio agruppi. Nella prima parte del percorso si forni-ranno, insieme alla spiegazione del testo (insi-stendo più sugli aspetti pastorali e spirituali chesu quelli esegetici), alcuni semplici strumentimetodologici e le chiavi di lettura fondamentaliper accostarsi ad una lettura seria (anche se non

specialistica) della Bibbia. Nella seconda parte,si privilegerà un approccio narrativo con la let-tura cursiva di ampie porzioni di Scrittura.

La finalità principale del percorso è quella diappassionare i partecipanti alla lettura della Bib-bia (anche quelle pagine che sembrano più lon-tane dall’esperienza cristiana).

Un secondo obiettivo importante è quello difornire una basilare “cassetta degli attrezzi” perpoter avvicinare correttamente un testo biblicosenza scoraggiarsi di fronte alle difficoltà dicomprensione immediata. L’altro obiettivo èquello di fornire una conoscenza complessivadel libro della Genesi con le questioni teologi-che principali e alcune possibili applicazioni pa-storali e spirituali.

Note tecniche e altre informazioniLuogo: Gli incontri si svolgeranno a Macerata

Feltria, presso la Parrocchia di San Michele Ar-cangelo (sala parrocchiale).

Orario: dalle 20,30 alle 22,30 (con un inter-vallo intermedio di 15”).

I partecipanti dovranno portare un testo bi-blico nella nuova traduzione CEI 2008.

Le Iscrizioni possono effettuarsi presso la se-greteria della Parrocchia (tel. 0722-74232)

Il costo dell’iscrizione all’intero percorso èdi euro 10 a persona.

Per ulteriori informazioni far riferimento alVicario di zona Mons. Graziano Cesarini(0722-74232� e il cell.� 3336193505) oppure allaSegreteria dell’ISSR “A. Marvelli”, via Covi-gnano 265, 47923 Rimini; Tel. (e Fax) 0541-751367; email: [email protected]. Infor-mazioni più dettagliate anche su altre attivitàformative sono reperibili sul sito internet:www.issrmarvelli.it

Page 26: ABITARE QUESTO TEMPO

22MONTEFELTRO DALLE ISTITUZIONI

NOTIZIE FLASH DA SAN MARINONOTIZIE FLASH DA SAN MARINO

neurodegenerative e si cercano gli indicatoriche permettano una diagnosi precoce del-l’Alzheimer. La raccolta dati è iniziata a feb-braio ed è ancora in corso. Il convegno che si ètenuto oggi all’ospedale di Stato ha mostrato iprimi risultati e proposto nuovi approcci.

“Le malattieneurodegenerative sono un’e-mergenza sanitaria e bisogna intervenire inmaniera rapida” sottolinea il Segretario allaSanità Santi. Presente anche il ricercatore Da-rius Videra (foto) che concentra i suoi studi sulParkinson. “L’Iss è in fase di revisione dei ser-vizi e si impegna a mettere al centro la perso-na, soprattutto con queste patologie perchè ri-chiedono un impegno clinico ma soprattuttoassistenziale e di supporto alle famiglie” hacommentato Andrea Gualtieri, Dg dell’Iss.

Avviate con successo le attività di internazionalizzazione

A conclusione di una missione autorizzatadal Governo, la Segreteria per gli Affari Esterirende noto che, presso il Consolato Generaledi New Delhi in India, sono state avviate con

Grande attenzione sulle coperture vaccinali: i dati mostrano un trend in aumento

San Marino dedica da tempo grande attenzio-ne al tema delle vaccinazioni e in particolare al-le coperture vaccinali della propria popolazio-ne.Va sottolineato che in Repubblica, dal 1988con integrazioni, l’ultima nel 2008, sono attual-mente obbligatorie 9 vaccinazioni, tutte gratuite,e altre vaccinazioni raccomandate, fornite gra-tuitamente alla popolazione nelle fasce d’etàconsigliate. Nello specifico a oggi sono obbliga-torie le vaccinazioni contro Difterite, Pertosse,Tetano, Polio, Epatite B, Haemofilus Influenzaedi tipo B, Morbillo, Parotite e Rosolia. Inoltresono raccomandate quelle contro lo Pneumococ-co, l’antimeningococco, contro il Papilloma Vi-rus, la vaccinazione contro la Varicella, l’antin-fluenzale e l’antirabbica nelle categorie a ri-schio. Ogni anno l’Ufficio Vaccinazioni compieil monitoraggio delle coperture vaccinali secon-do gli indicatori internazionali nei primi due an-ni di vita. Tali informazioni sono rese pubblichesul sito dell’I.S.S. (www.iss.sm) nella sezione“vaccini e vaccinazioni” accessibile direttamen-te dalla Home Page. La Repubblica di San Ma-rino presenta coperture vaccinali per le novevaccinazioni obbligatorie, in generale inferioriagli obiettivi fissati dall’OMS, eccezion fatta perla Polio i cui valori minimi consigliati dalla let-teratura scientifica sono intorno all’80%- 85%.È tuttavia importante rilevare che i tassi di co-pertura sono in aumento rispetto al biennio pre-cedente e nello specifico il vaccino esavalentepresenta un aumento di 0,7 punti percentuali,mentre il trivalente un aumento di 7,7 punti per-centuali. A riprova dell’intenso lavoro che si stasvolgendo in un ottica di salute come previstodal Piano Sanitario e Socio Sanitario, l’IstitutoSicurezza Sociale intende anche segnalare cheanalizzando i dati relativi ai primi 8 mesi del2017, il trend continua, con successo, ad aumen-tare. Dal primo gennaio al 31 agosto 2017 infat-ti, le vaccinazioni obbligatorie totali sono state4.147 di cui 3.068 nella popolazione con età in-feriore ai 18 anni. Nello stesso periodo dell’an-no scorso le vaccinazioni erano state 1.873 dicui 1.434 nella popolazione minorile.

Nuovo Ambasciatore d’Italia a San Marino:Guido Cerbori

Presentate il 26 settembre alla Reggenza leLettere Credenziali dell’Alto Plenipotenziarioche subentra all’Ambasciatore Barbara Brega-to, congedatasi dalle massime autorità samma-rinesi solo qualche settimana fa.

L’Ambasciatore Cerboni è un diplomatico dielevata esperienza e giunge in Repubblica in se-guito ad una serie di incarichi di interesse e pre-stigio svolti all’estero, oltre che di ruoli primariri coperti presso il Ministero degli Affari Esteriitaliano, dove ha coordinato e assunto funzioni vi -

Reggenza: conosciamo meglio i prossimi Capi di Stato

Matteo Fiorini, di Repubblica Futura, ha39 anni. Sposato, padre di una bimba di 5 anni,è molto attivo nel mondo del volontariato.Laureato in ingegneria, è responsabile delle ri-sorse umane per il Gruppo Sit, realtà industria-le sammarinese leader nella produzione dipackaging alimentare. Ha aderito ad AlleanzaPopolare nel 2008. L’anno dopo entra in Con-siglio Grande e Generale. Segretario di Statoper il territorio, l’ambiente, l’agricoltura, losport, le telecomunicazioni e le politiche gio-vanili dal 2012 al 2014 è stato anche membrodella Commissione permanente affari esteri. Inquesta legislatura ricopre l’incarico di Sindacodi governo, fa parte della Commissione esteri,di quella per le politiche territoriali, del Consi-glio dei XII e del gruppo nazionale sammari-nese presso l’Unione Interparlamentare. È giàsalito alla suprema Magistratura dello Stato nelsemestre 1 ottobre 2011 - 1 aprile 2012.

Enrico Carattoni, di Sinistra Socialista De-mocratica, ha 32 anni. È sposato da appena unanno e ha fatto parte del mondo dello scoutismoper oltre 15 anni, facendo volontariato in Palesti-na, Perù e Bosnia. Laureato in giurisprudenza,svolge la professione di avvocato e notaio. Il suopercorso politico inizia nel 2003, con la Consultaper la pubblica istruzione. Entra poi nella giuntadi Castello di Città, di cui diventa segretario nel2009. Per 3 anni fa parte della Commissione diVigilanza. Nel 2015 l’ingresso in ConsiglioGrande e Generale. In questa legislatura fa partedella Commissione finanze, artigianato, industria,commercio, turismo, servizi, trasporti, telecomu-nicazioni, lavoro e cooperazione. Sale per la pri-ma volta alla suprema Magistratura dello Statosammarinese. (Fonte RTV San Marino)

Alzheimer: San Marino capofila progetto di ricerca internazionale AlzSM

successo le attività di internazionalizzazione,incentrate anche sull’attrazione di nuovi flussituristici presso la Repubblica di San Marino.Per un periodo di due mesi il nostro Consolatoè stato supportato da un agente del Governonell’implementazione delle nuove metodologiedi lavoro, che si intendono standardizzare peraltri Consolati e Ambasciate. Durante l’avviodelle operazioni sono state contattate 14 tra leprincipali agenzie di viaggio e tour operatordella capitale, ed entro i prossimi 12 mesi siprevede l’arrivo dei primi flussi turistici india-ni. In occasione del suo recente incontro con ilnostro Ambasciatore Massimo Ferdinandi, in-caricato del progetto di internazionalizzazione,il Console Generale Analjit Singh ha confer-mato il significativo e continuativo impegnodel Consolato da lui retto nella direzione diuna metodica e organizzata azione di attrazio-ne sia di flussi turistici, sia di investimenti pro-venienti dall’India. Questa Segreteria si ralle-gra per l’avvio delle operazioni di sviluppoeconomico anche presso il Consolato Generaledi New Delhi, che fa seguito alle missionisvolte presso l’Ambasciata in Indonesia e ilConsolato Generale di Hanoi, e si appresta adestendere la stessa attività di standardizzazionepresso altre missioni diplomatiche e consolarinei paesi asiatici, in previsione delle migliorisinergie con l’Agenzia per lo Sviluppo Econo-mico, cui il Governo sta lavorando. Le attivitàmirate allo sviluppo economico sostenibiledella Repubblica di San Marino rappresentano,infatti, una delle priorità di questo Governo.

AlzSM è il progetto di ricerca che Iss, repar-to Neurologia, e l’Università del Titano portanoavanti con scienziati internazionali di universitàbritanniche e tedesche. Si indaga sulle malattie

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23MONTEFELTRO DALLE ISTITUZIONI

NOTIZIE FLASH DALLA VALMARECCHIANOTIZIE FLASH DALLA VALMARECCHIA

borgo-città dove la guida sono io stesso.[...] Questo non vuole essere un libro di sto-ria, ma il compagno di una gita dove glieventi bimillenari sono spalmati fra le viuzzedi un piccolo centro incontrando l’artigiano,l’artista, il fornaio, il tabaccaio, il ristorato-re; dove fretta e orario sono banditi, dove sicontempla e si respira la natura, l’arte, ilpassato non staccato dal presente; dove lariflessione e la contemplazione si accordanoplacidamente ad uno sfizioso spuntino o adun buon gelato”.

Nell’ ultima pagina del volume Gorriericosì conclude: “Certo San Leo non è Romache fa pensare, né Firenze che esalta, né Ve-nezia che fa sognare, né Napoli che allieta.Ma, in misura ridotta, per la sua stessa ri-strettezza di territorio, San Leo vi piaceràugualmente poiché è una sorella di tuttequelle piccole deliziose nostre Città del si-lenzio che vivono nella serenità della Pro-vincia ammantate dalla gloria del passato.E della vostra visita a San Leo certo vi ri-marrà un caro ricordo nella memoria e unadolce nostalgia del cuore”.

(F.P)

San Leo-La Verna: camminata inaugurale lungo una delle direttrici del progetto “Itinerari di San Francesco”

Mercoledì 4 ottobre - Sabato 7 ottobre: ilComune di Chiusi della Verna in collabora-zione con il Gesaaf dell’Università di Firen-ze, l’Associazione l’Umana Dimora, il Co-mune di San Leo, il Comune di Pennabilli eil Comune di Badia Tedalda, organizza unacamminata di 4 giorni (3 notti) lungo unadelle direttrici del progetto “Itinerari di San

Una visita a San Leo,l’ultimo lavoro di Ugo Gorrieri

Francesco” che unisce la fortezza di San Leocon il Monte di La Verna. La camminataprevede l’arrivo al sabato 7 a Chiusi dellaVerna per la partecipazione all’importanteevento del “Festival dei Cammini” che siterrà all’auditorium di Chiusi della Vernanelle giornate del 7 e 8 ottobre 2017. Alladomenica 8 sono previste alla mattina diver-se attività escursionistiche (gratuite su preno-tazione) mentre alle 11:00 parteciperemo ailavori della tavola rotonda sui Cammini chesi terrà all’auditorium di Chiusi della Verna.Alle 15:30 rientro con bus gratuito.Mercoledì 4 ottobre

San Leo a Pennabilli (18 km - ascesa tota-le 720 m - livello E). Ritrovo ore 9:00 inpiazza Dante a San Leo. Pranzo al sacco.Giovedì 5 ottobre

Da Pennabilli a Badia Tedalda (24 km -ascesa totale 1120 m -livello E). Ritrovo ore9:00 in piazza Vittorio Emanuele II a Penna-billi. Pranzo presso San Gianni.Venerdì 6 ottobre

Da Badia Tedalda a Pieve Santo Stefano(20 km - ascesa totale 574 m - livello E). Ri-trovo ore 9:00 in piazza dei Tedaldi. Pranzoal sacco.Sabato 7 ottobre

Da Pieve Santo Stefano a Chiusi dellaVerna (18 km - ascesa totale 963 m - livelloE). Ritrovo ore 9:00 in piazza Europa davan-ti al bar Europa. Pranzo al sacco.

Note: per informazioni e conferma parte-cipazione telefonare al 328.4151735 o mail [email protected]

Giovedì 10 Agosto, nel Teatro del Palaz-zo Mediceo, è stata presentata l’ultima operadel Prof. Ugo Gorrieri, leontino doc, dedica-ta ovviamente alla sua Città, San Leo appun-to. Il volumetto di 138 pagine, ricchissimodi belle ed anche inedite immagini, è editoda Guaraldi Lab come le precedenti operedell’autore San Leo. Un mondo e San Leo.Un mondo. Parte seconda.

Nella postfazione, l’autore scrive “Essen-do avanti con gli anni, uso fin dall’adole-scenza ad illustrare ai forestieri, ma ancheai miei concittadini, qualora sollecitato, larealtà storica di questa città-fortezza, nutri-to da innumerevoli letture di storia locale eda fitti colloqui in gioventù con gli anzianipiù affidabili, sento il bisogno di presentarein uno scritto un itinerario completo del mio

carie anche alla Direzione Centrale per i Paesi eu-ropei. Il nuovo diplomatico, prima di salire dagliEcc.mi Capitani Reggenti, è stato ricevuto a col-loquio dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri,Nicola Renzi, affiancato dai Direttori del Di -partimento. L’incontro ha sviluppato i temi prio -ritari dell’agenda bilaterale e favorito la cono-scenza del nuovo titolare della sede diplomatica.Più specificamente, Renzi ha auspicato un manda-to all’insegna della rinnovata collaborazione in at-to, frutto del nuovo impulso impresso anche re-centemente alle relazioni italo-sammarinesi.

Nel presentare l’Ambasciatore Cerboni allaReggenza, il Responsabile alla Politica Estera hasottolineato l’eccellenza del rapporto bilaterale,ritenendolo connaturato alla stessa essenza dellenostre identità, e che intreccia la vita dei nostriPopoli in ogni sua espressione, ricordando altresìcome Italia e San Marino abbiano vissuto fasi piùo meno serene, determinate anche nel periodo re-cente dall’accelerazione, in entrambi gli Stati, deiprocessi di ammodernamento del sistema.

Renzi ha inoltre auspicato un incarico chepossa favorire la concretizzazione di tutte leprospettive di crescita e la valorizzazione deinumerosi punti di forza che attengono al rap-porto bilaterale; obiettivi, questi, che passanoinevitabilmente anche attraverso l’intensa e pro-ficua collaborazione della sede diplomatica ita-liana e del suo Ambasciatore in Repubblica.

Dal nuovo Ambasciatore Cerboni è giunta larassicurazione di una disponibilità piena a valu-tare fin dall’inizio le questioni aperte e a colla-borare nel solco dell’operato del predecessore,in perfetta sintonia col nuovo corso impresso alrapporto bilaterale. Un mandato che sarà all’in-segna della condivisione di sfide e interessi, co-me lui stesso ha voluto sottolineare, alla ricercadi nuove prospettive di crescita a beneficio dientrambi i Paesi. (Segr. Affari Esteri RSM)

L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme a San Marino

L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro diGerusalemme, Sezione Romagna, ha celebratouna giornata di riflessione e preghiera nell’an-tichissima Repubblica di San Marino presso laBasilica del Santo. Prima della celebrazioneeucaristica, S.E. Mons. Andrea Turazzi, Ve-scovo della Diocesi di San Marino-Montefel-tro, ha tenuto una catechesi sulla Terra Santadal punto di vista biblico a tutti i presenti. LaBasilica del Santo ha ospitato i membri del-l’Ordine, gli invitati (tra i quali la rappresen-tanza della Segreteria di Stato per gli AffariEsteri e l’Ambasciatore di San Marino pressola Santa Sede), la cittadinanza e i numerosi tu-risti presenti. Al termine della catechesi il rap-presentante dell’Ordine nel suo breve interven-

to ha illustrato leprincipali preroga-tive dell’Ordine,diffuso in circa 60Luogotenenze e 10Delegazioni Magi-strali su oltre 40Stati e che contacirca 30.000 mem-bri tra Cavalieri eDame. Infine, imembri dell’Ordine del Santo Sepolcro si sonopresentati a S.E. Mons. Turazzi. La Celebrazio-ne Eucaristica in Basilica è stata presieduta daS.E. il Vescovo e accompagnata dalle musichedell’antico organo (costruito da Jacopo Bazzaninel 1835 e restaurato per la visita del 19 giugno2011 di Papa Benedetto XVI) e dal canto didon Marco Scandelli. L’Ordine del Santo Se-polcro di Gerusalemme – Sezione Romagna,Delegazione Forlì – ringrazia S.E. Mons. An-drea Turazzi della disponibilità, per la magnifi-ca lezione tenuta e per la Celebrazione eucari-stica. Ringrazia inoltre la Segreteria di Statoper gli Affari Esteri e l’Ambasciatore di SanMarino presso la Santa Sede, nonché l’organi-sta, il cantore e il popolo presente. (OrdineEquestre del Santo Sepolcro di GerusalemmeLuogotenenza Italia Settentrionale Sezione Ro-magna)

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24MONTEFELTRO DALLE ISTITUZIONI

Gemellaggio con Mont Saint Martin

NOTIZIE DALLA VALFOGLIA E VALCONCANOTIZIE DALLA VALFOGLIA E VALCONCA

burgo e la Germania: abbiamo visitato tantisiti e città (la Linea Maginot... Strasburgo...il Lussemburgo... Metz... Longwy... le pale-stre, le scuole e i centri giovanili di MontSaint Martin... un villaggio belga e una citta-dina tedesca, Mettlach, dove abbiamo visita-to la sede delle famose porcellane Villeroy &Boch). C’è stato anche uno scambio di doni:noi abbiamo portato i nostri prodotti tipici, inprimis il Prosciutto di Carpegna Dop, e delmateriale informativo su Carpegna il Monte-feltro e il Parco Sasso Simone e Simoncello,i francesi ci hanno donato un cesto di prodot-ti tipici e un piatto di porcellana a ricordo delgemellaggio 2017. È stato uno scambio uma-no e culturale che ha arricchito molto tutti ipartecipanti al gemellaggio.

Mentre eravamo lì ci ha raggiunti con pia-cere anche il nostro concittadino “Dodo”Ricci che vive e lavora qui da più di 20 anni.Abbiamo visitato il Monumento alla Pace al-to 12 metri opera del nostro concittadinoFranco Tigli, cittadino onorario di MontSaint Martin dal 2014 proprio per questa bel-la e significativa opera. Al prossimo Gemel-laggio!!!

Dott. Luca PasquiniAssessore alla Cultura ed ai Servizi Sociali

Il Montefeltro protagonista a Giardini d’Autore(Rimini 23/24 settembre)

Giardini d’Autore, come ogni anno, è tor-nato a Rimini a Parco Federico Fellini conl’edizione autunnale in programma il 23 e 24 settembre. Quest’anno tante novità, primasu tutte l’arrivo degli spaventapasseri dell’o-monimo festival di Frontino, iniziativa cherientra nelle politiche di promozione e valo-rizzazione culturale e turistica messe in piedidall’Unione montana del Montefeltro e se-

guite da Mauro Dini. Giardini d’Autore èquindi l’occasione ideale per reperire pianteed essenze rare dai migliori vivaisti italiani etrovare idee e spunti per colorare il giardinolungo tutto l’inverno. L’edizione settembrinadi Giardini d’Autore infatti è forse la più af-fascinante perché ricca di colori, forme e fio-riture uniche.Solo a Giardinid’Autore si pos-sono trovare:una collezionedi salvie orna-mentali, grami-nacee, anemonigiapponesi, ace-ri, ortensie, roseantiche e moder-ne, piante ac-quatiche, piantetropicali, pepe-roncini prove-nienti da tutto ilmondo; e ancorafrutti antichi, insolite varietà di zucche orna-mentali, arbusti, piante commestibili, agrumistorici, fucsie, piante aromatiche, dalie, echi-nacee e tantissime altre curiosità vegetali perrendere davvero unici i vostri giardini anchedurante la stagione autunnale.

Come ogni anno, accanto ai vivaisti, l’ini-ziativa è un appuntamento di richiamo perdesigner, architetti, paesaggisti e artigianicon l’obiettivo di offrire al proprio pubblicotante idee e spunti per ripensare e vivere glispazi verdi e la casa. Laboratori creativi ecorsi di giardinaggio per adulti e bambinihanno animato tutte le giornate trasformandola manifestazione in una vera e propria offi-cina a cielo aperto dove imparare e divertirsi.

Lunedì 28 agosto 2017, Carpegna e Mon-tecopiolo hanno visitato il Comune francesegemellato. Il gemellaggio è con Mont SaintMartin, nel nord est della Francia, nella Re-gione Lorena. L’anno scorso sono venuti lo-ro a trovarci a Carpegna e Montecopiolo al-largando il gemellaggio anche a Piandimele-to e Pietrarubbia.

Dal Montefeltro, a partire dalla finedell’800 e fino al 1970, sono emigrati quimolti nostri concittadini per lavorare nelleminiere di ferro e di carbone prima e poi nel-le imprese siderurgiche. In questo territoriosono stati accolti anche alcuni italiani perse-guitati dal regime fascista, si sono fatti valereed hanno contribuito allo sviluppo economi-co sociale e culturale di questi territori rag-giungendo anche importanti cariche politichee pubbliche. Attualmente il Sindaco di MontSaint Martin si chiama Serge De Carli ed il40% della popolazione del territorio è di ori-gine italiana.

Siamo stati accolti con tutti gli onori e congrande calore. Il nostro gruppo era formatoda 25 persone. A pochi chilometri da MontSaint Martin si trovano il Belgio, il Lussem-

Novafeltria: servizio di pre e post scuola a.s. 2017/2018

Il servizio di pre-post scuola consiste nel-l’accoglienza degli alunni in orario imme-diatamente precedente e successivo alle le-zioni. La finalità è quella di ampliare e mo-dulare gli orari di apertura della scuola inmodo da facilitare la conciliazione con gliorari di lavoro dei genitori. Il Comune diNovafeltria ha assunto in carico il servizio diaccoglienza anticipata e posticipata rispettoall’orario di svolgimento delle lezioni deglialunni frequentanti le scuole Primarie edell’Infanzia. Per l’anno scolastico 2017-2018 la domanda va presentata su appositomodulo che è possibile reperire presso la Di-rezione Didattica, l’Ufficio Servizi Socialidel Comune (via C. Battisti n. 7) o in allega-to alla presente. L’attività di accoglienza an-ticipata e posticipata rispetto all’orario dellelezioni si svolge per VENTI minuti primadell’inizio delle lezioni in tutte le scuole pri-marie e dell’infanzia e VENTI minuti dopola fine delle lezioni esclusivamente nelle pri-marie e per le classi senza tempo pieno. Il

servizio sarà attivato in presenza di un nu-mero minimo di n. 5 alunni per plesso.

La tariffa annuale per alunno è di € 150per il pre-scuola e € 150 per il post-scuola.Modalità di pagamento, riduzioni ed esen-zioni: • pagamento in 3 rate (gennaio-aprile-giugno); • per il secondo figlio la tariffa an-nuale è di € 75 per il pre-scuola e € 75 peril post-scuola (dal 3° figlio gratis); • chi usu-fruisce del trasporto scolastico comunale èesentato dal pagamento. Occorre iscriversi alservizio compilando l’apposito modulo chedeve essere consegnato all’Ufficio ServiziSociali del Comune (via C. Battisti n. 7) dal martedì al venerdì dalle ore 8.30 alle ore13.00.

Sant’Agata Feltria: 1-8-15-22-29 ottobre 2017Fiera Nazionale del Tartufo

La Fiera propone la valorizzazione di pro-dotti tipici, selezionando le eccellenze, pri-mo fra tutti il tartufo bianco pregiato. Diret-tamente dal nostro territorio, dal suo habitatnaturale, i boschi, il prezioso tubero si tra-sforma in cucina per realizzare piatti di altovalore gastronomico, che sprigionano ine-

brianti aromiben lontani dal-la globalizza-zione che spes-so ci travolge.Nelle domeni-che di ottobreSant’Agata sitrasforma in unluogo dove im-mergersi in unaatmosfera suggestiva e profumata, passeg-giare nelle vie e nelle piazze ad ammirare lenumerose tipicità presenti nella manifesta-zione.

Il giro di vino che porta in scena aziendevitivinicole rappresentative, la gara dei canida tartufo, per conoscere dal vivo l’entusia-smante momento della ricerca del preziosotubero in compagnia del cane fedele. La vi-sita al paese è anche l’occasione per ammi-rare gli antichi monumenti di alto valore ar-chitettonico: il Teatro Angelo Mariani, Roc-ca Fregoso, il Convento di San Girolamo, lefontane d’arte. Ogni domenica la manifesta-zione si arricchisce di spettacoli itineranti,musiche, animazioni, mostre.

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