Abbecedario verde. Salvare la terra partendo dalla scuola

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La metafora della rana che non avverte l’istinto di saltare fuori dal contenitore, nonostante la temperatura dell’acqua aumenti in maniera graduale, riproduce il modo in cui ci stiamo comportando di fronte ai cambiamenti del clima. Come la rana, anche noi rimaniamo indifferenti mentre il pianeta si riscalda. Grazie all’educazione sostenibile si sta scoprendo che l’attuale stile di vita fondato su spreco e abbondanza in un pianeta dalle risorse limitate, condurrà alla catastrofe. L’educazione sostenibile è l’unica strategia da promuovere nella scuola. Questo libro raccoglie giochi e metafore per aiutare gli educatori a riflettere e far riflettere sulle relazioni esistenti tra i singoli individui, le comunità e le pressioni che queste relazioni hanno sull’ambiente naturale. Attraverso esperienze concrete di gioco, si può guidare al superamento dell’idea che sia possibile vivere svincolati dalla natura. Ciò significa trasformare la scuola in comunità sostenibili.

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Colori compositi

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Ilaria D’Aprile ABBECEDARIOVERDE

Salvare la Terrapartendo dalla scuola

edizioni la meridianap a r t e n z e

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Indice Introduzione .................................................... 9Uomo contro Natura .................................... 11Differenza tra pensiero scientificoe pensiero sistemico ...................................... 13Scuola tradizionalee comunità scolastiche sostenibili ................. 15Come si usa questo libro ............................... 17

Parte PrimaACQUA FONTE DI VITA

Acqua per una comunità scolasticasostenibile ...................................................... 25Attività

Parte SecondaENERGIA E RISCALDAMENTO GLOBALE

Energia per una comunità scolasticasostenibile ...................................................... 49Che cosa è l’energia ...................................... 51Effetto serra e riscaldamento globale ........... 55Fonti di energia alternativa ........................... 59Attività

Parte TerzaRIFIUTI E RISORSE

Introduzione ................................................. 81I rifiuti nella storia ........................................ 83Attività

Parte QuartaALIMENTAZIONE

Introduzione ............................................... 109Storia dell’agricoltura ................................. 111Carne e deforestazione ............................... 115L’alternativa naturalel’agricoltura biologica ................................. 117Attività

Come ritrovare il legame con la Terra......... 139

Bibliografia .................................................. 141

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Uomo controNatura

Ritengo che il mondo sia uno ed indivisibilee che ogni tentativo di ridurlo in singole parti,

sebbene sia utile nel breve periodo, distorcela realtà e ci fa credere di essere più intelligenti

di quanto siamo realmente.David W. Orr

Perché nel nostro modo di vivere la conoscenzadella natura è delegata preferibilmente allostudio delle scienze? Da dove nasce questadicotomia tra noi umani e il mondo dellaNatura? È nella tradizione greca che si coglie laseparatezza tra uomo e natura, una tendenzaanti-ecologica che ritrova in Parmenide e inPlatone i suoi antesignani. Proprio Parmenide,attraverso la famosa affermazione, “l’essere è; ilnon essere non è”, introduce una profondaantitesi tra il regno dell’essere e l’intero mondodi cui noi facciamo parte. Da quella afferma-zione deriva la svalutazione tra i due livelli dellarealtà. Il mondo della materia viene svalutatoperché si identifica con la parvenza, il sembraree quindi il mondo reale, che è fatto di espe-rienza, diventa il mondo del non essere. Ilmondo occidentale ha considerato la naturacome un disvalore: il mondo dello spirito con-trapposto a quello della materia e quello dellarazionalità, contrapposto alla natura. Questoatteggiamento induce una forma grave di disa-more e di non cura delle cose del mondo. Laconcezione negativa del mondo materiale e bio-logico è stata confermata dal pensiero platonico

che a sua volta, attraverso Cartesio ha permeatotutta la filosofia postmoderna. Da questavisione separata del mondo reale, deriva l’in-venzione propria dell’era industriale, dei voca-boli che sezionano il mondo della biologia nelleparti che posseggono un valore economico. Ineconomia un bene ha valore solo se può esserevenduto o comprato. Pertanto, secondo l’eco-nomia, gli animali si riducono ai soli animali diallevamento e le montagne acquistano valoresoltanto se posseggono giacimenti minerari.

Questa frammentazione del mondo non spiegala complessa rete di relazioni tra gli esseriviventi e l’ambiente nel quale vivono che èfatto, come sostiene il fisico Fritjof Capra, direti, flussi e cicli.Il conflitto tra l’ecologia e i sistemi economicidel mondo industriale, spiega Annie Leonardnel video The story of stuff, nasce dal fatto chela natura segue dei cicli e pertanto è capace diauto-rigenerarsi, mentre i nostri sistemi indu-striali sono lineari e autodistruttivi. La crescitaeconomica e tecnologica di per sé non migliorala qualità della vita delle persone e delle comu-nità: tutt’al più, aumenta i livelli quantitatividella produzione e dei consumi. Le industrie,infatti, utilizzano le risorse naturali del Pianetae le trasformano in parte in prodotti finiti e inparte in scarti. Lo sfruttamento delle risorsenaturali genera non soltanto la distruzione delterritorio ma anche lo sfruttamento delle popo-lazioni che vi abitano. Questo depauperamentoè spesso causa di instabilità politica e generaguerre civili, povertà e fenomeni migratori. Inseguito, i prodotti finiti vengono venduti ai con-sumatori, che soddisferanno momentanea-mente il bisogno di possesso. La società deiconsumi, infatti, per reggersi ha bisogno di ven-dere prodotti. Pertanto si fonda sull’errata con-vinzione che la felicità si raggiunga possedendoqualcosa. Il consumismo genera nuovi bisogninei consumatori e li alimenta attraverso la pub-

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blicità, al fine di inculcare abitudini di vitacapricciose e dissipatrici, incentrate sullospreco metodico, sull’usa e getta e sul consumodi beni tutt’altro che necessari.I consumatori sedotti dalla pubblicità appaganoil loro senso di insoddisfazione acquistando glioggetti promossi. Secondo un’indagine statisticail 99% del materiale che gli Stati Uniti raccol-gono, estraggono e trasportano, viene di strut tonell’arco di sei mesi. In altre parole la percen-tuale di materie prime che transitano nel sistemadi produzione e che è ancora in uso dopo seimesi dalla vendita corrisponde all’1% del totale.Di fatto, la società dei consumi non fa che impo-verire il Pianeta e trasformarlo in un’enormediscarica. Una grande mistificazione alimentatadalla società dei consumi è che un’economiacapitalista accresce il benessere di tutti gli indi-vidui, anche di quelli più poveri. Come sostieneHezel Henderson, alti tassi di crescita econo-mica non solo non danno un grande contributoalla soluzione di problemi sociali e umani pres-santi, ma in molti Paesi sono andati di pari passocon una crescente disoccupazione e con ungenerale deterioramento delle condizioni sociali.Il modello economico descritto è, pertanto,insostenibile e distruttivo per la nostra stessaesistenza, perché depreda le risorse del Pianetasenza permettere ai cicli della vita di reinte-grarle. I modelli sostenibili di produzione econsumo cui dobbiamo ispirarci, invece,devono essere ciclici, a imitazione dei processiciclici che avvengono in natura. Le risorse natu-rali dovrebbero essere utilizzate studiando itempi che la natura impiega per rigenerarle,cioè progettando dei modelli di sviluppo chesiano la riproduzione dei cicli della natura; per-tanto occorre ripensare il sistema economico apartire da comunità sostenibili, cioè ambientisociali, culturali e fisici in cui poter soddisfare inostri bisogni e aspirazioni senza diminuire lepossibilità delle generazioni future. Come scriveFritjof Capra:

Ciò che viene sostenuto in una comunità sosteni-bile non è la crescita economica, lo sviluppo, laquota di mercato o la superiorità competitiva,ma l’intera rete della vita da cui dipende lanostra sopravvivenza a lungo termine. Unacomunità sostenibile è progettata in modo taleche le sue modalità di vita, commercio, eco-nomia, le sue strutture fisiche e le sue tecnologienon interferiscano con la capacità innata dellanatura di sostenere la vita1.

Possiamo immaginare che uno dei modi percreare comunità sostenibili sia la sobrietà.Apparentemente la sobrietà è solo una que-stione di stile di vita. In realtà è una rivoluzioneeconomica e sociale perché manda in frantumiil principio su cui è costituito l’intero pensierocapitalista, desiderato non solo dalle imprese,ma anche da tutti quelli che hanno la certezzache senza crescita non può esistere né sicurezzasociale né piena occupazione. Fino a oggi, nes-suno ha osato mettere in discussione questodogma, ma se si riuscisse ad avere un’altra con-cezione del lavoro, della ricchezza, della natura,della solidarietà collettiva, ci si renderebbeconto che è possibile costruire un’altra societàcapace di coniugare sobrietà, piena occupa-zione e diritti fondamentali per tutti.

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1. Stone, Barlow, 2005.

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Scuola tradizionalee comunitàscolastichesostenibili

Ogni cosa vien da ogni cosa, e d’ogni cosa si faogni cosa e ogni cosa torna in ogni cosa...

Leonardo da Vinci

La scuola che promuove l’educazione sosteni-bile è una scuola dove si pratica l’educazioneambientale non soltanto intesa come labora-torio, nel quale si acquisiscono conoscenze delsistema Natura, ma anche come comunità didiscorso, dove è possibile attivare quei processidi comunicazione orientati allo studio dellerelazioni della rete della vita. Le proposte edu-cative che fa la scuola tradizionale solitamentenon sono piacevoli, perché l’allievo è privatodell’incontro con la complessità e apprendenozioni scollegate con la realtà circostante, utilisoltanto per imparare a scuola. Con questa suasemplificazione e la certezza della programma-zione, la scuola ha perso completamente il rap-porto con il piacere e deve ricorrere ad unmotore molto meno potente ed efficace che èquello del dovere. Al contrario, la scuola chepromuove l’educazione sostenibile dovrebbedar spazio ad esperienze piacevoli di contattodiretto con gli ambienti naturali e svilupparesaperi complessi. Disseminare la pratica dell’e-ducazione sostenibile, infatti, contribuisce adiffondere gioia tra i bambini perché sviluppa

la capacità di decontestualizzare le conoscenzeacquisite e di trasferirle in altre situazioni.Questo accade quando le proposte didatticheportano a sviluppare capacità di astrazione eschematizzazione, a costruire dei modelli gene-rali di pensiero, a fare collegamenti tra situa-zioni diverse, sfruttando una varietà di strategieinterpretative ciascuna capace di mettere inluce le relazioni tra le cose. Pertanto una comu-nità scolastica sostenibile promuove una visionegioiosa di quel futuro che la crisi della societàdei consumi ci dipinge a tinte fosche. L’educa-zione sostenibile, quindi, porta ad un ottimismofatto di giocosa consapevolezza. Pertanto ènecessario che la scuola tradizionale cambi eche si adoperi per la formazione di individui,dice F. Capra3,

ecologicamente colti, cioè capaci di comprenderei principi fondamentali dell’ecologia e di saperliincorporare nella vita quotidiana delle comunitàumane. Tali individui costituirebbero le basi perla costruzione di comunità sostenibili.

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3. Stone, Barlow, 2005.

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Acqua per unacomunità scolasticasostenibile

È facile parlare di acqua nella scuola e non soloperché l’argomento è richiesto dai programmiscolastici. Proviamo ad osservare il comporta-mento dei nostri alunni. Ogni giorno, migliaia dibambini in Italia acquistano acqua minerale inbottiglia, producendo una montagna di rifiuti.Mentre le bottiglie viaggiano su camion per for-nire i supermercati o i distributori automatici dellescuole, altri mezzi di trasporto si occupano delloro smaltimento. Che tipo di messaggio stiamotrasmettendo ai nostri ragazzi? Primo: che l’acquapubblica è un’acqua qualitativamente inferiore.Secondo: che acquistare acqua in bottiglia è unapratica appoggiata anche dall’istituzione scola-stica. Questo accade per quattro motivi:

1) la pubblicità convince i genitori che l’acqua inbottiglia è più controllata di quella pubblica,tant’è che la pubblicità delle acque minerali inItalia ha cambiato il nostro modo di bere;

2) divieto di potabilità dell’acqua nei bagni ascuola, per mancanza di manutenzione deiserbatoi;

3) gestione esterna delle mense scolastiche.L’acqua in brocca, un tempo così diffusa suitavoli dei refettori, oggi, per tornare ad averedignità dovrebbe essere alimentata da unacampagna pubblicitaria, come per esempioquella di “Imbrocchiamola!”, promossa dal-l’Associazione dei Comuni virtuosi6;

4) approvazione del D.Lgs. del novembre 2009che ha portato alla privatizzazione dell’acquapubblica, spingendo i cittadini a firmare laproposta di Referendum per la ripubbliciz-zazione dell’acqua.

Per tutti questi motivi, parlare di acqua nellascuola deve essere un obbligo per gli educatori.Perché come dice il padre comboniano, AlexZanotelli: “Si dice acqua pubblica per diredemocrazia”. Se non siamo in grado di trasmet-tere ai nostri ragazzi che il diritto dell’acquapubblica è il diritto alla vita avremo perso qual-cosa nella battaglia per la democrazia. Pertantoqui di seguito troverete alcune informazioni, sol-lecitazioni e stimoli, per affrontare l’argomentoguidati da una visione sistemica del problema.

Pianeta blu Nel 1969 è stata pubblicata la prima fotografiadella Terra vista dallo spazio. La visione delMondo nella sua unità possiede un colore chedomina su tutti gli altri: l’azzurro, dovuto proprioalla presenza dell’acqua degli oceani che rico-prono gran parte della sua superficie. L’acqua,infatti, è un costituente fondamentale della Terra;eppure oltre il 97% dell’acqua presente sul Pia-neta è acqua salata non disponibile, perché rac-chiusa all’interno degli oceani, mentre il 2,1% èacqua inglobata nelle calotte polari e nei ghiac-ciai. Pertanto possiamo affermare che noiviviamo utilizzando soltanto lo 0,65% dell’acquapresente sulla Terra, la quale proviene dai fiumi,dai laghi, dalle falde acquifere sotterranee e dal-l’atmosfera. Tutte le creature viventi sono legate indissolubil-mente all’acqua. Nell’ambito del regno vegetalequesta interviene nella fotosintesi clorofilliana enella traspirazione. In relazione alla presen -za/assenza di acqua, piante e animali hanno esco-

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6. www.comunivirtuosi.org.

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gitato particolari strategie di adattamento. Peresempio, le piante dell’Area Mediterranea hannoun apparato fogliare ridotto e sclerotizzato perridurre la traspirazione. Per quanto riguarda gliesseri umani, l’acqua costituisce il 75% del corpodi un bambino e circa la metà del corpo di unanziano. Essa assolve a due funzioni fondamen-tali nel corpo umano: sciogliere le sostanze chevengono trasportate e proteggere gli organiinterni più delicati. Il fabbisogno giornaliero diacqua di un uomo si aggira intorno ai 2,5 litri.L’acqua, oltre a fornire un habitat per un’infinitàdi specie animali e vegetali, permette lo svolgi-mento di tutti i processi biologici, agricoli e indu-striali.L’acqua non soltanto ha determinato la sceltadello sviluppo degli insediamenti umani come inMesopotamia, ma alla sua assenza è stata attri-buita la caduta di grandi civiltà come l’ImperoRomano o il declino dei califfati arabi. Inoltre, èstata commemorata da ogni religione nel mondo.Dal Giappone agli Inca, molti sono i miti dellacreazione legati all’acqua, per non parlare deifilosofi che hanno celebrato l’acqua sia da unpunto di vista simbolico, come Talete, PlatoneAristotele, che fisico, come ha fatto Hegel.

Le origini dell’acqua sulla TerraQuando la Terra era appena nata (4,5 miliardi dianni fa) la temperatura era molto alta e tutto ilvapore prodotto dall’attività vulcanica non riu-sciva a condensare in forma liquida; questo fupossibile solo quando il Pianeta cominciò a raf-freddarsi e il vapore si trasformò in pioggia cheprecipitò al suolo assieme all’anidride carbonica.L’acqua caduta diede origine agli oceani, mentre,l’anidride carbonica, contribuì alla formazione dirocce carbonate, come calcare e marmo, impe-dendo la formazione dell’effetto serra in atmo-

sfera. Secondo un’altra teoria, almeno il 20% del-l’idrosfera proviene da comete venute dallospazio. Oltre tre miliardi di anni fa, un nucleocometario ghiacciato sarebbe entrato in collisionecon la crosta terrestre e, sciogliendosi, avrebbedato origine agli oceani. L’acqua, evaporata daglioceani e riscaldata dal sole, avrebbe innescato ilprimo rudimentale ciclo idrologico e, da allora, lapresenza di acqua allo stato liquido fu un fattorefondamentale per la nascita della vita sulla Terra.

Acqua risorsa limitataNonostante l’abbondanza d’acqua sulla Terratutt’oggi 1,5 miliardi di persone nel mondovivono senza acqua potabile. In Sud Africa,durante il vertice di Johannesburg del 2002, si èstimato che entro il 2050 le persone senzaaccesso all’acqua potabile potrebbero diventare3 miliardi. Inoltre, ad oggi esistono 2,5 miliardidi esseri umani che non possiedono sufficientiservizi igienici e 5 milioni di persone, soprat-tutto donne e bambini, muoiono ogni anno permalattie legate alla qualità dell’acqua. Esiste undiritto universale ed inalienabile all’Acqua perla Vita la cui realizzazione oggi appare ancoralontana.L’acqua abbonda in tutti i continenti ma unodei motivi per cui manca è che viene distribuitain maniera inadeguata. Si pensi che il 60% dellefonti è localizzato in soli 9 paesi (tra cui StatiUniti, Russia, Canada, Brasile e Indonesia);mentre altri 80 paesi (il 40% della popolazionemondiale) vivono in una situazione di gravepenuria idrica. Inoltre, altri fattori che contri-buiscono alla sua scarsità, sono l’aumento dellapopolazione mondiale e l’utilizzo improprio inagricoltura. Infatti le monocolture di mais esoia, spesso coltivate per l’allevamento animale,hanno sostituito le antiche colture tradizionali

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selezionate negli anni per la loro capacità diadattamento alle condizioni pedoclimatiche. Letrasformazioni agricole imposte dalle politichedi mercato, non soltanto hanno assetato interepopolazioni (come è accaduto nel disastroambientale del lago Aral a causa della produ-zione del cotone) ma, sottraendo i terreni perprodurre il cibo, esse sono state costrette adipendere dal mercato delle importazioni.

Inquinamento dell’acqua Insieme alla mancanza di acqua ci troviamo adover affrontare il problema dell’inquinamentodell’acqua di falda. Tale inquinamento è dovutoa tre diverse cause:

1) infiltrazione di acque contaminate prove-nienti da pozzi neri o dei reflui di alleva-menti di animali;

2) percolazioni di sostanze inquinanti derivantidai lavori agricoli; spesso nelle acque si scari-cano alte dosi di sostanze tossiche come pesti-cidi e insetticidi, ma anche metalli tossici qualiil selenio, il piombo, il cadmio, il mercurio: aessi sono attribuite le morti degli ospiti delleacque dolci, i processi di eutrofizzazione deilaghi e la contaminazione di terreni;

3) inquinamento attraverso le discariche dirifiuti urbani: l’acqua urbana, percolandoattraverso i rifiuti, discioglie una grandequantità di sostanze organiche e inorganichealcune delle quali molto nocive che devonoessere trattate adeguatamente.

Processi di depurazione

Per evitare l’inquinamento delle acque sotter-ranee, dei fiumi e dei mari, i liquami di fognadelle città e le acque delle lavorazioni industrialidevono essere convogliati in depuratori ed essere

sottoposti a trattamenti speciali. I depuratori,però, da soli non risolvono il problema inmaniera definitiva, in quanto, dopo pochi anni,bisogna smaltire i fanghi tossici. Per purificarel’acqua inquinata ci sono diversi metodi: peresempio, si può far percolare l’acqua tra sedi-menti che trattengono i batteri nocivi. I batteri,poi, vengono distrutti in un processo di ossida-zione chimica oppure assorbiti da altri organismi.

Scarichi illeciti

Quando i veleni scaricati nelle acque non sonotrattati dai depuratori, poiché lo spostamentodelle acque sotterranee è lento, può trascorrereparecchio tempo prima che si scopra che c’èstata una contaminazione. A quel punto, anchequando la fonte inquinante viene rimossa, il pro-blema continua a persistere fin quando l’acquainquinata non avrà abbandonato la zona in que-stione.

Le guerre per l’acquaSe il XX secolo si è concluso con le guerre perl’oro nero (il petrolio), lo scenario che si sta pro-spettando per il XXI è quello delle guerre perl’“oro blu” (l’acqua). Secondo il recente rap-porto realizzato da International Alert, i conflittilegati al cambiamento climatico e alla scarsità diacqua coinvolgono 46 paesi per un totale di 2,7miliardi di persone. Tali conflitti sono diffusidappertutto, al Nord come al Sud del Pianeta,nei Paesi del Terzo Mondo come nei Paesi piùricchi e sviluppati, ma non tutti conducono aesiti violenti. Questi conflitti hanno soprattuttoorigine perché quasi il 40% della popolazionemondiale dipende da sistemi fluviali comuni adue o più Paesi. Molte delle guerre in atto, però,vengono presentate dai mass-media come con-

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2 Fai piovere!

Percorso Ciclo dell’acqua

Area didattica logico-scientifica

Tempo 60’

Età da 8 anni in su

OccorrenteTeiera, fornello elettrico, scolapasta, strofinaccio, acqua, cubetti di ghiaccio

ObiettiviComprendere come avviene il fenomeno meteorologico della pioggia

SvolgimentoSpiegare il fenomeno dell’evaporazione così come proposto di seguito.

Quando i laghi, gli oceani e i fiumi sono raggiunti dai raggi solari, le gocce invisibili del vapore acqueo eva-porano nel cielo. In questo processo, alcune goccioline passano dallo stato liquido a quello gassoso. Il feno-meno è chiamato “evaporazione” ed è causato dai seguenti fattori: temperatura dell’acqua, superficieesposta e velocità del vento. Più l’acqua si riscalda e più le molecole che la compongono si muovono velo-cemente. Questi movimenti permettono alle particelle di evaporare. Inoltre, quanto più è estesa la super-ficie colpita dai raggi del sole, tanto più l’acqua evapora velocemente. Nello stesso modo, il vento facilital’evaporazione delle molecole perché aiuta a spostarle dalla superficie dell’acqua all’atmosfera.Quando l’acqua evapora, si raffredda e si condensa in goccioline minuscole. Queste gocce circondanomicroscopiche particelle che fluttuano nell’aria. Le nuvole sono formate da miliardi di particelle che si com-binano con le molecole di vapore acqueo e, una volta ingrossatesi, diventano pesanti e precipitano. Lenuvole possono raggiungere le parti più alte dell’atmosfera e portare alcune goccioline a trasformarsi inghiaccio. I cristalli di ghiaccio possono crescere, diventare pesanti fino al punto di precipitare. Inoltre, dalcielo precipita neve o pioggia a seconda della temperatura presente nell’atmosfera in prossimità del suolo.La gran parte delle precipitazioni che cadono sulla superficie terrestre, raggiunge fiumi e laghi e quindi glioceani. L’acqua degli oceani, evaporando, riprende il suo ciclo.

Dopo la spiegazione riempire di acqua una teiera e portarla ad ebollizione. Bagnare il colapasta condell’acqua fredda e disporre al suo interno dei cubetti di ghiaccio. Quando l’acqua nella teiera bolle,appoggiarla sullo strofinaccio e collocare il colapasta in corrispondenza del getto di vapore che fuo-riesce dal beccuccio della teiera. Osservare le goccioline di acqua che si formano in corrispondenzadei buchi dello scolapasta. Alcune di queste gocce diventeranno sempre più grosse a tal punto daprecipitare sullo strofinaccio. Questo è ciò che avviene quando piove!

ParliamoneQuale fonte di energia innesca il ciclo dell’acqua? Che cosa rappresenta la teiera che bolle? Qualeelemento rappresentano le nuvole nel modello riprodotto? Come si può accelerare la produzione digocce di pioggia? Perché si dice “L’acqua che bevi potresti tornare a berla”? Che cosa significa?

Per continuareScrivere un racconto sul viaggio di una gocciolina di acqua che dal mare percorre l’intero ciclo del-l’acqua per tornare al mare.

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Attività 2

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Fonti di energiaalternativa

Quelle di “energia alternativa” sono fonti dienergia completamente pulite perché non rila-sciano emissioni di gas serra. Di tutte le formedi energia rinnovabili, il vento è quella più com-pleta ed economicamente competitiva. Anchese le turbine a vento funzionano solo per il 30%della loro capacità, la distribuzione delle palenel territorio può assicurare un rifornimentoenergetico adeguato. Inoltre le pale eoliche sirompono meno delle centrali a carbone e hannobisogno di meno manutenzione. Quando nonsoffia il vento, è probabile che splenda il sole eche si possano utilizzare i pannelli solari termicie fotovoltaici. L’acqua calda e l’energia prodottedal sole direttamente sul tetto delle case, contri-buirebbero a ridurre il consumo di energia pro-veniente dalla combustione di carbone epetrolio. Va ricordato che il riscaldamentodomestico è responsabile del 10% delle emis-sioni globali di gas serra.Per fermare la spirale disastrosa delle conse-guenze del riscaldamento globale e contenerel’aumento della temperatura sotto i 2°C, dob-biamo drasticamente ridurre le emissioni di gasserra dell’80% entro il 2050. Disponiamo delletecnologie per ridurre le emissioni di carbonioin quasi tutte le case del Pianeta. I cambiamenticlimatici sono già in corso. Noi, con le nostreazioni, siamo i soli arbitri di ciò che sta avve-nendo al clima, alla biodiversità e alla nostrastessa civiltà. Sta soltanto a noi decidere checosa fare.

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Muoversi in città

Percorso Inquinamento dell’aria

Area didattica logico-matematica

Tempo 60’

Età da 9 anni in su

OccorrentePenna e quaderno

ObiettiviConfrontare il tempo di spostamento impiegato da mezzi di trasporto diversi che si muovono neltraffico urbano

SvolgimentoSottoporre agli alunni il seguente problema:

Due amici d’infanzia, Piercarlo e Giulietta, vanno in piscina due volte a settimana. Piercarlo percorre il tra-gitto a bordo dell’auto del babbo, e Giulietta, accompagnata dalla nonna, viaggia in bus. Sapendo che ilpercorso è di 4 km sia per l’auto che per il bus e che l’auto va ad una velocità media di 16 km/h nel trafficourbano, a) calcola quanto tempo impiega Piercarlo a raggiungere la piscina. Il bus su cui viaggia Giulietta,utilizzando la corsia preferenziale destinata ai bus e ai taxi, impiega la metà del tempo che impiega Pier-carlo. b) A quale velocità viaggia il bus che prende Giulietta? c) Quanti minuti risparmia Giulietta rispettoPiercarlo in un mese di piscina? Un pomeriggio, il maestro di nuoto, incarica Piercarlo e Giulietta di descri-vere i vantaggi e gli svantaggi di viaggiare rispettivamente in auto e in bus. Che cosa potrebbero raccon-tare Piercarlo e Giulietta, per convincere i loro compagni di corso a prendere il proprio mezzo di trasporto?

Soluzione: a) 15 minuti; b) 36 km/h; c) 60 minuti.

ParliamoneEffettuare un sondaggio in classe. Quanti alunni vengono a scuola in auto? Quanti con i mezzi pub-blici o in bici? Che cosa accade andando in auto? E che cosa andando a scuola in bicicletta? Qualemezzo è più veloce? Quale meno inquinante?

Per continuareChiedere agli alunni di calcolare la distanza casa-scuola e di cronometrare il tempo che impieganoper arrivare lì. A quale velocità si muovono per raggiungere la scuola? Confrontare le risposte datedai ragazzi che utilizzano mezzi diversi. Quale mezzo è più veloce? Quale più inquinante? Quale ilpiù divertente? In seguito realizzare una mappa del quartiere (aiutandosi con lo stradario), e trac-ciare il tragitto casa-scuola di ciascun ragazzo, utilizzando un colore diverso. Se si osserva bene, cisono dei percorsi molto simili. Se la distanza da percorrere è breve, perché non organizzasi perandare a scuola in gruppo? A turno, un genitore potrebbe accompagnare i ragazzi e aiutarli durantegli attraversamenti11.

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11. Per realizzare un pedibus contattare l’associazione FIAB più vicina (maggiori informazioni su www.fiab-onlus.it).

Attività 5

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I rifiuti nella storia

I rifiuti preistorici ci forniscono la maggiorparte delle attuali conoscenze sui popoli dellapreistoria: attraverso l’esame di quello che èrimasto negli insediamenti (resti di alimenti,materiali in pietra e terracotta e molto altro)siamo in grado di ricostruire l’organizzazionesociale dei popoli. Nella storia, le prime civiltàche sentirono il bisogno di organizzare un ser-vizio pubblico di pulizia della città venivanodalla Grecia. I documenti dicono che Aristoteleincaricasse dieci sorveglianti per il controllodegli spazzini che si occupavano di pulire unacittà di 250 mila abitanti. Nella Roma Imperiale,che contava oltre un milione di abitanti, èsempre mancato un sistema di raccolta pub-blica: i cittadini dovevano occuparsi dellapulizia delle case e del circondario per evitare diincorrere in sanzioni. Giulio Cesare, nell’Edittodi Eraclea, bandì una gara pubblica per lapulizia delle strade. Vennero assunti quattrocuratores viarum, due si occupavano della cittàinterna e due della periferia. Dalle invasionibarbariche in poi, per circa mille anni, la situa-zione igienico-sanitaria delle città fu disastrosa equesto portò al diffondersi di epidemie come iltifo e la peste. Eppure, verso la fine delMedioevo, si prese a migliorare le condizioniigieniche dei centri abitati e vennero fissatiregolamenti per la gestione della nettezzaurbana. Analizzando i rifiuti all’inizio dellaRivoluzione industriale, avremmo trovato, oltreche ai resti di cibo e deiezioni, le ceneri deri-vanti dal riscaldamento domestico (ceneri dilegna che venivano usate per lavare e ceneri delcarbone, inservibili). All’epoca, tutti i metalli

erano riciclati, mentre il vetro era poco diffuso.Si può affermare che, fino all’800, le città nonproducevano rifiuti. La Seconda Rivoluzioneindustriale e il diffondersi della produzione inserie, hanno dato origine alla “società deirifiuti”: gli oggetti non vengono riparati perchésono fatti per durare poco ed essere immediata-mente rimpiazzati da nuovi. Il risultato è che laproduzione di rifiuti è diventata simbolo di ric-chezza e benessere di una società. Con l’inven-zione delle materie plastiche anche la composi-zione dei rifiuti è cambiata notevolmente: lacenere è scomparsa completamente, mentre pla-stica, vetro, carta e avanzi di cibo costituisconogli scarti comuni. Con la nascita della produ-zione in serie, tra gli anni ’50 e ’60, la pratica delriciclaggio, recupero e riutilizzo degli oggetti,sono state soppresse. La società “usa e getta”,infatti, ha associato a questi atteggiamenti unvalore spregiativo che distingue le classi sociali.Il preconcetto su cui il consumismo ha attec-chito è: poiché i tuoi padri hanno riciclato irifiuti, se sei costretto a farlo oggi, vuol dire chesei povero come loro. Pertanto, imparare a fareuna corretta raccolta differenziata, a riutilizzareciò che può essere ancora utile e ridurre i con-sumi, sono tutti atteggiamenti che possonoessere acquisiti solamente se viene smantellatoquesto preconcetto e si sostituisce alla parola“Rifiuto” il concetto di “Risorsa”.

Rifiuti secondo natura Anche nei cicli naturali si ha la produzione disostanze di scarto che possono essere conside-rate rifiuti. Eppure per la natura, quello che èrifiuto per certi organismi, diventa una risorsaper altri organismi. All’interno degli ecosisteminaturali, gli organismi sono organizzati in unacomplessa rete di relazioni e catene alimentari:

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• I produttori, le piante che, con i processi difotosintesi, utilizzano sostanze inorganiche(anidride carbonica, sali minerali e acqua) edenergia solare per produrre sostanza orga-nica;

• I consumatori, distinti in erbivori e carnivori,che si nutrono di sostanza organica (vegetaleo animale);

• I detritivori, come insetti, miriapodi e lom-brichi, che nutrendosi, sminuzzano e prepa-rano la sostanza organica per i decomposi-tori;

• I decompositori, cioè funghi e batteri, chedecompongono la sostanza organica trasfor-mandola nuovamente in sostanza inorganica(sali minerali, acqua e anidride carbonica),riutilizzabile dai produttori.

In questo modo gli scarti sono completamenterestituiti alla natura e reintrodotti nel ciclo.

Da dove provengono i rifiuti inItalia

Acqua in bottigliaNonostante in Italia il 96% della popolazionesia raggiunta da acqua potabile direttamente acasa, gli italiani, con 194 litri/anno pro capite,hanno il primato mondiale di consumo di acquain bottiglia. Questo incide sulla produzione dirifiuti. Infatti, il 65% dell’acqua è imbottigliatanella plastica e ogni anno finiscono tra i rifiuti,320-350 mila tonnellate di contenitori in PET,dei quali soltanto il 34% vengono riciclati.Questa “moda” ha ripercussioni importantianche sulle emissioni di gas serra, non solo perla produzione e smaltimento della plastica maanche per il trasporto su gomma: quasi tutte lebottiglie si spostano lungo gli assi autostradalidal nord al sud Italia e viceversa.

Stoviglie “usa e getta”La diffusione dei beni “usa e getta” è avvenutacon il boom economico tra il ’50 e il ’60. L’acce-lerazione della vita, soprattutto in città, ha tra-sformato il pranzo in pasti frugali, portando daun lato ad uno alleggerimento del lavoro dellemassaie e dall’altro alla produzione di tonnel-late di stoviglie di plastica non riciclabili.

ImballaggiI Paesi di tutta Europa hanno finalmente com-preso come la questione degli imballaggi siaoggi di focale importanza per la riduzione mas-siccia dei rifiuti. Il problema è complesso inquanto si tratta del settore che risente maggior-mente delle storture della distribuzione e deimeccanismi pubblicitari: gli imballaggi non soloproteggono il contenuto ma spesso determi-nano le scelte di acquisto di un prodotto. Per-tanto è uno dei settori che risentirà maggior-mente delle modificazioni indotte dall’utenza,quando essa avrà acquisito più consapevolezza.

CiboSecondo un’indagine della Coldiretti, un terzodel cibo che si acquista viene buttato. Ogninucleo familiare in Italia getta via ogni anno584 € di prodotti alimentari. Su una spesa men-sile di 450 € equivale a circa l’11%. Non solo lefamiglie buttano il cibo in eccesso nella spazza-tura, ma centinaia di migliaia di prodotti ali-mentari vengono eliminati dagli ipermercati inprossimità della data di scadenza. A finire nel-l’immondizia sono soprattutto frutta, verdura,pane, pasta, latticini e affettati13.

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13. In Italia, secondo un’indagine di Last Minute Market dell’Univer-sità di Bologna, gli sprechi di cibo sarebbero sufficienti a nutrire 44milioni di persone; si butta l’equivalente di circa 37 miliardi di euro,uguali al 3% del Pil. Nel progetto di Last Minute Market, il ciboscartato dai supermercati e dalle imprese che posseggono prodottiinvenduti, viene distribuito e impiegato a favore di organizzazionicaritative (per maggiori informazioni visitare il sito www.lastminu-temarket.it).

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Mail art

Percorso Riduzione dei rifiuti

Area didattica artistico-espressiva

Tempo 60’

Età da 8 anni in su

OccorrenteRiviste e giornali, forbici, matita, colla, buste da lettere di formato piccolo

ObiettiviPromuovere il riciclo creativo per la riduzione dei rifiuti

PremessaLa mail art è una forma d’arte a tutti gli effetti. La diffusione delle e-mail ha ridotto drasticamente loscambio di lettere tra le persone, soprattutto la corrispondenza privata. Perché non provare a diffon-dere lo scambio epistolare attraverso l’arte postale? Si comincia con il personalizzare le buste dellelettere, per poi realizzare delle vere e proprie opere d’arte utilizzando tecniche miste.

SvolgimentoSelezionare pagine di giornali o di riviste che ritraggono immagini suggestive delle dimensioni di unfoglio A4. Aprire una busta da lettera, di formato piccolo, lungo le parti incollate e appoggiarla sullapagina di giornale.

Con una matita, tracciare e ritagliare la sagoma della busta da let-tera. Piegare le alette osservando le piegature della busta da lettereoriginale. Incollare i bordi et voilà… la busta da lettere personaliz-zata è pronta per essere spedita!

ParliamoneAcquistare quello che si vuole è facile: basta avere il denaro erecarsi nei negozi. Spesso, acquistare prodotti già pronti per l’usosembra apparentemente farci guadagnare tempo. In realtà, soprat-

tutto quando ci rechiamo negli ipermercati, non solo perdiamo tempo ma consumiamo anche moltodenaro: mentre cerchiamo quello che ci occorre, spesso carichiamo il carrello di oggetti superfluisoltanto perché sono reclamizzati come offerte speciali. Per non parlare dei rifiuti che produciamo acausa dei nostri acquisti inutili! Prodursi le cose da sé può essere un buon modo per scoprire capa-cità pratiche nascoste, fa risparmiare soldi e può migliorare l’autostima.

Per continuareSuggerire agli alunni di svolgere una ricerca sulle origini della Mail art e sugli artisti che l’hanno resacelebre in tutto il mondo.

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Attività 8

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Carne edeforestazione

In “Amazzonia che macello!”, il report realiz-zato da Greenpeace nel 2009 che riguarda l’a-nalisi della distruzione della foresta Amazzo-nica, è riportata la classifica dei Paesi maggioriemettitori di gas serra a livello globale. I primiin classifica sono Usa, Cina e Indonesia mentreal quarto posto troviamo il Brasile. Le emissionidel Brasile derivano soprattutto dalla distru-zione e dagli incendi della foresta pluvialeAmazzonica provocati dall’allevamento bovino.Se è vero che la deforestazione determina il20% delle emissioni globali di gas serra, percombattere il cambiamento climatico e pergarantire la conservazione della biodiversità ènecessario fermare questa distruzione. Come silegge nel report di Greenpeace:

Le foreste del nostro Pianeta mantengono in vitasistemi ecologici che sono essenziali per la vita ela sopravvivenza culturale delle comunità fore-stali. Solo in Amazzonia vivono 200.000 persone,la foresta pluviale è la loro casa, la loro fonte dicibo, di medicine e di spiritualità. Le foreste gio-cano, inoltre, un ruolo cruciale nella conserva-zione della biodiversità. La metà delle specievegetali e animali del nostro Pianeta si trovanelle foreste.

Alimentazione e salute “I cittadini dell’Unione Europea fanno troppopoco movimento e consumano troppi alimenti

[…] La conseguenza principale è un aumentocontinuo e sensibile del sovrappeso e dell’obe-sità”. Così si apre la “Piattaforma UE sull’ali-mentazione, l’attività fisica e la salute”, il docu-mento che affronta le problematiche legate albenessere e alla salute dei cittadini. Leprofonde trasformazioni sociali avvenute negliultimi cinquant’anni in Europa, hanno determi-nato grandi cambiamenti negli stili di vita dellepersone: modelli di consumo basati sulla velo-cità, minor tempo dedicato alla preparazionedei pasti, maggior consumo di snack e fuoripasto, dipendenza dalle suggestioni della pub-blicità, tendenza alla scarsa mobilità, alla seden-tarietà e aumento delle ore passate davanti allaTV. Secondo un’indagine dell’associazionefrancese dei consumatori “Que Choisir”, dellecinque ore pomeridiane dedicate dalla televi-sione ai ragazzi, circa due sono impiegate dallapubblicità anche per la promozione di cibi ebevande spazzatura. Questo significa incorag-giare i bambini ad avere comportamenti ali-mentari dannosi per la loro salute perché favo-riscono il sovrappeso. Secondo l’ITOF (Inter-national Obesity Taskforce) i nostri ragazzisono i più grassi d’Europa: uno su tre è insovrappeso. Ignorare il problema, oltre ad averedei costi socio-sanitari che potranno rivelarsiinsostenibili in futuro, significa danneggiare lasalute dei ragazzi. Infatti in Italia, a causa delladiffusione dell’obesità tra la popolazione, siriscontra un aumento del diabete di tipo 2,malattie cardivascolari, problemi respiratori,disturbi dell’apparato digerente, ipercolestero-lemia e problemi psicologici. Per promuovereuno stile di vita sano è indispensabile iniziaresin da piccoli: con il contributo della scuola ibambini possono trasmettere le buone pratichein famiglia e quindi, nel lungo periodo, trasfor-mare le abitudini della comunità. Perché consu-matori attenti si diventa, basta cominciare.

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L’alternativanaturalel’agricolturabiologica

Negli ultimi dieci anni, la maggiore consapevo-lezza ai problemi ambientali avvenuta ancheper il diffondersi di truffe alimentari, ha avvici-nato i consumatori verso l’acquisto di prodottibiologici. L’agricoltura biologica è un sistema dicoltivare la terra più rispettoso dei cicli naturalie della salute umana. Essa minimizza l’impattoumano sull’ambiente e, allo stesso modo, per-mette al sistema agricolo di operare nel modopiù naturale possibile. Il risultato è un prodottosano, buono la cui coltivazione non altera l’e-quilibrio dell’agrosistema.L’agricoltura biologica esclude l’uso di prodottichimici, fertilizzanti e pesticidi, favorisce lanaturale fertilità del suolo e non utilizza orga-nismi geneticamente modificati. I concimi disintesi sono sostituiti da fertilizzanti organici,come il letame e il compost. Inoltre si pratica larotazione delle colture per il miglioramento delsuolo e l’incremento della sostanza organica,mentre le piante sono difese dai parassiti utiliz-zando insetti provenienti dalla lotta biologica.In agricoltura biologica si predilige inoltre lascelta di piante e animali che resistono allemalattie e si adattano alle condizioni climatichelocali. Nella gestione di un allevamento biolo-gico, gli animali sono alimentati con cibo prove-niente anch’esso da agricoltura biologica. In

caso di malattie, ricevono cure omeopatiche ofitoterapiche. I prodotti provenienti da agricol-tura biologica, come il pane e derivati, sono piùsani perché non contengono additivi, conser-vanti, né coloranti di sintesi. Sicuramente l’agri-coltura e l’allevamento degli animali secondo ilmetodo biologico giovano alla salute dell’am-biente. Gli studi scientifici ci mostrano infatticome frutta e verdura biologica contengano il40% di benèfici antiossidanti in più rispetto aquelle cresciute col sistema convenzionale, e illatte raggiunge il 90% in più. Anche la scuola sista convertendo al consumo di frutta e verduraprovenienti da agricoltura biologica. Moltesono le mense che distribuiscono pasti biologiciagli alunni, con grande successo soprattutto trai ragazzi. Creare comunità scolastiche sosteni-bili significa far entrare i progetti di orti bio ascuola, come quelli promossi dal Center forEcoliteracy della California (www.eco lite -racy.org). Le scuole USA che hanno realizzato ilprogramma vedono i ragazzi impegnati nellacoltivazione di frutta e verdura biologica, desti-nate a integrare i pasti della mensa a scuola. Edietro i gesti di seminare, coltivare e raccoglieresi cela molto più che il semplice consumo di unpasto gustoso.

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Dentro un vecchio tronco

Percorso Biodiversità

Area didattica logico-scientifica

Tempo 60’

Età da 8 anni in su

OccorrenteTronco d’albero caduto marcescente, coltello, contenitori con coperchio, pinzette, cartoncinobianco, lente d’ingrandimento, guida entomologica

ObiettiviOsservare la complessità di vita che si cela in un tronco d’albero caduto e marcescente

PremessaAnche se appaiono privi di vita, i tronchi d’albero marcescenti nascondono una grande quantità diesseri viventi che costituiscono la base dell’alimentazione di decine di uccelli insettivori. Questiultimi, a loro volta, costituiscono il cibo degli uccelli rapaci e di altri animali carnivori. Osservare lavita racchiusa in un vecchio tronco può essere utile per comprendere la funzione degli alberi abbat-tuti nel bosco.

SvolgimentoCon un coltello sollevare la parte esterna della corteccia di un tronco d’albero caduto. Osservare gliesseri viventi che entrano ed escono dai fori che hanno scavato nel legno. Utilizzare la lente d’ingran-dimento per analizzare i dettagli. Con le pinzette prelevare i piccoli abitanti del tronco e riporli neicontenitori. Portare i campioni nel laboratorio per completare l’osservazione. Appoggiare sul car-toncino bianco ciascun essere vivente. Osservare con la lente d’ingrandimento. Si tratta di un insettoo di un aracnide? Con l’aiuto della guida entomologica individuare la famiglia cui l’insetto appar-tiene.

ParliamoneNei boschi facenti parte di aree protette e parchi naturali, in Italia è obbligatorio non asportare com-pletamente i tronchi degli alberi abbattuti. Infatti, il valore biologico di questi tronchi è importantis-simo: il legno in decomposizione è il rifugio per migliaia di esseri viventi la cui attività garantisce l’i-nizio di numerose catene trofiche e la trasformazione di materia organica in materia inorganica,necessaria alle piante per vivere. Bruciare tutti i tronchi abbattuti o utilizzarli come legna da arderesignifica impedire che il ciclo di vita si completi e quindi ridurre la biodiversità del bosco.

Per continuareDisegnare la catena alimentare cui appartiene uno degli abitanti del tronco.

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Attività 2

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Colori compositi

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