Il Risorgimento italiano 1 Presentazione a cura di Lauro Colasanti.
a Tuenno, Vescovo Lauro...Perché nella Voce di don Lauro nuovo vescovo di Trento ti chiama ad...
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Anno 3 n. 3 Ciclostilato in proprio - Ufficio Parrocchiale Cles aprile-maggio 2016
Riflessioni, fatti, iniziative e curiosità delle Parrocchie di
Cles, Mechel, Tuenno, Nanno, Pavillo, Rallo e Tassullo
Domenica 15 maggio ore 15.00
a Tuenno,
con il
Vescovo
Lauro
Pentecoste con l’Eucarestia per
sette parrocchie
Cles Mechel
Tassullo
Tuenno Nanno
Rallo Pavillo
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a cura di
don Renzo
Agli inizi è stata sorpresa grande,
fatto che ha sconvolto un’intera città:
Pentecoste, festa agricola
diventava irruzione dello Spirito
del Vivente per sempre.
Ed perché la sua Chiesa sia viva
ed ogni uomo possa attingere
dalla sua azione perenne.
Pentecoste magnifica è questa
per le nostre sette parrocchie
che, come le sette Chiese
presentate nell’Apocalisse,
diventano oggi grande Famiglia.
Unite dal Vincolo Santo
dell’Alleanza di Cristo
con la sua Sposa, la Chiesa,
sono chiamate ad un Abbraccio
che le fa nuove e più belle.
Chiesa di Cristo che vivi
in Nanno, Tassullo, Rallo, Pavillo
Mechel, Tuenno e Cles rallegrati,
canta di gioia, esulta
e ringrazia il tuo Dio.
Perché nella Voce di don Lauro
nuovo vescovo di Trento
ti chiama ad aprire gli occhi
sui quanti ti vivono accanto
per camminare con loro.
Pentecoste è rivoluzione,
è accoglienza dell’inedito di Dio,
dei suoi sogni su di te,
della nuova Via
sulla quale Egli ti vuole condurre
perché sia Chiesa che annuncia
il suo Regno in cammino
fra case, aziende e meleti
in questo tempo
che sei invitata ad amare.
Oggi ancora lo stesso Spirito
viene donato dal Cristo
Papa Francesco prendendo spunto da At 5,27-33 ha
recentemente sottolineato come la testimonianza sia
una grazia che viene dal Signore. Di questo ne possia-
mo avere una prova nel coraggio che dimostra San
Pietro davanti al Sinedrio ma, anche ai giorni nostri,
possiamo vederlo nel coraggio dimostrato da tanti no-
stri fratelli nella fede “cacciati via dalla loro terra,
sfollati, sgozzati, perseguitati” così come nella coeren-
za cristiana di tanti “cristiani che vivono la loro vita
sul serio e dicono: ‘Io non posso fare questo, io non
posso fare male ad un altro; io non posso truffare; io
non posso condurre una vita a metà, io devo dare la
mia testimonianza’. “La coerenza fra la vita e quello
che abbiamo visto e ascoltato è proprio l’inizio della
testimonianza. Ma la testimonianza cristiana ha
un’altra cosa, non è solo di quello che la dà: la testi-
monianza cristiana, sempre, è in due. ‘E di questi fatti
siamo testimoni noi e lo Spirito Santo’. Senza lo Spiri-
to Santo non c’è testimonianza cristiana. Perché la
testimonianza cristiana, la vita cristiana è una grazia,
è una grazia che il Signore ci dà con lo Spirito Santo”.
Basta che guardiamo alla “testimonianza dei nostri
martiri oggi, tanti, cacciati via dalla loro terra, sfolla-
ti, sgozzati, perseguitati” per avere una conferma di
questo. Essi “hanno quel coraggio di confessare Gesù
proprio fino al momento della morte“. Allo stesso mo-
do i tanti santi della quotidianità, che offrono un esem-
pio di testimonianza per mezzo della coerenza al Van-
gelo. Essi sono “quei cristiani che vivono la loro vita
sul serio. “Sono proprio i testimoni, cioè i santi, i santi
di tutti i giorni, quelli della vita ordinaria, ma con la
coerenza, e anche i testimoni fino alla fine, fino alla
morte. Questi sono il sangue vivo della Chiesa questi
sono quelli che portano la Chiesa avanti, i testimoni;
quelli che attestano che Gesù è risorto, che Gesù è
vivo, e lo attestano con la coerenza di vita e con lo
Spirito Santo che hanno ricevuto in dono”.
Coerenza e testimonianza cristiana
nei santi della quotidianità
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Verso le Unità Pastorali Da: “Le Unità Pastorali, orientamenti diocesani”
“… Viviamo in tempi di rapidi mutamenti demografici e
veloci trasformazioni culturali, sociali e di costume. An-
che nel Trentino la mobilità è accresciuta e i contatti tra
paese e paese sono frequenti. Non esiste più l’uniformità
di adesione culturale e religiosa di un tempo, pur senza ne-
gare il persistere di buone tradizioni. Gli stessi cristiani
che si identificano nella Chiesa sono una comunità varie-
gata in un mondo che, in alcuni casi, si presenta serena-
mente a-religioso.
Ciononostante siamo convinti che l’incontro con Gesù sia
ancora la segreta speranza di ogni uomo e donna e la via
per la loro pienezza di vita. Poiché l’amore di Cristo ci av-
volge, come scriveva san Paolo (cfr. 2Cor 5,14), desideria-
mo lodare Dio e annunciare con coraggio il Vangelo, sen-
za nascondere la povertà dei nostri mezzi e la fragilità dei
nostri cuori, ma facendoci prossimi attenti e sinceri verso
tutti. La nostra stessa unità, se costruita e formata alla
scuola di Gesù, saprà essere eloquente perché lo Spirito
stesso ci suggerirà cosa dire.
I tempi ci obbligano a rivedere anche l’organizzazione ec-
clesiale, ma questo non allo scopo di perpetuare istituzioni
ed enti religiosi, ma per assumere nuove forme organizza-
tive, che favoriscano il crescere di relazioni fraterne, cer-
cando di far incontrare la comunità cristiana anche con chi
vive ai margini dell’esperienza ecclesiale e superare la
frammentazione dispersiva, in una dinamica che coinvolga
ogni persona e ogni comunità.
Infatti, «tutti gli uomini sono chiamati a formare il nuovo
popolo di Dio», afferma ancora il Concilio (LG, n. 13).
Non possiamo dimenticare quindi che la vita e l’azione
pastorale della Chiesa sono responsabilità di tutti i battez-
zati: «nella varietà tutti danno la testimonianza della mira-
bile unità del corpo di Cristo», ci ricorda la stessa costitu-
zione conciliare (LG, n. 32). Il “corpo ecclesiale” è uno
solo ed è il corpo di Cristo che vive nella storia, ma le
membra sono molte e tutte indispensabili. Noi siamo le
membra del corpo di Cristo, senza esclusione di alcuno:
«Siamo membra gli uni degli altri», ci ricorda Paolo (Ef
4,25), chiamati quindi a riconoscere che una sola è la mo-
tivazione che ci spinge al servizio ecclesiale. È conse-
guente quindi il dovere di una maggiore collaborazione
pastorale, come tra le cellule di un corpo: nessuna vive a
lungo isolata, ma solo nello scambio reciproco e nell'unità
organica e funzionale si sviluppa la vita, così tra noi e tra
le nostre comunità.
Un po’ di storia
recente
Molti di noi ricordano come don Lau-
ro nei molti incontri che ci ha dedicato
abbia ammesso che all’inizio si è co-
minciato a parlare di Unità Pastorali a
causa della penuria dei preti. Ma che
poi si è arrivati a vederle come “segno
dei tempi” e risposta in questo tempo
al progetto di Dio sulla Chiesa, chia-
mata ad essere “Corpo di Cristo” ,
porzione del “Popolo di Dio in cam-
mino” , “grande Famiglia” piuttosto
che cellula separata dal resto del mon-
do, realtà a se stante abbarbicata al
campanile. In un mondo che sempre
di più riconosciamo villaggio, in una
società frammentata ma dai vincoli
stretti e interconnessi, la Chiesa è
chiamata a diventare antesignana di
relazioni che siano vive e vere e fe-
conde. Per questo là dove ci sia un
ambiente uniforme che dia la possibi-
lità di un cammino e di un sentire co-
mune diventano logiche oggi intesa,
apertura, complicità. Una comunione
si fa necessaria “perché il mondo cre-
da”, per non disperdere forze, per non
moltiplicare gli eventi, per sostenersi
a vicenda, per godere dei doni delle
sorelle e dei fratelli che ti vivono ac-
canto, per diventare insomma quel
miracolo che lo Spirito del Cristo può
fare di noi anche oggi. E allora a tappe
abbiamo camminato verso questo
nuovo oggi: prima con don Carlo pen-
sando ad una unità fra le parrocchie di
Tuenno, Pavillo e Nanno. Più tardi ad
una unità con le tre più Rallo e Tas-
sullo. Infine dalla scorsa primavera
pensando anche a Mechel e Cles: per-
ché il territorio è davvero omogeneo e
perché già si è incominciato a fare
percorsi comuni (genitori, catechisti,
operatori pastorali, giovani, celebra-
zioni, ecc). Ecco ora è il tempo di
nascere! Ora è il giorno di una nuova
partenza. Ora è stagione di una Prima-
vera nello Spirito. Ora un Futuro sta
davanti a noi. “La Chiesa, cioè tutti
noi, siamo sempre chiamati a radunar-
ci per collaborare all’annuncio e alla
costruzione del Regno di Dio. Tale
compito ha in sé la necessità di risco-
perta della gioia del Vangelo, di conti-
nua conversione sempre ostacolata dal
peccato, ma anche di adattamento alle
circostanze, alle condizioni concrete
di vita sia della comunità evangeliz-
zante che dei destinatari. In una pasto-
rale del futuro affidata a sacerdoti e
laici”.
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Unità Pastorale di Santo Spirito?
Perché questo nome? Già i componenti dei Consigli Pastorali di
Tuenno, Pavillo, Nanno, Rallo e Tassullo
erano orientati a chiamare con questo
nome la nascente Unità Pastorale per un
legame storico con una chiesa che una
volta stava per così dire nel crocicchio
delle antiche comunità. Infatti “ la chiesa
di Santo Spirito al Palù, località Pavillo,
fra le antiche chiese campestri era forse
l’unica costruita a pianta rotonda. La sua
erezione come ospizio si fa risalire infatti
alla prima metà del secolo XIV. Nel 1480
si trovava alle dipendenze dell’ospizio del
Tonale, al quale nel 1741 doveva contri-
buire con del denaro. L’anniversario del-
la consacrazione si celebrava il 12 mag-
gio, festa di san Pancrazio. Nel 1579 il
suo altare era sufficientemente ornato, la
cappella invece quasi diroccata con il tet-
to pericolante. L’anno 1616 i visitatori
lasciarono l’ordine di demolirla, ma il
parroco di Tassullo, Giovanni Giacomo
Calavino, preferì ristrutturarla dalle fon-
damenta nel 1627 come ricordava una
lapide “Ex elemosinis collectis ab ipso et
aere proprio”. Nel 1672 fu trovata conve-
nientemente ornata, fornita di arredi e
sopra i suoi beni erano fondate 24 Messe.
Trascurata andò sempre più decadendo,
finché nel 1825 fu imposto di demolirla”.
Accanto alla chiesa stava un “convento”
con una fraternità maschile chiamata di
santo Spirito. Fra Cles e Tuenno molti
sanno dell’esistenza dei due laghetti di
santo Spirito. A loro ricordo abbiamo ora
vie con il nome “Santo Spirito” in Tuen-
no e Pavillo. Questo nome ci apre
all’opera ancora dello Spirito di Gesù.
Chi meglio dello Spirito Santo potrà pro-
teggere, guidare, rinnovare le nostre sette
parrocchie?
Sette Comunità con un segno di prossimità
Nell’anno giubilare già ci è stato detto che il CPUP ha scelto di proporre un segno condiviso fra
tutte le parrocchie. Questa domenica le offerte di tutte le Messe saranno destinate alla scuola ma-
terna che in Lagos i religiosi di Padre Monti (vedi Ecclesia di Pasqua) stanno predisponendo. In-
teressante anche la motivazione ricordata da fratel Ruggero di Tuenno: un asilo in Nigeria per a-
iutare la gente a fermarsi e a non scappare.
Avviso per i genitori con figli in età di I C
Domenica 15 maggio potete portare il necessario per la merenda della vostra famiglia: dopo la Messa
con il vescovo, in oratorio a Tuenno potrete condividere quanto portate con le altre famiglie.
Triduo di preparazione alla Istituzione dell’Unità Pastorale (alle 20 ,30 siamo invitati a convergere da tutte le sette parrocchie)
Mercoledì 11 maggio in Nanno: chiamati all’Annuncio
Giovedì 12 maggio in Rallo: chiamati alla Celebrazione
Venerdì 13 maggio in Cles: chiamati alla Testimonianza