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3 Antifona d’ingresso (Sal 24,1-3) A te, Signore, elevo l’anima mia, Dio mio, in te confido: che io non sia confuso. Non trionfino su di me i miei nemici. Chiunque spera in te non resti deluso. O gni anno liturgico che inizia con la prima domenica di Avvento, incarna nel tem- po l’anno di grazia che ha inaugurato Gesù con la sua vita, passione, morte e ri- surrezione, e che avrà il suo compimento quando tutta l’umanità sarà entrata nelle nozze eterne dell’amore fedele del Signore. L’anno liturgico, in modo significativo, inizia con un periodo che possiamo definire «epifanico»; in esso la Chiesa vive una dimensione particolare della Pasqua, centro di tutto l’anno liturgico: l’attesa del Signore che viene per rivelare il Padre e rendere l’umanità partecipe della sua Pasqua. L’attesa del Signore è una caratteristica fondamentale della fede evangelica; me- diante essa l’assemblea cristiana assomiglia al corteo delle vergini sapienti che hanno fatto scorta di olio per alimentare le loro lampade, pronte ad accogliere lo Sposo nel- l’ora in cui egli giunge. La Chiesa, come l’amata del Cantico dei cantici, spia dalle inferriate l’arrivo del Di- letto, che viene per donare il bacio della sua Parola e del suo Spirito e per introdurla nelle delizie dell’amore del Padre. Con il canto d’ingresso di questa domenica, che ci dispone a vivere non solo l’Av- vento ma tutto l’anno liturgico, esprimiamo il nostro desiderio fiducioso di elevazione verso Dio che non delude mai coloro che sperano in lui. L’antifona è tratta dal salmo 24,1-3, un salmo di supplica che celebra l’amore fede- le del Signore per gli uomini: «Ad te levavi animam mea...». La Chiesa che ha sperimentato le cure e la misericordia del suo Signore nel- l’anno trascorso, sa bene che esse non sono finite e invoca il Dio dell’alleanza perché i nemici non abbiano il sopravvento, poiché chi spera nel Signore non resterà deluso. L’assemblea liturgica, radunata per celebrare i santi e divini miste- ri, fa sua questa invocazione e si dispone a celebrare l’Avvento colma di fiducia in colui che è venuto, viene e verrà. I DOMENICA DI AVVENTO

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Antifona d’ingresso(Sal 24,1-3)

A te, Signore, elevo l’anima mia,Dio mio, in te confido:che io non sia confuso.

Non trionfino su di me i miei nemici.Chiunque spera in te non resti deluso.

Ogni anno liturgico che inizia con la prima domenica di Avvento, incarna nel tem-po l’anno di grazia che ha inaugurato Gesù con la sua vita, passione, morte e ri-

surrezione, e che avrà il suo compimento quando tutta l’umanità sarà entrata nellenozze eterne dell’amore fedele del Signore.

L’anno liturgico, in modo significativo, inizia con un periodo che possiamo definire«epifanico»; in esso la Chiesa vive una dimensione particolare della Pasqua, centro ditutto l’anno liturgico: l’attesa del Signore che viene per rivelare il Padre e renderel’umanità partecipe della sua Pasqua.

L’attesa del Signore è una caratteristica fondamentale della fede evangelica; me-diante essa l’assemblea cristiana assomiglia al corteo delle vergini sapienti che hannofatto scorta di olio per alimentare le loro lampade, pronte ad accogliere lo Sposo nel-l’ora in cui egli giunge.

La Chiesa, come l’amata del Cantico dei cantici, spia dalle inferriate l’arrivo del Di-letto, che viene per donare il bacio della sua Parola e del suo Spirito e per introdurlanelle delizie dell’amore del Padre.

Con il canto d’ingresso di questa domenica, che ci dispone a vivere non solo l’Av-vento ma tutto l’anno liturgico, esprimiamo il nostro desiderio fiducioso di elevazioneverso Dio che non delude mai coloro che sperano in lui.

L’antifona è tratta dal salmo 24,1-3, un salmo di supplica che celebra l’amore fede-le del Signore per gli uomini: «Ad te levavi animam mea...».

La Chiesa che ha sperimentato le cure e la misericordia del suo Signore nel-l’anno trascorso, sa bene che esse non sono finite e invoca il Dio dell’alleanzaperché i nemici non abbiano il sopravvento, poiché chi spera nel Signore nonresterà deluso. L’assemblea liturgica, radunata per celebrare i santi e divini miste-ri, fa sua questa invocazione e si dispone a celebrare l’Avvento colma di fiduciain colui che è venuto, viene e verrà.

I DOMENICA DI AVVENTO

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2. Chi spera in te non lo abbandoni,riconduci gli erranti sulle tue strade;perdoni il mio peccato col tuo amore,per sempre sei fedele alla tua Parola.

3. Ferito dal peccato è il mio cuore,prigioniero nell’ombra della morte;rinnovalo con il fuoco del tuo amore,perché di grazia e gioia sia adornato.

4. Addita le tue vie a chi ti ama:nella pace vivrà tutti i suoi giorni.Gli occhi del tuo servo, o Dio, risana:avvolto dalla tua luce sempre a te ritorni.

Testo: T. LadisaMusica: A. Parisi

I domenica di AvventoCanto d’ingresso

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Testo: T. LadisaMusica: A. ParisiAntifona d’ingresso

(Is 61,10)

Esulto e gioisco nel Signore,l’anima mia si allieta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza,mi ha avvolto con il manto della giustizia,come una sposa adornata di gioielli.

L’antifona d’ingresso di questa solennità è tratta dal cosiddetto Terzoisaia (Is 56-66);in essa si sviluppa il tema nuziale, la celebrazione delle nozze divine del Signore

con il suo popolo redento e rinsaldato nella sua compagine religiosa. Le parole di gio-ia ed esultanza sono poste sulle labbra della città di Dio, la nuova Sion del dopo esilioche canta inni di grazie e di lode al Signore perché ha operato fatti mirabili per il suopopolo. Sion esulta di gioia messianica nel Signore che, come uno Sposo, finalmenteadorna la sua diletta con le vesti solenni e i gioielli nuziali.

L’applicazione alla Madre di Dio è consequenziale, poiché dopo il Figlio suo a lei,più che ad ogni altra creatura conviene la gioia e l’esultanza nel Signore.

La beata Vergine Maria, infatti, è stata rivestita con la veste nuziale dello Spirito che hascritto in lei il Verbo con il suo sangue. Adornata delle vesti immacolate della grazia, daMaria può nascere nella carne il Figlio dell’eterno Padre. «Maria, l’umile fanciulla di Naza-ret, è l’isola benedetta e inviolata che viaggiava nel sangue torbido delle generazioni, lazolla di terra pura su cui Dio avrebbe posato il suo piede senza macchiarsi e l’uomo sa-rebbe, per grazia, approdato per guarire il suo male d’origine» (D.M. TUROLDO).

La spiritualità dell’Avvento, permeata di attesa, fiducia e speranza, ci permette dicomprendere la particolare presenza in esso di Maria: la piena di grazia, colei che invocacon fiducia il compiersi della Parola di Dio in se stessa e nel cuore della Chiesa.

Anche noi, celebrando questo giorno santo, possiamo dire: «Gioisce pienamente nelSignore, esulta l’umanità stanca nell’attesa: il suo Dio la favorisce ancora con l’abbondan-za di tutti i suoi doni in te, o Maria! Come l’alba dei tempi nuovi ti contempliamo, Imma-colata: vestita delle vesti di salvezza, avvolta nel manto della santità di Dio! Tutta bella sei,o Maria, adorna di gioelli, come una sposa: per te la nostra terra torna ad essere verginee feconda, si compiace di te il Creatore e gioisce come uno sposo per la sposa».

Immacolata Concezione della Beata Vergine MariaCanto d’ingresso

IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA8 dicembre

IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA8 dicembre

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2. Meraviglie ha compiuto il Signoree santo è il suo nome;nei secoli si estende il suo amoresu chi in lui è fidente.

3. Dei superbi i progetti sconvolge,e gli umili innalza,gli affamati ricolma di beni,i ricchi da sé allontana.

4. Ha soccorso Israele suo servofedele nel suo amore;come aveva promesso ai nostri padri,ad Abramo, per sempre.

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II DOMENICA DI AVVENTO

Antifona d’ingresso(Cf Is 30,19.30)

Popolo di Sion,il Signore verrà a salvare i popolie farà sentire la sua voce potente

per la gioia del vostro cuore.

Dopo aver annunciato la punizione del popolo ribelle, il profeta inter-pella Sion, la città di Dio, la sposa diletta del Signore, la comunità

che ha diritto all’annuncio favorevole e sfavorevole. La benevolenza delSignore muta il suo destino: egli stesso viene per salvare, non solo il po-polo amato, ma anche le nazioni pagane, tutti gli uomini che lo voglio-no. Questo avverrà attraverso la manifestazione visibile e udibile dellamaestosa gloria divina: «...farà sentire la sua voce potente». Così le nazio-ni potranno testimoniare con i discepoli: «Noi abbiamo visto la sua gloria,come di unigenito del Padre, pieno di grazia e di verità» (Gv 1,14).

Riecheggia in questa antifona il tema dell’universalità della salvezzaproposta a tutti. Lungo i sentieri della storia si apre una strada maestra,in seno a una umanità smarrita che invoca l’aiuto di Dio viene «Uno cheè più forte di me» e cambia il destino della storia e di ogni uomo.

In questa domenica e in quella successiva, la persona e la predica-zione di Giovanni Battista orientano la comunità cristiana nell’attesa vi-gilante del Signore che viene. Succede anche a noi come a GiovanniBattista che ha esultato di gioia nel grembo materno: quando Dio ciparla il nostro cuore esulta come se volesse persino mostrarlo nella gio-ia di una danza.

Il Signore ci parla oggi, qui e ora, in questa liturgia della seconda do-menica di Avvento, nel Figlio suo, Parola fatta carne e ci invita ad ascolta-re la sua voce per la gioia del nostro cuore.

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2. A te indicherà la via da seguire,vivrai nella gioia alla sua presenza.Vegliate! Il Signore sta per venire,con tutti userà immensa pazienza.

3. Udranno le nazioni la sua Parola,sarà come una spada bene affilata:nel cuore di ogni uomo essa risuona, perché la vita vera sia rivelata.

4. La notte come il giorno sarà splendente;la steppa e il deserto farà fiorire:di gioia il tuo cuore vedrai lucente,saranno le ferite da lui guarite.

Testo: T. LadisaMusica: A. Parisi

II DOMENICA DI AVVENTOCanto d’ingresso

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Testo: T. LadisaMusica: A. Parisi

III DOMENICA DI AVVENTO

Antifona d’ingresso(Fil 4,4.5)

Rallegratevi sempre nel Signore:ve lo ripeto, rallegratevi,il Signore è vicino.

Questa è la domenica che tradizionalmente viene detta «Gaudete», caratteristicaanche per i paramenti sacerdotali rosacei.L’antifona d’ingresso è tratta dall’ultimo capitolo della lettera ai Filippesi, tanto den-

sa di significato e ricca di teologia e di realtà spirituali da vivere. Filippi fu sempre una delle comunità predilette dall’apostolo Paolo il quale, al capi-

tolo 4,1 chiama questi suoi fedeli «fratelli miei, diletti e tanto desiderati, mia gioia emia corona», esortandoli a restare saldi nella fede ricevuta una volta per sempre, e adavere sentimenti identici, unanimi con quelli del Signore stesso.

Con il vocabolario della gioia che proviene dalla risurrezione e dal conseguentedono dello Spirito Santo, Paolo esorta tutti i fedeli a gioire sempre nel Signore risorto(Kyrios). Lo ripete ancora come rafforzativo: «Ve lo ripeto, rallegratevi». Il motivo unicoe sufficiente è contenuto nella formula «Il Signore è vicino», ossia è presente per colo-ro che lo attendono e che da lui riceveranno lo Spirito Santo e tutti i doni di grazia.

Il testo, pur finalizzato all’imminenza della solennità del Natale, è tuttavia ricco dicontenuti escatologici.

Caratterizzata dalla gioia perché la venuta del Signore è vicina, questa domeni-ca è pervasa dalla domanda di Giovanni Battista, voce di uno che grida nel deser-to, lampada che arde e risplende nell’oscurità, il più grande fra i nati di donna:«Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?».

Colui che deve venire non è il giudice che dà sfogo all’ira divina contro coloroche non si convertono e non fanno opere di penitenza. Colui che deve venire è ilSalvatore che realizza opere di misericordia e di amore, è l’Emmanuele, colui cheha posto la sua tenda non fuori dal nostro accampamento ma tra le nostre tende,è il Dio-con-noi. Rallegriamoci, dunque, per questa lieta notizia, apriamo i nostricuori alla carità e alla testimonianza, attraverso quei gesti che rivelano la presenzasalvifica di Dio nella storia e nel mondo.

III domenica di AvventoCanto d’ingresso

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Antifona d’ingresso(Is 45,8)

Stillate dall’alto, o cieli, la vostra rugiadae dalle nubi scenda a noi il Giusto;

si apra la terra e germogli il Salvatore.

Nell’immediatezza del Natale la liturgia ci invita ad assumere un atteggiamentocontemplativo. Ciò non significa evadere dalla logica dell’evento ma assimiliare

profondamente il suo significato e viverne il senso ultimo. Da lunghi secoli l’umanità sospirava il Dono dal cielo, il Messia Salvatore. Dalla boc-

ca del profeta la Chiesa apprende la grande supplica messianica: chiede ai cieli di aprir-si e stillare la rugiada e chiede alla terra di accogliere e far germogliare il Salvatore.

Il Giusto viene dal cielo, da Dio che si china sulla terra, ma è anche germoglio chenasce da una terra buona che si è aperta allo Spirito vivificante di Dio, il seno di Ma-ria. La rugiada invocata dall’alto permette alla terra di fiorire, di conservare verdi i suoigermogli e di portare frutto. Essa è benedizione di Dio, la rugiada dal cielo è rugiadaluminosa, scende nel grembo della terra e reca vita e luce.

La tradizione ha applicato a Maria, fecondata dallo Spirito, l’immagine del vello diGedeone irrorato di rugiada nell’arido deserto.

È davanti a noi il Natale del Signore. Contempliamo la grandezza del mistero conun testo di Paolino da Nola: «Dio ha creato la santa ancella come il cortile interno diun tempio, rispettosamente circondato di venerazione, aperto alla pioggia e alla ru-giada. Poi egli stesso è venuto dalle nubi del cielo, con volo silenzioso, lieve, sommes-so, come un tempo si posò la rugiada sul vello di Gedeone. Mai nessuno è riuscito apenetrare il mistero, compiutosi in modo silenzioso, del Dio divenuto uomo nel senodi una Vergine. O profondo amore del Signore per la salvezza dell’uomo! La Vergineci offre il Figlio senza collaborazione dell’uomo! Sublime immagine mistica per le noz-ze della Chiesa con Cristo! Anch’essa infatti è sorella del Signore, sposa amorevole, ecome madre, riceve il seme della Parola eterna, porta i popoli in grembo e li mette al-la luce. La sposa che nessuno ha toccato, rimane veramente sorella nell’amore; il suoabbraccio è lo Spirito poiché colui che la ama è Dio».

2. Il Signore sostiene chi inciampae rialza il debole che cade.Con gioia danza, canta e si rallegra,per ogni uomo tu sei salvezza eterna.

3. Il Signore è mia forza e mio canto,è lui la gioia della mia vita.Ha dato ascolto alla mia voce,è infinita la sua misericordia.

4. Nel Signore io ripongo la speranza,in lui sempre gioisce il mio cuore.Il tuo popolo canta ed esulta,Signore vieni, vieni presto, non tardare.

IV DOMENICA DI AVVENTO

IV domenica di AvventoCanto d’ingresso

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2. Per sempre il tuo sdegno hai deposto:sei grande, o Signore, nell’amore;la pace in ogni cuore è un grande segno:venuto sulla terra è il Salvatore.

3. Donata a chi t’accoglie è la salvezza,risplende sulla terra la tua gloria.La vita tu coroni di bellezza:l’amore si rivela nella storia.

4. La pace a noi verrà con la giustizia,uniti nell’amore a te verremo.Il cuore canterà nella letizia,la terra rifiorire noi vedremo.

Testo: T. LadisaMusica: A. Parisi

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Testo: T. LadisaMusica: A. ParisiAntifona d’ingresso

(Is 9,6)

È nato per noi un Bambino,un Figlio ci è stato donato:egli avrà sulle spalle il dominio,consigliere ammirabile sarà il suo nome.

Il periodo epifanico caratterizzato dall’attesa del Signore che viene in mezzo ai suoidiscepoli per rivelare il Padre, raggiunge l’apice nel Natale. In questo tempo, infatti,

la Chiesa celebra il Risorto nel mistero del suo amore sponsale che congiunge il cieloalla terra, gli uomini a Dio, i redenti al loro Salvatore.

Cristo Dio viene come umile annunciatore, nasce nella carne ma conserva ogniprerogativa regale divina. Sulle sue spalle di Bambino nato sta la sovranità, egli è il Reatteso dalle nazioni, il messaggero del Padre. Per divina essenza e per umana missio-ne il Bambino partecipa al consiglio eterno, con il Padre e lo Spirito Santo. Egli è an-che il Dio forte invocato da tutte le liturgie d’Oriente e d’Occidente, è il Dio onnipo-tente, è il Principe della pace, autore della pace divina sulla terra. Nell’umile condizio-ne della carne assunta, il Figlio eterno della gloria del Padre si fa volontariamente an-gelo, messaggero e annunciatore di quel consiglio grande da portare a tutti gli uomi-ni e da realizzare per essi. Infatti il culmine di tale consiglio è la croce e la risurrezione.

Così esprime il mistero di questo giorno san Leone Magno: «Il nostro Salvatore og-gi è nato: rallegriamoci. Non c’è posto per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita,una vita che distrugge il timore della morte e ci mette dentro la gioia e la speranzadell’eternità. Nessuno è escluso dal partecipare a questa allegrezza. Esulti il giusto,perché sta per giungere alla vittoria. Si rallegri il peccatore perché gli viene offerto ilperdono. Riprenda coraggio il pagano, perché viene chiamato alla vita».

La gioia natalizia coinvolge cielo e terra: il canto degli angeli, la lode dei pastori, ilMagnificat di Maria e l’allegrezza della Chiesa che non può non esultare dinanzi alla gio-iosa notizia, all’Evangelo della nascita del Salvatore. Occorre solo avere occhi per vede-re, orecchi per ascoltare, piedi per muoversi, e andare incontro a colui che viene.

Docili alla divina rivelazione e all’insegnamento della Chiesa, possiamo entrare insintonia con la Parola di Dio, anzi con colui che è la Parola fatta storia.

NATALE DEL SIGNORE Natale del SignoreCanto d’ingresso

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1. Il popolo dalle tenebre rattristatoha visto la strada illuminarsi;di letizia il suo cuore ha sussultato,con gioia ha mosso il suoi passi.

2. Il peso della sua schiavitù hai tolto,le catene dei suoi piedi hai spezzato.Sulla via della vita l’hai condotto,gli hai donato la gioia e la pace.

3. Ci ha donato un Bambino l’eterno Padre,sulle spalle il segno del potere.Il suo dominio durerà per tutti i secoli,la sua pace dovunque splenderà.

4. Cancellerà la violenza dalla terra,stabilirà la giustizia e il diritto;agirà con la forza della sua destra,il suo regno mai nessuno sconfiggerà.

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Antifona d’ingresso(Lc 2,16)

I pastori si avviarono in frettae trovarono Maria e Giuseppe,

e il Bambino deposto nella mangiatoia.

Ipastori annunciati dall’angelo corrono e trovano Maria e Giuseppe e ilBambino giacente nella mangiatoia, anticipo simbolico della deposizio-

ne nel sepolcro. La celebrazione liturgica della Santa Famiglia si inserisce profondamente

nel mistero del Natale. La nascita di Gesù, compresa alla luce della fede pa-squale, manifesta in modo singolare il disegno del Padre che chiama gli uomi-ni a formare una sola famiglia: quella dei suoi figli che vivono nella piena par-tecipazione al suo amore e nella fraterna comunione tra di loro, secondo lagrazia dell’alleanza.

Il mistero di Gesù si svela per opera di Giuseppe e per la presenza di Maria,all’interno cioè di un contesto familiare caratterizzato dall’ascolto della Parola delSignore e dall’opera dello Spirito. L’ascolto della Parola guida la Santa Famiglia diNazaret a superare le prove, la sofferenza e la stessa persecuzione, ad essere illuogo dove il cuore si apre ad accogliere il disegno di Dio, l’ambito dove la vitadi Gesù muove i primi passi nella luce della Scrittura e nella fedeltà al Padre.

La famiglia cristiana è lo spazio vitale per eccellenza dove si manifesta il di-segno di Dio nelle dimensioni profonde della comunione e dell’amore, nellasublime vocazione ad essere santuario del Risorto che, con l’energia dello Spi-rito, libera i credenti dalle tenebre delle loro paure e dalle catene dei loroegoismi per renderli partecipi della sua gioia e della sua pace. L’ascolto dellaParola, in questo contesto, appare fondamentale perché le famiglie dei battez-zati diventino ogni giorno ciò che sono chiamate ad essere: luogo in cui ilVerbo pone la sua dimora e lo Spirito compie la sua opera.

SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE

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2. La sua vita come stella risplende,non teme della notte il buio.Il misero e il povero difende,li libera dai lacci della morte.

3. Nel Signore confida il suo cuore,da lui non sarà abbandonato.L’Altissimo ascolta la sua voce:il giusto sarà sempre ricordato.

Testo: T. LadisaMusica: A. Parisi

Santa Famiglia di Gesù, Maria e GiuseppeCanto d’ingresso

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MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

Antifona d’ingresso (Sedulio)

Salve, Madre santa: tu hai dato alla luce il Re

che governa il cielo e la terra per i secoli in eterno.

Oggi su di noi splenderà la luce, perché è nato per noi il Signore;

Dio onnipotente sarà il suo nome, Principe della pace, Padre dell’eternità:

il suo regno non avrà fine. (Cf Is 9,2.6; Lc 1,33)

I l testo della prima antifona di questo giorno solenne è un saluto alla santa ge-nitrice che partorì il Re universale. I titoli poetici attribuiti a Maria convergono

verso l’unico vero titolo biblico e teologico di «Madre di Dio», la Theotokos. Oggi dunque la Vergine è proclamata dalla liturgia Madre di Dio, in quanto ha da-

to carne al Figlio unigenito. Così canta la liturgia ortodossa: «Colui che prima della stella del mattino è stato ge-

nerato dal Padre senza madre, ha in questo giorno sulla terra preso carne in te, senzapadre; per questo una stella lo annuncia ai magi, mentre gli angeli cantano con i pa-stori il tuo parto immacolato». A questo canto l’assemblea liturgica associa la sua voce,stupita da un mistero così grande che porta a pienezza il progetto creazionale di Dio.

La solennità odierna, anche a livello dei testi biblici, include altre due ricorrenze:l’inizio del nuovo anno civile e l’invito a celebrare la pace, attraverso la giornata mon-diale istituita da Paolo VI nel 1967 e destinata a durare nel tempo. Questa festa, dun-que, celebra la parte avuta da Maria nel mistero della salvezza, rinnova l’adorazione alneonato «Principe della pace» e implora da Dio, attraverso la mediazione di Maria, ildono della pace per tutta l’umanità.

Questi motivi risuonano nelle due antifone d’ingresso della celebrazione e gli stessitesti biblici proposti riprendono tali tematiche.

La festa di Maria Madre di Dio, mentre ci ricorda le altezze di gloria a cui la crea-tura umana è chiamata, ci esorta a sentirci teneramente figli di lei e a riscoprire inquel santo grembo le ragioni ultime del nostro impegno di costruttori di pace.

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2. Le promesse dei padriin te si son compiute,o Vergine Maria.

3. Beata sei, o Maria,nel grembo hai portatoil Figlio dell’eterno.

4. Da te è germogliatoil Pane della vita,il Cristo, tuo Figlio.

Testo: T. LadisaMusica: A. Parisi

Maria Santissima Madre di DioCanto d’ingresso

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Testo: T. LadisaMusica: A. Parisi

EPIFANIA DEL SIGNORE

Antifona d’ingresso(Cf Ml 3,1; 1 Cr 19,12)

È venuto il Signore nostro Re:nelle sue mani è il regno, la potenza e la gloria.

Il testo dell’antifona d’ingresso di questa solennità è ispirato al profeta Malachiae al primo libro delle Cronache. In essa si canta la venuta del Signore che ha in

sé il dominio di salvezza.La solennità dell’Epifania, dal sapore tutto pasquale, celebra il mistero di Gesù

in quella ricchezza di fede che è mirabilmente significata dai doni dei magi. Essa,perciò evidenzia i doni pasquali della rivelazione e della Parola, della fede e dellacarità, della comunione fraterna e della misericordia. I magi, con l’incenso ricono-scono che Gesù è Dio, con l’oro lo accettano come re, con la mirra esprimono laloro fede in colui che deve morire. Sono così essenzializzate le verità di Gesù: lasua divinità, la sua predicazione del regno, la sua redenzione salvifica.

L’Epifania ha un forte collegamento con la Pasqua; non a caso nella celebra-zione odierna, dopo la proclamazione del Vangelo si annuncia la data della Pa-squa. Il Gesù bambino, adorato dai magi, già richiama il Cristo crocifisso e risorto.

L’Epifania è la manifestazione pubblica della salvezza portata da Gesù, Re uni-versale, nelle cui mani è il regno, la potenza e la gloria. Egli non è venuto soloper un popolo ma per l’intera umanità. Il Bambino nato a Betlemme è portatoredella lieta notizia; egli però assume il volto di un profugo, perché è costretto adandare in Egitto, è il Messia cercato e rifiutato perché il suo vessillo sarà la croce.

Oggi la comunità cristiana è invitata dalla liturgia ad assumere l’atteggiamentodei magi per «vedere il Signore», scorgere i segni della sua presenza, seguire lastella che indica la strada per andare ad adorare il Signore.

Lasciamoci avvolgere dalla luce di questa festa e rivestiamoci di essa, affinché ilnostro cuore possa dilatarsi e palpitare. Che la Chiesa intera sappia andare, comei magi, verso Betlemme per adorare il Re universale delle genti e da Betlemmeverso il mondo per assolvere la missione che Gesù le ha affidato, quella cioè diandare incontro a tutti.

Epifania del SignoreCanto d’ingresso

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BATTESIMO DEL SIGNORE

Antifona d’ingresso(Cf Mt 3,16-17)

Dopo il battesimo di Gesù si aprirono i cieli,e come colomba

lo Spirito di Dio si fermò su di lui,e la voce del Padre disse:

«Questo è il Figlio mio prediletto,nel quale mi sono compiaciuto».

Tutti i testi liturgici della festa odierna, a partire dall’antifona d’ingresso cheapre la nostra adunanza liturgica, sono attraversati dal mistero che si cele-

bra: il battesimo del Signore al fiume Giordano, praticato da Giovanni Battista.L’antifona introitale fa riferimento ai cieli aperti sul Signore battezzato, allo

Spirito Santo che resta su di lui e alla voce del Padre con le tre parole per il Fi-glio. Si tratta di una teofania trinitaria, prima manifestazione su Gesù.

Gesù, Figlio prediletto del Padre è il vero Isacco, colui che nel battesimo èconsacrato per la sua opera messianica che culminerà sulla croce, colui nelquale si compie la rivelazione ineffabile dell’infinito amore di Dio.

Gesù è anche il Figlio del quale il Padre si compiace. Con questa espressio-ne la Chiesa del tempo apostolico riconosce nel suo Sposo il servo eletto daDio e abilitato a portare la divina rivelazione sulla terra (cf Is 42,1-4).

Lo Spirito che scende come una colomba e si posa su Gesù annuncial’evento della nuova creazione che si compie nella risurrezione del Signo-re e nella vita pasquale di tutti coloro che, mediante la fede e il battesi-mo, sono risorti con lui.

Contemplando il Figlio prediletto nel quale il Padre ha posto eternamentela sua compiacenza, la comunità cristiana riscopre la propria dignità battesi-male e la propria missione profetica. Nella luce della fede e nella celebrazionedei santi e divini misteri essa ascolta la voce del Padre che chiama, in Cristo,tutti i suoi figli e li costituisce servi per la salvezza del mondo.

2. Salverà i figli dei poveri,ai suoi occhi saranno preziosi.

3. Le nazioni di tutta la terra,saranno in lui benedette.

4. Il suo nome sarà esaltato,la sua gloria tra tutte le genti.

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2. Mia roccia, sei o Dio, mia fortezza,tu sei mio scudo, tu la mia salvezza.

3. Loderò il mio Signore, in eterno,al suo nome canterò con gioia.

4. Mia difesa sei Signore, mia forzain te confido, mai sarò deluso.

Testo: T. LadisaMusica: A. Parisi

Battesimo del SignoreCanto d’ingresso