A TAVOLA NELLA VALPLATANI:CIANCIANA GASTRONOMICA(CUCINA SICANA)
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EUGENIO GIANNONE – MIMMA PULIZZI
A TAVOLA NELLA VALPLATANI:
CIANCIANA GASTRONOMICA
(CUCINA SICANA)
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EUGENIO GIANNONE – MIMMA PULIZZI
A TAVOLA NELLA VALPLATANI:
CIANCIANA GASTRONOMICA
(CUCINA SICANA)
“Ma chi sosizza c‟è a lu so paisi,
ma chi sosizza”!
Così Giovanni Meli nella sua farsetta “Li Palermitani in festa”, nella quale, pur prendendo in giro
per il linguaggio infantile “lu baruneddu” di Cianciana, non può esimersi dall‟esaltare quella
specialità che nel „700 aveva già reso famoso il borgo in tutta l‟Isola.
A sgombrare il campo da equivoci campanilistici, diciamo immediatamente che la cucina
ciancianese, al di là di alcune sue peculiarità, è quella tipicamente siciliana che vanta una tradizione
millenaria.
Era, è, una cucina “povera”, ascrivibile alla più ampia e glorificata dieta mediterranea.
Col presente lavoro, modesto ma condotto con impegno, non s‟intende dar vita ad un prontuario
gastronomico solo per offrire agli amanti della buona forchetta un ricettario da sfogliare
occasionalmente o per insaporire, sporadicamente, con aromi particolari alcune pietanze.
Rivedere e trascrivere le ricette della cucina ciancianese significa conservare un ricco patrimonio di
cultura e di tradizioni, ripercorrere a ritroso le abitudini alimentari di un‟intera genìa; storicizzare
momenti della vita individuale e collettiva di una società che si nutriva per sopravvivere – e
lavorare ancora – e cucinava determinati cibi in particolari occasioni, legate a momenti importanti e
fondamentali del singolo (matrimonio, battesimo, lutti etc.) e della collettività (feste religiose o
laiche); vuol dire, quindi, riscoprire l‟identità di un popolo, offrire uno spaccato sociale ed
economico ed ancorarsi alle proprie radici storiche e culturali, al di là del valore specifico di un
ricettario gastronomico, pur esso importante, in una società consumistica (dell‟”usa e getta”, se
volete), che ha steso un velo di anonimato televisivo o di omologazione pubblicitaria su antiche e
trascorse pratiche culinarie, nelle quali si esprimevano la semplicità, la bontà, la cordialità,
l‟ospitalità e l‟inventiva degli abitanti del “Paese dello zolfo”, in Valplatani.
Desideriamo dedicare il libretto alle giovani e frettolose generazioni, amanti del fast-food, nel caso
vogliano cimentarsi tra i fornelli. Siamo tuttavia convinti che la buona cucina è un‟arte che si
comincia ad apprezzare sui trent‟anni. La ricerca è stata condotta sul campo. Siamo andati a trovare persone più o meno anziane, che con piacere e cordialità ci
hanno dettato le ricette, e abbiamo scartato quei piatti che solo “recentemente” hanno invaso le nostre cucine.
Per questo motivo si parla poco di pesce – ad eccezione di sarde, baccalà e anguille -, di risotti,
farfalle, tortellini, funghi, parmigiano e simili perché estranei o marginali alla nostra tradizione.
Non è peregrino ricordare che in una cucina povera trionfava, per cambiare, la fantasia (il baccalà,
per esempio, veniva anche impolpettato); che quasi tutte le pietanze ciancianesi sono la variante
locale della cucina siciliana e che parecchia carne finiva sulla brace (es. “costi di crastu”) con
relativi intingoli, mentre peperoni, melanzane e patate sul fuoco, tra la cenere, per poi spellarli e
condirli. Il “parecchia carne” è comunque relativo e non riferibile alla classe meno abbiente che ne
consumava pochissima, potendosela permettere solo nelle feste “sulleni”, quando la comprava dal
“vucceri” o tirava il collo alle galline, che un po‟ tutti allevavano e custodivano nelle stie, spesso
ricavate nei sottoscala. Il “galletto” e l‟uovo fresco andavano di preferenza ai bambini ammalati o ai
più deboli; gli altri componenti della famiglia consumavano un pasto frugale; abbondante era la
pasta, mentre il “secondo” era rappresentato da qualche ingrediente avanzato nel condire la salsa o
la pasta (es. melanzane, la scaglia di formaggio).
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E‟ chiaro che, data la fame arretrata, non era necessario stuzzicare l‟appetito con l‟antipasto,
confuso con una portata qualsiasi.
Molte famiglie allevavano il maiale (lu porcu), cui veniva fatta la “festa” a Natale, allorché era
scannato, selezionato e trasformato, in buona parte, in salsiccia. Del maiale in pratica non si buttava
nulla: il sangue (che ancora caldo veniva bevuto o trasformato in sanguinaccio), i piedi (bolliti e
mangiati), la “cutini”, il lardo e così via.
“Cu si marita sta cuntentu un jornu, cu ammazza un porcu sta cuntentu un annu”
recitava un adagio popolare.
In primavera e in autunno, smesso di piovere, si andava, più di oggi, a raccogliere verdura, asparagi,
finocchietti selvatici, lassani, carciofini, lumache etc che poi le mani amorose e premurose di mogli
o madri trasformavano in profumate pietanze.
Il trionfo della cucina ciancianese avveniva -ancora oggi- in occasione della festa di San Giuseppe,
allorché per exvoto vengono imbandite le famose “tavole”. E‟ un‟esplosione di cibi, aromi, frutta
fresca secca e “martorana”, verdura in mille ricette e composizioni varie che sono delizia del palato
e fanno venire l‟acquolina in bocca solo a guardarli.
Ogni festa aveva i suoi piatti e i suoi dolci; per questi ultimi le nostre mamme e nonne si
sbizzarrivano soprattutto nel periodo natalizio, quando preparavano vari tipi di “pasticciotti” e
“mastazzoli”. Quelle donne erano altresì espertissime nelle conserve e bravissime a preparare “lu
strattu” di pomodoro, ottenuto sistemando la salsa liquida sugli “scannatura” e facendola essiccare
al sole. Rammentiamo, infine, che anche il pane era impastato in casa (prima con “criscenti”, poi
col lievito) e che poi si portava al forno – per chi non l‟aveva in uso domestico – per la cottura.
Sempre in casa si “usciva” la pasta che, soprattutto se “tagliarina”, finiva in gloria condita con salsa
di pomodoro fresco e foglie di basilico, grattugiata con ricotta salata e consumata sullo stesso
“scannaturi”. Buon appetito!
Eugenio Giannone
Avvertenze:
- Le dosi si intendono per quattro persone, salvo diverso avviso;
- Per olio si intende sempre olio d‟oliva;
- Vino locale consigliato: bianco o rosso, armonico e aromato;
- q.b. = quanto basta;
- V. = vedi;
- Quelli che oggi consideriamo antipasto o contorno molto spesso rappresentavano il
secondo piatto o la cena. Largo uso, sempre a cena, si faceva di verdure e spesso si
mangiava pane e frutta.
- Nelle ricette manca la carota: la sua introduzione è recente.
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P R I M I P I A T T I
Frascatula
Ingredienti: 2 litri d‟acqua
Un buon mazzo di finocchi selvatici
Una cipolla
Olio, sale, pepe: q.b.
Farina q.b.
Preparazione: mettete a bollire l‟acqua. Pulite i finocchi, spezzettateli e cuoceteli nell‟acqua ormai
bollente; salate e pepate. A cottura ultimata, aggiungete la farina a mulinello, mescolando con un
mestolo per evitare grumi, fino ad ottenere una consistenza cremosa. Togliete l‟impasto ottenuto dal
fuoco e unite al soffritto d‟olio e cipolla, precedentemente preparato. Amalgamate adeguatamente e
servite.
A cottura ultimata, volendo, potete aggiungere fave e piselli, cucinati in precedenza a tutto
dentro.
Spaghetti all‟”agliu e l‟ogliu” (P)
Ingr.: gr.400 di spaghetti
3 spicchi d‟aglio
6 cucchiai d‟olio
pecorino: q.b.
un ciuffo di prezzemolo
sale, pepe: q.b.
Prep.: mettete a bollire in acqua salata gli spaghetti e rimescolate al bisogno. Nel frattempo tritate
l‟aglio e mettetelo ad imbiondire nell‟olio. Condite quindi gli spaghetti già cotti e scolati e
aggiungete il prezzemolo a pezzettini. Spolverizzate con pecorino e, se volete, con un po‟ di
peperoncino. Servire caldo.
E‟ un piatto di facile preparazione e va bene per “schiticchiate” e spaghettate di mezzanotte,
come usano ancora oggi i giovani ciancianesi, soprattutto d‟estate.
Spaghetti a “la carrittera” P
Ingr.: gr. 400 di spaghetti
3 spicchi d‟aglio
5-6 grossi pomodori maturi
un filo d‟olio
sale, peperoncino, basilico, pecorino: q.b.
Prep.: procedete come per spaghetti “agliu e ogliu”. A preparazione ultimata aggiungete il
pomodoro e l‟aglio sminuzzati. Se volete, spolverizzate anche con noce grattugiata.
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Pasta “‟ncaciata”
Ingr.: gr. 400 di spaghetti
Broccolo da 1 kg.
Una cipolla
Sale, pepe: q.b.
50 gr. tra uva passa e pinoli
5-6 cucchiai di salsa
pecorino: q.b.
pasta di salsiccia fresca: q.b.
Prep.: portate a metà cottura il broccolo in acqua bollente e salata al punto giusto; scolatelo e fatelo
a pezzettini. In una capiente padella fate imbiondire la cipolla affettata e la salsiccia screpolata;
aggiungete quindi il broccolo, uva passa, pinoli, salsa già pronta, sale e pepe e continuate la cottura.
Nel frattempo preparate gli spaghetti, scolateli e conditeli col preparato. Spolverizzate con
abbondante formaggio, mescolate e servite.
Se volete, potete passare il tutto al forno per pochi minuti e spolverizzare con mollica.
E‟ un piatto forte, molto consistente, preparato tra novembre e marzo, quando abbondano i
cavolfiori o broccoli (in dialetto “rosa di vrocculi”).
Spaghetti a “la milanisa” (P)
E‟ il piatto forte della cucina siciliana, la cui origine si fa risalire agli Arabi. Nel palermitano è in
salsa verde; qui si riporta la ricetta locale. Garantiamo che si tratta di una vera bomba, eccezionale
delizia del palato.
Il piatto è tipico del Venerdì Santo.
Ingr.: 1 kg. di finocchietti selvatici
3 acciughe sottosale (o sarde salate)
Una cipollina
400 gr. di sarde fresche
olio, sale: q.b:
50 gr. di uva passa
50 gr. di pinoli
una bustina di zafferano
400 gr. di spaghetti
mollica
Prep.: Diliscate acciughe e, a parte, le sarde; fatele a pezzettini. Pulite, lavate e lessate in
abbondante acqua salata i finocchi; scolateli e tritateli. In mezzo bicchiere d‟olio fate imbiondire, in
tegame, la cipolla affettata e scioglietevi le tre acciughe; versatevi salsa e finocchi. A metà cottura
aggiungete la sarde fresche, soffritte a parte, pinoli, uva passa, sale, pepe e zafferano. Nell‟acqua
dei finocchi cuocete gli spaghetti, scolateli e conditeli con la “milanisa”. Spolverizzate con mollica
e servite.
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“Maccu” (di fave o piselli secchi) P
Ingr.: 500 gr. di fave secche e sgusciate
Rametti di finocchio selvatico (o cavolo)
Sale, olio, pepe: q.b.
Una cipollina
400 gr. di spaghetti o pane affettato
Prep.: mettete a mollo per una intera notte le fave con qualche rametto di finocchio. L‟indomani
sciacquatele e mettetele a cuocere a fuoco dolce nell‟acqua che prendono; aggiungete un altro
rametto di finocchio, salate e pepate. Schiacciate le fave cotte con una forchetta per ridurle a purea.
Togliete dal fuoco e condite col soffritto di cipolla che avevate preparato a parte.
Si può gustare col pane o con dentro gli spaghetti sminuzzati cotti contemporaneamente e non
scolati del tutto.
E‟ un piatto che mantiene caldi e, perciò, viene proposto generalmente nei mesi invernali.
D‟estate viene preparato con fave secche ma ancora verdi; è sempre delizioso ma non ha lo
stesso sapore.
Pasta con melanzane (P)
Ingr.: 400 gr. di spaghetti
2 melanzane
4-5 foglie di basilico
salsa: q.b.
aglio, cipolla, olio, sale, pepe, pecorino: q.b.
Prep.: pulite e tagliate a dadini le melanzane e mettetele in salamoia per qualche minuto.
Soffriggetele in una padella con un po‟ d‟olio e la cipolla affettata. A parte preparate la salsa e la
pasta. A cottura ultimata, condite la pasta con la salsa, spolverizzate con pecorino e quindi
aggiungete le melanzane e una foglia di basilico a piatto.
Variante: condita la pasta con la salsa, anziché adornarla con le melanzane a dadini, fatelo con
melanzane tagliate a fette sottili e fritte. Piuttosto che con pecorino spolverizzate con ricotta
salata, soprattutto se la salsa è di pomodoro fresco.
Pasta con “sparaceddi”
Ingr.: ½ kg. di sparaceddi già puliti
1-2 spicchi d‟aglio
olio, sale: q.b.
mollica, pane grattugiato: q.b.
400 gr. di pasta ( spaghetti, ditali o pennette)
Prep.: sbollentate gli sparaceddi, scolateli e tagliuzzateli. In una padella con olio fate indorare
l‟aglio; quindi aggiungete gli sparaceddi; versatevi il pane che prendono e ultimate la cottura (se del
caso, versatevi 1-2 cucchiai d‟acqua). Cuocete la pasta e conditela con il preparato, spolverizzando
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con mollica. Se il piatto risulta troppo asciutto aggiungete un po‟ dell‟acqua nella quale avevate
cotto gli sparaceddi.
Minestrone di verdure (o di San Giuseppe) (P)
Ingr.: fave secche, fagioli, lenticchie, cavolfiori, finocchietti selvatici, cavoli spezzettati: q.b.
Olio, sale, pepe: q.b.
Cipolla: q.b.
Miscuglio di ditali e spaghetti sminuzzati
Prep.: Tenete a mollo per una nottata fave, lenticchie e fagioli. Al mattino scolateli e cuoceteli in
una capiente pentola, a fuoco dolce e con l‟acqua che prendono; a cottura ultimata aggiungete il
soffritto di cipolla preparato a parte. In un‟altra pentola piena d‟acqua, mettete a bollire il broccolo
sminuzzato, i finocchi e il cavolo; quando saranno quasi cotti, aggiungete la pasta e fatela cuocere.
A cottura ultimata, scolatela a vostro piacere e aggiungete i legumi che avevate preparato.
E‟ il piatto tipico della festa di San Giuseppe e viene offerto ai curiosi, ai visitatori e agli invitati
che ad ora di pranzo visitano le “tavole” del Santo. Va da sé che viene preparato in grande
quantità, per cui il dosaggio dei vari ingredienti è lasciato all‟arbitrio del cuoco.
Chiocciolette in salsa di tonno P
Ingr.: 180 gr. di tonno sott‟olio sgocciolato
400 gr. di pomodoro pelato
un bicchiere di vino bianco
una cipolla
un ciuffo di prezzemolo e basilico
sale, olio, pepe: q.b.
400 gr. di chiocciolette
Prep.: in una capiente padella fate imbiondire la cipolla affettata con tre cucchiai d‟olio; versatevi il
vino e fatelo evaporare; aggiungete quindi il pelato sminuzzato, salate, pepate e continuate la
cottura per venti minuti circa. Unite il tonno sminuzzato e ultimate la cottura, arricchendo la salsa
con un po‟ di prezzemolo tritato. A parte, cucinate la pasta, scolatela e versatela nella padella con la
salsa amalgamando bene con l‟aggiunta di altro prezzemolo e basilico tritati.
E‟ una ricetta recente ma ormai ben radicata.
Penne (“maglietti”) al ragù di melanzane P
Ingr.: 2 melanzane
100 gr. di carne macinata
50 gr. di guanciale o lardo
500 gr. di pomodoro pelato
200 gr. di passata di pomodoro
una noce di burro
un ciuffo di prezzemolo e basilico
una piccola cipolla
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olio, sale, pepe: q.b.
400 gr. di pennette rigate
50 gr. di pecorino grattugiato (facoltativo)
Prep.: in una casseruola mettete olio, burro, cipolla e fate imbiondire; aggiungete il guanciale
tagliato a dadini, la carne macinata e fate rosolare. Unitevi le melanzane tagliate a cubetti e fate
cuocere per circa 10 minuti. A questo punto versatevi il pelato pestato con una forchetta e la
passata; salate, pepate e ultimate la cottura. In una pentola portate a cottura le penne; scolatele e
conditele col ragù, cospargendo di basilico e prezzemolo tritati. Spolverizzate, se vi va, con
pecorino.
Pasta e fagioli P
Ingr. per 6 persone: 300 gr. di fagioli secchi
Una costoletta di sedano
Una cipolla
2-4 pomodori pelati
un peperoncino rosso
olio, sale: q.b.
600 gr. di pasta (ditali)
Prep.: mettete a bagno i fagioli per una notte. Scolateli e lessateli. In una padella riscaldate l‟olio e
fatevi rosolare la cipolla e il sedano finemente tritati; aggiungete il pelato e il peperoncino
tagliuzzati. Dopo qualche minuto di cottura, versate il tutto nei fagioli e quando saranno pronti
condite la pasta preparata a parte.
Pasta con lenticchie (P)
Ingr.: 400 gr. di lenticchie
Una costoletta di sedano
Una cipolla
3 pomodori pelati
olio, sale, pepe: q.b.
400 gr. di pasta (ditali o spaghetti sminuzzati)
Prep.: tenete a bagno per otto ore le lenticchie. Sciacquatele e poi mettetele in pentola con tutti gli
ingredienti; coprite con l‟acqua che prendono e cucinatele. A parte cuocete la pasta con 2-3 cespi di
cavoli sminuzzati. Scolatela non del tutto, unite le lenticchie e servite.
Pasta con fave e/o ricotta
Ingr.: 1 kg. di fave verdi tenere
200 gr. di ricotta fresca
formaggio grattugiato: q.b:
sale e pepe: q.b:
cipolla: q.b.
olio: q.b.
350 gr. di ditali
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Prep.: sbucciate le fave e lavatele. Soffriggete in un po‟ d‟olio la cipolla affettata e le fave; salate e
pepate. Cucinatele a fuoco dolce, aggiungendo un po‟ d‟acqua solo se necessario. A parte lessate la
pasta; scolatela non del tutto; rimettete in pentola, versatevi le fave e la ricotta. Amalgamate bene,
spolverizzate con formaggio e servite.
L A S A L S A
La salsa di pomodoro è la regina di tutte le mense e di tutte le pietanze. E‟ inimmaginabile un
piatto di spaghetti senza quel liquido rosso ed è impensabile anche la pizza.
L‟ortaggio, ormai insostituibile, proviene dall‟America ma da noi ha trovato fertile humus per cui
se ne coltivano differenti varietà.
Le nostre donne da sempre hanno imparato a conservarlo: oggi imbottigliandolo liquido, ieri
ricavandone “astrattu”, come detto in prefazione.
Per chi non dovesse aver tempo per la conserva, nessun problema: gli scaffali dei market
abbondano di lattine di concentrato, pelato e salsa di tutte le fogge e marche.
Ci piace ricordare che le nostre nonne, accanto all‟astratto, preparavano per l‟inverno “li
pennuli”, che lasciavano poi, per l‟appunto, pendere dal tetto. Annodavano le due estremità di uno
spago (50-60 cm.) e vi mettevano a cavallo, con il gambo, coppie di pomodori maturi, interi e
freschi, che nella stagione fredda usavano al bisogno.
Potete insaporire la salsa cuocendovi patate, uova ad occhio, polpette, salsiccia, involtini,
melanzane, asparagi etc, soffriggendoli prima con l‟aglio e/o la cipolla. (e.g.)
Salsa di pomodoro
Ingr.: gr. 750 di salsa di pomodoro
Una cipolla media
Uno spicchio d‟aglio
3-4 foglie di basilico
3 cucchiai d‟olio
sale, pepe: q.b.
un cucchiaio di zucchero (facoltativo) o un pizzico di bicarbonato.
Prep.: in un tegame versate l‟olio e fatevi soffriggere la cipolla affettata o tritata e l‟aglio; versatevi
la salsa, aggiustate di sale e pepe e unite le foglie di basilico. Mescolate di tanto in tanto e fate
cuocere per circa 15 minuti.
A vostro piacere, aggiungete un cucchiaio di zucchero o un pizzico di bicarbonato per togliere il
sapore acidulo.
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Se non avete la salsa liquida pronta, mettete a bollire un kg. di pomodoro dopo aver tolto il
peduncolo e averli lavati. Scolateli e passateli al setaccio per poi continuare come illustrato
precedentemente.
Se avete il concentrato, niente panico: diluitelo con acqua.
Salsa con pomodoro pelato
Ingr.: gr. 750 di pomodori interi
Una cipolla media
Uno spicchio d‟aglio
3 foglie di basilico
un cucchiaio di zucchero
olio, sale, pepe: q.b.
Prep.: lavate i pomodori, spellateli e privateli del peduncolo (se l‟operazione “spellatura” vi risulta
più difficile, scottateli: sarà più agevole).
Spremeteli per privarli dei semi e fateli a pezzettini. In una capiente padella o in un tegame,
versate tre cucchiai d‟olio; sminuzzatevi aglio e cipolla e soffriggete. Aggiungetevi quindi
pomodoro, basilico e aggiustate di sale, pepe e zucchero (facoltativo). Portate a compimento la
cottura.
S E C O N D I P I A T T I
Frittata di interiora d‟agnellone
Ingr.: fegato
Polmone
Cuore
Reni
Frattaglie
Cipolla
Olio, sale, pepe: q.b.
Prep.: fate a pezzettini tutti gli ingredienti e metteteli a friggere in una capiente padella, aggiustando
di sale e pepe. Servire caldo.
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Coratelli
Ingr.: interiora di agnello
Budella abbondanti
Sale, pepe, pane, formaggio, menta: q.b.
Uova: q.b.
Prep.: lavate benissimo e mettete a mollo in abbondante acqua e sale. Sciacquare almeno tre volte.
Impastate pane e formaggio grattugiati, menta tritata con l‟uovo, come per le polpette di pane, e
aggiustate di sale e pepe. Avvolgete l‟impasto nella caiula e legatelo strettamente con le budella.
Potete cuocerle in un brodetto condito con cipolla, sedano e pelato. Quando l‟acqua del brodo sta
per bollire tuffatevi i coratelli soffritti.
Carne alla pizzaiola
Ingr.: 4 fettine di carne di vitella
Olio, origano, sale, pepe, formaggio grattugiato: q.b.
Pomodoro pelato
Aglio: q.b.
Prep.: in una padella versate l‟olio e un lieve strato di pomodoro; sistematevi sopra le fettine di
carne, condendole con aglio tritato, sale, pepe, origano, altro pomodoro e formaggio grattugiato.
Portate a cottura.
Coniglio alla cacciatora
Ingr.: un coniglio da 1 kg.
Un pugno di olive verdi
Un pugnetto di capperi
Una costoletta di sedano (a pezzettini)
Una cipolla (affettata)
½ bicchiere di vino bianco
olio, sale, pepe: q.b.
Prep.: Fate a pezzetti il coniglio e soffriggetelo in un tegame con olio, cipolla, sedano, capperi e
olive. Aggiungete qualche pomodoro maturo (spremuto e spellato) e continuate a cuocere a fuoco
dolce. A cottura quasi ultimata, versate il vino e fate evaporare. Salate e pepate. Aggiungete qualche
cucchiaio d‟acqua solo se necessario.
* Una volta nella nostra zona la selvaggina era abbondante, tanto da richiamare, nei periodi
venatori, “sportivi” delle province limitrofe e di altre parti della Penisola. Oggi a causa degli
incendi, dei diserbanti e dell‟elevato numero delle “doppiette”, la situazione è drasticamente mutata,
cioè peggiorata.
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Brodo di carne
Ingr.: 500 gr. di carne di vitella (o pollo)
2 costolette di sedano
una cipolla
4 pomodori maturi
sale, pepe: q.b.
Prep.: fate bollire la carne in una pentola d‟acqua e con un mestolo forato schiumate. Aggiungete le
carote, la cipolla affettata, il sedano, sale, pepe, e pomodori e portate a cottura. A vostro piacere,
unite qualche patata intera e capata. Togliete la carne cotta dal brodo; passate a setaccio gli altri
ingredienti, riaggiungeteli al brodo e cuocetevi la pasta (il riso o i tortellini). Se non vi va la pasta,
servite il brodo con la carne.
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Carne a sugo
Ingr.: 500 gr. di carne di vitello (coscia, a pezzetti)
500 gr. di patate
una cipolla
olio, sale, pepe, basilico: q.b
un litro di salsa di pomodoro
50 gr. di concentrato
Prep.: lessate la carne, scolatela e poi soffriggetela in olio e cipolla affettata. Fate rosolare bene.
Aggiungete quindi la salsa, il concentrato, le patate, il basilico tagliuzzato; aggiustate di sale e pepe
e continuate a cuocere per almeno un‟ora.
Testa di agnellone ad insalata
Ingr.: la testa di un agnellone
2 costolette di sedano
una cipolla
2-4 pomodori o salsa
sale, pepe, olio: q.b.
limone: q.b.
Prep.: lavate bene la testa in acqua tiepida e scolatela: Affettate il sedano, la cipolla e con la testa
metteteli a cuocere in acqua abbondante. Aggiungete la salsa, salate e pepate. A cottura ultimata,
togliete la testa dal brodo e disossatela. Conditela con olio e limone e servite.
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Testa di agnellone a spezzatino
Ingr.: la testa di un agnellone
300 gr. di patate
una cipolla
prezzemolo tritato
sale, olio, pepe: q.b.
½ bicchiere di vino bianco
Prep.: portate a metà cottura la testa in una pentola. In un tegame fate rosolare la cipolla con le
patate tagliate a tocchettini e poi coprite d‟acqua. Unitevi la testa disossata, il prezzemolo tritato,
salate pepate e ultimate la cottura. A vostro piacere versate un mezzo bicchiere di vino bianco e fate
evaporare.
Lingua agli aromi
Ingr.: Una lingua di vitello
Aglio, sale e pepe: q.b.
Salsa, olio: q.b.
Formaggio a pezzettini: q.b.
Salvia, rosmarino e prezzemolo a foglie intere: q.b.
½ limone
Prep.: lavate bene la lingua, praticatevi dei buchi, arrotolatela legandola e portatela a metà cottura in
acqua salata. Scolatela, togliete la pelle e nei buchi inserite, a piacere, gli ingredienti. Quindi
affettatela e sistematela a strati, con la salsa già pronta, in una teglia oleata e passatela al forno per
completare la cottura, dopo aver aggiustato di sale e pepe e spolverizzato con succo di mezzo
limone
Lingua in umido
Ingr.: una lingua di vitello
Una cipolla o 2 spicchi d‟aglio
200 gr. di piselli
olio, sale, pepe: q.b.
½ bicchiere di vino bianco
un ciuffo di prezzemolo
formaggio: q.b.
Prep.: lavate la lingua e in acqua salata portatela a metà cottura; scolatela, spellatela e tagliatela a
pezzettini. In un tegame fate rosolare nell‟olio la cipolla affettata (o l‟aglio), poi unite la lingua e il
vino che farete evaporare; salate, pepate e continuate la cottura. Aggiungete i piselli e il prezzemolo
tritato. Prima del compimento della cottura, spolverizzate col formaggio grattugiato.
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Involtini di cotenna di maiale
Ingr.: 700 gr. di cotenna di maiale
300 gr. di carne macinata
4 cucchiai di pane grattugiato
3 cucchiai di formaggio grattugiato
3 uova
un ciuffo di prezzemolo
latte, sale, pepe: q.b.
Prep.: scottate la cotenna, tagliate ad ampie fette, per eliminare un po‟ di grasso. Scolatela e fatela
raffreddare. A parte preparate l‟impasto come per le polpette, amalgamando gli ingredienti con un
po‟ di latte; salate e pepate. Dividete l‟impasto ottenuto in tante parti quanti sono gli involtini da
preparare; avvolgetele nella cotenna e chiudete con stecchini. Si consiglia di cuocerli a sugo.
Generalmente la cotenna (cutini, in dialetto) veniva usata per insaporire i fagioli.
Involtini di tacchino
Ingr.: 4 filetti di tacchino
4 fette di pancetta
½ limone
½ bicchiere di vino bianco
3 foglie di salvia
un rametto di rosmarino
sale, olio, pepe: q.b.
Prep.: adagiate la carne su una spianatoia, salate, pepate e sistematevi sopra le fette di pancetta.
Arrotolate e chiudete con uno stecchino. In un tegame versate l‟olio e fate soffriggere gli involtini,
la salvia e il rosmarino. Aggiungete quindi il succo del limone e il vino. Cuocete a fiamma bassa e
servite caldo.
Involtini di carne (brusciuluna)
Ingr.: 4 larghe fettine di vitella
2 uova sode
menta e/o prezzemolo tritati
2 cucchiai di pane grattugiato
un po‟ di formaggio grattugiato
2 fette di mortadella tagliate a metà
Prep.: allargate le fettine di carne e sistematevi sopra il pane e il formaggio grattugiati, la
mortadella, la menta e il prezzemolo, pezzettini di uova sode, aggiustate di sale e pepe, arrotolando
le fettine su se stesse e chiudendo con stecchino, come si faceva una volta, legandole con filo.
Si consiglia di cuocerli a sugo, soffriggendoli con aglio e cipolla.
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Formaggio, che passione!
Largo uso è stato sempre fatto di formaggio (tumazzu) adoperato come condimento e come cibo
da ricchi e poveri. Anche il formaggio ha una sua origine mitologica: secondo gli antichi Greci
fu Aristeo, figlio di Apollo, a rubarne il segreto al centauro Chirone e a trasmetterlo agli uomini.
In Sicilia e quindi anche a Cianciana si consumano formaggi freschi e stagionati e ricotta
ricavati da latte ovino e preparati ancor oggi, nei piccoli centri, con metodi tradizionali.
Tra i formaggi di più largo consumo annotiamo: il pecorino (“’ncannistratu”) e il primosale,
talvolta pepati; la “tuma”, la provola (“pruvuluni”) e il caciocavallo (“cascavaddu”), prodotti
generalmente tra autunno e primavera inoltrata.
Ha sapore di gioventù andare di buon ora a degustare “ricotta e seru” con pane sminuzzato
presso le stesse mandrie dei pastori, che poi verseranno la ricotta fresca nelle fiscelle
(“vasceddi”) e la porteranno a casa o nei negozi per la vendita.
Molto apprezzata la ricotta salata, gustosissima su alcuni piatti tipici _ (e.g.)
Polpette di carne, fritte o a sugo
Ingr.: Gr. 300 di carne macinata
2-3 cucchiai di pane grattugiato
uno spicchio d‟aglio (tritato)
foglioline di menta (o prezzemolo)
2 uova
2 cucchiai di formaggio
sale, pepe: q.b.
olio abbondante
un po‟ di latte per ammorbidire
Prep.: Ammorbidite il pane con un po‟ di latte, aggiungete tutti gli ingredienti – non l‟olio – e
amalgamate bene. Dall‟impasto ricavate le polpette che volete e friggetele nell‟olio.
Se volete condire la salsa con le polpette, nell‟olio portatele solo a metà cottura per continuare
poi nel tegame con la salsa.
Polpette in agrodolce
Ingr.: v. polpette fritte
Una cipolla
Olio: q.b.
½ bicchiere d‟aceto
un cucchiaio di zucchero
Prep.: preparate le polpette come nella ricetta indicata. In un tegame o padella soffriggete a fiamma
dolce la cipolla affettata; aggiungetevi quindi l‟aceto, lo zucchero e infine le polpette, amalgamando
bene. Fate evaporare l‟aceto e servite caldo.
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Polpette di pane
Ingr.: 200 gr. di pane grattugiato
Foglioline di menta o prezzemolo
100 gr. di formaggio grattugiato
3 uova
2 cucchiai di latte
olio, sale, pepe: q.b.
Prep.: impastate il tutto e amalgamate bene, ricavandone le polpette volute. Friggete nell‟olio.
Ottime anche a sugo o in bianco con le patate.
Se avete asparagi, spezzettatene la parte morbida e amalgamatela assieme agli altri ingredienti.
Son gustose anche queste polpette.
Polpette di patate
Ingr.: 500 gr. di patate
Formaggio grattugiato
Menta (o prezzemolo)
Olio, sale, pepe: q.b.
2 uova
Prep.: bollite le patate, spellatele e riducetele a purea. Impastatele con le uova aggiungendo il
formaggio grattugiato e la menta e/o il prezzemolo tritati. Ricavatene delle polpettine, appiattitele e
friggetelo in olio bollente.
Stufato di patate e polpette
Ingr.: 300 gr. di carne macinata
2-3 cucchiai di pane grattugiato
uno spicchio d‟aglio
qualche fogliolina di menta
2 uova
2 cucchiai di formaggio grattugiato
un po‟ di latte per ammorbidire
olio abbondante
½ kg. di patate
qualche rametto di prezzemolo
sale, pepe: q.b.
Prep.: preparate le polpette (v. polpette fritte) e soffriggetele. Sbucciate le patate, tagliatele a
tocchettini e rosolatele in un tegame con olio e cipolla affettata. Aggiungetele polpette, fate rosolare
ancora un po‟, aggiungete due cucchiai di salsa, ricoprite di acqua portando a termine la cottura. Per
aromizzare ulteriormente, qualcuno ama unire una foglia di alloro. Servire caldo.
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Trippa a sugo
Ingr.: un kg. di trippa
½ kg. di patate
un litro di brodo di carne
100 gr. di guanciale (o pancetta affumicata)
300 gr. di passata di pomodoro
una cipolla
una noce di burro
sale, olio, pepe: q.b.
Prep.: pulite bene la trippa e scottatela in abbondante acqua (a meno che non sia precotta).
Tagliatela a lamelle sottili. In un tegame mettete a rosolare, in olio, il guanciale tagliato a dadini, la
cipolla affettata e il burro. Aggiungete la trippa e rosolate per altri cinque minuti. Versatevi quindi il
brodo, la passata di pomodoro e continuate a cuocere per venti minuti, aggiustando di sale e pepe.
Aggiungete ora le patate tagliate a tocchetti non troppo grossi e ultimate la cottura. Servite caldo,
spolverizzando, se vi va, con pecorino.
Trippa a “stricasali”
Ingr.: un kg. di trippa
Sale e pepe
Prep.: pulite bene la trippa, tagliatela a lamelle sottili e fatela cuocere in acqua bollente. Servitela
calda e lasciate che i commensali insaporiscano con sale e pepe a loro piacere.
Generalmente la trippa così cotta va posta in un unico piatto al centro della tavola. I
commensali riceveranno un piatto con sale e pepe abbondanti su un bordo e si serviranno da
soli.
Mollica
E‟ la cosa più semplice del mondo. Il problema è riuscire nell‟impresa di non bruciarla.
Ingr.: 100 gr. di pangrattato
2-3 gocce d‟olio
un pizzico di sale
Prep.: Riscaldate in una padella l‟olio, versatevi la mollica e mescolate costantemente con un
mestolo. Spegnete il fuoco alla doratura desiderata. Aggiungete un pizzico di sale e, se vi va, un
pizzico di zucchero.
Ottima sulla pasta alla milanisa, su quella con “sparaceddi”, “‟ncasciata” etc.
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L‟antipasto (tra serio e faceto)
Mai, si potrebbe dire oggi, nome è stato più azzeccato: antipasto, cioè il contrario, il nemico del
pasto, che consumato fa passare l‟appetito e quindi annulla la voglia – si fa per dire – del pranzo o
della cena. E‟ così vario e abbondane!
Lo dovremmo chiamare, perciò, ante-pasto, se è vero che bisogna gustarlo prima per stuzzicare
l‟appetito, che una volta era tanto ed arretrato da non aver bisogno di essere “squietato”.
Di antipasti alla siciliana o all‟italiana son pieni tutti i testi di cucina, per cui vi congediamo
ricordando che la composizione della portata è legata alla fantasia della padrona di casa che,
generalmente, da noi utilizza: pomodori secchi sott‟olio (“chiappe”), olive nere (“passuluna”) e
verdi, pecorino fresco tagliato a fette triangolari, sarde salate, capperi, peperoncino, bruschetta,
salsiccia essiccata, melanzane e carciofini sott‟olio, cardi, verdure impanate, fior di zucchine fritte,
insaporiti con aceto, origano, limone, uovo sodo etc. Sbizzarritevi! (e.g.)
Frittata di asparagi e uova
Ingr.: un buon mazzetto di asparagi selvatici
4-6 uova
olio, sale, pepe: q.b.
Prep.: lavate gli asparagi e fate a pezzettini la parte più morbida. Fateli asciugare e friggeteli in una
padella con olio. Salate. In una terrina sbattete le uova, aggiustate di sale e pepe e, quando gli
asparagi saranno cotti, versateveli sopra, avendo cura di far cuocere da entrambi i lati.
Alla stesso modo potete preparare una “froscia” di fave verdi e/o piselli novelli.
Patate in bianco
Ingr.: 750 gr. di patate
Una cipollina
Un ciuffetto di prezzemolo
Olio, sale e pepe: q.b.
Formaggio grattugiato
Una foglio di alloro
Prep.: pulite le patate e tagliatele a pezzetti. In un tegame fate rosolare la cipolla, aggiungete le
patate e continuate a soffriggere. Ricopritele quindi d‟acqua, salate, pepate, unite il prezzemolo
tritato, una foglia di alloro e portate a cottura. Servitele calde, spolverizzando con formaggio.
Potete condirvi anche la pasta (ditali)
A cottura di patate quasi ultimata, alcuni amano aggiungere delle uova intere (senza guscio).
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Uova fritte ad occhio
La cosa più semplice del mondo, preparabile in quattro e quattr‟otto; un autentico “uovo” di
Colombo.
Ingr.: 4-6 uova
Olio, sale e pepe: q.b.
Prep.: fate bollire l‟olio in una padella e versatevi le uova, avendo cura, rompendo con una forchetta
il guscio, di non intaccare i tuorli. Salate, pepate, fate cuocere un po‟ e servite caldo.
Uova fritte con cipolla
Ingr.: 4-6 uova
Una cipolla
Olio, sale, pepe: q.b.
Prep.: affettate o tritate la cipolla e fatela imbiondire nell‟olio; versatevi le uova sbattute, condite
con sale e pepe, e continuate la cottura.
Uova a “pisciteddu”
Ingr.: 4-6 uova
1-2 cucchiai di formaggio grattugiato
qualche fogliolina di prezzemolo
olio, sale, pepe: q.b.
Prep.: in una terrina sbattete le uova col formaggio e il prezzemolo tritato, aggiustate di sale e pepe
e amalgamate bene. In una padelle fate bollire l‟olio e versatevi le uova avendo cura di cuocere da
entrambi i lati, aiutandovi, per capovolgere la frittata, con un sottopiatto o un coperchio o
arrotolandola su se stessa.
Uova fritte con patate
Ingr.: 4 uova
500 gr. di patate
una cipolla
olio, sale, pepe: q.b.
Prep.: sbucciate le patate, tagliatele a fettine e friggetele in olio bollente con cipolla affettata. Salate.
Quando si saranno imbiondite e perciò cotte, copritele con le uova precedentemente sbattute e
adeguatamente salate e pepate. Fate cuocere da entrambi i lati.
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Uova strapazzate con salsiccia
Ingr.: 4-6 uova
100 gr. di pasta di salsiccia
olio (o burro), sale, pepe: q.b.
Prep.: In una padella soffriggete la salsiccia con l‟olio, sfarinandola quanto è possibile. In una
terrina sbattete le uova; salate, pepate e versateli sulla salsiccia. Mescolate, fate rapprendere e
servite caldo.
* Altro modo di preparare le uova: buttatele, senza guscio naturalmente, nel tegame nel quale state
ultimando la cottura della salsa di pomodoro.
Uova cotte in acqua
Ingr.: 4-6 uova
3 spicchi d‟aglio
½ lt. d‟acqua
un ciuffetto di prezzemolo
olio, sale, pepe: q.b.
Prep.: fate a pezzettini l‟aglio e mettetelo a soffriggere leggermente in un tegame con l‟olio.
Aggiungete l‟acqua, il prezzemolo tritato, sale e pepe e fate bollire per qualche minuto. Sbattete in
una terrina le uova e versatele nell‟acqua bollente mescolando continuamente. Aggiustate di sale e
pepe e servite caldo.
Lumache al sugo
Ingr.: kg. 1 di lumache
½ kg. di pomodori pelati
½ kg. di patate
1 spicchio d‟aglio
1 cipollina
olio, sale, pepe: q.b.
Prep.: Spurgate le lumache. Sistematele in una capiente pentola colma d‟acqua e iniziate la cottura a
fuoco dolce, facendole bollire per qualche minuto. Cambiate quindi l‟acqua e ultimate la cottura.
Mondate le patate e fatele a pezzettini. In un tegame preparate la salsa, aggiungete le patate e
condite. Quando la salsa sarà pronta e le patate cotte, versatevi le lumache e amalgamate per due-tre
minuti.
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Lumache all‟agliotta
Ingr.: 1 kg. di lumache
2-3 spicchi d‟aglio
olio, sale, pepe: q.b.
Prep.: spurgate le lumache e cuocetele (v. lumache al sugo). Scolatele e conditele con olio, pepe e
aglio tritato.
Baccalà fritto (P)
Ingr.: 1 kg. di baccalà sottosale
150 gr. di farina
olio, sale, pepe: q.b.
Prep.: pulite il baccalà, tagliatelo a pezzettini e tenetelo a mollo per due giorni, cambiando acqua
mattina e sera. Scolatelo, infarinatelo e friggetelo in abbondante olio, aggiustando di sale e pepe.
Servite caldo con fette di limone.
Baccalà in agrodolce
Ingr.: 1 kg. di baccalà sottosale
150 gr. di farina
½ bicchiere d‟aceto
1 cipolla
1 cucchiaio di zucchero
olio, sale, pepe: q.b.
Prep.: procedete come per il baccalà fritto e tenetelo pronto.
In un tegame fate rosolare bene nell‟olio la cipolla affettata, a fiamma moderata. Aggiungete
l‟aceto con lo zucchero e quindi il baccalà. Mescolate qualche minuto per insaporire e far evaporare
l‟aceto. Servire caldo.
Baccalà all‟agliotta
Ingr.: 1 kg. di baccalà sottosale
3 spicchi d‟aglio
abbondante prezzemolo
3 cucchiai d‟olio
sale e pepe: q.b.
Prep.: In un tegame mettete nell‟olio ad imbiondire prima l‟aglio tritato e poi il baccalà, pulito e
tagliato a pezzettini (come più volte detto). Cucinate a fuoco moderato, aggiungendo un po‟ d‟acqua
se necessario. Salate, pepate e, a cottura ultimata, aggiungete il prezzemolo tritato. Servire caldo.
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Baccalà in umido
Ingr.: 1 kg. di baccalà sottosale
½ kg. di patate
2-3 cucchiai di salsa
una cipolla
un ciuffetto di prezzemolo
olio, sale, pepe: q.b.
Prep.: Pulite e affettate il baccalà; tenetelo in umido per due giorni, cambiando l‟acqua due volte al
giorno. In un tegame soffriggete la cipolla tritata e le patate sbucciate e tagliate a tocchetti; portatele
a metà cottura. Aggiungete la salsa e il baccalà portando a termine la cottura e sistemando di sale e
pepe. Spolverizzate col prezzemolo tritato. Servire caldo.
Il vino
Nella dieta mediterranea il vino occupa un posto di rilievo e regna sovrano su tutte le mense,
nonostante le “mericanate” moderne. Un bicchiere di buon vino non ha mai fatto male a nessuno;
semmai è l‟abbondanza a provocare danni all‟organismo.
Fino a non molti anni fa nei paesi esistevano delle taverne in cui i devoti di Bacco amavano
incontrarsi e consumare il prezioso liquido tra un tressette, una briscola e una spizzicata di
carciofini o altre vivande. Non infrequente era il “tocco”, consistente nel bere, in compagnia, del
vino messo in palio con brindisi, inviti secondo determinate regole.
Anche il vino viene alle contrade sicane dall‟oriente, ma da noi la vite ha trovato fertile humus
preferendo climi secchi, poco umidi e terreni asciutti; si hanno generalmente vini di alta gradazione
alcoolica, corposi e di un brillante colore rosato.
Una volta le modeste produzioni di uva dei piccoli impianti viticoli, allevati ad alberello,
venivano destinate al consumo familiare, vendendo gli agricoltori solamente il prodotto in esubero;
oggi, invece, i vigneti occupano superfici molto più estese, in coltura intensiva e razionale – allevati
a spalliera o tendone – e l‟intera produzione viene conferita alle cantine sociali.
La vendemmia avviene generalmente a settembre e un tempo rappresentava una festa alla quale
partecipavano gli amici, che la sera venivano gratificati con un “panaru” d‟uva.
Non ha attecchito a Cianciana la “Festa dell‟uva”.
Dopo la vendemmia e la pigiatura ( oggi nei frantoi, mossi tradizionalmente da muli ), il mosto –
misurato a “vestii” -* viene fatto fermentare, con opportuni accorgimenti, nelle botti e l‟11
novembre, giorno di S. Martino, si spilla accompagnandolo con frittelle. In inverno inoltrato si
travasa.
La gradazione alcoolica indica la percentuale di alcool etilico presente nel vino; il nostro
generalmente ce l‟ha alta e pochi bicchieri bastano ad ubriacare e rendere brilli. Ecco perché altrove
viene utilizzato come vino da taglio. Il suo colore non dipende da quello dell‟uva ma dalle vinacce,
cioè dall‟insieme delle parti solide residuali della torchiatura (es. : bucce, polpa,vinaccioli).
Tra i vitigni più diffusi nell‟agro ciancianese: „nzolia ( insolia), pirricuni ( detto anche “catanisi”,
perricone ), cirinciò ( cerasuolo ), calabrisi (nero d‟Avola), che danno vini abbastanza corposi.
Il dio pagano protettore della vite e del vino era Bacco ( Dioniso), in onore del quale venivano
celebrati in Grecia i “bacchanalia”, che spesso degeneravano in orge. A Roma, ad aprile e ad
agosto, si celebravano i “vinalia”.
Il più furbo produttore di vino di ogni tempo è Ulisse.
Chiedere a Polifemo. Salute! (eg)
*Una “vestia” di vino equivale a 70 litri; una “vutti” (botte) a 560.
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Sarde alla lattuga
Ingr.: 0,800-1,000 kg. di sarde fresche
Una cipolla
2-3 spicchi d‟aglio
origano, prezzemolo
olio, sale: q.b.
Prep.: in un tegame versate l‟olio, la cipolla affettata, salate e pepate. Soffriggete poco poco.
Sistematevi sopra un primo strato di sarde pulite e diliscate; copritelo con foglie di lattuga e
spolverizzate con sale, origano, prezzemolo e un po‟ d‟aglio. Sistematevi ora un altro strato di sarde
e condite come sopra, fino ad esaurimento dell‟ingrediente principale.
Sarde acetate e fritte
Ingr. 0,800-1,000 kg. di sarde fresche
1 bicchiere d‟aceto
1-2 etti di farina
olio, sale, pepe: q.b.
Prep.: pulite e diliscate le sarde. Mettetele per qualche minuto a mollo nell‟aceto; scolatele,
infarinatele e friggetele nell‟olio. Servire caldo con fette di limone.
Sarde a beccafico (P)
Eccezionale. Altro piatto forte della cucina siciliana e, perciò, ciancianese, che si consuma durante
tutto il corso dell‟anno. Tipico, da noi, soprattutto in occasione della festa di S. Giuseppe e del
Venerdì Santo.
Ingr.: 1 kg. di sarde fresche
200 gr. di pane grattugiato
uno spicchio d‟aglio
un ciuffetto di prezzemolo
un uovo intero
foglie di alloro
olio, sale, pepe: q.b.
un pizzico di bicarbonato
farina: q.b.
Prep.: Squamate le sarde, togliete testa e coda, lasciandole attaccate sul dorso. Preparate, senza farlo
indurire il composto di pane con l‟uovo, unendo l‟aglio tritato finemente, il pizzico di sale, il
prezzemolo tritato e il bicarbonato. Prendete un po‟ del composto e chiudetelo tra due sarde;
infarinate e sistemate i pezzi ottenuti in una pirofila, separandoli con foglie di alloro. Li potete
friggere, oppure farli in agrodolce o, ancora, al forno con un po‟ di salsa.
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Anguille in umido
Per le anguille, pescate un tempo abbondantemente nelle acque salate del fiume Platani (l‟antico
Halycos) vale quanto detto per il coniglio. E‟ ovvio che diversi sono i soggetti causa della sua
scomparsa.
Ingr.: 1 kg. di anguille
4-5 pomodori pelati
foglie di salvia, prezzemolo, costolette di sedano
una cipolla
½ bicchiere di vino bianco
olio, sale, pepe: q.b.
Prep.: Pulite le anguille, fatele a pezzi, sciacquatele e asciugatele. Soffriggetele assieme alla cipolla
affettata. Aggiungete il pomodoro e, a metà cottura, salvia, prezzemolo e sedano tritati. Poco prima
di spegnere la fiamma versate il vino e fate evaporare. Aggiustate di sale e pepe e servite caldo.
Cucinate a fuoco lento e aggiungete qualche cucchiaio d‟acqua solo se necessario.
Sfinciuni
Ingr.: 1 kg. di farina rimacinata
1-2 cubetti di lievito
sarde salate
olive nere
pomodoro pelato, abbondante
formaggio grattugiato: q.b.
sale, olio, pepe, origano: q.b.
acqua, origano: q.b.
Prep.: Impastate la farina con acqua, olio e lievito, ottenendo un impasto morbido. Fate lievitare.
Nel frattempo preparate il pelato con la cipolla. Ungete d‟olio una o più teglie e sistematevi la pasta
in strato non troppo sottile. Condite con abbondante salsa, pezzettini di sarde, qualche oliva nera,
spolverizzate con formaggio e, se vi va, con origano. Infornate a 250°.
Qualcuno ama ricoprire la pasta condita con un altro strato di pasta.
Nella preparazione dell‟impasto prima di metterlo in teglia le massaie amavano “caddiare” la
pasta con olio, limone e bicarbonato per conferirle morbidezza.
Il grano, la primavera, il mito
Il più affascinante mito agrario della classicità è quello di Demetra e Core, che gli antichi Greci
hanno pateticamente tentato di far proprio ma che è di chiara origine siciliana. Ha un significato
allegorico e simboleggia l‟alternarsi delle stagioni, l‟avvicendarsi del dì e della notte, della luce e
delle tenebre, la perenne lotta tra bene e male, il trionfo della vita sulla morte.
La dea Demetra e la figlia Core abitavano al centro della Sicilia, in un luogo d‟eterna primavera
e il cui intenso profumo ingannava l‟olfatto dei cani. Core vi trascorreva amenamente il tempo
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assieme a Diana ed Atena (che avrebbe in seguito regalato agli uomini l‟ulivo, simbolo della pace).
Della giovane dea s‟invaghisce Ade (o Plutone), che la rapisce conducendola nei Campi Elisi a
regnare sui morti. Demetra, disperata, cerca ovunque ma invano la figlia, beneficando i siciliani
che l‟avevano ospitata col dono del grano; si rivolge infine a Giove, che ottiene dal fratello Ade che
la fanciulla trascorra parte dell‟anno sottoterra, accanto al marito che ha appreso ad amare, e
parte sulla terra che al suo ritorno, in primavera, rifiorisce.
Quale albero più del mandorlo raffigura il risveglio della Natura?
Quindi: Demetra rappresenta la terra-madre (De-meter); Core, con nomi diversi, il grano verde,
maturo o raccolto e, per il continuo rinascere dei fiori, la vita che trionfa sulla morte. Il frutto del
grano, infatti, è alla base dell‟alimentazione (=vita) di tutti i popoli mediterranei.
Credo sia dedicata, almeno nelle origini, a queste divinità ctonie la sagra che si svolge a
Cianciana nella notte tra il 31 luglio e il 1° agosto di ogni anno, allorché in ogni strada vengono
messi a cuocere in capienti calderoni fave, ceci, frumento etc, offerti con generoso vino al vicinato
e ai curiosi. (e.g.)
Caponata di melanzane (P)
Ingr.: 2 costolette di sedano
3 grosse melanzane
una cipolla
100 gr. di olive verdi snocciolate
2 cucchiai di capperi
½ bicchiere d‟aceto
1-2 cucchiai di zucchero
olio, sale, pepe: q.b.
Prep.: tagliate a cubetti le melanzane e lasciatele in salamoia per due ore circa; quindi lavatele e
soffriggetele. Sbollentate il sedano sminuzzato e soffriggetelo per pochi istanti con olive e capperi.
Unite il tutto in una padella aggiungendo l‟aceto, lo zucchero e la salsa necessaria, preparata
precedentemente con un soffritto di cipolla. Passate al forno per pochissimi minuti per amalgamare
e insaporire. Aggiustate di sale
Ricetta alternativa e più sbrigativa: dopo aver soffritto la cipolla, mettete tutto in una terrina,
salate e passate al forno per la cottura, avendo cura di diluire la salsa.
Polpette di melanzane
Ingr.: 3 melanzane
Uno spicchio d‟aglio tritato
Un ciuffo di menta o prezzemolo tritato
Pangrattato: q.b.
Formaggio grattugiato: q.b.
1-2 uova
sale, olio, pepe: q.b.
Prep.: pulite e lessate le melanzane. Spappolatele e impastatele col pane, formaggio, menta e uovo.
Pepate, salate e ricavatene polpette. Friggetele in olio oppure cuocetele nella salsa dopo averle
soffritte.
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Melanzane ripiene
Ingr.: 4 grosse melanzane
Formaggio vecchio a scaglie: q.b.
Formaggio grattugiato
Salsa di pomodoro (o conserva): q.b.
Aglio, cipolla, sale, olio, pepe: q.b.
Prep.: pulite le melanzane e praticate in ognuna quattro tagli laterali; inseritevi le scaglie di
formaggio e l‟aglio a pezzettini. In un tegame preparate il soffritto di cipolla, sistematevi le
melanzane, fatele rosolare e ricopritele di salsa. Prima di servire –calde- spolverizzate con
formaggio e/o mollica.
Melanzane ripiene
Ingr.: 4 melanzane
Formaggio e pane grattugiati: q.b.
Prezzemolo e basilico: q.b.
Sale e pepe: q.b.
2 uova
Prep.: lavate le melanzane, togliendo il picciolo, lessatele, dopo averle tagliate a metà per il lungo.
Con un cucchiaio togliate dalle melanzane la pasta molle per ricavare un incavo. A parte impastate,
con le due uova, la parte molle già asportata delle melanzane, formaggio e pane grattugiato,
prezzemolo e basilico tritati. Aggiustate di sale e pepe e amalgamate bene. Dividete l‟impasto così
ottenuto in otto parti, sistematelo nella parte concava delle melanzane; adagiatele su una teglia unta
d‟olio e passate al forno per la cottura.
Frittata alla “viddanedda”
Ingr.: una melanzana
2 peperoni
mezza cipolla
4-5 pomodori maturi a pezzettini
olio, sale e pepe: q.b.
Prep.: pulite melanzana e peperoni e fateli a pezzettini. Mettete tutto assieme alla cipolla affettata e
al pomodoro in una padella con olio e friggete fino a cottura, aggiustando di sale e pepe.
Verza in umido
Ingr.: verza di ½ kg.
4-5 patate
sedano in costolette
qualche cucchiaio di salsa
acqua, olio, sale e pepe: q.b.
Prep.: lavate e affettate la verza; sbucciate e fate a tocchettini la patate. Fate soffriggere nell‟olio in
tegame. Quindi aggiungete le costolette di sedano a pezzettini e la salsa. Aggiustate di sale e pepe e
portate a cottura, aggiungendo un po‟ d‟acqua, se necessario.
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Cavuli trunzuti a bozza
Ingr.: gr. 500 di cavoli
Mollica: q.b.
Olio, sale, pepe: q.b.
1-2 spicchi d‟aglio
Prep.: pulite i cespi di cavoli, lessateli in acqua salata e poi scolateli. Preparate un soffritto con
l‟aglio, aggiungete i cavoli, aggiustate di sale e pepe e fate amalgamare bene in padella con
aggiunta di mollica.
Ceci neri (o fagioli)
Ingr.: 400 gr. di ceci neri
50 gr. di guanciale (o pancetta affumicata o lardo)
una cipolla
olio, sale e pepe: q.b.
Prep.: mettete a mollo in acqua tiepida per un‟intera notte i ceci. In un tegame preparate il soffritto
di cipolla tagliata a fettine e guanciale tagliato a cubetti; quindi unite i ceci sgocciolati, fateli
rosolare leggermente e poi ricopriteli con acqua. Pepate, salate, aggiungete un filo d‟olio crudo e
servite.
Cuocendo ceci bianchi potete semplicemente lessarli (dopo averli tenuto in bagno per una notte)
in acqua salata, insaporendo con un po‟ di rosmarino e poi con un filo d‟olio crudo.
Ricotta fritta
Ingr.: 500 gr. di ricotta
3-4 uova
olio, sale, pepe: q. b.
Prep.: affettate (un centimetro, non di più, di spessore) la ricotta e friggetela in una capiente padella.
Salate. In una terrina sbattete le uova, pepate, salate e, quando la ricotta avrà assunto un colore
dorato, versatevele sopra, facendo cuocere da entrambi i lati. Servire caldo.
Cardi in pastetta
Ingr.: 1,5 Kg di cardi
300 gr di farina
lievito: q. b.
acqua: q. b.
olio: q. b.
un pizzico di sale.
Prep.: pulite e lessate i cardi (dial. “carduna”), scolateli adeguatamente e fatene più parti (di una
decina di cm). A parte, mescolate gli altri ingredienti avendo cura di ottenere un impasto assai
morbido (pastetta). Passate i cardi nella pastetta e friggeteli. A piacere, spolverizzateli con
zucchero.
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Cardi con fave
Ingr.: 1,5 Kg di cardi spinosi e grossi
300 gr di fave secche non sgusciate
olio, sale, pepe: q. b.
un pizzico di bicarbonato.
Prep.: tenete a mollo per una notte in acqua tiepida con un pizzico di bicarbonato le fave.
Scolatele e spizzicatele con un coltello. Mettetele a bollire in una pentola assieme ai cardi puliti,
salate e portate a cottura. Scolate non completamente e condite con olio e pepe. Servire caldo con
fette di pane casereccio.
Cardi all‟agliotta
Ingr.: 1,5 Kg di cardi
100 gr di pasta di salsiccia
1 – 2 spicchi d‟aglio
2 cucchiai di pane grattugiato
Olio, sale, pepe: q. b.
Prep.: pulite e lessate i cardi, scolateli e fateli a pezzi. Tritate l‟aglio e lasciatelo imbiondire in una
capiente padella con olio; aggiungete la salsiccia e continuate la frittura. Versatevi i cardi e fate
ancora rosolare; spolverizzate col pane grattugiato e mescolate per amalgamare, salate, pepate e
ultimate la cottura. Se vi va, diluitevi una sarda salata.
Carciofi ripieni (P)
Ingr.: 8 carciofi
formaggio grattugiato 3 cucchiai
pane grattugiato 8 cucchiai
una cipolla
Menta tritata
Uno spicchio d‟aglio tritato
Olio, sale, pepe: q. b.
Prep.: Pulite i carciofi, privandoli delle estremità spinose, dei gambi e delle foglie (“cosche”) più
esterne; allargateli. Amalgamate con olio il pane, l‟aglio, il formaggio, il pepe, la menta e mettete
l‟impasto dentro ogni carciofo, impolpettando sulla parte più ampia. In un tegame riscaldate la
cipolla e poi sistematevi i carciofi, aggiungete l‟acqua che prendono e portateli a cottura. Potete
cuocervi assieme anche i gambi ripuliti e fatti a pezzettini e delle patate tagliate a rondelle.
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Carciofi ripieni
Ingr.: 8 carciofi teneri
8 cucchiai di pane grattugiato
50 gr. di pecorino grattugiato
2 uova
uno spicchio d‟aglio
una cipolla
un ciuffo di prezzemolo
latte, olio, sale, pepe: q. b.
Prep.: pulite, come al solito, i carciofi e ricavate un incavo nel mezzo. A parte amalgamate col latte
il pangrattato, il formaggio, l‟aglio e il prezzemolo tritati e regolateli di sale e pepe; unite quindi le
uova e continuate ad amalgamare. Dividete il composto in otto parti uguali e sistematele nell‟incavo
dei carciofi, che sistemerete capovolti in un tegame con olio in modo da far soffriggere l‟impasto. In
un altro tegame soffriggete l‟altra cipolla tritata in abbondante olio; sistematevi i carciofi col gambo
verso il basso; copriteli d‟acqua fino a metà altezza e portateli a cottura, aggiustando di sale e pepe.
Servire caldo.
Carciofi alla “viddanedda”
Ingr.: 8 carciofi teneri
200 gr. di salsiccia
100 gr. di pecorino
una cipolla
½ Kg di patate
8 spicchi di aglio
un ciuffo di prezzemolo
olio, sale, pepe: q. b.
Prep.: pulite i carciofi privandoli delle estremità spinose e delle foglie più dure; apriteli al centro in
modo da ottenere un incavo. Incorporate in ognuno un po‟ di pasta di salsiccia, un po‟ di pecorino
tagliato a strisce, uno spicchio d‟aglio; salate e pepate. In un tegame fate imbiondire la cipolla tritata
con il prezzemolo; toglietele quindi dal fuoco e sistematevi i carciofi. Sbucciate le patate, ricavatene
rondelle di circa due centimetri e sistematele sugli incavi dei carciofi. Aggiungete acqua fino a
coprire i carciofi. Aggiustate di sale e lasciate cuocere. Servite caldo.
Carciofi al sugo
Ingr.: 4 carciofi
2 uova
4 cucchiai di pane grattugiato
un cucchiaio di pecorino grattugiato
100 gr. di pasta di salsiccia
qualche foglia di menta
uno spicchio d‟aglio
una cipollina
concentrato di pomodoro: q.b.
olio, sale, pepe: q.b.
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latte: q.b.
Prep.: Mondate come al solito i carciofi e ricavate l‟incavo centrale. Mettetele in acqua e limone per
qualche minuto. Nel frattempo preparate l‟impasto di salsiccia, uova, menta tritata, pane grattugiato
ammorbidito col latte, formaggio e regolate di sale e pepe. Formate quattro polpette da sistemare
nei carciofi scolati. In una padella soffriggete cipolla affettata e aglio tritato; indorate, aggiungete il
concentrato di pomodoro, allungando con acqua, e bollite. In una padella soffriggete i carciofi
capovolti e quindi tuffateli nel sugo bollente. Fate cuocere per circa mezz‟ora.
Caponata di carciofi (P)
Ingr.: 6 carciofi
½ kg. di pomodoro pelato
100 gr. di olive verdi snocciolate
½ limone
un grosso sedano
una grossa cipolla
una manciata di capperi sott‟aceto
aceto, olio, sale, pepe, zucchero: q.b.
Prep.: pulite, come sapete, i carciofi; togliete il pieno, tagliateli a spicchi e immergeteli in acqua
acidulata col succo di limone. Togliete le foglie del sedano e mettete a bollire i gambi affettati in
acqua salata per una decina di minuti; toglieteli dal fuoco e scolateli. In un tegame con olio fate
soffriggere per dieci minuti la cipolla affettata e i carciofi sgocciolati, regolando di sale e pepe.
Aggiungete il pomodoro e continuate la cottura; infine unite olive, capperi e sedano. A cottura
ultimata spolverizzate con 50 gr. di aceto e due cucchiaini di zucchero. Servire freddo.
Frittata di carciofi
Ingr.: 4 carciofi teneri
6 uova
un limone
olio, sale, pepe: q.b.
Prep.: pulite, come al solito, i carciofi, tagliate a metà per il lungo e togliete la parte tigliosa.
Tagliateli ancora a spicchi sottili e metteteli in acqua acidulata col succo di mezzo limone per
qualche minuto. Scolateli e metteteli a friggere a fuoco moderato in una padella; incoperchiate. Una
volta appassiti, aggiungete sale, pepe e le uova sbattute precedentemente in un piatto. Fate cuocere
da entrambi i lati. Servire caldo.
Carciofi bolliti
Ingr.: 8-12 carciofi
Sale, aceto, pepe, olio: q.b.
Un limone
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Prep.: pulite e bollite i carciofi mettendo fette di limone in pentola. Scolateli, metteteli in un piatto
di portata a centro tavola. Nei piatti dei commensali versate un po‟ d‟olio, sale, aceto e pepe, dove
intingeranno le foglie dei carciofi di cui mangeranno la parte più carnosa.
Carciofi e fave in umido
Ingr.: 4 carciofi teneri
2 kg. di fave verdi tenere
½ limone
una cipolla
olio, sale, pepe: q.b.
Prep.: mondate e fate a spicchi i carciofi, come vi è stato spiegato; immergeteli in acqua e limone.
Fate sgocciolare. In un tegame fate rosolare nell‟olio la cipolla tritata, le fave sbucciate e i carciofi;
salate e pepate. Incoperchiate e fate cuocere a fuoco lento per una ventina di minuti mescolando di
tanto in tanto. Solo se necessario, durante la cottura aggiungete qualche cucchiaio d‟acqua.
Carciofi in pastetta
Ingr.: 6 carciofi
100 gr. di farina
4 uova
½ bustina di lievito
succo di ½ limone
olio, sale, pepe: q.b.
Prep.: tenete in immersione per qualche minuto in acqua, acidulata con limone, i carciofi puliti e
tagliati per il lungo. Scolateli e metteteli a bollire in acqua salata per una decina di minuti. Scolate e
fate raffreddare. Preparate nel frattempo la pastetta (v. cardi in pastetta), avendo cura di non
provocare grumi. In una padella riscaldate l‟olio; tuffate i carciofi nella pastetta e soffriggeteli fino a
farli dorare.
Carciofi a spezzatino
Ingr.: 4 carciofi
½ kg. di carne precedentemente lessata
una cipolla
½ kg. di patate
½ limone
olio, sale, pepe: q.b.
Prep.: tagliate a spicchi i carciofi mondati e immergeteli nell‟acqua acidulata con limone. In un
tegame fate soffriggere in olio d‟oliva la cipolla tritata, le patate sbucciate e tagliate a tocchetti, i
carciofi sgocciolati e la carne. Continuate la cottura per 15-20 minuti, aggiustando di sale e pepe e
aggiungendo qualche mestolo di brodo.
Peperoni ripieni con carne
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Ingr.: 5-6 peperoni
400 gr. di carne macinata
3 cucchiai di pane grattugiato
3 cucchiai di formaggio
una cipolla media
4-5 cucchiai di salsa
foglie di basilico
olio, sale, pepe: q.b.
4-5 pezzetti di formaggio primosale
Prep.: togliete il cappello e pulite i peperoni. Soffriggete in olio il macinato con cipolla tritata.
Svuotate il soffritto in una terrina e aggiungete il formaggio grattugiato, il pane, il basilico tritato, il
primosale, pepe, sale, salsa e amalgamate bene il tutto. Riempite con l‟impasto ottenuto i peperoni;
sistemateli in una teglia oleata, spolverizzate di sale e passate al forno per la cottura.
Peperoni ripieni
Ingr.: 5-6 peperoni
Mollica di pane: q.b.
Uno spicchio d‟aglio
50 gr. di formaggio grattugiato
un ciuffo di prezzemolo
olio, sale, pepe: q.b.
Prep.: prendete la mollica e tagliatela grossolanamente; aggiungete l‟aglio e il prezzemolo tritati;
spolverizzate di sale, pepe, e formaggio grattugiato e mescolate il tutto con un po‟ d‟olio. Preparato
l‟impasto, togliete il cappello ai peperoni e farciteli; richiudeteli e metteteli in padella con olio. Fate
rosolare; aggiungete dell‟acqua, fatela evaporare e portate a cottura.
Frittatine di cavolfiore
Ingr. per 5 persone: 500 gr. di cavolfiore
600 gr. farina
2 uova
30 gr. di pecorino
un bicchiere di latte
olio, sale: q.b.
Prep.: Cuocete in acqua salata il cavolfiore; scolatelo e lasciatelo raffreddare; tagliatelo a pezzettini.
In una terrina versate la farina, il latte, i tuorli delle uova e il formaggio grattugiato. Salate e
amalgamate bene. Montate a neve gli albumi e uniteli all‟impasto. Aggiungete ora il cavolfiore. In
una padella scaldate l‟olio e, quando è bollente, friggete l‟impasto a cucchiaiate.
Zucchina bollita
Ingr.: una zucchina da ½ kg.
3 patate
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4-5 pipite (foglie tenere) di zucchina
4 pomodori
olio, sale, pepe, basilico: q.b.
Prep.: sbucciate e lavate zucchina e patate, facendole a tocchettini e mettendole a bollire con la
cipolla affettata. Cinque minuti prima della cottura, tuffatevi i pomodori privi di semi. A cottura
ultimata, recuperate i pomodori, sbucciateli e schiacciateli in un piatto con una forchetta, condendo
con basilico tritato, olio, sale e pepe. Scolate, non del tutto, zucchine e patate e unite la salsa.
Zucca fritta
Ingr: 1 kg. di zucca
Farina: q.b.
Olio: q.b.
Prep.: private la zucca dei semi e della scorza, fatela a pezzetti e sbollentatela per pochissimi minuti
in acqua scarsamente salata. Fate sgocciolare, infarinate e friggete. A vostro piacere, spolverizzate i
pezzi di zucca con zucchero o aggiungete altro sale.
Zucca all‟agliotta
Ingr. 1 kg. di zucca
2 spicchi d‟aglio
olio, sale, pepe: q.b.
prezzemolo (facoltativo)
Prep.: affettate, dopo averla pulita, la zucca. Soffriggete in olio in un tegame l‟aglio a pezzettini e
poi unitevi la zucca. Cuocete a fuoco lento, aggiustando di sale e pepe, rimescolando in
continuazione. Aggiungete acqua solo se necessario. A vostro piacere, cospargete la zucca cotta con
prezzemolo tritato.
Sanguinaccio
Veniva generalmente preparato in casa, nel periodo di Natale, quando si scannava il porco. Oggi è
tornato di moda e alcuni ristoratori lo fanno degustare ai clienti alla ricerca di sapori “perduti”.
Ingr.: Sangue di maiale
Sale, pepe: q.b.
Budella dello stesso animale
Prep.: Raccogliete il sangue ancora caldo dell‟animale in un recipiente e per evitare che coaguli
rimescolatelo costantemente. Nel frattempo pulite il budello più largo, legate una estremità e
versatevi con un imbuto il sangue adeguatamente salato e pepato. Chiudete l‟altra estremità del
budello, mettete in una pentola d‟acqua e iniziate la cottura. Servire caldo.
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Per evitare la coagulazione del sangue, si era soliti versare nel recipiente, che lo conteneva, un
po‟ d‟acqua amalgamando bene.
Alcuni insaporivano il sanguinaccio con mandorle tostate e noci. Qualche altro, più
recentemente, lo ha praticamente trasformato in dolce con l‟aggiunta di cacao, che sconsigliamo
vivamente.
„Mpignolata
Ingr.: Un kg. di farina
4 uova
50 gr. di lievito di birra
150 gr. di sugna
salsiccia, olive nere, acqua o latte,
formaggio pecorino, olio, sale: q.b.
frittuli di maiale (facoltativo)
Prep.: Disponete la farina a monticello e versatevi un po‟ d‟olio; mescolate bene. Disponete la
farina a fontanella e mettetevi le uova: impastate bene. Disponete ancora una volta a fontanella e
aggiungete sale q.b., il lievito, la sugna sciolta e impastate il tutto aggiungendo acqua o latte tiepidi.
Amalgamate bene e lasciate lievitare (l‟impasto dev‟essere un po‟ più molle di quello per il pane).
Quando la pasta sarà lievitata, tagliatela a pezzetti (100-150 gr.); schiacciate bene ogni pezzetto,
facendogli assumere una forma rettangolare e sottile; disponetevi sopra, in forma sparsa e
abbondante, formaggio a pezzettini e salsiccia. Avvolgete la pasta su se stessa sì da formare un
tronchetto; riavvolgetela ancora su se stessa in modo da formare una spirale; collocatevi sopra
un‟oliva e infornate a forno caldo. Tempo di cottura: 30 minuti.
Cuccia
E‟ tipico del 13 dicembre, giorno di S. Lucia. Si mangia generalmente di mattino.
Ingr.: Frumento
Acqua
Zucchero
Prep.: tenete a mollo per almeno otto ore il grano, scolatelo e sciacquatelo. Mettetelo a cuocere, per
due-tre ore, in acqua calda. Una volta cotto, condite con zucchero e, se vi va, con cannella e cacao e
servite.
Pane caldo con olio
Ingr.: pane appena sfornato
Olio, sale, pepe: q.b.
Formaggio grattugiato (facoltativo)
Sarda salata (facoltativo)
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Prep.: tagliate il pane ancora caldo a metà, orizzontalmente, e conditelo con olio d‟oliva, sale, pepe;
fate a pezzettini e mangiate. Alcuni amano aggiungere il formaggio e altri le sarde salate diliscate e
a pezzetti.
Pane fritto
Ingr.: pane raffermo: q.b.
Latte: q.b.
Un uovo
Sale, olio: q.b.
Prep.: tagliate a fettine il pane e ammorbiditelo con un po‟ di latte. Passatelo nell‟uovo sbattuto e
soffriggetelo in olio bollente da entrambi i lati. Quando sarà ben cotto, cospargete di zucchero e
servite caldo.
Bruschetta
Ingr.: pane casereccio
2 spicchi d‟aglio
olio, sale, pepe: q.b.
origano: q.b.
pomodori maturi: q.b.
Prep.: affettate il pane e dividete le fettine in due parti uguali. Strofinate l‟aglio sul pane, condite
con olio, salate, pepate e mettete al forno preriscaldato. A parte tagliuzzate i pomodori a dadini.
Quando il pane sarà non eccessivamente croccante, estraetelo dal forno, sistematevi sopra il
pomodoro, condite con una goccia d‟olio e dell‟origano e ripassate al forno per pochissimi minuti.
Servire caldo.
Insalata di arance
Il titolo della ricetta avrà fatto tendere sicuramente le orecchie ai giovani, abituati a pensare alla
frutta come a qualcosa di semplicemente accessorio in un pranzo o semplicemente da scartare o,
ancora, da bere da una lattina o cartoncino (succo di frutta). Un tempo non era così e la frutta si
mangiava col pane a cena o come “secondo” a pranzo. Quanti bocconi con una “rappa di racina”!
I contadini montavano la guardia, talvolta armata, ai fichi. Già, perché i fichi erano due volte
indispensabili: d‟estate, quando maturavano, e d‟inverno da assaporare secchi.
Ingr.: Arance (non vaniglia) mature
Olio, sale, pepe: q.b.
Prep.: Sbucciate e fate a pezzettini le arance; mettetele in un‟insalatiera e conditele con sale, olio e
pepe. Alcuni aggiungevano un po‟ d‟acqua zuccherata; altri, anziché zuccherare, ponevano tra gli
ingredienti olive nere e porri affettati.
Cacocciuliddi
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Un’usanza simpaticissima, ormai desueta, consisteva nello spizzicare in piazza, seduti ai tavoli
del bar o sui gradini esterni delle casa del corso (che tenendo freschi erano i preferiti), o nelle
bettole, carciofini selvatici lessi, salati e pepati al punto giusto per essere accompagnati con
generoso vino e, più recentemente, birra. Era una vera cerimonia che bisognava gustare
lentamente tra aneddoti, chiacchiere, barzellette, brindisi e “sfottò”. Li preparavano e li
vendevano per pochi spiccioli, prelevandoli dai loro “panari”, i “cacucciulara”, che li
raccoglievano in luoghi impervi come i “salaccini”, al rischio costante di empirsi di spine e farsi
male scivolando (e.g.).
Rosolio al caffè
Ingr.: 200 gr. di alcool da cucina
100 gr. di caffè macinato
400 gr. di zucchero
Prep.: Con una moka preparate il caffè espresso; scioglietevi lo zucchero e lasciate raffreddare.
Unite quindi l‟alcool, amalgamate e imbottigliate. Potrete berlo dopo una ventina di giorni.
I rosolii venivano preparati in casa in occasioni importanti con le essenze del gusto che si
voleva attribuire al liquore e imbottigliati in apposite rosoliere, che a volte erano dei gioielli di
bottiglia. Personalmente preferiamo quelli attuali ottenuti da essenze del tutto naturali; come
quelli descritti in queste pagine.
Rosolio di basilico
Ingr.: 25 grandi foglie di basilico
300 gr. di zucchero
500 gr. di alcool da cucina
½ litro di acqua (o poco più)
la scorza di un piccolo limone (facoltativa)
Prep.: lavate ed asciugate bene le foglie di basilico e mettetele a mollo nell‟alcool, assieme alla
scorza di limone. Incoperchiate il contenitore e lasciate macerare per cinque giorni, mescolando di
tanto in tanto. Preparate lo sciroppo d‟acqua calda e zucchero e fate raffreddare. Togliete il basilico
dall‟alcool e amalgamate i due liquidi. Quindi scolate e imbottigliate. E‟, in pratica, pronto da bere;
se non avete fretta, aspettate una settimana. E‟ forse il più delicato di tutti i rosolii.
Rosolio di mandarino
Ingr.: 5 mandarini maturi non trattati (la scorza)
400 gr. di alcool da cucina
400 gr. di zucchero
½ litro d‟acqua
Prep.: mettete in infuso d‟alcool la scorza dei mandarini ben pulita della parte bianca e lasciate
macerare per 5-6 giorni. Preparate con acqua calda lo sciroppo con lo zucchero e, quando si sarà
raffreddato, unitelo all‟alcool dei mandarini e amalgamate. Scolate e imbottigliate. Potete gustarlo
dopo una ventina di giorni.
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Ricetta alternativa:
Ingr.: stesse dosi della precedente.
Prep.: chiudete in un barattolo la scorza di 5-6 mandarini con l‟alcool che prende (circa 100 gr.);
lasciate macerare per circa un mese. Preparate con acqua calda e zucchero lo sciroppo e, quando si
sarà raffreddato, unitelo all‟alcool rimanente. Versatevi quindi l‟infuso che avevate preparato,
amalgamate bene, scolate e imbottigliate.
Limoncello
Ingr.: 3 limoni (la scorza esterna) non trattati
550 gr. di alcool da cucina
½ kg. di zucchero
½ litro d‟acqua
Prep.: tagliate a piccole fette la scorza di limone e mettetela a macerare, per 30-40 giorni, in 50 gr.
di alcool in un barattolo. Sciogliete in acqua tiepida lo zucchero e, a freddo, unite l‟essenza ormai
pronta. Aggiungete i 500 gr. di alcool, amalgamate bene, colate e imbottigliate. Dopo un altro mese
sarà pronto da bere.
Ricetta alternativa:
Ingr.: 5-6 limoni non trattati (scorza esterna)
400 gr. di alcool da cucina
400 gr. di zucchero
½ litro di acqua
gocce di limone
Prep.: V. Rosolio al basilico.
D O L C I , M A R M E L L A T E , C O N S E R V E
Sfinci d‟uova (P)
Ingr.: ¼ di litro d‟acqua
250 gr. di farina 00
100 gr. di sugna
5 uova
2 buste di lievito Bertolini
sale: q.b.
olio abbondante
Prep.: Fate bollire l‟acqua con la sugna e un pizzico di sale, aggiungete a pioggia la farina e
lavoratela costantemente con un mestolo di legno, fin quando l‟impasto omogeneo non si stacca dal
tegame. Togliete dal fuoco e fate raffreddare, aggiungete le uova e il lievito e lavorate bene finché
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non si ottiene una pasta molto omogenea. Fate bollire l‟abbondante olio in un capiente tegame e
versatevi, poco alla volta, mezzo cucchiaio d‟impasto. Quando le “sfinci” saranno cotte, toglietele
dall‟olio con una schiumera, poggiatele su un tovagliolo di carta, infine cospargete con zucchero.
A vostro piacere, potete aggiungere all‟impasto la buccia grattugiata di un limone.
Sono tipiche dell‟11 Novembre, giorno di S. Martino. Oggi qualcuno ama farcirle.
Sfinci di patate (P)
Ingr.: 4 uova
400 gr. di patate
50 gr. di sugna
100 gr. di lievito di birra
un pizzico di sale
la buccia di un limone grattugiata
latte: q.b.
olio abbondante
Prep.: lessate, sbucciate e macinate le patate. In un tegame unite alle patate la farina e la sugna
sciolte e mescolate bene. Quindi versatevi le uova, il lievito, il sale, la buccia di limone, il latte
tiepido e impastate fin quando non ottenete un impasto molto omogeneo. In un altro tegame portate
ad ebollizione l‟olio e versatevi la pastella a cucchiai. Quando le sfinci saranno cotte, toglietele
dall‟olio e poggiatele su carta assorbente. Quindi cospargete di zucchero.
Torta di mandorle
Ingr.: 150 gr. di mandorle sbucciate e tritate
150 gr. di zucchero
50 gr. di fecola di patate
3 uova
succo di un‟arancia e ½.
Prep.: sbattete i tuorli d‟uovo, versatevi la fecola, il succo d‟arancia, il bianco d‟uovo montato a
neve e lo zucchero. Amalgamate. Aggiungete quindi le mandorle e passate, per la cottura, al forno a
temperatura moderata.
Cannoli (scorze, involucri)
Ingr.: 1 kg. di farina
3 uova
125 gr. di burro
un cucchiaio di cacao
Prep.: Mescolate tutti gli ingredienti con acqua fredda e lavorate bene. Formate dei dischetti di 2-3
centimetri, spalmateli di farina e riduceteli in sfoglia sottilissima. Con uno stampo rotondo,
ricavatene tanti dischetti e arrotolateli nelle canne (10-12 cm.). Friggeteli in un tegame in olio
abbondante e caldo.
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Il cannolo, assieme alla cassata, è il simbolo della pasticceria siciliana. Un‟esplosione di
dolcezza e delicatezza ad un tempo. Sono così completi che due valgono una cena, per questo
motivo sono stati inventati i “cannolicchi”, di dimensioni ridotte. Si preparano tutto l‟anno, ma
naturalmente abbondano in tempi di ricotta.
Ricotta condita per cannoli
Ingr.: 1 kg. di ricotta
350 gr. di zucchero
un pizzico di cannella
Prep.: in un recipiente mettete la ricotta, lo zucchero e la cannella. Schiacciate, amalgamando, con
una forchetta. Lasciate riposare per qualche ora quindi passate al setaccio e riempite i cannoli. A
vostro piacere, guarnite le estremità dei dolci con frutta candita, le parti laterali e/o una estremità
con scagliette di cioccolato. Spolverizzate con zucchero a velo.
Picciuna
Ingr.: 1 kg. di farina 00
4 uova
250 gr. di sugna
250 gr. di zucchero
1,5 bustine di pane degli angeli
uova sode o crude
latte: q.b.
Prep.: versate la sugna sciolta nella farina e mescolate bene. Ricavate una fontanella e versatevi le
uova sbattute con lo zucchero, il pane degli angeli, il latte riscaldato. Impastate fino ad ottenere un
impasto morbido ed omogeneo. Fate riposare per circa un‟ora. Tagliate la pasta a pezzetti e
lavoratela per dare al biscotto la forma di un piccione, incapsulando nel corpo del “volatile” l‟uovo
intero. Infornate a 200°. Quando il piccione è cotto, ancora caldo, spennellatelo con la “marmurata”
e lasciatevi cadere un po‟ di “diavulina”.
Come ottenere la “marmurata”: sbattete energicamente in una tazza (“lattera”) o altro recipiente
albume, zucchero e un po‟ di succo di limone fino ad ottenere una crema bianca.
E‟ un dolce, delizia dei bambini, tipicamente pasquale.
Pasta reale
Ingr.: 1 kg. di mandorle
800 gr. di zucchero
150 gr. di acqua (o un bicchiere e mezzo)
Prep.: Sbollentate le mandorle, spellatele e tritatele finemente. Versatele assieme all‟acqua e allo
zucchero in un tegame e fate cuocere, amalgamando, a fuoco dolce fin quando l‟impasto non si
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stacchi dal recipiente. Fate riposare abbondantemente. Quindi tagliate a pezzettini e ricavatene le
forme desiderate, magari aiutandovi con stampini.
La pasta reale viene utilizzata per la preparazione delle “pecorelle pasquali” e per adornare le
tavole di S. Giuseppe. Sempre a Pasqua, gli innamorati modellavano dei cuori da regalare alle
fidanzate, ovviamente abbelliti anche con confettini rotondi e argentati.
Nell‟impasto, a vostro piacere, potete versare qualche goccia di limone o una bustina di
vaniglia.
Pasticciotti (P)
Ingr.: 1 kg. di farina
300 gr. di sugna
400 gr. di zucchero
6 uova
una busta di lievito Bertolini
zuccata o marmellata: q.b.
Prep.: Amalgamate la farina con sugna e zucchero; disponetela su una spianatoia, unitevi le uova e
il lievito e impastate fino ad ottenere una pasta solida ed elastica. Tagliate la pasta a pezzetti e con
un mattarello fate delle sfoglie sottili, dandole delle forme circolari, magari con un bicchiere.
Mettete al centro del dischetto un cucchiaio di zuccata o marmellata e richiudete con un altro
dischetto. Infornata a 200°. A cottura ultimata, spolverizzate con abbondante zucchero vanigliato.
Ravioli
Ingr.: 1 Kg. di farina 00
300 gr. di burro
300 gr. di zucchero
8 uova
½ bustina di lievito Bertolini
Prep.: Sciogliete il burro e impastate tutti gli ingredienti. Lavorate bene fin quando non ottenete una
pasta morbida ed omogenea. Ricavate con un mattarello una sfoglia non troppo spessa. Con un
cucchiaio mettete, a distanza regolare, della ricotta condita; ricoprite il tutto con un‟altra sfoglia e,
con una formina o un bicchiere, tagliate i ravioli. Friggeteli in olio bollente. Quando saranno cotti
(ben dorati), tirateli fuori dall‟olio e depurateli su carta assorbente. Cospargete di zucchero.
Taralli
Ingr.: 1 Kg. di farina (1/2 Kg. di rimacinato e ½ di 00)
Un tazzone di latte
200 gr. di zucchero
6 uova
2 buste di lievito Bertolini
Per la velatura:
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750 gr. di zucchero
180 gr. d‟acqua
un limone grattugiato
Prep.: Sistemate la farina a fontanella e versatevi l‟olio: amalgamate. Ricavate la fontanella e
aggiungete le uova sbattute con lo zucchero, il lievito e il latte tiepido e impastate fino ad ottenere
una pasta morbida. Lasciate riposare. Con pezzetti di pasta create dei bastoncini e attorcigliateli.
Sistemateli in una teglia e infornate a 180°.
Per la velatura: In un tegame versate acqua, zucchero e limone grattugiato. Cuocete a fiamma bassa
perché lo sciroppo non fili. A questo punto mettete i taralli in un recipiente e versatevi sopra la
velatura; amalgamate bene e versate su un tavolo a far asciugare.
Tortiglioni
Ingr.: 1 Kg. di farina 00
200 gr. di strutto
250 gr. di zucchero
2 uova
2 buste di vaniglia
25 gr. di ammoniaca
Prep.: Versate tutti gli ingredienti in un recipiente e impastate bene. Dalla pasta ricavate delle
treccine e metteteli in teglia. Infornate a 180°. Tenere in forno fino a quando non prendono colore.
Velatura: vedi Taralli.
Pan di Spagna
Ingr.: 5 uova
200 gr. di zucchero
200 gr. di amido per dolci
una busta di pane degli angeli
un po‟ di succo di limone
Prep.: sbattete le uova con lo zucchero finché non ottenete una crema bianca e spumosa.
Aggiungete l‟amido, il pane degli angeli e il succo di limone. Versate il tutto in un tegame e
infornare a 180°.
Pignolata (P)
Ingr.: 1 Kg. di farina
150 gr. di olio
150 gr. di zucchero
una busta di lievito Bertolini
8 uova;
miele
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Prep.: Impastate la farina con le uova, l‟olio e lo zucchero, non dimenticando il lievito. Lavorate
bene la pasta e formate dei bastoncini; tagliateli a dadini e friggeteli in abbondante olio. Fateli
asciugare su un tovagliolo di carta; sciogliete il miele q. b. e versatelo sopra.
Consigli utili: versate i “cavateddi” in olio non bollente e toglieteli con una schiumera. Se l‟olio
schiuma abbassate la fiamma e non mescolate.
Cubaida
Ingr.: 1 Kg. di mandorle
800 gr. di zucchero
Acqua, olio, diavulina: q. b.
Diavulina (facoltativa)
Prep.: In un tegame di alluminio versate lo zucchero, un po‟ d‟acqua e un po‟ d‟olio. Portate ad
ebollizione; aggiungete le mandorle e mescolate. Fate cuocere un po‟ e quando le mandorle si
staccano dal tegame versatele su una spianatoia bagnata d‟acqua. Lavorate l‟impasto e create le
forme volute.
Consigli: potete ottenere la cubaida anche con mandorle sbucciate e abbellirla con diavulina.
Ricetta alternativa
Ingr.: 1 Kg. di mandorle
600 gr. di zucchero
100 gr. di miele
50 gr. di burro
diavulina, pistacchio: q. b.
Prep.: lessate le mandorle in acqua calda, sbucciatele e abbrustolitele al forno. In un tegame fate
sciogliere a fiamma dolce zucchero, miele e burro; versateci poi le mandorle e mescolate per farle
dorare. Poggiate l‟impasto su una spianatoia intrisa d‟acqua e dategli la forma desiderata,
generalmente rettangolare. Spolverizzate con diavulina e pistacchio tritato.
E‟ il torrone siciliano; di chiara origine araba.
Cubo: cubasda.
Biscotti al burro
Ingr.: 1,9 Kg. di farina (per un Kg. di farina dimezzate le dosi)
225 gr. di sugna
225 gr. di burro
700 gr. di zucchero
3 buste di lievito Bertolini
12 uova
un limone grattugiato (buccia)
una busta di vaniglia
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Prep.: sciogliete sugna e burro e aggiungete lo zucchero. Impastate con la farina, le uova, il limone
e la vaniglia. Amalgamate il tutto e create dei biscotti di forma diversa, servendovi anche di
stampini. Mettete in teglia al forno per mezz‟ora e cuocete a temperatura moderata.
Biscotti al latte
Ingr.: 1 Kg. di farina 00
300 gr. di zucchero
2 buste di vaniglia
2 buste di lievito Bertolini
5 uova
un limone grattugiato (buccia)
150 gr. di olio
latte q. b.
zucchero semolato q. b.
Prep.: In un recipiente versate la farina, il lievito, la vaniglia, l‟olio, lo zucchero, le uova e la scorza
di limone; impastate col latte tiepido che prende per ottenere una pasta morbida. Ungetevi le mani
con un po‟ d‟olio e lavorate l‟impasto; create dei biscotti nella forma preferita. Bagnateli nello
zucchero semolato e infornate a temperatura moderata.
Ciambellone
Ingr.: 600 gr. di farina 00
250 gr. di zucchero
150 gr. di burro
1,5 bicchieri di latte
3 uova
2 bustine di lievito vanigliato
un limone grattugiato (buccia)
Prep.: Mescolate bene farina, burro fuso, la scorza di limone, uova e latte. Unitevi il lievito. Infine
ungete di burro un tegame, versatevi il contenuto e infornate a 180° per 40 minuti.
Bianco mangiare
Ingr.: 1 litro di latte
100 gr. di amido per dolci
la scorza di un limone
zucchero, diavolina o scaglie di cioccolato: q. b.
Prep.: riscaldate in un tegame il latte e unitevi l‟amido, lo zucchero, la scorza di limone e
mescolate costantemente fin quando ottenete una crema. Togliete il tegame dal fuoco e versate la
crema su dei biscotti precedentemente sistemati in una pirofila o in un piatto. Spolverizzate con
diavolina o scaglie di cioccolato.
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Nella preparazione dell‟impasto alcuni amano aggiungere quattro tuorli d‟uovo. In molti usano
inumidire i biscotti con caffè o liquore (rosolio). Era la cassata delle mamme che non avevano
tempo da perdere dietro ai capricci dei figli. Si prepara infatti molto in fretta.
Dolci di mandorle
Ingr.: 1 Kg. di farina
1 Kg. di mandorle
1 Kg. di zucchero
8 uova
limone grattugiato (buccia)
vaniglia
una busta di pane degli angeli
un pizzico di cannella
acqua q. b.
Prep.: sbollentate le mandorle, sbucciatele, tostatele al forno e macinatele. Impastate le mandorle
unendo tutti gli ingredienti con un po‟ di acqua tiepida fino ad ottenere una pasta morbida ed
omogenea. Sistemate l‟impasto, a forma di palline, in una teglia e infornate a 180 °.
Amaretti
Ingr.: 1 Kg. di mandorle sbucciate e macinate
800 gr. di zucchero
4 albumi d‟uovo
10 mandorle amare
Prep.: Impastate tutti gli ingredienti finché la pasta diventa morbida ed omogenea. Mettete in teglia
a forma di palline e infornate a 180°.
Amaretti
Ingr.: 1 Kg. di mandorle
700 gr. di zucchero
4 uova
200 gr. di farina
una bustina di vaniglia
mandorle amare: a piacere (non troppe)
Prep.: Macinate le mandorle e aggiungete zucchero, farina e uova. Impastate e formate delle palline
decorandole di sopra con una ciliegina. Infornateli e teneteli in forno fin quando non prendono
colore.
Biscotti di mandorle
Ingr.: 1 Kg. di mandorle
800 gr. di zucchero
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8 albumi
un po‟ di liquore
vaniglia
100 gr. di farina
Prep.: sbollentate le mandorle, sbucciatele, tostatele a forno e macinatele. Impastate tutti gli
ingredienti fino ad ottenere una pasta morbida. A forma di strisce sistemateli in una teglia e
infornate a 150°.
Ricci di mandorle
Ingr.: 1 Kg. di mandorle sbucciate e macinate
800 gr. di zucchero
4 uova
100 gr. di farina 00
scorza di limone grattugiata
vaniglia
Prep.: impastate tutti gli ingredienti fino ad ottenere una pasta molto morbida. Con un imbuto per
dolci formate dei tronchetti e infornate a 180°.
Tetù
Ingr.: 2 Kg. di farina 00
450 gr. di sugna
1 Kg. di zucchero
4 buste di lievito Bertolini
una busta di cacao dolce
una busta di cacao amaro
zucchero
noci q. b.
Prep.: Mescolate la farina con i due tipi di cacao, le noci tritate, la sugna sciolta e il lievito. A parte
diluite lo zucchero con un po‟ d‟acqua e aggiungetelo all‟impasto. Amalgamate Create le forme
desiderate e infornate a temperatura media.
Muscardini
Dolce tipico, assieme al tetù, del 2 Novembre; per i suoi colori bianco e rosello richiama le ossa.
I muscardini possono assumere forme diverse, le più diffuse rappresentano l‟osso e il Bambinello.
Ingr.: 1 Kg. di zucchero
1 Kg. di farina
acqua: q. b.
Prep.: con un po‟ d‟acqua impastate farina e zucchero. Dopo aver ottenuto un impasto non molto
duro, tagliatelo a pezzettini di circa 5-7 centimetri (se avete formelle, usatele) e lasciate asciugare
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per otto giorni. Infornate a temperatura moderata. Otterrete dolci bicolori; infatti a contatto col
calore lo zucchero si separa dalla farina.
Mastazzoli (P)
Ingr.: 1 kg. di farina 00
4 uova
250 gr. di sugna
250 gr. di zucchero
1,5 bustine di pane degli angeli
latte: q.b.
Prep.: sistemate a fontanella la farina, versatevi la sugna sciolta e mescolate bene. Rifate la
fontanella e mettetevi dentro le uova sbattute con lo zucchero e il pane degli angeli. Aggiungete il
latte riscaldato e amalgamate finché non ottenete una pasta morbida ed omogenea. Fate riposare per
un‟ora poi prendete la pasta a pezzetti e con un mattarello stendetele per ottenere una sfoglia spesso
circa mezzo centimetro. Tagliate la sfoglia a strisce non strette e sistematevi il ripieno e ricoprite
con la stessa pasta della striscia. Date la forma desiderata e passate al forno a 200°.
Ripieno
Ingr.: 1 kg. di mandorle sbucciate, tostate e macinate
500 gr. di fichi secchi macinati
500 gr. di zucchero
buccia di limone grattugiato
acqua: q.b.
Prep.: sul fuoco in un tegame mettete tutti gli ingredienti e mescolate continuamente finché non si
addensa. Fate raffreddare e usate per il ripieno dei dolci.
Reginette
Ingr.: 500 gr. di farina
150 gr. di zucchero
100 gr. di sugna
13 gr. di ammoniaca
mezza bustina di vaniglia
un uovo
sesamo abbondante
latte: q.b.
Prep.: impastate con un po‟ di latte tutti gli ingredienti (escluso il sesamo); amalgamate bene fino ad
ottenere una pasta omogenea non molto dura, comunque asciutta. Ricavatene dei bastoncini più o
meno lunghi o più o meno grossi e tagliateli su una spianatoia infarinata. Tuffate le reginette nel
sesamo inumidito, sistematele in una teglia unta d‟olio e passatele al forno già caldo.
Marmellata di mele cotogne
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Ingr.: 1 kg. di mele cotogne (al netto)
1 kg. di zucchero
il succo di due limoni
Prep.: pulite le mele cotogne, privandole del torsolo, e fatele a pezzettini. Sbollentatele per due-tre
minuti in acqua calda, scolatele e passatele al setaccio. Versate in un tegame assieme allo zucchero
e fate cuocere fin quando non acquista la giusta densità, mescolando in continuazione. Prima di
togliere dal fuoco aggiungete il succo dei limoni. Versate la marmellata calda in barattoli caldi,
ricoprite con un leggero velo di zucchero e chiudete ermeticamente.
Cotognata (P)
Ingr.: stesse dosi
Prep.: procedete come per la marmellata, facendola addensare ulteriormente. Prendete una
spianatoia e stendetevi un velo di zucchero; versatevi la marmellata e appiattitela ottenendo uno
spessore di un centimetro. Fate asciugare per due giorni, quindi tagliatela a rettangolini; lasciate
asciugare per qualche ora e poi deponete in recipienti, conservando in luogo fresco.
Marmellata di pesche
Ingr.: 1 kg. di pesche (lavate, sbucciate e tritate)
750 gr. di zucchero
Prep.: lavate, sbucciate, tagliate le pesche e mettetele in una casseruola unendo lo zucchero. Fatele
cuocere per quindici minuti, dopo di che passate al setaccio e rimettete in tegame, continuando la
cottura a fiamma bassa e mescolando spessissimo. Quando il composto avrà raggiunto la giusta
densità, togliete dal fuoco, mettete in barattoli a chiusura ermetica e conservate in luogo asciutto.
Marmellata di albicocche
Ingr.: 1 kg. di albicocche mature (al netto)
750 gr. di zucchero
Prep.: lavate le albicocche e fatele asciugare. Spaccatele in due e snocciolate; sistematele a strati
con lo zucchero in una terrina e lasciate riposare per una notte. Spaccate una dozzina di noccioli,
estraetene la “mandorla” interna e tenetela da parte. Trascorso il riposo, versate le albicocche e il
succo di macerazione in una pentola e fate cuocere a fiamma dolce. Raggiunta l‟ebollizione,
aggiungete le mandorle e proseguite la cottura per altri 10-15 minuti, mescolando in continuazione.
Quando la marmellata avrà raggiunto la giusta densità (a vostro piacere), togliete dal fuoco, lasciate
intiepidire e versate in barattoli a chiusura ermetica.
Marmellata di melone
Ingr.: 1,5 kg. di melone
750 gr. di zucchero
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Prep.: Sbucciate il melone e tagliatelo a pezzettini dopo aver tolto semi, filamenti e umore; mettete
in casseruola con lo zucchero e lasciate riposare per un‟oretta. Sistemate quindi il tutto in un tegame
e portate ad ebollizione, mescolando sempre e proseguendo fino ad ottenere la giusta consistenza.
Togliete quindi dal fuoco e versate nei barattoli.
Marmellata di prugne
Ingr.: 1 kg. di prugne (al netto)
750 gr. di zucchero semolato
un bastoncino di cannella
5-6 chiodi di garofano
Prep.: lavate, asciugate, snocciolate e tagliate le prugne. In una terrina alternate, fino ad
esaurimento, uno strato di prugne e uno di zucchero e lasciate macerare per un giorno e una notte.
Versate il tutto in una pentola, unitevi i chiodi di garofano e la cannella e fate bollire a fiamma
bassa, mescolando continuamente. Quando la marmellata avrà raggiunto la giusta consistenza (dopo
una ventina di minuti), toglietele dal fuoco, eliminate le spezie e sistemate in barattolo.
Marmellata di fichi
Ingr.: 1 kg. di fichi (al netto)
750 gr. di zucchero
Prep.: lavate i fichi, togliete loro il picciolo e sbucciatele per quanto è possibile. Tagliateli a fettine,
aggiungete lo zucchero e metteteli in casseruola a cucinare a fiamma bassa, mescolando spesso, fino
ad ottenere la giuste densità. Travasate nei barattoli, chiudeteli ermeticamente e conservate in luogo
asciutto, buio e fresco.
Marmellata di arance
Ingr.: 1 kg. di arance (al netto)
1 kg. zucchero
4 limoni
½ litro d‟acqua
Prep.: Pulite le arance, bucatele con uno stecchino lasciandole intere. Gettatele nell‟acqua bollente e
lasciate cuocere per 25 minuti; toglietele dall‟acqua, ricavatene pezzettini e togliete i semi.
Rimettetele nell‟acqua di cottura, aggiungendo lo zucchero e il succo dei limoni; cuocete a fiamma
bassa fino a che il composto veli il cucchiaio. Lasciate raffreddare e poi versate nei vasi.
Marmellata di mandarino
Ingr.: 9 mandarini verdi
400 gr. di acqua
300 gr. di zucchero
½ litro di alcool da cucina
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Prep.: sbucciate i mandarini e metteteli in acqua con lo zucchero a macerare per 24 ore. Aggiungete
l‟alcool e lasciate riposare per qualche ora. Sistemateli in barattoli e conservate.
Marmellata di ciliegie
Ingr.: 1 kg. di ciliegie snocciolate
600 gr. di zucchero
Prep.: togliete il picciolo alle ciliegie, snocciolatele e lavatele. Versatele in un recipiente, unitevi lo
zucchero e fate cuocere a fiamma bassa, mescolando in continuazione e schiumando. Lasciate la
marmellata sul fuoco fin quando versandone una goccia sul piatto non coagula immediatamente.
Togliete dal fuoco e mettetele in vaso. Conservate al buio.
Marmellata di mele
Ingr.: 1 kg. di mele (al netto)
500 gr. di zucchero
Prep.: lavate, sbucciate e tagliate a pezzettini le mele, eliminando il torsolo. Versatele in una
casseruola e fate cuocere finché la polpa delle mele non avrà acquistato un colore biondo.
Aggiungete lo zucchero e continuate la cottura, mescolando spessissimo con un mestolo di legno.
Quando il composto avrà raggiunto la giusta densità, versate in una larga terrina, fate raffreddare e
versate in barattoli a perfetta chiusura ermetica. Conservate al buio.
Marmellata di pere
Ingr.: 1 kg. di pere (al netto)
400 gr. di zucchero
il succo di un limone
Prep.: lavate, sbucciate e tagliate a pezzettini le pere, eliminando il torsolo. Mettete in casseruola
spruzzando subito il succo di limone e aggiungete lo zucchero. Fate cuocere fino ad ammorbidirle
(circa 15 minuti); togliete dal fuoco e passate a setaccio. Riversate il composto in casseruola e fate
bollire, mescolando in continuazione fin quando la marmellata non avrà raggiunto la giusta
consistenza. Togliete la marmellata dal fuoco, lasciatela intiepidire e versatela in barattoli asciutti.
Chiudeteli e conservate in luogo asciutto.
Marmellata di uva
Ingr.: 4 kg. di uva
1 kg. di zucchero
Prep.: lavate l‟uva e asciugatela; tagliate semi e buccia. Mettetela in un tegame con lo zucchero e
fate cuocere per addensare q.b. Fate intiepidire e versate in barattoli a chiusura ermetica. Conservate
in luogo asciutto.
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Marmellata di zucchine
Ingr.: 1 kg. di zucchine (un po‟ dure)
1 kg. di zucchero
qualche goccia di limone
Prep.: pulite la zucchina di buccia e semi e fatela a pezzi. Bollitela in acqua per 15-20 minuti;
quindi scolate e asciugate con un tovagliolo. Pesate un kg. di zucchina e versatela in un tegame con
lo zucchero e continuate la cottura. Quando sarà ben cotta, passatela al setaccio e riponetela sul
fuoco aggiungendo il succo di limone. Lasciate addensare mescolando continuamente. Quando la
marmellata sarà pronta, versatela ancora calda in barattoli caldi. Chiudeteli ermeticamente e
copriteli con un panno di lana, lasciando raffreddare.
Zuccata
Ingr.: 1 kg. di zucca
700 gr. zucchero
250 gr. di acqua
Prep.: tagliate a fette la zucca, privatela dei semi e della buccia; fatela sbollentare per qualche
minuto; disponetela in un recipiente con acqua fredda e mettetela al sole per uno-due giorni. Scolate
la zucca e pesatene un kg. e tagliate a pezzettini. Mettete adesso zucca, zucchero ed acqua in
pentola e fate cuocere a fiamma moderata, mescolando in continuazione e lasciando addensare.
Togliete il recipiente dal fuoco, fate intiepidire la confettura e sistematele in vasetti di vetro.
Albicocche sciroppate
Ingr.: 1 kg. di albicocche, mature, non molli
1 kg. di zucchero
1 litro d‟acqua
Prep.: pulite le albicocche con un panno umido (vietato metterle sotto il rubinetto). Apritele in due e
privatele del nocciolo. In una pentola d‟acciaio fate sciogliere a fiamma moderata lo zucchero con
l‟acqua, mescolando continuamente. Al momento dell‟ebollizione, alzate la fiamma e proseguite la
cottura fino ad addensare lo sciroppo. Spegnete, schiumate e lasciate intiepidire. Sistemate le
albicocche nei contenitori e copritele con lo sciroppo. Chiudete ermeticamente, sterilizzate per circa
mezz‟ora e riponete in un luogo fresco per un paio di mesi. Durante questo periodo, agitate di tanto
in tanto i contenitori per favorire l‟assorbimento dello sciroppo.
Pesche sciroppate
Ingr.: 1 kg. di pesche gialle, spaccarelle, mature ma sode
1 kg. di zucchero semolato
1 lt d‟acqua
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Prep.: tuffate per qualche istante le pesche in acqua bollente; scottatele e sbucciatele. Dividetele in
due, privandole del nocciolo. Preparate lo sciroppo fino a farlo addensare e proseguite come per
albicocche sciroppate.
Amarena sciroppata
Ingr.: 1 kg. di amarena matura, non molle, perfettamente integra;
1,250 kg. di zucchero
Prep.: lavate l‟amarena, fatela asciugare all‟aria, privatela del picciolo e snocciolate. In una capace
terrina alternate uno strato di frutta e uno di zucchero fino ad esaurimento degli ingredienti. Coprite
con un tovagliolo e lasciate macerare. Dopo un giorno sgocciolate l‟amarena e mettetela da parte.
Versate il liquido di macerazione zuccherato in una pentola, unitevi lo zucchero rimasto e fate
cuocere a fuoco dolce mescolando continuamente. Quando lo sciroppo di sarà addensato, versatevi
l‟amarena e proseguite, a fiamma moderata, la cottura, mescolando delicatamente. Dopo 5-6 minuti,
togliete dal fuoco, schiumate, lasciate intiepidire e versate in contenitori preriscaldati. Chiudeteli
solo quando la confettura è fredda.
La conserva dell‟amarena, che si consuma come dissetante d‟estate con gassosa o acqua, era più
diffusa di quella delle ciliegie, il cui albero difficilmente attecchisce nel territorio ciancianese.
Chiappe di pomodoro
Ingr.: 1 kg. di pomodori grossi e maturi
Basilico, aglio, sale, olio: q.b.
Prep.: tagliate orizzontalmente in due i pomodori; salate e fate essiccare (non troppo) al sole. Quindi
deponete in barattoli, alternando uno strato di pomodori con foglie di basilico tritato, un filo d‟olio e
(facoltativo) aglio tritato, fino ad esaurimento degli ingredienti. Pressate il contenuto ottenuto nei
barattoli e ricoprite d‟olio.
Capperi sott‟aceto
Ingr.: capperi
Aceto, acqua, sale: q.b.
Prep.: tenete in immersione i capperi per tre giorni, cambiando l‟acqua giornalmente. Sciacquateli e
sistemateli in barattoli ; aggiungete una soluzione di acqua, aceto e sale (la quantità d‟aceto deve
superare quella d‟acqua) e chiudete ermeticamente. Per le prime due settimane è preferibile tenere
capovolti i barattoli per favorire da parte dei capperi l‟assorbimento della soluzione.
Carciofi sott‟olio
Ingr.: carciofi un po‟ piccoli
aceto, sale, olio, pepe (o peperoncino): q. b.
limone, origano, aglio: q. b.
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Prep.: Private i carciofi delle foglie esterne e più dure, spuntateli e tagliateli verticalmente in 4-6
pezzettini. Teneteli in immersione in acqua e limone per mezz‟ora. Mettete a bollire acqua, aceto
(più dell‟acqua) e un po‟ di sale. Sciacquate i carciofi e sbollentateli per 5-6 minuti nell‟acqua
acetata bollente. Scolateli, fateli asciugare e raffreddare su un canovaccio. Mettete i carciofi
raffreddati in un capiente recipiente condendo con origano, aglio tritato, pepe (o peperoncino) e un
po‟ d‟olio; mescolate bene e sistemate in barattoli; coprite con olio d‟oliva. Chiudete. Dopo qualche
giorno controllate che il livello dell‟olio si sia stabilizzato, diversamente aggiungetene altro e
chiudete ermeticamente. Potete consumarli dopo un mesetto. Quando li prelevate, controllate
sempre il livello dell‟olio.
Melanzane
Ingr.: 1 Kg. di melanzane
2-3 ciuffi di prezzemolo
200 gr. di sale fino
un aglio
2 peperoncini rossi
un litro d‟aceto
olio d‟oliva
Prep.: sbucciate le melanzane, affettatele finemente nel senso della lunghezza e sistematele su un
vassoio leggermente inclinato. Cospargetele di sale fino perché spurghino il liquido amarognolo e
copritele con un altro vassoio. Dopo un paio d‟ore, sciacquatele con acqua corrente e mettetele ad
asciugare su carta assorbente, voltandole di tanto in tanto. Sbollentatele per 5-6 minuti tuffandole
nell‟aceto. Scolatele e fatele asciugare su un canovaccio, da sostituire quando diventa troppo umido.
Tritate insieme aglio, prezzemolo, peperoncino fino ad ottenere un composto omogeneo. In un vaso
sistemate uno strato di melanzane e uno del composto. Al termine coprite con olio d‟oliva e
chiudete ermeticamente, lasciando riposare per una decina di giorni in un luogo fresco e travasando
olio fin quando non si stabilizzi. Potete consumarle dopo un mesetto.
Olive verdi schiacciate
Ingr.: Olive
Origano
Sedano
Aglio
Sale
Acqua
Prep.: Schiacciate le olive, non troppo mature, e tenetele per tre giorni in acqua che avrete cura di
cambiare giornalmente. Quindi sciacquatele e sistematele in un barattolo capiente di vetro
alternandole con sale, aglio schiacciato, origano e sedano fino ad esaurimento. Ricoprite d‟acqua il
tutto. Per evitare che le olive affiorino sistematevi sopra un rametto d‟ulivo intrecciato e chiudete il
recipiente.
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Olive verdi intere
Ingr.: Olive
Sale
Acqua
Prep.: Procedete come per le olive schiacciate. Al terzo giorno sciacquatele e sistematele in un
recipiente con molto sale ed acqua. Coprite come nella ricetta precedente.
Olive verdi sott‟olio
Ingr.: Olive
Sale
Olio
Prep.: Utilizzate olive ben mature (nere) e mettetele per 10-15 giorni in un recipiente con molto
sale, finché l‟oliva non diventa ben gustosa. Mescolatele giornalmente. Infine lavatele e fatele
asciugare al sole. Mettetele nei barattoli e ricoprite d‟olio.
Olive all‟aceto
Ingr.: Olive
Olio, aceto, sale, origano
Pepe (o peperoncino), sedano, aglio: q. b.
Prep.: Schiacciate le olive verdi e mettetele a macerare per tre giorni, cambiando giornalmente
l‟acqua. Scolatele e strizzatele per bene. Mettetele adesso a bagno per due giorni in acqua, aceto
(più dell‟acqua) e sale. Dopo averle strizzate ancora, conditele con olio, origano, pepe o
peperoncino, aglio schiacciato e sedano spezzettato. Mettetele sott‟olio in barattolo.
Peperoni in agro-dolce
Ingr.: 1 Kg. di peperoni (rossi e gialli)
¼ di litro di aceto
un cucchiaio di sale
2 cucchiai di zucchero
3 cucchiai di olio
Prep.: lavate i peperoni e privateli di semi e picciolo; tagliateli a listelli. Fateli bollire per quindici
minuti in acqua, aceto, sale, zucchero ed olio. Versate il tutto ancora caldo nei barattoli e chiudete
ermeticamente.
Peperoni sott‟olio
Ingr.: 1,5 Kg. di peperoni carnosi e sodi
150 gr. di sale fino
un litro d‟aceto bianco
foglie di alloro
Prep.: Lavate i peperoni; asciugateli e tagliateli in quattro eliminando semi e filamenti interni.
Dividete ogni falda in due. In una capiente pentola portate ad ebollizione aceto e sale; versatevi i
peperoni e cuocete per non più di 4-5 minuti. Scolateli e metteteli ad asciugare su un canovaccio, da
cambiare quando è troppo umido. Sistemate i peperoni asciutti in un vaso e tra uno strato e l‟altro
mettete qualche foglia di alloro. Ricoprite con olio e chiudete il barattolo. Lasciate riposare in luogo
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fresco e buio per una decina di giorni, controllando il livello dell‟olio. Quando non assorbiranno più
olio, chiudete ermeticamente e aspettate un mesetto prima di consumarli.
Glossarietto
Agliotta: contaminazione locale di “a ghiotta”: alla ghiotta.
Astrattu: concentrato di pomodoro; sugo rappreso a lunga conservazione.
Caddiàri: spianare e rilavorare l‟impasto, quasi con forza, imprimendo ( i calli del)le mani.
Caddi = calli.
Caiula: placenta.
Carrittera: da carretto.
Costi: costole, costolette.
Crastu: agnellone, castrato.
Curatedda: interiora di piccoli animali.
Cutini: cotica, cotenna; pelle di maiale.
Diavulina: piccolissimi e colorati confetti.
Frascatula: polenta di semola.
Froscia: spessa frittata.
Lattèra, cicara: lattiera, chicchera; tazza.
Làssani: specie di cavolo selvatico.
Marmurata: crosta di zucchero che si spalma sui dolci. Glassa.
Mollo (a): tenere in mollo, a mollo: acqua o altro liquido in cui si tengono immersi, per vari motivi,
cibi. Ammollare.
Mortaio: recipiente per pestarvi cose da ridurre in frantumi o a poltiglia.
„Ncaciata: incaciata: da cacio (formaggio); condita con formaggio grattugiato.
Paese dello Zolfo: Cianciana, nella media valle del Platani, un tempo famosa per le sue miniere di
zolfo.
Panaru: zana.
Pirofila: tegame da cucina, che non si altera al contatto col fuoco.
Racina: dal francese racine: uva.
Rappa: grappolo, tralcio.
Rosa di vrocculi: cavolfiore; cavolo di cui si mangia il fiore (rosa).
Sagnaturi: mattarello.
Salaccini: calanchi; abbondanti e spettacolari in un exfeudo ciancianese.
Salamoia, dialettale salamoria: soluzione d‟acqua con sale.
Sasizza, sosizza: salsiccia. Dal francese saucisse.
Scannaturi: spianata, scannatoio. Asse su cui si spianava la pasta o si scannava un animale da
cortile
Scaticchiu, scaticchiata, schiticchiu: banchetto senza grosse pretese e spesso improvvisato, tra
amici.
Sparaceddi: varietà di cavolo che d‟inverno dà infiorescenze a fiocco.
Squietato: dialettale scuitatu.
Sugna: grasso animale (maiale) che si liquefa per ottenere lo strutto. In siciliano, saìmi: dall‟arabo
Schaim.
Sullèni,sullenni: solenne
Tagliarina: pasta spianata e tagliata a striscioline. Tagliatelle, bavette.
Tegame: recipiente da cucina, di materiale vario, tondo e basso con manici.
Terrina: tegame di terracotta a sponda alta; zuppiera, insalatiera.
Trunzutu: da trunzu: torsolo, torso (del cavolo).
Viddanedda: da viddanu: contadino; alla contadina.
Vucceri: dal francese boucher: macellaio.
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La “ dieta mediterranea”
Più volte si è fatto uso di questo termine che ricorre ormai nel linguaggio quotidiano, speso senza
che se ne conosca il senso o il vero significato. Una brevissima premessa può essere utile per
condurci alla sua comprensione.
Se il modo di alimentarsi che le popolazioni del bacino del Mediterraneo avevano adottato fino
all‟epoca del boom economico è stato rivalutato ed è tornato in auge come fosse una novità e, per
certi versi, una “moda”, lo dobbiamo in particolare allo studioso Angel Keys. Questi, attraverso
ricerche condotte per molti anni su diverse popolazioni, aveva riscontrato che le malattie cardio-
vascolari avevano un‟incidenza minore nelle popolazioni mediterranee che adottavano
un‟alimentazione “povera” ma sana. Cosa la rendeva sana? In particolare la prevalenza di proteine
di origine vegetale ( legumi e cereali ), di carboidrati complessi ( pane e pasta ), di fibre alimentari
( frutta, verdure, ortaggi, legumi ), di grassi vegetali ( olio d‟oliva ). Latte, formaggi, uova, carni e
pesce rappresentavano una quota modesta dell‟alimentazione. Dunque, tali scelte alimentari
risultavano corrette e tenevano lontane quelle malattie che imperversavano nei paesi che già
avevano conosciuto il “ benessere”. Da qui il termine dieta mediterranea di cui oggi si abusa.
Al di là di ogni considerazione superficiale o di comodo, la dieta mediterranea dei nostri nonni
può e deve essere adottata come modello e non già come regola. Ciò potrà ulteriormente garantire
la prevenzione e la cura di molte patologie che trovano stretta connessione con errori alimentari,
piuttosto ricorrenti nella società dei consumi.
Dieta equilibrata
In considerazione della funzione educativa della famiglia, si ritiene opportuno dare alcuni consigli
ai genitori:
-abituare i bambini a mangiare giornalmente almeno uno dei cibi appartenenti alle principali classi
di alimenti ( cereali e tuberi, legumi, latte e derivati, carne o pesce, uova, ortaggi e frutta);
-variare i cibi per evitare pericolose manie alimentari;
-distribuire gli alimenti almeno in tre pasti giornalieri;
-limitare i dolciumi;
-evitare cibi e bevande da fast-food;
-mangiare in abbondanza cibi che contengono vitamina D ( latte, uova, pesce ).
Questi cenni di buone norme alimentari sembrerebbero difficili da seguire; tuttavia se si fa
riferimento alla tipica cultura alimentare di un paese mediterraneo, quale il nostro, ci renderemo
conto che realizzare una alimentazione varia e bilanciata è veramente a portata di…bocca.
La nostra alimentazione tradizionale non mortifica i sensi, restituisce il piacere di stare a tavola ed
ha come obiettivo il benessere del nostro corpo. In tutto il mondo il nostro modello alimentare
tradizionale è apprezzato e raccomandato per vivere in buona salute.
Per chiudere, una confidenza: i nostri genitori, i nostri nonni non sapevano di fare la dieta
mediterranea che, ricordate! è soprattutto uno stile alimentare e di vita. (mp).
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