'A S'*'. GIORNALE LETTERARIO SCIEIVTIF1C0 ARTISTICO · Desider o che Vitaliano. combutt a questa...
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Si pubJjlicanQ tre Numefì ed Tiu'Apjieudice ogni mese. Il pre*zo .da pogarai'îit rato 3 e me
strnli nnticipate è Ji paoli rjutiulioì all' aujio «egli Stati Pomificj, e di paoli venti all'estero franco di coufin'u Si Ricevono le asgociaaioni
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daU'eclitorç ALESSANDRO NATALI in Koraa, e fuori *]i Roma dai corrispoudenti del giornale.
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Lettere, libvi e gruppi d» spedirli alT^Dl
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cetono'se non franchi di apesa. Il soïa.tTonMo riceyesi anche non affrancato; le liollette degli «fficj dì Diligenza tengono luogo di x'îcetuti. Nel gruppetti dèi danaro sia segnato a scan»» tfi equivoci it nome di ciii spedile?.
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Fanfullai uno de* tredici $ Earietta*
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GIORNALE LETTERARIO SCIEIVTIF1C0 ARTISTICO Tutto ciò che ha relazione cóWarte della parola e coi diversi modi d'influire tulle idee e sugli affetti degli uominU è legato di sua natura con oggetti gravimmì.,
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y ^ ai a ouia, ÌO Lituano Ì$4.J;
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IIODKRAIT E GLI ESALTATI h
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DqW ITALIANO , uno de"* più pregevoli giornali del nostro Stato, che stampasi inBologna riproduciamo il seguente articolo pel quale vogliam dichiarate, alcune delle opinioni che abbiamo comuni col nostro amico Professore Montanelli.
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Desidero che Vitaliano combutta questa filate divisióne di du& partiti il moderato <c l esaltato che si vorrebbe far credere eststente in Italia. L'italiano deve opporsi ad ogni idea che non sia nazionale , e tale è appunto questa divisione. Noi malaccorti ! che indosHiamo vesti straniere, mentre ci vantiamo d' italianità, e siamo sempre strojnenti di chi ci vorrebbe a qualunque costo disuniii! Come i nomi di Guelfi e Ghibellìni furono un giorno pretesto di gare personali, si tenterebbe ora far lo stesso con quelH di moderali e d'esaltati. Chiunrrue ha cuore italiana resista al /naie, nel suo princìpio— diamoci, diamoci strcUameute la mano quanti cooperiamo all' Italica rigenerazione coii spirito di sacrificio, e facciamj si che quelleparole di moderazione e d' esaltazione^ che 1' imitazione stranièra ci suggeriva , siano esecrate , se hanno ad esser fomiti di discordia.
La vita pubblica dell'Italia comincia adesso perchè non esiste vita politica in una nazion6 , quando non è permesso al cittadino partecipare colla parola al governo, É impossibile che lutti abbiamo intorn.o alla cosa pubblica le stesse opinioui, e la varietà di queste è segno di* vita , e non distrugge la civile armonia. Ancor noi italiani dobbiamo dunque entrare nel nuovo arringo preparati a discuter re, pacatamente le grandi questioni del nostro riordinamento ; preparati a sentirle diversasamentc risolute, e a collocarci ciascuno dove la coscienza gii dica essere la verità. Che le opinioni siseparino e si combattano nel campo della discussione, la cosa naturalmente s'intende. Ma the prima d' aprir bocca sì sognino divisioni',couio se fossimo già adulti nella vita politica , questo non può essere.
Ogni popolo s'avvi;* alla rigenerazione con demeuli suoi proprii: e negli anlecedonti del
la sua civiltà , e nelle differenze tutte, che la fanno singolare da altri popoli, ha la necessità di estrarre solamente dal proprio fondo i principii direttivi dell'opera rigeneratrice, Com'è possibile che quella distinzione di moderati e d' esaltati, che convenne alla Spagna convenga all' Italia ? Come e possibile che essa esprima davvero una differenza reale d ' o pinioni pratiche > le quali siano potenze operative di civiltà nazionale? Qual è il programma politico dei moderali ? Qual è quello degli esaltati ? Generalità, e nuli' altro che generalità. Lasciamo il nominalismo; scendiamo alle cose; definiamo il nostro Stato; poniamo i veri problemi. Quile opinioni potranno delincarsi nettamente, qui potremo contare i vóti per conoscere quelli della maggioranza ; ma ilnora ciò non si fece.
La differenza tra gli uomini politici , non può derivare, lo ripeto, se non che da diverso modo d'intendere, e di concretare 1' idea pratica. — Ma coi titoli di moderati e d' esaltati parcelle fra noi si volesse piuttosto accennare a maggiore o minor vivacità di desiderii , a maggiore o minore assennatezza di eoudotta politica. Oh ! non è ridicolo che gli uomini di giudizio vogliano fare un partito, e di
Come nei nostri Governi il privalo esprimerà la sua opinione sulla cosa pubblica ?
Solamente nei circoli privati? Anche colle petizioni 9 o ûidiviihiuli o col
lettive ? Solo colla stampa? . Il diritto di manifestare le opinioni politi
che apparterrà a una classe della società , o a tutto ? .
Su questi e su molti altri problemi di prar tica opportunità potremo, discutendo, venire a conclusioni contrarie. Ma allora la divisione degli uomini politici sarà una verità, e.nori un prelesto sotto il quale si nascondano astii personali. Antica nostra sventura! ! !
Pisa 6 maggio 1847 Prof.Giuseppe MONTANELLI
re tutlr irli altri non l'hanno ? Chi sarà tanto orgoglioso da darsi da se il diploma d' uomo assennato ? Quanti con questo intendimento presero a di re noi siamo moderati non s'avvedono il male che fanno , perchè denunziano implicitamen.lc ai Governi , come cattivi cittadini , moltissimi galantuomini, che solo per modestia non ebbero quella pretensione di chiamarsi savii al par di loro
Io vorrei avere un'autorità che non Ito per proporre la cancellazione di quei nomi dal nostro vocabolario politico. Lasciamo il giudìzio della condolla morale alla coscienza , e al tremendo Minosse della pubblica opinione. Siamo tutti concordi hell' amore del vero ; tutti amanti sviscerali di questa nostra dilettissima Italia ; e solo nel diverso modo di risolvere le questioni pratiche nasca la differenza la quale separando gli intelletti, lasci sempre uniti i cuori. Ma invece di staro così per aria, affrontiamo prima di tutto francamente la discussione intorno ai limili della partecipazione dei privati al Governo , perchè di q,ui
'.credo, che sin necessario prendere (e moss<\
-y® AL MIO DlLin llfe&I.UO AiìllCO
PIETRO P. . . . Nel maggio del 1847.
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Se nuli fossi stancò di Iflntw scocicialure poetiebo solile a slnmpollarsì por nozze ? onde baloccare i pa
rasili e gli adulatori ; amlt' io nella circostanza del tuo matrimonio ti avrei indirizzato «lualche versi ed
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avrei forse aumentata la congeriejde'poetici nientu Ma poiebò 1* animo mio rifuggiva dai cincinni e dalle fa
tuili, in voga, mi tacqui \ ed oggi perchò compio l'aniiò primo delle tue sponsalizie , fra la soave memoria do* tuoi contènti ho voluto che avessi queste mie parole, . acciocché ti facessero fedo 0 della franca nroicizia che
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ti professo T e della rimemtnaûïa vmssinia ebe seçbo di Te.
E perchè noii ti paia at'U^a ragione tjuento mio pen
sier i , dirò ebo so »'. matrimonio «nando venne da t,e stretto fu per me giudicato de^no di essere conosciuto dai molti, ora parmi debba vienir comandato dai buoni. Questo nostro benedetto secolo non v'ha dubbio elio sia troppo içsaùrifzanlo . . * . riponga ogni suprema virtù nei danaro e più ancora in un certo orgogliuzzo mascherato 'on un'orpello di nobiltà popolana che mostrat Tiie&ntezza e leggiadria al dì fuori nasconden
do \A putredine.di dentro. . . Non dico, ciò per ole
varmj a maledire i tempi moderni come fanno per mal vezzo que1 seccantissimi lodatori del passato, ma perchè roahnentc quesfeij; magagna e' ò. E per entrare nel nostro caso: quanti cincinnali vagheggini, io di*
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mando « non si aivgiuwoo e segnano un ricco patri
inowo anche con una beltà frullata? Quanti non an
62 .{$> tepongo'no il danaro alte buone .ed ingenue qualiU li re r i , malvezzo del nifàlcoslume , dedurrei essere le d* un'eoimo appassionato, non vantano la boria d'un stirpi moralmente scadute indebolite, e quindi aver patriziato spésso vergognoso, per is fa la re una cara germogliala la vigliocchertit di uomini flosci, slantii, M amabile verginella? Quanti ridicoli bellimbusti poi notisi fannobaUid'aggirarsi trale donne con il cuore serralo agli affetti, e rinnegando ogni sentimento squi
fito da cui rampolla il gran vantaggio sociale? Quanti giovani infine non si gloriano di attossicare resistenza d'una qualche soave ed angelica creatura , e ridono, e si vanlano, u portano sfacciatamente in trionfo un tradimento? Ma lasciamo questo reminiscenze dolo
rose che mostrano le' piaghe della società î molto più che noi stessi, noi tutti le mille fiate siaino testimoni quando da taluno si sono briosamente vaniate colali ïilissime vergogne... e, siamo sempre stati costretti a ta
cere poiché riscaldandoci e parlando contro lo scostume . fummo posti ih dileggio ,* presi per collegiali, quasiché 1* attener le promesse giurale, l'amar di core, il non tradire fosse cosa da briachi o da matti. ï'rallanto di presente nel tuo ammogliamenlo io veggo che hai da esser lodalo e andarne in pura fama, come colui che ha porto esempio ai codardi dello ondar contro a quel
l'infame moda che somiglia le donne ai fiori de?;quali ci serviamo ad ornarcene, vagheggiarli e, millupiù. Con un cuore che. ti distingue dal volgo dei eervclla'ti egoi
eti," hai; posto in non cale W prave dottrine in voga, ha.l ino.Urato che non agisci pvr calcolo, hai fatto ve
dere in che conto tieni le muffe delle carlapecore clic potevano levarli l 'animo al fumo, ai liluletli ; bat persuaso lutti die non il daiiaro , è il supremo bene da le vagheggialo hai alla perfine mostralo che, ceiicavi^vtrlù, alTetlo., e grazia , che la parola data è sacra per l e ; e l 'hai mantenuta! ("erto che molli in moltissime fogge parlarono di questa tua ri
soluzione, e non mancò chi annunciava aver lu fatto
. ufi tonfo, il mese averli esaltalo, la passione reso cieco . . . . . . . ed in fé mia, ebbero tulli un bel cri
Ucarel Chi non sa cosa sia potenza e vastità d1 afféi r
xioue , chi anzi beffa queste prerogative comi' poteva giudicarli? Tu"devi compiangerli. V ha una stolida razza di guerrieri moderni, i qnali andando in busca del vello d'oro agiscono in ragionò dirella sempre del lucro, ementre nutrono la smania di raunar' pecur
nia tra essa vivono starnazzando profanamenle auto
malicaincnte. Or codesli polrebbevo mai valutare r e
stasi d'un* affetto, i desideri puri d1 un'amore inno
cente , le gioie intime d'un felice connubio? Ma vi sono o mio Pietro dolcissimo, si" vi sono spirili ima
colati, vi sono angeliche creature le quali vegliano e sentono ed apprezzano le dolcezze d'una vita in
conlaminata.. Le donne , queste buone care donne van
tando un core meno annebbiato degli uomini, e piùpuro per viUlilà di senlimenti generosi; osse tutte ti esal
tarono e brillando gioirono e gioiscono delle lue nozze A laliuio che parlava con femmine e parlava dì te con un po' d'uggia, io .ho inleso dire da una don
zella che bontà di educazione, santità di costume , ingeuuilà di mente., e purezza Si core sono i preziosi doni che l'aveva recati la sposina, e , . . un fumoso còmnlò di titoli e di dovizie te T invidiali davvero .
A laTaltro che in aria di discolo filosofaslro senten
ziava aver tu fatto male ; . io ho inleso altra donna ripetere : se non avendo ragioni da rinnegare un'af
fetto gigante, avresti fallo meglio e bene a lusingare a tradire.! .Pai che coneludo doverli del tuo felice matrimonio Vodafe, sebbene il fiécolo male il.comporli. Aggiungo anzi che un lai l'alio mV stale* suggello del tuo bel core, e perciò dopo un7 anno , non per ispi
rilo di parte né pregalo, francamente vengo a ralle
grarmiti e a celebrare festoso il luo ammo^Hainentc InUnto pcnsao mio prezioso amico che le vino de!!;
slombati, nijiteria di mnloiìa , uomini che formarono la cagione che ha. esautorato per ora ì! nostro terre
no : . . . ma non Voglio procedere tant* oltre pei'chò V animo tuo bellissimo schivando questa lue sociale so conservare puri i fonti d* un santo amore , onde non t'infastidirai della coniugai vita e piutloslodiò passar le ore acculalo pej caffo , vivrai sempre colla metà dell1 anima tua, spenderai il tempo nei tuoi in
teressi senza sprecarlo inaUamenle in follie. Quella bambina poi che of ora l ' è na ta , quella e h c l ' ò l'è.
spansione di tutto P affetto appagato, quella ch'ò la gemma delle tuc'pupille, quella pensa che racchiude già un avvenire,di belle speranze. Vivilietissimo adun, que , e nella esuIOinza di questi giorni a t<ì sacri , va glorioso d'un matrimonio che ti forma la stima di ijuanli hanno un cuore ed un pensiero reUissimo . , . .
Intanto ricordati del tuo , ' i f ,
PAOLO G. *M r
1 CAPI D'AHTI IS MESHERI IN ITAtlA * < V X ^
^Continuazione Veggàsi il N.u Vò) ■ ■ *
I I I . Neil 'anno 476 cade l1 impero sotto i colpi d 'Odoaére capo di genti ba rba re ; ad Ódoacre sotlentràtio i Goti, ai Goti i Greci e per 9a anni l'Ila lia ò preda combattuta (Va gli uni e gli altri. In mezzo a tanti rivolgimenti a tante 'sventure ogni citlà della ' misura penisola deve pensare a se stessa. Il pericolo i> continuo : così continuo è' i l .bisogno' di star
■■p'rouli a l l a , difesa •. In . tale cimento le .varie classi dello Stalo si aggruppano meglio tra lor o ; la necessità inette le ' . armi in mano ni più lurpidi ; i corpi d' arte si assodano, s' armano e asamnouo forma e disciplina militare.' Noi li iroviaino così costituiti nel vi secolo. Per segno e suggello di tal mutazione, al titolo afFatto civile di corr;o, che .prima li designava, è soltenlralo qiìeJlo dì scuola; col qual tìtolo'il basso impero soleva indi
sposa sorto i fiori più belli di cui possa vantarsi una famiglia, seudochè" quello ò olezzo di paradiso che non mai languisce. Argento, diplomi, e nastri, e chinca
glie e ogni altra cagione di contentò è dall'ale d'oro, 0 sparisce come lampo d'estate. Le virtù solamente , l'nft'etio ò duraturo onde su quesiti raccogli ì pensieri quando Ha meglio dimenlicare I. Mollezze degli ab
fcacbi ambulanti. Or tu vedi coloro che s'accoppiarono al di.uaro, 0 alla pigra lascivia, o al sangue purissi
nio ì Ksd hanno il matrimonio come^giogo, come serio di spine : non come'legame di amore. Quindi è che
.ficljivano..la compagnia della moglie, e ridicoleggiano chi i elçva alle candide fantasie d 'un inleliello in
nauiórnlQ delle virtù E. dall'esorbitanza di rotali pa
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scuoia; coi quai uiuio 11 jjasso imp care una massa di genti ordinate inilitaruicnle.
Nel l ' anno 568 vengono i Longobardi in Italia e ne occupano stabilmente la parte superiore fìn'a Ravenna e a Roma, ed oltre Roma il ducalo di Benevento. Varia fu la sorte delle scuole delle arti secondo tale coiKjuisln, Nelle c'illh 'tenute costantemente dagli invasori scomparvero. Furnnvi esse abolite o si nascosero sollauto alle ricerche della sto r i a? Questione ardua, che. potrà venire iutàvu.lala solo quando si conoscerà qual fosse sotto quella dominazione lo' stato dei popoli vìnlì.
Al contrario nelle città non locche "(la1 Longobardi, come Roma e Venezia, o,tocche solo intermitlent*?nie,nle, come Ancona e Ravenna, lescuòle d' i<rti persistono ben ordinale e armale. Anzi siccome il nemico non cessa di sovrastar a l d i fuori, e al di dentro' la forza del governo è quasi nulla, e il bisogno di provedere alla propria conservazione è evidente e continuo ; così , a somiglianza delle SCUOITO d' ail i , altre scuole si formano, egualmente organuizzate e armale. Nazione, professione, scopo veste od insegna le divisa. A Romanci ix'secolo, per esempio, il popolo era spartito in molle scuoio. Per rispello alla nazione eranvi quelle de* Frisoni, de ' Sassoni de* F r a n c h i : per rispetto alla prof e s | sione, quelle de' facchini de ' portatori di lampade e simili ■ per rispetto allo scopo, quelle deV/Z/evisort, degli stratori ecç: per rispetto finalmente all' insegna, erauvi le scuole del Leone, àçWAquila , Ae\.. Dragone er, ( Ì ) .
Codeste scuole vi durarono, e con qualche modificazione traversarono le burrasche del medio evo. Per esempio in Ravenna, ancor nell'anno i545, appare (gitasi nella sua interezza 1' antica scuola dei pescatori. Tre ufficiali la Veggono, un 'capitolarlo
IV. Passiamo itile ciifà dell'alt» Italia. Per paracchi secoli niuna traccia vi Appare di corpi d'arti . Dopo il mille spunta qualche hurt e di libertà e d'incivilimento ; bentosto vedonsi le arti distribuite per conlrade (1), Al certtf la necessità pò* imi ne a ciascun bottegaio di trovare nel collega pronto appoggio nell 'esercizio della professione e nella tutela della persona e degli averi li lia indotti a portare a poco a poco i loro fondachi, 1« loro oflicinç nella stessa via , nello stesso qu'ar* tiere , e ha dato origine a tal divisione. Non dubitale : sarà essa r a d i c e l i gran pianta.
Iriauguransi le crociate : sorgono Ì Comuni; declina il feudalisiìio ; i signorotti del contado sono astretti a giurar obbedienza alle città ed abìlarvi; dilatasi il commercio; schftutonsi le comunicazioni tra provincia e provincia, Ira regno e regno; i Comuni trionfano dì Federigo Barbarossa; l'industria si* ravviva ; ed una novella vita si diflbnde dalle arti più nobili alle più basso; gli artigiani crescono di numero , d1 importanza, d* dnimo , alfine si costituiscono in corp i , e questi corpi ottengono forma legale dal comune 0 dal principe. Tutto ciò si compieva tra l'Xl e il XII secolo.
L'anno i ï 8 3 a Costanza fu accertata per liultnti l ' indipendenza 'dell'Italia. Quell'anno avrebbe dovuto segnare il principio della costei felicità*: al contrario segnò il principio delle sue svenìuie. La vittoria partorì gare ,' le gare partorirono dissensioni e rovina. Sorse guèrra tra Comune e Comune fuori dalle mura delle città : sorse guerra dentro esse , tra partito e par t i lo , tra classe e classe; Guelfi contro Ghibellini , nobiltà contro popolo pòpolo contro p l e b e , famiglia contro famiglia.
Fra tale Inniulto, che avvenne de' corpi d'arti e mestieri? Ne avvenne quello che era già loro avventilo selle secoli, avanti : fecero quello che fanno i mercatanti, i quali intendono dì traversare Ì 'deserti dell' Arabia e della Tarlarla. Uomini , belve , natura innalzano contro essi terribili impedimenti , che ninno di per sé varrebbe a superare. Ebbene! Unìscousi ; affidano a un solo il comando supremo: e armali procedono , sfidano le ire del clima, delle belve e de ' ladroni. L'associazinne così fa loro trovare forze , che separati non potevano usufrultare;
Quello ; che fauno tuttodì le caravane ne! viaggi loro commerciali •. fecero durante il* medio evo i corpi* d 'ar t i nel viaggio loro sociale. Allorché il potere upremonon ha n e r b o , non capacità per tutelare le parli dello Stato , queste par t i s i tutelano di per loro. ~ La guerra era fuori delle porte della ciltà , la guerra era fuori dell 'uscio di casa: il poterce la in tutti, il diritto in nessuno. Ciascuna parte doveva provedere e provedeva rcahneule alla propria conservazione. 1 nobili, i ricchi serravansì nelle castella del contado, oppur nelle torri e ma. gioni fortificate della citlà; ì partili organizzi!vansi; i ricchi popolani si spartivano in società armate : i corpi d'arti pensarono anch'essi alla tutela delle proprio pcrdonct e dei proprii interessi.
Tratlavasi di . t iovare in se stessi i mezzi , gli elemenlidi conservarsi e ingrandire, e ciò iudipen* denlemente dal pofe;e supremo che per cosi dire non esìsteva o esisteva sólo per mal fare. Bisognava adunque che la vila dei corp'i d'ar l i fosse slegata dalla vila dello stato. Spezzossi lo stato; e l 'ar t» fece slato di se medesima.
* Non basta Trattava$i or di difendersi , or di assalire : tratlavasi di operare insomma. Ora , la forma di reggimento che si presta di più all 'opera, è la militarci sotto la quale coniando e obbedienza,
un massaio e un cancelliere : quegli convoca e presiede le assemblee, ed ha T alla* direzione delle faccende; al massaio spetta la cura dei beni, delle entrate e delle spese comuni : .il cancelliere conserva le carte dell 'ordine, ne autentica le deliberazioni,ne spedisce il cai leggio. Per venire ascritto alla scuola d'ei pescatori bisogna farne formale dimanda , ed essere approvato almeno dal suffragio di venti uomini della scuola istessa (0).
{{) Anas tas. lìibliolhec, p. .138, HT, t'7 5 '/far. Italie % Scrip, t. III. De laudibus lieveng* Carmen. L. IV." p 407 (R. L 5 t. 11.) — Vetri Diaconi, Chron. Cassiìt.', L. IV. G. 37 (li, /• S. I. IV).
(3).FaDtu«i.yûrtKm, Baverinati^ t. UT» n. iS?, p, 4 ' t
pe: siero ed esecuzione mirabilmente si umhcauo. I corpi d' ari) non solo si armarono, ma diedero alla pioprìa esistenza , che già aveva i carat ter i .d 'un reggimento quasi ìndepeudente e politico, l'aspetto e ì*ordinamento militare.
In conclusione, nel medio evo , finché durarono i miserabili conflitti de ' Comuni d'I tal ia , lunga e sanguinosa preparazione a meritala servitù, i corpi d' arti ebbero fornra politiconnlitarç.
V. Volete voi accertarvene? Volete.voi misurare precisamente il valore di codesta asserzione? Paragoniamo sommariamenle l 'ordinamento d'un arte, quale si trova organizzata in gue'secoli, coii una società qualunque politica, con un governo , quale si trova in lutti i tempi è paesi.
Che ' fa un governo rispetto a* sudditi suoi ? Regge, tutela.. Ebbene! questuerà appunlò lo scopo, il motore segreto deircsi.stcuza dei corpi d'arte. Un
■governo giudica. E b b e n e ! non sólo i rettori delle artr aveauo autorità coercitiva circa il buon or
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fi) Tal divisione s'iucont.a per esnell'anno l666m Milnnn. Glulini Storia di }Hl<wOi L. XXI*, , p 9Ì.
dìoc o quello che noi diretomo ovBfloìhiacórrezionalti de* loro dipendenli J non solo avcì'aiio )a facólià eli fissWrc il prezzo alle opere iir caso di contestatione , e tfuella di decidere in pribin ed ulttino appellò le liti che nascessero tra i varli iiìembVi de! corpo stesso; ina il loro potere >ì estendeva più in là. Giudicavano essi le 'cnuje yate ' tra i dipt'udenri loro e gli estranei, che non fossero nscrìlti a verun'arle; uè nel civile soltanto, ma nel criihinalc altresì, pochi e gravi casi eccettuati, pe' quali interveniva tuttavia la publica potestà (i) . Bla ancora per questi casi sovente la ragione cedeva alla forza, e l 'ar te a bandiere spiegate vendicava a diritto e" a tnrb» le offese che credesse aver ricevute in sé o'iic' su'oì membri.
Proseguiamo il paragone. A conseguire que ' tre scopi' un governo sì prevale .di varii nlez/.i: magîhtrati, denaro, forza, leg^i, premii e pene. Non dubitate: questi mezzi non .mancavano ueanco a' corpi d 'ar t i delle, città italiane. Vediamolo a parte a par t e .
. i . Magistrali Un consiglio generale , presso cui risiede il potere sovrano, l'uliiino appello: un consiglio speciale compoUo di uomini più assennati, presso ì quali si trattano gli altari ordinarìi: uno o più capi, con vario 1ÌI0J0 di rettori, sindaci, gonfalonieri, caporioni, priori o consoli," main sostanza col diritto di presiedere .'ed alla deliber.izione ed all 'esecuzione di tutte le faccende civili, politi* c h e , giudiziali e militari: cancell ier i , tesorier i , messi eperfiuo spie secrete (i); ecco i magistrati, ecco gli ulfi/.ìali d' un corpo d' arte nel xiù e nel xiv secolo. Voi lo ; Vedete. ISssi rappfeiculauo inpiccolo tutte le parti d' una pubblica ainmiuistraziono; essi bastano al governo dell' aisociizione.
a. Laggì, L1 arie non solo ha statuti autenticati dal comune, ma ha il diritto di (Wne.de1 nuovi e di modificar gli auli.hi. l re' tori, gli 'anziani , tutti i membri di essa hanno facoltà di proporre: il consiglio speciale o segreto esamhia, prepara; l'assemblea generajo delibera. 5. Denaro. L'ar to ha rendite fisse. Sì: esse non basiano ai bisogni comuni, suppliscono le impòste che dall' assemblea generale si stabiliscono , dai vettori sì regolano,.e dai camerlenghi si riscuotono e spendono;
A. Forza Oiïni membro dell ' arte è soldato, ed lei ^ o n ci
venisse eletto, di non snUrarre »' collegdiì lavoVo , bottega o garzoni.
Ma l'altiv tà d' un governo noti sì restringe dentro i confini dello Stato: li varcae Ritrova a fronte d'ai
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' r igovern i ,ora amici ma nemici, Ora superiori ora uguali a minóri di sé. Non diversamente l'aziona dei corpo d'arte non s'arrestavfi denlro essa: al di fuori trovava alti! corpi, con cui trattava f quasi da potenza a potenza ; e trovava infine il Comune , quasi potenza superiore e protettrice,ma tuttavia separata da sé.
Con ciò, diremo noi che V esistenza di uncorpo il' arte del medio evo .fosse affatto quella di una società politica? No: erari fra kiyb gravi diiferenz.c ina di tanto il(allò aveva sormontato e* quasi oppresso il diritto, che 'per rinvenirli? bisogna risalire alle orìgini. Uisalcudòa qùest'evcdiamo.
i. Chu, non osinole gli sforzi fallrdall 'arta per nascondere la propria dipendenza verso il Comune; questa dipendenza sussiste. Gli statuti stessi fondamentali dell'atee han forza di legge, perchè autenticati dal Comune.
it Una società polìtica'si rinnova naturalmente: ognunonascendo vi rimane ascritto e ' soggetto , senza pur saperlo, a diritti e ad obblighi. Il bene universale esige tal sagrìtizio, e adyesso s' immola il volere e il comodò', privato. L' individuo nato iti tale società non ne può più uscire per forza propria: le leggi, le iiislituzioni native lo seguitano dovunque , e l 'obbligano anche ren i ten te : la società politica adunque preesiste alla volontà indi,viduale,' ed è da essa indipendente.
Al contrario i corpi d'arto si rinnovavano dietro una scelta , dietro un alto di. libero arbìtrio , giusta un contratto, direi quasi, bilaterale. Iv.'a necessario l 'assenso e dell ' individuo è del corpo perdio quegli venisse ascritto al corpU'stesso.* Dopo di' esservi stato ascritto poteva uscirne, purché rioùuziassc a'benefìzii deli* assoeiaziquj?. 1/ associazione adunque et'a fattizia a dipeudmUe dalla volontà individuale.
Questi caratteri intrinseci distinguono e distingueranno sempre essenzialmente un ; 'associazione qualunque da una socìeiì».
(Il fine nel prossimo numero) EnCOLE R1COT71.
eotiflucntê del Bòiso nel Cantiaoo , alla primitiva situata alle falde del monte Petrano, sovversa, dai barbari . Cinta di solide mura nel!1 ampiezza di bir
ca un miglio, la moderna Cagli ha non dispregiabili edifìzi , fra 'i quali prinieggianO il Duomo, e V Epi
scopio. Le fazioni dei cittadini e de ' vicini luòghi ne fecero mal governo e fu dominala da' Duchi di Urbino. È inolio progredita la sua industria de ' t e s
suti di hma e de ' cuojamì. La cifra della ■popola
zione non vi olfrepassa 4ooo individui. Ha la sedia Vescovile comune con citlà della Pergola. Città fondata dagli Eugubini nel seco
lo XIII■in opportuno sito e in fertile territorio, do
ve il Cinischio influisce nel Cesano, dello dalla cit
tà diSuasa già esistita lungo la sua sponda. È domina la dal Catria selvoso. I Duchi di Spoleto ne contrastàro
Ho il possesso a* fondatori; ma terminarono il litìgio i Hovereschi di Urbino che la compresero ne ' pro
pri Siati. Quando contro essi venne il Card, Bibie
.nn creatura de* Medici, Pergola più d' 'ogni altro luogo ebbe a soffrirne' guasti e orribili sinistri. Oui nacque, educato alle armi dal famoso, AlberÌco*d» Barbiauo , l ib ravo condottiero Angelo so'prauotni
natò della Pergola. La popolazione di cótesta città émolto inferiore a quella di Cagli; ed ha buoni rp i
ficj animati dalle acque de'vicini fiumi.
[Continua) CARLO A f l D U l K K
al primo cenno de' capi, alto sventolar i falonc, ò al grido del banditore dee pigliar l'armi «■ nssembrarsi. I re'llori che presiedono all' amministrazione civile e giudiziale, comandano altresì la massa armala dell1 arte.
5, Premii e pene. L' arie pure ne ha. î premii sonòqiiali dà il tempo , quali si riuveuivatio allora presso quelle società forti e ferodi) suffràgi di lode un titolo ed il potere. Le pene pel solito si ' r iducevano a multe, gravi più o meno secondo il caso. Queste potevano vanire inflitte da' rettori. Al dì sopra delle multe ve n ' e r a ancora una , che non poteva venir proclamala che dall' assemblea generale: questa pena era l'esclusiouc dalla società. Non crediate che fossé cosi leggiera come parrebbe a prima vista. L' individuo ascritto a*un1 arte traeva da essa comuneiucfUc il suo sostentamento : inoltre aveva egli "ceduto all' intiero corpo una parie della sua libertà individuale Ut compenso della proiezione e dei vantaggi che il corpo gli assicurava. Uscendo dal corpo perdeva la facoltà di professare 1'arte, perdeva codesta proiezione, cadesti vantaggi T e sì vedeva gettato fra i tumulti delle fazioni, come il mercatante che venisse espulso dalla carovana , e lascialo fra deserti alla mercè delle fiere e de* ladroni.
Ecco pertanto i corpi d'ar te al, possesso dei mezzi, che son base all'azione di un governo: magistrati, leggi, denaro, forza * premii e pene.
Ma uh governo deve trovare in sé le vie di rinnovarsi e perpetuarsi. Ebbene! neanche codeste vie mancano ai corpi d' a r t i . L' arte si rinnova in due modi : o per nascita
Per nascita , succedendo
^■^IJEili^auiiVlVii^ *,
GKOIHUFICO STATISTICO KD ECOIKOM1C.O DELLA. MAÙCA O ' A P J C Ò N À
o per aflì^liazioue . Per nascita , succedendo al genitore nel posto e nell' esercizio dell ' arte. Per afEgliazioue , sottomettendosi alla scrutinio e giurandole leggi 'dell'ordine. Giuravasidi obbedire a'rettori , di prestar loro man forte in ogni caso e contro chiunque, di non palesare i segreti dell 'arte di accettare e compiere qualsiasi ufficio a cui s;
w
31
(i) ,, Anche è ordinato che se nlcunooffendesse Varie ovvero T università du'dipintori in detb t> in faclo, et dennntiatq fosse a recto e sia tenuto cju l̂ medesimo redore di cercare e punire chi contrafaeessé secondo la fonna de lo statnto delà electa aite' Saluti dt^pi/tori sancsy cap. XXXVXÏ. [Carteggio degli etrtistiy t' l!,)
\ì) Slatuti de\ pittori sanesr\ eh. cap, Vili
XII. ( Continua zion/t)
Fossornbrone [Forum Sempronii). A ridosso d' una collina, alla sinistra sponda del Metauro spec
chiasi nelle sue acque. Erta e piuuita di muraglia fra i suoi non pochi edifizi si sacri che protau.i mo
strasi di preferenza la chiesa cattedrale coli' epi
scopio. Ha il suo teatro. Nel Palazzo del comune conservasi la ricca e celebrata biblioteca che fu del Card. Passione!, nobilissimo cittadino fossornbrone
se. Le ben coltivate campagne del territòrio dimo
ìlrano 1' operosità di qncllapopolazione interna e del contado che supera in. complesso la cifra di Sm. Siccome avanzata di molto evvi la coltivazione dei gelsi, così gran copia di seta se ne raccoglie ; eh* è pure la vila e Y alimento di quegli uomini.
Trae i' orieine Fossornbrone dalla dìruta città ForumSenipronii,v\ cui abitanti colassù si rifuggi
ronoquandp i Goti incendiarono quella città della pianura verso il mare, distante circa unmiglio dal
la novella. Quivi ne. pose le fondamenta con un Fo
ro per i mercati della popolazione circo.slante il Console , conquistatore del Piceno nel jS.Vui Ro
ma, Sempronio Sofo, da cui tenne il nome. In bre
ve cresciula a città divenne romana colonia, e quin
di ebbe un Prefetto Augus'lale. Prima ravvolta nei trambusti politici di Roma « del l ' impero; poi tra
vagliata e taglieggiata dai* barbari e da stranieri in
vasori, e fatta municipio marchiano, stette in guer
ra secostesfia e coi vicini, per venire da ultimo ili podestà dei Duchi di Urbino. Cessando quel Du
cato» entrò nei governo ponlificio della Marca di
Ancona. * ■ Ragguardevole di antichità è il suo Vescovado. Cagli [Caltiuin], Surrogata città* in una valle al
i
Velie' compagnie'delte di MUTUA ASSICURAZIONI; SULLA VITA. DELL'IIOMO ammesse recentemente ili Toscana. »— Due memorie lette ali* I. e 8.
dì accademia de1 Geongofìli nell' adunanza del lì i i aprile 18/17 " Firenze i^B'j Pendesi iri Bòma presso J. Natali,
. *
Libretto di", piccola mole, pieno di sapienza. Il jaâbarri che nel passato Cri ugno , guardandone 'economica costituzione , avea gridato Me Società
(
1 francesi di mutua assicurazione slabìli'lé in To' scatta perniciose^, radicalmente viziose e non suscettibili di riforma veruna ; con questo discorso Ietto V 11 Aprile di quest'anno risponde a un libello pubi) icato dall ' Equitable a confutazione della sua. Memori», In lesso dimostra quanto il sistenà di associazione sconcio , assurdo , ingiusto, battezzato col nome di assicuruzionc ' nmJ
Ittà sulla vita inventalo da alcuni speculatori ' francesi , sia diverso e lontano da quelle Società fondale sul principio della inuUialilà e Ìli tulle le guise vantaggiose per gli assicurali , che si Sono cosi prodigiosMnenle estese in Inghillcrra'. ,, Le assicurazioni mutue inglesi,'delle quali le Compagnie francesi si usurpano il home e si scroccano il credilo , non assomig'iHnò a queste idi e' come la Cassa di Risparnv'o somiglia a una casa da giuoco., , Oneste compagnie dette di Equitable, di Previdence che vennero in Toscana «d offrir largamente que'bènefìzi, che l'amore antiveggente d'un padre , d'un marito , d' un caritatevole uomo più desidera pé'suoi ca r i ; mentono quando si assicurano modellate sui principj Ì\G\\'Equitable iugluse; il quale se fosse erroneo, ed ingiusto.coiiie queste, non sarebbe sialo da più di cent'anni pruttìcâto sin'ora dalla nazione più intelligente del mou* do in fatto d'interesso. Falle dunque conoscere W ingiustizie e gli assurdi delle Compagnie france,
•si finisce col dimandare, die dal.seno dell'Accademia slessa de'Georgofìti, venga, per illuminare la pubblica opinione, nofhinata nnn'commissione, la quale ,, esamini la quesliunc in tutta la sua'pianezza; veda se le operazioni , che si mettono in
essere dalle Compagnie, sieno regolate da quelle norme di rigorosa eguaglianza, che Soie p osson render giusto uii contratto di qualunque specie esso sia; verifichi , se iti ordina a questa rigorosa eguaglianza , dietro i retti priueipj del" calcolo delle probabilità, ç sulla scortadelle tavole d'i mùrlaiilà le più esatte • possa legìttima
lente sperarsi 41 .rcalizzainento di que* magn'i
:i guadagni che coulinuaiuenle si offrono alla immaginazione de'stisviiiilori; osservi se eliminalo quanto di esagerato possa riscoutrarsi' nei programmi delle Ctmipagnie, ì capitali (oceani abbiano presso di nói un itupie,'ìo più utile, più facile, più .«icuro di quello (die loro si progetta ne'fondi.'pubblici francesi, lauto njll'aspetto dì Si'inplice impiego frult^Vro, quanio in cucilo di
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,, çutilruUo aleatorio^ faccia le più accurate indagini j ,; sui punti più importanti del toma, propòstd, ed ' „ emetta su tutto il suo ragionato parere ^
Ma. jii dove più gravi ed eloquenti parole si spendono dal Lambrnschini nel discorso che è primo di questo libro, è circa la relazione che banno tali istituzioni con la pubblica inorale, quella che più importa di eccitare e mantenere riei popoli. Se si volessero segnare le più belle Sentenze di quésto discorso, farebbe d 'uopo copiarlo tutto da capo a piedi: tanto souo scolpite, veritiere, stupende le paro le , con le quali Y au to 1̂3 dissipa il prestigio, che ha cattivato i meno avveduti, e deplora la malattia generale d ' o g g i d ì , il desiderio cioè di guadagni facili e pronti , men dipendenti dall'uòino che dalla sorte, sì. spesso e sonoramente promessi. Mi sia lecito almeno adombrare in poche linee Y ordine tenuto nel suo ragiouatuento dall'illustre scrittore.
Veduto qual sia io scopo delle assicurazioni , •cioè di r iparare o alleggerire un grave danno mal sopportabile da uno solò o da pochi , distribueudonc la gravezza in molti, spendendo cioè' le leggiere retribuzioni di molli nel sovvenire ai mali di pochi; passa a considerare se in queste Società si raggiunga o si fallisca lo scopo. Non si paga in es&e una mercede por porger soccorso alle famiglie di chi muore, non per assicurarsi da un danno: 'ma il denaro pagato dal Socio uieutr'ei 'viveva, si sparie fra î Soci che restano. La sorte è quella, che dislribnéndo il denaru , to moltiplica. E non quella sorte, come Dante immagina la Fortuna, d ie permuta i beni> e » prosegue Suo regno come il loro gli altri Dei.,, {Inferno, Canto V i l i verso 78 4; seg. ) ; ma una improvvida e cieca sor te , che ♦dipende da un' evento, che con le spoglie d' uno arricchisce gli altri. Egli è dunque una specie di giuoco e giuoco di sorte. — E qui scrutando d'Un guardo profondo i mali, che alla Società provengono dai giuochi di sorte; tratteggiando i modi con cui questo veleno sconvolge da prima poi distrugge la vita morale dell'uomo; e l 'abbandono del lavoro , loscialacquamento del denaro , che sembra piovuto dal cielo, il culto superstizioso ad una cieca divini tà , deplorabili effetti di esso; svela qual sja l ' even to , che pone queste istituzioni al di sopra d'ogni, giuoco di sorte. Noti è un numero tratto dalPurna, non è una car ta , non è il volar degli uccelli» o il piovere , o il far sereno l'evento che distribuisce i guadagni, è un doloroso e lagrìmevo Jfievento, è la morte di un Socio, Ecco il vincolo della fratellanza. Il pianto, l'estrèmo sospiro d'un fratello» è riso e guadagno per gli altri. Quanti più accoglie iPregno della morte , tanti più qui saran lieti di malaugurate ricchezze. Né si mascheri questo sciagurato principio col dire che anche il bene dell 'erede vieti dalla morte del testatore. Poiché se la morie nou si può to^ligre come condizione •d* acquistar facoltà in un dato caso, sarà utile e giusto indurla in un tale altro, in cui non è necessaria , in cui nulla ne compensa' il danno inorale?
. £ pòi. nella famiglia , il più sacro vìncolo che sia £UI[H terra, non sì desidera, ma si piange ja nior:tt; d'un caro. Nella famiglia vive iamore paterno;
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CENNO N £ C n o L 0 G l C 0 ^
Uno soccorsa la tenue moneta di cinque centesimi al giorno. .
Chiunque dei sottoscritti si a'minali di malattia Cabale Giuseppe Borghi yéniva da Firenze twn P r o d o t U dB «Icunorirayixio, oppure diventi
, t. . n „ • ' i impotente a uuadimuav»L u vitto coir opera uroa Hoiuti nella scorso magto; e qui dove avea rfa m t m ^ 0 J,,̂ , A c i ò pe i . q£hi»[^ sperato eòn'entezze e salute era colpito da morte nel giorno 30 delTistesso mese. Vana fidanza degli uomini chelà appublo ove sperano l'elicila trovano , ahi troppo spesso ,
r sciagura*
.un pensièro d'amore domina negli animi e ^li unisce. Ma potrà quest' amore spargersi e penetrare in qualunque compagnia si vada stringendo per interesse fra molti sconosciuti e lontani? — Ma se nella famiglia, dove i colpevoli affetti sono dalTamoi* soggiogati, avviene pur talvolta elle si ravviyiaiiVQ óigiiorcggino ; come noti qui, dove il bene degli uni è contrapposto a .quello di tutti , dove la mort ti de'compagni non è una idea oscura, in* determinata , ma chiara ed esplicita coudizione , che pur siederà qual lut'iùcni.osa larva nel pensiero di ciascuno? .L'is'lHuzione dunque nou è be
'.ne.fica, uè morale : è un.giuoco di veutufa , „ ' i n " ,; cui l'agitatrice dell ' urna d* ond' escono i guada
,gni o le perdite, è la Morte/ . , '_ ISoi facciamo eco ai voti dell ' autore, pei quali
Varrebbe che s'insegnasse nelle Scuole la morale applicala all'eoonomia i concordia non meno neucÂSaria nella'politica, nelle leggi, ne'eostumi, uel■lê istituzioni tutte o pubbliche o private. Per comporre quest 'armonia è necessario d^r forza ali1 interiore virtù del popolo. Il quale (ci piace termi. mir con le parole stesse dell'atilure) ,, sappia da ,, noi ^ che il sostentamento delist sua vita e della ., vita de'suoi cari, deve aspeUarlp dalla sua ma
w, no operosa e pura, e da una sobrietà che pen
9, sii al tempo avvenire, benedetta da quel Padre , ,, che veste i gigli del campo e ciba gli uccelli „ del l 'ar ia ; non dimandarlo a una infernale Divii nità, che geUa le sortì,.e le getta in mezzo alle '+, ìoiube ,,
IGNAZIO CIAMPI
Nato egli a Bibbiena nella provincia casentincse ranno 1790 e fallosi prete al collegio di Castiglion Fiorentino, ove dello lezioni di leUeralurae filoso (iu, si Irapiaillava a Firenze. ('olà soggiornalo alquanti anni, peregrinava per altre parti d'Italia, indi a Parigi; finché ridottosi da ultimo in Toscana muoveva a questa Roma che doveva essergli l'alale.
Elegante e facile ingegno ebbe il Borghi, non di quella altezza dominatrice onde alcuni grandi italiani stampano il loro nome nei secoli ma di quella allitudine e destrezza che sa procacciare le simpatie di ogni classe di lettori. Trattò con eguale perizia il verso e la prosa e ne lasciò a' futuri bellissimi documenti. ]J suo discorso sulle storie italiane è opera che sebbene non si tenga al livello dei nuovi avanzamenti della lìlosolìa storica mostra pure la verità di quanto accenniamo. E cosi la pregiata traduzione di Pindaro e le altre minori poesie. Fra lu quali primeggiano grami : non si pero ch'essi raggiungano o stiano sopra alla meravigliosa originalità di (lue1 del Manzoni, come alcuni signori serisani di esle'tieho si attentarono far credere.
Intorno al carattere morale del Borghi molte cose si dissero che sarà obbligo della biografia raccontare; poiché deesi credere passato il lempo in che fosse lectio disgiungere ti letterato dall'uomo. A noi però mancano notizie precise da recare un giudìzio in si delicata materia. Quid che possiamo arguire da certi suol poetici lavori gli è chV si lasciasse andare troppo compiaceutumcnte alle adulazioni de'gramli, alle consuete piaceuterie cortigiane e che si prendesse certe convenzionali onoranze che era bello non accettare. Peccalo che ha egli comune con indili de'lellerali no. stri; fra quali troppo pochi riguardano l'arte della parola corne un atVar di coscienza, troppo pochi meditano ed amano i sublimi doveri dell'ingegno, troppo pochi sentono l'obbligo che alle Indie scrìtlure faccia riscontro la buona vita.
11 che sia accennato per via di scntpHce osscrvazinu generale, senz'animo di.offendere una povera vita spenta che accrebbe pur di una fronda la corona delle glorie d'Italia. Al clie aggiungiamo che l'abate Borghi ebbe dopo morte le .onorificenze di molti romani e forestieri che lo accompagnavano nella sera del 31 maggio dal monastero di S. Calisto alla chiesa di S. Maria in Trastevere, e da questa nella sera del ì." Giugno alla Basilica di S. Paolo: e che alle funebri cerimonienon mancarono le solilo orazioni e i solili versi.
G. P.
pria matmaie o memaie , e. ciò per q cidçnle della vila funesUTalIa sua salute; ben in^ leso perù sempre dopo sei mesi continui dì effettualo pagamento del suddetto soldo di contr ibuto alla suddetta Cassa di vicendevole soccorso , acquista il diritto aìln pensione giornaliera di una lira austriaca.
Delta pensione viene pagata e corrisposta sui fondi di delta Gassa, finché duri lo «stalo di 3ua malattia ed impotenza al lavoro manuale o men» tale suddetto debitamente comprovato colta produzione del l ' a t tes ta lo medico giurato , come si dirà abbasso.
Ognuno che voglia sottoscriversi a detta Cassa di mutuo soccorso, deve previamente riportare il visto per l'accettazione , che si rilascia a chiunque si trovi munito di un attestato giurato di medico, o dì chirurgo maggiore comprovante la sana costituzione fisica e quindi ridouc'ilà degli ascritti .
I cronici già dichiarati tali, ed i vecchi séSSagenarii non ottengono, il s'uddetto attestalo d ' ido neità, e quindi non si accettano fra glì ascritti a questa Cassa.
ì soscriltori , che una volta entrati a parte di questa Caàsa trascurano di pagare seltìinaualmeule il debito del suddotto idi* contributo, perdono ogni diritto alla pensione giornaliera suddeltaj e tutto quanto fosse da essi già stato pagato a questa Cassa di mutuo soccorso per l 'addietro, .s'intende ceduto a favore della medesima,.senza compenso e senza restituzione al contribuente.
II contributo del soldo suddetto si pagherà dagli ascritti nelle mani di chi s* ìudicherà in via posticipata, ed una volta sola alla settimana? cioè, ogni domenica mattina pçr l 'antecedente settiijaanu decorsa. '
All'atto del pagamento del contributo suddetto, sì rilascerà dal cassiere per ogni ascritto un libretto di ricevuta portante il proprio confesso a saldo delje rispettive quote dovute.
Il cassière presterà una cauzione bene visa per la sua gestazione.
11 medesimo.terrât su di un altro libro regolare a tenore delle leggi e regolamenti di commercio, il registro di lutti i pagamenti fatti dai singoli ascritti alla cassa di mutuo soccorso.
Sopra un libro o registro inliloiata; — elenco dei soscriltori alla cassa di mutuo soccorso, — lo stesso cassiere indicherà ognuno che si sarà sottoscritto, ed ognuno che avrà prodotto Patte* stato medico.giurato e munito del visto comprovante d 'ave r acquistato il diritto per un dato numero di giorni a percepire la pensione suddelta coli' importo delle somme di credito a ciascuno spellanti pel Ùlulo d'i pensione giornaliera.
La direzione eleiaosùdera è abilitata a farsi aasislcre d^ nuo o più medici o chirurgi maggiori per le visitç e pratiche occorrent i , onde verificare e constatare lo slato di sa lu te , di convalescenza , o di malattìa, come pure gli accidenti della vita che possono entro 1' anno accadere ai singoli sottoscritti contribuenti, e dar loro diritto
Ila suddetta pensione terrtporanea 1 in caso di medici pro
dotti dai singoli ascritti. Il cassiere alla fine di ogni anno rende conto
della sua gestione per l'anno decorso ed il conto preventivo delle spese ed introiti per Peserciiio
;de 11' anno, susseguente.
alla suddetta pensione terrtporanea 1 dubbi suiralteudibilila desìi altestati 1
st
P R O G E T T O l)i ma Cama di malut soccortìo per Mil ano j \
da. aprirsi ypresio le sìngole p irocckie.
Questo,progetto che togliamo dall ' EUGANEO ( marzo 1847 J vuoisi auòbe per noi raccomandato alle anime buone, agli amici della, pubblica beneficenza. Di società speciali di mutuo soccorso molto fu ne ' Giornali parlato ; ma di una poposta cos1
universale e di lanlo facile applicazione parmi non vi fosse esempio,. Onde speriamo sìa presa in considerazione erecUi fruiti di educatrice utilità.
FNFLL 3
f sottoscritti alla presente si obbligano di contribuire per ognuno di loro a detta Cassa di mu
1
DI ALCUNE OPERE CHE SI TROVANO PRESSO L* EDITORE i . NATALI.
j
GIUSEPPE PARINI, versi e prose con un discorso ài Giuseppe Giusti intorno alla vita e alle opere di lui. Un voi. con ritratto.
GANGAMìXU fra Lorenzo ( poi Clemente XIV } let tele, bolle e discorsi : edizióne ordinala accresciuta e illustrala da Cosimo Frertiani. Un voi
PLUTARCO, vite parallele, versione di Girolamo Pompei con una vita dell'.autore' scritta da Silvestro Centofanti. Quattro voi.
■ TOMMASEO Niccolò sull1 Educazione. DesideYii, Un voi.
ARIOSTO Lodovico , Orlando Furioso preceduto da alcuni pensieri di Vincenzo Gioberti e corredato di noie storiche e filologiche. Due voi.
COI TIPI BELL'EDITORE ALESSANDRO NATALI