A FUOCO LENTO — Viaggi Fotogastronomici

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Lecce, 18—26 ottobre 2014

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“A FUOCO LENTO – Viaggi Fotogastronomici”, nasce dalla volontà di diffondere attraverso gli spunti di artisti visuali emergenti importanti riflessioni sui temi legati a Expo2015. Il concept di A FUOCO LENTO si for-tifica attorno all’importanza del cibo come fonte di vita, nella complessità della filiera produttiva che va dalla pro-duzione alimentare fino al consumo. In particolare, focus del progetto è il binomio cibo, quale fonte di nutrimen-to e come mezzo di espressione dell’es-sere umano, e fotografia, specchio magico delle comunità oltre che costan-te tentativo di riscrittura del reale.

In questa chiave Positivo Diretto ha pensato a questo incontro, ai mondi creati e messi a fuoco da quattro artisti visuali, con percorsi differenti e che in modo diverso si accostano al tema. Francesco Biasi indaga una dimensione del cibo preziosamente trasversale, che sia necessità o piacere, socialità o con-sumo complulsivo, il cibo non riguarda solo il corpo ma anche l’anima e il modo in cui le comunità si dispongono al fare, al vivere il proprio tempo. Carmen Mitrotta ci porta nel mondo sospeso delle sue “sculture” visuali, il concetto del cibo si trasforma qui in un unico interessante esercizio di percezio-ne,tra forme, colori e rimandi. Gioia Perrone si muove in uno slalom di spunti che giocano a mettere in campo alcune parti del proprio corpo e della propria sfera privata ed emotiva in sin-tonia con le forme e i messaggi di cui elementi legati al cibo sono intrisi. Francesca Fiorella, che ripone per un attimo l’anima di reporter, giocando con quello che si è recentemente defini-to “foodporn”, termine che identifica un reiterato e consolidato comporta-mento sociale che si espleta nella realiz-zazione e condivisione sui social, di immagini di cibi appena pronti per essere mangiati.

Lo sguardo di quattro giovani arti-sti si incontra felicemente sul tema di tempo e fuoco con un momento di approfondimento e di sapore a cura di Simone Biso e Giuseppe Pellegrino. L’uno ricercatore, cuoco filosofo di Cucina Meridiana, realtà tra le più pre-ziose del nostro territorio, di casa nel cuore del Salento a Carpignano Salentino, ma che pratica “nomadismo e vicinanza” in una costante ricerca di sapore e racconti di culture. L’altro ide-atore della Biosteria e Agriostello Piccapane, a Cutrofiano (Le), una espe-rienza culturale e di innovazione unica nel territorio, che investe il modo di concepire l’alimentazione e la ristora-zione stessa.

Un mix di esperienze e saperi che offriranno a tutti la possibilità di intraprendere un piccolo viaggio emo-zionante tra immagini, racconti, forme e sapori della terra.

Testi a cura di Andrea Laudisae Gioia Perrone

Un progetto di:Associazione CulturalePOSITIVO DIRETTOFondata a Lecce nel 2013, è composta da giovani profes-sionisti impegnati in diversi settori della cultura e delle arti visive. L’associazione produce e promuove attività nel campo dell’arte contem-poranea; è ideatrice del Bitume Photofest, svolto a Lecce nel settembre 2014. positivodiretto.tumblr.com

Grazie al contributo del Comune di Lecce, nell’ambito delle manifestazioni perl’evento di ANCIperEXPO,e del Poin Attrattori Turistici e Culturali

In collaborazione con:a. GALLERIAFRANCESCO FORESTACoworking di Casa Eutopia per Lecce 2019, progetto ide-ato e finanziato dal Gruppo Foresta, che si propone di diventare un punto di riferi-mento per tutti coloro che, attraverso l’arte, l’architettu-ra, il design, vogliono coin-volgere ed essere coinvolti.(Alfredo Foresta)iarchitettura.com

b. Associazione CulturaleCUCINA MERIDIANAIl cibo è e crea cultura. L’arte culinaria è uno strumento potente per risvegliare il “gusto” inteso in tutte le sue declinazioni e forme: estetico, astronomico, filosofico. Solo un’esperienza di insieme, oli-stica, che si nutre di ogni for-ma di espressione creativa umana permette l’apertura di un cammino individuale e collettivo di pienezza e consa-pevolezza.cucinameridiana.com

c. Biosteria e AgriostelloPICCAPANEAbbiamo recuperato la dieta mediterranea dei nostri non-ni: verdure, legumi e fichi sec-chi, non quella attuale domi-nata da carne, pesce, latticini e zucchero. È così che nasce la biosteria, dove cuciniamo tutto ciò che produciamo nell’orto. Proponiamo pasti completi e equilibrati, accompagnando il nostro ospite a inoltrarsi non solo nei sapori ma nelle ragioni della scelta del menu. (Giuseppe Pellegrino)piccapane.com

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001.Carmen MitrottaDEATH FOODS FOR NEW WORLDS, 2013

002.Francesco BiasiFOODIES, 2013

003.Gioia PerroneSPRING&HANDS, 2013

004.Francesca FiorellaTHE INSTANT BEFORE, 2014

Inaugurazione:Sabato 18 ottobreGalleria Francesco Foresta, Via Federico D'Aragona 1, Lecce

Ore 20.00 TALKPartecipano: Associazione Culturale Positivo Diretto e gli artisti coinvoltinella mostra; gli architetti Alfredo ed Ester Foresta — Galleria F. Foresta;Simone Biso — Cucina Meridiana; Giuseppe Pellegrino — Biosteria Agriostello Piccapane. Modera: Mauro Marino — Fondo Verri

Ore 21.00 INAUGURAZIONE della mostra ed EVENTO CULINARIO di Cucina Meridiana in collaborazione con Biosteria Agriostello Piccapane, percorso di sapore e poesia ed assaggio di vino biologico.

La mostra sarà visitabile negli spazi della Galleria Forestafino al 26 Ottobre dalle 10:30 alle 13:30 e dalle 16:30 alle 20:30.Da venerdì 24 a domenica 26 Ottobre l’orario sarà esteso fino alle 23:30.

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DEATH FOODS FOR NEW WORLDS

Le libagioni di Mitrotta sono sculture che l’immaginazione assapora, un gusto che filtra dallo sguardo e si ada-gia inesorabile molto infondo, dietro all’iride, in un cantuccio caotico e fluido, ricco di esperienze pop, film cult, pittura, pubblicità. Quello che è certo è che qualcosa si accende e ci attraversa in modo sensuale. Le scul-ture fotografiche, fatte non solo con pezzi di cibo, ma anche con concetti e nature legati alla su-realtà del mezzo fotografico, trasformano il soggetto in questione, il cibo appunto, in una “possibilità aperta” di nutrimento e di sapore, come l’immagine fotografica trasforma la realtà in “possibilità aperta” di sguardo.

Il cibo di Mitrotta ha più che mai anima e nuovo nome, ha una lingua ed una voce che dialoga con l’immagina-rio collettivo, prendono piede e si sta-gliano creature che vogliono essere guardate, a volte innocue a volte sub-dole che magari ci guardano e già sognano di… mangiarci.

Carmen Mitrotta è nata a Grottaglie (Ta) nel 1987, vive e lavora a Milano. Da sempre interessata alle arti visive, si laurea nel 2010 presso l’Ac-cademia di Belle Arti di Lecce cominciando a dedicarsi alla pittura, che però presto abbandona per rivolgersi alla fotografia dopo la partecipa-zione al progetto Erasmus che la porta a conoscere l’Europa dell’est. Sceglie così di trasfe-rirsi a Milano e prosegue la sua formazione iscrivendosi al Corso superiore professionale dell’Istituto Italiano di Fotografia.

Attraversando l’autori-tratto, la sperimentazione, il lavoro in camera oscura, arri-va ad elaborare una sintesi che, legata al design delle for-me e del colore, diventa soprattutto nello still life caratteristica e filo condutto-re della sua poetica. Al lavoro professionale accosta una intensa ricerca espressiva che la porta a vincere, nel settem-bre 2013, il concorso CONFINI 11 iniziando così ad esporre in mostre colletti-ve e personali.

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FOODIES

La famiglia, la strada, il fast food, il ristorante, il ricevimento, il lavoro, la solitudine dell’uomo e quella dell’ani-male, il cibo nel lavoro di Biasi è un’indagine preziosamente trasversa-le. Che sia necessità o piacere, socia-lità o consumo compulsivo, il cibo di Biasi non riguarda solo il corpo ma anche l’anima e il modo in cui le comunità si dispongono al fare, a vivere il proprio tempo.

Il progetto, che l’autore definisce in fieri, getta uno sguardo ambiziosa-mente esaustivo e ricco, pregno di sfu-mature e rimandi ai grandi sguardi della storia del mezzo e pure così carico di una poetica originale, che si sviluppa attraverso una scelta di tagli intimi e scrutanti, le vedute desolanti di luoghi dove il cibo si produce, si cucina o si vende, e soprattutto la scelta e lo sviluppo sapiente della rap-presentazione del cibo durante la sua “socialità”. Lo sguardo di Biasi si aggira con fare oggettivo dentro e fuori le strade del cibo, ma ciò che ci restituisce è la sua passeggiata dentro e fuori i momenti più vivi e fondanti del quotidiano di chi incontra.

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Francesco Biasi è nato a Verona il 18 luglio 1976. Si affaccia alla fotografia dopo gli studi in economia, fre-quentando il Master triennale alla Scuola Romana di Fotografia classe 2013.

Attualmente parte dell’A-cademy Luz a Milano, è mem-bro del Collettivo “Domino” con il quale ha partecipato al Sifest 2014 OFF con il pro-getto “Gone to the dogs”.

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SPRINGS&HANDS

La poetica di Gioia Perrone, artista visuale multisfaccettata e caotica, si incentra su un racconto privato che sfocia spesso in un legame profondo con un immaginario che è collettivo e che riguarda tematiche come identità e processi di costruzione di memoria privata e comune. Il progetto nasce come un gioco in linea con una certa abitudine a utilizzare alcune tracce del quotidiano, oggetti suggestivi ritrovati in casa e riciclati. La mano sinistra aperta mostra nel suo palmo di volta in volta un oggetto-amuleto, che ha attirato la sua attenzione e che fulmineamente si è mostrato ai suoi occhi come simbolo di una sensazione o di uno stato d’animo privato, ma che probabilmente si può estendere alla collettività. Ogni “mano” aperta è a mostrare ciò che sta nel palmo, dun-que un dono, un invito, una porta ver-so qualcos’altro; l’autrice si muove in uno slalom di spunti che giocano a mettere in campo alcune parti del pro-prio corpo e della propria sfera priva-ta ed emotiva in sintonia con le forme e i messaggi di cui elementi legati al cibo sono intrisi.

Gioia Perrone (1984) vive e lavora nel Salento. Ha studia-to comunicazione, ma la sua sperimentazione artistica ini-zia precocemente slegandosi da percorsi istituzionali. Dal 2005 si dedica a poesia, comunicazione scrittura crea-tiva, cultura fotografica, in un costante percorso di auto-formazione.

Legata preminentemente a un approccio concettuale del mezzo fotografico, lo pra-tica e ne studia gli aspetti teorici e gli usi sociali, inda-gando e interessandosi soprattutto al legame con la memoria e l’identità persona-le e collettiva. I suoi scritti poetici, in parte raccolti nel libro “Il ritorno dell’Ofisa-uro” (Icaro 2008) rientrano nella mescolanza di codici ed esperimenti che ama portare avanti, come le relazioni nate spesso sul web con altri arti-sti visivi.

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THE INSTANT BEFORE

“Foodporn” è un neologismo che iden-tifica un reiterato e consolidato com-portamento sociale che si espleta nel-la realizzazione e condivisione sui social di immagini di cibi appena pronti per essere mangiati. Questo apparente e compulsivo atto sta di fat-to cambiando su larga scala le regole del mangiare, anteponendo nel rap-porto col cibo il senso della vista in un gioco a metà tra vanità e voyeurismo. Quasi come se il senso di trasmissione visiva di quel momento appena prece-dente la degustazione, in cui risiedo-no sinestesie puramente tattili, olfat-tive e gustative, fosse una necessaria sintesi tra un narcisistico compiaci-mento e una definitiva divulgazione di gioia. Il foodporn quindi è pulsione all’ostentazione della bellezza e insie-me amore per il cibo, e Francesca fiorella, anima da reporter, non si esi-me dal giocare con questa formula divenuta ormai status. La partita si svolge come sempre su un linguaggio a sé, totalmente autonomo, un lin-guaggio dai codici estetici ben precisi, fatto di filtri e colorazioni virtuali contemporanee, e lo sfondo è la vita che scorre, è l’esperienza e il godi-mento personale. Il lavoro qui è pre-sentato come una simpatica provoca-zione che vorrebbe portare a riflettere su quanto oggi l’immagine sia compe-netrata alla gestualità quotidiana, ricordandoci in questo caso che il cibo è felicità sensoriale e ora più che mai anche visuale.

Francesca M. fiorella nasce a Lecce nel 1987. Laureata in Scienze Politiche nel 2012, si avvicina alla fotografia nel 2009. Dopo aver frequentato la scuola di fotografia Foto Scuola Lecce e diversi work-shop con fotografi di fama internazionale, come Riccardo Venturi, Simona Ghizzoni, Pier Paolo Cito, si indirizza verso la fotografia documentaristica, sviluppan-do un particolare interesse sul tema delle comunità migran-ti. Nel 2012 nasce il lavoro “Welc(h)ome”: il progetto nasce dall’esigenza di far luce sulla condizione abitativa dei migranti che vivono a Lecce. Ad oggi conta diverse pubbli-cazioni.

Attualmente sta portan-do avanti il progetto “Dreaming out of my camp”, che coinvolge i ragazzi della comunità rom di Lecce.

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