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CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 2/121
INTRODUZIONE AL CORSO
TEMATICHE AFFRONTATE: Rilevamento con sistemi attivi
a) Comunicazioni in senso stretto b) Rilevamento (Telerilevamento, Sorveglianza, Riconoscimento)
• Metodologie e le teorie analoghe e, a volte, coincidenti
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 3/121
Sistemi di rilevamento • attivi: gli oggetti e/o l'ambiente circostante vengono stimolati mediante trasmissione di determinati segnali (es. radar, sonar attivi) • passivi: usano i segnali provenienti dalla emissione degli oggetti di interesse (es. telecamere, radiometri, sonar passivi).
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 4/121
Sistemi di rilevamento
Un sistema di rilevamento può essere fisicamente
collocato su diversi supporti (o piattaforme) fissi o
mobili, di tipo terrestre, aereo, navale o satellitare.
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 5/121
Sistemi di rilevamento
Finalità di un sistema di rilevamento: sorveglianza e studio dell'ambiente circostante • Sorveglianza: rivelazione (detection) e localizzazione di oggetti come ad es. aerei, navi etc. In fase di scoperta dell'oggetto: rivelazione e prima localizzazione; in fase di inseguimento: estrapolazione della posizione dell'oggetto in istanti successivi in modo da realizzare un tracciamento (tracking) con stima della posizione e della velocità; identificazione dell'oggetto.
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 6/121
Sistemi di rilevamento
• Una funzione di sorveglianza può essere necessaria ad es. per il controllo del traffico aereo o marittimo o per la difesa aerea territoriale • Analisi dell'ambiente attraverso un sistema di telerilevamento • Generare mappe e immagini dell'ambiente circostante • Estrarre parametri fisici di interesse
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 7/121
Principio di funzionamento del radar
Trasmittente
Ricevente
Distanza del bersaglio
Segnale trasmessoAntenna Bersaglio
Elaborazione dell’eco edestrazione dell’informazione del bersaglio
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 8/121
Principio di funzionamento
Rx
Utente
Tx
Elaborazione segnale
Elaborazione dati
Duplexer
Tipico schema a blocchi di un radar
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 9/121
APPLICAZIONI DEI RADAR
La sigla RADAR è l'acronimo di RAdio Detection And
Ranging. Un radar è in grado di misurare almeno la distanza (ranging) di oggetti presenti nell'ambiente circostante.
Elenco di tipiche applicazioni di sistemi radar è:
a) Radar di sorveglianza;
b) Radar di inseguimento;
c) Radar ad altissima risoluzione per formazione di immagini;
d) Radar altimetri;
e) Radar meteorologici.
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 10/121
FREQUENZE RADAR
Denominazione delle gamme di
frequenza (IEEE Std. 521,
1984)
Banda Frequenze HF 3 - 30 MHz
VHF 30 - 300 MHz UHF 300 - 1000 MHz
L 1 - 2 GHz S 2 - 4 GHz C 4 - 8 GHz X 8 - 12 GHz Ku 12 - 18 GHz K 18 - 27 GHz Ka 27 - 40 GHz V 40 - 75 GHz W 75 - 110 GHz
mm 110 - 300 GHz
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 11/121
Banda Frequenze
VHF 138 - 144 MHz VHF 216 - 225 MHz UHF 420 - 450 MHz UHF 890 - 942 MHz
L 1.215 - 1.4 GHz S 2.3 - 2.5 GHz S 2.7 - 3.6 GHz C 5.25 - 5.85 GHz X 8.5 - 10.68 GHz
Ku 13.4 - 14 GHz Ku 15.7 - 17.7 GHz K 24.05 - 24.25 GHz Ka 33.4 - 36 GHz W 59 - 64 GHz W 76 - 81 GHz W 92 - 100 GHz
mm 126 - 142 GHz mm 144 - 149 GHz mm 231 - 235 GHz
Frequenze assegnate alla Radiolocalizzazione nelle Regioni 1 e 2
FREQUENZE RADAR
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 12/121
USO DELLE GAMME DI FREQUENZA
Onde corte (HF)
Usate ai primordi del radar, ospitano adesso solamente i radar OTH; permettono infatti portate elevate grazie ai meccanismi della propagazione ionosferica.
VHF ed UHF (30 - 300 MHz e 300 MHz -1 GHz) Consentono la generazione di elevate potenze e quindi grandi portate. A queste frequenze i sistemi di riduzione della RCS (Radar Cross Section) (tecniche Stealth) non sono molto efficaci. Inoltre i fenomeni meteorologici non costituiscono un problema.
Banda L (1 - 2 GHz) Permette buone prestazioni MTI (Moving Target Indicator), e l'attenuazione dovuta alla precipitazione è di solito molto modesta. Le applicazioni più importanti sono la sorveglianza aerea a lunga distanza (400 km) ed i radar secondari.
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 13/121
USO DELLE GAMME DI FREQUENZA
Banda S (2 - 4 GHz)
Rispetto alla banda L ha una migliore risoluzione angolare. In questa banda troviamo radar primari per la sorveglianza dell'area di manovra terminale, radar per la difesa aerea a media e grande distanza, radar meteo e radar militari 3D. L'attenuazione atmosferica, anche in presenza di pioggia, è di norma tollerabile.
Banda C (4 - 8 GHz)
Costituisce un compromesso tra la banda X e la banda S. In generale si hanno applicazioni di sorveglianza a breve e media distanza ed inseguimento. Un'applicazione di rilievo è costituita dai radar meteo utilizzati in Europa.
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 14/121
USO DELLE GAMME DI FREQUENZA
Banda X (8 - 12 GHz)
Grazie alla piccola lunghezza d'onda l'uso di questa banda permette la realizzazione di apparati di dimensione, costo e peso ridotti, ideali per applicazioni mobili. Tuttavia la presenza di pioggia ne può pregiudicare le prestazioni. Per quanto riguarda le applicazioni si possono citare i radar di inseguimento, quelli avionici multifunzionali, quelli di navigazione e quelli di sorveglianza a breve portata.
Bande K, Ku e Ka (12.5 - 40 GHz) A queste frequenze il clutter da pioggia e l'attenuazione costituiscono un fattore limitante. Un aspetto positivo è dato dalla possibilità di realizzare antenne con fasci estremamente stretti. Può quindi essere impiegata con successo per i radar per il controllo del traffico sulla superficie aeroportuale (banda Ku) e per i radar multifunzionali avionici.
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 15/121
USO DELLE GAMME DI FREQUENZA
Lunghezze d'onda millimetriche (sopra 40 GHz)
Questa banda è caratterizzata da un'elevata attenuazione, che
limita fortemente la portata specialmente in pioggia. Esiste una
finestra di utilizzo intorno a 94 GHz, che è stata utilizzata nel
miniradar sviluppato ed installato nel 2001 in forma operativa
per il controllo del traffico sulla superficie aeroportuale.
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 16/121
CENNI STORICI e SVILUPPO DEL RADAR
Scoperta dei principi base (fine del XIX secolo)
Prime osservazioni condotte da Heinrich Hertz sulla
riflessione delle onde elettromagnetiche da parte di corpi
metallici (1886) (esperimenti condotti ad una frequenza di
ben 450 MHz).
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 17/121
CENNI STORICI e SVILUPPO DEL RADAR
Christian Hülsmeyer di Düsseldorf, il 30 Aprile 1904
ottenne il brevetto n. 165546 relativo al sistema da lui
sviluppato per rilevare la presenza di oggetti metallici
(navi) a mezzo di onde elettriche. La prima dimostrazione
ebbe luogo il 18 Maggio 1904 a Colonia, con rilevamento
di una nave a distanze massime dell'ordine di uno o due
km, mediante un sistema bistatico ad onda continua
operante a lunghezze d'onda di circa mezzo metro.
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 18/122
Disegno illustrativo del primo brevetto sui radar (10 giugno 1904)
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CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 19/122
Primo brevetto di un sistema per rilevare la presenza di oggetti metallici (navi) a mezzo di onde elettriche
KAISERLICHES PATENTAMT.
PATENTSCHRIFT N! 165546 . KLASSE 7~ / lj ~ .J~f.trJ
CH R. HULSMEYE R IN DOSSELDORF. Verfahren. um entfernte metallische Gegenstande mittels elektrlscher Wellen
einem Beobachter zu melden.
PateaUert l m Deulschea Retche vom 30. Aprii 1904 ab.
Fif!. r.
----------
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 20/122
CENNI STORICI e SVILUPPO DEL RADAR
Marconi, in un discorso alla IRE nel 1922,
prefigurò un utilizzo pratico degli
esperimenti di Hülsmeyer per la
sicurezza della navigazione.
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 21/122
CENNI STORICI e SVILUPPO DEL RADAR
I primi esperimenti che dimostrarono, oltre alla capacità di
rivelazione, la misura della distanza furono condotti in
Inghilterra da Appleton e Barnett nel Dicembre 1924 usando
quello che oggi chiameremmo un radar bistatico ad onda
continua modulata in frequenza, nel quale la frequenza di
battimento tra il segnale diretto e quello riflesso dalla ionosfera
era proporzionale all'altezza dello strato ionosferico riflettente.
Nel 1925/26 gli statunitensi Breit e Tuve utilizzarono quello che può essere considerato il primo radar ad impulsi per misurare la distanza degli strati ionosferici.
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 22/122
CENNI STORICI e SVILUPPO DEL RADAR
Gli anni '30 e il secondo conflitto mondiale
Durante gli anni '30 apparve evidente che la minaccia
rappresentata dai bombardieri era difficilmente contrastabile
senza un sistema capace di rivelarli e localizzarli a grandi
distanze. Tale problema era particolarmente sentito in
Inghilterra, per la quale la minaccia principale consisteva nei
bombardamenti aerei. In un discorso di Churchill alla Camera
dei Comuni il 14 Marzo 1933 veniva espressa la necessità di
disporre di uno strumento per migliorare la difesa aerea.
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 23/122
CENNI STORICI e SVILUPPO DEL RADAR
Gli anni '30 e il secondo conflitto mondiale
Early W arning di tipo "Passivo, Acustico" (fine anni '20)
The 'early warning' concrete acoustic mirror, 200 ft aperture, built near Dungeness in the late 20s. lt had a maximum range of about 15 miles
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 24/122
CENNI STORICI e SVILUPPO DEL RADAR
Gli anni '30 e il secondo conflitto mondiale Gli Inglesi negli anni 1935-40 grazie alla maturità della loro cultura
industriale, ed alla capacità di collaborazione fra enti ed istituzioni
diverse - militari, civili, accademiche e industriali – furono i primi a mettere
in campo un’adeguata difesa aerea. Sollecitato dallo Scientific
Survey of Air Defense, ovvero Comitato Tizard dal nome del suo
Presidente il Colonnello Henry T. Tizard, il 27 Febbraio 1935.
Watson-Watt presentò un memorandum dal titolo “Intercettazione e
localizzazione di un aeroplano a mezzo radio” nel quale si presentava un
sistema radar per rivelare aeromobili e localizzarli in tre dimensioni.
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 25/122
CENNI STORICI e SVILUPPO DEL RADAR
Gli anni '30 e il secondo conflitto mondiale
Solo cinque mesi dopo (Luglio 1935) Watson-Watt ed i suoi colleghi
dimostrarono la rivelazione e la misura della distanza di aeromobili.
Watt utilizzò un trasmettitore a onde corte, che trasmetteva un’onda
continua sulla lunghezza d’onda di 49 metri. L’esperimento
consistette nel far volare un bombardiere Heyford, al centro del
fascio direzionale trasmesso, ricevendo i segnali a Weedon.
L’esperimento ebbe successo, quindi si decise di procedere. Fu così
creato un piccolo laboratorio, in una località segreta (Orfordness,
Suffolk), diretto da Watson-Watt.
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 26/122
CENNI STORICI e SVILUPPO DEL RADAR
Gli anni '30 e il secondo conflitto mondiale
Tale radar, operante inizialmente a 6 MHz e poi a 12 MHz ed a 25
MHz, costituì la base del sistema di difesa aerea (il primo del
mondo) denominato Chain Home, il quale funzionò ininterrottamente
durante la seconda guerra mondiale.
Inoltre Sir Watson-Watt intuì l’utilizzo della tecnica ad onda continua
come alternativa a quella ad impulsi con il vantaggio di poter
misurare i bersagli mobili senza far apparire gli ostacoli terrestri fissi,
concentrandosi quindi su ciò che interessa maggiormente.
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 27/122
UNA DELLE PRIME
ESPERIENZE RADAR A
BRAWDSEY IL 22
NOVEMBRE 1938.
LO SCHERMO MOSTRA
UNA FORMAZIONE DI 24
BOMBARDIERI BLENHEIM
PROVENIENTI DAL MAR
DEL NORD.
L’APPARECCHIO DI
TRASMISSIONE DELLE
ONDE RADAR DELLA
HOME CHAIN.
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 28/122
LE ZONE DI COPERTURA DELLA RETE DI DIFESA
AEREA INGLESE (ESTERNA DELLA CHAINE HOME;
INTERNA DELLA CHAINE HOME LOW).
o
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CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 29/122
CENNI STORICI e SVILUPPO DEL RADAR
GLI ANNI '30 E L’ITALIA Già nel 1935 esistevano in Italia le basi teoriche e
sperimentali per la realizzazione di radar sia in onda
continua che ad impulsi.
Presso il Regio Istituto Elettro Comunicazioni (RIEC) della
Marina con sede a Livorno il Prof. Ugo Tiberio proseguì gli
studi, i quali tuttavia non generarono mai prodotti
significativi se non la realizzazione del “Gufo” dopo la
sconfitta di Capo Matapan nel 1941.
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 30/122
CENNI STORICI e SVILUPPO DEL RADAR
GLI ANNI '30 E L’ITALIA
Il Gufo era un’apparecchiatura radar per la scoperta di
navi o aerei, che operava con una lunghezza d’onda di 70
cm, con portata di 8-12 Km su navi e 80 Km su aerei.
Questi strumenti furono in dotazione alle unità italiane
praticamente dal 1943.
Il Prof. Tiberio è noto come il padre del radar italiano, ed è stato commemorato il 24 Ottobre 1998 dall’Università di Tor Vergata – DISP e Centro Vito Volterra, dalla Marina Militare Italiana e dall’Amministrazione Comunale di Campobasso, città natale di Ugo Tiberio.
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 31/122
CENNI STORICI e SVILUPPO DEL RADAR
GLI ANNI '30 E L’ITALIA
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 32/122
CENNI STORICI e SVILUPPO DEL RADAR
GLI ANNI '30 - GERMANIA E USA In Germania il primo avvistamento di bersagli navali (e,
casualmente, aerei) avvenne il 24 Ottobre 1934 con un apparato a
magnetron operante sui 600 MHz. Anche in Italia, Giappone,
Francia, Olanda ed Ungheria si svilupparono in quegli anni apparati
radar. Oltre l'Atlantico, negli Stati Uniti, gli esperimenti dapprima con
radar ad onda continua (Taylor, Young e Hyland, 1932-34) e poi con
radar ad impulsi furono condotti dal Naval Research Laboratory; i
primi echi impulsati furono osservati il 28 Aprile 1936 alla frequenza
di 28.3 MHz ed il 22 Luglio 1936 alla frequenza di 200 MHz.
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 33/122
• •
Arbe·i tsschem.a P arasi t , ,Klein-Heidelberg' ·
gegen IDri t ische Chain Home o 20-28 MHz
.·southwold • •• • • •
• Colchester • • • • •
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• • • •• • ••• • • • •••• •
•• • • • •
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Zeichnung 18
BISTATIC OPERATION OF A GERMAN "KLEINE HEIDELBERG" RECEIVER WITH A BRITISH "CHAIN HOHE" TRANSHITTER DURING WORLD WAR II
M R B DUNSMORE
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 34/122
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 35/122
Il "Freya" uno dei primi radar
tedeschi, utilizzava una lunghezza
d'onda di 2.4 m e poteva localizzare
un aereo a circa 70 chilometri
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 36/122
IL PRIMO RADAR TEDESCO DI
ALLARME AEREO.
PRODOTTO DALLA TELEFUNKEN,
QUESTO RADAR “WÜRZBURG”
PERMETTEVA DI LOCALIZZARE
UN AEREO E INDICARNE LA
DISTANZA, LA DIREZIONE E
L’ALTEZZA
(f = 560 MHz. θ ≅ 15° o 20°).
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 37/122
IL RADAR TEDESCO
“WÜRZBURG GIGANTE”.
QUESTO APPARECCHIO
INSIEME CON LA “FREYA”
COSTITUIVA IL SISTEMA
DI GUIDA PER LA
CACCIA NOTTURNA
“HIMMELBETT”.
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 38/122
IL MAGNETRON E IL 2° CONFLITTO
L'avvicinarsi della guerra provocò una accelerazione dello
sviluppo di apparati radar. Le prime installazioni operative per
protezione antiaerea furono realizzate nel 1937 ancora dagli
inglesi (la già citata Chain Home); a queste seguirono i due
sistemi americani SCR-268 (1938) e CXAM (1941). In questo
periodo venne introdotto il magnetron, con catodo a cavità
multirisonanza, costruito da Randall e Booth presso l'università di
Birmingham e funzionante il 21 Febbraio 1940, producendo ben
400 W ( e successivamente oltre 1 kW) in onda continua ad una
lunghezza d'onda compresa tra 9 e 10 cm.
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 39/122
Rotta di aerei giapponesi rilevata dal radar SCR-270 della postazione di
OPANA il 7 dicembre 1941 alle ore 7,02 in occasione dell’attacco giapponese a PEARL HARBOUR.
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Track Of Japanese Aircraft Detected By SCR-270 Radar
7:02A.M. Sunday, December 7, 1941 Opana Station, Oahu, Hawaii
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 40/122
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SCR·270 radar ((ID" configuration)- the U.S. radar that detected incomingjapanese aircraft on the moming ofDecember 7, 1941
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 41/122
IL RADAR SCR-584, PROGETTATO DAL RADIATION LABORATORY DEL MIT
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 42/122
IL SECONDO CONFLITTO MONDIALE
Durante la seconda guerra mondiale si svilupparono con
grandissima velocità tecniche e sistemi quali le microonde
(si arrivò, già nel 1943, a radar avionici operanti a 9-10
GHz), il Pulse-Doppler e il MTI (Moving Target Indicator).
L’impegno di spesa per lo sviluppo del radar negli USA.
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 43/122
CENNI STORICI e SVILUPPO DEL RADAR
IL DOPOGUERRA
Tra le principali tappe tecnologiche del dopoguerra si
possono ricordare l'introduzione del tubo amplificatore a
microonde chiamato klystron negli anni '50, e quindi dei
tubi ad onda progressiva (TWT).
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 44/122
CENNI STORICI e SVILUPPO DEL RADAR
IL DOPOGUERRA
Dopo la fine del conflitto vennero sistematizzate le teorie
di base (Marcum, Swerling) e le tecnologie, in particolare
quelle a microonde (trasmettitori, ricevitori, antenne a
microonde); in tale quadro vanno citati i 19 volumi del
Radiation Laboratory (MIT, Massachussetts Institute of
Techonology, USA).
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 45/122
Sviluppi del radar fino ai nostri giorni I principali sviluppi negli anni '60 e '70 hanno riguardato: Catene ricetrasmittenti sufficientemente stabili per
una ottima prestazione MTI, capace cioè di consentire la rivelazione di bersagli aerei in presenza di forti echi fissi;
Sistemi di inseguimento precisi e relativamente
immuni ai disturbi che utilizzano la tecnica monopulse;
Radar avionici con capacità MTI e pulse doppler;
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 46/122
Sviluppi del radar fino ai nostri giorni Prime applicazioni dell'elaborazione numerica dei
segnali (DSP, Digital Signal Processing) e dell'elaborazione automatica dei dati radar;
Radar meteorologici, generalmente privi delle
capacità Doppler; Radar ad antenna sintetica (SAR, Synthetic Aperture
Radar) su piattaforma avionica.
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 47/122
Nei due decenni successivi (1980-2000)
SISTEMI: ⇒ SAR su satellite;
⇒ Radar meteo con capacità Doppler e,
successivamente, polarimetrica; radar "wind profiler" che misurano vento in quota;
⇒ Radar 3D (cioè capaci di localizzare in tre dimensioni)
per la difesa aerea;
⇒ Radar anticollisione e ICC (Intelligent Cruise Control) per le autovetture.
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 48/122
Nei due decenni successivi (1980-2000)
TECNOLOGIE:
• Grande sviluppo delle tecniche DSP, tra le quali, gli elaboratori MTD (Moving Target Detector) e MTI adattivo;
• Tecniche di tracciamento (TWS: Track - While - Scan) completamente automatiche;
• Tecniche di rice-trasmissione in gamma millimetrica (particolarmente intorno a 35, 76, 94 GHz);
• Tecniche di estrazione automatica della posizione, intensità ed estensione del bersaglio;
• Tecniche di riconoscimento (identificazione/classificazione) dei bersagli;
• Tecniche per trasmettitori modulari allo stato solido; • Antenne a schiera (phased array) .
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 49/122
Aggiornamento dati missile
Inseguimento
Ricerca assistita
Rivelamento missile
Ricerca volumetrica
Attacco in massa
Radar APG-77 del F-22
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 50/122
Antenna PSR G-
Antenna SSR ALE-
Installazione PSR + SSR
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 51/122
Antenna ad array planare ALE 3x5
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 52/122
Trasmettitore (16 HPA)
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 53/122
Ricevitore
LAYOUT DELL’ ARMADIO
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 54/122
MISURA DELLA DISTANZA
λ
τ
Esempio di forma d'onda emessa dal radar
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 55/122
MISURA DELLA DISTANZA
Rx
TxR1
2R
o
Principio di funzionamento di un radar bistatico
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 56/122
MISURA DELLA DISTANZA
1 2R Rt
c∆
+=
in cui c è la velocità della luce
(la velocità della luce nell'atmosfera dipende dalla
composizione dei gas e dalle condizioni fisiche; generalmente
si assume eguale a quella nel vuoto, la quale come noto vale
2.997925 • 108 m/s; in pratica si assume c 300 m sµ= ).
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 57/122
MISURA DELLA DISTANZA IN UN RADAR MONOSTATICO
o
Tx
Rx
R
2Rtc
∆ =
1 s di ritardo corrisponde a 150mµ
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 58/122
TIPICO SCHEMA A BLOCCHI DI UN RADAR CW
Utente
Segnale C.W. trasmesso
Eco(con effetto doppler)
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 59/122
MISURA DELLA DISTANZA PER UN RADAR CW
frequenza
tempo
RICEVUTA TRASMESSA
t=2R/c
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 60/122
FORME D'ONDA DI UN TIPICO RADAR DI SORVEGLIANZA IMPULSATO
sec1µ 1 msec
Tempo
Eco bersaglio
1 MW potenza di picco
1 kW potenza media
sec1
Pote
nza
10 W-12
Duty cycle =0.001
CAP. 1 - SCOPO, EVOLUZIONE E FUNZIONAMENTO DEL RADAR 61/122
PARAMETRI DI UNA FORMA D'ONDA RADAR E RISOLUZIONE IN DISTANZA
t t2 2
1
1
2R / c
2R / c
Tx
Rx Rx
A t( )