A chi è rivolto il sitting volley

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A CHI È RIVOLTO IL SITTING VOLLEY? 30 INTRODUZIONE Il Sitting Volley è un’attività sportiva di squadra indicata per quelle persone che presentano limitazioni fisico-motorie, come gli Amputa- ti, i soggetti colpiti da Lesioni Midollari come la Paraplegia parziale e la Poliomielite (anche se oggi è quasi scomparsa), quelle affette da Lesioni Cerebrali fin dalla nascita, e tutte quelle patologie invalidanti appartenenti alla categoria “Les Autres”, come le Paresi, le Anchilosi, le Dismelie (se non comprese tra le amputazioni), e altre malforma- zioni. Ovviamente possono partecipare alle competizioni promozio- nali e scolastiche un numero congruo di soggetti normodotati al fine di completare l’organico, ma anche per integrare e includere i sog- getti diversamente abili in contesti giovanili, adatti alla loro persona- lità. Saranno delineati così obiettivi differenti a cominciare dalla pra- tica socio-aggregativa, dove la centralità della persona sarà premi- nente rispetto al risultato, oppure seguendo criteri più agonistici, saranno indicativi una buona base motoria, un buon bilanciamento nella posizione seduta, un buon indice di forza negli arti superiori per favorire la velocità di spostamento, senza tralasciare i parametri somatometrici favorevoli come l’indice “cormico”*, o nel caso di amputati, l’altezza del busto e la lunghezza degli arti superiori, che ovviamente, sono predisponenti dell’alto livello, corrispondendo ad un atleta normodotato con statura alta. Un’approfondita conoscenza dell’eziologia delle patologie dei giocatori che si hanno a disposizio- ne, faciliterà il compito dell’allenatore e di riflesso metterà a proprio agio i soggetti disabili nell’apprendimento dei vari gesti tecnici, migliorando la sicurezza e la qualità del lavoro. L’ideale sarebbe riuscire ad iniziare l’attività con dei gruppi giovanili per arrivare alla composizione di squadre di più consistente livello; ed è quello che si sta cercando di fare nell’ambiente scolastico e di qualche Società sportiva, per integrare ed includere ragazzi o ragaz- ze con disabiltà fisico-motoria offrendo loro l’opportunità di uno sport con caratteristiche similari alla pallavolo, ma giocato in condi- zioni molto diverse. È senz’altro la strada che bisogna percorrere per un’opera di sensibilizzazione sociale verso i giovani e verso l’opinio- ne pubblica, per fornire più visibilità e aprire la strada verso un’atti- vità da rendere capillare sul territorio. Ma la realtà attuale per il reclutamento di atleti ci pone di fronte ad uno scenario diverso, dove spesso si inizia con dei soggetti adulti di tutte le età a cui presentare il Sitting Volley, superando tutte le difficoltà e le barriere “mentali” * Indice cormico = (Altezza del Busto / Statura) x 100. È un indice somato- metrico che mette in relazione l’altezza del busto (dal Vertex all’Ischiale) con la sta- tura.

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Il sitting volley è uno dei pochi 'Para Sport' in cui gli atleti non fanno uso di tecnologie e di particolari attrezzature e dove possono coesistere disabili e normodotati, esprimendo insieme anche un buon livello tecnico, rappresentando quindi un grande esempio di cooperazione e di inclusione. Il gioco, così come lo si vede, è veloce e coinvolgente nei repentini cambiamenti di situazioni: dall'attacco alla difesa, dai servizi anche insidiosi per evitare il muro (una delle varianti che lo caratterizzano), alle ricezioni più tecniche, alle alzate più coraggiose, ai rimpalli del muro, fino alle situazioni più imprevedibili che richiedono anche interventi acrobatici. http://www.calzetti-mariucci.it/shop/prodotti/sitting-volleyball

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A CHI È RIVOLTO IL SITTING VOLLEY? 30

INTRODUZIONE

Il Sitting Volley è un’attività sportiva di squadra indicata per quellepersone che presentano limitazioni fisico-motorie, come gli Amputa-ti, i soggetti colpiti da Lesioni Midollari come la Paraplegia parziale ela Poliomielite (anche se oggi è quasi scomparsa), quelle affette daLesioni Cerebrali fin dalla nascita, e tutte quelle patologie invalidantiappartenenti alla categoria “Les Autres”, come le Paresi, le Anchilosi,le Dismelie (se non comprese tra le amputazioni), e altre malforma-zioni. Ovviamente possono partecipare alle competizioni promozio-nali e scolastiche un numero congruo di soggetti normodotati al finedi completare l’organico, ma anche per integrare e includere i sog-getti diversamente abili in contesti giovanili, adatti alla loro persona-lità. Saranno delineati così obiettivi differenti a cominciare dalla pra-tica socio-aggregativa, dove la centralità della persona sarà premi-nente rispetto al risultato, oppure seguendo criteri più agonistici,saranno indicativi una buona base motoria, un buon bilanciamentonella posizione seduta, un buon indice di forza negli arti superioriper favorire la velocità di spostamento, senza tralasciare i parametrisomatometrici favorevoli come l’indice “cormico”*, o nel caso diamputati, l’altezza del busto e la lunghezza degli arti superiori, cheovviamente, sono predisponenti dell’alto livello, corrispondendo adun atleta normodotato con statura alta. Un’approfondita conoscenzadell’eziologia delle patologie dei giocatori che si hanno a disposizio-ne, faciliterà il compito dell’allenatore e di riflesso metterà a proprioagio i soggetti disabili nell’apprendimento dei vari gesti tecnici,migliorando la sicurezza e la qualità del lavoro.L’ideale sarebbe riuscire ad iniziare l’attività con dei gruppi giovaniliper arrivare alla composizione di squadre di più consistente livello;ed è quello che si sta cercando di fare nell’ambiente scolastico e diqualche Società sportiva, per integrare ed includere ragazzi o ragaz-ze con disabiltà fisico-motoria offrendo loro l’opportunità di unosport con caratteristiche similari alla pallavolo, ma giocato in condi-zioni molto diverse. È senz’altro la strada che bisogna percorrere perun’opera di sensibilizzazione sociale verso i giovani e verso l’opinio-ne pubblica, per fornire più visibilità e aprire la strada verso un’atti-vità da rendere capillare sul territorio. Ma la realtà attuale per ilreclutamento di atleti ci pone di fronte ad uno scenario diverso, dovespesso si inizia con dei soggetti adulti di tutte le età a cui presentareil Sitting Volley, superando tutte le difficoltà e le barriere “mentali”

* Indice cormico = (Altezza del Busto / Statura) x 100. È un indice somato-metrico che mette in relazione l’altezza del busto (dal Vertex all’Ischiale) con la sta-tura.

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che ogni sport per disabili inevitabilmente pone. Ci sono situazionieterogenee: occorre innanzi tutto vincere i pregiudizi e le resistenzeiniziali di familiari e degli stessi soggetti disabili, senz’altro indotteanche dalle immancabili difficoltà individuali cui bisogna far fronte, omeglio prevenire. Ad esempio, le difficoltà di trasporto per gli allena-menti e le gare per atleti che si spostano in carrozzina o comunqueche hanno necessità di essere sostenuti in tal senso, non devono sco-raggiare gli addetti ai lavori: occore avere una buona organizzazioneper evitare problematiche per il prosieguo dell’attività. A volte, alcunigiovani con disabilità hanno propri mezzi speciali di trasporto, checondividono con altre persone nella stessa condizione. Il manteni-mento in buona salute dei disabili con la pratica sportiva, ha unaricaduta positiva, oltre che sugli atleti coinvolti, anche sulla collettivi-tà che vede sempre più persone migliorare nella propria autonomiaed essere più partecipi della vità sociale. Il soggetto che non praticaattività sportiva è maggiormente isolato, e quindi più indifeso, rispet-to al gruppo dei pari, colleghi atleti e amici. È chiaro che occoreinstaurare delle consuetudini stimolanti per poter dare continuitàall’attività sportiva, a cominciare dalla comunicazione e dalla visibili-tà che devono accompagnare l’impegno sportivo, anche per alimen-tarlo economicamente. Occorre porre molta attenzione sulla preven-zione degli infortuni, e nel caso malaugurato di un incidente digioco, è determinante seguire l’atleta nelle fasi successive, per verifi-care la sua possibilità di poter continuare a studiare o lavorare, poi-ché è anche la sua occupazione sociale, indubbiamente, ad esserecolpita, e per aiutarlo psicologicamente a riprendersi come persona.Quindi Il Sitting Volley è un buon esempio di integrazione e un’otti-ma occasione per quegli atleti, particolarmente predisposti e motiva-ti, ad ottenere il massimo da se stessi ed anche ottimi risultati, sesono in grado di eccellere.Il Sitting Volley non è comunque uno sport facile, ed occorre deltempo prima di provare soddisfazione; ma è anche vero che moltidisabili sottovalutano le proprie capacità fisiche, perché ancora nonsono ben convinti delle proprie possibilità. Il nostro compito è fornireuna piacevole opportunità a queste persone di praticare uno sportveloce e spettacolare come il Sitting Volley allargando la base diSocietà sportive, ma anche di riflesso, offrire nuovi spazi lavorativiper molti giovani colleghi insegnanti ed allenatori che vogliono aiu-tarci a diffondere questa disciplina.

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3.1 • AMPUTAZIONI E DISMELIE

L’Amputazione può essere derivante da un trauma fisico o da un pro-cesso patologico in caso di tumore o cancrena. Le Dismelie sono anomalie congenite degli arti, assimilabili sul pianofunzionale alle amputazioni.Gli Amputati sono di gran lunga il gruppo più rappresentativo nel Para-Volleyball. A titolo esemplifativo si riportano le classificazioni tradizio-nali dell’ISOD, ora IWAS (International Wheelchair & Amputee SportsFederation) (vedi tabella a pagine 33-35).La perdita di una o più parti del corpo sconvolge il normale modellomotorio di un individuo. La ristrutturazione mentale che ne segue, con-sentirà la presa di coscienza della posizione dei segmenti corporei resi-dui rispetto al corpo e la consapevolezza dei nuovi movimenti che sipossono compiere, relativamente all’ampiezza, all’equilibrio ed allarapidità. Nel caso di un’amputazione monolaterale, la maggiore diffi-coltà che si presenta sta nella mancanza di simmetria dei movimenticrociati. Ad esempio, nel caso di un’amputazione ad un arto superiore, ilSistema Nervoso Centrale (SNC) riceve informazioni di movimento, dioscillazione e slancio, da entrambi gli arti, con segnali di maggioreampiezza, dati dall’arto sano, e ridotti ad opera del braccio amputato.Inoltre, gli stessi amputati ad un solo braccio possono invece necessita-re di particolari attività di affinamento motorio, nel caso in cui, l’artoche è venuto a mancare, sia quello dominante. Il Sitting Volley, quindi,oltre che il recupero fisico, fornirà al soggetto una gratificazione comeindividuo dinamico, in grado di accettare la propria condizione, in virtùdel fatto che questa non è di impedimento per la riuscita di un’attivitàdi prestazione. Forse anche per questo, gli amputati sono di gran lungail gruppo numericamente più rappresentativo nel Paravolley. A secondadella tipologia della lesione, il soggetto dovrà essere impegnato in eser-citazioni diverse. Starà all’abilità dell’insegnante o dell’allenatore saperproporre e gestire in maniera individualizzata quelle attività motorie esportive come appunto il Sitting Volley.

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CL Localizzazione della Lesione Profilo funzionale

A1 Amputazione Menomazione più grave ai fini trans-femorale bilaterale della deambulazione. Comprende anche (al di sopra o attraverso Comprende anche gli amputati con il ginocchio) disarticolazione dell’anca. Nel Sitting Volley è importante la lunghezza del moncone residuo ai fini della stabilità

A2 Amputazione Presenza di un moncone residuo più trans-femorale o meno lungo. L’arto sano aiuta nella monolaterale traslocazione a terra. A questa classe (al di sopra oattraverso appartengono anche gli atleti con il ginocchio) la plastica di rotazione di Van Ness**

A3 Amputazione La presenza dei monconi oltre trans-tibiale bilaterale il ginocchio favoriscono un’ottima (tra il ginocchio mobilità a terra e un buon equilibrio e la caviglia)

A4 Amputazione trans- Situazione molto diffusa nel Sitting tibiale monolaterale Volley. L’arto inferiore sano è di molto (tra il ginocchio aiuto nella traslocazione a terra e la caviglia)

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CALSSIFICAZIONE TRADIZIONALE*

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CL Localizzazione della Lesione Profilo funzionale

A5 Amputazione trans- Anche con protesi è quasi impossibile omerale bilaterale la pratica dello sport incentrato (sopra il gomito) sull’uso della mano e quindi anche del Sitting, mentre potranno ottenere ottime performances nelle discipline atletiche dei salti e delle corse e nel nuoto

A6 Amputazione trans- Questi atleti non possono usufruire omerale monolaterale della spinta dell’arto superiore (sopra il gomito) mancante, compensato dall’uso delle gambe. Necessitano di particolari attività di affinamento motorio nel caso in cui l’arto che è venuto a mancare sia quello dominante

A7 Amputazione trans- La situazione è senz’altro migliorativa radiale bilaterale rispetto alla classe A5, ma impossibile (tra il gomito e il polso) per il Sitting Volley

A8 Amputazione trans- Situazione migliorativa rispetto alla radiale monolaterale classe A6. Questi atleti necessitano (tra il gomito e il polso) di particolari attività di affinamento motorio nel caso in cui il moncone che è venuto a mancare sia quello dominante

(SEGUE) CALSSIFICAZIONE TRADIZIONALE

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CL Localizzazione della Lesione Profilo funzionale

A9 Amputazioni combinate La situazione viene valutata secondo degli arti superiori la combinazione delle amputazioni e inferiori

* Michelini L., Handicap e sport, Roma, Società Editrice Universo, 2012 (modificata).

(SEGUE) CALSSIFICAZIONE TRADIZIONALE

** La plastica di rotazione secondo Van Ness consiste nell’asportazione di un tumore all’articolazione del ginocchio. Questo procedimento riguarda sempre il femore distale e la tibia prossimale oppure l’articolazione del ginocchio. Dopo aver asportato il tumore osseo, la parte distale dell’arto (ovvero, la parte più distante dal centro del corpo) viene attaccata alla parte prossimale dell’arto (ovvero, la parte più vicina al centro del corpo) con il piede in posizione retroversa. A questo punto, il piede opera da articolazione genicolare a cui è possibile fissare una protesi (v. foto).

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3.2 • LESIONI MIDOLLARI

Un trauma midollare può provocare una lesione, la cui entità deter-mina, con grado e intensità variabili, un’interruzione della trasmis-sione nervosa tra il Sistema Nervoso Centrale (S.N.C.), il SistemaNervoso Periferico (S.N.P.) e le innervazioni muscolari e viscerali. Lelesioni del midollo spinale comportano disturbi motori e/o sensorialidi varia entità e ubicazione, sia in rapporto alla loro gravità, sia allivello al quale avvengono: tali effetti possono andare da lievi distur-bi della sensibilità fino alle paralisi complete. Quando la lesione midollare è compresa nel tratto cervicale si hauna tetraplegia: paralisi dei quattro arti. Se la lesione è invece com-presa tra la 1a vertebra toracica e la 2a sacrale, si ha una paraple-gia: paralisi parziale o completa degli arti inferiori e della porzioneinferiore del corpo, con lesione del midollo al livello dorsale o lombo-sacrale. Si riscontra inoltre, anche se con diversa eziopatogenesi, la poliomieli-te che è un’infezione virale che colpisce le corna anteriori del midollo eche provoca atrofia e paralisi dei muscoli innervati. L’atleta affetto dapoliomielite presenta uno svantaggio sensibilmente minore rispetto alsoggetto con una lesione spinale traumatica: egli gode di una normalesensibilità, perché rimane integra la via afferente ed è quindi in gradodi ricostruire più agevolmente gli schemi motori adatti all’attività spor-tiva, ed inoltre non è afflitto da problemi di spasticità. I problemi motoriposti dall’attività sportiva sono superati grazie all’integrazione cerebra-le dei dati di pressione e di sensibilità che afferiscono dalle strutturesensibili periferiche. Il paraplegico, invece, è molto menomato nell’elaborazione di unoschema motorio, ed ha perciò nei riguardi del poliomielitico uno svan-taggio maggiore. I paraplegici e i poliomielitici con una bassa lesionedella colonna vertebrale e con un discreto bilanciamento a terra posso-no praticare il Sitting Volley; infatti un atleta portatore di lesione dorsa-le alta fino a D5 non può mantenersi in equilibrio da seduto senza l’aiu-to degli arti superiori. Viceversa la presenza di un equilibrio valido inposizione seduta con un’efficace capacità contrattile dei muscoli addo-minali e degli estensori spinali, nonché di qualche azione muscolaredegli arti inferiori, depone per una lesione a livello lombare.

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Livello midollare Muscoli funzionanti Muscoli deficitari

D1-D7 Arti superiori Addominali Intercostali Arti inferiori Equilibrio da seduto assente; se appoggia il tronco alle cosce è impossibilitato a ritornare nella posizione seduta senza aiutarsi con le braccia

D8-D12 Arti superiori Arti inferiori Addominali Intercostali

Equilibrio da seduto molto scarso, se appoggia il tronco alle cosce e tenta di ritornare nella posizione seduta senza l’uso delle braccia può riuscirci solo nelle lesioni più basse

* Michelini L., Handicap e sport, Roma, Società Editrice Universo, 2012 (modificata).

L’ATLETA PARAPLEGICO CON LESIONE A LIVELLO DORSALE*

Livello midollare Muscoli funzionanti Muscoli deficitari

L1 Arti superiori Abduttori, adduttori ed estensori Tronco e parte dei flessori dell’anca Parte dei flessori dell’anca Estensori e flessori del ginocchio; flessori dorsali e plantari della caviglia Estensori e flessori delle dita

Arti inferiori totalmente paralizzati, ad eccezione di una modesta capacità flessoria dell’anca

L2 Arti superiori Abduttori ed estensori dell’anca Tronco Estensori e Flessori del ginocchio Flessori e Adduttori dell’anca Flessori dorsali e plantari della caviglia Estensori e flessori delle dita

Arti inferiori prevalentemente paralizzati con presenza di flessori e adduttori dell’anca; nella posizione seduta gli adduttori possono stabilizzare parzialmente il bacino

L3 Arti superiori Abduttori ed estensori dell’anca Tronco Flessori del ginocchio Flessori e Adduttori dell’anca Flessori dorsali e plantari della caviglia Estensori del ginocchio Estensori e flessori delle dita

Arti inferiori prevalentemente paralizzati con presenza di flessori e adduttori dell’anca; debole estensione del ginocchio

* Michelini L., Handicap e sport, Roma, Società Editrice Universo, 2012 (modificata).

L’ATLETA PARAPLEGICO CON LESIONE A LIVELLO LOMBARE E SACRALE*

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Livello midollare Muscoli funzionanti Muscoli deficitari

L4 Arti superiori Abduttori ed Estensori dell’anca Tronco Flessori del ginocchio Flessori e adduttori dell’anca Flessori plantari della caviglia Estensori del ginocchio Estensori e Flessori delle dita Parte dei flessori dorsali della caviglia

Arti inferiori parzialmente paralizzati con presenza di Flessori e Adduttori dell’anca; estensione del ginocchio; contrae il tibiale anteriore

L5 Arti superiori Parte degli Abduttori ed Estensori Tronco dell’anca Flessori Flessori plantari della caviglia Adduttori e parte di Abduttori Estensori e Flessori delle dita ed Estensori dell’anca Estensori e parte dei Flessori del ginocchio Flessori dorsali della caviglia

Arti inferiori parzialmente paralizzati con presenza di Flessori e Adduttori dell’anca, solo debolmente compensati da Abduttori ed Estensori; buona estensione del ginocchio; la flessione del ginocchio è parzialmente funzionale; presenti flessione dorsale ed adduzione della caviglia

S1 Rotuleo Estensori e flessori delle dita Achilleo del piede

Arti inferiori parzialmente paralizzati con presenza di buone funzioni dell’anca e flesso-estensione del ginocchio funzionale; la flessione plantare della caviglia è parziale, quella dorsale è buona; muscoli del piede deficitari; possibile tendenza al piede ad artiglio

* Michelini L., Handicap e sport, Roma, Società Editrice Universo, 2012 (modificata).

(SEGUE) L’ATLETA PARAPLEGICO CON LESIONE A LIVELLO LOMBARE E SACRALE

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3.3 • LESIONI CEREBRALI

La paralisi cerebrale è la conseguenza di lesioni accidentali dell’en-cefalo nel periodo iniziale della vita. È una lesione non ereditaria, néevolutiva che causa un danno d’entità variabile della coordinazio-ne, del tono, e della forza muscolare che può determinare unamodificazione della postura e del movimento dell’individuo. Il termi-ne “cerebroleso” rientra nelle encefalopatie infantili ad eziologiapolimorfa prenatale, perinatale, postnatale. Il termine paralisicerebrale comprende una vasta gamma di patologie di diversa gravi-tà: se ne riportano solo alcune:

• spasticità: contrazioni involontarie toniche e cloniche deimuscoli con aumento dei riflessi (iperreflessia) e del tono musco-lare (ipertonia) dei muscoli antigravitari: flessori degli arti supe-riori ed estensori degli arti inferiori;

• atetosi: significa “non stabile”, “mutevole”: movimenti convul-sivi spontanei, lenti e continui, che possono interessare mano,braccio o i muscoli della faccia (lingua, labbra), a volte il collo;può essere ipertonica, ipotonica, distonica, con tremore;

• atassia: è la mancata coordinazione dei movimenti volontari tramuscoli agonisti ed antagonisti.

Alcune persone possono essere influenzate così lievemente da nonfar risaltare una disabilità evidente; altre, invece, potrebbero esserecolpite molto seriamente.

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