A Bologna 180 opere in arrivo a Palazzo Albergati dall ... · i colpi di testa - scrisse Mario De...

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A Bologna 180 opere in arrivo a Palazzo Albergati dall'Israel Museum di Gerusalemme raccontano una stagione unica che cambiò la storia dell'arte I ri r oluzianari del Il seco l o c h e si scopr ì su rrea lista g r az i e a Da , Du c h amp e Mag ritte CHIARA GATTI rendete un giornale. Prendete le forbici. Scegliete un ar- ticolo della lunghezza che desiderate per la vostra poe- sia. Ritagliate l'articolo. Ritagliate ognuna delle parole che lo compongono e mettetele in un sacco. Agitate deli- catamente». Era il 1920 e in un locale di Parigi, sulle no- te jazz di una band diretta daJean Cocteau, Tristan Tzara, appena arriva- to da Zurigo, declamava la sua ricetta per una poesia dadaista. Nata dal ca- so, dall'assurdo, dal nonsense. «Tirate fuori un ritaglio dopo l'altro disponendoli nell'ordine in cui sono usciti dal sacco. Copiate scrupolosamente. La poesia vi somiglierà. Eccovi divenuto uno scrittore infinitamente originale e di squisita sensibilità, seb- bene incompresa dal volgo». Sullo sfondo di un'Europa in bilico fra un con- flitto e l'altro, delusa dalla ragione e avida di sogni, la famosa performance del poeta romeno ospitata nell' ambito di una personale di Francis Picabia, rappresentava il sintomo di quella energia dirompente e geograficamen- I rivoluzionari del Novecento. Pagina 7

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A Bologna 180 opere in arrivo a Palazzo Albergatidall'Israel Museum di Gerusalemme raccontanouna stagione unica che cambiò la storia dell'arte

I riroluzianaridelIl secolo che si scoprì surrealistagrazie a Dalí, Duchamp e Magritte

CHIARA GATTI

rendete un giornale. Prendete le forbici. Scegliete un ar-ticolo della lunghezza che desiderate per la vostra poe-sia. Ritagliate l'articolo. Ritagliate ognuna delle paroleche lo compongono e mettetele in un sacco. Agitate deli-catamente». Era il 1920 e in un locale di Parigi, sulle no-

te jazz di una band diretta daJean Cocteau, Tristan Tzara, appena arriva-to da Zurigo, declamava la sua ricetta per una poesia dadaista. Nata dal ca-so, dall'assurdo, dal nonsense.«Tirate fuori un ritaglio dopo l'altro disponendoli nell'ordine in cui sonousciti dal sacco. Copiate scrupolosamente. La poesia vi somiglierà. Eccovidivenuto uno scrittore infinitamente originale e di squisita sensibilità, seb-bene incompresa dal volgo». Sullo sfondo di un'Europa in bilico fra un con-flitto e l'altro, delusa dalla ragione e avida di sogni, la famosa performancedel poeta romeno ospitata nell' ambito di una personale di Francis Picabia,rappresentava il sintomo di quella energia dirompente e geograficamen-

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te dilagante (da Zurigo a Berli-no, da Parigi a New York) chesi muoveva in sottotraccia ri-spetto alle ideologie del tempo,"gabbie spaventose" come ledefinì Breton.

Si intitola non a caso Du-champ Magritte Dalí. I Rivolu-zionari del '900 la mostra alle-stita al Palazzo Albergati di Bo-logna (fino all'11 febbraio, ca-talogo Skira) e curata da Adi-ta Kamien-Kazhdan che pre-senta 180 opere, fra dipinti,sculture, collage, fotografie,ready-made, arrivati in bloccodall'Israel Museum di Gerusa-lemme dove è riunito un nu-cleo di materiali dadaisti e sur-realisti frutto di donazioni bla-sonate. Come il vasto lascitodi Arturo Schwarz, studioso,poeta e autore di monografieepiche da Breton a Duchamp,o il dono di Harry Torczyner,avvocato e critico americanoche offrì anni fa al museo il Ca-stello dei Pirenei di Magritte,imponente roccia fluttuantesull'oceano, asteroide roman-tico sospeso in assenza di gra-vità. Oggi è l'immagine guidadella mostra e allude all'appa-rente solidità delle certezzeche proprio Dada e Surreali-smo decisero di smascherare.«Con lo scandalo, l'agitazione,i colpi di testa - scrisse MarioDe Micheli nel suo memorabi-le Le avanguardie artistichedel Novecento - questi intel-lettuali cercavano di colmareil vuoto, la disperazione, lanausea che la guerra e il dopo-guerra avevano provocato inloro».

Partendo dai primi collagedel fotografo tedesco ErwinBlumenfeld, zeppi di umorierotici e ironia politica, e arri-vando alle ultime scatole di ve-tro e sabbia di Joseph Cornell,pioniere dell'assemblaggio eprofeta della pop art, il percor-so affonda nel crepaccio che di-vise Dada da Surrealismo,spiegando bene il passaggiodalle reazioni anarchiche delprimo alla fuga nel miraggiodel secondo. Quel che restavadel sogno. E ciò che sopravvis-se. Ovvero il gusto per gli acco-stamenti audaci, la metamor-fosi, le muse inquietanti, l'oriz-zonte onirico, le ricerche susuoni e parole, i materiali stri-denti, l'effetto shock dei para-dossi.

Il visitatore si ritrova avvol-to dal flusso di coscienza di ope-

re da manuale. Le forme diJean Arp, indipendentista chenavigò fra le due sponde, sonogeometrie levigate come ciot-toli di fiume; ritagli di legnoscomposti e ricomposti. Le car-te di giornale scompaginate daKurt Schwitters affollavano lasua casa di Hannover, dove con-servava rifiuti con la smania diun accumulatore seriale. I dise-gni automatici di André Mas-son svelano la sua necessità disguinzagliare impulsi involon-tari in un grafismo fobico. Stes-sa natura spontanea anima glizampilli colorati di Miró. Più af-fliggenti sono le fantasie esizia-li di Victor Brauner, maestrodalla potenza totemica.

Non mancano, quale anellodi congiunzione fra il puro spiri-to di rottura dada e il tuffo sur-realista negli abissi inesploratidella psiche, esempi celebri fir-mati dalla delegazione newyor-chese, per la quale il gesto intui-tivo significava tutto. Provoca-zione e libertà.

Duchamp aveva preso unaruota di bicicletta e un porta-bottiglie (entrambi esposti) fir-

mandoli come opere sue. «Nel1913 - raccontava - ebbi la feli-ce idea di fissare una ruota suuno sgabello da cucina e di met-termi a guardarla mentre gira-va». Era nato il ready-made. Pi-cabia dipingeva "macchine inu-tili", ingranaggi perversi, spec-chio di una società strematadall'industria. Man Ray appog-giava oggetti su emulsioni sen-sibili, aspettando i risultatiinattesi dell'impressione. Fini-rono insieme alla corte di An-dré Breton, mente teorica e ge-niale che, transitata da un mo-vimento per fondare l'altro,portò con sé tutti i nocchieri diquesta rivolta contro ogni ordi-ne costituito.

Al motto "il surreale è il verovolto della vita" risposero an-che Max Ernst e Salvador Dalí,

ambasciatori di una missione:l'emozione surrealista dovevasoppiantare definitivamente ilnichilismo di Dada. La libera as-sociazione varata da Freud e lascrittura automatica di Janetispirarono una pittura in gradodi accedere al subconscio e sfo-garne l'espressione.

Le acrobazie della mente suiburroni dell'ignoto distinguo-no le tele di una donna meravi-gliosa, l'americana Kay Sage,sedotta dalla luci metafisichedi de Chirico. In mostra, il suoLato superiore del cielo spiccafra i tremiti carnali di Dalí, leturbe animalesche di Ernst, lepiù pacate (non meno mole-ste) visioni di Magritte: incon-gruenze del mondo, allucina-zioni amare, ossessioni del cuo-re.

©RIPROOUZIONERISE-A

F,ROPI:IiFy7JosephConiell:IInlitled (1960)a destra,SalaadorDaHeHorst í'. Eiorst:'liie Drcam ofYenus (193.9)11l eentro!blarcelDuchanrp:Yotuig lcuizuidGirl (1911)

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LE OPERE /2Dall'alto, René Magritte:Le Chateau de Pyrenees(1959); Joan Miró: Women andBirds. Sotto la stanza Mae Westrealizzata da Oscar Tusquetse la replica dell'installazionecon i sacchi di Duchamp del 1938

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