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ORGANO DEI COOPERATORI SALESIANIANNO XCIII • N . 17 • lo SETTEMBRE 1969Spediz . in abbon . Post. -Gruppo 2- (70) - 1 - quindicina

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9, OLLEIIINOSALESIANO

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IN QUESTO NUMERO

Il mondo ha bisogno di « un supplemento d'anima »

Nella luce di Maria la sua operosa giornata (Madre Angela Vespa)

«Don Bosco Sha » in prima linea

Opere sociali delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Costa Rica

La Mamma del Grande Spirito

Garos addio

l Fioretti giapponesi di Mons . Cimatti

CINQUEMILA PELLEGRINI DELLA FAMIGLIA SALESIANA A FATIMA

Pellegrinaggio Nazionale organizzato dai Cooperatori Salesiani Portoghesi

nel 750 dell'arrivo dei Salesiani in Portogallo

Uno scorcio di vita nella Cina . La Cina,con i suoi 750 milioni di abitanti, restaoggi uno dei più assillanti problemi mis-sionari, aggravato perdi più dal comu-nismo che la travaglia .

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Il mondo lui bisogno di unsupplemento d'animaPio XII diceva che il mondo moderno ha un corpo tecnico formidabile, ma è lette-ralmente privo di spirito . Ha quindi bisogno di un « supplemento d'anima », cioè habisogno di carità, di amore. Per questo il programma proposto dai Vescovi d'Italia perl'anno 1969-70 è « la carità nella Chiesa e nel mondo » .

N oi si vive in un mondo che cambia . E bastata l'impresa dell'« Apollo 11 » sulla Luna perdarci il grafico del rapidissimo cambiamento che è in atto nel mondo attuale . Ma non

sono le cose che cambiano : è l'uomo che cambia . Come sarà questo tipo di uomo nuovo che sista delineando dopo il Concilio? Sarà l'uomo che nella sua vita avrà per centro la Carità,l'Amore .

Sarà un uomo che saprà totalmente amare . L'uomo del futuro sarà l'uomo che amerà glialtri uomini alla stessa stregua di Gesù : « Amatevi come io vi ho amati » .

Nel mondo moderno c'è l'esigenza estrema di un ritorno all'amore . La nostra civiltà, chesi sviluppa sull'elettronica, ha raggiunto punte altissime di progresso tecnologico ; ma in fattodi anima e di vita spirituale si è dimostrata terribilmente vuota . Non conosciamo ancora quasinulla della persona umana . Eppure sentiamo che il punto più delicato del mondo nuovo èproprio la persona umana. Pio XII diceva che il mondo moderno ha un corpo tecnico formi-dabile, ma è letteralmente privo di spirito . Ha quindi urgente bisogno di un « supplementod'anima » cioè ha bisogno di carità, di amore . La tecnica moderna ci permette di aumentarefantasticamente i prodotti e i manufatti ; la pedagogia moderna ci permette di elevare rapi-damente il livello culturale dell'umanità, di dare una formazione professionale accelerata ; mavi manca l'ingrediente più importante, la formazione alla carità, la dimensione dell'amore

Quando gli Stati Uniti costruirono l'ultima portaerei atomica, spesero in dollari più diquanto l'Argentina e il Brasile messi insieme investono di soldi nelle spese pubbliche in unanno. Eppure questa portaerei atomica non servirà ad altro che a creare una coesistenza diequilibrio precario all'interno dell'odio politico fra i blocchi .

Con tutto il denaro profuso nel massacro di 6o milioni di vittime durante l'ultimo con-flitto mondiale, sarebbe stato possibile dare un villino con giardino e un'automobile a ognifamiglia del mondo . Perchè non lo si fece? Perchè mancava l'amore .

È bastato che venisse Papa Giovanni perchè il mondo sentisse il refrigerio di questa ven-tata di aria nuova che è la carità . Il mondo prova una nostalgia infinita di amore . Solo Gesùpuò portare l'amore, perchè è Dio. E Dio è Amore .

LA VITA DI AMORE IN DIO

Gesù ci ha fatto conoscere che Dio è una famiglia composta di tre Persone divine. Dio nonè solo ; in Dio ci sono tre Persone . C'è la prima Persona, l'« IO » : Dio Padre . C'è la secondaPersona : il « TU » : Dio Figlio . C'è la prima Persona plurale : il « NOI », l'amore del Padre edel Figlio nello Spirito Santo, che è l'Amore di ambedue. Questa vita trinitaria tanto bella ciè stata rivelata da Gesù che ci ha parlato della sua intimità divina, del suo amore col Padrenello Spirito Santo . Lo Spirito Santo è l'abbraccio tra il Padre e il Figlio . Unisce i'« Io » e il« Tu » di Dio . i

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Il Fogazzaro in un libro dal ti-tolo Il mistero del poeta spiega checosa sia questo # tu » dell'altro .Adopera un'allegoria mutuata dalmondo arabo. Racconta in formadi parabola : « Un'anima, subitodopo la morte, si presentò allaporta del cielo . Bussò. Una vocedal di dentro le chiese- Chi sci?Quell'anima rispose :- Sono lo.- Non ti conosco - e la porta

le venne chiusa in faccia .L'anima ridiscese in terra per un

anno. Si dette alla carità fraterna ;dopo un anno si ripresentò e bussòdi nuovo alla porta del cielo . Lavoce dal di dentro le chiese :- Chi sci?L'anima rispose :- Io sono Tu .- Allora ti conosco .E la porta venne aperta » . Il

« tu » è l'altra persona .

CHE COS'È LA CARITÀ

Che cos'è allora la carità? L unadonazione . La donazione non diuna cosa, ma di un valore moltopiù alto, cioè della propria persona,del proprio «io » profondo . Darea chi ? Agli altri, al « tu », all'altrapersona . Amare vuol dire donarsiall'altro .

Ci sono vari tipi di donazione,uno superiore all'altro, prima diarrivare al vero Amore .

All'infimo gradino della scalasta l'amore superficiale. Consiste nelconsiderare gli altri con totale in-differenza. Per esempio, quandoseduto accanto all'altro in treno,nell'autobus, in macchina, io con-sidero l'altro come una cosa, unasedia, un tavolino, con indifferenzatotale, ecco che io dimostro unamore superficiale .

Un gradino più sopra sta l'amoreinteressato . L'altro è una cosa incui io vedo un'utilità, ma è sempreuna cosa ; mi interessa in quantomi è utile. Un filosofo tedesco,Heidegger, studiò acutamente que-sto sfruttamento degli altri comecosa, questa strumentalizzazionedegli altri. Rilevò una triplice stru-

2 mentalizzazione : gli altri possono

essere uno strumento per il mioavere, per arricchirmi : è l'arricchi-mento economico. Gli altri pos-sono essere uno strumento per ilmio piacere, per godermi la vitasfruttamento edonistico . Gli altripossono essere uno strumento peril mio potere, per la mia ambizionedi dominio : sfruttamento politico .In ogni caso vengono sempre con-siderati delle cose .

Un gradino più alto ancora c'èl'amore che vede negli altri la pro-iezione di se stessi . Non è ancorail vero amore. Il vero amore ac-cetta gli altri come differenti dasè. Vedere negli altri un'ombra dise stessi, una proiezione di -sè nonè vero amore. Anche se in appa-renza ci sembra di amare gli altri,in realtà si ama noi stessi ; si amaun'ombra di noi stessi negli altri .Non è ancora vero amore .

LA VERA CARITÀ

La vera carità è una donazionedella propria persona alla personadell'altro . Suppone tre cose : cono-scenza, generosità, slancio .

L'amore esige conoscenza del-l'altro . Per amare l'altro comealtro, ben differente dal mio io,devo conoscere l'altro. Pascal di-ceva : « Per amare una persona,devo prima conoscere tutto diquella persona » . Devo perciò farela scoperta dell'altro. E come fac-cio a conoscere l'altro? I mezzitecnici non servono . L'altro è sem-pre un mistero . Tutta la psico-tecnica moderna non serve, perchèconsidera l'altro come un oggettodi classificazione, non come unapersona. Cos'è l'altro personal-mente ? È la sua intimità, la suavita profonda . Occorre credere nel-l'altro e aspettare che l'altro si ri-veli. Gesù ci ha parlato della vitatrinitaria e ce l'ha fatta conoscere :« Padre, io ho loro rivelato il tuoNome e glielo rivelerò ancora,perchè l'Amore con cui tu haiamato me sia in essi e io in loro » .L'amore porta a una mutua e vi-cendevole rivelazione : piano piano,ogni giorno c'è una piccola sco-perta. Noi non troviamo mai laparola sufficiente per esprimere il

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La carità non ammette rotture. Guardandoquesta fotografia, vien fatto di pensarealle ultime raccomandazioni dell'apostolo Paolo

al suo giovane discepolo Timoteo :« Custodisci l'eredità del passato » (1 Tim. 5, 1).

Qui i/ vecchio si abbandona tra le maniprotettrici e già materne della bambina.

È lei che interroga con lo sguardo l'avvenire,lei che veglia sull'eredità del passato . La fiaccola

ha cambiato di mano, ma la vita continuerà . . .

nostro mistero . Soltanto nel cieloconosceremo il mistero totale deglialtri e di noi stessi in Dio .

L'amore esige generosità . È undarsi sempre più generoso . Oc-corre fare atti di generosità conti-nuamente. Anche nelle più piccolecose non possiamo risparmiarci .Possiamo essere deboli, manche-voli, ma nelle profondità non pos-siamo essere egoisti, dobbiamo do-narci totalmente . Se uno si impe-gna, per esempio, ad amare soloper un anno, non ha vero amore .L'amore è sempre eterno, almenonell'intenzione .

L'amore è uno slancio costrut-tivo. Io devo donarmi all'altro,perchè l'altro, grazie a me, possaessere se stesso secondo il pianodi Dio. Io devo e posso aiutarel'altro con le mie idee, con il mioservizio, ma soprattutto con la miapresenza: stargli vicino, essergliaccanto. La presenza è stimolante .Gesù nella parabola del Samaritanodisse : « Fatevi prossimi degli altri » .

GESÙ È AMORE EAPPRENSIONE

Gesù ci impegna a un amore fra-terno sempre maggiore, a una ca-rità sempre più grande e sconfi-nata. Occorre rileggere l'episodiodella tempesta sul lago : Gesùdorme nella piccola barca mentrela tempesta infuria . È stanchissimo .I discepoli avranno notato sen-z'altro quel suo volto calmo e tran-quillo (il volto generalmente si di-stende nel sonno). Quale pace do-veva irradiare il volto di Dio In-carnato! La bufera non lo sveglia,anzi non potè risvegliarlo. Volevadormire e dormì. Questo lo fececome un uomo pienamente assortonel sonno. Nessuna delle sue azioniera, come le nostre, intimamentetormentata o mezzo voluta. Le vociimpaurite dei suoi apostoli lo ri-svegliarono .

Il filosofo Bergson disse unavolta : « La voce di una mamma, lapiù debole voce di mamma risuonaper il suo bimbo amatissimo comeun tuono ». Gli apostoli risveglia-rono Gesù. Matteo nota : « lo tur-barono » .

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Giovani allievi salesiani irlandesi, felicinell'esercizio della carità . Sul giovanecristianamente formato la carità è una mollache lo fa scattare nel compimentodelle imprese più generose

«Ed ecco, si presenta a Gesù un tale dicendo : "Mae-stro, che cosa di buono devo fare per avere la vitaeterna?" . Gli rispose : "Se vuoi entrare nella vita,osserva i Comandamenti" . "Quali?", gli domandò .E Gesù rispose : « Non uccidere, non commettereadulterio, non rubare, non testimoniare il falso ; onorail padre e la madre e ama il prossimo tuo come testesso" . E il giovane gli disse : "Tutto questo io l'hoosservato fin da ragazzo : che altro mi manca? " .Gesù gli rispose : "Se vuoi essere perfetto, vendi quantohai, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo ; poivieni e seguimi" » (Matteo, iq, 16-21) .Ancor oggi Gesù va in cerca di anime forti, di animegenerose, « ribelli alla mediocrità », disposte a tuttoper realizzare qualcosa di grande, di sublime .« Se tu vuoi. .. » Tre piccole parole che forse oggi il Si-gnore fa sentire anche a te, giovane generoso che vai incerca di una soluzione grande, eroica per la tua vita . Treparoline che riflettono la delicatezza di Gesù connoi : Egli ci lascia liberi di ascoltarlo o di voltarci

Il verbo « turbare » lo si riscontratre volte in San Giovanni : dinanzia Lazzaro nel sepolcro ; quandoGesù pensa all'ora del Getsemanie della croce ; nel Cenacolo, al tra-dimento di Giuda .

Ma quel turbamento in Gesù èapprensione per gli uomini, e nelGetsemani si aggiunge a un'agoniain cui invoca il Padre di non lasciardominare la giustizia, ma solol'amore .

In quell'agonia compare un an-gelo per consolare Gesù. Che cosasignifica questo ? Una creatura con-sola Dio . Dio cioè ha preso su disè così intensamente l'insicurezzae l'inquietudine umana da doveressere consolato da una creaturafinita .

Dio è amore (è la definizione delsuo essere) . In Gesù, Uomo-Dio,questo amore si rivela anche comeapprensione . L'apprensione dimo-stra che si ama . Una mamma nonè tranquilla quando il suo piccinoè ammalato . L'apprensione del suocuore è espressione di amore. Gesùha concentrato nel suo cuore tuttal'apprensione dell'amore e l'ha sop-portata sino all'estremo . Poichè

voleva portare la pace, dovette vi-vere in questa apprensione ; do-vette assumersi tutte le tribolazionie le angustie degli uomini, di tuttigli uomini. Come abbia sopportatoquesto, noi non sappiamo. Era Dio ;lui solo poteva sopportarlo .

Il peso dell'amore deve oppri-mere anche ciascuno di noi. Èbello essere schiacciati dal pesodell'amore, assumersi le preoccu-pazioni degli altri con carità e conpazienza, esser vicini al fratello nelbisogno e nella necessità .

Solo così noi daremo al mondoquel « supplemento d'anima » dicui ha un'esigenza estrema e indi-lazionabile .

Per la Campagna nazionale sul temadella Carità annunciamo che stannoper uscire due volumetti della Collana«Magnificat» (Lire 50 caduno) dal titolo :La carità nei quattro Vangeli e Lacarità in San Paolo e in San Giovanni(testo e commento) .

Si possono richiedere alCentro Mater Divinati GratiaeRosta (Torino)

altrove. Però in questi suoi modi estremamente delicativibra il suo ardente desiderio, la sua volontà .

« Se tu vuoi. . . » È un nuovo programma di vita checi propone Gesù : il dono totale di noi stessi, il sa-crificio completo della nostra vita per il bene delleanime .«Nessuno ha amore più grande di chi è disposto adare la vita . . . » . Il segreto della gioia piena, dellavera grandezza della nostra vita sta nella donazione,nell'amore per gli altri. Essere completamente dispo-nibili per il bene dei giovani, di quelli che soffrono, deipiù miserabili : che vita stupenda !« Se tu vuoi. . . » Non è una chiamata romantica a unavita di avventura e di sogno : è l'appello del Signoreche vuole farci partecipi della sua opera di reden-zione. Dio ha bisogno di noi, si fida di noi, confidanella nostra generosità e nel nostro amore. «Dammiuna mano - ci dice - me ne servirò per diffondere ilbene, per sanare, per consolare, per salvare ; ma tuttoquesto, soltanto "se tu vuoi" » . . .

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Madre Angela Vespa, superiora Generale emerita delle Figlie di Maria Ausiliatrice

Pochirhesi or sono, al-

l'aprirsi in Roma del Capi-tolo Generale, con la rinuncia alproprio ufficio, chiudeva il suo ope-roso e feconda decennio di governodell'Istituto ; e la sera dell'8 luglioscorso suggellava in Torino la propriavita, nella stessa luce di serenitàe di attesa, fervida e vigile al cennodi Dio .

« Sono vissuta sempre di fede, ma nonsono mai stata con le mani in mano ».E la testimonianza che ha lasciatodi sé, nel rispondere alle parole diconforto del Rettor Maggiore, donLuigi Ricceri, accorso il 27 giugno avisitarla quando, colpita da collassocardiaco, giaceva ormai prossima allafine .

La frase può dirsi la sintesi dellasua vita, ispirata e guidata solo damotivi soprannaturali, dalla ricercadella gloria di Dio e dal bene delleanime, e sorretta in ogni momento daillimitata fede nella Provvidenza e dafiliale abbandono in Maria Ausilia-trice .La sua fede si rivelò nell'obbe-

dienza quando, nel 1927, cagionevoledi salute, chiamata a reggere legrandi Case di Nizza Monferrato,di Torino « Madre Mazzarello » e poiad assumere maggiori responsabilità,trovò nell'abbandono in Dio la suaforza e il suo sostegno .Con la stessa fede, nell'autunno

del 1943, non pose difficoltà alla di-sposizione del Rettor Maggiore dipartire frettolosamente per Roma conun'altra Consigliera generalizia, men-tre in quel turbinoso periodo diguerra il fronte avanzava, impedendoogni comunicazione col resto del

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mondo . Fu un viaggio avventuroso,di notte, parte su mezzi di fortuna elunghi tratti a piedi, col peso dibagagli e coperte, fra il susseguirsidi bombardamenti e l'allarme delcoprifuoco . . .Ebbe fede e riuscì a superare

ogni ostacolo. Nei due anni di sostaa Roma, con la sua chiara menteorganizzatrice, seguendo le direttivedel prefetto generale dei salesianidon Berruti, diede impulso alleOpere assistenziali per le « ragazzedella strada » . L'Orfanotrofio diVia Liberiana, sorto fra difficoltà cheparevano insormontabili, ne fu unaprova tangibile .

Fede, sempre fede nell'aiuto delSignore e nella sentita protezione diMaria Ausiliatrice ; ma fede che nonla lasciò mai con le mani in mano .

Sospinta dall'ardore del suo zeloper il bene delle anime, specialmentegiovanili, si donò generosamente sen-

za misurare i limiti della propriadedizione .

Fu educatrice insuperabile, pre-parata dall'amore entusiasta per ilmetodo di Don Bosco appreso findagli anni giovanili della sua educa-zione in Nizza Monferrato .

Gli studi universitari, intrapresisubito dopo la professione e conclusinel 1915 a Roma con le lauree inlettere e pedagogia, completarono lasua preparazione al sacro apostolatodella cattedra e del cortile .

«L'ufficio di assistente - solevadire - è il più bello che si possa averenell'Istituto, perchè ci dà modo distare sempre con la gioventù e diguidarla al bene » .

Nella Scuola Normale di Alì Termeprima e in quella di Bordighera poi,come pure in Nizza Monferrato e aTorino, impresse nelle giovani dura-ture tracce della sua opera educativa .

Nel 1937, divenuta Consigliera

generalizia preposta agli Studi, af-fermò in piú vasta cerchia la suaricca personalità educatrice, facen-dosi maestra e guida per conservarealla scuola dell'Istituto, secondo ilpensiero di Don Bosco, la missionedi dare alla famiglia e alla societàdonne veramente cristiane .

L'amore alle giovani la fece restaresempre giovane nell'animo, sempreaperta ai loro problemi, sempre sol-lecita nella ricerca dei mezzi perrisolverli .

Ci volle il suo ardimento per af-frontare nel 195o il problema dellastampa per la gioventù, soprattuttocol dar vita alla rivista « Primavera » .Solo una fede intrepida, accompa-gnata dalla tenacia in un lavoroquanto mai gravoso e impegnativo,potè farla riuscire nell'impresa dicui misurava più il bene che nesarebbe venuto, che le difficoltà quasiinsuperabili .

Sono vissuta sempre di fede, ma nr

« . . . Ricordo. Qualche giorno prima del trapasso, sulmodesto lettino, con l'involucro corporeo ridotto, comequello di San Francesco d'Assisi, all'essenziale per potervialbergare l'anima : è serena. Gli occhi un po' stanchi, maben vivi. Mi parla : sono parole rivelatrici di una federicca e profonda, cristallina e robusta, vitale : « Sono vis-suta sempre di fede! . . . » .

In quei supremi istanti la Madre svela il segreto dellasua costante serenità, scopre la sorgente della sua fortezzae della sua pazienza, di tutte quelle sue energie spiritualie morali che hanno caratterizzato il suo lungo curriculumdi Religiosa, di Superiora e di Madre .

Ma non basta . Quando la fede è vita, quando investeveramente la vita, necessariamente si effonde in opere,in attività, in apostolato . Il Santo, appunto perché vivedi fede, è un uomo di azione. Egli sa infatti che i talentibisogna trafficarli per il Padrone ; sa che Dio assegna aogni anima una missione personale che solo essa potràassolvere ; sa che il tempo è breve per raccogliere i mani-

DALL'OMELIA DEL RETTOR MAGGIORE NELLA SOLENNE LITURGIA DI SUFFRAGIO

poli da trasportare nella terra dei vivi ; sa che tutto quantoegli farà per il prossimo sarà fatto a Cristo Signore : pertutto questo ogni vero Santo è un dinamico .

Pensiamo a Don Bosco, il «formidabile lavoratore »,come lo definisce Pio XI ; pensiamo a Maria Mazzarello,giovinetta, suora, superiora : nel suo genere, nella suacondizione peculiare riproduce l'instancabile attività delPadre comune Don Bosco . Madre Angela si trova e simuove su questa linea, sempre .

Su quel lettino mi aveva detto : « Sono vissuta sempredi, fede » ; ma subito aveva aggiunto con particolareenergia : « ma non sono stata con le mani in mano » .Diceva con edificante semplicità una grande e stupendaversta .

Parlano le sue realizzazioni, tante, tutte frutto delsuo amore ardente all'Istituto, che voleva rispondesseogni giorno più alla missione assegnatagli da Don Bosco,al suo genuino spirito, alle attese della Chiesa . Parlano lecoraggiose iniziative per la formazione delle Suore, che

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• « Primavera » fiorì - e fioriscetuttora, voluta -- sono sue parole -per portare la norma, l'impulso edu-cativo dello spirito e della purezzasalesiana plasmatrice di volontà e dicuori » .

• volle che potesse « raggiungere leadolescenti di tutte le terre, di tutti ilidi, di tutte le regioni, per conser-varle pure e aiutarle a formarsi donnenel vero senso della parola » .

Tutte le adolescenti e le giovaniavrebbe voluto raggiungere con ilsuo grande cuore ; specialmente le piùpovere e in abbandono, per le qualiideò e promosse Scuole professionali,Opere assistenziali e sociali, e primasempre, l'incremento degli Oratorifestivi .

Nel suo decennio di governo del-l'Istituto come Superiora Generale(dal settembre 1958 all'inizio del1969), curò la formazione del perso-nale dal lato religioso e culturale, e

legò il suo nome al Movimento Cate-chistico, iniziato col grande ConvegnoCatechistico Internazionale del 1963 .

Il movimento oggi è esteso intutte le Diocesi dove lavorano leFiglie di Maria Ausiliatrice, e ri-scuote il compiacimento e il plausodei Vescovi, per i frutti copiosi dibene che porta a servizio della Chiesa .

Della Chiesa fu e si sentì figliaamantissima, affermandone l'amorecon l'impegno fattivo nel tradurneogni direttiva in pratica realtà .

Anche la saggia e illuminata or-ganizzazione del recente CapitoloGenerale Speciale voluto dal ConcilioVaticano II, dice la sua ansia di fe-deltà e d'amore alla Chiesa è al Papa .

Una delle sue ultime consolazionifu proprio la parola del Papa che,dopo l'udienza del 26 marzo u . s .,nell'intrattenersi paternamente, e benpuò dirsi affettuosamente con lei,volle ringraziarla di quanto aveva

fatto nei dieci anni di governo del-l'Istituto, assicurandola che la Chiesaera grata all'Istituto per la sua operaa bene della gioventú .

Lo stesso Paolo VI, nell'aprile del1964, alla sua richiesta, in previsionedel XIV Capitolo Generale, di poterrinunciare alla carica di SuperioraGenerale, le aveva detto di restare«una disponibile» . E restò «dispo-nibile » alla volontà del Capitolo, chela volle ancora al timone dell'Istituto .

Fra due mesi avrebbe celebrato ilGiubileo di Diamante di professionereligiosà : il Signore volle antici-parle la corona di «diamanti », im-preziosita dalle gemme delle ultimedolorose settimane di vita, in cuirifulse tutta la ricchezza della suaprofonda interiorità .

Si spense lentamente, con lo spi-rito sempre limpido, in vigile attesadi preghiera e di risposta al celesteinvito del « Veni » eterno .

>n sono stata con le maami in manoDI MADRE ANGELA VESPA

voleva adeguata ai tempi (quale interesse sino all'ultimoper l'Istituto Pedagogico !) .

E per la gioventù? Catechesi e stampa, tempo libero estrumenti di comunicazione sociale furono sino alla fineal centro delle sue ansie apostoliche. La stessa preparazioneal Capitolo Generale Speciale è stata espressione di questasua ansia salesianamente apostolica .

Possiamo ben dire che tutti i giorni della lunga vita dellaMadre sono stati « dies pieni»:pieni di fede e di amore diDio, che trovava alimento nella pietà salesiana fatta di sem-plicità e di sodezza, di dovere e di gioia ; fede e amor di Dioe della Vergine che riversava nelle sue mirabili Circolari in-dirizzate alle Sorelle ; giorni sempre illuminati dalla fedeltàa Don Bosco (oh, la preoccupazione costante di conoscere ilpensiero dei suoi Successori sui più svariati problemi!) .• il suo attaccamento al Papa? « Santità, l'Istituto

vuole essere fedele all'insegnamento di Don Bosco nell'amoree nella fedeltà al Papa » . Sono sue parole a Paolo VI :è un atto di fede, un testamento . . .

Ed ora ha concluso il suo generoso e fecondo « servizio »,ma non tutto è finito. San Paolo nella Liturgia che cele-briamo ci ricorda che « nessuno di noi vive per se stesso,e nessuno muore per se stesso » . A tutti quanti siamo quiraccolti nella preghiera e nell'offerta del Sacrificio, spe-cialmente alle Figlie di Maria Ausiliatrice che dovunque,ad ogni livello, restano a continuarne l'opera preziosa, mipare che Madre Angela, quasi come messaggio fatto pro-prio, ripeta le parole a Lei rivolte da Paolo VI nelmarzo scorso : « Siete impegnate specialmente per l'edu-cazione della gioventú . Avete scelto una grande via,un grande programma e un grande servizio per laChiesa del Signore . . . Siete diffuse in tutto il mondo .Diffondete l'amore al Vicario di Cristo . Formate leSuore allo spirito genuino dei vostri Fondatori, per lasalvezza della gioventù . La benedizione del Signore viè assicurata . . . » .

Sono parole di Paolo VI, è il messaggio di MadreAngela » .

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DON BOSCO SHAIN PRIMA LINEA

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Più di cent'anni fa, Don Bosconon si limitò a scrivere libri

facili per il popolo, ma fondò tipo-grafie grafie allo scopo di diffondere lar-gamente e a buon prezzo il librobuono e sano. Ai suoi figli increduliripeteva : «Avremo delle tipografie,molte tipografie » .

Questo suo entusiasmo per la buonastampa lo lasciò in eredità ai suoi figli .Si spiega quindi perchè nel lontanoGiappone i salesiani hanno incomin-ciato prestissimo, quasi subito dopoil loro arrivo, a far gemere i torchi .Come il loro fondatore avevano ca-pito che il buon libro e la rivista pos-sono sovente sostituire il missionario,anzi molte volte valgono più del mis-sionario, perchè possono penetraredove il ministro di Dio non potrebbein nessun modo porre piede .

La mini-tipografia iniziatasi nellacittà di Oita nel Kyushu andò cre-scendo fino a divenire una delle piùgrandi e benemerite editrici cattolichein Giappone . Nell'immensa ed esa-sperante giungla d'asfalto della babi-lonica Tokyo si può trovare ancora,

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Nonostante il valore àstronomico)terreno fabbricabile, alcune oasi --posanti di verde : il parco Miji, quellodi Hibiya nel centro di Tokyo, i giar-dini del palazzo imperiale, il parcoShinjuku Gyoen e altri ancora, dovesi può gustare un po' di pace e ditranquillità e sfuggire così al trafficocaotico della capitale .

Nel distretto di Shinjuku, uno deimaggiori centri di Tokyo, c'è un rionedal nome poetico : « Wakaba chò :rione delle Tenere Foglie » . Una partedi questo rione conserva la poesia delsuo nome: in esso c'è ancora moltoverde e tra questo verde, in un angoloquieto sorge la palazzina dell'editricesalesiana «Don Bosco Sha » .

La stampa, veicolo di Cristo

A tutto il mondo cattolico giappo-nese questo nome « Don Bosco Sha »,cioè «Editrice Don Bosco », suonafamiliare perchè da quarant'anni l'edi-trice salesiana lavora piena di vitalitàa diffondere in questo straordinario

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paese del Sol Levante la Parola diDio attraverso i suoi numerosi librie la sua rivista mensile KatorikkuSeikatsu o «Vita Cattolica» .

Lo sviluppo maggiore dell'editricelo si ebbe nel dopoguerra soprattuttoquando, staccandosi dalla scuola pro-fessionale « Don Bosco » di Tokyo,divenne un'opera indipendente .

Il 1954 vide il trapianto della sededell'editrice nel rione attuale, in unacasetta giapponese, romantica sì, maper nulla adatta al lavoro di una edi-trice : locali piccoli e bui con moltaumidità. In queste condizioni non erapossibile fare un lavoro ad ampiorespiro. Così nel 1964 sorse l'at-tuale palazzina di quattro piani,che consente un lavoro più ampioe più efficiente . I locali spaziosie pieni di luce consentono allo staffdell'editrice di lavorare con maggiorfervore .

Il Giappone conta cento milioni diabitanti con soli 350.000 cattolici : unagoccia nell'oceano . Da queste cifre sipuò dedurre l'importanza enormedella stampa per raggiungere in qual-

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L'Editrice Don Bosco diTokyo lavora senza tregua 4non solo a diffonderela Parola di Diotra i 350 mila cattolici,ma anche per presentareil vero volto di Cristo

)alla sterminata moltitudine ildei cento milioni diGiapponesi ~~

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che modo questa sterminata moltitu-dine con la Parola di Cristo .

È risaputo che forse in nessunpaese del mondo si legge quanto inGiappone. Per questo il mezzo dellastampa può essere uno dei fattoriprincipali per portare Cristo alleanime. « La messe è molta, ma glioperai sono pochi » . L'eco di questogrido accorato di Gesù suona più chemai attuale nel mondo moderno . Segli operai sono pochi, bisogna pregareil padrone della messe che mandi moltioperai, ma è anche necessario, attra-verso i mezzi della comunicazione so-ciale, supplire almeno in parte a que-sta scarsità di operai evangelici .

L'Editrice Don Bosco, pur tra in-numerevoli difficoltà, ha sempre la-vorato con disinteresse per la Chiesae per le anime . Certamente il benefatto non può essere tradotto in aridecifre ; tuttavia le cifre ce ne possonodare una qualche idea. Daremo per-ciò un breve prospetto del lavoro com-piuto nell'ultimo decennio. Nelle ci-fre naturalmente non appaiono i sa-crifici, le apprensioni, i sudori, le notti

insonni di coloro che hanno lavoratoal lancio dei libri ; ma tutto ciò è illievito che fa fermentare la massa ela trasforma in pane fragrante e nu-triente per tante ànime sconosciute .

Propaganda biblica

In questi ultimi dieci anni sonostate pubblicate 630 opere, compresele ristampe. Questa cifra ha dello sba-lorditivo se si pensa alla scarsezza deimezzi disponibili . Tra queste edi-zioni c'è la collana della Enciclopediadel Cattolico al giorno d'oggi, di cuisono già stati pubblicati 42 volumi .La Vita di Don Bosco dell'Auffray haavuto quattro edizioni, di cui due ul-timamente ; così - pure la Storia Sacradi San Giovanni Bosco ha avuto l'annoscorso due ristampe . Un numero ele-vato di edizioni ha avuto il MessalinoQuotidiano, preparato da don Fede-rico Barbaro . In Giappone non c'èparrocchia o convento che non usiquesto messalino .

Per le scuole cattoliche la nostraEditrice ha pubblicato anche dei testiscolastici di religione che hanno giàavuto parecchie edizioni .

Un'altra opera di polso che faonore alla « Don Bosco Sha » è la pub-blicazione della Collana Commento alNuovo Testamento, preparata anch'essada don Barbaro, in dodici grossi vo-lumi . Questa collana è largamente usataanche dai protestanti per i loro studibiblici, il che prova la bontà dell'opera .

Ma l'opera più bella, più meritoriadirei più missionaria, è la traduzionee la diffusione della Sacra Bibbia,Vecchio e Nuovo Testamento . LaChiesa cattolica giapponese non avevaancora una versione della Bibbia inlingua parlata ; c'era la versione inlingua letteraria, ma era quasi incom-prensibile per la maggioranza dellagente ; si sentiva quind'. la necessitàdi una Bibbia tradotta in lingua par-lata e perciò comprensibile . Lo scri-vente, allora incaricato dell'Editrice,posò lo sguardo su don Barbaro e lopregò di porre mano a questo im-mane lavoro. Dopo i primi rifiuti etergiversazioni, don Barbaro accettòl'incarico e a tempo di primato cidiede prima la traduzione del NuovoTestamento e poi di tutta la Bibbiain un giapponese limpido e scorrevoleche ebbe il riconoscimento del mondoletterario giapponese e dello stessoMinistero della Pubblica Istruzione,che volle conferire a don Barbaro unadecorazione per i suoi meriti cultu-rali . Fu questo il riconoscimento uf-ficiale piu ambìto non solo per donBarbaro, ma per tutti i salesiani e perla Chiesa in Giappone .

Concretizzando in cifre, l'edizionecompleta della Bibbia ha avuto incinque anni quattro ristampe con uncomplesso di 30 mila copie, mentreil Nuovo Testamento, solo in questiultimi dieci anni ha avuto ben ven-titrè edizioni con 313 .950 copie, unsuccesso senza precedenti . Grazie agliaiuti ottenuti dalla Santa Sede, si potèmantenere un prezzo relativamentebasso sia per l'edizione completa dellaBibbia che per il Nuovo Testamento ;non solo, ma nel dicembre del 1967l'Editrice Don Bosco potè regalare aiVescovi del Giappone dieci milacopie del Nuovo Testamento .

Un'altra attività dell'Editrice sale-siana degna di menzione è la pubbli-cazione della rivista mensile Kato-rikku Seikatsu, ovvero «Vita Catto-lica » . Si può dire che è la rivista cat-tolica più diffusa in tutto il Giap-pone. Sono 17 mila copie mensili cheportano a tante anime la parola sicuradel Papa e dànno una direttiva ade-guata in fatto di fede e di morale .Come numero di copie, paragonataalle grandi riviste del mondo, la«Vita Cattolica» è certamente insi-gnificante, ma se pensiamo al nu-mero dei cattolici giapponesi, apparechiara l'importanza di questa rivista,anche se deve percorrere ancora moltastrada per arrivare a influenzare inqualche modo il gran pubblico noncristiano .

La tecnica modernaa servizio del Vangelo

E ora penso che non sia fuori diproposito accennare a un altro suc-cesso dei Figli dì Don Bosco in campodi pubblicazioni Doti Barbaro pub-blicò l'anno scorso, per i tipi di unadelle più grandi editrici giapponesi,un libro intitolato In cerca dell'amore,cioè esperienze missionarie in Giap-pone . Il libro incontrò nel gran pub-blico, tanto che si dovette curarne su-bito una ristampa . Ora la medesimaeditrice sta preparando una edizionedi lusso della Vita di Cristo del Ric-ciotti, tradotta dal medesimo donBarbaro. Sono conquiste che fannoonore alla Chiesa e nello stesso temposono realtà consolanti nel campo dellaevangelizzazione .

Qui si dovrebbe parlare di tantealtre persone che nel settore stampahanno lavorato e lavorano con dedi-zione non comune, ma diventerebbeuna litania troppo lunga ; mi accon-tenterò di accennare al salesiano donLuigi Del Col, che nel lavoro di tra-duzione del Vecchio Testamento hadato un grande 'contributo .

I salesiani in Giappone nella dif- 9

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Tokyo • Nel "Rione delle Tenere Foglie"sorge, in un angolo verde e quieto, la palazzinaa quattro piani della Editrice Don Bosco

Il Rettor Maggiore Don Luigi Riccerivisita la "Don Bosco Sha"e si compiace del lavoro compiuto conl'ispettore Don Dell'Angela (alla sua sinistra)e con Don Barbaro (alla sua destra)

fusione della stampa sono in primalinea, perchè hanno raccolto con entu-siasmo l'eredità di Don Bosco . Ètroppo bello, e troppo lusinghieroquesto campo per poterlo abbando-nare; bisogna a ogni costo fare di piùe in più larga scala perchè Cristo siaconosciuto da questo grande popologiapponese .

Guardando alle seguenti statistichepossiamo comprendere quanto cam-mino abbia ancora da percorrere lastampa cattolica e quanto i mezzi dicomunicazione siano importanti nelcampo della evangelizzazione . Il quo-tidiano Asahi Shinbun ha una tiraturadi 4.919.281 copie ; il Seikyò Shinbun,organo ufficiale della setta buddistaSoka Gakkai, esce in 3.600.000 esem-plari ; l'organo ufficiale del partito co-munista giapponese, Aka Hata (Ban-diera Rossa), è pubblicato in goo .oooesemplari, mentre il giornale cattolicoKatorikku Shinbun, organo ufficialedella Chiesa cattolica, ha solo 16.500copie settimanali . Ogni famiglia giap-ponese è abbonata a uno o due quo-tidiani ; c'è un apparecchio radio perogni 5 persone e un televisore perogni 6 persone. Un giapponese inmedia impiega ogni giorno 32 minutiper la lettura di libri e riviste, 36 mi-nuti per il giornale, 32 minuti per laradio e 2 ore e 18 minuti,per la tele-visione .

Il Rettor Maggiore . dei salesianidon Luigi_Ricceri, nella sua recentevisita in Giappone, durante il ricevi-mento dato in suo onore nella sededella « Don Bosco Sha », ebbe paroledi plauso e di incoraggiamento per lostaff dell'editrice, ripetendo : « Semprepiù e sempre meglio» .

Bisogna a ogni costo predicareCristo in tutti i modi, soprattutto mo-dernamente attraverso i mezzi dellacomunicazione, perchè in GiapponeCristo è conosciuto, sì, ma troppopoco e troppo superficialmente . Laconversione di questo gran popolo di-pende dallo sforzo che faranno i cat-tolici per presentare il vero volto diCristo attraverso la loro fede profon-damente vissuta e attraverso le operedi carità ; ma non va dimenticato chebisogna usare largamente dei mezziche la tecnica moderna ci dà, quali lastampa, il cinema, la radio e la tele-visione. I salesiani, nel loro piccolo,continueranno a lavorare con entu-siasmo nel campo della stampa, per-chè sanno che il buon libro è come ilseme di quella pianticella erbacea chei Giapponesi chiamano tampopo, cioèil dente-di-leone che, posandosi sulleali del vento, va a portare una nuovavita anche nei luoghi più remoti eimpervi .

DON GIOVANNI MANTEGAZZA, salesiano

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Il 10 maggio 1968 moriva l'ultimoex allievo astigiano di Don Bosco .Si chiamava Chiuminatti e aveva l'in-vidiabile età di 93 anni . Non si eramai scordato di Don Bosco. Perchè?Aveva incontrato in Don Bosco unprete che si era mostrato attento ecomprensivo verso di lui fanciullo .Da quel tempo gravitò sempre versoDon Bosco con una riconoscenzaillimitata . Era stato messo in collegioa Valdocco ; i primi giorni della suapermanenza gli stagnava sull'animauna nebbiolina sottile che gli pun-geva il cuore: la malinconia . DonBosco, che possedeva in sommogrado la dolce virtù dell'attenzione,lo vide e se ne accorse . Lo avvicinòin tempo di ricreazione, s'informòdel suo nome, del suo paese di pro-venienza, della sua famiglia. A untratto gli chiese :- Perchè hai quel velo di piantonegli occhi?E il ragazzo subito con franchezza,comprendendo d'istinto che quellaera proprio la persona che potevasollevargli l'animo e allietargli lagiornata, rispose :- Perchè non conosco nessuno .- E dimmi: cosa desideri che io tipossa dare ?- Una palla .Il giorno dopo, Chiuminatti ebbe lapalla, dono di Don Bosco . Gli svanìogni melanconia ; si fece degli amici,mise in piedi una squadretta tra icompagni e dopo lunghi allena-menti riuscì a sconfiggere l'imbatti-bile squadra del suo superiore nelgioco di palla a pugno .

Che cosa bisogna possedere perpoter aiutare le persone che si tro-vano in difficoltà? L'arte dell'atten-zione . « L'attenzione - è statodetto - è analoga al genio : è ilfiore della carità» .Dite ai ragazzi che in ogni personaè radicato il desiderio di suscitarel'interesse altrui . Il non riuscirvi pro-voca in molti un'insopportabile sof-ferenza psichica . Ogni persona, asuo modo, lancia di tanto in tantoun percepibile segnale di allarme,quasi un grido disperato : « Ho biso-gno della vostra attenzione» .Come insegnare ai ragazzi la dolcevirtù dell'attenzione? L'attenzione èuna delle principali manifestazioni dirispetto e di carità che noi dobbiamoal prossimo. Essa è come una pre-ghiera rivolta agli altri . Fare atten-zione a qualcuno è come un giudi-carlo degno di fermare e di fissarela nostra anima, fosse anche soloper un istante . Vuoi :dire entrare incomunione col prossimo e - dargli lafierezza di esistere . Ognuno si senteinnalzato su di un piedestallo quandosi vede trattato con attenzione .La liturgia dell'attenzione richiede untirocinio di quattro punti :1 . Insegnate ai ragazzi ad ascol-tare . Per dare veramente la propriaattenzione agli altri è necessarioimpegnarsi con il cuore e con lamente a concentrare sugli altri tuttoil proprio interessamento . Per com-prendere gli altri, occorre impegnarsiad ascoltarli .2. Insegnate ai ragazzi a vincere

il proprio egoismo . È istintivo ri-volgere la propria attenzione a sestessi . Il proprio io che pure èassetatissimo di attenzioni, deve ri-nunciare a tenere il ruolo di prota-gonista ; deve ,jirarsi in disparte . Èun fatto che la capacità di annullarsiper gli altri esiste più spesso nellepersone equilibrate che in quelle in-sicure .3. Insegnate ai ragazzi a esserepazienti . Per dare agli altri la pro-pria attenzione bisogna saper aspet-tare . La pazienza è un prolungamentodi amore. L'impaziente non è maiattento agli altri ; non riesce a com-prendere le difficoltà in cui si di-batte l'altra persona .4. Insegnate ai ragazzi a mo-strare un sincero interesse . Einutile dare o far finta di dare lapropria attenzione a una persona senon si è disposti a condividere lesue sofferenze e i suoi problemi .Occorre mostrare un interesse sin-cero agli altri ; e gli altri devono ac-corgersene, altrimenti non si sen-tono compfesi .

La cosa più meravigliosa è che ap-pena una persona infelice o in diffi-coltà sente che qualcuno si inte-ressa di lei, generalmente cominciaa sua volta anche lei a interessarsiagli altri . E come una reazione acatena . Amore genera amore : eccoil più stupendo prodigio dell'atten-zione. Si capisce allora perchè l'at-tenzione sia analoga al genio : al paridel genio, crea .

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L a repubblica di Costa Rica allarga, su una superficieequivalente all'incirca a quella del Piemonte e della

Lombardia, una popolazione inferiore a quella di To-rino. È un paese in via di sviluppo, che attinge le sue ri-sorse dai legnami pregiati delle foreste (si estendono peroltre la metà del territorio nazionale) e soprattutto dallacoltivazione del caffè e delle banane, il cui prodotto vieneassorbito quasi per intiero dalla Gran Bretagna e dagliStati Uniti .

I figli e le figlie di Don Bosco lavorano in Costa Ricacon opere varie, che si prefiggono l'elevazionè materialee morale della popolazione .

Vogliamo presentarne una, diretta dalle Figlie di MariaAusiliatrice, che merita particolare attenzione, perchèsembra sfidare ogni calcolo umano e trascendere ognispiegazione puramente razionale . Si tratta del CentroSociale Maria Ausiliatrice .

Il campo di lavoroA chi si rivolge il Centro ? È presto detto : a tutti co-

loro, di ogni età e sesso, che vi ricorrono per aiuti siamateriali che spirituali .

I primi, più numerosi e prediletti, sono naturalmentei ragazzi. Ogni domenica accorrono a frotte da ognipunto della città non meno di quattro-cinquemila ra-gazzi e ragazze in i8 centri periferici, per una giornatadi svaghi, di allegria e di educazione cristiana .

Tra di essi, suore, allieve ed exallieve si prodigano perorganizzare giochi, passeggiate, divertimenti, e per in-segnare i princìpi basilari della fede e della vita cristiana .

Ma lo spettacolo più bello si ripete ogni anno il 28 di-cembre, festa dei Santi Innocenti . Una lunga teoria dialtri piccoli innocenti, cioè di bambini poveri dai dueanni in giù, proprio come quelli di Betlemme, ma centovolte più numerosi (arrivano infatti fino a 2000), si pre-sentano in braccio alle loro mamme per ricevere il donodell'amore : vestiti e giocattoli . Gli indumenti sono ildono più ricercato. Con quelli che vengono donati adaltre categorie di persone, e di cui diremo dopo, si ag-giunge ogni anno la cifra di 13 .000 capi di vestiario. Chiprovvede tanto ben di Dio? Le Cooperatrici e le Exal-lieve, che di loro mano tagliano e confezionano tutta labiancheria . I più grandicelli sono premiati a Natale conindumenti, coperte, giocattoli .

E gli adulti?

Anch'essi hanno bisogno di aiuto . Molte povere donnenon hanno neanche il necessario per sfamarsi, e il Centrodistribuisce loro tutto quello che riceve ogni giorno in vi-veri. A quelle poi che si distinguono per puntualità eassiduità alle lezioni di catechismo, per diligenza e pro-prietà nei lavori domestici, si dànno in premio indu-menti o utensili per la casa .

Ma la carità non è soltanto di pane . Ci sono mammeche non sanno nè leggere nè scrivere, e si sentono perciòin condizione di inferiorità rispetto ai figli che frequen-tano le scuole. Il Centro ha pensato anche a loro, e conil generoso e disinteressato aiuto di Cooperatrici edExallieve, ha istituito corsi per analfabeti . Nel 1967 fu-rono una sessantina quelle che impararono a leggere ea scrivere, e alcune avevano passato i 7o anni! Quellebrave donne vollero dimostrare la loro riconoscenza pre-standosi per la pulizia della casa .

Prime comunioni e matrimoni

Non è raro il caso di incontrare adulti che non hanno12 ancora fatto la prima Comunione, o che si trovano in si-

tuazione coniugale irregolare. A questi le suore delCentro dedicano le cure più affettuose, e li preparano aricevere con fede e amore i Sacramenti dell'Eucarestia edel Matrimonio .

Ogni anno, l'8 dicembre, festa dell'Immacolata, pic-coli e grandi vivono il loro primo incontro con GesùEucaristico . La gioia dello spirito è accresciuta dai doniche i più poveri ricevono con generosità : indumenti,libri di pietà, rosari, e dolci per tutti . Alle coppie che,dopo adeguata preparazione, regolarizzano la loro unione,si regalano indumenti, viveri, l'anello nuziale, e perfinole arre o monetine che lo sposo deve offrire alla sposacome caparra . Quando poi la famiglia è allietata dallanascita di una nuova creatura, si dona un corredino com-pleto per il neonato, compreso l'abito per il battesimo .

Ma, si sa, non è facile perseverare, anche se si è co-minciato bene . Le suore non perdono di vista questeanime, e ogni mese, in occasione del primo venerdì odel primo sabato, offrono la possibilità di rinnovare gliimpegni di vita cristiana . In una di queste occasioni, ilCentro osò invitare due Arcivescovi : mons. Carlo Ro-dríguez Quiros di Costa Rica perchè tenesse un discor-sino, e mons . Giuseppe Turcios y Barraona di Hondurasper la santa Messa . Accettarono entrambi con gioia ; emons. Rodríguez, congratulandosi con i 4oo e più po-veri presenti, disse amabilmente : « Mai si sono trovatiinsieme due arcivescovi per la stessa funzione religiosa . . .ma qui siamo uniti nel servizio dei poveri! » .

La perseveranza nel bene si può dire assicurata percoloro che riescono a fare ogni anno qualche giorno diritiro, i cosiddetti « Esercizi spirituali » .

Il Centro si è dato premura di organizzarli, in forma

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OPERE SOCIALI DELLEFIGLIE DI MARIA AUSILIATRICEIN COSTARICA

completamente gratuita, per le più diverse categorie dipersone. I frutti conseguiti incoraggiano a incrementaresempre più questa provvidenziale iniziativa .

Il dispensario « Maria Ausiliatrice »

Lo sviluppo del Centro ha indubbiamente qualcosa diprodigioso . L'8 dicembre 1966 l'arcivescovo mons . CarloRodríguez benedisse la prima pietra di una costruzionea tre piani destinata a dispensario per i poveri più poveridella Nazione. Sei mesi dopo tornava per benedire l'edi-ficio quasi ultimato che comprende sei ambulatori medici,più uno per i Raggi X, un laboratorio, un ambulatoriodentistico, oftalmico, e anche un consultorio giuridico .

Dove si trovarono i fondi necessari ? Rispondono lesuore del Centro : « È tutta opera della Madonna : Essala volle e la realizzò! ». Un solo particolare. L'organodella cappella è un dono di un nicaraguense, sig . AngeloBonilla. Era affetto da un cancro alla testa . I migliorispecialisti di San José non gli avevano dato più di duegiorni di vita . Al consulto mancava però la Madonna,che invocata con fiducia ottenne la grazia di una com-pleta guarigione . Ora l'organo canterà ogni giorno a Diola riconoscenza del miracolato .

E chi provvederà le medicine per tanti ammalati po-verissimi? Rispondono ancora le suore : «A questo nonpensiamo neppure . La Madonna si incaricherà Lei ditutto. Abbiamo fede cieca nella promessa del Signore :"Cercate prima di tutto il regno di Dio e la sua giustizia,e tutto il resto vi sarà dato in soprappiù" . Lo stesso Ar-civescovo ci ha assicurato che la Provvidenza non ci sa-rebbe mai mancata » .

Il funzionamento del Dispensario è una commoventetestimonianza del più autentico cristianesimo . « Le curemediche e il servizio legale - ci dicono le suore - èprestato gratuitamente da medici e avvocati che si sonoofferti spontaneamente . Infermiere sono le loro stessespose, insieme con varie Religiose di diverse comunità .È dunque un'opera nella quale tutti, formando un cuorsolo e un'anima sola come i primi cristiani, praticanoininterrottamente la carità verso coloro che rappresen-tano al vivo Gesù . Che spettacolo vedere giungere in-sieme con i dottori le loro spose che, mentre i loro maritistanno visitando, fungono da infermiere, praticando cosìil desiderio del Signore : « Il più grande tra voi sia comeil più piccolo, e chi presiede come colui che serve »!

Le `animatrici del centro

Ma quante sono le Figlie di Maria Ausiliatrice che di-rigono un'opera così vasta e complessa ? La risposta èsbalorditiva: inizialmente due, da qualche tempo tre .Esse sono le prime a riconoscere che questo è un veroe grande miracolo che due o tre suore soltanto, con tuttii loro limiti, possano attendere con serenità ed efficaciaa un'opera così colossale . E ne dànno anche la ragione :« Non dobbiamo bastare da sole. Dobbiamo aver bisognodell'aiuto dei laici . Così ha sempre voluto Don Boscoche ha fondato i Cooperatori a questo fine, e così vuoleufficialmente oggi la Chiesa del Concilio . Ed ecco cheal momento giusto la Madonna ci manda persone gene-rose che chiedono come un onore di poter lavorare avantaggio dei poveri della Sua casa . Con il loro aiuto 13

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Prima della distribuzione dei viveri,si distribuisce il pane della Parola di Dio,adattandola alla loro mentalità e ai lorobisogni spirituali

Ed ora la distribuzione del «ben di Dio»,resa possibile dai generosiche si rendono strumenti della Provvidenzaper i fratelli bisognosi

l'opera va avanti, anzi . . . crescerà ancora, perchè vi dob-biamo dire in confidenza che accarezziamo un altro bel-lissimo sogno : costruire un Asilo e Scuole elementariper bambini poveri, Scuole di economia domestica perle ragazze povere . Vorremmo che la nostra opera fossecome l'arca della salvezza per tanta gioventù bisognosa,vorremmo moltiplicare la gioia di offrire ad essa, conl'aiuto della Madonna, il soccorso più completo per ilcorpo e per l'anima . . . » .

Ma la ragione più profonda di questo prodigio stanella fede e nell'amore che queste donne generose nu-trono per Dio e per Maria Santissima . Esse hanno presoalla lettera l'invito di Don Bosco : «Propagate la devo-zione a Gesù Sacramentato e a Maria Ausiliatrice, e ve-drete che cosa sono i miracoli» . Così, chiunque vengaalla Casa della Madonna per qualsiasi necessità, vieneprima di tutto invitato a:" riporre tutta la sua fiducia nellaDivina Provvidenza, a rivolgersi con amore a GesùEucaristico e a Maria Santissima . Ed ecco che i favorinon si fanno aspettare e gli aiuti giungono in proporzionedelle necessità .

Una «Valdocco » centro-americanaQuesto è lo scopo principale che si propone il Centro :

diffondere la fede e l'amore a Gesù e a Maria Ausilia-trice . Non solo il primo sabato del mese, come si è detto,ma ogni sabato è occasione per invitare la popolazionea onorare Maria con la santa Messa e la santa Comu-nione; talvolta la folla dei fedeli supera il numero dicinquecento.

Ma il giorno più splendido è il 24 maggio, in cui lacasa si trasforma in una « Valdocco » centro-americanao, come dicono i Costarricensi, nella Lourdes di CostaRica .

Già la novena vede un succedersi ininterrotto di fedeli,dalle 7 del mattino alle 7 di sera, in continua preghiera .Dall'antivigilia la fila dei devoti non si interrompe più ;i fiori, per adornare l'altare e la strada per la quale sfi-lerà la processione, arrivano a fasci . Il giorno 24 la casasi riempie di folla che giunge da ogni parte della Re-pubblica, e anche da altre repubbliche del Centro Ame-rica, per onorare e ringraziare la Madonna . Fin dalle 4del mattino i devoti cominciano a festeggiare la loro Re-gina con le mananitas o canti mattutini, accompagnatidall'orchestrina o dalla banda, e con la recita del santoRosario. Poi hanno inizio le sante Messe, mentre duesacerdoti si prestano senza tregua per confessare e di-stribuire la santa Comunione . Verso sera si celebra l'ul-tima Messa e si dà inizio alla grandiosa processione, chevede sfilare migliaia e migliaia di persone . I ragazzi for-mano da soli una massa imponente di due o tre mila .Una signora che per la prima volta assisteva a tale spet-tacolo, fuor di sè per la meraviglia, disse alla Suora :« Ma questo è il Paradiso in terra! Madre, mi permettadi telefonare subito alla mia famiglia perchè venga avedere questo spettacolo! » .

Le generose animatrici del Centro Maria Ausiliatricenon pretendono certo di risolvere da sole il problemasociale dei poveri. Esse sanno bene che la soluzionepotrà venire soltanto dall'attuazione coraggiosa delle di-rettive enunciate dal Papa nella « Populorum progressio » .Ma, come tutte le anime generose, non attendono chealtri faccia ; sono le prime a sacrificarsi perchè i poveriabbiano condizioni di vita meno miserabili, e soprat-tutto perchè coltivino. quella fede che è indispensabileperchè il futuro auspicato « benessere » non si tramutiin un irreparabile danno per le anime .

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NEL MONDO SALESIANOIl tempio di Maria Ausiliatricein San Salvador

Nel 1914 un santo sacerdote della città di SanSalvador (EI Salvador, C . A .) lasciava per testa-mento di costruire una cappella a San MicheleArcangelo nel "Barrio S . Miguelito". Ma pervarie difficoltà, che oggi appaiono provviden-ziali, non si fece nulla fino al 1942, quando isalesiani vi costruirono lo studentato teologico"Don Rua". Nel 1945 don Ambrogio Rossiseppe suscitare l'entusiasmo generale per lacostruzione « non di una cappella, ma di ungrandioso tempio a Maria Ausiliatrice» .Oggi il Santuario di Maria Ausiliatrice in SanSalvador è una realtà ed è considerato tra iSantuari più grandi e belli dell'America Latina .Sotto l'aspetto architettonico il tempio è uncomplesso armonico e funzionale . Ha la capa-cità di 2000 persone ed è sormontato da unagrandiosa cupola, sulla quale domina una statuadi Maria Ausiliatrice alta m. 5,50 . Le vetratedella cupola, eseguite a Zaragoza (Spagna),rappresentano i titoli principali con i quali laVergine è onorata nel mondo . Un'altra serie divetrate eseguite a Firenze circonda la parte su-periore del tempio e rappresenta le litanie delSacro Cuore e della Vergine. Nella parte infe-riore una terza serie di venti vetrate istoriano ladevozione di Maria Ausiliatrice . Sull'altare mag-giore domina una riproduzione fedele del quadrodella Basilica di Torino .Anche i salesiani di San Salvador, come DonBosco, possono ripetere : « La Vergine si è co-struita la casa : ogni pietra di questa chiesa èuna grazia di Maria Ausiliatrice». E, cosa inte-ressante, la chiesa fu costruita con i soldinidella povera gente. Don Rossi seppe destaretra di essi tanto interesse che, dove per 30 anninon si era riusciti a costruire un'umile cappella,si potè erigere un tempio che figurerebbe benenei paesi più ricchi .Ma nello sforzo spontaneo e generoso che lagente compiva per erigere alla Vergine unacasa degna, andava facendosi sempre più cri-stiana . L'aveva previsto don Rossi, che solevaripetere :« La costruzione del monumento di pietre è in-dispensabile se vogliamo costruire il monu-mento di anime. Il tempio esterno non saràche un simbolo di un popolo divenuto piùcristiano ».Oggi attorno al tempio di Maria Ausiliatriceferve tutto un complesso di opere religiose ecaritative. Ecco le principali : una fiorente par-rocchia, una casa di assistenza dove un mi-nimo di 300 poveri ricevono un pasto al giorno ;una scuola parrocchiale di 400 allievi ; il col-legio Maria Ausiliatrice con 900 alunne ; l'ora-torio con 500 ragazzi e giovani ; il movì-mento Famiglia Cristiana, il Centro di alfabetizza-zione ecc.Si è così realizzato ancora una volta, per lafede dei suoi figli, il pensiero di Don Bosco :quando si tratta del culto di Dio e della suaSantissima Madre, nessuna economia : Dio èbuon pagatore .

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NEL MONDO SALESIANOFrattocchie (Roma)111 Convegno Gruppi GiovaniliCooperatori Salesianidell'Ispettoria Romana

Il convegno si è svolto a Villa Oasi (Frattoc-chie), in una meravigliosa giornata di sole . Siè aperto con la presentazione dei Gruppi gio-vanili partecipanti, quindi si è dato il via allerelazioni, che furono tenute da giovani Coo-peratori, il che ha costituito la nota viva delconvegno .

Maurizio Armisi ha trattato il problema delTerzo Mondo e ha posto l'accento sull'impor-tanza di sensibilizzare al problema . Tra le molteattività svolte : la mostra missionaria, la raccoltadi medicinali, l'introduzione nei vari Centri diuna rivista missionaria . Tra le proposte per ilprossimo anno, una ""Operazione Carta' e unaserie di spettacoli realizzati dalla Equipe 24,a beneficio delle Missioni .

È seguita la relazione di Giuseppe Sbardelladel Centro "Fides" sull'argomento della respon-sabilizzazione . Dopo la relazione di Enzo DelMonaco circa il "Foglio di Collegamento",Emilio Mainini ha riferito sulla utilità dei sog-giorni formativi : quello dell'anno scorso aBormio e quello di quest'anno in Val d'Aosta .L'assemblea si è trovata unanime nel costatarel'effettiva utilità di tali soggiorni, anche per loscambio di esperienze tra giovani di diverse re-gioni d'Italia.

A questo punto Nadia Pacifici ha tenuto larelazione riguardante l'oratorio organizzato dagiovani Cooperatori a Monte Mario. Maria Ba-ranello ha fatto un intervento sulla sua espe-rienza di presentatrice negli spettacoli organiz-zati da "Equipe 24", e ha messo in luce il latopositivo e umanitario di tali esperienze .

A chiusura delle relazioni Claudio De Cet haparlato del Convegno sulla contestazione uni-versitaria, tenutosi alla "Pro Civitate Chri-stiana" di Assisi . La signorina Anna Fontanellaha trattato della Messa dei giovani, rilevandonelo scopo di renderne più interessante e piùviva la partecipazione .

II convegno si è chiuso con la presentazione diun documentario realizzato da Armisi sui Centrigiovanili Cooperatori salesiani del Lazio .

L'incontro, a cui erano presenti ben 90 per-sone, si è svolto nel clima di familiarità e dispensieratezza propria dei giovani, ma con se-rietà d'intenti e concretezza di ideali .

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NEL MONDO SALESIANOPellegrinaggio Nazionale Salesianoa Fatima nel 750 dell'arrivodei Salesiani in Portogallo

II 160 Pellegrinaggio della Famiglia salesianadel Portogallo a Fatima ha assunto quest'announ aspetto particolarmente solenne per la ri-correnza del 750 dei Salesiani nel Portogallo .Il 31 maggio e il 1 o giugno 5 mila pellegrini- cooperatori, exallievi, allievi e amici del-l'Opera di Don Bosco - si sono riversati nellaCova da Iria per ringraziare la Madonna dei be-nefici ricevuti in questi 75 anni, per pregareper il Papa, per l'Episcopato portoghese, perla pace nel mondo, per la santificazione deimembri delle tre Famiglie Salesiane, e per pro-mettere alla Vergine di Fatima fedeltà al magi-stero della Chiesa e allo spirito di Don Bosco .La manifestazione fu presieduta dal Vescovodella Diocesi, mons . Giovanni Pereira Venancio.Ne//a foto : la Cooperatrice Dr. Elena Teixeiraillustra l'applicazione del sistema preventivo diDon Bosco nella famiglia .

La radio nazionale portogheseha trasmesso « Ragazzi del Cielo »

«Ragazzi del Cielo» narra la vita di DomenicoSavio, di Magone Michele e - di altri alunni diDon Bosco e ne illustra il metodo educativo .Sono 18 episodi di 20 minuti ciascuno, chefurono trasmessi settimanalmente dalla RadioNazionale a tutto il Paese . Sono stati scritti eincisi da una Cooperatrice salesiana non nuovaa lavori del genere . Un suo primo lavoro sullavita salesiana, dal titolo "L'apostolo della gio-ventù", andò in onda due anni fa, e ricevetteil premio "Ondas" da parte della Radio diBarcellona. In « Ragazzi del Cielo» hanno lavo-rato attori di fama nazionale e alunni delle"Oficinas de S . José" di Lisbona, iniziati dallastessa autrice all'arte teatrale e alla vita arti-stica . Ne//a foto : un momento della radio-trasmissione di «Ragazzi del Cielo». MicheleMagone (a sinistra di chi guarda) in dialogocon un compagno .

Dhekiajuli (Assam - India)Come è sorta la nuova chiesadi Maria Ausiliatrice

Dhekiajuli, a 45 chilometri da Tezpur, è un.centro missionario con una scuola frequentatada 420 ragazzi, un collegio con 160 internie 54 villaggi da visitare con 8000 cristiani .La costruzione della nuova chiesa è costatagravi sacrifici, primo fra tutti quello di donBoscardin, che a mezzogiorno avanzava metàdel suo pranzo per non spendere per la cena .Sul suo esempio i cristiani si tassarono untanto di riso per famiglia e tutti prestaronogratis alcuni giorni dì lavoro . Le offerte dei be-nefattori e dei Superiori di Torino hanno com-pletato l'opera . La bella chiesa di Maria Ausi-liatrice è stata benedetta da mons. Marengo,vescovo di Tezpur .

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NEL MONDO SALESIANOPorto Velho (Brasile) • Decoratoil Padre « che non si lamentamai di nulla fuorchè, del peccato »

Don Francesco Pucci, figura popolarissima co-nosciuta sotto il nome di "Padre Schichigno"(Ceschino), oggi rappresenta una delle reli-quie più care che possiede Porto Velho. Gliabitanti della regione del Río Madeira lo co-noscono come « il padre che non si lamentamai di nulla fuorchè del peccato », La sua vitadi sacrifici, di lotte intense nell'interno dell'im-mensa regione, tutta dedicata alla pacificazionedei selvicoli e all'assistenza religiosa dei "se-ringueiros" (estrattori di gomma), ha fatto sìche la Società dei proprietari delle tenute gom-mifere regionali, come segno di gratitudine,indicasse il nome di Padre Pucci per esseredecorato con la "Medaglia al Merito Mare-sciallo Rondon". Questa onorificenza è con-cessa alle persone più benemerite della regionein una grandiosa cerimonia cittadina a PortoVelho, con la partecipazione di tutte le forzearmate regionali e delle autorità civili ed eccle-siastiche . Quest'anno per i salesiani di PortoVelho ha segnato qualcosa di più : ha indicatoil pieno accordo che regna tra le autorità civili• militari e la Chiesa, il cui lavoro evangelico•

sociale oggi è pienamente riconosciuto .

Verona • 11 Laboratorio« Mamma Margherita »lavora da dieci anni

« Un gruppo di Cooperatrici salesiane, animateda don Nereo Gilardi, ha dato vita a un labo-ratorio intitolato alla Mamma di Don Bosco,Margherita. Dapprima furono solo in cinque,capeggiate dalla signora Carletti e dalla signo-rina Avesani ; poi lo sparuto gruppetto crebbe• oggi, a dieci anni di distanza, ha raggiuntoil numero di cinquanta aderenti . È facile imma-ginare quali difficoltà si siano dovute superare :dalla mancanza di macchine da cucire allaestrema carenza di fondi e di materiale . »Poiuna macchina da cucire avuta in prestito e unacolletta che permise il primo acquisto di pezzedi lino, diedero il via alla benefica opera . . .Oggi le macchine da cucire sono tre e due diesse sono state acquistate risparmiando il cen-tesimo. Da questa industriosità nascono para-menti sacri e indumenti, che vanno a rassere-nare le chiese povere e i poveri della diocesi•

delle missioni, e altra contropartita non èrichiesta che non sia la gioia di donare a chi

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non ha» (da — Il Gazzettino") .

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LA MAMMADEL "GRANDE SPIRITO"

Un intero villaggio bororo difese la sua « Madre Maria » . Mi misiallora a ricercare il motivo di una così diffusa

e filiale devozione alla Madonna presso i Bororo . La trovai

U scivo un giorno assai impressionato da una ca-panna bororo, dove avevo ascoltato i lamenti

di una donna in fin di vita .Non erano i soliti gemiti di dolore o l'ansia della

morte imminente, ma espressioni toccanti di ramma-rico «per il ritardo della Madonna nel venire a pren-derla e portarla nella casa del Padre Grande » .

Mi stupiva che una povera india fosse capace ditanta forza d'animo ed elevatezza di fede .Nell'accomiatarmi avevo promesso alla moribonda

che «la Madonna sarebbe arrivata facilmente il giornoseguente, sacro alla commemorazione mensile di MariaAusiliatrice ». La sua risposta fu un sorriso pieno disperanza . E l'indomani il suo desiderio fu esaudito .

L'impressione di questo fatto, accaduto nel lontano1915, rimase sempre viva nella mia mente . La pro-fonda devozione verso la Madonna di quella poveraindia era solo frutto della grazia di Dio o presupponevaanche una spiegazione umana?

L'interrogativo mi veniva riproposto da altri epi-sodi simili, assai significativi .

Una sera del 1935, durante la visita a un villaggiobororo sulle sponde del rio Vermelho, mi trovavo sullaveranda di una casetta di legno, a poca distanza dallecapanne, indigene. Mi teneva compagnia un ragazzobororo.

« Sa di chi è questa casa in cui ci troviamo? » michiese .

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« No » risposi .« È di un protestante, che vuole insegnarci la sua

religione. Non piace a nessuno perchè parla con pocorispetto della Madonna, anzi è giunto al punto di esor-tarci a buttar via la medaglia, che portiamo al collo,perchè è una immagine del diavolo . Ma una donna siè fatta avanti a nome di tutti e, mostrando la medaglia,gli ha detto forte: « Questa è Pagge Maria, diavolo seitu! Se continui a parlare male della Madonna, saremonoi a buttar via te . Hai capito? » .

Questa volta era il caso di un intero villaggio chedifendeva la sua « Madre Maria » .

Le tradizioni Bororo e don Balzola

Mi sentii maggiormente animato a continuare lericerche sulle tradizioni e leggende dei bororo, tenutefino allora sotto sigillo . Per fortuna la barriera di diffi-denza che ancora perdurava tra i Bororo e i missionari,andava diminuendo e non mi fu difficile trovare alcunianziani qualificati che accettarono di farmi partecipedei più gelosi segreti della tribù .

Questa provvidenziale apertura d'animo mi permisedi trovare la spiegazione, da tempo cercata, della filialee diffusa devozione alla Madonna e della benevola acco-glienza che in generale aveva ottenuto presso i Bororola catechesi cristiana .

La loro tradizione ammetteva un Essere Supremo,chiamato « Padre degli Spiriti », e ne faceva oggettodi un lungo ciclo di leggende .

Questo Essere misterioso aveva fatto la . sua com-parsa nella tribù sotto le sembianze di un uomo adulto,pieno di autorità e con potere che dimostrava con operestraordinarie, perfino con la resurrezione dei `morti eanche di se stesso . Disgraziatamente non era esenteda scorrettezze e gravi pecche, per cui gli stessi Bororolo rispedirono a forza in cielo .

Accanto a questo « Padre degli Spiriti », la leggendapone anche una « Madre degli Spiriti », la quale perònon esercita alcuna influenza sulla tribù . Sembra una« madre fantasma » .

Idee religiose primordiali, senza dubbio, ma cheoffrono la possibilità di introdurne altre più nobili,senza forti contrasti o perturbamenti .

I primi missionari salesiani, che evangelizzarono iBororo sotto la guida di don Balzola, non conoscevanoqueste tradizioni religiose. Eppure don Balzola, conla sua catechesi semplice e paterna, insegnò le veritàessenziali del cristianesimo con termini così adatti allamentalità bororo da sembrare ispirato dall'alto . Eglisenza saperlo modificò leggermente le espressioni tra-dizionali dando loro un significato cristiano . Così inse-gnò a chiamare Dio con il nome di « Papà Grande »e la Madonna con quello di « Mamma del GrandeSpirito », termini che corrispondono a quelli dellaleggenda ed erano allora assolutamente ignorati daimissionari .Ed è interessante notare come al nome di « Mamma

del Grande Spirito » egli aggiunse poi : « Gesù e Mam-ma nostra » (l'espressione completa è : « Madre del

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Un linguaggio universale, il primotra i mezzi espressivi, che anchei bambini Bororo imparano prontamente

(a sinistra) Mato Grosso (Brasile)Missione Salesiana tra Bororo e Xavante .Ragazzi di varie razze (i capelloni sono Xavante)ascoltano interessati un raccontodel missionario Don Giaccaria

UNA NUOVA PUBBLICAZIONE SALESIANA

che interessa particolarmente i membri e gli amici delle tre Famiglie di Don Bosco . È il

DIZIONARIO BIOGRAFICO DEI SALESIANIvolume di 480 paginé, formato grande (20 x 30), legato in linson, con sopraccoperta a colori .Contiene 680 nomi dei più noti Salesiani dalle origini al 1968 ; 137 clichés di Salesiani ; 11 fo-tografie storiche, 140 pagine di illustrazioni fuori testo delle attività salesiane nel mondo, con lestatistiche del 1968 .

Il volume è offerto al prezzo speciale di L. 2600, direttamente alle Case dei Salesiani e delle Figlie diMaria Ausiliatrice e ai Cooperatori salesiani .

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Grande Spirito Gesù e Madre nostra ») . Aggiuntafelicissima che conquistò i Bororo : la Madre del Cielo,a cui prima guardavano come a un « fantasma » lon-tano e impotente, divenne vicina e premurosa comeuna vera madre .

Pagge Maria e i figli della foresta

Nel linguaggio dei missionari i Bororo avevano tro-vato i nomi che maggiormente li impressionavano ecommovevano. La Provvidenza si era servita anche diquesto mezzo per attirare a sè questi indomiti figlidella foresta, felici di aver scoperto una Madre mise-ricordiosa, che tanto volentieri posero al posto della«madre fantasma» e che incorporarono nella tribùcol bel nome di Pagge Maria (nostra Madre Maria) .Essa è madre specialmente per chi è sulle soglie diun'altra vita, in cui i Bororo credono fermamente mache la loro tradizione presentava squallida, priva diogni luce di amore e di felicità .

Fu don Balzola che per primo fece loro conoscerela Madre che consola i suoi figli nell'ora suprema, e siservì di un grande quadro di Maria Ausiliatrice, davantial quale i fieri Bororo chinarono il capo e iniziaronola loro profonda trasformazione interiore .

I figli della foresta adesso sanno che al termine dellavita li attende Pagge Maria per introdurli nella casadel « Padre Grande » e di quell'altro « Grande SpiritoGesù », che l'Ausiliatrice stringe al suo cuore .

DON CESARE ALBISETTI, missionario salesiano

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Per 15 anni don Domenico Curtoaveva lavorato fra le tribù Garosdell'Assam, insegnando loro a la-vorare la terra, ad amare Dio e avolersi bene. Ora in un momentodifficile per i missionari stranieriin Assam, ha dovuto abbandonarequesti suoi figli di adozione. Undistacco doloroso : don Curto èfuggito dalla missione alle quattrodel mattino, di nascosto, per non

22 vederli piangere . ROS

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Nel centro di Damra ora c'è unascuola media superiore per i ragazzi eun'altra per le ragazze, un complesso

' per 650 studenti. C'è anche una scuolaelementare di 120 alunni . I fabbri-cati sono in muratura, un lusso daquelle parti . Poi c'è un bungalowper le suore, con un dispensario me-dico e un reparto per accogliere imalati che non sono in grado ditornare a casa . Poi nove casette peri maestri elementari (una volta essinon erano cattolici, ora otto sonogià battezzati) .

Ho lasciato pure otto chiese inmuratura nei diversi centri, e 14 .500cristiani .

La missione è organizzata indodici centri . Il capo supremo deicentri è un catechista di nomeProbìtro Momin, il migliore, chepotrebbe essere fatto diacono perchèper pietà, intelligenza e spirito d'apo-stolato ne ha tutte le qualità. Ognunodei dodici centri ha il suo cate-chista, che gira regolarmente fra iventi o trenta villaggi a lui affidati .Ogni centro è retto da un comitatoche decide per i problemi religiosi,economici e scolastici .

La vera ricchezza che ho lasciatoa Damra sono questi catechisti . Daalcuni anni io non potevo più visi-tare i centri perché ero troppo solo,ma i catechisti andavano a due adue, proprio come comandò Gesù,a predicare. Si fermavano in ognivillaggio da sette a quindici giorni,tenendo veri corsi di istruzione reli-giosa intensiva .

Cooperano tutti insieme

La mia missione aveva avuto moltiaiuti economici dal giornale « LaStampa » di Torino e dalla Diocesi

Don Curto, vuole descrivere Damra,

la sua missione in Assam, e dire

come si presenta oggi?

III

di Ivrea, alla quale è dedicato unvillaggio che si chiama "Ivrea Girì" .Se lo meritano . L'anno scorso eranovenuti il Vescovo e il Sindaco diIvrea, con altri benefattori, e ave-vano costatato il buon uso che si erafatto dei loro aiuti .

Ciascun centro ha in mano unasomma che si aggira sui tre-cinquemilioni di lire, da trafficare . Il co-mitato di ciascun centro li ammi-nistra prestandoli ai Garos piùintraprendenti, che vogliano compe-rare una risaia o un paio di buoi,• mettere su una botteguccia ; maquel denaro dev'essere restituitoperchè possa servire ad altri . Infattinon servirebbe continuare a fare lacarità tutti gli anni ; si farebbe diloro solo dei mendicanti, degli strac-cioni. Il denaro restituito, invece,continua a ruotare a loro beneficio .

Ho anche fabbricato in ognicentro un silos per il riso . In dicembre• gennaio, quando il riso è a buonprezzo, il comitato ne acquista unabuona scorta, da 200 a 500 sacchi,• lo immagazzina nei silos . Quandoil prezzo del riso sale, le scortevengono messe in vendita a unprezzo molto inferiore a quello delmercato, o prestato a un minimodi interesse. Era necessario fare ciò,per liberare quella povera gentedallo strozzinaggio degli usurai cherichiedevano la restituzione del triplo .I piccoli guadagni fatti dal centrovanno a vantaggio di tutti, perchécon quei soldi si costruiscono operedi utilità generale .

La missione ha acquistato anchedelle risaie che i Garos coltivanotenendo per sé metà del riso . Lametà che tocca alla missione serveper pagare nuove scuole, le chiese•

le opere di pubblica utilità .A poco a poco i Garos hanno im-

parato a conoscere la civiltà, nonsolo nei suoi aspetti esteriori comecase scuole e strade, ma soprat-tutto nel costituirsi di gruppi che

superano il loro egoismo individuale• cooperano tutti insieme per il benegli uni degli altri . Questo è cristia-nesimo.

Mi puoi bastonareperchè sei mio padre

Questa Damra che lei, don Curto,

ha ora lasciato, ha l'aria di un alveare

operoso, tutto proteso verso un con-creto avvenire . Come era invece la

Damra di 15 -anni fa, quando lei vi

arrivò ?

Trovai la missione già incomin-ciata, una residenza molto povera,la prima chiesa in muratura, etremila cattolici. Ancora nessunascuola secondaria .

La gente era molto povera . Il ventiper cento erano lebbrosi. Ricordoquesta barbara usanza diffusa inmezzo ai Garos: quando un Garolebbroso era in stadio di malattiamolto avanzato, gli altri lo ubria-cavano con un liquore di riso, loconducevano in una capanna isolatain mezzo alla foresta, lo chiudevanodentro, davano fuoco alla capanna• lo facevano morire . Non potevopermettere che continuassero così ;protessi qualche lebbroso assistendolofino alla morte, e a poco a pocoanche gli altri smisero di bruciarlivivi.

Ricordo la povertà di quella gente :alcuni morivano di fame. Mancandoallora le cooperative che ora li aiu-tano, erano vittime degli strozzini .Dovevano lavorare un anno interoper pagare i debiti dell'anno prece-dente, poi contraevano nuovi debitiper acquistare il riso da seminare• mangiare, e così non si tiravanomai fuori. Ricordo famiglie che lavo-rarono per dieci, quindici anni, perriuscire a pagare i debiti contrattiin un'annata andata a male .

Noi troviamo tante cose che non

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vanno in mezzo ai cristiani ; mabisogna vedere quanto male e quantoegoismo c'è in mezzo ai pagani!

Dica, don Curto, con molta schiet-tezza : che cosa rappresentava lei, ilmissionario, per i Garos cristiani?

Alla fine mi trovavo in una situa-zione particolare: più di metà deicristiani Garos erano stati battezzatida me, oltre ottomila. Perciò lagente mi considerava come il loropadre, come loro tutto. Nella giungla,chi andava a trovarli? Il vescovo• altri non potevano passare di vil-laggio in villaggio. Mi dicevano : « Tusei il nostro vescovo, il nostro padre• tutto quanto » . Un giovanotto benpiantato ne aveva fatta una grossa• io lo sgridai : "Ti bastono!". Mirispose: « Padre, tu mi puoi basto-nare quanto vuoi perchè sei miopadre. Accetterò tutte le bastonateche mi darai ». Avevo dato loro lareligione, la grazia di Dio e i mezziper vivere in questo mondo; perquesto mi consideravano il lorotutto. Credo che solo uno che abbiabattezzato possa avere questa auto-rità così totale su anime e corpi .

E per lei, che cosa rappresentavanoi suoi cristiani Garos?

Ho lavorato quindici anni nellagiungla e ho lavorato più che hopotuto per loro . Ho visto gente chedal paganesimo, dall'ignoranza mas-sima e dall'indigenza assoluta apoco a poco sono divenuti un po'uomini: per me erano più che figli .Pensi a un bambino che nell'infanziaabbia fatto soffrire molto i genitoriperché era sempre ammalato e lìper morire ; finalmente lo vedonocrescere sano ; ne sono tanto con-tenti e lo amano più degli altri figli .Questa è la mia posizione davantiai Garos .

Quali persone incontrate a Damraricorda più volentieri?

Fra i Garos il mio braccio destro,il capo dei catechisti Probìtro Mo-min: interpretava tutti i miei desi-deri e li eseguiva con schiettezza .Mi diceva : « Padre, perchè i missio-nari non sono venuti qui prima?Io non mi sarei sposato e avrei la-vorato tutto e solo per la mia gente ».

Non ha figli, e dice : « Il Signorenon mi dà figli perchè vuole che iolavori solo per lui » . Ho molta fiduciache il lavoro cominciato fra i Garosvada avanti, e la mia fiducia poggiasoprattutto su di lui . Mi ha scrittomolte lettere assicurandomi : « Padre,farò tutto il possibile perché quivada tutto bene, e con frutto » .

Negli ultimi anni c'era a Damrauna suora meravigliosa, suor An-geles Cosculluvela, spagnola, che icristiani chiamano "la mamma deiGaros". Sovente mi sostituiva neigiri per i villaggi, prendendo il mioposto in tutto, eccetto la messa ele confessioni . . . Naturalmente, c'èpadre Martino Calligaris, che vivee lavora con me da 33 anni . Ora faanche la mia parte fra i Garos .

Le cortesi bestie feroci

Lei ha la scorza dura del missionario

a fare una vita più comoda e borghese?

Prima di andare tra i Garosfacevo scuola e mi piaceva moltis-simo. Eri) felice . Ma questi quindicianni di missione sono stati gli annimigliori, e se potessi rifare la vitaricomincerei da capo . Ho avuto moltolavoro, molte sofferenze, ma non hoavuto un attimo di rimpianti, nonun secondo di tristezza . Difficoltà,ne ho avute. Scoraggiamenti tempo-ranei, molti . La gente delle tribù,selvaggia, è tremenda, bisogna averecon loro la pazienza di cento Giobbi .A volte, quando ero stanco morto,ho provato un po' di scoraggia-mento. Il clima era caldissimo ;andando in giro si faceva la fame(si mangiava al mattino presto e piùniente fino alla sera) . A parte questimomenti di abbattimento, mai hopensato a abbandonare il mio lavoroper cercare una vita più facile . Eora che sono' n Europa non desideroaltro che tornare in qualche posto trai primitivi, per fare loro del bene .

Lei ha vissuto fino a ieri quella vitamissionaria piena di avventure nellaforesta, che suscita facilmente l'entu-siasmo dei ragazzi . Vuole ricordare

un centro, e mi prese un attaccod'ulcera. Mi corico per terra nellaforesta, attendo che mi passi. Sentoun fruscìo, e penso: saranno i bu-fali dei nepalesi che pascolano quivicino. I bufali sono tranquilli epacifici . « No, padre - dice il Garoche mi accompagna. - Sono glielefanti» . Dopo un po' mi sentomeglio, mi alzo, mi giro e trovodavanti a me, a sei metri, un grossoelefante selvaggio . Io lo guardo, luimi guarda. Penso: se è solo, scap-pato dal branco, ha paura e è perico-loso; se è col branco, starà tranquillo .Ma la prudenza non è mai troppa .Sto fermo. Se gli saltasse il ticchiomi afferrerebbe con la proboscide emi sbatterebbe in terra . Povero me .Dopo un po' che ci guardiamo, muovoun braccio per allontanarlo . Lui levala proboscide, esce in un barrito, sigira e se ne va .

Cinque o sei anni fa, la notte diNatale dicevo la messa nella capannadi un villaggetto. D'un tratto sentocome un terremoto. È un branco di

Damra (Assam-India) .Bastano piccoli doni per farfelici questi bambini Garos.

di prima linea, abituato alla lotta .Ci dica : non ha. mai avuto qualchemomento di scoraggiamento, il desi-derio di piantar lì tutto e di andar

qualche brivido, qualche momento dipericolo e di paura?

Tre mesi fa ritornavo a piedi da

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elefanti . La gente voleva scappare,e sarebbe stato peggio ; riuscii atrattenere tutti nella cappella . Fuoric'era la luna piena. La capannaaveva larghe fessure nei muri . Riusciia contare fino a trenta elefanti chepassavano di corsa. Un elefante odue urtarono col fianco il tetto dellacapanna e ne inclinarono le pareti .Per fortuna evitarono di metterciaddosso qualche zampata .

Una volta ritornavo attraverso laforesta : sento dietro di me un sordoruggito, poi silenzio . Altro ruggito,poi di nuovo silenzio . Dopo due oregiungo a un piccolo fiume, e lo su-pero, ma un rumore mi fa tornareindietro . Trovo una tigre che staassaltando una mucca . Quella tigremi avevo seguito dirante le due oredi marcia nella foresta .

Altra volta, attraverso un trattodi foresta molto fitto, andavo azig-zag. A un tratto sposto un ramo etrovo davanti a me un orso brunodritto sulle gambe . Pericoloso . Chefare? Alzo il bastone e camminoall'indietro . Lui abbassa le zampe edigrignando i denti se ne va .

Non parliamo dei pitoni che in-contravo, lungo la via, dei cobra

r

Motori animali e motori meccanici .Don Curto duranteun suo viaggio missionario .

che venivano sulla mia zanzariera dinotte, o sotto il materasso di gommache usavo quando andavo in giro .Al mattino li trovavo lì vicino chedormivano . Mi ero abituato a questecose. Poi non è che le bestie ferociassaltino sempre, come si crede quiin Europa : sovente. sono molto piùcortesi di certi uomini .

Sono scappatoalle quattro del mattino

Vuole raccontare come è nata la suavocazione alle missioni?

Da ragazzo andai al collegio sale-siano di Ivrea vicino a Torino, unaspirantato missionario . L'ispettoredon Zolin un giorno mi domandòse avevo la vocazione missionaria ;dico: « No, non ce l'ho ». « E alloraperché sei qua? Mi hanno detto chevuoi andare in India » . « Sì, - dicoio - io voglio andare in India ».«Allora hai vocazione » . Rispondo :c Non so, ma se mi manda, io civado » . E ci sono andato . Da alloranon ho mai avuto il desiderio ditornare indietro .

Lei teme che adesso le cose a Damrapossano finire male?

Ho sempre pensato che l'opera diun uomo è necessariamente limi-tata nel tempo . Soprattutto in questiultimi anni sentivo il pericolo di unmio allontanamento, e quindi hoavviato le cose in modo che potes-sero continuare bene anche senzadi me. I catechisti con il loro capoe i comitati dei centri sono in gradodi fare le loro riunioni religiose . Sulpiano sociale ed economico sonocosì strettamente interdipendenti traloro che si controllano a vicenda,e non possono succedere pasticci .

Vuole ricordare il suo addio ai Garos?

Pensi a un padre e a una madreche abbiano dieci o dodici figli, ea un tratto li perdano tutti. Hoancora .il mio cuore tutto là, aDamra. I cristiani, nell'ultimo mese,venivano a trovarmi a frotte, asettanta-ottanta per volta, magaridopo tre o quattro giorni di stradaa piedi. Donne con i bambini sullaschiena. Vecchi che quasi non pote-vano camminare . Io mi affacciavodall'ufficio e prima che dicessi unaparola si mettevano a piangere. Ionon potevo certo restare a occhiasciutti .

Gli ultimi giorni furono tremendi .Soprattutto i giovani, . mi si aggrap-pavano e non volevano più lasciarmiandar via. L'ultima sera gli abitantidi Damra, 250 persone, erano tuttilì a piangere . A notte tarda arri-

cuor suo nei confronti di queste

a

persone?

Il Signore abbia misericordia diloro, e perdoni il male che hannofatto. Non a me ma ai Garos, cheio potevo ancora aiutare . Io pregocome Gesù: «Padre, perdona loroperché non sanno quello che fanno » . 2

vavano altri che volevanoper l'ultima volta .

vedermi

più diProprio non mi sentivosalutare questa gente,pato alle quattro

e sono scap-del mattino per

da

non vedere più nessuno .

Lei sa che il suo allontanamentoDamra è dovuto alle pressioni dialcune persone. Che cosa prova in

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C.

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M onsignor Cimatti non esitava a mettersi a servizioanche degli estranei. Un episodio tra i molti .

Nel dopoguerra le strade di Tokyo-Meguro eranodiventate impraticabili . Nella stagione secca un pol-verone da affondarvi; durante le piogge, fango e acquada guazzarvi a piacimento . Una domenica di pioggiamons. Cimatti tornava da celebrare, tutto intento anon incappare in qualche buca più profonda delle altre,quando vide una signora in kimono, ferma, in grandeimbarazzo e impossibilitata a muoversi, perché lastriscia di velluto che passa tra l'alluce e le altre dita eche tiene il piede aderente alla "gheta", si era staccata .La signora, al vedere quel venerando sacerdote dallabarba bianca e fluente, non ebbe il coraggio di chie-dergli aiuto, ma mons . Cimatti, che ne aveva intuitol'imbarazzo, con semplicità incantevole, si avvicinò,s'inginocchiò nel fango, estrasse di tasca un pezzo dispago (di cui era sempre fornito) e riparò la "gheta" .La signora ringraziò confusa e non ebbe neanche iltempo di chiedere il nome del suo benefattore, perchèsi era già allontanato . Ma notò che il vecchio preteentrava nel cortile della Missione Cattolica e nondimenticò più quell'atto di umiltà e di carità . Passa-rono due anni. Un giorno si presenta alla Missione echiede di essere istruita nella religione cattolica . DonLuigi dal Fior volle chiederle il movente di questadecisione e si sentì raccontare il fatto della "gheta" .E la signora concluse : « Mi sono convinta che un uomosimile non poteva essere che un uomo di Dio » .

COME SAN FILIPPO NERI

Tutti conoscevano lo spirito di mortificazione dimons. Cimatti : non era per nulla appariscente, maprofondo e interno . Quando era direttore allo studen-tato di Chofu, i confratelli di Tokyo si recavano volen-tieri a trovarlo per sentire una di quelle sue parole chescendevano al cuore . L'accoglienza era sempre , cordia-lissima e paterna . S'interessava anche perché venisseofferto all'ospite un rinfresco, e se poteva lo accom-pagnava lui stesso in refettorio e lo serviva con unasemplicità che incantava. Lui però non prendeva mainulla .

Un giorno a un ospite era stato servito del vino .Era vicina l'ora della merenda e Monsignore, al solito,era presente per vedere che tutto fosse a puntino .Un giovane sacerdote invita Monsignore a prendereun sorso di vino, ma questi si schermisce e rifiuta .Allora il giovane sacerdote, senza tanto riflettere,dice: « Lei, Monsignore, si . mortifica troppo! ». Monsi-gnore-non rispose, ma prese la bottiglia, se la portòalla bocca con avidità e ne tracannò qualche sorso,lasciando stupiti i presenti . Fu un gesto rapido e natu-rale; il sacerdote rimase mortificato, ma Monsignorelo tolse d'imbarazzo continuando a conversare congiovialità . Qualcuno pensò alla scena avvenuta qualchesecolo prima in una via affollata di Roma, quando ilsanto del buonumore, Filippo Neri, preso dalle manidi San Felice il fiasco del vino, se l'era portato allabocca per dimostrare che non era poi quel santo chela gente pensava .

UN PRIMATO IMBATTIBILE

Era proverbiale il suo spirito di povertà . Non soloaborriva il lusso, ma rifuggiva da tutto quello che sa-peva di agio e di comodità. In fatto di distacco e diamore alla povertà godeva di un primato imbattibilee forse nessuno di noi ha mai pensato a imitarlo inte-gralmente . Vesti e calzature erano sempre dimessi eportati al limite estremo . La biancheria di Monsignoreera un ammasso di toppe . Per fargli accettare qualcosadi nuovo, bisognava usare qualche stratagemma persottrargli ciò che ormai era inservibile .

Quando era prefetto apostolico a Miyazaki usavaun parapioggia giapponese fatto di bambù e di cartaoleata, il karakasa; questo ombrello era vecchiottoe, quando era aperto, fungeva da barometro e permet-teva il controllo del cielo. Noi s'insisteva perchè locambiasse con un parapioggia ordinario, ma lui rispon-deva: « Ma siete dei bei tipi! Questo karakasa mi servebenissimo e poi nei miei continui viaggi, io che sul trenodormo facilmente, sono sicuro che nessuno me -loruba ».

Nel 1935 il piccolo studentato . filosofico era sistematoa Miyazaki. Il prefetto apostolico, più che direttore

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I FIORETTIGIAPPONESI DIMONS. CIMATTIdi DON GIOVANNI MANTEGAZZA

Istantanee sulla vita di mons. Cimatti,fondatore delle Opere di Don Bosco in Giappone.Il titolo di « Fioretti » richiama la semplicità,la povertà e l'umiltà di San Francesco d'Assisi,virtù che in mons. Cimatti erano cementatedall'amore come nel serafico «Santo Francesco» .

e insegnante, era il papà degli otto studenti . Quandogli impegni glielo permettevano, il giovedì andava apasseggio con loro. Un giorno si seppe che sulla spiaggiadi Miyazaki, dalla burrasca era stata gettata una grossabalena. I chierici espressero il desiderio di andarlaa vedere . Monsignore volle accompagnarli . Giunti sulluogo, videro che una corda teneva a distanza lafolla e un cartello annunciava che l'ingresso era tas-sato di un sen . Monsignore pagò i dieci sen richiestiper la comitiva e i chierici poterono avvicinarsi al grossomammifero marino e costatarne la gran mole . Quelgiorno era domenica e quattro chierici avrebberodovuto recarsi alla Missione per aiutare nell'Oratoriofestivo. Per guadagnare tempo Monsignore decise diattraversare il fiume Oyodo sul ponte più vicino . Ilpedaggio del ponte era di due sen a testa, una cifrairrisoria. Monsignore fruga nelle tasche e, dopo unalaboriosa ricerca, riesce a mettere insieme -una decinadi sen. Che fare? Mons . Cimatti non si scompone :paga per i quattro assistenti dell'Oratorio e dice aglialtri: « Noi che abbiamo tempo, facciamo il giro » .

Quante volte monsignor Cimatti si trovò senza unsoldo in tasca! Questo mi fa ricordare la risposta chemons. Bréton, vescovo di Fukuoka, suo grande amico,

gli diede un giorno . Monsignore gli aveva chiesto qualchedirettiva sul come amministrare i soldi della prefetturaapostolica. Mons. Bréton gli chiese : « Mi dica, Mon-signore, ora come li amministra? ». « Be', quando neho, li distribuisco subito ai missionari ». E il vescovo :« Allora continui come ha fatto finora : è ill metodopiù sicuro per amministrare i beni della Chiesa » .

Per mons. Cimatti il tempo del religioso è parte delsuo voto di povertà . Non esagero se dico che ho cono-sciuto nella mia vita un solo uomo che non abbia maisprecato il tempo in modo assoluto : quest'uomo èmons. Cimatti . La stessa impressione hanno avutoquanti sono vissuti in intimità con Monsignore . Semprein moto, sempre con' qualcosa da fare . L'ultimo acoricarsi, il primo ad alzarsi, contento di poche oredi sonno . La penna e la matita sul suo scrittoio eranosempre in movimento per scrivere lettere, articoli,musica, libri, appunti di ogni genere . Il suo riposoconsisteva nel cambiare lavoro . Dotato di una resi-stenza fisica straordinaria, non si concedeva vacanze .Lavorava anche in treno e, quando la stanchezzalo vinceva, si abbandonava a un sonno profondo chegli restituiva le energie richieste dal suo estenuantelavoro. Si dice che il tempo è moneta : per lui il tempovaleva l'eternità .

UN FIORE CARICO DI PROFUMO

Ultimi mesi della vita di Monsignore . Ormai lavista e l'udito si sono affievoliti . Sovente è assopitoa causa della grande debolezza ; ma quando è sveglio,il rosario scorre incessantemente tra le sue dita scarne .Un giorno arriva a Tokyo mons . Luigi Morrow Lara-voire, vescovo salesiano di Krishnagar (Bengala) .Viene introdotto con cautela nella camera dell'infermo .Nessuno pensa di svegliare Monsignore perché si credeche non possa ricordarsi del Vescovo . I presenti stannoparlando a bassa voce quando improvvisamentemons. Cimatti apre gli occhi, alza le braccia in ungesto a lui familiare e con voce forte ma con un tremolioche manifesta la sua commozione, esclama : « O Luigi,o Luigi, tante grazie per tutto quello che hai fatto peril nostro povero chierico! ». Mons. Morrow, al sentirsichiamare per nome da chi sembrava del tutto assente,è preso da grande meraviglia e commozione ma, adifferenza dei presenti, ha capito benissimo quello chemons. Cimatti vuol dire .Durante la seconda guerra mondiale mons . Morrow

era segretario di mons . Guglielmo Piani, delegatoapostolico a Manila . In quel tempo il chierico GiovanniNishimura, salesiano giapponese, si trovava a Manilanel Corpo della Pace giapponese e naturalmente fre-quentava la delegazione, sempre accolto con cordialitàsalesiana. A Manila il chierico Nishimura si ammalògravemente e morì. In tutto il tempo della malattia ilfuturo vescovo di Krishnagar assistette il buon chiericocon amore paterno . Erano trascorsi più di vent'annidalla morte del chierico Nishimura, eppure, nonostante lasua estrema debolezza, Monsignore conservava nel cuore,come un fiore appena sbocciato e carico di profumo,la riconoscenza più squisita per il vescovo benefattore. 27

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L'ATTUALITÀ DI UNA RIFLESSIONE

« A superiori han sempre ragione anche quando hannotorto, e gli inferiori han sempre torto anche quandohanno ragione » . Se questo poteva essere in partevero fino a un recente passato, non lo fu mai permons. Cimatti, che aveva un vero culto per la giustizia.Ne ebbi una prova anch'io quand'ero ancora giovanechierico . Un giorno fui sgridato molto severamente eanche ingiustamente dal mio direttore . Ne rimasi tal-mente scosso che corsi da mons . Cimatti, allora pre-fetto apostolico e ispettore. Appena mi vide disse :« Che buon vento ti porta, caro Giovanni? ». Stavoper rispondere quando arriva il mio direttore . Mivenne spontaneo dire : « Glielo dirà il mio direttore » .Dopo circa dieci minuti di colloquio col mio superiore,escono dall'ufficio e Monsignore mi dice : « Caro Gio-vanni, tutto è a posto . Il tuo superiore è qui che tichiede scusa : sappi perdonare, ritorna al tuo lavoroe sta allegro » . Il mio direttore allora si affrettò achiedermi scusa e io rimasi senza parola e col cuorein gola davanti a tanta bontà di Monsignore e all'umiltàdel mio superiore .

A tempo debito però sapeva anche essere forte . Aun confratello che si mostrava eccessivamente at-taccato al denaro, non esitò a scrivere : « Se non timetti a posto, andrai all'inferno con i tuoi soldi! » .A un gruppo di chierici che si permettevano apprezza-menti e critiche sistematiche, con fare serio e seccodisse : « Se ancora vi sento parlare così, vi rimandoin Italia ». Un chierico, per esercitarsi nella lingua

DUE SANTI IN UNA FAMIGLIAMons . Cimatti, quando ritornò perla prima volta in Italia, andò a tro-vare la sorella, suor Maria RaffaellaCimatti della Misericordia, superioradell'Ospedale di Alatri . Dopo l'ab-braccio fraterno, si scambiarono iprimi complimenti alla romagnola- Cum a t'se brutt! (come sei brut-to!) - esclamò lei al vederlo tuttobarbuto e scurito nel volto per illungo viaggio di mare.- E ti, a t'se bela? (e tu sei bella?) -ribattè pronto il fratello missionario .

Oggi suor Maria Raffaela Cimatti,della Congregazione delle Ospedalieredette « Sorelle della Misericordia », è . . .sotto processo per la santità dellasua vita. Ne hanno infatti introdottala causa di beatificazione e canoniz-zazione.Mons. Cimatti, nella sua infanzia,ebbe nella sorella Santina, che divennepoi suor Maria Raffaela, una seconda

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madre. Gli poteva essere mamma perl'età perchè alla nascita di Vincenzinocontava già 18 anni . E gli fu vera-mente tale . Separatisi per seguire lapropria vocazione, ebbero incontri rari,brevi e improntati a semplicità ebuonumore. Tale fu anche la lorocorrispondenza . Così, riferendosi auna visita precedente che era statarapidissima, Monsignore le scriveva :«Ma quando tornerò, non verrò micadi notte!- Voglio che -mi facciate imaccheroni . . . Allegre tutte chè ilSignore ci vuol,, bene» .Una volta pio suor Maria Raffaelascrisse a lungo esponendo le cose sueal fratello missionario . Poi rimase inattesa di una lunga risposta che lailluminasse sui suoi problemi . La ri-sposta venne pronta . Era di una rigao poco meno : « Santina, facciamocisanti » . Su quelle tre parole suor MariaRaffaela pianse a lungo .Quando Monsignore seppe che si stava

giapponese, in mancanza di riviste cattoliche, leggevala rivista King, pagana ma non immorale . Un giornoMonsignore visita il laboratorio dei falegnami e glitrova tra le mani la rivista . Senza nulla dire, gli siavvicina, prende la rivista e la getta nella stufa dellacolla . Al chierico che era rimasto tutto mortificato, dàuna risposta piena di sapienza : « Non devi leggerecerte riviste se non vuoi perdere lo spirito sopranna-turale ». Verissimo, perchè « dimmi che cosa leggie ti dirò che cosa pensi » .

Quando invece non c'era di mezzo il pericolo del-l'offesa di Dio, Monsignore usava la più larga condi-scendenza . Un giorno, allo studentato teologico diTokyo, un gruppo di chierici, montati su da un archi-tetto, decisero di abbattere la colonnina marmoreache sorgeva al centro della fontana . Motivazione : ètroppo classica, bisogna sostituirla con un'altra piùmoderna. Mons . Cimatti, che era direttore, diede ilpermesso. Un sacerdote, vedendo i chierici che congrande entusiasmo abbattevano la colonnina, chiese aMonsignore : « Ma che cosa vogliono fare? » . E Mon-signore col suo fare bonario : « Caro don Moskwa,lasciali fare; tu che sei giovane, ne vedrai ancora dicose interessanti . . . » . E infatti, dopo la demolizione,non si parlò più di sostituzione e la fontana rimase senzala sua bella colonnina .Mons. Cimatti più tardi commentava : « È una espe-

rienza utile; li convince che prima di distruggere unacosa vecchia ma bella e utile, bisogna essere sicuridi poterla sostituire con un'altra più bella e più utile .Se no, si va a rischio di demolire senza costruire » .

per introdurre la « Causa » della sorella,scrisse a un sacerdote salesiano a luicarissimo : « Vogliono imbastire unprocesso per la beatificazione di miasorella. Cercherò di approfittarne peril primo pregandola per me e anche perte » .Su di una immaginetta della serva diDio Suor Maria Raffaela Cimatti silegge questo profilo : « Umiltà pro-fonda, modestia verginale e purezzaangelica, ispirante rispetto e venera-zione. Soavità di modi e di parole .Carità e abnegazione fino all'eroismo .Modello di superiora per prudenza,affetto e cure materne, risparmiava lesue consorelle e onerava se stessa .Amore alla preghiera e al raccogli-mento. Pazienza inalterabile nei dolori,offese ricambiate con dolce sorriso » .Pensiamo che non sarà molto dissimileil profilo morale del fratello Monsi-gnore se la Chiesa prenderà in esamela sua santa vita .

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PERINTERCESSIONE

DIMARIA

AUSILIATRICE

MARIA AUSILIATRICELA GUARISCE PER LA SUA FESTA

La mia bambina Maria di sette anni erastata colpita da encefalite postmorbil-lare . Il medico, chiamato d'urgenza, di-chiarò la bambina gravissima e chieseun consulto con il pediatra . La diagnosiconfermò che il caso era gravissimo . Inpreda a forti convulsioni e priva di co-noscenza, fu portata all'ospedale diMolfetta . Non mancarono esami, cure ediagnosi accuratissime, sotto la dire-zione del primario della Clinica pedia-trica . Ma la febbre si manteneva alta econtinuavano gli attacchi, che facevanopreoccupare tutti . Al mio cuore di madreangosciata non rimaneva che la fede inDio. Presi la reliquia ex ossibus di SanGiovanni Bosco, la misi sulle labbra tre-mule della mia creatura, poi gliela ap-puntai sul petto . Con tutta fiduciainiziai con tutti i miei familiari la novenaconsigliata da Don Bosco e l'offerta disacrifici quotidiani .Dopo un mese di degenza all'ospedale,non vedendo nessun miglioramento, conmio marito decidemmo di portare acasa la piccola, sicuri che la VergineAusiliatrice, che l'aveva conservata invita, ce l'avrebbe fatta guarire . Io dicevoa tutti che il 24 maggio, festa dell'Au-siliatrice, la Madonna ci avrebbe con-cesso la grazia . Il 23 maggio la bambina,per la prima volta, disse il suo nome ecognome. Il primario dell'ospedale, moltoemozionato, la visitò e la dichiarò gua-rita, lieto che si fosse avverato quantolui stesso aveva più volte ripetuto :«Solo un miracolo! . . . ».Ora la bambina cresce bene, è sana eintelligente. Nella casa è tornata la gioiae un risveglio di vita cristiana. Per questo,insieme con mio marito e i miei familiari,ringrazio di cuore Maria Ausiliatrice eSan Giovanni Bosco e li prego di con-tinuarci la loro protezione .

Ruvo di Puglia (Bari)CONIUGI FRANCA E MARIO CARLUCCI

La mamma della bambina rinata è miasorella : la sua relazione corrisponde averità .

DON MICHELE MONTARULIparroco di Ruvo di Puglia

ESCE ILLESODALLA MACCHINA SFASCIATA

Desidero rendere note due grazie con-cesse da Maria Ausiliatrice alla mia fa-miglia .La mamma, ammalata da sei anni e ri-petutamente spacciata dai medici, loscorso novembre ebbe una emorragia .Portata al pronto soccorso, il professoredichiarò il caso gravissimo, trattandosidi un fatto renale. L'unica via per sal-varla sarebbe stata una grave operazione .Preferimmo affidarla a Maria Ausilia-trice e, senza intervento chirurgico, lamamma è migliorata e continua benino,pur tra cure e riguardi .Una seconda grazia Maria Ausiliatricel'ha concessa a mio fratello, mentreandava all'ospedale a prendere la mammae a portare un mazzo di fiori alla Ma-donna. In una curva la macchina sbandòe andò a sfasciarsi in modo da diventareinservibile . E quale non fu la meravigliadi tutti quelli che assistettero alla tra-gedia quando videro il fratello uscireilleso, con qualche semplice graffiatura!Gli stessi meccanici che andarono aprendere i rottami dissero che il fratelloera stato salvato da morte sicura . Infamiglia siamo convinti che Maria Ausi-liatrice ha avuto compassione di mio fra-tello, padre di due bambini e con lamamma a carico . Per questo deside-riamo rendere pubblica la nostra rico-noscenza .Catania

SR. CONCETTINA SALEMI F.M.A .

RISANA DA UNA MALATTIAINGUARIBILE

Il medico di casa, come vari dottori diCaceres, avevano dichiarato mio figliospacciato, a causa di una malattia delsangue che fino ad oggi non ha trovatorimedi umani . L'unica soluzione incerta elontana sarebbe stata un'operazione conscarse probabilità di riuscita e che i me-dici non si azzardavano a fare data lagiovane età del figlio . Avendo letto sulBollettino Salesiano le grazie che MariaAusiliatrice concede a quelli che la invo-cano con fede, riposi in Lei ogni mia spe-ranza. La grazia si fece attendere un poco,ma venne a premiare la nostra fede . In-fatti quando fui a Caceres per nuovi con-trolli medici, si pensi alla mia gioia quando

E DELSUO APOSTOLOSANGIOVANNIBOSCO

lo specialista, dopo una accurata visita,mi disse che mio figlio era completamenteguarito. Me lo feci ripetere varie volteperchè non credevo alle mie orecchie.Riconoscentissima a Maria Ausiliatrice,prego che si pubblichi la grazia e invioun'offerta per le vocazioni salesiane .Viilanueva de la Serena (Spagna)

ANNA GONZALEZ

MESE DI AGOSTO

Norese Angela - Notarpaolo Antonietta - ObinuCaterina - Oliva Santò - Olivieri Armando eGiacinta - Ortelli Rosalia - Ottolini Lattuad'Antonia - Pagano Maria - Pagliassotto Margherita- Paletta Maddalena - Palmieri Rosa - PanepintoPino Vito - Panzavecchia Francesca - PaolinoConcettina - Papetti Anna - Papetti Delia - Para-diso Raffaelina - Parinello Nunziato - Parisi CipollaSarina - Parlanti Romelia - Parodi Lidia - ParodiBottero Teresa - Paroletti Almici Maria - PasteroGiampiero - Patrone Roasio Maria - PavesioAnna - Peduto Antonietta - Pegoraro Michelina- Pelissero Teresa - Perani Maria - Perino VairaRina - Perla Maria - Pero Rossignolo Lidia -Perruchon Vittoria - Petazzi Viscoli Maria -Petrone Anna - Peveri Teresa - Pezzotta LocatelliElisabetta - Pianta Carmen - Piazzi Natalina -Piccirillo Angela - Pieralli lago - Pio Franca edUmberto - Pisana Benita - Pittella Giacomina -Pizzorni Martini Centina - Polani Luigina -Polleri Laura - Polli Santina - Pollone Emma -Polzella Giuseppina - Poma Rosita - Pomponi

1 . Quando cambiate casa, co-municateci, con l'indirizzonuovo, anche il vecchio in-dirizzo, ritagliandolo dalla co-pertina del Bollettino.

2. L'indirizzo sia sempre scrit-to in modo ben leggibile ecol numero del quartiere po-stale . Se ce lo comunicate conil conto corrente, potete se-gnalare il cambio scrivendo idue indirizzi nel posto desti-nato alla corrispondenza .

3. Don Bosco benedica quanticooperano a evitare spese inu-tili segnalandoci i doppioni, itrasferimenti e i decessi.

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CI HANNO PURESEGNALATO GRAZIE

AI NOSTRI LETTORI

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Milena - Ponte Don Antonio - Porcellana Carolina -Porotti Carolina - Pozza Pia - Pozzoli Alberto -Prampolini Teresa - Priano Ernesto e Giuliana -Primavori Mirella - - Prosdocimi Filippo - ProtoMarchio Enrichetta - Proverbio Restelli EmiliaPulze Ines - Puppo Mariuccia - Rabini Angela -Raffaelli Maria - Ragusa Enrico - Raineri Rita -Rami Giuseppa - Ramistella Cardona Giusep-pina - Re Rita - Ribaudo Santa - Ricci Rag . Giu-seppe - Ricciardi Amelia - Ricciu Antonia Angela- Richini Luigi - Rigamonti Maria - Rigato LuigiRinaldi Gianna - River Tecla - Rizzo Caterina -

Rizzo Anna Maria - Rizzo Rosa - Rocco Gep-pina - Roggeri Maria - Rolandelli DomenicaAlbina - Romano Rina - Romeo Maria - RosaLuigi - Rossi Manara Fausta - Rossini Vittorio- Rubiolo Maria - Rustica Ins . Lina - SabainiAgostino - Saettone Elisabetta - Sala Antonino- Sala Schenone Rosa - Salvo Giuseppina - San-filippo Riccardo - Sanna Francesco - SansonettiPietro - Santi Bice - Sapellani Lina - SaraccoClaudina - Savarino Santana Giovanna - SavinMaria - Scaccianoce Caterina - Scapino Teresa- Scevola Giuseppina - Schiffo Giorgio - SciuttoMaria - Scomiglia Olimpia - Scuderi Agatina -Scuderi Agatina - Seneca Giovanni - SentinoPietro - Serpetta Graziella - Sesto Vassallo San-tina - Sferrazza Antonia - Sferrazza Calogera -Simeone Maria - Simonetta Maria - Soave Pal-mira - Solenghi Paola - Somaghi Tilde.- Sorren-tino Gabrieli Rosanna - Sozzani Barisonzi Rosa -Spadolini Renato - Spanò Giuseppe - SpinucciDon Antonio - Strambio Lucia - Struppia Filippo- Strazzeri Fausta - Stura Bianca - Sutti ZucconiTeresa - Tacelli Gangemi Rosa - Tamietti Cate-rina - Taricco Fam. - Taveri Amalia - TenitoCalogera - Teodosio Vitantonio - Tereno Giu-seppe - Territo Petronilla - Tessarolo Don Luigi -Tessitore Prof. Lucia - Testa Pezzullo Giuseppina- Ticca Maria Antonia - Tigni Angela - TinettiLucia - Tita Concettina - Todescan Maria -Tollino Grazia - Tomasin Candida - TonelloAngelina - Toreno Giuseppina e Fam . - TosattoGino - Tovozzi Cornelli Augusta = Tramiti Al-bina - Traversini Gabriella - Traverso Linda -Treglia Nunzia - Triggiani Michela - TrimarchiTanina - Trincheri Orengo Adelina - TrioloMaria Gioconda - Turchetti Ogelia - TurottiRita - Ugazzi Esterina - Ulmi Marcella - UrsoSuor Grazia - Valente Franca - Valli Giovanna -Valloire Sorelle - Valpreda Angela - Valvo Elena- Vanini Lucia - Verde Agnesina - Verde Lina- Vecchio Comm . Antonino - Velorio Don Gio-vanni - Ventrella Margaria Emma - VeronelliCarla - Verzeroli Isolina - Vesco Piera - VetranoFiorenza - Vezzoli Teresa - Vignaga FerdinandoVignola Rosalia - Villa Carolina - Visalli CaterinaVitale Aldo e Pina - Vitale Vincenza - Vitali

Pietro - Vittorie Aimone - Vivo Caliti Teresa -Volpini Liberata - Voyat Letizia - Zanotti Fio-renza - Zanotto Rina - Zattel Elena - Zecca Lina- Zemite Ermelinda - Ziliani Fiorina - ZingherleMaria - Zingrini Carini Angela - Zucchelli Ven-turina - Zimino Gallo Claudia .

MESE DI SETTEMBRE

Accastello Caterina - Agosti Lucia - Alcaro Emi-lia ved. Antico - Alioto Giuseppe - Almasio Cle-mentina - Anastasi Rosario - Andreose Clemen-tina - Antonelli Elda - Aquila Ernesto - AreccoDesolina - Arellini Maria - Armaleo Santa - Arra-bito Maria - Aru Dario e Luciana - Attinà Lina- Baldassarri Linda - Baltaro Delfina - Barba-gallo Leonarda - Barbera Rita - Barberis Cas-sinis Flavia - Bartolo Pasqua - Battiato Rosaria- Benedetto Francesco - Berlusconi Leonardo -Biscaldi Luigina - Bissola Giuseppe - Blasi Elisa-

betta - Boccaccio Angela ved. Panelli - Boi Luigi- Bongiorni Bice - Bosio Donata - Botteri MariaBriguglio Rigano Francesca - Brocca Tina -Brunelli Brigida - Brunet Battista - Buffa Erinna -Buriolla Augusta - Cabiati Bruno - Cabras Erme-lina - Caligari Assunta - Catalbiano Alfia- CalvagnoPiera - Cancemi Antonia - Capelli Giorgio -Cappelletti Giuseppina - Cappellini Elisa - CarattiAugusto - Caroti Ginetta - Carpisani suor Anto-nietta - Carrara Adele - Caserta Graziella - Ca-stellano Lidia - Catalano Giuseppina - CentoFiorentina - Cereda Teresa - Ceresa Erminia -Chasseur Isolina - Chiappa Maria - CinquattiConcetta - Ciofalo Pia - Codiroli Angelo e Giusep-pina - Confalonieri-Gaspari - Corso Romana -Cortese Anna - Corvino Aniello - Costa Maria -Crosetti Carlo - Cuomo Assunta - Dal Bò Amelia- Dal Negro Emma - D'Ambrosio Paolinaved . Conti - Damiani Eledis - De Cecco Elisa -Della Torre Carla - Dessiloni Rosa - D'EsteGiuseppina - De Vasis Domenica - DimichinoEgle - Dondeynaz Cecilia - Facelli Ferdinando -Fallo Caterina - Fanton Regina - Farina Carlo- Fasciana Carmelina - Fassone Marco Domenico -Favre Palmira - Fazio Giuseppa - Fea Aldo -Fenini Leone - Fenta Maria - Ferrante dott. Giu-lio - Ferraró Claudia - Ferrari Pierina - FilocamoMariella - Filipozzi Natalina - Fiorenzo Maria -Fossati Venezia Gemma - Fumagalli Savina -Gaeta prof. Manfredo - Gagiada Giovanni - Ca-gliano Antonietta - Gardini Luigia e Maria -Garré Giovanna - Garrone Liliana - GasparoniErmelinda - Gastaldi Tilde - Giacomelli coniugi -Gianazza sorelle - Gianferrari Angela - GianniniSergio - Giannitrapani dott . Silvio - GianolioAndreina - Gianolio Angiolina - Gili Giuseppe- Gioana Carolina - Gioberto Maria - GiordanengoStefano - Gonella Maria - Gosmar Luigi - GrassiRenzo - Grasso Anna - Gualco Maria - GuardaGiuseppe - Guarnaccia Raffaella - Guarella Gio-vanna - Guerra Maria - Henriet Virginia - lerardiFilippo - Imparato Bianca - Invernizzi Maria -Ieri Elisa - Ivaldi Armanda Giuditta - Krisman-cicc Anna Maria - Lanzetti Iolanda - LanziniVeltri Fortuna - Lasagna Maria - Lazzoni cont .ssaVittoria - Leonardi Antonietta ved . Di Bella -Liceri Anna Maria - Lo Giudice D'Amore Rosa -Lucat Zita - Malassetti Carla - Manello CarettoScolastica - Manghisi Maria - Mangiarotti Anita -Mangini Luisa - Maniscalco Nugara Gesua -Mannelli Polo Clementina - Mantovani Santo -Manzini L . - Mapelli Lina ved . Airoldi - Mar-chetti Emiliani Eumenide - Mariani Rina - Ma-riotti Bruna - Marocchino Maria - Marsili Fortu-nata - Martinoni Rosina - Martolio Rosa - Mar-zolini Soave - Masino Giuseppa - Matteis Rosa eBattista - Mazzeo Maria - Mazzi Albino e Anita -Messina Anna - Micolino Santa - MiglioriniAntonina - Milone Maria - Molinelli Gugliel-mina - Monteu Bottere Luciano - Moroni VerriDina - Morandi Emilia ved. Morandi - MussoPiero - Napolitano Concetta Nicolussi Concetta- Nuvoli Antonietta - Origgi Lucia - OttavianiMargherita - Palazzi Giovanni - Palmieri Giovannae Maria - Paolucci Clelia - Paracchini Natalina -Pellegrini Dusola - Peruzzi suor Anita - PiantaCarmen - Piazzi Maria Teresa - Piccioli Anna -Pili Amelia - Pitzianti Liliana - Pizzuti Vincenzo -Poggi Luigi - Pollini Giustina - Pollini Maria -Poma Rosetta - Ponte Assunta - Pramotton Maria- Prevignano Giuseppina - Prinì- Pastore Maria -Puppi Antonietta - Pusceddu Sanna Francesca -Quaranta Salerno Palma - Quintarelli Pierina -Raimondo Leoncini - Ramus Teresa - ReinaudoEdvige - Ricci Marino - Richini Luigi - RignoniTeresa - Ritrovato Savino Annunziatina - RizziColetti Rosalia - Rochira Pietro - Ronzani Cate-rina - Rostagno Luciana - Sabbatini Enrica -Santolini Domenica - Scalmani Maria - ScavanoMario - Secchi Giuliana - Serena Guinzio Dome-nica - Serino Ester - Severino Pinuccia - SofiMaria - Somaschini Pietro - Sonu Agnese - Sor-

rentino Bina - Sorrentino Santa - Spada Marta -Spallino Rosalia - Spelgatti Colomba - StuppiniLinda - Summo Luciano - Tagliani Angela -Tardito Valentina - Tavazzi Cornelli Augusta -Tito Liliana - Tomasini Giancarlo - TonettiPiera - Tovozzi Cainelli Augusta - Tramiti Albina- Traversé-Colombina - Tullio Fausta - TurcoGentile - Tuti Caterina - Urgesi Filomena -Vannini Maria - Varale Francesco - VenostaLea - Verzeroli-Bertuletti - Vincenzi Graziano -Vinotto Ferdinando - Zaffaroni Carlo - ZamboniMaria - Zanetti Rosa - Zerbo Gaetano - ZorzanAntonio - Zuliani Giovanni - Zurlan Augusta .

C'È OBBLIGODI PUBBLICARE LEGRAZIE OTTENUTE?

A chi otteneva grazie da MariaAusiliatrice Don Bosco racco-mandava di curarne la pub-blicazione «per ravvivare intutto il mondo una illimitatafiducia in Colei che in mezzoalle angustie, alle tribolazioni,agli errori, ai pericoli di questapovera vita mortale, è e saràsempre l'amorosa, la pronta, lapotente nostra Ausiliatrice» .

Però aggiungeva : « Molti diquelli che hanno ottenuto grazieparticolari da Maria Ausilia-trice, per giusti motivi non amanoche il loro nome sia conosciuto,specialmente se le grazie sonospirituali, che sono in maggiornumero. Ma nessuno deve di-spensarsi dai doveri di grati-tudine verso la sua celeste Bene-fattrice. Questi doveri si pos-sono compiere in due modiraccontando ad altri la graziaottenuta e promovendo con altromezzo la devozione verso questanostra Madre. Ciò servirà adaltri di eccitamento a far ri-corso a Maria nelle loro ne-nessità ; mentre aprirà ai gra-ziati la strada a conseguiregrazie ancor più segnalate » .

(Memorie Biografiche,VIII, 367-8 e IX, 407)

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UNA GUARIGIONEE UNA CONVERSIONE

Inviamo una modesta offerta, ringra-ziando S . Domenico Savio per averescongiurato al nostro caro Luca dianni 10 il pericolo di una gravissimamalattia . Questa segnalata grazia portòcon sè il frutto di una conversione . Unfamiliare infatti si accostò, dopo 35 anni,ai santi Sacramenti. Invochiamo ancorasempre sulle nostre famiglie la protezionedi questo caro Santo .Marina di Pisa

FAMIGLIA SALVADOR/

COLLOCANO UNA STATUA DISAN DOMENICO SAVIOSUL MURO ESTERNO DELLA CASA

La piccola Tonina, di 8 anni, aveva su-bìto l'asportazione delle tonsille . Quat-tro giorni dopo l'operazione le venneuna emorragia alla ferita tanto abbon-dante da metterla in pericolo di morte .Per consiglio del medico di famiglia, ilpadre della bimba stava portandola aPalermo sperando di arrivare in tempoa salvarla, quando una vicina di casamise in mano alla piccola un abitino diSan Domenico Savio, assicurandola cheil piccolo Santo l'avrebbe aiutata. Labambina strinse con tanta fede quell'abi-tino, e alla madre, che durante il viaggiopiangeva costernata, fece cenno con lemani e con gli occhi, giacct'è non avevapiù forza di parlare, di non piangere,chè San Domenico l'avrebbe salvata .Giunti a Palermo, lo sp^''cialista chel'aveva operata, dopo un'accurata visita,disse che fino alla mezzanotte non po-teva pronunziarsi perchè il caso eramolto grave. La bimba . teneva sempre inmano l'abitino senza volerlo lasciare unattimo. Trascorsero quelle ore che par-vero secoli, sempre pregando con fedeSan Domenico Savio. E in verità fummoesauditi . La nipotina cominciò a ripren-dersi e a stare sempre meglio, finchèdopo due giorni potè tornare a casa .Tutti in famiglia abbiamo attribuito lagrazia a San Domenico Savio e abbiamocercato di esprimere la nostra ricono-scenza collocando una sua statuina inuna nicchia ricavata sul muro esternodi una casa che mio figlio stava in queltempo costruendo in campagna, luogomolto frequentato nel tempo della vil-leggiatura . Così tutti quelli che passanodi là gli possono rivolgere un saluto e.una preghiera . Fu pure aggiunto il nomeDomenica a una sorellina di Tonina,nata quest'anno nel mese di febbraio,che perciò si chiama Domenica MariaCarmelina .Ora, dopo due anni da quando ha ri-

PERINTERCESSIONEDISAN DOMENICOSAVIO

cevuto la grazia, la nipotina si è ri-messa perfettamente in salute ed è flo-rida e colorita, mentre prima era pallidae magrolina .Trabia (Pa/ermo)

SALVATRICE GRECO

GLI SALVA LA MANO

Il nostro figlio Domenico Savio di13 anni, lo scorso agosto ebbe la di-sgrazia che la mano destra s'incastrò inun rullo elettrico e dovette rimanere60 giorni degente in ospedale col peri-colo grave di perdere la mano. Invo-cammo con tanta fiducia San DomenicoSavio, del quale porta il nome, metten-done l'immagine sotto il guanciale . E ilpiccolo Santo ci fece la grazia di sal-vargli la mano e di riaverla in condi-zione di poter lavorare . Lo ringraziamoe invochiamo la sua protezione sulnostro Domenico Savio e sugli altridodici figli, perchè crescano buoni elaboriosi, lontani dal male e dal peccato .Oravi (Nuoro)

NOLI COSIMO E MARIA ITRIA SANNA

DA QUEL GIORNOLE SUE CONDIZIONIVOLSERO AL MEGLIO

La mia Irene di quattro anni e mezzonel gennaio del corrente anno si ammalòdi anemia emolitica acuta . Ben prestole sue condizioni raggiunsero una gra-vità tale che i medici disperavano in unsuo ritorno alla normalità . Un mio fra-tello, giunto a Napoli appositamente dallaSicilia, portò con sè un abitino del Santomiracoloso, che io misi addosso allabambina pregandolo ardentemente difarla guarire. Da quel giorno le sue con-dizioni volsero al meglio ed ora, a di-stanza di 45 giorni dalla malattia, stabene. Riconoscentissimo a San Dome-nico Savio, segnalo la grazia ricevuta einvio offerta .Napoli

ROSARIO MUSUMECI

GENITORIPREMIATI NELLA LORO FEDE

Stando ai giudizi umani, la mia casaavrebbe dovuto restare sempre vuota,come un giardino senza fiori . Offersi alSignore la mia pena e il malessere fisico,pur di arrivare al traguardo . E ci sono arri-vata con mille difficoltà . Grazie a San Do-menico Savio, oggi posso stringere tra lemie braccia un bel bambino, che è la mia

gioia e quella di mio marito . Vorrei che tuttele mamme confidassero in San DomenicoSavio anche quando tutto sembra perduto .Baraggia di Suno (Novara)

ZANINETTI RINANGELA in ANDORNO

Un grosso fibroma metteva in pericolo lamaternità appena iniziata . Il professoreche mi aveva in cura diceva che non sareiarrivata alla fine . Con fede pregaiSan Domenico Savio e il 10 gennaio 1969è nata una bambina sana e vispa. Il pro-fessore l'ha chiamata la bimba del mira-colo. Il piccolo Santo mi ha esaudita . De-sidererei ricevere l'abitino da appenderealla culla della piccola Gemma .Raossi Vallarsa (Trento) ROSSARO CORINNA

Dal paese (San Giacomo di Romanod'Ezelino) la signora Natalina Bonanigomi comunica con gioia la nascita di unabimba. Per tre volte aveva dovuto inter-rompere la maternità e per due volte erastata ricoverata d'urgenza all'ospedale .Avendo conosciuto la potenza d'inter-cessione di San Domenico Savio, si affidòa lui, indossandone l'abitino per novemesi, al termine dei quali è nata felice-mente Alessandra, che i genitori affidanoalla protezione del Santo per tutta la vita .Porvenir (Tierra del Fuego - Cile)

PIETRO PELLIZZATO, salesiano

Avevo sempre desiderato che sbocciasseun fiore che rendesse più completa lanostra unione . Tardando a compiersi que-sto per la mia salute precaria, ricorsi allascienza medica, ma ne rimasi fortementedelusa . Intanto una suora mi diede l'abi-tino di San Domenico Savio . Allora mirivolsi con fiducia al piccolo Santo . Nonfui delusa. Dopo cinque anni di matri-monio, venne ad allietare il nostro foco-lare la piccola Simona Domenica, verodono di Dio . Ringrazio San DomenicoSavio con tutta la effusione di cui è ca-pace il cuore di una mamma .Poviglio-(Reggio Emilia)

GUIDETTI BICE in FERRAR/

Sposata da 19 anni, avevo il dolore di ve-dere la nostra casa ancora deserta . Final-mente si profilò la gioia di un bambino,ma tutto sembrava difficile. Consigliatadai medici, fui ricoverata all'ospedale inpericolo di perdere la vita . In quello statoangoscioso ci rivolgemmo con fede aSan Domenico Savio. Dopo un'opera-zione rischiosa, il Santo ha voluto conso-larmi con la nascita di un bel bambino.Lo ringraziamo e gli chiediamo che ciaiuti a crescere il nostro tesoro buonocome Lui .Sutera (Caltanissetta)

CARMELA E GIUSEPPE ORLANDO 31

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GRAZIE DI SAN DOMENICO SAVIO

Coniugi Giovanni e Ernestina Boffa(Diano d'Alba - Cuneo) ascrivono al-l'intercessione di S. D. S. la nascitatanto attesa della loro primogenita e loringraziano con ammirata gratitudineperchè la crescita della piccola MariaRosa e le condizioni della mammahanno dissipato le previste apprensioni .Rosalba Pescarmona Modotti (Ban-chette d'Ivrea - Torino) attesta che ilsuo bambino Marcello fu colpito dagrave malattia polmonare . Il medicodiede poche speranze di salvarlo . Alloraessa invocò S . D . S. e il bimbo miglioròe in breve guarì .Daniela Galfiore Torello (Medellín -Colombia) scrive : « Ho dodici anni, erofiglia unica, desideravo tanto un fra-tellino . Una Figlia di Maria Ausiliatricemi consigliò di fare una novena a S . D . S .con promessa di pubblicare la grazia edi inviare offerta . È nato Paolo, è bello,sta bene, ha già nove mesi e io sonofelice » .Coniugi Luciano Arnaldo e Rosetta(Torino) ringraziano di cuore S. D. S .perchè ha loro ottenuto dal Signore unbel maschietto dopo 7 anni di matri-monio è nonostante la difficile attesain cui si temeva di perderlo. Ricono-scenti, invocano ancora la sua prote-zione sul piccolo che ne porta il nome.Giuseppe e Maria Zanchetta (Biviodi Frossasco - Torino) dichiarano che,superando gravi difficoltà e fondati ti-mori, videro la loro casa rallegrata perla quarta volta con la felice nascita delpiccolo Franco . Esprimono tutta la lororiconoscenza a S . D . S. per questa spe-cialissima grazia .Antonio e Livia Mena (Cavaglià -Vercelli) sono grati a S . D. S. perchè,per sua particolarissima intercessione,hanno ottenuto la tanto sospirata graziadella nascita della piccola Nadia, chemettono sotto la sua speciale protezione .Maria Garuti Bianchi (Ormea - Cu-neo) si raccomandò con fede a S. D. S.per la guarigione di una persona carae ne ottenne rapida guarigione .Antonietta Milani (Melara - Rovigo)ringrazia S . D. S. che ha voluto ricom-pensare la fiducia che aveva riposto inLui in occasione della nascita del ni-potino, e lo mette sotto la sua protezione .Michele e Olimpia Ferrero (Piossa-sco - Torino) mediante l'intercessionedi S. D. S. hanno visto la loro unioneancora una volta allietata dalla nascitadi un caro bambino . In segno di vivariconoscenza gli hanno imposto il nomedi Domenico .Giovanni Levicotti e familiari (Ver-zuolo - Cuneo) soffriva di calcolosi re-nale. In seguito a molte cure risultateinutili, fu consigliato di farsi operare edi affidarsi all'intercessione di S . D. S .indossandone l'abitino . L'intervento chi-rurgico, previsto pericoloso e difficile,ebbe esito felicissimo.

PREGHIAMO PER I NOSTRI MORTI

SALESIANI DEFUNTI

Don Leo Coppo t a Chieri (Torino) a 58 anni .Dello zio, mons . Ernesto Coppo, esemplare figura di Vescovo missionario sale-sLn ., aveva la semplicità, la serenità e lo zelo apostolico e missionario. Giovanechierico, studiò in Inghilterra e svolse il suo primo apostolato giovanile negli StatiUniti . Fu ordinato sacerdote a Torino e continuò la sua missione educativa in Italia .Si consacrò pure alla predicazione, che gli fluiva facile e venata di un sereno otti-mismo . Dotato di buone qualità musicali, fece della musica uno strumento di apo-stolato giovanile. Un tumore al cervello ne stroncò l'attività tra gli aspiranti di Chieri ;ma anche nel dolore conservò la serenità e l'ottimismo che gli erano abituali, tra-sformando il suo letto in una cattedra di rassegnazione e di fortezza cristiana .

Coad. Antonio Mas t a Mataró (Spagna) a 9o anni .

Don Reinaido Acero t a Medellín (Colombia) a 69 anni .

Coad. Giuseppe Martínez t a San Paolo (Brasile) a 54 anni .

Coad. Adriano Fiores t a Managua (Nicaragua - C .A .) a 29 anni .

COOPERATORI DEFUNTI

Cav. Uff. Marcante Rínaldi t in Cavaglio d'Agogna (Novara) .Uomo di singolare virtù, visse piamente e operosamente la sua giornata, lasciando

l'esempio luminoso della sua fede integra, della sua attività apostolica quale socio diA . C . e Cooperatore Salesiano, e della sua bontà tra i compaesani, che per ben r8 annilo vollero Sindaco amato, ammirato e ora largamente rimpianto .

Giuseppe Lissandro t a Villanova di Padova a 73 anni .Dotato di un forte senso del dovere e di una fede viva, seppe santificare la faticae guidare sulla via dell'impegno cristiano e della dedizione al prossimo le sue seifiglie, tre delle quali donò al Signore nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatricee nella Congregazione delle Salesie di Padova .

Genoveffa di Cieco in Fargnolí t a S. Andrea (Frosinone) a 71 anni .Visse tutta per la famiglia e per la chiesa, senza risparmio di sacrifici . Il suo spiritodi profonda pietà cristiana le dava forza e coraggio per affrontare le difficoltà . Con-fidava molto nell'aiuto del Signore e di Maria Ausiliatrice, della quale era aman-tissima . Madre di sette figli, ha consacrato e consegnato a Don Bosco il suo primo-genito don Giovanni . L'amore che portava a Don Bosco la spingeva anche ad aiu-tarne le Opere con offerte . La vita di Mamma Margherita, donatale da un direttoresalesiano, fu per lei un esempio da imitare .

Sperindio Lombardi t a Piacenza a 83 anni .Uomo di fede profonda e di Comunione quotidiana, era appassionato del Vangelo,della Messa e del Rosario . Partito per l'Argentina con la sua giovane sposa, lavo-rando con amore e vivendo santamente il suo matrimonio, educò saggiamente nellapietà i suoi dodici figli . Tre di essi sono Sacerdoti e tre Suore . Gli altri, cristiana-mente sposati, gli hanno regalato la corona di i8 nipoti . Accompagnato dal figliosacerdote salesiano e dalla figlia Ines, venne dopo cinquant'anni a visitare il suopaese natale, dove lo hanno avvicinato tanti parenti, attirati dalla sua bontà . Il24 maggio si recò a Torino a celebrare la festa di Maria Ausiliatrice, di cui comebuon Cooperatore, era devotissimo . Si spense il primo sabato di giugno, come avevadesiderato .

ALTRI COOPERATORI DEFUNTI

Badoino Camillo - Barberis Luisa - Barberis Pietro - Barri Giovanni - BrianoBagatto Rosalia - Bruzzone Maria - Caelli Marcora Genoveffa - Camilla Matildeved. Marrone - Carisio Riccardo - Defrancisco Felicita - Demattia Maria - DonderoDomenica - Ferraris Carlo - Friolotto Giovanni - Giuliani Lagasio Teresa - GreppiGiovanni - Guazzo Lucrezia - Manara don Agostino - Marchetti Cesare - MarozioElisabetta - Martinello Domenica - Marucchi Bologno Augusta - Meleri Fran-cesco - Morelli Foianini Maria - Piaggio Ricci Antonietta - Quatroccolo Domenico -Rizzi Filippini Eufemia - Roasio Caterina - Roveglia Francese Pataria - Ruscacav. Angelo Giulio - Russo Rosa ved . Galati - Valli Maria - Virzì Maria - ZublenaAdamo .

L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, eretto in Ente Mo-rale con Decreto 12 gennaio 1924, n . 22, può legalmente ricevere Legati ed Eredità.Ad evitare possibili contestazioni si consigliano le seguenti formule :

Se trattasi d'un legato : « . . . lascio all'istituto Salesiano per le Missioni con sede inTorino a titolo di legato la somma di Lire . .. (oppure) l'immobile sito in . .. ».

Se trattasi, invece, di nominare erede di ogni sostanza l'istituto, la formula potrebbeessere questa :« . . . Annullo ogni mia precedente disposizione testamentaria. Nomino mio erede uni-versale l'istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino, lasciando ad esso quantomi appartiene a qualsiasi titolo» .

(luogo e data)

(firma per esteso)

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TOTALE MINIMO PER BORSA L. 50.000e Avvertiamo che la pubblicazione di una Borsa incompleta si effettua

quando il versamento iniziale raggiunge la somma di L. 25 .000, ovveroquando tale somma viene raggiunta con offerte successive

e Non potendo fondare una Borsa, si può contribuire con qualsiasi somma a com-pletare Borse già fondate 3MIRSSUIÓNÀRIÀ

BORSE COMPLETE

Borsa: Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, di S . Apollinare di Casola Valsenio (Ravenna) . Fighetti (Alessandria) L. x2 .000 ; Elvirainvocando protezione, a cura di Moretti L . 50 .000 . Alasio (Castelnuovo Calcea - Asti) . L. r2 .ooo .Franchi Felicita (Offlaga - Brescia) . L . so .ooo . Borsa : Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, Borsa: San Giovanni Bosco, in memoria diBorsa : Don Michele Rua, a cura del dottor venite incontro alle mie necessità, a cura di Domenico Brazzani, a cura di LeonardoCarlo Panizzi, exallievo di Alassio (Sanremo) . Adele Invernizzi, (Villa Fornaci - Milano) . Brazzani (Torino) . 20 .000 ; Adriana PippioL. 5o.000. L . 50 .000. Grillo (Chiavari) . L. r5 .ooo ; Giovanni VillaBorsa : Maria Ausiliatrice, in ringraziamento, Borsa : Maria Ausiliatrice, in ringraziamento, a (Pordenone). L. 5 .000 ; Nicolina Tropianoa cura di N. N . (Lodi - Milano) . L . 50.000 . cura di Ester Longoni Frattini (Varese) . (Castelbuono - Palermo) . L . ro .ooo .Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a L . 50.000. Borsa : San Domenico Savio, in suffragio dellacura di Giovanni Murachelli (Capo di Ponte - Borsa : Santi Salesiani, in ringraziamento, a defunta sorella, a cura di A . (Alessandria) .Brescia) . L . 5o .ooo . cura di Giuseppina Malpieri Rinaldi (Roma) . L . 25 .000 ; Amerigo Frigerio (Buscate -Borsa : Don Alasonatti, a cura di N . N . L. 50 .000 . Milano) . L . 25 .000.(Napoli). L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice, in suffragio dei Borsa : Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco eBorsa : Sacro Cuore di Gesù, Maria Ausilia- fratelli Marciante e familiari, a cura di fu S. D. Savio, a cura di Francesca Davicotrice, Santi Salesiani e Papa Giovanni XXIII, Celestina e Vincenzo . L . 250 .000 . (Torino) . L . 2o .ooo ; Marta Saglietti (Casta-in ringraziamento, invocando l'unità della Borsa : Don Bosco, in suffragio dei fratelli gnole Lanze - Asti) . L. iz.ooo; Landi MariaChiesa e la pace nel mondo, a cura di N. N. Marciante e familiari, a cura di fu Celestina (Napoli). L . x2 .000 ; Maria De Marzio(Aosta) . L . 50 .000 . e Vincenzo . L. 250 .000 . (Serracappiola) . L . 5 .000 ; Francesco SoaveBorsa : Don Michele Rua, a cura di Gorret Borsa : Mater Boni Consilii, a cura di Pietro (Grognardo Alessandria) . L. i .coo .Amato Orso (Breuil - Cervinia) . L. 50.000 . Losanna (Torino) . L . 5o .ooo . Borsa : Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco eBorsa : Don Filippo Rinaldi, a cura di Gorret Borsa : Maria Ausiliatrice, proteggi la mia Don Michele Rua, invocando protezione, a

Amato Orso (Breuil - Cervinia) . L . 50.000 . famiglia, a cura dell'ing . Giovanni Man- cura delle sorelle Zanotti (Virle Treponti -

Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Filippo fredi e Maria Cerisola (Mondovì) . L . 50 .000 . Brescia) . L . iz .ooo ; Geom. Giuseppe Fab-Rinaldi, a cura di N . N. (Pavia) . L . 50 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, a bri (Rimini) . L. iz.ooo; Elda Antonelli

Borsa : Edmea Re, insegnante e cooperatrice, cura di Maria Merlo (Torino) . L. so .ooo . (Perugia) . L . x5 .000 ; Maria Dotti (Mon-taldo Bormida - Alessandria) . L . ro .ooo ;

in ricordo e suffragio, a cura della nipote Borsa : Maria Ausiliatrice, S. G. Bosco e Luisa Bertoldo (Arzignano - Vicenza) .Maria Pia Speciani in ottemperanza al desi- ven. D. M . Rua, in suffragio dei miei defunti L . 2 .000 .derio della defunta (Milano) . L . too .ooo . e invocando protezione, a cura di Rosina Maizza Borsa : San Domenico Savio, p. g . r ., a curaBorsa : Maria Ausiliatrice, in memoria e suf- (Monopoli - Bari) . L . 50 .000 . di Teresa Gulliotti (Perugia) . L . 20 .000 ;fragio di don Giuseppe Pianca nel quinto Borsa : Sacro Cuore di Gesù e S. G. Bosco, Spreafico Virginia ved. Colombo (Lecco) .anniversario della morte, a cura delle sorelle a cura della cooperatrice Luisa Mirabile L. iz .ooo ; Ernesto Chiri (Trento) . L . 12 .000 ;(Treviso) . L. 50 .000. (Menfi - Agrigento) . L . 50 .000 . Ines Greco (Sestri Levante) . L. t .0o0 ;Borsa : Franca Genetti, in memoria e suffragio, Borsa : Maria Ausiliatrice e S . G. Bosco, a Carmela Raiola (Torre del Greco - Napoli) .a cura dei familiari . L. 50 .000 . cura di Guglielmo Negrini (Pisogne - Brescia) . L . 5 .000 .Borsa : San Giovanni Bosco, a cura di S .C.A. L . 50.000 . Borsa : Don Filippo Rinaldi, a cura di(Asti) . L. 50.000 . Borsa : S . Giuseppe, proteggete mio figlio! Albina Garbarino (Favale di M . Genova) .Borsa : Maria Ausiliatrice e S. G . Bosco, in a cura di N. N. L . 50 .000 . L . iz .ooo ; Umberto Dadone (Revigliascosuffragio dei defunti, a cura di N . N . (Monza) . Borsa : Virginia e Daniele Ruschena, a cura di d'Asti) . L . iz .ooo ; Angela Geromini (Borgo-L . 50 .000 . Morando Ruschena (Alessandria) . L . 50 .000 . manero - Novara) . L . r2 .ooo ; Salvatore VitaleBorsa : Maria Ausiliatrice, a cura di N . N. Borsa : Maria Ausiliatrice, S . G. Bosco e (Maniago - Pordenone) . L . ro .ooo ; Rosina(Torino) . L. 50.000 . Don F. Rinaldi, continuate a proteggerci, a Savoini (Briga) . L . 5 .000 .Borsa: Don Andrea Beltrami e S. Antonio, cura di Margherita Ricoveri Fantoni (Mestre - Borsa : Papa Giovanni XXIII, in ringrazia-a cura di una nonna. L . 50 .000. Venezia) . L . 50.000 . mento, a cura di Maria Collo (Udine) .Borsa : Don Bosco, in memoria e suffragio di Borsa : Maria Ausiliatrice e

Bosco, a_Don L. 6.ooo; Rina Vanini (Carona - Bergamo) .L. T ., a cura di F . C . (Genova) . L . 50.ooo . cura di Lucia Bertini (Dovadola - Forlì) . L. r2 .ooo ; Piera Vicario (Borgomanero) .Borsa : Sacro Cuore di Gesù, Maria Ausilia- L . 50 .000 . L. x2 .000; Sivalli Jole Telò (Novara) .trice, S. G. Bosco e Mamma Margherita, in Borsa : Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, a L. zo .ooo .ringraziamento e invocando continua protezione, cura di Paola Calcaterra (Cantù - Milano) . Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, aa - cura di N . N., L . 50 .000 . L. 50 .000 . cura di N. N. L . [0 .000 ; Scipione ConteBorsa : Maria Ausiliatrice e S. G. Bosco, a Borsa : Buset Antonietta, a cura dei genitori (Monselice - Padova) . L . 2o .ooo ; Angelinocura di N. N. L. 50 .000 . (Pordenone - Udine) . L . 50 .000 . Marione Luigi (Torino). L . ro .00o ; ArtaleBorsa : Viva Maria! a cura di N. N. (Carma- Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, in Ida (Napoli) . L . 5 .000 ; Pietruccia Ortu

(Osilo - Sassari) . L. 6 .ooo .gnola). L . 50 .000 . suffragio delle anime dei miei cari defunti, aBorsa : Maria Ausiliatrice, in ringraziamento, cura di Lina Verri (Finale Ligure) . L . 50 .000 . Borsa: San Giovanni Bosco a S. D. Savio,

a cura del prof. Salvatore Stella (Catania) .a cura di Miranda Vogliazzo Ansaldi (La Borsa : Sacro Cuore di Gesù e Maria Ausi- L . [0 .000 ; Margherita Mattivi (Bedollo -Loggia - Torino) . L . 50 .000 . liatrice, a cura di Grignolo Cellerio Clara Trento) . L . ro .oo0 ; Angela Giromini (Bor-Borsa : Divina Provvidenza, a cura di Fran- (Cuneo) . L . 50 .000 . gomanero) . L . t5 .ooo ; Antonietta Dalleracesco Boglione (Torino) . L. 5o .000 . Borsa :. Maria Ausiliatrice e S. G . Bosco, in (Belgioioso - Pavia). L. r5 .ooo .Borsa : San Giovanni Bosco, S. D . Savio e ringraziamento, a cura di N. N. (Pinerolo - Borsa : Don Giorgio Seriè, in ricordo e suf-Papa Giovanni XXIII, a cura della famiglia Torino) . L . 50 .000 . fragio, a cura di Suor Clotilde MazzuccoDe Guglielmi (Oneglia) . L. 62 .000 . Borsa : Maria Ausiliatrice e Don Bosco, a (Spigno Monferrato - Alessandria) . L . [0 .000 ;Borsa : Giuseppina Rivola in Dalla Vecchia, cura di Maria Valota (Bergamo) . L. iz.ooo ; Anna Maria Musso . (Torino). L . 20 .000 ;a cura dello zio sac . Adolfo Morigi, Parroco Carmen Pianta (Svizzera) . L . 14.500 ; Rosa N. N. L . zo.ooo .

(csxxn vÀ)

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I cousRrI LIBRI CHE SI `BEVONO" D'UN FIfiTO

vuno stimolante mosaico di argomentiari per il lettore moderno desiderosodi conoscere .1 problemi della vili .: risposte concreteed esaurienti ad alcuni importantiinterrogativi dell'uomo negli specificisettori della psicologia, medicina, pe-dagogia e religione.VKa aggio. : storie vere di guerra e dielle più

spionaggio.drammatiche vicendee alcuned

Profili : la vita e l'opera dei massiminea-JohnseRobertKennedy-G ndhi-LutherKing-Che Guevara-Papa Gio-vanni . che con il loro esempio hannoaperto nuove frontiere agli uomini .Per queste qualità di contenuto e laconcisione con cui ogni argomento éstato trattato . i Colibri sono libri che tuttidevono leggere .1' GRUPPOBRIVIDO E SPIEUna corsa col fiato sospeso sul sentie-ro di dieci autentiche storie ricche disuspense e di tensione. L. 400ESSERE DONNA OGGISuggerimenti, nuove visuali, schienesoluzioni per la donna moderna chevuoi trovare un equilibrio interiore persé e per gli altri L.400GIOVANI SI DIVENTAGli infiniti problemi dei giovani esami-nati con la delicatezza e la sensibilitàche essi cercano.

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