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NORMA ITALIANA Pagina I UNI 9494-2:2012  © UNI Riproduzione vietata. T utti i diritti s ono riservati. Nessuna parte del presente documento può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza il consenso scritto dell’UNI. www.uni.com UNI Ente Nazionale Italiano di Unificazione Via Sannio, 2 20137 Milano, Italia  UNI 9494-2 GIUGNO 2012 Sistemi per il controllo di fumo e calore Parte 2: Progettazione e installazione dei Sistemi di Evacuazione Forzata di Fumo e Calore (SEFFC) Smoke and heat control systems Part 2: Design and installation for powered smoke and heat exhaust ventilators (PSHEVS) La norma stabilisce i criteri di progettazione e installazione dei Sistemi di Evacuazione Forzata di Fumo e Calore (SEFFC) in caso d’incendio. La norma si riferisce ai Sistemi di Evacuazione Forzata di Fumo e Calore (SEFFC) in ambienti di altezza h  pari ad almeno 3 m, aventi superficie minima di 600 m 2 . La norma contiene prospetti e procedure per il calcolo delle altezze libere da fumo al fine di rispettare i requisiti imposti dai diversi livelli di protezione. Il dimensionamento dell’impianto secondo la presente norma non si applica ai seguenti casi: - ambienti a rischio di esplosione; - corridoi; - corridoi con scale. TESTO ITALIANO La presente norma, unitamente alla UNI 9494-1:2012, sostituisce la UNI 9494:2007. ICS 13.22 0.20; 23.120 Corretta il 25 ottobre 2012 Licenza d'uso concessa a UNIVERSITÀ CENTRO ATENEO DOCUMENTAZIONE POLO MONTE DAGO per l'abbonamento anno 2012. Licenza d'uso interno su postazione singola. Riproduzione vietata. È proibito qualsiasi utilizzo in rete (LAN, internet, ecc.).

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UNI 9494-2

GIUGNO 2012

Sistemi per il controllo di fumo e caloreParte 2: Progettazione e installazione dei Sistemi diEvacuazione Forzata di Fumo e Calore (SEFFC)

Smoke and heat control systemsPart 2: Design and installation for powered smoke and heat exhaust ventilators(PSHEVS)La norma stabilisce i criteri di progettazione e installazione deiSistemi di Evacuazione Forzata di Fumo e Calore (SEFFC) in casod’incendio.La norma si riferisce ai Sistemi di Evacuazione Forzata di Fumo eCalore (SEFFC) in ambienti di altezzah pari ad almeno 3 m, aventisuperficie minima di 600 m2. La norma contiene prospetti eprocedure per il calcolo delle altezze libere da fumo al fine di

rispettare i requisiti imposti dai diversi livelli di protezione.Il dimensionamento dell’impianto secondo la presente norma nonsi applica ai seguenti casi:- ambienti a rischio di esplosione;- corridoi;- corridoi con scale.

TESTO ITALIANO

La presente norma, unitamente alla UNI 9494-1:2012, sostituiscela UNI 9494:2007.

ICS 13.220.20; 23.120

Corretta il25 ottobre 2012

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Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le partiinteressate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale statodell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’artein evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano diUnificazione, che li terrà in considerazione per l’eventuale revisione della norma stessa.

Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni odi aggiornamenti.È importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di essere in possessodell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare l’esistenza di norme UNI corrispondenti allenorme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi.

PREMESSALa presente norma è stata elaborata sotto la competenza dellaCommissione Tecnica UNIProtezione attiva contro gli incendi

La Commissione Centrale Tecnica dell’UNI ha dato la sua

approvazione il 9 aprile 2012.

La presente norma è stata ratificata dal Presidente dell’UNI ed èentrata a far parte del corpo normativo nazionale il 7 giugno 2012.

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INDICE

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INTRODUZIONE 1

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE 1

2 RIFERIMENTI NORMATIVI 2

3 TERMINI E DEFINIZIONI 2

4 SIMBOLI ED ABBREVIAZIONI 4

5 GENERALITÀ 55.1 Principi di funzionamento degli impianti SEFFC...................................................................... 55.2 Schema degli impianti SEFFC........................................................................................................... 5

figura 1 Illustrazione schematica di un impianto SEFFC................................................................................. 6

6 PROGETTAZIONE 76.1 Generalità .................................................................................................................................................... 76.2 Principi............................................................................................................................................................ 7

figura 2 Schema di suddivisione in compartimenti e grandezze di riferimento per il calcolo.............. 86.3 Altezza del locale...................................................................................................................................... 8

figura 3 Individuazione dell’altezza del locale nel caso di edifici con copertura a shed.......................96.4 Altezza dello strato libero da fumo - Altezza delle barriere al fumo..............................96.5 Superficie del compartimento a soffitto......................................................................................... 96.6 Calcolo della portata di aspirazione e della temperatura dei fumi estratti................. 9

prospetto 1 Calcolo del gruppo di dimensionamento di un impianto SEFFC............................................... 10prospetto 2 Portata volumetrica di aspirazione in m3 /h per ogni compartimento a soffitto...................... 11prospetto 3 Temperatura media dei fumi F,media (°C)......................................................................................... 11

prospetto 4 Temperatura locale dei fumi F,locale (°C) per la determinazione della classedi temperatura dei componenti dell’impianto SEFFC.................................................................... 12

6.7 Afflusso/Alimentazione dell'aria esterna.................................................................................... 126.8 Ambienti di piccole dimensioni....................................................................................................... 126.9 Prescrizioni sui componenti e per la progettazione............................................................. 12

prospetto 5 Classi minime di temperatura per i componenti dell'impianto SEFFC..................................... 13figura 4 Definizione delle grandezze rilevanti per la determinazione del numero minimo di

punti di estrazione necessari .................................................................................................................15figura 5 Nomogramma............................................................................................................................................. 16prospetto 6 Fattore di correzionec z per diverse aperture di mandata aria................................................... 17prospetto 7 Densità corrispondenti alle diverse temperature medie dei fumi F,media ............................. 18

7 INSTALLAZIONE, COMPONENTI E SISTEMA 237.1 Generalità................................................................................................................................................... 237.2 Installazione ventilatori........................................................................................................................ 247.3 Installazione condotte.......................................................................................................................... 247.4 Installazione delle prese d’aria....................................................................................................... 247.5 Installazione delle barriere al fumo.............................................................................................. 247.6 Installazione dei comandi.................................................................................................................. 247.7 Installazione delle linee e dei quadri........................................................................................... 24

8 DOCUMENTAZIONE (MANUALE) DELL’IMPIANTO 25

APPENDICE A CALCOLO DELLA PORTATA VOLUMETRICA NEL CASO DI RILASCIO(normativa) TERMICO DI 600 kW/m2 26A.1 Generalità................................................................................................................................................... 26

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prospetto A.1 Portata volumetrica di aspirazione (m3 /h) per ogni compartimento a soffitto (dato unrilascio termico di 600 kW/m2) ..............................................................................................................26

prospetto A.2 Temperatura media del fumo F (°C) dato un rilascio termico di 600 kW/m2 ...................... 26prospetto A.3 Temperatura locale del fumo F,locale (°C) per la determinazione della classe di temperatura

degli elementi di un impianto SEFFC dato un rilascio termico di 600 kW/m2 ....................... 27prospetto A.4 Densità corrispondenti alle diverse temperature medie dei fumi F,media ............................. 27

APPENDICE B PRINCIPI DI DIMENSIONAMENTO 28(informativa)B.1 Modello di calcolo.................................................................................................................................28

prospetto B.1 Ipotesi di calcolo per un rilascio termico di 300 kW/m2................................................................ 28B.2 Ambienti protetti con SEFFC e con altri impianti antincendio.......................................28

APPENDICE C SPINTA DI GALLEGGIAMENTO 30(informativa)C.1 Generalità..................................................................................................................................................30

figura C.1 Differenziale di pressione in funzione della temperatura dello strato dei fumi e dellaquota h all’interno di questo (T 0 = 20 °C) ..........................................................................................30

C.2 Nota sulle caratteristiche dei ventilatori....................................................................................31figura C.2 Portata di massa elaborata dal ventilatore e portata volumetrica in funzione della

temperatura .................................................................................................................................................31

APPENDICE D SCHEMI E TIPOLOGIE DEGLI IMPIANTI SEFFC 32(informativa)D.1 Generalità..................................................................................................................................................32D.2 Classificazione........................................................................................................................................ 32

figura D.1 Esempio SEFFC-DSNS con aspirazione diretta per un unico compartimento a soffitto,per singolo compartimento antincendio ad immissione aria esterna naturale ...................... 33

figura D.2 Esempio SEFFC-MSNS con aspirazione canalizzata per un unico compartimento asoffitto, per singolo compartimento antincendio ad immissione aria esterna naturale ................... 33

figura D.3 Esempio SEFFC-CSNS con aspirazione centralizzata per tre diversi compartimenti asoffitto, per singolo compartimento antincendio ad immissione aria esterna naturale ................... 34

figura D.4 Esempio di due SEFFC per compatimenti antincendio singoli (SEFFC-CSNS quello alpiano superiore e SEFFC-DSNS quello al piano inferiore) applicati ad un unico edificio .............. 34

figura D.5 Esempio SEFFC-CMNS per compartimenti antincendio multipli di un unico edificio........ 35figura D.6 Esempio SEFFC-CMFS con immissione forzata dell'aria esterna per compartimenti

antincendio multipli...................................................................................................................................35figura D.7 Edifici monopiano con galleria interna coperta (mall) (priva di scale, scale mobili o altre

strutture verticali di esodo) predisposta per l'evacuazione del fumo ....................................... 36figura D.8 Edifici multipiano con galleria interna coperta (mall) priva di scale, scale mobili o altre

strutture verticali di esodo) predisposta per l’evacuazione del fumo ....................................... 37figura D.9 Edifici con balconi non destinati a vie di esodo............................................................................... 37

APPENDICE E DOCUMENTAZIONE DI PROGETTO 38(normativa)E.1 Generalità..................................................................................................................................................38E.2 Fase preliminare....................................................................................................................................38E.3 Fase successiva (progetto definitivo e/o esecutivo).......................................................... 39

APPENDICE F LINEE GUIDA PER LA DETERMINAZIONE DEL GRUPPO DI(informativa) DIMENSIONAMENTO 40F.1 Generalità..................................................................................................................................................40F.2 Criteri di scelta per la determinazione del tempo di intervento....................................40

prospetto F.1 Valori medi dei tempi di intervento dei VVFF................................................................................... 41F.3 Classificazione ai fini della determinazione della velocità di propagazione

dell’incendio............................................................................................................................................. 42

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prospetto F.2 Gruppi di pericolo e corrispondenti velocità di propagazione dell’incendio........................... 42F.4 Indicazioni circa la determinazione del rilascio termico ....................................................42

APPENDICE G INTEGRAZIONE DI UN SEFFC IN IMPIANTI HVAC 43(informativa)G.1 Generalità ..................................................................................................................................................43G.2 Raccomandazioni..................................................................................................................................43

prospetto G.1 Esempio di matrice di funzionamento................................................................................................. 44

BIBLIOGRAFIA 45

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INTRODUZIONEIn caso di incendio i sistemi per l’evacuazione di fumo e calore creano e mantengono unostrato libero da fumo al di sopra del pavimento mediante la rimozione del fumo stesso.Essi servono inoltre a evacuare contemporaneamente i gas caldi rilasciati da un incendiodurante le fasi di sviluppo.L’utilizzo di tali sistemi per creare zone libere da fumo al di sotto di uno strato di fumo in

sospensione è ormai ampiamente diffuso. È solidamente dimostrato il loro valorenell’agevolare l’evacuazione delle persone da edifici e da altri fabbricati, nel ridurre i dannie le perdite finanziarie provocati dall’incendio prevenendo danni da fumo, facilitandol’accesso all'edificio per la lotta contro l’incendio grazie al miglioramento della visibilità, nelridurre le temperature delle strutture portanti e del tetto e nel ritardare il diffondersi lateraledegli effluenti gassosi.Per ottenere tali vantaggi è essenziale che i sistemi per l’evacuazione di fumo e caloresiano completamente funzionanti ed affidabili ogniqualvolta devono essere azionati nelperiodo in cui rimangono installati.Un sistema di evacuazione di fumo e calore (cui si fa riferimento nella presente normacome SEFC) è un impianto di sicurezza destinato a svolgere un ruolo positivo in unasituazione d’emergenza dovuta a un incendio.I Sistemi di Evacuazione di Fumo e Calore aiutano a:- mantenere le vie di esodo e gli accessi liberi da fumo;- agevolare le operazioni di lotta contro l’incendio creando uno strato libero da fumo;- ritardare e/o prevenire il “flash over ” e quindi lo sviluppo generalizzato dell’incendio;- limitare i danni agli impianti e alle merci;- ridurre gli effetti termici sulle strutture;- ridurre i danni provocati dai gas di combustione e dalle sostanze tossiche e/o

corrosive originate dalla combustione.La norma, relativa ai sistemi di evacuazione forzata di fumo e calore, è parte di una serierelativa ai sistemi di controllo di fumo e calore che consiste delle seguenti parti:- parte 1: progettazione e installazione dei sistemi di evacuazione naturale di fumo e calore;- parte 2: progettazione e installazione dei sistemi di evacuazione forzata di fumo e calore;- parte 3: controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di evacuazione di fumo e calore;- parte 4: metodi ingegneristici per la progettazione dei sistemi di evacuazione fumo e

calore.

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONELa presente norma stabilisce i criteri di progettazione e installazione dei Sistemi diEvacuazione Forzata di Fumo e Calore (SEFFC) in caso d’incendio.La presente norma si riferisce ai Sistemi di Evacuazione Forzata di Fumo e Calore(SEFFC) in ambienti di altezzah pari ad almeno 3 m, aventi superficie minima di 600 m2.La norma contiene prospetti e procedure per il calcolo delle altezze libere da fumo al finedi rispettare i requisiti imposti dai diversi livelli di protezione.Il dimensionamento dell’impianto secondo la presente norma non si applica ai seguenticasi:- ambienti a rischio di esplosione;- corridoi;- corridoi con scale.La presente norma può essere tenuta in considerazione anche in tutte le altre condizioni

di installazione dei SEFFC; in ogni caso, al di fuori del campo di applicazione, si puòricorrere ai metodi dell’approccio ingegneristico.

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2 RIFERIMENTI NORMATIVILa presente parte della norma rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizionicontenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriatidel testo e sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successivemodifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdottenella presente parte della norma come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti nondatati vale l'ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gliaggiornamenti).UNI 9795 Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme di

incendio - Progettazione, installazione ed esercizioUNI EN 54 (serie) Sistemi di rivelazione e di segnalazione d'incendioUNI EN 1364-2 Prove di resistenza al fuoco per elementi non portanti - SoffittiUNI EN 12101-1 Sistemi per il controllo di fumo e calore – Parte 1: Specifiche per le

barriere al fumoUNI EN 12101-3 Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 3: Specifiche per gli

evacuatori forzati di fumo e caloreUNI EN 12101-7 Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 7: Condotte per il

controllo dei fumiUNI EN 12101-8 Sistemi per il controllo di fumo e calore - Parte 8: Serrande per il

controllo dei fumiUNI EN 12101-10 Sistemi per il controllo del fumo e del calore – Parte 10:

Apparecchiature di alimentazioneUNI EN 13501-1 Classificazione al fuoco dei prodotti e degli elementi da

costruzione - Parte 1: Classificazione in base ai risultati delleprove di reazione al fuoco

UNI EN 13501-3 Classificazione al fuoco dei prodotti e degli elementi dacostruzione - Parte 3: Classificazione in base ai risultati delleprove di resistenza al fuoco dei prodotti e degli elementi impiegatiin impianti di fornitura servizi: condotte e serrande resistenti alfuoco

UNI EN 15423 Ventilazione degli edifici - Misure antincendio per i sistemi didistribuzione dell'aria negli edifici

prEN 12101-9:2011 Smoke and heat control systems - Part 9: Control panelsCEI 20-45 Cavi isolati con mescola elastomerica, resistenti al fuoco, non

propaganti l'incendio, senza alogeni (LSOH) con tensionenominale U0/U di 0,6/1 kV

CEI 20-105 Cavi elettrici resistenti al fuoco, non propaganti la fiamma, senzaalogeni, con tensione nominale 100/100 V per applicazioni in sistemifissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme d'incendio

CEI EN 50200 Metodo di prova per la resistenza al fuoco di piccoli cavi nonprotetti per l’uso in circuiti di emergenza

3 TERMINI E DEFINIZIONIAi fini della presente norma si applicano i termini e le definizioni seguenti.

3.1 altezza del locale: Distanza tra il livello più alto del pavimento e la media delle altezze delpunto più alto e del punto più basso del tetto.

3.2 ambiente da proteggere: Locale o parte di locale, di un edificio, oggetto di evacuazione difumo e gas caldi, che è equipaggiato da un SEFC (o sotto sistema di un SEFC) e che è

attivato da un solo dispositivo o da un gruppo di dispositivi correlati con l’ambiente. Unambiente contiene almeno un compartimento a soffitto.

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3.3 apparecchiatura di alimentazione: Sorgente e/o accumulo di potenza necessari pergarantire il funzionamento del sistema.

3.4 barriera al fumo: Dispositivo per convogliare, contenere e/o prevenire la migrazione delfumo e degli effluenti prodotti dall’incendio.

Nota Le barriere al fumo possono anche essere indicate come cortine di contenimento fumo.

3.5 colonna di fumo: Flusso di gas combusti che sale dal focolaio e alimenta lo strato di fumo(plume ).

3.6 compartimento a soffitto (serbatoio di fumo): Volume all’interno di un ambiente limitato ochiuso dal soffitto e dalle barriere al fumo o da elementi strutturali per trattenere il fumoche stratifica in caso di incendio.

3.7 compartimento (compartimento antincendio): Parte della costruzione organizzata perrispondere alle esigenze della sicurezza in caso di incendio e delimitata da elementicostruttivi idonei a garantire, sotto l’azione del fuoco e per un dato intervallo di tempo, lacapacità di compartimentazione.

3.8 condotta di controllo del fumo: Condotta utilizzata in un sistema per controllare ilmovimento e/o il contenimento del fumo e del calore.

3.9 condotta di controllo del fumo per singoli compartimenti: Condotta di controllo del fumo,costituita da più di una sezione, destinata all’uso per singoli compartimenti e progettataper convogliare fumo e gas caldi lontano dall’origine dell’incendio.

3.10 condotta di controllo del fumo per compartimenti multipli: Condotta di controllo del fumo,costituita da più di una sezione e avente caratteristiche di resistenza al fuoco, destinataall’uso per molteplici compartimenti e progettata per convogliare fumo e gas caldi lontanodall’origine dell’incendio.

3.11 durata convenzionale di sviluppo dell'incendio: Tempo che si assume intercorra tra loscoppio dell'incendio e l'inizio delle operazioni di estinzione, assunto per ildimensionamento del sistema.

3.12 gruppo di dimensionamento: Grandezza ausiliaria per il dimensionamento di un sistemadi evacuazione di fumo e calore (SEFC).

3.13 installatore di SEFC: Persona fisica o giuridica che, avendone le competenze, èresponsabile di realizzare, secondo la regola dell’arte, la posa in opera di tutti icomponenti, i collegamenti necessari e la verifica di primo funzionamento del SEFC(esclusi gli impianti di interfaccia per esempio impianti di rivelazione incendio), inconformità ad un progetto.

Nota L’installatore di sistema SEFC può affidare l’esecuzione di parti del SEFC a diversi soggetognuno di soltanto una o più parti del SEFC; che nel linguaggio comune possono anche ess“installatori”.

3.14 posizione antincendio: Stato del sistema dopo la rivelazione d’incendio generatomanualmente o automaticamente.

3.15 progetto: Insieme dei documenti che vengono predisposti per la realizzazione di un SEFC.

3.16 serranda di controllo del fumo: Dispositivo, attivato automaticamente o manualmente,che può essere aperto o chiuso nella sua posizione operativa di controllo del flusso difumo e gas caldi verso, da o all’interno di, una condotta.

3.17 serranda di controllo del fumo per singolo compartimento: Serranda di controllo del fumodestinata all’impiego in compartimenti singoli. Può essere associata ad un sistema dicondotte di controllo del fumo per singolo compartimento e può essere installata su pareteesterna o a soffitto.

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3.18 serranda di controllo del fumo per compartimenti multipli: Serranda di controllo del fumocon caratteristiche di resistenza al fuoco destinata all’impiego per molteplicicompartimenti. Può essere associata ad un sistema di condotte di controllo del fumo perpiù compartimenti e può essere installata in corrispondenza della suddivisione tradifferenti compartimenti antincendio.

3.19 sistema di evacuazione di fumo e calore (SEFC): Componenti selezionati per lavorare

congiuntamente al fine di evacuare fumo e calore in modo da creare uno strato insospensione di gas caldi al di sopra di aria più fredda e più pulita.

3.20 sistema di evacuazione forzata di fumo e calore (SEFFC): Sistema di evacuazione di fumoe calore in cui l’evacuazione è provocata dallo spostamento di gas attraverso l’utilizzo diuno o più ventilatori motorizzati.

3.21 stato di anomalia: Stato rilevato dal sistema di controllo che indica che un componentenon è nella sua condizione normale. Lo stato richiede l’intervento del responsabile internoed un eventuale operazione di manutenzione.

3.22 stato di guasto: Stato rilevato durante le operazioni di sorveglianza o controllo cherichiede un operazione di manutenzione.

3.23 stato di veglia: Condizione di attesa normale del sistema che precede il passaggio ad unadelle altre tre condizioni, stato di anomalia, stato di guasto, posizione antincendio.

3.24 strato di aria libera da fumo: Zona compresa fra il livello del pavimento e il limite inferioredello strato di fumo in cui la concentrazione del fumo è minima e le condizioni sono tali dapermettere il movimento agevole di persone.

3.25 strato di fumo: Volume a soffitto in cui stratificano fumi e gas caldi prodotti dall’incendio.

3.26 tasso di emissione di calore (rilascio termico): Quantità di calore, espressa in kW/m2, perunità di tempo e di superficie.

3.27 velocità di propagazione: Velocità di avanzamento del fuoco all'interno della zonainteressata dall'incendio.

3.28 ventilatore per SEFFC: Apparecchio specificatamente progettato per convogliare fumo egas caldi all’esterno di un edificio in caso di incendio.

4 SIMBOLI ED ABBREVIAZIONIAi fini della presente norma si applicano i simboli e le abbreviazioni seguenti.As superficie del compartimento a soffitto, in metri quadrati;y altezza dello strato di aria libera da fumo, in metri;h altezza del locale da proteggere, in metri;h b altezza della barriera al fumo, in metri;Af superficie del focolaio, in metri quadrati;z altezza dello strato di fumo (h - y ), in metri; F, media temperatura media dei fumi (°C); F, locale temperatura locale dei fumi (°C);

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5 GENERALITÀ

5.1 Principi di funzionamento degli impianti SEFFCI SEFFC permettono di mantenere a pavimento uno strato di aria libera da fumo al disopra del quale galleggia lo strato di fumo e gas caldi che vengono convogliati all'esternoattraverso l’utilizzo di uno o più ventilatori motorizzati.

Anche se esiste un effetto congiunto tra azione del ventilatore e spinta di galleggiamento,l'utilizzo di un sistema meccanico permette l’evacuazione dei fumi dal compartimento asoffitto interessato dall’incendio in modo indipendente dalla spinta generata dalladifferenza di densità dell'aria tra la base e la sommità dell'ambiente stesso.

5.2 Schema degli impianti SEFFCI SEFFC sono costituiti per lo meno da un ventilatore e da dispositivi per l’immissionedell’aria esterna attivati automaticamente o manualmente.I SEFFC, oltre ad essere composti da uno o più ventilatori, possono prevedere l'impiegodi opportune canalizzazioni, serrande di controllo del fumo, griglie di ripresa e mandatadell'aria ed altri accessori descritti nel seguito.

La figura 1 rappresenta un esempio di un impianto SEFFC e dei suoi componenti. Gliesempi non sono esaustivi; altri possibili schemi di impianto sono rappresentatinell’appendice D.

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figura 1 Illustrazione schematica di un impianto SEFFCLegenda1 Compartimento antincendio2 Compartimento a soffitto3 Apertura per l’afflusso di aria esterna4 Barriera al fumo o elemento strutturale

5 Ventilatore per SEFC6 Serranda per il controllo del fumo per singolo compartimento7 Condotta per l'evacuazione dei fumi per compartimento singolo8 Condotta per l'evacuazione dei fumi per compartimenti multipli9 Serranda per il controllo del fumo per compartimenti multipli montata a parete o a pavimento10 Serranda per il controllo del fumo per compartimenti multipli montata sulla superficie del

condotto11 Sistema di controllo/alimentazione elettrica

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6 PROGETTAZIONE

6.1 GeneralitàLa progettazione di un SEFFC deve essere basata sul processo di analisi e valutazionedel rischio incendio per l’attività in esame e di tutte le condizioni e fattori che possonoinfluenzare il sistema stesso.

Tutte le informazioni che identificano l’attività da cui il progettista ricava i parametri dicalcolo devono essere ricavate da documenti appropriati o comunicate da persone che nesono responsabili.Nella considerazione che la protezione incendio debba essere vista nel suo complesso, si devetenere conto delle possibili interazioni tra il SEFFC e le altre misure di protezione previste.Nella progettazione si deve tener conto altresì dei vincoli strutturali dell’edificio servito edelle interferenze con gli impianti dell’edificio che potrebbero influenzare la prestazionedel SEFFC.Il SEFFC deve essere in grado di essere attivato e garantire l’evacuazione del fumo e delcalore anche in condizioni climatiche avverse.La documentazione progettuale deve essere redatta in conformità con l’appendice E.

6.2 PrincipiIl dimensionamento dei SEFFC dipende dal tempo convenzionale di sviluppodell'incendio e dalla velocità media di propagazione del fuoco (che determinano il gruppodi dimensionamento) oltre che dal rilascio termico e dall’altezza dello strato libero da fumoche si desidera raggiungere nel locale (vedere figura 2).Tramite questi parametri è possibile calcolare la portata volumetrica da aspirare inciascun compartimento al soffitto e la temperatura dei fumi prevista.In base a questi valori ed alla tipologia dell'edificio è possibile selezionare i componentidel SEFFC e procedere con la progettazione dell'intero impianto.Per il dimensionamento si suppone:

- accensione tempestiva dell’impianto di estrazione del fumo, in seguito allarivelazione della presenza di incendio tramite sensori di rivelazione di fumo oppurein seguito all’intervento del personale di sorveglianza presente in loco;

- per gli usi consueti, si assume un tempo convenzionale previsto di sviluppodell’incendio fino all’inizio delle operazioni di estinzione di 10 min;

- corretto dimensionamento delle superfici attraverso le quali avviene l’afflussodell’aria di ricambio. In particolare, il sistema di alimentazione dell’aria di ricambiodeve avere dimensioni sufficientemente grandi tali da evitare la turbolenza del fumoed essere distribuito in modo uniforme in prossimità del pavimento. Si supponeinoltre che il sistema di alimentazione dell’aria di ricambio entri in funzione almomento dell’accensione dell’impianto SEFFC;

- una suddivisione dei locali di grandi dimensioni in compartimenti antifumo tramitecortine antifumo;- un rilascio termico del materiale coinvolto dall'incendio uguale o inferiore a

300 kW/m2 o 600 kW/m2;- condizioni di incendio non generalizzato;- temperature dei fumi inferiori alle condizioni diflash over .Qualora si faccia riferimento ad altre ipotesi per il dimensionamento si ricade al di fuori delcampo di applicazione della presente norma.

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figura 2 Schema di suddivisione in compartimenti e grandezze di riferimento per il calcoloLegenda1 Strato libero da fumo2 Colonna di fumo3 Strato di fumoy Altezza dello strato di aria libera da fumo in metri

h Altezza del locale da proteggere in metrih b Altezza della barriera al fumo in metriz Altezza dello strato di fumo (h - y ) in metriAae Superficie geometrica dell'apertura per l'afflusso di aria esternaQ out Portata di aria espulsa in m3 /hQ in Portata di aria immessa nel caso di immissione forzata in m3 /h

NOTA 1 m3 /h = 3 600 m3 /s.

6.3 Altezza del localeL’altezza h del locale è l’altezza libera interna, nel caso di copertura orizzontale e l’altezzamedia nel caso di copertura inclinata.Nel caso di tetti a shed l’altezza del locale da considerare corrisponde all’altezza mediamisurata dal pavimento (vedere figura 3).Negli ambienti con pavimenti con pendenze di rilievo, per esempio locali di pubblicospettacolo, gradinate con posti a sedere a quote diverse, ecc., il punto zero per la misuradella altezza (h ) è quello dell’ingresso d’aria a quota più alta.

Soltanto i soffitti autoportanti e controsoffitti che possiedono una resistenza al fuocoindipendentemente da ogni elemento costruttivo soprastante possono essere consideratisoffitti.Questi devono essere sottoposti a prova secondo la UNI EN 1364-2 con condizione diesposizione al fuoco da sotto.La loro applicazione deve avvenire nel rispetto del campo di applicazione del rapporto diprova della UNI EN 1364-2 (tempo di resistenza al fuoco).

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figura 3 Individuazione dell’altezza del locale nel caso di edifici con copertura a shedLegendah Altezza del locale da proteggere in metri

6.4 Altezza dello strato libero da fumo - Altezza delle barriere al fumo

Si definisce l’altezza dello strato libero dal fumoy come la distanza fra il pavimento e lasuperficie inferiore dello strato di fumo. Lo strato libero da fumo serve per:- far fuoriuscire le persone in completa sicurezza;- permettere alla squadra di intervento di mettere in salvo persone, animali e oggetti;- rendere possibile un’efficace estinzione dell’incendio;- attenuare i danni dovuti all’incendio conseguenti al calore e al fumo generati.L’altezza minima dello strato di aria libera da fumo deve essere pari a 2,5 m.Quando l’altezza dello strato di aria libera da fumoy 4 m le barriere al fumo devonoscendere al di sotto allo strato di fumo per almeno 0,5 m. Di conseguenza, l’altezzaminima da terra delle barriere al fumo è di 2 m.

Quando lo strato di aria libera da fumoy > 4 m, l’altezza delle barriere al fumo deve esserealmeno pari all’altezza dello strato di fumoz . In ogni caso, le barriere al fumo devonoscendere per almeno 1,0 m dalla quotah come definita al punto 6.3.

Nota Se il SEFFC ha lo scopo di proteggere materiali, merci o manufatti sensibili al fumo, il limitestrato di fumo dovrebbe essere mantenuto distante almeno 0,5 m dagli stessi.

6.5 Superficie del compartimento a soffittoIl dimensionamento degli impianti SEFFC ai sensi della presente norma presuppone chei locali da proteggere abbiano una superficie1 600 m2 o che questi vengano suddivisitramite barriere al fumo conformi al punto 6.4 in compartimenti a soffitto con unasuperficie massimaAs di 1 600 m2.La distanza massima tra due cortine antifumo oppure tra una barriera al fumo e la pareteadiacente deve essere <60 m. Non sono consentiti altri tipi di suddivisione (per esempio,elementi strutturali chiusi) oppure cortine con altezza inferiore a quella indicata.

Nota I compartimenti a soffitto sono delimitati sui 4 lati da barriere al fumo o da elementi strutturali

6.6 Calcolo della portata di aspirazione e della temperatura dei fumi estrattiIl calcolo della portata di aspirazione necessaria a raggiungere gli obiettivi di sicurezzadesiderati (altezza libera da fumo) è eseguito in funzione della potenza dell’incendioassociata al gruppo di dimensionamento.

6.6.1 Durata convenzionale di sviluppo dell’incendioLa durata convenzionale di sviluppo dell’incendio (t ) si compone di due parti:- t 1 tempo d’allarme;- t 2 tempo d’intervento.

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6.6.2 Tempo di allarmeIl tempo di allarme (t 1) tra lo scoppio dell’incendio ed il momento dell’allarme si assumepari a:- t 1 = 0 min in presenza di un sistema automatico di rivelazione incendio che aziona

automaticamente il SEFFC o con allarme trasmesso ad un locale presidiato h 24 conpersonale in grado di intervenire adeguatamente;

- t 1 = 5 min nel caso di edificio con presenza di persone h 24;- t 1 = 10 min in tutti gli altri casi.

Nota Nel caso in cui l’ubicazione e/o l’utilizzo dell’edificio non permette di essere sicuri che un incenessere individuato in massimo 10 min, si consiglia l’installazione di un sistema di rivelazione.

6.6.3 Tempo di interventoIl tempo di intervento (t 2) tra l’allarme e l’inizio delle operazioni di estinzione si assumepari a:- t 2 = 5 min nel caso di presenza h 24 di squadra di soccorso interno;- nel caso di squadra di soccorso esternat 2 = 10, 15, 20 min o maggiore, da definire in

funzione delle condizioni locali e comunque non minore di 10 min.Nota La valutazione delle condizioni di intervento dipende da fattori locali come per esempio distanza

condizioni climatiche, percorribilità strade, ecc. (vedere appendice F).

6.6.4 Gruppo di dimensionamentoIl gruppo di dimensionamento dell’impianto, corrispondente alla superficie dell’incendiodescritta nell’appendice B, si ricava dal prospetto 1 in funzione della durata convenzionaledi sviluppo dell’incendio e della velocità di propagazione attesa (vedere appendice F).In generale, il gruppo di dimensionamento 3 è da considerarsi come riferimento. Siconsideri il prospetto 1: si tratta, per esempio, del valore che risulta dall’incrocio tra la riga2 (che rappresenta un tempo convenzionale di sviluppo dell’incendio di 10 min) e lacolonna 3 (che rappresenta una velocità media di propagazione dell’incendio).L’utilizzo dei valori della colonna “bassa” del prospetto 1 è possibile soltanto per velocitàparticolarmente basse; l’utilizzo dei valori della colonna “alta" del prospetto 1 ènecessario quando il tipo di materiale e/o la sua sistemazione e/o quantità determinanocondizioni favorevoli allo sviluppo dell’incendio. Nell’appendice F sono riportateindicazioni per agevolare la valutazione della velocità di propagazione.Il gruppo di dimensionamento definito secondo il prospetto 1 può essere ridotto di una unitàin presenza di un impianto di estinzione automatico (per esempio impianti sprinkler, impiantia schiuma). Viceversa, se nel compartimento sono immagazzinati materiali con altezzamaggiore di 1,5 m, il gruppo di dimensionamento deve essere aumentato di una unità.Se a seguito delle ipotesi circa la durata convenzionale dell’incendio e circa la velocità dipropagazione del fuoco ci si trova all’interno del gruppo di dimensionamento 5, l’altezza

delle merci non deve essere maggiore di 1,5 m.prospetto 1 Calcolo del gruppo di dimensionamento di un impianto SEFFC

Colonna 1 2 3 4Riga Tempo convenzionale di

sviluppo dell’incendio (min)Velocità di propagazione dell’incendio

Bassa Media Alta1 5 1 2 32 10 2 3 43 15 3 4 54 20 4 5 -

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6.6.5 Portata volumetrica di aspirazione e temperature medie dei fumiPer ogni compartimento a soffitto, deve essere determinata, sulla base del prospetto 2, laportata volumetrica che l’impianto SEFFC deve evacuare. I principi posti alla base delcalcolo per i valori presenti nei prospetti sono spiegati nell’appendice B.I valori che seguono sono compatibili con un rilascio termico di 300 kW/m2. Laddove siipotizzasse un rilascio termico maggiore, fino a valori di 600 kW/m2, è possibile consultare

i prospetti presenti in appendice A.prospetto 2 Portata volumetrica di aspirazione in m3 /h per ogni compartimento a soffitto

prospetto 3 Temperatura media dei fumi F,media (°C)

Riga Altezza dello stratolibero da fumo (m)

Gruppo di dimensionamento1 2 3 4 5

1 2,5 29 000 46 000 75 000 128 000 223 0001)

2 3 34 000 55 000 88 000 145 000 248 0003 4 43 000 72 000 115 000 184 000 303 0004 5 50 000 85 000 143 000 229 000 366 0005 6 59 000 96 000 165 000 276 000 436 000

6 7 73 000 105 000 183 000 311 000 512 0007 8 88 000 121 000 197 000 342 000 580 0008 9 105 000 143 000 206 000 368 000 633 0009 10 123 000 166 000 231 000 387 000 681 000

1) In questa condizione è lecito supporre condizioni di incendio generalizzato (flash-over ) che rendono il sistemaSEFFC inefficace nella creazione di uno strato libero da fumo per proteggere le persone presenti nel locnecessario modificare il progetto per ottenere un Gruppo di Dimensionamento minore.

Riga Altezza dello stratolibero da fumo (m)

Gruppo di dimensionamento

1 2 3 4 51 2,5 160 210 290 400 5602 3 130 170 230 310 4303 4 100 120 150 210 2904 5 80 100 120 160 2105 6 70 90 100 120 1706 7 60 80 90 110 1407 8 50 70 90 100 1208 9 50 60 80 90 110

9 10 40 60 70 90 100

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prospetto 4 Temperatura locale dei fumi F,locale (°C) per la determinazione della classe di temperatura deicomponenti dell’impianto SEFFC

6.7 Afflusso/Alimentazione dell'aria esternaL’aria esterna di ricambio deve affluire nel locale ad altezza del pavimento in modonaturale, tramite apposite aperture, o in modo forzato tramite ventilatori di immissione.L’attivazione dell’immissione deve essere contestuale all’attivazione dell’impianto SEFFCe può avvenire automaticamente, tramite intervento del personale di emergenza, oppuretramite dispositivi speciali.

6.8 Ambienti di piccole dimensioniIn relazione all’entità delle portate in estrazione e alla velocità massima di immissionedell’aria, i prospetti di dimensionamento riportati nella presente norma hannoun’applicazione gestibile, dal punto di vista della realizzazione dell’impianto SEFFC, persuperfici dell’attività o del compartimento comprese tra 600 m2 e 1 600 m2, con unminimo, utilizzato nella determinazione dei suddetti prospetti, di 600 m2.Ciò non esclude la possibilità di installare impianti SEFFC anche per superfici minori di600 m2 o maggiori di 1 600 m2 laddove ne sia riscontrata l’effettiva necessità, per lesuperfici inferiori, o l’impossibilità di maggiori suddivisioni per le superfici maggiori, ma laprogettazione e il dimensionamento, in questi casi, devono essere oggetto di specificiapprofondimenti e analisi di fattibilità.In particolare, per superfici minori di 600 m2, ulteriori considerazioni relative alledisponibilità di uscite di sicurezza, alla protezione e alla lunghezza delle vie di esodo, allapresenza di impianti di rivelazione fumi, ecc., possono permettere di rideterminarecaratteristiche e prestazioni dell’impianto stesso, sulla base, comunque, di una specificaprogettazione applicando ugualmente i principi della norma.

6.9 Prescrizioni sui componenti e per la progettazione

6.9.1 GeneralitàI componenti di un impianto SEFFC sono:- ventilatore per SEFFC;- punti o aperture di estrazione fumo e calore;- aperture per l'afflusso dell'aria esterna;

- condotte di controllo del fumo;- serrande di controllo del fumo;- barriere al fumo;

Riga Altezza dello stratolibero da fumo (m)

Gruppo di dimensionamento1 2 3 4 5

1 2,5 196 268 371 516 7221)

2 3 156 209 287 397 5543 4 121 148 193 265 3674 5 103 122 148 196 2685 6 90 108 127 155 2096 7 74 99 114 135 1707 8 64 87 106 122 1468 9 56 75 101 113 1339 10 50 67 91 107 123

1) In questa condizione è lecito supporre condizioni di incendio generalizzato (flash-over ) che rendono il sistemaSEFFC inefficace nella creazione di uno strato libero da fumo per proteggere le persone presenti nel locale. È

necessario modificare il progetto per ottenere un Gruppo di Dimensionamento minore.

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- condotte per l'immissione dell'aria esterna;- serrande di controllo dell'immissione dell'aria esterna;- ventilatori di immissione dell'aria esterna;- impianto di alimentazione elettrica;- sistemi di controllo;

- supporti.Per ciascuno di essi devono essere definite la disposizione, le prestazioni e lecaratteristiche, ecc.I componenti devono essere dimensionati per resistere alle sollecitazioni a cui sarannosottoposti durante il loro funzionamento in caso d’incendio. Le loro dimensioni devonosoddisfare i requisiti prestazionali dell’impianto. I componenti devono essere scelti sullabase delle loro prestazioni misurate in conformità alle norme pertinenti di riferimento.La scelta ed il posizionamento dei componenti devono essere altresì effettuati nel rispettodei regolamenti vigenti, delle condizioni al contorno (per esempio, caratteristichecostruttive dell’edificio, ecc.).

Nota I componenti che fanno parte della costruzione e sono inseriti nell’edificio possono essere sogaltre normative.

6.9.2 Classe di temperatura dei componenti dell’impianto SEFFCAlcuni dei componenti dell’impianto SEFFC, per poter operare alle condizioni indicate nelprospetto 4, devono soddisfare le classi minime di temperatura riassunte nel prospetto 5.

prospetto 5 Classi minime di temperatura per i componenti dell'impianto SEFFC

Per i prodotti con classe EI xxx S, il termine "xxx" indica la durate di resistenza al fuoco (da15 min a 240 min) del compartimento antincendio nel quale il prodotto è installato.Per le "condotte di immissione dell'aria esterna" valgono gli stessi requisiti delle "condottedi controllo del fumo" siano esse per singolo compartimento o per compartimentomultiplo.Per le "serrande di controllo dell'immissione dell'aria esterna" valgono gli stessi requisitidelle "serrande di controllo del fumo" siano esse per singolo compartimento o percompartimento multiplo.Per tutti gli altri prodotti le eventuali indicazioni sono riportate nei punti seguenti.

Componenti Temperatura locale dei fumi F, locale (°C) Norme di riferimento200 °C 300 °C 400 °C 600 °C

Ventilatori per SEFFC F200 F300 F400 F600 UNI EN 12101-3Condotte di controllo del fumo

(singolo compartimento)

E300 30 S E300 30 S E600 30 S E600 30 S

UNI EN 12101-7Condotte di controllo del fumo(compartimenti multipli) EI xxx S

Serrande di controllo del fumo(singolo compartimento)

E300 30 S E300 30 S E600 30 S E600 30 S

UNI EN 12101-8Serrande di controllo del fumo(compartimenti multipli) EI xxx S

Barriere al fumo D 30 UNI EN 12101-1Cavi di segnale CEI 20-105Cavi di potenza UNI EN 13501-1

UNI EN 13501-3

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6.9.3 Ventilatori per SEFFCOltre alla classificazione indicata nel prospetto 5, i "ventilatori per SEFFC" devonosoddisfare i requisiti circa:- le prestazioni aerauliche (portata e prevalenza);- le modalità di installazione generiche (all'esterno o all'interno dell'edificio, in

posizione; orizzontale e/o verticale, eventuale collegamento a condotta, metodo difissaggio a canale, tetto o parete, ecc.);

- le prestazioni specifiche (carico di neve, installazione all'esterno o all'interno di uncompartimento a soffitto, funzionamentoin doppia funzione o utilizzoesclusivamente d'emergenza, ecc.).

I valori di portata volumetrica dei ventilatori devono essere uguali o maggiori a quelliindicati nel prospetto 2. Non è necessaria alcuna correzione della portata in base allediverse densità/temperature dei fumi in quanto le portate indicate al prospetto 2 tengonogià conto della densità dei fumi estratti in base alla rispettiva temperatura.Per i SEFFC con aspirazione centralizzata il ventilatore deve garantire la maggiore tra leportate necessarie per ciascun compartimento a soffitto e potrà aspirare in ogni altrocompartimento una portata maggiore di quella richiesta purché non comprometta

l’evacuazione corretta del fumo.Per le applicazioni all'esterno dell'edificio deve essere assicurata la compatibilità elettrica emeccanica del ventilatore (agenti atmosferici, temperature, ecc.) per l'installazione prevista.Per le applicazioni all'interno di un compartimento a soffitto, qualora il ventilatore siacollegato ad una "condotta di controllo del fumo per compartimenti multipli", il ventilatorestesso deve essere coibentato esternamente per avere resistenza al fuoco EI xxx S paria quella della condotta stessa.Per tutte le altre applicazioni le specifiche sulla temperatura superficiale esterna delventilatore assicurano adeguate condizioni si sicurezza senza alcun ulteriore isolamentodel ventilatore stesso.

6.9.4 Punti di estrazione del fumo e caloreNel caso di impianti SEFFC ad aspirazione diretta il ventilatore SEFFC (o comunque gliaccessori di fissaggio/installazione previsti dal costruttore) includono una apertura diestrazione fumo e calore già adatta all'impiego.Per gli altri impianti SEFFC i punti di estrazione fumo e calore possono essere costituiti da:1) semplici aperture realizzate sulle condotte di controllo del fumo per singolo

compartimento;2) griglie o diffusori (a scopo estetico o funzionale) installate sulle condotte di controllo

del fumo per singolo compartimento;3) serrande di controllo del fumo (per singolo compartimento o compartimenti multipli)

installate sulla superficie delle condotte di controllo del fumo.

Nel caso di impiego di griglie o diffusori, il materiale utilizzato ed il sistema difissaggio/installazione deve garantire la resistenza alle temperature medie dei fumipreviste (prospetto 3) per evitare che il distacco di alcuni componenti comprometta ilfunzionamento della singola apertura di aspirazione o dell'intero SEFFC. In particolaremodo è da porre particolare attenzione alla presenza di eventuali componenti in materialenon metallico (PVC, nylon, ecc.).Nel caso che le aperture di aspirazione fumo e calore siano costituite da serrande dicontrollo del fumo, i rispettivi requisiti di classe di temperatura devono essere almenouguali a quelli del condotto di controllo del fumo sul quale sono installate.In tutti i sistemi SEFFC (siano essi ad aspirazione diretta, canalizzata o centralizzata), perciascun compartimento a soffitto deve essere verificata l'equazione:

(1)V ·

TOT V ·

ii 1=

N =

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dove:è la portata volumetrica totale di aspirazione dal compartimento a soffitto,ricavata dal prospetto 2;

è la portata volumetrica per l'i-esimo punto di aspirazione;N è il numero delle aperture di aspirazione.In ogni punto di aspirazione tuttavia la portata volumetrica aspirata non deve esseremaggiore del valore di che viene determinato in base ai seguenti fattori, utilizzandoil nomogramma di figura 5:- d S, misura (in metri) dello strato di fumo al di sotto del punto più basso dell'apertura

di aspirazione (vedere figura 4);- F,media, temperatura media dei fumi (ricavata dal prospetto 3).

figura 4 Definizione delle grandezze rilevanti per la determinazione del numero minimo di punti di estrnecessariLegenday Altezza dello strato libero da fumi, in metri

d s Distanza tra l’imbocco del condotto di estrazione e la superficie inferiore dello strato di fumo,

in metriS min Distanza minima tra due punti di estrazione, in metri

Portata volumetrica estratta dall’i-esimo punto di estrazione (m3 /h)h Altezza del locale da proteggere, in metri F,media Temperatura media dei fumi (°C)

Noti valori di d S e F, media dalla figura 5 è possibile ricavare il valore relativo alla“portata volumetrica massima teorica per ogni punto di aspirazione”.

V ·

TOT

V ·

i

V ·

i,max

V ·

i

V ·

i,max

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figura 5 Nomogramma

La distanza minimaS min tra due punti di aspirazione vicini è invece determinata dalla formula

(2)

dove:è la reale portata di fumo aspirata dall'i-esimo punto di aspirazione e che devesempre essere uguale o minore del valore .

6.9.5 Punti di afflusso dell'aria esterna

6.9.5.1 GeneralitàPer i sistemi SEFFC questi elementi dell'impianto possono essere costituiti da:1) aperture installate su una o più pareti del compartimento antincendio e che

confinano con l'ambiente esterno;

2) aperture installate su canali destinati all'afflusso dell'aria esterna tramite un appositoventilatore.In ogni caso, le aperture per l’afflusso dell’aria esterna dovranno essere collocateall’interno dello strato libero da fumo.

S min 0,015 V ·

i

V ·

i

V ·

i,max

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6.9.5.2 Aperture per sistemi ad immissione aria naturaleIn questa tipologia di impianti SEFFC le aperture per l'afflusso dell'aria esterna possonoessere costituite da:- serrande automatizzate o altri dispositivi simili;- porte o finestre.Al fine da evitare turbolenze che rischierebbero di interferire con la stratificazione dei gascaldi, lo spigolo superiore di ciascuna apertura deve avere una distanza di almeno 1 m dallimite inferiore dello strato di fumo (con gli elementi descritti in prospetto 6 e larghi almassimo 1,25 m è possibile ridurre questa distanza a 0,50 m). In questi casi la velocitàmassima di immissione non può superare i 2 m/s.Laddove non venga rispettato il vincolo riguardante la distanza tra spigolo superiore delleaperture e limite inferiore dello strato di fumo la velocità massima di immissione deveessere ridotta a 1 m/s.La minima superficie efficacieAEF per le aperture di afflusso dell’aria esterna (in m2) sicalcola dividendo la portata aspirata dal compartimento a soffitto (vedere prospetto 2) -calcolata in m3 /s - per la velocità massima ammissibile per l'ingresso dell’aria di ricambio.Nel caso di compartimento antincendio composto da più serbatoi di fumo è necessaria e

sufficiente un'unica serie di aperture per l'intero compartimento e dimensionate per lamaggiore delle portate aspirate dagli stessi compartimento a soffitto.Per calcolare la superficie efficaceAEF a partire dalla superficie geometricaAAE delleaperture di afflusso dell’aria si ricorre alla formula:AEF = c Z AAE (3)dove il terminec z, chiamato fattore di correzione, è ricavato dal prospetto 6.

prospetto 6 Fattore di correzionec z per diverse aperture di mandata aria

Per le aperture costituite da serrande automatizzate o dispositivi simili, il valore disuperficie efficaceAEF deve essere desunto dai cataloghi del produttore; in mancanzaviene ricavato utilizzando un fattore di correzionec z = 0,5.Se l’aria esterna non viene immessa in senso orizzontale (come per esempio in caso dibocchette/serrande ad alette inclinate) la distanza tra le aperture ed il limite inferiore dellostrato di fumo deve essere di almeno 1,5 m.Tutte le aperture per l'afflusso dell'aria esterna devono:- essere chiaramente indicate come tali all’esterno e all’interno dell'edificio tramite

apposite targhette;- aprirsi automaticamente per intervento del sistema di controllo dell'impianto SEFFC.Le aperture per l'afflusso dell'aria esterna devono essere posizionate facendo attenzionealla distanza che le separa dal punto in cui il fumo viene espulso (sia esso un ventilatore perSEFFC o un canale di espulsione) per prevenire il suo rientro nel compartimento stesso.Questa condizione viene garantita se:- l'espulsione del fumo è collocata ad almeno 2,5 m al di sopra dello spigolo superiore

di ciascuna apertura per l'afflusso dell’aria esterna;- la distanza orizzontale tra espulsione del fumo e aspirazione dell’aria esterna è di

almeno 8 m.

Tipo di apertura Angolo di aperturaa) Fattore di correzionec z

Porte o cancelli --- 0,65

Finestra ad apertura normale o vasistas

90° 0,6560° 0,545° 0,430° 0,3

a) È ammessa una tolleranza di ±5°.

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6.9.5.3 Aperture per sistemi ad immissione aria forzataNel caso di sistemi ad immissione aria forzata, le aperture possono essere costituite da:- semplici aperture realizzate sulle condotte di immissione dell'aria esterna;- griglie o diffusori (a scopo estetico o funzionale) installate sulle medesime condotte;- serrande per il controllo dell'immissione dell'aria esterna (per singolo compartimento

o compartimenti multipli) installate sulla superficie delle condotte predisposte.Lo spigolo superiore di ciascuna apertura deve avere una distanza di almeno 1 m dallimite inferiore dello strato di fumo.Se l’aria esterna non viene immessa in senso orizzontale (come per esempio in caso dibocchette/serrande ad alette inclinate) la distanza tra le aperture ed il limite inferiore dellostrato di fumo deve essere di almeno 1,5 m.La minima superficie per le aperture di afflusso dell’aria esterna (in metri quadrati) sicalcola dividendo la portata aspirata dal compartimento a soffitto (vedere prospetto 2) -calcolata in m3 /s - per la velocità massima ammissibile per l'ingresso dell’aria di ricambio.Con l'immissione forzata, essendo indotta da un ventilatore che garantisce la portatadesiderata, non sono necessari fattori correttivi per il calcolo delle superfici.

Nel caso di immissione forzata va evitata la pressurizzazione dei locali oggetto dievacuazione di fumo e calore; a tal fine è necessario correggere la portata di mandata infunzione della densità dei fumi estratti in modo da avere il bilanciamento in massa delleportate fluenti.Con riferimento alle temperature presentate nel prospetto 3, il prospetto 7 riporta lecorrispondenti densità:

prospetto 7 Densità corrispondenti alle diverse temperature medie dei fumi F,media

La portata di mandata deve essere calcolata tenendo conto del termine (data l’ipotesi dit esterna = 20 °C):

(4)

dove è la densità ricavata dal prospetto 7 in funzione delle ipotesi circa altezza libera dafumi e gruppo di dimensionamento e t = 20 °C è la densità dell’aria valutata a 20 °C(= 1,2041 kg/m3).Nel caso di compartimento antincendio composto da più serbatoi di fumo è sufficienteun'unica serie di aperture per l'intero compartimento e dimensionate per la maggiore delleportate aspirate dagli stessi compartimenti a soffitto.Per le caratteristiche delle eventuali serrande per il controllo dell'immissione dell'ariaesterna si rimanda all'apposito punto.

Riga Spessore dello stratolibero da fumo (m)

Gruppo di dimensionamento1 2 3 4 5

1 2,5 0,81 0,73 0,63 0,52 0,42

2 3 0,88 0,80 0,70 0,61 0,503 4 0,95 0,90 0,83 0,73 0,634 5 1,00 0,95 0,90 0,81 0,735 6 1,03 0,97 0,95 0,90 0,806 7 1,06 1,00 0,97 0,92 0,857 8 1,09 1,03 0,97 0,95 0,908 9 1,09 1,06 1,00 0,97 0,929 10 1,13 1,06 1,03 0,97 0,95

t 20 °C=

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Il posizionamento del punto di aspirazione dell'aria esterna da parte del sistema forzatodeve avvenire facendo attenzione alla distanza che lo separa dal punto in cui il fumo vieneespulso (sia esso un ventilatore per SEFFC o un canale di espulsione) per prevenire il suorientro nel compartimento stesso.Questa condizione viene garantita se:- l'espulsione del fumo è collocata ad almeno 2,5 m al di sopra del punto di

aspirazione dell'aria esterna;- la distanza orizzontale tra espulsione del fumo e aspirazione dell’aria esterna è dialmeno 8 m.

6.9.6 Condotte di controllo del fumoQuesti componenti dell'impianto permettono di collegare ad un unico ventilatore perSEFFC una o più aperture di estrazione fumo e calore, e si dividono tra:- condotte di controllo del fumo per singolo compartimento;- condotte di controllo del fumo per compartimenti multipli.Le condotte di fumo per compartimenti multipli devono essere utilizzate quando, in unoqualsiasi degli scenari d'incendio previsti, l'aria del canale è in comunicazione diretta con

un compartimento antincendio diverso da quello in cui il canale è installato.Qualora le condotte attraversino ulteriori compartimenti non serviti dal SEFC, le lorocaratteristiche devono comunque essere quelle per compartimenti multipli e comunquecongrue con quelle del compartimento attraversato.Per tutti gli altri casi in cui le condotte possono essere attraversate esclusivamente dalfumo aspirato dallo stesso compartimento antincendio (anche se proveniente da uncompartimento a soffitto diverso dal proprio) sono previste condotte di controllo del fumoper singolo compartimento.Ne consegue che per i sistemi SEFFC destinati ad un unico compartimento antincendiol'intera canalizzazione in esame sarà realizzata con condotte di controllo del fumo persingolo compartimento.

Per i sistemi SEFFC destinati a più compartimenti antincendio solamente i tratti dicanalizzazione in comunicazione diretta con compartimenti diversi dal proprio devonoessere realizzati con condotte per compartimenti multipli, mentre i restanti tratti sarannorealizzati con condotte per singolo compartimento. In questo scenario l'impiego di serrandedi controllo del fumo per compartimenti multipli (descritte nel punto dedicato) può escluderela comunicazione diretta di una condotta con un compartimento antincendio diverso dalproprio, permettendo l'impiego di condotte per singolo compartimento.Le condotte di controllo del fumo devono avere sezione sufficiente affinché la velocità dei fumial suo interno non sia maggiore del valore di 15 m/s in qualsiasi scenario d'incendio previsto.Le condotte di controllo del fumo previste devono essere classificate secondo laUNI EN 12101-7 anche per poter assicurare le proprie prestazioni sia alla maggiorepressione prevista dal progetto nel punto in cui sono installate, sia nella posizioneverticale/orizzontale richiesta.Gli accessori utilizzati per il fissaggio e la sigillatura delle condotte devono assicurarne ilcorretto funzionamento in caso di intervento del sistema SEFFC.

6.9.7 Serrande di controllo del fumoQuesti componenti dell'impianto, collegati al sistema di controllo, hanno lo scopo di permetterel'estrazione del fumo esclusivamente dal compartimento a soffitto interessato dall'incendio.La loro posizione aperta o chiusa è definita dal sistema di controllo per assicurare ilpassaggio o meno del fumo a seconda dello scenario d'incendio occorso.Utilizzate esclusivamente in sistemi SEFFC ad aspirazione centralizzata, la loroapplicazione può prevedere due principali tipi di installazione, ovvero:- a canale, cioè nel punto di giunzione tra due tratti successivi di condotte di controllo

del fumo;- sulla superficie di un canale per il controllo del fumo.

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Le serrande utilizzate devono essere classificate secondo la UNI EN 12101-8 inparticolare circa la loro posizione (verticale od orizzontale) e alla installazione (sucondotta o su parete).Questi componenti possono esser di due diverse tipologie:- serrande di controllo del fumo per compartimenti multipli;- serrande di controllo del fumo per singolo compartimento.

Le serrande di controllo del fumo per compartimenti multipli sono da utilizzarsi:- quando installate sulla superficie di una condotta di controllo del fumo per

compartimenti multipli;- quando installate a canale dove almeno uno dei due tratti di canale uniti dalla

serranda stessa è una condotta di controllo del fumo per compartimenti multipli.In tutti gli altri casi sono da utilizzarsi serrande di controllo del fumo per singolo compartimento.Tutte le serrande devono essere collegate al sistema di controllo in modo da potercambiare il loro stato aperto/chiuso in funzione dello scenario d'incendio occorso.Se il sistema SEFFC non è attivato automaticamente da un sistema di rivelazione incendi,tutte le serrande di controllo del fumo devono essere classificate "MA" ovvero perintervento manuale (secondo la UNI EN 12101-8).In tutti gli altri casi le serrande possono essere in alternativa classificate "AA" (per sistemiad attivazione automatica).Le serrande utilizzate devono essere classificate secondo UNI EN 12101-8 anche perpoter assicurare il loro funzionamento fino alla maggiore pressione prevista dal progettonel punto in cui sono installate.

6.9.8 Barriere al fumoLe barriere al fumo sono elementi che delimitano il perimetro del compartimento a soffittoaventi dimensioni e caratteristiche conformi ai punti 6.3 e 6.4.Nel caso debbano essere installate delle barriere al fumo, in complemento agli elementistrutturali esistenti per racchiudere il compartimento a soffitto, queste devono essereconformi alla UNI EN 12101-1.Le barriere al fumo possono essere di due tipologie:- fisse (o di tipo SSB);- mobili (o di tipo ASB1, ASB2, ASB3 e ASB4).Per quelle mobili, che possono essere di tipo flessibile o rigide, è sempre necessario ilcollegamento al sistema di controllo dell'impianto SEFFC.Il sistema di rilascio del meccanismo può essere indifferentemente del tipo "fail safe "(come per le barriere tipo ASB1 e ASB3) o ad attivazione motorizzata (come per lebarriere tipo ASB2 e ASB4).Gli elementi strutturali dell'edificio che garantiscono la separazione a soffitto dei diversiserbatoi di fumo possono essere considerati come barriere al fumo fisse (SSB).Tutti gli elementi perimetrali del compartimento a soffitto devono avere lo stesso livellominimo di prestazione per la resistenza al calore e la permeabilità ai fumi e gas caldi dellebarriere aggiunte.Il compartimento al fumo deve essere realizzato per limitare al minimo il fumo che puòinvadere i compartimenti circostanti e inquinare lo strato libero da fumo come definito nelpunto 6.5.Si ritiene che questo obiettivo è raggiunto se, in caso d’incendio, la somma di tutti gli spaziliberi presenti sul perimetro del compartimento a soffitto fino al livello minimo dellebarriere al fumo non è maggiore dello 0.5% della loro superficie complessiva.Le barriere al fumo devono inoltre soddisfare le condizioni indicate al punto 7.5.

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6.9.9 Condotte per l'immissione dell'aria esternaLe condotte per l'immissione dell'aria esterna devono rispettare tutti i medesimi criteriindicati nel punto 6.9.6 per le condotte di controllo fumo e calore.

6.9.10 Serrande per il controllo dell'immissione dell'aria esternaLe serrande per il controllo dell'immissione dell'aria esterna devono rispettare tutti i

medesimi criteri indicati nel punto 6.9.7 per le serrande di controllo fumo e calore.6.9.11 Ventilatori di immissione dell'aria esterna

Questi componenti possono essere installati all'esterno o all'interno.Se installato all’interno ma nello strato di fumo, deve avere caratteristiche conformi allaUNI EN 12101-3; se invece è installato nella zona prevista libera da fumo deve essereprotetto dai danni diretti provocati dall’incendio.Qualora sia collegato ad una condotta per l'immissione dell'aria esterna percompartimenti multipli, il ventilatore stesso deve essere protetto esternamente per avereresistenza al fuoco pari a quella della condotta stessa (vedere prospetto 5).Per i sistemi SEFFC con immissione dell'aria esterna centralizzata per più serbatoi di fumo,

il ventilatore deve essere dimensionato per la maggiore tra le portate volumetriche richiestein ciascuna zona asservita. In questo caso il ventilatore deve tuttavia immettere la portatavolumetrica di aria richiesta dal compartimento a soffitto interessato dall'incendio edequivalente a quella estratta dallo stesso mediante il ventilatore per SEFFC.Per le applicazioni all'esterno dell'edificio deve essere assicurata la compatibilità elettricae meccanica del ventilatore (agenti atmosferici, temperature, ecc.) per l'installazioneprevista.

6.9.12 Azionamento

6.9.12.1 Quadro di comando e controlloIl quadro di comando e controllo deve essere in grado di realizzare e segnalare il ciclo diattivazione del SEFFC e, in particolare, di tutti gli elementi attivi dello stesso quali:- ventilatore per SEFFC;- aperture per l'afflusso dell'aria esterna;- serrande di controllo del fumo;- barriere al fumo;- serrande di controllo dell'immissione dell'aria esterna;- ventilatori di immissione dell'aria esterna;Il quadro di comando e controllo deve consentire, durante le operazioni di sorveglianza,controllo e manutenzione, di eseguire, manualmente e/o in automatico in maniera ancheprogrammabile, tutte le operazioni necessarie per verificare i parametri di funzionamentoprevisti dal progetto.Grazie a tale sistema potranno essere segnalati eventuali stati di anomalia o di guasto diuno o più componenti del sistema.Le modalità di comando previste hanno lo scopo anche di evitare la ridondanza deicomponenti.Il quadro di comando e controllo deve essere conforme al prEN 12101-9:2011.Il SEFFC si può considerare attivo ed efficiente quando dopo un opportuno comandosuccessivo all’insorgere di un incendio, tutti i componenti attivi passano dallo stato diveglia alla posizione antincendio.I componenti interessati a questo cambiamento di stato sono soltanto quelli relativi ad unostesso compartimento a soffitto in cui si sviluppa l’incendio.L’attivazione del SEFFC deve avvenire mediante segnale proveniente da sistema dirilevazione incendio e/o da comando remoto manuale.

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In caso di presenza di più ventilatori per SEFFC per uno stesso compartimento a soffittoè possibile differire tra loro l'accensione per ridurre il picco di assorbimento elettrico a cuiè sottoposto l'impianto di alimentazione elettrica. In ogni caso il tempo massimo trascorsotra l'accensione del primo e dell'ultimo ventilatore per SEFFC dello stesso compartimentoa soffitto non deve essere maggiore di 2 min.L’attivazione deve azionare le opportune segnalazioni visive ed acustiche locali e remote.

Il sistema deve essere collegato anche ai componenti del sistema HVAC (come estrattori,ventilatori, lame d'aria, ventilconvettori, ecc.) che controllano la normale ventilazione nelcompartimento antincendio interessato.Non è esclusa la possibilità che il sistema di comando e controllo del SEFFC possacomandare e controllare il funzionamento di dispositivi di protezione passiva (serrande eporte tagliafuoco) o attiva (sistemi sprinkler o affini) dell'incendio. In tal caso il sistemadeve essere conforme anche alle rispettive norme e disposizioni.Se presente un sistema di rivelazione e di segnalazione d'incendi conforme allaUNI 9795, il sistema di comando e controllo del SEFFC deve essere ad esso collegatoricevendo la segnalazione di incendio in ogni specifico compartimento a soffitto.Se non è presente alcun sistema di rivelazione d'incendio il sistema deve essere collegatoa punti d'allarme manuali, a dispositivi sonori e luminosi di allarme conformi alle normepertinenti della serie UNI EN 54.In quest'ultimo caso ogni compartimento a soffitto deve contenere almeno un puntod'allarme manuale, un dispositivo sonoro di allarme ed un dispositivo luminoso di allarme,posizionati in modo chiaro e facilmente raggiungibile dal personale interno.Nel caso sia presente un sistema automatico di comando e controllo del SEFFC esso ècomposto da:- una unità centrale anche modulare;- una interfaccia di gestione;- eventuali moduli di campo;- eventuali cavi di trasmissione dati di collegamento tra l'unità centrale e i moduli di campo.

L'unità centrale del sistema, oltre a dover essere posizionata in luogo sicuro e protettodall'incendio, deve permettere la programmazione e modifica della configurazione di ognisingolo componente dell'impianto SEFFC in funzione di ciascuna tipologia di scenariod'incendio previsto.Tale programmazione può essere effettuata tramite un dispositivo esterno o tramitel'interfaccia di gestione.Tale interfaccia (display, quadro elettrico o equivalente) deve inoltre permettere dimonitorare, attivare/disattivare o testare il corretto funzionamento di ciascun componentedell'impianto SEFFC. Essa deve essere posizionata in luogo sicuro e protettodall'incendio e accessibile facilmente dalle squadre di intervento in caso d'incendio perpermettere, se necessario, di attivare/disattivare o forzare il sistema SEFFC.

I moduli di campo permettono di comandare e monitorare lo stato degli altri componentiattivi del sistema SEFFC (ventilatori, serrande di controllo fumo e calore, barriere al fumo,ASBx, aperture per l'afflusso dell'aria, ecc.). In alcuni casi i moduli di campo possonoessere già inclusi all'interno del componente attivo. Il funzionamento di ciascun modulo dicampo e dei cavi che lo collegano al componente del sistema SEFFC da controllare, deveessere garantito per il tempo di funzionamento del sistema. Qualora necessario talielementi devono essere protetti dal fumo e calore da contenitori in materiale isolanteappropriato.La topologia di collegamento tra moduli di campo e l'unità centrale deve essere compostada uno o più anelli chiusi che partono e ritornano all'unità centrale stessa collegando tuttii moduli di campo.In caso di interruzione elettrica anche parziale in un punto qualsiasi dell'anello, o nel casosi verifichi un cortocircuito tra due o più conduttori del cavo multipolare utilizzato perl'anello, tutti moduli di campo devono rimanere sempre e comunque collegati all'unitàcentrale del sistema permettendo il corretto funzionamento dell'intero sistema SEFFC.

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Negli edifici dotati di sistema di supervisione dell'impianto HVAC o di sistema BMS èconsigliato il collegamento al sistema di controllo del SEFFC per poter eseguire everificare il corretto funzionamento del sistema tramite le prove periodiche previste dalprogetto.

6.9.12.2 Impianto di alimentazione elettricaL’impianto di alimentazione elettrica del SEFFC deve essere dedicato esclusivamente adesso; deve essere progettato e realizzato in modo da garantire l’alimentazione elettrica aicomponenti attivi del sistema SEFFC (ventilatori, serrande di controllo fumo e calore,barriere al fumo ASBx, aperture per l'afflusso dell'aria, ecc.) anche se l’alimentazioneall’edificio servito viene interrotta per motivi di sicurezza o in caso di avaria di altri impiantiad esso collegati.Dove è consentito dal gestore della rete elettrica, l’alimentazione per il quadro di comandoe controllo delle apparecchiature deve essere presa a monte dell’interruttore generaledell’alimentazione ai fabbricati e dove ciò non è permesso mediante il collegamentodall’interruttore generale.Ogni interruttore installato sulle linee di alimentazione dedicate alle apparecchiatureelettriche deve essere etichettato come segue:

ALIMENTAZIONE DEL MOTORE DEL …….NON APRIRE IN CASO DI INCENDIOLe lettere sull’etichetta devono essere alte almeno 10 mm e devono essere bianche susfondo rosso. Gli interruttori devono essere protetti contro eventuali manomissioni.L’alimentazione deve essere sempre assicurata anche con dispositivi non ad usoesclusivo dimensionati tenendo conto degli eventuali picchi di assorbimento dei ventilatorio degli altri componenti dell'impianto per un tempo compatibile con la classe dell’edifico ecomunque derivante dalla valutazione del rischio.Le alimentazioni devono essere conformi alla UNI EN 12101-10.

6.9.12.3 Cavi di alimentazione elettricaPoiché deve essere garantito il funzionamento anche in caso di incendio, i cavi dautilizzare devono essere di tipo “resistenti al fuoco”, rispondenti alla CEI 20-45, con unatensione di funzionamento 0,6/1 kV e una durata garantita in servizio in caso di incendiodi 120 min.

6.9.12.4 Cavi di segnale e trasmissione datiI cavi di trasmissione dati servono al collegamento tra l'unità centrale ed i moduli di campoe devono avere una resistenza al fuoco determinata secondo la CEI EN 50200 per iltempo di almeno 30 min ed essere conformi alla norma CEI 20-105.

7 INSTALLAZIONE, COMPONENTI E SISTEMA7.1 Generalità

Tutti i componenti costituenti un sistema di evacuazione forzata fumo e calore (SEFFC)devono essere installati in conformità a:- istruzioni del produttore;- progetto esecutivo dettagliato (DEP).L’installazione dei componenti deve essere effettuata nel rispetto dei regolamenti locali,delle condizioni di installazione (caratteristiche costruttive dell’edificio) e in maniera taleda garantire le condizioni di sicurezza.I componenti devono essere posizionati in modo tale da poter eseguire in manieraagevole e in sicurezza tutte le operazioni di controllo, manutenzione e riparazione,necessarie per mantenerli in efficienza.A tale scopo devono essere previsti sportelli o pannelli di accesso, golfari o appoggi.

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Adeguati spazi di manovra devono essere lasciati disponibili per tutte le componentimobili degli SEFFC; tali spazi devono essere mantenuti liberi da ostruzioni quali partimobili o fisse della costruzione.Per quanto applicabile si rimanda alla UNI EN 15423.

7.2 Installazione ventilatori

Per quanto applicabile si rimanda alla UNI EN 15423.7.3 Installazione condotte

Per quanto applicabile si rimanda alla UNI EN 15423.

7.4 Installazione delle prese d’ariaL’installatore realizza le prese d’aria secondo quanto indicato dal progetto costruendoquelle dedicate e individuando quelle esistenti. Su entrambe le tipologie devono essereapplicati appositi cartelli segnaletici.Ogni presa d’aria deve essere marcata con targhetta che specifica:- l’indicazione “APERTURA PER L’AFFLUSSO D’ARIA DEL SEFFC”;

- lo spazio libero richiesto attorno per il corretto funzionamento.Devono essere evitati all’interno e all’esterno delle prese per l’afflusso di aria frescaostacoli fissi che ne pregiudicano l’efficienza.

7.5 Installazione delle barriere al fumoUna barriera al fumo può essere una parte della struttura, può essere una barriera fissa ouna barriera mobile o una combinazione di queste.I fissaggi devono resistere alle sollecitazioni dovute al fuoco. Non sono ammessi i fissaggicon parti in plastica. I fissaggi devono garantire presa anche su zone tese delle strutture.La parte superiore delle barriere deve essere a tenuta e non presentare fessure. Sonoconsentite fessure tra parti della barriera e tra la barriera e le strutture laterali;complessivamente la superficie non deve comunque superare il valore indicato nel progetto.Nella superficie totale deve essere tenuta in conto la possibile deflessione della barriera.L’aumento della temperatura non deve creare nuove fessure o allargare le fessureesistenti della barriera.Nel caso di impiego delle barriere al fumo su balconate degli atri devono chiuderecompletamente l’affaccio ed essere installate con guide laterali. È consigliatal’installazione di barriere con classificazione DH (30, 60, 120 min) in modo da poterresistere al fuoco per il tempo proprio della classe dell’ambiente.

7.6 Installazione dei comandiSe le zone sono più di una, schemi con la posizione dei meccanismi di apertura e le zonecui sono collegati devono essere posti nei pressi del pannello di comando.Gli elementi di comando devono essere installati in luoghi sicuri e facilmente accessibili incaso d’incendio.Tutti i dispositivi di comando devono essere contrassegnati adeguatamente.

7.7 Installazione delle linee e dei quadriTutti i cavi devono essere protetti contro il fuoco e i danni meccanici e, se possibile,passare all’esterno delle zone protette dall’impianto o attraverso quelle parti dell’edificiodove il pericolo di incendio è trascurabile e che sono separate da qualsiasi significativopericolo di incendio mediante pareti, tramezzi o pavimenti con una resistenza al fuoco nonminore di 60 min. I cavi devono essere di singola tratta senza giunzioni.Il quadro elettrico principale deve essere situato in un compartimento antincendioutilizzato esclusivamente per l’alimentazione elettrica.

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8 DOCUMENTAZIONE (MANUALE) DELL’IMPIANTOAl fine della realizzazione del SEFFC deve essere approntata una documentazionecomprendente le informazioni che permettono di controllare e successivamente gestirel’impianto, in modo da garantirne il mantenimento della conformità e l’efficienza. Questomanuale comprende i documenti di progetto aggiornati per renderli conformi a quantorealizzato. Deve essere inoltre predisposta la documentazione seguente:

- rapporto di verifica di primo funzionamento;- documentazione componenti conformi alle norme e le specifiche di riferimento;- schede tecniche,- manuale installazione, uso e manutenzione;

- manuale di uso e manutenzione con istruzioni di funzionamento, controlli periodici emanutenzione del SEFFC.

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APPENDICE A CALCOLO DELLA PORTATA VOLUMETRICA NEL CASO DI RILASCIO(normativa) 600 kW/m2

A.1 GeneralitàI prospetti A.1 e A.2 possono essere applicati al posto dei prospetti 2, 3 e 4 se,nell’eventualità di un incendio, il rilascio termico non è maggiore di 600 kW/m2.

prospetto A.1Portata volumetrica di aspirazione (m3 /h) per ogni compartimento a soffitto (dato un rilascio termicodi 600 kW/m2)

prospetto A.2Temperatura media del fumo F (°C) dato un rilascio termico di 600 kW/m2

Riga Spessore dello stratolibero da fumo (m)

Gruppo di dimensionamento1 2 3 4 5

1 2,5 38 000 64 000 112 000 -1) -1)

2 3 44 000 73 000 124 000 -1) -1)

3 4 58 000 92 000 152 000 257 000 448 0004 5 71 000 115 000 183 000 301 000 511 000

5 6 84 000 136 000 218 000 351 000 581 0006 7 93 000 155 000 256 000 404 000 657 0007 8 109 000 175 000 286 000 462 000 738 0008 9 127 000 194 000 316 000 522 000 825 0009 10 149 000 210 000 345 000 570 000 916 000

1) In questa condizione è lecito supporre condizioni di incendio generalizzato (flash-over ) che rendono il sistemaSEFFC inefficace nella creazione di uno strato libero da fumo per proteggere le persone presenti nel locale. Ènecessario modificare il progetto per ottenere un Gruppo di Dimensionamento minore.

Riga Spessore dello stratolibero da fumo (m)

Gruppo di dimensionamento1 2 3 4 5

1 2,5 291 403 561 - -2 3 226 311 432 - -3 4 154 209 288 398 5554 5 120 155 212 291 4035 6 101 126 166 226 3116 7 91 109 136 184 2517 8 79 97 119 154 209

8 9 69 87 107 132 1799 10 61 81 98 120 155

1) In questa condizione è lecito supporre condizioni di incendio generalizzato (flash-over ) che rendono il sistemaSEFFC inefficace nella creazione di uno strato libero da fumo per proteggere le persone presenti nel locale. Ènecessario modificare il progetto per ottenere un Gruppo di Dimensionamento minore.

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prospetto A.3Temperatura locale del fumo F,locale (°C) per la determinazione della classe di temperatura deglielementi di un impianto SEFFC dato un rilascio termico di 600 kW/m2

prospetto A.4Densità corrispondenti alle diverse temperature medie dei fumi F,media

Riga Spessore dello stratolibero da fumo (m)

Gruppo di dimensionamento1 2 3 4 5

1 2,5 510 7131) - - -

2 3 371 516 7221)

- -3 4 287 397 554 7751) -4 5 193 265 367 510 7131)

5 6 150 196 268 371 5166 7 125 157 209 287 3977 8 112 135 170 232 3208 9 96 119 149 193 2659 10 83 107 133 166 226

1) In questa condizione è lecito supporre condizioni di incendio generalizzato (flash-over ) che rendono il sistemaSEFFC inefficace nella creazione di uno strato libero da fumo per proteggere le persone presenti nel loc

necessario modificare il progetto per ottenere un Gruppo di Dimensionamento minore.

Riga Spessore dello stratolibero da fumo (m)

Gruppo di dimensionamento1 2 3 4 5

1 2,5 0,63 0,52 0,42 - -2 3 0,71 0,60 0,50 - -3 4 0,83 0,73 0,63 0,53 0,434 5 0,90 0,82 0,73 0,63 0,52

5 6 0,94 0,88 0,80 0,71 0,606 7 0,97 0,92 0,86 0,77 0,677 8 1,00 0,95 0,90 0,83 0,738 9 1,03 0,98 0,93 0,87 0,789 10 1,06 1,00 0,95 0,90 0,82

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APPENDICE B PRINCIPI DI DIMENSIONAMENTO(informativa)

B.1 Modello di calcoloIl calcolo della portata volumetrica di estrazione è stato condotto prendendo inconsiderazione diversi scenari di incendio, con diversi gruppi di dimensionamento, sullabase di un modello a zone semplificato.L’ambiente considerato è stato semplificato come costituito da due macrovolumi. Unosuperiore (compartimento a soffitto) contenente i prodotti della combustione; il secondo,più basso, rappresentante invece l’aria a condizioni ambiente. Si è ipotizzato quindi lapresenza ad una determinata altezza dal pavimento di un’interfaccia con una variazione agradino, per esempio, della temperatura in corrispondenza ad essa. All’interno diciascuno dei due volumi descritti, il tipo di schematizzazione assunta presupponel’uniformità nello spazio di grandezze di interesse quali, per esempio, la temperatura.La determinazione delle portate d’aria è il risultato del bilancio dei flussi di massa e dienergia entranti e uscenti dallo strato contenente i prodotti della combustione. Il calcolo èstato eseguito in regime stazionario, trascurando quindi il transitorio di accensione, maprendendo in considerazione determinate superfici dell’incendio. Nel calcolo si è tenutoinoltre conto della trasmissione del calore agli elementi strutturali lambiti dallo strato difumo e della frazione scambiata per irraggiamento dalle fiamme.Il calcolo delle portate volumetriche degli impianti SEFFC è stato effettuato in modo taleche questi garantiscano lo stesso livello di sicurezza degli impianti SENFC. I rilasci termiciconsiderati nel dimensionamento sono stati due: 300 kW/m2 e 600 kW/m2. Le ipotesi dicalcolo, con riferimento ad un rilascio termico di 300 kW/m2, per ciascun gruppo didimensionamento, sono riassunte dal prospetto seguente:

prospetto B.1Ipotesi di calcolo per un rilascio termico di 300 kW/m2

Si fa notare come a ciascun gruppo di dimensionamento corrisponda una determinataarea dell’incendio. Ciò significa che, a seguito delle ipotesi fatte circa la velocità dipropagazione dell’incendio e della durata convenzionale dell’incendio, essendo questi iparametri da cui dipende la scelta del gruppo di dimensionamento, si è implicitamentesupposto di riuscire a confinare all’area indicata la propagazione delle fiamme. Se talecontenimento non è possibile, l’impianto SEFFC non è in grado di mantenere l’altezzalibera da fumi voluta.

B.2 Ambienti protetti con SEFFC e con altri impianti antincendioSe si deve evitare che in caso di incendio un locale sia completamente invaso dal fumo(per esempio per garantire la fuga o il salvataggio delle persone, per salvare beni materialie per permettere al personale addestrato di intervenire per iniziare le opere di

spegnimento) il mantenimento di uno strato libero da fumo è possibile solo in presenza unimpianto di estrazione fumo; un impianto antincendio non è in grado da solo di assicuraretali condizioni.

Parametro Gruppo di dimensionamento

1 2 3 4 5Superficie dell’incendio m2 5 10 20 40 80Lato m 2,236 3,162 4,472 6,325 8,944Diametro m 2,523 3,568 5,046 7,136 10,093Perimetro m 7,927 11,210 15,853 22,420 31,707Rilascio termico kW 1 500 3 000 6 000 12 000 24 000Parte convettiva kW 1 200 2 400 4 800 9 600 19 200

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Quando si impiegano congiuntamente un impianto di estrazione del fumo e un sistema diestinzione del fuoco, occorre combinare i due sistemi in modo tale da salvaguardare lamassima sicurezza e da scongiurare eventuali interferenze negative.Ai fini del dimensionamento di un impianto SEFFC (flusso volumetrico, resistenza alletemperature dei componenti, ecc.), le condizioni di progetto dovrebbero corrispondere aquelle che si verificano nell’istante in cui sono attivati gli sprinkler se esistenti. L’attivazionedell’impianto sprinkler riduce il rilascio termico, la temperatura dei fumi e la quantità difumo presente e questo giustifica la scelta di gruppi di dimensionamento inferiori. Perquesto motivo, nel caso di presenza di impianto sprinkler, senza fornire particolarispiegazioni, è consentita la scelta del gruppo di dimensionamento immediatamenteinferiore del prospetto 1.

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APPENDICE C SPINTA DI GALLEGGIAMENTO(informativa)

C.1 GeneralitàLa differenza di densità tra uno strato di gas caldo e il fluido circostante risulta in unadifferenza di pressione. Se si ipotizza che temperatura ambiente e temperatura dellostrato libero da fumi siano uguali e se si suppone che l’interfaccia tra strato libero da fumie strato dei fumi corrisponda al piano neutro, tale differenza di pressione può essereespressa dalla formula:

P = ( 0 - )gh (C.1)Se si ipotizza il comportamento ideale e si assume che le variazioni della pressione sianotrascurabili rispetto al valore atmosferico ritenendo cioè le trasformazioni isobare, ladensità ad una data temperatura è legata a questa dalla relazione:

(C.2)

Sostituendo tale relazione all’interno dell’espressione precedente, è possibile ricavare ladifferenza di pressione in funzione della temperatura ambiente (T 0) e della temperaturadello strato di gas caldi (T f) secondo la formula:

(C.3)

Nella formula riportata il termineh indica la differenza di quota (m) tra l’interfaccia dellostrato di gas caldi e una generica posizione all’interno dello strato di fumo.

figura C.1 Differenziale di pressione in funzione della temperatura dello strato dei fumi e della quotah

all’interno di questo (T 0 = 20 °C)Legenda

1 m2 m3 m4 m5 m

1 Temperatura dei fumi (°C)2 Differenziale di pressione p (Pa)

0T 0

T --------- ---=

P 0gh 1 T 0T f

---- -- –

=

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La spinta di galleggiamento determinata dallo spessore dello strato di fumo aiuta ilventilatore di estrazione del fumo. Inoltre, grazie alla spinta di galleggiamento, in caso diavaria di un ventilatore, se questo non è bloccato o frenato, si crea comunque unacorrente di estrazione del fumo che fuoriesce naturalmente.

C.2 Nota sulle caratteristiche dei ventilatoriLa portata di massa di un ventilatore è definita nella formula:

(C.4)dove:

è la portata di massa (kg/s);è la portata volumetrica (m3 /s);

è la massa volumica (kg/m3).Segue che all’aumentare della temperatura dei fumi elaborati, diminuisce lacorrispondente portata di massa.Dato il legame tra temperatura e densità, è preferibile posizionare i ventilatori SEFFCverso l’uscita dei condotti di estrazione del fumo. Le dispersioni di calore all’internodell’impianto SEFFC, funzioni della velocità della corrente e dalle proprietà di isolamentotermico dei condotti, provocano una riduzione della temperatura. La portata di massa delfumo che viene estratta aumenta all’aumentare della densità a causa dell’abbassamentodelle temperature, anche a parità di portata volumetrica elaborata dal ventilatore.

figura C.2 Portata di massa elaborata dal ventilatore e portata volumetrica in funzione della temperaturaLegenda

Portata volumetricaPortata in massa

1 Temperatura dei fumi (°C)2 % della portata

m ·

V ·

=

m ·

V ·

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APPENDICE D SCHEMI E TIPOLOGIE DEGLI IMPIANTI SEFFC(informativa)

D.1 GeneralitàL'elevata casistica dei possibili scenari d'incendio in un edificio richiede soluzioni in gradodi configurare tutti i componenti dell'impianto in modo opportuno. Negli schemi seguentisono illustrati gli schemi per le principali applicazioni SEFFC con l’indicazione dei varicomponenti. Si fa presente come negli schemi proposti non siano richiamati i componentirelativi a controllo, comando e alimentazioni.Le varie tipologie di SEFFC possono essere classificate sulla base delle seguenticaratteristiche:1) tipologia di aspirazione/evacuazione fumo e calore (sistemi con aspirazione diretta

nell’ambiente, canalizzata per singolo compartimento a soffitto o centralizzata perpiù serbatoi di fumo);

2) interazione con compartimentazione antincendio (sistemi atti a estrarre il fumo ecalore da un singolo compartimento antincendio o da compartimenti multipli);

3) tipologia di immissione aria esterna (sistemi con afflusso naturale o forzato);4) natura dell'impianto SEFFC (solo estrazione fumi o doppia funzione).Per questo motivo, ogni SEFFC può essere descritto da una sigla di 4 lettere così definita:

D.2 Classificazione

D.2.1 GeneralitàNelle figure seguenti sono indicati i diversi esempi di classificazione.

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Legenda figure da D.1 a D.61 Ventilatore per SEFFC2 Apertura per l’afflusso di aria esterna3 Compartimento antincendio4 Compartimento a soffitto5 Apertura di estrazione fumo e calore6 Condotta per l’estrazione di fumo7 Barriera al fumo o elemento strutturale8 Serranda di controllo del fumo per singolo compartimento montata a canale9 Serranda di controllo del fumo per singolo compartimento montata sulla superficie del canale10 Serranda di controllo del fumo per compartimenti multipli montata a canale o su parete11 Condotta di controllo del fumo per compartimenti multipli12 Serranda di controllo del fumo per compartimenti multipli montata sulla superficie del canale13 Serranda di controllo dell'immissione aria esterna per compartimenti multipli montata a

canale o su parete14 Serranda di controllo dell'immissione aria esterna per compartimenti multipli montata sulla

superficie del canale15 Ventilatore di immissione aria esterna

16 Condotta per l'immissione dell'aria esterna per compartimenti multipliD.2.2 Classificazione sulla base della tipologia di aspirazione

figura D.1 Esempio SEFFC-DSNS con aspirazione diretta per un unico compartimento a soffitto, per sicompartimento antincendio ad immissione aria esterna naturale

figura D.2 Esempio SEFFC-MSNS con aspirazione canalizzata per un unico compartimento a soffittosingolo compartimento antincendio ad immissione aria esterna naturale

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figura D.3 Esempio SEFFC-CSNS con aspirazione centralizzata per tre diversi compartimenti a soffitto, pesingolo compartimento antincendio ad immissione aria esterna naturale

D.2.3 Classificazione sulla base dell’interazione con compartimentazione antincendiofigura D.4 Esempio di due SEFFC per compatimenti antincendio singoli (SEFFC-CSNS quello al pian

superiore e SEFFC-DSNS quello al piano inferiore) applicati ad un unico edificio

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figura D.5 Esempio SEFFC-CMNS per compartimenti antincendio multipli di un unico edificio

D.2.4 Classificazione sulla base della tipologia di immissione aria esternaLa caratterizzazione di un impianto SEFFC può essere operata anche in base allatipologia di immissione dell’aria esterna di ricambio.Si consideri la figura D.5; la rappresentazione dell’impianto configura un SEFFC conimmissione naturale dell’aria esterna. Laddove l’immissione di aria esterna fosse

meccanica, la corrispondente rappresentazione dell’impianto sarebbe quella propostanella figura D.6.figura D.6 Esempio SEFFC-CMFS con immissione forzata dell'aria esterna per compartimenti antinc

multipli

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D.2.5 Impianti a doppia funzioneGli impianti a doppia funzione consentono il doppio utilizzo delle installazioni: sia per laventilazione e climatizzazione degli ambienti in cui sono presenti sia, in caso di necessità,per l’evacuazione del fumo e del calore.La “doppia funzione” può essere ottenuta con l’applicazione degli schemi precedenti (peresempio, al caso dei torrini d’estrazione impiegabili anche per la ventilazione estiva).

È evidente, però, che data la variabilità delle tipologie impiantistiche riscontrabili neisistemi finalizzati alla ventilazione e/o alla climatizzazione degli ambienti non è facileschematizzare tali applicazioni.Evidentemente tali applicazioni devono derivare da una studiata combinazione delleprestazioni dei vari componenti.

D.2.6 Casi particolariEsistono impianti di evacuazione forzata di fumo e calore che, per la particolare naturadell'edificio, non possono essere categorizzati tra quelli sopra esposti. In questi casiparticolari è possibile ricorrere ai metodi dell’approccio ingegneristico. Nelle figureseguenti sono riportati alcuni esempi.

figura D.7 Edifici monopiano con galleria interna coperta (mall) (priva di scale, scale mobili o altre struttureverticali di esodo) predisposta per l'evacuazione del fumoLegenday Altezza libera1 Galleria interna coperta2 Negozio (sede dell’incendio)3 Negozio

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figura D.8 Edifici multipiano con galleria interna coperta (mall) priva di scale, scale mobili o altre struverticali di esodo) predisposta per l’evacuazione del fumoLegenda1 Volume di aria calda a soffitto2 Stratificazione del fumo

figura D.9 Edifici con balconi non destinati a vie di esodoLegenda1 Scarico del fumo2 Ingresso dell’aria esterna

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APPENDICE E DOCUMENTAZIONE DI PROGETTO(normativa)

E.1 GeneralitàNella redazione del progetto, si deve tener conto di tutte le condizioni che possonoinfluenzare il SEFFC.Il progetto si suddivide in due fasi:- una fase preliminare che permette di individuare tutti gli elementi che identificano il

progetto e le caratteristiche e i dati che permettono di giungere ad un progettopreliminare e/o di massima;

- una fase esecutiva che deve confermare o adeguare le ipotesi del progettopreliminare per sviluppare un progetto definitivo e/o esecutivo del SEFFC.

Tutte le informazioni che identificano l’attività e da cui il progettista ricava i parametri dicalcolo devono essere desunte da documenti pertinenti o comunicate da persone che nesono responsabili.Tutti i disegni e i documenti informativi devono riportare le seguenti indicazioni:a) il nome dell’utente e del proprietario, laddove conosciuto;b) l’indirizzo e l’ubicazione di ogni fabbricato;c) la destinazione d’uso di ogni singolo edificio;d) il nome dell’esecutore del progetto;e) il nome della persona responsabile del controllo del progetto, che non deve essere

l’esecutore del progetto;f) la data ed il numero di emissione.

E.2 Fase preliminareDevono essere forniti almeno i seguenti elaborati:a) una relazione tecnico-descrittiva sulla tipologia e consistenza degli impianti

comprensiva, dello schema a blocchi. La relazione deve includere tutti gli elementinecessari per il corretto dimensionamento del sistema;

Nota Le informazioni devono essere coerenti con l’analisi del rischio dell’attività.b) un insieme di tavole grafiche del(i) fabbricato(i) che illustri:

1) il(i) tipo(i) di installazione e il gruppo di dimensionamento,2) l’estensione del sistema con l’indicazione della compartimentazione a soffitto,3) la destinazione delle aree da proteggere,

4) almeno una sezione trasversale (tipica) dell’intera altezza dell’edificio conl’indicazione dell’altezza della zona libera da fumo e delle barrire al fumo;c) la dichiarazione che il progetto preliminare e/o di massima, si basa sulla conformità

del SEFFC alla presente norma, oppure che fornisca le informazioni di ogniscostamento dai requisiti della stessa e le relative motivazioni, sulla base delleinformazioni disponibili.

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E.3 Fase successiva (progetto definitivo e/o esecutivo)Devono essere forniti almeno i seguenti elaborati:a) scheda riassuntiva del progetto che indichi:

1) il nome del progetto e del progettista,2) elenco dei disegni e dei documenti con titoli, numero e indice di revisione, data di

emissione,3) un elenco dei componenti inclusi nel sistema con le relative specifiche,4) la dichiarazione che il progetto del SEFFC è stato progettato e deve essere

installato in conformità alla presente norma, oppure che fornisca le informazionidi ogni scostamento dai requisiti della stessa e le relative motivazioni, sulla basedelle informazioni disponibili;

b) relazione tecnico descrittiva dettagliata per ogni locale da proteggere che indichi:1) consistenza degli impianti e suddivisione in compartimenti a soffitto,2) normativa di riferimento,3) relazione di calcolo e dimensionamento dei componenti con dati di progetto e

risultati dei calcoli,4) criteri di scelta dei componenti (ventilatori, barriere al fumo, ingressi d’aria,

alimentazioni, ecc.),5) dimensionamento delle linee,6) elenco componenti (tipologia, specifiche di riferimento e prestazioni);

c) schema funzionale a blocchi con la rappresentazione delle zone (compartimenti asoffitto), e la logica di funzionamento.Per impianti particolarmente complessi, questa può essere espressa tramite unamatrice di funzionamento che riporti:- l’elenco completo di tutti i componenti dell’impianto e il loro stato in funzione

della localizzazione dell’incendio,

- sulle ascisse (ovvero sulla prima riga) l'elenco di tutti gli scenari d'incendioipotizzabili e pari ad almeno il numero di serbatoi di fumo presenti, oltre alloscenario di assenza di allarme,

- sulle altre celle del prospetto lo stato di funzionamento (aperto/chiuso,acceso/spento, portata volumetrica o velocità del ventilatore, ecc.) previsto perogni elemento in ordinata in funzione della situazione/scenario in essere;

d) disegni di layout del SEFFC con le seguenti informazioni:1) orientamento della planimetria,2) tipi e posizione dei ventilatori,3) tipi e posizione barriere al fumo,

4) tipi e posizione ingressi d’aria,5) tipi e posizione organi di controllo, comando e alimentazioni,6) linee di collegamento,7) interfacce con altri impianti,8) sezioni rilevanti,9) legenda dei simboli utilizzati.

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APPENDICE F LINEE GUIDA PER LA DETERMINAZIONE DEL GRUPPO DI DIMENSIO(informativa)

F.1 GeneralitàLa presente appendice fornisce indicazioni orientative per la scelta dei tempi di interventoe delle velocità di propagazione che devono essere successivamente verificate conun’analisi secondo la specificità dei casi in esame.

F.2 Criteri di scelta per la determinazione del tempo di interventoIl tempo di intervento delle squadre di soccorso esterno (VVF) deve essere definitopreferibilmente dopo avere verificato direttamente con il distaccamento della zona in cui èubicata la costruzione.A titolo indicativo viene fornito il prospetto F.1 che fornisce dei valori che sono le medie deitempi di intervento nelle varie province. Questi valori non possono essere assuntidirettamente come tempi di intervento ma danno soltanto una valutazione qualitativa delledifficoltà con cui i VVF riescono ad intervenire a secondo delle zone.I valori indicati sono espressi in minuti e sono calcolati sulla media dei "tempi medi diarrivo" degli anni 2008, 2009 e 2010, arrotondata per eccesso al minuto primo, ed i cuivalori sono stati ricavati dall' "Annuario statistico del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco"edizione 2010.Il progettista può altresì utilizzare valori basati su dati statistici più recenti pubblicati in viaufficiale dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco o concordare con il comando locale deiVVF il valore più corretto.

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prospetto F.1 Valori medi dei tempi di intervento dei VVFF

Provincia t Provincia t Provincia t

AGRIGENTO 12 GORIZIA 9 POTENZA 21ALESSANDRIA 9 GROSSETO 13 PRATO 17ANCONA 12 IMPERIA 8 RAGUSA 11

AREZZO 14 ISERNIA 13 RAVENNA 9ASCOLI PICENO 15 LA SPEZIA 12 REGGIO CALABRIA 1ASTI 11 L'AQUILA 12 REGGIO EMILIA 9AVELLINO 12 LATINA 13 RIETI 18BARI 12 LECCE 14 RIMINI 14BELLUNO 11 LECCO 15 ROMA 19BENEVENTO 12 LIVORNO 14 ROVIGO 13BERGAMO 17 LODI 18 SALERNO 14BIELLA 14 LUCCA 12 SASSARI 11

BOLOGNA 13 MACERATA 12 SAVONA 11BRESCIA 15 MANTOVA 12 SIENA 15BRINDISI 16 MASSA CARRARA 12 SIRACUSA 10CAGLIARI 12 MATERA 13 SONDRIO 13CALTANISSETTA 8 MESSINA 13 TARANTO 18CAMPOBASSO 15 MILANO 14 TERAMO 12CASERTA 14 MODENA 15 TERNI 10CATANIA 9 NAPOLI 10 TORINO 13CATANZARO 16 NOVARA 14 TRAPANI 11CHIETI 15 NUORO 12 TREVISO 18COMO 14 ORISTANO 18 TRIESTE 6COSENZA 15 PADOVA 13 UDINE 12CREMONA 11 PALERMO 14 VARESE 13CROTONE 13 PARMA 14 VENEZIA 14CUNEO 11 PAVIA 14 VERBANO-CUSIO-OSSOLA 12ENNA 15 PERUGIA 15 VERCELLI 14FERRARA 13 PESARO 13 VERONA 17FIRENZE 19 PESCARA 15 VIBO VALENTIA 12FOGGIA 12 PIACENZA 18 VICENZA 15

FORLI 15 PISA 13 VITERBO 19FROSINONE 16 PISTOIA 16GENOVA 11 PORDENONE 11

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F.3 Classificazione ai fini della determinazione della velocità di propagazionedell’incendioLa classificazione ai fini della determinazione della velocità di propagazione è ricavatasulla base della classificazione dei pericoli tipici, della metodologia per la catalogazionedelle merci immagazzinate e delle categorie di deposito in funzione dei prodotti indicatinelle appendici A, B, C della UNI EN 12845.

La velocità di propagazione dell’incendio dipende dal tipo di materiale e dalla suaconfigurazione e disposizione.In mancanza di dati specifici è possibile fare una valutazione di massima della velocità dipropagazione riferendosi alla classificazione dei pericoli tipici indicate nella UNI EN 12845.

prospetto F.2 Gruppi di pericolo e corrispondenti velocità di propagazione dell’incendio

Il prospetto F.2 si riferisce soltanto al tipo di attività e non contiene nessun riferimento altipo di stoccaggio che richiede una particolare attenzione in quanto una disposizioneverticale delle merci può aumentare la velocità di propagazione.Nel caso di stoccaggio di grande altezza è inoltre molto probabile che ci siano deglisprinkler sia in alto che ad altezza intermedia.Nella scelta della velocità di propagazione si raccomanda di porre attenzione alladisposizione del materiale che può sia accelerare l’incendio, favorendo la ventilazionedella combustione, sia rallentare la propagazione dell’incendio nel caso in cui i prodottisiano disposti in modo sparso e distanziato.

F.4 Indicazioni circa la determinazione del rilascio termicoAnche se sono state effettuate alcune ricerche sul rilascio termico di un certo numero dimateriali, queste non sono rappresentative di un generico incendio. Un incendio realecoinvolge una grande quantità di materiali combustibili. Pertanto, non è applicabile unvalore riferito ad un materiale specifico, ma è necessario essere in grado di valutare ilrilascio termico per l’attività in questione in termini di condizioni più gravose ai fini dellatutela di persone e beni.A tal fine si può fare riferimento al CEN/TR 12101-5 oppure al prospetto E.5dell’Eurocodice UNI EN 1991-1-2:2004.

Velocità di propagazionedell’incendio

Gruppo di pericolosecondo UNI EN 12845

Bassa LH; OH1Media OH2, OH3; OH4Alta HHP, HHS

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APPENDICE G INTEGRAZIONE DI UN SEFFC IN IMPIANTI HVAC(informativa)

Nota La presente appendice ha carattere informativo nei confronti del corpo della norma; nel caso sne raccomanda la sua applicazione integrale.

G.1 GeneralitàIn alcuni casi è possibile valutare l’utilizzo di una o più parti di impianti di climatizzazionein un SEFFC.È bene precisare che l’esistenza di un sistema di climatizzazione che prevede un ricambiodell’aria ambiente non può sostituire un SEFFC senza opportune sostanziali modifiche.La presente appendice informativa ha lo scopo di proporre delle linee guida cheriassumono i punti fondamentali delle verifiche sia funzionali, sia di idoneità del tipo dicostruzione e di prodotti utilizzati.A titolo esemplificativo, ma non esaustivo, vengono elencati degli impianti che possonoessere presenti negli ambienti da proteggere:

- Impianti di ventilazione per l’igiene (in pressione o depressione o combinati).- Impianti di riscaldamento ad aria.- Impianti di climatizzazione.Sono possibili diverse integrazioni:- sistema di immissione utilizzato sia per HVAC che per SEFFC;- sistema di estrazione utilizzato per HVAC e SEFFC;- combinazione dei sistemi di immissione ed estrazione.

G.2 Raccomandazioni

G.2.1 ProgettazioneLa possibilità di integrazione di SEFFC e sistema HVAC deve essere valutata in fase didimensionamento e progettazione verificando:- Portate dei sistemi (funzionamento antincendio, funzionamento HVAC).- Dimensioni e posizione sistemi di mandata e/o aspirazione di aria e fumo.- Sistema di controllo e comando e logica di attivazione e funzionamento.Il progetto deve individuare, giustificandone l’idoneità ai sensi della presente norma, leeventuali bocchette di immissione e/o di aspirazione.Le soluzioni tecniche adottate devono essere totalmente conformi alla presente norma

garantendo lo stesso livello di efficienza e affidabilità.Un opportuno schema funzionale deve indicare lo stato dei componenti in funzione dellostato dell’impianto (stato di veglia, posizione antincendio) e dei relativi compartimenti asoffitto.In questo caso lo stato di veglia può coincidere con il funzionamento corrente del sistemaHVAC.Il passaggio dallo stato di veglia alla posizione antincendio deve essere possibile in ognimomento garantendo la priorità al comando relativo (manuale e/o automatico).Si riporta nel prospetto G.1 una matrice di funzionamento che riassume questeinformazioni.

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prospetto G.1Esempio di matrice di funzionamento

G.2.2 Prescrizioni sui componentiTutti i componenti e le parti dell‘impianto HVAC, già conformi alle pertinenti norme, chepartecipano anche all’evacuazione di fumo e calore o che possono essere in contatto confumi e gas caldi, devono essere conformi alle relative norme di prodotto, rispondendo airequisiti specifici della presente norma.

G.2.2.1 UTA a doppia funzioneNel caso che l'unità di trattamento dell'aria (UTA) dell'impianto HVAC debba garantire incaso d'incendio anche l'estrazione del fumo e/o l'immissione dell'aria esterna, i ventilatoriche lo compongono devono soddisfare i requisiti del punto 6.9.3 per i ventilatori perSEFFC e del punto 6.9.11 per i ventilatori di immissione dell'aria esterna.Come indicato nella UNI EN 15423, i componenti interni dell'UTA che ostacolanol'evacuazione del fumo (come scambiatori, filtri, silenziatori, recuperatori di calore,separatori di gocce, umidificatori, ecc.) devono essere escludibili tramite serrande.Queste ultime ed ogni ulteriore componente dell'UTA attraversato dal fumo deve avereclassificazione equivalente a quella della condotta di controllo fumo e calore a cui ècollegata l'UTA stessa.

G.2.2.2 Serrande di controllo del fumoLe serrande di controllo del fumo utilizzate in sistemi a doppia funzione nel quale il loro

stato di apertura/chiusura in assenza di incendio può essere determinato anche dalsistema HVAC, devono essere classificate almeno in classe "C10 000".

Elementi di campo No allarme Incendiozona 1

Incendiozona 2

Incendiozona 3

Incendiozona 4

Incendiozona 5

Incendiozona 6

Incendiozona 7

Incendiozona 8

Mandata UTA 1 Auto Off Off Off Off On On On OnRipresa UTA 1 Auto Off Off Off Off On On On On

Recuperatore rotativo UTA 1 Auto Off Off Off Off On On On OnMandata UTA 2 Auto On On On On Off Off Off OffRipresa UTA 2 Auto On On On On Off Off Off OffVentilatore SEFFC 1 Off On On On On Off Off Off OffSerranda controllo fumo zona 1 Chiusa Aperta Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa ChiuSerranda controllo fumo zona 2 Chiusa Chiusa Aperta Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa ChiuSerranda controllo fumo zona 3 Chiusa Chiusa Chiusa Aperta Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa ChiuSerranda controllo fumo zona 4 Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Aperta Chiusa Chiusa Chiusa ChiuBarriere mobili al fumo zona 1, 2, 3 e 4 Alzate Abbassate Abbassate Abbassate Abbassate Alzate Alzate AlzatePorte/finestre aria esterna zona 1, 2, 3 e 4 Auto Aperte Aperte Aperte Aperte Auto Auto Auto AuAperture aria esterna zona 1, 2, 3 e 4 Chiuse Aperte Aperte Aperte Aperte Chiuse Chiuse Chiuse ChiuVentilatore SEFFC 2 - portata 35 000 m3 /h Off Off Off Off Off On On Off OffVentilatore SEFFC 2 - portata 55 000 m3 /h Off Off Off Off Off Off Off On OnSerranda controllo fumo zona 5 Auto Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Aperta Chiusa Chiusa ChiuSerranda controllo fumo zona 6 Auto Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Aperta Chiusa ChiuSerranda controllo fumo zona 7 Auto Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Aperta ChiuSerranda controllo fumo zona 8 Auto Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa Chiusa AperBarriere mobili al fumo zona 5, 6, 7 e 8 Alzate Alzate Alzate Alzate Alzate Abbassate Abbassate Abbassate APorte/finestre aria esterna zona 5, 6, 7 e 8 Auto Auto Auto Auto Auto Aperte Aperte Aperte Ape

Aperture aria esterna zona 5, 6, 7 e 8 Chiuse Chiuse Chiuse Chiuse Chiuse Aperte Aperte Aperte Ape

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BIBLIOGRAFIAUNI EN 12845 Installazioni fisse antincendio - Sistemi automatici a sprinkler -

Progettazione, installazione e manutenzioneUNI EN 1991-1-2:2004 Eurocodice 1 - Azioni sulle strutture - Parte 1-2: Azioni in generale

- Azioni sulle strutture esposte al fuocoDIN 182325-5(2011) Smoke and heat control installations - Part 5: Powered smoke

exhaust systems; requirements, designCEN/TR 12101-4 Smoke and heat control systems - Part 4: Installed SHEVSsystems for smoke and heat ventilation

CEN/TR 12101-5 Smoke and heat control systems - Part 5: Guidelines on functionalrecommendations and calculation methods for smoke and heatexhaust ventilation systems

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