8 1 MAGGIO 2011 AVVENIRE n e DOMENICA Lazio … · Foto del Col. Antonio Dolgetta ... A sinistra,...

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CIVITAVECCHIA-TARQUINIA Lazio sette regione AVVENIRE DOMENICA 1 MAGGIO 2011 8 Come sempre è una settimana par- ticolare quella che ogni anno ci porta alla Santa Pasqua. Infatti, anche quest’anno è stato un tempo di grazia, ricco di cele- brazioni in Cattedrale presiedute dal Vescovo Luigi, di profondi mo- menti di raccoglimento e di altri in cui tantissimi fedeli hanno avuto modo di esternare la propria fede genuina e sincera. Preceduto dalla solenne cele- brazione nella Domenica delle Pal- me, il Triduo Pasquale è iniziato mercoledì con la Messa Crismale, durante la quale il Pastore e i suoi sacerdoti hanno rinnovato le pro- messe formulate il giorno della propria Ordinazione Sacerdotale (domenica scorsa abbiamo riporta- to l’omelia di mons. Marrucci). Il giorno seguente, con la Messa in Coena Domini, la Comunità ha “rivissuto” l’istituzione dell’Eucari- stia, fatta da Gesù nell’Ultima Ce- na. Particolarmente toccante è sta- to il momento della lavanda dei pie- di. Vedere il Vescovo, successore de- gli apostoli, che come fatto da Gesù si china per lavare e baciare i piedi, quale palese segno di servizio, com- muove e apre ogni cuore, anche quel- lo di coloro che non sono tanto abi- tuati a questo tipo di “emozione”. Al termine la liturgia ha invitato i fedeli all’adorazione del Santissimo Sacra- mento e, come da antica tradizione, in ogni parrocchia sono stati allestiti degli appositi Altari della Reposizio- ne. Nel Venerdì Santo, si commemora- no i passaggi della Passione di Cristo, dalla condanna alla crocifissione, fi- no alla morte. In questo giorno la pietà popolare, nel corso dei secoli ha dato vita a numerose manifestazioni. A Civitavecchia (ma anche in altri centri della diocesi) il Venerdì Santo si tiene la tradizionale e spettacolare Processione del Cristo Morto. Questa particolare rappresentazione, da sem- pre a cura dell’Arciconfraternita del Gonfalone, vede sfilare per le vie centrali della città centinaia di figu- ranti che, con perfetti abiti d’epoca, impersonano soldati romani, autorità del tempo… Immancabili le antiche statue che rappresentano i punti salienti della Passione: Gesù che prega nell’orto – Gesù legato alla colonna – Gesù ecce homo – Gesù caduto sotto la croce – Gesù crocifisso – il Cristo morto. Una caratteristica della manifesta- zione civitavecchiese è sicuramente la presenza dei penitenti (quest’anno erano oltre 220, forse il numero più alto che si ricordi). Sono giovani, an- ziani, uomini, donne, sono persone di ogni estrazione sociale che, vestite con un saio bianco e coperte da un cappuccio, camminano a piedi nudi trascinando pesanti catene legate alle caviglie e, in alcuni casi, portando grosse croci di legno sulle spalle. Questa tradizione si perde nella notte dei tempi. Probabilmente è comincia- ta nell’epoca in cui alcuni condannati a morte venivano graziati proprio dall’ “autorità” dell’Arciconfraternita del Gonfalone, e, come segno di espiazione dei propri peccati e di rin- graziamento al Signore, decidevano di seguire la Processione incappuc- ciati per non farsi riconoscere con le catene spezzate ai piedi nudi, quale segno della ritrovata libertà. Accompagnato da diversi sacerdo- ti, ha preso parte alla Processione an- che il Vescovo Marrucci, il quale con riflessioni e preghiere ha animato il cammino. Sabato Santo, dopo il silenzio nel quale i cristiani sono stati invitati a custodire e meditare il Mistero della Croce, con la Veglia, madre di tutte le veglie, la Chiesa esplode nel gri- do di gioia: Cristo è risorto per sconfiggere per sempre la morte. Il giorno seguente, domenica di Pasqua, il Vescovo ha presieduto una solenne celebrazione eucari- stica nel Duomo di Tarquinia e nel pomeriggio, sempre nella cittadina etrusca, ha preso parte alla tradi- zionale Processione del Cristo Ri- sorto. La risurrezione è il sigillo del- l’autenticità divina di Cristo e del- la verità del suo Vangelo. La risur- rezione, infatti, attesta che Cristo è veramente quello che ha affer- mato di essere: il Figlio. “Vera- mente quest’uomo era Figlio di Dio” (Mc 15,39). È questa la verità della Pasqua: è questo il grido di giubilo che per- corre oggi di nuovo il mondo, è que- sto l’annuncio che fa tremare il cuore dei credenti. Cristo è risorto! Foto del Col. Antonio Dolgetta MONIA POLEGGI Venerdì 15 aprile, presso la parrocchia Sant’Agostino, gli inse- gnanti di religione cattolica della Diocesi Civitavecchia – Tar- quinia si sono incontrati per una giornata di ritiro spirituale guidati, nei vari momenti di preghiera e riflessione, dal diretto- re dell’ufficio, Mons. Rinaldo Copponi. Dopo la recita dei Ve- spri, gli insegnanti hanno riflettuto sul significato del tempo li- turgico che stiamo vivendo, quello della quaresima, che è gran- de emozione, commozione, riconoscenza della infinita bontà di Dio. Don Rinaldo, dialogando con gli insegnanti, ha ripercorso tutte le tappe di questo tempo liturgico. Questi quaranta giorni sono segnati anzitutto dal ricordo dei quaranta giorni di Gesù nel deserto, dalla sua lotta con il demonio, dalla sua vittoria sul tentatore. Il Direttore ha invitato gli insegnanti ad esaminare, così l’ha voluta definire, la ”Teologia degli equivoci” che emerge leggendo i Vangeli proposti nelle ultime cinque domeniche. Ha ricordato l’episodio della Trasfigurazione, in cui Pietro, Giaco- mo e Giovanni vedevano, udivano, ma non capivano; l’incon- tro di Gesù con la Samaritana, in cui Gesù parlava di acqua vi- va, che è lo Spirito, ma che la donna inizialmente non com- prendeva; il miracolo sul cieco nato, in cui sembra che Gesù tratti male un “poverello”; il miracolo su Lazzaro nel quale, in un primo momento, verrebbe da chiedersi: “Gesù gli volevi tanto bene, non potevi stare lì prima che Lazzaro morisse ?”. Tutto ciò, ci conduce alla riflessione sul quanto sia chiusa la mente dell’uomo e quanto sia necessario chiedere a Dio di aprire i nostri occhi e il nostro cuore, di guarirci dalle ferite del peccato. Questo il modo corretto per poter riconoscere il Figlio di Dio: così lo ha riconosciuto il cieco nato. Alla luce di questo insegnamento Don Rinaldo conclude ricordando agli insegnanti di religione che la loro “spiritualità” fa parte della loro profes- sionalità. Dunque, la Quaresima dell’insegnante deve significa- re un lavoro costante di recupero della passione educativa, un ritorno alla “motivazione” dell’insegnamento. Gli alunni sono un tesoro prezioso, sono il futuro dell’umanità, e questa uma- nità ha bisogno di “vedere”. Perciò, occorrono guide, maestri di vita, testimoni credibili, “un cieco non potrà mai seguire un altro cieco”. L’incontro è stato coronato dalla celebrazione della Santa Messa, animata dagli stessi insegnanti. Subito dopo, il gruppo è stato raggiunto per una solenne benedizione dal Vescovo Luigi Marrucci, il quale nel suo intervento breve, ma molto ispirato. Ha ricordato che l’insegnante è al servizio dell’uomo; sottoli- neato il carattere formativo di questo insegnamento; chiesto ai docenti di sviluppare verso gli alunni un rapporto educativo ricco di dialogo. È necessario, ha sottolineato Mons Marrucci, suscitare nei ragazzi interesse e attenzione verso questa disci- plina che sorregge la ricerca appassionata della Verità che è scritta nel cuore di ogni uomo. Una frase pronunciata dal Ve- scovo ha colpito tanto gli insegnanti: “…anche io sono stato in- segnante di religione, dunque comprendo le varie difficoltà, l’augurio più grande che io possa farvi è che gli alunni non vi sopportino, ma vi cerchino..” Questa frase dice tutto, dice tanto: è spinta, è motivazione, è augurio per una buona Pasqua nel la- voro di tutti i giorni. CIVITAVECCHIA Presieduti dal vescovo tutti i solenni riti della Settimana Santa Cristo è risorto. È veramente risorto! Sopra, la processione della Domenica delle Palme. A sinistra, un momento della Messa Crismale CIVITAVECCHIA Ritiro spirituale per gli insegnanti di religione cattolica Quale “conversione” per l’IdR ? CIVITAVECCHIA Anche la nostra Città si è mobilitata in occa- sione della Beatificazione di Giovanni Paolo II e lo ha fatto allestendo una tendopoli all’inter- no del porto per accogliere gli oltre duemila giovani, i cosiddetti “Papa Boys”, provenienti principalmente da Francia e Spagna, che que- sta mattina saranno presenti in Piazza San Pie- tro. Il Priore dell’Arciconfraternita del Gonfalo- ne, ringrazia tutti coloro che hanno permesso la realizzazione dell’antica Processione del Ve- nerdì Santo. Un bilancio sicuramente positivo – ha affermato il Priore De Paolis – per la ma- nifestazione che anche quest’anno ha richia- mato migliaia di civitavecchiesi. Le condizioni atmosferiche favorevoli hanno consentito ai nostri concittadini di partecipare numerosi e fortemente motivati alla sacra manifestazione. Hanno rinnovato lo spirito secolare di questa città che puntualmente si riversa ai margini delle strade per riflettere e meditare sulla Pas- sione e morte di Gesù. In silenzio i civitavec- chiesi hanno pregato, con rispetto hanno reso testimonianza alla penitenza scalza e incatena- ta e si sono uniti alle preghiere guidate dal no- stro Vescovo Mons. Luigi Marrucci. La tradizione che vuole che la salita di Via Piave sia fatta di corsa per consentire di porta- re il Carro con il Cristo Morto in piazza Lean- dra, al termine della processione è stata rispet- tata: i portatori hanno vinto la pendenza della strada correndo e tirando il Carro fino alla Piazza ed hanno ricevuto l’applauso liberatorio ed annunciatore della Risurrezione di Gesù, che ha siglato e concluso le fatiche di tutti. I Confratelli e le Consorelle dell’Arciconfra- ternita del Gonfalone aspettano sempre tutti i concittadini nella Chiesa della Stella di Piazza Leandra per rivolgere alla Madonna delle Gra- zie il ringraziamento per la sua intercessione e per l’aiuto che riserva a questa Città. IN BREVE

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CIVITAVECCHIA-TARQUINIALazio setteregion

eAVVENIREDOMENICA1 MAGGIO 20118

Come sempre è una settimana par-ticolare quella che ogni anno ciporta alla Santa Pasqua.

Infatti, anche quest’anno è statoun tempo di grazia, ricco di cele-brazioni in Cattedrale presiedutedal Vescovo Luigi, di profondi mo-menti di raccoglimento e di altri incui tantissimi fedeli hanno avutomodo di esternare la propria fedegenuina e sincera.

Preceduto dalla solenne cele-brazione nella Domenica delle Pal-me, il Triduo Pasquale è iniziatomercoledì con la Messa Crismale,durante la quale il Pastore e i suoisacerdoti hanno rinnovato le pro-messe formulate il giorno dellapropria Ordinazione Sacerdotale(domenica scorsa abbiamo riporta-to l’omelia di mons. Marrucci).

Il giorno seguente, con la Messain Coena Domini, la Comunità ha“rivissuto” l’istituzione dell’Eucari-stia, fatta da Gesù nell’Ultima Ce-na. Particolarmente toccante è sta-to il momento della lavanda dei pie-di. Vedere il Vescovo, successore de-gli apostoli, che come fatto da Gesùsi china per lavare e baciare i piedi,quale palese segno di servizio, com-muove e apre ogni cuore, anche quel-lo di coloro che non sono tanto abi-tuati a questo tipo di “emozione”. Altermine la liturgia ha invitato i fedeliall’adorazione del Santissimo Sacra-mento e, come da antica tradizione,in ogni parrocchia sono stati allestitidegli appositi Altari della Reposizio-ne.

Nel Venerdì Santo, si commemora-no i passaggi della Passione di Cristo,dalla condanna alla crocifissione, fi-no alla morte. In questo giorno lapietà popolare, nel corso dei secoli hadato vita a numerose manifestazioni.A Civitavecchia (ma anche in altricentri della diocesi) il Venerdì Santosi tiene la tradizionale e spettacolareProcessione del Cristo Morto. Questaparticolare rappresentazione, da sem-pre a cura dell’Arciconfraternita delGonfalone, vede sfilare per le viecentrali della città centinaia di figu-ranti che, con perfetti abiti d’epoca,impersonano soldati romani, autoritàdel tempo…

Immancabili le antiche statue cherappresentano i punti salienti dellaPassione: Gesù che prega nell’orto –Gesù legato alla colonna – Gesù ecce

homo – Gesù caduto sotto la croce –Gesù crocifisso – il Cristo morto.

Una caratteristica della manifesta-zione civitavecchiese è sicuramentela presenza dei penitenti (quest’annoerano oltre 220, forse il numero piùalto che si ricordi). Sono giovani, an-ziani, uomini, donne, sono persone diogni estrazione sociale che, vestitecon un saio bianco e coperte da uncappuccio, camminano a piedi nuditrascinando pesanti catene legate allecaviglie e, in alcuni casi, portandogrosse croci di legno sulle spalle.Questa tradizione si perde nella nottedei tempi. Probabilmente è comincia-ta nell’epoca in cui alcuni condannatia morte venivano graziati propriodall’ “autorità” dell’Arciconfraternitadel Gonfalone, e, come segno diespiazione dei propri peccati e di rin-graziamento al Signore, decidevanodi seguire la Processione incappuc-ciati per non farsi riconoscere con lecatene spezzate ai piedi nudi, qualesegno della ritrovata libertà.

Accompagnato da diversi sacerdo-ti, ha preso parte alla Processione an-che il Vescovo Marrucci, il quale conriflessioni e preghiere ha animato ilcammino.

Sabato Santo, dopo il silenzio nelquale i cristiani sono stati invitati acustodire e meditare il Mistero dellaCroce, con la Veglia, madre di tutte

le veglie, la Chiesa esplode nel gri-do di gioia: Cristo è risorto persconfiggere per sempre la morte.

Il giorno seguente, domenica diPasqua, il Vescovo ha presiedutouna solenne celebrazione eucari-stica nel Duomo di Tarquinia e nelpomeriggio, sempre nella cittadinaetrusca, ha preso parte alla tradi-zionale Processione del Cristo Ri-sorto.

La risurrezione è il sigillo del-l’autenticità divina di Cristo e del-la verità del suo Vangelo. La risur-rezione, infatti, attesta che Cristoè veramente quello che ha affer-mato di essere: il Figlio. “Vera-mente quest’uomo era Figlio diDio” (Mc 15,39).

È questa la verità della Pasqua:è questo il grido di giubilo che per-corre oggi di nuovo il mondo, è que-sto l’annuncio che fa tremare il cuoredei credenti. Cristo è risorto!

Foto del Col. Antonio Dolgetta

MONIA POLEGGI

Venerdì 15 aprile, presso la parrocchia Sant’Agostino, gli inse-gnanti di religione cattolica della Diocesi Civitavecchia – Tar-quinia si sono incontrati per una giornata di ritiro spiritualeguidati, nei vari momenti di preghiera e riflessione, dal diretto-re dell’ufficio, Mons. Rinaldo Copponi. Dopo la recita dei Ve-spri, gli insegnanti hanno riflettuto sul significato del tempo li-turgico che stiamo vivendo, quello della quaresima, che è gran-de emozione, commozione, riconoscenza della infinita bontà diDio. Don Rinaldo, dialogando con gli insegnanti, ha ripercorsotutte le tappe di questo tempo liturgico. Questi quaranta giornisono segnati anzitutto dal ricordo dei quaranta giorni di Gesùnel deserto, dalla sua lotta con il demonio, dalla sua vittoria sultentatore. Il Direttore ha invitato gli insegnanti ad esaminare,così l’ha voluta definire, la ”Teologia degli equivoci” che emergeleggendo i Vangeli proposti nelle ultime cinque domeniche. Haricordato l’episodio della Trasfigurazione, in cui Pietro, Giaco-mo e Giovanni vedevano, udivano, ma non capivano; l’incon-tro di Gesù con la Samaritana, in cui Gesù parlava di acqua vi-va, che è lo Spirito, ma che la donna inizialmente non com-prendeva; il miracolo sul cieco nato, in cui sembra che Gesùtratti male un “poverello”; il miracolo su Lazzaro nel quale, inun primo momento, verrebbe da chiedersi: “Gesù gli volevitanto bene, non potevi stare lì prima che Lazzaro morisse ?”.Tutto ciò, ci conduce alla riflessione sul quanto sia chiusa lamente dell’uomo e quanto sia necessario chiedere a Dio diaprire i nostri occhi e il nostro cuore, di guarirci dalle ferite delpeccato. Questo il modo corretto per poter riconoscere il Figliodi Dio: così lo ha riconosciuto il cieco nato. Alla luce di questoinsegnamento Don Rinaldo conclude ricordando agli insegnantidi religione che la loro “spiritualità” fa parte della loro profes-sionalità. Dunque, la Quaresima dell’insegnante deve significa-re un lavoro costante di recupero della passione educativa, unritorno alla “motivazione” dell’insegnamento. Gli alunni sonoun tesoro prezioso, sono il futuro dell’umanità, e questa uma-nità ha bisogno di “vedere”. Perciò, occorrono guide, maestri divita, testimoni credibili, “un cieco non potrà mai seguire un altrocieco”. L’incontro è stato coronato dalla celebrazione della SantaMessa, animata dagli stessi insegnanti. Subito dopo, il gruppo èstato raggiunto per una solenne benedizione dal Vescovo LuigiMarrucci, il quale nel suo intervento breve, ma molto ispirato.Ha ricordato che l’insegnante è al servizio dell’uomo; sottoli-neato il carattere formativo di questo insegnamento; chiesto aidocenti di sviluppare verso gli alunni un rapporto educativoricco di dialogo. È necessario, ha sottolineato Mons Marrucci,suscitare nei ragazzi interesse e attenzione verso questa disci-plina che sorregge la ricerca appassionata della Verità che èscritta nel cuore di ogni uomo. Una frase pronunciata dal Ve-scovo ha colpito tanto gli insegnanti: “…anche io sono stato in-segnante di religione, dunque comprendo le varie difficoltà,l’augurio più grande che io possa farvi è che gli alunni non visopportino, ma vi cerchino..” Questa frase dice tutto, dice tanto:è spinta, è motivazione, è augurio per una buona Pasqua nel la-voro di tutti i giorni.

CIVITAVECCHIA Presieduti dal vescovo tutti i solenni riti della Settimana Santa

Cristo è risorto. È veramente risorto!

Sopra, la processione dellaDomenica delle Palme.A sinistra, un momento dellaMessa Crismale

CIVITAVECCHIA Ritiro spirituale per gliinsegnanti di religione cattolica

Quale “conversione”per l’IdR ?

CIVITAVECCHIA

l Anche la nostra Città si è mobilitata in occa-sione della Beatificazione di Giovanni Paolo IIe lo ha fatto allestendo una tendopoli all’inter-no del porto per accogliere gli oltre duemilagiovani, i cosiddetti “Papa Boys”, provenientiprincipalmente da Francia e Spagna, che que-sta mattina saranno presenti in Piazza San Pie-tro.

l Il Priore dell’Arciconfraternita del Gonfalo-ne, ringrazia tutti coloro che hanno permessola realizzazione dell’antica Processione del Ve-nerdì Santo. Un bilancio sicuramente positivo– ha affermato il Priore De Paolis – per la ma-nifestazione che anche quest’anno ha richia-mato migliaia di civitavecchiesi. Le condizioniatmosferiche favorevoli hanno consentito ainostri concittadini di partecipare numerosi efortemente motivati alla sacra manifestazione.Hanno rinnovato lo spirito secolare di questa

città che puntualmente si riversa ai marginidelle strade per riflettere e meditare sulla Pas-sione e morte di Gesù. In silenzio i civitavec-chiesi hanno pregato, con rispetto hanno resotestimonianza alla penitenza scalza e incatena-ta e si sono uniti alle preghiere guidate dal no-stro Vescovo Mons. Luigi Marrucci.

La tradizione che vuole che la salita di ViaPiave sia fatta di corsa per consentire di porta-re il Carro con il Cristo Morto in piazza Lean-dra, al termine della processione è stata rispet-tata: i portatori hanno vinto la pendenza dellastrada correndo e tirando il Carro fino allaPiazza ed hanno ricevuto l’applauso liberatorioed annunciatore della Risurrezione di Gesù,che ha siglato e concluso le fatiche di tutti.

I Confratelli e le Consorelle dell’Arciconfra-ternita del Gonfalone aspettano sempre tutti iconcittadini nella Chiesa della Stella di PiazzaLeandra per rivolgere alla Madonna delle Gra-zie il ringraziamento per la sua intercessione eper l’aiuto che riserva a questa Città.

IN BREVE

CIVITAVECCHIA-TARQUINIALazio setteregion

e AVVENIREDOMENICA

1 MAGGIO 2011 9

AVVISI

TIZIANO TORRESI

Domenica scorsa, nello splen-dore della notte pasquale, ab-biamo concluso il lungo itine-rario della Quaresima: una lu-ce sicura e gentile guida il no-stro esodo oltre il peccato, illu-mina e spiega le Scritture rica-pitolando la storia della salvez-za; l’acqua del Battesimo è se-polcro dell’uomo che eravamoe fresca benedizione di novità di vi-ta; il banchetto delle nozze dell’A-gnello nel cuore della notte è culmi-ne della nostra gioia. In questo gior-no di festa, culmine dell’ottava diPasqua, possiamo rileggere il cam-mino che ci ha condotti al verticedell’anno liturgico: una Quaresima,come sempre, ardua ed esigente perla nostra vita di fede ma anche se-gnata da grandi sconvolgimenti checi hanno toccati e segnati: il disa-stroso terremoto in Giappone, laguerra nel Mediterraneo, la trage-dia dei profughi, la persistente per-secuzione dei cristiani in molte par-ti del globo. L’enigma di morte edolore che continua a ferire il trattodi Storia che abbiamo in sorte dipercorrere cerca il proprio sensonelle piaghe gloriose di un crocifis-so risorto che diventano feritoie diGrazia.

La storia che vorrei annotare inquesta domenica in albis è alloraquella di Shahbaz Bhatti. Storia diPassione e dolore, storia pasqualedi coraggiosa testimonianza e di fi-ducioso abbandono alla volontà delPadre. Storia simile a quella di tantialtri crocifissi lungo i secoli sino ainostri giorni, cristiani la cui esisten-za perseguitata sino alla morte,spesso senza notorietà alcuna, pro-clama: In manus tuas Domine com-mendo spiritum meum!

Shahbaz Bhatti (1968-2011) è tracostoro. Ministro federale delle mi-noranze religiose nel governo delPakistan è stato assassinato il 2marzo scorso da un commando ar-mato nella capitale del suo paese,Islamabad. Conosceva il suo desti-

no. All’inizio di quest’anno avevainfatti dichiarato: «Combatterò l’e-stremismo e mi batterò a difesa deicristiani fino alla morte». E la mor-te è arrivata con 30 colpi di armada fuoco piovutigli addosso dai tale-bani pakistani del Punjab mentreera nella sua auto di servizio privadi scorta insieme ad una nipote. Luistesso non aveva voluto uomini perla sua protezione dopo che SalmaanTaseer, governatore del Punjab, erastato ucciso dalla scorta nel gennaioscorso. Era, quest’ultimo, un suocollega di partito ed amico che col-tivava il medesimo sogno (un Paki-stan rispettoso dei diritti religiosi dimusulmani, sunniti, sciti, cristiani,sikh, indù, ismaeliti, bahai…) e lot-tava per una medesima, fondamen-tale conquista: l’abolizione dellalegge sulla blasfemia. Il mite mini-stro cattolico Bhatti, il solo non mu-sulmano nel governo di un paesecomplesso ma fondamentale perl’equilibrio geopolitico dell’area,aveva perseguito questo sogno e av-vicinato questa conquista con pic-coli passi: la fondazione della AllPakistan Minorities Alliance e dellaChristian liberation Front, l’inseri-mento di una quota del 5% dei po-sti pubblici per le minoranze, untiepido riconoscimento delle festi-vità di altre fedi oltre quella islami-ca. L’ultima battaglia l’ha combattu-ta, con toni sempre pacati per nonsuscitare le reazioni del fondamen-talismo, a favore della liberazionedi Asia Bibi, una donna cattolica ac-cusata di blasfemia e condannatanel novembre scorso all’impiccagio-ne, tuttora in attesa di appello.

(continua)

FRANCO CARRAFFA

Domenica 10 aprile la par-rocchia di San Pietro, nelquartiere Aurelia di Civita-vecchia, con gioia ha accol-to per la sua prima visitapastorale il nuovo VescovoS.E. Mons. Luigi Marrucci,il quale ha presieduto la Ce-lebrazione Eucaristica delleore 11,00.

Ad accogliere il presule,il parroco don Robert Mute-ba, il diacono Alfredo Bo-nanni ed alcuni responsabilidelle varie attività parroc-chiali.

All’inizio della SantaMessa il parroco ha rivoltoa Sua Eccellenza un salutodi benvenuto a nome suo edi tutta la comunità, sottoli-

neando che la sua venuta ècome quella del Buon Pasto-re, e che come un padre –ha continuato don Robert –è venuto a celebrare con lanostra comunità l’ultimadomenica di Quaresima perricordarci di camminaresempre sulle orme di Gesù.Poi, riprendendo un passag-gio dell’omelia tenuta dalVescovo Luigi in occasionedel solenne inizio del suoministero pastorale in dio-cesi (19 febbraio 2011), ilparroco ha detto: “Il Vesco-vo viene per camminarecon voi, vi accompagna, rit-ma con voi il passo, talvoltalo sollecita, ma sempre, tut-ti quanti, alla scuola di Ge-sù”.

Monsignor Marrucci ha

ringraziato per il saluto ed ilcaloroso affetto dimostrato-gli, assicurando la Sua vici-nanza e, rivolgendosi poi aimolti bambini, si è auguratoche anche da questa piccolacomunità possano sbocciaredelle nuove vocazioni sacer-dotali.

La funzione religiosa èstata animata dal folto corodei bambini, accompagnatidal maestro Costanzo Ber-nacchia.

Al termine della Celebra-zione ha preso la parola ilsignor Antonio Testardi, ilquale, a nome di tutti, hasottolineato che la comunitàpur essendo piccola nel nu-mero è grande nello spiritoe che la nostra chiesetta,nonostante le sue dimensio-

ni modeste, è un punto diriferimento per molte per-sone e luogo di sano ritro-vo… Ha infine ricordato glisforzi per rendere la chiesapiù accogliente, ma che perquesto non bastano le forzedei parrocchiani. Occorre,infatti, anche un aiuto

“esterno” e l’auspicio è checon il Suo interessamento,questo sia possibile.

L’incontro si è conclusonella sala parrocchiale conun piccolo rinfresco, duran-te il quale il Vescovo si è in-trattenuto a dialogare, oltreche con il parroco, anche

con i convenuti con partico-lare attenzione verso i bam-bini, instaurando immedia-tamente con tutti un rap-porto positivo, grazie ancheal Suo modo di porsi allagente, senza fronzoli, consemplicità e con linguaggiocomprensibile a tutti.

AUGUSTO AMICI

È sempre molto difficile e imba-razzante riportare le proprie im-pressioni su iniziative nelle qualivieni coinvolto come associazio-ne o come persona. Cercherò diessere il più imparziale possibilenell’esposizione delle iniziativeche hanno coinvolto l’Azione Cat-tolica della Parrocchia S. MariaAssunta in Cielo di Allumiere.

Visto che sono tante le esporròin ordine di data, iniziando dalletre Via Crucis quaresimali allequali hanno partecipato quasitutti i ragazzi e i giovani dell’as-sociazione.

La prima Via Crucis, quelladei più piccoli, si è svolta lungola strada che porta al SantuarioDiocesano della Madonna delleGrazie, sabato 19 marzo alle ore15,30, e vi hanno partecipato ibambini delle scuole elementari,i quali sono rimasti molto colpitida questo percorso fatto di tappeche raccontavano le ultime oredella vita di Gesù. I bambinihanno dimostrato grande parteci-pazione e attenzione.

Le successive due Via Crucis,quella dei giovani e giovanissimi,

si sono svolte alle ore 21,30 lun-go la strada che scende all’Eremodella S.S. Trinità. Siamo stati dav-vero fortunati, perchè siamo in-cappati in due belle serate conuna luna piena che ci illuminavatutta la strada, in un silenzio ir-reale interrotto soltanto dalle no-stre preghiere e dal gorgoglio delruscello che costeggia la strada.

I tre appuntamenti sono stateguidati con canti e preghiere dalparroco, mentre i ragazzi si sonoalternati nella lettura dei branidelle stazioni e nelle riflessioni.

Sabato 16 aprile alle ore 15,30nel Salone dell’Oratorio Recitalin dialetto allumierasco dal titolo“Quanno Gesù adè Risorto” dei ra-gazzi della 1a e 2a media, seguitoda preghiere, riflessioni e ballettisulla pace.

Domenica 17 aprile, dopo chein mattinata abbiamo partecipatoalla processione di croci festoseper la Domenica delle Palme, alleore 21,30 presso il giardino co-munale del “Risanamento” rap-presentazione sacra sulla Passio-ne, Morte e Resurrezione di Gesùorganizzata dai giovani e dagliadulti con la partecipazione dinumerosi ex accierini ormai adul-

ti con figli al seguito che si sonoimprovvisati attori e comparse.Numerosi i complimenti dei pre-senti per la bella manifestazioneche coinvolge circa cento perso-ne in un ambiente particolare esuggestivo qual è il giardino co-munale. Giovedì Santo abbiamopartecipato alla tradizionale ve-glia dei giovani organizzata dalparroco, dove dopo le preghiereabbiamo presentato un videomolto significativo e adatto allacircostanza accompagnato dalcanto del Padre Nostro cantatoda Anna Parigiani e Martina Gia-calone.

Venerdì Santo siamo stati pre-senti alla Processione del CristoMorto, mentre Sabato Santo alle16 i ragazzi dei gruppi delle scuo-le medie e superiori hanno cele-brato il sacramento della Peniten-za in Parrocchia.

Domenica di Pasqua abbiamopartecipato cantando e suonan-do, alla Messa di mezzogiorno alSantuario della Madonna delleGrazie, dove abbiamo ringraziatoil Signore e la Vergine Santissimadelle Grazie anche per il bellissi-mo cammino associativo che stia-mo vivendo insieme.

Giovedì scorso, 28 aprile, Civi-tavecchia ha solennemente fe-steggiato Santa Fermina, CelestePatrona della Città, della Dioce-si e dei Naviganti. Domenicaprossima, daremo ampio spazioall’evento.

* * *In occasione della Beatificazio-ne di Giovanni Paolo II, oggi, al-le ore 18,30, presso la Parroc-

chia di Sant’Agostino, si terràun concerto di flauto etruscodel maestro Romolo Rossi cheaccompagnerà le poesie del Bea-to Giovanni Paolo II, declamatedai poeti dell’Associazione Vi-terbese “Le Ginestre”.

* * *Martedì prossimo, 3 maggio,alle ore 18,00, presso il teatroBuonarroti della Parrocchia Sa-

cra Famiglia (Salesiani di donBosco), si terrà la presentazionedel libro di Andrea Riccardi daltitolo: “Giovanni Paolo II – LaBiografia”.

Interverranno S.E. Mons.Luigi Marrucci, Vescovo dioce-sano, il dott. Angelo Scelzo, Sot-tosegretario Pontificio Consigliodelle Comunicazioni Sociali, e ilprof. Adriano Roccucci, dellaComunità di Sant’Egidio.

AURELIA

La parrocchia in festaper la visita del vescovo Luigi

Azione cattolica Allumiere

Le numerose iniziativeorganizzate per la Pasqua 2011

La Pasqua di Shahbaz Batti /1

«Un posto ai piedi di Gesù»

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DOMENICA8 MAGGIO 2011 11

CIVITAVECCHIA Si ricorda ai Presbiteri, Diaconi e Religiosi che il prossimo ritiromensile avrà luogo giovedì 12 maggio p.v. alle ore 9,30, semprepresso la Casa delle Suore della Carità di S. Giovanna Antida Thou-ret a Civitavecchia (via dell’Immacolata, 2).

L’incontro sarà guidato da don Francesco Soprano, ex Rettore delSantuario della Madonna di Pompei.

TARQUINIA Oggi, domenica 8 maggio, si festeggia la Madonna di Valverde,Patrona della città. Appuntamento alle ore 17 nell’omonimo San-tuario per la solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E.Mons. Luigi Marrucci. Al termine partirà la Processione con l’im-magine miracolosa per le vie della città.

AVVISI

Venerdì 28 aprile, come ogni anno, si èrinnovata a Civitavecchia la tradizione difesteggiare solennemente Santa Fermina(Firmina), celeste Patrona della Città, dellaDiocesi e Protettrice dei Naviganti.

Ancora una volta il popolo civitavec-chiese si è ritrovato attorno a Santa Fer-mina per festeggiare il suo “ritorno” a Ci-vitavecchia (il 28 aprile del 1647 il Vesco-vo di Amelia donò alcune reliquie dellaSanta, oggi conservate nella nostra Catte-drale) ma, soprattutto, per riscoprire econtemplare l’amore che ella aveva perGesù. A cosa serve, infatti, se non rivivia-mo l’amore che lei aveva per Gesù? Senon riusciamo a cogliere questa ricchezza,sarà stato vano il nostro incontrarci e anulla saranno serviti i festeggiamenti or-ganizzati in suo onore.

In questo nostro tempo, troppo spesso

rattristato dalla violenza, e nei rapportiumani, purtroppo a volte logorati da fal-sità e cattiverie, abbiamo bisogno di ritro-vare l’amore, la forza e la trasparenza diFermina. Molte furono le difficoltà e per-secuzioni che la giovane affrontò sempresorretta dalla forza della preghiera.

Ecco allora che oggi, mentre a causadegli innumerevoli focolai di guerra la“nave del mondo” rischia di affondare, latestimonianza di amore di Santa Ferminaè preziosissima; ella che mentre era sullanave pregò il Signore e la tempesta cessò.Allora, come non imitare la nostra Santaperché si allontanino le tempeste chestanno mettendo in pericolo la vita di tan-te nazioni? Come non intensificare inquesto tempo la preghiera perché termini-no le guerre? Perché cessino gli attacchiterroristici? Perché gli uomini intrapren-

dano la vera via della pace?Come da tradizione, la giornata è stata

celebrata con grande partecipazione inquanto in tutta la cittadinanza è fortemen-te sentita questa ricorrenza (e per questo,forse, sarebbe opportuno ripristinare lavecchia abitudine della chiusura totaledelle attività in questa giornata), sia per-ché rappresenta un’occasione privilegiataper una “riscoperta” della fede di ognuno,sia perché la riporta alle proprie radicimarinare.

I giorni precedenti al 28 sono stati ric-chi di iniziative religiose, culturali e spor-tive, secondo un nutrito programma mes-so a punto dal “Comitato Permanente deiFesteggiamenti di S. Fermina”, che da ol-tre cento anni organizza i festeggiamentiin onore della Santa Patrona, con la pas-sione e la volontà di mantenere vivi nel-

l’animo dei civitavecchiesi, sentimenti ditradizione e di devozione popolare.

Com’è consuetudine, la mattina del 28presso la Cappella della Santa all’internodel “Forte Michelangelo”, nel cuore del-l’antico scalo marittimo, è stata celebratala Santa Messa per invocare la sua prote-zione su tutti i naviganti di cui è Protettri-ce, quest’anno officiata per la prima voltadal nostro nuovo Vescovo Luigi.

In seguito, prima del solenne Pontifica-le in Cattedrale presieduto da S.E. Mons.Gino Reali, che per undici mesi è stato ilnostro amministratore apostolico, assistitodal Vescovo Luigi Marrucci e dal VescovoEmerito Girolamo Grillo, alla presenza dinumerosi sacerdoti della diocesi, monsi-gnor Marrucci ha ricevuto in dono il tra-dizionale cero dalla delegazione di Ame-lia, sempre presente a questa ricorrenza

con una nutrita rappresentanza.Toccanti le parole usate da monsignor

Reali nella sua omelia, in particolare nelripercorrere la breve ma intensa storia diFermina, per illustrare i punti salienti daproporre come esempio ai nostri ragazzi,e nel ricordare la storica visita che Gio-vanni Paolo II fece a Civitavecchia il 19marzo del 1987. In prossimità della beati-ficazione di Papa Wojtyla (la celebrazionesi è tenuta soltanto tre giorni prima dellacerimonia, ndr) – ha affermato mons.Reali – mi piace ricordare gli incontri e idiscorsi che egli fece ai lavoratori e allagente di mare di Civitavecchia che tantoamano questa giovane Santa.

Successivamente, nel pomeriggio, dopoi solenni Vespri cantati presieduti dal Ve-scovo Luigi, è partita la solenne processio-ne in città e in porto che ha ancora unavolta confermato la profonda devozioneche lega la città alla sua Patrona.

Il lungo corteo siè snodato per tuttoil percorso tra dueali di folla commos-

sa e raccolta al passaggio delle Reliquie edella statua della Santa, la quale ha corag-giosamente testimoniato con il martirio lapropria fede in Cristo. La tanto attesagiornata si è conclusa come sempre con ilgiro della statua, posizionata su un rimor-chiatore, all’interno del porto, gioiosa-mente accompagnata dal suono delle sire-ne di tutte le navi presenti, per la solennebenedizione dello scalo marittimo e deisuoi lavoratori e con il lancio della coronad’alloro per tutti i caduti del mare.

Quella di Santa Fermina è sicuramentetra le più belle e sentite feste di Civitavec-chia, che certamente va sempre più valo-rizzata e custodita nel cuore dei civitavec-chiesi, poiché rappresenta una genuinaespressione di fede ed anche un preziosotesoro di storia, di cultura ed anche diamicizia con la città umbra di Amelia, ge-mellata con noi nel vincolo di amore aSanta Fermina.

Il salutodel VescovoMarrucci

Eccellenze carissime,con viva gioia, a nome della Chiesa

di Civitavecchia - Tarquinia, vi saluto evi ringrazio per la vostra presenza allafesta di Santa Fermina, patrona dellanostra città.

Il vescovo Girolamo è stato per lun-ghi anni pastore di questa Chiesa parti-colare; il vescovo Gino ha guidato que-sta porzione di Chiesa tra la morte delvescovo Carlo e l’inizio del mio mini-stero. Grazie per il dono del vostro ser-vizio apostolico.

Inoltre sono lieto che presieda que-sta Celebrazione Eucaristica mons. Rea-li: è un gesto di gratitudine e di comu-nione fraterna che lega alla sua personaquesta Chiesa, che ha servito nella ca-rità e con dedizione per undici mesi.

Un saluto cordiale agli amici Ameri-ni, qui rappresentati dalle autorità reli-giose e civili, che condividono con noila Santa patrona: la vostra presenza ar-ricchisce la nostra gioia pasquale!

Siamo nell’ottava di Pasqua: la Chie-sa considera come un solo giorno l’arcocelebrativo settimanale e rende presen-te nel rito sacramentale il Mistero Pa-squale - cioè la passione, la morte, la ri-surrezione, l’ascensione, il dono delloSpirito Santo.

In questo mistero si inseriscono an-che le feste dei Santi, i quali “proclama-no le opere meravigliose di Cristo neisuoi servi e presentano ai fedeli oppor-tuni esempi da imitare” (cfr SC 111).

La protezione della nostra santa pa-trona e la sua intercessione presso ilPadre celeste ci accompagnino nel rin-novamento interiore che, giorno dopogiorno, ci rende creature nuove per l’a-zione dello Spirito del Risorto.

Alle ore 11,30 erano già tutti lì, emo-zionatissimi, puntualmente accompa-gnati dai rispettivi genitori, gli alunniin rappresentanza delle classi IV A eB del V circolo cittadino, plesso“Monsignor Papacchini”, pronti ad ac-cogliere, insieme alla loro insegnantedi religione Virginia Pennino e alle in-segnanti Cinzia Maroncelli, NataliaPieroni e Teresa Lucignani, i bambini

della scuola primaria di Amelia che,per il secondo anno consecutivo, sonostati ospiti a Civitavecchia, nel giornodei festeggiamenti di Santa Fermina.

Le due scuole sono unite da un ge-mellaggio, concretizzatosi lo scorsoanno dopo un percorso progettualeche ebbe inizio nel 2007 ad opera delDirettore dei Servizi Amministrativi,Damiria Delmirani.

In aggiunta alle iniziative degli anniprecedenti, cioè la partecipazione alloscambio dei Ceri da parte dei Sindacidelle due città, alla processione, allavisita guidata nel centro storico ed al-la ospitalità per il pranzo alla mensascolastica di San Gordiano, quest’an-no sono stati guidati in una visita sul-la nave della Grimaldi Line al molo 21delle Autostrade del Mare, che ha par-

ticolarmente entusiasmato i bambini. È, questo, uno di quei bei momenti

in cui trova espressione concreta lacollaborazione tra scuola e territorio,che contribuirà, sicuramente, a rende-re piacevole il ricordo della scuola ainostri alunni, ma che dimostra, anco-ra una volta, come le tradizioni di ca-rattere religioso, spesso sono presup-posto ed occasione per la formazione

culturale degli alunni delle nostrescuole. Perciò, un ringraziamento va,oltre a tutti coloro che hanno collabo-rato, all’ideatrice del progetto, ilDSGA del V Circolo, Damiria Delmi-rani, ed all’insegnante di religione cat-tolica, Virginia Pennino, che da anniopera attivamente nel circolo.

Ufficio Scuola Diocesano

SANTA FERMINAbreve storia Fermina nacque a Roma alla fine del III secolo d.C., della sua vitaabbiamo pochissime notizie e molte tradizioni popolari, alcune an-tichissime ed abbastanza attendibili che hanno alimentato nei seco-li la devozione verso questa Martire.

Figlia di Calpurnio Pisone, prefetto di Roma, essa si convertì alCristianesimo e, appena quindicenne, si dedicò interamente alla vi-ta religiosa.

La tradizione vuole che la nave che la trasportava da Ostia aCentumcellae (l’antica Civitavecchia) venisse sorpresa da una vio-lenta tempesta e che le onde si calmarono improvvisamente in se-guito alla sua preghiera.

A Centumcellae la giovane abitò in una grotta presso il mare (in-corporata nel Forte Michelangelo che sarà visitabile per tutta lagiornata di giovedì 28 aprile), dedicandosi alla diffusione del Vange-lo tra la gente del porto.

La città, cresciuta intorno alla scalo costruito da Traiano per ser-vire il grande mercato di consumo dell’Urbe, ferveva di numeroseattività marinare. Vi erano corporazioni di facchini e barcaioli, cala-fati e carpentieri, commercianti e spedizionieri. Nelle acque delporto stanziavano navi delle armate di Ravenna e del Miseno.

Il Cristianesimo si era proposto molto presto, soprattutto peropera dei cristiani qui deportati. Sotto l’imperatore Decio venneesiliato e martirizzato a Centumcellae il Papa Cornelio; alla stessaepoca risale il martirio di Secondiano e dei suoi compagni Marcel-liano e Veriano. Si ritiene che Fermina, oltre alla predicazione, svol-gesse anche opera di assistenza e di conforto verso i cristiani confi-nati.

Recatasi ad Amelia, la giovane fu sorpresa dalla persecuzione diDiocleziano e Massimiano. La tortura non le fece rinnegare la fedee la sua fermezza suscitò tanta ammirazione che uno degli stessipersecutori, di nome Olimpiade, si convertì al Cristianesimo insie-me ai propri familiari.

Giudicata da Megezio, Fermina colse la palma del martirio il 24novembre dell’anno 304. I resti del suo corpo furono segretamentesepolti dai cristiani di Amelia e, ritrovati nell’anno 870 sono da al-lora custoditi nella Cattedrale di quella città.

Civitavecchia, sorta sulle rovine dell’antica Centumcellae di-strutta dai Saraceni ha sempre nutrito per questa giovane martireuna grande devozione proclamandola Patrona e Protettrice dei Na-viganti.

Alcune reliquie, donate dal Vescovo di Amelia il 28 aprile 1647,sono conservate nella chiesa Cattedrale di Civitavecchia.

Foto 1-2: il solenne Pontificale in CattedraleFoto 3: Mons. Reali durante l’omeliaFoto 4-5: due momenti della processioneFoto 6: la caratteristica processione a mareFoto 7: il Vescovo Marrucci mentre benedice il mare con le reliquie della santa

Gli alunni di Amelia ospiti degli amici del V circolo didattico di Civitavecchia

CIVITAVECCHIA Fede e devozione di una città. Abbiamo bisogno di trovare il suo amore, la sua forza e trasparenza

La festa di Santa Fermina

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SANTA FERMINA

Serviziofotograficoa cura delCol. AntonioDolgetta

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STEFANIA MANGIA

Si è festeggiata l’Europa apartire dal ricordo della di-chiarazione di Schuman, sa-bato 7 e domenica 8 maggioalla Cittadella della musicanella “Prima festa dell’Euro-pa” che è stata molto parte-cipata, organizzata dall’as-sociazione “Archè-Civitavec-chia al centro” presiedutada Alessio Romagnuolo,grazie al finanziamento del-la Fondazione Cassa di Ri-sparmio di Civitavecchia.Tra tavole rotonde, forumdelle associazioni del Terzosettore, la messa celebrataall’aperto, domenica matti-na, da padre Giorgio Picu eil divertimento con ”Dan-cing for Europe”, esibizionedi alcune scuole di danza, siè celebrato soprattutto il2011, riconosciuto dallaCommissione europea come“Anno europeo del volonta-riato”. Ma l’occasione è sta-ta preziosa soprattutto per ilconfronto diretto tra le tan-te onlus e le varie associa-zioni di volontariato del ter-ritorio. Erano presenti: Ada-mo onlus (Associazione do-miciliare assistenza malati

oncologici), Andos onlus(Associazione nazionaledonne operate al seno), Adi-civ onlis (Associazione dia-betici Civitavecchia), Auser,Caritas, Mondo Nuovo, IlPonte, Movimento per la Vi-ta e Unitalsi. E così è emer-so un mondo del volontaria-to ancora limitato da troppedivisioni e personalismi,snobbato se non a parolema sicuramente nei fattidall’amministrazione comu-nale (e la mancanza di unassessore ai servizi sociali ladice lunga) e che dovrebbeessere sicuramente più “fre-quentato” dai giovani. Co-me guarda al futuro? Sicu-ramente attraverso una pro-gressiva specializzazione deivolontari per mezzo di corsispecifici e con un occhio at-tento verso i cospicui fondieuropei visto che fino adora i soldi alle varie associa-zioni sono sempre arrivatisolo dalle Fondazioni citta-dine: Cariciv o Molinari. Sa-bato mattina, alla tavola ro-tonda istituzionale avevapartecipato anche Carlo DeRomanis, vicepresidentecommissione affari costitu-zionali e internazionali della

Regione, che patrocinaval’evento con Pincio e Rap-presentanza italiana dellaCommissione Europea, ac-canto alla delegata ai giova-ni, Simona Galizia, e quellaal sociale della terza circo-scrizione, Emanuela Mari.“Sono qui per parlare dellaCarità, la virtù teologale at-traverso cui si va con Dioverso agli altri – ha detto ilvescovo Luigi Marrucci,presente sabato mattina allaCittadella – e per racconta-re la mia esperienza all’Uni-talsi che servo da tanti anni:noi dobbiamo vivere la no-stra vita nell’attenzione al-l’altro con ospitalità, testi-

monianza e responsabilità.Io ho visitato tutte le asso-ciazioni da quando sono qui– ha quindi concluso Mar-rucci rivolgendosi alle varieonlus – ma quanta disunio-ne c’è! Il lavorare insiemedeve partire dal di dentro ediventare comunione. Tuttociò è importante altrimentipotrete avere i fondi che vo-lete ma vivrete sempre nel-la conflittualità”. “Grazie avoi che siete qui – ha dettoil presidente di “Archè-Civi-tavecchia al centro”, AlessioRomagnuolo rivolgendosi ainumerosi volontari presentiall’Ex Infermeria presidiaria– e quotidianamente toglie-

te tempo alle vostre fami-glie per fare volontariatosupplendo a compiti che leistituzioni non assolvono.Solo insieme e facendosquadra si raggiungono i ri-sultati per una sintesi deibisogni delle associazionidel Terzo Settore”. “Se nonsi va oltre la dimensione lo-cale, il problema della soli-darietà non si affronta – haaggiunto il sindaco GianniMoscherini, ricordando or-goglioso la recente rispostacittadina al problema profu-ghi tramite accoglienza al-l’ex caserma De Carolis sul-la Braccianese Claudia – mase avessimo avuto un tessu-to associativo organizzato a

rete le cose sarebbero anda-te ancora meglio: basta no-madi!” ha concluso il primocittadino. “È una festa im-portante, che serve a fare si-nergia tra le associazioni divolontariato che, se si coor-dinassero bene, non ci co-stringerebbero ogni anno adover scegliere quale pro-getto finanziare magari tra20 arrivatici e che sono tuttisimili” ha aggiunto il presi-dente della Fondazione Ca-riciv, Vincenzo Cacciaglia.Il week-end europeo si èconcluso domenica pome-riggio a via Trieste tra ani-mazione per bambini e ladegustazione di prodotti ti-pici locali.

Puntualmente ogni anno alla ter-za domenica di maggio, la Par-rocchia dell’Uliveto in Civitavec-chia festeggia il suo Patrono SanFrancesco di Paola vissuto, dal27 marzo 1416 al 2 aprile 1507,in pieno Rinascimento. Più diqualche illustre prelato dellaChiesa (vedi il cardinale Anto-nelli) ha definito il Paolano comeun “minimo-massimo”, perchénella sua poliedrica personalitàdi eremita, fondatore, profeta,taumaturgo, erborista... sonofortemente contrastanti alcunielementi di minimezza con al-trettanti di grandezza. Da unaparte c’è la sua origine contadi-na in una regione tra le più po-vere dell’Italia del sud, come eraed è la Calabria. Si aggiunga lasua modesta preparazione cultu-rale ma soprattutto la sua vitanascosta e penitente, lontana dallusso e dalle intemperanze concui l’era rinascimentale amma-liava le sue prede.

Tutte queste sono prove chefanno del Calabrese il Santo del-l’umiltà, come bene esprime ilnome di Minimi dato ai suoi figlispirituali dei tre rami che sono: iSacerdoti e laici professi, le suo-re e i fedeli cristiani.

D’altra parte, la sua spiritua-lità radicale e granitica impres-sionante, in cui la fede è rocciaincrollabile, la carità è fuoco ine-stinguibile e alimentatrice discelte eroiche, la penitenza comeconversione attraverso una vitadi quaresima come stile che nonabbraccia soltanto i quarantagiorni del tempo liturgico, mache impegna tutta l’esistenza.

Inoltre, i miracoli straordinariche costellano quà e là una vitanonagenaria, tra i quali è memo-rabile la traversata del Santo perlo stretto di Messina sul suomantello, così onomatopeica-mente riprodotta dalle note mu-sicali del grande compositoreungherese Lizt;ed immortalatada illustri pittori e scultori diogni tempo, costituiscono comepirotecnici di luminosità spiri-tuale che emanano dalla sua Per-sona. Infine, amato e stimatodalla povera gente che a Lui ri-correva con frequenza, gratifica-ta da tanto Padre; consigliere diPapi, Re e Regine, il nostro Santoha meritato di essere scelto inuna rosa di Santi “‘concorrenti”

ad essere immortalato con unagigantesca statua che lo raffiguranella basilica di San Pietro, ac-canto all’altare della confessio-ne.

Il mese di maggio in cui fe-steggiamo il nostro Patrono, ciriporta necessariamente ad unaccostamento con la Madonna,“umile ed alta più che creatura”.L’umiltà del Paolano di cui ab-biamo parlato, l’avvicina molto aquella minimezza-grandezza incui Maria eccelle per tanti moti-vi che noi conosciamo e che ren-de strettamente uniti i due Santi,la cui intercessione sul popolosanto di Dio continui ad essereprodiga come ieri ed oggi.Amen.

I festeggiamenti, precedutigiovedì scorso dall’apertura delsolenne Triduo e dalla SantaMessa in memoria dei marittimivivi e defunti di cui San France-sco è celeste Patrono (Pio XII - 7marzo 1943), celebrata ieri mat-tina presso la Chiesa di SantaMaria Regina degli Angeli e deiMartiri nel Porto storico di Civi-tavecchia, si concluderanno oggicome da seguente programma:

- Domenica 15 maggio: Con-celebrazione presieduta daMons. Elio Carucci “terziario mi-nimo” con la partecipazione di 4novelli sacerdoti Minimi. Al ter-mine breve processione con lastatua del Santo animata dallabanda “Ponchielli”. Al rientro ce-rimonia di chiusura sul sagratodella Chiesa.

Ore 18,10 Messa di ringrazia-mento

L’apertura del processo di canonizza-zione di Renata Borlone, che è natanella nostra città il 30 maggio 1930 evi ha abitato presso la Borgata Aure-lia fino a 4 anni, ha dato l’occasionealla Diocesi di allacciare un profon-do rapporto con la Diocesi di Fiesolee la Cittadella inter-nazionale del Movi-mento dei Focolari diLoppiano della qualeRenata è stata corre-sponsabile per 23 an-ni.

Anche per i Comu-ni di Civitavecchia edi Incisa in Val d’Ar-no, Renata ha rappre-sentato un forte anel-lo di congiunzione,accomunando en-trambe le Istituzioniin un progetto di ge-mellaggio tra i dueComuni fondato sui valori di fratel-lanza e di apertura al dialogo che leiha incarnato.

Il rapporto dei due Comuni tra lo-ro e con Renata è così cresciuto daspingere l’Amministrazione del Co-mune di Civitavecchia a proporrel’intitolazione della Scuola Compren-siva di Aurelia proprio a Renata Bor-lone.

Ora, che l’iter autorizzativo si èconcluso ed il decreto del Ministerodell’Istruzione è stato emesso, vo-gliamo gioire insieme nella prossimacerimonia di intitolazione della Scuo-la alla nostra Renata prevista ve-

nerdì, 20 maggio 2011 – ore 11,00 al-la presenza delle autorità e del no-stro Vescovo.

Un momento significativo dellacelebrazione si svolgerà nel pomerig-gio alle 16,30, presso l’Aula Consilia-re “Pucci”, dove, alla presenza dei

parenti di Renata,del Vescovo e delleautorità dei due Co-muni, conosceremopiù in profondità lafigura di questa no-stra singolare concit-tadina attraverso vi-deo, un Recital e te-stimonianze di perso-ne di vari continentiche hanno avuto unprofondo rapportocon lei.

Siamo tutti invita-ti a condividere que-sto importante mo-

mento che spalanca le porte dellasantità su Civitavecchia percorrendonuove vie tracciate dalla Chiesa.

PROGRAMMA:Ore 11,00 - 12,00 - Cerimonia conlo scoprimento della targa nellaScuola della Borgata Aurelia in ViaRespighi, 1

Ore 16,30 - 18,30 – Momento d’in-contro su Renata nell’Aula Consiliare“Pucci”, P.le del Pincio con video, te-stimonianze e “Recital” di presenta-zione dell’autobiografia di Renata

Felice e Lucia Mari

CIVITAVECCHIA Intervento del Vescovo Marrucci

«Prima festa dell’Europa»

L’intitolazione alla nostra concittadinavenerdì 20 maggio 2011

La scuola di Aurelia ha un nome:«Renata Borlone»

La parrocchia in festa

Francesco di Paola, minimo-massimo di tutti i tempi

ANNIVERSARIVenerdì scorso, 13 maggio memoria della Beata Vergi-ne Maria di Fatima, hanno festeggiato il loro decimoanniversario di ordinazione i presbiteri Casilli don Fa-bio e Sanchez Arringa Pastor Don Armando, mentre ie-ri, 14 maggio, hanno festeggiato Carosi Don Luigi e Po-zorsky Don Kamil, rispettivamente undici e sei anni diordinazione.

A tutti giungano i più sinceri auguri per un serviziosempre più ricco di soddisfazioni pastorali.

La Redazione

Mons. Marrucci con il sindaco Moscherini. Foto di A.M.Colucci

CIVITAVECCHIA-TARQUINIALazio setteregi

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DOMENICA15 MAGGIO 2011 11

CIVITAVECCHIALa Comunità parrocchiale di San Felice da Cantalice vi-ve il suo Mese di Maggio in onore della Madonna e delsanto patrono con diversi appuntamenti di preghiera inprogramma ogni giorno in parrocchia e non solo, a co-minciare da quello nella serata di venerdì scorso con larecita del santo Rosario presso l’edicola mariana nelcortile del “De Sanctis”. Questa mattina al termine dallaSanta Messa delle 10, dal sagrato della chiesa partirà laprocessione in onore del santo per le vie del quartiere.Per il mese di maggio sono previsti ancora tre incontri,sempre alle ore 21, per la recita del Rosario in varie zo-ne del territorio parrocchiale (19 maggio: via Molacce -26 maggio: via Guttuso - 31 maggio “Chiusura del mesedi maggio”: via Santa Costanza). Diverse le iniziative so-lidali, culturali e sportive che fanno da cornice ai fe-steggiamenti: da non perdere l’esposizione, a cura delGruppo Missionario Parrocchiale, di lavori artigianali afavore delle missioni e il concerto organizzato per i 150anni dell’Unità d’Italia (oggi alle ore 18 presso la sala s.Chiara) del complesso strumentale Amici della Musicadi Allumiere “La Musica racconta la storia”.

(Per maggiori informazioni si rimanda al programma det-tagliato disponibile in parrocchia)

IN BREVE

Riportiamo la seconda ed ultimaparte della riflessione “Un posto aipiedi di Gesù” che, a causa della ric-ca cronaca dei festeggiamenti di San-ta Fermina, non è stato possibilepubblicare domenica scorsa. Ce nescusiamo con l’autore e con i lettori.

TIZIANO TORRESI

Shahbaz Bhatti riposa ora nel cimiterodi Khushpur. Celebra la sua Pasqua inuna dimensione non più toccata dallamorte. La sua battaglia per la libertàreligiosa attende invece l’impegno diqualcun altro: le sue idee – per dirlacon Falcone – cammineranno sullegambe di altri. Il suo esempio com-muove e ravviva la speranza della re-surrezione, come la liturgia pasqualeci fa presagire assimilandoci a quelladi Cristo.

Il suo omicidio ha destato sdegno eriprovazione, suscitando fervide rea-zioni di molti governanti, alle quali,tuttavia, non sembrano corrisponderemisure altrettanto incisive in meritoalla difesa della libertà religiosa. Giàall’inizio di quest’anno il Papa avevadettato in proposito parole che ricalca-no il motivo dell’impegno di Bhatti:«La libertà religiosa non è patrimonioesclusivo dei credenti, ma dell’interafamiglia dei popoli della terra. È ele-mento imprescindibile di uno Stato di

diritto; non la si può negare senza in-taccare nel contempo tutti i diritti e lelibertà fondamentali, essendone sinte-si e vertice. Essa è “la cartina di torna-sole per verificare il rispetto di tutti glialtri diritti umani”. Mentre favoriscel’esercizio delle facoltà più specifica-mente umane, crea le premesse neces-sarie per la realizzazione di uno svi-luppo integrale, che riguarda unitaria-mente la totalità della persona in ognisua dimensione» (Dal Messaggio per lacelebrazione della Giornata mondialedella Pace, 1° gennaio 2011).

«Fu l’amore di Gesù che mi indussead offrire i miei servizi alla Chiesa – silegge nel commovente testamento diBhatti –. Le spaventose condizioni incui versavano i cristiani del Pakistanmi sconvolsero. Ricordo un venerdì diPasqua quando avevo solo tredici an-ni: ascoltai un sermone sul sacrificiodi Gesù per la nostra redenzione e perla salvezza del mondo. E pensai di cor-rispondere a quel suo amore donandoamore ai nostri fratelli e sorelle, po-nendomi al servizio dei cristiani, spe-cialmente dei poveri, dei bisognosi edei perseguitati che vivono in questopaese islamico».

In questa Pasqua ci è così offertoun esempio, l’esempio del chicco digrano che solo apparentemente falli-sce sotto terra, che solo ad uno sguar-do superficiale marcisce, ma che sapràportare frutto perché – resta sempre

vero – il sangue dei martiri è il semeda cui fiorisce un cristianesimo auten-tico. Il primo frutto è la nostra piùconsapevole adesione al mistero di unamore crocifisso, di un martirio dona-to per la sequela di Gesù, di una fedee di un mite orgoglio della propria ap-partenenza a Cristo che faceva dire aBhatti: «Mi è stato richiesto di porre fi-ne alla mia battaglia, ma io ho semprerifiutato, persino a rischio della miastessa vita. La mia risposta è semprestata la stessa. Non voglio popolarità,non voglio posizioni di potere. Vogliosolo un posto ai piedi di Gesù. Voglioche la mia vita, il mio carattere, le mieazioni parlino per me e dicano che stoseguendo Gesù Cristo. Tale desiderio ècosì forte in me che mi considerereiprivilegiato qualora Gesù volesse ac-cettare il sacrificio della mia vita. Vo-glio vivere per Cristo e per Lui vogliomorire».

Non c’è timore o codardia in questeparole, non c’è la paura delle donne alsepolcro che non compresero il miste-ro singolare di una tomba vuota. C’èinvece il respiro affannato di gioia mi-sta a stupore di Pietro e Giovanni, do-po una corsa a perdifiato lì dove tuttoha inizio, lì dove continua a celarsi ilcrocevia della nostra fede: in quel se-polcro e, poco oltre, in quella crocenuda che resteranno sempre lì, inson-dabile mistero, ad irradiare di fiducio-sa speranza il domani.

Nel mese di febbraio haavuto inizio a Monte Roma-no la Pastorale parrocchialeper anziani ed ammalati.

Ringraziamo il Signoreche, attraverso il parrocoDon Giuseppe, ci ha per-messo di fare questa espe-rienza che, già dal primogiorno, ci ha colmato il cuo-re di gioie intime. Incontra-re i nostri anziani è stato co-me entrare in “un mondonuovo” le cui fondamentahanno sempre poggiato susolide basi quali: la fede, lasemplicità, la mitezza, l’affi-damento e l’abbandono allaVolontà di Dio.

La loro pace interiore ela loro santità ci sono statetrasmesse, con parole sem-plici, dai loro racconti, daisantini ingialliti dal tempoche ognuno teneva con sé,dai libri di preghiera e dailoro rosari consumati, sgra-nati chissà quante volte. Laforza della preghiera è im-mensa e loro lo sanno, per-ché nella loro vita hannotanto pregato e continuanoa farlo ancora, per le lorofamiglie, per i loro defunti eper noi tutti. Conoscere labellezza e la ricchezza diqueste anime ci ha moltocolpito e, uscendo da ognicasa, ci siamo sentite arric-chite di un qualcosa di in-spiegabile a parole, ma checi faceva star bene, felici e

piene di voglia di continua-re. Essi sono l’energia som-mersa della Chiesa, un fiu-me sotterraneo d’acqua vi-va che provvederà a rende-re fertile e fecondo il terre-no per il popolo di Dio. So-no un esercito di adulti-bambini che con il loro stu-pore e la loro esperienza divita nella fede in Dio, cistupiscono e ci insegnano acapire tante cose. Tra que-ste, quella che abbiamo“sentito” di più è la vanitànell’affannarci a ricercaretante cose inutili e super-flue, che danno solo gioieeffimere e ci fanno perderedi vista quelle “vere”: l’a-more di Gesù, per Gesù eper il nostro prossimo. “Ionon mi sento sola, perchévicino a me c’è il Signore e

mio marito” ci ha detto, conuna sicurezza sconcertante,una vedova, mentre a picco-li passi ci accompagnava al-la porta per salutarci. Un’al-tra invece ci ha incantatocon il racconto della sua vi-ta, regalandoci un esempiodi accettazione serena ditutte le dolorose peripezieche ha dovuto affrontare. Ecosì tanti altri. Tutti i rac-conti o i ricordi, nella lorodiversità, avevano però undenominatore comune: lafede e l’affidamento alla vo-lontà di Dio: “Se Dio vuo-le”, “Dio ha voluto così”, etante altre espressioni similiricorrevano spesso nel lorodialogare con noi.

Esempi che dovremmoseguire, modelli di vita chedovremmo imitare!

La venerabile Cecilia Eu-sepi, nella sua autobiografia“Storia di un pagliaccio”scriveva: «L’anima amante,anche nella tribolazione, ve-de la mano amorosa di Ge-sù e in quei momenti di do-lore sente più vivo il biso-gno di stringersi a Lui. […]L’anima che si abbandona aGesù, chiude gli occhi dellasua volontà per vedere conquelli della volontà divina».Noi, nei nostri anziani emalati, abbiamo toccato conmano la veridicità di questesante parole. La nostra caraCecilia, nella sua breve vitacostellata di sofferenze edolori, ha incontrato Gesùabbandonandosi tra le Suebraccia, con la fiducia conla quale un bambino si ab-bandona tra le braccia dellamamma. Gesù l’ha volutavicino a Lui e nel giugnodel 2012 Cecilia entrerà afar parte della schiera deiBeati della Chiesa.

Da questa nostra espe-rienza, che è solo all’inizio,stiamo imparando che la fe-de e la preghiera continuaguidano l’uomo a percorre-re il sentiero che lo portaverso Gesù e danno all’ani-ma quella serenità che èpropria della santità.

Il gruppo della Pastoraleparrocchiale per anziani e

ammalati

La Cattedrale distrutta dal bombardamento

14 maggio 1943: ore 15,20

«Per non dimenticare»Triste anniversario quello che la nostra città ha celebrato ie-ri, 14 maggio, ricordando il primo dei devastanti bombarda-menti aerei che 68 anni fa distrussero Civitavecchia e le ra-dici stesse dell’antico popolo marinaro.

In questa prima incursione aerea – se ne contarono 87 in373 giorni – 48 aerei americani (i B 17, soprannominati lefortezze volanti) seminarono distruzione causando la mortedi 400 persone ed il ferimento di oltre 300. I danni alla cittàfurono ingentissimi. Tanti gli edifici distrutti tra i qualiscuole, chiese, caserme, banche ed abitazioni. Interrotte lelinee telegrafiche, telefoniche ed elettriche, oltre a quelledel gas e dell’acqua.

È doveroso per tutti, ed in particolare per le giovani ge-nerazioni, ricordare quella drammatica giornata e quelletante vittime innocenti. È necessario dirlo ai giovani, nonsolo per ricordare ma perché le nuove generazioni si impe-gnino ad agire sempre per la pace e la giustizia fra i popoli.

Nel quadro delle iniziative organizzate per l’occasione,mercoledì scorso è stata inaugurata nella ex chiesa di SanGiovanni in Piazza Calamatta, una mostra storica di docu-menti d’archivio del periodo arricchita da divise militarioriginali. La mostra resterà aperta fino a domani, quando èprevista anche una visita guidata degli alunni di una scuolaelementare cittadina.

Particolarmente toccante il suono delle campane dellechiese della città e delle sirene delle navi presenti in portoieri alle ore 15,20 (orario preciso del bombardamento), perricordare il tragico momento. La giornata è proseguita conun concerto al Teatro Traiano e si è conclusa con una SantaMessa celebrata in suffragio delle vittime del bombarda-mento, presso la chiesa della Stella in collaborazione conl’Arciconfraternita del Gonfalone e con diverse associazioniculturali civitavecchiesi.

Al termine della celebrazione è stato proiettato il filmatodal titolo “Per non dimenticare”. È sempre importante porrecon maggior vigore all’attenzione delle nuove generazioniun passato che, seppure estremamente tragico e pieno disofferenze, rappresenterà sempre una pagina importantissi-ma della nostra storia.

MONTE ROMANO Parrocchia Santo Spirito, dentro un mondo nuovo

Pastorale parrocchiale per anziani e ammalati,alla scuola di Cecilia Eusepi

La Pasqua di Shahbaz Batti /2

«Un posto ai piedi di Gesù»

CIVITAVECCHIA-TARQUINIALazio setteregi

oneAVVENIRE

DOMENICA22 MAGGIO 201118

CIVITAVECCHIA Sabato, 7 maggio, ha avuto luogo nei localiadiacenti la Cattedrale, a cura del gruppoMEIC di Civitavecchia - Tarquinia, l’incontro-dibattito sul tema: “Le radici storiche del mon-do contemporaneo, come risulta dalla docu-mentazione raccolta dal frate domenicano An-nio da Viterbo (1432-1502)”. Il relatore, il prof.Salvatore Vincenzo Furci, ha saputo tenere av-vinta l’attenzione dei presenti citando brani disue recenti pubblicazioni, quali “Diluvio, ilgiorno dopo” e “I Vigilanti”. Numerosi sonostati gli spunti culturali emersi dal dibattito, –ha affermato la Presidente del MEIC diocesa-no, Anna Maria Vecchioni – dal momento chesi trattava di fornire certezze su eventi lonta-nissimi, volte a favorire una conoscenza piùapprofondita del mondo etrusco.

IN BREVE

ASSUNTA VIRGILI

Finalmente siamo arrivati al traguardo diun progetto ideato dal nostro parroco diTolfa, don Giovanni Demeterca, all’iniziodei lavori di restauro del santuario, nelmese di settembre 2010, il cui obiettivoera quello di raccogliere, in modo siste-matico e scientifico, notizie, informazio-ni, testimonianze, memorie circa la devo-zione, la storia della chiesa e in particola-re del quadro della Madonna della Rocca.Possiamo dire che questo progetto chesembrava abbastanza lontano, oggi si èrealizzato, concretizzandosi in un libro,curato da don Giovanni, e che costituisceun importante contributo culturale per ilnostro Paese con cui viene colmata quellalacuna avvertita da Ottorino Morra nelsuo libro “Santuari della Regione di Tolfa”e dove lo storico Morra si esprimeva conqueste parole “Mi duole che questo volumenon possa contenere più ampi accenni alSantuario della Madonna della Rocca, chepure ha vari secoli di esistenza; Filippo Mi-gnanti, a quanto mi risulta, non fece oggettodi ricerche storiche, come per gli altri san-tuari del territorio ai quali è dedicato questolibro”. Così come ho sottolineato nellaPresentazione, di cui ho avuto l’onore el’onere di curare, il libro passa in rasse-gna il significato artistico - religioso fino adare brevi cenni storico-geografici delpaese e del suo spessore culturale. È suquesto doppio binario che si articolanogli interventi del libro. Nella prima partedel libro viene affrontato il tema del re-stauro della chiesa. In questa parte, l’au-

tore fronteggia le questioni inerenti allaristrutturazione della chiesa, fornendoanche interessanti nozioni circa i fonda-menti e i principi dell’arte applicati al ca-so concreto del santuario. La secondaparte rappresenta invece il risultato diuna ricerca storica in grado di fornireuna conoscenza di base delle origini edell’evoluzione delle vicende legate allachiesa della Rocca, alla presenza deglieremiti, all’Immagine e all’Incoronazionedella Madonna. La terza parte del libro èriservata ad una serie di testimonianzeinteressanti che vi invito a leggere. Nel li-bro troverete inoltre un repertorio foto-grafico che ci accompagna all’interno del-la vita quotidiana del popolo tolfetano. Equi, le immagini spaziano dallo studio delrestauro a eventi di cronaca, da oggetti didecorazione a contributi iconografici. Poi,una pagina poetica completa il quadrodescrittivo dell’opera. A tale progettohanno apportato un contributo culturalealtri autori; un grazie particolare al parro-co di Allumiere don Augusto Baldini cheha curato in modo meticoloso tutta laparte storica. Infine, vorrei aggiungeresolo due parole, uguali ma con valore di-verso. La prima è un semplice e persona-le grazie a don Giovanni per la fiduciache ha riposto in me, affidandomi questoprestigioso compito e per avermi dato lapossibilità di collaborare con lui a questointeressante progetto. La seconda è dinuovo un grazie, ma questa volta, comecittadino tolfetano, perché con questo li-bro don Giovanni ha voluto mettere in ri-salto e dare la giusta importanza e la ri-

qualificazione ad uno dei simboli princi-pali del nostro paese, lasciandone cosìuna testimonianza religiosa-storico-cultu-rale del Santuario.

ENZO POLICARI*

Arriva anche quest’anno pun-tuale, il 24 maggio la festa diMaria Ausiliatrice, la Madon-na di Don Bosco. Per noi Sale-siani di Civitavecchia la festaha una duplice importanza: ilprimo motivo è perché il no-stro fondatore ci ha lasciatocome devozione particolarequelle a Gesù Sacramentato, aMaria Ausiliatrice e al Papa; ilsecondo motivo, che ci fa fe-steggiare con ancora maggioresolennità questa ricorrenza èperché la nostra chiesa par-rocchiale è intitolata a MariaAusiliatrice.

Quest’anno avremo la gioiadi avere con noi per la cele-brazione eucaristica e la pro-cessione il Vescovo diocesano,il carissimo Mons. Luigi.

La festa del 24 maggio ve-drà la celebrazione nel cortiledell’Oratorio e la processioneper le strade della nostra par-rocchia. La processione, che sisvolge per le strade del quar-tiere, dal lontano 1928, vedràla statua della Madonna, tra-sportata dagli ex allievi, ac-compagnata dal Vescovo, dalclero, dalle religiose, dalle as-sociazioni, dai ragazzi dell’O-ratorio con le bandiere, daibambini della catechesi sacra-mentale e da quelli della scuo-la delle figlie di Maria Ausilia-

trice e, naturalmente, dai nu-merosi fedeli della parrocchiadella Sacra Famiglia.

A fine processione, comeda tradizione, mentre la Ban-da Ponchielli offrirà un picco-lo concerto, saranno bruciatele letterine che i bambini e ifedeli hanno scritto alla Ma-donna e poi… udite udite,avremo, dalle mani dei bam-bini che hanno ricevuto la pri-ma comunione nel mese dimaggio, le risposte della Ma-donna. Saranno anche lanciati

molti palloncini che porteran-no in cielo delle risposte condelle caramelle destinate a co-loro che avranno la sorte ditrovare il messaggio, una voltache ritornerà, chissà dove, interra.

Piccoli gesti ma fatti condevozione e amore.

*Parroco

22 maggio 2011 In Oratorio: Domenica sporti-va. Cena delle famiglie. Con-divisione e musica.

24 maggio 2011 Ore 18,00: Santa Messa cele-brata da S.E. Mons. LuigiMarrucci, Vescovo diocesano.Ore 18,45: Processione. Altermine concerto della BandaPonchielli, rogo delle lettererisposte della Madonna e lan-cio di palloncini.28 maggio 2011Pellegrinaggio: Madonna delMonte e Bolsena.29 maggio 2011 Ore 19,15: Concerto “CoraleInsieme”.

Movimento per la Vitadi Civitavecchia

Ospedale San Paolo:il Rosario per la Vita

Si rammenta a tutti i fedeli che ogni venerdì, nellaCappella dell’ospedale San Paolo di Civitavecchia,si recita alle ore 10.00, in coincidenza con il giornoin cui si praticano gli aborti volontari, il “Rosarioper la Vita”. È un appuntamento importante perchi riconosce nella vita di ogni essere umano, dalconcepimento, un segno tangibile dell’amore diDio. Ogni uomo, infatti, è immagine del Dio Crea-tore, ma questa immagine meravigliosa, purtrop-po, viene distrutta e cancellata con l’aborto. Per ri-parare a questa terribile mancanza d’amore ed an-che chiedere al Signore, attraverso la preghiera, unaiuto affinchè ogni vita umana venga accolta, invi-tiamo pertanto tutti i cittadini a partecipare al Ro-sario per la Vita.

Suor Lucia dos Santos, una delle veggenti di Fa-tima, ci spiega la potenza del Rosario, l’unica armaspirituale che può veramente aiutarci nei casiestremi: “La Santissima Vergine ha volutodare..una nuova efficacia alla recita del Santo Ro-sario. … Non esiste problema, per quanto difficile,di natura materiale o specialmente spirituale, nellavita privata di ognuno di noi o in quella delle no-stre famiglie, delle famiglie di tutto il mondo, dellecomunità religiose o addirittura nella vita dei po-poli e delle nazioni, che non possa essere risoltodalla preghiera del Santo Rosario”.

PREGHIERA IN DIFESADELLA VITA NASCENTE

È urgente una grande preghiera per la vita, che at-traversi il mondo intero.

(Ven. Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae, n. 100)

O Maria, aurora del mondo nuovo,

Madre dei viventi,affidiamo a Te la causa della vita:

guarda, o Madre, al numero sconfinatodi bimbi cui viene impedito di nascere,

di poveri cui è reso difficile vivere,di uomini e donne vittime di disumana violenza,

di anziani e malati uccisi dall’indifferenzao da una presunta pietà.

Fa’ che quanti credono nel tuo Figliosappiano annunciare con franchezza e amore

agli uomini del nostro tempoil Vangelo della vita.

Ottieni loro la grazia di accoglierlocome dono sempre nuovo,

la gioia di celebrarlo con gratitudinein tutta la loro esistenza

e il coraggio di testimoniarlocon tenacia operosa, per costruire,

insieme con tutti gli uomini di buona volontà,la civiltà della verità e dell’amore

a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica EvangeliumVitae sul valore e l’inviolabilità della vita umana,del 25 marzo 1995, n.105

Recensione del libro curato da don Giovanni Demeterca

«Tolfa - un viaggio nella storia, culturae spiritualità del santuario della Rocca»

La relatrice del libro, dott.ssa AssuntaVirgili con la figlia, al Santuario

24 maggio: celebrazione all’oratorio e processione nelle strade

Solennità di Maria Ausiliatrice

Festa Patronale di san Gordiano MartireLa nostra Parrocchia, dal 2008, ha trasferito lafesta patronale al giorno proprio del martirio diSan Gordiano: il 10 maggio.

Il Santo, purtroppo poco conosciuto in Città,subì il martirio durante la persecuzione di Giu-liano l’apostata(361-363). Le fonti antiche ricor-dano la sepoltura nel cimitero ipogeo sulla viaLatina nei pressi delle mura Aureliane. Gordia-no fu ivi sepolto con Epimaco, Quarto, Quinto.Questi santi sono tutti menzionati nel martiro-logio geronimiano alla data del 10 maggio. Lacatacomba dei Santi Gordiano e Epimaco è unacatacomba di Roma, sull’antica via Latina, ogginei pressi di Piazza Galera, nel moderno quar-tiere Appio-Latino.

Quando il 10 maggio è giorno feriale, i fe-steggiamenti vengono celebrati il fine settima-na precedente questa data. Il giorno di San

Gordiano, viene celebrata (come da calendarioliturgico) la Santa Messa in sua memoria.

Quest’anno la festa si è svolta col program-ma seguente: Venerdì 6 maggio, dalle ore 20 inOratorio Giovanni Paolo II: cena con seratadanzante. Sabato 7 maggio, alle ore 16.30: cine-ma per ragazzi nel Teatro Carlo Chenis. Alleore 21 grande concerto lirico, con la presenzadella soprano internazionale Jolanta Stanelyte.Domenica 8 maggio, alle ore 10: Santa MessaSolenne e, la sera, cena con serata danzante.Martedì 10 maggio, alle ore 18 Santa Messa nelgiorno proprio del Martire Gordiano.

Una festa partecipata e ben riuscita. Certiche, nella vita di una parrocchia, non possonoessere trascurati questi momenti di socializza-zione e di cultura.

CIVITAVECCHIA-TARQUINIALazio setteregi

one AVVENIRE

DOMENICA22 MAGGIO 2011 19

ARTUR JEZIOREK*

L’Associazione Stella Marisdi Civitavecchia cerca inuovi volontari da inserirenella propria opera di apo-stolato. La nostra finalità èaccogliere i marittimi intransito e far trovare loro ilcalore della propria casa,anche se lontani dalla pro-pria famiglia.

Sai che cosa vuol direstare in navigazione per me-si senza poter parlare con lepersone più care?

Sai come ci si sente soliin un Paese dove la tua na-ve attracca per poche ore?Non conosci nessuno, nonsai dove andare, anche secerchi una semplice schedatelefonica, spesso non saicome e dove acquistarla,perché non conosci la lin-gua del luogo e il posto.

Sai cosa si prova quandonon si viene pagati, nono-stante tu abbia lavorato du-ramente per tanti mesi, enon si sa come provvederealla famiglia che attende iltuo magro salario?

Sai cosa vuol dire diven-tare padri e madri a mi-gliaia di chilometri e nonpoter vedere tuo figlio senon dopo la fine del tuo im-

barco che dura 10-11 mesi?Ogni giorno in ogni porto

approdano migliaia di sven-turati di cui noi ignoriamocompletamente la sofferen-za, il disagio di vivere, il bi-sogno di vita religiosa e tan-te altre problematiche.

Sono i nuovi “schiavi”creati dalla società del be-nessere …

Vieni a trovarci, la nostrasede è sita sul latosinistro del Forte

Michelangelo…vieni, tiaspettiamo! Scoprirai

quanto è bello amare edonare anche un solo

sorriso!

Andare per mare comemarittimi significa soffrireallo stesso modo del mi-grante; comporta trascorre-re anni della propria esi-stenza in un ambiente inna-turale, separato dalla terraferma, lontani dagli affettidella famiglia. Vivere e la-vorare insieme a un ristret-to numero di persone, supe-rare le difficoltà di lingua edi religione e cultura cherendono difficili i rapportiinterpersonali a bordo. Lavita del marittimo è unarealtà che non si conosce,una realtà spesso lontanaanche dalla quotidianitàdelle città portuali. Chi siimbarca “scompare”. Viveredentro una nave per mesi,significa diventare invisibi-

le, nascosto dentro le lamie-re degli scafi. Questi uomi-ni e donne non ci sono più,non sono cittadini, non vo-tano, non riempiono le piaz-ze, non sporcano per terra,non fanno manifestazioni,non commettono i reati,non vanno in Chiesa: non liconta più nessuno.

La prima missione dell’A-postolato del Mare è quelladi rivolgersi a questi ultimifra gli ultimi senza pretese,esercitando un accoglienzache sia anche concreta testi-monianza di fede nel mon-do marittimo.

I marittimi sono cittadinia ore che transitano per po-

co tempo nei nostri porti.Ogni giorno, per tutto l’an-no i volontari dei centriStella Maris visitando le na-vi, diventano, il segno di ac-coglienza e speranza pertutta la Gente di Mare. Lavisita a bordo, la veraespressione di una Chiesaesperta in umanità che simuove incontro a quantinon possono scendere a ter-ra. Una Chiesa missionariasenza andare dall’altra partedel mondo. Sulla nave,

mentre la gente lavora, la“cura pastorale in cinqueminuti” è un’occasione uni-ca di confronto, è un’e-spressione di solidarietàconcreta, offerta a tutti e aciascuno.

La visita alla nave, per-mette di incontrare i marit-timi e trattarli come perso-ne, di non lasciarli soli inun porto che spesso è il ve-ro straniero ai loro occhi.

*Cappellano dell’Operadell’Apostolato del Mare

Apostolato del Mare Italiano Conferenza Episcopale ItalianaStella Maris Civitavecchia

Cerchiamo volontari per la nostra missione nel porto

Salire su una nave e condivi-dere in tutto e per tutto la vi-ta ed il lavoro di quanti, per

scelta o per necessità, traggono laloro fonte di sostentamento dauna attività professionale in mez-zo al mare. Stiamo parlando deicappellani di bordo, cioè di queisacerdoti che prestano il loro ser-vizio pastorale verso i marittimimigranti e i passeggeri di una na-ve da crociera, come prevede ilMotu Proprio del papa GiovanniPaolo II; Stella Maris del 31 gen-naio 1987. Con quest’incarico daparte della Chiesa, il cappellanosi imbarca come missionario, eva a condividere in tutto e pertutto la vita ed il lavoro di quanti,per scelta o per necessità, traggo-no la loro fonte di sostentamentoda una attività professionale inmezzo alle onde, lontano da terrae dagli affetti più cari. Un “popo-lo invisibile che ha una residenzaa terra solo per comodità ma chevive gran parte dell’anno in ma-re”.

Sulle navi passeggeri il servi-zio del cappellano di bordo è ini-ziato nei primi decenni del XXsecolo come accompagnamentodei migranti nelle Terre dellaAmerica. Un tempo nel qualemolte navi partivano per lunghiviaggi con il loro carico umanod’intere famiglie e di tutto quelloche esse potevano portare via consé, per un viaggio spesso senza ri-torno. Il ruolo dei cappellani dibordo era quello di accompagna-re queste famiglie e spesso si fer-mavano con loro per alcuni pe-riodi nelle nuove terre dove giun-gevano, per assisterli nei loro pri-mi inizi… poi ripartivano per l’I-talia, magari portando con sé let-tere o notizie delle famiglie emi-grate ai parenti che erano rimastiin Italia, raccontando a questi ul-timi le storie e i destini di tantiche erano partiti (all’epoca non

c’erano telefoni e la posta eralenta!).

Le navi passeggeri hanno eser-citato per decenni questo scopodi mezzo di trasporto a serviziodell’emigrazione. Nei primi anni’90 si è cominciato a pensare auna espansione del mercato cro-cieristico anche in Europa, cosache in America era iniziata undecennio prima, e cosi si è inizia-to a ricostruire una flotta di navida crociera, non più navi di ban-diera (finanziate dallo Stato) madi Armatori privati, che hannosaputo raccogliere il favore dimolti vacanzieri che hanno co-minciato ad apprezzare il nuovomodo di girare il mondo.

E il cappellano? È diventatonon più cappellano dei migrantima cappellano dei vacanzieri? Fa-cile deduzione questa. Infatti tut-ti la pensano più o meno cosi:

che il cappellano di bordo sia co-me quel prete diventato famosoper la serie di telefilm americani“Love Boat” che con aria piacentegira per i saloni, raccogliendo ipettegolezzi di passeggeri spen-sierati, le confessioni di chi ha se-greti da nascondere. Non è que-sta la figura del cappellano dibordo…, da quando le navi pas-seggeri sono navi vacanza, con lapossibilità di poter trasportarecirca 4000 passeggeri e oltre mil-le persone di equipaggio, sono di-ventate delle “città galleggianti, lostile di vita e di lavoro è cambia-to radicalmente. Se da una partele navi sono più moderne, dotatedi qualche comfort e l’ambientedi lavoro più pulito e sicuro, dal-l’altra i marittimi sono soggetti aritmi di lavoro molto intensi e fa-ticosi, in un meccanismo di pro-cedure e sistemi operativi che

tende a ridurre i lavoratori a unnumero, a forza/lavoro”. Di qui lalungimiranza e la sensibilità an-che delle nuove Società armatricidi pensare a una attività di welfa-re per l’equipaggio, e la disponi-bilità dell’Apostolato del Mare didedicarsi al benessere dei nume-rosissimi equipaggi delle nuovenavi passeggeri, con “la sapienzadel Vangelo” e con la “pedagogia”della Chiesa, “Maestra di Uma-nità“. E allora chi è il cappellanodi bordo su queste navi? Egli“non è principalmente l’accompa-gnatore di passeggeri vacanzieri,ai quali comunque non fa manca-re la sua assistenza spirituale, masoprattutto il compagno di lavo-ro, il confidente prima e poi il pa-store, la guida umana e spiritualedi un equipaggio che a parte il la-voro e la cabina rimarrebbe altri-menti privo di un punto di riferi-mento, di aggregazione, di soste-gno”.

A bordo insomma, il prete è“padre” di tutti.

Cappellani di bordo, preti sui sette mari

CHI SIAMOL’Apostolato del Mare(A.M.) è l’opera ufficia-le della Chiesa cattolicaper il servizio pastoraledella gente di mare. Perfar fronte a questa re-sponsabilità, la ChiesaUniversale lo ha postonell’ambito del Pontifi-cio Consiglio per le Mi-grazioni mentre quellaitaliana all’interno dellaFondazione Migrantesdella Conferenza Epi-scopale Italiana.

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Tel. 0766-366946 - Cell. 3493673410 (don Artur)Mail: [email protected]

Website: www.stellamaris.tv/civitavecchia Facebook: http:facebook.com/stellamariscivitavecchia

Foto 1: don ArturJeziorek,

Cappellanodell’Opera

dell’Apostolato delMare

Foto 2-3: duemomenti delle

celebrazioni a bordoFoto 4 - 5:

l’impegno di duevolontari Stella

Maris diCivitavecchia

Pagina a cura dellaStella Maris diCivitavecchia

Supplementoal numerodomenicaledi Avveniredel 29 Maggio 2011 Lazio sette Inserto a cura

degli Uffici per leComunicazioni Sociali.

La Voce delle ComunitàDiocesane del Laziore

gion

e

Civitavecchia-Tarquinia

CRISTINA CONTI

Per il secondo anno conse-cutivo la Parrocchia deiCappuccini ha festeggiato amaggio il suo santo Patrono,san Felice da Cantalice, fra-te laico cappuccino que-stuante nella Roma del XVIsecolo, di cui il prossimoanno festeggeremo i trecen-to anni dalla canonizzazioneavvenuta nel 1712.

L’anno scorso si era so-lennizzato il cinquantesimodella parrocchia con l’arrivodella statua lignea del San-to, portata in processioneper le vie settentrionali del-l’ambito parrocchiale. Que-st’anno san Felice, accom-pagnato da tanta gente, fracui i bambini che domenicascorsa hanno ricevuto per laprima volta Gesù nell’Euca-ristia, ha visitato la partesud della parrocchia conuna speciale sosta dalleSuore della Carità, che han-no avuto il piacere di salu-tare il Santo ed apprezzarela finezza dell’opera ligneafrutto della maestria degliartigiani di Ortisei.

Un particolare elogio vaai portatori di san Felice,una quindicina di fedeli chesi sono alternati nel traspor-to della statua per le viedella parrocchia e che han-no entusiasmato tutti i fede-li nella corsa finale a perdi-fiato sulla salita dei Cap-puccini con in spalla l’ama-ta immagine. Speriamo chenasca fra loro quella Frater-

nità lodevole testimonianzadi fede e di adesione al la-scito spirituale di san Feliceche per quarant’anni hadialogato con principi e po-veri straccioni di Roma, re-galando ad ognuno una pa-rola di speranza e di carità.

La festa parrocchiale si èdispiegata su cinque giorniaperti sabato 14 maggio conun vivace saggio di danzanel Salone Santa Chiara, do-ve il giorno successivo si so-no esibiti “Gli amici dellaMusica” di Allumiere in unricco e suggestivo concertodedicato al 150° dell’Unitàd’Italia, offerto dalla Fonda-zione CARICIV. Sempre do-menica le strade della par-rocchia hanno visto sfrec-ciare 100 piccoli ciclisti (80bambini e 20 bambine) nel

secondo Trofeo San Feliceorganizzato dal Fan ClubPetito.

Nei giorni successivi si ètenuto il triduo che è culmi-nato mercoledì 18, festa li-turgica del santo, nella so-lenne celebrazione eucari-stica presieduta dal parrocopadre Antonio Matalone al-la presenza di tutte le com-ponenti della parrocchiache all’appello del sacerdo-te, hanno espresso il loro“Deo gratias” a Dio e al loropatrono (il frate era così so-prannominato dai romani).Per tutto il mese di maggio,nei quattro angoli della par-rocchia i fedeli hanno reci-tato il santo Rosario, sentitomomento di comunione fra-terna e di adorazione maria-na.

DIOCESI DI CIVITAVECCHIA - TARQUINAPARROCCHIA SANT’AGOSTINO - CIVITAVECCHIA

SOLENNE CHIUSURADEL MESE MARIANO

martedì 31 maggio 2011

GRANDE PELLEGRINAGGIO A PIEDIcon fiaccolata

Ore 20,45 - Raduno in Largo Mons. D’Ardia (Monumento dell’Immacolata).Ore 21,00 - Partenza.

A chiusura del Pellegrinaggio, Santa Messa e atto di affidamento alla Madonna.Il Pellegrinaggio sarà animato dai Gruppi Ecclesiali Diocesani.

La celebrazione sarà animata dalle Suore “Piccole Figlie della Madre di Dio”.

È previsto un servizio di bus navetta per il ritorno.

“Gesù vuole stabilire nel mondola devozione al mioCuore Immacolato”

Un giorno con MariaUn giorno di istruzione, devozione

ed intercessione, basato sulmessaggio dato a Fatima nel 1917

Sabato 4 giugno p.v. alle ore 15,00 ar-riverà alla Parrocchia San GordianoMartire in Civitavecchia la statuinadella “Bella Signora”, come la definiro-no Giacinta e Francesco Marto quandoapparve loro il 13 maggio 1917.

La statua pellegrina della Madonnadi Fatima da diversi anni “visita” le no-stre Parrocchie dove è sempre accoltada numerosi fedeli.

In un clima di profonda e genuinadevozione, ogni volta è un’esperienzastraordinaria vissuta da tante personeche in un rispettoso silenzio ricevonoColei che inevitabilmente “si mette daparte” prendendo tutti i suoi figli perportarli davanti a suo Figlio. Ecco allo-ra che il Corpo di Gesù vivo e vero è lì(Adorazione Eucaristica) accanto a Co-lei che lo ha “divinamente” portato ingrembo, a Colei che distrutta da un in-dicibile dolore lo avvolse nel suo amo-revole abbraccio ai piedi della croce inquell’ultimo atto della Passione, primadella sua risurrezione che è meditatacon particolari riflessioni sulla Via Lu-cis.

Per informazioni rivolgersiin parrocchia, tel. 0766 23718Il 16 aprile u.s. nell’aula Consiliare Comunale

di Civitavecchia, alla presenza del VescovoMons. Luigi Marrucci, del Sindaco Gianni Mo-scherini, l’autore, il Colonnello Antonio Dolget-ta, ha presentato alla Città, in una sala gremita,il suo libro sul triennio Pastorale del compiantoVescovo Mons. Carlo Chenis, ad un anno dallasua prematura scomparsa. Analoga cerimonia,il 30 aprile, si è tenuta anche nell’aula Consilia-re del comune di Tarquinia, seconda città dellaDiocesi, sempre alla presenza del Vescovo Mar-rucci e del Sindaco Mauro Mazzola.

Il libro, preminentemente fotografico, realiz-zato in veste tipografica elegante, suddiviso incapitoli, pone in evidenza l’attività pastoraledel Presule nella suggestività delle celebrazioniliturgiche da lui officiate e la spettacolarità del-le processioni e delle ricorrenze dei Santi Patro-ni in tutto il territorio della Diocesi.

L’opera è in vendita nelle librerie di Civita-vecchia e Tarquinia.

Sabato prossimo, 4 giugno alle ore18,00, presso la chiesa parrocchiale diSan Francesco di Paola in Civitavecchia,per l’imposizione delle mani e la pre-ghiera consacratoria di Sua Ecc. Mons.Luigi Marrucci, Fra PAVEL HRABOV-SKY sarà ordinato sacerdote.

Fra Paolo (Pavel) è nato nel 1979 nel-l’allora Cecoslovacchia e si è aggregatoalla famiglia religiosa dei Frati Minimidi San Francesco di Paola in modo defi-nitivo con la professione solenne del 4ottobre 2009 nel Santuario di Paola(CS).

Il 29 aprile 2010 era stato ordinatodiacono da S.E. Mons. Gino Reali, Am-ministratore Apostolico.

I fedeli sono invitati a partecipare.

* * *Si ricorda ai Presbiteri, Diaconi e Reli-giosi che in occasione del prossimo riti-ro del clero in programma giovedì 9giugno p.v., è stato organizzato unviaggio in pullman alla Basilica di Bol-sena (Miracolo Eucaristico). La parten-za è prevista alle ore 8 dalla parrocchiadi Sant’Agostino in Civitavecchia, men-tre il ritorno sarà intorno alle ore 17.

Come anticipato nell’ultimo incontrodal Vescovo Luigi, al fine di prenotare iposti per il viaggio e per il pranzo, gliinteressati sono tenuti a dare confermadi partecipazione in Curia (076623320).

Si ricorda di portare camice e stolabianca.

AVVISI

CIVITAVECCHIA

La parrocchia in festa per il suo patrono,san Felice da Cantalice

CIVITAVECCHIASi è tenuta ieri, sabato 28 maggio, la Fe-sta di fine programma per i ragazzi e legiovani mamme del centro “Il Ponte”.L’associazione ha presentato alla vita un-dici ragazzi della Comunità e tre giovanimamme del programma “Coccinella”, chehanno terminato il loro percorso educati-vo.

La giornata ha avuto inizio in mattina-ta con la celebrazione eucaristica presie-duta da S.E. Mons. Luigi Marrucci pressola chiesa parrocchiale di San Giuseppe inCampo dell’Oro, al termine della quale siè tenuta la commuovente cerimonia.

I festeggiamenti sono proseguiti nelpomeriggio presso la nuova sede del Cen-tro in Via Veneto n.30/c. con una rappre-sentazione teatrale a cura dei ragazzi e ra-gazze della Comunità ed un concerto mu-sicale e a conclusione una breve rappre-sentazione dal titolo “Raccontami unastoria”, presentata dalle mamme e i bam-bini del programma “Coccinella”.

È stata una bella giornata di festa per“riconsegnare” alla vita questi ragazzi chehanno nuovamente trovato speranza e fi-ducia nel futuro.

Domenica prossima daremo spazio al-l’evento.

IN BREVE

Presentato il libro del Colonnello Dolgettasul triennio Pastorale del compianto vescovo Carlo Chenis

CIVITAVECCHIA-TARQUINIALazio setteregi

oneAVVENIRE

DOMENICA29 MAGGIO 20112

Nel maggio del 1980 unpiccolo semino veniva la-sciato sul terreno della no-stra giovane vita. Appenaadolescenti, muovevamo iprimissimi passi in un cam-mino di scoperta della vitacome dono da offrire aglialtri. Poco a poco quel se-mino iniziò a trasformarsi,a svilupparsi e a lanciarcipiù decisamente verso unimpegno forte di condivi-sione con chi si trovava indifficoltà, dapprima nellanostra città, poi nel territo-rio circostante ed, infine,con gli occhi e il cuore sulmondo. Tanti sogni, tipicidi quel tempo straordinarioche è la gioventù, abbiamocoltivati e con fatica realiz-zati. Il cammino non è statosempre facile: abbiamo co-nosciuto i giorni caldi e lenotti, i venti duri del nord egli acquazzoni, ma si guar-dava avanti radicati, sem-pre più, in una paginaevangelica che costituì e co-stituisce la base ideale del-l’Associazione: “Perché io hoavuto fame e voi mi avete da-to da mangiare, ho avuto setee mi avete dato da bere, eroforestiero e mi avete ospitatonella vostra casa, ero nudo emi avete dato i vestiti, malatoe siete venuti a curarmi…Tut-te le volte che avete fatto ciòa uno dei più piccoli di questi

fratelli, lo avete fatto a me!”(Mt 25).

Si delineava, poi, all’in-terno di Semi di Pace, unagrande apertura verso tutticoloro che desideravano of-frire il proprio contributo ditempo e sensibilità per glialtri, al di là di qualsiasi ap-partenenza religiosa, politi-ca, culturale.

L’Abbe Pierre amava ri-cordare: “Se posso trasmet-tere una certezza a quantilotteranno per mettere piùumanità in tutto, essa è si-curamente questa: la vita èimparare ad amare”. Que-sta, quindi, non è solo pre-rogativa dei cattolici, maaspirazione ed impegno pertutti gli uomini di buona vo-lontà.

Oggi l’Associazione è pre-sente in tanti Paesi delMondo (Romania, Spagna,Cuba, Repubblica Domini-cana, Messico, Perù, Nica-ragua, Burundi e Repubbli-ca Dominicana del Congo,India) con numerosi proget-ti, con i “Servizi Aquiloni”attraverso circa 130 volon-tari impegnati nel sostegnodelle attività e della promo-zione dell’Associazione inundici zone del Mondo.

Inoltre, dal 1995 l’Asso-ciazione Semi di Pace faparte del Movimento per laVita Italiano che opera con

attività di sostegno allemamme e alle donne in dif-ficoltà attraverso il Centrodi Aiuto alla Vita; allo stes-so modo, in campo interna-zionale il Movimento per laVita Italiano sostiene pro-getti a favore delle mammein difficoltà nei paesi dell’A-merica Latina, dove Semi diPace opera, anche attraver-so case di accoglienza.

Padre Luigi Colnaghi –Padre Sacramentino presen-te a Tarquinia negli anni’80 – in occasione del 25°di fondazione dell’Associa-zione, poco prima di torna-re al Padre, inviò un suoscritto che è diventato unasorta di testamento spiri-tuale che accompagna e ac-compagnerà sempre il cam-mino di Semi di Pace. […]Vi siete accorti che non c’e-ra soltanto il “vostro” mon-do – scriveva Padre Luigi –e avete ascoltato il grido disofferenza che partiva dal-l’uomo e vi siete rimboccatile maniche, avete aperto ilcuore e vi siete buttati nellamischia per divenire “salva-tori” proprio sull’esempiodi colui che ha proclamatobeati i poveri, i perseguita-ti, gli operatori di pace e digiustizia. Ora bisogna conti-nuare: lo esige la “passionedell’uomo” incominciata daCristo nella sua carne im-

molata per la salvezza e larinascita dei suoi fratelli.“Rimettersi in strada” sem-bra uno slogan, ma è quelloche, fin dall’inizio del cam-mino, avete sperimentatosulla vostra pelle. Sullastrada non si sta troppo be-ne, soprattutto quando si èsfrattati con tanta facilità.In quattro e quattrotto vi sidiceva: “è ora di smammareda questi ambienti, occor-rono a noi”. L’avventura ri-cominciava anche se consofferenza. […] L’invito avoi tutti è di essere semprecome il ragazzo che presen-ta al Signore i cinque pani ei due pesci. Allora anchenoi mettiamoci alla sequeladi quel ragazzino del vange-lo. È di questi piccoli che lasocietà d’oggi ha bisogno sevuole risollevarsi dal grigio-re di un futuro senza spe-ranza. Non corriamo dietroa Cristo perché moltiplica ipani, ma corriamo dietro alragazzo che va da Cristoper dirgli “puoi contare sudi me perché oltre a dartipochi pani, ho un grandedesiderio di rendermi di-sponibile per una missioneche non conosce confini,meglio per una missioneche ha un solo confine:l’uomo a cui si può dire ilnostro amore anche con unpezzo di pane”.

Il prossimo sabato 11 giugno, alle ore 11,30, il CAV (CentroAiuto alla Vita) di Semi di Pace inaugurerà la “Culla per laVita” collocata nella parte destra dell’ingresso del Monaste-ro delle Benedettine, dove dal giugno del 2010 “Semi di Pa-ce International” ha inaugurato la nuova sede centrale dallaquale si coordinano tutti i progetti attivati nel Mondo.Mai più neonati abbandonati. Con questo obiettivo sonostate attivate molti anni fa le prime “Culle per la Vita”,strutture in cui le madri potranno lasciare il bimbo nelcompleto anonimato e in assoluta sicurezza per il piccolo.Sono, infatti, nate come mezzo concreto di aiuto a madri indifficoltà e di accoglienza ai loro neonati, ma vuole esseresoprattutto uno strumento per informare madri disperatesulle strade alternative al lacerante epilogo dell’abbandono.

Il Movimento per la Vita ha realizzato da anni in diversecittà italiane delle Culle per la Vita (ne esiste una anche aCivitavecchia, accanto all’ingresso della Casa delle Suoredel Preziosissimo Sangue), moderne e tecnologiche riedizio-ni della Ruota degli esposti, quel famoso meccanismo gire-vole in cui le donne depositavano i piccoli nati da unioni il-legittime o in condizioni di estrema difficoltà, abolito uffi-cialmente nel 1923.

Oggi le 34 culle presenti in Italia rappresentano il fioreall’occhiello non solo del Movimento della Vita ma anchedi tanti enti, privati, ospedali e associazioni che con il lorocontributo attivo cercano di contrastare la cultura dellamorte. Sulla scia di tale fermento, Semi di Pace annunciadunque il proprio impegno nella realizzazione di questonuovo Servizio a favore del quale anche la Comunità Mona-stica delle Benedettine del Santissimo Sacramento assicu-rerà la preghiera costante per la vita.

PROGRAMMA DELLA GIORNATAOre 9.30: Saluto del Presidente di Semi di Pace Internatio-

nal e apertura dei lavori presso la Sala Congressi nellasede di Semi di Pace International con l’intervento diMadre Maria Ester Stucchi, Presidente della Federazio-ne Italiana dei Monasteri delle Monache Benedettinedell’Adorazione Perpetua del S.S. Sacramento, sul temadell’anno: ACCOGLIERE.

Ore 11.00: Break.Ore 11.15: Trasferimento nel Chiostro per la Cerimonia di

Inaugurazione “Culla per la Vita”. Presiederà il Vescovo della Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia Mons. Luigi Marrucci.Interverrà l’On. Carlo Casini Presidente del Movimen-to per la Vita Italiano e Presidente Commissione AffariCostituzionali del Parlamento Europeo.

Ore 12,30 – Aperitivo.Nel pomeriggio III Meeting Internazionale dei ServiziAquiloni.

Ore 15.00: Introduzione del Presidente Prof. Luca Bondi. Aseguire presentazioni Missioni Umanitarie con proie-zioni di filmati.

1) America Centrale e America LatinaOre 15.30: Perù – Yurimaguas – Selva Amazzonica – Mis-

sione realizzata dal 4 aprile al 14 aprile 2011- Intervie-ne Angelo Astrei, Coordinatore del Progetto dedicato alDott. Gianni Astrei.

Ore 16.30: Nicaragua – “La Cal” Jinotega- Missione realizza-ta dal 16 febbraio al 7 maggio Interviene Bruna Bellesi,Coordinatrice del Progetto.

Ore 17.00: Intervallo.2) AfricaOre 17.30: Burundi – Buta dal 6 al 21 maggio – Repubblica

Democratica del Congo – Lumbi - Masi Manimba dal21 al 28 maggio – Interviene Claudio Bondi, Responsa-bile Settore Life.

Ore 18.30: Prospettive: anni 2011-2012 – IntervieneDott.ssa Rita Inghes, Responsabile del Settore RelazioniEsterne, Servizio Aquiloni e Volontariato Internaziona-le.

Ore 19.00: Il futuro di Semi di Pace sulla scia del servizio.Interviene Padre Paolo Maiello Francescano dell’Ordi-ne dei Frati Minori – Parroco della Parrocchia S. Grego-rio VII al Gelsomino, Roma.

Ore 20.00: Trasferimento alla Cittadella per la “cena di con-divisione”. La quota di partecipazione è di 12 euro. Siprega di dare gentile conferma entro il 9 giugno.

Il ricavato verrà devoluto al Progetto Tainos per un gruppodi bambine orfane accolte nella Comunità di “Sabana Gran-de de Boya” delle Suore Missionarie del Cuore di Gesù, Re-pubblica Dominicana.

Lo scorso venerdì 6 maggioè partita la quarta missioneper il Burundi per il prosie-guo del Progetto Luce, grazieal quale sarà possibile per-mettere a tutti gli abitantidel capoluogo di provinciadel Bururi e dei villaggi vi-cini, di poter avere un con-trollo gratuito della vista ela prescrizione ed il confe-zionamento di occhiali cor-rettivi oltre ad uno scree-ning.

Il progetto è logistica-mente realizzato nelle strut-ture dell’ospedale di Bururi.Un oculista locale, utilizzan-do le strutture acquistate da“Semi di Pace Internatio-nal”, effettuerà visite indivi-duando i pazienti da opera-re di cataratta, nei periodiin cui non sono presentioculisti italiani che svolge-ranno anche attività di for-mazione. Saranno previsti,inoltre, circa cinquanta in-terventi di cataratta.

Il team, coordinato daClaudio Bondi, è compostoinoltre dal dottor VincenzoMittica, dai collaboratoriAndrea Andreani, ChazineBernard Leon e da ChimenaFilippetti. Il gruppo, al ter-mine della missione in Bu-rundi, proseguirà per la Re-pubblica Democratica del

Congo e si impegnerà con-giuntamente con le SuorePassioniste di San Paolo del-la Croce, per capire che tipodi intervento sarà necessa-rio apportare per dare vitaad un nuovo progetto delsettore Life.

Dove ci sono personeche soffrono, che sono indifficoltà, che hanno una

speranza da realizzare, inItalia e nel Mondo, da piùdi trent’anni ci siamo noi,con i nostri volontari, per

ridare dignità alla vita e for-za alla pace. “Semi di PaceInternational”, dove la soli-darietà mette radici.

Per informazioni e adesioni ai progetti, rivolgersi a:Semi di Pace International Onlus - Via Umberto I, 42 01016 Tarquinia (VT) – Tel/fax +39 0766 842566

[email protected]

31° anniversario di fondazione

Il cammino di Semi di Pace

Pagina a cura di “Semi di Pace International” realizzatain occasione del 31° anniversario di fondazione

TARQUINIA Partita una nuova missione in Burundi

Emergenza sanitaria: progetto “Luce”

L’equipe medicaoculistica conalcuni giovani

pazienti delBurundi

Sabato 11 giugno l’inaugurazione

Una culla per la vita