7. enneagramma

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Corso SALIGIA: ovvero i 7 vizi capitali - XIV anno accademico 2014 Pag. 1 Enneagramma «Il prezzo di una cosa è la quantità di “vita” che occorre scambiare per ottenerla» H.D. Thoreau L’Enneagramma è un antico strumento di cambiamento psicologico. Per capire l’Enneagramma è importante sapere cos’è il sé e come si costruisce. Il sé è la nostra realtà come individui, il modo in cui funzioniamo nel mondo, il processo di adattamento creativo all’ambiente; si forma nella primissima infanzia, dalle esperienze relazionali con i genitori e in seguito con le altre figure di riferimento. I messaggi dati a un bambino, gli atteggiamenti e le azioni a lui rivolte lo modellano e lo plasmano, tanto che a tre anni egli ha già ricevuto l’imprinting di base e gli elementi distintivi del suo carattere adulto. I segnali ricevuti creano una traccia indelebile che incide nella relazione con se stesso e con gli altri. Lo studio dell’Enneagramma è difficile, sottile, affascinante e richiede tempo per comprenderne a fondo i numerosi risvolti poiché ognuno ha in sé qualcosa di tutte le nove tipologie. Conoscerlo è utile per comprendere meglio gli altri, le loro svariate caratteristiche, comportamenti, reazioni, bizzarrie e stabilire rapporti più sereni. L’Enneagramma è utilizzabile da tutti poiché ogni essere umano vi è compreso, anche se posizionato differentemente lungo la linea immaginaria che ha come estremità «salute» e «patologia». Se all’inizio trovarsi è doloroso, in seguito si avverte un senso di forza e solidità per aver recuperato le proprie radici. Nel seguente schema dell’Enneagramma sono indicati i nove caratteri in cui ogniuno viene chiamato con uno dei sette vizi capitali: ira, superbia, invidia, avarizia, gola, lussuria, accidia, più la paura e la vanità. Ogni tipologia ha tre caratteristiche principali: la passione che dà nome al carattere, il comportamento coatto, originato dalla passione e la fissazione cognitiva nata in seguito alla coazione. Si distinguono tre tipologie generali di carattere: I caratteri isteroidi 2-3-4 sono centrati sul sentimento e sul corpo hanno come aspetto dominante un super- funzionamento dell’espressione emotiva che nasconde il significato della motivazione interna. I caratteri schizoidi 5-6-7 sono centrati sul pensiero, convogliano tutte le loro energie nel pensiero a scapito del sentire emotivo e dell’azione; quando avvertono un desiderio si bloccano, si immobilizzano e fuggono nella fantasia. I caratteri epilettoidi 8-9-1 sono centrati sull’azione; tendono ad accentuare l’attività motoria e a reagire con eccessiva immediatezza a ogni stimolo, per allontanare la sensazione di vulnerabilità che li accompagna da sempre. Sui livelli evolutivi e le virtù di ogni carattere mi soffermo diffusamente nel libro. Sinteticamente sono: per l’Uno la serenità; per il Due l’umiltà; per il Tre la sincerità emozionale e la libertà dall’auto-immagine; per il Quattro l’equanimità e la soddisfazione; per il Cinque la generosità e la benevolenza; per il Sei il coraggio e il coraggio della debolezza; per il Sette la sobrietà nel senso più ampio di serietà e profondità; per l’Otto l’innocenza e l’imparzialità; per il Nove il prendersi la responsabilità dei propri bisogni e agire per realizzarli. Il Tipo Uno Passione: Ira Comportamento compulsivo: Ipercontrollo Fissazione cognitiva: Perfezionismo L’Uno è un bambino cresciuto in un’atmosfera familiare in cui esisteva una vera e propria ossessione per le regole e occorreva, per essere riconosciuti e accettati, conformarsi a norme severe e spersonalizzanti. L’educazione era orientata al dovere e all’orgoglio. L’Uno ha internamente un intenso dolore e un’immensa amarezza per le critiche ricevute e la sensazione di «non andare mai bene», per cui ha imparato ad auto-osservarsi e auto-controllarsi costantemente per evitare errori, e allo stesso tempo cova nel suo cuore la rabbia, il rancore, l’odio, il disprezzo per essersi sempre dovuto negare, ma si trattiene dall’esprimere tali sentimenti per non vedersi «iroso» e non essere costretto a fare i conti con un’immagine negativa di sé. Il Tipo Due Passione: Superbia Comportamento compulsivo: Falsa generosità Fissazione cognitiva: Ampliare l’immagine di sé Nell’infanzia il Due ha ricevuto apprezzamento e considerazione grazie all’adesione incondizionata ai desideri dei genitori, sviluppando una grande capacità di adattarsi agli altri per ricevere consenso. Superbia, orgoglio, umiliazione, vergogna sono i tratti fondamentali. È stato un bambino bizzoso e capriccioso, poiché averla vinta era considerata una vittoria d’amore, un risarcimento per il dono illimitato di se stesso. Nei rapporti di coppia il Due attua continue sfide per superare le difficoltà della conquista, ma quando l’amore è assicurato e l’adesione è totale, comincia a sentire l’unione come una prigione; si sente confuso, perso nell’altro, spersonalizzato ed entra facilmente in una fase di distacco e ribellione dove il desiderio di libertà acquieta l’angoscia dell’abbandono.

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Corso SALIGIA: ovvero i 7 vizi capitali - XIV anno accademico 2014 Pag. 1

Enneagramma «Il prezzo di una cosa è la quantità di “vita” che occorre scambiare per ottenerla»

— H.D. Thoreau —

L’Enneagramma è un antico strumento di cambiamento psicologico. Per capire l’Enneagramma è importante sapere

cos’è il sé e come si costruisce. Il sé è la nostra realtà come individui, il modo in cui funzioniamo nel mondo, il

processo di adattamento creativo all’ambiente; si forma nella primissima infanzia, dalle esperienze relazionali con i

genitori e in seguito con le altre figure di riferimento. I messaggi dati a un bambino, gli atteggiamenti e le azioni a lui

rivolte lo modellano e lo plasmano, tanto che a tre anni egli ha già ricevuto l’imprinting di base e gli elementi distintivi

del suo carattere adulto. I segnali ricevuti creano una traccia indelebile che incide nella relazione con se stesso e con gli

altri.

Lo studio dell’Enneagramma è difficile, sottile, affascinante e richiede tempo per comprenderne a fondo i numerosi

risvolti poiché ognuno ha in sé qualcosa di tutte le nove tipologie. Conoscerlo è utile per comprendere meglio gli altri,

le loro svariate caratteristiche, comportamenti, reazioni, bizzarrie e stabilire rapporti più sereni.

L’Enneagramma è utilizzabile da tutti poiché ogni essere umano vi è compreso, anche se posizionato

differentemente lungo la linea immaginaria che ha come estremità «salute» e «patologia». Se all’inizio trovarsi è

doloroso, in seguito si avverte un senso di forza e solidità per aver recuperato le proprie radici.

Nel seguente schema dell’Enneagramma sono indicati i nove caratteri in cui ogniuno viene chiamato con uno dei

sette vizi capitali: ira, superbia, invidia, avarizia, gola, lussuria, accidia, più la paura e la vanità.

Ogni tipologia ha tre caratteristiche principali: la passione che dà nome al carattere, il comportamento coatto,

originato dalla passione e la fissazione cognitiva nata in seguito alla coazione.

Si distinguono tre tipologie generali di carattere:

I caratteri isteroidi 2-3-4 sono centrati sul sentimento e sul corpo hanno come aspetto dominante un super-

funzionamento dell’espressione emotiva che nasconde il significato della motivazione interna.

I caratteri schizoidi 5-6-7 sono centrati sul pensiero, convogliano tutte le loro energie nel pensiero a scapito

del sentire emotivo e dell’azione; quando avvertono un desiderio si bloccano, si immobilizzano e fuggono

nella fantasia.

I caratteri epilettoidi 8-9-1 sono centrati sull’azione; tendono ad accentuare l’attività motoria e a reagire con

eccessiva immediatezza a ogni stimolo, per allontanare la sensazione di vulnerabilità che li accompagna da

sempre.

Sui livelli evolutivi e le virtù di ogni carattere mi soffermo diffusamente nel libro. Sinteticamente sono: per l’Uno

la serenità; per il Due l’umiltà; per il Tre la sincerità emozionale e la libertà dall’auto-immagine; per il Quattro

l’equanimità e la soddisfazione; per il Cinque la generosità e la benevolenza; per il Sei il coraggio e il coraggio della

debolezza; per il Sette la sobrietà nel senso più ampio di serietà e profondità; per l’Otto l’innocenza e l’imparzialità; per

il Nove il prendersi la responsabilità dei propri bisogni e agire per realizzarli.

Il Tipo Uno Passione: Ira

Comportamento compulsivo: Ipercontrollo

Fissazione cognitiva: Perfezionismo

L’Uno è un bambino cresciuto in un’atmosfera familiare in cui esisteva una vera e propria ossessione per le

regole e occorreva, per essere riconosciuti e accettati, conformarsi a norme severe e spersonalizzanti. L’educazione era

orientata al dovere e all’orgoglio.

L’Uno ha internamente un intenso dolore e un’immensa amarezza per le critiche ricevute e la sensazione di «non andare

mai bene», per cui ha imparato ad auto-osservarsi e auto-controllarsi costantemente per evitare errori, e allo stesso

tempo cova nel suo cuore la rabbia, il rancore, l’odio, il disprezzo per essersi sempre dovuto negare, ma si trattiene

dall’esprimere tali sentimenti per non vedersi «iroso» e non essere costretto a fare i conti con un’immagine negativa di

sé.

Il Tipo Due Passione: Superbia

Comportamento compulsivo: Falsa generosità

Fissazione cognitiva: Ampliare l’immagine di sé

Nell’infanzia il Due ha ricevuto apprezzamento e considerazione grazie all’adesione incondizionata ai desideri

dei genitori, sviluppando una grande capacità di adattarsi agli altri per ricevere consenso.

Superbia, orgoglio, umiliazione, vergogna sono i tratti fondamentali. È stato un bambino bizzoso e capriccioso, poiché

averla vinta era considerata una vittoria d’amore, un risarcimento per il dono illimitato di se stesso.

Nei rapporti di coppia il Due attua continue sfide per superare le difficoltà della conquista, ma quando l’amore è

assicurato e l’adesione è totale, comincia a sentire l’unione come una prigione; si sente confuso, perso nell’altro,

spersonalizzato ed entra facilmente in una fase di distacco e ribellione dove il desiderio di libertà acquieta l’angoscia

dell’abbandono.

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Il tipo Tre Passione: Vanità

Comportamento compulsivo: Approvazione, Successo

Fissazione cognitiva: Falsa immagine

Il Tre ha avuto da bambino genitori mancanti, impegnati e coinvolti su altri fronti, senza tempo e interesse per

lui; sovente in famiglia regnava la malattia o un problema grave catalizzava l’attenzione di tutti oppure i genitori erano

dediti a conquistare notorietà e successo, per cui egli si è sentito spinto, anche se in modo indiretto, all’indipendenza e a

prendersi cura di sé.

Possiamo definire la vanità come un interesse appassionato per la propria immagine e una tendenza a vivere per gli

occhi degli altri. Il Tre sta bene quando aderisce a un ruolo, è efficiente, gran lavoratore, responsabile, e rispondente alle

aspettative altrui: il problema fondamentale sta nella confusione tra l’immagine di sé e ciò che è realmente.

Ha una personalità camaleontica dovuta alla capacità di adattare la propria immagine alle richieste delle persone per lui

importanti. Iper-vigile, incapace di arrendersi; controlla ogni cosa poiché ha una profonda sfiducia nella vita, negli altri,

nella possibilità di trovare reale appoggio.

Il tipo Quattro Passione: Invidia

Comportamento compulsivo: Essere speciale

Fissazione cognitiva: Masochismo

Il Quattro è un bambino che ha sofferto molto nel suo ambiente familiare per situazioni di abbandono, perdite,

gravi mancanze; per essersi sentito diverso. Possiamo definire lo stato emotivo dell’invidia come un impulso alla

voracità, una tensione a far proprio ciò di cui ci si sente privi. Lo stato di frustrazione perenne è la conseguenza naturale

dell’invidia.

Per compensare la sua insicurezza il Quattro ricorre a una autoimmagine drammatizzata: “il romantico-tragico”, è

affascinato dalla propria sofferenza e la trasforma in qualcosa di nobile che dà valore e profondità all’esistenza.

Il tipo Cinque Passione: Avarizia

Comportamento compulsivo: Trattenersi

Fissazione cognitiva: Distacco

La storia familiare del Cinque è quella di un bambino con genitori incapaci di stare insieme, sempre a rischio di

rottura, adattatati al quieto vivere per non affrontare l’idea della separazione e del fallimento. Bisognosi entrambi

della totale dedizione del figlio come collante fra loro, lo hanno stretto in un legame simbiotico nel quale era

impossibile per lui esistere autonomamente. Per averlo a disposizione lo hanno stretto a loro e nello stesso tempo spinto

all’autosufficienza, a rimanere distaccato e imperturbabile agli eventi e agli altri, gravandolo di precoci responsabilità.

Rassegnato a non gratificare i propri bisogni e a non ottenere amore, l’avaro si fortifica nell’atto della «rinuncia» che

effettua con segreta soddisfazione in qualsiasi ambito della vita; non chiede, non stringe rapporti, anzi li fugge,

aggrappandosi a se stesso in maniera compensatoria. Si ritira così nella sua torre d’avorio da cui può osservare a

distanza gli altri e dedicarsi al mondo delle idee; una condizione che gli dà piacere e tranquillità e con cui evita la

dolorosa sensazione del vuoto, del distacco, della depressione.

Intuitivo, grande osservatore, abile a convertire l’emozione in pensiero, a ridefinire principi teoretici, a penetrare nei

punti di vista altrui, allontana da sé non la profondità delle relazioni, ma la loro vivacità emotiva.

Il tipo Sei Passione: Paura

Comportamento compulsivo: Ipervigile, Dubbioso

Fissazione cognitiva: Accusa di sé e degli altri

Il Sei ha perduto nell’infanzia la fiducia nell’autorità; la paura si è innescata in lui dall’incapacità del padre e

della madre di agire nel suo interesse. Ha avuto uno dei genitori imprevedibile, dispotico, contraddittorio, dolce e

violento nello stesso tempo, che ha esercitato il potere all’insegna dell’incongruenza, insinuando nel figlio la sensazione

di essere in pericolo costante.

Il Sei è caratterizzato dalla presenza dell’ansia, definita come uno stato di paura senza però la percezione di un pericolo

concreto. L’ansioso sfinisce se stesso con l’auto-rimprovero per non sentirsi mai a posto, per non essere ineccepibile,

sereno, preparato, pronto, rilassato ed allo stesso tempo evita l’eccessivo tormento attraverso un atteggiamento critico e

indagatore con cui si rivolge agli altri «il tono accusatorio», alleggerendo i suoi sensi di colpa.

La megalomania del Sei, il suo desiderio di dare un contributo determinante, di avere in mano le leggi dell’universo,

cambiando le regole che fanno girare il mondo, sono fantasie che mascherano il senso di inadeguatezza.

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Il tipo Sette Passione: Gola

Comportamento compulsivo: Edonista; Persuasore

Fissazione cognitiva: Evitare la sofferenza

Il Sette ha avuto una famiglia con un padre poco visibile, distante, nell’ombra e con una madre fragile, sola,

accentratrice che ha esaltato e nutrito narcisisticamente il figlio, instaurando con lui un rapporto molto intenso,

perché aveva bisogno di sentirsi amata e sostenuta. Costretto fin da piccolo a vestire il ruolo paterno mancante, ha

creduto di essere lui l’autorità e ha combattuto il padre con superbia, arroganza e dispregio: un imbroglio di fondo che

ha segnato profondamente la sua vita, impedendogli di contattare la sua fragilità e insicurezza di bambino per la

mancanza di un sostegno reale.

Soffrendo segretamente la mancanza del padre e non sentendosi in alcun modo protetto, ha cercato riparo dalla paura e

dal tremendo senso di pericolo, rifugiandosi nelle illimitate possibilità dell’immaginario e nell’illusoria certezza della

sua grandiosità. Possiamo definire la passione della «gola» come una speciale avidità e insaziabilità per ottenere

gratificazioni.

Dotato di grande resistenza fisica e mentale, ama suddividere la sua inesauribile energia lavorativa in diversi progetti e

attività parallele; la restrizione del campo d’azione non è congeniale alla sua esuberanza, ma le troppe iniziative gli

impediscono di dover fare i conti con le sue reali capacità e con la sua aura di «grandiosità».

Ha un’arroganza nascosta, un’illogica convinzione di essere destinato al successo e pretende il riconoscimento dagli

altri; la mancanza di umiltà e l’aria di superiorità sono tanto irrazionali quanto ingiustificate, ma molto visibili.

Il tipo Otto Passione: Lussuria

Comportamento compulsivo: Eccesso

Fissazione cognitiva: Vendetta, Sadismo

La storia familiare dell’Otto è una storia dura, densa di difficoltà e violenza: un padre aggressivo, incongruente,

poco sensibile, che ha approfittato dell’innocenza del figlio per divertirsi, deriderlo, umiliarlo e allo stesso tempo

lo ha investito di responsabilità nei confronti degli altri membri della famiglia, facendolo sentire grande e

instaurando poi con lui un rapporto conflittuale per la contesa del potere. La madre che, con una presenza

remissiva e rassegnata, non lo ha protetto anzi, bisognosa d’affetto e d’amore, ha approfittato dalla sua facciata forte per

ricevere sicurezza.

In quell’atmosfera in cui non si è mai sentito protetto, ha imparato a fidarsi solo di se stesso, a non ascoltare gli altri a

non credere alle loro ragioni, a non cedere, a rifiutare i propri limiti al di là di ogni ragionevolezza. Nell’azione in cui

nega il «sentire», l’Otto si sottrae alla profondità del contatto intimo, all’autenticità del proprio mondo interno, alla

ricchezza dei sentimenti, facendosi sfuggire il senso della vita stessa, in nome del sentirsi forte.

Possiamo definire la passione della lussuria come una predilezione a vivere situazioni eccessive, a infiammarsi per ogni

sorta di stimolo; a trovare soddisfazione nelle emozioni intense. La ricerca dei sapori forti ha per lui il gusto della

semplice routine in quanto, essendosi reso imperturbabile e cinico, ha bisogno di situazioni particolarmente

coinvolgenti e suggestive per avere la percezione di esistere.

Il tipo Nove Passione: Accidia

Comportamento compulsivo: Inerzia psico-spirituale

Fissazione cognitiva: Mediazione

La storia familiare del Nove è di un bambino trascurato, messo in ombra dai fratelli, rimproverato se esprimeva

la propria idea, cui è stato imposto il ruolo di pacificatore fra i componenti della sua famiglia: doveva essere

silenzioso, forte, consolare, rallegrare, minimizzare problemi e conflitti. Gli è stato chiesto di aiutare gli altri ad

andare d’accordo, di rasserenare una atmosfera intrisa di ansia e paura, accettando di non essere ricambiato.

Ha imparato precocemente ad annullarsi, distogliendo l’attenzione da se stesso, a non dare importanza ai propri bisogni,

desideri, emozioni, non manifestarsi in modo diretto, non avere iniziative autonome.

Possiamo definire la passione dell’accidia come una pigrizia della psiche più che una tendenza all’inattività, un rifiuto a

vedere in profondità, un rendersi sordo alle proprie voci interne, una sorta di avversione per l’indagine psicologica che

porta la persona a una grave perdita di senso di essere e di esistere con determinazione

Questa pigrizia mentale induce il Nove a non impegnarsi a fondo nelle cose, temporeggiare, distrarsi, darsi da fare in

minuzie e magari rimandare le occupazioni importanti; è flemmatico, sembra gli manchi il fuoco della passione; ha una

tolleranza e un’impassibilità che lo portano a essere riluttante al cambiamento e accettare la realtà così com’è arrivando

a una «sindrome di realismo», di altruismo e di bontà d’animo talmente eccessivi da rasentare la grettezza mentale e

l’ottusità.

Abnegazione, sopportazione, iper-adattamento lo conducono alla strategia di «fare il morto per rimanere vivo».