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LA DISLESSIA : LA DISLESSIA : QUANDO E’ COSI’ DIFFICILE IMPARARE… QUANDO E’ COSI’ DIFFICILE IMPARARE… Marcella Renis Università degli Studi di Catania Psicobiologia applicata- a.a. 2010-2011

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LA DISLESSIA :LA DISLESSIA :

QUANDO E’ COSI’ DIFFICILE IMPARARE…QUANDO E’ COSI’ DIFFICILE IMPARARE…

Marcella Renis

Università degli Studi di Catania

Psicobiologia applicata- a.a. 2010-2011

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COSA E’ L’APPRENDIMENTO SCOLASTICO ?

E’ un aspetto specifico dell’apprendimento in generale, che ha come fine l’istruzione e viene sollecitato in un momento dello sviluppo in cui…

-i processi d’immagazzinamento -i processi di recupero dell’informazione -i processi di controllo

…sono diventati maturi

Anche se è giusto che la sua stimolazione inizi molto presto...

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Vi sono due tipi d’apprendimento

L’apprendimento concettuale che dipende dalla comprensione e dal

pensare (processo cognitivo).

L’apprendimento automatico di abilità strumentali che è direttamente

proporzionale all’esercizio.

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IN CLASSE……chi non impara…

Se escludiamo: i bambini che hanno un disturbo affettivo primario Quelli che hanno un ritardo cognitivo I bambini che hanno un deficit sensoriale Quelli che vivono in uno svantaggio socio-culturale

I BAMBINI CHE RIMANGONO SONO QUELLI CHE HANNO UN DISTURBO D’APPRENDIMENTO

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DIVERSE POSSONO ESSERE LE CAUSE DEL D.A.

Deficit di elaborazione linguistica (Alunni più lenti nel comprendere le informazioni)

Deficit d’attenzione (Alunni distraibili, non si concentrano su nulla)

Deficit di coordinazione visuo-motoria (Il cervello riceve messaggi misti dagli occhi e dalla mano)

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D.A.= Disturbo d’ApprendimentoD.A. non è Distratto e Asino !!!

CONOSCERE IL PROBLEMA

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Cosa pregiudica?

E’ un Disturbo che determina difficoltà a volte molto rilevanti nell’acquisizione delle cosiddette abilità scolastiche (difficoltà negli automatismi):

– lettura– scrittura– calcolo

ovvero di quelle abilità che costituiscono il nucleo principale dell’istruzione, almeno nei primi anni di scolarizzazione

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Nello specifico…

Dislessia Evolutiva: quando un bambino, esposto a normale iter scolastico, non sviluppa o sviluppa in maniera molto incompleta o con grandi difficoltà la capacità di identificare in modo automatico la parola scritta.

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Nello specifico…

Disortografia Evolutiva: quando un bambino, dopo un congruo tempo di istruzione continua, non apprende o apprende in maniera incompleta o con grandi difficoltà la capacità di scrivere correttamente in modo automatico.

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Nello specifico…

Discalculia Evolutiva: quando un bambino, dopo un tempo elevato di istruzione continua, non raggiunge o raggiunge in maniera incompleta livelli di rapidità e di correttezza in operazioni di calcolo e di processamento numerico.

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Le disabilità d’apprendimento provocano, in bambini intellettualmente vivaci,

DEI CONTRACCOLPI PSICOLOGICI:

Perdita dell’autostimaPerdita dell’autostima

Tendenza ad assumere ruoli aggressiviTendenza ad assumere ruoli aggressivi

per compensare la difficoltàper compensare la difficoltà

RegressioneRegressione

………………………………………………

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DIVERSE POSSONO ESSERE LE CAUSE DEL D.A.

Deficit nell’espressione orale Disnomia fenomeno della parola sulla punta della lingua

Deficit di immagazzinamento e recupero dell’informazione

Deficit nella lettura, nella scrittura o nel calcolo Disturbo Specifico d’Apprendimento

DISLESSIADISLESSIA

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Cos’è la dislessia?

riduzione funzionale, conseguente a ridotta capacità di compiere un’attività nel modo considerato normale.(O.M.S.)

invisibile visibile

Disabilità :

Disabilità fisicheDislessiaDislessia

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Cos’è la Dislessia?

La Dislessia è un Disturbo Specifico d’Apprendimento

che può verificarsi in soggetti senza deficit neurologici o sensoriali e può essere esacerbato in condizioni di svantaggio culturale, e socio-ambientale.

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DEFINIZIONE “La dislessia evolutiva è una disabilità

specifica dell’apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà di effettuare una lettura accurata e/o fluente e da abilità scadenti nella scrittura e nella decodifica. Queste difficoltà tipicamente derivano da un deficit nella componente fonologica del linguaggio che è spesso inattesa in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di un’adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica della lettura che può impedire la crescita del vocabolario e delle conoscenze generali.”

Da International Dyslexia Association 2003

“La dislessia evolutiva è una disabilità specifica dell’apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà di effettuare una lettura accurata e/o fluente e da abilità scadenti nella scrittura e nella decodifica. Queste difficoltà tipicamente derivano da un deficit nella componente fonologica del linguaggio che è spesso inattesa in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di un’adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica della lettura che può impedire la crescita del vocabolario e delle conoscenze generali.”

Da International Dyslexia Association 2003

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CI SONO DIVERSI GRADI…

La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura e/o nel calcolo

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CARATTERISTICHE

I DSA presentano due caratteristiche: SPECIFICITA’: Il disturbo interessa uno

specifico dominio di abilità circoscritto lasciando intatto il funzionamento dell’intelletto;

DISCREPANZA: Vi è una corrispondenza inversamente proporzionale tra le abilità nel dominio interessato e l’intelligenza generale.

I DSA presentano due caratteristiche: SPECIFICITA’: Il disturbo interessa uno

specifico dominio di abilità circoscritto lasciando intatto il funzionamento dell’intelletto;

DISCREPANZA: Vi è una corrispondenza inversamente proporzionale tra le abilità nel dominio interessato e l’intelligenza generale.

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CARATTERISTICHE

In presenza di situazioni socio-culturali particolari, derivanti da immigrazione, adozione, ecc…, bisognerà stare particolarmente attenti e cauti nel considerare il rischio sia dei FALSI POSITIVI (soggetti ritenuti a rischio di DSA le cui difficoltà sarebbero meglio spiegabili in relazione alla loro condizione etnico-culturale di svantaggio) sia dei FALSI NEGATIVI (soggetti ai quali, in virtù della loro condizione etnico-culturale, non viene diagnosticato un DSA ma che ne possiedono le caratteristiche).

In presenza di situazioni socio-culturali particolari, derivanti da immigrazione, adozione, ecc…, bisognerà stare particolarmente attenti e cauti nel considerare il rischio sia dei FALSI POSITIVI (soggetti ritenuti a rischio di DSA le cui difficoltà sarebbero meglio spiegabili in relazione alla loro condizione etnico-culturale di svantaggio) sia dei FALSI NEGATIVI (soggetti ai quali, in virtù della loro condizione etnico-culturale, non viene diagnosticato un DSA ma che ne possiedono le caratteristiche).

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-Nemici della dislessia son l’ignoranza sul problema e quindi i pregiudizi che permangono nella mente delle persone. ma

-la mobilitazione e l’attivismo dei dislessici stessi e delle loro associazioni, italiane, europee ed internazionali, attraverso la creazione di siti, forum, blog sul problema

a migliorare la condizione del dislessico nella società

decisamente contribuiscono…

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I DSA spesso sono accompagnati da I DSA spesso sono accompagnati da manifestazioni psicologichemanifestazioni psicologiche..

..in particolare da

ANSIA DA PRESTAZIONEANSIA DA PRESTAZIONE

FOBIA SCOLASTICAFOBIA SCOLASTICA

EVITAMENTO DELL’ATTIVITA’EVITAMENTO DELL’ATTIVITA’

DISTURBI DEL COMPORTAMENTO DISTURBI DEL COMPORTAMENTO

DEPRESSIONE INFANTILE DEPRESSIONE INFANTILE

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Una scuola veramente inclusiva dovrebbe essere in grado di leggere tutti i bisogni educativi speciali (quelli con diagnosi e quelli senza diagnosi) e di individuare il fabbisogno reale di risorse aggiuntive per dare risposte necessarie e adeguate.L’ICF fornisce un modello utile a questa lettura:

– parla di salute, non di disabilità o di patologia; – la situazione di salute di una persona è

considerata come la risultante globale delle influenze reciproche di molteplici fattori;

– il termine disabilità è sostituito da attività, il termine handicap è sostituito da partecipazione.

[Ianes, 2003]

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Dal modello ICF è possibile ricavare una griglia

(scheda per la definizione del fabbisogno di

risorse per l’individualizzazione) che aiuta a

leggere le diverse situazioni di difficoltà degli

alunni. Alcune difficoltà saranno caratterizzate

da problemi biologici, fisici e di capacità; altre

da fattori contestuali, ambientali, oppure da

limitazioni nella partecipazione sociale. [ibid.]

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Le cause:Le cause:

Lo sviluppo delle conoscenze scientifiche ha permesso di stabilire che si tratta di una caratteristica costituzionalecaratteristica costituzionale, determinata determinata biologicamentebiologicamente e non dovuta a problemi psicologici o a disagio socio-culturale

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La nosografia ufficiale (ICD-10, OMS 1992, DSM IV 2000,

APA 1994) indica alcuni criteri condivisi a livello

internazionale:

Disturbo che si manifesta nella difficoltà di apprendere a

leggere e a scrivere in ASSENZA DI:• deficit intellettivi• deficit neurologici• deficit sensoriali

ed IN PRESENZA DI:• Istruzione adeguata• ambiente socioculturale favorevole.

CRITERI DIAGNOSTICI

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CRITERI DIAGNOSTICI

Significativa discrepanza tra misura del QI e prestazioni

alle prove di letto-scrittura.

Disabilità di lettura significativa: performance (in termini di

velocità e correttezza) in prove standardizzate di lettura

collocata ad almeno 2 deviazioni standard al di sotto della

media attesa per l’età.

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1) PRECOCE E TEMPESTIVA

2) FATTA BENE…

3) DA PROFESSIONISTI COMPETENTI, PRESSO LE ASL/ASP

QUANDO ???• A metà della I elementare è possibile individuare ritardi di

automatizzazione della decodifica e della transcodifica dei processi di letto-scrittura. Ciò permette di iniziare un processo “abilitativo” specifico per ridurre le difficoltà. Il trattamento logopedico dovrebbe già cominciare!!!

• Al termine della II elementare è possibile fare una diagnosi precisa di dislessia, disortografia, disgrafia

• Al termine della III elementare è possibile fare una diagnosi precisa di discalculia

LA DIAGNOSI

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EPIDEMIOLOGIA

In Italia: 3-6% della popolazione in età scolare.

L’incidenza dipende oltre che da fattori eredo-genetici,

anche dalla complessità della lingua (paesi lingua anglofona

incidenza 10%)

M>F : rapporto 4/1 (Galaburda et al. 1985)

M=F: (Shaywitz 2001)

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IPOTESI ETIOPATOGENETCHE

1) FONOLOGICA

Problemi nel rappresentare e richiamare i suoni: difficoltà

nella memoria fonologica e nel segmentare coscientemente i

suoni (deficit corteccia frontale sx).

2) MAGNOCELLULARE

Difficoltà uditiva e visiva, dove la discriminazione tra fonemi

che richiede un’analisi di frequenza molto precisa è peggiore

nei dislessici rispetto ai controlli.

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IPOTESI ETIOPATOGENETCHE

IPOTESI DEFICIT DI AUTOMATIZZAZIONE

Processi elementari (decodifica e transcodifica nella letto-

scrittura) devono poter divenire, dopo un periodo di

esposizione all’esercizio-allenamento-ripetizione, automatici.

Processo automatico: processamento dell’informazione in

modo veloce ed efficiente senza attenzione focale e con

scarso dispendio di risorse cognitive.

Tale abilità risulta essere organizzata dal cervelletto

(Nicolson e Fawcett, 1992)

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UN GENE PRODUCE UNA SUBUNITA’ PROTEICA UN GENE PRODUCE UNA SUBUNITA’ PROTEICA O UNA PROTEINAO UNA PROTEINAO PIU’ PROTEINE…O PIU’ PROTEINE…

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GENETICA

IPOTESI GENETICA

Ereditabilità: ranges compreso tra 30-70%

Varianti genetiche che influenzano la dislessia: devono

essere completamente identificate, ma studi di linkage hanno

mappato il potenziale rischio relativo ad alcuni loci di

diversi cromosomi tra i quali il 2 - 3 – 6 – 15 – 18.

Ad oggi i geni indicati come candidati per la dislessia sono:

Kiaa0319, Dcdc2 e DYXC1C1 tutti coinvolti nella migrazione neuronale durante lo sviluppo della neo-corteccia cerebrale

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A locus on 15q15-15qter influences dyslexia: further support from a transmission/disequilibrium study in an Italian-speaking population (Journal of Medical Journal of Medical Genetics,Genetics, 41: 42-46, 20042004 ).

Uno studio recente è stato effettuato dal gruppo del prof. M. Mazzone- Univ. Catania

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ISTOPATOLOGIA

1)Displasie architettoniche: eccesso di circonvoluzioni,

lamine affusolate, assente organizzazione colonnare.

2) Ectopie: zone di ectopia, gruppi di cell. che presentano

deficit di migrazione nella corteccia.

INOLTRE:• Assenza di asimmetria del lobo temporale (Steinmetz e

Galaburda, 1991).

• L’assimmetria cerebrale mostra meno fibre del corpo calloso nell’istmo. Sono più presenti connessioni intra-emisferiche, nelle simmetrie cerebrali più connessioni interemisferiche (Galaburda, 1990)

SONO STATE RISCONTRATE:SONO STATE RISCONTRATE:

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NEUROIMMAGING

1) Planum temporali simmetrici o con asimmetria invertita, dx più esteso del sx, (Hynd e coll. 1991).

2) Maggior asimmetria nei lobi parietali, lobo parietale sx, (Robichon et al. 2000).

3) Riduzione della sostanza grigia del lobo temporale (Eliez, 2000).

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NEUROIMMAGING FUNZIONALE

1) Diminuzione dell’attivazione nella regione temporale di sinistra e nel giro frontale inferiore. PET (Rumsey e coll. 1992), fRMN (Paulesu e coll. 1996; Shaywitz e coll. 1998; Temple 2000).

2) Alterazioni cerebellari, una simmetria degli emisferi cerebellari. PET (Finch 2002).

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NEUROFISIOLOGIA

1) Gli ERP (potenziali evocati cognitivi) sono un indice sensibile per analizzare il percorso temporale dei processi cognitivi e delle basi neurali sottostanti.

2) P300: deflessione positiva nella regione centroparietale dello scalpo, nei soggetti dislessici la P300 risulta aumentata in latenza e ridotta in ampiezza.

Conclusioni

Le alterazioni neurobiolgiche sono un’importante spunto per attuare

un programma riabilitativo specifico.

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EVOLUZIONE NATURALE DELLA DE

Prime fasi di acquisizione (1^ elementare)• Difficoltà e lentezza nell’acquisizione del codice alfabetico

e nell’applicazione delle “mappature” grafema-fonema.

• Controllo limitato delle operazioni di analisi e sintesi fonemica con errori che alterano in modo grossolano la struttura fonologica delle parole lette.

• Accesso lessicale limitato o assente anche quando le parole sono lette correttamente.

• Capacità di lettura, come riconoscimento, di un numero limitato di parole

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Per la scrittura• Deficit nell’identificazione dei singoli suoni che

compongono la parola (b?/d?)• Deficit nella discriminazione di suoni affini (f/v, c/g, t/d,

p/b)• Deficit nella corrispondenza tra i suoni e le lettere che li

rappresentano nella scrittura

Per la lettura• Faticoso e impreciso riconoscimento delle lettere scritte• Lentezza nella transcodifica segno-suono• Difficoltà nella sintesi fonemica

EVOLUZIONE NATURALE DELLA DE

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Fasi successive (2^- 4^ elementare)• Graduale acquisizione del codice alfabetico e delle

“mappature” grafema-fonema che non sono pienamente stabilizzate.

• Possono persistere difficoltà nel controllo delle “mappature” ortografiche più complesse.

• L’analisi e la sintesi fonemica restano operazioni laboriose e scarsamente automatizzate.

• Migliora l’accesso lessicale, anche se resta limitato alle parole più frequenti.

EVOLUZIONE NATURALE DELLA DE

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Per la lettura, si verifica una divaricazione tra le due

strategie prevalenti di lettura:• Strategia linguistica: più rapida, meno accurata

(sostituzioni di parole o di parti della parola)• Strategia fonologica: meno rapida, più accurata (errori

nelle parole che fanno eccezione).

Per la scrittura• Difficoltà nei fonemi complessi (ch, gn, gl gh, sc)• Errori nelle parole omofone non omografe (luna/l’una,

lascia/l’ascia, letto/l’etto)

EVOLUZIONE NATURALE DELLA DE

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Fase finale (5^ elementare e medie)• Padronanza quasi completa del codice alfabetico e

stabilizzazione delle”mappature” grafema-fonema.

• L’analisi, la sintesi fonemica e l’accesso lessicale cominciano ad automatizzarsi, almeno con le parole di uso più frequente.

• Limitato accesso al lessico ortografico.

• Scarsa integrazione dei processi di decodifica e comprensione: la lettura resta stentata.

EVOLUZIONE NATURALE DELLA DE

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UN MODELLO DI LETTURA

AnalisiOrtografica

PAROLA SCRITTA

LessicoOrtografico

Sistema Semantico

Lessico Fonologico

Buffer Fonemico

PAROLA SCRITTA

Trascodifica grafema-fonema

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Programma di rieducazione della dislessia attraverso un

potenziamento della via lessicale (Stella).

Il “modello ad una via” messo a punto da Stella: il “modello

del doppio accesso” non tiene più per spiegare il processo di

acquisizione della lettura.

Ogni lettore esperto dispone di un magazzino di lessico

ortografizzato che permette di leggere con accessi diretti le

parole ed in particolare le parole ad alta frequenza

(“processing in parallelo”), senza la necessità di effettuare la

conversione grafema-fonema (“processing seriale”).

UN MODELLO DI LETTURA

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LETTURA FONOLOGICA

Lapido munato bacuto miotra notole ecchiu lapiro

quodre amizio gamapi falaso tigomo nivaba

barloma

giagna dagumi buglia strova defito fromopu irrole

scorpi pilcone tifola beniro enchea vostia fucido

avelli vicepo chiore digato

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LETTURA LESSICALE

Socdno una riccrea dlel’Unvrsetiià di Carbmdgie l’oidrne dlele lertete all’iternno di una praloa non ha imprtzaona a ptato che la pimra e l’ulimta saino nllea gusita psoizoine. Anhce se le ltteere snoo msese a csao una peonrsa può leggere l’inetra fasre sneza poblremi. Ciò è dovuto al ftato che il nstoro celverlo non lgege ongi sigonla leterta ma tiene in cosinaderzione la prolaa nel suo inesime.

Icnrebidile he?

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Se prendiamo un alunno dalla mente sveglia enon gli permettiamo di imparare, lui è preso dal desiderio di dimostrare che non è l’unico a fare fatica…è subito pronto a sottolineare gli errori degli altri…a ridere…a fare il pagliaccio

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SI PUO’ FARE QUALCOSA?SI PUO’ FARE QUALCOSA?

Riabilitazione: un trattamento riabilitativo tempestivo consente di rafforzare o riattivare le funzioni deficitarie e potenziare le altre presenti. Sono possibili due tipi di intervento:

- puntare sull’automatizzazione dei processi di lettura (aumento della correttezza e rapidità nell’accesso al testo)

- aiutare il bambino ad utilizzare le strategie acquisite, ad organizzarsi meglio di fronte a testi complessi e a mettere in atto accorgimenti che lo aiutino nello studio

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UN D.A. NON COMPRESO E NON DIAGNOSTICATO…

COMPORTA SOVENTE IL CONSIGLIO, DA PARTE DELDOCENTE, DI NON PROSEGUIMENTO DEGLI STUDI…

NOI PERDIAMO INTELLIGENZE E CAPACITA’ …

AD OGGI SI OSSERVA CHE AGLI STUDI SUPERIORIPERVENGONO GIOVANI PER LE CUI FAMIGLIE

UN DIPLOMA O UNA LAUREA SONO, PER MOTIVI DIVERSI,

OBIETTIVI IMPRESCINDIBILI!

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NON E’ NECESSARIANON E’ NECESSARIAL’INSEGNANTE DI SOSTEGNO!!!L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO!!!

SERVE PIUTTOSTOSERVE PIUTTOSTOUN BUON LAVORO UN BUON LAVORO

EFFETTUATO DALLA DOCENTE CURRICULAREEFFETTUATO DALLA DOCENTE CURRICULARECHE DEVE SAPER INTEGRARE IL DISLESSICOCHE DEVE SAPER INTEGRARE IL DISLESSICO

E VALORIZZARLOE VALORIZZARLO COME RISORSA PER LA CLASSECOME RISORSA PER LA CLASSE

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LA DIDATTICA DELLA SPECIALE NORMALITA’LA DIDATTICA DELLA SPECIALE NORMALITA’ED I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI…ED I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI…

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COSA PUO’ FARE L’INSEGNANTE

“L’insegnante con il suo metodo non può causare la dislessia ma può aggravarne gli effetti.”

Giacomo Stella

Questi sotto elencati sono consigli di buona pratica ricordando che molto spesso ciò che utilizziamo per il bambino con DSA si rivela molto utile per tutti i suoi compagni.

“L’insegnante con il suo metodo non può causare la dislessia ma può aggravarne gli effetti.”

Giacomo Stella

Questi sotto elencati sono consigli di buona pratica ricordando che molto spesso ciò che utilizziamo per il bambino con DSA si rivela molto utile per tutti i suoi compagni.

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CI SONO SOSPETTI DI DISLESSIA …Cosa fare

- PARLARE CON I GENITORI - PARLARE CON IL DIRIGENTE SCOLASTICO- RIVOLGERSI ATTTRAVERSO LA FAMIGLIA

AGLI SPECIALISTI per:– UNA DIAGNOSI- UNA EVENTUALE TERAPIA LOGOPEDICA- UNA TERAPIA DI SOSTEGNO PSICOLOGICO

(utile per i ragazzini più grandi)

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INDICATORI PER GLI INSEGNANTI

Elementi da osservare nella Scuola dell’Infanzia: Disturbo del linguaggio; Inadeguatezza nei giochi metafonologici; Difficoltà a memorizzare filastrocche; Difficoltà nella manualità fine; Goffagine nel vestirsi, allacciarsi le scarpe, ecc..; Inadeguato riconoscimento destra / sinistra

Elementi da osservare nella Scuola dell’Infanzia: Disturbo del linguaggio; Inadeguatezza nei giochi metafonologici; Difficoltà a memorizzare filastrocche; Difficoltà nella manualità fine; Goffagine nel vestirsi, allacciarsi le scarpe, ecc..; Inadeguato riconoscimento destra / sinistra

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INDICATORI PER GLI INSEGNANTI

Elementi da osservare nella Scuola Primaria: Difficoltà a memorizzare sequenze ( mesi, giorni, ordine

alfabetico,…); Difficoltà a copiare dalla lavagna; Utilizzo difficoltoso dello spazio-pagina; Lentezza nell’acquisizione del codice alfabetico e della

corrispondenza grafema/fonema; Scrittura speculare di grafemi e numeri; Errori fonologici nella fase alfabetica della scrittura

(inversioni, sostituzioni, omissioni, intrusioni); Difficoltà con i digrammi e trigrammi; Scarsa competenza metafonologica ; Difficoltà grafo-motorie;

Elementi da osservare nella Scuola Primaria: Difficoltà a memorizzare sequenze ( mesi, giorni, ordine

alfabetico,…); Difficoltà a copiare dalla lavagna; Utilizzo difficoltoso dello spazio-pagina; Lentezza nell’acquisizione del codice alfabetico e della

corrispondenza grafema/fonema; Scrittura speculare di grafemi e numeri; Errori fonologici nella fase alfabetica della scrittura

(inversioni, sostituzioni, omissioni, intrusioni); Difficoltà con i digrammi e trigrammi; Scarsa competenza metafonologica ; Difficoltà grafo-motorie;

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INDICATORI PER GLI INSEGNANTI

Lettura lenta con errori (salti di riga, ripetizione di riga, confusione tra grafemi p/b/d; a/e/o; u/n; m/n);

Difficoltà di calcolo a mente entro il 10; Lentezza ed errori nella enumerazione all’indietro da 20 a 0; Difficoltà nella lettura e scrittura dei numeri ad una cifra; Difficoltà a memorizzare le procedure delle operazioni

aritmetiche; Difficoltà di attenzione; Racconta i fatti quotidiani con occhi particolari e in tempi lunghi

perdendo spesso l’uso di termini anche di uso quotidiano (disnomia);

Difficoltà nella lettura dell’orologio;

Lettura lenta con errori (salti di riga, ripetizione di riga, confusione tra grafemi p/b/d; a/e/o; u/n; m/n);

Difficoltà di calcolo a mente entro il 10; Lentezza ed errori nella enumerazione all’indietro da 20 a 0; Difficoltà nella lettura e scrittura dei numeri ad una cifra; Difficoltà a memorizzare le procedure delle operazioni

aritmetiche; Difficoltà di attenzione; Racconta i fatti quotidiani con occhi particolari e in tempi lunghi

perdendo spesso l’uso di termini anche di uso quotidiano (disnomia);

Difficoltà nella lettura dell’orologio;

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INDICATORI PER GLI INSEGNANTI

Difficoltà nel ricordare le date importanti o il proprio numero di telefono;

Difficoltà nel pianificare ed organizzare le proprie attività; Difficoltà nella gestione del tempo; Ha poca autostima e sicurezza di sé.

Difficoltà nel ricordare le date importanti o il proprio numero di telefono;

Difficoltà nel pianificare ed organizzare le proprie attività; Difficoltà nella gestione del tempo; Ha poca autostima e sicurezza di sé.

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Il corretto atteggiamento con la famiglia e con gli specialisti è di…

- FIDUCIA RECIPROCA- COMUNICAZIONE E

CONDIVISIONE- AZIONI COORDINATE:

incontrarsi spiegarsi raccontarsi verificare

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IMPORTANTE in classe è porre attenzione:

A OGNI SINGOLO ALUNNO accoglienza

ALL’ATTEGGIAMENTO:non giudicante

ALLA DIDATTICA: competente ALL’ORGANIZZAZIONE DELLA

CLASSE: creare relazioni

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Se infatti è vero che i DSA hanno una base biologica che rende difficile l’effettuazione automatica di alcune operazioni..

L’insegnante deve ricordare che questo L’insegnante deve ricordare che questo substrato biologico non è di per sé substrato biologico non è di per sé modificabile.modificabile.

Ciò che può essere modificato, Ciò che può essere modificato, attraverso un lungo esercizio, è l’errore attraverso un lungo esercizio, è l’errore funzionale che tale struttura provoca.funzionale che tale struttura provoca.

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Quale strategia suggerire all’alunno dislessico ?

Page 73: 7 dislessia

Metodo dell’Auto-osservazioneAuto-monitoraggioMetodo dell’Auto-osservazioneAuto-monitoraggio

IL BAMBINO IMPARA AD OSSERVARE E A VALUTARE IL PROPRIO COMPORTAMENTO

IMPARA A DARSI LE ISTRUZIONI VERBALI NECESSARIE ALL’ESECUZIONE DI UN COMPITO

QUESTI METODI AVVICINANO L’ALUNNO ALL’AUTONOMIA

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TENERE CONTO DELLE DIVERSE POTENZIALITA’ DI OGNI

ALUNNO

• Valorizzare ogni sforzo

• accettare i piccoli progressi

• rinforzare e incoraggiare

E’ importante l’aspetto psicologico e mettersi nei panni degli alunni

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OGNI GIORNO…

adeguare la didattica agli alunni con disturbi di apprendimento averli in mente quando si scrive alla lavagna, quando si detta, quando si danno i compiti...

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GIUSTIZIA

Non significa dare a tutti le stesse cose, ma dare a

ciascuno ciò che a ciascuno è necessario.

Per essere giusti bisogna trattare gli alunni in

difficoltà diversamente.

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UTILIZZARE LE RISORSE

DEI COMPAGNI DI CLASSE

• spiegare presto la dislessia in classe

• Sfruttare l’insegnamento cooperativo : utilizzare le strategie per la formazione e la conduzione dei gruppi

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SCUOLA PRIMARIA:

IN CLASSE PRIMA• Individuare gli alunni che fanno

fatica nell’apprendimento e si trovano in difficoltà

• Ripetere le prove di scrittura ogni settimana

• Ripetere le prove di riconoscimento/lettura delle singole lettere/sillabe/parole

• Proporre lavori per tutta la classe, e/o per un piccolo gruppo e/o individualmente

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SCUOLA PRIMARIA:

IN CLASSE PRIMA COSA FARE

PER TUTTI

STAMPATO MAIUSCOLO

SCRITTURA SPONTANEA

LETTURA PER ANTICIPAZIONE

- PROPOSTE DI LAVORO FONOLOGICO

- LETTURA SILENZIOSA GIORNALIERA

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NELLE CLASSI SUCCESSIVE COSA FARE PER L’ALUNNO DISLESSICO

Uso di strategie compensative e dispensative insieme a:

. UN LINGUAGGIO SEMPLICE E CHIARO

. CONCETTI SPIEGATI

. CONTENUTI SELEZIONATI :

lavorare per ridurre i testi far lavorare a piccoli gruppi

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INOLTRE COSA FARE

Lavoro mirato alle difficoltà Studio in classe da soli/insieme Interrogazioni programmate Verifiche( brevi/chiare/su 1

argomento) Molto lavoro pratico ed esercizi

insieme Materiale audiovisivo, cd, computer,

registratore

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NELLA PROPRIA CLASSE

L’insegnante impara a :

- CONDURRE IL LAVORO FONOLOGICO

-RICONOSCERE LE TIPOLOGIE DEGLI ERRORI

-FARE UN BILANCIO ORTOGRAFICO

-FARE UN BILANCIO DELLA LETTURA:

velocità

correttezza

comprensione

-FARE UN BILANCIO DELLA PARTE ESECUTIVA DELLA MATEMATICA

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IN CLASSE CI SONO PIU’ DOCENTI:

IMPORTANTE

L’ACCORDO TRA DOCENTI

confrontarsi e concordare:

. LINGUAGGIO SEMPLICE E CHIARO

. CONCETTI SPIEGATI E NON DATI PER SCONTATO

Selezione dei contenuti• lavorare per ridurre i testi

• far lavorare a piccoli gruppi e individualmente

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LAVORARE SUL METODO DI STUDIO

sottolineatura fare degli schemi fare degli appunti esposizione

LAVORARE SULLA ELABORAZIONE DI UN TESTO

pianificazione attraverso dei punti

stesura

revisione

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La risposta al Disturbo d’Apprendimento non è la

MOTIVAZIONE

LA MOTIVAZIONEPuò farci fare al meglio delle

nostre possibilità quello che già sappiamo fare

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STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE DISPENSATIVE

Nei confronti degli alunni con Disturbi Specifici dell’Apprendimento (segnalati dagli specialisti)

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STRUMENTI COMPENSATIVI E DISPENSATIVI

Proprio per tutte le difficoltà che deve vivere un dislessico nelle varie attività scolastiche esistono degli strumenti COMPENSATIVI che lo possono rendere autonomo. Questo è un obiettivo importante perché se riesce “a far da solo” si sentirà come gli altri aumentando la sua autostima e migliorando così le prestazioni.

Proprio per tutte le difficoltà che deve vivere un dislessico nelle varie attività scolastiche esistono degli strumenti COMPENSATIVI che lo possono rendere autonomo. Questo è un obiettivo importante perché se riesce “a far da solo” si sentirà come gli altri aumentando la sua autostima e migliorando così le prestazioni.

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STRUMENTI COMPENSATIVI

Computer: + controllo sintattico + controllo ortografico + sintesi vocale tabella dei mesi, tabella dell’alfabeto e dei vari caratteri tabella delle misure, tabella delle formule geometriche tavola pitagorica calcolatrice audio registratore o lettore MP3 (con cuffia) vocabolario multimediale

Computer: + controllo sintattico + controllo ortografico + sintesi vocale tabella dei mesi, tabella dell’alfabeto e dei vari caratteri tabella delle misure, tabella delle formule geometriche tavola pitagorica calcolatrice audio registratore o lettore MP3 (con cuffia) vocabolario multimediale

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STRUMENTI COMPENSATIVI

enciclopedia informatica multimediale su CD ROM

Libro parlato (centri) Audiolibro testi scolastici con allegati CD ROM testi in formato PDF – Biblioteca Digitale A.I.D. scanner - OCR internet

enciclopedia informatica multimediale su CD ROM

Libro parlato (centri) Audiolibro testi scolastici con allegati CD ROM testi in formato PDF – Biblioteca Digitale A.I.D. scanner - OCR internet

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STRUMENTI DISPENSATIVI

Parallelamente, in maniera commisurata alle necessità individuali e all’entità del disturbo di apprendimento, si dovrà garantire la dispensa da alcune attività:

Lettura a voce alta; scrittura veloce sotto dettatura; ricopiare dalla lavagna; uso del vocabolario; uso mnemonico delle tabelline;

Parallelamente, in maniera commisurata alle necessità individuali e all’entità del disturbo di apprendimento, si dovrà garantire la dispensa da alcune attività:

Lettura a voce alta; scrittura veloce sotto dettatura; ricopiare dalla lavagna; uso del vocabolario; uso mnemonico delle tabelline;

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STRUMENTI DISPENSATIVI

dispensa, ove necessario, dallo studio delle lingue straniere in forma scritta;

programmazione di tempi più lunghi per prove scritte ;

riduzione del carico di lavoro; interrogazioni programmate; valutazione delle prove scritte ed orali che

tengano conto del contenuto e non della forma.

dispensa, ove necessario, dallo studio delle lingue straniere in forma scritta;

programmazione di tempi più lunghi per prove scritte ;

riduzione del carico di lavoro; interrogazioni programmate; valutazione delle prove scritte ed orali che

tengano conto del contenuto e non della forma.

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PEP (Percorso Educativo Personalizzato)

Per non lasciare nulla al caso e perché la nostra didattica diventi efficace, sarebbe auspicabile preparare il PEP con la collaborazione del team docente.

Deve essere un documento unico per tutte le discipline e deve contenere:

Un carattere flessibile; Un linguaggio semplice; Un collegamento con la normativa.

Per non lasciare nulla al caso e perché la nostra didattica diventi efficace, sarebbe auspicabile preparare il PEP con la collaborazione del team docente.

Deve essere un documento unico per tutte le discipline e deve contenere:

Un carattere flessibile; Un linguaggio semplice; Un collegamento con la normativa.

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PEP (Percorso Educativo Personalizzato)

Le strategie metodologiche terranno conto: Tempi di elaborazione; Tempi di produzione; Quantità dei compiti; Comprensione delle consegne; Uso e scelta dei mediatori didattici che facilitano

l’apprendimento (immagini, schemi, mappe).

Le strategie metodologiche terranno conto: Tempi di elaborazione; Tempi di produzione; Quantità dei compiti; Comprensione delle consegne; Uso e scelta dei mediatori didattici che facilitano

l’apprendimento (immagini, schemi, mappe).

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PEP (Percorso Educativo Personalizzato)

Il documento conterrà: Strumenti compensativi; Misure dispensative; Modalità di verifica; Criteri di valutazione; Accordi con la famiglia; Firme di sottoscrizione:

- Team di classe; - Dirigente; - Referente dislessia (non obbligatorio); - Genitori (meglio anche se non obb.); - studente (in base all’età); Tecnico (non obb.)

Il documento conterrà: Strumenti compensativi; Misure dispensative; Modalità di verifica; Criteri di valutazione; Accordi con la famiglia; Firme di sottoscrizione:

- Team di classe; - Dirigente; - Referente dislessia (non obbligatorio); - Genitori (meglio anche se non obb.); - studente (in base all’età); Tecnico (non obb.)

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Infine la VALUTAZIONEVALUTAZIONE

TENGA CONTO :

•DEI PUNTI DI FORZA E DELLE DIFFICOLTA’ DI OGNI SINGOLO ALUNNO

•DEI PUNTI DI PARTENZA

•E SIA EDUCATIVA E DINAMICA

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Strutturare il compitoStrutturare il compitodi apprendimentodi apprendimento

Organizzazionedel gruppo classe

Ambiente per l’apprendimentoAmbiente per l’apprendimento

Scelta dei saperi

Creare e gestireCreare e gestire un clima relazionaleun clima relazionale

Interazione tra compagni

Modalità di coinvolgimentoLa comunicazione

da parte dell’insegnate

Attenzione ai processi cognitivi e metacognitivi

Riflessioni degli allievi sul loro apprendimento

Individuazione di criteri di

verifica e valutazione

Progettare il contestoProgettare il contesto di apprendimentodi apprendimento

Scelta dei mediatori didattici

Individuazione diStrategie facilitanti Scelta di

strumenti e loro uso

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Normativa di riferimento

DPR 275/99 Legge 53/03 Nota MIUR 4099/A4 del 5.10.04 Nota MIUR 26/A4 del 5.01.05 Nota MIUR 1787 del 1.03.05 Nota MIUR 4798 del 27.07.05 OM n° 22 del 20.02 2006

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DISTURBI D’APPRENDIMENTODISTURBI D’APPRENDIMENTO

La vera sfida è educare chi La vera sfida è educare chi non lo hanon lo ha