7-Azzorre Canarie Salvador de Bahia

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Home Chi siamo Manfred "Maus": La barca I miei Viaggi 2010 2010] Oltre 100.000 miglia con Maus 2010] Cape Town - Salvador de Bahia 2009 2009] Manfred sulla JOSHUA, la barca di Moitessier 2009] Salvador de B.- Cape Town 2009] Cape Town - Salvador de Bahia 2008] Salvador de Bahia - Cape Town 2007 2007] Azzorre Canarie Salvador de Bahia 2007] Gaudeloupe - Horta 2006 2006] Salvador de B.- Guadeloupe 2006] PORT STANLEY - SOUTH GEORGIA - SALVADOR De.B. 2006] Salvador de B. - FALKLAND 2003] Un rientro con ostracoli La Cambusa Riflessioni ed alimentazione sana Foto di cucina e provviste Media Articoli su riviste SoloVela Articoli Vari Fotogallery Videogallery I miei Libri Blog Manfred Marktel Azzorre Canarie Salvador de Bahia Ciao Carlo So bene che divento ripetitivo, parlo sempre di mare, di traversate, di tempo e di poco altro, ma so anche che trovo qualche vittima che ha voglia di leggere quello che scrivo. Sono discorsi dei quali ho già parlato, però è la vita che ho scelto di fare, e che mi rende felice. L'alternativa sarebbe un’esistenza cittadina in mezzo alle case, macchine, smog e confusione. Meglio così, libertà a 360°. Le mie ultime notizie le hai avute dalle Azzorre dove mi ero fermato per pochi giorni. Dovevo sistemare il Windex, qualche riparazione e altri piccoli lavori, che non potevo rimandare fino alle Canarie. Ho fatto la spesa, soprattutto verdura, frutta e formaggi che sull’arcipelago sono particolarmente buoni. Tutto ciò, mentre pensavo alle prossime traversate, non erano più verso nord, verso le bufere del Nord Atlantico. A partire da Horta, la prua del Maus era di nuova diretta verso sud, verso Mari meno tempestosi, verso zone dove anche la bolina sarebbe stato meno impegnativa. Ma vediamo step by step. Horta 13 aprile (venerdì) Non sono superstizioso, non più di tanto, e lascio Horta alle spalle, cioè a poppa. Poco vento, ma molto mare che annuncia l'arrivo di una perturbazione che mi raggiungerà poche ore dopo la partenza. E, infatti, già durante la notte ho dovuto togliere la randa e con pochi metri quadri nello Yankee, viaggiavo tranquillo. Di notte, mentre sistemavo le scotte e cime, mi era entrato un'onda da poppa bagnandomi completamente. Ero fradicio. Una bella pasta, burro e salvia, naturalmente alle 6 del mattino, ha salvato la situazione e non ha fatto collassare il morale. 15 aprile Ho passato un’altra brutta notte con mare incrociato e poco vento, fatica tanta e il riposo che lascia a desiderare 17 aprile 34° 21 primi nord, 23° 57 ovest Tutto si è calmato e proseguo bene a vela in direzione Canarie. Sento alla radio che ha Horta si anima il porto, arrivano i primi italiani che d'inverno lavorano con le proprie barche nei Caraibi, e d'estate in Mediterraneo. Sono barche da 17 a 24 m e impiegano da 12 a 20 giorni per la traversata. Certo loro non fanno economia di carburante e quando entrano in porto i serbatoi delle loro barche sono sempre agli sgoccioli. Ho detto che loro lavorano con le barche, e chi lavora ha degli impegni e le date devono essere rispettate 20 aprile 31° 31 primi nord, 19° 13 ovest I vecchi parlavano, Ottone lo ha descritto, e io l'ho preso ” l'aliseo portoghese”, che mi spinge velocemente verso sud est. Madeira e a 80 miglia sulla sinistra, oltre a Madeira devo passare dalle isole Selvagen, ho poco lavoro, regolo le vele dormo e mangio. In queste condizioni il timone a vento lavora al suo meglio perché la barca è equilibrata. Il guastafeste, è certo che non può mancare, è il braccio, quale, per dire la verità, sono tutti due che m'impediscono certi movimenti. 22 aprile 28° 35 nord, 15° 41 ovest Già alle quattro vedo Tenerife sulla dritta, si trova a circa 20 miglia, vedo chiaramente le luci di un insediamento situato a nord est dell'isola sulla Punta Anaga. Poco dopo scorgo anche le luci di Gran Canaria, Il viaggio sta per terminare e alle 14.00 sono ormeggiato sul pontile della Texaco, vorrei riempire il serbatoio del carburante. L’ho fatto a febbraio a San Martin, ma adesso che sono qui e ho percorso in tutto 4100 miglia, mi mancano quasi 120 litri! Dalle Azzorre a Las Palmas ho percorso 1000 miglia in nove giorni. Las Palmas Il marina è enorme, e tutto è lontano. Bisogna camminare molto. In mare si resta nel centro dell'universo, ma a terra la situazione cambia radicalmente. Tutte le persone hanno i propri problemi, le priorità ed esigenze sono diverse. Chi arriva si deve adeguare, deve attendere senza disperare, l’uomo in viaggio diventa un numero qualsiasi che non può pretendere o aspettare certi favoritismi.. La zattera, la randa, il motorino d'avviamento e il motore dell'autopilota sono da revisionare. Riesco a completare i lavori in poco più di una settimana. Soprattutto il motore dell'autopilota era in uno stato disastroso. La sede dei carboncini è completamente rovinata, un difetto di produzione. Guardando il motorino e come se il materiale avesse continuato a catalizzare rendendo tutto poroso con la tendenza allo sbriciolamento. L'ho dovuto cambiare per non restare in panne. È pur vero che il motorino ha lavorato tanto, ma era un difetto insolito e soprattutto non da addebitare al numero delle ore fatte. La cinghia di trasmissione e gli stessi carboncini erano perfetti. Anche qui e Las Palmas, come in tutti gli altri porti del mondo, s'incontrano sempre degli amici. Qui ho conosciuto una coppia di romani, che romani non sono. Roberto e Lidia su uno splendido Garcia 48, lavorano ancora a Roma, ma nel loro tempo libero navigano Azzorre Canarie Salvador de Bahia http://www.manfredmarktel.it/azzorre.html 1 of 4 9/25/14 3:19 PM

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Racconti di Manfred Marktel, il grande marinaio recentemente scomparso, dal suo sito ...

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Azzorre Canarie Salvador de BahiaCiao Carlo So bene che divento ripetitivo, parlo sempre di mare, di traversate, di tempo e di poco altro, ma so anche che trovo qualche vittima che havoglia di leggere quello che scrivo. Sono discorsi dei quali ho già parlato, però è la vita che ho scelto di fare, e che mi rende felice. L'alternativasarebbe un’esistenza cittadina in mezzo alle case, macchine, smog e confusione. Meglio così, libertà a 360°. Le mie ultime notizie le hai avute dalleAzzorre dove mi ero fermato per pochi giorni. Dovevo sistemare il Windex, qualche riparazione e altri piccoli lavori, che non potevo rimandare finoalle Canarie. Ho fatto la spesa, soprattutto verdura, frutta e formaggi che sull’arcipelago sono particolarmente buoni. Tutto ciò, mentre pensavo alleprossime traversate, non erano più verso nord, verso le bufere del Nord Atlantico. A partire da Horta, la prua del Maus era di nuova diretta verso sud,verso Mari meno tempestosi, verso zone dove anche la bolina sarebbe stato meno impegnativa. Ma vediamo step by step. Horta 13 aprile (venerdì)Non sono superstizioso, non più di tanto, e lascio Horta alle spalle, cioè a poppa. Poco vento, ma molto mare che annuncia l'arrivo di unaperturbazione che mi raggiungerà poche ore dopo la partenza. E, infatti, già durante la notte ho dovuto togliere la randa e con pochi metri quadri nelloYankee, viaggiavo tranquillo. Di notte, mentre sistemavo le scotte e cime, mi era entrato un'onda da poppa bagnandomi completamente. Ero fradicio.Una bella pasta, burro e salvia, naturalmente alle 6 del mattino, ha salvato la situazione e non ha fatto collassare il morale. 15 aprile Ho passatoun’altra brutta notte con mare incrociato e poco vento, fatica tanta e il riposo che lascia a desiderare 17 aprile 34° 21 primi nord, 23° 57 ovest Tutto siè calmato e proseguo bene a vela in direzione Canarie. Sento alla radio che ha Horta si anima il porto, arrivano i primi italiani che d'inverno lavoranocon le proprie barche nei Caraibi, e d'estate in Mediterraneo. Sono barche da 17 a 24 m e impiegano da 12 a 20 giorni per la traversata. Certo loronon fanno economia di carburante e quando entrano in porto i serbatoi delle loro barche sono sempre agli sgoccioli. Ho detto che loro lavorano con lebarche, e chi lavora ha degli impegni e le date devono essere rispettate 20 aprile 31° 31 primi nord, 19° 13 ovest I vecchi parlavano, Ottone lo hadescritto, e io l'ho preso ” l'aliseo portoghese”, che mi spinge velocemente verso sud est. Madeira e a 80 miglia sulla sinistra, oltre a Madeira devopassare dalle isole Selvagen, ho poco lavoro, regolo le vele dormo e mangio. In queste condizioni il timone a vento lavora al suo meglio perché labarca è equilibrata. Il guastafeste, è certo che non può mancare, è il braccio, quale, per dire la verità, sono tutti due che m'impediscono certimovimenti. 22 aprile 28° 35 nord, 15° 41 ovest Già alle quattro vedo Tenerife sulla dritta, si trova a circa 20 miglia, vedo chiaramente le luci di uninsediamento situato a nord est dell'isola sulla Punta Anaga. Poco dopo scorgo anche le luci di Gran Canaria, Il viaggio sta per terminare e alle 14.00sono ormeggiato sul pontile della Texaco, vorrei riempire il serbatoio del carburante. L’ho fatto a febbraio a San Martin, ma adesso che sono qui e hopercorso in tutto 4100 miglia, mi mancano quasi 120 litri! Dalle Azzorre a Las Palmas ho percorso 1000 miglia in nove giorni. Las Palmas Il marinaè enorme, e tutto è lontano. Bisogna camminare molto. In mare si resta nel centro dell'universo, ma a terra la situazione cambia radicalmente. Tutte lepersone hanno i propri problemi, le priorità ed esigenze sono diverse. Chi arriva si deve adeguare, deve attendere senza disperare, l’uomo in viaggiodiventa un numero qualsiasi che non può pretendere o aspettare certi favoritismi.. La zattera, la randa, il motorino d'avviamento e il motoredell'autopilota sono da revisionare. Riesco a completare i lavori in poco più di una settimana. Soprattutto il motore dell'autopilota era in uno statodisastroso. La sede dei carboncini è completamente rovinata, un difetto di produzione. Guardando il motorino e come se il materiale avessecontinuato a catalizzare rendendo tutto poroso con la tendenza allo sbriciolamento. L'ho dovuto cambiare per non restare in panne. È pur vero che ilmotorino ha lavorato tanto, ma era un difetto insolito e soprattutto non da addebitare al numero delle ore fatte. La cinghia di trasmissione e gli stessicarboncini erano perfetti. Anche qui e Las Palmas, come in tutti gli altri porti del mondo, s'incontrano sempre degli amici. Qui ho conosciuto unacoppia di romani, che romani non sono. Roberto e Lidia su uno splendido Garcia 48, lavorano ancora a Roma, ma nel loro tempo libero navigano

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verso…? Adesso sono arrivati a Las Palmas, fra qualche mese andranno in Senegal, Caraibi e poi… sono entusiasti del viaggiare e vivere in barca,passiamo qualche bella serata insieme Incontro anche ragazzi che hanno costituito un gruppo di volontariato per aiutare i poveri del mondo: ”loscorreos de la Mar” www.correosdelamar.org , oppure: [email protected] mi chiedono e accetto volentieri di portare diversi pacchi e valigie aCapo Verde. Per me è una gioia poter aiutare quei ragazzi in fase d’espansione delle loro attività. Avevo già intenzione di fermarmi a San Nicolao,dove si trovavano i miei amici padri francescani di Mondovi. Qualcuno di loro vive a Capo Verde da 50 anni. Sono arrivati quando le isole erano unacolonia portoghese. Negli anni ci sono stati degli sconvolgimenti politici, ma loro sono rimasti. Il governo era diventato marxista, poi maoista, sonodiventati filo cubani e adesso la Repubblica si è aperta al turismo e capitalismo. I padri hanno visto tutto, non si sono mai impressionarti e hannoportato avanti il loro lavoro quotidiano che consente di catechizzare e alfabetizzare la popolazione, danno una mano a chiunque senza distinzione.Naturalmente hanno bisogno d’aiuto e chi ha voglia può scrivere per saperne di più direttamente a Padre Pietro: [email protected] Las Palmas ,1 maggio, parto da Las Palmas con vento teso, molto teso tra le isole. Molto lavoro con mare incrociato durante la prima notte, ho dovuto strambarecinque o sei volte finché al mattino successivo non si è stabilizzato l'aliseo di nord est. Mi ricordo bene, anche in passato ho sempre avuto deiproblemi intorno alle isole Canarie. Le isole fanno rinforzare, deviare e anche calmare i venti. È necessario spostarsi di almeno 50 miglia perritrovare i flussi d'aria con una certa regolarità. Passo di nuovo giorni tranquilli, da 15 a 20 kt da nord est, vela di prua tangonato e randa con unarobusta ritenuta per non farla sbattere troppo contro il sartiame. 4 maggio, 24° 31 nord, 18° 34 ovest la superficie degli oceani è enorme, le rottecommerciali sono ben definite e in questo momento non riesco a credere ai miei occhi. Prima lo vedevo solo sul radar, e pensavo ad un falso eco. Poiad occhi nudi, un due alberi che arriva dalla direzione opposta a motore, picchiando forte contro un'onda di circa 3 m. La “Patagonia Ice Lady”, cheavevo già incontrato alla radio. Non potevo immaginarmi che si trattasse di un motorsailer di 43 metri e 1800 cavalli installati. Chiamo con il VHF,mi passano a meno di 100 m. rispondono, è Marcello, argentino, che in questo momento è alla timoneria. Anni fa lavorava per un'industriaaeronautica italiana. Mi racconta che normalmente viaggiano in Antartide dove fanno ricerca sui cambiamenti climatici. In questo momento vanno aTenerife, Valencia e in Italia per far conoscere il loro progetto. Penso che sarebbe bello poter ospitarli qualche giorno nel porto di Savona, come lapensi a proposito? 8 maggio, 17° 27 nord, 23° 45 ovest ritengo che la navigazione dalle Canarie verso capo verde e una delle più belle che possaesistere. L'aliseo rimane sempre costante, non cambia direzione, e regolato le vele, si prosegue giorno e notte con medie più che sufficienti. Standosoli in barca, si possono raggiungere da 100 a 140 miglia, sarebbe possibile fare di più, rischiando però di strambare ogni tanto, involontariamente acausa di un'onda più alta delle solite. Così, all’ottavo giorno di navigazione tranquilla, sono approdato alle 21.00, con un buio pesto, nella rada diTarafal sull'isola di San Nicolao. Ho percorso 903 miglia in sette giorni e 8 h. San Nicolao, 9 maggio 12.00 poche ore di sosta, giusto per scaricare ipacchi, prendere un caffè con padre Pietro e di nuovo in navigazione verso sud. L'intenzione era di passare tra le isole di Fogo e Brava, un canalelargo circa otto miglia che io chiamo: “ la porta verso l'ignoto” mi spiego meglio, so bene che oltre le isole non cadrò dal piatto, lo sappiamo tutti, dasecoli. Però in passato ho già navigato diverse volte verso sud, e mai avevo trovato il tempo che pensavo. Così anche questa volta e nonostante tuttele previsioni del caso. Se prima di arrivare a Fogo viaggiavo con tre mani e poco Yankee, nel canale erano bastati da sette a 8 m² dello Yankee, e a 10miglia dalle isole mi trovavo in calma piatta. All'altezza di Fogo non cambia solo il vento, ma con il vento da nord-est arriva normalmente anche lasabbia. Sai quando ogni tanto, dopo esserci stato il libeccio, si trova una leggera pattina di rosso sulle barche, qui il fenomeno e alla potenza. Non tiposso dire se alla seconda, terza o quarta. Il fatto è, che la barca si è trasformata. La tuga è diventata rossa, negli angoli ci sono millimetri di sabbia, lescotte e drizze sono diventate di due colori, l'albero e tutto quello esposto sopra vento sembra arrugginito. Il pannello solare che è particolarmentesensibile allo sporco, ha smesso di produrre. Un disastro totale che si risolverà, forse, con gli scrosci d'acqua dolce che mi attendo nella zonadell'equatore. In caso contrario mi porterò tutta la sabbia, anche quella che ho in mezzo ai denti, fino a Salvador. L’erosione è enorme, e tutte le volteche passo mi chiedo: ma quante centinaia o migliaia di tonnellate di sabbia partono quotidianamente da ogni isola, ma quanto tempo ci vorrà per farsparire tutto l'arcipelago. 11 maggio, 14° 02 nord, 24° 37 ovest nessun evento particolare, nessun record di percorrenza, comunque è una data daricordarsi. Sono esattamente due mesi da quando sono partito dalla Guadalupe e ho navigato per quasi 5000 miglia. Ho attraversato il nord Atlanticoa cavallo dell'inverno e della primavera, faceva molto freddo e il mare non era sempre piacevole. Adesso il caldo prevale sul freddo, e purtroppo lecalme prevalgono sui venti tesi. Mi devo adeguare al tempo, e per essere sincero, sono anche stanco. 12 maggio, 12° 36 nord, 24° 35 ovest lasituazione non è cambiata di molto, l'aliseo una settimana fa ancora robusto si è addormentato. La zona intertropicale normalmente tra 4 è 8° nord si èritirato fino all'equatore, e io combatto con venti assai deboli che mi hanno costretto di issare lo spi. Tanto lavoro per guadagnare un nodo.Normalmente sono sempre restio, ho poca voglia di trafficare a prua, ma non potevo fare a meno. Devo pure superare le quasi 800 miglia che miseparano dall’aliseo da sud-est. Non so se anche a te capita, a me, quando sono in mezzo ad una burrasca e faccio cinque o 6 kt, ho l'impressione divolare. Quando invece scivolo senza alcun movimento su una superficie che assomiglia ad una pozzanghera d'olio e con una velocità di quattro nodi,mi sembra d’essere fermo. Ogni 5 min osservo il GPS per controllare se effettivamente mi muovo, oppure... In quelle condizioni e nonostante lemiglia fatte mi meraviglio, quasi non ci credo di essere in viaggio. Ieri pomeriggio ero sdraiato in cuccetta, la barca si trascinava lentamente versosud. Lo sai bene che in mare aumenta la sensibilità ai movimenti e rumori. Istintivamente sentivo, ma non mi spiegavo, ho dovuto alzarmi per vedere.La sorpresa era grande. Sono ormai abituato a vedere delfini in gran numero, ma ieri era diverso. Un gruppo di, credo che si chiamano: Granpus,fanno parte della famiglia dei delfini, ma sono molto più grandi, nuotava intorno al Maus. I libri parlano che possono raggiungere la considerevolelunghezza da 2,5 a 3,5 metri. Quelli che avevo intorno alla barca, avevano la dimensione, almeno mi sembrava, ben maggiore. La loro lunghezzasuperava la metà della lunghezza del Maus. Le ho potuto osservare e fotografare, si strisciavano sulla fiancata, sull'opera viva. Poi uno eraparticolarmente interessato, stava sempre sotto la pala del timone a vento con la pancia verso l'alto. Chissà se era riuscito a soddisfare la suacuriosità? tutto il gruppo è rimasto per oltre 30 min prima di riprendere il loro cammino verso l'ignoto. Che animali stupendi. 16 maggio, 7° 00 nord,25° 00 ovest Ho fatto molta fatica, come vedi sono a 7° nord e negli ultimi quattro giorni mi sono spostato di appena 5° e 30 minuti verso sud, sonoproprio pochi. Paragonando il tempo a quello che ottenne 110 anni fa Josua Slocum, sono tanti. Lui per superare 5° aveva impiegato ben 10 giorni,non aveva il motore, ma in compenso una randa che per una barca di appena 11 m era di oltre 80 m². Per fortuna non devo combattere con una taleranda, ma ho il motore. Peccato, ho incontrato una situazione strana. Solo 10 giorni fa l'aliseo di nord-est arrivava quasi a 5° nord, e già a 4° nordentrava l'aliseo di sud-est. Le calme erano larghe meno di 60 miglia. Questa volta, dopo, appena partito da San Nicolao un cuneo di bassa pressioneche si trova normalmente sopra il deserto del Sahara, si è ritirato verso l'Africa e ha fatto livellare la pressione in tutta la zona. 1014 mbar per ben 800miglia di latitudine, con il risultato che ho dovuto subire, spinnaker su, spinnaker giù, vele a farfalla, acceso il motore e spento il motore. Infatti, lemedie, ottime dalle Canarie fino a Capo Verde sono scese notevolmente. Tutto sommato non sarebbe così grave, se non ci fosse il problema dellenotti. Non posso mica navigare senza luci di navigazione che servono poco. Più importante, è non dover navigare senza l'ausilio del radar, vedere è laparola d'ordine! L'unica soluzione accettabile era di navigare di giorno a vela con lo spinnaker, presumo che anche il più addormentato ufficiale diguardia si accorga di quella bolla enorme rossa in mezzo all'oceano. Di notte invece attaccare il motore per aver l'energia sufficiente. Peccato, conquesto sistema, che mi è stato imposto, ho fatto più ore di motore in questi ultimi giorni che su tutto il percorso attraverso il nord Atlantico. Nonimporta, osservo attentamente da giorni le carte sinottiche e vedo che la situazione sta di nuovo cambiando. Ho visto che l'aliseo da sud-est guadagnain latitudine mentre quello da nord est sta scendendo. In questo momento navigo con lo spinnaker che mi permette di proseguire con rapidità… versosud. Per capire tutto quanto non serve solo la carta sinottica, basta aprire gli occhi e allungare le orecchie. Giorni fa, senza essere stato nuvoloso, nonsi vedeva l'orizzonte, il sole, anche a mezzogiorno, rimaneva come un disco giallo pallido sullo zenit. Si poteva guardarlo direttamente senza occhialida sole. Tutto il cielo era velato. Poi da ieri è diventato più nitido, più chiaro e da sud si fa sentire l'onda lunga bassa senza dare fastidio. Tutto quantofa capire che a qualche centinaio di miglio esiste il vento, ed è quello che attendo che farà galoppare il Maus. Penso che il peggio sia passato e che daadesso in poi consumerò ben poca nafta, la speranza è sempre l’ultima a morire. 21 maggio, 2° nord, 25° ovest Pensavo, attendevo,speravo...inutilmente. In questi ultimi giorni assomigliavo più a Fantozzi, e non ad uno che faceva una crociera a vela. Con la tipica lentezza di chidoveva fare attenzione al consumo di carburante, mi spostavo verso sud. Purtroppo, contemporaneamente a me, i centri dell'alta pressione, in pratica

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quella delle Azzorre scendeva lentamente verso sud e portava il vento alle zone dove io ero passato e che erano in perfetta calma qualche giornoprima, mentre quella che staziona sull’Atlantico del sud e crea il famoso aliseo da sud-est che si dovrebbe estendere fino a 4 a 7° nord, si era spostataverso sud. Tutto con la spiacevole conseguenza, che io sono rimasto, e mi trovo tuttora, nelle calme. In pratica da 12° nord fino all'equatore che vorreiraggiungere entro un paio di giorni non ho avuto vento. Fin qui pazienza, però con questo mutamento, mi sono anche subito gli scrosci e le pioggetorrenziali che sono famose per queste zone. Dal 19 pomeriggio fino a questa mattina, ha piovuto ininterrottamente, con l'unico vantaggio che nondovrò più salire sull'albero perché tutta la sabbia di Capo Verde se n'è andata. Con questa situazione anomala anche le correnti si devono esseremodificate. Dico si devono, perché grazie al GPS si sa quasi tutto. Pensa, l'altra notte senza vento e pioggia, ero così stufo di andare a motore,viaggiavo da 1,5 a 2 kt e ritenevo di aver preso qualche rete sotto il timone a vento e che faceva rallentare la barca. Volevo spegnere tutto, dormire eattendere il mattino per poter controllare. Subito dopo aver spento il motore, con la barca ferma e io fradicio, credevo di non vedere bene: derivavo acirca 2 kt verso nord ovest. Chiaro che ho dovuto riprendere il cammino, l’enigma era risolto e le medie talmente basse degli ultimi giorni (75, 63 e51 miglia) hanno avuto una loro ragione e spiegazione logica. Per fortuna vedo adesso, che l’alta spinge da sud verso nord, già in questo momentonella zona intorno + / - 0° ci sono da 10 a 12 kt da sud-est, spero di raggiungerli velocemente, la dove dovrei camminare abbastanza bene. Qualchemiglio più a sud la situazione dovrebbe ancora migliorare, perché il vento secondo le previsioni arriva da est sud est e potrebbe raggiungere anche i15 kt. Queste sono le previsioni, la realtà come sarà? Mancano ancora 1400 miglia e devo iniziare ad economizzare il carburante, non trovodistributori lungo la mia rotta. 24 maggio, 00° 00 nord, 26° 00 ovest Proseguo con la navigazione...lenta verso sud, d'altra parte devo proseguireperché non ho ripari nelle vicinanze. Però come vedi, la navigazione è proprio lenta. Quello che l'altro giorno avevo accennato non si è avverato, anziè di nuovo peggiorato. Mentre io viaggio verso sud, anche l'alta dell’Atlantico meridionale, continua a muoversi verso sud. Le isobare sono semprepiù distanti tra loro e il vento rimane debole. Nella sfortuna di questa situazione, sono però consapevole d’essere fortunato. Dico così, perché prendotutti giorni le carte meteo e almeno, anche senza grossa soddisfazione, posso seguire l'evoluzione. Parlavo già dei record negativi, 58, 70, 52, e oggi43 miglia, ho fatto un capolavoro. Ieri sera alle 18, navigando tra uno e 2 kt, mi mancavano ancora 12 miglia per raggiungere l'equatore. Sai, arrivanomomenti che con tutta la buona volontà e pazienza non ce la fai più. La barca ferma o quasi, la giornata difficile per il tanto lavoro sulle vele che èmolto superiore nelle calme e non nelle burrasche, ho mandato al diavolo tutto quanto, ho preso quella bella vecchia lampada a petrolio, l’ho accesa eappesa bene in alto. Dopodiché sono andato a dormire. Dimenticavo, contro tutti i miei principi, ma per mancanza di fonti energetiche, avevo spentoanche il radar. D'altra parte ero fermo, come se fossi stato all’ancora in mezzo all'oceano. Dormire fa sempre bene e alle quattro di questa mattinasbattevano le vele, erano tornati 10 kt e la barca si trovava a quattro miglia dall'equatore. Avevo fatto ben otto miglia in 10 h!!! La tradizione, anchese oggi poco seguita, impone una piccola festa al passaggio, Nettuno ha avuto un bel sorso di vino ”Caravella”, il nome si adatta allo scopo. Eolo,non ha dovuto rimanere a secco, anche se per dire la verità, a partire da C Verde non mi ha dato molto aiuto. Ieri, oltre a tutti i problemi di vele, dimancanza di vento, il caldo umido, ho dovuto cambiare i filtri nafta. Lo volevo fare a Salvador, ma le tante ore di motore fatti in queste ultime duesettimane me lo hanno suggerito, ho dovuto anticipare. Non è un lavoro difficile, basta seguire poche regole, e dopo se non si creano imprevisti ilmotore riparte. Si tratta però sempre del: se...imprevisti. Purtroppo quelli ci sono stati, ieri pomeriggio pensavo già di dover diventare velista puro,pensavo che la pompa manuale di spurgo era guasta. Dopo aver sostituito il filtro, il prefiltro e pulito il separatore d'acqua, ho iniziato a pompare. Hocontinuato, ma la nafta non arrivava più, non ne voleva sapere, ed ero proprio sconfortato. Solo dopo diversi tentativi, controlli, smontaggio emontaggio del sistema, e tanta inventiva, avevo scoperto che il prefiltro di una nota marca che io certamente non utilizzerò mai più, era difettoso. Lapompa a mano invece di aspirare nafta, aspirava aria! A distanza di 24 h posso anche ridere, ma ieri non n’avevo proprio voglia. Sono ancora a 1200miglia da Salvador, e nonostante il poco carburante che ho nei serbatoi, è sempre meglio un motore funzionante che uno da ornamento. 25 maggio, 1°30 a sud, 26° 40 ovest Anni fa un amico che oggi ha probabilmente il più bel Baglietto 19 m, stagionato, vecchio, sarebbe un'offesa, mi disse: saiManfred tu non sei come tutti i velisti, ho scoperto che sei un uomo che ama il mare, e sei come tutti noi. Queste parole mi hanno fatto riflettere, edevidentemente aveva ragione, sono come tutti quelli che amano veramente il mare, sono romantico. Le belle barche d'epoca mi piacciono, le bellebarche attuali, ma ci sono veramente poche, mi piacciono anche. Gli accessori, studiati, perfezionati e anche se non sempre funzionali, attirano la miaattenzione. Sono un sognatore che anche in mezzo al mare, sogna ancora il mare. La vita professionale mi ha però portato di vedere tutto anche sottoun punto di vista razionale. E qui iniziano le prime incertezze. Nel terzo millennio, non ha più senso attraversare gli oceani a vela, non esistono piùterre da scoprire, e sarebbe possibile fare gli stessi giri con una barca a motore ben attrezzata. Sarebbe meno faticoso, garantirebbe una maggiorregolarità degli spostamenti, e alla fine dei conti, credo che la spesa da affrontare non sarebbe certamente superiore a quella di una barca a vela. Nonho intenzione a distruggere sogni nascosti, cullati per decenni da innumerevoli velisti. Vorrei piuttosto tornare al vedere tutto quello che gira intornoalle barche con un occhio romantico e uno razionale. Prima ho parlato di barche e accessori. Chi non ha sognato di cavalcare le onde atlantiche con lapropria barca. Il timone a vento montato, che lavora giorno e notte tutto da solo. In fondo lo hanno fatto anche i grandi del passato. Guardando gliarchivi non si trova una barca importante degli anni 60 o 70, che non aveva un tale meccanismo montato sullo specchio di poppa. Proprio negli anni70, l'avevo comprato anch'io, però è sempre rimasto un oggetto misterioso montato più per curiosità che per necessità sulle mie barche. Non mi eromai posto dei problemi o fatto delle domande serie, ero contento di averlo e sembravo agli occhi di altrui, il possessore di una barca importante. Oggiperò, con abbastanza esperienza fatta, ho utilizzato quel vecchio timone a vento per molte decine di migliaia di miglia, e per altre tante ho utilizzatouno di concezione più moderna, mi pongo le domande non fatte in precedenza e mi chiedo spesso se acquisterei un altro timone a vento. Oggi, anchese è bello vederlo montato a poppa, da sempre un aspetto importante alla barca, esistono delle valide alternative. Non è vero che” il vento fagovernare meglio”. Indubbiamente, non esiste il consumo d’energia elettrica, forse si rompe anche meno, forse bisogna fare meno attenzione ai saltidi vento. Sono tutti forse, ma per contrario, la precisione, e le velocità ottenute che sono da mezzo ad un nodo superiore utilizzando quelloelettronico, il prezzo che è il doppio rispetto al pilota automatico, non giustifica più l'acquisto di un timone a vento. Sarebbe meglio avere una bellascorta di pezzi di ricambio, meglio ancora un secondo sistema elettronico a bordo, dimenticando quell'aggeggio romantico da sognatore.Organizzando oggi una barca da lunga crociera, e grazie all'esperienza fatta in questi anni, grazie anche per i piloti automatici che esistono sulmercato, opterei per una scelta razionale e non più romantica. 26 maggio, 2° 30 a sud, 27° 30 ovest Le difficoltà degli ultimi giorni sono un bruttoricordo. Non erano difficoltà vere, per la mancanza di vento, erano momenti poco piacevoli. Avevo sempre sostenuto, che in alto mare è più difficilecombattere contro l'immobilità della barca e non contro i venti, alcune volte anche robusti. Ero stanco, non solo fisicamente, sono quasi 60 giornisalvo le brevi soste a Horta e Las Palmas, che sono ininterrottamente in mare. Posso anche dire che non ho più il fisico, sto invecchiando. Oltre aquella stanchezza, il poco vento, il non avanzare, il..., e forse lo dovrei elencare per primo, dovevo anche diventare nonno. Bene, lo sono diventato,non so ancora se il giorno 24 o 25, la notizia mi è arrivata per mail da Riccardo e Pippo, poi via radio sono stato informato, dall'amico fraterno Pino.So che tutto è andato bene e che Sarah e Gaia, la nipote, stanno bene. Ieri sera, appena ricevuto il mail mi sono sentito, credo come un locomotore avapore al quale si toglie improvvisamente il vapore che lo tiene in vita. Ho chiuso tutto, ho aperto una bottiglia di vino e ho festeggiato Gaia,l'allegra. Dopo sono andato a dormire senza preoccuparmi troppo della rotta, dei venti, delle navi in transito e tutto il resto. Avevo fatto bene perchéquesta mattina avevo avuto la bella sorpresa che senza i miei continui interventi, Maus ha percorso durante la notte altre 50 miglia con soli 10 kt divento apparente. I festeggiamenti di ieri sera non potevano terminare, l’evento era troppo importante. E così questa mattina, appena terminata laprima colazione mi ero affacciato al pozzetto e pensavo di non vedere bene. Il vento non era aumentato, le onde uguali a ieri sera, ma il maresembrava in burrasca. Spruzzi e piccole onde a vista d'occhio, migliaia di dorsi di delfini, Granpus, che nuotavano paralleli alla barca. In 35 anni chevado per mare, non ho mai visto un tale spettacolo. Non è facile rendersene conto, ma ho filmato e fotografato, la superficie del mare sembrava tuttoin movimento di corpi neri. Dal pozzetto sentivo decine d’animali respirare contemporaneamente. Circa 30 min di film e 250 foto sono i mieitestimoni di come i delfini hanno voluto festeggiare per circa 3 h la nascita di mia nipote. A questo punto mi chiedo: ma chi gli ha informati? 1giugno, 10° 00 sud, 33° 50 ovest Da quando l'ultima volta ho preso la penna in mano ho fatto parecchia strada. Qualche giorno di tipico aliseo da sudest, da 10 a 12 kt mi hanno fatto proseguire con allegria e senza problemi. Ho pensato che finalmente Eolo mi desse quello che prima si era tenuto

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gelosamente per sé. Ho anche pensato che Yemanja, la dea del mare brasiliana, e descritta tanto bene nei libri di Jorge Amado non avesse l'intenzionedi farmi proseguire. Ma anche da noi la Bibbia lo dice: dopo i tempi magri e arriveranno quelli grassi. Per me non poteva essere diverso, ho visto daqualche giorno che i sistemi del sud e Nord Atlantico stavano di nuovo mutando, è poco consueto in questa zona. E sempre quando accadde, i venti etemporali sono in rapido aumento. In queste condizioni navigo da due giorni, anzi direi che tento di schivare un temporale dopo l'altro. Non sempreriesco ed è proprio l'altro giorno che mi era sembrato di entrare in una parete nera, tanto era buio intorno a me. Certo in queste condizioni ho il miogran daffare. Però da ieri anche il vento è aumentato notevolmente soffia tra 20.e 30 nodi, purtroppo da sud sud est a sud est che mi costringe adun'andatura di bolina larga. Con tre mani nella randa, il fiocco da cutter e lo Yankee quasi completamente sparito dalla superficie, riesco malapenatenere da 60 a 80°. Mi dirai che non è un gran che, non è così, si tratta di un'andatura difficile. Il mare intorno a me e bianco e le onde superano i 3 m,la vita a bordo è abbastanza movimentata e l'interno senza poter aprire qualche boccaporto rimane caldo umido. In queste condizioni è anche difficilerestare in pozzetto per i frangenti che ogni tanto lo inondano. Ieri sera, tra un temporale e l'altro, si era aperto il cielo con la luna quasi al pieno delsuo splendore. Illuminava tutto quello che non era coperto dalle nuvole. Proprio mentre stavo la, seduto, osservando, ho visto arrivare un uccello.Non so di che razza si trattava, ma era quasi grande come un nostro gabbiano, più affusolata e di colore marrone. Evidentemente stava cercando unposto dove poter posarsi per la notte. Capita anche dalle nostre parti che gli uccelli durante le ore notturne prendono residenza sulle barche o navi chesono in transito. Quello sfortunato di ieri sera continuava a voler atterrare a poppa, sopra il pannello solare, in vicinanza del generatore eolico.Proprio non ho fatto in tempo a fermarlo perché l’uccello si ha fatto prendere dalle pale, che a volte possono girare anche fino a 2500 giri il minuto.Mi dispiace per lui, ha fatto una brutta fine ed è la prima volta che mi era capitato una cosa del genere. Quando vedo uccelli che volano attorno allabarca ma soprattutto intorno alla poppa lo spengo sempre. Lo spengo perché non ho intenzione di ferire o ammazzare, però lo spengo anche per unmotivo non da altruista, non ho nemmeno voglia di danneggiare le pale dell'eolico. Si, quel poveraccio ha fatto la fine stupida come lo fanno gliinnumerevoli pesci volanti che raccolgo tutte le mattine in coperta. 3 giugno, 110° 48 sud, 36° 27 ovest, Tutte storie, non sono arrivati i sette giornibuoni, sono ancora in mare e proseguo a due, e anche meno nodi con circa 5 kt di vento da sud est. Mi mancano 150 miglia, e in questo momentocredo che sia la corrente che mi fa procedere a questa velocità folle. Potrei accendere il motore, ho ancora circa 140 l di gasolio a disposizione, madisturberei la calma immensa che mi circonda, ho deciso che andrò avanti con questo ritmo naturale. Dicevo, che mi trovo a circa 150 miglia daSalvador che è una città enorme. Penso che nessuno conosce i numeri esatti, però si parla che abbia oltre 12 milioni d’abitanti. L'anno scorso,arrivando da sud est ho visto i riflessi della sua luce già a 70 miglia prima dell'arrivo. Adesso che mi avvicino da nord est, la direzione nella quale siestende la città, non è da escludere che già questa notte potrò vedere i primi bagliori anche a più di 100 miglia. Sarà una notte splendida. Nelle miecondizioni molti sarebbero disperati, io non lo sono, anzi proprio oggi sono allegro e ti racconto il motivo. Devo premettere che i cibi freschi sonorimasti ben pochi. Qualche fettina di carne, sei uova, formaggi vari e una testa di crauti ormai ben ridotta. I crauti vanno molto bene in barca, siconservano a lungo, e mano mano si prelevano sempre le foglie esterne che sarebbero i primi ad andare in malora. Prima di pranzo, considerandoquello che era a mia disposizione, pensavo che cosa avrei potuto preparare per riempire lo stomaco e soddisfare lo spirito. A questo punto, mi eravenuto in mente un film, un western all'italiana che aveva come protagonisti due fratelli. I due non potevano essere più diversi tra loro, sicomportavano sempre da primitivi, uno picchiava forte, e l'altro lo faceva con astuzia. Quelle rare volte che tornavano a casa mangiavano dellegrandi scodelle di fagioli. Oggi, proprio ricordandomi loro due, mi ero preparato una scodella con fagioli e uova. Quel vecchio film mi ha suggerito ilmenù domenicale! Per fortuna nessuno mi ha visto, mi avrebbero potuto scambiare per uno dei due fratelli. Credo che stare tanto tempo in mare,l'uomo si riduce all'essenziale, se non al primitivo. Dove è la differenza, dipende sempre di chi lo giudica. Per fortuna, alla fine si torna ad essereuomini di terra e si riprende presto le abitudini che tanto ci sono care. 5 giugno ore 12.00 sono arrivato, il viaggio era lungo, ma soprattutto lento.Non importa, sono qui e fra poco inizieranno i lavori necessari per poter solcare verso nuovi orizzonti. Un caro saluto a tutti Manfred

"Senza partire non si arriva, e ogni traguardo si raggiunge con i primi e piccoli passi"

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