7/ 2016-2017 - Teatro Elfo Puccini · MM1 LIMA INFORMAZIONI ... e Boris Vian. E per chi l’avesse...

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7/ 2 01 6 -2 01 7 ELFO PUCCINI STAGIONE TEATRALE 2016-2017

Transcript of 7/ 2016-2017 - Teatro Elfo Puccini · MM1 LIMA INFORMAZIONI ... e Boris Vian. E per chi l’avesse...

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E L F O P U C C I N I S T A G I O N E T E A T R A L E 2 0 1 6 - 2 0 1 7

ELFO PUCCINIC.SO BUENOS AIRES 33 MILANOMM1 LIMAWWW.ELFO.ORG

INFORMAZIONIPRENOTAZIONI E ACQUISTI [email protected]. 02.00.66.06.06 LUN/SAB 10.30/19.00DAL 15 APRILELUN/VEN 10.30/19.00 – SAB 15.00/19.00

PREZZIINTERO € 32,50 CONVENZIONI € 28,50COOP € 26,50FINO AI 18 ANNI € 12,00 FINO AI 25 ANNI € 17,00OLTRE I 65 ANNI € 17,00IL MARTEDÌ € 21,50 NUOVE STORIE POSTO UNICO € 15,00

*** IL PROGRAMMA PUÒ SUBIRE VARIAZIONI

AGGIORNAMENTI SUL SITO WWW.ELFO.ORG

IMMAGINE DI COPERTINA MIMMO PALADINO PER TEATRO DELL'ELFO

PROGETTO GRAFICO PLUM (PLUMDESIGN.IT)

L’ELFO NELLE SCUOLE E IN UNIVERSITÀ“IL BUON INSEGNAMENTO È PER UN QUARTO PREPARAZIONE E TRE QUARTI TEATRO” GALILEO GALILEI

REPLICHE DEDICATE, INCONTRI CON GLI ARTISTI, PROVE APERTE E VISITE DIETRO LE QUINTE ALLA SCOPERTA DEL TEATRO.

[email protected]. 02.00.66.06.07/31/36RIDOTTO SCUOLA € 12ABBONAMENTO SCUOLA A 3 SPETTACOLI € 30

UNIVERSITÀ[email protected]. 02.00.66.06.36ABBONAMENTO UNIVERSITÀ A 4 SPETTACOLI € 36

BISTROLINDAUN ANGOLO IN CITTÀ DOVE TRASCORRERE LA PAUSA PRANZO, IL TEMPO DI UN APERITIVO O LA CALMA DI UNA CENA.

DA LUNEDÌ A VENERDÌ DALLE ORE 12.00 ALLE ORE 15.00NELLE SERE DI SPETTACOLO DALLE ORE 19.30WWW.OLINDA.ORG

L’ arte mi interessa molto, ma mi interessa di più la

verità La nostra generazione ha dovuto prendere coscienza, a volte dolorosamente, che la verità non è un dato immutabile, la verità è un desiderio, è una meta che si sposta continuamente in avanti, nessuno ce la può rivelare con parole definitive, la verità è una tensione verso la scoperta di noi stessi e della nostra relazione col mondo, con gli altri e con le cose. Ecco, per noi il senso del lavoro nel teatro, forse sta proprio qui: ogni incontro – con un autore, con un testo, con un pubblico – è un piccolo passo verso la scoperta della nostra provvisoria verità. Il nostro lavoro ci è necessario finché continua a essere anche un percorso di crescita. Siamo sicuri che, se lo sarà per noi, lo sarà anche per chi questo percorso esperienziale lo vorrà condividere. Per chi vorrà accompagnarci in questa esplorazione. Le nostre scelte sono come sempre dettate dalla curiosità, dalla voglia di aprirci all’altro, di condividere esperienze che possano ampliare la consapevolezza di noi stessi e del mondo e dall’incrollabile convinzione che il teatro sia ancora uno strumento acuminato e potente per leggere la realtà.

“ALBERTO GIACOMETTI”

LA PRIMA, LA MIGLIORE

testo e regia Gianfranco Berardi e Gabriella CasolariEMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE

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«Volgendo lo sguardo agli spettacoli che abbiamo realizzato - raccontano Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari - ci accorgiamo che il conflitto, con noi stessi e con la realtà circostante, è stato e continua a essere il motore della nostra ricerca, come attori, autori ed esseri umani. L’occasione questa volta è quella del centenario del primo conflitto mondiale che sconvolse l’Italia, l’Europa e il pianeta intero. L’idea ci è venuta qualche anno fa leggendo il romanzo confessione Niente di nuovo sul fronte occidentale di E.M.

CHI FA LA GUERRA NON È CHI LA DECIDE

Remarque. L’autore in maniera lucida e feroce racconta di popoli lanciati uno contro l’altro, per odio e per orgoglio e al contempo riflette e fa riflettere sulla situazione di depressione e disperazione che avvolgeva la società ieri, come quella di oggi. La condizione di una generazione “perduta” per un’ideologia criminale, propagandata a tutto spiano, la distanza fra il popolo e chi lo governa, il cambiamento epocale e il conseguente smarrimento esistenziale, diventano metafore per raccontare la nostra condizione».

Siamo nel pieno di una stagione che questa convinzione la ribadisce con forza, a partire dal progetto di Bruni e De Capitani AFGHANISTAN – IL GRANDE GIOCO, “tutto esaurito” per tre settimane. Una stagione da record che ha segnato il traguardo dei 5300 abbonati e una serie di sold out per gli spettacoli in programma fino a giugno. La Storia, e il suo riflesso nella vita degli individui, qui come in altri nostri spettacoli è al centro della scena. Cinzia Spanò, una delle attrici più intelligenti e attive del panorama milanese, è autrice e interprete della MOGLIE, ovvero di Laura Fermi, sposa del famoso fisico, che racconta la vita reclusa a Los Alamos delle mogli degli scienziati impegnati nella progettazione della bomba atomica. La storia del Novecento è al centro anche del LEAR tormentato di Edward Bond, interpretato da Elio De Capitani che, dopo l’Otello, torna a lavorare con la regista Lisa Ferlazzo Natoli per questa riflessione sulla violenza del potere, sui muri e i confini del mondo contemporaneo.In primavera tre debutti, tre passi nel delirio, per dirla fellinianamente, tre oscure fiabe della buonanotte che esplorano gli angoli più nascosti della mente. UNA SERIE DI STRAVAGANTI VICENDE, omaggio di Ferdinando Bruni, Francesco Frongia e Teho Teardo al genio visionario e precursore di Edgar Allan Poe, THE JUNIPER TREE, favola nera dei fratelli Grimm proposta da Elena Russo Arman e FUGA IN CITTÀ SOTTO LA LUNA, fantasia notturna di Cristina Crippa da Tommaso Landolfi e Boris Vian.E per chi l’avesse perso torna ROAD MOVIE di Godfrey Hamilton, per la regia di Sandro Mabellini, con Angelo Di Genio, premiato con l’Hystrio e col Premio della Critica.

(mai) scritto da Antonio Rezza, habitat di Flavia MastrellaREZZAMASTRELLA, FONDAZIONE TPE E TSI LA FABBRICA DELL’ATTORE TEATRO VASCELLO

Dal 20 al 26 febbraio torna in sala Shakespeare Fratto _ X.«Si può parlare con qualcuno che ti dà la voce?Si può rispondere con la stessa voce di chi fa la domanda?Due persone discorrono sull’esistenza. Una delle due, quando l’altra parla, ha tempo per pensare: sospetta il tranello ma non ne ha la certezza.La manipolazione è alla base di un corretto stile di vita. Per l’ennesima volta si cambia forma attraverso la violenza espressiva. Mai come in questo caso o, per meglio dire, ancora come in questo caso, l’odio verso la mistificazione del teatro, del cinema, della letteratura, è implacabile. Il potere sta nel sopravvivere a chi muore. Noi siamo pronti a regnare. Bisognerebbe morire appena un po’ di più».

REZZA MASTRELLA: 30 ANNI DI TEATRO ‘INVOLONTARIO’

Dal 28 febbraio al 6 marzo va in scena Anelante, il grande successo della scorsa stagione.«In uno spazio privo di volume, il muro piatto chiude alla vista la carne rituale che esplode e si ribella. Non c’è dialogo per chi si parla sotto. Un matematico scrive a voce alta, un lettore parla mentre legge e non capisce ciò che legge ma solo ciò che dice. Con la saggezza senile l’adolescente, completamente in contrasto col buon

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Antonio Rezza e Flavia Mastrella tornano all’Elfo con due spettacoli imperdibili perché, dicono, «ci sembrava giusto in tale circostanza augurarci l’ergastolo. Questi trent’anni che per noi hanno un significato astratto, ci riportano lì dove abbiamo cominciato: fare ritmo attraverso il riso diabolico con tutti i mezzi di comunicazione disponibili. In tutti i luoghi».

Fratto_XAnelante

senso, sguazza nel recinto circondato dalle cospirazioni. Spia, senza essere visto, personaggi che in piena vita si lasciano trasportare dagli eventi, perdizione e delirio lungo il muro. Il silenzio della morte contro l’oratoria patologica, un contrasto tra rumori, graffi e parole risonanti. Il suono stravolge il rimasuglio di un concetto e lo depaupera. Spazio alla logorrea, dissenteria della bocca in avaria, scarico intestinale dalla parte meno congeniale».

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Un nuovo spettacolo per Nicola Russo, attore, autore e regista che il pubblico ha conosciuto nelle passate stagioni con il lavoro sul testo di Aldo Nove La vita oscena, con Vecchi per niente, che rimetteva in discussione il concetto di vecchiaia e quello di physique du rôle e con l’emozionante racconto della vita di un’artista dell’avanspettacolo, Elettra, biografia di una persona comune.È di nuovo una donna, un’artista della scena, a ispirare il lavoro di Nicola, ma questa volta il suo sguardo originale indaga la performance straordinaria di una musicista di fama mondiale. Lo spettacolo ripercorre il concerto di Nina Simone al Montreux Jazz Festival del 1976. In scena il punto di vista della grande pianista e cantante nei cinquanta

Ninatesto e regia Nicola Russo, con Sara Borsarelli

MONSTERA

LA PRINCIPESSA DEL SOUL

PRIMA DELLA PENSIONE

ovvero COSPIRATORI

di Thomas Bernhardprogetto, scene e regia Elena Bucci e Marco Sgrosso

ERT EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE E LE BELLE BANDIERE

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«Abbiamo seguito fin dal suo apparire in Italia questo autore schivo - spiegano Elena Bucci e Marco Sgrosso - capace di leggere in profondità le persone e la storia e di registrarne le contraddizioni fino a farle esplodere in tragedia e risate di cuore. Attraverso i suoi testi, pieni di odio e amore per il teatro e per gli attori, abbiamo avuto l’occasione di vedere molti artisti alla prova. Ora tocca a noi saltare». I due artisti delle Belle Bandiere scelgono di affrontare Bernhard partendo dal sinistro e bellissimo testo di Prima della pensione. «In una stanza austera con finestre socchiuse una famiglia di fratelli, Rudolf, Vera e Clara, pratica con maniaca precisione i riti che danno senso alla loro relazione. I tre paiono esistere solo in questo morboso incatenarsi l’uno all’altro,

fantasmi che sbiadiscono se lasciati in solitudine e, soprattutto, se lasciati senza parole da dire e da ascoltare. Nel giorno del compleanno di Himmler, il giudice Rudolf Holler, ex ufficiale delle SS, celebra la ricorrenza con un festino segreto, una “cena d’anniversario” allestita con cura meticolosa da sua sorella Vera, amante e musa devota, con la partecipazione ostile ma complice dell’altra sorella inferma, vittima e al tempo stesso carnefice dei suoi due congiunti. Disegnandoli immersi nella loro miserabile devozione a una delle ideologie – o religioni? – più folli e criminali che abbiamo conosciuto, Bernhard riesce, ancora una volta, a farci innamorare dell’umano rivelandone l’orrore».

UNA COMMEDIA DELL’ANIMA TEDESCA

minuti dell'esibizione che ha segnato il suo ritorno alle scene, dopo alcuni anni passati in Africa. Un monologo interpretato da Sara Borsarelli (affascinante Titania/Ippolita nel Sogno di una notte di mezza estate dell’Elfo), un flusso di pensiero che racconta in prima persona un momento della carriera della cantante e pianista e al tempo stesso diventa una riflessione sul teatro, sullo stare in scena, su quel nucleo di necessità che permette a un artista di raggiungere la qualità nel proprio lavoro.

NUOVE STORIE

PETER PAN GUARDA SOTTO LE GONNE è il percorso intimo della formazione di un’identità e ci racconta l’esperienza della dicotomia fra corpo e mente nella vita di bambini e adolescenti transgender.Fine anni ‘90. Peter ha 11 anni e mezzo e lunghi capelli biondi. Wendy ne ha 13 ed è mora. Tinker Bell, la rattoppa campane, è una fata senza bacchetta magica. Crescere. Scoprire i primi impulsi sessuali, gestire il primo innamoramento e gli scontri con i genitori per affermare la propria identità. Peter "non è esattamente una femmina, ma precisamente un maschio" e nessuno sembra accorgersene. Il disagio che vive è raccontato attraverso il parallelismo con i personaggi del celebre romanzo di James Matthew Barrie.

14 - 19 MARZO

PETER PAN GUARDA SOTTO LE GONNEtesto e regia di Livia Ferracchiaticon Linda Caridi, Luciano Ariel LanzaChiara Leoncini, Alice RaffaelliThe baby walk

5 - 9 GIUGNO

VA TUTTO BENEregia Stefano Cordelladi e con Vanessa Korn, Dario Merlini Alice Francesca Redini, Umberto Terruso Fabio Zulli Oyes

12 - 16 GIUGNO

JOHN E JOEdi Agota Kristofregia di Valerio Binascocon Nicola Pannelli, Sergio RomanoTeatroDue di Parma

VA TUTTO BENE è una tragicommedia sul tema dell'abbandono, declinato in diverse forme. Al centro della vicenda c'è Attilio, figlio quasi diciottenne timido e inesperto, che deve fare i conti con l'ingombrante assenza del padre Ruggero e con la frustrante presenza della madre Annamaria, totalmente anestetizzata dalla televisione. Attilio si affida all'amico Edo che si pone nei suoi confronti come un vero e proprio maestro di vita guidandolo verso un discutibile viaggio alla ricerca della felicità. Ma l'arrivo della bellissima e misteriosa Lilly, venuta direttamente dal Paradise per portare notizie di Ruggero, sconvolgerà la vita di Attilio...

Essere primi o ultimi, nella società, è un fatto di predestinazione. JOHN&JOE è “una specie di duetto”, poetico e struggente. E molto comico. È lirico, come le anime dei suoi personaggi, e clownesco, come sa esserlo il mondo, sedotto dagli affari.Con tenerezza, la penna intelligentissima di Agota Kristof ritrae i suoi clochard smontando nella loro metafora la serietà dell’economia mondiale. Una sorridente storia di crudeltà insensate, capitali e rovine, che prende sostanza nell’affiatamento ventennale tra la regia di Valerio Binasco e le interpretazioni di Nicola Pannelli e Sergio Romano, applauditi all’Elfo Puccini nel Bugiardo di Goldoni.

LA STAGIONE DELLA SALA BAUSCH DEDICATA AGLI AUTORI, I REGISTI, E I GRUPPI INDIPENDENTI

Attenzione: lo spettacolo DE REVOLUTIONIBUS è stato annullato

di Luigi Pirandelloadattamento, regia e interpretazione Roberto Latini

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di e con Cinzia Spanò, regia Rosario TedescoTEATRO DELL’ELFO

Un soffio di vento rapisce Psiche, la bella figlia del re, per portarla in un luogo lontano e solitario. Nella sua nuova dimora le fa visita al calar delle tenebre il suo sposo e con lui trascorre nel piacere le ore che la separano all’alba. Psiche non deve vedere il volto del suo amante e questa è l’unica condizione che le viene data per poter continuare a vivere in quel luogo incantato assieme all’uomo che ama…

Anno 1942. Stati Uniti, New Mexico. In pochi mesi viene costruito in mezzo al deserto un laboratorio scientifico e attorno abitazioni per ospitare le famiglie degli scienziati che vi lavorano. Nasce così una cittadina senza nome, senza indirizzo, non segnata sulle mappe, alla quale si accede solo con permessi speciali e dalla quale non è possibile uscire. Oggetto di tanta segretezza è il cosiddetto “Progetto Manhattan”. Nessuno sa di che cosa si tratti. Il mondo è in guerra. E in guerra il livello di massima segretezza prevede il divieto di parlare del lavoro persino alle proprie mogli. Esse, come Psiche, attendono che arrivi la sera per incontrare i loro mariti di ritorno dal laboratorio. Ma anche a loro viene chiesto di non conoscere fino in fondo il vero volto dell’uomo che hanno sposato.

Tra loro c’è anche Laura, moglie del fisico italiano Enrico Fermi. Lo spettacolo di Cinzia Spanò è ispirato alla sua vita, in particolare al periodo passato a Los Alamos durante la Seconda Guerra Mondiale.

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VIAGGIO ALLA SCOPERTA DI UN SEGRETO

I gigantidella montagna

«Terzo dei miti moderni di Pirandello. Dopo il religioso Lazzaro e il sociale La Nuova Colonia, I Giganti della Montagna è il mito dell'arte. Rappresentato postumo nel 1937, è l'ultimo dei capolavori pirandelliani ed è incompleto per la morte dell'autore.La vicenda è quella di una compagnia di attori che giunge nelle sue peregrinazioni in un tempo e luogo indeterminati, al limite fra la favola e la realtà, alla Villa detta "la Scalogna".Non aggiungerò parole alla trama - scrive Roberto Latini - ma voglio dire di

altre possibilità che ho indagato. La più importante è rispetto al fascino del "non finito", "non concluso"; all’attrazione che ho sempre avuto per i testi cosiddetti “incompiuti". Sono così giusti rispetto al teatro: l'incompiutezza è per la letteratura, per il teatro è qualcosa di ontologico. Trovo perfetto per Pirandello e per il Novecento che il lascito ultimo di un autore così fondamentale per il contemporaneo sia senza conclusione. Senza definizione. Senza punto e senza il sipario di quando c'è scritto “cala la tela”».

Per un solo, straordinario interprete

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Il nuovo spettacolo di Vetrano e Randisi, con musiche e canti originali composti ed eseguiti dai Fratelli Mancuso, riporta in scena il testo di un grande autore che non va dimenticato.

Una vecchina e un omino vivono nella stessa casa dove si preparano da mangiare, si lavano, parlano e giocano coi loro animali: la gallina Santina e il topo Beniamino. Alla parete ci sono appesi i ritratti dei genitori, che di tanto in tanto fanno sentire la loro voce con lirici assoli o divertiti commenti. Ma la vecchina e l’omino non si conoscono, non si sono mai incontrati, anzi ignorano l’uno l’esistenza dell’altro. E quando improvvisamente, una notte, si scoprono a dormire nello stesso letto, che ognuno ovviamente giura essere il suo, comincia un’infinita sequenza di battibecchi, interrogatori, accuse e smentite, scambi di identità...

di Franco Scaldatiinterpretazione e regia Enzo Vetrano e Stefano Randisi

EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE

IN FUGA DALLA REALTÀ NEL TEATRO FANTASTICO E SURREALE DI SCALDATI

È proprio la realtà a essere messa in dubbio in questo giallo sotterraneo della coscienza, dove ancora una volta morti e vivi convivono.FRANCO QUADRI

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Demoni

di Lars Norénregia Marcial Di Fonzo Bo

PRODUZIONE TEATRO STABILE DI GENOVA E COMEDIE DE CAÈN

Una commedia che esplora i legami più intimi e segreti che s’instaurano in una coppia e la condizione della borghesia nella società. Un rapporto lacerante e crudele che, in fin dei conti, soddisfa i protagonisti, pur precipitandoli in un inferno irreversibile. Firma la regia Marcial Di Fonzo Bo, regista e attore franco-argentino diretto al cinema fra gli altri da Woody Allen.

TI AMO MA NON TI SOPPORTO

Metti due coppie in un appartamento: lo scontro di sessi e la lotta di classe saranno inevitabili. Eppure, come per ogni coppia, la storia è diversa. Un conto è se la narra, che so, Yasmina Reza; un conto se ci mette le mani lo svedese Lars Norén, dall’alto della sua bergmaniana (o strindberghiana) visione del mondo. Di Norén abbiamo imparato ad amare la cifra livida, netta e, al tempo stesso, lirica: la sua capacità di guardare, con una lingua aulica e ficcante, ai reconditi meandri dell’animo umano. Così, seguendo e amplificando simili suggestioni, è di grande bellezza e travolgente coinvolgimento l’operazione messa in campo dal Teatro Stabile di Genova, che ha proposto Demoni, con la regia del franco-argentino Marcial Di Fonzo Bo.ANDREA PORCHEDDUGLISTATIGENERALIDELTEATRO

Geppettoe Geppetto

scritto e diretto da Tindaro GranataCOPRODUZIONE TEATRO STABILE DI GENOVA, FESTIVAL DELLE COLLINE TORINESI E PROXIMA REX

Una storia inventata, partorita dalla fantasia di Tindaro Granata - qui anche regista e interprete insieme ad Alessia Bellotto, Carlo Guasconi, Paolo Li Volsi, Lucia Rea, Roberta Rosignoli e Angelo Di Genio - ispirata dalle paure della gente incontrata per strada, parlando di figli nati da omosessuali.

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Credo che Geppetto e Geppetto sia – lo affermo senza esitazioni e senza mezzi termini – uno degli spettacoli più importanti dell’anno. A distinguerlo, infatti, è il modo diretto e tempestivo con cui entra in un dibattito tanto attuale quanto delicato come quello sulla stepchild adoption e sugli “uteri in affitto”. E lo fa con una misura davvero rara. Non è uno spettacolo-manifesto, evita ogni sorta di posizioni preconcette o forzature dimostrative. Vuole solo far riflettere, e in questo senso va dritto allo scopo. Cerca di smontare ogni morale precostituita, sia quella conservatrice che quella ritenuta “progressista”.Di un’essenzialità quasi brechtiana. La recitazione è spigliata, ma a un certo punto si fa acre, e nel finale sfiora persino il melodramma, con un effetto che non guasta. Se ne esce scossi, col bisogno di ripensare a lungo a ciò che si è visto.RENATO PALAZZI IL SOLE 24 ORE

La famiglia è arcobaleno

da Giovanni Verga, regia Guglielmo Ferro, con Enrico GuarneriPROGETTO TEATRANDO

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I Malavoglia è il nuovo spettacolo di Progetto Teatrando per la stagione 2016/17. Dopo il Mastro don Gesualdo, la messinscena de I Malavoglia è la seconda tappa della trasposizione teatrale dei romanzi del ciclo dei Vinti di Giovanni Verga.

La riduzione di Micaela Miano centra il racconto sugli eventi più significativi che segnano la vita della Famiglia Toscano di Acitrezza, lì dove, più di ogni altro passaggio narrativo, Verga punta a violentare ogni speranza di emancipazione dei suoi personaggi.

Tradizione contemporanea

I MALAVOGLIAIl cinismo di quello che passa alla storia come l’ideale dell’ostrica verghiano assume ne I Malavoglia, più del Mastro Don Gesualdo, i toni di un’oscura fatalità, di un imponderabile ancestrale e indomito. E in questa visione la riscrittura teatrale pone al centro dell’azione drammaturgica la Natura. Scandendo lo spettacolo nei passaggi narrativi delle tempeste, delle morti in mare: la tempesta dove si perde il carico deil lupini e muore Bastianazzo, la morte di Luca su una nave in guerra, la tempesta dove Padron ‘Ntoni si ferisce ed è poi costretto a vendere la Provvidenza.

La messinscena dello spettacolo è affidata a Guglielmo Ferro, figlio di Turi Ferro protagonista de I Malavoglia la prima volta nel 1982, che, da anni, si dedica alla drammaturgia contemporanea adottando una tecnica registica di respiro europeo.

Il patriarca Padron ‘Ntoni, protagonista verghiano che fa della famiglia e del senso del dovere i suoi fondamenti di vita, è interpretato da Enrico Guarneri, attore che ha conquistato il grande pubblico, capace di passare dal registro drammatico a quello grottesco con grande maestria.

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di Li Meini, progetto e regia Anna Peschkebasato sul dramma Faust: prima parte di Johann Wolfgang Goethe

EMILIA ROMAGNA TEATRO FONDAZIONE E CHINA NATIONAL PEKING OPERA COMPANY

Un’importante sfida produttiva voluta da Emilia Romagna Teatro e realizzata grazie al sostegno e all’entusiasmo della Compagnia Nazionale dell’Opera di Pechino. Una sfida affidata alla giovane regista tedesca Anna Peschke e a un gruppo di altrettanto giovani interpreti cinesi, accompagnati da un ensemble musicale composto da musicisti italiani e cinesi, che eseguono un repertorio musicale originale composto da Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani e Chen Xiaoman.«Lì dove l’Occidente perde la parola - è la visione della regista - può entrare in gioco l’espressività rituale dell’Oriente;

dove la rigidità della tradizione orientale si farà scalfire emergeranno pieghe di senso e di espressività rivitalizzanti per la comprensione contemporanea.Come regista - prosegue la Peschke - la mia sfida principale risiede nel lavorare con gli attori della China National Peking Opera Company: questi performer possono raccontare un’intera storia con i movimenti, attraverso la danza e le azioni. Tra le peculiarità dell’educazione dell’Opera di Pechino, c’è infatti l’insegnamento della facoltà di comunicare grazie al corpo e al gesto, senza ricorrere all’uso della parola».

UNA RICERCA SUL LINGUAGGIO DELL’OPERA DI PECHINO

La cosa più interessante è riconoscere la storia nel vocabolario del teatro tradizionale cinese, un linguaggio liturgico, estremamente formalizzato nei gesti, nelle voci, nelle maschere. Mai naturalistico, ma capace di evocare con le danze, le acrobazie, il movimento e gli “stop”, con la forza espressiva dei corpi scenici sapienti e allenati degli attori le emozioni e i sentimenti della storia.ANNA BANDETTINI LA REPUBBLICA

di Godfrey Hamilton, regia Sandro Mabellini con Angelo Di Genio

TEATRO DELL’ELFO

Torna in scena per il terzo anno consecutivo Road Movie, dopo il “tutto esaurito” registrato nelle due passate stagioni. Angelo Di Genio è unico interprete di tutti i personaggi in questo piccolo gioiello diretto da Sandro Mabellini e conferma, replica dopo replica, il suo talento, riconosciuto ancora una volta con l’assegnazione del Premio Mariangela Melato 2016.Ambientato negli Stati Uniti degli anni Novanta, racconta di Joel, gay trentenne, e della sua avventura coast to coast durata cinque giorni per rincontrare “il suo amore”, Scott. Un viaggio interiore costellato da incontri che lo porteranno ad infrangere paure ed accorciare la distanza dagli altri e da se stesso, trasformandolo profondamente. Un testo commovente che ci parla della paura dell'amore, della perdita e della morte, sentimenti spesso inscindibilmente legati.

Impressionante interpretazione di Angelo Di Genio. Diretto con mano asciutta da Sandro Mabellini, il violoncello e il pianoforte di Kevin Antony Montanari, pochi oggetti di scena, dà voce e corpo a tutti i personaggi con una portentosa adesione emotiva multipla. Da vedere, per lui.SARA CHIAPPORI LA REPUBBLICA

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ANIMALI DA BAR

uno spettacolo di Carrozzeria OrfeoPRODUZIONE FONDAZIONE TEATRO DELLA TOSCANA

Successo della stagione 2015/16, torna a grande richiesta Animali da bar, l’ultima creazione di Carrozzeria Orfeo, la compagnia indie guidata da Massimiliano Setti e Gabriele Di Luca, insieme a Luisa Supino. Dopo ripetuti sold out, lo spettacolo ha conquistato il Premio Hystrio Twister 2016, attribuito online dal pubblico. Un bar abitato da personaggi strani: sei animali notturni, illusi perdenti, che provano a combattere, nonostante tutto, aggrappati ai loro piccoli squallidi sogni, ad una speranza che resiste troppo a lungo. Come quelle erbacce infestanti e velenose che crescono e ricrescono senza che si riesca mai ad estirparle.

Un controcanto degli ultimi in forma di commedia

Sceso nei bassifondi come già, tra i grandi, Gorkij e O'Neill, per tacere di Dostojevski, l'autore Gabriele Di Luca, vi porta sarcasmo e bravura nei dialoghi botta e risposta, imprimendo un ritmo sostenuto ai circa 90 minuti filati, impeccabilmente recitati da tutti con menzione particolare per Beatrice Schiros come l'elemento che ha passato le esperienze peggiori ma che è l'unico a non piangersi addosso.MASOLINO D'AMICO LA STAMPA

7 - 19 FEBBRAIO | SALA SHAKESPEARE

Stefania RoccaFranco Castellano

SCANDALOdi Arthur Schnitzlerregia Franco Però

14 - 19 FEBBRAIO | SALA FASSBINDER

Compagnia Berardi Casolari

LA PRIMA, LA MIGLIOREAntonio Rezza, Flavia Mastrella20 - 26 FEBBRAIO | SALA SHAKESPEARE

FRATTO X28 FEBBRAIO - 6 MARZO | SALA SHAKESPEARE

ANELANTE21 - 26 FEBBRAIO | SALA FASSBINDER

Le belle bandiere

PRIMA DELLA PENSIONE ovvero COSPIRATORIdi Thomas Bernhard

21 - 26 FEBBRAIO | SALA BAUSCH

Sara Borsarelli

NINAtesto e regia Nicola Russo

28 FEBBRAIO - 5 MARZO | SALA FASSBINDER

Roberto Latini

I GIGANTI DELLA MONTAGNAdi Luigi Pirandello

2 - 12 MARZO | SALA BAUSCH

Cinzia Spanò

LA MOGLIEregia Rosario Tedesco

9 - 19 MARZO | SALA FASSBINDER

Enzo Vetrano, Stefano Randisi

ASSASSINAdi Franco Scaldati

10 - 12 MARZO | SALA SHAKESPEARE

DEMONIdi Lars Norénregia Marcial Di Fonzo Bo

14 - 19 MARZO | SALA SHAKESPEARE

Enrico Guarneri

I MALAVOGLIAregia Guglielmo Ferro

20 - 26 MARZO | SALA FASSBINDER

Angelo Di Genio, Tindaro Granata

GEPPETTO E GEPPETTOdi Tindaro Granata

21 - 26 MARZO | SALA SHAKESPEARE

FAUSTUNA RICERCA SUL LINGUAGGIO DELL’OPERA DI PECHINOdal Faust di Goetheregia Anna Paschke

27 MARZO - 2 APRILE | SALA FASSBINDER

Carrozzeria Orfeo

ANIMALI DA BAR28 MARZO - 2 APRILE | SALA SHAKESPEARE

Sabina Guzzanti

COME NE VENIMMO FUORIregia Giorgio Gallione

28 MARZO - 9 APRILE | SALA BAUSCH

Angelo Di Genio

ROAD MOVIEregia Sandro Mabellini

4 - 9 APRILE | SALA FASSBINDER

Teatro Filodrammatici

N.E.R.D.Stesto e regia Bruno Fornasari

6 - 9 APRILE | SALA SHAKESPEARE

Banda Osiris

IL MASCHIO INUTILE

19 APRILE - 7 MAGGIO | SALA SHAKESPEARE

Elio De Capitani

LEAR DI EDWARD BONDregia Lisa Ferlazzo Natoli

18 APRILE - 7 MAGGIO | TEATRO DELLA CONTRADDIZIONE

CAFÉ BERLINdi Marco Maria Linzi

2 - 21 MAGGIO | SALA FASSBINDER

Ferdinando Bruni

UNA SERIE DISTRAVAGANTI VICENDEuno spettacolo di Bruni/Frongiada Edgar Allan Poe

3 - 21 MAGGIO | SALA BAUSCH

Elena Russo Arman, Lorenzo Fontana

THE JUNIPER TREE di Elena Russo Arman dai fratelli Grimm

Giulia Lazzarini8 - 10 MAGGIO | SALA SHAKESPEARE

MURIPRIMA E DOPO BASAGLIA11 - 14 MAGGIO | SALA SHAKESPEARE

GORLA FERMATA GORLAtesti e regie Renato Sarti

5 - 16 GIUGNO | SALA FASSBINDER

Cristina Crippa, Gabriele Calindri

FUGA IN CITTÀ SOTTO LA LUNAda Tommaso Landolfi e Boris Vian

19 - 23 GIUGNO | SALA FASSBINDER

Motus

MDLSX

19 - 23 GIUGNO | SALA BAUSCH

Nina's Drag Queens

VEDI ALLA VOCE ALMAdi e con Lorenzo Piccolo

* PRODUZIONE TEATRO DELL’ELFO

FUORI PROGRAMMA ALL’ELFO PUCCINI

1 marzo – 7 giugnoIL TEATRO DELLE PAROLESesta edizione del corso di scrittura creativa a cura di Iaia Caputoinfo: [email protected]

10 – 12 giugno PREMIO HYSTRIO27ma edizionewww.premiohystrio.org

ART@ELFOun progetto di Flavio Arensi e Ferdinando Bruni

Spazio Atelier 1- 2 febbraiomemores@elfoPietro Masturzo + Roberto Fanari

Spazio Atelier 2- 4 maggiosecondaombra@elfoopere di Massimiliano Pelletti

COME NE VENIMMO FUORI

di e con Sabina Guzzanti, regia Giorgio GallioneSECOL SUPERBO E SCIOCCO PRODUZIONI

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Ci troviamo nel futuro. Un futuro finalmente armonico e civile, dove il denaro è tornato ad essere semplicemente un mezzo. Una donna, SabnaQƒ2, sale sul palco emozionata per l’incarico che le è stato affidato. Le celebrazioni della fine del secolo di merda, si svolgono ogni anno perché non si perda la memoria di quanto accadde in quegli anni terribili e si scongiuri il pericolo che la storia possa ripetersi. Tocca a lei quest’anno pronunciare il discorso celebrativo sulla fine del periodo storico più buio dell’umanità: il periodo che va dal 1990 al 2041, noto a tutti come “il secolo di merda”.Il fatto è che dopo tanto tempo, nessuno ha più voglia di arrovellarsi a capire le ragioni che avevano spinto gli uomini e le donne dell’epoca a cadere tanto in basso: frustrazione, ignoranza, miseria, compensate da ore e ore trascorse a litigare su facebook e a guardare programmi demenziali. In questo futuro felice, si è

Il neo-liberismo spiegato da Sabina Guzzanti

diffusa l’idea che gli esseri umani vissuti nel secolo di merda fossero semplicemente degli emeriti imbecilli.Per confutare questa spiegazione sbrigativa, SabnaQƒ2 ha preparato una ricerca accurata: ha esaminato la televisione dell’epoca, i suoi leader, le convinzioni economiche e politiche, i passaggi storici nodali... Ne è scaturita un’impietosa conferenza spettacolo sulla nostra attualità politica, una galleria di esilaranti personaggi contemporanei.

Sabina Guzzanti torna in teatro per incontrare il pubblico con un monologo satirico esilarante. Uno spettacolo essenziale, nato da approfondite ricerche sul sistema economico post-capitalista o neoliberista su cui l’autrice sta lavorando già da qualche anno. Anche in questo testo, come nei suoi precedenti, l’intento è diaffrontare questioni complesse e riflessioni importanti attraverso la comicità e la satira.

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N.E.R.D. (Non Erosive Reflux Desease) in medicina è l’acronimo che indica il reflusso non erosivo, un classico bruciore di stomaco, fastidioso ma apparentemente innocuo. Una famiglia tradizionale - padre, madre e quattro figli maschi - nel 50° anniversario di matrimonio dei genitori si riunisce per festeggiare insieme ad altri parenti e conoscenti. L’idea è quella che tutto sia perfetto, ma ovviamente non sarà così.Una commedia dal cuore nero, provocatoria e irresponsabile, che parte dalla famiglia come rassicurante paradigma di una società sana per raccontarci il rovescio della medaglia: un quarto stato post moderno che cerca di liberarsi da paure e inquietudini tutte contemporanee, nell’ansia di rimandare il futuro e conquistarsi un presente a lunga scadenza.

SOPRAVVIVE CHI MEGLIO SI ADATTA AL CAMBIAMENTO

testo e regia Bruno FornasariTEATRO FILODRAMMATICI

Il testo, fin dai primi vagiti, subisce un’esplosione scenica. Quattro fratelli (Tommaso Amadio, Riccardo Buffonini, Michele Radice, Umberto Terruso, affiatati, eclettici, precisi in un gioco al massacro condito con vitalità, spunto, brio e guizzi) per quattro modi diversi di stare al mondo, per quattro modalità di insicurezza e insoddisfazione, per quattro standard di dolore alla bocca dello stomaco. Tutto è ammantato da una finta gioia. Tutti insieme appassionatamente sulla nave dell’irrisolutezza, nelle viscere delle ragnatele pazientemente costruite delle falsità. TOMMASO CHIMENTI IL FATTO QUOTIDIANO

di e con Banda Osiris, Federico Taddia e Telmo Pievani BANDA OSIRIS SNC

La Banda Osiris, insieme a Federico Taddia e Telmo Pievani, compie un’analisi tanto esilarante quanto spietata della condizione maschile contemporanea tra parodie, cantate pop rock e d’operetta, improbabili lezioni di anatomia, testimonianze “scientifiche” e talk show.Quattro uomini decidono per la prima volta di costituire un gruppo di auto-aiuto. Con il contributo di un narratore di storie e di uno scienziato dell’evoluzione attraversano i gironi infernali della mascolinità. È una terapia d’urto, una catarsi. Scoprono così che i loro cromosomi stanno invecchiando,

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che il corpo maschile è pieno di parti inutili, che per non fare la pipì fuori dal vaso hanno bisogno di una mosca finta dipinta nell’orinatoio e che in natura c’è veramente di tutto: eterosessualità, omosessualità, bisessualità, transessualità. Insomma, un’esplosione di diversità in cui il maschio tradizionale si sente piccolo e periferico. Ecco allora che emerge la domanda fatidica: perché nonostante tutto i maschi sopravvivono? Nella parte finale del loro viaggio, i quattro maschi anonimi scopriranno il segreto scientifico della loro esistenza, che qui non possiamo anticipare.

N . E . R . D . S Il maschio inutileChe cosa significa essere maschi oggi?

adattamento e regia Lisa Ferlazzo Natoli con Elio De Capitani

TEATRO DI ROMA, TEATRO DELL'ELFO E LACASADARGILLA

Lear di Edward Bond

Lisa Ferlazzo Natoli ha coinvolto Elio De Capitani nel suo articolato progetto sul teatro di Bond, chiedendogli di interpretare Lear nel nuovo allestimento dello spettacolo firmato nel 2015. Una scelta maturata dopo averlo diretto nel radiodramma The Testament of This Day (un altro tassello del progetto) e dopo che Bond stesso, ascoltando questa sua interpretazione, lo aveva sollecitato scrivendogli: “Elio, play this sometimes please!”. Da Shakespeare fino a Kurosawa e allo stesso Bond, tutti i Lear, vecchi stregati da una hybris insensata, compiono il doloroso viaggio dalla cecità dell’anima indotta dal potere, fino a giungere a una certa misura di umanità che fa scoprire loro di essere

un corpo nudo esposto alle tempeste della natura e della vita. Ma nel suo Lear Bond analizza la violenza del potere autocratico di Lear - e la sua cecità, che potrà cessare solo quando le sue stesse figlie gli faranno cavare gli occhi - come frutto di un desiderio di protezione autarchica, di difesa del regno dall’assalto esterno attraverso la costruzione di un gigantesco muro che

UNA FAVOLA NERA SULL’INDISSOLUBILE RAPPORTO TRA UOMO E POTERE

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tenga fuori tutti i nemici visti come barbari. Ogni sforzo, ogni sopruso, ogni crudeltà sono giustificati dalla necessità di difendere lo Stato: solo dopo che il muro sarà finito, si potrà essere gentili e umani, ora no. Lungo il suo viaggio verrà deposto, sconfitto dalle sue stesse figlie (eredi della sua violenza e cecità) e sconfitto anche da chi ai suoi occhi diventa come una vera figlia, anche se adottiva, l’inedita Cordelia creata da Bond, la moglie di un contadino che si mette a capo di una grande rivoluzione popolare. Anche lei rimarrà imbrigliata nelle logiche del potere e della difesa della nuova patria rivoluzionaria e finirà per riprendere la costruzione proprio di quel muro che ormai Lear considera il più grande errore della sua vita. Il testo, scritto da Bond negli anni settanta, è oggi più che mai attuale. Lisa Ferlazzo Natoli ha lavorato a stretto contatto con l’autore a una mirabile drammaturgia della necessità e dell’urgenza per adattare i trentacinque personaggi a un cast di otto attori con Elio De Capitani nel ruolo di Lear e con Fortunato Leccese, Anna Mallamaci, Emiliano Masala, Alice Palazzi, Pilar Perez Aspa, Diego Sepe, Francesco Villano.

«Lisa Ferlazzo Natoli ha messo in scena il Lear in una sorta di fastoso cantiere. Impalcature di tubi metallici, su cui si allungano veli leggeri. Bond mette a confronto due realtà incomparabili, due sistemi politici anche temporalmente sfalsati, un regime ancien fuori dalla storia e quello rivoluzionario che l’ha abbattuto, senza che nulla sia cambiato nel profondo. Quel muro è sempre lì. Non ci sono poteri buoni. La regia ne dà conto con una crudeltà davvero “elisabettiana”, da “tragedia di vendetta”.»GIANNI MANZELLA IL MANIFESTO

testo e regia Marco Maria LinziTEATRO DELLA CONTRADDIZIONE E TEATRO DELL’ELFO

IN SCENA AL TEATRO DELLA CONTRADDIZIONE, VIA DELLA BRAIDA 6

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«Siamo a Berlino, nel periodo a cavallo tra la Repubblica di Weimar e l’avvento del nazismo», spiega il regista di questo spettacolo del Teatro della Contraddizione che, pur tornando in scena nella sala dov’è nato (in via della Braida 6), entra a pieno titolo nelle produzioni dell'Elfo. «Siamo in quei kaffè dove la decadenza si aggrappa alle pareti - continua Marco Maria Linzi - dove la musica zoppica a ritmo del disagio che si mastica e della diversità che si beve. O forse non siamo né a Berlino né a Milano, né nei primi del Novecento né nei primi del Duemila. Non ci siamo e basta, sospesi, sbattuti, gravitanti in uno spazio che diventa un gioco di specchi...».

ISPIRATO AL FALLIMENTO DI KURT TUCHOLSKI

C A F É B E R L I NCafé Berlin è abitato da personaggi che oscillano tra essere qui ed essere altrove, tra essere nella propria Prigione/Rifugio e nel Bordello/Desiderio. Tra balli, canti, reggicalze e vestitini succinti. Tra sprofondamenti e lingue che inumidiscono labbra protratte verso il peggior offerente.Sul pubblico vive una sorta di silenziosa voce narrante, un misto tra un profeta illuminato e un poeta visionario: Kurt Tucholski, scrittore della repubblica di Weimar, traccia del percorso di questo spettacolo, figura emblematica di quel tempo e forse anche del nostro, simbolo dell'utopia dell'arte, di quella che prova ad essere utile.

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con Ferdinando Brunimusiche originali di Teho Teardo

TEATRO DELL’ELFO

Teatro e poesia: un binomio che Ferdinando Bruni e Francesco Frongia hanno già sperimentato in spettacoli rimasti nella memoria e che si rinnova in questo progetto dedicato a Edgar Allan Poe, alla sua figura tragica e affascinante che ha ispirato tanta letteratura - a cominciare dai simbolisti e dai surrealisti - e tanto cinema.

«Ci sono esistenze che, a un certo punto, si accorgono che una sola vita non basta», spiegano Bruni e Frongia raccontandola genesi di questo nuovo spettacolo. «Persone che trascendono la propria epoca e contaminano con la loro opera le generazioni successive. Gli scritti di Edgar Allan Poe hanno questa capacità miracolosa, ci hanno affascinati proprio per questa loro qualità magica: chi li legge entra in un gorgo in cui piano piano tutti i sensi sono chiamati a reagire e ci si trova, quasi senza averlo deciso, ad esplorare zone della propria mente dove l’ombra è più fitta, ad apire porte che non si aveva il coraggio di considerare, a leggere la realtà attraverso un filtro oscuro che allarga tuttavia i confini della coscienza e della percezione. Un viaggio oltre uno specchio nero in un paese delle meraviglie al negativo. Paura, ma anche ironia, disperazione, ma anche passione e l’inesausta voglia di raccontare storie. E poi la poesia: ballate misteriose, filastrocche inquietanti, una voce che sa essere stridula e carezzevole, terrificante e incantata. La poesia di cui Baudelaire si innamorò.

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UNA SERIEDI STRAVAGANTI

VICENDEInsomma un materiale perfetto per continuare il nostro lavoro su un teatro che fra gli elementi del suo linguaggio considerasse anche la meraviglia - dopo La Tempesta e dopo Alice Underground - e perfetto per iniziare la nostra collaborazione con un artista, Teho Teardo, il cui lavoro, a cavallo fra "suono colto e distorsione effettistica”, potesse accompagnare la voce di Bruni e le immagini di Francesco Frongia in questo viaggio nella parte oscura della luna. Edgar Allan Poe è già stato oggetto di ispirazione per molti musicisti, ad esempio Lou Reed con il suo The raven per citarne solo uno a noi molto caro.

Con Teho Teardo vogliamo creare una suite teatrale/musicale che usi tutte le possibilità dei nuovi strumenti multimediali, ma che al tempo stesso evochi l’atmosfera remota, il sentore di fiori squisiti e putrefatti che emana dall’opera di Poe. Un viaggio che ci accompagni dentro le sue parole per farci esplorare i confini, i limiti reali o immaginari delle sue (e delle nostre) ossessioni.»

Un omaggio a Edgar Allan Poe di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia

regia Elena Russo Arman, musiche originali Alessandra Novagacon Elena Russo Arman, Lorenzo Fontana e Maria Caggianelli Villani

TEATRO DELL’ELFO

Nelle fiabe il male è rappresentato da streghe, orchi, maghi, creature malvagie che cambiano le persone in qualcosa d’altro, infettandole con la propria malvagità. Questa minaccia può annidarsi ovunque, e tanto più è terribile quanto più è nascosta fra le pieghe della vita quotidiana, fra le cose, gli ambienti, le persone che più dovrebbero rassicurarci.La strega in The Juniper Tree è una matrigna, che non possiede doti magiche ma ossessionata da frustrazioni, rancori e infelicità, riversa il proprio odio su un bambino innocente fino ad ucciderlo. Ed è proprio in questo assassinio che si realizza il suo malefico incantesimo.

Nello spettacolo la vita quotidiana e la magia fiabesca si intrecciano; le musiche di Alessandra Novaga avvolgono i personaggi rendendoli spaventosi e commoventi, letti dallo sguardo di un bambino che in realtà è un pupazzo. La matrigna è interpretata da un attore e in scena fantocci e automi si mescolano a presenze in carne e ossa, per restituire il senso di smarrimento che accompagna il bambino nel suo difficile cammino.

Ma nelle fiabe l’incantesimo può essere rotto da una forza benefica. In The Juniper Tree non ci sono fate buone: c’è una mamma morta prematuramente che, sepolta sotto l’albero che dà il titolo alla storia, veglia sul suo bambino ricordandogli quanto è stato desiderato. E poi c’è la sorellastra Marilena, testimone e vittima inconsapevole, che, col suo amore incondizionato, aiuterà il fratello a sciogliere l’incantesimo e a compiere il proprio destino. Questo ci insegna la favola: che ci sono molte opportunità positive, che la vita è difficile ma bisogna saper cogliere queste opportunità, e soprattutto riconoscere il male e combatterlo con l’intelligenza, con il cuore gentile e con il coraggio. Il compiersi del proprio destino, il trovare la propria strada però non avviene mai da soli, ma dall’unione, dal sostegno e dall’amore di chi ci sta accanto.

dai fratelli Grimm

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The Juniper Tree

CHI FARÀ DEL MALE AD UN BAMBINO È MEGLIO CHE SI METTA UNA PIETRA AL COLLO E SPROFONDI NEL MARE. LUCA 17 : 2

testi e regie Renato SartiTEATRO DELLA COOPERATIVA

Si rinnova quest’anno l’occasione di vedere all’Elfo Puccini una grande interprete del teatro italiano: torna Giulia Lazzarini, protagonista delicata ed essenziale di due spettacoli intensi e necessari, scritti da Renato Sarti e prodotti dal Teatro della Cooperativa.

Muri - in scena dall’8 al 10 maggio - racconta, attraverso lo sguardo e la testimonianza dell’infermiera Mariuccia, la rivoluzione dello psichiatra Franco Basaglia che aprì i manicomi e trasformò l’approccio alla cura delle malattie mentali.

Gorla fermata Gorla - dall’11 al 14 maggio - ricostruisce la strage della scuola elementare Francesco Crispi dove, per un tragico errore, nel 1944 vennero uccisi 184 bambini da una bomba dell’aviazione inglese.

GIULIA LAZZARINI PROTAGONISTA DEI RACCONTI TEATRALI DI RENATO SARTI

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Gorla fermata GorlaMuri

«Renato Sarti porta sulla scena col titolo Muri il diario di una donna che lavorava al manicomio di Trieste e visse in prima persona le trasformazioni ciclopiche di franco Basaglia che portarono alla legge 180. Più ricco di tante celebrazioni, il diario di Mariuccia Giacomini, trova voce e pieghe insinuanti, tra tenerezza, stupore e fierezza, nella bella lettura di Giulia Lazzarini, discretamente accompagnata dai cenni musicali di Carlo Boccadoro. (…) Una lezione di civiltà anche attraverso i sentimenti più semplici per raccontare una delle trasformazioni più complesse della nostra società.» GIANFRANCO CAPITTA IL MANIFESTO

«Renato Sarti, con impegno civile e lievità drammaturgica che non scade mai nel didascalico, racconta questa terribile storia e per farlo affida alla bravissima Giulia Lazzarini il ruolo di una bimba sopravvissuta che, ormai coi capelli bianchi, racconta quel giorno lontano ma sempre vicino, e interloquisce con due bimbi, i bravi Federica Fabiani e Matthieu Pastore, morti quel giorno, che appaiono dietro un velo tra pezzi di giostre rotte, vestiti di bianco, grassottelli e curiosi della vita. Lei in proscenio racconta, evoca e il caso gioca col destino. Ecco il bimbo scavezzacollo che decide di non andare a scuola e si salva, un altro riottoso si nasconde tra le ceste di verdura del padre che se ne accorge lo riaccompagna a scuola. Una scheggia della nostra storia.» MAGDA POLI CORRIERE DELLA SERA

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con Cristina Crippa e Gabriele CalindriTEATRO DELL’ELFO

«Diceva Groddeck, psicanalista irregolare e sgangherato, ma nella sua follia uno dei più chiaroveggenti e simpatici, che è utile e necessario ogni tanto mettere la testa fra le gambe e guardarsi il mondo sottosopra. E non preoccupatevi se la contorsione vi sembra eccessiva e la schiena non vi asseconda: non è l’unico sistema. Può bastare assumere lo sguardo di un altro, cosa che a noi attori viene semplice, infiltrarsi nel corpo di un personaggio (o è il contrario, farsi abitare da lui?).E cosa può essere meglio per me di una vecchia cagna moribonda che vuole, col poco fiato che ancora le resta, narrare alla sua ultima cucciolata la più bella storia della sua vita?Perché tale è la protagonista di Favola di Tommaso Landolfi, autore a me molto caro, che negli anni ’80 raggiunse atipici lettori con l’adattamento a fumetti del suo Il mare delle blatte disegnato da Scozzari sulla rivista Frigidaire. Questa cagna non ha nome, parla in prima persona e questo facilita assai il gioco teatrale, lo slittamento dell’attrice dentro la bestia, cioè la mia trasformazione nella narratrice. Umana, troppo umana questa cagna, pure, grazie al suo essere altra, mette a fuoco stranezze del comportamento dei suoi padroni e alcune profonde discrepanze nei codici di comunicazione.Cosa vuol lasciare ai suoi figli questa madre? Vuole consegnare il ricordo di una fuga in una città del sud illuminata dalla luna, rivivere la sua giovinezza, la scoperta del mondo con occhi incantati,

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Fuga in città sotto la luna

l’innamoramento e la felicità, che per ciascuno è diversa, e ti sconvolge la vita, non importa qual è l’oggetto del tuo amore.

Bene, io e la femmina di cane riunite in una sola donna, siamo spesso allegre e felici, ma anche un po’ malinconiche e vorremmo farvi udire, cari spettatori, anche una storia divertente, vorremmo rallegrarci un po’ e lo faremo in compagnia di un lupo mannaro.No, non è quello che pensate, si tratta di un lupo mite e gentile, ben disposto e curioso nei confronti degli uomini, che, morso da un umano rabbioso, in una notte di plenilunio si trasforma in un uomo. Un po’ costernato all’inizio, decide di far buon viso a cattivo gioco e di permettersi un’incursione nella vicina Parigi, finché l’alba

non lo riporterà alla sua tana.Il padre di questa simpatica creatura è Boris Vian, artista poliedrico e geniale, scrittore, musicista e cantante che passò con la sua amata tromba in mano a mettere sottosopra la vita culturale e le notti della Parigi degli anni ’40-’50, finché a 39 anni un attacco cardiaco non se lo portò via.Gabriele Calindri si infilerà negli allampanati e mutevoli panni del lupo: è amico e compagno di lavoro da molti anni. Da un lontano Sogno di una notte d’estate dell’’88, alla Bottega del caffè di Fassbinder, al recentissimo Morte di un commesso viaggiatore.Io so che lui sarà un perfetto "umanlupo" (come si rovescia licantropo?) ».Cristina Crippa

UNA STORIA NOTTURNA DA "FAVOLA" DI TOMMASO LANDOLFI E DA "IL LUPO MANNARO" DI BORIS VIAN

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regia Enrico Casagrande e Daniela Nicolòcon Silvia Calderoni

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MDLSX è ordigno sonoro, inno lisergico e solitario alla libertà di divenire, al gender b(l)ending, all’essere altro dai confini del corpo, dal colore della pelle, dalla nazionalità imposta, dalla territorialità forzata, dall’appartenenza a una Patria. Di “appartenenza aperta alle Molteplicità” scriveva Rosi Braidotti in On Becoming Europeans, avanzando la proposta di una identità post-nazionalista.Ed è verso la fuoriuscita dalle categorie – tutte, anche artistiche – che MDLSX tende. È uno “scandaloso” viaggio teatrale di Silvia Calderoni che – dopo 10 anni con Motus – si avventura in questo esperimento dall’apparente formato del Dj/Vj Set.

Lo spettacolo prende le mosse da La voce umana di Jean Cocteau, ma anche da un fatto realmente accaduto. La bella e volubile Alma Mahler, musa di tanti artisti del novecento, ebbe una tormentata relazione con il pittore Oscar Kokoschka. Questi, da lei abbandonato, ne fece costruire una bambola a grandezza naturale. Visse con la bambola, la ritrasse, le assegnò una cameriera, la portò in pubblico, finché un giorno, ubriaco, decise di dare un epilogo tragico alla vicenda. Un amore assurdo, violento, epico.Sola in scena coi suoi fantasmi, una donna che donna non è, divisa tra l’amore e il disamore, tra la tragedia e la farsa, tra le grandi muse e le piccole massaie.Tenuta in vita da un filo sottile, il filo di un telefono.

uno spettacolo Nina's Drag Queens, di e con Lorenzo PiccoloAPARTE - ALI PER L'ARTE

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L’IMPOSSIBILE ARRIVERÀ E L’INIMMAGINABILE È INEVITABILE

Un monologo/melologo per drag queen solista

Indovinate scorribande poetiche intorno all’opera con playback esilaranti e tecnicamente perfetti. Vien voglia di vedere almeno un’altra ora e mezzo di spettacolo. MARTINA PARENTI LO SGUARDO DI ARLECCHINO

L’aspetto più interessante dello spettacolo è che esso sembra prescindere da specifiche problematiche sessuali: ciò che affronta, in definitiva, è la più ampia questione del cosa fare di sé, di quale posto trovare in un mondo che ingabbia la complessità dell’individuo in categorie rigidamente definite.RENATO PALAZZI IL SOLE 24 ORE

…il pubblico resta ipnotizzato, commosso, stupito, non tanto per l’indubbia bellezza formale di quello che si vede sul palcoscenico, ma per il coraggio, estremo e radicale della performer.WLODEK GOLDKORN L’ESPRESSO

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