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    Per ciascun comparto vengono fornite indicazioni a carattere

    prescrittivo e/o indicativo da rispettare e approfondire nella

    predisposizione del piano attuativo.

    Il paragrafo successivo, unitamente alle indicazioni riportate sulle

    tavole 5.5a e 5.5b, stabilisce le modalit attuative e la natura delle

    indicazioni progettuali.

    28.16 - COMPARTI

    Gli edifici compresi allinterno dei comparti e non riportati nelle

    tavole 5.2, 5.3, 5.4 e 5.5 sono da intendersi assoggettati, a seconda

    delle sistemazioni di progetto riportate, alla modalit dintervento

    della demolizione con ricostruzione (ai sensi dellart. 28.9.4) o

    senza ricostruzione (ai sensi dellart. 36, punto 4 della L.R.

    47/1978). Al di fuori di tali interventi potranno subire

    esclusivamente interventi di manutenazione ordinaria e straordinaria.

    1. Piazzale Tiberio

    La sistemazione si attua attraverso un progetto di opera pubblica che

    metta in evidenza l'ingombro della fila di case a schiera originaria,desunta dalle tavole del Catasto Pontificio, pur senza prevederne il

    ripristino.

    L'area originariamente occupata dagli edifici sar evidenziata da

    un'apposita pavimentazione lastricata definita sui due lati lunghi da

    una fila di fittoni posizionati secondo le delimitazioni catastali

    della schiera originaria.

    2. Via Ducale

    La sistemazione si attua attraverso un piano urbanistico preventivo di

    iniziativa privata che preveda il ripristino di due edifici il cui

    sedime stato desunto dalle tavole del Catasto Pontificio, previa

    demolizione dei corpi di fabbrica esistenti in prossimit del Portocanale, attraverso un intervento di ripristino tipologico.

    Gli edifici da ripristinare dovranno avere una destinazione d'uso a

    residenza permanente (punto A1). Il commercio (B2), l'artigianato di

    servizio compatibile con la residenza (B5), pubblici esercizi (B4) e

    uffici (B1), sono ammessi a condizione che non superino il 30% della

    Su su ciascuna unit definita dal Piano.

    L'edificio contrassegnato con la lettera a, dovr essere realizzato

    nell'ingombro planimetrico definito dalla tavola 5.5a, il suo modello

    tipologico di riferimento sar il tipo "a schiera" e l'altezza non

    dovr essere superiore ai 3 piani con un limite massimo di 9,50 m.;

    l'edificio contrassegnato con la lettera b, dovr essere realizzato

    nell'ingombro planimetrico definito dalla tavola 5.5a, il suo modellotipologico di riferimento sar il tipo "palazzetto", sia per quanto

    riguarda l'edificio vero e proprio, che per il suo giardino di

    pertinenza, e l'altezza non dovr essere superiore ai 4 piani fuori

    terra con un limite massimo di 13 m.

    La costruzione degli edifici subordinata alle demolizioni previste

    per l'edificio adiacente al Porto canale.

    Le sistemazioni degli spazi a terra riportate sulle tavole hanno

    valore indicativo.

    3. Istituto Alberti

    La sistemazione si attua, a seguito del Protocollo d'Intesa (approvato

    con deliberazione consiliare n. 110 del 7.9.2000 e successivamenteintegrato con atti del 28.07.2005 e del 5.4.2011) sottoscritto tra

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    Comune di Rimini e Universit degli Studi di Bologna, che definisce

    gli immobili di propriet comunale da recuperare con finanziamenti

    ministeriali e da dare in uso perpetuo all'Universit, attraverso

    intervento di ristrutturazione urbanistica da attuarsi con un piano

    urbanistico preventivo di iniziativa pubblica che preveda la

    demolizione preventiva di alcuni corpi di fabbrica annessi

    all'Istituto scolastico L. B. Alberti e, in sostituzione di questi:

    La Ristrutturazione Edilizia dell'edificio 2.6.

    La nuova costruzione di un edificio contrassegnato con il numero 2.7

    previa demolizione dell'edificio esistente. Il nuovo edificio dovr

    mantenere l'allineamento sulla via Cattaneo, sar realizzato entro

    l'ingombro planimetrico definito dalla tavola 5.5a e non dovr

    comportare incremento della volumetria preesistente, potr essere

    realizzato un piano interrato;

    La riqualificazione dell'area libera identificata con il 2.8 con

    particolare attenzione alla creazione di percorsi pedonali di

    collegamento con le sedi universitarie limitrofe e con le funzioni

    specialistiche presenti nell'intorno (Museo, Domus, Piazza Ferrari,

    Piazza Teatini, S.Francesco);Gli edifici2.6 e 2.7 potrannoavere una destinazione d'uso di cui al

    punto B6

    I parcheggi indicati nella tavola 5.5a assolvono lo standard di

    parcheggio pubblico l'eventuale eccedenza potr essere utilizzata per

    localizzare parte dei parcheggi di uso privato.

    I parcheggi di uso privato potranno essere realizzati anche in

    superficie.

    Le sistemazioni degli spazi a terra riportate sulle tavole hanno

    valore indicativo. Per una migliore accessibilit e sicurezza, la

    progettazione dell'area esterna dovr comunque prevedere l'adeguamento

    degli accessi agli edifici prospicienti l'area cortilizia in funzione

    delle nuove quote altimetriche.In fase di progettazione attuativa dei singoli insediamenti/opere

    dovranno essere valutate le eventuali ricadute ambientali, al fine di

    verificare il rispetto della normativa vigente.

    4. Via Clementini

    Destinazione d'uso: residenza permanente (punto A1). Il commercio

    (B2), l'artigianato di servizio compatibile con la residenza (B5),

    pubblici esercizi (B4) e uffici (B1), sono ammessi a condizione che

    non superino il 30% della Su su ciascuna unit definita dal Piano.

    Modalit di intervento: restauro e risanamento conservativo di tipo B

    attuabile sulle singole unit edilizie esistenti.

    5. Anfiteatro

    La sistemazione si attua attraverso un piano urbanistico preventivo di

    iniziativa pubblica che preveda la demolizione di tutti gli edifici

    compresi all'interno del comparto in modo da consentire lo scavo

    archeologico. A seguito dei risultati dell'indagine, l'area andr

    sistemata a verde pubblico in maniera da consentire la conservazione

    e/o la visita dei reperti.

    7. Vecchio mercato coperto

    La sistemazione si attua attraverso un piano urbanistico preventivo di

    iniziativa pubblica che preveda:

    il ripristino tipologico di una serie di edifici a schiera con

    giardino lungo le vie Castelfidardo e M. Rosa, contrassegnati dalla

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    PSC

    Comune di Rimini

    PIANO STRUTTURALE COMUNALE

    NORME

    elaborato PSC.N

    Adozione:Delibera di C.C. n. 65 del 29/03/2011Testo modificato con emendamenti approvatidal C.C. nella seduta del 19/03/2011

    Approvazione:Delibera di C.C. n.00 del 00/00/0000

    Sindaco:Alberto Ravaioli

    Assessore al Territorio:Roberto Biagini

    Presidente del Consiglio Comunale:Antonella Ceccarelli

    Segretario Comunale:Laura Chiodarelli

    Direzione Pianificazione eGestione Territoriale, Coordinatore eCapo Progetto Ufficio di Piano:Alberto Fattori

    Consulenza Generale:A.T.I. composta da

    -Tecnicoop soc. coop(Rudi Fallaci, Luca Biancucci)-Giuseppe Campos Venuti-Carla Ferrari

    PIANO STRUTTURALE COMUNALE

    PIANOS

    TRUTT

    URALE

    stesura 30 marzo 2011

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    Ambiti, o porzioni di ambiti, del PSC Zone omogenee D.M.

    2/04/1968

    ACS A

    AUC B

    AR B

    APF (porzioni gi edificate o gi urbanizzate) B

    ASP B

    ANS o ASP_N che siano gi edificati (tipologia

    1.2 di cui alla Tav.4 del PSC)

    B

    Tutti gli altri ANS e ASP_N, nonch le porzioni

    non urbanizzate di APF (fino ad inserimento

    in POC)

    E

    Tutti gli altri ANS (dopo linserimento in POC) C

    Tutti gli altri ASP_N, nonch le porzioni non

    urbanizzate di APF (dopo linserimento in

    POC)

    D

    Territorio rurale E

    Art. 1.13 Misure di salvaguardia e disposizioni transitorie

    1. Ai sensi dellart. 12 della L.R. 20/2000, dalla data di adozione del PSC, e fino alladefinitiva approvazione si applicano le misure di salvaguardia ossia:

    a) sospesa ogni determinazione in merito a permessi di costruire per interventiche siano in contrasto con aspetti prescrittivi del piano o siano tali dacomprometterne o renderne pi gravosa lattuazione;

    b) nel caso di presentazione di Dichiarazioni di Inizio di Attivit per interventi chesiano in contrasto con aspetti prescrittivi del Piano o siano tali dacomprometterne o renderne pi gravosa lattuazione, viene notificato alpresentatore, ordine motivato a non effettuare lintervento;

    c) sospesa lapprovazione di piani urbanistici attuativi che siano in contrasto

    con le previsioni del Piano adottato.2. La sospensione di cui al comma 1 opera fino alla data di entrata in vigore del

    piano e comunque per non oltre tre anni dalla data di adozione ovvero cinqueanni se lo strumento, entro un anno dalladozione, trasmesso ai fini dellaformulazione delle riserve o delle osservazioni alla Provincia.

    3. In specifico gli aspetti prescrittivi del PSC per i quali si applica la salvaguardia dicui alle precedenti lettere a) e b) relativa al rilascio di titoli abilitativi sonoespressamente ed esclusivamente i seguenti:

    - tutte le disposizioni prescrittive riguardanti la tutela dellambiente, dellidentitstorico-culturale e della sicurezza del territorio di cui al Titolo II delle presentinorme;

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    - la classificazione ed individuazione del territorio urbanizzato, del territoriourbanizzabile e del territorio rurale di cui allart. 4.1 e alla Tav. 3.

    Il RUE detta proprie ulteriori disposizioni riguardo alla salvaguardia conriferimento alla propria disciplina degli interventi edilizi diretti.

    4. Fermo restando il rispetto di tutte le disposizioni prescrittive riguardanti la tuteladellambiente, dellidentit storico-culturale e della sicurezza del territorio di cui alTitolo II delle presenti norme, sono considerati non in contrasto con il PSC icontenuti:

    - degli accordi di programma ai sensi dellart. 40 della L.R. 20/2000 approvatialla data di adozione delle presenti norme; tali contenuti possono pertantoessere attuati anche in fase di salvaguardia e in attesa del primo POC;

    - degli accordi ex- art. 18 della L.R. 20/2000 gi sottoscritti dal Comune e per iquali alla data di adozione delle presenti norme sia stata adottata la variante alPRG eventualmente necessaria al loro recepimento. Tali contenuti possono

    pertanto essere attuati, anche in fase di salvaguardia e in attesa del primoPOC, dal momento in cui la variante stessa sia definitivamente approvata;

    - dei Programmi Integrati dIntervento, ai sensi dellart. 16 della Legge 179/92 edellart. 20 della Legge Regionale n. 6/95, approvati alla data di adozione dellepresenti norme; tali contenuti possono pertanto essere attuati anche in fase disalvaguardia e in attesa del primo POC.

    5 Sono inoltre considerati conformi al PSC ed assunti come parte integrante delPiano, i contenuti degli accordi ex-art.18 che alla data di adozione delle presentinorme sono stati approvati dalla Giunta Comunale, per i quali sia stata o noadotta la variante al PRG necessaria al loro recepimento.

    I contenuti di tali accordi potranno pertanto essere attuati, previa approvazionedella variante urbanistica e dei relativi Piani attuativi, in conformit alla disciplinaprevigente.

    6. Per quanto riguarda i Piani Attuativi, di cui alla lettera c) del comma 1, sonoconsiderati non in contrasto con le previsioni del PSC:

    a) i Piani di Recupero relativi ad interventi nelle zone classificate B5 dal PRGprevigente, che siano stati presentati al Comune per lapprovazione prima del1/07/2010 (data di chiusura della Conferenza di Pianificazione) e che risultinoconformi al PRG previgente;

    b) i Piani di Recupero che siano stati adottati prima deladozione delle presentinorme;

    c) i Piani Particolareggiati che siano stati presentati al Comune perlautorizzazione o per lapprovazione, se di iniziativa privata, o adottati se diiniziativa pubblica, prima del 1/07/2010 (data di chiusura della Conferenza diPianificazione), alle seguenti condizioni:

    - siano rispettate tutte le disposizioni prescrittive riguardanti la tuteladellambiente, dellidentit storico-culturale e della sicurezza del territorio dicui al Titolo II delle presenti norme;

    - larea interessata ricada nel territorio urbanizzato o nel territoriourbanizzabile come individuati dal PSC;

    - le destinazioni duso siano conformi a quanto previsto negli articoli del

    Titolo V in relazione allambito di PSC in cui ricadono;

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    - nei PUA a destinazione in tutto o in parte residenziale, sulla base dispecifiche clausole convenzionali in applicazione dellart. A-6 ter della L.R.20/2000, una quota pari al 20% delle aree destinate a nuove costruzioniresidenziali siano riservate ad interventi di Edilizia Residenziale Sociale dicui al seguente art. 4.5; ove opportuno pu essere concordato con ilproponente che lERS riguardi il 20% della SC edificabile ad usoresidenziale anzich il 20% delle aree;

    - nei PUA a destinazione non residenziale, sulla base di specifiche clausoleconvenzionali in applicazione dellart. A-6 ter della L.R. 20/2000, siaprevisto un contributo economico finalizzato alla realizzazione di alloggi diEdilizia Residenziale sociale di cui al seguente art. 4.5.

    7. I Piani Particolareggiati di cui al comma 6 possono pertanto essere approvati infase di salvaguardia, o anche successivamente allapprovazione del PSC purchentro la data di adozione del primo POC, applicando le disposizioni del PRG-previgente, quanto a indici urbanistici e relative modalit di misurazione,

    dotazioni territoriali da realizzare, e ogni altra prescrizione del PRG.8. Tutti i restanti interventi previsti dal PRG previgente ed attuabili tramite PUA sono

    considerati non in contrasto con il PSC e quindi approvabili in fase disalvaguardia, qualora rispettino le seguenti condizioni:

    - siano rispettate tutte le disposizioni prescrittive riguardanti la tuteladellambiente, dellidentit storico-culturale e della sicurezza del territorio dicui al Titolo II delle presenti norme e le disposizioni sulle prestazioniambientali degli insediamenti di cui allart. 4.8;

    - larea interessata ricada nel territorio urbanizzato o nel territoriourbanizzabile come individuati dal PSC;

    - le destinazioni duso siano conformi a quanto previsto negli articoli delTitolo V in relazione allambito di PSC in cui ricadono;

    - nei PUA a destinazione in tutto o in parte residenziale, sulla base dispecifiche clausole convenzionali in applicazione dellart. A-6 ter della L.R.20/2000, una quota pari al 20% delle aree destinate a nuove costruzioniresidenziali siano riservate ad interventi di Edilizia Residenziale Sociale dicui al seguente art. 4.5; ove opportuno pu essere concordato con ilproponente che lERS riguardi il 20% della SC edificabile ad usoresidenziale anzich il 20% delle aree;

    - nei PUA a destinazione non residenziale, sulla base di specifiche clausoleconvenzionali in applicazione dellart. A-6 ter della L.R. 20/2000, sia

    previsto un contributo economico finalizzato alla realizzazione di alloggi diEdilizia Residenziale sociale di cui al seguente art. 4.5.

    - in applicazione del criterio della perequazione urbanistica assunto dal PSC,la quantit di edificazione riconosciuta alle propriet delle aree interessate,al netto della quota di edilizia residenziale sociale, non sia superioreallentit del diritto edificatorio attribuibile alle aree interessate ai sensi dellatabella di cui allart. 4.4 comma 4 e le propriet provvedano, qualora e nellamisura in cui ci venga richiesto dal Comune, ad introdurre nel PUA le areenecessarie ad ospitare diritti edificatori da trasferire da altre aree.

    9. Per i Piani Urbanistici attuativi che siano stati approvati prima delladozione delPSC ma di cui non sia stata firmata la convenzione si applicano le disposizioni di

    cui allart. 1.7 a condizione che la convenzione venga firmata entro due anni dalla

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    funzioni di vigilanza, di spegnimento di incendi, ed in genere di protezionecivile, di soccorso e di assistenza sanitaria e veterinaria;

    b) il divieto di passaggio dei predetti mezzi motorizzati nei sentieri, nellemulattiere, nelle strade poderali ed interpoderali, nelle piste di esbosco e di

    servizio forestale, sia reso noto al pubblico mediante laffissione di appositisegnali.

    2. Il Comune pu disporre inoltre linstallazione di apposite chiudende, purchvenga garantito il passaggio ai soggetti aventi diritto.

    TUTELEDI BENI STORICO-CULTURALI E TESTIMONIALI

    Art. 2.12 Zone ed elementi di interesse storico e archeologico e zone a diversa

    potenzialit archeologica

    1. Il PSC individua nella Tav. 1.1 le zone di interesse storico-archeologico e nelleTav. 1.4 e 1.5 le zone a diverso grado di potenzialit archeologica .

    2. Le zone di cui alla Tav. 1.1 possono essere incluse in parchi regionali,provinciali o comunali, volti alla tutela e valorizzazione sia dei singoli beniarcheologici che del relativo sistema di relazioni, nonch di altri valorieventualmente presenti, ed alla regolamentata pubblica fruizione di tali beni evalori.

    3. Le misure e gli interventi di tutela e valorizzazione delle aree di cui alla Tav. 1.1,nonch gli interventi funzionali allo studio, all'osservazione, alla pubblica fruizionedei beni e dei valori tutelati, sono definiti da piani o progetti pubblici di contenuto

    esecutivo, previa consultazione con la competente Sopraintendenzaarcheologica, ed avvalendosi della collaborazione dell'Istituto per i beni artistici,culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna. Tali piani o progetti possonoprevedere, oltre alle condizioni ed ai limiti eventualmente derivanti da altredisposizioni del presente Piano, la realizzazione di attrezzature culturali e diservizio alle attivit di ricerca, studio, osservazione delle presenze archeologichee degli eventuali altri beni e valori tutelati, nonch di posti di ristoro e percorsi espazi di sosta, ed altres la realizzazione di infrastrutture tecniche e di difesa delsuolo, nonch di impianti tecnici di modesta entit.

    4. I piani o progetti di cui al precedente comma possono motivatamente, a seguitodi adeguate ricerche, variare la delimitazione delle aree di cui alla Tav. 1.1 sia nel

    senso di variarne la categoria di appartenenza, classificandole eventualmentecome complessi archeologici, cio complessi di accertata entit ed estensione(abitati, ville, nonch ogni altra presenza archeologica) che si configurano comeun sistema articolato di struttura, sia nel senso di riconoscere che le areeindividuate nella Tav. 4 non possiedono le caratteristiche motivanti taleappartenenza e non sono conseguentemente soggetti alle relative disposizioni.

    5. (omissis)

    6. Fatta salva ogni ulteriore disposizione dei piani o progetti di cui al terzo comma,nelle aree di cui alla Tav. 1.1 possono essere attuate le previsioni dei vigentistrumenti urbanistici comunali, fermo restando che ogni intervento subordinatoall'esecuzione di sondaggi preliminari, svolti in accordo con la competente

    Sopraintendenza archeologica, rivolti ad accertare l'esistenza di materiali

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    archeologici e la compatibilit dei progetti di intervento con gli obiettivi di tutela,anche in considerazione della necessit di individuare aree di rispetto o dipotenziale valorizzazione e/o fruizione.

    7. Il Comune pu, in relazione a particolari necessit di salvaguardia, stabilire

    limitazioni al transito di mezzi motorizzati nei terreni di cui al presente articolo.

    8. Il PSC individua nelle Tav. 1.4 e 1.5 zone di territorio a diverso grado dipotenzialit archeologica, entro le quali gli interventi urbanistici ed edilizi sonosoggetti al vincolo del controllo archeologico preventivo. La carta dellepotenzialit archeologiche - che forma, con i relativi allegati, parte integrante delQuadro Conoscitivo del presente Piano - individua tre livelli di potenzialit delterritorio: nulla, bassa, media e alta:

    Valore alto: Sono le aree caratterizzate da una sequenza insediativapluristratificata compresa tra la preistoria e let post-antica, in cui sonoconservate le tracce dellimpianto urbano storico della citt di Rimini e in cui accertata la presenza di materiali e/o strutture, insediative e funzionali, distribuite

    in particolare sul Colle del Covignano, con alta probabilit di rinvenimentiarcheologici.

    Valore medio: comprendono aree periferiche allimpianto urbano di et romana epost-antica della citt di Rimini, zone con presenza accertata di materiali e/ostrutture, nonch antica viabilit.

    Valore basso: Sono le aree caratterizzate da una frequentazione antropicadiffusa o rarefatta e da una scarsa stratificazione delle presenze archeologiche,poste a quote diversificate rispetto alla morfologia antica del territorio.

    9. Ferme restando le norme di tutela di cui al Decreto Legislativo n42 del 22gennaio 2004 s.m.i. e le norme di cui agli articoli 2, 3 e seguenti della Legge 109

    del 25.06.2005 in merito alle opere di archeologia preventiva per quanto riguardai lavori di interesse pubblico, tutti gli interventi di scavo riguardanti il territoriocomunale di Rimini sono soggetti alle prescrizioni di cui ai commi seguenti.

    10. Area a potenzialit archeologica bassa. Nelle zone, edifici o complessisegnalati in area di potenzialit archeologica bassa, prima della realizzazione diinfrastrutture o interventi che modifichino sostanzialmente lassetto del territorio,ovvero prima dellapprovazione di piani particolareggiati, i soggetti interessatidovranno inviare alla Soprintendenza una comunicazione con allegato il progetto,riportante la localizzazione dellintervento e i dettagli di sezione relativi alle operedi scavo; La Soprintendenza, entro trenta giorni dal ricevimento della suddettacomunicazione, potr comunicare eventuale necessit di attivare attivit di

    controllo archeologico preventivo. Qualora dopo trenta giorni non vi sianoindicazioni da parte della Soprintendenza si intende applicata la normativa delsilenzio-assenso.

    11. Area a potenzialit archeologica media. In queste aree, prima di effettuareinterventi su terreni o costruzioni che prevedano operazioni di scavo anche dimodesta entit, la propriet interessata deve inviare una comunicazione allaSoprintendenza per i Beni Archeologici dellEmilia Romagna con allegato ilprogetto preliminare contenente la localizzazione dellintervento e la descrizionedelle opere di scavo e delle relative profondit, completa di sezioni. In relazioneallarea specifica di intervento ed alla natura dellintervento stesso, laSoprintendenza valuter e comunicher le modalit di esecuzione di indaginipreventive, che possono essere di varia natura, i cui costi sono a carico dellapropriet. Sulla scorta degli esiti delle indagini archeologiche preventive la

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    Soprintendenza comunicher al Comune e alla propriet le eventuali disposizionidi tutela e le eventuali successive attivit di ricerca archeologica non esauritedalle attivit preliminari di cui sopra.

    12. Area a potenzialit archeologica alta. In queste aree , prima di effettuare

    interventi su terreni o costruzioni che prevedano operazioni di scavo anche dimodesta entit, anche a quote superficiali, la propriet interessata deve inviareuna comunicazione alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dellEmiliaRomagna con allegato il progetto preliminare contenente la localizzazionedellintervento e la descrizione delle opere di scavo e delle relative profonditcompleta di sezioni. In relazione allarea specifica di intervento ed alla naturadellintervento stesso, la Soprintendenza valuter e comunicher le modalit diesecuzione di sondaggi preventivi preliminari, cui potranno seguire scaviarcheologici estensivi, svolti in accordo con la competente Soprintendenza per iBeni Archeologici..

    13. Espletata la richiesta di Nulla Osta e nel rispetto delle prescrizioni dettate dalla

    Soprintendenza per i Beni Archeologici, si dispone che la data d'inizio lavori, pertutti gli interventi da realizzare nelle aree indicate come siti di interessearcheologico, deve essere comunicata preventivamente dal proprietario e conalmeno una settimana di anticipo alla Soprintendenza per i Beni Archeologici.Ogni inadempienza alle prescrizioni indicate dalla Soprintendenza per i BeniArcheologici dell'Emilia Romagna che arrechi danni al patrimonio archeologico soggetta alle sanzioni previste dalla legge.

    14. Qualunque rinvenimento di natura archeologica che avvenga nel territoriocomunale, anche esternamente ai perimetri di cui al presente articolo, comunque soggetto al dispositivo di tutela di cui al D.Lgs. n. 42/2004.

    Art. 2.13 Colonie marine

    1. Il PSC individua nella Tav. 1.1 le colonie marine presenti sul territorio comunalecon le rispettive aree di pertinenza.

    2. Gli obiettivi da perseguire mediante gli interventi sulle colonie sono rivolti a:

    a) conservare le testimonianze storico-architettoniche, con riferimento agli edificidi maggior pregio;

    b) consolidare, riqualificare e ripristinare i varchi a mare e l'arenile;

    c) favorire e valorizzare la fruizione compatibile degli edifici e delle aree dipertinenza per dotare di servizi e qualit turistico-abitativa l'attuale

    conurbazione costiera.

    Si richiamano inoltre gli obiettivi e gli indirizzi generali contenuti nel ProgrammaCitt delle colonie, di cui allelaborato D del Quadro conoscitivo.

    3. Le colonie marine sono classificate in:

    A) colonie marine di interesse storico-testimoniale suddivise in:

    A.1) di complessivo pregio architettonico;

    A.2) di limitato pregio architettonico.

    B) colonie marine prive di interesse storico testimoniale.

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    a) qualsiasi intervento di nuova edificazione, ivi compresa la realizzazione diinfrastrutture, deve essere supportato da unattenta analisi geologica egeomorfologia di dettaglio da estendersi ad un intorno significativo dellarea diinteresse e deve essere analizzata la stabilit del versante sia prima che aseguito della realizzazione dellintervento;

    b) la progettazione dellintervento edificatorio deve essere supportata dallaprogettazione delle opere atte alla regimazione delle acque di scorrimentosuperficiale e di infiltrazione nel primo sottosuolo;

    c) i movimenti terra devono essere limitati alla realizzazione degli interventiammessi.

    12. Nei depositi eluvio colluviali e antropici cos come individuati nella Tavola 1.2valgono le disposizioni di cui al precedente comma 11.

    13. Il presente Piano delimita nella Tavola 1.2 le scarpate definite come queglioggetti morfologici aventi altezza > di 10 m e pendenza > 45. In adiacenza alle

    scarpate non consentito alcun intervento di nuova edificazione, ivi compresa larealizzazione di infrastrutture, a partire dallorlo superiore delle scarpate e peruna fascia di larghezza non inferiore allaltezza delle scarpate sottese e a partiredal piede delle scarpate e per una fascia di larghezza non inferiore allaltezzadelle scarpate sovrastanti.

    Art. 2.26 Aree soggette a particolare amplificazione del rischio sismico

    1. Il PSC concorre alla riduzione del rischio sismico del territorio cos comespecificato nell'art'art. A-2, comma 4, dell'allegato alla L.R. 20/2000, attraversoanalisi di pericolosit, vulnerabilit ed esposizione urbanistica, orientando le

    proprie scelte localizzative, i processi di trasformazione urbana e la realizzazionedi opere di interesse pubblico verso scenari di prevenzione e mitigazione delrischio sismico.

    2. Lo studio di microzonazione sismica di secondo livello effettuato in fase di PSC compreso in parte fra gli elaborati del Quadro Conoscitivo (Tavole da B.9 aB.12), ed in parte, nelle tavole di PSC.1.3.1, 1.3.2, 1.3.3 e 1.3.4.

    3. La Tav. PSC.1.3.1 "Carta dei livelli di approfondimento per gli studi dimicrozonazione sismica" fornisce la caratterizzazione sismica del territorio inmerito alle pericolosit di sito in funzione delle condizioni di utilizzo urbanisticodel territorio. In particolare sono stati riportati gli ambiti territoriali urbanizzati equelli di potenziale nuova urbanizzazione, oltre alle infrastrutture di interesse

    regionale e nazionale, quelle di interesse provinciale e comunale, i nuoviparcheggi scambiatori ed il nuovo casello autostradale.

    4. La microzonazione sismica di secondo livello individua:

    - le parti di territorio urbanizzato dove sufficiente la microzonazione sismica diII livello di approfondimento - analisi semplificata,

    - le parti di territorio urbanizzato dove necessario svolgere ulteriori indagini edeffettuare studi di microzonazione sismica di III livello di approfondimento -analisi approfondita per aree soggette a liquefazione e densificazione di cuialla lettera a) del punto 4.2 della Delibera di Assemblea Legislativa RegioneEmilia-Romagna n. 112 del 02/05/2007,

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    - le parti di territorio urbanizzato dove necessario svolgere ulteriori indagini edeffettuare studi di microzonazione sismica di III livello di approfondimento -analisi approfondita per aree soggette a liquefazione e densificazione di cuialla lettera b) del punto 4.2 della Delibera di Assemblea Legislativa RegioneEmilia-Romagna n. 112 del 02/05/2007,

    - gli ambiti suscettibili di nuova urbanizzazione dove sufficiente lamicrozonazione sismica di II livello di approfondimento - analisi semplificata,

    - gli ambiti suscettibili di nuova urbanizzazione dove necessario svolgereulteriori indagini ed effettuare studi di microzonazione sismica di III livello diapprofondimento - analisi approfondita per aree soggette a liquefazione edensificazione di cui alla lettera a) del punto 4.2 della Delibera di AssembleaLegislativa Regione Emilia-Romagna n. 112 del 02/05/2007,

    - gli ambiti suscettibili di nuova urbanizzazione dove necessario svolgereulteriori indagini ed effettuare studi di microzonazione sismica di III livello diapprofondimento - analisi approfondita per aree soggette a liquefazione e

    densificazione di cui alla lettera b) del punto 4.2 della Delibera di AssembleaLegislativa Regione Emilia-Romagna n. 112 del 02/05/2007,

    - le infrastrutture di competenza regionale-statale di previsione ritenute opereinfrastrutturali la cui funzionalit durante gli eventi sismici assume rilievofondamentale per le finalit di protezione civile di cui all'allegato A, punti A1 eA2.3.4 della Delibera di Giunta RER n. 1661/2009. Per tali opere necessariosvolgere indagini dettagliate al fini di effettuare studi di microzonazione sismicadi III livello di approfondimento - analisi approfondita per aree in cui previstala realizzazione di opere di rilevante interesse pubblico di cui alla lettere d), delpunto 4.2 della Delibera di Assemblea Legislativa RER n. 112 del 02/05/07(viabilit di interesse regionale-statale, nuovo parcheggio scambiatore, nuovo

    casello autostradale);- le infrastrutture di competenza regionale di previsione ritenute opere

    infrastrutturali la cui funzionalit durante gli eventi sismici assume rilievofondamentale per le finalit di protezione civile di cui all'allegato A, puntoB2.2.1. della Delibera di Giunta RER n. 1661/2009. Per tali opere necessariosvolgere indagini dettagliate al fini di effettuare studi di microzonazione sismicadi III livello di approfondimento - analisi approfondita per aree in cui previstala realizzazione di opere di rilevante interesse pubblico di cui alla lettere d), delpunto 4.2 della Delibera di Assemblea Legislativa RER n. 112 del 02/05/07(viabilit di interesse provinciale-comunale);

    - le infrastrutture di competenza regionale di previsione ritenute opere

    infrastrutturali la cui funzionalit durante gli eventi sismici assume rilievofondamentale per le finalit di protezione civile di cui all'allegato A, puntoB2.2.2. della Delibera di Giunta RER n. 1661/2009. Per tali opere necessariosvolgere indagini dettagliate al fini di effettuare studi di microzonazione sismicadi III livello di approfondimento - analisi approfondita per aree in cui previstala realizzazione di opere di rilevante interesse pubblico di cui alla lettere d), delpunto 4.2 della Delibera di Assemblea Legislativa RER n. 112 del 02/05/07 (trasporto rapido costiero- TRC e fermate TRC);

    5. Gli studi di analisi risposta sismica locale e di microzonazione sismica, inerenti alIIIlivello di approfondimento ai sensi del punto 4.2 della Delibera di AssembleaLegislativa n. 112 del 02/05/0, ove necessari, saranno previsti nel Piano

    Operativo Comunale (POC). Il POC ne preveder la predisposizione,

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    demandando la loro attuazione in sede di Pianificazione Urbanistica Attuativa(PUA).

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    TITOLO V ASSETTO STUTTURALE DI PROGETTO:DISPOSIZIONI RIGUARDANTI I DIVERSI AMBITI DELTERRITORIO

    Art. 5.1 Citt storica

    1. Definizione. Costituiscono la citt storica, i tessuti urbani di antica formazioneche hanno mantenuto la riconoscibilit della loro struttura insediativa e dellastratificazione dei processi della loro formazione. Essi sono costituiti dapatrimonio edilizio, rete viaria, spazi inedificati e altri manufatti storici.

    2. Determinazioni del PSC. Nel comune di Rimini si considera citt storica ilcentro storico di Rimini, comprensivo della citt murata e dei borghi della primaespansione extramuraria.

    3. Il PSC attribuisce inoltre i medesimi obiettivi di tutela e valorizzazione al pari della

    citt storica al patrimonio edilizio di interesse storico-architettonico e/o di pregiostorico-culturale e testimoniale di cui ai precedenti articoli 2.14 e 2.15.

    4. Della citt storica sono da conservare e valorizzare sia l'edificato storico, nellasua consistenza volumetrica e morfologica, che gli spazi che relazionanostoricamente le diverse parti, anche attraverso leliminazione degli elementiincongrui ed il miglioramento della qualit urbanistica ed edilizia. Gli interventi diristrutturazione urbanistica possono essere previsti soltanto se coerenti con leregole dell'urbanizzazione storica, come desumibili dalla cartografia storica edalla lettura critica del tracciato dei lotti, degli isolati, della rete stradale e deglialtri elementi testimoniali, ovvero ai fini della messa in valore di beni archeologici.

    5. Il PSC individua nella Tav. 2 e Tav. 3 quelle porzioni del Centro storico nelle qualipossono trovare applicazione le disposizioni di cui al comma 4 dellart. A-7 dellaL.R. 20: Si tratta di parti urbane nelle quali occorre perseguire la messa in valoredi risorse storiche o archeologiche presenti, ovvero recuperare situazioni didisordine edilizio, anche attraverso interventi di ristrutturazione urbanistica, con lariconfigurazione o la demolizione di corpi edilizi di epoca recente che hannomodificato e degradato limpianto storico, e la ridefinizione di un nuovo assettodegli spazi aperti.

    6. Obiettivi da perseguire. Il PSC, attraverso il Quadro conoscitivo e la Relazioneillustrativa, individua i fattori di criticit funzionale e ambientale che interessano lacitt storica e le strategie e le principali linee di azione da perseguire, in coerenzacon il Piano strategico. Di seguito si richiamano in estrema sintesi i principali

    obiettivi:

    - valorizzare il patrimonio urbano storico non solo come bene culturale maanche come offerta complessiva di qualit ambientale, prodotti, servizi,funzioni, capace di promuovere la citt e il suo territorio nel mercato turistico;

    - completare il restauro e la messa in valore delle principali risorse storico-archeologiche, a partire dalla Rocca, il circuito delle mura, il Ponte di Tiberio, iresti archeologici della citt romana,

    - implementare i servizi; favorire linsediamento di nuove polarit culturali eformative con funzione di rigeneratori urbani;

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    - creare le condizioni che agevolino e rendano appetibile la residenza nel centrostorico, agevolando il recupero degli edifici ad uso abitativo e assicurando airesidenti adeguata dotazione di servizi;

    - potenziare lattrattivit commerciale del centro e la sua frequentazione da

    parte di un mix sociale variegato che comprenda famiglie, studenti universitari,anziani, turisti, evitando, lungo le strade di maggiore concentrazione di attivitcommerciali, artigianali e di pubblici esercizi, che tali attivit siano sostituite daaltre funzioni di minore interesse per lutenza di passaggio;

    - individuare possibili opportunit di insediamento di medie strutture di vendita ogallerie commerciali o complessi commerciali di vicinato attraverso progetti divalorizzazione commerciale (PVC), oppure nellambito della programmazionedel POC, comunque entro i limiti delle aggregazioni di rilevanza comunale;

    - riqualificare e valorizzare gli spazi pubblici aperti esistenti; incrementarelutilizzo dello spazio pubblico per eventi; favorire luso dello spazio pubblicoaperto da parte delle attivit commerciali e artigianali; aumentare la dotazione

    di aree pedonalizzate;

    - migliorare laccessibilit del centro storico attraverso il trasporto pubblico e ipercorsi pedonali e ciclabili; incrementare lofferta di sosta in parcheggiattrezzati nelle aree a ridosso del centro storico.

    7. Destinazioni duso

    Nella citt storica le funzioni caratterizzanti sono la residenza e le attivit diservizio pubbliche e private, sia di rilevanza generale che riferite allutenza localeIn generale e salvo condizioni particolari, si considerano utili alla vitalit della cittstorica il commercio di vicinato, i pubblici esercizi, le attivit commerciali dimedio-piccola dimensione, le attivit ricettive, le attivit terziarie, le attivit sociali

    e culturali, le attrezzature e spazi collettivi, le attivit artigianali dei servizi. Altrefunzioni come lartigianato produttivo, le attivit terziarie a forte concorso dipubblico, le attivit ricreative, sportive e di spettacolo sono da considerarecompatibili nella misura in cui rientrino in criteri di compatibilit con la funzioneresidenziale, che dovranno essere precisati nel RUE, o nel POC per gli interventida questo disciplinati, in relazione ai diversi tipi di impatto quali rumore prodotto,traffico generato, presenza di fattori di inquinamento o di rischio ambientale.

    Per quanto riguarda in particolare le attivit commerciali di vicinato, il RUE devecontribuire a salvaguardarne la permanenza e lo sviluppo, attraverso disposizioninormative che vietino o limitino le possibilit che vengano sostituite con altredestinazioni duso, in particolare nelle strade che presentano una significativa

    presenza commerciale8. Direttive al RUE. Il RUE specifica la disciplina particolareggiata degli interventi

    diretti ammissibili in ciascuna delle unit edilizie della citt storica, precisando lecategorie di tutela da applicarsi alle singole unit edilizie, nel rispetto di quantoindicato dal PSC negli artt. 2.14 e 2.15 e nella Tav. 1.1 e ferme restando lecompetenze degli organi del Ministero dei Beni Culturali nel caso di beni vincolati.

    9. Nel disciplinare gli interventi edilizi diretti, il RUE persegue la conservazionedellimpianto urbanistico, del sistema degli spazi pubblici e collettivi e dei caratteriidentitari che contraddistinguono le differenti porzioni della citt storica; persegueinoltre la conservazione dei caratteri tipologici e morfologici degli edificifavorendone peraltro la manutenzione e ladeguamento tecnologico, in

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    particolare dal punto di vista dellefficienza energetica e della sicurezza sismica,in forme compatibili con la rispettiva categoria di tutela.

    10. Nel centro storico il RUE si attiene ai seguenti limiti: :

    a) vietato modificare i caratteri che connotano la trama viaria ed edilizia,nonch i manufatti anche isolati che costituiscono testimonianza storica oculturale;

    b) sono escluse rilevanti modificazioni alle destinazioni d'uso in atto, in particolaredi quelle residenziali, artigianali e di commercio di vicinato;

    c) non ammesso l'aumento delle volumetrie preesistenti e non possono essererese edificabili le aree e gli spazi rimasti liberi perch destinati ad usi urbani ocollettivi nonch quelli di pertinenza dei complessi insediativi storici.

    d) la viabilit storica deve essere conservata nel suo assetto e nella sua sezione,ivi compresi gli elementi di pertinenza meritevoli di tutela.

    11. Direttive al POC. Il POC pu individuare e programmare interventi per ilmiglioramento della vivibilit e qualit ambientale del centro storico, per lariqualificazione e integrazione delle dotazioni, per lo sviluppo delle attiviteconomiche e sociali, per la tutela e valorizzazione del tessuto storico, attraversoprogetti specifici, di iniziativa pubblica o privata; (as es. progetti di arredo urbano,Programmi di Valorizzazione Commerciale, ecc.).

    12. Il POC pu inoltre individuare eventuali aree o immobili da acquisire ad usopubblico per attrezzature e spazi collettivi, anche prevedendo a tal finelattribuzione alla propriet di diritti edificatori ai sensi dellart. 4.5, da trasferireallesterno del Centro Storico, in area idonea alledificazione.

    13. In particolare, il POC disciplina, attraverso progetti organici, gli interventi nelle

    porzioni espressamente individuate dal PSC di cui al precedente comma 5,meglio individuate come unit di intervento speciali nella Tav. 2 del RUE. Fermerestando le competenze degli organi del Ministero dei Beni Culturali nel caso dibeni vincolati, per ciascuna di tali unit di intervento speciali il PSC indica al POCi seguenti obiettivi.

    n.1) Complesso della Rocca Malatestiana e di tutti gli spazi aperticircostanti fino alla Via Circonvallazione Occidentale da un lato e al TeatroGalli dallaltro: il progetto deve completare il restauro del complesso con loscavo dellantico fossato e la messa in valore delle fondamenta delle mura, edare un assetto qualificato alla Piazza Malatesta e agli spazi fra la Rocca e laCirconvallazione; il progetto dovr verificare se possa essere compatibile con

    la valorizzazione dei beni storici e archeologici leventuale realizzazione diparcheggi sotterranei.

    n. 2) e n. 3) Asilo comunale ed edificio AUSL: i progetti devono mettere invalore il tracciato delle mura, attraverso la demolizione, totale o parziale, degliedifici sovrastanti di epoca recente e delocalizzazione delle relative funzioni diinteresse pubblico; nei limiti di compatibilit con tale obiettivo va verificata lapossibilit di realizzare spazi di parcheggio sotterraneo.

    n.4) Edificio di epoca moderna in angolo fra Via Poletti e lacirconvallazione, addossato alle antiche mura: il progetto deve prevedere ilrestauro e messa in valore del tratto di mura medioevali anche attraverso ilridisegno della facciata occidentale delledificio moderno con eventuale

    eliminazione degli elementi aggettanti sulle mura.

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    n.5) Anfiteatro romano: il progetto deve completare lo scavo e lamessa in valore dei resti archeologici di epoca romana attraverso lademolizione degli edifici sovrastanti e la delocalizzazione delle relative funzionidi interesse pubblico.

    n.6) Piazzale in fregio a Via Roma: il progetto deve prevedere lacompatibilizzazione della funzione di interscambio fra le linee di trasportopubblico, che resta confermata, con la valorizzazione del tracciato delle murae dei resti dellanfiteatro romano, anche attraverso la demolizione dei corpi difabbrica incongrui, la loro ricostruzione in posizione pi idonea e lasistemazione a verde pubblico di una parte dellarea.

    n.7) Edifici residenziali in Via Cornelia: il progetto ha lobiettivo diriordinare e riqualificare laffaccio degli edifici su Largo Gramsci attraverso laristrutturazione, o demolizione e ricostruzione, della cortina edilizia

    n.8) Polo universitario (ex-scuderie malatestiane) il progetto deveriqualificare lisolato, attraverso interventi conservativi delle porzioni residue di

    edifici di valore storico-architettonico e la sostanziale trasformazione, conestesa demolizione delledificazione del dopoguerra, e costruzione di nuovicorpi di fabbrica, anche con possibile incremento dell altezza seaccompagnato dal recupero di pi ampi spazi liberi a terra.

    n.9) e n.10) corpi di fabbrica incongrui addossati a Via Bastioni Settentrionali:il progetto deve demolire i corpi di fabbrica incongrui e ricostruire una cortinaedilizia coerente con le tipologie circostanti, con un arretramento rispetto alsedime di Via Bastioni Settentrionali.

    n.11) tracciato delle mura su Via Bastioni settentrionali: il progetto deveprevedere la messa in evidenza del tracciato delle mura medioevali edellantica Porta Marina.

    n.12) Piazza Gramsci: il progetto deve riqualificare questo ampio spazioindividuandone elementi di caratterizzazione ed attrezzandolo anche perospitare eventi occasionali. Previa accurata valutazione del rischioarcheologico, va verificata la possibilit di trasferire in sotterraneo lattualefunzione di parcheggio, per liberare lo spazio in superficie.

    13. Gli interventi, di restauro, di demolizione, ristrutturazione e ricostruzione inciascuna delle suddette unit speciali, sono attuabili anche per stralci, sulla basedi un progetto unitario da prevedersi in sede di POC, esteso allintera Unitminima di intervento come individuata nella Tav. 2 del RUE.

    Nei casi in cui gli interventi previsti comportino la demolizione, totale o parziale, di

    edifici senza ricostruzione, lattuazione pu avvenire sia per esproprio cheprevedendo in sede di POC, sulla base di specifici accordi, lattribuzione allepropriet interessate di diritti edificatori attuabili in un ambito per nuoviinsediamenti, ai sensi del precedente art. 4.4 comma 5.

    Art. 5.2 Ambiti urbani consolidati prevalentemente residenziali (AUC_U)

    1. Definizione. Per ambiti urbani consolidati prevalentemente residenziali siintendono le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate con continuit,nei quali le funzioni caratterizzanti sono la residenza, prevalentementepermanente, i servizi urbani e le attivit complementari alla residenza quali in

    commercio, le attivit terziarie diffuse, lartigianato dei servizi. Gli ambiti urbani