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18 Il rischio di degrado del patrimonio monumentale è dettato dall’interazione attivata tra le pericolosità statico strutturali, ambientali ed antropiche (presenti nell’immedia- to contesto ambientale ma anche in aree distanti da questo) e dalla suscettibilità al danno che il singolo edificio monumentale denunzia, in relazione alla vetustà delle sue murature, alle trasformazioni, agli utilizzi impropri. Il meccanismo di interazione si può manifestare in un’estrema varietà di caratteristiche ed intensità e, pertanto, la sua valutazione costituisce uno dei nodi di particolare criticità, per la difficoltà di una sua misurazione e la conseguente definizione ed attivazione di metodiche e strategie di mitigazione del rischio. Il degrado di un edificio monumentale è strettamente connesso alle potenziali dina- miche dei fattori di pericolosità nel contesto territoriale, e occorre quindi osservare nella loro realtà co-evolutiva le trasformazioni vissute da monumento e ambiente. A questo obiettivo si connette la Carta del Rischio che intreccia i dati di valutazione della pericolosità territoriale, registrati nelle diverse cartografie tematiche, con quelli relativi alla vulnerabilità del singolo edificio, ottenuti con la redazione delle diverse schede conservative appartenenti al suo modulo di schedatura. La Carta del Rischio è uno strumento utile a definire le strategie più opportune di con- servazione e gestione, in grado di osservare le relazioni intessute dal patrimonio monumentale con l’ambiente, e di valutarne le potenzialità evolutive del degrado. Un sistema informativo territoriale gestisce contestualmente nelle mappe tematiche i dati geografici (coordinate UTM, dati orografici, idrografici, geologici, toponomastici), e i dati delle specificità ambientali, monumentali e archeologiche presenti nel territo- rio; e li relaziona agli archivi sulle caratteristiche storico costruttive e sulle vicende dei degradi e degli interventi. La gestione integrata delle informazioni, in relazione ai siste- mi insediativi presenti, permette di definire l’organizzazione territoriale del patrimo- nio ed interpretare, nelle carte di pericolosità tematiche, ampiezza ed intensità dei fenomeni riscontrati, definendo relazioni complesse e costruendo interrogazioni gra- fiche e alfanumeriche. Le aree di criticità individuate suggeriscono la programmazione e le priorità di una campagna di schedatura del patrimonio, che attraverso indici sintetici accerta le vul- nerabilità intrinseche al singolo bene, determinandone in tal modo il grado di suscet- tibilità all’aggressione dei fattori esterni. Questi ultimi vengono ricondotti agli ambiti statico strutturale (frane, valanghe, esondazioni, sisma, vulcanismo), ambientale (aero- sol, inquinanti, vegetazione), e antropico (depressione e conseguente abbandono, pres- sione e quindi usura, vandalismi, furti, azioni belliche o terroristiche). La Carta del Rischio relaziona cartografie a dati testuali utilizzando per entrambe strumenti informatici (cartografie informatizzate a layers sovrapposti, database testua- li e iconografici) che garantiscono, in tal modo, una costante aggiornabilità ed integra- zione delle informazioni. Favorendo con un sistema relazionale la diffusione e condi- visione delle conoscenze si pongono i presupposti per attivare politiche comuni di osservazione e monitoraggio dei degradi che interessano il patrimonio e per promuo- vere una Conservazione Programmata che veda la partecipazione di tutte le Istituzioni presenti sul territorio. È un progetto curato dal Centro Regionale per la Progettazione ed il Restauro e finanziato dai fondi strutturali comunitari del Programma di Sviluppo del Mezzogiorno 2000-2006. Lo studio regionale integra, aggiorna e riconduce alla specificità del terri- torio isolano il progetto nazionale della Carta del Rischio Nazionale, che l’Istituto Centrale per il Restauro coordina sul territorio italiano e nel quale l’Istituto regiona- le è sede del polo di ricerca siciliano. Rispetto al progetto nazionale viene definito un itinerario di ricerca autonomo che estende l’ambito di indagine alle relazioni intessu- te dal patrimonio architettonico o archeologico con i contesti urbanistici, paesaggisti- ci e naturali, studiando in particolare i rischi che interessano la dimensione culturale del paesaggio nelle sue componenti naturali, naturalistiche ed antropizzate. L’attenzione viene quindi rivolta al “sistema cultura diffuso”, in grado di arricchire la qualità della presenza e fruizione del patrimonio monumentale con i paesaggi essen- 5. Una Carta del Rischio per conservare i teatri antichi TEMI E CRITERI DELLA CARTA DEL RISCHIO LA CARTA DEL RISCHIO DEL P ATRIMONIO CULTURALE ED AMBIENTALE DELLA REGIONE SICILIANA Logo della Carta del Rischio del Patrimonio Culturale ed Ambientale della Regione Sicilia

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LA CARTA DEL RISCHIO DEL PATRIMONIO CULTURALE ED AMBIENTALE DELLA REGIONE SICILIANA

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Il rischio di degrado del patrimonio monumentale è dettato dall’interazione attivatatra le pericolosità statico strutturali, ambientali ed antropiche (presenti nell’immedia-to contesto ambientale ma anche in aree distanti da questo) e dalla suscettibilità aldanno che il singolo edificio monumentale denunzia, in relazione alla vetustà delle suemurature, alle trasformazioni, agli utilizzi impropri. Il meccanismo di interazione si puòmanifestare in un’estrema varietà di caratteristiche ed intensità e, pertanto, la suavalutazione costituisce uno dei nodi di particolare criticità, per la difficoltà di una suamisurazione e la conseguente definizione ed attivazione di metodiche e strategie dimitigazione del rischio.Il degrado di un edificio monumentale è strettamente connesso alle potenziali dina-miche dei fattori di pericolosità nel contesto territoriale, e occorre quindi osservarenella loro realtà co-evolutiva le trasformazioni vissute da monumento e ambiente.A questo obiettivo si connette la Carta del Rischio che intreccia i dati di valutazionedella pericolosità territoriale, registrati nelle diverse cartografie tematiche, con quellirelativi alla vulnerabilità del singolo edificio, ottenuti con la redazione delle diverseschede conservative appartenenti al suo modulo di schedatura.La Carta del Rischio è uno strumento utile a definire le strategie più opportune di con-servazione e gestione, in grado di osservare le relazioni intessute dal patrimoniomonumentale con l’ambiente, e di valutarne le potenzialità evolutive del degrado.Un sistema informativo territoriale gestisce contestualmente nelle mappe tematiche idati geografici (coordinate UTM, dati orografici, idrografici, geologici, toponomastici),e i dati delle specificità ambientali, monumentali e archeologiche presenti nel territo-rio; e li relaziona agli archivi sulle caratteristiche storico costruttive e sulle vicende deidegradi e degli interventi. La gestione integrata delle informazioni, in relazione ai siste-mi insediativi presenti, permette di definire l’organizzazione territoriale del patrimo-nio ed interpretare, nelle carte di pericolosità tematiche, ampiezza ed intensità deifenomeni riscontrati, definendo relazioni complesse e costruendo interrogazioni gra-fiche e alfanumeriche.Le aree di criticità individuate suggeriscono la programmazione e le priorità di unacampagna di schedatura del patrimonio, che attraverso indici sintetici accerta le vul-nerabilità intrinseche al singolo bene, determinandone in tal modo il grado di suscet-tibilità all’aggressione dei fattori esterni. Questi ultimi vengono ricondotti agli ambitistatico strutturale (frane, valanghe, esondazioni, sisma, vulcanismo), ambientale (aero-sol, inquinanti, vegetazione), e antropico (depressione e conseguente abbandono, pres-sione e quindi usura, vandalismi, furti, azioni belliche o terroristiche).La Carta del Rischio relaziona cartografie a dati testuali utilizzando per entrambestrumenti informatici (cartografie informatizzate a layers sovrapposti, database testua-li e iconografici) che garantiscono, in tal modo, una costante aggiornabilità ed integra-zione delle informazioni. Favorendo con un sistema relazionale la diffusione e condi-visione delle conoscenze si pongono i presupposti per attivare politiche comuni diosservazione e monitoraggio dei degradi che interessano il patrimonio e per promuo-vere una Conservazione Programmata che veda la partecipazione di tutte leIstituzioni presenti sul territorio.

È un progetto curato dal Centro Regionale per la Progettazione ed il Restauro efinanziato dai fondi strutturali comunitari del Programma di Sviluppo del Mezzogiorno2000-2006. Lo studio regionale integra, aggiorna e riconduce alla specificità del terri-torio isolano il progetto nazionale della Carta del Rischio Nazionale, che l’IstitutoCentrale per il Restauro coordina sul territorio italiano e nel quale l’Istituto regiona-le è sede del polo di ricerca siciliano. Rispetto al progetto nazionale viene definito unitinerario di ricerca autonomo che estende l’ambito di indagine alle relazioni intessu-te dal patrimonio architettonico o archeologico con i contesti urbanistici, paesaggisti-ci e naturali, studiando in particolare i rischi che interessano la dimensione culturaledel paesaggio nelle sue componenti naturali, naturalistiche ed antropizzate.L’attenzione viene quindi rivolta al “sistema cultura diffuso”, in grado di arricchire laqualità della presenza e fruizione del patrimonio monumentale con i paesaggi essen-

5. Una Carta del Rischio per conservare i teatri antichi

TEMI E CRITERI

DELLA CARTA DEL RISCHIO

LA CARTA DEL RISCHIO DEL PATRIMONIO

CULTURALE ED AMBIENTALE

DELLA REGIONE SICILIANA

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zialmente materici e con gli altri che tracciano in modo impalpabile i loro segni sulterritorio, come i parchi letterari, gli itinerari del gusto, la trama dei luoghi dellamemoria e del mito, gli spazi della festa e del sacro. Una lettura del territorio cheinterpreta in un’unica prospettiva di conservazione e fruizione il patrimonio monu-mentale e i paesaggi, costruendo un progetto regionale sulla cultura che attenua irischi da depressione antropica ed abbandono, ma anche quelli da usura dettati daun’eccessiva fruizione turistica.Lo sviluppo del progetto siciliano di Carta del Rischio contempla la necessità di attua-re le opportune strategie ed adottare gli strumenti utili a costruire l’interoperabilitàcon gli analoghi sistemi informativi realizzati da altre regioni europee e delMediterraneo, e prevede un’organizzazione delle gerarchie e dei compiti tale da attri-buire alle singole amministrazioni una capacità di gestione interna nell’acquisire leinformazioni per ampliare la base conoscitiva di supporto alle decisioni.Gli strumenti ed i criteri che costruiscono le tappe della conservazione programma-ta scaturiscono dalle valutazioni di pericolosità dell’ambito territoriale e di vulnerabi-lità dell’edificio teatrale, che si formulano applicando criteri e banche dati della Cartadel Rischio, e che possono confluire nella redazione di una Carta tematica di rischio deiteatri antichi.

Nella loro realtà di musei all’aperto, con materiali di pregio sottoposti alle aggressio-ni ambientali e particolarmente sensibili alle dinamiche dei terreni su cui si fondano, iteatri antichi costituiscono un’eccezione nel panorama archeologico per il permane-re dell’uso cui erano destinati fin dalle fasi di costruzione. Occorre pertanto costrui-re strumenti efficaci per l’osservazione e interpretazione della complessa evoluzione,leggibile nelle dinamiche conservative e nei processi d’intervento, che interessa gli edi-fici e l’ambiente che li circonda.Con questa carta tematica del rischio si osservano e valutano i diversi fattori chedeterminano l’attivazione o accentuazione delle dinamiche dei processi di degrado,come lo stato di abbandono di un’area archeologica, la contiguità a camini industria-li o centri abitati ad intenso traffico veicolare, l’assenza di strutture efficaci di prote-zione, la mancata o non corretta attuazione di prassi manutentive.Nel comprendere le dinamiche evolutive dei processi di degrado e dei fattori di peri-colosità si deve perciò tenere conto della specificità che questi assumono nell’ambitocomplessivo dei teatri antichi, per i diversi modi di utilizzo e di conseguenza per iltempo-vita e le modalità dei processi di degrado, che caratterizzano fortemente sia lagamma dei problemi che le soluzioni da adottare per una conservazione efficace eduna fruizione sostenibile.Nell’ipotesi di progetto definita dal gruppo di ricerca, una Carta del Rischio dedicata aiteatri antichi deve articolarsi al suo interno nei seguenti documenti cartografici,testuali e iconografici:

a) Cartografia informatizzata

a.1.) Carta dei dati di topografia storica, geomorfologici, geoarcheologici e di dinami-che di ecostoria

a.2.) Carta della consistenza e distribuzione del patrimonio teatrale anticoa.3.) Carta di sintesi delle pericolosità statico strutturalia.4.) Carta di sintesi delle pericolosità ambientalia.5.) Carta di sintesi delle pericolosità antropichea.5.) Carta delle reti culturali relazionate ai teatri antichi

UNA CARTA TEMATICA DEL RISCHIO

DEI TEATRI ANTICHI

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b) Banca dati testuale e iconografica con database relazionale

b.1.) Attività di schedatura

b.1.1.) Schede di catalogazione dei teatri antichib.1.2.) Schede di catalogazione del patrimonio mobile relativo ai teatri antichib.1.3.) Schede di conservazione MA dei teatri antichib.1.4.) Schede di conservazione RA del patrimonio mobile relativo ai teatri antichi

b.2.) Protocolli di conservazione programmata e di gestione dei singoli teatri antichi

b.2.1.) Fascicoli identificativi dei singoli teatri antichib.2.2.) Manuali tecnici di conservazione dei singoli teatri antichib.2.3.) Manuali tecnici di fruizione dei singoli teatri antichib.2.4.) Manuali tecnici di gestione dei singoli teatri antichi

La lettura dei dati sulla pericolosità del territorio circostante dovrà permettere diindividuare cause e valori delle aree di criticità, per correlarli alla lettura puntualedelle vulnerabilità effettuata attraverso una completa campagna di schedatura dellarealtà conservativa dei teatri antichi.Una valutazione compiuta con l’ausilio della sche-da MA (Monumenti e complessi archeologici) che sarà integrata dalla registrazione deiprocessi di degrado che interessano gli apparati decorativi in relazione ai materialicostitutivi, utilizzando la scheda RA (Pavimenti, rivestimenti parietali, decorazioni emateriali lapidei archeologici); e dalla valutazione dell’efficacia dei sistemi di vigilanza econtrollo in relazione ai flussi turistico-culturali ed ai danneggiamenti e furti subiti neltempo, utilizzando la scheda AN (Pericolosità antropica ed esposizione dei beni).L’interpretazione dei fattori di rischio statico strutturali, ambientali e antropici cui siespone il patrimonio, e la determinazione del valore attraverso l’interazione tra i fat-tori di pericolosità esterni e la vulnerabilità intrinseca al bene, costruiscono le basiconoscitive per intervenire sulla gestione complessiva dei teatri antichi, calibrare gliobiettivi della conservazione del patrimonio e programmare i criteri di una loro frui-zione sostenibile.La valutazione dell’incidenza sul manufatto archeologico dei diversi fattori di rischio,con particolare riguardo all’usura da azione antropica, e la definizione di ipotesi diintervento di riqualificazione ambientale e di mitigazione della vulnerabilità dell’edifi-cio, sono le principali risposte fornite da uno strumento di conoscenza specificata-mente dedicato ai teatri antichi. Un modello che valuterà nella sua efficacia la comu-nità scientifica, verificandone l’applicabilità nel panorama internazionale alla scalaregionale, pur nelle specifiche interpretazioni delle diverse realtà territoriali; conl’obiettivo di uniformare criteri e metodologie dei percorsi d’indagine utilizzati, e dicondividere le prassi di conservazione, gestione e fruizione sostenibile dell’edificiostorico come luogo di rappresentazioni, individuando tipi e modi realizzativi dell’atti-vità teatrale o musicale.

Siracusa - Teatro; foto D.Anderson:(Fondo Alinari – Biblioteca Centrale della Regione

Sicilia “A. Bombace” - Palermo)

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L’osservazione e valutazione dei principali fattori di rischio che interessano i teatri sibaserà sulla costruzione di una banca dati tematica che possa desumere da schedatu-re, testi, documenti scritti e iconografici le informazioni sui materiali costitutivi, tecni-che costruttive, apparati decorativi, diverse componenti delle macchine teatrali, enti-tà e ruolo assunto dai fattori di pericolosità nella definizione dei processi di degrado,modifiche, interventi di restauro e prassi manutentive. La raccolta sistematica delleinformazioni e la costruzione di archivi tematici specifici definiscono un panoramaconoscitivo completo della realtà di degrado e dissesto e più in generale dei proble-mi conservativi delle architetture teatrali antiche siciliane, in relazione ai processi fisi-co chimici ed alle dinamiche delle modificazioni determinate dall’azione antropica, cheinteressano le aree archeologiche dove si insediano.A criteri, strategie e strumenti della Carta del Rischio si farà ricorso per una sistema-tizzazione complessiva delle conoscenze; lo strumento informatico, articolato attra-verso database relazionali in dati testuali ed iconografici, cartografie e allegati grafici efotografici, garantisce una costante aggiornabilità e un’agevole condivisione di dati edesperienze di ricerca.Le basi conoscitive per la redazione della cartografia informatizzata sono direttamen-te derivabili da quelle presenti all’interno della Carta del Rischio della regione.Occorrerà aggiornarne i dati delle fonti ed inserirne altri che interessano specificata-mente la realtà conservativa dei teatri antichi. Dovrà inoltre prevedersi la redazionedi cartografie, dedicate alla realtà di questi teatri, e perciò realizzate ad una scala piùravvicinata, limitandosi agli ambiti territoriali di riferimento al loro insediamento.Il sistema informativo dello studio sui teatri antichi siciliani, coerentemente con gliassunti e metodologie di Carta del Rischio, gestisce ed interpola numerose banche daticorrelate a cartografie informatizzate a tematismi plurimi, e permette di costruire lebasi conoscitive per analizzare l’interazione tra i fattori di degrado ed i teatri antichi.Nel costruire questo strumento di conoscenza ed interpretazione del patrimonio,relazionato alla complessità degli altri beni culturali ed ambientali del territorio, si indi-viduano i siti archeologici con presenza di architetture teatrali, distinguendone tipolo-gie costruttive e fasi storiche di realizzazione.

Secondo il programma di ricerca le conoscenze acquisite sulle diverse tecnichecostruttive e sui materiali costitutivi saranno organizzate in uno specifico Abaco regio-nale delle tecnologie storiche e dei materiali, e quelle sui processi di degrado e di disse-sto confluiranno nella redazione di un Atlante dei degradi e dei dissesti, concepito conanaloga scala dimensionale ed identica metodica.Le due basi di conoscenza così costituite permetteranno di approfondire la tematicaspecifica dell’interazione tra i fattori di pericolosità dell’ambito territoriale e le vulne-rabilità riscontrate nelle tecniche costruttive e nei materiali adottati; e porranno lebasi per valutare i diversi problemi legati alle modifiche dei teatri greci in età romanae le esperienze di recupero, restauro e manutenzione. La realizzazione di questo stru-mento permetterà di verificare i dati forniti dalla ricerca teorica ed applicata e di indi-viduare le tecniche idonee di intervento conservativo, dettate dalla valutazione dellesituazioni di degrado e dissesto e dall’osservazione delle aree di criticità.

5.1. Acquisizione e organizzazione delle conoscenze

CRITERI DI GESTIONE DELLE CONOSCENZE

LA CONOSCENZA PER UNA GUIDA

ALLA CONSERVAZIONE DEI TEATRI

Segesta - Teatro; incisione Francesco SaverioCavallari: (prima metà dell’ottocento)

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La banca dati testuale ed iconografica è costruita attraverso le seguenti basi conoscitive:

Fonti a stampa di carattere letterario, storico e specialistico- Opere letterarie- Opere storiche- Opere scientifiche

Fonti archivistiche- Documenti relativi alle fasi di scavo

perizie tecnichegiornali di scavorelazioni a consuntivo

- Documenti relativi alle fasi di interventoperizie tecnichelibretti dei lavorirelazioni a consuntivo

Fonti di schedatura- Schede US di scavo- Schede di catalogazione- Schede di conservazione

Fonti iconografiche- Incisioni a stampa- Dipinti- Fondi fotografici d’autore- Cartoline e foto turistiche- Documentazioni fotografiche di rilevamento

fotografie aereerestituzioni aerofotogrammetrichefotografie satellitari

- Documentazioni fotografiche di scavo- Documentazioni fotografiche di intervento- Rilievi dell’area e dell’edificio- Documentazioni grafiche di scavo

schizzi topograficipiante di stratovedute tridimensionaliprofili generalisezioni parziali e sezioni stratigraficherilievi di alzati e di dettaglischemi geometrici e proporzionalitavole tematiche delle fasi costruttivetavole tematiche relative alle tecniche costruttive ed ai materiali impiegatirelazioni tecniche specifiche su criteri e metodi di redazione adottati

- Documentazioni grafiche di intervento

Fonti sul campo- Documenti epigrafici

Le applicazioni GIS, le analisi spaziali, il telerilevamento, la fotografia aerea o satellita-re, la realtà virtuale per costruire modelli solidi, costituiscono una gamma articolatadi strumenti utili allo studio storico topografico del territorio per ricostruire gli ori-ginari equilibri del paesaggio, al cui interno si collocano i teatri antichi. Scendendo discala, la realizzazione di un attento rilievo del teatro e del suo contesto ambientale,con particolare riguardo alle emergenze orografiche eventualmente collocate a

STUDIO STORICO DEL TEATRO

E DEL SUO CONTESTO AMBIENTALE

COSTRUZIONE DELLE BASI CARTOGRAFICHE

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monte dell’edificio, costituisce la prima tappa di uno studio della realtà di terreni eversanti rocciosi. È così possibile individuare i criteri base di un progetto globale distabilizzazione dell’area, mitigandone le pericolosità, e di consolidare ove necessariol’edificio, abbassandone il grado di vulnerabilità intrinseca.

Una prassi di conservazione programmata delle architetture teatrali antiche devebasarsi sulla conoscenza delle vicende di scavo e restauro, che legga ed interpreti conschede di vulnerabilità i problemi legati alla sua conservazione e formi giudizi di qua-lità sugli interventi restaurativi e conservativi, effettuati o da effettuare. Lo studio cri-tico non può prescindere dall’analisi del contesto culturale in cui si realizzano gli inter-venti conservativi e di restauro.Per verificare la correttezza e l’efficacia delle soluzioni tecniche che si propongono,finalizzate alla conservazione e fruizione del teatro antico, occorre preliminarmentecostruire un attento studio di anamnesi basato sul regesto delle vicende concernentil’edificio e il suo contesto ambientale, ottenuto dalla raccolta critica e puntuale dellefonti bibliografiche ed archivistiche.Una conoscenza che viene approfondita e verificata sui segni materici evidenziati incantiere e che permette di:

- ricostruire le tappe della scoperta e degli interventi di restauro;- comprendere i caratteri stilistici e costruttivi delle architetture teatrali e dei rela-

tivi apparati decorativi;- valutare il ruolo assunto dai processi di degrado attivati in relazione ai diversi fat-

tori di pericolosità;- apprezzare i nessi con le qualità sacrali e paesaggistiche del contesto ambientale.

La fotografia d’autore, ma anche quella realizzata per produrre cartoline, fornisce unutile contributo di conoscenza, anche in considerazione di una copiosa produzione,spesso purtroppo concentrata sulle emergenze monumentali. Le immagini, difatti, per-mettono di illustrare a cadenze temporali concentrate aspetti significativi della lororealtà conservativa, consentendo altresì di apprezzarne spesso le dinamiche evolutive.

Le documentazioni grafiche, testuali e fotografiche hanno seguito, spesso con grandeprecisione di dettaglio, le diverse fasi degli scavi, degli interventi di restauro e dei modidi utilizzo delle architetture teatrali antiche; il loro apporto documentario è di gran-de importanza perché i rilievi riproducono con fedeltà l’edificio e i dettagli costrutti-vi, mentre le fotografie registrano dati spesso non desumibili dai resoconti di scavo orestauro.La ricchissima quantità di materiale documentario è costituita, oltre che dai materialiiconografici, da manuali e regolamenti, contratti e perizie di spesa, relazioni tecnichedi progetto, giornali di cantiere e verbali di sopralluogo; è, però, di frequente non ade-guatamente ordinata e catalogata e, pertanto, lo studio intende sistematizzare questovariegato bagaglio di informazioni, per costruire percorsi di conoscenza completi especificatamente dedicati ai diversi teatri siciliani.

SCHEDATURA DI CATALOGAZIONE

E CONSERVAZIONE PER UN’ANAMNESI

DEL TEATRO

IL DOCUMENTO FOTOGRAFICO

LA DOCUMENTAZIONE DI SCAVO

E DI RESTAURO

Siracusa - Pianta del teatro; Eugene Viollet le Duc:disegno a china (1836)

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Le modalità costruttive di realizzazione, usualmente proposte nelle architetture tea-trali antiche, rendono necessaria un’attenta valutazione della realtà orografica e dellemodificazioni vissute dal contesto ambientale e dalle parti eventualmente sovrastantil’edificio teatrale, attraverso uno studio geologico, geomorfologico, strutturale edidrogeologico. Un’analisi puntuale che deve estendersi ai terreni di fondazione, allesoluzioni individuate per la realizzazione della cavea, al ruolo di stabilizzazione dei ter-reni usualmente attribuito agli analemmata.L’osservazione e valutazione della realtà dei terreni di fondazione fornisce strumentiinterpretativi utili a definire le scelte conservative e di mitigazione del rischio. Sul rilie-vo dell’area vengono costruite le prime valutazioni del quadro geologico generale,sono individuate le aree di particolare criticità, viene interpretato l’assetto geologicostrutturale e geomorfologico, sono ipotizzati criteri e strategie per consolidare i ver-santi rocciosi e valutare i carichi sostenibili.Le valutazioni devono basarsi sulla lettura critica del sito di fondazione, in relazionealla portanza dei terreni, alla stabilizzazione dei pendii ed alle modifiche apportate allamorfologia dei terreni, e la loro caratterizzazione deve relazionarsi all’osservazionedei processi di degrado dei diversi materiali; su questi dati si definisce ed applica l’in-tervento sull’edificio archeologico ed il suo contesto ambientale, e si verifica l’aumen-to del livello prestazionale relativo al funzionamento della macchina teatrale.

L’osservazione della vulnerabilità nelle architetture teatrali terrà conto della libertàarchitettonica che, in particolare nel modello romano, ha prodotto una molteplicità diinterpretazioni planimetriche e spaziali e, di conseguenza, ha moltiplicato la casisticadelle risposte fornite dall’edificio alle sollecitazioni esterne statico strutturali eambientali. Così come si terranno presenti le differenti modalità costruttive del tea-tro greco, che scava o adagia su un pendio le sue fabbriche, rispetto a quelle del tea-tro romano, che si imposta interamente fuori terra su un complesso sistema di arca-te e corridoi voltati; e si valuterà l’incidenza delle scelte costruttive romane che pri-vilegiano la realizzazione di un edificio scenico in chiave monumentale, che con le suegrandi volumetrie e la complessa articolazione degli spazi accentuano il grado di vul-nerabilità nelle attuali condizioni ruderali delle architetture, mostrando di frequentevaste lacune e murature malamente concatenate.Si prevede la seguente gamma di valutazioni relative al rischio statico strutturale:

- Pericolosità da vulcanismo;- Azione combinata di eruzioni vulcaniche e eliofanie dominanti nei trasporti di

ceneri vulcaniche;- Classificazione sismica dell’area;- Regesto degli eventi sismici dell’area;- Classificazione idrogeologica dell’area;- Dinamiche dei litorali ed esondazioni.

È di tipo diretto, riferendosi in tal caso alle previsioni di evento vulcanico ed effetti sulpatrimonio monumentale codificati dalla Protezione Civile; e di tipo indiretto, per iltrasporto e successivo deposito di ceneri vulcaniche sulle murature di teatri, anchelontani dal sito del vulcano ma ricadenti nelle aree di interferenza a causa delle elio-fanie dominanti.

Deriva dall’interazione tra pericolosità territoriale e vulnerabilità intrinseche al tea-tro; per il primo la valutazione si basa sull’osservazione della classificazione di sismi-cità del contesto territoriale di riferimento e sulle caratteristiche di amplificazionedelle sollecitazioni sismiche dell’area fondale specifica. Per ciò che riguarda l’edificio,la valutazione del rischio valuta la vetustà delle sue parti, la condizione ruderale, ilmancato concatenamento delle murature, la snellezza e discontinuità delle muratureancora presenti.

5.2. Temi del rischio statico strutturale nei teatri antichi

REALTÀ FISICA E GEOMORFOLOGICA

VULNERABILITÀ SPECIFICHE DEL TEATRO

RISCHIO DA VULCANISMO

RISCHIO DA EVENTI SISMICI

Segesta - Teatro; cartolina (Fondo Di Benedetto -Biblioteca Comunale - Palermo)

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Deriva usualmente da eventi naturali, fenomeni franosi e slittamento dei terreni, cuiperò l’azione antropica può fornire un contributo di attivazione o di accelerazionedelle dinamiche. Difatti la collocazione all’aperto dei teatri antichi, adagiandosi su pen-dii naturali in taluni casi modificati, rende particolarmente vulnerabili queste architet-ture agli effetti indotti dall’utilizzo improprio delle aree a monte degli edifici.Questi sono in prevalenza legati all’imbibizione dei terreni, con conseguenti dinami-che di scivolamento, ribaltamento o rotazioni delle parti costitutive della cavea (gra-doni di seduta, scale radiali, analemmata), o di riduzione della efficienza nelle struttu-re di sostegno eventualmente realizzate fuori terra.La valutazione dell’intensità e dinamica degli eventi riscontrati deve indirizzare le scel-te di mitigazione, in larga parte riconducibili alla ricostituzione degli originari assettiagrari e arborei delle aree a monte del teatro, ed al ripristino degli originari sistemi didrenaggio e regimazione delle acque; ma che interferiscono in modo sostanziale sullescelte economiche e di pianificazione territoriale.

È un tipo di rischio tra i meno frequenti nella realtà conservativa dei teatri antichi, mane costituisce comunque un fattore da non sottovalutare, se si tiene conto dei lega-mi con il mito e con il paesaggio che accomunano i corsi fluviali, connotati di sacrali-tà, e le scelte di fondazione dell’edificio teatrale.Anche in questo caso l’azione dell’uomo interviene in prevalenza ad attivare o incen-tivare l’evento, in relazione all’abbandono delle aree e quindi all’interruzione dellenecessarie opere di controllo dei corsi fluviali, ad errate scelte di modificazione dellecoste, a modificazioni dei suoli posti a monte dell’edificio che stravolgono le capacitàdi deflusso delle acque fluviali.

RISCHIO DA DISSESTO IDROGEOLOGICO

RISCHIO DA DINAMICHE DEI LITORALI

ED ESONDAZIONI

Cratere dell’Etna; Eugene Viollet le Duc:acquarello (1836)

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Le emissioni inquinanti delle industrie e quelle derivanti dal riscaldamento domesticoe dal traffico veicolare costituiscono una gamma di fattori di pericolosità “antropici”che vengono a sommarsi a quelli “naturali” (erosione eolica ed aerosol marino, pro-cessi di gelività ed effetti delle radiazioni solari, piogge e fenomeni di condensa…) eda influenzare negativamente i cicli di vita del patrimonio monumentale agendo conaggressività sulle superfici degli edifici; un processo che vede moltiplicarsi gli effetti suimonumenti archeologici per l’intrinseca vulnerabilità che ne connota la loro prevalen-te condizione ruderale.Il protocollo di conservazione programmata deve allora definire ed applicare unmodello specifico di rilevamento dei processi di degrado in relazione alla realtàambientale, permettendo in tal modo di osservare la presenza delle aree industriali,dei venti dominanti e degli inquinanti in prossimità delle diverse architetture teatrali,e valutandone l’incidenza sulla loro conservazione. Su queste basi conoscitive il pro-tocollo può così definire ed applicare metodologie conservative efficaci, dedicate allagamma di rischi ambientali nella specifica realtà di quel teatro per il quale è redatto.I principali elementi che concorrono alla valutazione del rischio ambientale sono:

- Parametri fisiciOrientamento geograficoTemperaturaUmidità relativa e specificaRadiazione solareNeve e ghiacchioIntensità e direzione del ventoPrecipitazioni

- Aerosol marino- Inquinamento ambientale- Piante infestanti e attacchi biologici

La collocazione all’aperto dei teatri antichi rende diffusamente ed inevitabilmenteesposte queste architetture alle dinamiche cicliche dei diversi fenomeni atmosferici,come l’azione combinata delle acque meteoriche, dell’erosione eolica e delle radiazio-ni solari, o le escursioni termiche giornaliere e stagionali che si correlano ai fenome-ni di gelività o di condensazione superficiale e interstiziale, l’azione traumatica dellescariche elettriche atmosferiche o l’erosione dei materiali lapidei per grandine.Questi fenomeni forniscono un contributo sostanziale all’accentuazione dell’invec-chiamento naturale dei materiali costitutivi, ed all’eventuale attivazione dell’invecchia-mento patologico; è necessaria un’attività di attenta osservazione e di monitoraggioche ne misuri, nel teatro e nell’area contigua, i valori medi mensili, le variabilità diur-ne, stagionali e annue, la frequenza e intensità dei principali eventi analizzati in alme-no quattro campagne di rilevazione, scegliendo le fasi temporali campione sulla basedegli andamenti climatici storici dell’area presa in oggetto.

È legato alla vicinanza alle coste ed interessa le superfici murarie del teatro attivandoprocessi di decoesione dei materiali costitutivi ed alveolizzazioni determinati dal tra-sporto eolico di minerali eterogenei fortemente aggressivi, e dalla precipitazione di sali.La realizzazione di schermature in barriere naturali arboree o arbustive, ipotesi dimitigazione del rischio da preferire perché a basso impatto fisico-percettivo, deveperò valutare i risultati delle osservazioni e monitoraggi compiuti in un adeguato lassodi tempo, e non deve comunque pregiudicare eventuali interventi di restauro arboreoe del contesto ambientale.

Si concentra in prevalenza sulle superfici murarie dell’edificio teatrale, e gli effettidelle sostanze inquinanti presenti nell’ambiente dipendono dall’intensità dei fattoriaggressivi e dalle debolezze insite nelle caratteristiche fisico-chimiche delle muratu-re. Una programmazione attenta delle mappature territoriali, abbinata alla registra-

5.3. Temi del rischio ambientale nei teatri antichi

TEMI DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO

RISCHIO INDOTTO

DA FENOMENI ATMOSFERICI

RISCHIO DA AEROSOL MARINO

RISCHIO DA INQUINAMENTO AMBIENTALE

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zione stagionale dei diversi fattori atmosferici, ed alle osservazioni puntuali e moni-toraggi degli inquinanti aerodispersi, permette di valutarne dinamiche ed interazio-ni, come nel caso della presenza di camini industriali combinata con l’orientamentodei venti dominanti.Un particolare grado di criticità caratterizza le realtà delle architetture teatrali inse-rite nelle trame urbane, per l’incidenza del traffico veicolare e dei camini da riscalda-mento nella composizione dei diversi fattori inquinanti atmosferici, con particolareriguardo alla concentrazione del particellato carbonioso e solforoso. La combinataazione di questi depositi inquinanti con le precipitazioni atmosferiche, i parametri ditemperatura, umidità relativa e specifica, radiazione solare, intensità e direzione delvento si manifesta sulle superfici con la formazione di croste nere e di processi di car-bonatazione e solfatazione.Le attività di osservazione e monitoraggio dovranno riguardare in particolar modo iprincipali inquinanti, misurandone in un arco temporale adeguato concentrazione evalori medi mensili e giornalieri.

Lo sviluppo di piante infestanti, nelle aree o direttamente sui teatri antichi, costituisceuno dei maggiori problemi che caratterizzano i siti archeologici. La loro azione aggres-siva si esplica attraverso due processi principali:

- il rilascio sui materiali costitutivi del teatro di sostanze in grado di solubilizzarela pietra e le malte per assorbirne l’acqua e i sali necessari ad alimentare lo svi-luppo del loro ciclo biologico;

- l’azione meccanica di disgregazione indotta dalle piante, e soprattutto dai tenaciapparati radicali, che a sua volta si intreccia con i fenomeni di gelività e con l’azio-ne chimica solubilizzante necessaria al ciclo biologico del capillizio radicale.

È un processo che interessa la generalità delle aree archeologiche e si correla all’atti-vità di diserbo della vegetazione infestante, che rappresenta una delle prassi manuten-tive maggiormente praticate nella storia della fruizione e gestione delle aree archeo-logiche e specificatamente delle architetture teatrali antiche; rappresentando conte-stualmente uno dei temi centrali del dibattito sulle prassi manutentive.La scelta se adottare tecniche manuali o meccaniche, e se condurre l’intervento sinoall’estirpazione integrale degli apparati radicali, si correla infatti al rischio di intaccareunità stratigrafiche significative presenti nell’area o ad accelerare processi di disgrega-zione della pietra già attivati.Analoga verifica dovrà condursi, nell’eventuale adozionedi prassi alternative con utilizzo di biocidi, dovendo valutare gli effetti indotti sull’areain relazione ai diversi parametri ambientali.Il diradamento temporale delle prassi di diserbo determina la formazione di diffuse elussureggianti presenze di vegetazione e causa, con l’evolvere degli apparati radicali,spostamenti dei conci e dilatazioni delle sconnessure, abbinate a migrazioni di particonsistenti di terriccio sciolto. Si viene così ad attivare un processo negativo di pre-occupante dinamicità, per l’espandersi delle aree interessate dalla vegetazione, asso-ciato ai diffusi attacchi di agenti biodeteriogeni ricoprendo le superfici con patinecostituite da muschi e licheni, e avviando processi di decoesione che a loro volta crea-no ulteriori aree di criticità.

RISCHIO DA PIANTE INFESTANTI

E ATTACCHI BIOLOGICI

Megara Hyblaea -Veduta dell’area archeologica e del-l’area industriale di Priolo

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Le valutazioni del rischio antropico dovranno tenere conto dei seguenti fattori:Depressione antropicaPressione antropicaModificazioni d’uso dei terreni in prossimità dell’edificioModificazioni costruttive e d’usoRestauriFurti, danneggiamenti, vandalismi

Costituisce un’eventualità che raramente e in modo non esasperato si manifesta nellarealtà dei teatri antichi, tenuto conto dell’importanza loro attribuita all’interno delpatrimonio archeologico. Resta tuttavia valida la considerazione che, a fronte di teatriche rappresentano i nodi privilegiati del turismo culturale e sono sede di stagioni tea-trali ed eventi di spettacolo, parte del patrimonio teatrale antico vive un ruolo mar-ginale all’interno dei circuiti di fruizione turistico culturale. Per le profonde lacune chene connotano le architetture, per una non adeguata promozione turistica dell’area,per le difficoltà tecniche che ne ostacolano una fruizione più completa.In questi casi una presenza turistica modesta disincentiva, di fatto, l’applicazionecostante di prassi manutentive, accentua la vulnerabilità dell’edificio alle aggressioniesterne, e favorisce lo sviluppo di vandalismi sulle fabbriche.

Ha nella realtà dei teatri antichi un ruolo particolarmente significativo, perché la pre-senza dell’uomo, legata alla fruizione turistica dell’edificio o allo svolgimento di attivi-tà teatrali, se viene esercitata con livelli di frequentazione eccessivi può spezzare i deli-cati equilibri già resi precari dalla vetustà dei materiali; si determinano così danni dastress per elevata frequentazione che attivano diffusamente fenomeni di usura dellefabbriche; questi si manifestano nelle lente ma inesorabili modificazioni apportate allemurature, nei solchi e avvallamenti in corrispondenza delle aree di massima densitàdella fruizione e in grado di attivare o accelerare processi di degrado dei materialicostitutivi.È necessario in tale ambito individuare soluzioni tecniche (dissuasori, transenne,segnaletica…) che dirottino i percorsi spontanei dei visitatori verso aree del teatrocaratterizzate da minore criticità; ed è opportuno, tra l’altro, valutare i carichi soste-nibili accidentali o permanenti, e l’utilizzo, nocivo al monumento, degli impianti tecno-logici al servizio della realizzazione delle diverse tipologie di rappresentazione.

È una tipologia di rischio purtroppo diffusa perché legata a realizzazioni di insediamen-ti e infrastrutture ed a trasformazioni d’uso dei terreni precedentemente destinati adattività agricole o pastorizia. Le deforestazioni o mancati avvii di piani di forestazionein aree di criticità idrogeologica, la sostituzione delle tecniche tradizionali di colturacon l’adozione di sistemi meccanici di lavorazione agricola, l’assenza di utilizzo agrico-lo, le profonde trasformazioni dei sistemi complessivi di regimazione delle acquemeteoriche, l’imbrigliamento o le modifiche apportate ai corsi d’acqua, le realizzazio-ni di edifici o infrastrutture, sono solamente alcuni dei fattori che possono indurrecondizioni di pericolosità nelle aree dove si registra la presenza di teatri antichi. In talicasi gli interventi da programmare sugli edifici e sulle aree immediatamente contiguenon possono prescindere da scelte economiche di vasta portata legate alla pianifica-zione complessiva del territorio.

Il panorama internazionale mostra numerosi esempi di architetture teatrali anticheattualmente caratterizzate da un utilizzo improprio, che determina profonde trasfor-mazioni nell’edificio e, di conseguenza, costituisce un evidente fattore di rischio.A questa tipologia di rischio si ascrivono anche le profonde trasformazioni vissute daiteatri greci per ospitare i tipi di spettacoli romani; con particolare riferimento agli edi-fici scenici, resi più grandiosi, ed alle modificazioni dell’orchestra a discapito dellacavea. Ma incidono maggiormente sulle strutture del teatro le profonde trasformazio-ni spesso proposte a partire dall’età medievale e che hanno sovrapposto, in alcuni casi

5.4. Temi del rischio antropico nei teatri antichi

TEMI DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO

RISCHIO DA DEPRESSIONE ANTROPICA

RISCHIO DA PRESSIONE ANTROPICA

RISCHIO DA MODIFICAZIONI D’USO

DEI TERRENI IN PROSSIMITÀ DELL’EDIFICIO

RISCHIO DA MODIFICAZIONI

COSTRUTTIVE E D’USO

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con risultati pittoreschi di indubbio fascino, le nuove fabbriche sui brani murari resi-dui del teatro.Un’altra gamma di fattori di vulnerabilità può ricondursi alle tipologie di rappresenta-zioni da svolgere in questi spazi. L’utilizzo dell’edificio teatrale, per attività non origi-nariamente previste nella sua realizzazione, non costituisce di per sé un fattore nega-tivo di rischio; resta, tuttavia, la necessità di privilegiare comunque lo svolgimento deglieventi teatrali della tradizione greca e latina. I criteri di scelta, per individuare i diver-si tipi di rappresentazioni teatrali o di eventi musicali che possono essere ospitati neiteatri antichi, non possono tuttavia basarsi esclusivamente su parametri estetici madovranno rigorosamente escludere il superamento dei livelli massimi di sostenibilitàdei parametri acustici, di illuminazione, dei carichi accidentali. Criteri che dovrannoessere verificabili scientificamente e saranno diversificati in relazione alle specificherealtà conservative dei singoli teatri.

Gli interventi di restauro, se ben condotti, consentono di interrompere o mitigaredrasticamente l’evoluzione dei processi di degrado che interessano l’edificio e ne ele-vano i livelli prestazionali per consentire un’adeguata e sostenibile fruizione. Sonoquindi un fattore di mitigazione del rischio.In caso contrario, davanti ad interventi condotti in modo non adeguato, il restauropuò divenire un fattore di vulnerabilità. Lo dimostrano i numerosi esempi di restauristilistici che ricostruiscono integralmente parti dell’edificio assunte come exempla daoffrire alla fruizione turistica; o che riconfigurano vaste parti dell’edificio non più esi-stenti, con particolare riguardo all’area della cavea dove ricollocano gradoni di sedu-ta e scale, per ottimizzare la fruizione dell’edificio in occasione di eventi teatrali.

È strettamente legato alla fruizione di massa delle aree archeologiche, veri e proprimusei all’aperto che, se da un lato ha ampliato a dismisura le potenzialità di apprez-zamento culturale di queste testimonianze da parte di vasti strati della popolazione,ha però incentivato le scritte incise sulle murature o le asportazioni di pietre e branidi intonaci e malte perché interpretati come singolari souvenir da portare con sé.Un problema particolarmente complesso, se si tiene conto del rapporto sfavorevoletra numero di custodi e vastità delle aree da controllare, e per il quale occorre al piùpresto individuare soluzioni più efficaci: come l’applicazione sulle superfici di film pro-tettivi per annullare gli effetti degli spray e, contestualmente, garantire la permeabilitàall’aria delle murature, l’utilizzo della rilevazione satellitare antintrusione per le areearcheologiche più vaste, l’installazione di telecamere per il videocontrollo in sistemi acircuito chiuso, e di webcam per favorire una politica di condivisione della tutela atti-va riferita ad un patrimonio culturale che è di tutti.Alla categoria dei rischio antropico si riconducono le spoliazioni avvenute nelle diver-se fasi storiche, i reimpieghi operati in modo scientificamente scorretto, le deconte-stualizzazioni degli elementi erratici di pregio, perché collocati impropriamente nel-l’area archeologica o perché spostati in musei ed antiquaria.

RISCHIO DA RESTAURI

RISCHIO DA FURTI, DANNEGGIAMENTI,VANDALISMI

Carta di pericolosità della pressione antropica - Cartadel Rischio Nazionale (cartografia tematica del S.I.T.dell’Istituto Centrale per il Restauro)

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La lettura storica relativa all’utilizzo dei teatri nell’antichità ci restituisce un panoramaassai diverso rispetto alle consuetudini moderne: esempi come le Lenee, le Antesteriee le Dionisie, che si svolgevano nei primi tre mesi dell’anno destinando i mesi caldi alleattività belliche, dimostra come sarebbe possibile oggi ipotizzare un’estensione a largaparte dell’anno delle stagioni di rappresentazioni e di eventi musicali; e si rende anco-ra più necessario interpretare il funzionamento della macchina teatrale per definire icriteri di un costante ma sostenibile utilizzo di questi spazi.La sua specificità, di testimonianza archeologica nella quale permane l’utilizzo conidentiche funzioni a quelle originarie, identifica il problema della conservazione, sua edel contesto ambientale, con il mantenimento della piena efficienza della macchinateatrale; e si rende perciò necessario fissare e condividere criteri, strategie e parame-tri per una corretta e sostenibile fruizione, in relazione alle esperienze di allestimen-ti scenici, alle strutture provvisorie per il pubblico, alle strutture di servizio.Appare opportuno che la conservazione di un teatro antico non possa limitarsi allamitigazione dei rischi specifici ed a interventi mirati e adozioni di protocolli conser-vativi. Con ciò vogliamo dire, come sostiene Stefano Della Torre che, fatta eccezioneper realtà di particolare criticità, non si può prescindere in un edificio storico dal suoutilizzo e dalla realizzazione di una specifica analisi prestazionale. Occorre innalzare, orecuperare i livelli prestazionali con un intervento conservativo che salvaguardi preli-minarmente l’identità storico costruttiva del teatro, ed affronti nella sua globalità ilrapporto funzionale e sacrale con il contesto ambientale; un’esigenza da tenere inconto nella scelta dei tipi di rappresentazione, curando che non ledano, non solo fisi-camente ma anche culturalmente, la sacralità di questi spazi.Fissare criteri e strategie di una fruizione sostenibile, definiti per le specifiche indivi-dualità dei diversi teatri, vuol significare individuare gli opportuni strumenti di pre-venzione per quella specifica realtà. Che regolamentano i modi d’uso, le tipologie diattività teatrali o musicali, il numero di fruitori, i carichi ammissibili, i livelli acustici eluminosi, e quanto altro si renda necessario per un loro corretto utilizzo. Ma aglistrumenti di prevenzione occorre abbinare, per elevare standard prestazionali esostenibilità d’uso, un’adeguata gamma di strumenti di protezione, specificatamentemirati ad elevare la resistenza delle murature a carichi ed altri tipi di sollecitazionistatiche e dinamiche, e ad evitare, o comunque a ridurre drasticamente, i danneggia-menti da usura.In un approfondimento della ricerca è opportuno interpretare le tappe progettuali ele fasi di elaborazione critica che hanno portato alle soluzioni tecniche di maggioreinteresse, nel fornire risposte adeguate alla corretta e sostenibile fruizione dei monu-menti all’interno di un evento teatrale. Osservando le diverse esperienze, un nodostrategico è costituito dalle interpretazioni degli spazi teatrali e dei contesti ambien-tali, realizzata attraverso particolari soluzioni scenografiche che possono essersi tra-dotte con vaste integrazioni delle lacune presenti nella macchina teatrale.

Si deve pervenire a standard di sostenibilità dell’edificio storico come luogo di rap-presentazioni, per raggiungere la piena efficienza della macchina teatrale e per garan-tire la conservazione e la lettura dell’edificio archeologico e del suo contesto ambien-tale; un ruolo importante nell’incidenza sulla conservazione del manufatto archeolo-gico deve attribuirsi alla pressione antropica, che si somma ad un’ampia gamma di fat-tori di rischio statico strutturali o da inquinanti ambientali.Una gamma di indagini mirate dovrà fornire gli strumenti di valutazione per individua-re tipi e modi di realizzazione delle attività teatrali o musicali, e per adottare tecnichee materiali utili allo svolgimento dell’attività teatrale ed a garantire il prolungamentodel tempo-vita dell’edificio storico, con l’arresto dei processi di degrado e di dissestoriscontrati.Si costruiscono, in tal modo, gli strumenti di valutazione per individuare tipi e modirealizzativi dell’attività teatrale o musicale da effettuare all’interno della singola archi-tettura; valutando l’influenza delle scelte tecniche relative all’acustica e all’illuminazio-ne sulla leggibilità del monumento e del contesto ambientale e le relative dinamiche

5.5. Temi della fruizione e gestione nei teatri antichi

ANALISI PRESTAZIONALE

E FRUIZIONE SOSTENIBILE

ELEMENTI COSTITUTIVI

DELLA MACCHINA TEATRALE

Mashera tragica mosaico (Da Vigna Lupi - Roma)

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di usura dell’edificio archeologico.L’interpretazione del funzionamento della macchina teatrale costituisce una tappa fon-damentale del percorso conoscitivo, tenuto conto del costante utilizzo per attivitàteatrali e musicali registrato dal teatro antico per larga parte dell’anno. La valutazio-ne si estende alle molteplici componenti che contribuiscono all’utilizzo del monumen-to per spettacolarizzazioni:

- Acustica teatrale- Impiantistica dello spazio teatrale antico- Macchine sceniche- Sistemi di seduta- Strutture al servizio dell’area archeologica

aree di parcheggioaree di sostabiglietteriaalloggio custodideposito repertiservizi igienici

- Servizi e attrezzature per l’attività teatralecamerini per gli artistispazi per l’alimentazione elettrica etc.

La macchina acustica di un teatro antico deve leggersi preliminarmente sulla base deitrattatisti che hanno descritto le interrelazioni tra propagazione del suono ed evolu-zione della forma del teatro, con particolare riguardo alla cavea; in questi studi, in par-ticolare, è stato individuato il ruolo assunto in chiave acustica dalla configurazione edai ritmi di sedute e scalini che, secondo le indicazioni di Vitruvio, trovavano un ulte-riore aiuto nella collocazione (oggetto di contraddittorie interpretazioni) di vasirisuonatori in bronzo.A tale proposito E.R.A.T.O. (Evaluation and Revival of Acoustics of Theatres ad Odea)è un’esperienza di ricerca europea che esperti scientifici italiani, francesi, danesi, svizze-ri e turchi hanno intrapreso, a partire dagli esperimenti condotti sui teatri di Aspendose Siracusa, con l’utilizzo di strumentazioni di rilevazione ed elaborazioni informaticheper ricostruire l’acustica teatrale greca e romana. Una esperienza di ricerca che siestenderà ad altre realtà del Mediterraneo, per rispondere a quesiti ancora insoluticome l’effettivo utilizzo dei vasi risuonatori, e per individuare soluzioni tecniche odier-ne il più possibile compatibili con le logiche tecniche originarie.L’analisi della macchina acustica, applicata individualmente sul singolo edificio teatrale,prevede le seguenti fasi di studio:

studio storico-ricostruttivo- lettura filologica del sistema originale di propagazione acustica;- verifica teorica del dato con la restituzione virtuale e la creazione di un modello soli-

do percorribile in ambiente immersivo

studio diretto sull’edificio- rilevamento delle emissioni acustiche e delle sollecitazioni sulle murature;- valutazione del ruolo assunto da gradoni e scale nella corretta diffusione acustica;- osservazione dell’attuale configurazione della “cassa acustica architettonica” in rela-

zione alla realtà ruderale dell’edificio

valutazione teorica delle pericolosità e vulnerabilità specifiche- creazione di un modello matematico di valutazione delle vibrazioni indotte dalle

sorgenti acustiche nella diverse condizioni di fruizione e in relazione alle diversetipologie di rappresentazione

ACUSTICA TEATRALE

Pompei - La commedia; Dioscuride di Samo: mosai-co (da Pompei)

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definizione del modello sostenibile- definizione dei parametri di sostenibilità dell’attività teatrale- definizione di una corretta valutazione delle soluzioni proposte per integrare le lacu-

ne di gradoni e scale ottimizzando la resa acustica delle architetture del teatro.

La valutazione dell’efficacia tecnologica e dell’inserimento compatibile di apparecchiilluminanti, acustici ed antintrusione, e dei relativi sistemi di alimentazione e condot-te di adduzione, costituisce la base conoscitiva e critica per proporre soluzioni emodelli di migliore efficienza e di maggiore compatibilità con le realtà monumentali.L’estensione della fruizione delle aree archeologiche di maggiore afflusso turistico inorari notturni costituisce una linea di tendenza ed un’esigenza avvertita diffusamentenel panorama internazionale; e le architetture teatrali ne sono protagoniste, costituen-do usualmente una delle mete più importanti nei circuiti di visita di queste aree.La progettazione di illuminotecnica dovrà accompagnare il visitatore nella lettura delcontesto ambientale, nelle relazioni da questo intessute con l’edificio teatrale, nellasua articolazione e funzionamento. Un ruolo di servizio alla lettura che sottende ascelte tecniche ispirate all’efficienza tecnologica, rigore formale, minima invasività, cor-retta lettura di materiali costitutivi, spazialità architettoniche e parti scultoree. Unruolo che, eccezionalmente e in aree puntuali e di particolare interesse dell’edificiocome la scena, potrà divenire protagonista nel correggere l’attuale lettura ruderale disue parti suggerendo l’integrazione virtuale delle lacune.A questo si aggiunge la necessità di attrezzare opportunamente i teatri per l’effettua-zione di attività teatrali, ricercando un’armonizzazione tra soluzioni provvisorie, per-ché smontate al termine degli eventi teatrali o musicali, che spesso determinano dif-fusi e fastidiosi impatti percettivi sulle murature storiche, e soluzioni stabili, valutan-done l’impatto fisico sull’edificio. La scelta tecnica di questi apparecchi dovrà rispon-dere ai criteri di duttilità alle diverse realtà di inserimento, sicura affidabilità e agevo-le manutenibilità; analoghe caratteristiche dovranno possedere le apparecchiatureantintrusione e le strumenazioni acustiche, per le quali ultime la collocazione saràstrettamente limitata alle fasi dell’attività teatrale.Un aspetto di particolare criticità è costituito dai sistemi di alimentazione e dalle con-dotte di adduzione: la marcata invasività che si registra usualmente sulle murature sto-riche si abbina alla loro relativa durabilità, che rende necessaria una costante manu-tenzione, resa non agevole dalla difficoltà di individuare il tipo di danno e la parte dariparare o sostituire e dall’impervia accessibilità di alcuni suoi tratti.A questo si abbi-na l’esigenza di una periodica totale sostituzione, dettata dall’invecchiamento deimateriali, accentuato dall’attivazione di fattori esterni ma anche dall’evoluzione nor-mativa e tecnologica, che arreca un trauma diffuso alle strutture murarie del teatro.

Il palcoscenico, tema tecnico costantemente proposto negli edifici che ospitano atti-vità teatrali, è usualmente collocato sui brani archeologici dell’orchestra e dell’edificioscenico, e viene di norma realizzato nelle fasi stagionali coincidenti con le rappresen-tazioni di commedie e tragedie o per eventi musicali. Costruito con elementi modu-lari che privilegiano l’utilizzo del legno per la pavimentazione e del metallo per lestrutture di sostegno, mostra connotati di assoluta semplicità formale e cromatica, manecessita di una costante manutenzione per gli attacchi degli agenti atmosferici. Ilnodo di criticità della sua realizzazione risiede solitamente nelle superfici di contattocon i brani murari dell’edificio teatrale; su questo aspetto devono concentrarsi glisforzi della ricerca applicata, per simulare i carichi accidentali e valutarne la sostenibi-lità, adottare soluzioni tecniche efficaci di smorzatori delle sollecitazioni indotte,ridurre il rischio di usura da sfregamento dei materiali nelle aree di contatto interpo-nendo strutture a memoria di forma.A questo problema si connette quello delle modalità di realizzazione delle scenogra-fie da collocare nell’ambito delle attività teatrali. Si dovranno comunque privilegiareipotesi di assoluta semplicità, che consentano la piena lettura dei brani murari residuidella scena e la totale percezione del fondale naturale; ma nell’ipotesi di realizzazione

IMPIANTISTICA DELLO SPAZIO

TEATRALE ANTICO

MACCHINE SCENICHE

Siracusa - Impiantistica per le rappresentazioni nel teatro

Akrai - Teatro; foto ed. Brogi (Fondo Alinari -Biblioteca Centrale della Regione Sicilia

“A. Bombace” - Palermo)

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di strutture per le scenografie l’ausilio dei modelli matematici di simulazione dovràfornire le indicazioni, ritagliate alla specificità del singolo edificio, relative alle volume-trie, ai pesi e materiali che le dovranno costituire, per rispettare gli opportuni criteridi sostenibilità della fruizione teatrale.

L’inserimento di gradinate posticce, non sempre smontabili, ad integrazione delle lacu-ne nella cavea, è dettato dalla volontà di assicurare un adeguata capienza di spettato-ri per lo svolgimento delle attività teatrali, ampliando l’effettiva ricettività dell’edificio.È un’esigenza economica e di fruizione che caratterizza diffusamente il panoramainternazionale, rendendo necessaria l’adozione di soluzioni di riconfigurazione dellesedute che siano rispettose della correttezza tecnica e della verità archeologica.Un’altra gamma di problemi comporta l’intervento sulle lacune della cavea con solu-zioni stabili che utilizzano i materiali litici presenti nell’impianto originario, o li integra-no con altri materiali nell’ottica della chiara riconoscibilità dell’intervento.La chiara identificabilità delle integrazioni è un assunto metodologico dell’interventodi restauro che è ormai patrimonio indiscutibilmente condiviso nel mondo scientifi-co; il dibattito, a nostro parere, deve però spostarsi sulle modalità di questa franca let-tura dell’integrazione operata sulla lacuna muraria, poiché un trattamento superficia-le diversificato e chiaramente leggibile, realizzato con un materiale più coerente dalpunto di vista cromatico e materico, renderebbe maggiormente sostenibile l’impattopercettivo dell’intervento.Occorre valutare inoltre, aldilà della scelta formale e materica nell’integrazione dellalacuna, se l’intervento arreca stravolgimenti negli assetti originari negli impianti didispluvio e regimazione delle acque sottostanti la cavea, e se propone, nel ripristinodel sottofondo, l’utilizzo di materiali e tecniche di posa non coerenti con la realizza-zione costruttiva originaria e con la realtà territoriale specifica.In entrambe i casi di soluzioni, mobili o fisse, la realizzazione dei gradoni di seduta edelle scale interferisce sulla “cassa acustica” del teatro, e quindi la sua progettazionenon può prescindere da una valutazione tecnologica specifica, frutto di un modello vir-tuale della propagazione del suono nella specificità spaziale del singolo teatro.

Devono essere:- efficienti;- aggiornate tecnologicamente;- adeguate ai flussi di visitatori, attuali e previsti;- ubicate in aree utili alla fruizione, ma che non intercettano visuali privilegiate del-

l’area archeologica e del teatro nel suo rapporto con il paesaggio;- realizzate in coerenza con l’identità culturale e costruttiva ambientale che privi-

legino comunque, in caso di nuove realizzazioni, l’utilizzo di edilizia rurale storica.

Su questi criteri deve basarsi la valutazione complessiva di questa offerta di fruizione,per individuare eventuali correttivi o per fornire indicazioni metodologiche.

La loro realizzazione deve rispondere ai criteri succitati, anche in considerazione delleconsistenti volumetrie che le caratterizzano, rendendo necessaria l’adozione di scelterelative alla collocazione che evitino rigorosamente di intercettare quadri percettivi dipregio e visuali privilegiate dell’edificio teatrale. La loro installazione dovrà limitarsialle fasi di realizzazione degli eventi teatrali, garantendo comunque una costantemanutenzione dei materiali costitutivi.

SISTEMI DI SEDUTA

STRUTTURE AL SERVIZIO

DELL’AREA ARCHEOLOGICA

STRUTTURE AL SERVIZIO

DELL’ATTIVITÀ TEATRALE

Taormina - Particolare delle integrazioni di seduta nelteatro

Page 17: 5. Una Carta del Rischio per conservare i teatri

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Occorre sviluppare un piano complessivo in grado di fissare all’interno del manualetecnico di fruizione e gestione i criteri di realizzazione del sistema didattico divulga-tivo al servizio del teatro antico; che dovrà:

- utilizzare preferibilmente edilizia rurale storica presente nell’area, per una riqua-lificazione di questo patrimonio e un ampliamento dell’offerta didattico informa-tiva compatibile con la conservazione dei luoghi;

- determinare un minimo impatto fisico e percettivo, con adeguate scelte costrut-tive e cromatiche e ubicandosi strategicamente all’interno dell’area di visita;

- possedere un’adeguata chiarezza ed efficacia comunicativa;- preferire soluzioni che propongano ricostruzioni virtuali dell’edificio e del suo

contesto ambientale e restituiscano ai visitatori la comprensione del ruolo ori-ginario degli elementi erratici presenti nell’area;

- mostrare duttilità nell’offerta divulgativa in relazione ai diversi tipi di fruitori;- diversificare gli itinerari di fruizione per ridurre la pressione antropica su nodi

fisici caratterizzati da marcate criticità o per espandere la gamma dei beni ogget-to della visita;

- connotarsi in modo utile a suggerire sviluppi ulteriori del percorso di conoscen-za, all’interno o all’esterno dell’area archeologica;

- essere gradevole;- favorire un’agevole aggiornabilità dei dati;- mostrare efficienza tecnologica;- essere fruibile da persone con ridotte capacità motorie o sensoriali;- garantire durabilità;- essere facilmente manutenuto.

A questi criteri generali che dovranno caratterizzare l’offerta didattico divulgativaregionale si devono aggiungere le caratteristiche specificatamente dedicate alle singo-le realtà ambientali, che caratterizzeranno in tal senso le scelte tecniche da inserirenei manuali tecnici di fruizione e gestione, realizzati individualmente per ogni teatroantico.

L’importanza che rivestono i teatri antichi all’interno delle aree archeologiche rendenecessaria la creazione di un’offerta didattico divulgativa, che sia aggiornata dal punto divista tecnologico e soddisfi i bisogni dei fruitori, contemperando l’esigenza ineludibiledella minima invasività; e che proponga un progetto di comunicazione didattica e divul-gativa personalizzato sulle specificità delle caratteristiche spaziali ambientali e culturali,che connotano ciascun teatro antico e ciascun contesto ambientale di riferimento.La definizione di criteri e strumenti deve tenere conto delle relazioni intessute con lealtre presenze archeologiche dell’area e con eventuali antiquaria o musei archeologi-ci, della differenziazione dei percorsi di fruizione, della interazione con i percorsi lega-ti al funzionamento dell’attività teatrale. Deve altresì valutare l’efficienza e l’efficaciadegli strumenti ipotizzati e la compatibilità con altri analoghi materiali presenti in altrezone dell’area archeologica o in prossimità di questa, tali da indurre percorsi cheabbraccino i contesti territoriali limitrofi per ampliare le potenzialità di fruizione turi-stico culturale del teatro. Costituiscono la gamma dell’offerta didattico divulgativa:

- Musei e antiquaria- Sale – Aree didattiche- Recinzioni,Accessi, Percorsi- Punti informazione- Servizi audioguida e videoguida- Segnaletica- Modelli solidi- Cartellonistica informativa- Sale – Postazioni multimediali

5.6. Temi dell’offerta didattica e divulgativa nei teatri antichi

COSTRUIRE UN PIANO DIDATTICO

E DIVULGATIVO

AMPLIARE LE POTENZIALITÀ DI FRUIZIONE

Lipari - Maschera di Menandro;Museo Archeologico Eoliano

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Il teatro stabilisce con l’antiquarium, o con un museo anche ubicato in aree non con-tigue, uno stretto rapporto intessuto di nessi e rimandi formali con i materiali errati-ci esposti in questi spazi; i supporti didattico divulgativi devono concorrere a far com-prendere questi rapporti e ricostruire virtualmente l’unità formale degli edifici.L’esigenza di ridurre drasticamente l’impatto percettivo di pannelli e supporti infor-mativi sulle percezioni privilegiate del teatro rende questi musei gli spazi più idoneiper accoglierli.

L’ampliamento della domanda di fruizione dei teatri antichi rende necessario costrui-re spazi e strumenti specifici utili a proporre quadri conoscitivi comprensibili alle fascescolari e, contemporaneamente, sensibilizzare questo tipo di fruitori all’importanzaculturale di questi edifici e, di conseguenza, ad una adeguata fruizione rispettosa deidelicati rapporti intessuti con il paesaggio. Questi spazi, ove non esistesse nell’area unantiquarium, potranno comunque realizzarsi utilizzando preferenzialmente ediliziarurale storica da recuperare, nell’ottica di una valorizzazione del contesto ambientale.

La recinzione che delimita l’area definisce lo spazio di interesse archeologico e necostituisce il primo importante limite all’utilizzo improprio di questa parte del terri-torio; dovranno valutarsi in tal senso principalmente i parametri di efficienza legataall’impianto antintrusione, e di impatto percettivo e leggibilità dell’area e delle emer-genze monumentali presenti all’interno. Sarà posta particolare attenzione alla proget-tazione degli accessi, punti strategici nella comprensione complessiva dell’area, perchéda questi si dipartono i percorsi lungo i quali il visitatore, con l’ausilio dei diversi sup-porti didattici ed informativi, sarà accompagnato nella lettura dei rapporti intessuti dalteatro con la sacralità del paesaggio e nel ricostruire il funzionamento della macchinateatrale; e in tale ottica la massima cura dovrà essere posta nelle tappe del percorso,fissando attentamente le pause che sottolineano le visuali privilegiate. Dovrà comun-que privilegiarsi il recupero dell’originario sistema di percorsi, con particolare riguar-do agli accessi al teatro da parte del pubblico e degli attori, da definire con l’indispen-sabile supporto dell’indagine archeologica.Occorre migliorare la visitabilità del teatro e delle aree contigue da parte delle per-sone con ridotte capacità motorie o sensoriali, elevando il grado di accessibilità e disicurezza attraverso l’esclusione dal circuito di visita degli ambiti di più difficile fruizio-ne, a vantaggio delle parti dell’edificio e del paesaggio più significative, e la realizzazio-ne di opere per il superamento di pendii, basate sui succitati criteri di reversibilità esostenibilità percettiva.

Sono inerenti all’offerta divulgativa complessiva e possono divenire le sedi più idoneeper ospitare postazioni multimediali al servizio dell’area.Anche per questi spazi valgo-no le considerazioni precedentemente esposte sul recupero di edifici rurali storici.

La loro predisposizione, non usuale nel panorama internazionale delle aree archeolo-giche, appare particolarmente utile alla luce della difficoltà interpretativa di spazi evolumetrie archeologiche e della varietà di fruitori. L’adozione di sistemi di videogui-da, con tecnologia laser e modelli solidi virtuali, ancora in fase sperimentale per gliambiti archeologici, può in tal senso offrire un’ampia gamma di supporti informativiche il fruitore utilizza in percorsi personalizzati, e contemporaneamente ridurre dra-sticamente la presenza nelle aree di strutture in grado di disturbare la percezionedegli spazi archeologici.

Deve indirizzare il visitatore lungo i diversi percorsi di fruizione, ritagliati sui bisognidiversificati dell’utenza, garantendo comunque le basi informative sufficienti e nonintercettando le percezioni privilegiate del teatro nel rapporto tra i suoi volumi e conil paesaggio.Occorre adottare gli opportuni accorgimenti per evitare i rischi di danneggiamento disuperfici di pregio o di parti costruttive in condizioni critiche di degrado; un’adegua-

MUSEI E ANTIQUARIA

SALE – AREE DIDATTICHE

RECINZIONI,ACCESSI, PERCORSI

PUNTI INFORMAZIONE

SERVIZI AUDIOGUIDA E VIDEOGUIDA

SEGNALETICA

Morgantina - Percorsi nell’area archeologica

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ta segnaletica, abbinata alla collocazione di dissuasori ed a modifiche dei tracciatipotranno ovviare a questi inconvenienti. Analoghi strumenti, d’altro canto, potrannoindirizzare il visitatore verso punti dell’area archeologica di particolare pregio artisti-co o importanza storica. In entrambi i casi le soluzioni adottate dovranno preliminar-mente rispettare la lettura delle originarie strutture dei percorsi.

La presenza di questi strumenti conoscitivi, che appare opportuna alla luce delle diffi-coltà interpretative dell’edificio archeologico, non rappresenta un’offerta consuetaproposta nelle aree archeologiche o negli antiquaria. La loro realizzazione consenteinfatti di osservare ricostruzioni integrali dell’edificio teatrale, materiche e cromati-che, ma anche di fornire chiavi di lettura a temi difficilmente interpretabili sul monu-mento: tecniche costruttive, stratificazioni storiche, modificazioni d’uso, precedentiimpianti, etc..

È auspicabile che l’informazione didattica e divulgativa sia articolata in una vastagamma di strumenti comunicativi relazionati ai diversi tipi di fruitori, accompagnandola lettura dell’edificio teatrale nell’articolazione e funzionamento dei suoi spazi e delcontesto ambientale.Vale quanto detto sulla segnaletica per quanto riguarda esigenze e caratteristiche; laloro realizzazione si correla con i modelli solidi e gli altri strumenti messi a disposi-zione dei fruitori, per offrire un quadro esaustivo e chiaro delle vicende costruttive edelle qualità formali del teatro, così come dei rapporti intessuti con il paesaggio e lasua sacralità.

Si relazionano strettamente alle videoguide eventualmente proposte ai fruitori ed alsistema di pannelli e modelli solidi; la loro collocazione può prevedersi anche in areelontane dal sito archeologico di riferimento, se dovesse ravvedersi la necessità di atti-vare un raffronto con realtà territoriali lontane o con musei che ospitano parte deglielementi erratici provenienti dal teatro.

MODELLI SOLIDI

CARTELLONISTICA INFORMATIVA

POSTAZIONI MULTIMEDIALI

Segesta - Scena del Teatro;secondo Heinrich Bulle (1928)

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La valutazione preliminare delle potenzialità archeologiche regionali relative al patri-monio teatrale antico consente di attivare una tutela attiva su questo patrimonio, ingrado di analizzare e comprendere la complessità delle attività che potrebbero indur-re rischi alla sua conservazione, e di indirizzare nei territori interessati scelte e crite-ri di una strategia di sviluppo economico, turistico e sociale.A suggerire ulteriori spunti interviene l’interpretazione dell’evoluzione storica delrapporto intessuto dal teatro con il paesaggio, dalla scelta del sito di fondazione, basa-ta sulle peculiarità acustiche e percettive, ai connotati di sacralità e di luoghi del mitoche lo caratterizzano.Un’esperienza divenuta segno culturale sedimentato nel territorio e, purtroppo, spessoprogressivamente cancellata nella coscienza delle comunità presso le quali questi teatrisono collocati; una testimonianza culturale da recuperare come coscienza storica, perindirizzare le scelte di una fruizione che abbracci anche il suo ambito territoriale di rife-rimento.

Le architetture teatrali antiche sono tra le testimonianze archeologiche di maggiorefascino, oggetto di notevoli flussi turistici; in tal modo questo patrimonio può diveni-re volano di una più diffusa e capillare fruizione delle testimonianze culturali presentinel territorio, contribuendo ad arricchire l’offerta turistico culturale del “sistema cul-tura” di una regione ed attivando un circuito virtuoso di sviluppo socioeconomico ascala locale.Un processo che deve coinvolgere attivamente altre realtà di gestione del patrimonioche hanno ricostruito in trame culturali frammenti di identità locali; leggibili nei par-chi naturali e nelle oasi naturalistiche, nei parchi marini, tecnologici, culturali, lettera-ri, ed in tante altre realtà similari. E che può trovare il tessuto connettivo nei parchiarcheologici che ricostruiscono la storia del rapporto intessuto dall’uomo con il suoterritorio.

La condivisione di esperienze teatrali da parte di comunità che hanno all’interno deiloro territori teatri antichi ha un valore strategico, perché consente di condividere leesperienze conservative e di corretta fruizione di questo patrimonio, condizioneimprescindibile per un suo utilizzo; e perché determina evidenti economie di gestio-ne nel suddividere gli oneri per gli allestimenti e la promozione pubblicitaria deglieventi. Dalla costruzione di questi network teatrali deve svilupparsi la gestione inte-grata di reti e poli culturali, per l’avvio di attività nei campi della valorizzazione delpatrimonio culturale e delle diverse identità, della didattica, della formazione.

5.7. Ruolo e potenzialità di sviluppo locale nei teatri antichi

LEGGERE LE POTENZIALITÀ CULTURALI

DEL TERRITORIO

L’ARCHEOLOGIA E LA COSTRUZIONE

DI UNA RETE DI OFFERTA CULTURALE

RETI DI FRUIZIONE TEATRALE

Hierapolis - Teatro