5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

32
Il Nuovo Corriere della Gennaio/Febbraio 2018 Anno 3 - N°1 N.R. UN PROBLEMA SOLLECITATO SU: “COR BONUM", DEL 31 DICEMBRE 1968, A FIRMA DI ALFONSO RIZZO. (IL TESTO INTEGRALE SARÀ PUBBLICATO AL PROSSIMO NUMERO) E' NATA LA CITTA' UNICA: CORIGLIANO-ROSSANO (CO.RO) 18 GENNAIO 2018 APPROVAZIONE DISEGNO DI LEGGE REGIONALE PRESENTATO DALL’ ON. GIUSEPPE GRAZIANO

Transcript of 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

Page 1: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

Il Nuovo Corriere della

Gennaio/Febbraio 2018Anno 3 - N°1

N.R. UN PROBLEMA SOLLECITATO SU:“COR BONUM", DEL 31 DICEMBRE 1968,

A FIRMA DI ALFONSO RIZZO.

(IL TESTO INTEGRALE SARÀ PUBBLICATO AL PROSSIMO NUMERO)

E' NATA LA CITTA' UNICA:CORIGLIANO-ROSSANO (CO.RO)18 GENNAIO 2018 APPROVAZIONE

DISEGNO DI LEGGE REGIONALEPRESENTATO DALL’ ON. GIUSEPPE GRAZIANO

Page 2: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

IL MIO PAESE È GRANDE 3

STRADE IMPRATICABILI 3

RICERCATRICE CORIGLIANESE

RELAZIONA A MONTECITORIO 4

CINEMA-TEATRO VALENTE 5

COMUNI RICICLONI 6

S.O.S. S.S.106 7

FRANCESCO CIMINO 8

RACCOLTA DI SAGGI C. CHIODO 9

IL GAV ESPRIME IL SUO PENSIERO 11

RECENSIONE DEL LIBRO

DI FRANCO CARLINO 12

SPORT 13

LETTERA APERTA AI SINDACI DI

ROSSANO E CORIGLIANO 14

PADRE GIRALDO:

VICENDE STORICHE 15

COMMISSARIATO ROSSANO 15

SAN FRANCESCO DI PAOLA 16

POESIA: LA FIERA DELLA POLITICA 17

FUSIONE CORIGLIANO-ROSSANO 18

L’ATTUALITÀ DI CARLO LEVI 19

AEREOPORTI MASCARO 20

PROCURA DELLA REPUBBLICA 21

ANNIVERSARIO S. ANASTASIA 22

EMANUELA ALTILIA 23

FRANCO IACUCCI 24

INAUGURATA LA SEDE RISTRUTTURATA

DELLA CAMERA DEL LAVORO 24

POESIA: QUADRO MISTERIOSO 25

POLIZIA PROV. TROVA E RESTITUISCE

PORTAFOGLIO SMARRITO 26

VIABILITÀ A RENDE 26

RAOUL MARIA DE ANGELIS 27

BREVI DELLA SIBARITIDE 28

IL DOTTO FRANCICANO 30

Anno 3 n. 1 - Gennaio/Febbraio 2018Sped. in abb. post. Tab. D aut. DCO/DCCosenza/127/2003 valida dal 14-3-2003

Sede Redazione:870645 Corigliano Cal. Scalo (CS)

Via Nazionale, 57tel. (+39) 0983 885.985cell. 392 46 22 722

E-mail: [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILE:Antonio Benvenuto

HANNO COLLABORATOA QUESTO NUMERO:Salvatore Arena, Rita Benigno, Anto-nio Benvenuto, Elmore C. Benvenuto,Domenico Cassiano, Franco E. Car-lino, Franco Filareto, Martina Forci-niti, Errico Iempoli, Franco Liguori,Ernesto Paura, Aldo Platarota, Giu-seppe Stola, Mario Vicino, FrancescaVigilante, Luigi Visciglia.

FOTOGRAFIE: Salvatore Visca

CONTRIBUTO SPEDIZIONE 15,00SOSTENITORE 30,00

IBANIT36 L010 0580 6900 0000 0520 055

Benvenuto AntonioCorigliano Calabro (Scalo)

AVVISO

La collaborazione è libera e gratuita.Ogni articolo o lettera verrà pubbli-cato su decisione insindacabile delDirettore e del Comitato di Reda-zione il cui contenuto rispecchia ilpensiero dell'autore e non impegnala responsabilità della testata. Nonviene poi restituito all'autore.

SOMMARIO

IL LIBRO è ILREGALO INTELLIGENTE

Ill.mo Prof. buongiorno, grazie per il pre-zioso lavoro che puntualmente mi fatepervenire. La competenza e la peculiaritàne fanno uno strumento di informazioneche arricchisce la collettività, mirando asoddisfare ogni aspetto della nostra esi-stenza di ieri e di oggi. Congratulazioni eun augurio sincero, di un prosieguo pro-spero, illuminante e interessante, per tutticoloro che desiderano crescere e far cre-scere la propria città. Cordiali saluti.Padre Antonio Bottino

Carissimo Professore.grazie per la costanza con cui mi spe-disce "Il nuovo Corriere della Sibari-tide" a cui mi onoro di aver collaboratonel passato. Mi complimento per la nuova graficae la trasformazione a "rivista", fruttodella Sua intraprendenza creativa, sti-molante e all'occorrenza provocato-ria al punto giusto. In Lei si combinano molto saggia-mente lo stile giornalistico con laforza dell'uomo di cultura che non sicontenta di dare l'informazionefredda o banale, ma da buon padreed educatore, vuole aiutare i lettori aprendere a cuore la propria identitàculturale senza mai rinunciare al va-lore della cittadinanza attiva: guar-dare al bene comune complessivo eporre gesti concreti nel raggiungerlo,insieme agli altri, è l'aspetto più po-sitivo ed interessante di un organo distampa, che oggi viene rilanciatonella nuova veste tipografica comesegno bello dell'attaccamento allapropria terra. Grazie, Professore, esempre avanti con la generosità e lafreschezza dei sentimenti di chi cercanegli altri e per gli altri lo spazio vi-tale per piantare qualcosa di buono.Auguro a Lei ed a "Il nuovo Corrieredella Sibaritide" una vitalità semprepiù coinvolgente e luminosa. Con affetto e amicizia.

Mons. Luigi Renzo

CI HANNO SCRITTO

SOSTENETE IL CORRIEREDELLA SIBARITIDE

NON V’HA LIBROSÌ CATTIVO

CHE NON ABBIA QUALCOSA DI BUONO

Page 3: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

IL MIO PAESE È GRANDE.PUO’ DIVENTARE PIÙ GRANDE?DOMANDATELO AGLI ATTUALI AMMINISTRATORI!

STRADE IMPRATICABILI.INFORMATO IL PREFETTO. TUTTI TACCIONO.

Parlando con amici, viene riconosciuta, sotto alcuni aspetti,l’importanza della città di Corigliano: è grande come estensione, è grande come popolazione, ègrande come produzione agrumicola e olivicola. Il senso e la percezione della grandezza sono insite nellaforma mentis, nel dna dei cittadini. Naturalmente, tale concetto si riferisce ad altre cose, comeper esempio: alle buche delle strade, specie quella di viaDragosei e Mortati. Il rispamio, ovviamente, non è concepibile, non è nellamente di ciascuno di noi , specie degli amministratori... per-chè…perchè… il paese è grande e bisogna gestirlo cosìcome… “lodevolmente… ?” è gestito.

Perchè non riparare? no, no, il paese è grande e le buchedevono diventare grandi. No! no! le buche da riparare, dacoprire con una briciola di catrame devono essere grandicome grande è il paese, altrimenti non si possono favorirecoloro che dovranno, poi, bitumarle. Viva il risparmio, ossia, viva lo spreco del denaro dei citta-dini costretti soltanto a versare tributi insopportabili. Persinoil Prefetto è stato informato del problema. Tutti tacciono!Una domanda, pur sciocca, la vogliamo rivolgere al re-sponsabile della gestione amministrativa e ai componentidell’’ufficio tecnico: non si potrebbero utilizzare i tantigiovani migranti che si vedono transitare sulle strade?Forse si sentirebbero piu’ integrati!

Non è la prima volta che mi sono interessato, tramite il Blogo la stampa cartacea, delle due strade, ove io abito.Ero convinto che tali strade venissero bitumate ovvero tap-pate, almeno, le buche dopo aver pubblicato lo stato di di-sagio. Così non è stato, anzi le buche sono diventate piùgrandi e quindi più pericolose. Ma cosa si aspetta ancora?Forse occorreranno più morti sulle strade? Ma possibile cheil Comune, il più ricco viene definito, per me il più povero,non riesce a tappare le buche non solo delle due stradesopra citate, ma anche di altre vie comunali?Per me che la salute non me lo consenta di sopportare iltam tam stradale causato dalle buche, devo, purtroppo, se-gnalare agli Amministratori e ai signori Responsabili del-l’Ufficio tecnico tale grave inadempienza avendo essi il

sacrosanto dovere di intervenire e provvedere. Non soloalle persone ma anche alle auto i disagi stradali non sonoinevitabili per colpa della disamministrazione comunale. Eppure per le strade si incontrano moltissimi emigrati gio-vani: non potrebbero essere utilizzati considerata la man-canza di personale comunale?Del problema è stato investito anche il Prefetto.Tutti tacciono. A quale santo o diavolo si deve rivolgere il cittadino nano?È una vera vergogna non riuscire a tappare le buche delleprincipali strade cittadine. Il mio medico mi dice: eviti lebuche per le particolari condizioni della salute. A chi dirlo ancora?

3

di Antonio Benvenuto

Page 4: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

4

Anche dall’associazioneWoman for OncologyItaly, riunita il 26 gennaioa Montecitorio per il con-vegno ‘Donne che cu-rano’, l’appello al mondopolitico e ai media di farealleanza contro la disin-formazione, per il benedei pazienti e della salute

pubblica. Continua la richiesta, da parte del mondomedico e scientifico, di un intervento serio e siner-gico contro le fake news e, più in generale, della noncorretta informazione. L’allarme viene lanciato daWomen For OncologyItaly, il network delle oncolo-ghe italiane, emanazione di ESMO (European So-ciety for Medical Oncology), nato per iniziativa dinove tra le più importanti oncologhe italiane per sup-portare le donne in oncologia che in vista della pros-sima legislatura richiama a gran voce l’attenzionedella Politica e delle massime istituzioni sul male delmomento: la disinformazione dilagante unita allacrescente abitudine dei pazienti di fidarsi più di dot-tor Internet e dottor Google anziché di un oncologoin carne ed ossa. Per questo Women for Oncologyha organizzato a Montecitorio il 26 gennaio l’incon-tro “Donne che curano”: un momento nel qualeincontrare i politici nella sede istituzionale per ec-cellenza e fare il punto sulle principali sfide cui èchiamata a rispondere oggi l’oncologia italiana, speciequella al femminile. Vice Presidente dell’associazioneWomen for Oncology e promotrice dell’evento è laProf.ssa Rossana Berardi, Direttrice della ClinicaOncologica dell’Università Politecnica delleMarche - Ospedali Riuniti di Ancona e figlia dei co-riglianesi Diletta Benvenuto e Leonardo Berardi.L’Oncologa Berardi nel suo intervento ha sostenutocome “La battaglia su questo fronte si combatte conuna triplice alleanza tra medici, che devono utiliz-zare un linguaggio comprensibile e resistere alla ten-tazione di divulgare precocemente notizie che nontrovano ancora applicabilità clinica, giornalisti, chedevono sempre riferirsi a fonti autorevoli, e politica,che dovrebbe attuare un meccanismo di controlloefficace delle informazioni diffuse, anche sanzio-nando, all’occorrenza chi divulga fake news”. A rap-presentare la sanità marchigiana nell’importanteincontro di Roma, che è anche servito per fare il

punto sullo stato dell’Oncologia nazionale, eranopresenti Michele Caporossi, Direttore GeneraleOspedali Riuniti Ancona, Fabrizio Volpini, Presi-dente IV commissione sanità Regione Marche, Re-nato Bisonni medico oncologo all’Ospedale diFermo e coordinatore della Marcangola (rete di as-sociazioni che operano in ambito oncologico mar-chigiano) insieme alla Berardi, già protagonisti loscorso anno di un evento scientifico nella città di Co-rigliano. La Sala della Regina di Montecitorio erapiena: presenti le principali associazioni di oncolo-gia tanti pazienti come, ad esempio, Gentilina Rec-chi, seguita dalla Clinica Oncologica degli OspedaliRiuniti di Ancona, che ha portato la sua testimo-nianza al pubblico. Incontro che sarà svolto, quando prima, a Corigliano.

Elmore C. Benvenuto

UNA RICERCATRICE CORIGLIANESE RELAZIONA IN MONTECITORIOLE ONCOLOGHE ITALIANE ALLA POLITICA:COMBATTIAMO INSIEME LE FAKE NEWS

Sala Regina di Montecitorio

Tanti i calabresi presenti, tra gli altri Leonardo Berardi, Diletta Ben-venuto, Maria Carmela Benvenuto, Giovanni Benvenuto, Dome-nico Federico.

Page 5: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

5

A manifestare sentimenti di amarezza, l’arch. FrancescoCilento, circa venti anni addietro progettista e direttoredei lavori di ristrutturazione, consolidamento e adegua-mento funzionale dell’intero complesso monastico -Molto avvertita è, dunque, l’esigenza di un interventorisolutore perché la struttura possa ritornare a fare del-l’accoglienza uno dei punti cardine della sua presenzasociale.Un vero e proprio grido d’allarme quello lanciato dall’ar-chitetto Francesco Cilento, già progettista e direttore dei la-vori di ristrutturazione, consolidamento e adeguamentofunzionale del “Cinema-Teatro Vincenzo Valente” e del“Complesso della Riforma”. Grido d’allarme che punta drittoal rischio incombente di “un grave ed irreversibile degradodi questo patrimonio”. Parlando, in particolare, del “Va-lente”, Cilento ricorda che “la struttura è stata dotata di tuttigli spazi, le attrezzature e gli impianti richiesti quali: foyer,sala e galleria (con 140 posti a sedere), palcoscenico consipario azionato da motore elettrico, camerini e servizi pergli artisti, bar (ancora in attesa di essere completato), luci discena e di sala, climatizzazione, uscite di sicurezza a cieloaperto e, unitamente ad un’ottima acustica per la presenzadel rivestimento in legno delle pareti, un moderno impiantodi amplificazione”. L’architetto Cilento ricorda inoltre che,“attigui al Teatro Valente, sono stati resi agibili, dopo unaristrutturazione attenta per la quale sono occorsi due anni dilavori (2007-2009), gli spazi dell’ex Convento della Riforma(in cui è incluso il teatro stesso) distribuiti su tre piani e af-faccianti sul cortile interno. Detti spazi, per scelte progettuali,condivise e approvate dall’Amministrazione Comunale deltempo, i cui lavori sono stati finanziati con fondi europei,avrebbero dovuto costituire per il centro storico di Coriglianoun nucleo integrato di musica, arte e spettacolo”. Di qui ilpiù che giustificato interrogativo circa il perché della nonpiena utilizzazione della struttura architettonico-funzionale.A tal riguardo è ancora l’architetto Francesco Cilento a farerilevare che “la non utilizzazione o, peggio ancora, la sot-toutilizzazione del teatro Valente prima e dello stabile dellaRiforma poi (occupato impropriamente dalla Biblioteca Co-

munale), i cui lavori di restaurosono costati complessivamentedue milioni di euro circa,ritengo vada ricercata nel man-cato affidamento da parte del-l’Amministrazione Comunale,proprietaria del bene, a profes-sionalità competenti in grado dioccuparsi sia della gestione am-ministrativa e corrente dellestrutture, sia di quella artistica”. L'arch. Francesco Cilento Benefa, poi, Cilento a porre in tutta lasua giusta evidenza come la mancata utilizzazione degli am-bienti della “Riforma” (ristrutturati ormai da lunga data, at-traverso iniziative già preventivate da tempo ma svanite nelnulla, “causa le disgrazie amministrative di Corigliano e lerelative conseguenze nefaste”), suggerì al compianto LuigiDe Bartolo e a Liliana Misurelli di allestire a proprie spese alsecondo piano, nella sala polifunzionale e ambienti conter-mini, il “Centro Studi Vincenzo Valente”. La copiosa docu-mentazione sul musicista coriglianese trasferitosi a Napoli,raccolta in anni di appassionata ricerca e quivi coerente-mente esposta, ha consentito infatti, nel corso di più dicinque anni, la frequentazione del Centro Studi a curiosi, ap-passionati e cultori di musica e teatro napoletano, tanto dafar stabilire intensi e proficui contatti con la fondazione diNapoli dedicata anch’essa a Valente. Purtroppo nel 2015,dal Comune di Corigliano, proprietario dell’immobile, arrivalo “sfratto”. Il Centro Studi deve pertanto sloggiare, percedere il posto alla biblioteca comunale, “senza la possibilitàdi far comprendere ad amministratori miopi e insipienti chele due istituzioni potevano coabitare senza alcun pericolodi confliggere (sic)”. “Certo è – afferma l’architetto Cilentocon enorme disapprovazione e tanto amaro in bocca – che,allo stato, il teatro Valente ed il complesso della Riformarisultano sottratti alle funzioni originarie alle quali erano statidestinati e per le quali avevano ottenuto i finanziamenti pub-blici, e la cui realizzazione ha comportato non pochi sacrifici

“Cinema-Teatro Valente”La prolungata inutilizzazione porterà,inevitabilmente, al suo irreversibile degrado

di Ernesto Paura

L’arch. Francesco Cilento

Complesso della Riforma (il chiostro) Interno del “Valente” (il palcoscenico)

Page 6: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

6

Premiate due comunità “virtuose” che, grazie al nuovo ser-vizio di igiene urbana, gestito in entrambi i comuni dal-l’azienda Ecoross Srl, sono riuscite a far registrare unnotevole incremento delle percentuali di raccolta differen-ziata. Il prestigioso ed importante riconoscimento è giuntonel corso della terza edizione di “Comuni Ricicloni Cala-bria” di Legambiente, nell’ambito dell’Ecoforum Calabria“L’economia circolare dei rifiuti”, tenutasi martedì 30 gen-naio presso la Sala Verde della Cittadella Regionale a Ger-maneto – Catanzaro. Nel corso dell’evento, patrocinato daRegione Calabria e Anci, la responsabile Nazionale ComuniRicicloni Laura Brambilla ha illustrato i dati e le prospettivedella raccolta differenziata in Calabria, prima di passare allapresentazione del dossier realizzato dalla sezione calabresedi Legambiente e alla premiazione, da parte dell’assessoreregionale all’Ambiente Antonella Rizzo, dei comuni più vir-tuosi. San Demetrio Corone per la “virtuosità” e CoriglianoCalabro per “l’ottima start up”. Sono queste le motivazioniche attribuiscono ai due Comuni la menzione speciale Eu-rosintex suggellata da Legambiente. Insieme all’assessoreall’Ambiente del Comune di Corigliano Calabro, MarisaChiurco, anche il Responsabile dei Servizi di Igiene Urbanadi Ecoross dott. Simone Turco, in rappresentanza del-l’azienda che, in entrambi i Comuni ha messo in camposforzi, mezzi e risorse in modo da andare incontro alle esi-genze dei cittadini e mettere tutti gli utenti nelle condizionidi usufruire al meglio dei servizi. Sul territorio di CoriglianoCalabro (che ha una popolazione di circa 40mila abitanti) ilnuovo servizio di raccolta è partito il 1 Luglio 2017 con unprogetto ambizioso e rivoluzionario che combina due si-stemi differenti: il metodo del “porta a porta spinto” su gran

parte del territorio e le “Isole ecologiche di prossimità” nelresto della città. Tra i punti di forza del progetto la defini-zione di un nuovo calendario, in modo da prevedere la rac-colta domiciliare di tutte le tipologie di rifiuti, rivolto a tuttele utenze (domestiche, commerciali, uffici, scuole, ecc.).Con il nuovo metodo di gestione, si è passati da una per-centuale media mensile di raccolta differenziata pari al 17%nel 2016, ad una percentuale media dell’ultimo trimestre2017 pari al 58% circa. Il trend continua ad essere positivoe le percentuali di Raccolta Differenziata sono in costanteaumento. Nel Comune di San Demetrio Corone (che ha unapopolazione di circa 4mila abitanti) il nuovo progetto gestitoda Ecoross è partito a febbraio 2016 attraverso un serviziodi raccolta svolto con il metodo del “porta a porta spinto”.Anche qui si è proceduto a definire un nuovo calendarioche potesse prevedere la raccolta domiciliare di tutte le ti-pologie di rifiuti, rivolto a tutte le utenze (domestiche, com-merciali, uffici, scuole, ecc.). Questo sistema di raccolta èquello che più si presta ad intercettare un quantitativo mag-giore di rifiuti differenziati, in quanto la separazione avvieneall’interno dell’utenza mediante le apposite attrezzature. Nelterritorio di San Demetrio Corone, il trend si conferma posi-tivo, con le percentuali di raccolta differenziata in costanteaumento che, nel mese di gennaio 2018 hanno raggiunto il75% circa.Anche al Comune di Terranova da Sibari è stato rilasciatodall’Assessore Regionale del ramo il riconoscimento di Co-mune Riciclone 2017. Per il Sindaco Luigi Lirangi è un risultato straordinario chepremia gli sforzi dell’Amministrazione. Precisa altresì chedal 43% si è raggiunto l’85% della raccolta differenziata.

PREMIATE CORIGLIANO E SAN DEMETRIO CORONE QUALI “CO-MUNI RICICLONI CALABRIA” SU INIZIATIVA DI LEGAMBIENTE,GRAZIE ALL’ECOROSS PER IL SERVIZIO: PORTA A PORTA.RICONOSCIMENTO ANCHE A TERRANOVA DA SIBARI.

per le tante difficoltà procedurali e attuative. E, ancor piùgrave, che la città di Corigliano risulta privata di una preziosarisorsa culturale. Il rischio incombente è, dunque, che la to-tale ignavia delle istituzioni avvii un grave ed irreversibiledegrado di questo patrimonio”. Un pericolo, questo denun-ciato da Cilento, che – a nostro modesto parere – va (a rigordi logica) da subito allontanato e senza ulteriori tentenna-menti da parte di chi di dovere, ma con ferma determi-nazione, ponendo così in atto tutta la propria buona volontàe le proprie forze. Diverse potrebbero essere, infatti, le pos-sibilità di mantenere vivo l’interesse per entrambi i conteni-tori di cultura. In particolare, volendoci soffermare sullarecuperata intera struttura dell’antico “Cinema-Teatro Comu-nale Valente”, luogo di spettacolo per quasi l’intero arco delsecolo scorso (che per Corigliano significò un momentodavvero epocale e, quindi, estremamente significativo e nonsoltanto per l’attività teatrale, per la quale, appunto, nacque,quanto anche per l’incidenza che ebbe nella stessaevoluzione cittadina), avvertita è la necessità che qui lo spet-tacolo e la cultura tornino in scena, così per essere, questoluogo (adeguatamente ristrutturato), vissuto al massimo, pro-prio perché si tratta di una risorsa da utilizzare e valorizzare,attraverso tanti progetti che possono e devono ruotare in-torno al “rinato Valente”. Facendo leva su chi intende oper-are per il buon funzionamento del “Cinema-Teatro Valente”,

si potrebbe pensare di proseguire in quegli stessi locali e nelsolco di una lunghissima tradizione, l’attività cine-matografica (così come opportunamente ribadito nella de-libera n. 297 del Consiglio Comunale del 4 aprile 1986), conparticolare attenzione ai classici della storia del cinema e,quindi, alle produzioni e agli autori di alto livello – spessoassenti dal circuito commerciale cinematografico – allerassegne di film (compresi quelli per ragazzi), così come laorganizzazione di balletti, eventi teatrali, documentari sul-l'arte, ma anche conferenze, nonchè teatro dialettale potreb-bero risultare componenti essenziali della vita del “Valente”,dove – tra l’altro – troverebbero la loro giusta collocazionela “Mostra della vecchia attrezzatura cinematografica” (ledue macchine di proiezione della “Cinemeccanica”, bobine,avvolgifilm, aggiuntatrice, mixer, pellicole e quant’altro)assieme alla Mostra, egualmente affascinante, della “Cartel-lonistica cinematografica”, costituita dalla vasta collezioneprivata di Semeria Santella, la cui passione per la SettimaArte è a tutti nota e che (ne siamo certi) metterebbe a dispo-sizione per il raggiungimento di tale apprezzabilissimoscopo. Tutto ciò, però, non può che essere affidato alla di-rezione di chi conosce psicologia, tecnica, organizzazione,metodo, valori estetici ed artistici, sia in campo cine-matografico che teatrale, e che, quindi, dia alla struttura tuttoil possibile.

Page 7: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

7

L’ASSOCIAZIONE RIVOLGE UN APPELLO AICOMUNI, ALL’ANAS SPA ED AL GOVERNO:BISOGNA INTERVENIRE PER EVITARE ALTREVITTIME E FERITI GRAVI SULLA S.S.106 L’Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale106” intende evidenziare, con estrema rabbia ed im-menso dolore, che negli ultimi 3 mesi sulla stradaStatale 106 in Calabria, sono otto le persone chehanno perso la vita ed il bilancio diventa ancora piùgrave se consideriamo che sono tutte molto giovani.Sottolinea che questa drammatica e tragica evidenzanon è assolutamente da considerare una novità.Tutt’altro. Basti pensare che l’Associazione “BastaVittime Sulla Strada Statale 106” svolge ormai daanni una grande funzione di educazione stradale edi rispetto delle regole del codice della strada, sianelle scuole che sui social network. Tuttavia, rite-niamo che sia necessario ben altro.Comuni non possono continuare a considerare lastrada Statale 106 nelle tratte di loro competenzacome delle aree estranee e quindi soggette a non es-sere pulite, illuminate e adeguatamente tenute in si-curezza. Basta alle logiche di immobilismo semprelegittimate dall’idea che su queste aree di S.S.106debba necessariamente intervenire l’Anas Spa.

Ai Sindaci che peraltro gravano in condizioni eco-nomiche non indifferenti rivolgiamo un appello: oprovvedete oppure se non siete in condizione uni-tevi, recatevi dai rispettivi Prefetti e rassegnate inblocco le dimissioni! All’Anas Spa chiediamo unmaggiore impegno: sono necessari interventi dimessa in sicurezza precisi e puntuali dove serve.A tal proposito ricordiamo che solo nel 2017 l’Asso-ciazione ha inviato oltre 30 segnalazioni e tra questepiù della metà si riferiscono a criticità evidenti e pe-ricolose. L’Associazione “Basta Vittime SullaStrada Statale 106”, infine, rivolge un accorato ap-pello al Governo: non è più il tempo delle inutili esterili discussioni nei tavoli tecnici. È venuto il tempodi agire: è necessario avviare l’ammodernamentodella S.S.106. L’Associazione è certa che questo ap-pello, ormai riproposto da anni, possa essere soddi-sfatto al più presto altrimenti sarà evidente unaresponsabilità politica e morale da parte di quantihanno male operato al fine di legittimare quanto av-viene sulla S.S.106 in Calabria da sempre ed è dasempre immutato. Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale106” – 23 Gennaio 2018

Anche la Redazione della nostra Rivista sollecita una definizione finale senza più scusanti. Possibile cheoccorra un secolo per rimodernare la S.S.106, riconosciuta come “ Strada della morte?” Occorre, forse,una occupazione stradale o ferroviaria perché il Governo ponga fine alla speculazione delle competenze?(Stato,Anas, Comuni)

S.O.S.: S.S.106:9 VITTIME IN 3 MESI E IL GOVERNO TACE.

SALVIAMO IL CASTELLO DI SAN MAURO - CORIGLIANO C.INVITO RIVOLTO ALLE AUTORITÀ COMPETENTI

Page 8: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

8

Venticinque anni fa si spegneva in Roma il nostroconcittadino,dr. Francesco Cimino. Voglio ricor-darlo ancora una volta questo personaggio illu-stre di Corigliano,non tanto e non solo per labrillante carriera percorsa quanto per essere statoil benefattore di Corigliano. Infatti, ha acceleratotempi e modi per l’istituzione di Istituti scolasticie per la regolarizzazione di altri. Il che ha facili-tato il cammino del processo culturale. FrancescoCimino ha risposto sempre alle più disparateistanze di provveditori agli studi, di presidi, di in-segnanti e di personale vario. I suoi pensieri eranorivolti sempre verso Corigliano, Cosenza e la Ca-labria. Riverito in vita, il ricordo di Francesco Ci-mino, alla sua scomparsa, si è dissolto nel regnodell’oblio. Quando ne abbiamo scritto in più oc-casioni ci siamo sempre trovati contro le Autoritàe la popolazione. Chiedevamo che un Istituto,una via o una piazza fossero intitolati a questonostro illustre coriglianese. Non è accaduto nulla.Naturalmente, questo modo di agire non è edu-cativo,soprattutto per i giovani. Francesco Cimino,laureato in Scienze politiche e successivamentein giurisprudenza,vinse un primo concorso qualeconsigliere nei Provveditorati agli Studi con de-stinazione Matera. Dopo due anni vinse il Con-corso nell’Amministrazione centrale delMinistero della P:I: e da allora lavorò sempre aRoma percorrendo una brillante carriera. France-sco Cimino, fin da quando ha messo piedi al Mi-nistero della P.I. si è adoperato per lastatizzazione della Scuola Media Garopoli. Ana-logo intervento per il Ginnasio da pareggiato a

statale. L’aiuto più sostanziale: l’Istituzione delliceo scientifico legalmente riconosciuto-annoscolastico 1938/39-; e, successivamente ha sa-puto organizzare il passaggio dello Scientifico dalegalmente riconosciuto a parificato, fino a giun-gere alla statizzazione a decorrere dall’anno sco-lastico 1960/61. Per non parlare dell’Istituzionedel Tecnico Commerciale Statale e del Geometra.Infine, ha dovuto lottare per dare alla città il liceoclassico. Ciò perché una parte politica locale, perragioni incomprensibili, ne ostacolava la nascita.Il dr. Cimino , all’epoca, riuscì a convincere il mi-nistro Misasi a firmare il decreto. Personalmente,se ne parlo con tanto fervore è perché ho cono-sciuto il dr. Cimino e sono rimasto, forse, tra gliunici in Corigliano a poter testimoniare l’operatodello stesso a favore del nostro paese(cosa che hoscritto in un mio libro).Devo dire,tra l’altro,che èstato compagno di scuola di mio padre dalle ele-mentari all’università a Roma.Tra i due è rimastasempre una affettuosa amicizia. Sia io che miofratello Elio ( che non è più tra noi) siamo diven-tati amici dei figli. Mio padre si avvalse di questaamicizia e si è sempre adoperato a far da tramitetra Corigliano e Cimino per la realizzazione dellaistituzione o regolarizzazione delle scuole in Co-rigliano. Non dimentichiamo che Cimino ha pri-vilegiato anche la Provincia di Cosenza e laCalabria. Per tutta una vita è stato il punto di rife-rimento per il personale della scuola. Quando ilNostro veniva a Corigliano non faceva sentirel’importanza derivante dalla carica istituzionalerivestita. Semplice. Sorridente. Accogliente. Nell’occasione,visitava sempre la famosa sartoriaF.lli Ortale dove trovava i suoi vestiti preferitiDalla brava signora Ghita ha avuto tre figli: Leo-nardo, Maria Carla e Paolo, ognuno miglioredell’altro. In particolare Leonardo, ( scomparsoda qualche anno), è stato un bravissimo primariochirurgo all’Ospedale San Camillo di Roma.Ebbene, il dr. Francesco Cimino,dopo aver aiu-tato la propria città e i tanti concittadini, è statomesso immeritatamente nell’ombra. Il che ci faseriamente riflettere su ciò che sta avvenendo nelcircuito sociale del nostro mondo.

Salvatore Arena

FRANCESCO CIMINODirettore Generale al Ministero della P.I., si è occupato delleScuole di Corigliano e della Calabria, accelerando la faseculturale.

Ministero della P.I.

Page 9: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

9

(2) Chiodo scrive che in esso “è messo in luce il fa-talismo della condizione umana e sociale dei perso-naggi, umiliati e offesi” e che c’è in questo romanzo“una realtà, una società fatta di miseria, ignoranza,invidia, arretratezza materiale”. L’opera rivela in Se-minara un vero narratore : “lo si vede nella lenta im-postazione della trama, nella sicurezza con cuicolloca al giusto posto quelle tessere d’un meravi-glioso mosaico che sono i personaggi di un ro-manzo”. Seminara, per Chiodo, è quello fra gliscrittori meridionali che “ha più profondamente ade-rito ai temi e ai motivi della Calabria con una precisavocazione a testimoniare su di essa, a esprimere tuttigli elementi che ne costituiscono la storia e gli aspettiche ne rappresentano la condizione umana e so-ciale”; “il suo linguaggio non è masi astratto ma con-creto, incisivo, aderente alla materia trattata. Laprosa è nitida e lo stile assai vivo”. L’indagine criticadi Chiodo non si ferma al romanzo “Le baracche”,ma passa in rassegna tutta la narrativa dello scrittoredi Maropati, soffermandosi su altre opere come Lamasseria, Il vento nell’uliveto, L’Arca, Terra amara,ed altre ancora, tutte puntualmente illustrate nellatrama, nei temi, nei personaggi, nello stile. La trilogiadi saggi su Seminara presenti nel libro di Chiodo,che ne fanno “un libro nel libro”, si conclude conun’ampia panoramica dei giudizi che la critica haespresso, negli anni, su tutta l’opera di Seminara :Fortunato Seminara e la critica . “La critica accade-mica” - scrive Chiodo - “non ha avuto sempre pa-role di lodi per lo scrittore calabrese”, ma lo scrittoredi Maropati rimane “un raro esempio di coerenzaumana e letteraria”, perché egli “scriveva per far vi-vere la sua terra e la sua gente alla quale era forte-mente attaccato”. “L’opera di Seminara”, concludeil critico calabrese, “le sue baracche e i suoi perso-naggi non moriranno mai e avranno sempre il lorofascino”. Un bel saggio è anche quello che Chiododedica aMario La Cava, lo scrittore “caratterista” diBovalino, che, “nonostante sia vissuto in provincia,in paese, non è uno scrittore assolutamente provin-ciale o regionale”. Chiodo ne ripercorre la forma-zione culturale e ne esamina le opere, dai Caratteriai Colloqui, alle Memorie del vecchio marescialloe a Mimì Cafiero con grande acume critico. Le con-clusioni cui giunge il critico calabrese sono che “LaCava è uno scrittore che di opera in opera è andato

sempre più migliorando e affinando i suoi mezziespressivi, e ciò lo rende uno scrittore di tutto ri-spetto, il cui nome può ben stare accanto a quellodi un Moravia, tanto per fare un nome”. La Cava -ri-leva ancora Chiodo - “rivolge la sua attenzione inparticolar modo alla vita, alle passioni, alle delu-sioni, alle speranze dell’uomo, unico vero protago-nista, ritratto nella sua psicologia e nei suoi rapportiumani e sociali”. Chiodo dimostra con questo suosaggio, di avere una grande ammirazione per MarioLa Cava, specialmente nelle considerazioni finali,quando fa un cenno alle posizioni politiche delloscrittore, affermando che La Cava “è stato contro laguerra, contro i guerrafondai, contro il militarismo;ha parlato della libertà di parola, della giustizia edell’amor di patria “. In sostanza, Mario La Cava èstato, per Chiodo “uno scrittore moderno e classiconello stesso tempo che ha saputo cogliere il sensodella vita e della storia: uno scrittore che riflette e fariflettere”. Gli ultimi due saggi presenti nel libro diChiodo sono dedicati ai due maggiori poeti della let-teratura calabrese del Novecento: Lorenzo Calogeroe Franco Costabile. Esaminando un notevole numerodi poesie di Calogero, il critico calabrese riesce adillustrarci con chiarezza la concezione della poesiae i temi cari al poeta di Melicuccà, e a spiegarci leragioni della sua “grandezza” di poeta. “La gran-dezza di poeta” di Calogero - egli scrive - “consistenella bellezza e nell’espressività dei suoi versi, maanche nel pensiero filosofico che li alimenta e li so-stanzia”. Per Chiodo “Calogero elabora in modo co-stante le teorie estetiche di cui è a conoscenza,giungendo a un’interpretazione personale della poe-sia e del suo valore”. Nell’ultima sua raccolta poe-tica (I Quaderni di Villa Nuccia, 1959-60) si trovanocodificate le riflessioni estetiche del poeta sulla poe-sia e sulla sua funzione; “la poesia di Calogero”- os-serva Chiodo –“nasce a volte dal dolore e si presentacome negazione della vita, come elemento alie-nante”. Tra i temi della poesia di Calogero, il criticocalabrese pone l’accento sull’ amore e sulla donna,elementi costanti del suo percorso artistico edumano. Ma la poesia, per il poeta di Melicuccà - fanotare Chiodo - “è anche la voce della vita, dellanatura, dell’essere primordiale che si fa canto e ri-chiama l’uomo a sé, riempiendo i suoi vuoti, equindi accendendo speranze che immancabilmente

di Franco Liguori

UNA PREZIOSA RACCOLTADI SAGGI DI CARMINECHIODOFortunato Seminara e altri scrittori e poeticalabresi del novecento

Page 10: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

10

svaniscono, come si legge nella lirica La voce dellapoesia”. Belle pagine, ricche di riflessioni critiche edi comprensione umana, Chiodo dedica allo sfortu-nato poeta di Sambiase, Franco Costabile, morto sui-cida a Roma nel 1965, apprezzato e stimato daicritici e dai letterati più autorevoli del tempo. Di luimette in evidenza soprattutto il grande attaccamentoalla Calabria, che amò di un amore profondo e vi-scerale, desiderando inutilmente di vederla sollevatadalla sua secolare condizione di miseria e di subal-ternità. Scrive Chiodo che “Costabile rappresentatutti i mali della Calabria e che egli si è dedicato acantare con rabbia e con amore la sua storia” e,“grazie a lui noi oggi possiamo avere un documentopoetico ed essenziale dei drammi di una terra ab-bandonata”. “Escono dai suoi versi” - continua il cri-tico calabrese – “scanditi con rabbia i personaggi deibaroni, emigranti, raccoglitrici di ulive, zappatori,proprietari, ecc.. Un universo umano che dalla pic-cola Sambiase si estende a un’area geografica piùvasta: quella del sottosviluppo e della preistoria dellasocietà capitalistica”. Interessanti le riflessioni sullaraccolta poetica più famosa di Costabile: La rosa nelbicchiere (1961), un’opera che “grida con asprezzala sua cultura e chiama per nome, inchiodandolialla croce della storia, uomini ed istituzioni: i Gal-lucci, i Ruffo, i Lucifero, i Cassiani, i Foderaro, laCassa per il Mezzogiorno”. La posizione ideologicae morale di Costabile, per Chiodo, può essere avvi-cinata soltanto a quella di Fortunato Seminara o diSaverio Strati. Concludiamo questa nostra nota sul-l’opera di Carmine Chiodo Fortunato Seminara ealtri scrittori e poeti calabresi del Novecento, editaa Roma da UniversItalia nel 2014 (prezzo: Euro18,00), con la considerazione che essa rappresentasicuramente un prezioso contributo alla conoscenzadei maggiori autori della nostra letteratura regionaledel Novecento e può rappresentare un utilissimostrumento di studio per quanti amano leggere i nar-ratori e i poeti calabresi, siano essi studenti liceali ouniversitari, ma anche semplici lettori adulti, che tro-veranno in questo libro una preziosa “guida alla let-tura” dei più importanti autori del Novecentocalabrese. (Fine)

Oltre alla recente pubblicazione del libro “La Valledelle grandi pietre”, edito da Rubbettino, presentatonei locali della Mondadori Point di Corigliano Scalo il4 febbraio scorso, è in distribuzione altra opera dal ti-tolo “FASCINO e MISTERO del Codex Purpureus Ros-sanensis, edito da Ferrari, prezzo 18,00, in vendita dalmese di ottobre 2017, con prefazione di Mons. Giu-seppe Satriano, vescovo di Rossano - Cariati. Il testo èarricchito da una serie di tavole a colori riproducendoil Codex.

SU TUTTOIL CATALOGO

DAL 9 FEBBRAIO AL 10 MARZOPRESSO LIBRERIA “AURORA ” - MONDADORI STORE

BOMBIANI25%

ABBONATEVI ALLARIVISTA

Page 11: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

11

Il Gruppo d’Azione per la Verità sul tribunale di Co-rigliano Rossano chiede al futuro Governo della Na-zione l’immediato ripristino dell’ex presidio al finedi colmare la diffusa sensazione di ingiustizia vissutadai cittadini.

Corigliano Rossano (CO.RO) – L’approvazione inConsiglio regionale della legge istitutiva della terzacittà della Calabria “Corigliano Rossano” è da con-siderare un evento storico per l’intero territorio, perla Calabria, per la Nazione. Un modello di sviluppoinnovativo che supera culturalmente ogni forma dicampanilismo, riduce i costi della pubblica ammini-strazione, aumenta le possibilità di intercettare fondiextracomunali, ma soprattutto proietta la nuova cittàCorigliano Rossano e l’intera provincia di Cosenzain un contesto di maggiore autorevolezza nei rap-porti di forza con le altre realtà. Il GaV plaude per il risultato raggiunto, si associa aquanti si sono spesi nel tempo affinché si raggiungessel’obiettivo, nessuno escluso: comitati, associazioni, or-ganizzazioni sindacali, rappresentanti istituzionali,partiti, movimenti. Il gruppo nasce al fine di accertare i criteri e i metodiadottati dal legislatore quando decise di sopprimereil Palazzo di Giustizia di Corigliano Rossano posto indiscussione insieme ai presidi di Paola e Castrovillari.Il GaV, nel ribadire che nessun presidio di giustiziaavrebbe dovuto subire la sorte della soppressione in

Calabria, rileva come ancora oggi le più alte carichedello Stato interpellate sul punto non abbiano intesofornire alcune spiegazione. Il GaV saluta quindi con favore la nascita della cittàdi Corigliano Rossano con i suoi 80mila abitanti inun ambito di area vasta che si aggira intorno ai200mila abitanti. Tale atto conferma, qualora ve nefosse bisogno, la discrasia della scelta ingiusta com-piuta nel 2012 dal legislatore che ha inteso soppri-mere un presidio di giustizia ospitato nella primacittà della provincia di Cosenza. Un’anomalia dacolmare con urgenza come atto di giustizia e di ri-pristino della legalità in un territorio ad alto ri-schio. Esigenza, questa, condivisa ed emersa anchedurante i lavori del Consiglio regionale, sottolineatada alcuni parlamentari regionali che hanno definitol’ex Procura di Rossano un “presidio di civiltà”, a ga-ranzia di un’area ad alta densità delinquenziale.A tal riguardo appare invece fuorviante il silenzio delGovernatore Mario Oliverio sulla questione del tri-bunale di Corigliano Rossano, dal quale ci si sarebbeaspettati almeno un cenno nel suo intervento con-clusivo.

Il linguaggio della legge non sarà mai la lingua dei giornali, dei libri, della vita quotidiana. È una linguasecca che non usa una parola, più del necessario, una lingua ruvida che comanda senza spiegare, unalingua fredda che non si eccita mai, eppure giustificata per queste sue caratteristiche, come nessun’altro.

(Gustav Raldbruch)

A PROPOSITO DELLA TERZA CITTÁ IN CALABRIA

IL GAV ESPRIME IL SUO PENSIERO:«TRAGUARDO STORICO»

Il NUOVO CORRIEREDELLA SIBARITIDE si associaal Gav confermando l’appoggio

pro-Tribunale

SEI NATO NEL 1999?HAI GIÀ COMPIUTO 18 ANNI?

IL BONUS CULTURA È ANCHE PER TE!

per acquistare libri in tutti i Mondadori Store e su mondadoristore.itRegistrati entro il 30 giugno 2018

500€

Page 12: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

12

È l’ultima, ma non ultima, ne sono certo, fatica let-teraria dell’infaticabile e vulcanico prof. Franco Car-lino. Il libro di poco più di 200 pagine è benstrutturato e articolato in dieci parti: dopo il titolo,che è la sintesi stringata dei contenuti dell’opera,l’introduzione presenta di questa le chiavi di lettura,fornite, in maniera chiara e distinta, dall’Arcivescovodi Rossano-Cariati don Giuseppe Satriano, dallo sto-rico dott. Mario Falanga e dal medesimo autore; c’èpoi un lungo excursus su alcune “vexatae questiones”,irrisolte e ancora aperte, riguardanti il PurpureusCodex (la data di composizione, la provenienza, laqualità del manufatto, la committenza, la destina-zione, il colore porpora, la venuta nella Chiesa Catte-drale di Rossano la bizantina ecc.) e sulle quali Carlinooffre una serie di nuovi suggestivi contributi di ipotesi,alcune sue e altre di qualificati studiosi, segnata-mente dell’indimenticabile mons. Ciro Santoro,primo Direttore del Museo Diocesano di Arte Sacra,al quale l’autore grato (belli e condivisibili i valoridella riconoscenza e della memoria storica collettivaposti dallo studioso a fondamento del suo messaggio!)dedica l’opera; molto importanti sono le sezioniprima e quelle dalla quinta alla settima, successivedello scritto, che offrono allo studioso e al lettoreuna rassegna molto ampia degli autori di studi signi-ficativi e saggi giornalistici sul Rossanensis, ossia uncampionatura abbastanza esauriente, ricostruita conintelligenza e pazienza certosina; in mezzo a quelleci sono, prima,la sezioneche tratta della Rossano bi-zantina e delle sue originali e innumerevoli testimo-nianze della monumentalità sacra, che fanno dellacittà della Calabria Jonica del Nord-Est il centro ur-bano più bizantino d’Italia, e, dopo, quella che offreuna lettura puntuale delle 15 illustrazioni che im-preziosiscono l’Evangelario di Rossano;infine, loscritto si chiude con due sezioni che lo caratteriz-zano molto positivamente, i riferimenti bibliografico-sitografici e gli indici onomastico-toponomastici.I pregi dell’opera del prof. Franco Carlino sono nu-merosi: la fatica immane per realizzarla, che ha im-pegnato, con non lievi sacrifici di lavoro, tempo,denaro, l’autore a intus legere negli scritti degli stu-diosi del Purpureus Codex dal 1828 ai giorni nostri,messi in evidenza con rispetto delle loro conclu-sioni; la storia delle tesi e opinioni, ordinate crono-logicamente con cura e distacco oggettivo, dei più

qualificati studiosi (storici, storici dell’arte, neo-te-stamentari, paleografi ecc.) è un contributo preziosoofferto a coloro che si accingono a scrivere sulCodex, i qualinon possono prescindere dal presentescritto, perché il dialogo inesauribile e dialettico tragli studiosi è il principale fattore di progresso delleconoscenze; alcune congetture dell’autore sono uncontributo positivo per cercare di risolvere i tantiproblemi che avvolgono il manoscritto rossanese, siaquelle ben argomentate e perciò condivisibili e siaquelle che lasciano dubbi e perplessità, e comunquestimolano a continuare il cammino faticoso persquarciare le ombre di sconoscenze che ancora ten-gono vivace il dibattito sul Rossanesis; l’opera diCarlino è un bell’ exemplum(al quale dovrebberoguardare tanti indifferenti e smemorati), un attod’amore e una testimonianza generosa di gratitudinee di donazione, volontaria gratuita e disinteressata,a Rossano, la sua città di adozione, che lo ha accet-tato e integrato come sanno fare i Rossanesi, eredidelle grandi Civiltà Mediterranee, Greca e Bizantina,ossia con l’accoglienzae il cuore aperto agli altri.

RECENSIONE AL LIBRO DI FRANCO CARLINO “Il CODEX PURPUREUS ROSSANENSIS - Patrimonio dell’UNESCO nella Bibliografia.Da Bisanzio allo scrigno del Museo Diocesano di Rossano e della letteratura mondiale”,Imago Artis, Rossano 2017, pp. 207.

a cura di Franco Filareto

Page 13: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

13

ROSSANO – La serie C della Lapietra si tra-sforma in sprinter e chiude la pratica casalingaMilani uscendo dal campo con un secco 3-0.Preziosissima vittoria per i leoni bizantini, aiquali è sufficiente mantenere un ritmo da cro-ciera discreto con gli avversari.Il primo set è quasi tutto di marca rossanese, con larosa di mister Marcianò che allunga sul 9-4 e poi an-cora sul 15-8. Il Milani fatica a entrare in partita, per-mettendo ai locali di prendere in mano le redini delset, che chiudono in soli 18 minuti su un inequivo-cabile 25-14. La Lapietra riparte forte anche nella seconda fra-zione. Prepotente la consistenza offensiva dei pa-droni di casa che agguantano subito un primodistacco sull’11-6. Si fanno però recuperare sul 16-8, complice un prematuro rilassamento. Non mollala compagine di coach Lionetti che recupera portan-dosi ad un solo punto dal Rossano sul 21-20. Si pro-fila un incertissimo finale, dove però i localimanifestano più intensità agonistica e prenotanol’epilogo per 25-21. Il Rossano impone l’andatura anche nel terzo set (6-3; 16-13), ma accusa sempre qualche pausa in cuila Milani imperversa e ne approfitta per limitare unconto che si preannuncia salato. A fare il verdetto èil servizio letale di Marino: 25-18 e per la Milani nonc’è scampo. Non si fermano più. Le atlete della Lapietramantengono la vetta del campionato con unoscore impressionante di 15 vittorie e una scon-fitta. E sul parquet della concapolista Virtus1962 il successo ha un peso specifico partico-lare. Un’autentica battaglia quella andata in scenasul lungomare di Pellaro. Brillano le prestazioni delle

giovanissime bizantine, in grado di mettere sottopressione una formazione matura e assetata di vitto-ria, pronta a scippare la prima piazza solitaria inclassifica. Quando il set sta emettendo i primi vagiti,c’è già lo strappo della compagine bizantina chevola subito sul 12-8 a proprio favore. Spaccata la di-fesa reggina, il muro della Virtus vacilla permettendoalle ospiti di concretizzare un nuovo gap sul 20-14.Provano a recuperare qualcosa le locali, ma senzapiù riuscire a costruire efficacemente fino alla chiu-sura delle ragazze di Zangaro e Marcianò sul 25-29.Il set perso pesa sulle gambe delle locali che tro-vando una fiammata di orgoglio riescono a ribaltarela situazione nella seconda frazione, piazzando unbreak di tre punti sul 6-3 che atterrisce le gialloblùsino al 20-17. Il set non sfugge alle padrone di casa,mandando fuori giri la difesa ospite e imponendosiper 25-21. Nel terzo parziale il Rossano ritrova con-vinzione e torna a premere sull’acceleratore, propi-ziando un allungo sull’11-6 e cementificandolo sul21-15. Più attenzione ai dettagli e cinismo permet-tono alla Lapietra di tenere l’ampio margine di van-taggio e di chiudere il set per 25-17. Spettacolare il quarto periodo, con le due formazioniche procedono a braccetto in una fase equilibratis-sima almeno sino al 22 pari. La Virtus riesce quindia piazzare l’accelerazione decisiva approfittando delpenalty point comminato per protesta al libero ros-sanese Laurenzano. Set chiuso senza troppi compli-menti sul 25-22. Si va al tie break e comincia forte la Lapietra, avantial cambio campo per 8-6. È evidente che le bizan-tine abbiano più fame di vittoria e la determinazioneviene premiata dal trionfo finale per 15-10 LAPIE-TRA PALLAVOLO ROSSANO - NEW TECH PAL-LAVOLO MILANI 3-0 (25-14; 25-21; 25-18)Lapietra Rossano: Lioi, Domanico, Buracci, Carac-ciolo, Madeo G., Zangaro, Madeo A., Marino, Labo-nia, Mazzuca, Caruso, Cavallo (L).Allenatore: MarcianòNew Tech Milani: Froio, Pizzuto, Totera, Rimoli,Ubbriaco, Fasanella, Tarsitano, Abritta, Donnici, Fer-rise (L).Arbitri: Mazza di Gimigliano e Durante di LameziaTerme.

SPORTMARTINA FORCINITI CI FA GUSTARE UNA PARTITAA PALLAVOLOI LEONI CHIUDONO LA PRATICA MILANI CON UN SECCO 3-0. CLASSIFICA CHE SI FA INTE-RESSANTE - NON SI FERMANO PIU’ LE ATLETE DI SERIE D - LA MASCHILE SI TRASFORMA INSPRINTER

Page 14: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

14

Terminati i momenti di euforia o di delusione, con-nessi alla fase post-referendum del 22 u. s., si deve,per dovere, necessità e convenienza, rispettare lavolontà degli elettori, guardare in avanti e passarealla fase costituente del Comune unico, che sidovrà chiamare Corigliano-Rossano (mantenendole toponomastiche cittadine identitarie unite ed evi-tando acronimi e sigle, incomprensibili e di dubbiautilità): una fase molto complessa e altrettanto moltodifficile, densa di inquietudini ma anche di spe-ranze, che non va né sottovalutata e né drammatiz-zata, ma va vissuta e condotta con alto senso dellaconsapevolezza e della responsabilità, con la con-divisione del primato dell’interesse generale e delbene comune da parte di tutti e nessuno si tiri fuori.Prima che sorga e diventi operativa la Città Nuovadi Corigliano-Rossano c’è un inter-regno neutro,una fase temporale che va dalla proclamazione deirisultati elettorali referendari alla nuova legiferazionedel Consiglio Regionale della Calabria allo sciogli-mento dei due Consigli Comunali e alla nomina delCommissario ad acta da parte del Prefetto di Co-senza: una fase incerta e aperta a tutti gli esiti.Ognuno, perciò faccia la sua parte. Facendomi in-terprete e portavoce di quanti osservano e operanoper un prosieguo positivo esprimo alcuni auspici.Il primo auspicio è che questa fase intermediaabbia i tempi necessari e giusti, evitando le fughein avanti, le improvvisazioni, le superficialità fretto-lose, l’indifferenza e, viceversa, che si appronti -questo subito - un crono-programma delle inizia-tive da intraprendere, individuando, con chiarezza,tempi, modalità, verifiche e, inoltre “chi”, “checosa” e “quali obiettivi”.Il secondo auspicio è che ogni soggetto istituzionaleo politico o sociale e ogni cittadino, già fautore del“Sì” o del “No” o dell’astensione, si adoperi, con lealtàe senso del servizio alla nostra comunità, a chiuderedefinitivamente la fase conflittuale pre-referen-dum (evitando critiche o peggio polemiche sterili, re-criminazioni, diffidenze, posizioni preconcette,divisioni), a costruire percorsi virtuosi e condivisi diriconciliazione operativa e paritaria, ad adottareil metodo giovanneo di “mettere in disparte le ra-gioni che dividono e a ricercare le ragioni che uni-scono”, ad affermare costantemente la centralità del“camminare insieme” tra eguali e nella reci-proca fiducia, al fine di realizzare la Città Nuovadi Corigliano-Rossano.Il terzo auspicio è che i traghettatori dalle “duecittà” alla “città unica” siano, innanzi tutto, i dueSindaci insieme in una sorta di diarchia, coadiuvatidai due Consigli Comunali, chiamati a stipulare un

patto per la Città Nuova, perché la prima e più im-portante fase, quella costituente, è di natura essenzial-mente istituzionale; inoltre, il traghettamento-passaggiodall’ ”ora” a “quello che verrà”, affinchè assuma unaconnotazione politica, sociale, culturale altamente con-divisa, deve avvenire attraverso la massima democra-tizzazione del processo, sia in senso orizzontalee sia in senso verticale, stimolando alla cittadinanzaattiva e alla partecipazione consapevole e respon-sabile tutti i soggetti in indirizzo, segnatamente tuttii nostri cittadini dei quartieri e delle contrade di Ros-sano e di Corigliano C., che si sono espressi a favoreo contro o si sono astenuti (55,30 % a Rossano e67,02 % a Corigliano C. !!!). Il quarto auspicio è che i due Sindaci, GiuseppeGeraci e Stefano Mascaro, e gli attuali organi ammi-nistrativi di governo di Rossano e Corigliano C.(Giunte e Consigli municipali) continuino a go-vernare le due città nella pienezza dei poteri con-feriti loro dalle leggi, con tutti gli oneri e onoriconnessi, e, soprattutto, evitino atteggiamenti dualio pilateschi o di disimpegno o di rinvio al prossimoCommissario prefettizio (che, quando si insedierà eper il lungo periodo in cui rimarrà, si limiterà all’or-dinaria amministrazione) e, viceversa, preparino lefondamenta della Città Nuova: tra l’altro, gli Uf-fici comunali vanno predisposti e riconvertiti all’or-ganizzazione dell’unica Città nuova, attraverso lasemplificazione e l’accelerazione delle procedureburocratiche, il potenziamento e il miglioramentodei servizi, la riduzione dei costi degli stessi, l’av-vicinamento degli uffici ai cittadini. Il quinto auspicio è che i due Sindaci, G. Geraci eS. Mascaro, coadiuvati dalle Giunte e dai Consiglimunicipali e con il più ampio coinvolgimento deisoggetti sopra menzionati, si adoperino, insieme,ad aprire alcune vertenze con i Governi Nazio-nale e Regionale, con i quali oggi è più facile l’in-terlocuzione, ieri ingiustificatamente negata, al finedi affrontare, per una rapida soluzione, almeno cin-que priorità, le più urgenti, quelle non più diffe-ribili e non più delegabili ad altri, come: la SANITA’, attraverso l’immediata garanzia di ini-zio della costruzione dell’Ospedale Nuovo di eccel-lenza della Sibaritide, il potenziamento della retedella medicina di base, il potenziamento e la riqua-lificazione degli Ospedali Riuniti Spoke di Cori-gliano C. e Rossano; il Tribunale della Sibaritide,da restituire al territorio a garanzia del diritto dei cit-tadini a una giustizia di prossimità e a sostegno dichi ha investito o vuole investire in quest’area;una nuova logistica, che deve togliere la Sibaritidedalla marginalità e dall’isolamento, attraverso l’ur-

“DOPO IL REFERENDUM SULLA FUSIONECHE FARE ?”:LETTERA APERTA AI SINDACI DIROSSANO E CORIGLIANO C. di Franco Filareto

Page 15: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

15

gente ampliamento e messa in sicurezza della SS.106 o E. 90, la realizzazione della metropolitana leg-gera di superficie, il ripristino dei treni di lunga per-correnza, la realizzazione dell’aeroporto dellaprovincia di Cosenza, la riqualificazione ad un usomultiplo del Porto di Corigliano C.;la riconversione della dismessa centrale Enel,che rischia di essere un eco-mostro con drammati-che ripercussioni sull’ambiente, sulla salute, sull’eco-nomia della popolazione della Calabria del Nord-Estse non viene – subito – bonificata per essere poi ri-convertita a un uso compatibile con le vocazioni

economiche e naturalistiche del territorio;gli Uffici pubblici statali (INPS, Ufficio delle En-trate, INAIL, Catasto, Archivio notarile), dei quali,dopo la spoliazione e il trasferimento altrove dimolte funzioni, vanno recuperati tutti i servizi a be-neficio dei cittadini di tutto il territorio;Rossano-Corigliano, 31 ottobre 2017.

Organizzato da Papas PietroLanza, parroco della Chiesadel Santissimo Salvatore diCosenza, afferente all’Epar-chia di Lungro, si è svolto ilgiovedì 25 gennaio 2018un interessante simposio, perconoscere le vicende stori-che che hanno portato a ce-lebrare il Concilio di Firenze(1431-1439), che ha sancito

– per un breve periodo – l’unificazione della ChiesaCattolica con quella Ortodossa. Relatore padre Roberto Giraldo, docente di Ecume-nismo, all’Istituto studi ecumenici “San Bernardino”di Venezia. L’incontro si è svolto nel salone del Se-minario maggiore eparchiale di Lungro, in via Pa-parelle 16, a Cosenza (alle spalle del complesso

monastico di San Francesco di Paola). In una notaalla stampa Papas Lanza scrive: «I fedeli italo-alba-nesi dell’Eparchia di Lungro, in cammino verso ilprimo centenario dell’istituzione della nostra diocesi,sono i discendenti dei profughi, che dopo la mortedi Skanderbeg nel 1468, per poter rimanere: in vita,liberi e cristiani, dovettero abbandonare la madre pa-tria e giunsero nelle terre del Meridione italiano,dove furono benevolmente accolti e integrati nellaChiesa Cattolica, come isola orientale, a seguito delConcilio di Firenze. Da allora ai nostri giorni, daquasi sei secoli, gli arbëreshë manifestano la bel-lezza della Chiesa che respira con due polmoni(Oriente ed Occidente), dei cristiani uniti visibil-mente, nella differenza delle tradizioni, condiviseper l’arricchimento reciproco e per la maggior gloriadi Dio».

E’ un atto nelle scuole della Sibaritide una campagna PRE-VENTIVA con partecipazione a convegni ed incontri per tra-smettere ai tanti giovani i valori della legalità.I temi maggiormente da affrontare sono quelli del bullismoe del cyber bullismo, tematiche in uso attraverso internet, iltutto, ovviamente, per evitare di incorrere nelle insidie dellarete, specie in adescamento online, di pedo pornografia ed in-fine altro argomento è quello della educazione stradale.L’iniziativa è partita dal dr Giuseppe Massaro, Commissariocapo della Polizia di Stato e dirigente del commissariato diRossano dal mese di ottobre 2017, dietro nomina del que-store della provincia di Cosenza, dr Giancarlo Conticchio. Perrealizzare le tematiche anzidette, dopo il suo insediamento aRossano, ha subito chiesto ed ottenuto l’aumento delle volantisul territorio e ,parimente, l’aumento dei controlli straordinarisul territorio con l’ausilio delle pattuglie del Reparto Preven-zione Crimine. Per la indiscussa preparazione e capacità delCommissario Massaro si e’ notato subito un grande impulso

sul piano repressivo con i nume-rosissimi arresti fatti in questiquattro mesi. Circa 12 arresti inflagranza di reato per spaccio disostanza stupefacente tra Cori-gliano e Rossano, l’esecuzionedi 5 misure cautelari in carcereper estorsione, l’esecuzione diuna misura cautelare in carcere per induzione favoreggia-mento e sfruttamento della prostituzione sul territorio di Cori-gliano. due arresti per contrabbando di sigarette. Alta è anchel’impegno e l’attenzione per la gestione dell’ordine e sicurezzapubblica, settore meritevole di massima attenzione specie conla massiccia presenza degli emigrati alcuni dei quali. forse,nemmeno in regola. È auspicabile che il Commissario Mas-saro venga coadiuvato nella sua funzione di responabiledell’Ufficio di Rossano, anzi della città unica Corigliano-Ros-sano (CO.RO) dagli Organi Provinciali.

COSENZA:INCONTRO ORGANIZZATO DA PADRE GIRALDO SUL TEMA:PER CONOSCERE LE VICENDE STORICHE DEL CONCILIO DIFIRENZE (1431-1439)

COMMISSARIATO DI ROSSANO: NELLE SCUOLE DIBATTITO SUL BULLISMO ECYBER BULLISMO. VARI ARRESTI CONDOTTI DAL COMMISSARIO MASSARO

I due sindaci faranno tesoro di quantoauspicato dall’ex Sindaco, nonchè filosofo,

Franco Filareto?

Page 16: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

16

Sebastiano Mainardi(S. Gimignano 1450/60-Firenze? doc. 1513)Tempera su tavolaIscrizione: BA…ANUS FLORETINUS ME PISITMontalto Uffugo (Cosenza), Chiesa dell’Annunziata

Una tradizione che si rifà a una fonte del 1635 raccontache l’immagine di Montalto è il ritratto originale di SanFrancesco di Paola richiesto da Ferrante I d’Aragona nel1483, in occasione della sosta a Napoli del Tauma-turgo, durante il viaggio verso la Francia e che FerranteII duca di Montalto – figlio naturale del primo – lo donòalla chiesa dell’Annunziata nel 1516, in occasionedell’edificazione del convento dei Minimi.L’annotazione, scritta in latino è la più antica attesta-zione che si ha del quadro qui analizzato: “Ecclesia de-nique pretioso pignore gaudet, vera nimirum effigieBeati Patris N.quam Ferdinandus Rex Neapolis, cumillac in Galliam veniret, ab optimo pictore curaveratesprimi”. Il Santo quindi di passaggio da Napoli – comegià scritto – fu ritratto da un pittore della corte di Fer-rante I. Questi, “non potendo ottenere che Francescoposasse davanti a lui”, mise in atto l’espediente di ri-trarlo attraverso uno spacco eseguito sulla porta del do-micilio dove alloggiava.L’annotazione riportata si rifà a una fonte del 1635, ilChronicon Generale Ordinis Minimorum del frate Fran-cisco Lanovio Parisinus eiusdem Ordinis Professore(François de la Noue). In seguito alcuni scrittori – ap-partenenti in massima parte all’Ordine dei Minimi –hanno riportato con poche varianti le stesse notizie. Ildipinto è compreso nell’Inventario del Frangipane chelo giudica “fatto sul vero nella visita di San Francesco aRe Ferrante in Castel Nuovo di Napoli (1482)”; lo stu-dioso però aggiunge che “ha carattere di opera di pro-venienza napoletana della fine del sec. XV o principîdel sec. XVI”. Biagio Cappelli, successivamente, scriveaffermando che l’opera è stata eseguita dopo la cano-nizzazione del Santo avvenuta nel 1519. Ma quale eral’aspetto fisico del Paolano? Nella sua biografia più an-tica (1502), compilata in latino da un anonimo confra-tello suo contemporaneo, possiamo leggere quantosegue: “Il buon Padre, S. Francesco, portava la barba ei capelli abbastanza lunghi, cioè né troppo lunghi nétroppo corti; come ho già detto, non se li fece mai ta-gliare. Era di corporatura sufficientemente grossa e diforte costituzione. Quantunque vivesse in grande asti-

SAN FRANCESCO DI PAOLA,SECOLO XV, NONO DECENNIO

di Mario Vicino

Sebastiano Mainardi, San Francesco di Paola. MontaltoUffugo (Cosenza), Chiesa dell’Annunziata.

Page 17: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

17

nenza, godeva tuttavia florida salute, rubicondo nelvolto come se avesse mangiato ogni giorno cibi squi-siti. Esternamente sembrava grasso, mentre in realtà eraossa e pelle. Da ciò si poteva argomentare che in luirisplendeva la grazia di Dio. Somigliava a S. Antonio,così come viene generalmente dipinto”.L’iconografia, solitamente, ha tramandato la figura diun uomo anziano e austero, con il volto fiero o esta-tico. La Di Dario Guida, nei primi anni ’80, attraversoil programma di restauro da lei ideato, ha avuto mododi far rilevare due particolari del dipinto di notevoleimportanza: le figure dell’Annunciazione nelle parti dirisulta della zona superiore e la firma frammentariadell’autore: BA…ANUS FLORENTINUS ai piedi delSanto. Dalla lettura iconografica dell’opera, emergeuno svolgimento tardo-quattrocentesco, sicuramentenon di carattere mediterraneo, bensì rivolto a una cul-tura di temperie fiorentina: negli ampi panneggi delsaio, dettagliati nella caduta colonnare – che mostranoattinenze con la componente fiamminga –, nel viso ca-ratterizzato dal naso adunco, nella barba dipinta con

dovizia di particolari, nelle grandi mani e nei piedi checalzano gli zoccoli di legno. L’insieme richiama unaspetto integrante di una parte della pittura del ‘400,che evoca un gruppo di artisti appartenenti all’orbitadel Ghirlandaio. Pertanto la scritta BA…ANUS FLO-RENTINUS può essere interpretata come la firma diSebastiano Mainardi, allievo e cognato del Ghirlan-daio. Tenuto conto che nella seconda metà del XV se-colo nella capitale aragonese erano attivi vari architetti,pittori e scultori fiorentini, la datazione assegnata aglianni ottanta del Quattrocento del dipinto di cui siparla, risulta verosimile. Per questo il ritratto di SanFrancesco – per come sostiene la tradizione – può es-sere stato eseguito durante la sosta del Paolano a Na-poli, in occasione del viaggio verso la Francia.Inoltre si può essere sicuri che la pittura di Montalto –pure all’interno dell’Ordine dei Minimi –, è stata con-siderata un vero e proprio archetipo, come si potevaleggere su un’antica iscrizione affissa un tempo ac-canto a essa, e come tale divulgata in Italia e nell’Eu-ropa tutta, in Spagna particolarmente.

Alla fiera della politicasi vendono, si fanno comprare, si prostituiscono.Il potere scioglie le Camere,alle urne!Inizia un vecchio balletto senza musica,promesse da non mantenere,danzano per procacciarsi l’arricchimento.Voci, brusii, si odono dalla silente calca.L’oratore: riforme, pensione, lavoro;una voce autoritaria: cambiamento;una voce stridente: aiuto alle famiglie.La massa umana!Con lentezza interagisce il cervello.La sagra dei governanti!Un grande teatro,dove tutti recitano a soggetto.Con tasse e balzellihanno istituzionalizzato la povertà.Lo spazio sociale è stato occupato da:le lobby filantropiche che si mimetizzano,le mafie che si mascherano.Queste strutture parassitariesucchiano la linfa sociale sotto il lucente sole

senza moralità, senza ideali,suddividendosi il magro bottino.Trovar la luce nell’oscuro cammino,l’interior sapere di conoscenza vostra,dovrebbe illuminar la mente e il cor,di sapienza umana.Gli eruditi si pavoneggianocon la loro servile cultura,lentamente la società s’inaridisce.Grecia!Fonte di cultura, madre della democrazia,dove sono i tuoi filosofi?Socrate, Solone, Platone, Pitagora, Aristotele…Sono morti?No! Dormono nell’oblio delle menti.Dal suo balcone, Tomasi di Lampedusaosserva l’ignara folla ammaestrata;il grugnire dei maiali, il belare delle pecore,echeggiano nell’aria tersa.Sorride nel suo pensiero:Tutto! Vogliono cambiare… in peggio.

Luigi Visciglia

LA FIERA DELLA POLITICA7 gennaio 2018

QUANDO LA POLITICA DIVENTA IL MERCATO DEL BESTIAME

Page 18: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

18

La politica deve immaginare i processi futuri di svi-luppo e lo può fare guardando “oltre l’orizzonte” tem-porale, tenendo conto delle sollecitazioni provenientidalla società civile che deve intelligentemente acco-gliere se le ritiene interessanti ed utili per il bene co-mune.Dopo un iter serio e responsabile portato avantidal Presidente della I^ commissione on. Franco Sergio,dopo l’esito favorevole del referendum popolare delmese di ottobre 2017, il Consiglio della Regione Ca-labria il 30 gennaio 2018 ha approvato la proposta dilegge presentata dall’on. Giuseppe Graziano ed ha isti-tuito la nuova città che si chiamerà “Corigliano Ros-sano”, fissandone la decorrerà dal 31 marzo 2018,giorno in cui decadranno le Giunte ed i rispettivi Con-sigli comunali. Verrà nominato un Commissario di Go-verno che, con la collaborazione dei due sindaci dellecittà che si sono fuse, dovrà predisporre le condizioniper preparare i cittadini ad eleggere il nuovo ed unicoconsiglio comunale ed il nuovo ed unico sindaco. Unafase delicata nella quale più che mai c’è bisognoanche del contributo collaborativo delle forze sociali,dei Comitati, dell’Associazionismo in generale, deglialbi professionali e rappresentanti dei diversi settoriproduttivi. Sono inopportune le fughe in avanti di co-loro che pensano di essere protagonisti esclusivi, nonfanno bene nemmeno le critiche di coloro che si insi-nuano in questo processo irreversibile non per co-struire ma per alimentare rancori. E’ da irresponsabilicomportarsi in questi modi, SIAMO TUTTI SULLASTESSA BARCA ed è necessario remare nella stessa di-rezione per costruire un futuro che appartiene a tutti.La fusione dei due comuni “cosa fatta è”, non è più iltempo di seminare divisioni e ad esprimere puerili sen-timenti di livore. Se è vero che ogni processo camminasulle gambe degli uomini, ciascuno deve offrire il me-glio di sé, senza retropensieri, senza personalismi,senza protagonismo. Non giova a nessuno manifestare“acredine”, così come stanno facendo a mezzostampa alcuni cittadini e pseudo scrittori. La legge èstata approvata, anche se con il voto contrario del con-sigliere regionale Orlandino Greco, il quale, nono-stante abbia già motivato la sua posizione in consiglioregionale, continua artatamente a volere giustificare lasua contrarietà alla fusione con motivazioni inconsi-stenti e artificiose (da ricordarsene quando si voteràper il rinnovo del consiglio della regione). Il consigliere

regionale O. Greco, personaggio di Castrolibero, po-teva sprecare il suo tempo a fianco della nostra gentequando si combattevano battaglie di autonomia e didecentramento oppure quando a questo territorio ve-nivano sottratti servizi ed uffici. Dov’era costui?E’ un momento storico importante che richiede con-sapevolezza e responsabilità , i due sindaci uscenti losanno e devono essere in prima linea, in modo che illoro comportamento serva da esempio trainante. Lapresenza istituzionale molte volte si rileva determi-nante per prevenire ed evitare risultati deludenti comequello che si stava verificando presso la sede del con-siglio regionale dove si rischiava per la mancanza dinumero legale di rinviare i lavori di approvazione dellalegge. Loro due non erano nell’aula consiliare a Reg-gio Calabria, erano invece a festeggiare in un Hoteldel luogo, dando tutto per scontato e abdicando difatto a presenziare ai lavori consiliari, onere di cui si ècaricata invece una delegazione di cittadini in rappre-sentanza del territorio organizzati dal Comitato 100Associazioni.Ma ormai è fatta!! Il processo di fusione appartiene atutti e non ai soli “eletti”, non è il tempo delle barricate, né di primogeniture, né di moniti, né di insinuazionidisfattiste; è necessario seguire il binario della integra-zione e guidare il decollo socio-economico e culturaledella grande città che dovrà nascere con basi solideper raggiungere gli obiettivi di sviluppo e non deluderechi spera nel cambiamento.La società della nuova città unica deve trovare l’ener-gia per disegnare il futuro, i giovani dovranno essereprotagonisti con le loro idee progettuali e impegnarsiper creare una nuova classe dirigente, preparata e lun-gimirante. Il nostro territorio non può essere più sven-duto, la nuova città offre le condizioni giuridiche edamministrative per dire alt ai saccheggi di uffici e sot-trazione di servizi, che invece devono ritornare sul ter-ritorio unitamente agli investimenti necessari acambiare il volto infrastrutturale non solo di CoriglianoRossano ma dell’interland sul quale vertono i paesi li-mitrofi. E’ normale che ci sia paura quando si affrontaun percorso nuovo, il consolidato fa sentire più tran-quilli e sicuri, ma il cambiamento non deve impediredi immaginare un futuro di speranza. Sviluppare una“cultura comune” è fondamentale, una premessa af-finchè la nuova città di CoriglianoRossano prenda

FUSIONE CORIGLIANOROSSANO, SIAMO TUTTISULLA STESSA BARCAdi Enrico Iemboli

Page 19: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

19

corpo e contribuisca ad armonizzare tutti i settori dellasocietà alla quale tutti dobbiamo sentire di apparte-nere. E’ necessario rendersi conto che abbiamo ungiardino ricco di fiori che dovrà trasformarsi in frutti di

cui tutti avremo bisogno. Il processo di fusione è unascommessa, ma è anche e soprattutto una speranzadel domani . Chi crede in questo non ha paura del fu-turo.

di Domenico A. Cassiano(2) In effetti, gli organismi dirigenti comunisti, acausa delle implicazioni internazionali e nazionali,al fine di evitare il rischio dello scontro sociale, eranodeterminati – come ha rilevato Sidney G. Tarrow inPartito comunista e contadini del Mezzogiorno -all’abbandono di una politica classista ed a scegliereuna strategia interclassista e solidaristica, mettendotra parentesi l’ipotesi gramsciana dell’alleanza tracontadini del sud e classe operaia del nord. Ovvia-mente contraria era la posizione di Carlo Levi, radi-calmente contrastata soprattutto da Mario Alicatache vi scorgeva gli elementi di un pericoloso estre-mismo in opposizione al realismo politico togliat-tiano, rigido nell’osservanza degli accordi di Yalta eattento a non turbare gli equilibri internazionali cheavevano destinato l’Italia nel blocco occidentale. Non senza contrasti passò tale linea all’interno delpartito comunista. Una eco la si rinviene negli scrittisulle lotte per la terra in Calabria da Paolo Cinanni,allora un dei maggiori dirigenti comunisti in Cala-bria, che fa esplicito riferimento alla polemica conAlicata in Calabria ed in seno alla Commissioneagraria nazionale. Mario Alicata, inviato dalla Dire-zione nazionale in Calabria come segretario regio-nale in sostituzione di Fausto Gullo, conosciutoallora come “ministro dei contadini”, s’era fatto pro-motore nella regione di una politica di alleanze che,in effetti, portava paradossalmente anche all’inclu-sione nel fronte progressista degli stessi “galantuo-mini” ossia dei luigini di Levi, che erano, poi, i verirappresentanti del trasformismo meridionale. Se-condo Cinanni, era grave l’errore di Alicata perché i“galantuomini” diventavano il “tramite della pene-trazione del trasformismo meridionale nel nostro par-tito” e,molto spesso, essi erano gli usurpatori delleterre pubbliche contro cui lottavano i contadini; perconseguenza, l’alleanza con loro non poteva che es-sere antitetica, impossibile e fuorviante, destinata asvuotare del loro significato le lotte contadine.Ma, se da parte marxista, severa era la critica di Ali-cata, non meno decisa era quella di parte liberaledalle pagine della rivista Nord e Sud, diretta da Fran-

cesco Compagna, e democristiana in persona di Pa-squale Saraceno e, poi, degli stessi comunisti, i qualitutti, sul presupposto errato della pretesa inferioritàdella “civiltà contadina”, incapace di svolgere attivitàimprenditoriale agricola, ritenevano che fosse neces-saria l’industrializzazione “dall’alto” per lo sviluppodel Mezzogiorno. I fatti successivi dimostrarono ine-quivocabilmente – osserva puntualmente il Russo –il fallimento dell’”industrializzazione senza svi-luppo” con la conseguenza dello sperpero di mi-gliaia di miliardi del denaro pubblico, rifluito nelletasche di imprenditori del Nord, a volte improvvisati,di faccendieri e di veri e propri truffatori, spesso col-lusi con personale pubblico. Ci volle il terremoto delnovembre 1980 per scoprire – scrive il Russo – “l’esi-stenza della civiltà contadina dell’Irpinia e della Lu-cania, sotto i ruderi delle masserie e dei borghicontadini dai nomi ormai dimenticati, per ammettereche i contadini avevano dimostrato (quelli che nonerano emigrati) capacità imprenditoriali autonomenelle imprese agricole e nelle piccole e medieaziende artigianali molto più dei luigini, maestri discuola o impiegati comunali. Il rapporto che ManlioRossi Doria scrisse sulle condizioni dei paesi del cra-tere, confermava anche sul piano tecnico ed econo-mico, una scoperta: quella della energia autonomadelle “civiltà contadine”, che era stata consideratasoltanto una scoperta poetica di Carlo Levi”. Fine

L’ATTUALITA’ DI CARLO LEVI ELA CIVILTA’ CONTADINA NELRICORDO DI GIOVANNI RUSSO

Leggete e diffondeteIL NUOVO CORRIEREDELLA SIBARITIDE

Page 20: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

20

Non siamo mai stati contrari, né mai potremmo esserlo, alla prospettiva di un aeroporto a Sibari. Ciò tuttavianon può impedirci di riconoscere che oggi, dal basso all’alto jonio cosentino, insieme al Porto di CORI-GLIANO del quale dobbiamo rilanciare l’intermodalità insieme alla strategica declinazione crocieristica,l’aeroporto di CROTONE rappresenta di fatto l’altra importante infrastruttura a servizio della SIBARITIDE,della sua mobilità e delle sue ambizioni turistiche, economiche e di sviluppo sostenibile. Per noi dello ioniocosentino, aeroporto vuol dire CROTONE e CROTONE va dunque riaperto. In Calabria tre aeroporti sonotroppi? Non è certo quello di CROTONE che va chiuso! MASCARO ha aggiunto che in questa battaglia icrotonesi potranno contare sull’appoggio di Rossano. È un delitto - ha aggiunto - non fare funzionare lecose che servono. È quanto ha dichiarato il Sindaco Stefano MASCARO, ringraziando gli organizzatori peresser stato invitato e coinvolto nel problema aeroporto. PUGLIESE, sindaco di Crotone, ha quindi proposto di spostare al 9 FEBBRAIO la manifestazione di protestae di proposta a LAMEZIA TERME. Nessun passo indietro – ha chiosato - se non vediamo atti concreti per lariapertura dell’aeroporto S. Anna. Oltre a MASCARO, sono intervenuti anche i sindaci di Belvedere SpinelloRosario MACRÌ, di Carfizzi Carmine MAIO, di Rocca di Neto Tommaso BLANDINO, di Melissa GinoMURGI, di Cirò Francesco PALETTA e di San Nicola dell’Alto Francesco SCAPRELLI. -. COMUNICATOSTAMPA N.27 – FONTE: COMUNE DI ROSSANO - 20 GENNAIO 2018

Attraverso la stampa veniamo a sapere che il sindacodi Rossano, Stefano Mascaro, ha partecipato ad unincontro per il problema dell’aeroporto Sant’Anna diCrotone. Non siamo riusciti a capire bene se la par-tecipazione del sindaco Mascaro sia stata su invitodel sindaco di Crotone oppure è stata una sua inizia-tiva personale. Avendo appreso dalla stampa l’incon-tro che si è svolto a Crotone, saremmo curiosi diconoscere se l’invito (eventuale) del Comitato o delsindaco di Crotone fosse rivolto anche al sindaco diCorigliano e, comunque, se Mascaro prima di recarsia Crotone avesse informato telefonicamente il sin-daco Geraci. In qualunque modo come siano svoltii fatti un rilievo è d’obbligo nei confronti del sindacoo comitato pro-aeroporto di Crotone: non è stato valutato il ruolo che potrebbe averela Sibaritide nello sviluppo dell’aeroporto San-t’Anna di Crotone. L’unico neo per raggiungere taleobiettivo è la strada di collegamento tra la Sibaritide

e Crotone. Questa città non ha mai valutato l’impor-tanza di una strada, scorrevole e preferenziale, per in-durre i sibariti a preferire di raggiungere Crotone enon Lametia Terme. Riteniamo che Crotone facciapressione presso i politici, compresa la sottosegretariaBianchi, di risolvere il problema della 106 in modoche si possa raggiungere l’aeroporto con meno tempoe pericolo rispetto a Lametia Terme. Altra considera-zione che si pongono i cittadini di Corigliano: se il sin-daco di Rossano, Stefano Mascaro, ha partecipatoall’incontro di Crotone senza un contatto telefonicocon il sindaco di Corigliano, Giuseppe Geraci, sa-rebbe un’azione che non va verso la Fusione. Chia-rezze si vanno cercando e pensiamo di averle graziealla trasparenza per le iniziative interessanti le duecittà. L’aeroporto Sant’Anna di Crotone crediamoche sia una infrastruttura che riguarda tutta la Siba-ritide dal momento che non si dispone di tale im-pianto e non soltanto di Rossano.

AEREOPORTI, MASCARO: CROTONE VARIAPERTO PERCHE’ DI FATTO OGGI È ASERVIZIO DELLA SIBARITIDE

MASCARO E AEROPORTO DI CROTONEdi Antonio Benvenuto

Page 21: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

21

LE BUCHE DELLE STRADE DI CORIGLIANO SONO DIVENTATE L’EMBLEMA DELLACITTÀ. SI PUO’ ESSERE FIERI E OPERATIVI SPECIE IN ALCUNE DELIBERE!

Proc.repubblica Eugenio Facciolla Comandante Ca-pitaneria Corigliano Canio MADDALENA.Si è tenuta giovedì 8 febbraio, presso la sede dellaCapitaneria di porto di Corigliano Calabro, la confe-renza stampa del Procuratore della Repubblica diCastrovillari, Eugenio FACCIOLLA, di presentazionedei risultati dell’attività di polizia giudiziaria in ma-teria ambientale eseguita sul territorio ricadente nelcircondario della Procura. Alla conferenza stampahanno partecipato anche il Comandante della Capi-taneria di porto, Capitano di Fregata (CP) CanioMADDALENA, il Comandante del Reparto Aerona-vale della Guardia di Finanza, Tenente ColonnelloDomenico TAVONE e, per il Dirigente Generaledella Regione Domenico PALLARIA, i tecnici Ing.Francesco PETRONE ed Ing. Giovanni STENTA.Nel periodo tra luglio 2017 e gennaio 2018 l’attivitàè stata condotta impiegando uomini e mezzi dellaGuardia Costiera di Corigliano Calabro e della Se-zione Operativa Navale della Guardia di Finanza.Prezioso supporto tecnico è stato prestato dalla strut-tura speciale con funzioni tecniche sui sistemi fo-gnari e depurativi del Dipartimento Lavori Pubblici- Infrastrutture – Mobilità della Regione Calabria.L’attività è stata eseguita sulla base del Protocollo diCollaborazione in materia ambientale fortemente vo-luto dal Procuratore della Repubblica e sottoscrittodal Dirigente Generale del Dipartimento Infrastrut-ture – Lavori Pubblici – Mobilità della Regione Ca-labria, dalla Guardia Costiera di Corigliano Calabroe dal R.O.A.N. della Guardia di Finanza di Vibo Va-lentia. 23 sono stati gli impianti di depurazione con-trollati dalla polizia giudiziaria, dei quali diversiispezionati anche dai tecnici della Regione Calabria,che hanno imposto delle prescrizioni atte ad elimi-nare le deficienze di gestione o strutturali riscontrateche causavano il mal funzionamento dell’impianto.Numerosi i corsi d’acqua ispezionati e monitoratimediante campionamento delle acque per le succes-sive analisi presso i laboratori A.R.P.A.CAL. di Co-senza; di questi 3200 metri lineari di corsi d’acquasoggetti a vincolo paesaggistico ambientale sono statiposti sotto sequestro perché deturpati dallo scaricodi reflui mal depurati di depuratori comunali ed affi-dati in giudiziale custodia ai Sindaci competenti perterritorio per le necessarie operazioni di bonifica. E’ inoltre in corso un’attività di polizia economico fi-nanziaria per il recupero a tassazioni degli eventualiproventi da attività illecite. 8 i depuratori che, a seguito delle prescrizioni im-partite atte a migliorare la qualità del refluo in uscita,

sono stati interessati da interventi di ammoderna-mento/efficientamento da parte dei Comuni compe-tenti, che hanno garantito un sensibile miglioramentodella qualità del refluo riversato nei corpi idrici su-perficiali ricettori e quindi nel Mare Ionio. L’attivitàdi prevenzione e repressione in materia ambientaleposta in essere ha infatti sensibilmente influito sullaqualità delle acque marine costiere del Comparti-mento Marittimo di Corigliano Calabro: le segnala-zioni di presunte forme di inquinamento in marepervenute alla sala operativa della Guardia Costierasono state 90 nell’anno 2016 e solo 54 nell’anno2017. Riepilogo degli interventi effetuati dalla Guar-dia Costiera di Corigliano:

IMPIANTI CONTROLLATI 23 IMPIANTI SOGGETTI AD INTERVENTI MIGLIO-RATIVI A SEGUITO DI ISPEZIONE 8 SEGNALAZIONI ALLA PROCURA 16 PERSONE DEFERITE ALL’AUTORITA’ GIUDIZIARIA 34 SEQUESTRI ESEGUITI 12 di cui: - 8 IMPIANTI DI DEPURAZIONE;- 3200 METRI DI CORSI D’ACQUA DETURPATI503 MC DI FANGHI DI DEPURAZIONE rinvenuti esequestrati perché illecitamente stoccati e quasitutti smaltiti dai Comuni a seguito di diffidaemessa dalla Polizia Giudiziaria ai sensi del-l’art.318 ter del D.L.vo 152/2006- 1 STAZIONE DI SOLLEVAMENTO REFLUI EDANNESSI 200 METRI DI CONDOTTA FOGNARIATOTALE SANZIONI AMMINISTRATIVE 27 di cui:- 15 PER SCARICO DI REFLUI NON CONFORMIAI LIMITI MASSIMI DI EMISSIONE PREVISTI- 12 PER SCARICHI IN ACQUE SUPERFICIALISENZA LA PREVISTA AUTORIZZAZIONEPROVINCIALE TOTALE IMPORTO SANZIONI AMMINISTRATIVEEURO 1.080.000

PROCURA DELLA REPUBBLICAPRESSO IL TRIBUNALE DI CASTROVILLARIdi Giuseppe Stola

Eugenio Facciola e Canio Maddalena

Page 22: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

22

di Franco Filareto

PER LA PROSSIMA CAMPAGNA ELETTORALESCEGLIAMO PERSONE DELLA ZONA CAPACI A RAPPRESENTARCI.

(2) I due immobili furono “edificati a sue spese”, in-torno alla metà del X secolo, dal Governatore politico-militare Basilio lo Stratego dei due Themi di Calabriae Longobardìa L’Oratorio (che probabilmente inglobauna precedente costruzione ed era utilizzato dai mo-naci delle sottostanti Laure per la loro ascesi comuni-taria) e il Monastero sono destinati a “un Ascetario disacre vergini” e affidati alla “direzione di un monacodi nome Antonio”. Questi, però, in pochi anni, riducel’Oratorio e il Monastero in “precarie e disastrose con-dizioni per l’incuria di lui”. Prossimo alla morte, “si ri-volge” a Nilo, “lo costituisce procuratore di tutti i suoibeni” e lo incarica di risanare e riqualificare quegli im-mobili. E Nilo, poco dopo il terremoto che si abbattesulla città (970), lascia il suo Monastero di S. Adriano(nell’attuale S. Demetrio Corone) e fa ritorno nella suacittà natale per rifondare e “ricostituire” sia l’Oratorioe sia l’attiguo Monastero; entrambi li “intitola” a S.Maria Anastasìa, li destina a “tutte le vergini disperse”,della città e del territorio, e alle vedove di Rossanononchè alle monache del Monastero dell’Arenario,trasferitesi nella città, e li affida alla direzione di “unaSuperiora”, la sua allieva la Badessa Teodora, che inquel Monastero trascorre il resto della sua vita e doveviene “seppellita” . Passa altro tempo e “da Bisanzio giunge a Rossano,con grande fasto e ostentazione, Eufràsio o Euprassio,creato dai Basileis di Bisanzio Giudice imperiale d’Ita-lia e di Calabria”, accolto trionfalmente da tutte le au-torità politiche e religiose della città e del dominiobizantino del Sud Italia. Ma, “dopo tre anni muore eil suo corpo fu deposto nel Monastero delle vergini diS. Anastasìa”, dove viene sepolto. Ignoriamo, a causadi inesistenza di fonti narrative e documentarie, qual

è la vicenda storica successiva dei due manufatti bi-zantini. Verosimilmente, all’indomani della latinizza-zione della Chiesa e della Diocesi di Rossano (1462),l’antico Oratorio di S. Anastasìa cambia il suo nomein San Marco, viene ingrandito con un corpo di fab-brica aggiunto e diventa una Chiesa aperta al pubblicofino ad anni recenti; invece, il Monastero di S. Ana-stasìa viene privatizzato e trasformato in una civile abi-tazione, ora di proprietà della famiglia Nola. Bartolomeo, il biografo di Nilo, con poche ma efficacipennellate, ci lascia un profilo forte di Theodora, “taledi nome e di fatto” (il termine greco, significa infatti“dono di Dio” o “colma di doti divine”), “una verginemolto veneranda”, “vegliarda santa e molto prudentee saggia”, una donna forte che fa una scelta di fede ra-dicale e anticonformista di “un genere di vita asceticoassai rigido”. Ella si caratterizza come testimonianzadi religiosità autorevole e credibile, tanto da fare scri-vere a Bartolomeo: “non so se Rossano ne abbia ge-nerata un’altra simile a lei”. Aggiungo, non so quantia Rossano la ricordano. Ne fa memoria la Chiesa Cat-tolica e, di conseguenza, anche non pochi calendari,come quello del Convento dei Frati Minori Cappuc-cini “S. Maria delle Grazie” della Chiesa di S. Pio diPietralcina (S. Giovanni Rotondo), che, il 28 novem-bre, la ricorda come la “Santa Theodora di Rossano”.Ne fa memoria il settimanale “la Domenica” distri-buito nelle Chiese d’Italia il 26 novembre. Ne fac-ciamo memoria anche noi con il presente brevearticolo e con la lettura di questo articolo, ricordan-dola - anche - per essere la prima donna di Rossano aemergere dalle nebbie della storia e a occupare unposto nella storiografia della città e della Regione.Fine

1037 anniversario di una santa dimenti-cata: la badessa dei Monasteri dell’Are-nàrio e di S. Anastasia:THEODORA di Rossano(fine sec.IX-28 novembre 980)

LEGGETE E DIFFONDETEIL NUOVO CORRIERE DELLA SIBARITIDEED ATTENDIAMO IL VOSTRO PARERE...

Page 23: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

23

Migranti, CORIGLIANO piùdi altre città nella SIBARI-TIDE ed al pari di altregrandi città portuali cala-bresi ha vissuto in questi ul-timi anni sulla propria pellele conseguenze reali e per-verse delle inconcludenti,contraddittorie e dannose

politiche dei governi di RENZI e di GENTILONI. Coni sindaci e le amministrazioni comunali lasciati quasisempre da soli a gestire in emergenza sbarchi conti-nui e di dimensioni epocali; ma soprattutto senzaaver mai messo in piedi un reale sistema di adeguataaccoglienza diffusa. L’assenza di uno Stato autore-vole: è, questo, il sentimento che tante volte hannolamentato anche pubblicamente gli amministratoridi CORIGLIANO e resta, oggi, la percezione diffusanegli italiani, da Milano a Schiavonea, insieme adun senso diffuso di insicurezza. Restituire serenitàalle nostre comunità e nelle nostre periferie, distin-guere gli immigrati regolari da quelli irregolari da de-nunciare. Istituire, infine, la figura familiare edamichevole del poliziotto di quartiere. Sono tutte esi-genze elementari avvertite oggi dai nostri concitta-dini ed attraverso i quali vogliamo dare subito unsegnale di cambio di rotta.

È quanto ha dichiarato Emanuela ALTILIA, compo-nente dell’ufficio di presidenza di FORZA ITALIACALABRIA e Candidata al Senato nel Collegio Uni-nominale CORIGLIANO-CROTONE, a margine delsuo intervento nei giorni scorsi, a CORIGLIANOScalo, in occasione dell’apertura della campagnaelettorale di Ernesto RAPANI, candidato al collegiouninominale 2 – CORIGLIANO, entrambi per il cen-tro destra sostenuti da FRATELLI D’ITALIA, FORZAITALIA, LEGA, NOI CON L’ITALIA. Dopo la laureain scienze politiche, master e corsi di perfeziona-mento sono tornata nella mia terra per ricoprire lacarica di consigliere e assessore del Comune di BO-TRICELLO e, al contempo, ho maturato la miaprima esperienza nella Commissione trasporti del Se-nato e come portavoce della Fondazione della Li-bertà per il Bene Comune, fondata e presieduta dalcompianto Altero MATTEOLI. È da questo punto che sono pronta a ripartire per unrinnovato impegno in rappresentanza del mio terri-torio, a tutela della dignità e dei diritti dei calabresi.Il mio sogno – ha concluso la ALTILIA – è vedere imiei figli crescere e affermarsi nella mia amata re-gione, sono convinta che con il centrodestra unitoal Governo nazionale sapremo invertire la rotta e ri-lanciare le immense risorse di cui la Calabria è ricca.

EMANUELA ALTILIA:CANDIDATA AL SENATOCOMUNI SOLI A GESTIRE EMERGENZA MIGRANTI,CITTADINI VOGLIONO SERENITÀ E SICUREZZA.PRESENTAZIONE CANDIDATURA A CORIGLIANO CON RAPANI.

Pomeriggio LetterarioLIBRERIA AURORA

Via Nazionale, 87/A - Corigliano Scalo

dialogano con l’autore:Carlo Di Noia

Giuseppe De Rosis

DOMENICA18 febbraio ore 17.30

Via Nazionale, 87/A - Corigliano Stazione (CS)E-mail: [email protected] - www.editriceaurora.it

Page 24: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

24

Il Consigliere provinciale Marco Ambrogio, interve-nendo nella cerimonia svoltasi il 23 gennaio scorsopresso il Cinema Teatro Tieri, in Piazza Amendola,ha portato i saluti dell’Ente Provincia alla presenzaautorevole di Susanna Camusso e di altri sindacalisti.«Vi porto i saluti miei personali, del PresidenteFranco Iacucci e dell’Ente Provincia, augurandovibuon lavoro per le riflessioni che state portandoavanti» - «Esprimo anche grande soddisfazione perun risultato così importante, sottolineato dalla pre-

«Il libro di Franco Corbelli,“la favola del piccolo Cisse”,stampato a sue spese e distri-buito gratuitamente, presen-tato nel Salone degli Specchidella Provincia di Cosenza,è l’esempio migliore da se-guire per tutti noi uominidelle Istituzioni e per i ra-

gazzi delle nostre scuole». Franco Iacucci, Presidentedella Provincia di Cosenza, a distanza di pochi giornitorna a parlare del libro di Corbelli perché tocca pie-namente il dramma dell’immigrazione, così vicino,purtroppo, alle nostre realtà. Del libro, tra l’altro, hainiziato ad occuparsi, dopo la stampa calabrese, anchequella nazionale, ed è «la risposta di un Paese e di unaregione che non si sono mai arresi e hanno saputo farfronte, con grande spirito di solidarietà e senso di uma-nità, alla gravissima, a momenti quasi ingestibile, si-tuazione», assicura Iacucci. In questo contesto digrandi difficoltà, un ruolo straordinario lo ha svolto laCalabria. Come conferma la incredibile, commoventestoria del bambino ivoriano di 5 anni, il piccolo Cisse,salvato in mare da una Ong, approdato da solo al portodi Corigliano il 15 luglio dello scorso anno, alla ricercadel suo giovane padre che ha poi ritrovato grazie aduna straordinaria mobilitazione delle Istituzioni spinteda Franco Corbelli con il suo Movimento Diritti Civilie con il ruolo di delegato della Presidenza della Re-

gione per la tutela e promozione dei diritti umani. «Per questo assumono un valore eccezionale il libro ele posizioni che ognuno di noi deve assumere. Beneha fatto il Presidente della Regione, Mario Oliverio, adannunciare che farà stampare e distribuire nelle scuolequesto romanzo. Perché soprattutto i ragazzi, i più gio-vani, attraverso la favola del piccolo Cisse, si rendanoconto del dramma immane dell’immigrazione, maanche di cosa è capace di fare la nostra terra, la nostragente di Calabria, compiere piccoli, grandi miracoligrazie all’accoglienza e alla solidarietà. Non potevascegliere titolo migliore Corbelli per il suo libro, perchéquella del piccolo Cisse è veramente una favola».«Devo confessare – aggiunge il Presidente Iacucci -che anch’io leggendo il libro, che ho trovato appassio-nante, ho provato una certa emozione. Colpisce il let-tore e fa riflettere per quel racconto documentato dellatragedia epocale dell’immigrazione, attraverso le di-verse stragi, le storie più incredibili e significative, lefoto dei muri dell’Europa, ma anche, in particolare, perquell’aspetto fiabesco dell’animale, la cicogna bianca,per quell’incontro al Lago di Tarsia, proprio il giornodell’arrivo del piccolo Cisse nel porto di Corigliano.Anche questo aspetto, raccontato con grande delica-tezza da Corbelli, rende questo racconto particolar-mente affascinante e lo consegna sicuramente allastoria e ai libri di scuola come ricordo e simbolo deldramma dei migranti».

IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DICOSENZA, FRANCO IACUCCI, SU LIBRO“LA FAVOLA DEL PICCOLO CISSE E ILDRAMMA DELL’IMMIGRAZIONE”SCRITTO DA CORBELLIPER IACUCCI, IN QUESTO CONTESTO DI GRANDI DIFFICOLTÀ UNRUOLO STRAORDINARIO LO HA SVOLTO LA CALABRIA

INAUGURATA LA SEDE RISTRUTTURATADELLA CAMERA DEL LAVORO

di Rita Benigno

Page 25: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

25

dalla tutela del lavoro ai servizi fiscali fino all’assi-stenza del patronato. Infine precisa che la CGIL era,è e resta un punto di riferimento per la Città di Co-senza: «due storie che si intrecciano e si legano in-timamente l’una all’altra e qui si è sempre respiratoil profumo della fatica, l’arte del lavoro, ma anchela disperazione della sua mancanza. Piazza Vittoriaè un luogo simbolo per la CGIL, ma anche per laCittà e il suo comprensorio per i quali è stato ed èun luogo aperto, dove apprendere la consapevo-lezza dei propri diritti per esercitarli fino in fondo.« Come Provincia di Cosenza - ha inoltre precisatoAmbrogio - rivendichiamo la paternità originariadella firma del contratto di lavoro del personale di-pendente, condiviso e controfirmato da tutte le siglesindacali. Tutto ciò a significare quanto come Am-ministrazione riteniamo fondamentale il ruolo delpersonale nella P.A.». Circa il precariato, quale piaga della nostra società,ha ricordato come la Provincia di Cosenza ha ospi-tato cinquanta tirocinanti, ex mobilità in deroga, chehanno palesato grande voglia di mettersi in gioco masoprattutto grande ricerca di dignità lavorativa. Eccoperché i contratti del tipo LSU ed LPU devono sfo-ciare in veri e proprio contratti di lavoro dignitosi enon di precariato sociale». il Consigliere Ambrogio, non senza sottolineare l’im-portanza della riapertura della storica sede di PiazzaVittoria della Camera del Lavoro nei nuovi spazi ri-strutturati. «Esprimo grande soddisfazione per un ri-sultato così importante, sottolineato dalla presenzadella Segretaria Generale Nazionale Susanna Ca-musso, alla quale mi pregio di dare il benvenuto rin-graziandola per l’attenzion rivolta verso il territorio»,ha poi continuato Marco Ambrogio, rimarcandol’importanza dell’iniziativa che rappresenta una ri-qualificazione che interessa tutta l’area cittadina el’intero hinterland in termini di accesso facilitato aiservizi e all’assistenza sindacale e sociale: «non èbanale e neppure scontato per i cittadini e i lavora-tori poter usufruire presso un unico stabile di presta-zioni a tutto tondo, dalla tutela del lavoro ai servizifiscali fino all’assistenza del patronato». Per il Con-

sigliere provinciale, la CGIL era, è e resta un puntodi riferimento per la Città di Cosenza: «due storie chesi intrecciano e si legano intimamente l’una all’altrae qui si è sempre respirato il profumo della fatica,l’arte del lavoro, ma anche la disperazione della suamancanza. Piazza Vittoria è un luogo simbolo per laCGIL, ma anche per la Città e il suo comprensorioper i quali è stato ed è un luogo aperto, dove appren-dere la consapevolezza dei propri diritti per eserci-tarli fino in fondo». Sottoscritta la Convenzione ATEM Cosenza 2 Est perla distribuzione del gas naturale.Un risultato importante, frutto del lavoro della Pro-vincia di Cosenza, coadiuvata dalla sua PartecipataALESSCO. È stata sottoscritta nel tardo pomeriggiodi ieri, presso la sede di Piazza XV Marzo, la con-venzione tra la Provincia di Cosenza e i Comuni ap-partenenti all’Ambito Territoriale Minimo Cosenza 2Est, per l’affidamento del servizio di distribuzione delgas naturale in forma associata ai sensi del DM226/2011. L’importante risultato è frutto del lavoroe dell’impegno della Provincia di Cosenza, coadiu-vata dalla sua partecipata ALESSCO, che nell’ultimoanno ha dato una forte accelerazione alle attivitàpropedeutiche alla firma della convenzione.In occa-sione dell’incontro sono state illustrate le linee guidad’ambito, che consentiranno ai Comuni di poter for-mulare gli elementi programmatici di sviluppo ela-borati con il supporto di ALESSCO. I tecnici dellaProvincia e di ALESSCO si sono sin da subito dichia-rati disponibili a supportare gli Uffici Comunali nellaraccolta e implementazione dei dati.È un risultato ri-levante, che può permettere di proseguire l’iter digara per individuare il nuovo gestore unico delle retigas per l’intero territorio dell’ambito Cosenza 2, co-stituito da ben settantaquattro Comuni e che potràgarantire uniformità di trattamento per i cittadini emaggiori introiti per le casse comunali. Nei prossimigiorni sarà convocata l’Assemblea dei Sindaci per lacostituzione della Cabina di Regia, che avrà il com-pito di favorire il confronto e la collaborazione tra iComuni e la Stazione appaltante.

QUADRO MISTERIOSOdI Francesca Vigilante

Dopo quel quadro chissà cosa c’è:magari dei cuori, ma non c’è n’è;forse una bottiglia?,Chi sa il perché,li dentro non so cosa c’è:forse una bimba che danza e balla?,

oppure un cavallo che trovasi nella stalla?,Forse un anziano che ha tanto cuore?.Oppure un orologio che ha più di 12 ore?Vorrei scoprire proprio che fa,oppure vorrei che dei soldi mi dà.Scusate: non sono la persona giustaChe quel misterioso quadro gusto.

(Francesca è una studentessa liceale)

Page 26: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

26

Viabilità a Rende, la Provinciaha appaltato i lavori per la siste-mazione del cedimento stradalesulla S.P. 190 (S.S. 19 - Rende)La soddisfazione del Vice Presi-dente Mario Bartucci, che parla

di «un percorso con il raccordo fra i due Enti, cheinizia a dare i primi frutti»«Un percorso iniziato sin dai primi giorni del dicem-bre 2017 - che ho perseguito in prima persona conil Presidente Iacucci e il Sindaco di Rende per con-dividere il comune impegno di intervenire, fra l’al-tro, sulla sicurezza della viabilità rendese - di cuioggi si toccano con mano i primi frutti».Queste leparole del Vice Presidente Mario Bartucci, che nonnasconde la propria soddisfazione nel comunicareche la Provincia di Cosenza ha già regolarmente ap-paltato i lavori di sistemazione del cedimento stra-dale sulla SP n. 90 (SS 19 - Rende) alla Località“Pietà”, oltre a interventi vari sul piano viabile, del-l’importo complessivo euro cinquantamila. «Metterein sicurezza la viabilità - ha aggiunto Mario Bartucci- significa dare risposte celeri e giuste ad un bisogno

collettivo oggettivo, adoperarsi per risolvere i pro-blemi e mantenere gli impegni presi». La proceduranegoziata è stata esperita il 25 gennaio u.s. - a se-guito dell’approvazione del relativo progetto - e ap-pena sarà pubblicata la determina di affidamento sidarà corso all’inizio dei lavori.L’intervento consistenella prosecuzione delle gabbionate nel tratto in ce-dimento e nella bitumatura di circa 150 ml., al finedi modificare la pendenza del tratto di strada sul latoopposto al fronte di frana.Secondo il Vice Presidentedella Provincia, «l’impegno precipuo è quello dicontinuare su questa strada, rafforzando il raccordoistituzionale fra i due Enti, al fine di affrontare tuttele problematiche insistenti sul territorio rendese, re-lative a dissesto, viabilità ed edilizia scolastica».

VIABILITÀ A RENDE

La Redazione ringrazia l’addetto Stampadell’Amministrazione Provinciale di Cosenza,

Rita Benignoper il suo servizio sull’attività dell’Ente Provincia

All’interno c’erano soldi, carte dicredito e altri documenti impor-tanti. Aveva perso il portafoglicon tanto di carte di credito,bancomat, documenti personaliimportanti, oltre a 725 euro inbanconote e quasi cinque euroin monete. Ma la storia che vedeprotagonista una cosentina, cheaveva smarrito l’oggetto recan-dosi al lavoro, ha un lieto fine:l’Ispettore Antonio Paradiso el’Agente Maurizio Tarantino, inservizio stamani presso il Co-mando del Corpo di Polizia Pro-vinciale sito in Corso Telesio,hanno trovato l’oggetto smarritosul marciapiede nei pressi dellostesso Ufficio e - proprio grazieai documenti presenti all’interno- sono riusciti a restituirlo alla le-

gittima proprietaria con imme-diatezza. L’interessata, peraltro,non si era ancora resa neppureconto di tale smarrimento.La sorpresa per la cittadina èstata doppia, considerato il bre-vissimo lasso di tempo inter-corso fra lo smarrimento delportafoglio e la sua riconsegna,prima ancora che la stessa sifosse resa conto della perdita.Una bella storia di vicinanza ailuoghi, alle persone e alla lorostessa vita da parte di un Corpoche quotidianamente testimonialo svolgimento di qualcosa dipiù di un semplice lavoro e cherappresenta un fiore all’oc-chiello della Provincia di Co-senza.

LA POLIZIA PROVINCIALE TROVA ERESTITUISCE UN PORTAFOGLIO SMARRITO

IL TUO ABBONAMENTO CONTRIBUIRÀA RENDERE MIGLIORE LA RIVISTA

Page 27: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

27

Il 4 maggio del 1908, 110 anni or sono, nasceva aTerranova da Sibari, paese della bassa valle del Crati,ricco di memorie storiche sibarite, Raoul Maria DeAngelis, uno dei maggiori scrittori della letteraturacalabrese (ma anche italiana ed europea) del Nove-cento. Lo vogliamo ricordare, in questa ricorrenza,su questo periodico culturale che nella Sibaritide hail suo bacino territoriale di riferimento e di diffusione.De Angelis, il cui vero nome era Giovanni (RaoulMaria è il suo nome d’arte), nacque, dunque, in unaterra carica di storia e di leggende magnogreche: laSibaritide. Lui stesso è orgoglioso di essere nato inquesti luoghi, se così scrive : “Non per niente il miopaese d’origine è Terranova da Sibari, nell’anticaMagna Grecia: paese ora sulle colline, ma un temponella grassa pianura popolata da ulivi, spighe, viti etorme di cavalli avvezzi alla danza”.Ma De Angelisera fiero anche delle origini di sua madre, albanesenata a Lungro, che influì non poco sulla formazionedel figlio. Il richiamo della terra d’origine di suamadre lo spinse, quand’era ancora ragazzo, a imbar-carsi clandestinamente per l’Albania ma, scoperto,da Valona venne immediatamente rimpatriato. A Ca-tanzaro De Angelis frequentò le scuole medie e illiceo, quindi si iscrisse all’Università di Roma, lau-reandosi in giurisprudenza. Nel 1929 iniziò la suacarriera giornalistica in qualità di inviato speciale perconto di vari quotidiani italiani, come “Il Giornaled’Italia”, “Il Messaggero”, “Il resto del Carlino”, “IlTempo”. Fu anche redattore capo del settimanale“L’Italia letteraria”, diretto da Massimo Bontempelli,dove uscì a puntate, nel 1936, il suo primo romanzo: “Inverno in palude”. Tre anni dopo, nel 1943, ap-parve “La peste a Urana”, romanzo che sollevòmolto clamore per la nota polemica con AlbertCamus, autore de “La peste”, accusato di plagio daDe Angelis. L’operosità letteraria di De Angelis fumolto intensa e lo portò a scrivere altri romanzicome “Oro verde” (1940), “I briganti” (1950), “Pan-che gialle” (1950), “I camosci arriveranno” (1957),ma anche opere teatrali, come “Abbiamo fatto unviaggio” e “La bottega del tempo”, e racconti brevi,come “Apparizioni del Sud” (1954). Al 1952 risaleanche una raccolta di liriche: “Poesie”, che raccoglieil meglio della lirica dello scrittore terranovese. DeAngelis è morto a Roma il 5 marzo 1990. La cittadina

che gli ha dato i natali, Terranova da Sibari, lo ri-corda ogni anno con un concorso letterario riservatoagli studenti delle scuole calabresi.L’importanza di De Angelis narratore è stata ricono-sciuta già cinquant’anni or sono dal grande criticoFrancesco Flora, che, nella sua “Storia della lettera-tura italiana” (Mondadori, 1967) così scrive : “DeAngelis s’è rivelato uno dei nostri narratori più fertilie arditi, e nella varietà dei suoi tempi ha serbato unostile preciso e tuttavia immaginoso, che sa essere (edè merito maggiore) terra nativa ed Europa nel mede-simo tratto”. Un lusinghiero giudizio è anche quelloespresso su De Angelis da Giacomo Prampolini, au-tore di una celebre “Storia universale della lettera-tura” (Utet, 1952), per il quale “liriche e tumultuoserapsodie appaiono i romanzi del calabrese R.M. DeAngelis, dotato di una fantasia sensuale e barbarache interpreta miticamente la natura, ondeggiandofra realtà e favola”. Il romanzo più celebre del Nostroè senz’altro “Inverno in palude”, pubblicato da Mon-dadori nel 1936 e ristampato nel 2001 dall’editoreMarco di Lungro. L’opera è ambientata in Calabriae, più precisamente, nella sua Terranova da Sibari,ed ha come protagonista don Angelo Gruerio, unpersonaggio di stampo verghiano, che abdica allalotta perché vinto. Secondo la testimonianza dellostesso scrittore, Gruerio rappresenta “tutte le famigliecalabresi che si trovavano improvvisamente impau-rite dai nubrifagi, dalle piene, dagli incidenti naturaliche circondavano le pianure e le colline e, quindi,il paese di Terranova”. La “palude”, invece, per DeAngelis, “rappresenta un male naturale, ma un malemitico, perché praticamente è la cancrena dellaterra, e più tardi sarà la peste come la cancrena,come distruzione non solo della carne ma anchedello spirito e di ogni possibilità di accedere ad unavita migliore”. Scrive giustamente Costantino Marcoche Inverno in palude“può considerarsi un eventoletterario, che apre la cultura locale ai venti dell’esi-stenzialismo europeo”. Nel romanzo, il paese con lasua storia, con i suoi rioni, con le sue memorie creauno scenario suggestivo. Vengono raccontati i pic-coli fatti di paese e vengono vissuti, questi fatti, conla più alta dignità. Il ritorno alla terra come radici,come appartenenza, ci rivela una straordinaria atmo-sfera; i personaggi si muovono con molta libertà; gli

LO SCRITTORE CALABRESERAOUL MARIA DE ANGELISA 110 ANNI DALLA SUA NASCITA(TERRANOVA DA SIBARI, 1908)

di Franco Liguori

Page 28: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

28

umori, gli stati d’animo, le malinconie sono narratecon mano leggera e con eleganza. Scrive ancora Co-stantino Marco nella sua introduzione al romanzo,da lui stesso pubblicato nel 2001, che “in De Angelistroviamo atmosfere magiche di una terra del cuorein cui l’uomo soffre di una condizione più radicaledi quella economica”, “l’indigenza cronica di unaterra avara e spietata fa da sfondo alla penitenza esi-stenziale dei protagonisti, maschere tragiche o grot-tesche di uno scenario a tatti apocalittico”. Un’altraopera su cui ci piace soffermarci in questo nostro “ri-cordo di R.M. De Angelis” è la raccolta di racconti“Apparizioni del Sud”, edita nel 1954 dalla casa edi-trice S.E.I. di Torino, e ristampata dall’editore Rub-bettino nel 2012, con una lucida introduzionecritica di Vittorio Cappelli. Si tratta di 19 “raccontiall’antica”, come li chiama l’autore stesso nel sotto-titolo dato all’opera; racconti che hanno tutti am-bientazione calabrese, a conferma della relazione diDe Angelis con i luoghi natii. “Ladri di sale” s’inti-tola il racconto d’apertura del libro, che tratta deipastori della zona del Pollino i quali, avendo biso-gno di molto sale per la preparazione del loro for-maggio, non potendolo avere mai a sufficienza dallasalina statale di Lungro, sono costretti a rubarlo not-

tetempo, ingannando la vigilanza delle guardie di fi-nanza. Interessante è anche il racconto “Zingaresca”,che descrive la vita degli zingari, che un tempo giro-vagavano per i nostri paesi, accampandosi alla meglionei luoghi periferici degli abitati, e mentre gli uominilavoravano il ferro in improvvisate officine, le donnese ne andavano in giro a indovinare la fortuna allepersone, avendone come compenso un coppod’olio o qualche altro prodotto alimentare, come sa-lumi o formaggi. Non mancano in questi racconti glispunti autobiografici, come accade in “Colombi pernozze”, il cui protagonista è Giovanni, l’alter-ego diDe Angelis. Difficile sarebbe esaminare tutta la vastaproduzione narrativa di De Angelis (e non è questala sede!) che, a quasi trent’anni dalla morte dell’au-tore (1990), si rivela straordinariamente moderna, vi-tale ed interessante. A noi basta, per ora, averloricordato a 110 anni dalla sua nascita, perché questoscrittore - come scrive giustamente Vittorio Cappellinella sua Introduzione ad “Apparizioni del Sud”(Rubbettino, 2012) - “merita di essere riconosciutocome un protagonista della narrativa e della culturaitaliana del Novecento, per i tratti di originalità pre-gnanti della sua narrativa”.

Cassano: Il regionale Gianluca Gallo , per evitare lasvendita di terreni e villaggi turistici da parte dellaSocieta’ Italia turismo si rivolge al Presidente re-gione Calabria, Mario Oliverio perché ciò non av-venga. Tale società, a dire di Gallo , era stata creatada Invitalia, agenzia nazionale per l’attrazione degliinvestimenti e lo sviluppo d’impresa, una società perazioni a capitale pubblico. Per gestire le attività im-prenditoriali turistiche Invitalia aveva creato un’ap-posita società, Italia Turismo, destinataria dei corposiinvestimenti statali ed europei destinati alla realizza-zione di alberghi e resort, specie nel Meridione conl’ obiettivo di favorire uno sviluppo sostenibile e lacreazione di nuovi posti di lavoro.Cassano. Dopo un batti e ribatti la manifestazionedel carnevale è stata svolta grazie ad un accordo cheprevedeva una serie di steward collocate nelle viesecondarie. Per la legge Minniti la festa colorata delcarnevale stava per non farsi.Cassano: Nella Cattedrale è stato presentato il librodel vescovo, Mons. Francesco Savino.Titolo dellibro: Spiritualità e politica, con richiami di Aldo

Moro, Giorgio La Pira,Giuseppe Dossetti, esponentidel pensiero sociale cristiano.I lavori sono stati coor-dinati dal giornalista Roberto Fittipaldi. Sono interve-nuti Ettore Cannavera, fondatore della comunità”LaCollina”, Vittorio Cappelli docente universitario, Otta-vio Olita, giornalista. E’ seguito il dibattito.Castrovillari: Nella città si è svolta la sessantesimaedizione del carnevale e festival internazionale delFolklore. Ben 18 gruppi mascherati sono sfilati lungole vie cittadine, unitamente a quattro carri allegorici,frutto delle scuole e privati su sollecitazioni dellaPro-loco e dall’Amministrazione comunale. Castro-villari mantiene il suo primato in questa popolaremanifestazione. Apprezzatissimo il gruppo brasiliano per le sambe ela coreografia, così pure interessanti il gruppo le-gato al focus Sicilia.Corigliano: A proposito del “randagismo, cani in li-bero giro per le strade cittadine, portatori di rischiper la salute e l’incolumità dei cittadini , con au-mento di malattie infettive, incidenti stradali e rela-tive aggressioni, è un problema che si è posto

Attendiamo il vostro pareresulla rivista. GrazieRinnovate l’abbonamento

BREVI DALLA SIBARITIDE

Page 29: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

29

DECESSO

Cassano: Il regionale Gianluca Gallo , per evitare lasvendita di terreni e villaggi turistici da parte della So-cieta’ Italia turismo si rivolge al Presidente regione Ca-labria, Mario Oliverio perché ciò non avvenga. Talesocietà, a dire di Gallo , era stata creata da Invitalia,agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti elo sviluppo d’impresa, una società per azioni a capitalepubblico. Per gestire le attività imprenditoriali turisticheInvitalia aveva creato un’apposita società, Italia Turismo,destinataria dei corposi investimenti statali ed europeidestinati alla realizzazione di alberghi e resort, specienel Meridione con l’ obiettivo di favorire uno svilupposostenibile e la creazione di nuovi posti di lavoro.Cassano. Dopo un batti e ribatti la manifestazione delcarnevale è stata svolta grazie ad un accordo che preve-deva una serie di steward collocate nelle vie secondarie.Per la legge Minniti la festa colorata del carnevale stavaper non farsi.Cassano: Nella Cattedrale è stato presentato il libro delvescovo, Mons. Francesco Savino.Titolo del libro: Spi-ritualità e politica, con richiami di Aldo Moro, GiorgioLa Pira,Giuseppe Dossetti, esponenti del pensiero socialecristiano.I lavori sono stati coordinati dal giornalista Ro-berto Fittipaldi. Sono intervenuti Ettore Cannavera, fon-datore della comunità “La Collina”, Vittorio Cappellidocente universitario, Ottavio Olita, giornalista. E’ seguito il dibattito.Castrovillari: Nella città si è svolta la sessantesima edi-zione del carnevale e festival internazionale del Folklore.Ben 18 gruppi mascherati sono sfilati lungo le vie citta-dine, unitamente a quattro carri allegorici, frutto dellescuole e privati su sollecitazioni della Pro-loco e dal-l’Amministrazione comunale. Castrovillari mantiene ilsuo primato in questa popolare manifestazione. Apprezzatissimo il gruppo brasiliano per le sambe e lacoreografia, così pure interessanti il gruppo legato alfocus Sicilia.Corigliano: A proposito del “randagismo, cani in liberogiro per le strade cittadine, portatori di rischi per la salutee l’incolumità dei cittadini , con aumento di malattie in-fettive, incidenti stradali e relative aggressioni, è un pro-blema che si è posto l’Amministrazione comunale aseguito di lamentele della gente e dei numerosi investi-menti di animali lasciati morti o agonizzanti lungo lestrade. Una soluzione sarebbe quella di creare un canile,come sostenuto sempre dal dr. Franco Cirò, ma senzauna soluzione per cui oggi comporta numerosi e gravosi

costi non solo per il ricovero presso il canile comunaledi Cassano, ma anche per il bonus e l’incentivo di 300euro elargito dal Comune per l’adozione di un cane.Non si vede un risparmio come alcuni sostengono, bensìun aggravio e un rischio continuo per la salute pubblica.Ci si domanda: Ma perché non si costruisce un canilecomunale? Corigliano: Il 22 febbraio, ore 17, su iniziativa di Do-menico De Biase, Presidente del Centro Socio-Culturaledella CISL si svolgerà un interessante incontro per dibat-tere il delicato problema relativo alla prevenzione, dia-gnosi e terapia della Broncopneumopatia cronicaostruttiva (BPCO) . Relatore lo specialista in malattie re-spiratorie Prof. Urso. L’argomento e di attualità perché colpisce gli anziani, èprogessva ed è associata a uno stato di infiammazionecronica del tessuto polmonare.Mandatoriccio: Nominata la Commissione di accessoal comune di Mandatoriccio per i noti fatti denominati“Stige”: Giuseppe Di Martino, vice prefetto aggiunto,Ten. Col. Raffaele Giovinazzo, Geometra Pietro Fran-cesco Filice,funzionario Provveditorato Interregionalealle Opere pubbliche Sicilia-Calabria di Catanzaro. Uni-tamente al Commissario Straordinario Emanuela Greco,vice prefetto Vicario nominata fin dal 28 novembre2017,la Commissione si è già insediata con compiti diapprofonditi accertamenti per la verifica di eventualicollegamenti diretti o indiretti con la criminalità organiz-zata di tipo mafioso. Cariati: Organizzato dall’Associazione Commercianti,presieduta da Mimmo Martino, per le vie cittadine si èsvolta la sfilata dei carri allegorici. Due giornate di festi-vità soprattutto per i ragazzi. I Fuochi pirotecnici hannochiuso la festività dopo aver ballato e ascoltato le can-zoni di Sabrina Ascione.Montegiordano: Realizzare a Mantegiordano una “casavacanze” è stato il sogno dell’ing. Vincenzo Roma. DaLubiana , luogo ove lavora, ha trovato l’idea per inven-tarsi un lavoro che lo riportasse nella sua terra d’origine,creando un portale”Air-bnb, portale web di offerte aprezzi modici per turisti mediante la realizzazione di una“casa vacanze” per attirare turisti anche grazie ai mu-rales ed alla dieta mediterranea, fonte di enogastronomialocale fatta di pietanze preparate con materie prime pro-dotte sul posto”.

È scomparsa improvvisamente la maestra ROSA ALBAMONTE, lasciando un vuoto incolmabile nelmarito Ernesto Paura, nei figli Alfonso e Guido, nella sorella Elsa e nel fratello Giuseppe.Le esequie si sono svolte nella parrocchia della Chiesa di San Francesco il giorno otto con la parte-cipazione nutrita di parenti ed amici.La Redazione del Corriere si associa al dolore che ha colpito il collega Ernesto Paura, storico Cor-rispondente della “Gazzetta del Sud”.

Page 30: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

30

di Franco Emilio Carlino

Componente Università Popolare“Ida Montalti Sapia” – Rossano.

In ragione d limitate testimonianze,realizzare unasintesi biografica del religioso calabrese GabrieleBarrio, storico e letterato del Cinquecento,non è pernulla semplice, anche se non mancano utili elementiproposti in alcune biografie prodotte da altri autore-voli letterati,che nel tempo si sono avvicinati al No-stro, tra cui il Soria e l’Accattatis, che non esita adefinirlo “dottissimo storico ed antiquario” e chenella sua opera Le Biografie… riportando un passodel Capialbi in riferimento così compila: “Lo studiodell’antichità (scrisse il Capialbi nella Biografia Na-poletana) racchiude in sé tanto di piacimento e d’in-teresse per coloro che li coltivano, che rapisce edinnamora. Molto più, poi, questo diletto ispirano lecose patrie; e si son viste persone consumare intieralor vita ad indagarle, e con somma diligenza traman-darle ai posteri. Mancava alla Calabria uno scrittoredi polso che ne avesse riunito le sparse notizie delsuo prisco stato, e con senno e criterio ne avesse di-steso la narrazione, quando Gabriello Barrio si ac-cinse all’opera, e riuscì in modo, che tutti coloro iquali vollero tentare la medesima impresa e batterela strada istessa di gran lunga dappresso rimangono,non che giungano ad oscurare sua gloria”.1Ciò no-nostante, anche col presente scritto, per quanto pos-sibile,cercherò di suscitare l’attenzione dei lettori delNuovo Corriere della Sibaritide,che ringrazio per lospazio concesso,sulla figura, credo, del principalestorico calabrese per antonomasia. E sì, perché Ga-briele Barrio deve a giusta ragione essere consideratoobiettivamente il numero uno come storico,non soloper aver preceduto altri in ordine di tempo, ma so-prattutto perché è proprio con Lui che iniziò ad af-fermarsi il pensiero e una visione unitaria dellanostra regione meglio precisata, sia in riferimentoalla sua unità geografica e quindi del suo territorio,sia riguardo al suo profilo intellettuale e quindi dellasua cultura.Come per il Marafioti, anche per il Barrio o Barri,come spesso viene appellato, le poche informazionisulla sua vita che si riescono a guadagnare a sup-porto della ricerca risultano, quindi, provenire ingran parte dalle sue opere: Pro lingua latina, De ae-ternitae urbis, De laudibus Italiae, ed in particolarmodo dalla sua singolare e incomparabile opera dal

titolo: Il De antiquitate et situ Calabriae, Libri quin-que.(Antichità e luoghi della Calabria con tradu-zione italiana di Erasmo A. Mancuso, Brenner,Cosenza, 1979).Non ho dubbi, inoltre,che nel con-siderare la suddetta opera come fondamentale per lastoria della Calabria editata a Roma da apud Iose-phum de Angelis nel 1571vi sia, anche nel contestodegli storici attuali, una larga unità di vedute. Si trattadi un lavoro di grande interesse compilato in latinoche l’autore, secondo una vasta area della storiogra-fia accreditata, aveva già terminato molti anni primama senza darlo alle stampe. Tra le sue opere secon-darie si segnala anche una biografia di Gioacchinoda Fiore, accolta nel testo “Vaticinia Ovvero Prophe-tie dell’Abbate Gioacchino da Fiore”.Il Nostro per quanto se ne riesce a sapere venne allaluce verosimilmente nel corso del primo decenniodel 1500, secondo alcuni più precisamente nel1506,in quella che allora era la Calabria Ultra, nel borgodi Francica in provincia di Catanzaro, adesso terri-torio della provincia di Vibo Valentia. Indossò l’abitotalare e divenne sacerdote. Sulla vicenda circa unasua appartenenza all’Ordine dei Minimi, fondato dasan Francesco di Paola,non convincono molto le in-formazioni definite da alcuni storici, che perman-gono molto confuse, anche se a riguardo non passainosservata la nota di Benedetto Clausi nella qualescrive “che mai Barrio appartenne alla Famiglia fran-cescana, nemmeno al Terz’Ordine, come qualcunoha supposto”,ed è sempre il Clausi che in un ulte-riore passaggio della biografia sul Barrio riferiscecome sia “Opportuno e sempre valido quindi l’au-spicio espresso da R. Benvenuto: «Chi sa che in unprossimo futuro [...] non si possa tracciare finalmenteil medaglione del nostro Storico per il prestigioso“Dizionario biografico degli Italiani”, dove tuttora,purtroppo, non figura!» (Gabriele Barrio, frate e sto-rico di S. Francesco di Paola, «Calabria Letteraria»,32, 1984, p. 72). […]dove in relazione all’apparte-nenza ai Minimi, ipotizza che l’ingresso del Barrionell’Ordine abbia avuto luogo nel 1524. Ma nonmanca,scrive ancora il Clausi,chi sulla scia del Toppiafferma “che Barrio fu soltanto prete secolare, lecarte comprovano la sua appartenenza anche alclero regolare: prima all’Ordine dei Minimi e poi aquello degli Ospedalieri di Santo Spirito”2.La vi-

1 Luigi ACCATTATIS, Le Biografie degli Uomini illustridelle Calabrie, p. 21, Vol. II, Tipografia Municipale, Cosenza, 1980.

2Cfr. Benedetto CLAUSI, Gabriele Barrio prima decadedel 1500 – dopo il 1578, 1.La

IL DOTTO FRANCICANO,GABRIELE BARRIO.RILEVANTE PUNTO DI RIFERIMENTOPER TANTI STORICI E STUDIOSI

Page 31: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

31

cenda ebbe luogo secondo quanto riportato dalSoria da un errore di stampa dovuto al nome delluogo di nascita del Barrio che indusse molti autoritra cui il Wading a definirlo Franciscano anzichéFrancicano dovuto alle sue origini di Francica. (Cfr.Soria, p. 66,Memorie storico-critiche degli storici na-politani). Informazione, poi, confermata anche daAngela Codazzi per la Treccani, che tentando un ap-proccio con la biografia del Barrio nel fornire alcuneindicazioni non esaustive circa la rappresentazionedella vita di questo grande storico,a riguardo scrive:“Fu sacerdote secolare, non francescano come piùd’uno lo disse, equivocando sull’appellativo di ‘Fran-cicanus’ dal luogo d’origine. Visse nell’orbita dellaprincipesca famiglia dei Sanseverino e composevarie opere di erudizione sull’eccellenza della lingualatina, sull’eternità di Roma, sulle bellezze d’Italia”3. Ed è attraverso la stessa Codazzi, che si rileva comel’Aceti, vescovo di Lacedonia (AV) nella metà delXVIII secolo, (1744-1749), rinvenne una copia ma-noscritta dell’opera del Barrio, che lo “stesso avevaemendato ed accresciuto”4. Informazioni presentianche nell’opera del Soria che nelle note biograficheriguardanti l’Aceti in relazione così riferisce:“Avendo egli veduto, che 1’opera di Gabriele Barriosulla Calabria era divenuta assai rara, ed era nel-l’istesso tempo così scorretta, che avea fatto rinnegarla pazienza fino ad Abramo Ortelio, ne intrapreseperciò una nuova edizione, e si servi di un codicedella Vaticana, postillato e corretto in più luoghi dimano del medesimo Barrio, […]. Vi aggiunse inoltrealcune osservazioni critiche, fatte sulla medesimaopera da Sertorio Quattromani, che conservavansiMSS. nella Biblioteca Angelica di S.Agostino; edavendola egli stesso accresciuta di sue Note storiche,e topografiche;di alcuni Prolegomeni5 intorno a’primi abitatori delle Calabrie,di un Sommario crono-logico delle cose ivi occorse dalla venuta di G. C.fino a’ suoi tempi, e di un Catalogo degli antichi luo-ghi,e degli uomini e donne illustri di quella regione,della alla luce sotto di questo titolo: In Gabrielis Bar-rii Francicanide Antiquitate et situ Calabriae librosV, nunc primum ex autographo restitutos, ac per ca-pita distributos Prolegomena, Additiones, et notae.Quibus accesserunt Animadversiones Sertorii Quat-tromani, Roma 1737”6.Per proseguire gli studi, in un primo momento,se-condo alcune fonti, il Barrio si spostò presso Napoli.In seguito,forse lusingato da mons. Guglielmo Sirleto

(cardinale), anche lui calabrese e compaesano diGuardavalle in provincia di Catanzaro, allora cu-stode della Biblioteca Vaticana, si trasferì a Roma.IlBarrio senza dubbio ha rappresentato e continua arimanere un fondamentale punto di orientamentoper i tanti studiosi tra i quali si vogliono ricordare G.Fiore da Cropani e Girolamo Marafioti, oggetto dialtri miei contributi nei precedenti numeri della te-stata, ma anche l’Abate Pacichelli, Elia Amato, Tom-maso Acetie tanti altri ancora,che,attraverso la suaopera, immensa fonte di informazioni, spesso pren-dendolo a modello,hanno potuto trovare importantiindicazioni sulla storia regionale. Ritornando brevemente alla sua principale opera, vasottolineato come Il De antiquitate et situ Calabriaesi componedi cinque libri. Il primo, secondo la ri-partizione di Tommaso Aceti, altra figura dotta dellaCalabria Citra nato a Figline Vegliaturo in provinciadi Cosenza (filologo, bibliotecario e vescovo catto-lico),fu scrittoin ventidue capitoli e si occupa dellaCalabria in generale, con particolare attenzione alsuo profilo storico, mentre il penultimo capitoloprende in esame la questione dei diversi dialetti ca-labresi. Nei rimanenti libri, articolati in ulteriori ot-tantaquattro capitoli, è possibile, invece, penetrareattraverso minuziose spiegazioni in quella che èlamorfologia della Regione con particolare riferimentoalle coste, ai rilievi, all’idrografia, oppure negliaspetti antropici riguardanti la distribuzione e le at-tività umane, le persone,i centri abitati, e in quellieconomici in relazione alle foreste, all’agricoltura,ai prodotti. L’opera del Barrio si collegava nella sciadelle diverse vocazioni storiografiche alla ricerca dirinvenire quanto di meglio c’era nel capitale identi-tario della comunità calabrese fatto di tradizioni edesideri. Ma, per capire veramente l’attenzione chequesto grande storico aveva per la sua terra con laquale anche quando era fuori continuò a mantenererelazioni oltre che di affari anche di sentimenti e diaffetto ecco quanto scrisse il Soria: “Il suo genio pre-dominante nulladimeno era per le antichità del suopaese, e impiegò moltissimi anni in viaggi e ricerchetanto, in Calabria, quanto in Roma, per venir a capodi formarne compiutamente la corografia e la storia.Ebbe corrispondenza con vari uomini eruditi, cherincontrò nella nominata città, dove trasse la mag-gior, parte de’ suoi giorni e i dotti Cardinali Gu-glielmo Sirleto e Giulio Antonio Santoro l’onoraronod’una particolar amicizia, e patrocinio”7.A conclusione della presente ricerca,pensata sullediverse biografie esistenti,ho potuto notare comemolte delle informazioni sul Barrio sono imprecisecomprese quelle sull’anno della sua dipartita che se-condo i più che ne riferiscono avrebbe avuto luogoin Francica nel 1577.

biografia, in Galleria dell’Accademia Cosentina. 3Angela CODAZZI, Barri, Gabriele, Dizionario Biogra-fico degli Italiani, Vol. 6 (1964). 4 Ibidem.5 Prolegomeni = Esposizione preliminare delle propo-sizioni fondamentali di una dottrina, in Il Devoto-Oli, 2016.6Francescantonio SORIA, Memorie storico-critiche deglistorici napolitani, p. 2, Tomo I, Stamperia Simoniana, Napoli, MDCCLXXXI.

7 Ibidem, pp. 61-62, Tomo I, Stamperia Simoniana, Na-poli, MDCCLXXXI.

Page 32: 5+$ Å+6+&' Il Nuovo Corriere della

VICOLO DEL CENTRO STORICO DI CORIGLIANO