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L e manifestazioni che L ’associazione Organi Sto- rici in Cadore in collaborazione con la Fondazio- ne Ugo e Olga Levi di Venezia hanno organizzato a Pieve di Cadore e Candide nello scorso mese di agosto e a Venezia a ottobre, si sono concluse con un grande succes- so artistico e di pubblico. Gli eventi, dedicati a Luigi Ferdinando Tagliavini, mu- sicista e musicologo bolognese, ma di origine cadorina (la madre era nativa di Candide), hanno preso il via lo scor- so 18 agosto con un seguitissimo concerto nella Pieve di S. Maria Assunta a Candide: oltre 250 persone hanno par- tecipato a un eccezionale concerto nel quale al maestro si affiancava Liuwe Tamminga, amico e allievo. Il concerto, trasmesso in diretta televisiva dall’emittente Channel 3, ha avuto anche un foltissimo pubblico «casa- lingo» e si è concluso con l’attribuzione del Premio Tromboncino d’Oro e della cittadinanza onoraria di Comelico superiore: «È questo il più bel rega- lo che ho ricevuto», ha commentato Tagliavini visibilmente emozionato. Il giorno successivo, una folta e in- teressata platea, per la maggior par- te di esperti, ha assistito al Semina- rio di Studi «Candide-Venezia: l’ar- te degli organi in Cadore» tenutosi a Pieve di Cadore. La «tre giorni» cadorina si è poi conclusa il 20 agosto, con una visi- ta guidata all’organo Dacci della Pieve di S. Martino a Valle di Cadore e il con- certo conclusivo, di nuovo a Candide, nel quale i tre unici italiani risultati vincito- ri al prestigioso Concorso Organistico di Innsbruck – Andrea Marcon, Luca Scanda- li e Mirko Ballico – hanno voluto omaggia- re Tagliavini: i numerosissimi spettatori han- no potuto apprezzare una delle migliori performance della Rassegna Organista cadorina, tra- smessa inoltre in diretta televisiva. La seconda parte delle manifestazioni ha avuto luogo a Ve- nezia: il 7 ottobre, giorno del comple- anno del maestro, la Basilica dei Fra- ri ha ospitato un eccezionale con- certo del quale vie- ne data ampia recensione a parte (cfr. p. 41). Il giorno successivo, presso la Fondazione Levi, l’epilogo è stato l’interessante Seminario di Studi «La rivista L’Orga- no 1960-2009: cinquant’anni di studi e ricerche». Un foltis- simo pubblico di musicologi, organisti e organari, ha preso parte a quello che, oltre a un doveroso e sentito omaggio a Tagliavini, ha voluto essere un primo bilancio del cam- mino percorso dalla pregevole rivista nata con lo scopo di applicare con rigore la ricerca storica scientificamente im- postata e criticamente documentata a una rinnovata cono- scenza dell’organo «nella sua vera natura, nella sua auten- tica tradizione e nella sua organica architettura sonora». Non vi è dubbio che il risultato di tanti anni di lavoro e di ricerca, che ha portato a una radicale rivalutazione de- gli strumenti storici e delle tecniche di restauro, sia da at- tribuire proprio a Tagliavini, il quale, come recitava il tito- lo del suo intervento, si è da sempre posto «al servizio del- la cultura organaria e organistica». Al termine del Conve- gno, commosso ed emozionato, il musicista ha voluto rin- graziare tutti coloro che si sono impegnati per la perfetta riuscita delle manifestazioni. Il professor Lovato per la Fondazione Levi e il profes- sor Bortolot per l’Associazione Organi Storici in Cadore, ricambiando i ringraziamenti al maestro per la grande di- sponibilità e amicizia, hanno poi espresso il desiderio di continuare la collaborazione anche in futuro: la pregevo- lezza degli organi di scuola veneziana costitu- isce la base ideale per creare una for- te sinergia tra associazioni mu- sicali che operano sul terri- torio e la Fondazione Le- vi impegnata da tempo a difendere e rivaluta- re le realtà musicologi- che del territorio stes- so intese come fattore di crescita culturale. di Giuseppe Patuelli Tra Pieve di Cadore e Venezia in scena l’organo Concluso in ottobre un fitto programma di concerti e seminari Luigi Ferdinando Tagliavini visto da Maria Gianola. 40 — sacro e barocco sacro e barocco

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Le manifestazioni che L’associazione Organi Sto-rici in Cadore in collaborazione con la Fondazio-ne Ugo e Olga Levi di Venezia hanno organizzato a

Pieve di Cadore e Candide nello scorso mese di agosto e a Venezia a ottobre, si sono concluse con un grande succes-so artistico e di pubblico.

Gli eventi, dedicati a Luigi Ferdinando Tagliavini, mu-sicista e musicologo bolognese, ma di origine cadorina (la madre era nativa di Candide), hanno preso il via lo scor-so 18 agosto con un seguitissimo concerto nella Pieve di S. Maria Assunta a Candide: oltre 250 persone hanno par-tecipato a un eccezionale concerto nel quale al maestro si affiancava Liuwe Tamminga, amico e allievo. Il concerto, trasmesso in diretta televisiva dall’emittente Channel 3, ha avuto anche un foltissimo pubblico «casa-lingo» e si è concluso con l’attribuzione del Premio Tromboncino d’Oro e della cittadinanza onoraria di Comelico superiore: «È questo il più bel rega-lo che ho ricevuto», ha commentato Tagliavini visibilmente emozionato.

Il giorno successivo, una folta e in-teressata platea, per la maggior par-te di esperti, ha assistito al Semina-rio di Studi «Candide-Venezia: l’ar-te degli organi in Cadore» tenutosi a Pieve di Cadore.

La «tre giorni» cadorina si è poi conclusa il 20 agosto, con una visi-ta guidata all’organo Dacci della Pieve di S. Martino a Valle di Cadore e il con-certo conclusivo, di nuovo a Candide, nel quale i tre unici italiani risultati vincito-ri al prestigioso Concorso Organistico di Innsbruck – Andrea Marcon, Luca Scanda-li e Mirko Ballico – hanno voluto omaggia-re Tagliavini: i numerosissimi spettatori han-no potuto apprezzare una delle migliori performance della Rassegna Organista cadorina, tra-smessa inoltre in diretta televisiva.

La seconda parte delle manifestazioni ha avuto luogo a Ve-nezia: il 7 ottobre, giorno del comple-anno del maestro, la Basilica dei Fra-ri ha ospitato un eccezionale con-certo del quale vie-

ne data ampia recensione a parte (cfr. p. 41).Il giorno successivo, presso la Fondazione Levi, l’epilogo

è stato l’interessante Seminario di Studi «La rivista L’Orga-no 1960-2009: cinquant’anni di studi e ricerche». Un foltis-simo pubblico di musicologi, organisti e organari, ha preso parte a quello che, oltre a un doveroso e sentito omaggio a Tagliavini, ha voluto essere un primo bilancio del cam-mino percorso dalla pregevole rivista nata con lo scopo di applicare con rigore la ricerca storica scientificamente im-postata e criticamente documentata a una rinnovata cono-scenza dell’organo «nella sua vera natura, nella sua auten-tica tradizione e nella sua organica architettura sonora».

Non vi è dubbio che il risultato di tanti anni di lavoro e di ricerca, che ha portato a una radicale rivalutazione de-gli strumenti storici e delle tecniche di restauro, sia da at-tribuire proprio a Tagliavini, il quale, come recitava il tito-lo del suo intervento, si è da sempre posto «al servizio del-la cultura organaria e organistica». Al termine del Conve-gno, commosso ed emozionato, il musicista ha voluto rin-graziare tutti coloro che si sono impegnati per la perfetta riuscita delle manifestazioni.

Il professor Lovato per la Fondazione Levi e il profes-sor Bortolot per l’Associazione Organi Storici in Cadore, ricambiando i ringraziamenti al maestro per la grande di-sponibilità e amicizia, hanno poi espresso il desiderio di continuare la collaborazione anche in futuro: la pregevo-

lezza degli organi di scuola veneziana costitu-isce la base ideale per creare una for-

te sinergia tra associazioni mu-sicali che operano sul terri-

torio e la Fondazione Le-vi impegnata da tempo a

difendere e rivaluta-re le realtà musicologi-che del territorio stes-

so intese come fattore di crescita culturale. ◼

di Giuseppe Patuelli

Tra Pieve di Cadore e Veneziain scena l’organoConcluso in ottobreun fitto programmadi concerti e seminari

Luigi Ferdinando Tagliavinivisto da Maria Gianola.

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esempio raro di feLice unione tra speculazione musi-cologica e prassi esecutiva, Luigi Ferdinando Taglia-vini ha festeggiato il 7 ottobre ai Frari i suoi ottant’an-

ni esibendosi in duo con Margherita Gianola in un program-ma organistico di ampio respiro che spaziava dai Gabrieli a Zucchinetti.

Innumerevoli i riconoscimenti che gli sono stati attribui-ti: premi discografici, in duo anche con Liuwe Tumminga, lauree ad honorem, titoli accademici, medaglie d’oro e premi prest ig io-si, che ne te-st imon ia-no l’attività indefessa e il ruolo de-cisivo svol-to nel l’er-m e n e u t i -ca dei te-sti musica-li e nella dif-fusione del repertorio organistico.

La sua for-ma è sempre smagliante, la sensibilità lucida, l’in-tuito musi-cale raffina-to, capace di restitui-re attraver-so lo sguar-do storico, curato dal punto di vista filologico, il cuore pulsante delle opere interpretate.

Suggestione ricreatasi anche nella serata alla Basilica dei Frari, durante la quale generazioni diverse di interpreti si so-no intrecciate fra loro, evidenziando il filo comune che ide-almente le collega: la Gianola, infatti, ha seguito i corsi di Ta-gliavini e ne ha assorbito la passione filologica, organologi-ca e musicologica.

Ne è uscita una serata giocata sulla sapiente alternanza fra introspezioni contemplative, simbiosi concertanti, lumino-si contrasti e monologhi rarefatti che hanno valorizzato in tutta la loro tavolozza timbrica gli organi Piaggia e Callido dei Frari .

Alla fantasiosa libertà con cui Tagliavini esalta il carattere improvvisativo dell’Intonazione del primo tono di Andrea Gabrie-

li, ha fatto eco l’interprete veneziana con la Canzon Ariosa, re-sa con un’eleganza esecutiva che poneva in luce il tratto fran-cesizzante e leggiadro del ritmo dattilico.

Se la Toccata di Giovanni Gabrieli viene riletta dal maestro bolognese in senso antivirtuosistico, grazie al rilievo confe-rito alle screziature contrappuntistiche e imitative – la cui fit-ta trama polifonica riecheggiava poi nella Canzon Secondi Toni – nella Canzon Sol Sol La Sol Fa MI, a due organi, il duo rivela spontanea freschezza esecutiva e sintonia di intenti.

L’avvincente contrapposizione di luci e ombre, pieni e vuo-ti, si riverbera nell’esuberanza della Canzon la spiritata, ripro-posta con sicurezza strumentale dalla Gianola.

Vivacità che risplende anche nello stile concertato adotta-to dal Guami nella Canzon La Lucchesina per due organi, ove si ritrovano la tecnica dei cori spezzati e l’effetto d’eco utiliz-zato dai maestri di scuola veneziana.

Della Toccata, Variazione in sol e Pastorale in sol di Pasquini, massimo organista della seconda metà del Seicento, Taglia-vini pone in rilievo invece la tensione armonica e le atmo-sfere bucoliche, riflesso degli ideali estetici cari all’Arcadia.

Lo sguardo dei due interpreti si concentra poi su Giovan-ni Battista Zucchinetti, autore settecentesco di scuola lom-barda, di cui viene eseguito il brillante Concerto per due orga-

ni, opportu-namente ca-ratterizzato nel dittico dei due mo-vimenti che lo compon-gono.

Il colore degli orga-ni settecen-teschi vene-ziani, inda-gato dal le Sonate di Ga-etano Vale-ri, si risco-pre nel suo fulgore gra-zie all’ese-cuzione in-tensamen-te cantabi-le della Gia-nola, che ri-esce quasi a pronunciare

le melodie affidate al timbro dei tromboncini, del flauto in ottava e della voce umana, intagliando un fraseggio parteci-pe, emozionato e finemente espressivo.

Intensa cantabilità si coglieva anche nelle tre Sonate di Ci-marosa, riproposte all’organo con giocosa briosità da Taglia-vini, nonostante l’originaria destinazione clavicembalistica.

Tensione verso sonorità orchestrali e arditezze armoni-che si coglievano invece nel Concerto Primo di Pietro Moran-di, compositore attivo nella fine del Settecento nelle Marche, e nella Sonata in fa maggiore per due organi di Gaetano Piazza, resa con smagliante lucentezza grazie a una registrazione so-bria ma sempre efficace.

Calorosi applausi e festeggiamenti per i due artisti, ripresi in diretta da Channel3 sul canale satellitare SKY 872. Il video del concerto sarà scaricabile on demand dal sito www.3channel.it. ◼

di Letizia Michielon

Gli ottant’anni di Luigi Ferdinando Tagliavini ai FrariNella basilica venezianail concertocon Margherita Gianola

Margherita Gianolae, a fianco, Luigi Ferdinando Tagliaviniai Frari ( foto Franco Capovilla)

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attivi soprattutto neLLa venezia di metà Cinque-cento, Giovanni Matteo Asola e Giovanni Croce fu-rono autori di un’estesa produzione polifonica e po-

licorale oggi in parte ancora sconosciuta, ma che fra i con-temporanei di allora ebbe notevole rilievo, avendo entram-bi arricchito e rivoluzionato la tradizione musicale dell’epo-ca, fondendola e integrandola con altre esperienze musicali.

Giovanni Matteo Asola (Verona, 1524-Venezia, 1609) sa-cerdote presso la Congregazione di San Giorgio in Alga, fu anche maestro di cappella a Treviso, Vicenza e Verona. Una produzione artistica, la sua, quasi interamente dedicata al-la musica sacra, dove sperimentò ogni forma destinata alla liturgia: messe, inni, mottetti e soprattutto salmi a due e tre cori, secondo il tradizionale stile policorale della «scuola ve-neziana»; mentre Giovanni Croce (Chioggia, 1557-Venezia, 1609), maestro di cappella a San Marco, manifestò una spic-cata personalità artistica sia nel campo del profano che in quello sacro: i madrigali e le canzonette sono le forme che dominò con maggiore maestria, prendendo spunto, per al-cune opere, da canti popolari, dal dialetto veneziano e da luoghi e caratteri della città di Venezia, fissando attraverso il linguaggio sonoro uno spaccato della vita sociale e cultura-

le dell’epoca.La Regione del Veneto, con la collaborazione della Fonda-

zione Ugo e Olga Levi di Venezia, celebra quest’anno il quar-to centenario della morte dei due compositori con un pro-gramma di iniziative di recupero, studio ed esecuzione del-le opere musicali. Le celebrazioni di questi musicisti nascono con un obiettivo ben preciso: riscoprire e valorizzare la cultu-ra musicale veneta, promuovendola non solo fra i musicofili, ma anche tra i non addetti ai lavori. La Regione del Veneto, per la realizzazione del fitto programma culturale, ha istitui-to, ai sensi della L.R. 4/2006, un apposito Comitato regiona-le, presieduto dal prof. Antonio Lovato, e composto da Da-vid Bryant, Giorgio Busetto, Giulio Cattin, Giovanni Morel-li, Giampaolo Vianello e dai consiglieri regionali Nereo La-roni, Carlo Alberto Tesserin e Andrea Causin, parte attiva in ogni produzione.

Il denso cartellone di manifestazioni, iniziato a metà set-tembre, durerà fino alla fine del 2010, alternando conferen-ze, convegni, giornate di studio e concerti e vedrà il coinvol-gimento di altri enti, quali la Fondazione Teatro La Fenice, Chorus – Associazione Chiese di Venezia, l’Accademia Filar-monica di Verona e l’USCI-Friuli Venezia Giulia.

Da ricordare il grande lavoro che la Fondazione Levi porte-

rà avanti con un’intensa operazione di ricerca, raccolta, con-servazione e valorizzazione delle documentazioni finalizza-ta alla realizzazione di un catalogo tematico e l’esposizione, alla Biblioteca Nazionale Marciana, di opere manoscritte e a stampa tra le più rappresentative dei due compositori. Le città coinvolte nelle celebrazioni saranno oltre a Venezia e Mestre, anche Chioggia, Padova, Treviso, Verona e Vicen-za, i luoghi che segnarono la vita di Giovanni Matteo Asola e Giovanni Croce.

Un’ulteriore iniziativa pertanto che la Regione del Veneto propone al mondo culturale non solo locale ma nazionale ed internazionale, confermando il ruolo di governo di un terri-torio per il quale la cultura è elemento fondante e strategico. ◼

Regione Venetoe Fondazione Levi celebranoGiovanni Matteo Asolae Giovanni Croce

*dirigente regionale Attività Culturali e Spettacolo

Ricorre quest’anno il quarto centenario della morte

di Maria Teresa De Gregorio*

Giovanni CroceSpartito di Giovanni Matteo Asola

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iL pio ospedaLe deLLa Pietà, il più grande e antico fra i quattro «Ospedali Maggiori» di Venezia, ebbe tra i pro-pri doveri istituzionali – fin dalla fondazione, avvenuta

nel 1336 ad opera di Fra Pietro d’Assisi – il compito di ac-cogliere ed educare gli orfani e i bambini abbandonati spes-

so in tenerissima età. Sul finire del XVI secolo, l’istituzione affiancò a tali attività anche l’istruzione nell’arte della musi-ca e del canto delle bambine (putte) più dotate. Molte di lo-ro infatti, raggiunta un’adeguata abilità vocale o strumenta-le, entravano a far parte del Coro dell’Ospedale divenendo, da semplici figlie di commun, figlie di coro ed esibendosi nel cor-so delle principali celebrazioni e festività dell’anno liturgico per tutta la loro permanenza nell’Istituto1.

Fra i molti e celebri maestri che impartirono lezioni di mu-sica alle putte e per esse scrissero significativi lavori (orato-ri, cantate, concerti, mottetti, messe, ecc.), va naturalmente citato Antonio Vivaldi, che per la Pietà compose e insegnò con diversi incarichi – fra cui quello di Maestro de’ concerti per lui appositamente istituito – dal 1703 al 1739.

L’eredità manoscritta della fervida attività musicale che si svolse nell’Istituto fino al 1866, anno di estinzione ufficiale del coro, è oggi per la maggior parte conservata in un archi-vio depositato presso la biblioteca del Conservatorio «Bene-

detto Marcello» di Venezia, il Fondo musicale Correr. Que-sta preziosa raccolta, costituita da circa 50.000 pagine e con-tenente anche alcune opere a stampa sette-ottocentesche, appartiene ai Civici Musei Veneziani e fu affidata al Con-servatorio nel 1940, durante la direzione di Gian France-sco Malipiero. La parte proveniente dall’Ospedale della Pie-tà è sicuramente la più consistente, e si affianca ad altri ma-noscritti donati al Museo Correr dai nobili fratelli Costan-tino e Alessandro Carminati nel 1866, dal conte Leopardo Martinengo nel 1881 e dal notaio Gabriele Fantoni nel 1912.

La caratteristica principale della sezione d’archivio prove-niente dalla Pietà consiste nella presenza di numerosi «libri-parte», ovvero volumi antologici trascritti direttamente da alcune putte con specifici incarichi di copiste, contenenti sin-gole parti strumentali o vocali ad uso delle Figlie di Choro. Gli autori rappresentati in questa parte del fondo sono lo stesso Vivaldi (presente con alcuni autografi e con le musiche com-

poste per le celebri virtuose Anna Ma-ria «dal violin» e Chiaretta), e soprat-tutto i maestri di coro e di strumento a lui succeduti, tra i quali Giovanni Por-ta, Nicola Porpora, Andrea Bernasco-ni, Gaetano Latilla, Antonio Martinel-li, Giuseppe Sarti, Bonaventura Furla-netto e Giovanni Agostino Perotti.

Poiché, come detto, ogni «libro-par-te» è un’antologia contenente varie composizioni riferite ad una singola voce o strumento, la fruibilità del fon-do risulta assai complessa, in quanto la ricostruzione o l’eventuale esecuzio-ne di questi brani richiederebbe l’uti-lizzo e il confronto di numerosi volu-mi, considerato altresì che in pochis-simi casi si dispone anche delle parti-ture, e che molto spesso i «libri-parte» contengono musiche adespote, mutile e acefale. Per questo motivo, da alcu-ni anni ha preso avvio un ampio e ar-ticolato lavoro di riordino finalizzato all’individuazione, attribuzione e rico-struzione virtuale di tutte le composi-zioni divise su più manoscritti. Il pro-getto, finanziato dalla Regione Veneto e dal Conservatorio di Venezia, è affi-dato ai sottoscritti insieme ai cataloga-tori Nicola Dal Bo e Camilla Delfino,

coordinati da Chiara Pancino, bibliotecaria del «Benedetto Marcello» con la consulenza scientifica di Massimo Gentili Tedeschi, bibliotecario della «Braidense» di Milano2.

A conclusione dell’opera di riordino, è in fase di valuta-zione la pubblicazione di un catalogo a stampa ad opera della Fondazione «Ugo e Olga Levi» di Venezia, al fine di garantire una più agevole consultazione da parte della co-munità scientifica di una così preziosa testimonianza del-la vita musicale a Venezia tra il XVIII e il XIX secolo. ◼

*catalogatori del «Progetto di riordino del Fondo musicale Correr»

Il Fondomusicale Correr Uno studiosui manoscritti delle «putte»dell’Ospedale della Pietà

di Giorgio Bussolin e Stefano Zanus Fortes*

1. Per maggiori informazioni sulla vita e sulla storia degli Ospedali di Vene-zia si rinvia a Pier Giuseppe Gillio, L’attività musicale negli ospedali di Venezia nel Set-tecento, Quadro storico e materiali documentari, Leo S. Olschki, Firenze 2006.2. Per una descrizione dettagliata del progetto di riordino si veda il sito web del Conservatorio di Venezia <www.conseve.it>, area «Biblioteca».

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