4 children - marzo 2012

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E quando saremo genitori? Come affrontare l’attesa nell’adozione a pagina 34 Via del Campo, Cambogia: un sogno che continua a crescere a pagina 5 Cifafa fa31 4children - Anno XI - N° 1 - Marzo 2012 - Sped. in abb. post. Legge 662/96, art. 2, Comma 20/c D.C./D.D./Asti - Copia Omaggio. 4children è una pubblicazione periodica di Cifa, organizzazione non governativa che tutela i diritti dei bambini. www.cifaong.it Dal 1980 ad oggi, tutti i paesi di attività, i progetti e i risultati di Cifa a pagina 13 Viaggio a Falconara: la storica sede di Cifa nelle Marche si racconta a pagina 9 Una buona squadra per i diritti dei bambini: la parola a Roberto Mancini a pagina 36 4children Speciale: quanto siamo cresciuti... per farli crescere!

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Il terzo numero della rivista di Cifa Onlus, contenente un inserto speciale sui 31 anni della nostra attività a favore dei bambini nel campo dell'adozione internazionale e della cooperazione allo sviluppo

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E quando saremo genitori? Come affrontare l’attesa nell’adozione a pagina 34

Via del Campo, Cambogia: un sogno che continuaa crescere a pagina 5

Cifafafa31

4children - Anno XI - N° 1 - Marzo 2012 - Sped. in abb. post. Legge 662/96, art. 2, Comma 20/c D.C./D.D./Asti - Copia Omaggio. 4children è una pubblicazione periodica di Cifa, organizzazione non governativa che tutela i diritti dei bambini. www.cifaong.it

Dal 1980 ad oggi, tutti i paesi di attività, i progettie i risultati di Cifa a pagina 13

Viaggio a Falconara: la storica sede di Cifa nelle Marche si racconta a pagina 9

Una buona squadra per i diritti dei bambini: la parola a Roberto Mancini a pagina 36

4children

Speciale: quantosiamo cresciuti... per farli crescere!

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Anno XI - N° 1 - Marzo 2012

Direttore Editoriale: Gianfranco Arnoletti

Direttore Responsabile: Elena Volponi

Redazione, progetto grafico e impaginazione: Daniele De Florio

Hanno collaborato: Sofia Angeletti, Silvia Arnoletti, Kumari Bosini, Cristiana Cesini, Daniele De Florio, Beatrice Gemma, Claudio Geymonat, Caterina Ghislandi, Sri Handajani, Linda Marmetto, Luca Montani, Monica Nobile, Marco Pastori, Silvia Rivela, Anna Rosso, Franca Zavanella.

Fotografie: Sofia Angeletti, Kumari Bosini, Sarah Bouillaud, Daniele De Florio, Franco Farao, Valerio Ferrario e Selene De Rui, Beatrice Gemma, Ifejant, Marco Malimpensa, Maria Paradies, Marco Pastori, Shutterstock, Tulipani di Seta Nera.

Stampa: Berrino Printer - Torino

Editore: CIFA Onlus, Via Ugo Foscolo 3, 10126 TorinoTel. 011 4338059 (segreteria adozioni), 011 5063048 (ufficio comunicazione), 011 4344133 (direzione cooperazione internazionale), fax 011 4338029, e-mail [email protected]

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Autorizzazione Tribunale di Torino n. 3633 del 25/02/1986. Iscrizione al Registro Nazionale della Stampa richiesta in data 27/04/1998. Spedizione in abbonamento postale Legge 662/96, articolo 2, comma 20/c - C.R.P. Asti C.P.O.

È vietata la riproduzione anche parziale di testi e illustrazioni. Ai sensi della Legge 675/96 sulla tutela dei dati personali, i dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti verranno trattati in forma cartacea ed automatizzata e saranno utilizzati esclusivamente per l’invio del giornale oggetto di abbonamento o di altre nostre testate come copie saggio e non verranno comunicati a soggetti terzi. Il conferimento dei dati è facoltativo ed è possibile esercitare i diritti di cui all’art. 13 facendone richiesta al responsabile trattamento dati: CIFA Onlus.

Le altre sedi di Cifa: Venezia, via Bastia Fuori 4 int.9, 30035 Mirano (VE), tel. 041 5702779, fax 041 5727469, [email protected]; Ancona, via Galileo Galilei 4, 60015 Falconara Marittima (AN), tel. 071 5903000, fax 071 9166399, [email protected]; Roma, via Machiavelli 60, 00185 Roma, tel. 06 4440991, fax 06 49382799, [email protected]

Cosa troverai in questo numero di 4children

Verso l’assemblea pag. 3Cambogia: due centri, tante speranze pag. 6Imprese... di valore pag. 7Le cicogne... arrivano da Falconara! pag. 9Cifa fa 31: inserto speciale pag. 13Scuole... d’élite! pag. 32Aspettiamo insieme? pag. 34Cifa Onlus? Una buona squadra! pag. 36What’s up, Cifa? pag. 38Crisi europea? Non coinvolga i bambini pag. 43

Questa piccola e bellissima bambina si chiama Edwige, vive a Lomé e ha solo tre anni. Passa le

giornate nella scuola di Dzidudu insieme a tanti altri bambini, con cui impara canti e filastrocche, gioca e va sull’altalena, mangia e schiaccia un pisolino dopo mezzogiorno. Quali differenze con i milioni di bambini nel mondo che, come lei, hanno tre anni e vanno all’asilo? Ce ne sono alcune. Edwige, per esempio è figlia di una donna portefaix, facchina, che non ha la possibilità di prendersi cura di lei. Ecco perchè abbiamo scelto di includere questa bambina, insieme a diverse altre della regione di Lomé, nel programma di sostegno a distanza. Al momento Edwige, pur beneficiando del cibo e della protezione a cui ha diritto, non ha ancora un sostenitore che segua il suo percorso di vita, e che possa garantire il suo futuro. Vuoi essere tu? Contattaci subito allo 011 5630441.

La rivista che hai tra le mani è stampata da Berrino Printer, che utilizza materie prime provenienti

da foreste gestite correttamente dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. Se non intendi conservare questo numero di 4children, quando avrai terminato di leggerlo scegli di non gettarlo! Regalalo, piuttosto, a un tuo amico, perchè possa leggerlo anche lui!

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In copertina: le danze tradizionali khmer sono un elemento fondamentale della cultura cambogiana.

Ecco perchè vengono insegnate alle bambine (e ai bambini) nei nostri centri a Neak Loeung e Sihanoukville. Raggiungendo punte di eccellenza.

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Cari amico, caro lettore, caro socio.Lo abbiamo già detto praticamente ovunque:

l’Assemblea prossima ventura è un’opportunità per Cifa perché rappresenta un momento di svolta. I soci della ONG sono invitati a rinnovare tutte le cariche del

Consiglio Direttivo, del Collegio dei Revisori e del Collegio dei Probiviri e nei fatti sarà un appuntamento di grande maturità che tutti dovremo essere in grado di gestire nel miglior modo possibile.

Le regole sono state pubblicizzate ampiamente anche su questa rivista. Le vicende connesse all’assemblea del 29 aprile 2011 sono ormai note e non hanno mancato di destare forte preoccupazione in molti di voi, lo sappiamo. Queste sono le ragioni per cui si è giunti alla convocazione delle Assemblee solo dopo scrupolose verifiche e mesi di ininterrotto lavoro.

Cifa ha uno Statuto Sociale datato ad un momento in cui le famiglie socie erano poche e, in fondo, le attività erano contenute. Da quegli anni di acqua sotto i ponti ne è passata tantissima e

L’assemblea sarà un appuntamento di grande maturità che dovremo gestire nel miglior modo possibile.

Verso l’assembleaCifa si prepara a rinnovare le cariche del Consiglio Direttivo, un appuntamento importante per garantire la stabilità e la crescita del nostro ente.di Gianfranco Arnoletti, presidente di Cifa - [email protected]

l’associazione si è trasformata in una organizzazione stabile e professionale, al passo con i tempi e – per fortuna – all’altezza di un compito che i tanti Paesi ci chiedono di assolvere con sempre maggiore dedizione. La storia di Cifa è, dunque, una storia importante,

lusinghiera e in salita.

Come moltissime altre ONG italiane, cresciute negli anni, abbiamo il dovere di proteggere la nostra storia e di consegnarla alle generazioni future come il patrimonio

più importante che, nell’ambito dell’adozione internazionale, viene da tutti riconosciuto. Cifa ha fatto del bene a tanti e, sicuramente, ha fatto del

bene anche al nostro Paese. Sono stati tanti gli attestati di fiducia e di stima che

abbiamo raccolto, soprattutto nell’ultimo

periodo, quando una forsennata corsa alla

poltrona di presidente

ha messo a dura

prova la

Abbiamo ricevuto moltissimi attestati di stima e di fiducia, soprattutto nell’ultimo periodo.

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frutto di accordi trasversali. Cifa sopravvive ai governi nazionali e alle crisi economiche mondiali. Non può sopravvivere all’assenza dei suoi preziosi soci: a questi ultimi mi sento di raccomandare una dedizione senza precedenti perché in gioco non c’è un presidente oppure un altro. È in gioco la credibilità del lavoro svolto fin qui a fianco delle migliaia di bambini che hanno trovato una nuova famiglia.

Se sei socio partecipa alla prossima assemblea del 15 aprile. Documentati sul passato di Cifa e sul suo futuro. Un futuro, come noi lo immaginiamo, che deve continuare a tutelare e garantire la vita dell’ente che da sempre conosci.

Approfitto dell’occasione per porgerti i miei saluti, e ti invito a sfogliare le pagine di questa edizione speciale della nostra rivista che, oltre a fotografare il ricchissimo “presente” di Cifa, volge uno sguardo anche al passato, a quei 31 anni di attività a favore dei bambini (ne compiremo 32 ad aprile) che costituiscono il patrimonio inesauribile del nostro ente, e che rappresentano il punto di partenza per crescere ancora, non certo per arrestarsi. Ce lo chiedono le famiglie, i grandi stakeholders e, anche se indirettamente, gli stessi bambini.•

tenuta della nostra associazione. Su quella brutta pagina, per fortuna, hanno messo un sigillo il Tribunale di Torino, la CAI e alcuni giornali nazionali: si parlò di ‘scalata’, di tentativo maldestro di raggiungere il potere: cose mai viste prima in Italia. All’inquietudine dei soci e delle famiglie, però, ha fatto seguito anche l’inquietudine di altre ONG nazionali che potrebbero subire la stessa sorte. E da quel momento nessuno

più si è sentito tranquillo perché spesso gli statuti di organizzazioni come le nostre non possiedono particolari strumenti normativi che impediscano ad un “manipolo di soci” (definizione utilizzata dal

Tribunale) di stravolgere completamente l’assetto dell’associazione.

Le compagini societarie cambiano. Cambiano i vertici delle ONG internazionali. Cambiano i consigli direttivi. Ma tutto dovrebbe avvenire nel massimo della trasparenza, del rispetto delle regole, del garbo istituzionale, garantendo una continuità nella politica dell’ente, affinché il legittimo rinnovamento delle cariche elettive non stravolga completamente l’assetto istituzionale e le sue scelte di policy a tal punto da rendere tutto irriconoscibile e privo dei requisiti minimi di legge.

Gli episodi del 29 aprile 2011 finalmente sono alle nostre spalle e speriamo di poter dire la stessa cosa

della ubriacatura generale che ha prodotto tanto danno all’immagine di Cifa. Chi verrà designato dovrà guidare l’ente verso un periodo di necessaria trasformazione, anche istituzionale: uno Statuto più

sicuro; un ruolo innovativo che ogni singolo socio deve giocare in prima persona; una serie di nuovi servizi e opportunità per le famiglie e soprattutto una posizione ancora più internazionale per affermare quella leadership nella tutela dei diritti dei bambini nel mondo che, da anni, cerchiamo di rivendicare con forza.

Ma chi verrà designato dovrà anche rendersi parte attiva con le Istituzioni e le Autorità competenti per difendere il lavoro delle ONG, di tutte le ONG italiane, che non possono e non devono, per la ragione stessa della loro intima natura, poter essere bersagli indifesi di disinvolte azioni esterne. Cifa sopravvive a tutti noi, anche ai Consigli direttivi frutto di scalate o

Immaginiamo un futuro in cui la vita dell’ente che conosci continui ad essere garantita e tutelata .

Questo numero della nostra rivista volge uno sguardo al futuro ma anche ai 31 anni di lavoro svolto finora.

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CONVOCAZIONE ASSEMBLEE DEI SOCIASSEMBLEA STRAORDINARIA

I Signori Associati sono convocati e quindi invitati a partecipare all’assemblea straordinaria che si terrà in prima convocazione il giorno 14 Aprile 2012 alle ore 11,00 presso L’Ippodromo di Vinovo, “Sala IL CORTILE”, I piano della Tribuna, Via Stupinigi n. 167, Vinovo (TO) e, occorrendo, in seconda convocazione il giorno 15 Aprile 2012 alle ore 11,00 stesso luogo,

per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno:

Modifi che allo Statuto dell’Associazione nelle modalità indicate di seguito:1. Integrazione dell’art. 12 mediante inserimento del III comma, così formulato: “Il Presidente, il vicepresidente ed i componenti del Consiglio

Direttivo, tutti coloro i quali hanno la delega per operare nel settore delle adozioni internazionali, devono possedere i requisiti di professio-nalità ed esperienza certifi cata e documentabile ai sensi della normativa vigente”.

2. Modifi ca dell’art. 18, II comma, relativamente alla eliminazione delle parole “comunicazione scritta diretta a ciascun socio e mediante affi ssione all’Albo dell’avviso di convocazione, contenente l’ordine del giorno”, nella previsione di differenti modalità di invio dell’avviso di convocazione; per cui la nuova formulazione dell’art. 18, II comma, così emendato, risulta complessivamente: “I soci sono convocati in as-semblea ordinaria dal Consiglio Direttivo almeno una volta all’anno, mediante avviso di convocazione contenente l’ordine del giorno inserito sul sito dell’ente www.cifaong.it ed affi sso presso gli Uffi ci della sede legale dell’Ente, nonché pubblicato su uno o più quotidiani a diffusione nazionale, nonchè - ove l’indirizzo di posta elettronica sia comunicato dall’Associato - inviato a mezzo posta elettronica con conferma di ricezione, almeno quindici giorni prima di quello fi ssato per l’assemblea”.

ASSEMBLEA ORDINARIA

I Signori Associati sono convocati e quindi invitati a partecipare all’assemblea ordinaria che si terrà in prima convocazione il giorno 14 Aprile 2012 alle ore 14,00 presso L’Ippodromo di Vinovo, “Sala IL CORTILE”, I piano della Tribuna, Via Stupinigi n. 167, Vinovo (TO) e, occorrendo, in seconda convocazione il giorno 15 Aprile 2012 alle ore 14,00 stesso luogo, per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno:

1. Ratifi ca posticipazione straordinaria del termine di cui all’art. 3, II co. del Regolamento vigente;2. Rinnovo cariche Consiglio Direttivo triennio 2012 – 2014;3. Rinnovo cariche Collegio dei Probiviri;4. Rinnovo cariche Collegio dei Revisori dei Conti;5. Approvazione bilancio consuntivo 2010;6. Approvazione bilancio preventivo 2012;7. Approvazione bilancio consuntivo 2011.

Per garantire un corretto funzionamento dell’assemblea, il Consiglio Direttivo, con delibera del 1° Febbraio 2012 notifi cata all’Istituzione di con-trollo e vigilanza dell’Ente, ha deliberato che:

1. Le candidature contenenti i nominativi dei soggetti che si propongono alla carica di Presidente e Consiglieri del Consiglio Direttivo, alla carica di componenti il Collegio dei Probiviri ed alla carica di componenti il Collegio dei Revisori dei Conti devono pervenire al Consiglio Direttivo, per iscritto presso la sede legale dell’Ente, entro le ore 18,00 del giorno 23 Marzo 2012.

2. I soli candidati alla carica di membri del Consiglio Direttivo dell’Ente, tutti coloro i quali ai sensi dell’art. 4 della Delibera n. 13/2008/SG del 28 ottobre 2008 emessa dalla Commissione per le Adozioni Internazionali si occuperanno della specifi ca attività dell’Ente riferita alle ado-zioni internazionali, devono allegare alla candidatura di cui al punto 1) che precede, per ciascun candidato, la documentazione attestante i requisiti di professionalità ed esperienza di cui alla delibera N° 13/2008/SG emessa dalla Commissione per le Adozioni Internazionali in data 28 ottobre 2008. Tale documentazione sarà inviata a cura del Consiglio Direttivo alla Commissione Adozioni Internazionali di Roma.

3. Il versamento della quota annuale potrà essere effettuato entro il giorno 23 Marzo 2012.4. Gli Associati, i quali effettueranno il pagamento successivamente alla presente convocazione di assemblee, dovranno comprovare il paga-

mento, presso la sede legale dell’Ente entro le ore 18 del giorno 26 Marzo 2012.5. L’elenco dei soci aventi diritto a partecipare alle votazioni sarà affi sso nella sala ricevimento il giorno dell’assemblea.6. I verbali di assemblee straordinaria ed ordinaria, qui convocate, saranno redatti per atto pubblico dal Notaio Dott. Natale De Lorenzo, di Torino.

Al fi ne di procedere alla identifi cazione e relativo accesso in sala, si invitano i Signori Associati a presentarsi presso i locali dell’assemblea a partire dalle ore 9,30 muniti di documento di riconoscimento.

Il Consiglio Direttivo, per agevolare la partecipazione all’assemblea, ha dedicato un indirizzo di posta elettronica [email protected], un numero di telefono 335.5699566 ed un numero di fax 011.655884 che sono a disposizione dei Signori Associati per ogni chiarimento.Augurandoci che la partecipazione sia numerosa e permetta un dibattito esaustivo, si coglie l’occasione per porgere i nostri migliori Saluti.

Per il Consiglio DirettivoIl PresidenteGianfranco Arnoletti

Torino, 9 Febbraio 2012

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Con l’arrivo del nuovo anno è tempo di effettuare un bilancio dei risultati conseguiti a Neak Loeung

e Sihanoukville, dove Cifa opera da anni a fianco dei bambini più vulnerabili perché vengano loro riconosciuti e garantiti i diritti all’educazione, alla salute, al gioco, e ad una famiglia capace di crescerli adeguatamente.

Sono oggi 85 i bambini che frequentano il Centro diurno di Neak Loeung, mentre nel 2011 il Centro di Sihanoukville ha visto accrescere il numero dei beneficiari da 50 a 85.

Migliorare la vita a più di 150 bambini. Un sogno (diventato realtà) che continua giorno dopo giorno: inizia un nuovo anno a Neak Loeung e Sihanoukville!di Stefania Morra, desk officer di Cifa - [email protected]

Cambogia: due centri, tante speranze

Nel corso del 2011 i bambini accolti nei rispettivi centri diurni hanno beneficiato di:

• Un supporto scolastico e programmi alternativi di educazione non formale: corsi di inglese, danza tradizionale khmer, computer, disegno e pittura;

• Attività di gioco e animazione mirate ad uno sviluppo armonioso della personalità dei bambini;

• Un programma di sostegno e sicurezza alimentare, ricevendo quotidianamente un pasto completo

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presso i nostri centri. Il supporto alimentare è stato parallelamente esteso alle famiglie di origine dei bambini beneficiari, attraverso la fornitura mensile di sacchi di riso ed altri alimenti necessari a provvedere al sostentamento dei piccoli in famiglia;

• Assistenza medica: con frequenza mensile un dottore si è recato presso i nostri centri per effettuare costanti controlli medici. Ciascun centro

è anche stato fornito di medicinali di primo soccorso;

• Una piccola biblioteca è poi stata allestita per tutti i bambini.

In modo complementare, abbiamo organizzato

all’interno dei centri attività di prevenzione igienico-sanitaria e momenti informativi sia per i bambini, che per le famiglie e i membri dello staff locale.

Lo staff locale cambogiano, composto da 13 persone a Neak Loeung e 12 a Sihanoukville, ha partecipato regolarmente a sessioni formative incentrate sui diritti dell’infanzia e sull’apprendimento di competenze tecniche specifiche (quali, ad esempio, la compilazione di un database contenente le schede dei beneficiari). Crediamo infatti nell’importanza di consolidare le capacità degli operatori locali che lavorano quotidianamente a stretto contatto con l’infanzia, affinché possano svolgere in modo adeguato le proprie mansioni grazie alla formazione ricevuta ed alle competenze loro trasferite.

Le prospettive per il futuro ci vedono impegnati nel dare continuità al nostro sostegno, con l’obiettivo di migliorare la qualità dei servizi offerti nelle strutture (attraverso formazione ed un

accompagnamento tecnico dello staff locale) e dei servizi specifici rivolti ai bambini, nonché valutare l’avvio di nuove possibili iniziative come, ad esempio, attività generatrici di reddito per le famiglie dei bambini. Ciò in vista di una sostenibilità futura dei nostri interventi.

Il nostro impegno continua con la consapevolezza e la speranza di essere in tanti, uniti nel voler contribuire al miglior futuro possibile per i bambini cambogiani.•

Il personale dei due centri partecipa costantemente a sessioni formative sui diritti dell’infanzia.

Ci impegnamo a dare continuità ai progetti ed a migliorare la qualità dei servizi offerti ai bambini.

Dall’alto verso il basso: le tazze dei bambini di Neak Loeung, atrio del centro di Via del Campo, in fila per il pasto a Neak Loeung, disegnando al centro Via del Campo, atrio del centro di Neak Loeung.

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Imprese... di valoreSostenere l’attività di un ente no profit, per un’impresa, può rivelarsi un’occasione imperdibile per costruire valore sociale, a costi sostenuti. Ecco come.di Claudio Geymonat, fund raiser di Cifa - [email protected]

Partecipare agli eventi degli enti no profit è un’opportunità che, anche in tempi tutt’altro

che semplici, le aziende non dovrebbero cessare di esplorare. Questo perché è estremamente elevato il grado di coinvolgimento del pubblico che partecipa all’evento della propria associazione di riferimento, e di conseguenza è elevato il feeling che si crea con i vari attori che stanno rendendo possibile la giornata, la serata, la festa. Ma cosa può fare, in concreto, l’azienda? Tre idee d’azione possono essere le seguenti:

1. Aiutare a creare l’evento sostenendone le spese organizzative;

2. Compartecipare all’immagine dell’evento quale sponsor;

3. Diventare canale di diffusione dell’evento e delle finalità delle raccolte fondi, concedendo di inviare materiali cartacei o web ai propri contatti.

E, altrettanto concretamente, cosa guadagna l’azienda dall’abbinare il proprio marchio a quello di un ente no profit durante un evento?

1. Immediata visibilità con materiale di comunicazione ed eventualmente prodotti presenti;

2. Spazio dedicato sui canali di comunicazione dell’ente no profit (sito, rivista);

3. Un incremento dei valori dell’azienda, che vengono percepiti dalla società soprattutto sul medio periodo, e quindi pubblicità positiva.

Per un ente no profit saper di poter contare su un pool di aziende motivate, che hanno accolto e fatto propri i principi che l’ente vuole veicolare, è un valore aggiunto molto importante. Ecco come, con interventi non onerosi e completamente sostenibili, si riescono ad attivare meccanismi e formule virtuose che si riflettono sulla clientela (dell’azienda) e sui beneficiari (dell’attività degli enti no profit).•

Mediagroup98 è una cooperativa nata nel 1998 e che lavora in area Corporate, Consumer e per la

Pubblica Amministrazione. Di recente, questa realtà ha sposato la causa di Cifa a favore dei bambini e ha contribuito a sostenere il progetto “Anch’io so leggere e scrivere” in Cambogia, in un’ottica di responsabilità sociale d’impresa. Come ciò è avvenuto, lo racconta la cooperativa stessa.

“Ogni anno Mediagroup98 si impegna a sostenere a nome di tutti i soci della cooperativa associazioni e ONG impegnate in azioni di solidarietà.

Nel 2003 è infatti nata l’esigenza di finalizzare una parte del nostro contributo ad un progetto che potevamo “adottare”, almeno in parte, e potere poi rendicontarne l’evoluzione in un ottica di responsabilità sociale di impresa. Noi non volevamo pensarci come benefattori ma come partner per un progetto.

Quest’anno l’occasione l’abbiamo trovata in Cifa, di cui ci aveva parlato una nostra collega che proprio tramite il Cifa aveva potuto realizzare il suo personalissimo progetto di adozione di un bambino.

La nostra socia ci ha messo in contatto con lo staff di Cifa che ci ha aiutato a scegliere il progetto giusto per noi.”

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Mi chiamo Cristiana, e sono 12 anni che lavoro presso la sede Cifa Onlus di Falconara

Marittima… Il tempo è passato così in fretta che non mi sembra vero, eppure sono stati 12 anni intensi, fatti di storie, volti, emozioni, preoccupazioni, gioie.La nostra sede nasce nel 2000 in una piccola cittadina marchigiana, Falconara Marittima.La scelta logistica di collocare una sede periferica dell’Ente in un comune marchigiano non è stata casuale, ma dettata dal fatto che Falconara Marittima, per diversi anni antecedenti al 2000, aveva rappresentato un punto di riferimento importante per le coppie adottive del Centro/Sud grazie al prezioso aiuto di alcune famiglie. Prima fra tutte quella di Paola e Bruno Olivi che, ancor prima di aprire a tutti gli effetti una sede di riferimento, hanno messo per anni a disposizione dell’Ente il proprio tempo, cercando

di informare e sostenere coloro che si avvicinavano al mondo dell’adozione internazionale.

Con l’apertura della sede e la ristrutturazione degli uffici preposti, dalla segreteria tecnica

adozioni all’ufficio di cooperazione, al centro d’ascolto psicologico a disposizione delle famiglie, il centro di Falconara Marittima ha assunto una posizione sempre più determinante a copertura della cosiddetta macroarea locale (in ottemperanza alla delibera CAI dell’anno 2010), rappresentando un riferimento sicuro sul territorio per la nostra regione e per tutte le regioni confinanti.

La nostra è una sede tutta al femminile… O quasi!A parte il responsabile di sede Sandro Giannini, membro del Consiglio Direttivo vigente, papà del “fenomenale ginnasta” cambogiano Lay, le altre

operatrici sono tutte giovani donne, in maggioranza mamme, tra cui alcune mamme adottive: Cristiana, le due Alessie, Simona, Sofia, Mara, Paola...La sede presenta un ricco calendario annuale di attività, a partire dai corsi mensili di formazione per aspiranti genitori adottivi, i colloqui informativi, i corsi di attesa per singoli paesi: gestiamo i percorsi adottivi (dal conferimento dell’incarico all’ingresso in Italia della famiglia al completo) delle coppie che si rivolgono alla nostra sede e che scelgono insieme all’Ente di essere

La storica sede di Cifa a Falconara Marittima si racconta. Dodici anni di attività nel campo dell’adozione e una presenza capillare sul territorio marchigiano.di Cristiana Cesini, responsabile della segreteria tecnica di Falconara - [email protected] Sofia Angeletti, responsabile dell’ufficio cooperazione di Falconara - [email protected]

Le cicogne... arrivanoda Falconara!

Il centro di Falconara ha assunto col tempo una posizione sempre più determinante.

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instradate nei paesi dell’Europa dell’Est: Bulgaria e Federazione Russa.

Negli anni la nostra sede si è inoltre contraddistinta per numerose e diverse attività: feste, eventi pubblici, iniziative nelle scuole della Regione, con una buona risposta sul territorio e con grande partecipazione di tanti amici del Cifa. Abbiamo svolto incontri di formazione in collaborazione con la Regione Marche, il Tribunale per i Minorenni delle Marche, i Servizi Sociali; abbiamo inoltre seguito lo sviluppo e l’attuazione di vari progetti, in collaborazione con i dirigenti scolastici del comune di Falconara Marittima, rivolti a diffondere le tematiche della multiculturalità, legate all’inserimento e alla migliore integrazione dei bambini stranieri adottati da famiglie italiane. Con questo spirito nel 2004 abbiamo sviluppato in varie scuole comunali il progetto “Scuola Colorata”, conclusosi con un evento pubblico finale, al quale hanno partecipato più di 250 bambini della scuola dell’infanzia e scuola primaria.

Nel 2007 abbiamo promosso un premio letterario nazionale raccogliendo testi originali sui temi dell’adozione internazionale e della multiculturalità, premiando i migliori il 7 dicembre dello stesso anno, pubblicando un’antologia e creando un evento all’interno della Festa Nazionale del Libro tenutasi a Roma in quei giorni. Il Presidente Giorgio Napolitano aveva aderito all’iniziativa insignendola con la medaglia della Presidenza della Repubblica, ed esprimendo ufficialmente la sua cordialità nei confronti della nostra sede.

Nel 2003 è iniziato a Falconara Marittima il primo corso post adozione per le famiglie adottive: da allora, anche in questo settore, abbiamo fatto “tanta strada”, cercando progressivamente di arricchire e migliorare gli incontri, e accogliendo le richieste e i suggerimenti delle stesse famiglie.

Negli ultimi anni abbiamo attivato, come prima esperienza italiana per il nostro ente, l’adesione

al programma di Servizio Civile Nazionale con il Progetto “cooperadozione”, ottenendo un ottimo punteggio nazionale nella graduatoria ministeriale e la possibilità concreta di ospitare 4 giovani volontari per un

anno, inserendoli nell’attività dell’Ente sotto la nostra guida e offrendo loro un primo, importante approccio al mondo lavorativo.

Oltre alle attività “istituzionali” appena illustrate, la nostra sede si è da sempre contraddistinta per le attività a carattere umanitario, che negli anni l’hanno

resa protagonista. Non potremo mai dimenticare, per esempio, il “Progetto ospitalità Serghej”, una fitta rete di contatti e di persone che hanno collaborato affinché il bambino di nazionalità russa [di cui tanto si è parlato sulle precedenti edizioni del nostro giornale NdR] potesse essere ospitato ed accolto presso una

struttura ospedaliera pediatrica regionale. Grazie a questa rete il piccolo Serghej fu sottoposto a diversi check-up sanitari gratuiti, al fine di migliorare la sua condizione sanitaria e aiutarlo a trovare una famiglia tutta per lui… L’emozione

più grande che abbiamo provato è stata quando il Cifa è finalmente riuscito in questo intento.

Grazie a tutte queste esperienze, con il passare degli anni siamo cresciuti tanto tutti insieme, abbiamo

Abbiamo realizzato progetti nelle scuole per diffondere le tematiche della multiculturalità.

Abbiamo sofferto e gioito con le coppie, e continuiamo a farlo come seogni volta fosse la prima.

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Mi chiamo Sofia e sono la responsabile dell’ufficio di cooperazione internazionale allo sviluppo

nella sede marchigiana di Cifa Onlus, un ufficio… dalla struttura essenziale, ma con buone potenzialità. Ho imparato a definirmi così, non sicuramente per vanteria ma per necessità, un po’ perché

effettivamente sono sola a rappresentare questa parte di attività dell’Ente nella Regione, un po’ perchè, nonostante queste premesse, mi piace misurarmi con realtà “di livello” calcando più strade ed intraprendendo attività di vario tipo.

Infatti, sotto la denominazione generica data all’ufficio oramai più di sei anni fa quando mi proposi all’Ente con una borsa di studio della Provincia di Ancona, oggi questo comprende una serie di incarichi, competenze, funzioni ed attività che, in qualche modo, non corrispondono all’attività di cooperazione internazionale in senso stretto ma ne pongono le premesse, contribuiscono a garantirne lo svolgimento e ne fungono da corollario sul territorio.

Per quanto riguarda le “premesse”, penso al forte impegno istituzionale nella Regione Marche e nelle varie Province, al contatto con il Garante Regionale dell’Infanzia, alla collaborazione tra organizzazioni locali in reti, piattaforme e partnership, tra cui il COM, Coordinamento delle Organizzazioni Marchigiane.

Seguono i rapporti con entità “profit” e fondazioni, le attività di raccolta fondi, il monitoraggio dei canali di finanziamento pubblico e privato, necessari per sostenere i progetti di cooperazione. Ultime ma non meno importanti, non mancano le pubbliche relazioni e l’interazione con i media, la collaborazione con le Università, le sperimentazioni nelle Scuole e le esperienze di impegno attivo con i giovani del Servizio

Civile Nazionale e le organizzazioni studentesche internazionali come Aiesec, attività che garantiscono visibilità a Cifa a livello locale e nazionale.

Il bilancio di tutta questa attività è

decisamente positivo, anche grazie alla riconoscenza del territorio marchigiano con cui mi rapporto: un contesto permeato da tanta operosità e voglia di fare a tutti i livelli: dalle Istituzioni all’Università, dai media all’associazionismo locale, dall’imprenditoria alla gente comune…

conosciuto ed assistito tante coppie nella procedura adottiva e abbiamo lavorato su montagne di documenti con la speranza di dare, il prima possibile, volti e sorrisi a quelle carte! Abbiamo sofferto e gioito con le nostre coppie, ci siamo emozionati e continuiamo a farlo, ogni volta come se fosse la prima, quando ai colloqui per gli abbinamenti mostriamo ai futuri genitori la foto del loro bambino.

Voglio cogliere questa occasione per dire grazie, a nome di tutto il Cifa di Falconara Marittima, alle famiglie che in tante occasioni ci hanno dimostrato un sincero affetto, a tutte le persone che in questi anni si sono avvicinate a vario titolo alla nostra sede, ai nostri collaboratori. Ma un grazie particolare va proprio al Cifa, che ci dà la possibilità di svolgere un’attività professionale eccezionale, che ci permette di alzarci la mattina con la sensazione che il nostro lavoro è umanamente importante, con la consapevolezza che incontreremo ostacoli e difficoltà, ma che riusciremo comunque a portare un sorriso su tanti volti, ancora sconosciuti, scaldando i loro cuori.•

“L’impegno con i ragazzi del Servizio Civile garantisce visibilità a Cifa a livello locale e nazionale.”

“L’impegno di Cifa nella Regione Marche è la premessa per molte attività di cooperazione.”

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Muoversi in un ambiente che ti accoglie calorosamente e che senti “tuo” per cultura, tradizione e radici facilita gli scambi ed il lavoro, e ti aiuta ad ottenere quei risultati che ti danno altra energia per replicarli. Ma conseguire certi risultati, dal mio punto di vista, è anche possibile grazie alla serietà dell’Ente per cui lavoro, il Cifa.

Sapere che stai lavorando per la vita e la dignità di migliaia di bambini non è solo fortemente motivante, ma costituisce uno stimolo per imbastire contatti e approcciare realtà

e persone molto diverse tra loro e magari anche dal tuo immaginario, ma con cui ti senti sempre ben voluto e mai “fuori posto”. Penso alla Fondazione Zanetti, ai dipendenti di Tod’s, alla Mattel, a Piero Guidi, allo staff della cantante Dolcenera, a Tiziana Rocca, a Intercampus, a La Sterpaia di Oliviero Toscani, a Red Canzian, alla Fiorentina, a Roberto Mancini [vedi l’intervista a pagina 36] e a tanti altri… Contatti che, dando seguito immediato alle nostre proposte o rimanendo in attesa di occasioni specifiche di collaborazione, hanno comunque concesso fiducia a me e soprattutto mostrato apprezzamento e stima per Cifa, che rappresento.

Un grazie sincero va anche agli operatori della mia e delle altre Sedi, tra cui i colleghi degli uffici di Torino con cui mi rapporto quotidianamente, i miei “colleghi a distanza” (come amo scherzosamente definirli), che con il loro supporto tecnico ed umano mi hanno sempre fatta sentire, a tutti gli effetti, parte della

“squadra”.

Da parte mia, l’impegno ad accogliere nuove “sfide” per il nuovo anno sarà quello di sempre, maggiorato anzi (viste le difficoltà in cui versa la situazione economica generale),

dalla ricerca di nuovi canali di promozione, visibilità e finanziamento. Con la consapevolezza che dietro le mie parole, azioni e proposte ci sono migliaia di bambini che aspettano di soddisfare il loro diritto di mangiare, studiare, crescere. E per un loro diritto, c’è un nostro dovere… Io mi assumo questo impegno e ci tengo, tanto. Grazie di quanto potrete fare!•

Le sfide per il 2012 sono la ricerca di nuovi canali e il consolidamento di quelli attuali, vista la crisi economica.

In alto: alcune delle operatrici della sede di Ancona, da sinistra a destra Sofia, Alessia, Cristiana, Alessia. Al centro: foto di gruppo col Presidente Gianfranco Arnoletti, il responsabile della sede di Ancona Sandro Giannini e gli studenti stranieri giunti in Cifa con il programma Aiesec. In basso: Mara e Simona, le psicologhe della sede.

Sapere che stai lavorando per la vita e la dignità di migliaia di bambini è uno stimolo a lavorare bene.

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Interviste ai veri protagonisti dell’attività di Cifa: bambini adottati, oggi adulti, che raccontano l’adozione da un’altra prospettiva: la loro.

I paesi in cui il Cifa ha lavorato, dal 1980 ad oggi, per tutelare i diritti dell’infanzia con l’adozione e la cooperazione allo sviluppo... Italia compresa!

Le adozioni in dati: quali e quanti sono i paesi di origine dei bambini adottati con Cifa? E quali sono i paesi “di punta” dell’adozione internazionale ai giorni nostri?

I progetticon cui Cifa ha migliorato la vita a molti bambini ed alle loro comunità di appartenenza, grazie al sostegno a distanza o a interventi di medio e lungo termine.

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Cambogia: erano 10 SAD...

Erano 10 i sostegni a distanza che Cifa aveva attivato in Cambogia nel 2006. Oggi, in

collaborazione con la rete Ecpat, aiutiamo ogni giorno oltre 2000 bambini e abbiamo 2 centri di accoglienza diurni per bambini in estrema condizione di bisogno. Nel 2006 Cifa realizzava direttamente i progetti in Cambogia, senza alcuna controparte locale; col tempo, poi, ci siamo posti un nuovo, ambizioso obiettivo... e lo abbiamo raggiunto. Creare una realtà – Respect For Children, prima conosciuta come Cifa/Co - indipendente, professionale e fortemente motivata composta da ex bambine e bambini di strada che oggi non sono soltanto degli ottimi professionisti, ma attori partecipi della promozione dei diritti dell’infanzia e della protezione dei bambini in Cambogia.

Li abbiamo accompagnati, formati, responsabilizzati. La motivazione ce l’hanno messa tutta loro. Lavorano

con i bambini che loro stessi sono stati, togliendoli dalla strada e dando loro l’opportunità di avere una crescita ed uno sviluppo armonioso, lontani dalla

strada e dai bordelli di Phnom Penh, di Neak Loeung e di Sihanoukville. Abbiamo lavorato tutti insieme, nella vera accezione di cooperazione, per elaborare dei modelli di centri capaci di rispondere ai bisogni di migliaia di

bambini. Ed ora siamo pronti a potenziare le attività con le loro famiglie dando agli adulti la possibilità di migliorare il loro livello di reddito.Nuovi centri e più sviluppo è il nostro impegno in Cambogia per i prossimi 5 anni.

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8L’adozione in Cambogia

Dopo aver aperto la Cambogia alle adozioni nel 2004, Cifa è arrivato a concludervi ben 93 adozioni nel 2006, consolidando la sua presenza in questo paese anche grazie al grande lavoro di cooperazione e di sostegno alle adozioni “nazionali” in loco. Nel 2006 sono inoltre iniziate le adozioni di bambini più grandi, incontrando una piena e seria disponibilità da parte delle famiglie adottive.

Nel 2007 la Cambogia ha firmato la Convenzione de l’Aja in materia di adozione internazionale.A partire dalla metà del 2008, anno in cui Cifa ha concluso in Cambogia 74 adozioni, sono state apportate ulteriori modifiche alle procedure adottive (dettagliando maggiormente, per esempio, i documenti che attestano la situazione sociale e lo stato di

abbandono dei bambini che vengono adottati).In previsione dell’effettiva ratifica della Convenzione da parte della Cambogia, a partire da marzo 2008 nessuna coppia è stata più autorizzata a depositare i documenti per l’adozione internazionale in questo paese.

Dopo l’approvazione della legge (dicembre 2009) si sono potute concludere, almeno, le 38 adozioni rimaste in sospeso.

L’autorità centrale cambogiana conferma la propria intenzione a riprendere le procedure, con depositi di nuove domande di adozione, a partire da aprile 2012.

378 è il numero di bambini complessivamente adottati con Cifa in

Cambogia

Cinque anni di cooperazione in Cambogia: come passare da 10 SAD a migliaia di bambini aiutati.

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L’arrivo dei bambini cinesiLa Cina, attualmente, rappresenta uno dei paesi “di punta” di Cifa. L’accreditamento per le adozioni risale all’aprile del 2009, cui è seguita l’autorizzazione ad operare nelle “liste speciali”. La prima segnalazione di un bambino bisognoso di una famiglia è stata effettuata ad agosto del 2009; alla fine dell’anno le segnalazioni accettate erano 16 in tutto. Da marzo del 2010 sono cominciate le partenze, e nel primo anno sono partite e rientrate in Italia 70 famiglie, per un totale di 72 bambini adottati (due coppie di fratelli). Nel 2011 le segnalazioni di bambini cinesi bisognosi di una famiglia sono diventate 124; nello stesso anno, inoltre, 93 coppie sono potute rientrare dalla Cina con i loro figli e figlie adottivi. La crescita delle adozioni in Cina

si riflette anche nel numero di persone dello staff dedicate: inzialmente una, sono oggi tre le persone che seguono gli iter adottivi nella Repubblica Popolare.

Con l’apertura delle adozioni in Cina si è iniziato a

parlare di special needs, inizialmente con molti timori e pregiudizi. A questo proposito si è potuto ben presto testimoniare come molte delle patologie segnalate per i bambini cinesi siano presenti (e accettate con serenità dalle coppie) anche in altri paesi. Le problematiche sanitarie più frequenti sono la labiopalatoschisi, la malformazione del padiglione auricolare, alcune patologie cardiache minori: problemi risolvibili o che non precludono la salute generale e la buona crescita dei bambini. Senza dimenticare che, dietro l’etichetta di “bisogni speciali”, ci sono sempre bambini con la propria storia e personalità, bisognosi di dare e ricevere amore e con il diritto di avere una famiglia!•

Cifa-Cina: scambio di know-how

L’apertura delle adozioni in Cina ha permesso a Cifa di avvicinarsi ad uno dei paesi più complessi dal punto di vista dei diritti umani e dell’infanzia, in cui talvolta non è facile affrontare certe tematiche. Proprio per questa ragione crediamo che la nostra presenza e la nostra esperienza siano importanti per i nostri interlocutori in Cina. Senza risparmiare impegno, passione e determinazione abbiamo portato all’attenzione del Governo cinese esperienze realizzate in altri paesi, mettendo a disposizione saperi e competenze.

Le autorità cinesi, in particolare, si sono molto interessate all’esperienza che Cifa ha realizzato nella Federazione Russa (insieme al partner locale Stellit) rivolta ai ragazzi non adottati in procinto di lasciare gli istituti. Il reinserimento nella società di quei bambini che trascorrono tutta la loro vita in orfanotrofio, infatti, è una delle sfide più grandi che oggi investe coloro che lavorano a favore dell’infanzia più vulnerabile: sfida che Cifa e Stellit sono riusciti a vincere [vedi pag. 20].

Su questo progetto, dunque, si è fatta concreta una relazione fra Cifa e la Cina il cui primo passo è stato l’organizzazione di una Conferenza rivolta a 150 Direttori di istituti cinesi in cui siamo stati chiamati, insieme a rappresentanti di Stellit, a portare la nostra esperienza ed il nostro know-how.•

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93 è il numero di bambini adottati

nella Repubblica Popolare Cinese con Cifa nel solo anno 2011, da parte di altrettante coppie.

I cosiddetti special needs sono bambini bisognosi di affetto e di una famiglia, come tutti gli altri.

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Filippine: per i bambini di strada

L’adozione in Vietnam

Il nostro ente inizia ad operare in Vietnam nel 2001, anno in cui vengono concluse 13 adozioni. Con

il passare del tempo abbiamo ampliato il nostro intervento in questo paese del Sud-Est Asiatico diventando operativi nelle Province di Thai Binh, Thua Thien Hue, Hanoi, Phu Tho e Hai Duong.

Dopo 30 adozioni concluse nel 2002 e 7 nel 2003, il paese viene praticamente chiuso alle adozioni in attesa della firma dell’Accordo Bilaterale Italia-Vietnam in materia di adozione internazionale. Riaprirà nel 2005 procedendo, anno dopo anno, con

un graduale aumento delle adozioni per Cifa fino a raggiungere le 20 del 2009. Nel 2010, a causa del cambio della legge in materia di adozioni internazionali da parte dell’autorità Vietnamita (che mira a rendere più chiare le informazioni relative allo stato di abbandono dei minori) per aderire alla Convenzione de L’Aja, vi è un nuovo rallentamento delle procedure e, di fatto, le proposte di abbinamento sono state sospese a partire dal 31 dicembre dello stesso anno.

L’anno 2011 vede il Cifa e gli altri enti che adottano in Vietnam ancora in fase di attesa del cambio di legge.•

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L’anno 2011 vede il Cifa e gli altri enti che adottano in e gli altri enti che adottano in Vietnam ancora in fase di attesa del cambio di legge.ase di attesa del cambio di legge.••

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Cifa migliora la vita dei bambini nelle Filippine a partire dal 2005, anno in cui inizia la collaborazione

con le Suore Francescane del Sacro Cuore nella gestione di un “centro drop in” per i bambini di strada che vivevano nella baraccopoli di Parañaque, a Manila. Molti di loro, prima dell’implementazione del progetto, erano totalmente esclusi dal sistema scolastico e sanitario. La collaborazione con le Suore prosegue tutt’oggi attraverso i sostegni a distanza, grazie ai quali i bambini che frequentano il centro

vengono sostenuti nel loro percorso di vita. Oltre a questa collaborazione Cifa, nel corso degli anni, si è aperto ad altre realtà instaurando collaborazioni importanti, che hanno permesso la realizzazione di progetti di successo

a favore dei bambini; con l’associazione Child Alert, per esempio, che opera nel sud delle Filippine, sono stati attivati altri SAD.

Nel 2009, in collaborazione con la ong locale Bahay Tuluyan, Cifa inizia un intervento di sostegno ai bambini e alle bambine di strada (tuttora in corso) gestendo due centri permanenti situati nelle province di Laguna e San Antonio. Il progetto “Ogni bambino ha diritto a una famiglia” ha permesso a circa 400 bambini e bambine in stato di abbandono di essere accolti all’interno dei centri e di cominciare un percorso di vita lontano dai rischi e dalla miseria. I bambini e le bambine hanno trovato nei centri luoghi accoglienti e pieni di affetto, in cui vedere soddisfatti non solo i bisogni primari, ma nei quali hanno potuto coltivare interessi, passioni, riprendere gli studi e soprattutto instaurare vincoli relazionali ed di integrazione all’interno di una comunità.•

Adottare nelle FilippineCifa ha iniziato ad operare concretamente nelle FIlippine a partire dall’anno 2003, se si escludono alcune adozioni effettuate nei primi anni ottanta. In questo paese le procedure adottive sono gestite dall’ICAB (Inter Country Adoption Board) autorità con cui abbiamo un ottimo rapporto di collaborazione. Le Filippine hanno aderito alla Convenzione de L’Aja, e al momento dell’abbinamento le informazioni che giungono sullo stato di salute psico-fisica del minore sono precise e dettagliate. Dal 2004 al 2009, Cifa ha mediamente portato a termine 10 adozioni all’anno. Nel 2010 l’ICAB ha comunicato un ulteriore allungarsi dei tempi di attesa per gli abbinamenti a causa del numero elevato di domande di adozione depositate da tutti i Paesi.

83 sono i bambini adottati con Cifa nelle Filippine dai primi anni ottanta al 2011.

Collaboriamo con la ong filippina Bahay Tuluyan per reinserire nella società più di 400 bambini di strada.

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L’Indonesia nel cuore

Un’intervista non convenzionale a Sri, una delle prime ragazze ad essere state adottate in

Indonesia tramite Cifa, oggi trentenne.

D: Parliamo di... Indonesia. Cosa significa questa parola per te?R: La parola Indonesia mi fa pensare al luogo in cui sono nata, un luogo lontano dalla mia realtà odierna, luogo che non ho mai conosciuto e mai visitato.

D: Sono passati molti anni. Cosa ricordi del tuo paese d’origine?R: Nulla. Ho lasciato il mio paese che avevo 6 mesi di vita.

D: Ti senti più italiana o indonesiana? E perché?R: Italiana a tutti gli effetti, perchè, ripeto, a parte l’essere nata in Indonesia, laggiù non ho contatti, affetti, ricordi... nulla insomma. La mia famiglia, i miei affetti e il mio mondo sono qui in Italia.

D: Qual è l’idea che ti sei fatta, negli anni, del concetto di adozione?R: Non seguo da vicino le adozioni, a parte qualche raro caso di conoscenti che hanno adottato bimbi di recente (parlo di 2 anni a questa parte). Sicuramente, come ammiro e stimo i miei genitori adottivi, provo ammirazione anche per queste persone che con figli già loro o meno, allargano la loro famiglia adottando bimbi bisognosi di vari etnie, sfatando finalmente il mito del razzismo e del “diverso”, che purtroppo ancora oggi dilaga nel nostro paese.

D: In trent’anni (la tua età) l’adozione internazionale è profondamente cambiata. Più regole e burocrazia,

ma anche più tutele e certezze per bambini e genitori. Cosa ne pensi?R: Come dicevo prima, di adozioni internazionali, oltre la mia, conosco in parte quella di due famiglie che hanno adottato tre bimbi in tutto. Rispetto a me che sono arrivata in Italia a sei mesi di vita, questi bimbi hanno invece già due o tre anni e credo che nonostante siano ancora piccoli, abbiano comunque molte più difficoltà di me, sia dal punto di vista di abitudini, che nell’inserimento in questa società. Per quanto riguarda l’aspetto burocratico, nelle adozioni internazionali, parlando in generale, trovo che i tempi di attesa e di abbinamento siano lunghi e che ci siano un po’ troppe restrizioni nell’ambito del reddito familiare. Trovo giusto il fatto che ci si assicuri che la famiglia adottiva sia economicamente benestante, ma a volte si tralascia l’aspetto umano che invece è la prima cosa che bisognerebbe assicurare ad un bambino, proprio per la sua tutela e le sue certezze.

D: È una famiglia che adotta un bambino o viceversa?R: Tutte e due perchè credo che la gioia venga condivisa equamente sia dai genitori che dai bimbi.

D: Cosa auguri ai bambini del tuo paese di origine per il futuro?R: Ai bambini del mio paese auguro che le adozioni internazionali riprendano e che venga data loro la possibilità, come agli altri bimbi di altri paesi, di vivere una fortuna come la mia.

D: … e a quelli italiani?R: A quelli italiani... di capire quanto sia importante avere un calore, una famiglia e con la crescita, chi lo sa, di poter essere a loro volta genitori di bimbi provenienti da altri paesi!•

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Sullo sfondo: bambini nelle Filippine che hanno beneficiato dei progetti di cooperazione di Cifa.

Indonesia: le origini dell’adozione

L’Indonesia è uno dei due paesi (il secondo è il Perù) in cui Cifa ha iniziato la propria attività nel 1980.

I percorsi adottivi, di carattere quasi pionieristico e molto differenti dalle procedure conosciute dai genitori di oggi, sono continuati fino al 1983, e hanno complessivamente contribuito a dare una famiglia a 93 bambini e bambine, che oggi sono giovani adulti.

143 bambini vietnamiti hanno potuto

avere un papà ed una mamma grazie a Cifa dal 2001 ai giorni odierni.

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Sostegno a distanza in India: una favola... a lieto fine

Abbiamo chiesto a Valeria Fornelli, una volontaria “storica” di Cifa, di raccontarci com’è iniziata la

favola dei bimbi di Father Joseph in India.

“Nel Giugno 1998 venni contattata da Suor Lucetta della Congregazione Oblate di San Luigi Gonzaga di Alba, che aveva appena ricevuto una richiesta di aiuto da Father Joseph per offrire un sostegno ai bambini dell’India [Padre Joseph Komaravalli è un missionario che da molti anni si occupa di aiutare i minori in difficoltà NdR].

Father Joseph chiese allora un aiuto finanziario per i bimbi della sua Parrocchia di Cheruvumadaram, per aiutarli a proseguire negli studi. Mi rivolsi quindi al Cifa, e più precisamente al suo Presidente, il dr. Arnoletti.

Nel mese di ottobre di quello stesso anno abbiamo quindi iniziato a proporre i sostegni ad amici e parenti.Tempo tre mesi e i sostegni che allora venivano chiamati “adozioni a distanza” sono diventati 100. Un ottimo traguardo che ci ha portato nel corso dell’anno a 178 bambini sostenuti.

Il nostro sostegno significa per un bambino cibo, vestiti, assistenza medica, supporto scolastico,

attività ludico-ricreative, servizi per il bambino, la sua famiglia e la comunità di appartenenza.

Nel luglio 2001 abbiamo consegnato a Father Joseph una Fiat Uno Diesel, donata dai

sostenitori, così da poter trasportare velocemente i bambini colpiti da malattie e bisognosi di cure all’unico ospedale della regione. Una volta l’anno, fino al 2006, abbiamo spedito pacchi dono in India, grazie all’interessamento di una funzionaria dell’Alitalia, che gratuitamente provvedeva alla consegna a Hyderabad. Nel periodo natalizio, una famiglia italiana ha offerto fino al 2008 “una festa di Natale” a tutti i bambini.

Il bilancio di questi anni passati insieme è veramente positivo e grazie a tutti i sostenitori siamo riusciti a garantire un futuro migliore ai bimbi di Father Joseph che ora, per la maggior parte sono diventati giovanotti e signorine... tra cui tre futuri ingegneri ed altrettante future dottoresse.Sono soddisfatta e felice almeno quanto i sostenitori, quando penso a come è cambiata la vita dei bimbi di Father Joseph grazie alla generosità delle famiglie italiane.

Ringrazio con il cuore tutti quanti e, ancora una volta, voglio ricordare che, grazie a tutti Voi, una favola è diventata realtà”.•

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Grazie al SAD,i bimbi sono ora giovani adulti istruiti... tra cui tre futuri ingegneri e tre dottoresse!

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Sri Lanka: intervista a Kumari

Riproponiamo le stesse domande che abbiamo a posto a Sri [vedi l’intervista a pag. 17] a Kumari,

ragazza adottata nello Sri Lanka con Cifa più di vent’anni fa, all’età di circa sei anni.

D: Sri Lanka. Cosa significa questa parola per te?R: Sri Lanka… due parole che bastano per definire un’isola, una cultura, un’origine… la mia.È da queste due parole che parte la mia storia, è da queste due parole che due persone hanno scoperto la loro “prossima meta”… non per una vacanza o una questione temporanea… Avrebbero stretto tra le

braccia una bambina, la loro.

D: Cosa ricordi del tuo paese d’origine?R: Pensando allo Sri Lanka, la prima cosa che ricordo è il suo profumo, l’odore di curry… infestante, si impregna nei vestiti. Poi la mente corre

ai paesaggi tropicali, alle palme… e appaiono episodi senza un ordine preciso. A otto anni di lontananza da quei paesaggi [il viaggio che Kumari fece in Sri Lanka nel 2004] le immagini sono quelle di un paese distrutto, piegato dallo Tsunami. La sensazione di impotenza davanti alle immagini catastrofiche ritorna.

D: Ti senti più italiana o cingalese? E perché? R: Vivo in Italia da 23 anni, quando parlo al telefono sono piemontese, i miei genitori, gli zii, i nonni sono italiani quindi sì, sono italiana. Per chi non mi conosce non è così evidente, quando va bene sono considerata una straniera, magari una badante… O peggio. Quindi sono italiana, ma non sento questa identificazione come esclusiva o vincolante, amo la cultura e le tradizioni della mia infanzia, amo i gusti piccanti…

D: Qual è l’idea che ti sei fatta, negli anni, del concetto di adozione?R: A sei anni essere adottato vuol dire decidere di fidarsi, prendere due sconosciuti per mano e lasciare il posto dove hai sempre vissuto. Per me, da bambina, scoprire che con l’adozione si potevano avere molte più cose di quelle che desideravo non è stato un trauma… anzi! Il concetto di adozione si è trasformato negli anni e lavorare in Cifa, negli anni in cui si trasformava e nasceva la cooperazione, mi ha aiutata a conoscere strumenti diversi dall’adozione, come il SAD.

D: È una famiglia che adotta un bambino o viceversa?R: È una famiglia che decide di voler avere un bambino, biologico o adottato che sia. Ma dal momento in cui il bambino entra a far parte della famiglia, è tutto il

nucleo che vive i cambiamenti e gli stravolgimenti dettati dall’esigenza di conoscersi, misurare i propri spazi, trovare un proprio posto. Quando tutti i componenti della nuova famiglia si sono adattati alla

situazione, incomincia a crescere la fiducia, l’affetto, la consapevolezza di essere, magicamente, una famiglia.

D: Cosa auguri ai bambini dello Sri Lanka per il futuro?R: Ai bambini, e a quelli dello Sri Lanka in particolare, auguro di non essere dimenticati. Spero che il disagio e la sofferenza in cui tanti sono costretti a vivere non tornino a essere “interessanti” solo nel momento in cui uno Tsunami o una nuova guerra si abbattano su un’isola così piccola e lontana.

D: … e a quelli italiani?R: Spero che tutti i bambini, indipendentemente dalle loro origini, abbiano sempre almeno un adulto che voglia loro bene. Che i loro diritti siano garantiti e che questa garanzia li renda adulti tolleranti.•802011D:D: … e a quelli italiani? … e a qR:R: Spero che tutti i bambini, indipendentemente dalle Spero che tutti i bambini, indipendentemente dalle loro origini, abbiano sempre almeno un adulto cheloro origini, abbiano sempre almeno un adulto che voglia loro bene. Che i loro diritti siano garantiti e chea loro bene. Che i loro diritti siano garantiti e che questa garanzia li renda adulti tolleranti.a garanzia li renda adulti t •8020 Ci

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Essere adottati a sei anni vuol dire fidarsi di due sconosciuti, lasciando il paese dove sei nato.Sri Lanka: sempre presenti!

Il legame tra Cifa, i genitori adottivi e i tanti bambini adottati in quest’isola dell’Oceano Indiano

è ormai trentennale, a partire dalle primissime adozioni effettuate in Sri Lanka nel 1982. Nei trent’anni seguenti, il flusso dei bambini adottati provenienti dallo Sri Lanka si è alternativamente ampliato o assottigliato (seguendo i profondi cambiamenti legislativi dell’adozione internazionale) ma non si è mai arrestato.

243 è il numero di bambini che Cifa ha adottato in Sri Lanka dal 1982 al 2011.

Ricordo il profumo di curry, che si impregna ovunque... E poi scene senza un ordine preciso...

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1 Russia: come iniziò?Era il 1998 quando Cifa si apriva per la prima volta alla prospettiva di adottare in Russia. Da quell’anno sono successe molte cose, prima tra tutte la ratifica della Convenzione dell’Aja sulle adozioni internazionali da parte dell’Italia, poi la modifica della legge russa, che stabiliva l’obbligo per gli Enti stranieri di aprire un ufficio di Rappresentanza sul territorio russo e di accreditarlo presso le autorità competenti (Cifa è stato il primo Ente italiano ad ottenere l’accreditamento in Russia), poi altri cambi di norme, fino ad arrivare alla firma del recente Accordo bilaterale italo-russo in materia di adozione di minori e cooperazione.

In questi anni di grandi trasformazioni del mondo dell’adozione, Cifa ha saputo costruire una struttura in Russia che, partendo dall’ufficio di Rappresentanza di San Pietroburgo, comprende ormai

15 Regioni, estendendo il proprio raggio d’azione fino alle lontane province siberiane ai confini con la Cina.

Grazie all’operatività dei referenti locali e dei tanti collaboratori, dal 1998 ad oggi Cifa ha seguito l’adozione di quasi 1000 bambini russi di tutte le età, ha sostenuto progetti di ristrutturazione di istituti, ha acquistato generi di prima necessità e prodotti di ogni tipo per le strutture locali che ne facevano richiesta. Ha inoltre curato le adozioni speciali di bambini con gravi patologie, che oggi hanno una famiglia e sono amati e curati nel migliore dei modi. Non è mancata la sovvenzione a feste e iniziative ludiche e culturali per i bambini degli istituti, la sovvenzione di corsi di formazione per personale specializzato nella tutela dell’infanzia.

Oggi Cifa segue, in Russia, la procedura adottiva di più di cento coppie all’anno: nel 2011 sono stati adottati tramite il nostro ente 101 minori dalle varie Regioni di questo immenso Paese, e nello stesso anno sono anche stati attivati corsi specifici per le coppie in attesa, perché coloro che diventeranno genitori possano cominciare ad esplorare, conoscere e amare la terra del figlio che sta per arrivare.•

Il mondo fuori dall’istituto...

Tra febbraio e dicembre 2011 la ONG russa Stellit, con l’aiuto di Cifa Onlus e del Ministero degli Affari

Esteri italiano, ha realizzato a San Pietroburgo il “Programma per il supporto di ragazzi che lasciano gli istituti” [conosciuto anche come “La strada giusta”]. La base del progetto è stata la Scuola Vocazionale n. 70, dove studiano molti tra i ragazzi che hanno passato l’intera infanzia e giovinezza in orfanotrofio, arrivando a compiere 18 anni.

Il progetto aveva lo scopo di rafforzare l’autostima dei ragazzi, le abilità da sviluppare per relazionarsi con le persone, le capacità comunicative e sociali, le competenze che sono necessarie per entrare nel mondo del lavoro. Come parte del progetto sono stati organizzati seminari per migliorare il vantaggio competitivo dei ragazzi nella ricerca del primo lavoro, promuovere uno stile di vita salutare e prevenire i rischi derivanti da comportamenti errati, sviluppare un’attitudine assertiva e attiva per poter superare le difficoltà nella vita di tutti i giorni e fornire un adeguato supporto psicologico.

Dall’apertura del paese ad oggi, Cifa ha seguito l’adozione di mille bambini russi di tutte le età.

932 sono le adozioni complessive di

Cifa nella Federazione Russa. Si cominciò con un solo bambino nel 1998, per arrivare ai 100 dell’ultimo anno.

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L’avventura di Cifa in Bulgaria inizia nel 1998, anno in cui vengono adottati 6 bambini da questo

paese che storicamente ha rappresentato una terra di passaggio tra l’Europa occidentale, l’ex blocco sovietico e il vicino oriente. Nel volgere di pochi anni si è giunti alle 35 adozioni del 2003, cui è seguita la “battuta d’arresto” che ha caratterizzato i paesi in cui è stata ratificata la Convenzione de l’Aja sulle adozioni internazionali.

Con maggiori garanzie e monitoraggi sui minori dati in adozione, il numero di bambini adottati con Cifa in questo paese è tornato lentamente a crescere, stabilizzandosi, oggi, intorno alle 10 adozioni ogni anno.

La novità del 2011 è l’introduzione dei bambini con “bisogni speciali” anche in Bulgaria, a cui è stata finora data una risposta positiva da parte degli aspiranti genitori adottivi.

150 bambini bulgari hanno complessivamente trovato una nuova

famiglia in Italia tramite Cifa.

Ucraina: le adozioni

L’Ucraina è un paese che Cifa ha aperto alle adozioni nel 2002, e che si colloca al secondo posto tra quelli

dell’ex blocco sovietico per numero di bambini adottati con Cifa. Gli istituti sono molto grandi, e spesso vedono la presenza di oltre 100 bambini: come conseguenza le modalità di accudimento sono piuttosto rigide e le attività quotidiane sono organizzate con orari molto precisi.

I motivi di abbandono prevalenti sono simili a quelli russi, e cioè famiglie disgregate, maltrattamenti, abuso di alcool. L’Ucraina è anche il paese dei “bambini di Chernobyl”, ovvero dei minori che nel periodo estivo vengono ospitati da coppie straniere (in prevalenza italiane, spagnole e americane) per allontanarli da un ambiente che ancora risente dei danni provocati dall’incidente nucleare del 1986. Al proposito, alcune coppie instradate su questo paese stanno portando avanti, se il bambino è in stato di abbandono ed adottabile, un’adozione “mirata” o “nominativa” del bambino che ospitano e già conoscono.

223 bambini sono stati adottati dal 2002 al 2011 con Cifa in Ucraina

Adottare in Bulgaria Ucraina: i minori detenuti

Tra il 2007 e il 2008 Cifa ha realizzato in Ucraina un progetto finanziato dalla Commissione per le

Adozioni Internazionali incentrato sulla prevenzione del fenomeno dei bambini di strada e sul sostegno ai ragazzi trattenuti in centri di detenzione minorile. Abbiamo organizzato un corso di specializzazione

post-laurea a Kiev per gli operatori che sono attivi nei centri di detenzione, al fine di migliorare la loro preparazione su tematiche quali il traffico, l’abuso e le peggiori forme di sfruttamento dell’infanzia.

Grazie a questo progetto, inoltre, è stato creato un servizio per fornire assistenza diretta ai bambini ospitati nei centri regionali di detenzione transitoria, fornendo loro sia un servizio di assistenza psicologica che materiale scolastico, per un totale di 50 bambini sostenuti. Un valore aggiunto al progetto è stato dato, infine, dalla creazione di un sistema informatico che permettesse lo scambio di buone prassi tra i partecipanti ai corsi, anche dopo la fine del progetto.•

I risultati sono stati molto positivi. Un ragazzo che aveva passato 5 anni vagabondando e che non parlava quasi con nessuno, ha iniziato a sviluppare relazioni con gli altri, diventando volontario in un movimento

giovanile; cinque ragazze che frequentavano il corso da parrucchiera incluso nel programma potranno lavorare in saloni di bellezza (realizzando un loro piccolo sogno).

Ecco alcuni tra i vari feedback raccolti dai ragazzi che hanno partecipato al progetto: “I seminari mi hanno aiutato a sentirmi più libero e a conoscere meglio gli altri ragazzi e ragazze”; “Ho studiato nel collegio per due anni ma solo dopo questo tipo di formazione mi sono fatto dei veri amici” “È bello aver potuto parlare con degli psicologi in maniera informale. Sapevo che potevo raccontare i miei problemi e che non sarei stato criticato”.•

Obiettivo del progetto in Russia: aiutare i ragazzi a crearsi una vita sana dopo l’uscita dagli istituti.

Cifa ha realizzato un progetto a Kiev indirizzato a chi opera nei centri di detenzione per minori.

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Kazakistan: strade dell’EstKazakistan: uno stato a cavallo tra Europa ed Asia, una Repubblica in cui si contano almeno 130 etnie differenti, un paese in cui Cifa opera a partire dall’anno

2006.

In questi pochi anni di presenza in Kazakistan si sono verificate alcune variazioni significative nel numero e nelle caratteristiche dei bambini adottati; è da sottolineare,

per esempio, un aumento dell’età media dei bambini, che fino al 2007 si era mantenuta sotto i 4 anni, ma che oggi include un buon numero di bambini di età compresa tra i 5 e i 6 anni. Complessivamente il numero delle adozioni concluse in Kazakistan è cresciuto fino al 2009, conoscendo il rallentamento (comune a diversi altri paesi) dovuto alla ratifica della Convenzione de L’Aja. A dicembre 2011 si è infine concluso l’iter parlamentare per l’approvazione del nuovo codice del diritto di famiglia, in cui sono contenute tutte le nuove indicazioni in materia di adozione internazionale.

Inizialmente Cifa operava prevalentemente in tre zone distinte del Kazakistan: nella città di Almaty, a Chilik (che dista circa 150 km dalla capitale) e a Taldykorgan. Negli ultimi tempi si sono concluse adozioni anche in altre zone incluse nella Regione di Almaty.

Tra le varie caratteristiche che rendono peculiare il percorso adottivo in Kazakistan ricordiamo i tre viaggi che le coppie di aspiranti genitori devono effettuare per concludere la procedura. Il primo è intrapreso allo scopo di conoscere il bambino (con cui si svolgono ben 15 giorni di incontri), il secondo viene richiesto per affrontare l’udienza di adozione e infine il terzo ed ultimo viaggio ha il felice esito di creare una nuova famiglia che potrà tornare, presto, in Italia. Non sono esclusi, data la ratifica della Convenzione da parte del Kazakistan, futuri cambiamenti nella procedura adottiva.•

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1 Etiopia: progetti

L’Etiopia ha rappresentato la prima sfida “africana” per la cooperazione di Cifa. Partiti nel 2005 con

7 sostegni a distanza, abbiamo raggiunto risultati sorprendenti. Grazie alla partnership con l’ONG Il Sole il nostro progetto in Etiopia è andato consolidandosi sempre più.

Oggi, nella capitale Addis Abeba abbiamo un centro che accoglie e sostiene bambini vittime di abusi e violenze sessuali, e bambini sieropositivi: un centro di eccellenza, capace di dare assistenza medica e psicologica. Capace di accompagnare i genitori di questi bambini in percorsi di formazione professionale e di sostegno ad attività generatrici di reddito. Le

difficoltà incontrate in questi anni sono state innumerevoli: la nuova legge sulle organizzazioni impegnate nel sociale, per esempio, ha posto paletti molto restrittivi al nostro operato.

Nonostante tutto, però, la nostra controparte locale – Integrated Family Service Organization, una delle ONG etiopi più importanti - ci ha aiutato a superare i momenti difficili. Oggi oltre 250 bambine e bambini frequentano con regolarità il counseling center e il centro ludico-ricreativo dove possono accedere ai laboratori artistici messi a loro disposizione dal progetto. 700 bambine e bambini, inoltre, fanno parte del programma di sostegno a distanza sostenuto da Cifa.

La nuova sfida è quella di uscire da Addis Abeba ed iniziare a lavorare nella Regione di Amhara [nell’Etiopia del Nord] per combattere l’esclusione delle bambine e delle ragazze dall’istruzione. Il progetto è già pronto: aspettiamo i finanziamenti. Intendiamo inoltreconsolidare l’operatività del centro di Addis Abeba e aprire altre, nuove frontiere in questo grande paese.•

Vogliamo consolidare la nostra attività ad Addis Abeba e guardare verso nuovi orizzonti.

249 bambini sono stati adottati dal 2000 al 2011 in Etiopia con Cifa, che si sommano a

due adozioni effettuate durante gli anni ottanta.

Attualmente l’Etiopia costituisce l’unico paese del continente africano in cui Cifa porta a termine procedure adottive. Ogni anno, tra i 30 e i 40 bambini etiopi trovano una nuova famiglia in Italia attraverso il nostro ente. Nell’ultimo anno si sono segnalati alcuni rallentamenti alle procedure correlati alla situazione politica e sociale del Sud dell’Etiopia, area da cui provengono molti dei bambini adottati.

48 è il numero di bambini adottati

con Cifa nelle varie aree e città del Kazakistan dall’anno di apertura del paese (2006) fino al 2011. fifffffffi

Chi adotta in Kazakistan deve prepararsi a compiere 3 viaggi in questo grande paese dell’Est.

Durante i 5 anni in cui Cifa ha operato in Kazakistan è aumentata l’età media dei bambini adottati.

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Togo: un punto di partenza...

Per ragioni storiche, ma anche per il fatto che l’Africa si sta aprendo solo ora all’adozione

internazionale, l’impegno di Cifa nel “continente nero” si è sempre concentrato unicamente in Etiopia.Alcune prime missioni sono state realizzate in Burkina Faso, Madagascar, Repubblica Democratica del Congo. Poi, nel 2011, la cooperazione è stata chiamata per una missione in Togo, dove già qualcosa si stava timidamente muovendo nel settore dell’adozione internazionale.

La missione si è rivelata molto interessante e ha dato avvio a una prima collaborazione a sostegno di due centri – nella capitale Lomé e nel villaggio di Avoutokpa – con la controparte locale BICE (Bureau Intérnational Catholique de l’Enfance). Il Togo si sta rivelando un Paese molto interessante con la possibilità di avviare una buona attività di ricerca e di cooperazione.

Oltre che con BICE, stiamo lavorando con l’Università di Torino e l’Università di Lomé per effettuare uno

studio prodromico ad un progetto di cooperazione sulla tutela dei diritti dell’infanzia nell’ambito della religione tradizionale (il voodoo).

Un’équipe mista di psicologi ed antropologi delle 2

università effettuerà uno studio che ci consentirà di calarci in un contesto molto delicato.

Nel frattempo, abbiamo iniziato a sostenere oltre 200 bambini tra i 3 e i 5 anni nella capitale Lomé e nell’area rurale di Avoutokpa. Bambini le cui mamme sono vittime delle nuove forme di schiavitù, costrette a lavorare fino a 16 ore al giorno al mercato di Lomé o negli sterili campi di Avoutokpa. Bambini che, se non accolti nei centri del BICE sostenuti da Cifa, andrebbero incontro a gravissimi rischi sanitari e di violenza e sfruttamento, finanche al rischio di essere trafficati.

Stiamo inoltre lavorando affinché le madri di questi bambini possano accedere a forme di credito per uscire dalla povertà, sviluppando attività di piccolo commercio capaci di aumentare la loro capacità di generare reddito. Un programma ampio e complesso nel quale crediamo molto. Una nuova sfida che potrebbe rappresentare il punto di partenza per un più ampio impegno di Cifa in Africa.•Sullo sfondo: ragazze di Addis Abeba che frequentano il

centro di Cifa e de il Sole, impegnate in un laboratorio creativo di fotografia. Foto di Valerio Ferrario e Selene De Rui.

Le attività in Togo possono essere il punto di partenza per un impegno più ampio di Cifa in Africa.

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Perù: i bambini lavoratoriCifa inizia a realizzare progetti in Perù nel 2007 insieme alla Ong locale IFEJANT, che da più di trent’anni opera a fianco dei bambini lavoratori.

Con il termine “movimento di bambini e adolescenti lavoratori” si fa riferimento a forme di associazionismo spontaneo che si propongono l’eliminazione totale dello sfruttamento lavorativo dei minori, ma non del diritto, per chi ha meno di 18 anni, di scegliere se potere o meno

lavorare per contribuire al sostentamento della propria famiglia o comunità (possibilità che non deve entrare in conflitto con il diritto inalienabile all’istruzione).

Negli ultimi anni Cifa e IFEJANT, inserendosi in questo contesto, hanno puntato a conciliare la condizione dei bambini lavoratori con il diritto all’educazione, alla partecipazione e alla salute, coscienti del fatto che forme di lavoro protetto sono l’unico mezzo, in contesti particolarmente difficili, per poter contribuire al miglioramento di vita dei bambini e delle loro famiglie.

Negli ultimi anni, gli interventi promossi da Cifa e IFEJANT hanno permesso a circa 1300 bambini e bambine fra i 6 e 12 anni di frequentare regolarmente la scuola, migliorare la loro condizione psicofisica grazie al supporto alimentare, psicologico e medico, e soprattutto di affermare il loro essere soggetti in grado di decidere consapevolmente del proprio futuro.

Al momento in cui scriviamo, Cifa lavora con 7 scuole in tre regioni del Perù (Cajamarca, Lima, Puno): scuole con forte frequenza di bambini lavoratori, luoghi importanti perché centri di una comunità, spazi di incontro, confronto, crescita e protezione, luoghi di educazione nel senso più ampio del termine.•

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8Nel 1985 Cifa portò a termine la sua prima

adozione in Colombia, paese la cui storia recente è caratterizzata da gravi problemi sociali, nonché dagli effetti infausti della guerriglia e del narcotraffico. D’altra parte, la Colombia fu tra i primi paesi firmatari della Convenzione de l’Aja in materia di adozioni internazionali pochi mesi dopo la sua promulgazione, avvenuta nel maggio 1993.

Storicamente, le adozioni in Colombia si sono svolte attraverso l’Istituto Colombiano

Per alcuni bambini, certe forme di lavoro protetto sono l’unico modo per sostenere le proprie famiglie.

del Bienestar Familiar (ICBF), organismo statale che svolge anche il compito di Autorità centrale per le Adozioni Internazionali. Dal 2011 Cifa ha inoltre iniziato una collaborazione con una rete di organizzazioni private che si occupano di assistenza e accoglienza dei bambini in difficoltà, alcune delle quali abilitate anche a seguire procedure di adozione internazionale.

La procedura adottiva in Colombia si svolge sotto l’attenta verifica dell’ICBF; talvolta questo può significare tempi medi di attesa più lunghi con risvolti emotivi non sempre facili per le famiglie in attesa.

85 sono i bambini complessivamente adottati dal 1985 al 2011 in Colombia.ff

L’adozione in Colombia

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Brasile: gli aiuti all’infanzia

Cifa ha realizzato diversi progetti rivolti all’infanzia in Brasile concentrandosi nello Stato di Minas Gerais, che comprende alcune delle aree più povere del paese. Lo ha fatto collaborando con alcune importanti istituzioni locali, come il Municipal dos Dereitos da Criança e do Adolescente, e direttamente con istituti che accolgono bambini orfani o in particolare condizione di bisogno, come la Casa Lar Dos Meninos e la Casa Lar Mames Dolores, situate nella città di Capelinha.

La Casa Lar dos Meninos, destinata a bambini di sesso maschile, è stata completamente rimodernata per meglio accogliere i piccoli ospiti, per i quali sono stati organizzati laboratori artistici (chitarra, capoeira), corsi terapeutici e sessioni di accompagnamento scolastico. È stato svolto un minuzioso lavoro da parte di psicologi esperti per ricostruire le storie dei singoli bambini, lavoro che si è rivelato fondamentale per poter indirizzare i minori in percorsi di reinserimento familiare, di adozione nazionale o internazionale oppure in processi volti all’avvio di una vita indipendente al compimento della maggiore età.

Anche le bambine ospitate nella Casa Mamae Dolores hanno beneficiato di corsi di formazione, attività

ludiche e programmi di reinserimento nella società, all’interno di una struttura che è stata riprogettata e rinnovata. Molte tra le bambine hanno potuto essere reinserite nelle famiglie di origine dopo un

adeguato percorso di scolarizzazione e di follow-up psicologico, altre hanno trovato una nuova famiglia in Brasile o all’estero.

Una delle ultime attività di Cifa nel paese è stata l’organizzazione di

un seminario di scambio che l’Istituto degli Innocenti di Firenze aveva commissionato ad Aibi e a Cifa Onlus. In quest’occasione la Commissione per le Adozioni Internazionali era stata ospitata dalla SEJA (sua omologa brasiliana) per approfondire tematiche legate all’adozione. Cifa ha contribuito alla riuscita del seminario portando buone prassi da discutere e approfondire, nonché introducendo una delegazione di ragazzi che avevano beneficiato dei nostri progetti. Il nostro ente ha così ricevendo il plauso tanto dei brasiliani che degli italiani come un’ottima success story.•802011familiare, di adozione nazionale o internazionale

oppure in processi volti all’avvio di una vitan processi volti all’avvio di una vita indipendente al compimento della maggiore età.indipendente al compimento della maggiore età.

Anche le bambine ospitate nella Casa Mamae DoloresAnche le bambine ospitate nella Casa Mamae Dolores hanno beneficiato di corsi di formazione, attività hanno beneficiato di corsi di formazione, attività

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Brasile: una lunga collaborazione

752 bambini di origini brasiliane hanno trovato una “famiglia Cifa” tra il 1982 e il 2011,

collocando il Brasile al secondo posto per numero di minori adottati dal nostro ente, ma aprendo riflessioni sulle condizioni dell’infanzia in questo paese: grande e ricco, ma con sacche consistenti di povertà.Recentemente, aldilà della tradizionale collaborazione con negli stati del Minas Gerais, Santa Catarina e Bahia, Cifa ha iniziato ad aprire procedure adottive anche negli Stati di Rio de Janeiro e di São Paulo.

Le adozioni in Perù

Nel 1980, anno d’esordio per Cifa, venne portata a termine la prima adozione tramite il nostro

ente in Perù. Tra il 1982 e il 1990 si raggiunse la quota, notevole all’epoca, di circa 20 bambini peruviani adottati ogni anno. Dopo un blocco di 7 anni, le adozioni in Perù sono infine riprese nel 2000 e proseguite sino ai giorni nostri in maniera costante.

197bambini sono stati adottati con Cifa tra il 1980 e il 2011 in Perù.

Ricostruire le storie dei singoli bambini è fondamentale per reinserirli in una famiglia adeguata.

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Italia: l’educazione allo sviluppo

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Educazione allo Sviluppo (EAS) è un binomio affermatosi negli anni ’80 in Italia e in Europa per indicare tutte le attività correlate all’apprendimento fortemente connesse con i temi della cooperazione allo sviluppo. EAS, dunque, significa fare uso di differenti approcci pedagogici per creare una più diffusa consapevolezza sui diritti dell’uomo e dell’infanzia, sulla valorizzazione delle differenze e sul tema della cittadinanza globale.Come parte della sua missione, Cifa attribuisce un’importanza primaria all’EAS quale strumento per promuovere i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, e crede che i primi a beneficiarne debbano essere i diretti interessati, ovvero gli stessi bambini. In poco più di due anni dall’apertura del suo programma educativo in Italia, Cifa ha realizzato diversi progetti sui diritti dell’infanzia, organizzato giornate tematiche, formato centinaia di studenti e altrettanti insegnanti, partecipato a progetti di EAS in partnership con altre realtà attive sul campo da decenni.

Obiettivo comune di tutte le attività e i progetti EAS di Cifa? Promuovere e diffondere i valori in cui crediamo, valorizzando e al tempo stesso stemperando le differenze fra bambini italiani, bambini stranieri residenti nel nostro paese, bambini adottati e bambini del mondo che vivono in contesti di povertà, uniti dagli stessi, inviolabili diritti.

DES ALPES AU SAHEL - Quest’iniziativa, promossa dalla Regione Piemonte e dal Consorzio ONG Piemontesi, è stata realizzata per fornire a insegnanti di scuole primarie e secondarie (oltre che a vari animatori e formatori) strumenti di educazione ambientale, educazione allo sviluppo sostenibile e alla solidarietà. Cifa, in particolare, si è occupato di promuovere il materiale didattico realizzato all’interno del progetto in 5 istituti comprensivi situati a Torino e Provincia. Il progetto, iniziato nel febbraio 2009, si è concluso con successo nel mese di giugno 2011.http://it.londootiloo.org/

INSIEME PER I DIRITTI DELL’INFANZIA - Il progetto, realizzato dal Consorzio ONG Piemontesi di cui Cifa è parte integrante, consiste in una mostra itinerante concepita per essere visitata da scuole primarie e secondarie, realizzata con 13 grandi ombrelloni di tela che spiegano i Diritti dell’Infanzia. Analisi e riflessioni sulla tutela dell’infanzia si alternano ad esempi di progetti di cooperazione internazionale che il territorio pienomtese ha promosso per contribuire alla difesa dei diritti dei bambini nel mondo. Durante l’anno 2010 la mostra è stata portata in 16 Comuni della Provincia di Torino; nel 2011 Cifa ha contribuito alla sua diffusione nelle Marche e ne ha montato due ombrelloni al Museo del Cinema di Torino in occasione della Giornata Mondiale sui Diritti dell’Infanzia, il 20 novembre.

DIRITTO ANCH’IO! - Il progetto, realizzato con la metodologia innovativa del teatro sociale e di comunità, ha avuto l’obiettivo di sensibilizzare bambini e adolescenti sulle tematiche dei diritti all’infanzia in due scuole torinesi, situate rispettivamente nel quartiere delle Vallette e a Pino Torinese.

Grazie a laboratori specifici abbiamo accompagnato 100 adolescenti tra gli 11 e i 14 anni in un percorso di riflessione sul diritto all’identità, sul diritto al gioco e sul diritto ad essere ascoltati. I percorsi di ogni gruppo-classe sono confluiti in un evento di comunità rivolto ad insegnanti e compagni di scuola e in una mostra fotografica destinata agli enti locali e alle famiglie.

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1UP TO YOUTH - Un meeting dedicato ai giovani di Torino, in diverse giornate, realizzato dalla ong CISV per rilanciare gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Cifa ha partecipato in qualità di partner all’ideazione, organizzazione e realizzazione delle giornate.www.uptoyouth.it

DIRITTI A GRUGLIASCO - Progetto realizzato nelle scuole di Grugliasco (TO) da Cifa e da CISV per sensibilizzare i bambini sul tema dell’infanzia, culminato in un evento pubblico a cui hanno partecipato più di 2500 studenti.

UN’ORA DI DIRITTI - Leggere e commentare insieme alcune fiabe “intelligenti” nella cornice delle più note biblioteche di Torino: ecco il senso del progetto “Un’ora di diritti”, a beneficio dei bambini di età compresa tra i 4 e gli 8 anni.

Le fiabe, da sempre strumenti di conoscenza e di socializzazione, vengono infatti scelte e raccontate mantenendo il filo conduttore della solidarietà, del rapporto con il prossimo e con le altre culture, della cittadinanza globale e della pace. Al termine delle letture, i bambini vengono invitati a condividere le proprie impressioni sui temi affrontati. Il progetto è stato complessivamente realizzato in 4 biblioteche civiche di Torino, durante 12 appuntamenti.

W I DIRITTI E CHI LI HA SCRITTI - Con questo progetto Cifa sviluppa un programma di educazione alla pace e ai diritti umani nelle scuole della Sicilia, attraverso la partecipazione attiva e responsabile dei bambini e dei ragazzi. In collaborazione con Arciragazzi di Siracusa e con l’Associazione Solidarietà Adozioni abbiamo realizzato laboratori sui diritti dell’infanzia, con un particolare focus sul diritto al gioco, in cinque scuole primarie e secondarie di primo grado di Catania e provincia. L’obiettivo non è solo quello di favorire una maggiore sensibilità verso le tematiche legate alla tutela dei diritti dell’infanzia, ma anche quello di promuovere la comunicazione di quanto viene appreso nelle cerchie dei familiari, dei pari e degli amici, estendendo alla società civile una nuova coscienza dei diritti dei bambini.•

COMUNIC_EAD - Iniziato nel 2010, questo progetto europeo è finalizzato a creare una rete di comunicazione sull’educazione allo sviluppo nella Regione Marche, prevalentemente indirizzata a docenti, formatori e referenti della comunicazione. Una parte importante del progetto è dedicata all’utilizzo delle potenzialità del web 2.0 per la diffusione dei temi della solidarietà e della cooperazione internazionale. Comunic_Ead, cui Cifa ha partecipato attivamente, si avvia alle fasi conclusive che comprendono l’elaborazione di un kit per insegnanti sui diritti dell’infanzia, i cui contenuti sono stati elaborati e selezionati dal nostro ente. Il kit verrà distribuito a tutti gli insegnanti delle Marche [Leggi l’articolo su 4children di novembre 2011].

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1 Le opportunità del networking

Networking: letteralmente “fare rete”, mettersi in relazione con l’esterno e creare contatti con cui

effettuare scambi di competenze e buone pratiche, oppure con cui “fare squadra” per raggiungere obiettivi comuni. Per Cifa, l’obiettivo ultimo da raggiungere è la tutela e la promozione dei diritti dei bambini.

Negli ultimi anni, il networking e la presenza di Cifa in coordinamenti nazionali ed internazionali hanno permesso al nostro ente di accedere a informazioni preziose sulle possibilità di finanziamento ai nostri progetti, a possibilità di formazione interna ma soprattutto di creare collaborazioni che permettano di partecipare a bandi europei e nazionali con le più importanti ONG e associazioni che si occupano di infanzia in Italia ed in Europa.

Il nostro ente si è così creato un posizionamento di rilievo, venendo riconosciuto a livello nazionale e europea, e svolgendo attività di advocay a favore dei diritti dei bambini.

Comitato PIDIDAIl Comitato PIDIDA – Per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza – è un libero tavolo di confronto e coordinamento che comprende Associazioni, ONG, e in generale realtà del Terzo Settore che operano per la promozione e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia e nel mondo.www.pidida.it

Il ruolo di Cifa - Il nostro ente è membro del PIDIDA ed è parte attiva in alcuni tavoli di lavoro, tra cui quello sull’approfondimento della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e quello sulla Partecipazione, ovvero il diritto di ogni minore di essere in qualche modo coinvolto nei processi decisionali e legislativi che lo riguardano.

Associazione ONG Italiane

Consorzio ONG Piemontesi

Piattaforma nazionale EAS

Il Consorzio delle Ong Piemontesi (COP) è un’associazione che riunisce diverse ong operanti sul territorio regionale, che si occupano prioritariamente di cooperazione internazionale e di educazione alla cittadinanza mondiale. Nato nel 1997, conta 25 organizzazioni operanti in 90 Paesi del mondo con oltre 260 progetti di sviluppo.www.ongpiemonte.it

Il ruolo di Cifa - Cifa è membro del COP e contribuisce alla realizzazione delle attività del consorzio sul territorio piemontese, spesso in partnership con altre associazioni. Ne sono un esempio i progetti “Up to Youth”, “Des Alpes au Sahel” e la mostra “Insieme per i diritti dell’infanzia nel mondo”, che Cifa ha portato nella Regione Marche.

Nel 1997 si costituisce a Roma l’Associazione delle ONG italiane, le cui finalità sono quelle di promuovere le strategie della cooperazione internazionale nel nostro paese, rappresentare le ONG negli ambiti in cui agiscono unitariamente (come i tavoli internazionali) e facilitare lo scambio di esperienze e la circolazione di informazioni fra i suoi aderenti.www.ongitaliane.org

Il ruolo di Cifa - Il nostro ente è membro di secondo livello dell’associazione: le ong del Piemonte sono infatti riunite nel COP [vedi sopra] che, a sua volta, fa parte dell’associazione. Attraverso questo canale Cifa riceve tutte le preziose informazioni riguardanti, a livello nazionale, il rapporto tra le organizzazioni non governative e il Ministero degli Esteri.

La Piattaforma per l’Educazione allo Sviluppo, che si costituisce nel 1999 in seno all’Associazione Italiana delle ONG, riunisce oltre 30 operatori EAS di diverse organizzazioni non governative italiane. Si propone lo scambio di buone pratiche e la realizzazione di iniziative condivise nel campo della formazione e dell’educazione alla solidarietà internazionale.www.piattaformaeas.org

Il ruolo di Cifa - La prima occasione in cui il nostro ente ha offerto il proprio contributo alla Piattaforma è stata durante l’ultima edizione del seminario di confronto e auto-formazione che viene organizzato annualmente. Cifa è inoltre pronto a mettere in atto iniziative correlate all’EAS sul territorio nazionale che possano essere concertate con l’intera piattaforma.

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C.O.M.

Eurochild

Fundamental Rights Platform

Campagna per l’Educazione Globale

Eurochild è una rete che raccoglie più di 90 organizzazioni da 32 Paesi Europei, impegnate in attività insieme e a favore dei bambini. La sua missione è promuovere i diritti ed il benessere del bambino in Europa influenzando le politiche a livello europeo e nazionale, aiutando ad elaborare nuove buone pratiche e conoscenza e promuovendo la partecipazione dei bambini e dei giovani.www.eurochild.org

Il ruolo di Cifa - Negli ultimi due anni il nostro ente ha partecipato a tutti i meeting di Eurochild e contribuito alla diffusione dei contenuti prodotti dalla rete. Cifa è parte stabile, inoltre, del gruppo di lavoro di Eurochild incentrato sulla Partecipazione minorile.

La Global Campaign for Education (GCE) è un movimento nato nel 2002, presente in 50 Paesi (Italia compresa) e composto da associazioni, educatori, insegnanti, ONG e sindacati capaci di mobilitare idee e risorse, e fare pressione sulla comunità internazionale per raggiungere gli obiettivi dell’Education for All.www.cge-italia.org

Il ruolo di Cifa - Cifa è entrato molto recentemente nella Coalizione Italiana della Campagna Gobale per l’Educazione, a fianco di ONG del calibro di Save the Children e Mani Tese. Contribuiremo alla realizzazione degli eventi previsti per la prossima “Global Action Week”, la settimana dell’anno in cui la campagna organizza eventi pubblici di sensibilizzazione.

Tra le diverse Agenzie dell’Unione Europea, quella per i Diritti Fondamentali (FRA) si occupa di tutelare e promuovere i diritti basilari di tutti i cittadini dell’Unione. La Piattaforma per i Diritti Fondamentali (FRP), estensione della FRA, è stata recentemente creata con lo scopo di dialogare con la società civile (enti pubblici e ONG) per realizzare insieme gli obiettivi concernenti la promozione dei diritti fondamentali.http://fra.europa.eu

Il ruolo di Cifa - Il nostro ente fa parte della Fundamental Rights Platform dal 2010, e nel dicembre dello stesso anno è stato invitato in qualità di esperto del settore a partecipare alla conferenza “Ensuring Justice and Protection for all Children”.

Il Coordinamento Organizzazioni Marchigiane è un coordinamento regionale di associazioni e organizzazioni non governative aventi tra le loro finalità quelle della cooperazione, della solidarietà internazionale, dell’educazione allo sviluppo e delle migrazioni con particolare riferimento al co-sviluppo. Il coordinamento offre servizi sia ai consociati che a beneficio del pubblico.

Il ruolo di Cifa - Attualmente collaboriamo alla gestione della segreteria del coordinamento insieme ad altre realtà marchigiane del terzo settore quali ISCOS, CVM e ARCI. Tramite il COM, inoltre, partecipamo a bandi per il finanziamento dei nostri progetti di cooperazione.

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Li chiamano Enti Autorizzati“Ente Autorizzato”. Una definizione che ricorre molto spesso nel campo dell’adozione internazionale, nota a tutte le coppie che iniziano un percorso adottivo all’estero o pensano di farlo, ricorrente sui forum che trattano l’argomento e, mano a mano che la società acquista interesse per la tematica, anche sui media. Che cos’è, dunque, un Ente Autorizzato? Ne parliamo con Gianfranco Arnoletti, Presidente di Cifa.

D: Presidente, chi meglio di lei può dirci cosa significa “Ente Autorizzato”?R: Come da definizione… Un Ente Autorizzato è un ente privato che ha ricevuto l’autorizzazione ad effettuare procedure adottive dalla Commissione per le Adozioni Internazionali, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’Ente è quindi iscritto in un apposito albo insieme ai paesi in cui può adottare bambini. D: Da quanto tempo Cifa è Ente Autorizzato?R: Sin dalla prima pubblicazione dell’albo degli Enti Autorizzati, nel 2000.

D: Come ha contribuito il Cifa alla nascita degli Enti Autorizzati come oggi li conosciamo?R: Nell’anno 2000 Cifa era già uno degli enti privati più grandi nel campo dell’adozione internazionale.

Insieme ad altri enti ha contribuito a quella trasformazione che ha reso diverse associazioni, nate in ambiti molto piccoli o familiari, in organizzazioni dotate di una professionalità che potesse fornire garanzie sempre più solide per chi intende avvicinarsi all’adozione. Senza mai sottovalutare, e lo sottolineo, il profondo aspetto umano che ha caratterizzato gli esordi dell’adozione internazionale, e che oggi conserviamo in forme differenti come gli incontri con gli operatori, lo sportello delle psicologhe, il post adozione.

D: Qual è la posizione di Cifa tra gli Enti Autorizzati oggi e quali sono le questioni più importanti che Cifa ha portato in discussione nella sede del CEA [Coordinamento Enti Autorizzati, NdR]?R: Cifa è l’ente che permette al maggior numero di bambini di essere adottati da una famiglia in Italia, e da molti anni gode di una leadership riconosciuta nel campo dell’adozione. In sede del CEA abbiamo portato diverse istanze, insieme ad altri enti… Per esempio la necessità di rivedere la legge sulle adozioni internazionali: per quanto buona possa essere, dopo dieci anni di vita merita sicuramente una revisione e alcuni aggiustamenti, per colmarne le lacune. Abbiamo sollecitato la definizione di regole condivise al 100% sull’adozione in ambito regionale, perché talvolta permangono differenze relative a procedure

e costi… Sui costi dell’adozione, peraltro, di cui i mezzi di comunicazione parlano molto in questi giorni, posso dire che ci impegniamo da anni affinché alcuni possano essere sostenuti interamente dallo Stato, sgravando così le famiglie.

D: Il sistema complessivo degli Enti Autorizzati ha contribuito a migliorare, effettivamente, l’adozione?R: Sicuramente l’aver eliminato il “fai da te” dei primi tempi dell’adozione, pur con il rispetto e il bel ricordo che conserviamo di quei tempi, ha dato qualcosa di più alle famiglie e a tutti coloro che si accostano a

questo mondo. Forse potrebbe dare di più, come sistema intendo, se fosse costituito da un numero minore di enti, maggiormente coesi e concentrati su poche, importanti questioni su cui fare pressione a livello pubblico.

D: Qual è l’auspicio di Cifa per il futuro degli Enti Autorizzati e il loro Coordinamento?R: Io credo che in questo momento storico sarebbe necessaria una dissociazione e successiva riassociazione degli enti in base alla tipologia: i “grandi”, con le proprie istanze e possibilità, riuniti in un certo modo; i piccoli, con le questioni che legittimamente avanzano, associati in altro modo. In questo modo ognuno dei gruppi potrebbe essere interlocutore del sistema pubblico su temi e piani diversi, sicuramente con maggiore efficacia di quella che può avere il CEA di oggi, costituito da enti troppo differenti e troppo divisi. Tutto questo, si badi, nell’interesse dei bambini che vengono adottati, delle loro famiglie e dei tantissimi bambini che beneficiano dei progetti di cooperazione portati avanti dagli Enti Autorizzati all’estero.•Cifa198nni di vita merita sicuramente una revisione e

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CEA: che cos’è?

Cifa fa parte del CEA, Coordinamento degli Enti Autorizzati, la più rilevante organizzazione di

secondo livello nel campo delle adozioni internazionali in Italia, che rappresenta un sistema di Enti Autorizzati i quali realizzano ogni anno oltre il 40% delle Adozioni Internazionali del nostro Paese.

20 sono gli enti che compongono il CEA (a

dicembre 2011)

11mila bambini sono stati

complessivamene adottati in 10 anni di attività del CEA dagli enti in albo.

Dopo dieci anni, per quanto ben strutturata, la legge sulle adozioni merita una revisione.

Il sistema degli Enti Autorizzati potrebbe dare di più se costituito da meno enti, ma più coesi.

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Riportiamo alcuni dati riassuntivi sull’attività di Cifa. Semplici numeri dietro a cui prendono corpo nuove

famiglie e tanti bambini la cui vita ha potuto migliorare grazie all’adozione internazionale.

3407 coppie hanno concluso le

pratiche adottive con Cifa e sono diventate genitori di bambini venuti da lontano.

3859 bambini hanno trovato un papà

e una mamma con Cifa, vedendo realizzato il loro sogno e il loro diritto di avere una famiglia.

32 sono i paesi Cifa ha completato pratiche adottive dall’anno della sua fondazione.

14 bambini e bambine furono adottati in Indonesia nel 1980, dato inizio all’attività di

Cifa.

334 bambini sono stati adottati nel solo anno

2011, da 12 paesi differenti.

130 bambini russi sono stati adottati con Cifa nel 2009:

è il numero più alto di minori provenienti da un singolo paese nel corso di un anno solare.

93 bambini sono giunti in Italia dalla Repubblica Popolare Cinese nel 2011.

Ma quanti sono?

2011: a scuola di diritti

Il 2011 è stato anche l’anno dell’Educazione allo Sviluppo, in cui Cifa ha portato le tematiche dei diritti

dell’infanzia in diverse scuole primarie e secondarie.

1200 bambini sono stati beneficiari dei progetti EAS di Cifa nel 2011 e

sensibilizzati, a scuola, sui diritti dell’infanzia.

50 insegnanti sono stati coinvolti nei nostri laboratori e... si sono rivelati ben disposti ad

aiutarci per diffondere i valori della solidarietà, dello sviluppo e dei diritti dei bambini!

Per un Cifa... di qualità!

Qualità significa, per Cifa, garantire il miglior funzionamento possibile delle attività in cui

siamo coinvolti e di tutti gli aspetti del nostro lavoro, fornendo maggiori garanzie a coloro che ne sono potenziali beneficiari (bambini, genitori adottivi ma anche stakeholders e partners).

Nel corso del 2011, Cifa ha ottenuto due preziose conferme alla qualità del nostro lavoro: il rinnovo della certificazione ISO 9001 da parte dell’ente di certificazione italiano Bureau Veritas (che attesta l’efficacia e l’efficienza delle attività che svolgiamo nel campo dell’adozione e della cooperazione allo sviluppo) e il rinnovo dell’adesione all’Istituto Italiano della Donazione, che conferma la trasparenza del rapporto tra il nostro ente e i suoi donors.

Per ogni bambino adottato...

Dotandosi di una missione e di una visione incentrati sulla tutela dei diritti dell’infanzia, Cifa

considera l’adozione e la cooperazione come interventi complementari per consentire ai bambini di vivere nel pieno rispetto dei propri diritti. Da qui nasce una grande attenzione per i bambini che, pur vivendo in contesti difficili, non saranno mai adottati e dovranno perciò essere aiutati nel loro paese di origine.

1455 bambini hanno direttamente beneficiato dei progetti di

cooperazione allo sviluppo di Cifa nell’anno 2011.

1876 bambini sono stati aiutati con il sostegno a distanza da Cifa nel 2011

(numero di SAD comprensivo di quelli gestiti insieme a Ecpat in Cambogia).

50 bambini hanno beneficiato direttamente o indirettamente dei progetti di Cifa nel

2011 (vedendo in qualche modo migliorare la propria vita) per ogni bambino adottato nello stesso anno (superando le circa 15.000 unità).

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di insegnamento delle parole “per sillabe”, adottato anche nelle scuole dei NATs nell’anno 2010, aveva portato a risultati complessivi deludenti, ma non dissimili dalla media (bassa) nazionale. Va anche ricordato che lo spagnolo è una lingua in cui non c’è sempre corrispondenza fra segno scritto e suono, cosa che la rende un poco più difficile da apprendere (dell’italiano, per esempio) nelle scuole di primo grado.

Il nostro partner IFEJANT ha così deciso di sperimentare un nuovo metodo linguistico nelle scuole di Lima, Puno e Cajamarca, creato dalla d.ssa Esther Velarde Consoli, che consiste in dodici passi successivi per insegnare al bambino ad associare correttamente i suoni alle sillabe, utilizzando testi appositi, canzoni e registrazioni su CD. In questo modo gli alunni possono ampliare il proprio vocabolario, imparare a scrivere e, con la pratica, arrivare ad automatizzare le loro capacità di lettura.

Risultato? A tutti i bambini inclusi nel nostro progetto in Perù non è soltanto garantito il diritto all’istruzione, ma anche l’eccellenza nell’insegnamento.•

Diritto all’educazione non vuol dire accontentarsi, ma puntare alla qualità... Ecco come le nostre scuole in Perù sono arrivate a farsi premiare a livello regionale.di Caterina Ghislandi, desk officer di Cifa - [email protected]

Scuole... d’élite!

Chi ha detto che le scuole dei bambini lavoratori rispettano a malapena gli standard scolastici

peruviani? A fine 2011, la scuola di San José Obrero a Lima è stata premiata a livello regionale (dall’Unità di Gestione Educativa Locale) per le metodologie

sperimentali di apprendimento che vi sono state introdotte.

Il riconoscimento deriva principalmente dal modo in cui viene insegnata la lingua spagnola, colmando alcuni deficit che si

sono accumulati a livello didattico in Perù nel corso degli anni. Come ci spiegano dettagliatamente i nostri partner locali, infatti, l’approccio all’insegnamento della lingua in Perù non ha subito sostanziali modifiche nel corso degli ultimi anni, mentre la stessa lingua spagnola è molto cambiata. Il canonico approccio

Le nostre scuole in Perù utilizzano metodologie innovative per insegnare la lingua spagnola.

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Il tempo in attesa di incontrare i propri figli spesso sembra non finire mai. È un tempo carico di emozioni,

di pensieri, di ansie, di desideri. È un tempo, tuttavia, che può diventare un’occasione importante per prepararsi

a diventare genitori, costruendo giorno per giorno la migliore accoglienza possibile delle bambine e dei bambini. Per questo Cifa organizza nelle sue diverse sedi alcune giornate dedicate al tempo dell’attesa. Gli “incontri attesa” sono

viaggi nello specifico paese in cui la coppia ha scelto di adottare e che diventerà per sempre la loro seconda patria, perché patria dei loro figli.

Gli incontri vengono organizzati periodicamente secondo il paese di adozione.

Alle coppie vengono proposte alcune notizie importanti sul paese, quali ad esempio:

Condizioni socio-ambientali. Le differenze tra grandi città e piccoli centri, la presenza di diverse etnie, le

L’attesa: un periodo delicato, che si carica di ansie e di aspettative per il figlio che verrà da lontano. Un periodo che Cifa vuole affrontare insieme alle coppie adottive.

di Monica Nobile, responsabile per la formazione di Cifa - [email protected]

Aspettiamo insieme?

condizioni di degrado sociale, le situazioni di povertà e di tensione sociale.

Condizioni degli istituti. Le possibilità per i bambini di accoglienza in famiglie affidatarie, Case Famiglia, istituti pubblici o privati. L’organizzazione degli istituti e la qualità delle relazioni tra accudienti e bambini.

Condizioni igienico-sanitarie dei bambini. Le principali conseguenze della povertà e dell’abbandono. Le garanzie di igiene e di nutrizione, di protezione e salvaguardia dell’infanzia.

Gli incontri vengono condotti da operatori delle segreterie tecniche e operatori delle équipe psicopedagogiche che cercano di trasmettere il più possibile informazioni e riflessioni alle coppie perché possano affrontare al meglio l’incontro con il bambino e possano aiutarlo nel suo percorso di

Sono viaggi nel paese in cui la coppia adotta, che diventerà per sempre come una seconda patria.

Sportello scuola: un servizio per i genitori adottivi che intendano chiedere consulenza rispetto a specifici

problemi relativi alla frequenza scolastica dei propri figli.

Utilizzare concretamente lo sportello è molto semplice. È sufficiente recarsi sul sito web di Cifa all’indirizzo www.cifaong.it, e accedere alla sezione “adozione internazionale”. Da qui, un sottomenu consente l’accesso alle pagine dedicate allo Sportello Scuola. Entrando nella pagina “quesiti” si possono leggere le domande di coloro che hanno già utilizzato il servizio, e cliccando su “sottoponi un nuovo quesito” si possono inviare le proprie richieste ai nostri esperti. Lo sportello risponde anche alla mail [email protected]

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integrazione in Italia. In particolare, per quanto attiene le caratteristiche e le peculiarità dei bambini in adozione nei diversi paesi, vengono affrontati temi quali:

La salute: come funziona l’assistenza pubblica per la popolazione povera. Le informazioni sanitarie importanti sono: i vaccini, i controlli HIV-Epatite, la prevenzione.

La scuola: come funziona la scuola pubblica, a quanti anni si va a scuola, che livello culturale viene garantito ai bambini provenienti dalle fasce povere della popolazione.

Lo stile educativo: qual è l’approccio educativo, sia in generale, che nelle fasce povere della

popolazione (direttivo, autoritario, libero, punitivo, percosse…)

Lo stile di vita dei bambini: come sono abituati a vivere i bambini, in generale e nelle fasce povere della popolazione (all’aria aperta, in gruppo, in presenza di adulti oppure soli e autonomi…)

Le abitudini alimentari: come si mangia, quali sono i piatti e il tipo di alimenti, come sono abituati a mangiare i bambini.

La sessualità: quali sono i modelli diffusi di uomo e di donna (maschilismo, erotizzazione, sessualità libera, degenerazioni e degrado, abbigliamento…) in generale, e nello specifico per quanto riguarda le fasce povere della popolazione.

Alcune parole importanti: parole di uso familiare connotate dal punto di vista affettivo, utilizzate per coccolare i bambini…

Le favole: le favole tradizionali raccontate ai bambini, i personaggi classici, gli ambienti che ricorrono nelle storie.

I giochi: quali sono i giochi più diffusi tra i bambini sia tra quelli praticati a gruppi all’aria aperta che tra

quelli praticati con l’utilizzo di giocattoli.

Le esperienze: alcuni genitori che hanno adottato nel paese trattato durante l’incontro raccontano la propria esperienza, il viaggio, la permanenza, l’incontro con il proprio figlio.

Le date degli incontri organizzati nelle diverse sedi vengono pubblicate nel sito di Cifa. Tutte le coppie in attesa ricevono l’invito a partecipare.•

Riportiamo, dal blog dei dipendenti e dei volontari “Cifa siamo noi”, il racconto di una giornata di

attesa rivolta alle coppie che hanno scelto di adottare nella Federazione Russa, svoltasi ad Ancona lo scorso mese di dicembre.

“L’incontro è stato molto piacevole per noi operatori e per i futuri genitori adottivi, molto attivi e partecipi alla discussione con infinite domande.

La psicologa, con il suo intervento, ha puntualizzato alcuni step importanti sull’iter procedurale, con alcune slides incisive e non troppo fitte di parole, richiamandoli comunque a riflettere sull’attesa e dando un senso diverso a questo tempo.

Sono poi seguite le testimonianze di 3 famiglie adottive, i cui bambini provengono da 3 regioni della Russia con caratteristiche analoghe ma anche molto diverse tra loro (Irkutsk, San Pietroburgo e Novgorod), che hanno suscitato grande emozione. Molto apprezzato è stato anche l’intervento della

mediatrice culturale Maila e del suo compagno Igor che hanno presentato uno spaccato di vita russa.

Con loro si è parlato veramente di tutto: dalle tradizioni (le feste nazionali più importanti, quando

arriva Babbo Natale) a come si differenzia il mangiare nelle varie regioni russe… e ancora i trasporti pubblici, gli alloggi, le schede telefoniche, i ristoranti, ma anche come vivono le famiglie russe, quali sono le loro abitudini, le favole che raccontano ai loro bambini, i giochi, il cartone animato più in voga in questo momento…

Insomma una chiacchierata molto vivace e interessante… in attesa di conoscere i cuccioli e le cucciole russi!

Durante la pausa pranzo, in cui le coppie hanno offerto al gruppo pietanze squisitamente sovietiche che si erano dilettate a preparare a casa, abbiamo trasmesso un video con tante immagini della grande Russia, degli istituti, dei monumenti, delle città, senza dimenticarci degli stupendi paesaggi innevati, che le coppie avranno sicuramente modo di ammirare…

L’interesse dei partecipanti è stato sempre molto alto, con tante domande e tanti inviti a ripetere l’iniziativa anche con le altre coppie. Dobbiamo dire che c’è anche stata tanta soddisfazione personale per noi, che ogni giorno mettiamo a servizio delle coppie serietà, professionalità, ma anche tanta passione.”•

Si parlerà di scuola, di abitudini alimentari, salute, esperienze... ma anche di favole e di giochi.

Un alto interesse da parte di tutti i partecipanti, una grande emozione e soddisfazione per lo staff.

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Il 2011 ha regalato al nostro Ente la vicinanza di una persona che, con grande orgoglio e soddisfazione,

mi sento di accogliere nel novero degli amici “speciali” di Cifa: Roberto Mancini, Football Manager del Manchester City Football Club. Campione di sport, campione di classe: suo il goal più

bello mai segnato da un italiano.

Carismatico in campo e fuori, il “Mancio” ci ha aperto le porte del suo “privato” concedendoci l’intervista che segue, uno spaccato di vita dai toni

sicuramente poco calcistici, ma molto umani.

D: Buongiorno Signor Roberto (o… Mister Mancini?), grazie di questo scambio, è un vero privilegio. Mi tolgo dall’”imbarazzo” concentrandomi su di lei e chiedendole il ricordo più bello della sua infanzia. R: Buongiorno a lei. Neanche a farlo apposta, i miei

ricordi più cari d’infanzia sono legati al gioco del calcio: mi ricordo ancora la gioia di quando potevo andare a giocare a pallone in Parrocchia e la festa quando, a Natale, Babbo Natale mi portava pallone e scarpette nuovi…

D: Veniamo a noi: come si è avvicinato a Cifa e cosa l’ha spinta a sostenere i bambini beneficiari di uno dei nostri progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo? R: Beh, sicuramente perché lei mi ha contattato e

Roberto Mancini: personaggio che tutti conoscono, un allenatore d’eccezione. Ma anche un uomo sensibile ai temi dell’infanzia. Ecco la sua testimonianza per Cifadi Sofia Angeletti, ufficio cooperazione Cifa, sede di Ancona - [email protected]

Cifa Onlus? Una buona squadra!

“Credo che le difficoltà in cui vivono molti bambini siano uno dei problemi più seri al mondo.”

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“seguito” con pazienza e determinazione. La sua passione e gentilezza poi mi hanno sicuramente incuriosito e bendisposto. Infine è ovvio che ho creduto nella “causa”.

D: È consapevole della “presa” che il suo ruolo di sportivo completo, serio, leale e di successo può esercitare sul pubblico? Dell’intrinseca carica di “potere”, cioè (ad esempio quello di poter contribuire a “cambiare le cose”, di accrescere credibilità e forza ad una causa sociale) che arricchisce la sua persona? R: Sì, sono perfettamente consapevole dell’impatto che la notorietà ti porta, e del fatto che più l’immagine è positiva, più può fare bene. Credo tuttavia che ognuno di noi, anche chi ha, se vogliamo metterla su questo piano, meno possibilità economiche, possa essere d’aiuto e dare l’esempio ad altri come in effetti si vede fare spessissimo. Intendo dire cioè che l’aiuto di tipo economico è uno dei tanti tipi di intervento che possono contribuire a “cambiare le cose”, ma non certamente il solo. Vorrei che passasse questo messaggio anche riferendosi a me.

D: Ritiene che da questi concetti le derivi anche una sorta di responsabilità… “sociale” ? Ed in cosa pensa che possa consistere o comunque come pensa di farvi fronte?R: Certo, è proprio questo il concetto che volevo esprimere. La mia notorietà e la mia posizione non mi impediscono di provare questo senso di responsabilità che si estrinseca, innanzitutto, nell’apertura e nella (mi sembra) disponibilità. Mi piace cogliere che, dopotutto, dentro sono rimasto “autentico”. Poi però, siccome ritengo anche di essere stato, grazie a Dio, molto fortunato nella vita, se posso anche fare qualche cosa di più concreto, cerco sempre di farla.

D: Sentendo delle difficoltà molto serie in cui versa la situazione infantile a livello mondiale e delle problematiche che la affliggono, ha mai provato la necessità, lo slancio di spendersi personalmente fungendo da esempio ma anche da sprone? R: Questo argomento mi tocca particolarmente e

credo che le estreme difficoltà in cui versa una parte troppo grande della popolazione infantile siano una delle problematiche più gravi e serie al mondo per tanti motivi, sociali, etici, morali. Pertanto, se riesco e per quanto

posso, cerco di rendermi disponibile. Ancor meglio se riesco a stimolare o coinvolgere anche altre persone. Sì, questo mi fa sempre molto piacere.

D: Cosa si sente di augurare a Cifa ed ai bambini dei nostri progetti? R: Spero che, nonostante le evidenti difficoltà in cui versa l’intero sistema nazionale ed internazionale,

possano continuare ad esistere associazioni serie e sicure come Cifa impegnate, anche attraverso l’attività di cooperazione, nella gestione di problematiche delicate come quella dei bambini in stato di bisogno.

D: Allora, le va di lanciare l’appello con me a tutti, ma soprattutto a chi abbia la forza e senta da dentro la volontà di farlo, di contribuire a sostenere l’attività di promozione e tutela dei bambini e dei loro diritti con un contributo ai nostri progetti di cooperazione o

magari anche sottoscrivendo un sostegno a distanza in favore di uno di questi piccoli amici lontani? R: Sicuramente sì. Spero vivamente che questa mia testimonianza possa servire da sprone a tante altre persone che potrebbero “spendersi” o comunque rendersi utili a questa causa. Sono convinto tra l’altro che, facendo questo tipo di cose, si stia anche meglio con se stessi.

D: La ringrazio molto e, per questo 2012, oltre al brindisi per la vittoria del campionato inglese (!!!), le auguro di continuare a rimanere se stesso, mantenendo quella disponibilità, cortesia e sensibilità che tanto mi hanno colpito. Arrivederci, allora… R: Arrivederci, certo. Grazie anche a lei ed alla sua Associazione e un abbraccio grande a tutti i bimbi del mondo.•

“Ognuno di noi, indipendentemente dalle possibilità economiche, può aiutare gli altri e dare l’esempio.”

“I miei più cari ricordi d’infanzia? In effetti sono legati, anche questi, al gioco del calcio...”

Chi è Roberto Mancini?Pochi campioni al mondo hanno vissuto una storia

affascinante e vincente come la sua. Dal debutto a sedici anni con il Bologna, il più giovane esordiente in serie A, alla conquista della maglia azzurra, alle vittorie forse irripetibili con la Sampdoria... Dai trionfi stellari della Lazio pluricampionessa, alle inedite sfide inglesi di Leicester... Fino alla magica serata del “Mancio Day”, il suo addio al calcio giocato, nella “sua” Genova.

Un susseguirsi di successi che gli apre grandi orizzonti anche nel nuovo ruolo di allenatore, anche stavolta il più giovane. Subito vincitore della Coppa Italia con la Fiorentina, riceve poi il prestigioso incarico di guidare la sua Lazio, alla quale regala nuovi successi e un’altra Coppa Italia nel 2004... Fino allo stimolante incarico professionale di guidare l’Inter, uno dei club più blasonati al mondo e l’approdo a fine 2009, dopo una pausa di riflessione, al Manchester City dello sceicco Mansour, che ha già portato in vetta alla classifica della Premier League.

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Dopo il grande successo dei Panettoni Solidali, che lo scorso Natale hanno registrato il tutto

esaurito nelle varie sedi del Cifa, il nostro ente propone un nuovo e golosissimo prodotto in occasione della Pasqua: le Uova Solidali.

Le uova di cioccolato di Cifa, realizzate in due tipologie (morbido cioccolato al latte o puro cioccolato fondente) saranno disponibili presso le nostre sedi e nei banchetti che verranno allestiti nella città di Torino e Provincia, e nei quali distribuiremo, come sempre, materiale informativo sulle attività dell’ente. [Sul nostro sito www.cifaong.it indicheremo tutte le date e i luoghi in cui saremo presenti].

Verranno offerte al pubblico in cambio di una

Gli eventi a cui i nostri volontari hanno partecipato di recente, tutti gli appuntamenti con Cifa da non perdere, tante occasioni per incontrarci e conoscerci.

What’s up, Cifa?

donazione a sostegno dei nostri progetti.

Lo slogan scelto per raccontare e diffondere le uova solidali è “Meglio un uovo. Oggi.” Ricalcando in chiave ironica il famoso proverbio, infatti, vogliamo sottolineare l’importanza che ogni singolo contributo concreto, anche se piccolo, può avere per tanti bambini in vari paesi del mondo (Etiopia, Togo, Cambogia...) Basta poco per mandarli a scuola, assicurarsi che siano nutriti bene, farli crescere in ambienti protetti.

Regalate ai vostri cari un uovo solidale, oppure compratelo per voi e i vostri bambini: un dolce pensiero per migliorare la vita dei bambini in condizioni di bisogno e sostenere le loro comunità di appartenenza.•

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“Lo scorso 20 novembre 2011 il Museo Nazionale del Cinema ha aperto gratuitamente le sue sale

ai bambini e ai ragazzi, proponendo una serie di attività di sensibilizzazione sul tema dei diritti dell’infanzia realizzate in collaborazione con COP, CIFA e CISV.Per l’intera giornata, i volontari del CIFA e del CISV hanno coinvolto con competenza e passione i bambini di ogni età: nella grande Aula del Tempio, la sala degli “Specchi” si è animata e colorata di disegni sui diritti dell’infanzia, mentre nel salottino del “Vero e Falso” i giovani visitatori hanno potuto ascoltare le fiabe del libro “Non calpestate i nostri diritti” dell’Unicef. C’è stata ampia partecipazione anche per la lettura di una fiaba africana, occasione per far conoscere le storie e la vita dei piccoli di Louga, città senegalese amica di Torino.Vari e originali i video-messaggi lasciati nel Video-Box appositamente allestito, in cui molti bambini e ragazzi hanno espresso le proprie passioni, i propri affetti e desideri per il futuro, come il piccolo Edoardo che ha detto “Da grande voglio fare il pagliaccio, perché ha il naso rosso” o Tommaso per il quale “I genitori dovrebbero insegnare ai figli a dare meno importanza alle cose materiali e più ai sentimenti”.Un’esperienza positiva e da ripetere per il Museo del Cinema, che dimostra come il museo possa e, a nostro avviso debba, essere un luogo di partecipazione attiva e di confronto per tutti, piccoli e grandi.”

Paola Traversi, Responsabile per i Servizi Educativi del Museo del Cinema di Torino

www.museonazionaledelcinema.itCifa sarà partner del Festival Internazionale di Film Corto “Tulipani Di Seta Nera: Un Sorriso Diverso”,

manifestazione la cui prossima edizione si svolgerà i prossimi 25 e 26 marzo a Roma con la finalità di portare all’attenzione della società civile storie sui temi della diversità (disabilità, povertà, etnia e gender), valorizzandoli attraverso il grande schermo ed il lavoro di giovani filmmaker.Il Festival, presieduto da Andrea Roncato e prodotto dall’associazione studentesca universitaria “Università Cerca Lavoro”, con partner Medusa e il Segretariato Sociale Rai, ha l’obiettivo di promuovere il lavoro di giovani autori che, con i propri lavori, racconteranno tramite le immagini “non il semplice racconto di una diversità, ma l’essenza della diversità, sapendola soprattutto valorizzare”. Giunto alla quinta edizione e forte di un successo e di un attenzione crescente da parte dei media, il festival vedrà avvicendarsi numerosi registi, attori e sceneggiatori che si confronteranno sulle possibilità offerte dalla passerella cinematografica e televisiva per rilanciare i temi sociali dell’inclusione delle persone con disabilità, di diversa religione ed etnia.

Il Festival costituirà un’importante occasione di visibilità per nostro ente e la sua attività: saremo infatti presenti nella giuria che decreterà i vincitori del festival, oltre a comparire nella comunicazione dell’evento e durante i momenti ufficiali.

www.tulipanidisetanera.it

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“Sono giunta a conoscenza del progetto “Diritto anch’io” [vedi pag. 26] grazie ad un docente

della mia facoltà, il DAMS, e mi è sembrata un ottima iniziativa per comprendere quello che potrebbe essere il mio campo di lavoro una volta terminati gli studi, il teatro sociale. Riconosco nel lavoro svolto una grandissima opportunità di apprendimento: il progetto è stato costruito in corso d’opera, il che ha permesso soprattutto a me, nuova nel settore, di essere partecipe della programmazione di ogni singolo incontro, anche con l’aiuto dei ragazzi. Il mio ruolo, in particolare, è consistito nella facilitazione dei laboratori, nella preparazione dei materiali, nel lavoro coi ragazzi. Il rilevante numero di componenti dell’équipe (grazie anche ai volontari) ha permesso di seguire attentamente ogni tappa della festa [evento culminante del progetto Diritto anch’io nelle scuole, NdR].

I risultati sono stati positivi secondo l’opinione di tutti i partecipanti (alunni che hanno partecipato ai laboratori, docenti ed équipe dei laboratori); ovviamente alcuni accorgimenti sono necessari per il miglioramento dei laboratori seguenti, ma nel complesso il risultato è stato ottimo. Per quanto mi riguarda, mi posso ritenere pienamente soddisfatta per le varie opportunità che mi sono state date (riguardanti il progetto e non), per l’attiva partecipazione e il coinvolgimento emozionale che inevitabilmente lascia un’esperienza simile.”

Giulia Pretti, tirocinante nel progetto “Diritto anch’io”, realizzato nelle scuole torinesi alla fine del 2011 Cinque per mille: un’opportunità che non costa

nulla per sostenere i nostri progetti a favore dei bambini. Grazie al vostro aiuto, nell’anno 2011 Cifa è stato beneficiario di 108.395,71 Euro, derivanti dalle preferenze espresse dai contribuenti nel 2009. Siamo in attesa dei risultati relativi al 2010, che verranno pubblicati a breve.

Ancora una volta ringraziamo tutti coloro che hanno devoluto il proprio 5 per 1000 a Cifa Onlus. Un ringraziamento speciale va inoltre ai bambini inclusi nel progetto “Scuola, lavoro, diritti” in Perù (compreso tra quelli finanziabili da Cifa con gli introiti del 5 per 1000): la loro simpatia ci ha permesso di realizzare la campagna “Dammi il cinque!” dello scorso anno. La giornata in cui hanno “dato il cinque” posando per i nostri fotografi è stata per loro un divertente intermezzo alle lezioni, e i risultati si possono ancora vedere nelle pagine di questo numero di 4children.

Per quest’anno, non cambiare... Devolvi ancora il tuo 5 per 1000 ai bambini del mondo! Scrivi il numero di Codice Fiscale di Cifa 97501240010 sulla Dichiarazione dei Redditi, nell’apposito spazio dedicato alle Onlus.

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Il mio futuro?È nelle tue mani!

Tutti i bambini del mondo hanno il diritto di crescere e di essere felici. Per molti di loro, questo diritto è solo un sogno. Insieme a Cifa, tu puoi renderlo reale. Adesso.

Sostieni un progetto di cooperazione con noi: aiuta tanti bambini e la loro comunità di appartenenza!

Attiva un sostegno a distanza: scegli di seguire, passo dopo passo, la vita

e i progressi di un bambino!

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Sì, anch’io voglio tutelare i diritti dell’infanzia insieme a Cifa!Cognome .................................................................. Nome ........................................................................Denominazione (se azienda, classe, ente o gruppo ) ............................................................................................Indirizzo ........................................................................................................................................................... CAP ........................ Città ............................................................................................. Provincia ..................Telefono ................................................................... Fax ............................................................................ E-mail (importante ) ..........................................................................................................................................Professione: Lavoratore autonomo Dipendente Studente Casalinga Pensionato Libero professionista Altro

Voglio sostenere un bambino a distanza, aiutandolo a scrivere il suo futuro. Intendo sostenere un bambino (o bambina) che vive in:

Cambogia Etiopia Perù Togo Dove c’è più bisogno (sarà scelto un paese in cui vi è maggiore necessità di sostenere singoli bambini )

Mi impegno a sostenere il bambino per un anno e ad effettuare la donazione di 310 Euro in: Rata singola (310 Euro) 2 Rate semestrali (155 Euro ciascuna)

Effettuo il versamento dell’importo di Euro .................................................................................................. a mezzo: Versamento su C/C Postale n. 50829423 Bonifico: IBAN IT 84 U 07601 10300 000050829423

Voglio sostenere un progetto di cooperazione allo sviluppo, aiutando i bambini e la loro comunità. Scelgo il progetto:

Cambogia: Anch’io so leggere e scrivere! Cambogia: Via del Campo Etiopia: Fiori che rinascono Etiopia: Insieme contro l’AIDS Filippine: Ogni bambino ha diritto a una famiglia! Perù: Scuola, lavoro, diritti Togo: Un tesoro di bambini Dove c’è più bisogno (equivalente a una donazione liberale, che Cifa destinerà al progetto in maggiore necessità di fondi )

Effettuo il versamento dell’importo di Euro .................................................................................................. a mezzo: Versamento su C/C Postale n. 38588711 Bonifico: IBAN IT 19 Q 07601 10300 000038588711

Benefici Fiscali. Le persone fisiche possono detrarre dall’imposta lorda il 19% dell’importo donato a favore delle ONLUS, fino a un massimo di 2065,83 Euro (art. 13 bis, comma 1 lettera i-bis del D.p.r. 917/86) o dedurre dal reddito dichiarato un importo non superiore al 10% del reddito complessivo e comunque nella misura massima di 70.000 Euro annui (art. 14 comma 1 del Decreto Legge 35/05). Le persone giuridiche possono dedurre dal reddito d’impresa dichiarato un importo non superiore al 10% del reddito d’impresa complessivo e comunque nella misura massima di 70.000 Euro annui (art. 14 comma 1 del Decreto Legge 35/05). Ai fini fiscali la ricevuta del versamento deve essere conservata dal donatore insieme alla dichiarazione dei redditi.Informativa ai sensi dell’ art. 13, d.lgs. 196/2003. I dati saranno trattati da CIFA Onlus, titolare del trattamento, Via Ugo Foscolo, 3 10126 Torino, per le operazioni connesse alla donazione, per informare su iniziative e progetti realizzati anche grazie al contributo erogato e per inviare il giornalino ed il materiale informativo riservati ai sostenitori e per campagne di raccolta fondi. Previo consenso, le informazioni potranno essere inviate anche via e-mail. I dati saranno trattati esclusivamente dalla nostra associazione e dai responsabili preposti a servizi connessi a quanto sopra; non saranno comunicati né diffusi né trasferiti all’estero e saranno sottoposti a idonee procedure di sicurezza. Gli incaricati del trattamento per i predetti fini sono gli addetti a gestire i rapporti con i sostenitori ed i sistemi informativi, all’organizzazione campagne di raccolta fondi, a preparazione e invio materiale informativo. Ai sensi dell’art. 7, d.lgs. 196/2003, si possono esercitare i relativi diritti fra cui consultare, modificare, cancellare i dati od opporsi al loro trattamento per fini di invio di materiale informativo rivolgendosi al titolare al suddetto indirizzo, presso cui è disponibile, a richiesta, elenco dei responsabili del trattamento.

Letta l’informativa sulla privacy, acconsento a ricevere comunicazioni da Cifa anche via e-mail si no

Data .............................. Firma .....................................................................................

Dopo aver compilato e ritagliato questa scheda, puoi inviarla via fax al numero 011 4338029, via mail all’indirizzo [email protected] oppure a mezzo posta a CIFA Onlus - Ufficio cooperazione, Via Ugo Foscolo 3, 10126 Torino. Ricordati di allegare copia della ricevuta del versamento o bonifico. Ricordati che puoi anche attivare un SAD o sostenere un progetto con carta di credito online, sul nostro sito www.cifaong.it

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L’Europa sta affrontando un periodo difficile ma questi problemi non devono avere conseguenze

negative sugli investimenti nel settore dell’infanzia e del sostegno alle famiglie, anche perché le perdite a livello di capitale umano e sociale potrebbero essere non quantificabili.

La strategia europea 2020, che dovrebbe delineare il futuro del continente per i prossimi anni, è un’opportunità che potrebbe dare nuova linfa alla lotta alla povertà infantile in Europa con l’obiettivo molto ambizioso di far uscire dalla povertà 20 milioni di persone entro il 2020. Ma questa strategia potrà produrre i risultati voluti solo se ci sarà un approccio coerente ed inclusivo nei confronti delle famiglie, che hanno bisogno di essere sostenute e formate, perché più vulnerabili.

Questa l’estrema sintesi di quanto discusso alla Conferenza Annuale della rete Eurochild tenutasi a Cardiff lo scorso dicembre, e a cui il Cifa ha partecipato.

Durante la Conferenza sono stati evidenziati molti elementi chiave che permetterebbero di ottenere buoni risultati nella tutela di bambini e famiglie in Europa:

• L’Europa deve essere pronta a sostenere gli enti locali e le autorità regionali nel loro impegno in tale direzione.

• È necessario che i politici diano il giusto risalto e un’attenzione ancora maggiore al tema.

• Le tanto attese raccomandazioni sulla povertà infantile e sul benessere dei bambini - previste per il 2012 – forniranno un quadro chiaro per il lavoro dell’Unione europea e degli stati.

• Eurochild continuerà a chiedere risorse economiche adeguate a livello europeo per l’infanzia, e si batterà per un quadro di riferimento che permetta di raccogliere dati aggiornati sulla situazione dell’infanzia.

• Eurochild pubblicherà nel 2012 un Compendio di Buone Pratiche poiché il successo di ogni politica dipende da come queste siano attuate.

Come ha affermato Maria Herczog, Presidente di Eurochild, “la crisi finanziaria ha colpito molto duramente le finanze di tutti gli Stati ma i governi nazionali devono permettere ai bambini ed alle loro famiglie di sopportare il peso di questi tagli che sicuramente creeranno problemi ancora più grandi a lungo termine. I bambini e le famiglie devono essere messi al top dell’agenda”.•

Il nostro continente sta attraversando un periodo difficile ma nessuna scelta deve riflettersi negativamente sui minori. È la raccomandazione della rete Eurochild.di Beatrice Gemma, networking officer di Cifa - [email protected]

Crisi europea? Non coinvolga i bambini

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