3A Novità, spunti e soluzioni di processo per il mondo ... · La realizzazione...

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3A Antil Automazioni Applicazioni Novità, spunti e soluzioni di processo per il mondo della lamiera Sicuro e ben illuminato! Piegare con il robot ... ... assolutamente una scelta! Service? Strategico e imprescindibile! Il magazzino tra le punzonatrici Qualità made in Italy Anno 1 - Numero 2 ottobre 2008 www.antil.it

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3AAntil AutomazioniApplicazioni

Novità, spunti e soluzioni di processo per il mondo della lamiera

Sicuro e benilluminato!

Piegare con il robot ... ... assolutamente una scelta!

Service? Strategicoe imprescindibile!

Il magazzino tra le punzonatrici

Qualità made in Italy

Anno 1 - Numero 2ottobre 2008

www.antil.it

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SUBFORNITURA

Piegare con il robot ... assolutamente una scelta!

Wegener Stahlservice produce particolari che pesano da 500 g a 5 t per i quali la precisione è fondamentale,soprattutto per i pezzi di grosse dimensioni.

SERVICE

Service? Strategico e imprescindibile!

Il servizio post vendita costituisce, oggi, la componentestrategicamente più incisiva per quanto riguarda la realesoddisfazione della clientela.

CARPENTERIA DI PRECISIONE

Sicuro e ben illuminato!

La realizzazione dell’illuminazione e delle vie di fuga di galleriecome il Gottardo lungo 17 km e del San Bernardino di 6,6 kmpongono Officine Rigamonti al vertice del settore in Europa.

SUBFORNITURA

Il magazzino tra le punzonatrici

In MI-FRA, il magazzino centrale di stoccaggio haassicurato, fin da subito, risparmio di tempo e aumento diproduzione grazie alla gestione automatica del materiale.

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parlando di

In questo nuovo numero parlano tre nostri clienti, che ringraziamo per la li-bertà con la quale si sono resi disponibili per raccontarsi. Sono tre espe-rienze diverse, una svizzera, una italiana e una tedesca, accomunate dallapassione per il proprio lavoro e dalla capacità di operare scelte importantiche in tutti i tre casi hanno “fatto la differenza” e permesso lo sviluppo po-sitivo di tutte e tre le aziende: sono sicuramente esempi interessanti da co-noscere e con cui paragonarsi, che confortano e stimolano l’intrapresa.

In un tempo come il nostro, nel quale tutti subiamo la tirannia della comunicazionenegativa, anche il nostro mondo industriale non ne è immune: e se è vero che un al-bero che crolla fa più rumore di una foresta che cresce, non per questo dobbiamo ras-segnarci a dover continuamente sentire notizie di disastri o leggere descrizioni di sce-nari dipinti a tinte fosche per il solo fatto che “fanno più rumore”.Sia chi scrive che chi legge, come costruttori, abbiamo il gusto di fare bene, viviamodella soddisfazione di obbiettivi raggiunti, di macchine e pezzi prodotti che servanoa qualcuno: la nostra natura è questa, siamo il contrario dei “venditori di catastrofi”. Abbiamo la responsabilità di raccontare questa posizione umana come un altro pun-to di osservazione rispetto a ciò che accade, raccontando ciò che c’è, perché sia pos-sibile vedere, oltre al negativo, anche il positivo di una costruzione che silenziosamenteprosegue.Non vogliamo così nascondere la testa sotto la sabbia di fronte ai problemi che ci sono(e che affrontiamo e risolviamo ogni giorno per continuare a essere presenti sulmercato), ma ci sorge il dubbio che tra ciò che comunicano i media e la situazione diincertezza dei giorni d’oggi, non si capisca più quale sia la causa e quale l’effetto.Sicuramente una comunicazione più equilibrata permetterebbe non solo di riedu-carci al gusto del bello, ma potrebbe anche dare un contributo di stabilità allo svi-luppo, economico e non.

La causa e l’effettoPaolo ZanellaPresidente di Antil S.p.A.

Numero 2 - 10/2008

Periodicod’informazione a cura diAntil S.p.A. Via della Pace, 2b20098 San GiulianoMilanese (MI) ItalyTel. +39 02.98244688Assistenza 0298497048Fax +39 [email protected]

Progetto e graficaStudio Grafico PageVincenzo De RosaLorenzo Benarrivato www.studipage.it

StampaPirovano Srl, SanGiuliano Milanese (MI)

La riproduzione totale o parziale degli articoli e delle illustrazioni pubblicatisu questo fascicolo non è permessa senza previaautorizzazione.

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Quante volte percorrendo un tun-nel o un traforo si resta affasci-nati dalla magnificenza del-

l’opera costruita dall’uomo. Ci si ritrovaperò a pensare e ragionare soprattuttosulla tecnologia utilizzata per perfora-re la montagna, senza soffermarsi maisugli altri aspetti tecnologici che una mo-derna “galleria” esprime in termini d’il-luminazione, sicurezza e con-trollo. È per esempio scontatoavere in ingresso al tunnel un’il-luminazione maggiore per per-mettere alla pupilla di abituar-si gradatamente al cambio diluminosità, ma non ci si chie-de mai come venga stabilita ladistribuzione delle lampade e,soprattutto, quanto studio suimateriali abbia richiesto ognu-na di queste e quanta tecno-logia e innovazione produttivaesprima.

Garantire la visibilità e la sicurezza di guidaIn passato, purtroppo, è stata la crona-ca a richiamare l’attenzione sull’impor-tanza del lavoro svolto da società comele Officine Rigamonti, azienda svizzeraal vertice europeo nella produzione disistemi d’illuminazione e sicurezza pertunnel e gallerie. “Per garantire la visibi-

lità e la sicurezza di guida durante tuttoil tempo di percorrenza della galleria -spiega Alfredo Rigamonti, direttore del-la società - siamo in grado di fornire unimpianto di allestimento completo com-prendente gli apparecchi illuminanti inacciaio inossidabile con ottiche simme-triche per sorgenti di diversa tipologia,gli armadi e le cellule di soccorso, le co-

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Sicuroe ben illuminato!

Officine Rigamontiè al vertice europeo

nella produzione di sistemi

d’illuminazione e sicurezza per

tunnel e gallerie.

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lonnine di chiamata ed emergenza, gliarmadi di comando e distribuzione, viedi fuga e uscite di sicurezza e sistemi diemergenza incendio. Progettiamo, svi-luppiamo e realizziamo anche il softwa-re impiegato per il controllo degli impiantielettromeccanici quali appunto: illumi-nazione, ventilazione, segnaletica, im-pianti-video, acquedotti, ecc, compre-

so la costruzione e la messa in serviziodell’hardware necessario. Per non par-lare delle righe ottiche, che sono l’ultimo“ritrovato” in fatto di sicurezza del tran-sito in galleria. L’illuminazione medianteLED applicabili sul marciapiede o diret-tamente sulla carreggiata ha, infatti, loscopo di aumentare la direzionalità delpercorso nel tunnel ai conducenti. InSvizzera siamo leader indiscussi, mala realizzazione dell’illuminazione e del-le vie di fuga di gallerie come quelladel Gottardo lunga 17 km e del SanBernardino di 6,6 km sono credenziali ereferenze che ci pongono al vertice delsettore anche nel contesto europeo”.

È l’acciaio inox la chiave di svoltaAttiva nel campo della costruzione e la-vorazione meccanica fin dalla sua fon-dazione, le Officine Rigamonti hannosaputo svilupparsi in maniera decisa

grazie a una direzione dinamica e a unachiara visione del mercato, come ha ap-punto raccontato Silvano Rigamonti, ti-tolare e fondatore della società. “Nel1963, siamo partiti come classica offi-cina meccanica dedita all’asportazioneper poi muoverci verso la lamiera; perdiversi anni queste due identità hannoconvissuto, nonostante l’iniziale pre-ponderanza del truciolo. Con il passa-re del tempo, però, la “fine” della ghi-sa, delle fonderie e dei grandi pezzidagli alti costi ha spostato l’asse dellanostra attività sulla lavorazione della la-miera. Abbiamo iniziato a realizzarecarpenterie e macchine complete, ov-viamente meno solide di un blocco dighisa, ma altrettanto valide dal punto di

In alto. Un robotTwister asserve una pressapiegatrice Colgar.

In Svizzera le Officine Rigamonti sono leader indiscusse, ma la realizzazione

dell’illuminazione e delle vie di fuga di gallerie come il Gottardo lungo 17 km

e del San Bernardino di 6,6 km la pongono al vertice del settore in Europa.

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vista qualitativo e della robustezza e conun costo dimezzato. Alla fine degli anni ’70, però, per diver-sificare gli sbocchi di mercato decisi diaccettare una commessa per la realiz-zazione di armadi SOS che avevano lacaratteristica principale di essere rea-lizzati in acciaio inossidabile. Quello èstato il primo passo per entrare in unmercato completamente diverso daquello delle macchine e cioè il “mondo”degli appalti pubblici e quindi delle gal-lerie. Da quell’esperienza all’arrivare poia produrre sistemi di illuminazione com-pleti il passo è stato breve avendo ma-turato un know how importante sull’im-piego proprio dell’acciaio inossidabileadottato per gli armadi, che garantivaun’ottima resistenza alla corrosione.Decisi quindi di realizzare una nuova ti-pologia di lampada, interamente co-struita in acciaio inox, ottenendo ottimirisultati e un susseguirsi di esperienzee situazioni positive che hanno portatoall’attuale struttura. Oggi il mondo dei tunnel e delle gal-lerie è in pieno fermento tecnologico;tutta l’illuminazione funziona in base asensori che generano impulsi precisia seconda delle rilevazioni, la telege-stione degli impianti di ventilazione èdiventata uno standard, così come lodiventeranno le righe ottiche a cui fa-ceva riferimento Alfredo. Fornire im-

completa di attrezzature per galleria inmodo da offrire il migliore prodotto pos-sibile. Ma ogni tunnel o galleria offre co-munque problematiche sempre nuovee spunti diversi l’uno dall’altro. Il picco-lo dettaglio può diventare il più grandeproblema, ragion per cui occorre unacontinua sperimentazione e innovazio-ne fatta in laboratorio ma soprattutto sulcampo per migliorare il prodotto che, tral’altro, invecchia più rapidamente ri-spetto al passato e questo comportaancor più la necessità di mettere a pun-to delle novità e creare un prodotto mi-gliore”.

Dal robot di piega dipende la qualità finaleL’innovativa organizzazione produttivadello stabilimento Rigamonti a Contone,nei pressi di Bellinzona, rispecchia a pie-no la forte vocazione tecnologica del-l’azienda che ha fatto dell’avanguardiadei macchinari e dell’automatizzazionedi processo i cardini dell’attività: è cosìpossibile mantenere parallelamente atti-va sia la realizzazione di macchine di im-ballaggio che la carpenteria conto terzi.La produzione deve approvvigionare erifornire entrambe le attività nonostantesia l’illuminazione ad assorbire la partepreponderante delle risorse e a solleci-tare i maggiori investimenti. Lo testimo-nia il parco macchine installato in officinain cui all’imponente FMS di asportazionesi “contrappongono” un’isola robotizza-ta di saldatura, una cella automatica ditaglio laser e due isole robotizzate di pie-gatura in cui un robot cartesiano APR120e un Twister, entrambi ANTIL, asservonorispettivamente una piegatrice Hämmerlee una Colgar di più piccole dimensioni. “Qualsiasi tunnel o galleria è un am-biente ostile in cui guarnizioni e giun-zioni subiscono il deterioramento mag-giore” spiega ancora il signor Alfredo.“Per questa ragione, nell’ottica del co-stante processo di miglioramento e ot-timizzazione, abbiamo sperimentato estabilito che la saldatura robotizzata sen-za filo d’apporto fosse la tecnologia digiunzione che assicurava le migliori per-formance in termini di tenuta e resi-stenza delle lampade, ma anche dalpunto di vista estetico grazie al giunto

Silvano (a destra) eAlfredo Rigamonti,rispettivamentefondatore edirettore delleOfficine Rigamonti.

Ogni lampada,armadio ocolonnina diemergenza prodottoda Rigamonti è ilrisultato di unimportante lavorodi ricerca sullemetodologied’illuminazione maanche sui materialiimpiegati.

pianti d’illuminazione comple-ti significa quindi essere re-sponsabili anche del funzio-namento dell’impianto e dellagestione del sistema in casodi incendio o incidente: tuttociò implica la continua ricercae messa a punto di soluzioniinnovative e affidabili a ogni li-

vello del sistema”. Ogni lampada, armadio o colonnina diemergenza prodotto da Rigamonti è, in-fatti, il risultato di un importante lavorodi ricerca sulle metodologie d’illumina-zione ma anche, e forse soprattutto suimateriali impiegati per produrre ogni sin-golo componente. Smog, inquinamen-to, umidità e quant’altro venga prodot-to dal traffico che percorre la galleriasono infatti acerrimi nemici di qualsiasimetallo o materiale. “Oggi, vantiamo unbagaglio di esperienze e conoscenzeinvidiabile - spiega Alfredo Rigamonti- che ci permette di avere una campio-natura di soggetti in galleria ampia e

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quasi invisibile. Ma la saldatura robo-tizzata è la cartina tornasole delle fasi dilavorazione a monte poiché il robot sal-da bene e in modo preciso solo se ilpezzo è stato tagliato prima, e piegatopoi, in modo ottimale, assicurando unpreciso accostamento dei lembi da uni-re. La caratteristica che abbiamo fin dasubito potuto apprezzare dell’APR 120,una volta installato, è stata quindi l’as-soluta precisione di piega, ereditata daltaglio laser, ma mantenuta e messa alservizio della saldatura robotizzata”.

Automatizzare i piccoli lottiLa filosofia produttiva improntata sul-l’automatizzazione di processo, soprat-tutto nelle fasi e operazione di impor-tanza strategica per il proprio prodotto,testimoniano un intuito e una capacitàimprenditoriale arguta e lungimirante daparte della famiglia Rigamonti, che il si-gnor Silvano ha saputo trasferire al figlioAlfredo. Una lungimiranza testimoniatasoprattutto dal modo atipico con cuisfruttano a pieno le potenzialità dei pro-pri impianti automatici. “Spesso all’automazione si associano igrandi numeri - spiega il signor Silvano

- e quando siamo partiti abbiamo pen-sato di strutturare la produzione per pro-durre grossi lotti. Una delle nostre pe-culiarità è però la flessibilità con cuiapprocciamo un mercato che per suanatura richiede questa caratteristica. Potrà sembrare strano ma nelle galle-rie, almeno qui in Svizzera, sono rari icasi in cui abbiamo fornito due volte lostesso prodotto. Ogni volta c’è una pic-cola differenza, un piccolo dettaglio damodificare. Per questa ragione, stipu-liamo tanti piccoli contratti, meglio retri-buiti, nei quali grazie alla nostra capa-cità di personalizzare la produzione e iprodotti abbiamo una concorrenza mi-nima. Abbiamo scelto di non creare unastruttura rigida, “affamata” di grandi nu-meri, tenendo conto del fatto che noi sia-mo bravi e vincenti sui “piccoli” lotti diprodotti che potremmo definire comerealizzati “ad hoc”. Abbiamo quindi sna-turato i concetti classici dell’automatiz-zazione, utilizzando i robot anche per“piccole” quantità soprattutto nel cam-po della piegatura lamiera. Con una pro-grammazione adeguata, le macchineriescono a fare quello che gli si chiedee in questo contesto il robot ANTIL è si-

curamente uno strumento estrema-mente valido, non solo per qualità di pie-ga e affidabilità, ma anche per facilità evelocità di programmazione”. Oggi, in Rigamonti, l’automazione è alservizio della singola commessa e nondel magazzino come l’elevato livello diautomatizzazione in officina potrebbe farpensare. Viene quindi tagliato, piegato esaldato il numero di pezzi e componentinecessari alla fornitura di ogni singolo pro-getto, non uno di più e non uno di meno.Ed è in questa’ottica che è stata di recenteinstallata la seconda isola di piegaturaAntil in cui il robot Twister permette la ro-botizzazione della piegatura di parti pic-cole, potendo lavorare particolari fino a1.000 x 1.000 mm: con Twister e APR120possiamo completare le commesse pie-gando in contemporanea e con la stes-sa qualità. “Oggi siamo in grado di gio-strarci la produzione a piacimento”sottolinea Alfredo Rigamonti. “Anche se,come detto, privilegiamo le commessemedio piccole, siamo comunque struttu-rati per rispondere in modo pronto ed ef-ficiente anche a un’eventuale commes-sa da 10.000 lampade, stile Galleria delGottardo”. �

APR120 asserve una piegatriceHämmerle.

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MI-FRA opera nel campo dellacarpenteria metallica lavoran-do circa 200 t al mese di la-

miere sottili da 0,5 a 6 mm di spessore.Forte della più che ventennale esperien-za maturata nell’ambito della lavorazioneconto terzi, l’azienda vanta oggi un im-portante know how nel campo della rea-lizzazione di carpenterie per quadri elet-trici e di box contenitivi per trasformatorielettrici che studia e realizza secondo lespecifiche esigenze del committente findalla fase di progettazione. “Nel corsodegli anni, la produzione di cabine e qua-dri elettrici è cresciuta notevolmente finoa diventare la parte preponderante dellanostra attività” racconta il signor Mirandi,uno dei soci fondatori dell’azienda insie-me al signor Franceschini da cui l’acro-nimo MI-FRA. “Circa il 60% della produ-zione, oggi, è destinato a questo settore.Abbiamo brevettato una serie di prodot-ti modulari, concepiti per risolvere le cre-scenti esigenze di qualità, versatilità e ra-pidità, tenendo in considerazione anchele problematiche di montaggio. Si tratta,infatti, di una serie di armadi e cabine

modulari per apparecchiature elettriche,predisposti per le più svariate esigenzeche di volta in volta combiniamo e com-pletiamo a seconda del caso specifico.Con il solo programma di prodotti stan-dard possiamo ottenere più di quattro-cento composizioni modulari senza do-ver progettare. Non siamo dei meri esecutori, ma dei verie propri partner tecnologici. Non ci limi-tiamo a fornire i particolari delle cabine odei quadri ma il nostro operato inizia findalla loro progettazione: a volte le unichespecifiche del cliente sono le dimensio-ni del trasformatore da inserire nella ca-bina e il luogo dove andrà installata.Generalmente si tratta di carpenterie rea-lizzate in acciaio pre-zincato laminato afreddo che, prevalentemente pieghiamoe punzoniamo”.

Sono le punzonatrici le regine dell’officinaEntrando nell’officina della MI-FRA, ciòche colpisce è il folto numero di punzo-natrici a controllo numerico installate(ben cinque) che, tuttora, costituiscono

il cuore tecnologico della produzione.“Contrariamente ad altre realtà di sub-fornitura simili alla nostra - racconta il si-gnor Franceschini - in cui il taglio laserha ormai preso il sopravvento, per noila punzonatrice costituisce tuttora unamacchina fondamentale, in virtù dellanostra specializzazione. Ogni cabina,infatti, deve consentire al trasformatoreelettrico posto all’interno di pescare dal-l’esterno aria fredda da miscelare conquella riscaldata durante il suo funzio-namento. Per questa ragione, a seconda del gra-do di protezione richiesto dall’applica-zione, molti dei pannelli costituenti la ca-bina o l’armadio presentano dellealettature, delle asolature o delle qua-drottature che costituiscono il lavoro ti-pico per cui le punzonatrici sono deci-samente più performanti del taglio laser.È comunque indiscutibile la validità del-la tecnica di taglio laser, utilizzata ancheda noi grazie a un impianto altamente

tra le punzonatrici

I signori Mirandi eFranceschini, socifondatori della MI-FRA, assieme ai figliGermano, Alberto eSimone anch’essientrati a far partedella società.

SUBFO

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Il magazzino

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performante con cui realizziamo il restante40% della produzione. Lavorando a commessa, con grossiquantitativi di lamiera processati, le pro-blematiche maggiori in officina erano le-gate alla gestione e all’approvvigiona-mento dei materiali. A ciò è stato postorimedio installando nell’officina in posi-zione centrale un magazzino automaticoANTIL modello AWS 3x1,5 con più di 100locazoni ognuna con portata di 30 q perlo stoccaggio delle lamiere e dei semila-vorati. Fin da subito i vantaggi sono statimolteplici: il risparmio in tempo utilizzan-do il magazzino lamiera per lo stoccag-gio, l’aumento di produzione ottenuto gra-

zie alla gestione automatica del materia-le piuttosto che tramite operatore (chesi è potuto dedicare ad altro), la certez-za di aver a disposizione tutto il materia-le per evadere la commessa, la possi-bilità data all’ufficio acquisti di deciderequando e quanto materiale acquistare(visto i costi della materia prima). Inoltre,con ANTIL stiamo già valutando un am-pliamento delle torri che porterà a circaun raddoppio delle locazioni, grazie allapredisposizione sia meccanica che soft-ware del sistema”.

I pannelli grandi li piega il robotUn’altra particolarità dell’attività della

MI-FRA riguarda l’uso di un ro-bot cartesiano di piegatura AN-TIL APR120 che l’azienda ha in-stallato per automatizzare lapiegatura dei grossi pannelli.“La misura standard delle fian-cate delle cabine elettriche è di1.250 x 2.000 mm” spiega il si-

gnor Mirandi. “Una dimensiona mini-ma che ci obbligava a piegare i pan-nelli con due operatori per avere unbuon risultato di piega. Per questa ragione abbiamo pensato dirobotizzare la piegatura di questi pezzi edi particolari di dimensioni fino a 3 m conun sistema dedicato e affidabile che cipermettesse di lavorare anche in modonon presidiato. Attualmente, non stiamosfruttando al 100% le potenzialità dell’isoladi piegatura poiché, nonostante il nutri-to numero di presse piegatrici installate,abbiamo la necessità di utilizzare la pie-gatrice integrata in modo manuale du-rante il diurno settimanale per realizzarecampionature, concentrando la piegatu-ra automatica non presidiata durante lanotte e nel week end. L’imminente arrivo di una nuova piegatri-ce dovrebbe però risolvere la situazio-ne e spalancare le porte a un utilizzo ot-timale dell’isola di piegatura nell’arcodell’intera settimana”. �

Una vista delmagazzino centraledi stoccaggio dellelamiere e deisemilavoratirealizzato da ANTIL.Sopra una dellecinque punzonatriciche costituiscono ilcuore produttivodella MI-FRA.

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SERV

ICE

Per l’utilizzatore di un impianto adalto contenuto tecnologico in unprocesso produttivo dove qualità

e tempistica sono obiettivi primari, un ser-vizio post vendita efficiente è una priori-tà imprescindibile. Il cosiddetto Serviceè, infatti, la componente strategicamen-te più incisiva per quanto riguarda la sod-disfazione reale dei clienti. In Antil, “l’Assistenza” è diventata neglianni un vero e proprio partner del clien-te capace non solo di risolvere tempesti-vamente problematiche tecniche, ma an-che di generare consulenze per quantoconcerne l’ottimizzazione della produt-tività e l’integrazione dell’impianto all’in-terno del ciclo produttivo aziendale.

Formati per una visione globaleIl tecnico dell’assistenza Antil accom-pagna il cliente, fin da prima della messain servizio dell’impianto, mettendo a sua

tità di “automazioni” realizzate da Antil, èfacile rendersi conto di come sia stato na-turale accumulare e consolidare espe-rienze applicative nel settore lamiera e nonsolo, permettendo a ogni tecnico diAssistenza di avere una visione “globale”rispetto ai processi automatici. L’automatizzazione di processi come lapiegatura, il taglio laser, la punzonatura, lacesoiatura, la satinatura, l’avvitatura e larealizzazione di magazzini automatici haobbligato alla comprensione e alla cono-scenza di svariate macchine primarie age-volando naturalmente la crescita dello skillmedio del personale Antil.

Una squadra di 21 personeAttualmente il Service Antil è composto da8 tecnici operativi sull’intero territorio na-zionale ed Europeo di cui 2 prevalente-mente nel settore taglio lamiera, 2 nel cam-po della “piega” e 4 all round, ossia capacidi rispondere a qualunque esigenza suqualsiasi impianto. Il responsabile del re-parto, coadiuvato da tre collaboratori, chegestiscono l’assistenza telefonica, i ri-cambi, la pianificazione delle installazionie delle assistenze e il relativo rapportocommerciale con la clientela. Al repartoassistenza sono integrate 3 squadre di in-

Strategico e imprescindibile!Service?

disposizioneun’elevata e spe-cializzata esperienza nelsettore. Secondo la filoso-fia Antil, ogni conoscenza spe-cifica deve essere compresa nelcontesto ove viene applicata per per-mettere al tecnico di rispondere in modocompleto ed esauriente alle molteplicidomande e problematiche sottoposte dalcliente.È per questo motivo che, man mano chela gamma di prodotti Antil si è sviluppataed evoluta, l’organico dell’Assistenza èstato formato e guidato verso una spe-cializzazione verificata con esperienze im-portanti su tutte le tipologie di impianti ap-plicati nei diversi settori. Ciò ha permessodi maturare un know how a 360 gradi nel-l’ambito della movimentazione e della ma-nipolazione di lamiere. Se andiamo ad analizzare l’enorme quan-

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ope-ratori realiz-zano con il tecni-co la programmazione deipropri pezzi e imparano ad affrontare leproblematiche reali anziché presunte. Èormai noto che solo il 20% delle nozionitrasmesse oralmente vengono acquisite

stallatori che operano nella fase imme-diatamente successiva alla consegna del-la macchina per tutte le attività tecnichedi natura elettro-meccanica: restanoescluse le sole attività relative al softwa-re di base. Volendo riassumere, c’è unasquadra di 21 persone interamente de-dicata al customer care, che hanno comeobiettivo primario quello dell’attenzioneal cliente, ovvero accompagnare con pro-fessionalità e attenzione chi compra e uti-lizza impianti Antil.

Gli impianti programmabili ….Gli impianti di piegatura Antil sono “pro-grammabili” da parte del cliente; questacaratteristica, indispensabile per la fles-sibilità della produzione, impone una ge-stione differente rispetto a qualsiasi al-tro impianto Antil non programmabile. Allaluce di questa realtà, si è sviluppato unapproccio differente tra i due tipi di im-pianti. Una regola fondamentale per rag-giungere il risultato desiderato da un’in-stallazione di automazione è pre-vedere.Prima dell’installazione di un impianto,viene effettuata una visita tecnica pre-ventiva per determinare con il cliente illay-out più congruo all’applicazione e alleesigenze, la logistica dell’installazione e,in generale, per avere un primo contattocon la realtà produttiva da automatizza-re. Il tecnico analizza insieme al clientel’applicazione specifica da rendere auto-matica (per esempio i pezzi da pie-gare) per pianificare l’organizza-zione e la logistica dell’officina eottimizzare i tempi di start-up. Le installazioni si dividono in duefasi: installazione meccanica e in-terfacciamento con la macchinaprimaria, a opera della squadra di in-stallatori, e successivamente lo start-up e training da parte del tecnico assi-stenza. Durante il periodo di formazionevengono trasferite tutte le informazioninecessarie a un utilizzo autonomo del-l’impianto. Negli anni, è maturata la con-sapevolezza che questa è la fase decisi-va per la produttività dell’impianto.L’istruzione del personale è teorica e pra-tica ma la maggior parte del tempo è uti-lizzato per fare acquisire esperienza. Gli

mentre nel caso delle esperienze prati-che la percentuale sale all’80%. Al termi-ne della formazione del personale, il tec-nico assume a tutti gli effetti la funzionedel “tutor” il quale accompagnerà nel bre-ve e medio periodo gli operatori nell’ap-prendimento di quei “segreti” e di quelle“regole” che ogni impianto di piegaturaautomatico possiede.

… e quelli non programmabiliPer gli impianti non programmabili la fasedi training è molto più breve, proprio per-ché il ciclo macchina non è modificabileda parte dell’utilizzatore e la figura del tu-tor si limita ad assistere il cliente nella so-luzione di problemi tecnici.Per tutti gli impianti è prevista una manu-tenzione ordinaria volta a prevenire fermimacchina, scadenzata dallo stesso con-trollore del robot, che obbliga il cliente aeseguire una serie di controlli e manu-tenzioni preventive per mantenere a un li-vello ottimale lo stato della macchina.La voluta semplicità realizzativa degli

impianti Antil e la formazione im-partita dai tecnici durante il trai-

ning agli utilizzatori dell’im-pianto permette al clientestesso di eseguire diretta-mente la manutenzione or-dinaria, svincolando daquesto onere, mai tenuto in

considerazione nei budget.Per i clienti che preferiscono co-

munque esternalizzare anche l’attivi-tà di manutenzione ordinaria, il ServiceAntil mette a disposizione la possibilitàdi stipulare contratti di assistenza se-condo diverse modalità. �

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In Germania, associare al nome“Wegener” la parola “Terzista” è quan-to mai riduttivo. Per storia, professio-

nalità, tecnologia e capacità imprendi-toriale Wegener Stahlservice è, infatti, ilprototipo per eccellenza dell’aziendaspecializzata nella lavorazione contoterzi della lamiera e del tubo metallico.Una specializzazione che la vede im-pegnata in ogni ambito e settore dellasubfornitura di carpenteria metallica dimedie e grosse dimensioni e, soprat-tutto, di peso rilevante, con particolareriferimento alla realizzazione di struttu-re per veicoli commerciali, gru e mac-chine agricole.

Esperti di processo Una specializzazione e caratterizza-zione che parte da lontano, già dal1962 quando il padre di Hermann

Wegener, attuale titolare (in azienda dal1971), crea una realtà imprenditorialededita alla vendita e all’assistenza del-le macchine agricole, in virtù della for-te vocazione rurale della zona in cuisi trova e dell’elevato numero di fatto-rie presenti. Ma è il 1980 l’anno fondamentale nel-la storia della Wegener Stahlservice. L’agricoltura segna il passo, le fattoriesono sempre meno e, casualmente,arriva in azienda una richiesta per laproduzione di contenitori metallici perufficio che Wegener realizza assem-blando lamiere e profilati metallici di-sponibili in commercio. Un fatto “ca-suale”, come lo ha appunto definito ilsignor Hermann, rilevatosi poi deter-minante per il futuro dell’azienda cheda quel momento muta radicalmentela propria mission.

Piegare con il robot … SU

BFO

RNIT

URA

… assolutamente una

scelta!

Hermann Wegener, Direttore Generale della WegenerStahlservice.

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La decisione di non reperire più sulmercato i profilati commerciali ma diiniziare a produrli internamente, portainfatti Wegener a compiere importantiinvestimenti in tecnologia per dedicar-si alla produzione di profili conto terzi,

per lo più impiegati nella realizzazionedi telai e strutture metalliche per veicolicommerciali. È proprio in questo fran-gente che l’azienda “esplode” Il signorHermann intuisce la necessità di ridurrei pesi delle strutture dei rimorchi e, pri-

ma di altri, intravede nell’avanguardiatecnologica l’unica strada per conte-nere i costi di produzione. “La possibilità di poter acquistare ma-terie prime con una qualità maggioree la disponibilità di tecnologie produt-tive più moderne e affidabili - raccon-ta, infatti, il signor Hermann - ha sug-gerito il passaggio dai profili estrusi aquelli piegati. Per noi ciò ha richiesto l’acquisto di duemacchine innovative, che potesseroconsentirci la lavorazione di pezzi di di-mensioni maggiori. Raramente pro-gettiamo per conto dei nostri clienti, mada sempre ne ottimizziamo i progetti,suggerendo le modifiche più logiche eopportune, soprattutto dal punto di vi-sta della fattibilità. Siamo degli esper-ti di processo e ogni operatore è spe-cializzato, conosce bene il proprio

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lavoro e la propria macchina per poteravere la massima efficienza; anche ilmanagement conosce bene sia i pro-cessi produttivi che le macchine, perpoter gestire al meglio e velocementele richieste del mercato ed eventualipicchi improvvisi di lavoro. Abbiamo quindi un’organizzazionepiuttosto snella nella quale il manage-ment, è molto vicino all’officina e allesue problematiche: grazie a questa im-postazione, possiamo essere estre-mamente reattivi rispetto al mercato”.

Manager del proprio lavoroStiamo ormai già parlando dellaWegener Stahlservice dei giorni nostri,vero e proprio concentrato di profes-sionalità, competenza e tecnologia aogni livello. Una “macchina produttiva”da 4.000 tonnellate di materiale lavora-to al mese che ha nel continuo aggior-

namento del parco installato una dellesue prerogative di successo. “Produciamo particolari che pesano da500 g a 5 t per cui la precisione è fon-damentale, soprattutto per i pezzi digrosse dimensioni” racconta il signorHermann. “Errori nella realizzazione diquesti prodotti causerebbero perdite si-gnificative, nell’ordine di migliaia di europer un singolo pezzo. Per ridurre la pos-sibilità di errore, non basta l’alta profes-sionalità e competenza dei nostri ope-ratori, occorre garantire le miglioricondizioni operative per poter raggiun-gere la massima qualità. Bisogna averele persone giuste al posto giusto, e for-nire loro i migliori strumenti produttivi.Non è un caso che molti degli impiantiinstallati in officina siano automatizzati.L’operatore stesso diventa manager delproprio lavoro e non un semplice “ma-novale” che asserve la macchina.

Qualità e produttività sono aumentate parecchioL’automazione è uno dei temi cari aHermann Wegener anche se le primeinstallazioni risalgono “solo” a sei annifa. Ma la consapevolezza che automa-tizzare sia una scelta importante e fon-damentale per lo sviluppo dell’azien-da risale a dieci anni prima, quando Mr.Wegener inizia a valutare in quali ambi-

Presso WegenerStahlservice sonoattive tre isolerobotizzate dipiegatura ANTIL.

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ti produttivi sia meglio intervenire e conquali soluzioni. “Già nel 1993 con unadelle prime cesoie a ghigliottina, quellada 15 m, abbiamo previsto un carica-tore per asservire la macchina” raccontaWegener. “Ma oltre a quella esperien-za, unitamente ad altri automatismi cheabbiamo installato sugli impianti in offi-cina, ciò che ci certifica come fervidi so-stenitori dell’automatizzazione di pro-cesso sono le tre isole robotizzate dipiegatura Antil”. Stiamo parlando di due robot carte-siani Antil APR 120/8 e di un APR 50/8installati dall’azienda tra il 2005 e loscorso anno. I lotti di produzione au-mentavano ma allo stesso tempo i co-sti dovevano scendere poiché il com-mittente con i grandi lotti richiedeva ilprezzo più basso: Wegener, invece diaprire un’altra ditta all’est per averemano d’opera a basso costo, ha scel-to di puntare fortemente sulla robotiz-zazione. “Se si vuole continuare a produrre inEuropa occidentale, e noi lo vogliamo,occorre reagire e combattere la manod’opera a basso costo con la tecnolo-gia e la professionalità: occorre utiliz-zare sempre più i robot, soprattutto inquegli ambiti e per quelle lavorazioni incui lo stato dell’arte della tecnologia e ifornitori presenti sul mercato hanno rag-giunto un livello di affidabilità assoluto,come nel caso della piegatura robotiz-zata. Se si ha la voglia e la capacità disondare bene la “proposta” presentesul mercato, valutando pregi e difettidi ogni soluzione per arrivare a scegliereil meglio, il successo è assicurato.Questo è stato il criterio con cui abbia-mo scelto Antil, e i tre APR acquistati einstallati nell’arco di tre anni testimonia-no il successo dell’operazione.Inizialmente ho scelto Antil perché nonvolevo un robot a cui bisognava “inse-gnare a piegare” ma volevo piuttosto un“sistema operativo flessibile” da colle-gare alla mia piegatrice. Diventato uti-lizzatore, ho scoperto con grande sod-disfazione che la produttività especialmente la qualità sono aumenta-te parecchio. Il robot non ha cali di per-formance e questo si traduce in mag-gior flessibilità produttiva; si può

incrementare fino a 24 h al giorno op-pure spegnere quando non serve. Tral’altro, “le macchine si danneggiano esi riparano, l’uomo no” dice sorriden-do Wegener: “ciò significa produttivitàcostante e sicurezza totale per l’ope-ratore”.

Grossi formati: nettoincremento di produttività“In precedenza, piegavamo sia pez-zi con dimensioni tali da richiedere unsolo operatore, ma anche e soprattut-to pezzi che necessitavano di due oanche tre addetti, spesso assistiti damezzi di sollevamento come gru o pa-ranchi dedicati” racconta ancora Mr.Hermann. “In questo contesto, se siconsiderano i pezzi di piccole dimen-sioni la produttività di oggi è di poco

superiore al passato ma per i pezzi digrosse dimensioni e di pesi elevati l’in-cremento risulta davvero considere-vole. Ciò però non significa che inWegener Stahlservice gli APR sonodedicati alla sola piegatura dei gros-si formati e dei pezzi pesanti; una vol-ta scelto di “sposare” la filosofia dellapiegatura robotizzata, sarebbe un con-trosenso tornare indietro e piegare il“piccolo” a mano. È assolutamenteuna scelta. In primo luogo, perché laqualità e la ripetitività sono comunquemigliori e inoltre si può destinare l’uo-

mo a lavori più soddisfacenti per lui epiù remunerativi per l’azienda. Quelloche stiamo facendo con i robot è solol’inizio; molte delle loro potenzialitàsono ancora da “scoprire” e le possi-bilità di crescita sia a livello operativoche progettuale, per sfruttarne a pie-no le capacità, sono enormi. L’APR è oggi un prodotto maturo, maanche Antil, da parte sua, deve con-tinuare a migliorarlo nell’ottica di arri-vare ad avere tempi di programma-zione e di set up sempre più bassi.Sogno poi un robot in grado di misu-rare anche i pezzi, oltre che piegarli,per arrivare al cosiddetto “lotto 1”. Perora, però, mi accontenterei anche diun impianto robotizzato in grado di pie-gare lotti da 10 pezzi in modo ancorpiù conveniente”. �

La signoraWegener, svolge il ruolo di DirettoreAmministrativo della WegenerStahlservice.

WegenerStahlserviceproduce particolariche pesano da 500 g a 5 t per i quali la precisione èfondamentale,soprattutto per ipezzi di grossedimensioni.

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www.antil.it

uno dei 1492 pezzi con cui facciamo ASPS

ASPS: scarico del pezzo singolo per macchine di taglio laser

Hall 15 - Stand B34

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complete solutions for automation

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