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38 12/06 NORMATIVA ELETTRIFICAZIONE L’ edizione 2006 della Norma CEI EN 60204-1: “Sicurezza del macchinario. Equipaggiamento elettrico delle macchi- ne. Parte 1: Regole generali”, è la quarta che si sussegue nel tempo su questo argomento (1) . Essa comprende alcune importanti novità ed è di queste che s’intende qui trattare, tralasciando la miriade di altre piccole variazioni testuali. Ogni argomento viene accompagnato con l’in- dicazione degli articoli e dei paragrafi in cui viene trattato dalla Norma. DEFINIZIONE DI PERICOLO La Norma approfondisce la definizione di peri- colo (art. 3.28), allineandola a quella già presen- te in altri testi normativi armonizzati. Il pericolo è una fonte potenziale di danni per l’integrità psicofisica e la salute delle persone. Nell’ambito di una macchina può essere presen- te in permanenza, per via ad esempio di un’e- levata emissione di rumore, oppure può verifi- carsi inaspettatamente, per esempio in seguito ad un guasto a massa o alla difettosità funziona- le di un componente. Per la qualificazione del pericolo ci si può rife- rire alla fonte da cui esso deriva; per esempio, si può dire “pericolo elettrico”, oppure ci si può riferire alla natura del danno potenziale, definen- dolo “pericolo di elettrocuzione”. Situazioni pericolose Nell’elencazione delle situazioni pericolose imputabili all’equipaggiamento elettrico (art. 4.1), quella inerente i disturbi sonori, piuttosto rara, è stata sostituita dalle “temperature superficiali suscettibili di provocare lesioni”. VALUTAZIONE DEI RISCHI Recita testualmente l’articolo 4.2.2, di nuova intro- duzione nella Norma, che: “L’equipaggiamento elettrico della macchina deve soddisfare le prescri- zioni di sicurezza identificate dalla valutazione del rischio della macchina”. In questo senso la Norma generale sugli equipag- giamenti si allinea all’esigenza progettuale, det- tata dalla Direttiva Macchine, di procedere innan- zi tutto alla valutazione dei rischi della macchi- na nel suo insieme. L’equipaggiamento, in quanto parte essenziale dell’intero manufatto, dovrà: a) essere sicuro, in relazione ai rischi di elettro- cuzione che da esso possono derivare; b) contribuire a che il funzionamento delle va- rie parti di macchina sia tale da garantire il più possibile l’abbattimento dei rischi residui de- stinati a gravare sugli utilizzatori. La Norma CEI EN 60204-1 ha lo scopo di assol- vere a entrambe le funzioni. Grazie alla risoluzione “Nuovo Approccio” (2) , l’osservanza delle prescrizioni contenute nella Norma garantisce la conformità ai requisiti essen- ziali di sicurezza riportati nell’Allegato I della Direttiva Macchine, limitatamente ai punti elen- cati nell’Allegato ZZ della Norma. Ma la faccenda, per progettisti, esecutori e veri- ficatori, non si risolve in modo così automatico. La professionalità di ognuno di essi deve essere tale da garantire una visione dell’equipaggiamen- to elettrico integrata nell’insieme variegato delle esigenze espresse dalla macchina, le quali si evi- denziano grazie, appunto, all’analisi dei rischi, condotta in ottemperanza alla Norma UNI EN 1050: “Sicurezza del macchinario. Principi per la valutazione del rischio”. La Norma CEI EN 60204-1, pur se assai articola- ta, riporta regole di carattere generale. Non è raro il caso in cui queste debbano essere adattate, sem- pre in ottemperanza ai principi di buona tecni- ca, per rispettare, ad esempio, le prescrizioni det- tate dalla Norma tecnica armonizzata di tipo “C”, relativa al genere specifico di macchina di cui l’e- quipaggiamento elettrico diverrà parte. Di tali esigenze, scelte, adozioni, adattamenti o altro il progettista deve offrire ampia documen- tazione nell’ambito del Fascicolo Tecnico della macchina, con puntuali riferimenti agli articoli e ai paragrafi della CEI EN 60204-1 e delle altre Norme applicabili. Un’analisi critica delle novità di rilievo contenute nella quarta edizione della Norma CEI EN 60204-1, relativa all’equipaggiamento elettrico delle macchine LA NUOVA EDIZIONE DELLA NORMA CEI EN 60204-1 di Enrico Grassani

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L’ edizione 2006 della Norma CEI EN60204-1: “Sicurezza del macchinario.Equipaggiamento elettrico delle macchi-

ne. Parte 1: Regole generali”, è la quarta che sisussegue nel tempo su questo argomento(1).Essa comprende alcune importanti novità ed èdi queste che s’intende qui trattare, tralasciandola miriade di altre piccole variazioni testuali.Ogni argomento viene accompagnato con l’in-dicazione degli articoli e dei paragrafi in cuiviene trattato dalla Norma.

DEFINIZIONE DI PERICOLOLa Norma approfondisce la definizione di peri-colo (art. 3.28), allineandola a quella già presen-te in altri testi normativi armonizzati.Il pericolo è una fonte potenziale di danni perl’integrità psicofisica e la salute delle persone.Nell’ambito di una macchina può essere presen-te in permanenza, per via ad esempio di un’e-levata emissione di rumore, oppure può verifi-carsi inaspettatamente, per esempio in seguitoad un guasto a massa o alla difettosità funziona-le di un componente.Per la qualificazione del pericolo ci si può rife-rire alla fonte da cui esso deriva; per esempio, sipuò dire “pericolo elettrico”, oppure ci si puòriferire alla natura del danno potenziale, definen-dolo “pericolo di elettrocuzione”.

Situazioni pericoloseNell’elencazione delle situazioni pericoloseimputabili all’equipaggiamento elettrico (art. 4.1),quella inerente i disturbi sonori, piuttosto rara, èstata sostituita dalle “temperature superficialisuscettibili di provocare lesioni”.

VALUTAZIONE DEI RISCHIRecita testualmente l’articolo 4.2.2, di nuova intro-duzione nella Norma, che: “L’equipaggiamentoelettrico della macchina deve soddisfare le prescri-zioni di sicurezza identificate dalla valutazione delrischio della macchina”.In questo senso la Norma generale sugli equipag-

giamenti si allinea all’esigenza progettuale, det-tata dalla Direttiva Macchine, di procedere innan-zi tutto alla valutazione dei rischi della macchi-na nel suo insieme.L’equipaggiamento, in quanto parte essenzialedell’intero manufatto, dovrà:a) essere sicuro, in relazione ai rischi di elettro-

cuzione che da esso possono derivare;b) contribuire a che il funzionamento delle va-

rie parti di macchina sia tale da garantire il piùpossibile l’abbattimento dei rischi residui de-stinati a gravare sugli utilizzatori.

La Norma CEI EN 60204-1 ha lo scopo di assol-vere a entrambe le funzioni.Grazie alla risoluzione “Nuovo Approccio”(2),l’osservanza delle prescrizioni contenute nellaNorma garantisce la conformità ai requisiti essen-ziali di sicurezza riportati nell’Allegato I dellaDirettiva Macchine, limitatamente ai punti elen-cati nell’Allegato ZZ della Norma.Ma la faccenda, per progettisti, esecutori e veri-ficatori, non si risolve in modo così automatico.La professionalità di ognuno di essi deve esseretale da garantire una visione dell’equipaggiamen-to elettrico integrata nell’insieme variegato delleesigenze espresse dalla macchina, le quali si evi-denziano grazie, appunto, all’analisi dei rischi,condotta in ottemperanza alla Norma UNI EN1050: “Sicurezza del macchinario. Principi perla valutazione del rischio”.La Norma CEI EN 60204-1, pur se assai articola-ta, riporta regole di carattere generale. Non è raroil caso in cui queste debbano essere adattate, sem-pre in ottemperanza ai principi di buona tecni-ca, per rispettare, ad esempio, le prescrizioni det-tate dalla Norma tecnica armonizzata di tipo “C”,relativa al genere specifico di macchina di cui l’e-quipaggiamento elettrico diverrà parte.Di tali esigenze, scelte, adozioni, adattamenti oaltro il progettista deve offrire ampia documen-tazione nell’ambito del Fascicolo Tecnico dellamacchina, con puntuali riferimenti agli articoli eai paragrafi della CEI EN 60204-1 e delle altreNorme applicabili.

Un’analisi critica delle novità di rilievo contenutenella quarta edizione della Norma CEI EN 60204-1,relativa all’equipaggiamento elettrico delle macchine

LA NUOVA EDIZIONEDELLA NORMACEI EN 60204-1di Enrico Grassani

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Per un aiuto, anche se minimo, alla “navigazio-ne” tra le varie Norme applicabili, purché in qual-che modo connesse all’equipaggiamento elettri-co, l’Allegato F della Norma CEI EN 60204-1riporta, per ognuno dei principali argomenti trat-tati, l’indicazione di altre Norme rilevanti che trat-tano lo stesso tema.Nel medesimo Allegato, la Norma asserisce cheun tecnico professionalmente preparato per laprogettazione dell’equipaggiamento elettrico diuna macchina deve disporre di un’esperienza taleda consentirgli di:a) eseguire la necessaria valutazione dei rischi

sulla macchina;b) leggere e comprendere tutte le prescrizioni del-

la Norma CEI EN 60204-1;c) scegliere dalla Norma le prescrizioni applica-

bili (ove la Norma stessa offrisse alternative);d) identificare eventuali esigenze della macchi-

na non assolte dalla Norma CEI EN 60204-1;e) adottare soluzioni alternative o supplementa-

ri in linea con le prescrizioni contenute in al-tre Norme tecniche;

f) specificare nel dettaglio le motivazioni dellescelte effettuate.

ASSOCIAZIONE ALLA NORMAQUADRI CEI EN 60439-1

Il già citato articolo 4.2.2, trattando il tema dellavalutazione del rischio, asserisce che “in fun-zione della macchina, dell’uso previsto e delsuo equipaggiamento elettrico, il progettista puòscegliere che parti di equipaggiamento sianoconformi alla CEI EN 60439-1”, anziché alla CEIEN 60204-1.Tale affermazione si espone ad essere male inter-pretata. Infatti, non è vero che si possa sceglieredi utilizzare l’una o l’atra Norma. Un metodo delgenere, se applicato, contribuirebbe solo a crea-re confusione sul significato di regola dell’arte.A chiarire le cose ci pensa la Variante A1, pub-blicata nel 2005, della Norma CEI EN 60439-1:“Apparecchiature assiemate di protezione e dimanovra per bassa tensione (quadri BT). Parte 1:Apparecchiature soggette a prove di tipo (AS) eapparecchiature parzialmente soggette a provedi tipo (ANS)”. Una Norma, questa, nata per sod-disfare le esigenze di regola dell’arte dei quadridi distribuzione.All’articolo 1.1 (Oggetto e scopo della Norma),la Variante afferma testualmente che la CEI EN60439-1 si applica anche alle apparecchiatureassiemate progettate per l’equipaggiamento elet-trico delle macchine. Tuttavia, precisa la Norma,quando applicabili devono essere soddisfatte leprescrizioni aggiuntive della CEI EN 60204-1.Ciò significa che, fino a quando i due differentiComitati Tecnici normatori estensori delle Normein questione (CT 44 e CT 17) non si saranno accor-dati per evitare agli addetti ai lavori l’acquisto elo studio di entrambi i fascicoli delle Norme, ci sidovrà comportare nel seguente modo:a) adottare primariamente, come riferimento, la

Norma CEI EN 60204-1;

b) assumere come valide le prescrizioni della Nor-ma CEI EN 60439-1 per sopperire ai “buchi”che la CEI EN 60204-1 continua inspiegabil-mente a presentare su argomenti quali la tenu-ta al cortocircuito del quadro e la sovratempe-ratura che si manifesta al suo interno durante ilfunzionamento della macchina.

Ovviamente, più la macchina è di potenza ele-vata, più si configurano per il suo quadro di con-trollo problemi che assomigliano a quelli di unquadro di distribuzione.La Variante A1 della CEI EN 60439-1 compren-de poi l’Allegato H, di estremo interesse, cheriporta i riferimenti normativi e le procedure daseguire nei casi in cui l’equipaggiamento elettri-co deve essere sottoposto alle prove di compati-bilità elettromagnetica (EMC).

QUESTIONARIO PRELIMINAREL’Allegato B della Norma CEI EN 60204-1 contie-ne ancora il questionario preliminare destinato adagevolare gli accordi preventivi tra fabbricante eutilizzatore della macchina; ovviamente per quan-to riguarda ciò che attiene l’equipaggiamento elet-trico o presenta ricadute progettuali e/o costrut-tive su di esso.Il questionario è stato rimaneggiato e integratocon gli aspetti che vengono trattati per la primavolta dalla Norma. Tutte le ipotesi di impiego del questionario, varia-mente adattato di volta in volta, si trovano sinte-tizzate in figura 1. Certo si sarebbe potuto fare ancora meglio.Tuttavia, questa è una pregevole linea guida pergli accordi preliminari destinati a:a) fornire al fabbricante indicazioni essenziali o

comunque utili, correlate all’ambiente, all’ap-plicazione e all’alimentazione elettrica che ca-ratterizzeranno l’impiego della macchina pres-so l’utente;

b) agevolare la conduzione e la manutenzionedella parte elettrica della macchina;

c) migliorare l’affidabilità della macchina.Si tratta insomma di un documento di estremaimportanza, che spesso può servire ad evitaredimenticanze, leggerezze e incomprensioni, cheportano alla fornitura di manufatti inadatti all’u-so specifico e perciò, da subito, bisognosi dimodifiche o integrazioni.

H Figura 1: : Possibilità d’impiego del questionario per l’equipaggiamentoelettrico di una macchina

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COMPATIBILITÀ ELETTROMAGNETICANell’equipaggiamento elettrico, le esigenze dicompatibilità elettromagnetica (EMC), ovverole misure atte sia a limitare l’emissione di distur-bi, sia a garantire l’immunità dell’apparecchia-tura ai disturbi condotti e irradiati, comprendo-no:a) l’utilizzo esclusivo di componenti conformi al-

la Direttiva EMC;b) l’installazione di tali componenti in osservan-

za alle indicazioni fornite dai fabbricanti nel-le istruzioni d’uso;

c) l’osservanza delle precauzioni riportate nel-l’articolo 4.4.2 della Norma CEI EN 60204-1.

Al venir meno del punto “a”, in seguito all’instal-lazione di componenti che non sono stati sogget-ti dal loro fabbricante alle prove EMC di prodot-to, diviene necessario sottoporre l’intero equipag-giamento elettrico alle prove riportate dalleNorme EMC generiche, come la CEI EN 61000-6-1 (prove di immunità nell’industria leggera) ela CEI EN 61000-6-3 (prove di emissione nell’in-dustria leggera).Per quanto attiene le precauzioni in fase di assem-blaggio e cablaggio dei componenti, la quartaedizione della Norma CEI EN 60204-1 suddivi-de le precauzioni tra quelle destinate a limitarele emissioni e quelle destinate a migliorare l’im-munità (tabella 1).

DISPOSITIVO DI SEZIONAMENTOCome dispositivo generale di sezionamento del-l’equipaggiamento elettrico, oltre a sezionatori,interruttori di manovra sezionatori e interruttoriautomatici, ora la Norma consente anche “qual-siasi altro dispositivo di interruzione conformead una Norma di prodotto che soddisfi le pre-

scrizioni di isolamento della CEI EN 60947-1;nonché una categoria di utilizzazione definitadalla Norma di prodotto come idonea per ilsezionamento di motori o di altri carichi indut-tivi” (art. 5.3.2).

Sezionamento mediante prese a spinaSe, come dispositivo di sezionamento, viene uti-lizzata una combinazione presa/spina, questadeve essere, in alternativa:a) dotata di una capacità d’interruzione commi-

surata al valore di corrente che la macchinaassorbirebbe con il motore di maggiore poten-za nella situazione di rotore bloccato, più lasomma delle correnti di normale funzionamen-to di tutti gli altri motori e/o carichi di altro ge-nere (tenendo conto del valore più critico sti-mato applicando i fattori di contemporaneitàcomprovati);

b) interbloccata con un dispositivo di interruzio-ne avente capacità d’interruzione commisura-ta allo stesso valore di corrente assorbita di cuial caso “a”.

Vengono meno, quindi, i limiti di 16 A per lapresa/spina e di 3 kW per la potenza totale dellamacchina, imposti dalla precedente edizionedella Norma.Le prestazioni della combinazione presa/spinasono trattate nella parte finale dell’articolo5.3.3. Come ultima frase, la Norma, dopo aver ribadi-to la necessità che la macchina sia dotata di undispositivo di accensione, consente che questafunzione possa essere svolta anche dall’eventua-le dispositivo d’interruzione interbloccato con lapresa. Questa soluzione, nel limite del possibile,è meglio evitarla.

Misure atte a contrastare o limitare i disturbi elettromagnetici

Limitazione delle emissioni condotte e irradiate

Installazione di idonei filtri sull’alimentazione dell’equipaggiamento elettrico

Schermatura dei conduttori

Utilizzo di contenitori progettati in modo da minimizzare l’emissione di radiazioni a radiofrequenza (RF)

Adozione di tecniche di soppressione delle radiofrequenze (RF)

Miglioramento dell’immunità ai disturbi RF condotti e irradiati

Connessione al telaio metallico dei circuiti elettrici sensibili e connessione del telaio al morsettoPE mediante un conduttore a bassa impedenza RF e il più corto possibile

Previsione di un morsetto FE, isolato dal PE, destinato ai collegamenti equipotenziali per ragioni funzionali.Il morsetto FE deve comunque essere collegato dall’utente all’impianto unico di messa a terra

Separazione dei circuiti sensibili dalle sorgenti di disturbo

Utilizzo di contenitori progettati in modo da minimizzare la penetrazione di disturbi a radiofrequenza (RF)

Utilizzo di conduttori intrecciati

Distanziamento tra i conduttori sensibili e quelli potenzialmente emettitori di disturbi elettromagnetici

Disposizione dei conduttori evitando i parallelismi e facendoli incrociare con un angolo il più vicino possibile a 90°

Disposizione dei conduttori il più vicino possibile al pannello di sostegno

Utilizzo di schermi elettrostatici e/o elettromagnetici, con morsetti a bassa impedenza RF

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CIRCUITI ESCLUSIDAL SEZIONAMENTO

L’edizione 1998 della Norma chiedeva di identi-ficare con il colore arancio solo i conduttori deicircuiti di interblocco alimentati da una sorgen-te esterna, ovvero dall’alimentazione dell’altramacchina associata nell’interblocco.Ora la Norma torna a ripetere quanto già diceval’edizione del 1993, vale a dire che il colore aran-cio deve contraddistinguere tutti i conduttori deicircuiti esclusi dal sezionamento mediante ildispositivo generale di sezionamento della mac-china (art. 13.2.4).In alternativa all’uso del colore, tali circuiti pos-sono essere identificati in modo permanente einequivocabile mediante una targhetta di avver-timento, oppure essere cablati realizzando unaseparazione fisica entro condotti differenziati.In presenza di circuiti esclusi è necessario darnenotizia mediante una targhetta di avvertimentoda posizionare in prossimità del dispositivo disezionamento, nonché mediante idonee indica-zioni sul manuale d’uso della macchina.

PERSONALE AUTORIZZATOAD ACCEDERE ALL’INTERNODEI QUADRI ELETTRICI

Identificando il personale autorizzato ad accede-re ai quadri, la nuova Norma CEI EN 60204-1parla di persone istruite in ambito elettrico (art.3.53) e di persone avvertite in ambito elettrico(art. 3.31). Le definizioni non collimano perfet-tamente con quelle di persona esperta (PES) e per-sona avvertita (PAV), riportate dalla Norma CEI11-27: “Esecuzione dei lavori elettrici su impian-ti in Categoria 0 e I”, edizione 2005. La tabella 2pone a confronto le quattro definizioni.

BARRIERE CONTRO L’AZIONAMENTOIMPROPRIO DEI CONTATORI

La Norma consente che il quadro elettrico dellamacchina possa essere chiuso a chiave e nonessere interbloccato, purché tutte le parti attive

presenti al suo interno siano protette contro icontatti diretti mediante un grado almeno paria IP 2X o IP XXB. Questa pratica, alla luce dellarealtà aziendale delle utenze italiane, è total-mente sconsigliabile.La nuova edizione della Norma, nel ribadirne ilconsenso, si preoccupa però del fatto che qual-cuno di non autorizzato possa mettere le manisulle apparecchiature quando queste sono in ten-sione, e con ciò impartire alla macchina coman-di intempestivi o movimentare parti pericolose.Per cui, all’articolo 6.2.2, comma “c”, laddoveappunto si autorizzano i quadri aperti, il norma-tore ha aggiunto la nota 3 che prescrive barriereod ostacoli (rimuovibili solo mediante un utensi-le) che impediscano l’azionamento manuale dicontattori, relè o altri dispositivi in grado di atti-vare situazioni pericolose.

PROTEZIONI MEDIANTEINTERRUZIONE AUTOMATICA DELL’ALIMENTAZIONE

Tra le tecniche di protezione contro i contatti indi-retti (art. 6.3), quella mediante interruzione auto-matica dell’alimentazione (art. 6.3.3) è partico-larmente approfondita dalla nuova edizione dellaNorma.Perché la protezione sussista, è necessario garan-tire un adeguato coordinamento tra:a) il sistema di distribuzione da cui la macchina

viene alimentata;b) i valori di impedenza che caratterizzano i va-

ri elementi del sistema di protezione equipo-tenziale;

c) le caratteristiche di intervento dei dispositivi diprotezione attiva.

Come si ha modo di notare, questa tecnica coin-volge elementi (punto “a” e punto “b”) che stan-no al di fuori della macchina e del suo equipag-giamento elettrico. Elementi che sono conosciu-ti (o potrebbero esserlo) dal futuro utente, ma nondal progettista dell’equipaggiamento elettrico odell’intera macchina.

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Qualificazione professionale richiesta per le persone autorizzate ad accedere ai quadri elettrici delle macchine

Norma CEI EN 60204-1 (2006) Norma CEI 11-27 (2005)

Persona con formazione, Persona con istruzione, conoscenze ed esperienze conoscenza ed

Persona istruita tali da consentirle di Persona esperta esperienza rilevanti, tali (in ambito elettrico) percepire i rischi ed evitare (PES) da consentirle di

i pericoli che possono analizzare i rischi e di derivare dall’elettricità evitare i pericoli che

l’elettricità può creare

Persona adeguatamente Persona adeguatamente informata o sorvegliata da avvisata da persone una persona istruita in esperte, per metterla in

Persona avvertita ambito elettrico, in modo da Persona avvertita grado di evitare i pericoli (in ambito elettrico) consentirle di percepire i (PAV) che l’elettricità può creare

rischi ed evitare i pericoliche possono derivaredall’elettricità

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Il che significa che l’impedenza ZS , espressa inohm, dell’anello di guasto entro cui circolereb-be l’eventuale corrente Ig , in caso di guasto diimpedenza trascurabile tra un conduttore di fasee un conduttore di protezione o una parte con-duttrice accessibile in qualunque punto dell’e-quipaggiamento elettrico (figura 2), non deve esse-re superiore al rapporto tra la tensione verso terraU0 , espressa in volt, del sistema TN di alimenta-zione e la soglia di intervento, in ampere, entro5 s (o secondo i tempi della tabella 3), del dispo-sitivo automatico in grado di interrompere l’ali-mentazione della macchina.Solo in questo modo le Norme garantiscono unsufficiente livello di protezione contro le tensio-ni di contatto.L’impedenza ZS dell’anello di guasto, come appa-re evidente seguendo il percorso (tratteggiato)della corrente Ig nella figura 2, comprende l’av-volgimento secondario del trasformatore in cabi-na, il conduttore di fase fino al punto di guastoe il conduttore di protezione nel tratto compresotra il punto di guasto e il centro stella del trasfor-matore in cabina.L’impedenza ZS è quindi un parametro che va benal di là di ciò che si trova sulla macchina. Per cui,al fine di conoscerla in fase di progettazione, sipuò, in alternativa:a) richiederla all’utente;b) ipotizzarla e poi verificarla tramite misura, in

fase di installazione della macchina;c) ipotizzarla e poi indicarla con evidenza, sul

manuale d’uso e sugli schemi, come vincoloda rispettare in sede di alimentazione elettri-ca della macchina.

Scelta e implicazioni del dispositivoautomatico di interruzioneGli oneri in ordine all’impedenza ZS da rispetta-re valgono nel caso in cui, a fungere da disposi-tivo automatico di interruzione, vengano instal-lati dei fusibili, oppure un interruttore automati-co con associati relè di sovracorrente.Dalle curve di intervento tempo/corrente di talidispositivi è necessario assumere il valore di cor-rente corrispondente a 5 s. Questo valore verrà uti-lizzato come Ia nella formula di coordinamento

ZS ≤ U0/Ia

Più difficile è garantire il coordinamentomediante protezioni di sovracorrente quando il

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lla 3 Tensione verso terra U0 Tempo massimo di sezionamento

(V) dell’alimentazione (s)

120 0,8230 0,4277 0,4400 0,2

> 400 0,1

Tempi massimi di intervento per la protezione contro i contatti indiretti su macchine mobili o portatili alimentate da un sistema TN

Per questo motivo è necessario che il progettistasappia se la macchina verrà alimentata da unsistema TN o TT, oppure IT. In alternativa, soprat-tutto per le macchine di serie, è lui a vincolareil manufatto ad essere alimentato da un tipo disistema e non da altri.

Alimentazione da un sistema TNSe la macchina è destinata ad essere alimenta-ta da un sistema TN, vale a dire da un’utenzacon propria o proprie cabine di trasformazione,la protezione contro i contatti indiretti deve esse-re garantita mediante un dispositivo di protezio-ne (fusibili, interruttore magnetotermico o inter-ruttore differenziale) che, in caso di guasto trauna parte attiva e una parte conduttrice acces-sibile normalmente non in tensione, sia in gradodi intervenire, interrompendo automaticamen-te l’alimentazione al circuito o all’equipaggia-mento nel suo insieme.

Tempo di interruzioneIl tempo di intervento del dispositivo di protezio-ne, ovvero il tempo di interruzione t, deve esse-re:1) t ≤ 5 s per macchine installate in modo stabi-

le;2) t ≤ 0,4 s per macchine mobili o portatili, ali-

mentate a 230/400 V.Per le macchine mobili o portatili, il tempo variain relazione al valore della tensione nominale versoterra U0 del sistema di alimentazione (tabella 3).Due osservazioni meritano d’essere fatte:a) è il caso di assimilare a macchine portatili o

mobili anche quelle che presentano parti me-talliche non isolate che richiedono d’essere im-pugnare costantemente o molto frequentemen-te durante l’uso;

b) se l’equipaggiamento di una macchina fissafosse predisposto per alimentare, tramite pre-se a spina o altri sistemi di collegamento, uten-ze mobili o portatili, tale alimentazione an-drebbe comunque protetta prevedendo tem-pi di intervento conformi alla tabella 3.

CoordinamentoTra le caratteristiche del dispositivo attivo di pro-tezione e quelle del sistema di protezione passi-vo, basato sull’equipotenzializzazione, deve esse-re garantito un coordinamento in questi termini:

ZS ≤ U0 /Ia

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tempo di intervento richiesto è, ad esempio,pari a 0,4 s. Per esempio, un fusibile da 16 Arichiede una corrente Ia di almeno 73 A perintervenire entro 0,4 s. Il che comporterebbeper ZS un valore ≤ U0 /Ia ≤ 230/73 ≤ 3,15 ohm,non facile da ottenere avendo a che fare conuna linea trifase di bassa sezione (ad esempio,16 mm2) e con un punto di installazione dellamacchina che potrebbe trovarsi distante dallacabina elettrica. Una soluzione più semplice, alternativa a tuttociò, può essere l’impiego della protezione diffe-renziale, la quale: presenta una soglia di intervento (Idn) svinco-

lata dalla corrente nominale del dispositivo; consente di essere tarata per valori della cor-

rente di guasto che tengano conto delle cor-renti di dispersione funzionale dei filtri, evi-tando così gli interventi intempestivi;

esenta, sia il progettista, sia l’utente, dal vin-colo del valore minimo richiesto per l’impe-denza ZS

(3), poiché, divenendo Ia = Idn ed es-sendo quest’ultima dell’ordine, al massimo, diqualche unità di ampere, il valore coordinatodi ZS potrebbe tranquillamente arrivare versole centinaia di ohm.

Collegamento equipotenzialesupplementareSulle macchine ad installazione fissa, quando laformula di coordinamento appena vista non puòessere assolta, è possibile garantire ugualmenteche il valore della tensione di contatto rimangaal di sotto di 50 V, prevedendo uno o più colle-gamenti equipotenziali supplementari.Grazie a tale intervento, l’impedenza ZPE , misu-rata tra i seguenti punti: il morsetto PE ed una qualsiasi massa dell’e-

quipaggiamento elettrico; due parti conduttrici qualsiasi accessibili con-

temporaneamente; una qualsiasi parte conduttrice accessibile e

parti conduttrici estranee;deve risultare:

La misura può limitarsi a rilevare il valore di resi-stenza RPE; il quale deve risultare:

Dove Ia(5s) è ovviamente la corrente di interven-to entro 5 s del dispositivo di protezione.

Alimentazione da un sistema TTSe la macchina è destinata ad essere alimenta-ta da un sistema TT, vale a dire che l’utenza rice-ve energia in bassa tensione (230/400 V) prele-vandola dalla rete pubblica, la protezione con-tro i contatti indiretti può essere realizzata solo

mediante un dispositivo differenziale, in gradodi garantire il coordinamento:

RA · Idn ≤ 50

Dove: RA è la sommatoria, in ohm, delle resisten-ze del dispersore di terra e del conduttore di pro-tezione PE; mentre Idn è la corrente differenzialenominale di intervento del dispositivo.Il tempo di sezionamento, in caso di guasto amassa, non deve superare 0,3 s.Se la macchina è destinata ad essere installatain un ambiente critico (ad esempio, perchébagnato), oppure all’aperto, come può avveni-re in un cantiere, la formula di coordinamentoè più restrittiva:

RA · Idn ≤ 25

consentendo tensioni di contatto non superiori a25 V.

Alimentazione da un sistema ITLe macchine destinate a funzionare in stabilimen-ti che, per esigenze di continuità di esercizio,hanno un sistema di distribuzione IT, con propriecabine di trasformazione in cui il centro stella sulsecondario dei trasformatori è isolato da terra ocollegato ad essa mediante un’impedenza di valo-re elevato, devono essere protette contro i con-tatti indiretti mediante un dispositivo di monito-raggio continuo dell’isolamento, oppure median-te un dispositivo differenziale.

Monitoraggio dell’isolamentoLa prima soluzione va adottata allorché si ha esi-genza di garantire alla macchina la continuità delservizio anche in occasione del primo guasto amassa. Il dispositivo di monitoraggio si limita a: segnalare il guasto mediante un avviso ottico

e acustico;

H Figura 2: Esempio schematico dell’anello di guasto (tratteggiato) percorsodalla corrente Ig in caso di guasto a massa su una macchina alimentata daun sistema TN

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garantire che la corrente di guasto Id (in que-sti casi di valore contenuto), attraversando laresistenza dell’impianto di terra RT cui sonocollegate le masse, non generi una tensionesuperiore a 50 V.

La segnalazione consente al personale di manu-tenzione un intervento di ricerca e di eliminazio-ne del guasto. Se nel frattempo dovesse verificar-si un secondo guasto a massa, questo andrebbegestito come se ci si trovasse su un sistema TN(sempre che tutte le masse dell’utenza siano traloro interconnesse e collegate ad un unicoimpianto di terra). I tempi di intervento della pro-tezione attiva necessaria allo scopo devono sod-disfare i valori indicati nella tabella 4.

Protezione differenzialeOve non vi fosse l’esigenza di continuità del ser-vizio, una protezione differenziale, opportuna-mente tarata, potrebbe essere in grado di rileva-re anche i bassi valori di corrente residua che sidovessero verificare per guasto di impedenza tra-scurabile tra i conduttori attivi e la massa.

CIRCUITO EQUIPOTENZIALEIl circuito equipotenziale dell’equipaggiamentoelettrico (figura 3) comprende:a) i collegamenti equipotenziali di protezione;b) i collegamenti equipotenziali funzionali.I primi destinati a prevenire gli effetti delle ten-sioni di contatto, conseguenti al verificarsi di unguasto a massa.

I secondi destinati a minimizzare le anomalie fun-zionali della macchina in seguito a guasti a massasui circuiti di comando e a minimizzare le con-seguenze dei disturbi elettrici sulle apparecchia-ture elettroniche di controllo.

Disturbi elettriciPer un abbattimento più sostenuto dei disturbielettrici può essere previsto un morsetto FE (acro-nimo di Functional Earth: terra funzionale), sepa-rato dal morsetto PE (art. 4.4.2).Il morsetto FE, che l’utente dovrà comunque col-legare all’impianto unico di terra della sua azien-da, è quello che la precedente edizione dellaNorma chiamava TE. Il simbolo grafico di iden-tificazione è invariato.

Equipotenzializzazione controle tensioni di contattoIl circuito equipotenziale di protezione deve com-prendere (art. 8.2.1), oltre al morsetto PE, ai con-duttori di protezione e alla masse accessibili,anche le parti conduttrici estranee che costitui-scono la struttura della macchina.La Norma intende qui parlare delle masse estra-nee, passibili di introdurre il potenziale di terra,poiché presentano un valore di resistenza versoterra inferiore a 1.000 Ω (negli ambienti ordina-ri) o a 200 Ω (nei cantieri e nei locali ad uso zoo-tecnico)(4).Per altro, all’articolo 8.2.5 la Norma ribadisceche non necessitano di essere collegate al circui-to di protezione le parti conduttrici accessibilicollocate in modo che risulti improbabile un lorocontatto diretto con le parti attive o un contattodovuto a guasto dell’isolamento elettrico.Le parti strutturali conduttrici dell’equipaggia-mento elettrico, se facenti parte di componenti ecircuiti di Classe II non devono essere collegateal circuito di protezione equipotenziale. E, se tuttol’equipaggiamento è in Classe II, non è richiestal’equipotenzializzazione delle masse estranee(art. 8.2.1, penultimo comma). Come pure, secome tecnica di protezione è stata adottata laseparazione elettrica, le parti conduttrici acces-sibili dell’equipaggiamento non devono esserecollegate al circuito di protezione equipotenzia-le (art. 8.2.1, ultimo comma).

Macchine mobiliSulle macchine mobili con alimentazione abordo, i conduttori di protezione, le parti struttu-

Tabe

lla 4 Tensione nominale Tempo massimo di interruzione

dell’impianto U0/Un con neutro con neutro(V) non distribuito distribuito

120/140 0,8 5230/400 0,4 0,8400/690 0,2 0,4

580/1.000 0,1 0,2

H Figura 3: Circuito equipotenziale dell’equipaggiamento elettrico

Tempi di interruzione massimi da garantire sui sistemi IT in occasione di un secondo guasto a terra

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rali conduttrici dell’equipaggiamento elettrico ele parti conduttrici estranee che costituiscono lastruttura della macchina devono essere equipo-tenzializzate con il morsetto PE.In caso di collegamento ad una sorgente ester-na di alimentazione, fosse anche solo un cari-ca batterie, il morsetto PE deve essere il puntodi contatto per il conduttore di protezione ester-no (art. 8.2.7).

Equipaggiamenti con elevate correntidi dispersione a terraI filtri montati sulle apparecchiature elettroniche,in particolare sugli azionamenti statici dei moto-ri, se presentano una corrente totale di dispersio-ne a terra superiore a 10 mA, richiedono leseguenti precauzioni (art. 8.2.8):a) il conduttore di protezione PE esterno deve

avere una sezione di almeno 10 mm2 (16 mm2

se in alluminio), conseguita mediante uno opiù conduttori;

b) l’alimentazione della macchina deve interrom-persi automaticamente in caso di interruzionedel conduttore PE;

c) in prossimità del morsetto PE, sulla targa del-l’equipaggiamento elettrico e sul manuale d’usodevono essere riportate in modo evidente indi-cazioni circa: il valore della corrente di disper-sione; la necessità che la sezione del condut-tore di protezione esterno abbia una sezione≥10 mm2;

d) onde evitare disturbi di carattere elettromagne-tico, potrebbe essere necessario prevedere peri circuiti elettronici un morsetto FE indipen-dente dal PE.

In certi casi, è possibile e opportuno limitare lecorrenti di dispersione alla sola apparecchiaturainterna che le genera, alimentandola medianteun trasformatore, meglio se di isolamento, e col-legando il circuito di protezione equipotenzialedell’equipaggiamento alla massa dell’apparec-chio e all’avvolgimento secondario del trasforma-tore (art. 8.4).

PROTEZIONE CONTROIL SOVRACCARICO

All’articolo 7.3.2, secondo comma, ultima frase,la nuova Norma afferma testualmente che “l’in-terruzione del conduttore di neutro non è neces-saria per la protezione contro il sovraccarico” deimotori.Se la protezione contro il surriscaldamento deimotori trifase (art. 7.3.4) è ottenuta mediantedispositivi limitatori di corrente, il numero di limi-tatori può essere ridotto da 3 a 2.Se il motore è monofase o in corrente continua,può essere previsto un solo limitatore, sul con-duttore attivo non messo a terra.

DISPOSITIVO PER L’ARRESTODI EMERGENZA

La Norma riprende quanto asserito dalla UNI EN418: “Comandi d’arresto di emergenza”(5), circail fatto che l’attuatore del dispositivo impiegato

per funzioni di arresto d’emergenza deve poteressere attivato mediante una singola azione daparte dell’uomo (art. 9.2.5.4.1). Per cui gli orga-ni di comando rotativi cosiddetti “a farfalla” nonpossono essere impiegati allo scopo, poichérichiedono due distinte azioni da parte dellamano: prensione e rotazione.Semmai, tale comando può essere utilizzato perla funzione di interruzione di emergenza, desti-nata a porre fuori tensione l’equipaggiamentoelettrico.

SUPERAMENTO DEI LIMITIDI FUNZIONAMENTO

Ciò che la precedente edizione della Normarichiedeva in caso di superamento dei limiti difinecorsa, l’attuale Norma lo estende a tutti iparametri di funzionamento (velocità, pressio-ne, temperatura, posizione, ecc.), chiedendoche, in caso di superamento, se ciò può com-portare una situazione pericolosa, siano previ-sti idonei sensori atti ad avviare un’azione dicomando appropriata (art. 9.3.2).

APPARECCHIATURE ELETTRONICHECON FUNZIONI DI SICUREZZA

Il capitolo 11 dell’edizione 1998 della Normatrattava degli equipaggiamenti elettronici e in par-ticolare dei PLC, vietandone l’uso per l’arresto diemergenza in categoria zero e preferendogli l’usodi logica elettromeccanica anche per tutte le fun-zioni di arresto relative alla sicurezza (ex art.11.3.4 dell’edizione 1998). Nell’edizione 2006della Norma tale capitolo è scomparso.All’articolo 9.4.1 si legge che le prestazioni deicircuiti di comando devono essere commisurate,soprattutto in termini di indennità e/o reazionea possibili eventi di guasto, all’esito della valuta-zione dei rischi effettuata sulla macchina. In par-ticolare, la Norma UNI EN 954-1 identifica lecategorie di sicurezza richieste ai sistemi di con-trollo in relazione all’entità del pericolo cheoccorre fronteggiare.Ora, per conseguire le prestazioni richieste da talicategorie anche le apparecchiature elettronichepossono dire la loro purché conformi alle recentinormative di prodotto che ne garantiscono la sicu-rezza funzionale. Per i PLC, tali Norme sono quel-le della serie CEI EN 61508: “Sicurezza funzio-nale dei sistemi elettrici, elettronici ed elettroniciprogrammabili per applicazioni di sicurezza”.Come garanzia di sicurezza funzionale, i fab-bricanti delle apparecchiature elettroniche devo-no dichiarare per i loro prodotti i rispettivi livel-li di integrità della sicurezza, designati con l’a-cronimo SIL (Safety Integrity Level).Per quanto attiene l’impiego delle apparecchia-ture elettroniche per svolgere sulle macchine fun-zioni di sicurezza (arresti di emergenza, inter-blocchi, ecc.), la Norma di riferimento è la CEIEN 62061: “Sicurezza del macchinario. Sicurezzafunzionale dei sistemi di comando e controlloelettrici, elettronici ed elettronici programmabi-li”, la quale prevede che i sistemi di sicurezza

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(formati tipicamente dall’insieme di sensori, logi-ca di controllo e attuatori finali) presentino livel-li di integrità (SIL 1, SIL 2 o SIL 3) commisurati aquanto emerso dalla valutazione dei rischi. Lastessa Norma contiene una procedura di valuta-zione dei rischi, mirata sulle macchine, che offrei risultati espressi direttamente in livelli SIL mini-mi richiesti ai sistemi destinati ad abbattere ognisingolo rischio.La tabella 5 riporta, a titolo d’esempio, le corre-lazioni tra le categorie di sicurezza in conformitàalla Norma UNI EN 954-1 e i livelli di integritàSIL designati dalla Norma CEI EN 62061.Le prestazioni richieste alle apparecchiature elet-troniche sono elevate. Ad esempio, le più recen-ti Norme di tipo “C” ammettono che l’arresto diemergenza, se realizzato per via elettromeccani-ca, possa funzionare in Categoria 1, mentre serealizzato per via elettronica, ad esempio trami-te PLC, debba funzionare almeno in Categoria 3.Ciò significa dover prevedere apparecchiaturecon prestazione SIL 2 o SIL3.

PREVENZIONE IN CASO DI GUASTIVERSO TERRA SUI CIRCUITIDI COMANDO

Alle soluzioni classiche per prevenire gli effet-ti di eventuali guasti a terra sui circuiti dicomando alimentati mediante trasformatore,vale a dire: collegamento al circuito di protezione equi-

potenziale del filo comune dei circuiti di co-mando (figura 3), oppure;

installazione di un dispositivo destinato a sor-vegliare in permanenza il livello di isolamen-to verso terra dei circuiti di comando;

la nuova edizione della Norma CEI EN 60204-1ne aggiunge un terzo (art. 9.4.2.6), chiamandolometodo “B”. Esso prevede:a) l’utilizzo di un trasformatore comandi dotato

di un avvolgimento secondario con presa in-termedia (figura 4);

b) il collegamento del punto intermedio dell’av-volgimento al circuito di protezione equipo-

tenziale (il che realizza un collegamento equi-potenziale per ragioni funzionali);

c) la protezione contro le sovracorrenti, median-te un interruttore automatico installato sui duefili del circuito.

Il dispositivo di protezione contro le sovracorren-ti deve interrompere contemporaneamenteentrambi i conduttori dei circuiti ausiliari, ondeevitare che, interrompendone uno solo (ad esem-pio, mediante un fusibile), l’altra metà dell’avvol-gimento secondario (quella non interessata dalcortocircuito) possa riuscire a mantenere eccita-te le bobine dei relè e dei contattori.La taratura del dispositivo deve essere tale dagarantirne l’intervento anche in seguito a corren-ti di cortocircuito limitate da circuiti di guasto adalta impedenza.Con questo metodo non è necessario che tutti icontatti si vengano a trovare tra un morsetto dellabobina ed un conduttore del circuito di coman-do. Possono cioè essere previsti su entrambi i lati.Anche se è sempre meglio evitarlo, onde agevo-lare ai manutentori le fasi di ricerca dei guasti.

SEGNALATORI LUMINOSIE VISUALIZZATORI

Quattro importanti prescrizioni in materia di inter-faccia uomo/macchina caratterizzano la nuovaedizione della Norma (art. 10.3):1) gli indicatori luminosi e i visualizzatori alfa-

numerici e/o simbolici devono essere scelti einstallati in modo che l’operatore addetto al-la conduzione della macchina possa vederliin modo agevole dalla sua normale posizio-ne di lavoro;

2) deve essere previsto un dispositivo (pulsante oaltro) che consenta di verificare il corretto fun-zionamento dei segnalatori luminosi;

3) la disposizione dei colori sulle torrette lumi-nose deve essere la seguente, partendo dal-l’alto: rosso, giallo, blu, verde e bianco (art.10.3.2);

4) in presenza di luci o visualizzatori intermitten-ti, destinati a fornire informazioni a priorità ele-vata, dovrebbero essere previsti anche dispo-sitivi acustici di avvertimento (art. 10.3.3).

ARMADI PEDONABILILe porte di accesso e i vani interni degli armadielettrici pedonabili devono avere un’altezza mini-ma di 2,1 m (art. 11.4), mentre nella precedenteedizione della Norma erano richiesti 2,0 m.Nel caso in cui sia possibile accedere al quadrosotto tensione e le parti attive all’interno nonsiano protette contro i contatti diretti, il corri-doio deve avere una larghezza di almeno 1,0m, da elevare a 1,5 m in presenza di apparec-chiature su entrambi i lati.

CONDUTTORIAlcune variazioni in senso più restrittivo sonostate apportate alla tabella delle sezioni minimedestinate a garantire una sufficiente robustezzadei conduttori (tabella 5 dell’attuale edizione della

H Figura 4: Metodo “B” sui circuiti di comando. Se il punto intermediosul secondario del trasformatore comandi è collegato all’impiantodi protezione equipotenziale, ogni eventuale guasto a massa si traducein un cortocircuito

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Norma) e altre, in certi casi più permissive, allatabella base con esempi di portata per cavi in PVCvariamente cablati (tabella 6 della Norma).Quest’ultima tabella, per altro, si riferisce solo aicablaggi a bordo macchina e non a quelli effet-tuati all’interno del quadro.

COMBINAZIONI PRESA/SPINALa nuova Norma dettaglia in modo ordinato le pre-stazioni richieste alle combinazioni presa/spina(art. 13.4.5) e ne aggiunge di nuove, quali:a) la riduzione a 30 A (prima era 63 A) della soglia

a partire dalla quale la presa deve essere inter-bloccata con un dispositivo di interruzione;

b) la presenza di adeguati mezzi di ritenuta neicasi in cui un eventuale sezionamento invo-lontario o accidentale della combinazione po-trebbe provocare situazioni di pericolo;

c) il grado di protezione ≥ IP 2X o IP XXB sullaparte (presa o spina) che rimane attiva dopoil sezionamento;

d) il collegamento al circuito di protezione equi-potenziale degli eventuali involucri metallici(tranne che nei circuiti PELV);

e) la presenza di adeguati mezzi di ritenuta e ditarghette indicatrici sulle combinazioni nondestinate ad essere sezionate in condizionidi carico.

SEGNALAZIONE DI PARTI CALDE

Ove ne ricorra la necessità, i componenti elettri-ci che possono essere soggetti a temperature super-ficiali in grado di provocare scottature o ustionidevono essere segnalati utilizzando il segno gra-fico normalizzato della figura 5 (art. 16.2.2).

TARGA DELL’EQUIPAGGIAMENTOUn passo alla volta, edizione dopo edizione, inormatori vanno via via migliorando la qualitàdei dati che devono essere riportati sulla targadell’equipaggiamento elettrico. La figura 6 ripro-duce un fac simile della targa che l’edizione 2006richiede venga installata all’esterno del quadro,in prossimità di ogni alimentazione in ingressoe in posizione ben visibile.Questa volta (articolo 16.4), la novità rispettoalla precedente edizione è che, invece del datorelativo al “potere di interruzione del dispositi-vo di protezione” installato all’ingresso dellalinea di alimentazione, deve essere indicato ilvalore del “potere di interruzione di cortocircui-to dell’equipaggiamento”, vale a dire il valoremassimo che potrà avere la corrente di cortocir-cuito presunta nel punto di installazione dellamacchina.

H Figura 5: Segnalazione di pericolo per la presenzadi superfici calde

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Correlazione tra categorie di sicurezza e livelli SIL

Norma UNI EN 954-1 Norma CEI EN 62061

Categorie LivelliProbabilità di un guasto

di sicurezzaSintesi delle prestazioni

di integritàpericoloso per ogni ora

di funzionamento

Utilizzo di componentiCat. 1 affidabili, concepiti per SIL 1 10-8 ≤ PFHD < 10-7

svolgere funzioni di sicurezza

Monitoraggio periodico

Cat. 2in grado di verificare

SIL 1 10-8 ≤ PFHD < 10-7la corretta funzionalitàdei componenti

Ridondanza del sistema

Cat. 3di sicurezza, più monitoraggio.

SIL 2 10-7 ≤ PFHD < 10-6Un solo guasto non fa veniremeno la funzione di sicurezza

Ridondanza del sistema disicurezza, con monitoraggioche previene l’ipotetico

Cat. 4venire meno della funzione

SIL 3 10-6 ≤ PFHD < 10-5o esclude che un insiemedi più guasti possa portarealla perdita dellafunzione di sicurezza

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DOCUMENTAZIONE TECNICAI documenti (art. 17.2) che il fabbricante devemettere a disposizione dell’utente (in aggiunta aquelli previsti dall’edizione 1998), allegandoli alfascicolo del manuale di istruzioni della macchi-na, comprendono:a) l’elenco degli (eventuali) utensili forniti a sup-

porto;b) istruzioni rivolte ai manutentori sulle procedu-

re da attuare per la messa in sicurezza dellamacchina;

c) istruzioni inerenti le fasi di movimentazione,trasporto e magazzinaggio;

d) informazioni circa: i cali di tensione ammes-

si; le correnti a pieno carico (relative ad ogniciclo macchina); le correnti di spunto;

e) specificazione dei rischi residui presenti sul-l’equipaggiamento elettrico ed eventuale ne-cessità di adottare DPI idonei (le cui prestazio-ni minime devono essere indicate);

f) eventuale necessità di una formazione parti-colare per il personale addetto.

VERIFICHELa figura 7 riassume tutte le verifiche richiesteper l’equipaggiamento elettrico di una macchi-na, indicando entro un riquadro tratteggiatoquelle non sempre necessarie, ovvero da effet-tuarsi perché: espressamente richieste dalla Norma di tipo

“C” della macchina; stimate opportune in seguito alla valutazione

dei rischi; necessarie a fronte di particolari scelte proget-

tuali o realizzative adottate.La verifica di tenuta del quadro alla corrente dicortocircuito è prescritta e illustrata dalla NormaCEI 60439-1; così come lo è la verifica di sovra-temperatura del quadro.In materia di prove funzionali, la Norma sottoli-nea la necessità di soffermarsi in modo partico-lare sulla funzionalità dei circuiti e dei compo-nenti relativi alla sicurezza (art. 18.6), provve-dendo anche a simulare eventi di guasto a terra.

Protezione contro i contatti indirettiLa novità, nell’ambito delle verifiche obbligatorierichieste dalla CEI EN 60204-1, riguarda il temadella protezione contro i contatti indiretti (art.18.2). Per macchine destinate ad essere alimen-tate in sistema TN, questa verifica comprende:1) prova 1. Verifica di continuità del circuito equi-

potenziale di protezione (già richiesta anchedalle precedenti edizioni della Norma), da rea-lizzare utilizzando uno strumento con tensio-ne di prova a vuoto ≤24 V (in c.c. oppure inc.a.) in sistema SELV, facendo circolare unacorrente compresa tra 0,2 A e 10 A. Più eleva-ta è la corrente, più affidabili sono i risultatidella prova, che non ha lo scopo di misurareil valore di resistenza in ohm tra il morsetto PEe le varie parti conduttrici da equipotenzializ-zare, bensì di verificare la continuità del cir-cuito nel suo insieme;

2) prova 2 (prima parte). Verifica dell’impedenzadell’anello di guasto ZS , effettuabile tramitecalcolo o mediante una misura sul campo (conmacchina installata);

3) prova 2 (seconda parte). Verifica del corret-to coordinamento ZS ≤ U0 /Ia tra l’impeden-za ZS e la corrente di intervento Ia (entro 5 so secondo la tabella 2) del dispositivo di pro-tezione attiva.

La Norma mette a disposizione del progettistauna particolare tabella in cui, in relazione all’i-potetica impedenza della sorgente di alimenta-zione, alla sezione del cavo e alla correntenominale del dispositivo di protezione, riporta

H Figura 6: Fac simile della targa da installare all’esterno del quadro,in prossimità di ogni alimentazione in ingresso e in posizione ben visibile

H Figura 7: Successione da rispettare nell’effettuazione delle verifiche.Il tratteggio identifica le verifiche facoltative

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H Figura 8: Procedura “A” di verifica, nel caso in cui la macchina siamontata e collegata presso l’utente

H Figura 9: Procedura “B” di verifica nel caso di macchinafornita montata e già sottoposta alla Prova 1

Infine, per le macchine destinate ad essere alimen-tate in sistema IT, la verifica comprende la provadi continuità e quella di corretto funzionamentodel dispositivo di sorveglianza del livello d’isola-mento dei circuiti verso massa o di corretto fun-zionamento del dispositivo differenziale.

NOTE1) Le precedenti edizioni della Norma hanno visto laluce, in Italia, negli anni: 1985, 1993 e 1998.

2) Cfr. Enrico Grassani: “La Direttiva Macchine”,Editoriale Delfino, Redecesio di Segrate (MI).

3) Cfr. commento all’articolo 612.6.1 della Norma CEI64-8: “La misura di impedenza dell’anello di guastonon è necessaria quando l’alimentazione viene inter-rotta mediante dispositivi di protezione a corrente dif-ferenziale”.

4) Cfr. commento all’articolo 23.3 della Norma CEI64-8/2.

5) Cfr. Enrico Grassani: “La sicurezza sulle macchine”,Editoriale Delfino, Redecesio di Segrate (MI).

la lunghezza massima che potrà avere il cavodal dispositivo di protezione ai morsetti del cari-co alimentato. La lunghezza varia, ovviamente, in relazione altipo di protezione (fusibile o interruttore auto-matico) e al tempo di intervento richiesto per Ia.Le figure 8, 9 e 10 riassumono le procedure diverifica, per macchina alimentata in sistema TN,ipotizzando tre differenti situazioni di fornituradel manufatto.Per le macchine destinate ad essere alimentate insistema TT, la verifica comprende la prova di con-tinuità e quella di corretto funzionamento deldispositivo differenziale.

H Figura 10: Procedura “C” di verifica nel caso di macchinafornita montata e già sottoposta sia alla Prova 1, sia allaProva 2