3/672019/06/05  · Aiutaci, Madre dolcissima, ad entrare dentro le nostre ferite, a volte davvero...

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LA VOCE DEL SANTUARIO DI MARIA SS. DELLE GRAZIE - PERIODICO MARIANO - ANNO 90°

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Carissimi amici della Madonna,vi invito a riflettere sulla terza giornata mondiale dei poveri, il 17novembre 2019. E' normale incontrare i poveri sul nostro cammino,ma è difficile amarli. Madre Teresa di Calcutta, missionaria inIndia, aveva oltre quarant'anni quando s'innamorò dei poveri. Ungiorno mentre pensava a Gesù che si offre vittima per i peccatori,nel profondo del suo cuore sentì una flebile voce: «Ho sete!». Capìa volo la sofferenza di chi sta per morire senza ricevere una gocciad'acqua. Ebbe un moto di compassione, si alzò e uscì per le stradedi Calcutta, dove incontrò tanti poveri quanti mai ne aveva incon-trati prima. La città era la stessa, i poveri pure, ma fino a quelmomento guardava senza vedere, sentiva senza ascoltare. Da quelmomento cambiò il suo «credo» proclamato nel «credo» vissuto.La seguirono alcune ragazze e insieme scoprirono, nell'indifferenzae sarcasmo dei benpensanti, che «i poveri sono meravigliosi» evanno amati «perché è Gesù che si nasconde sotto la sembianzadei poveri». Oggi nel mondo occidentale siamo testimoni di unosviluppo impensabile fino a qualche decennio fa, soprattutto incampo informatico, tecnico e scientifico, ma ancora vediamo «chicade nella strada e non ha la forza di proseguire. Sono nostrifratelli e nostre sorelle. Ci appartengono». Vederli, soccorrerli,sollevarli, ridare loro la dignità umana, siano essi del nord o delsud, dell'occidente o dell'oriente, bianchi o neri, oggi è una necessitàimpellente. Il numero alto o basso che sia non deve disarmarci.Diceva madre Teresa: «Io non guardo mai le masse, ma le singolepersone. Se guardassi le masse non comincerei mai». Ognuno èchiamato a fare la sua parte, così come vorremmo che gli altrifacciano a noi quando cadiamo per terra. Nel suo messaggio suipoveri, papa Francesco ricorda che «l'opzione per gli ultimi [...] èuna scelta prioritaria [...]. A volte basta poco per restituire speranza:basta fermarsi, sorridere, ascoltare». Ed ha aggiunto che «i poverici salvano perché ci permettono di incontrare il volto di GesùCristo». Nel suo recente viaggio in Africa (4-10/IX/2019) ha denunciatoal mondo che oltre il 50 per cento degli abitanti vive con pochicentesimi di euro al giorno, pur essendo i loro paesi ricchi di risorsenaturali, ma sfruttati dagli avidi ricchi del primo mondo. Dice ilPapa: «Quanti uomini e donne, giovani, bambini soffrono e sonototalmente privi di tutto! Questo non fa parte del piano di Dio».Il cristiano autentico «non può stare a braccia conserte, indifferen-te», ma «tende la mano, come fa Gesù con lui» perché la «peggioreschiavitù è vivere per sé stessi».

Fr. Mariano Parente

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Guardare Maria

Madre del coraggio e della speranza

Christus Vivit

Dolce catena

Battezzati e inviati nel mondo

Bimbi in Santo

Quelli che la società scarta e getta via

Sposo, vedovo e sacerdote

Fototeca 2 luglio 2019

Scendano le grazie

Matrimoni al Santuario

Risorgeranno nella luce di Cristo

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o se lamenti, proteste, critiche o ironia si impadro-niscono del nostro agire senza voglia di combattere,di aspettare e di amare... guardiamo Maria affinchépurifichi i nostri occhi da ogni «pagliuzza» chepotrebbe impedirci di essere attenti e svegli percontemplare e celebrare Cristo che vive in mezzoal suo Popolo. [...] Lei «è l'amica sempre attentaperché non venga a mancare il vino nella nostravita. È colei che ha il cuore trafitto dalla spada, checomprende tutte le pene. Quale madre di tutti, èsegno di speranza per i popoli che soffrono i doloridel parto finché non germogli la giustizia… Comeuna vera madre, cammina con noi, combatte connoi, ed effonde incessantemente la vicinanzadell'amore di Dio» (papa Francesco 4/VIII/2019).

Guardare Maria è tornare «a credere nella forzarivoluzionaria della tenerezza e dell'affetto. In leivediamo che l'umiltà e la tenerezza non sono virtùdei deboli ma dei forti, che non hanno bisogno dimaltrattare gli altri per sentirsi importanti». Sequalche volta lo sguardo inizia a indurirsi, o sentiamoche la forza seducente dell'apatia o della desolazionevuole mettere radici e impadronirsi del cuore; se ilgusto di sentirci parte viva e integra del Popolo diDio comincia a infastidirci e ci sentiamo spinti versoun atteggiamento elitario... non avere paura dicontemplare Maria e intonare il suo canto di lode.Se qualche volta ci sentiamo tentati di isolarci erinchiuderci in noi stessi e nei nostri progetti pro-teggendoci dalle vie sempre polverose della storia,

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Santa Maria, mediatrice della grazia,intercedi per noi il dono del coraggio.Non l'eroismo che ci rende invulnerabili,ma quella umanissima e insieme divinagrandezza che ci fa affrontare il quoti-diano come lo hai vissuto tu. Donaci ilcoraggio di credere in Dio, nel suo amorecerto ed eterno, che vuole per noi e cheper noi sempre fa grandi cose, che isuperbi li abbatte dai troni e gli umiliinnalza, che non è spettatore della storia,ma la intesse con noi nella trama dellalibertà e dei piccoli gesti compiuti innome Suo per amore. Aiutaci a fidarcidell'Altissimo, anche e soprattutto quan-do sperimentiamo il bassissimo in noi,la nostra miseria, la melma nella qualea volte ci invischiamo, l'avvilimento, ilnon senso, la voglia di farla finita. Atti-raci nel tuo cuore di Madre e, con dol-cezza, facci rialzare la testa per scorgereancora e sempre l'azzurro del cielo, ilsole che viene a visitarci dall'alto, labontà di un Padre che è sempre e soloProvvidenza ed amore. Raccontaci latua fatica, Madre, quando anche per teil passo si faceva più incerto e pesantenelle preoccupazioni che mai ti sonomancate… anch'esse provvidenza di Dioper renderti davvero per noi Madre delcoraggio e della speranza.

Prova a confidarci il tuo timore dopoquel «sì» affidato all'Angelo, quando latua mente ancora bambina si sentivastordita dalla grandezza della rivelazionee dalla follia dell'Annuncio, quando iltuo corpo vergine diveniva casa per ilFiglio di Dio che cieli e terra non pos-sono contenere… «Com'è possibile?».Mille e mille volte questa parola segnòil tuo credere, pellegrina anche tu nelcammino della fede. E di questa doman-da, che è pure la nostra, ne hai disegnatoe vissuto tutte le sfumature. «Com'èpossibile?». Intriso dei colori dell'albadella tua giovinezza, sotto lo sguardoamante del Dio della vita che in te tes-seva una vita e la Vita in modo inspie-gabile, oltre ogni logica umana. Com'è

possibile che la Vita voglia irromperein noi sempre e comunque malgrado inostri tentativi malsani di metterla atacere? E allora Madre, ricolmaci dellatua fiducia e del tuo coraggio per sce-gliere la Vita sempre e comunque. Do-naci la follia di essere madri anche difigli scartati, incompresi, abbandonati,come alla fine lo fu il tuo… e in queltravaglio incomprensibile ai piedi dellacroce, dinanzi alla delusione di ognipromessa divina, ricordaci che il tuodolore non era solo quello della madreche vede morire il figlio, ma quello dellaDonna nuova che partorisce i figli re-denti e attende lei stessa la Risurrezio-ne… Travaglio non di morte ma di Ri-surrezione!

Aiutaci, Madre dolcissima, ad entraredentro le nostre ferite, a volte davverospade che trafiggono l'anima, e ad attra-versarle con umiltà, trasformandole inferitoie. Aiutaci ad andare oltre ognidelusione, oltre ogni rifiuto stessodell'amore, oltre ogni tradimento. Amareè accogliere anche l'ostilità dell'altro, ilrifiuto dell'altro. Perché l'amore non siscoraggia. Allenaci il cuore a riaccoglie-re noi stessi ogni volta che cadiamo, chesbagliamo, che tradiamo l'amore e adaccogliere chi ci ha feriti. Trasmettici ituoi sentimenti e il tuo sguardo mentreriaccoglievi gli amici di tuo Figlio unoad uno, tutti sommersi dal peso del rin-negamento, seguaci entusiasti e paurosi,incapaci di reggere l'Amore dell'amatoche per loro e per tutti dava la vita.Com'è possibile che una madre riaccolgacome suo Pietro che aveva detto di nonconoscere Gesù, e tutti gli altri che anchesenza dirlo a parole lo avevano traditonei fatti …? Com'è stato possibile perte continuare a sentirli gli amici più caridi tuo Figlio e ancora farli sedere allatua tavola? Com'è stato possibile per teguardarli ancora negli occhi e sentiresciogliersi il dolore e restare solol'amore? Ricordacelo, Madre, ogni voltache le diatribe ci fanno chiudere la porta

del cuore, quando da una banale lite sialzano muri altissimi con il fratello o ilvicino di casa e, pur accendendo ancorala candela davanti alla tua bella imma-gine in chiesa, ci dimentichiamo di quan-to coraggio hai avuto nel perdonare, edi quanto vorresti che anche noi ne aves-simo, perché il Regno dell'amore conti-nui a diffondersi tra noi, nell'impossibileperdono che diviene realtà e profezia ditempi nuovi. Impossibile... sempre pos-sibile per chi crede!

Madre attenta e provvida, affina ilnostro sentire e il nostro vedere perché,come ci hai mostrato a Cana, anche noipossiamo avere occhi e cuore… La man-canza del vino che tu denunciasti eraaffare degli sposi, colpa di chi non erastato in grado di amministrare corretta-mente gli affari di casa e di quella festa;eppure tu, dinanzi ad una gioia che ri-schiava di andare in frantumi, non tivoltasti dall'altra parte dicendo, comespesso facciamo noi: “sono affari loro,è un problema loro, che c'entro?”. Tifacesti occhi e cuore e facesti la tuaparte, quella che noi solitamente giusti-fichiamo e deleghiamo, ignari di esserecosì complici di ogni mancanza dellasocietà, di alimentare con il nostro si-lenzio circuiti di povertà, di ingiustiziee di morte. Facesti la tua parte con deli-catezza ed umiltà, senza ricercare nullaper te, ma solo il bene dell'altro. Denun-ciasti la mancanza di vino. Parlasti...«non hanno più vino», e quella paroladivenne così foriera di ogni vera pre-ghiera di intercessione, cioè chiedere sìa Dio, ma impegnando noi stessi,senza lavarcene le mani. Madredell'impossibile che diviene possibile,se di miracoli ne vediamo così pochinon è certo perché Dio non intervenga,ma perché noi non interveniamo laddoveLui ci chiede di essere presenti perchéancora possa realizzarsi la Sua Parolain noi, come in te… perché Lui si affidaa noi e ci affida gli uni agli altri… Tu,Maria, che hai reagito di fronte alle

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difficoltà, hai affrontato gli ostacoli aviso aperto, tu che ti sei ribellata dinanzialle ingiustizie sociali del tuo temposcendendo sulla strada e affrontando ipericoli, liberaci da ogni paura, aiutacia vincere ogni forma di rassegnazione,a lottare contro l'indifferenza, a noncedere dinanzi alla stanchezza e allatentazione di chi vuole farci credere chesia tutto inutile, che tanto non cambieràmai niente, che vince sempre il più forte,chi grida di più. Non è così. Voglionosolo anestetizzare e rendere innocua lanostra coscienza. E lo fanno in tantimodi.

Madre nostra, aiutaci ad entrare nellafollia amante di Dio per l'uomo, per ogniuomo, aiutaci a fare e farci l'unica veradomanda capace di abbattere la nostrasuperbia e quella del mondo: com'è pos-sibile che Dio ancora si fidi di noi, chepovero e mendicante bussi alla portadel nostro cuore per chiedere ospitalità,accoglienza, che chieda un bicchiered'acqua, un pezzo di pane, un tempo diascolto, un sorriso, una carezza, unosguardo capace di bontà e misericordia?Aiutaci, Maria, a capire che sarà propriola speranza del povero che non rimanedelusa perché Dio è dalla sua parte, acostringere la fede cristiana ad usciredalla comodità dei riti sacri che nontoccano la vita e non trasformano lastoria, per andare a guardare da vicinoe con le lacrime agli occhi le molteplicischiavitù a cui oggi sono sottoposti mi-lioni di uomini, donne, giovani e bam-bini. Intere famiglie costrette a scapparedalla loro terra natia per elemosinareuna vita più dignitosa, alla ricerca dibriciole di umanità; orfani che vengonosfruttati dai massimi sistemi che ognunodi noi favorisce ogni volta che ci voltia-

mo dall'altra parte; giovani che cercanouna realizzazione ma che si vedonocostantemente tarpare le ali da chi è piùforte di loro; uomini e donne vittime diogni forma di violenza, dalla prostitu-zione alla droga all'emarginazione, sfrut-tati ed umiliati; i tanti immigrati ingan-nati e strumentalizzati per uso politicoa cui sono negati la solidarietà el'uguaglianza, a cui spesso neghiamo lavita annebbiati dalle nostre paure e dalnostro egoismo; i senzatetto e i senzalavoro che percorrono le nostre stradecon il cuore ferito e le mani tese senzariuscire ad incrociare il nostro sguardo,senza riuscire ad attirare la nostra atten-zione.

Davanti a questo scenario, intriso ditristezza e di amarezza, insegnaci Mariache possiamo dirci davvero cristianisoltanto se riusciamo ad allargare ilcuore, ad essere artigiani di speranza,compagni di strada ad immagine di GesùCristo che trasforma la vita dal di dentroe la orienta all'amore verso il prossimo,verso ogni uomo e ogni donna, senzapreferenze. Insegna a tutti noi, che cidiciamo credenti, a prendere posizionedavanti al dolore del mondo, a provarecompassione per l'altro, ad essere stru-mento della liberazione operata dal Fi-glio tuo. Insegnaci che l'invito di Gesùa portare la Croce trova la sua realizza-zione nell'alleviare il dolore del fratelloche ci è accanto, condividendone il pesocon lui fino a cadere insieme a lui perpoi, insieme, rialzarsi. Proprio come hafatto Lui. È solo così che possiamodavvero essere generatori di vita e disperanza. Rendici capaci di saper inter-cettare il bisogno di Dio che hanno ipoveri, offrendo loro le nostre mani, ilnostro cuore, i nostri occhi, consapevoli

che «a volte, basta poco per restituiresperanza: basta fermarsi, sorridere, ascol-tare». Rendici capaci di saper scorgerenella loro vita i segni della grazia divina,nel loro volto i tratti del volto di Cristo.

Com'è possibile che l'Altissimo an-cora scenda sulla terra e dalla terra facciasentire il Suo grido appassionato «hosete!» dentro la fame e la sete di amoredi ogni cuore? Com'è possibile che ognu-no di noi, con la piccolezza di una vitamessa al servizio del regno possa esserestrumento per le grandi cose che Diovuole ancora realizzare oggi? Maria,donna audace e coraggiosa, aiutaci adaffrontare le nostre paure, perché il con-trario della fede non è l'incredulità, mala paura… e la paura è anche il contrariodella speranza, perché impariamo adaffidarci al Dio dell'amore e della vita,al Dio che è vivo e ci vuole vivi,profeti dei tempi nuovi, testimonidell'incredibile.

Mentre scrivo, la foto di un papàabbracciato alla sua figlioletta sullesponde del Rio Grande dice che cosasiamo diventati. Provo una immensatristezza. Così come immensa tristezzaè quella che si prova dinanzi alle navicariche di migranti. Una tristezza cheindigna, ma anche un'indignazione chediventa germe di un cristianesimo dagliocchi aperti, capace di fare la differenzae di trafiggere, con coraggio, il murodell'indifferenza, della paura e dell'odio.E allora coraggio, porzione di Chiesaamata da Dio, si incarni in te il misterodi Maria, e da questa terra germogliancora il Salvatore portando pace egioia, giustizia e santità. Umanitàvera! (2/VII/2019)

Domenico Battagliavescovo di Cerreto - Telese - Sant'Agata

Pellegrini di Castelvenere con il parroco don Domenico De Santis

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«Cristo vive. Egli è la no-stra speranza e la più bellagiovinezza di questo mondo.Tutto ciò che Lui tocca diven-ta giovane, diventa nuovo, siriempie di vita. Perciò le pri-me parole che voglio rivolge-re a ciascun giovane cristianosono: Lui vive e ti vuole vi-vo!»: questo è l'inizio dellaEsortazione apostolica post-sinodale di Papa Francescoai giovani e a tutto il popolodi Dio firmata a Loreto inoccasione dell'Annunciazionedel Signore il 25 marzo 2019e resa nota nel successivo dueaprile. Il Sinodo dei vescovi(Roma 3-28/VIII/018) si è svoltosul tema: I giovani, la fede eil discernimento vocazionalee ha prodotto un corposo do-cumento finale, mentrel'esortazione apostolica po-stsinodale consta di una breveintroduzione e nove capitoli.

Il capitolo di apertura - Che cosa dice la Parola diDio sui giovani ? - presenta una rapida carrellata di pagi-ne bibliche di giovanidell'Antico e Nuovo Testa-mento. Ne emerge un Dioche ispira i giovani nei loro sogni (Giu-

seppe) e che sceglie i sui eletti tra coloroche gli altri non considerano (Davide). Ecosì appaiono uomini sinceri che nonaddolciscono la realtà (Gedeone), giovaniinsicuri che non sanno essere coraggiosi(Samuele), giovani che si sentono persidavanti alle loro responsabilità ma chesanno agire con saggezza (Salomone) esanno risvegliare la coscienza del loropopolo, giovani esempi di generositànelle disgrazie (Rut) e una ragazza senzanome che finita al servizio della mogliedi Naaman, comandante dell'esercitodel re di Aram, sa soccorrere in manieraintelligente il suo padrone. Nel NuovoTestamento si trovano tanti giovani cheseguono Gesù tra i quali anche un “tale”,presumibilmente giovane, che, pur aven-

do il desiderio di una vita spiritualmentepiù alta, alla chiamata di Gesù si allon-tana perché aveva molti beni e nonintendeva lasciarli.

Nel secondo capitolo - Gesù Cristosempre giovane - il Papa afferma chela giovinezza prende il volto di coluiche condivideva la vita di famiglia benintegrata nella comunità di Nazaret edimmerso nelle relazioni umane.

Il terzo capitolo - Voi siete l'adessodi Gesù - si concentra sulla lettura dellasituazione giovanile oggi. Papa France-sco parla di “giovani di un mondo incrisi”. E la crisi è frutto di violenza,persecuzioni, abusi, dipendenze, esclu-sioni di ogni genere. La cosa peggioredavanti a tutto questo sarebbe“l'anestesia” mentre l'antidoto consiste

nel vedere la realtà con occhipieni di lacrime. Il Sinodo ha individuato tre temi di grandeimportanza: l'ambiente digita-le, le migrazioni e il drammadegli abusi. Un tema trasver-sa le che accompagnal'esortazione è quello deidiritti delle donne e della ne-cessaria “reciprocità”.

Il quarto capitolo - Ilgrande annuncio per tutti igiovani - è quello più centraledell'esortazione e contiene“tre grandi verità che tutti ab-biamo bisogno di ascoltare”.La prima è: “Dio ti ama”. Cisono immagini di Dio che in-ducono all'ateismo. Abbiamoa volte oscurato il vero voltodi Dio annunciando un Diodi regole e che punisce e sivendica. Abbiamo sovracca-ricato l'immagine di Dio conidee che lo allontanano dallavera immagine di un Dio“amante della vita”. La secon-da è che “Cristo, per amore,ha dato se stesso fino alla fineper salvarti”. Questo amore,che arriva alla croce, superatutte le nostre contraddizioni,fragilità e meschinità. Niente

e nessuno è scartato dalla croce. La terzaè che Gesù vive. Non è solamente unbello esempio del passato, come unricordo, come qualcuno che ci ha salvatiduemila anni fa. Ecco allora tre grandiverità della fede: “Dio ci ama, Cristo èil tuo redentore, Egli vive”.

Il capitolo quinto dell'esortazione- Percorsi di gioventù - si interroga suche cosa cambia nel vivere la giovinezzaquando è illuminata dal vangelo. Lagiovinezza è spesso intesa come l'etàdel sogno. Il giovane cammina con duepiedi come gli adulti, ma a differenzadegli adulti, che li hanno in parallelo, limette uno di fronte all'altro, pronto apartire. Egli ha voglia di vivere e disperimentare, di intessere amicizie, diaprirsi agli altri e di impegnarsi nel

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sociale con energia, con audacia e crea-tività.

Papa Francesco scrive un intero ca-pitolo, il sesto - Giovani con radici -per sottolineare l'importanza delle radici.Il futuro senza passato vola via, la gio-vinezza senza la storia e la tradizionerischia di essere pura ideologia o mitoo manipolazione: “Al mondo non è maiservita né servirà mai la rottura tra legenerazioni. La Chiesa è una canoa incui i vecchi aiutano a tenere la direzioneinterpretando la posizione delle stelle,e i giovani, in dialogo con loro, remanocon forza. Gli anziani costruiscono iloro sogni sulla base della memoria, deiricordi con le immagini della speranzavissuta negli anni. Se i giovani affondanole loro radici nei sogni degli anzianiallora possono vedere il futuro, possonoavere visioni che aprono il loro orizzon-te. Se invece sognano, smarrisconol'orizzonte.

Il settimo capitolo - La pastoraledei giovani - è tutto dedicato alla pasto-rale giovanile, cioè all'azione educativacon cui la Chiesa accompagna i giovanie favorisce il loro protagonismo. Duesono le linee di azione: la ricerca e lacrescita, lo sviluppo cioè di un camminodi maturazione religiosa e umana. E'impossibile pensare però a una pastoralegiovanile che non veda i giovani prota-gonisti.

Il capitolo ottavo - La vocazione -offre orientamenti e suggerimenti perla missione. Il servizio per gli altri èsolitamente legato a due questioni fon-

damentali: la formazione di una nuovafamiglia e il lavoro. La famiglia va inrotta di collisione con una visione divita disimpegnata, individualista, prigio-niera dell'isolamento e della solitudinementre il lavoro è parte integrante diuna vita umana piena e realizzata. Anchela politica deve considerare il lavorocome una questione importante: la di-soccupazione tecnologica, causata dalfatto che scopriamo modi nuovi di lavorocon la conseguenza che ridurre i costipuò portare rapidamente a sostituireinnumerevoli posti di lavoro con le mac-chine.

Il nono e ultimo capitolo - Il discer-nimento - si ferma sul significato deldiscernimento che non consiste in unasapienza per i colti, i dotti e gli illuminati.Esso è un carisma e non richiede capacitàspeciali né è riservato ai più intelligentie istruiti: "il Padre si manifesta con

piacere agli umili”.---

Ho impostato questo articolo voluta-mente come avvio alla lettura della esor-tazione pontificia per i giovani, e menogiovani, della nostra rivista senza pretesadi originalità. La lettura integrale deltesto di papa Francesco sarà per tuttiuna sorpresa perché è piena di sugge-stioni e di suggerimenti perché i giovanicrescano religiosamente e umanamentealla luce della consapevolezza che Gesùvive, ci ama e ci ha salvati. Dipende danoi inserirci nel dinamismo deldell'amore Padre, del Figlio e delloSpirito Santo per partecipare alla Pasqua(= passaggio) di Cristo passando dallamorte del peccato e di tutto di ciò checi allontana da Dio per aprirci all'amoree alla grazia del Signore Risorto.

+ Michele De RosaVescovo emerito di Cerreto-Telese-Sant'Agata

Fedeli alla recita del rosario quotidiano a Massa di Faicchio

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La Chiesa tributa una speciale vene-razione alla beata vergine Maria, onoratacome Madre di Dio per aver portato nelsuo grembo il Verbo. Con il suo «sì» alprogetto salvifico di Dio si sono fuse lanatura divina e la natura umana inscin-dibilmente nella persona di Gesù Cristo.Preservata da ogni macchia di peccatooriginale e personale, Ella si è congiuntaa suo Figlio Gesù Cristo nel corso dellasua vita terrena e continua ad esserlo incielo condividendo la gloria del Figlio.Da lassù, con gli angeli e i Santi, brillacome una stella sul cammino della Chie-sa peregrinante e intercede per essa. Ilculto di iperdulia con cui noi cristianionoriamo Maria trova la massimaespressione nelle feste liturgiche che laChiesa le tributa, tra cui la «Madonnadel rosario» il 7 ottobre di ogni anno. Il«rosario» (che prende nome dal mazzettodi rose da offrire alla persona amata)nel cuore di tanti devoti diventa unacatena che congiunge la terra al cieloperché il rosario richiama Maria e Mariarichiama il rosario. Con i sui grani chescorrono nelle mani proclamiamo i mi-steri principali della fede e un inno cri-stologico in una meravigliosa sintesievangelica. Il santo papa Paolo VI hascritto che il rosario è il «compendio ditutto quanto il Vangelo» e Maria è sem-pre presente per introdurci alla confor-mazione con Cristo. Il rosario è stato edè molto amato dai Santi, comesant'Alfonso de' Liguori. Egli dicevache per mezzo di Maria incontriamoGesù. Non solo scriveva e predicava insuo onore, ma recitava il rosario piùvolte al giorno. Da vecchio, una serachiese al fratello che lo accudiva seavesse recitato il rosario in quel giorno.Il confratello lo rassicurò: «State semprecon il rosario in mano, credo che neabbiate recitati molti!». Il Santo reagìall'ironica battuta: «Credete, credete?Ma ne siete proprio sicuro? Non sapeteche da questa catena dipende la miasalvezza?». La storia di questa pia pratica

detta «rosario» parte da San Domenicodi Guzmán (1170-1221), e arriva ai nostrigiorni attraverso molte tappe come Lour-des (1858) e Fatima (1917) dove la stessaVergine si mostra con la corona delrosario in mano e chiede non solo direcitarlo ogni giorno, ma anche di farlorecitare in tutte le famiglie cristiane. Ilbeato Bartolo Longo (1841-1926), un avvo-cato pugliese miscredente tornato allafede, è stato uno dei promotori più con-vinti della bontà del rosario con la co-struzione del grande e bel santuariodedicato alla «Madonna del rosario diPompei», a partire dal 1876. I SommiPontefici hanno incoraggiato questapratica devozionale. Ricordiamol'enciclica Supremi apostolatus officiodi Papa Leone XIII nel 1883, e l'epistolaapostolica Il religioso convegno di papaGiovanni XXIII nel 1961. San Giovanni

Paolo II può definirsi un cantore diMaria. Non solo recitava e faceva reci-tare il rosario come espressione d'amorea Maria, ma volle consacrare la sua vitaa Lei con il motto «Totus tuus», comea dire: sono tutto tuo, o Maria, perchéso che tu mi conduci al tuo Figlio enostro signore Gesù Cristo. Nella sualettera apostolica Rosarium VirginisMariae del 2002 arricchisce il rosariocon la contemplazione della vita pubbli-ca di Gesù, detti i misteri della luce.

Il «rosario» si apre con l'annunciodell'angelo a Maria. Lo sguardo contem-plativo è rivolto al mistero della Incar-nazione nelle sue implicanze ultime enel significato profondo della gioia mes-sianica, con l'incontro di Maria conElisabetta, la nascita del Bimbo divinonella grotta di Betlemme, la presenta-zione di Gesù al tempio, lo smarrimento

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e il ritrovamento di Gesù dodicenne trai dottori al tempio. A questo primo ciclodi meditazioni segue quello dei misteriluminosi che qualificano Gesù come«luce del mondo». Emerge Gesù Cristonegli anni della sua vita pubblica, quandoannunciava il vangelo del Regno, gua-riva gli ammalati, risuscitava i morti.Gli avvenimenti contemplati riguardanoil battesimo di Gesù nel fiume Giordano,il miracolo alle nozze di Cana, l'invitoalla conversione, la trasfigurazione,l'istituzione dell'Eucarestia durantel'ultima cena. La contemplazione di ciòche Gesù ha fatto per noi prosegue coni misteri dolorosi, ovvero la sua passionee morte che costituisce l'apice dellarivelazione dell'amore salvifico. Il nostrocuore si apre con particolare compassio-ne alla contemplazione di questi misteri,fino a vederci in cammino con Mariasulla via dolorosa. La meditazione siconcentra sull'agonia di Gesù nel Get-semani, nel momento in cui agonizzaquando prende su di sé tutti i peccatidell'umanità e li sconfigge aderendopienamente alla volontà del Padre. Poiriviviamo i momenti dolorosi della fla-gellazione, della coronazione di spine,della salita al calvario, della crocifissionee della morte con il cuore trafitto. Con

gli ultimi quadri del rosario fissiamo losguardo sul Cristo risorto e asceso alcielo. Riviviamo la gioia di Gesù ascesoalla destra del Padre, l'invio dello SpiritoSanto sui credenti, la gloriosa assunzionedi Maria in corpo ed anima nel regnodei giusti, esaltata e festeggiata comeregina degli angeli e dei santi.

Nella meditazione del rosario, sullosfondo delle «Ave Maria», passano da-vanti agli occhi dell'anima i principaliepisodi della vita di Gesù Cristo e «cimettono in comunione viva con Gesù,attraverso il Cuore della Sua Madre».Si constata la bellezza della vita, s'imparala sacralità della famiglia, si ascolta ilMaestro, si attinge la luce che ci guidaverso il Regno di Dio, si valorizza la

sofferenza e la forza dello Spirito, siintravede il traguardo della gloria, conCristo e sua Madre. La recita del «rosa-rio» sintonizza la nostra attenzione uma-na non solo con Maria, ma con la san-tissima Trinità. Con il «rosario»chiediamo che venga qui sulla terra ilRegno di Dio, riceviamo pace, gioia eamore per condividerli con chi incon-triamo sui nostri passi.

Pregando con il«rosario», le famiglierestano unite, superano le inevitabilidiscordie, diminuisce l'intolleranza, cre-sce il Bene. Il mondo intero ha bisognodella piccola fiammella del «rosario»per riaccendere con Maria la luce diCristo.

Angela De Lucia

Pelosi Pasquale, Massimo e Maria Grazia Guarino per grazia ricevuta (Canada)

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Bimbi in SantoCONSACRATI ALLA MADONNA

Bimbi in SantoMaturo Eugenio Pio (26/X/2018)

di Giovanni e Angela Mongillo(Sal Salvatore Telesino)

Di Tullio Fusco Pasquale (23/VIII/2017)di Pietro e Tiziana (Castelvenere)

Mazzarella Francesca (26/VI/2016)di Pasquale e Luisa Cinquegrana (Bologna)

Parente Isabella (25/VI/2018)di Antonio e Lucia Cappella (Cerreto)

Di Paola Piero (7/VIII/2016)di Salvatore e Pasqualina Parente

(Guardia)

Bianchi Matteo (8/XI/2011)di Ruggero e Annarosa Sanzari (Como)

Sanzari Tecla (20/I/2018)di Giuseppe e Borscia Loriano (Como)

Verlardo Francesca (18/III/2018)di Bartolomeo e Teresa Mongello

(Civitella Licinio)

Il titolo del presente messaggio èuguale al tema dell'ottobre missionario:«Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristoin missione nel mondo». Celebrare que-sto mese ci aiuterà in primo luogo aritrovare il senso missionario della nostraadesione di fede a Gesù Cristo, fedegratuitamente ricevuta come dono nelbattesimo. La nostra appartenenza filialea Dio non è mai un atto individuale masempre ecclesiale: dalla comunione conDio, Padre e Figlio e Spirito Santo, nasceuna vita nuova insieme a tanti altri fra-telli e sorelle. E questa vita divina nonè un prodotto da vendere - noi non fac-ciamo proselitismo - ma una ricchezza

da donare, da comunicare, da annuncia-re: ecco il senso della missione. Gratui-tamente abbiamo ricevuto questo donoe gratuitamente lo condividiamo, senzaescludere nessuno. Dio vuole che tuttigli uomini siano salvi arrivando allaconoscenza della verità e all'esperienzadella sua misericordia grazie alla Chiesa,sacramento universale della salvezza.La Chiesa è in missione nel mondo: lafede in Gesù Cristo ci dona la giustadimensione di tutte le cose facendocivedere il mondo con gli occhi e il cuoredi Dio; la speranza ci apre agli orizzontieterni della vita divina di cui veramentepartecipiamo; la carità, che pregustiamonei Sacramenti e nell'amore fraterno, cispinge sino ai confini della terra. UnaChiesa in uscita fino agli estremi confinirichiede conversione missionaria costan-te e permanente. [...]. Chi ama si mettein movimento, è spinto fuori da se stesso,è attratto e attrae, si dona all'altro e tesserelazioni che generano vita. Nessuno èinutile e insignificante per l'amore diDio. Ciascuno di noi è una missione nelmondo perché frutto dell'amore di Dio[...]. Nella paternità di Dio e nella mater-nità della Chiesa si radica la nostra mis-sione, perché nel battesimo è insitol'invio espresso da Gesù nel mandatopasquale: come il Padre ha mandato me,anche io mando voi pieni di SpiritoSanto per la riconciliazione del mondo.Al cristiano compete questo invio, af-finché a nessuno manchi l'annuncio dellasua vocazione a figlio adottivo, la cer-tezza della sua dignità personale edell'intrinseco valore di ogni vita umanadal suo concepimento fino alla sua mortenaturale. Il dilagante secolarismo, quan-do si fa rifiuto positivo e culturaledell'attiva paternità di Dio nella nostrastoria, impedisce ogni autentica fraternitàuniversale che si esprime nel reciproco

rispetto della vita di ciascuno. Senza ilDio di Gesù Cristo, ogni differenza siriduce ad infernale minaccia rendendoimpossibile qualsiasi fraterna accoglien-za e feconda unità del genere umano [...].

L'apertura della cultura e della co-munità alla novità salvifica di GesùCristo richiede il superamento di ogniindebita introversione etnica ed eccle-siale. Anche oggi la Chiesa continua adavere bisogno di uomini e donne che,in virtù del loro Battesimo, rispondonogenerosamente alla chiamata ad usciredalla propria casa, dalla propria famiglia,dalla propria patria, dalla propria lingua,dalla propria Chiesa locale. Essi sonoinviati alle genti, nel mondo non ancoratrasfigurato dai Sacramenti di Gesù Cri-sto e della sua santa Chiesa. [...].

Una rinnovata Pentecoste spalancale porte della Chiesa affinché nessunacultura rimanga chiusa in sé stessa enessun popolo sia isolato ma aperto allacomunione universale della fede. Nes-suno rimanga chiuso nel proprio io,nell'autoreferenzialità della propria ap-partenenza etnica e religiosa. La Pasquadi Gesù rompe gli angusti limiti di mon-di, religioni e culture, chiamandoli acrescere nel rispetto per la dignitàdell'uomo e della donna, verso una con-versione sempre più piena alla Veritàdel Signore Risorto che dona la veravita a tutti [...].

A Maria nostra Madre affidiamo lamissione della Chiesa. Unita al suo Fi-glio, fin dall'Incarnazione la Vergine siè messa in movimento, si è lasciatatotalmente coinvolgere nella missionedi Gesù, missione che ai piedi dellacroce divenne anche la sua propria mis-sione: collaborare come Madre dellaChiesa a generare nello Spirito e nellafede nuovi figli e figlie di Dio.(dalla giornata missionaria 2019)

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Oggi dobbiamo elencare molte for-me di nuove schiavitù a cui sono sotto-posti milioni di uomini, donne, giovanie bambini. Incontriamo ogni giornofamiglie costrette a lasciare la loro terraper cercare forme di sussistenza altrove;orfani che hanno perso i genitori o chesono stati violentemente separati daloro per un brutale sfruttamento; gio-vani alla ricerca di una realizzazioneprofessionale ai quali viene impeditol'accesso al lavoro per politiche econo-miche miopi; vittime di tante forme diviolenza, dalla prostituzione alla droga,e umiliate nel loro intimo. Come di-menticare, inoltre, i milioni di immigrativittime di tanti interessi nascosti, spessostrumentalizzati per uso politico, a cuisono negate la solidarietà e la ugua-glianza? E tante persone senzatetto edemarginate che si aggirano per le stradedelle nostre città? Quante volte vediamoi poveri nelle discariche a raccogliereil frutto dello scarto e del superfluo,per trovare qualcosa di cui nutrirsi ovestirsi! Diventati loro stessi parte diuna discarica umana sono trattati darifiuti, senza che alcun senso di colpainvesta quanti sono complici di questoscandalo. Giudicati spesso parassitidella società, ai poveri non si perdonaneppure la loro povertà. Il giudizio èsempre all'erta. Non possono permet-tersi di essere timidi o scoraggiati, sonopercepiti come minacciosi o incapaci,solo perché poveri. [...]. Spesso si infie-risce su di loro con la violenza delsopruso. Sono costretti a ore infinitesotto il sole cocente per raccogliere ifrutti della stagione, ma sono ricom-pensati con una paga irrisoria; nonhanno sicurezza sul lavoro né condizio-ni umane che permettano di sentirsiuguali agli altri. Non esiste per lorocassa integrazione, indennità, nemmenola possibilità di ammalarsi [...].

La condizione di emarginazione incui sono vessati milioni di persone nonpotrà durare ancora a lungo. Il lorogrido aumenta e abbraccia la terra in-tera. Come scriveva Don Primo Maz-zolari: «Il povero è una protesta conti-nua contro le nostre ingiustizie; ilpovero è una polveriera. Se le dai fuoco,il mondo salta». Non è mai possibileeludere il pressante richiamo che laSacra Scrittura affida ai poveri. Dovun-que si volga lo sguardo, la Parola diDio indica che i poveri sono quanti nonhanno il necessario per vivere perchédipendono dagli altri. Sono l'oppresso,l'umile, colui che è prostrato a terra.Eppure, dinanzi a questa innumerevoleschiera di indigenti, Gesù non ha avutotimore di identificarsi con ciascuno diessi: «Tutto quello che avete fatto auno solo di questi miei fratelli più pic-coli, l'avete fatto a me». Sfuggire daquesta identificazione equivale a misti-ficare il Vangelo e annacquare la rive-lazione. Il Dio che Gesù ha volutorivelare è questo: un Padre generoso,misericordioso, inesauribile nella suabontà e grazia, che dona speranza so-prattutto a quanti sono delusi e privi difuturo [...].

Nella vicinanza ai poveri, la Chiesascopre di essere un popolo che, sparsotra tante nazioni, ha la vocazione dinon far sentire nessuno straniero oescluso, perché tutti coinvolge in uncomune cammino di salvezza. La con-dizione dei poveri obbliga a non pren-dere alcuna distanza dal Corpo delSignore che soffre in loro. Siamo chia-mati, piuttosto, a toccare la sua carneper comprometterci in prima personain un servizio che è autentica evange-lizzazione. La promozione anche so-ciale dei poveri non è un impegno ester-no all'annuncio del Vangelo, alcontrario, manifesta il realismo dellafede cristiana e la sua validità storica.L'amore che dà vita alla fede in Gesùnon permette ai suoi discepoli di rin-chiudersi in un individualismo asfis-siante, nascosto in segmenti di intimitàspirituale, senza alcun influsso sullavita sociale [...]. «L'opzione per gli ulti-mi, per quelli che la società scarta egetta via» è una scelta prioritaria chei discepoli di Cristo sono chiamati aperseguire per non tradire la credibilitàdella Chiesa e donare speranza fattivaa tanti indifesi. La carità cristiana trovain essi la sua verifica, perché chi com-patisce le loro sofferenze con l'amoredi Cristo riceve forza e conferisce vi-gore all'annuncio del Vangelo. [...]. Avolte basta poco per restituire speranza:basta fermarsi, sorridere, ascoltare. Perun giorno lasciamo in disparte le stati-stiche; i poveri non sono numeri a cuiappellarsi per vantare opere e progetti.I poveri sono persone a cui andareincontro: sono giovani e anziani solida invitare a casa per condividere ilpasto; uomini, donne e bambini cheattendono una parola amica. I poverici salvano perché ci permettono di in-contrare il volto di Gesù Cristo.

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Il 4 giugno 2019 nella cattedrale diRimini è stato reso un solenne grazie aDio per il giubileo di don Probo Vacca-rini: 100 anni di età, sposato e vedovo,sette figli, cinque nipoti, 31 anni disacerdozio. Soldato in Russia negli anni"40, impiegato geometra delle ferrovie,si sposò con Anna Maria. Dopo la mortedella moglie ha dovuto crescere da solosette figli: Giovanni Maria, FrancescoMaria, Maria Celeste, Maria Pia, Giu-seppe Maria, Gioacchino Maria, MariaLuisa. L'abbondanza di «Maria» in quel-la casa denota un amore del tutto specialeper la Madre di Dio. Il buon uomo, dopola morte della moglie e la sistemazionedei figli (i maschi sacerdoti e le femminedue insegnanti e una architetto) chieseal Vescovo di collaborare nella Chiesaprima come accolito, poi come dia-cono permanente e infine da prete.L'ordinazione sacerdotale avvenne nel1988, nonostante l'età di 69 anni, lasalute e la difficoltà dello studio teolo-gico. Il figlio don Giuseppe, parroco aMisano Mare, racconta che suo padreera ed è «un entusiasta del Signore. E'sempre stato un uomo molto religiosoe quando è diventato diacono cel'aspettavamo. Ma quando ha detto chevoleva farsi prete, siamo rimasti sorpresi.

Gli abbiamo detto "papà ormai sei dapensione", e lui ci ha risposto che volevafare il sacerdote per il resto della suavita. E così sta facendo. Nonostante l'età,ogni giorno va in parrocchia a dire mes-sa. Lui vive la fede con una incredibilepassione. Quando gli chiediamo al tele-fono "con chi sei?", lui risponde sempreallo stesso modo: "Sono con Gesù e laMadonnina", e questo è ormai diventatoil suo motto». L'altro figlio don Giovanniaggiunge: «Per noi non è stata una sor-presa, è sempre stato un uomo di fede,per vent'anni ha stretto una forte amiciziaspirituale con Padre Pio da Pietralcinail quale ha battezzato anche una dellemie sorelle. Mio padre andava spesso aSan Giovanni Rotondo. L'incontro conpadre Pio l'ha segnato profondamente.Siamo tutti parroci del riminese, eccettonostro fratello Francesco che è a Terni.Se a qualcuno sembra strano quattrofratelli parroci non è così, nelle famiglienumerose accade, e poi lo dobbiamoanche al grande insegnamento di nostramadre». Don Giuseppe aggiunge unaltro particolare sul suo papà prete: «Coni suoi 100 anni, va ancora alla curia dellaparrocchia, a celebrare la Messa, a con-fessare. Sicuramente il suo ministero èsempre stato prezioso» A un giornalista

che l'ha intervistato in occasione del suocentenario di vita, il nostro arzillo vedo-vo nonno prete ha confessato: «Sonoinnamorato del Signore, nessuno mi haspinto, è una cosa che sentivo, l'ho chie-sto e me lo hanno concesso. Cosa mi dàpiù gioia? poter dire ogni giorno sonoil corpo di Cristo, e non è una cosa dapoco». Probo Vaccarini ha scritto oltre15 libri e un'autobiografia dal titoloSposo, vedovo e sacerdote. Vive conuna figlia nella vecchia casa di famigliae passa gran parte del suo tempo a leg-gere. Il vescovo di Rimini FrancescoLambiasi ha commentato così il singo-lare centenario del vedovo nonno prete:«Don Probo per noi è un patriarca veroe proprio, che ha registrato nel corsodella sua vita fino ad oggi l'ambiziosotraguardo di vari primati, da Guinness.Il primo primato è che don Probo è unprete con ben quattro figli preti. Il se-condo primato è che don Probo ha rice-vuto tutti e sette i sacramenti, perché èstato prima sposo, poi vedovo, quindi èstato ordinato diacono e infine presbiteroe ha ricevuto più volte anche l'unzionedegli infermi. Il terzo primato è che donProbo è il primo figlio spirituale di SanPio da Pietrelcina a collezionare i dueprimati precedenti».

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Matrimonial SantuarioFabio Manzo di Caserta

e Maria Teresa Pascarella di Maddaloni(11/V/2019)

Giovanni Setola di Amorosie Francesca Carangelo di San Lorenzello

(29/VI/2019)

Tullio Grillo di Castelveneree Filomena Mattei di San Lorenzello

(6/VII/2019)

50° di matrimonio

Pasquale Santagata e Assunta Di Paoladi Cerreto (23/VI/2019)

Leucio Ruggiero e Lina Cirillodi Puglianello (28/VII/2019)

Giovanni Baldino e Maria Antonia Melottadi Cerreto (11/VIII/2019)

Bonaventura Zarrelli e Maria Grassodi Melizzano (11/VIII/2019)

Leucio Borrelli e Cristina Lavorgnadi Massa di Faicchio (25/VIII/2019)

25° di matrimonio

Luigi Ruggiero e Maria Festadi Anzio (19/III/2019)

Vitangelo Meglio e Cristina Pelosidi Cerreto (25/IV/2019)

Pietro Altieri e Michela Di Lellodi Puglianello (29/VI/2019)

Mario Lese e Monica Moronedi Castelvenere (28/VII/2019)

Aldo Gismondi e Giovanna Pettorellidi Varese (11/VIII/2019)

Francesco Silvestri e Paola Lombardidi Guardia Sanframondi (13/VIII/2019)

Carmine Melotta e Rosa Gambutidi Cerreto (21/VIII/2019)

Giovanni Pascale e Paola Simeonedi Roma (3/IX/2019)

Scendano le Grazie come stelleMi giunga dal Cielo la Tua Grazia Santa.

Bacia le anime accorate e pieChe ferventi a Te domandano

Effluvio di Madre.E per quelle che nel buio ti hanno perso

Si illumini dei Tuoi raggi il buon sentiero.

Alita o Dolcezza il Tuo AmoreSulla nostra devozione tersa e triste

E i nostri piedi sicuri e illesi andrannoSulle spine del mondo

Che già furono le spine del Tuo FiglioQual ci lasciò orme di sangue e di salvezzaAssorbite dalla terra come respiro d'amore.

Si coprano le nuvole di TeE lascino cadere il Cielo su di noi.

Voglia Tu irrorare la speranzaCon la pioggia del Tuo materno dolore.

Stillino gocce di giubiloDa quegli occhi color d'amore e gloria.

Guidi la Tua Luce lo spirito pellegrinoChe a Te anela e vieneIn questo periodo caldoDi fragranze delle messi

E aulente di campi con il granoE fiori bianchi di purezza benedetti.

In questo tempo di lavoro e di sudoreE cuori diletti e lieti

Per la Tua santa venerazione.

Anna Maria Parente

Mirko Carangelo di Cerretoe Rosaria Vallone di San Lorenzello

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Concettina Di Cerbodi San Lorenzello

* 27/VII/1947 + 29/V/2019

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Vincenzo Paduanodi Cerreto

* 8/VI/1929 + 7/I/2019

Fiorenzo Saturnodi Ozieri (SS)

* 28/VI/1940 + 7/II/2019

Alfonsa Lucia Pacelli* San Salvatore T. 5/XI/1944

+ Faicchio 20/II/2019

Maria Antonia Santagatadi Cerreto

* 15/IV/1920 + 3/II/2019

Pelosi Maria Annadi Cerreto

* 25/XI/1933 + 31/V/2019

Guido Leoninidi Castelvenere

* 6/VIII/1939 + 7/II/2019

Alfonsina Ciarlodi San Salvatore Telesino

* 3/XI/1946 + 25/VII/2019

Fulvio Santillodi San Salvatore Telesino

* 22/III/1950 + 13/VII/2019

Brancaccio Luisadi Napoli

* 1/X/1927 + 21/V/2019

Antonietta Iulianidi Cerreto

* 20/I/1927 + 16/VI/2019

Ponzo Cesare* Tripoli 19/XI/1948+ Roma 10/VIII/2019

Parente Vittorio* Cerreto 6/II/1930

+ Francia 19/IV/2018

Mario Labagnaradi Castelvenere

* 15/XI/1939 + 27/IV/2018

Mafalda Federico* San Lorenzello 16/IX/1947

+ Inghilterra 14/V/2019

P. Paolo Borraca* Pannarano 9/X/1942

+ Benevento 26/XII/2018

Camminavo sul sentiero di una montagnae da lontano mi sembrava di scorgere

un animale

Avvicinandomi, ho visto che eraun uomo

Quando gli sono arrivato accantoho scoperto che era

mio fratello (da un racconto tibetano)

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Santuario Maria SS. delle Grazie e convento dei Frati CappucciniCERRETO SANNITA (BN)

Carmina Campolattano con il marito Entinioe i loro figli Alessia e Nicolas.

La bisnonna Carmela (USA)

Cinque sorelle e un fratello finalmente insieme a San Lorenzello.In ordine di nascita: Salomone Maria, Assunta,

Angela, Teresa, Gina e Gennaro

Esposito Antimo festeggiato dalla consorte Maria Fappianoe i loro figli Angelo, Giuseppina e Massimo (Statte TA)

Vitangelo Meglio e Cristina Pelosi di Cerretonel 25° anniversario di matrimonio

con le figlie Sonia e Marisa