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http://www.trio-lescano.it/ Notizie di Maggio-Agosto 2013 Sono vietati l’uso e la riproduzione di testi e immagini presenti in questo documento senza un’esplicita autorizzazione del Curatore Anche se destinato a permanere in Rete a tempo indeterminato, questo sito è stato chiuso il 1° Settembre 2012, ad eccezione della pagina corrente, che resta parzialmente attiva. In effetti essa segnala ora solo le novità di rilievo che giungono in Redazione relativamente alle Sorelle Lescano e ai loro stretti congiunti o collaboratori. Le motivazioni di tali cambiamenti sono state esposte dal Curatore in una mail circolare, inviata a suo tempo ai principali interessati: vedi http://www.trio-lescano.it/commiato.html . Mercoledì 1° Maggio 2013 Massimo Baldino ci ha annunciato, con gioia e fierezza del tutto giustificate, la nascita del portale dell’Associazione Culturale “Museo Virtuale del Disco e dello Spettacolo”, che ha la sede operativa a Sanremo e quella legale a Villanova d’Albenga (SV). Esso comprende nove sezioni, che sono nell’ordine: Mostre, Siti associati, Dischi, Documenti, Associazione, Statuto, Iniziative, Blog e Varie. Per ora solo alcune risultano attivate (e un paio richiedono una password di accesso), ma presto tutte saranno disponibili. Il nostro amico Massimo chiede a ognuno di noi di fargli conoscere le proprie impressioni sul nuovo portale – che egli definisce generosamente nostro – e sulla sua organizzazione, scrivendogli all’indirizzo indicato nella pagina iniziale: http://www.museovirtualedeldiscoedellospettacolo.it/site_map.html . Mentre per il momento languono le ricerche sulle Lescano e il loro mondo (magari a causa del… tempaccio – e non solo in senso meteorologico – che imperversa da settimane su gran parte del nostro paese), procede alla grande il Canale ufficiale del sito, curato dall’instancabile Simone Calomino. http://www.youtube.com/channel/UCj261M_OgqttPAgSTUdhi3A/videos?view=0 In tre mesi scarsi di vita esso ha infatti pubblicato in modo impeccabile, cioè con tutti i dati discografici disponibili, ben 24 canzoni rare del magico Trio, facendo registrare più di 3400 visite, con 28 iscritti. Quanto ai commenti fatti ai brani, seppure non numerosi (d’altra parte sappiamo bene come questa musica sia per palati raffinati, che non sono mai legioni, oggigiorno poi...), essi si qualificano in genere come opera di

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http://www.trio-lescano.it/

Notizie di Maggio-Agosto 2013

Sono vietati l’uso e la riproduzione di testi e immagini

presenti in questo documento senza un’esplicita autorizzazione del Curatore

Anche se destinato a permanere in Rete a tempo indeterminato, questo sito è stato chiuso il 1° Settembre 2012, ad eccezione della pagina corrente, che resta parzialmente attiva. In effetti essa segnala ora solo le novità di rilievo che giungono in Redazione relativamente alle Sorelle Lescano e ai loro stretti congiunti o collaboratori. Le motivazioni di tali cambiamenti sono state esposte dal Curatore in una mail circolare, inviata a suo tempo ai principali interessati: vedi http://www.trio-lescano.it/commiato.html.

◙ Mercoledì 1° Maggio 2013 ♦ Massimo Baldino ci ha annunciato, con gioia e fierezza del tutto giustificate, la nascita del portale dell’Associazione Culturale “Museo Virtuale del Disco e dello Spettacolo”, che ha la sede operativa a Sanremo e quella legale a Villanova d’Albenga (SV). Esso comprende nove sezioni, che sono nell’ordine: Mostre, Siti associati, Dischi, Documenti, Associazione, Statuto, Iniziative, Blog e Varie. Per ora solo alcune risultano attivate (e un paio richiedono una password di accesso), ma presto tutte saranno disponibili. Il nostro amico Massimo chiede a ognuno di noi di fargli conoscere le proprie impressioni sul nuovo portale – che egli definisce generosamente nostro – e sulla sua organizzazione, scrivendogli all’indirizzo indicato nella pagina iniziale: http://www.museovirtualedeldiscoedellospettacolo.it/site_map.html. ♦ Mentre per il momento languono le ricerche sulle Lescano e il loro mondo (magari a causa del… tempaccio – e non solo in senso meteorologico – che imperversa da settimane su gran parte del nostro paese), procede alla grande il Canale ufficiale del sito, curato dall’instancabile Simone Calomino.

http://www.youtube.com/channel/UCj261M_OgqttPAgSTUdhi3A/videos?view=0

In tre mesi scarsi di vita esso ha infatti pubblicato in modo impeccabile, cioè con tutti i dati discografici disponibili, ben 24 canzoni rare del magico Trio, facendo registrare più di 3400 visite, con 28 iscritti. Quanto ai commenti fatti ai brani, seppure non numerosi (d’altra parte sappiamo bene come questa musica sia per palati raffinati, che non sono mai legioni, oggigiorno poi...), essi si qualificano in genere come opera di

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veri intenditori, tra i quali spicca Lele Del Gatto: egli ha sempre parole puntuali e garbate di precisazione o di apprezzamento per il nostro lavoro, e gliene siamo oltremodo grati, giacché è proprio per persone come lui che continuiamo, malgrado tutto, a darci tanto da fare!

◙ Giovedì 2 Maggio 2013 Mail di Paolo Piccardo: «Carissimi, vi invito a visitare e spulciare con attenzione il sito http://www.lorien.it/X_INNI/. Benchè di natura dichiaratamente politica, vi compaiono tuttavia interessanti pubblicazioni, spartiti, mandolini, testi e rarità che riguardano il periodo che a noi interessa. In particolare ci sono molti estratti dal “Canzoniere della Radio”: http://www.lorien.it/X_INNI/Fonti/G-Campi/GCampi_Canzonieri_03CdR.html. Buon divertimento!».

◙ Venerdì 3 Maggio 2013 Mail di Roberto Berlini: «Ho reperito un interessantissimo sito, in cui, nella galleria delle immagini, ci sono alcune foto del Teatro di Torino. L’allestimento scenografico non ricorda la foto del primo Concorso Cora, a pagina 58 del libro di Gianna Montanari? Mi chiedo se quell’organo fosse una scenografia fissa...

http://www.museodiffusotorino.it/luoghi.aspx?id=9

Per certe mie ricerche avrei bisogno di sapere con certezza se la Mole Antonelliana è stata usata dall’E.I.A.R. come antenna: c’è qualcuno che sia in grado confermarmelo o meno?».

◙ Domenica 5 Maggio 2013 Mail di Manuel Carrera : «Carissimi, ascoltate bene questo brano dei fantastici Lecuona Cuban Boys, con Alberto Rabagliati al canto: http://youtu.be/q8o2MqeOrdg. Non vi sembra che le Lescano lo citino in una canzone, ma in tutt’altra salsa? Spero che ve ne accorgiate, prima che ve lo dica io! Sennò che gusto c’è?».

◙ Lunedì 6 Maggio 2013 ♦ Mail di Giorgio Zoffoli: «Navigando in internet, mi sono imbattuto in un bel sito [http://www.linobenedetto.it/], nel quale si trova anche il mandolino di Ritmando in sol, che non mi sembra presente nel vostro archivio.

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Tale sito ha il pregio di offrire parecchie informazioni su Lino Benedetto [Napoli, 1911 - Roma, 1973], compositore di valore ma sicuramente trascurato. Ricordo che le Lescano incisero due sue canzoni: Ritmando in sol e Rosalpina. Penso che valga la pena di valorizzare questo autore [v. http://www.trio-lescano.it/pdf/Lino_Benedetto.pdf], del quale non si è parlato quasi mai e che comunque rappresenta un tassello non trascurabile nel quadro della musica che seguiamo. Non perdo naturalmente l’abitudine di seguire giornalmente il sito e rimando ad altra occasione l’approfondimento dell’ottima iniziativa dell’Associazione Culturale di Massimo Baldino e la possibilità di incontrarci per consigli sulla monografia che sto elaborando su Marf. P.S. - Il 15 Aprile scorso ho assistito al concerto delle Sorelle Marinetti con l’Orchestra Maniscalchi al gran completo, tenutosi al Teatro Diego Fabbri di Forlì. Devo dire che, nonostante sia la quinta o sesta volta che vado ad un loro spettacolo, la qualità delle esecuzioni mi è parsa sempre più ragguardevole, come pure il modo di porgere i brani. Hanno inoltre inserito nuove canzoni non ancora incise, dimostrando una vitalità artistica prorompente, ed è veramente emozionante immergersi in quelle atmosfere. Prima del concerto mi sono intrattenuto con Giorgio Bozzo, al quale ho presentato l’avvocato Carlo Nocchi (pronipote di Marf), che mi accompagnava e che mi sta agevolando enormemente nel mio progetto. Molto cortesemente Giorgio si è poi precipitato da Christian per modificare la scaletta del programma ed inserire la canzone, Non me ne importa niente, composta appunto da Marf in collaborazione con Alberto Lao Schor, canzone non prevista inizialmente. Egli l’ha presentata personalmente al pubblico forlivese in omaggio al concittadino musicista, e ha così procurato all’incredulo pronipote un caloroso applauso. Piccoli avvenimenti che dimostrano la bontà d’animo degli appassionati di musica!». ♦ Roberto Berlini è stato il primo ad indovinare che la canzone incisa dalle Lescano, cui alludeva Manuel nella sua mail pubblicata ieri, è Topolino (GP 93153, 1940). Il

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nostro giovane collaboratore romano ci ha anche inviato la registrazione del brano effettuata da lui stesso con la nuova puntina (v. la sesta delle Notizie dell’8 Aprile scorso), e abbiamo constatato de auditu che la sua qualità tecnica è ben superiore a quella del file che avevamo in archivio oppure di quello postato due anni fa su YouTube da allegroconmoto: lo dimostra l’anteprima che siamo lieti di offrire ai nostri lettori, la quale consente, una volta di più, di apprezzare la voce straordinaria di Giuditta. A proposito della canzone di Enzo Luigi Poletto, autore sia del testo che della musica, Simone Calomino ci scrive: «La canzone di cui parla Manuel è la splendida Topolino. Infatti le note di Ojos negros, che altro non è che Otchi-tchor-ni-ya [aka Очи чёрные - Oči čёrnye], ricordano molto la strofa in cui Giuditta canta “Le topine / tutte quante / piangon sempre / notte e dì”. L’avevo notata anch’io, qualche tempo fa, questa somiglianza ma non avevo dato molto peso alla faccenda, considerato che il brano Topolino è tutto una “variazione sul tema originale”. Consiglio di ascoltare, per Otchi-tchor-ni-ya (che significa “Occhi neri”) le versioni di Louis Armstrong, che possiedo anch’io su 78 giri Fonit, e quella [in chiave burlesca] eseguita dai Cetra».

Chi poi volesse ascoltare una versione originale, in russo, della celebre canzone ne troverà un gran numero su YouTube: personalmente ci piace quella postata da allpowertothesoviets [http://www.youtube.com/watch?v=g2XLKabsYMg], anche se... non ci piacciono per nulla né il nome né il simbolo di tale canale.

◙ Martedì 7 Maggio 2013 ♦ Mail di Paolo Piccardo: «In merito alle ultime Notizie aggiungo il mio commento, iniziando col rispondere a Roberto. Secondo Vittorio Messori e Aldo Cazzullo, nel loro libro Il Mistero di Torino. Due ipotesi su una Capitale incompresa (Mondadori, Settembre 2004, Collana Le Scie) a pag. 26 si legge, in riferimento alla Mole: “questa altissima guglia [...] un’antenna lo è stata davvero [...] prima dell’Eiar e poi della Rai”. Sicuramente sulla Mole fu montata un’antenna televisiva, ma il riferimento all’Eiar porta a concludere che fosse usata anche un’antenna radiofonica. Un filmato Luce del 1947 descrive la ricostruzione degli studi Rai: http://www.archivioluce.com/archivio/jsp/schede/videoPlayer.jsp?tipologia=&id=&physDoc=23543&db=cinematograficoCINEGIORNALI&findIt=false&section=

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In fondo si nota con piacere un breve intervento dell’Orchestra Barzizza, con Aldo Donà e il Trio Aurora. [Da questo filmato abbiamo recuperato un’immagine del Trio: benché a bassa definizione, essa è lo stesso significativa, perché mostra appieno, cogliendolo sul vivo, tutto l’entusiasmo delle tre giovanissime interpreti, vero emblema dell’Italia di allora, tesa a risorgere dalle sue ceneri - NdC].

Orchestra Cora e organo: vi rimando, per una foto di detta Orchestra, alle Notizie di Gennaio-Febbraio 2012, pag. 17. Per quanto riguarda l’Organo visibile sul retropalco del Teatro di Torino (già Teatro Scribe) non ho trovato molte notizie. L’Eiar acquistò la struttura nel 1931, e questa fu distrutta completamente dai bombardamenti del 1942. Presumo che anche lo strumento abbia fatto questa fine. Segnalo inoltre l’interessantissima pubblicazione a cura del Museo di Torino del volume Musica e Spettacolo a Torino tra l’800 e il ’900, completamente visionabile: http://www.museotorino.it/resources/pdf/books/113/files/assets/common/downloads/publication.pdf. Benché non strettamente correlato al nostro periodo di riferimento, contiene interessanti notizie e immagini». ♦ Mail di Simone Calomino: «Cari amici, vi mando una chicca che ho comprato l’anno scorso a Porta Portese: Oh! Mamma (cioè Oh! Ma-ma!) eseguita dalla Compagnia di Mario Latilla, su 78 giri Columbia DQ 3000:

http://www.trio-lescano.it/incisioni/Oh_Mamma_Mario_Latilla.mp3

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L’altro lato del disco è la celebre Evviva la torre di Pisa, eseguita da Latilla. Personalmente, credo che la versione delle Lescano sia molto meglio... fatto stà che vanno sentite tutte le versioni, prima di dichiararne una migliore delle altre! N.B.: L’ultima “signorina” con l’accento straniero... non può far pensare a una imitazione delle Nostre? Consiglio infine a tutti di vedere il film di Mario Mattoli Miseria e nobiltà (1954), con Totò, che è disponibile [https://www.youtube.com/watch?v=0LfazabglRM] completo su YouTube: non tanto per il film in sé, ma per lo splendido commento musicale di Pippo Barzizza».

◙ Mercoledì 8 Maggio 2013 Mail dalla Compagnia Teatrale La Betonica, intitolata A voi amanti del Trio Lescano: «Salve, siamo una Compagnia Teatrale del padovano e stiamo organizzando uno spettacolo sulle staffette nella Resistenza. Vorremmo utilizzare musiche dell’epoca, ma ci piacerebbe anche “scoprire” qualche chicca meno nota. Siamo venuti in possesso di un testo del Trio, di cui però non riusciamo a trovare reperti: dovrebbe chiamarsi La lampada del ferroviere. Per caso avreste qualcosa, una registrazione, uno spartito...? Grazie mille per quanto potrete fare per noi o se aveste altri suggerimenti del genere... Ecco il testo: Nel buio oscilla / tra vagoni di rancori / a ritmo balla / ingiallendo colori. / Come lucciola estiva / il perenne temerario / mentre il treno partiva / già controllava l’orario. / Nella fretta la vita sbiadisce / se non senti il segnale che trilla / il sogno vitale / svanisce / come fontana che non zampilla. Ormai non più spera l’abitudinario / neanche sfregando la lampada / arriverà il treno / straordinario. / Sotto tutte le intemperie / ricurvo borbotta il ferroviere: / ‘Era meglio fare il barbiere’». Per quanto ci riguarda, abbiamo l’impressione che tale testo non abbia a che fare con le Lescano, e neppure con la loro epoca. Se qualcuno fosse in possesso di informazioni più precise è pregato di intervenire nella discussione.

◙ Venerdì 10 Maggio 2013 Mail di Simone Calomino: «Vorrei tanto contattare Enzo Amadori, ma non trovo da nessuna parte il contatto... C’è qualcuno che può aiutarmi?».

◙ Sabato 11 Maggio 2013 ♦ Mail di Antonio Mastrorocco: «Caro Curatore, ti chiedo – se puoi – di pubblicizzare sul nostro sito il programma Dedicato alla Mamma, da me ideato e condotto nel 1984 presso una radio locale, sotto lo pseudonimo di Tony de Palma; programma che, all’epoca, fu giudicato “perfettamente riuscito” e che Il Discobolo avrà la bontà di mandare in onda domani, in occasione della Festa della Mamma. Allora – tra il 1982 e il 1986 – mi dedicavo anima e corpo a questo hobby, che svolgevo per tre giorni la settimana. Questi i titoli delle trasmissioni: Le canzoni dei ricordi Anni ’60: sapore di revival

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Musica in celluloide A gusto mio Io e la musica O paese d’o sole Pioggia di stelle Soft night Bentornata operetta! I gioielli della lirica Ad essi si aggiunsero in seguito anche giochi e quiz: Il marameo Sotto a chi tocca La stangata Lo sai o non lo sai? Poi un intervento agli occhi ed un altro alla prostata mi allontanarono per sempre da questo passatempo, obbligandomi a preferire il computer e la tv. Questo è tutto. Ringrazio Massimo per la sua disponibilità e te – sempre se vorrai ospitarmi». Ad Antonio Mastrorocco, il decano dei nostri collaboratori, l’ospitalità è non solo dovuta, ma è anche un piacere: buon ascolto dunque a tutti coloro che domani vorranno celebrare una delle più belle feste dell’anno ascoltando la sua trasmissione. ♦ Permane insoluto il “mistero” della canzone rumba di Borla-De Torres-Simeoni Cantando sotto la luna, incisa nel 1942 da Ernesto Bonino e il Trio Lescano, accompagnati dall’Orchestra Barzizza. Esso consiste nel fatto che siamo in possesso di due etichette,

apparentemente identiche, del disco IT 933a, solo che in una il numero di matrice è 50855, mentre nell’altra risulta essere 50600, numero che però si legge anche sull’etichetta del disco IT 804a, relativa alla canzone Il maestro improvvisa. Qualcuno ha una spiegazione, diversa dalla solita (banali errori di stampa) e più convincente, per questa curiosa anomalia?

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◙ Lunedì 13 Maggio 2013 Mail di Antonio Mastrorocco: «Riascoltando il programma dedicato a Silvano Lalli dal nostro Simone Calomino ho avuto la conferma del dubbio che avevo sulla partecipazione delle Lescano alla canzone Gira gira. A me sembra molto palese che non si tratti di loro, anche perché ricordo che un amico collezionista mi disse a suo tempo che era indicato sul disco un non meglio precisato Trio Vocale o Trio Vocale Cetra». Risponde il Curatore. Ci sembra oggettivamente difficile mettere in dubbio la partecipazione delle Lescano all’incisione della canzone di Ravasini-Ammirata Gira gira (DC 4220a, matr. 51670) perché sia l’etichetta del disco originale che il coevo catalogo Cetra la confermano senz’ombra di dubbio: possibile che le due fonti, fino a prova contraria le più autorevoli che possediamo, siano entrambe errate?

Forse bisogna tener conto della data tarda dell’incisione (Agosto del ’42), per spiegare l’innegabile “stranezza” delle voci delle Nostre in questa occasione.

◙ Martedì 14 Maggio 2013 ♦ Mail di Simone Calomino: «Secondo me, sono proprio le Lescano che cantano in Gira gira: lo si sente distintamente, sebbene siano un po’ meno dinamiche del solito e abbiano un non so che di strano... Ma, in fondo, potevano cantare sempre allo stesso modo? È il caso, ad esempio, di Terra lontana: sono certamente loro, ma, per certi versi, non si direbbe!». ♦ Negli ultimi mesi abbiamo potuto fare dei notevoli (e, a onor del vero, insperati…) passi avanti nella conoscenza della vita privata delle Lescano: ci riferiamo in particolare a quella di Caterinetta, sulla quale ha gettato un fascio di vivida luce l’articolo-intervista fornitoci da Giacomo Schivo agli inizi dello scorso Febbraio, articolo di cui tutti ignoravano prima persino l’esistenza.

http://www.trio-lescano.it/pdf/Ketty_Lescano_a_Roma.pdf

Si rendeva dunque necessario un minuzioso aggiornamento della Storia anno per anno delle sorelle Leschan / Lescano - Compendio dei fatti salienti, al quale ha

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provveduto in questi giorni il suo Autore, Virgilio Zanolla. Egli non si è però limitato ad inserire al loro posto tutti i nuovi dati biografici sulle Lescano acquisiti dall’inizio dell’anno ad oggi; malgrado il poco tempo libero di cui dispone attualmente, ha voluto ristrutturare da cima a fondo la presentazione del suo lavoro, per renderne più agevole non solo la consultazione, ma anche ogni futura aggiunta o correzione. A tal fine, al posto di un’unica estesa tabella di complicata gestione, Virgilio ha preferito ripartire tutta la materia in tante tabelline indipendenti, ognuna relativa a un anno di vita delle Nostre: sembra una cosa da nulla, ma solo chi si cimenta ogni giorno con l’elaborazione al computer di complesse tables, sa quanto sfibrante lavoro ci sia dietro una ristrutturazione del genere, dato che riguarda un documento di ben 15 pagine, con centinaia e centinaia di dati! Una ragione di più per essere grati al nostro validissimo collaboratore genovese, che si conferma con ciò una delle colonne portanti del sito. Invitiamo dunque tutti i nostri lettori a prendere visione della nuova edizione di questo fondamentale contributo di Virgilio Zanolla, manifestando – se credono – in questa sede le loro impressioni nonché osservazioni o proposte, miranti a migliorarlo e completarlo sempre di più.

http://www.trio-lescano.it/pdf/storia_sorelle_lescano.pdf ◙ Mercoledì 15 Maggio 2013 Mail di Marco Gilardetti: «A proposito del Teatro Scribe di Torino [v. le Notizie del 3 Maggio scorso], non vorrei disilludere chi addirittura si interroga sul destino dell’organo in esso contenuto, ma purtroppo di quel teatro non resta assolutamente nulla, salvo le mura perimetrali, anch’esse in stato di pauroso degrado. L’area su cui sorgeva la platea, ormai null’altro che una spianata in terra battuta, è impiegata come parcheggio per auto. Sopravvive l’insegna sull’ingresso di Via Verdi ove, in alcune sale non distrutte dai bombardamenti, mio papà, attore che da bambino fu negli anni ’50 un pioniere sia della radio che della TV Rai nelle trasmissioni per ragazzi, mi raccontava che vi erano ancora alcuni studi, presso cui lavorò. Per qualche ragione che non conosco, forse per vincoli dovuti all’estrema vicinanza con la Mole Antonelliana, l’area non è stata mai riedificata e resta una testimonianza visibile a tutti delle distruzioni della Seconda Guerra Mondiale».

◙ Giovedì 16 Maggio 2013 ♦ Mail di Manuel Carrera: «Definirei il lavoro di Virgilio magistrale e impeccabile. Mi auguro che stiate seriamente pensando di pubblicare il tutto in un libro, prima che lo faccia qualcun altro! Vero, non sappiamo ancora niente di Giuditta, ma è risaputo che le ricerche proseguono solo se si diffondono». ♦ Mail di Marco Gilardetti, a seguito di quella pubblicata ieri: «Passo abbastanza spesso dalle parti della Mole Antonelliana e, a parer mio, le macerie di quello che fu nell’Ottocento il Teatro Scribe sono un bijou, rispetto alla bruttezza di un parcheggio auto, che nella mia scala personale di giudizio assurge a simbolo dell’obbrobrio estetico dell’attuale società dei consumi. Sono del parere che, se in quell’area non hanno finora costruito nulla, una ragione c’è per forza, dato che la speculazione edilizia nei paraggi è fin troppo evidente. L’anno scorso, tanto per dire, aveva

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suscitato scandalo e dibattiti a livello nazionale la delibera con cui il Comune autorizzava uno speculatore edilizio ad innalzare di 5-6 piani un fabbricato bassissimo prospiciente la Mole. Fortunatamente il Comune, vista la sommossa popolare, ha dovuto fare marcia indietro. Quindi ci dev’essere “qualcosa” che rende quell’area non edificabile. Probabilmente (ipotesi mia ragionata) deve trattarsi di un vincolo architettonico, per cui l’unica cosa costruibile lì sarebbe il Teatro stesso, com’era e dov’era. Naturalmente la Rai, che suppongo sia tuttora proprietaria del terreno, non ci pensa proprio: cosa c’è di più fallimentare oggigiorno di un’iniziativa culturale? Un teatro, poi, è un vero suicidio economico. Senza considerare che la stessa Rai di Torino, dal fascismo in avanti, è in costante e inarrestabile smantellamento a favore di Roma; quindi non ha certo bisogno di spazi nuovi in cui espandersi. La conclusione è che le macerie dell’ex Teatro Scribe restano, almeno per ora, dove stanno. Su “La Stampa” c’è un reportage fotografico su tali rovine:

Le foto non sono un granché, ma si capisce benissimo lo stesso cos’è successo al nostro Teatro. Tra l’altro si apprende dalle foto aeree che la “platea” è stata nel frattempo... asfaltata! Nella prima immagine, l’edificio che si vede a destra è in pratica il foyer, che è stato usato dalla Rai sia come studio radio che come studio per le trasmissioni TV sperimentali. Come si può vedere, esso non è stato danneggiato dalle bombe e di suo sarebbe ancora in ottime condizioni, se solo la Rai non l’avesse lasciato letteralmente marcire. I cartelloni che ne deturpano la facciata e le finestre sono stati installati dal Museo Nazionale del Cinema, che ha sede all’interno della Mole. L’articolo de “La Stampa” è stato pubblicato in occasione della proposta di trasformare l’ex-Teatro in un Museo dell’Informatica, progetto di cui probabilmente non si farà nulla, come per le decine di proposte irrealistiche precedenti.

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È infine doveroso precisare che la Giunta Comunale di Torino non c’entra nulla in tutta questa brutta storia, o c’entra molto marginalmente. Il Teatro, intendo dire quel poco che ne resta, è infatti proprietà privata della Rai, la quale ha evidentemente deciso di lasciarlo andare in malora perché non le serve più, se non come comodo parcheggio per i suoi dirigenti».

◙ Venerdì 17 Maggio 2013 Mail di Paolo Piccardo: «Virgilio ha compiuto un lavoro di sintesi mirabile, dietro al quale si cela un profondo ed ininterrotto lavoro di ricerca. Ho avuto modo di collaborare spesso direttamente con lui, ed egli mi ha fornito spunti e tracce che, a volte con insperabile successo, ho seguito attentamente. Bravo Virgilio, grazie per la tua guida e la tua prosa avvincente. Son convinto che le nostre ragazze ti abbraccerebbero! Vorrei dire all’amico Manuel che le ricerche proseguono e non sono mai cessate. Giuditta resta nel nostro mirino, per così dire: basti sapere che esistono contatti col Venezuela ai quali stiamo costantemente lavorando. Abbiamo spedito e-mails in Ungheria, Olanda, Germania, Venezuela, abbiamo rintracciato conoscenti, parenti, gruppi di ex lavoratori dei campi petroliferi di Maracaibo e Puerto Ordaz, sfogliato annuari dell’esercito Austro-Ungarico, disturbato direttori di musei, collezionisti di materiale circense ed assessori alla cultura di paesini in Germania, consultato emeroteche olandesi e spagnole, tutto con entusiasmo irrefrenabile. E non abbiamo certo intenzione di smettere. Ultim’ora - Collegandomi alla pagina facebook del Circus Johny ho scovato due immagini interessanti che raffiguranoi Diana e Marie Leschan.

In quest’albero genealogico troviamo poi tutti i figli di Marie Leschan: un bel gruppetto di artisti, eh? Non solo, apprendiamo anche che qualcuno potrebbe essere ancora in vita, oltre all’elusiva Mariska Van Lissum, nipotina di Marie [v. le Notizie del 4 Maggio 2012 e del 26 Gennaio 2013].

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Infine questa foto di Sandro [il padre di Sandra, Giuditta e Caterinetta Lescano] potrebbe darci un indizio sul fatto che la carriera di clown del Nostro sia iniziata prima di quanto pensassimo. Ma voi, cosa leggete: [19]03 o 09?». Per parte nostra siamo propensi a leggere 1905.

◙ Martedì 21 Maggio 2013 Varie mail di Paolo Piccardo: «Amici, se qualcuno di voi usa visitare facebook è invitato a cercare la pagina del Circus Jhony, curata da Mariska van Lissum che è la nipote di Marie Leschan. Sono riportate varie foto, incluse alcune di Alexander Leschan, oltre a molti dati relativi al Circo stesso.

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Confido di poter contattare, tramite Mariska, l’ultima figlia vivente di Marie, e magari scovare qualche interessante informazione. [...]. Riassumo in breve le mie conclusioni in seguito alle recenti scoperte. Karoly van Lissum, al quale sono giunto seguendo le amicizie facebook di Mariska Van Lissum, mi informa di quanto segue. “Maria Francesca [sic] Leschan nacque il 13 ottobre 1898 e morì in Anversa nel 1987. Diane Leschan nacque l’11 gennaio 1901 e morì a Berlare [cittadina delle Fiandre situata all’incirca a metà strada tra Anversa e Ghent] nel 1995. Alexander Leschan lavorò presso la stazione ferroviaria di Buda (Ungheria). Morì a causa di bombardamenti e fu sepolto in una fossa comune ad Amsterdam o a Rotterdam”. Bene, al di là di alcuni grossolani errori (sappiamo con certezza che Sandro morì all’Aia il 5 febbraio 1945), scopriamo che la causa di morte fu in seguito a fatto di guerra. L’Aia a quel tempo presentava diverse rampe di lancio dei temibili missili V2. Da alcuni diari di guerra della RAF scopro che: “Concerning the bombardments Fighter Command (not 2nd TAF or BC) carried out operations over The Hague: 3rd Feb: 58 of 63 Spitfires to Haagsche Bosch, Staalsduinsche Bosch, Langenhorst and Loosduinen. 6th Feb: 38 Spitfires to The Hague, Voorde, Hotel Promenade, Huis ter Werve. 8th Feb: 40 Spitfires and 3 Mustangs to The Hague, Staalduinsche Bosch and Loosduinen. 9th Feb: 86 Mustangs, 66 Spitfires and 2 Mosquito’s to The Hague and Loosduinen. With regard to Loosduinen the target seems to be a building identified as a liquid oxygen plant. More info about the targets in En Nooit Was Het Stil Deel 2 by G. Zwanenburg. A quick look in my files (ORB pages) shows that at least 602 and 453 Sqdn were responsible for the attack on 3rd Feb, 8th and 9th Feb. On 9th Feb also 603 Squadron took part in the events”. Viene dunque naturale pensare che Sandro, ferito gravemente nel bombardamento del 3 febbraio 1945, morisse a causa delle ferite due giorni dopo. Il riferimento al lavoro presso la stazione ferroviaria di Buda è invece di più difficile interpretazione. Cercherò altre tracce. Ultim’ora - Ulteriori contatti con Karoly van Lissum mi forniscono altri spunti interessanti. Il giovane, figlio del figlio più giovane di Marie Leschan, ricorda di aver sentito raccontare dalla nonna che Alexander iniziò a lavorare nei circhi a 15 anni, e – dettaglio interessante – in quel periodo suo padre Adolf era capostazione a Budapest... Probabilmente agli Ufficiali in congedo veniva concessa questa posizione di comodità e rispetto. Inoltre abbiamo ancora una volta la conferma che non esisteva nessun contatto tra le sorellastre Leschan. Karoly afferma che le sue zie van Lissum non erano nemmeno al corrente dell’esistenza delle figlie di secondo letto del loro nonno!».

◙ Mercoledì 22 Maggio 2013 ♦ Mail del Dott. Uberto Rancati: «Se non mettete le date d’edizione dei dischi, il vostro sito non serve a nulla ad una persona appassionata come me a quell’epoca. […]. Se non siete in grado di trovarle scrivete almeno che per il motivo “tal dei tali”

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non le avete trovate, non le sapete, ecc. Ma, vivaddio, si parla di cose di 70, 80 anni fa. Con i faraoni sembra più facile e parliamo di migliaia di anni fa». Abbiamo pazientemente spiegato al cortese medico che quando, tra molte difficoltà, ci è stato possibile accertare la data di pubblicazione di ogni disco delle Lescano, l’abbiamo indicata tanto nell’elenco Incisioni in ordine cronologico per etichette della nostra Discografia quanto nei brani rari (a tutt’oggi già 27) postati da Simone Calomino nel Canale ufficiale del sito su YouTube. Di più e di meglio non possiamo purtroppo fare, giacché i preziosi registri della Palophon-Cetra, per la quale le Lescano incisero in esclusiva, sono andati distrutti durante i bombardamenti a tappeto su Torino effettuati nella Seconda Guerra Mondiale dagli anglo-americani, i nostri benemeriti liberatori. ♦ Mail di Loris Davide Fiore, in arte Victor Vegan: «Dopo l’intervista di Sky TG 24, ecco l’invito per il nuovo film sulle Lescano. La fotocamera full hd e relativo obiettivo sono stati acquistati e nel prossimo giugno, a Dio piacendo, iniziamo la lavorazione. Qui c’è il link dell’evento: grazie a tutti e chi vuol venire diamo fin d’ora il nostro più cordiale benvenuto. Se l’intervista ve la siete persa eccola: pian piano le interviste saranno sempre più complete o forse no…». Invito: http://www.wikieventi.it/torino/evento.php?id_evento=22918&evento=NOTE_OF_PASSION__LEVENTO_e_CASTING Intervista: http://www.youtube.com/watch?v=jh4DEmKFeZ8&feature=youtu.be

◙ Venerdì 24 Maggio 2013 Mail di Paolo Piccardo: «Amici, a proposito della recente mail del dott. Rancati, vorrei aggiungere il mio grano di pepe... La datazione delle incisioni del Trio Lescano non è un problema di semplice soluzione, in quanto i dati sono dispersi, distrutti o sono stati inviati al macero negli anni ’60. (cfr. Mazzoletti, Il Jazz in Italia, pag. 457 e segg.). Tale eliminazione fu decisa dalla Direzione Programmi Radio ed effettuata da Enzo Bonagura e Tito Petralia, che eliminarono fisicamente gran parte dei 78 giri giacenti nei magazzini Rai. Più recentemente tale scempio fu esteso all’archivio cartaceo, con la distruzione di tutte le partiture e parti staccate delle orchestre radiofoniche.

Negli Stati Uniti molti archivi completi sono stati donati a Università, amorevolmente restaurati e

messi online per la gioia dei musicisti. Vi garantisco che non c’è nulla di più soddisfacente di

suonare uno spartito che reca il nome di Benny Goodman scritto a penna sulla testata...

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Alcuni ricercatori italiani, a partire dal grande Giuseppe Barazzetta, autore del fondamentale volume Il Jazz inciso in Italia, risalente al 1960, cataloga con criteri scientifici numerose incisioni tra il 1920 e la fine degli anni ’50. Purtroppo ha omesso la musica più commerciale, ma la sua opera resta di grande valore. Da Adriano Mazzoletti apprendiamo inoltre che, fino all’estate 1940, alcuni dei registri delle case discografiche internazionali, con affiliazioni italiane (Parlophon, Columbia, Grammofono) sono stati riversati su microfilm, consultabili al National Sound Archive di Londra. Cito ancora Mazzoletti: “Questa ricerca non abbraccia importanti etichette nate in Italia, come Fonit, i cui archivi non sono consultabili, o sono andati distrutti con la guerra o forse sono dispersi per l’incuria dei responsabili avvicendatisi con gli anni”». Commento del Curatore - Ci sono crimini contro la Cultura che appaiono orripilanti quanto gli stessi crimini contro l’Umanità, specie se vengono perpetrati solo per insensibilità, ignoranza o cieco fanatismo (si pensi alla distruzione nel 2001, ad opera dei talebani, dei meravigliosi Buddha giganti di Bamiyan, nell'Afghanistan centrale). Ciò che hanno fatto i dirigenti della Rai dagli anni Sessanta in poi appartiene senz’altro a questa trista categoria, con l’aggravante che una soluzione, facile e priva di costi, c’era: regalare appunto il materiale ritenuto ormai inutile a qualcuno (poco importa se ente pubblico o privato) che se ne prendesse cura. Ci rifiutiamo di credere che nel Belpaese una soluzione del genere, adottata senza problemi in America, fosse impraticabile… Quanto ai due artisti coinvolti nella sciagurata Endlösung degli archivi dell’Eiar, c’è da augurarsi che abbiano agito in stato di assoluta necessità, vale a dire per ottemperare a degli ordini draconiani impartiti loro dagli alti papaveri di Mamma Rai. Ma se, al contrario, venisse fuori che agirono in parte di propria iniziativa, ossia per eccesso di zelo o in spregio della musica leggera del passato (quella che, dopo tutto, aveva consentito ad entrambi di campare più che bene durante il Ventennio), allora sarebbe il caso di rivedere drasticamente il giudizio con cui sono stati consegnati alla Storia.

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◙ Sabato 25 Maggio 2013 Simone Calomino, malgrado la sua giovanissima età, si sta confermando ogni giorno di più un ricercatore capace, attivo come pochi e anche decisamente fortunato, dato e non concesso che la fortuna sia davvero un fattore determinante in questo campo. Recentemente è riuscito a reperire niente di meno che il “santino” di Norma Bruni, fatto preparare dai familiari quando la cantante bolognese morì ancor giovane, per un ictus, il 3 Gennaio 1971. Simone – che è inoltre assai generoso – l’ha subito passato a Manuel Carrera, che, come tutti sanno, è il cultore numero uno non solo di Rabagliati, ma anche della Bruni. Ecco con quali parole egli ci ha trasmesso a sua volta il documento, con l’invito a pubblicarlo: «[…] l’immagine è preziosissima e particolarmente triste: sembra che tutti si siano ricordati di lei solo una volta scomparsa... e che se ne siano dimenticati subito dopo.

Ti autorizzo a pubblicare il “santino” nelle Notizie, annunciando al tempo stesso la mia intenzione di dedicare una biografia-omaggio a Norma Bruni partendo, ovviamente, dalle ricerche fatte in passato da Alessandro Rigacci e da altri. Per ora sono senza computer e impegnatissimo in questa iniziativa culturale [http://www.dass.uniroma1.it/sites/default/files/allegati_notizie/Locandina%20Secessione.pdf ], ma da giugno mi dedicherò alla scrittura del volumetto, sperando di riuscire a chiuderlo entro l’autunno». Per parte nostra abbiamo subito inserito la nuova foto di Norma Bruni, particolarmente bella, nel suo album fotografico.

◙ Domenica 26 Maggio 2013 Mail di Marcello V.: «Chiedo ospitalità al vostro pregevole sito per esprimere alcune mie considerazioni sulla pagina della nostra storia recente che avete rievocato giorni fa, e di cui purtroppo non è certo il caso di andar fieri: la sistematica distruzione degli archivi dell’Eiar fascista, iniziata negli anni Sessanta per volontà dei massimi dirigenti di allora della democratica Rai. Pure io, infatti, ritengo che tale operazione, quali che ne siano state le motivazioni, vada giudicata vandalica, incomprensibile e imperdonabile; tuttavia mi sembra che la posizione di Enzo Bonagura meriti oggettivamente di essere ben distinta da quella del M° Tito Petralia.

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Il primo ebbe una formazione scolastica precaria e incompleta, e si fece strada nella vita solo grazie alle spiccate doti di oratore e scrittore che possedeva d’istinto, come molti altri partenopei. Non c’è dubbio inoltre che, proprio per essere nato nel paese d’ ’o sole, egli amasse sinceramente le canzoni, incluse di certo quelle trasmesse dalla mattina alla sera dall’Eiar, posto che del Fascismo e della sua cultura Bonagura fu un ardente sostenitore, tanto da essere eletto segretario politico nella sezione locale del PNF. Il suo nome resta comunque legato ad alcuni grandi successi della canzone del dopoguerra (come Scalinatella e Maruzzella), per cui mi riesce difficile, se non impossibile, immaginarlo mentre si fa promotore o anche solo sostenitore di un’iniziativa finalizzata a distruggere materialmente la memoria storica della musica leggera italiana degli anni Trenta e Quaranta, quella della sua gioventù. Il fiorentino Petralia, di famiglia agiata, ricevette al contrario una formazione musicale completa, di prim’ordine e di stampo accademico-classico, avendo studiato piano, organo e composizione coi migliori Maestri del tempo. Alla musica leggera dovette presumibilmente dedicarsi più per necessità contingenti che per genuina passione, non per nulla l’Orchestra Cetra, da lui diretta dal 1933 al 1936, decollò solo quando a dirigerla fu chiamato il grande Pippo Barzizza, che la trasformò d’incanto in quell’ensemble di assoluta eccellenza che ben conosciamo. Si obietterà che Petralia, anche se musicista erudito, compose parecchie canzoni (di cui due per le Lescano); nessuna di queste però fu un successo rimarchevole, proprio perché avevano un taglio troppo classicheggiante e cameristico, che non si addiceva proprio a questo genere di musica. Va infine sottolineato che il Maestro fiorentino, innamorato dell’Opera e dell’Operetta, non nascose mai la sua tenace avversione per il jazz e lo swing, ragion per cui, in ambito leggero, predilesse sempre le voci liricheggianti dei cantanti stornellatori, tipo Oscar Carboni e Claudio Villa, lontani anni luce dall’uno come dall’altro. In conclusione trovo logico che Petralia, assurto nel dopoguerra a posizioni di spicco all’interno della Rai, di cui diresse varie Orchestre, non più leggere ma sinfoniche, abbia visto con favore l’eliminazione definitiva di quella che ai suoi occhi doveva apparire a conti fatti come una montagna di spazzatura, la quale oltretutto aveva il torto di ricordargli il passato Regime, da lui mai sostenuto convintamente, a differenza di Bonagura. Con questo non sto certo affermando che l’obbrobriosa distruzione degli archivi dell’Eiar fu sicuramente opera sua, ma solo che, alla luce dei fatti accertati, appare quanto mai probabile che egli non abbia fatto nulla per impedirla. Quando al povero Bonagura, suppongo che in tale occasione abbia dovuto rassegnarsi con la morte nel cuore al fatto compiuto, in ossequio al principio latino dell’ubi major minor cessat».

◙ Lunedì 27 Maggio 2013 Mail di Gianna Montanari Bevilacqua: «Cari amici del sito, mi permetto d’intervenire sul tema “distruzione degli archivi Eiar”, di cui non so nulla, ma su cui desidero fare alcune considerazioni. Innanzitutto mi farebbe piacere se sul sito fosse riportata più ampiamente la citazione dal libro di Mazzoletti, Il Jazz in Italia, pag. 457 e segg., fonte della notizia. Gli esecutori materiali, Bonagura e Petralia, probabilmente obbedirono a disposizioni superiori, quindi non li considererei responsabili del “delitto”. Per quanto riguarda Tito Petralia, come racconto nel mio libro Abbassa la

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tua radio per favore. Storia di Michele Montanari, divo degli anni ’40, Rai-Eri 2012, mio padre (che per tutta la vita nutrì per lui una vera devozione) ricorda che il Maestro era nella giuria del Concorso Voci Nuove, bandito dall’Eiar nel 1938, e che fu proprio lui a mandarlo avanti, dopo averlo sentito nella selezione regionale a Radio Bari. La sua orchestra d’archi era presente nelle principali occasioni e l’ho ritrovata, in particolare, nella colonna sonora del film di Giacomo Gentilono Ecco la Radio. Quindi, a prescindere da ogni considerazione ideologica, su cui non sono in grado di dire nulla, non credo che “odiasse” tutta la musica del Ventennio né che la considerasse una “montagna di spazzatura”. Oltre a prediligere Claudio Villa e Oscar Carboni, fu convinto ammiratore di mio padre, che lo ricambiò con grande affetto e stima. Cercherò di approfondire l’argomento; è un vero peccato che tanti documenti sonori e cartacei siano andati distrutti; mi sono però più volte trovata a pensare che oggi c’è molta più sensibilità sul tema della conservazione della memoria, sia in campo documentario che artistico e archeologico, sensibilità che era invece piuttosto scarsa 40-50 anni fa».

◙ Martedì 28 Maggio 2013 Mail di Giorgio Zoffoli: «Prendo spunto dagli ultimi interventi apparsi sulle Notizie del sito e vi invio tutto il materiale che ho a disposizione su Enzo Bonagura [http://www.trio-lescano.it/pdf/Enzo_Bonagura.pdf]. L’intento è di dare un mio piccolo contributo mirante a valorizzare gli autori e compositori legati al Trio Lescano. Credo sia fondamentale far circolare informazioni ed approfondimenti, per fornire spunti di ricerca a chiunque voglia scoprire canzoni gustose e affascinanti. Io ci provo da molto tempo». Come si può vedere dal ricco dossier offertoci dall’amico Giorgio, Enzo Bonagura dedicò la sua vita operosa alla canzone, da lui amata con dedizione ammirevole: non basta questo per allontanare da lui il sospetto che abbia avuto un qualsivoglia ruolo attivo nell’assurda distruzione di un patrimonio artistico di valore inestimabile (gli archivi dell’Eiar) che, in parte non trascurabile, era anche suo?

◙ Mercoledì 29 Maggio 2013 ♦ Ormai è ufficiale: la Commissione Toponomastica della Città di Torino, riunitasi ieri pomeriggio a Palazzo Civico, ha deliberato di ricordare il Trio Lescano con una targa sullo stabile di via Artisti 26, dove le tre sorelle olandesi vissero tra il 1939 e il 1945.

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La stessa targa ricorderà anche il loro Maestro preparatore, Carlo Alberto Prato, autore di Sposi e Ciao Turin. La notizia – per noi entusiasmante – è stata data mediante un Comunicato stampa del Comune e anche tramite l’Ansa. È doveroso sottolineare che a tale risultato si è giunti grazie alla perseveranza del nostro collaboratore Virgilio Zanolla, che a suo tempo ha lanciato per primo l’idea alla Giunta torinese, ha poi proposto il testo della targa (v. la terza delle Notizie dell’8 Aprile scorso) e infine ha scritto e telefonato spesso alla segreteria della Commissione suddetta per sollecitare, sempre con estremo garbo, l’avanzamento della pratica. A quanto pare, la targa sarà collocata in autunno, con una bella cerimonia: potrebbe essere l’occasione per indire il Primo Raduno Nazionale degli appassionati del magico Trio, non solo per festeggiare come si convienel’avvenimento, ma anche per conoscerci finalmente di persona, magari dopo anni di contatti solo virtuali. ♦ Mail da Torino di Vito Vita: «Amici, vi avviso che questa sera, al telegiornale regionale delle 19:30 su Raitre, è stata data da Gianfranco Bianco la notizia della targa dedicata alle tre sorelle Lescano, che sarà posta sull’edificio dove le tre sorelle abitarono, in via degli Artisti. Purtroppo sono stato colto alla sprovvista e, non sapendo che ne avrebbero parlato, non ho potuto seguire la notizia con la dovuta attenzione. Cambiando discorso, desidero intervenire sul crimine (così lo possiamo definire) culturale riguardante la distruzione del materiale dell’Eiar degli anni ’20 e ’30. Purtroppo penso che spesso gli alti vertici della Rai non abbiano avuto alcuna competenza per quel che riguarda l’aspetto culturale dell’azienda, ed in particolare per tutto ciò che era legato alla conservazione del materiale archivistico. Oltre al periodo indicato, anche su programmi televisivi e radiofonici dei decenni successivi l’atteggiamento è stato sempre lo stesso: so, ad esempio, che sono stati cancellati (e riutilizzati...) i nastri di trasmissioni televisive come Settevoci, Chissà chi lo sa o La nonna del Corsaro Nero, e distrutte quasi totalmente le puntate del programma radiofonico Alto gradimento di Arbore e Boncompagni. Peraltro so che anche l’archivio discografico è stato, diciamo così, “saccheggiato” nel corso degli anni da dipendenti dell’ente, per cui molti dischi che in teoria risulterebbero in archivio in realtà non ci sono più... D’altronde non c’è da stupirsi di tutto ciò, visti i criteri con cui i dirigenti di questo (e di altri enti simili) sono stati sempre nominati, e considerato che spesso anche i dipendenti sono stati assunti non certo per meriti professionali!». Parole di una tristezza desolante quelle di Vito, eppure corrispondenti punto per punto alla nuda e semplice Verità. Aggiungiamo per parte nostra che sarebbe puerile voler addossare la colpa della situazione a qualcuno di preciso: è tutto il sistema che è marcio e produce disastri in continuazione, in ogni campo. ♦ Mail di Paolo Piccardo: «Amici, un cortese appassionato olandese di storia, Kees Neisingh, mi ha informato che una V2 si schiantò nelle strade dell’Aia il 25 Gennaio 1945, uccidendo 10 persone e ferendone 41. Questo dato, unito al fatto che Karoly van Lissum sostiene che il bisnonno [Alexander Leschan] perì a causa di una “bomba volante”, potrebbe avere una relazione con la morte del padre delle Lescano. La V2 colpì una zona piuttosto periferica, Riouwstraat, nella cosiddetta Archipel Area,

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probabilmente una zona di case ultrapopolari. Spero di venire presto a capo di qualcosa. Aspetto inoltre qualche risposta dall’Ufficio Storico dell’esercito olandese. Se qualcuno conoscesse la lingua e potesse aiutarci ad investigare sulle attività del cosiddetto “Dutch Army Welfare Service”, presumibilmente un corpo destinato a sollevare il morale delle truppe, ancor più probabilmente nelle Indie Orientali Olandesi, potrebbe forse contribuire a svelare qualche dato in più sulla vita di Alexander tra gli anni ’20 e ’40». In una mail successiva Paolo ci ha inoltrato l’ultima mail ricevuta da Karoly, scritta in un inglese alquanto incerto; per comodità dei lettori ne offriamo qui la traduzione: «Ho telefonato alle mie zie, che non sanno nulla di Alexander. Il motivo è che quando egli abbandonò le sue due figlie [di primo letto], Marie e Diane, la prima ebbe dieci figli e non ebbe mai più notizie del padre se non in due occasioni: la prima volta quando Alexander si recò in Belgio per visitare due circhi internazionali, la seconda nel Gennaio del ’45, per chiedere ospitalità a Marie, dato che era ormai vecchio e privo di mezzi. Marie però non ne volle sapere, perché il padre l’aveva abbandonata da piccola. Due settimane dopo mia nonna ricevette un messaggio che la informava della morte di Alexander a causa di una “bomba volante” (flying bomb), probabilmente il 25 Gennaio 1945». Commento di Paolo: «Sono definitivamente dell’idea che Sandro sia morto [il 5 Febbraio successivo] in seguito alle ferite riportate quando la V2 cadde in Riouwstraat». Per la preziosa collaborazione prestataci con una cortesia assolutamente squisita, abbiamo incluso nella nostra pagina dei Ringraziamenti i nomi di Karoly van Lissum, Kees Neisingh e Tracy Dungan, della Historical Society Wassenaar, che ci è stato pure di grande aiuto nelle ricerche.

◙ Giovedì 30 Maggio 2013 Mail di Simone Calomino: «Vi presento, cari amici, la recensione dei Nuovi Dischi Parlophon, dove sono citate le Nostre: è tratta dal “Radiocorriere” del 24-30 Gennaio 1937».

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Commento di Roberto Berlini: «Questo articolo è molto significativo per il modo con cui analizza la canzone allegra, che andava affermandosi in quel periodo. Vorrei evidenziare la frase “modesto indizio di travaglio spirituale del tempo nostro”: francamente, se adoro il genere allegro, è proprio per il “sollievo dello spirito” che procura – non trovate? Davvero un articolo interessante, che dovrebbe far scaturire molte riflessioni».

◙ Venerdì 31 Maggio 2013 ♦ Mail di Gianna Montanari Bevilacqua: «Gentile Curatore, sempre a proposito degli archivi dell’Eiar e della loro scomparsa, posso riportarle il ricordo della cara cantante Lidia Martorana, che mi autorizza a raccontarlo. Ricorda che nel 1981 si recò a Roma per uno spettacolo, presso una televisione privata; qui le dissero che tanto materiale d’archivio era andato distrutto e come responsabili indicarono “i giovani nuovi arrivati”, riferendosi probabilmente ai dirigenti [della Rai] di nuova nomina. Mi rendo conto che la notizia è vaga, ma viva nel ricordo di Lidia, che, appena le ho detto del dibattito sul sito, mi ha raccontato l’episodio; mi ha detto che anche mio padre [Michele Montanari] aveva partecipato alla trasmissione; immagino quindi che anche lui avesse sentito dire le stesse cose, ma, come le ho già detto, non ce ne ha mai parlato. Mi sembra anche convincente il discorso di Vito Vita, che ben descrive un diffuso costume (o malcostume) di scarsa sensibilità nella salvaguardia della memoria del passato; ci sono poi stati periodi in cui anzi ha prevalso la tendenza a “cancellare” quella di un passato troppo ingombrante. Nello stesso tempo credo anche che sia impossibile tramandare tutto, soprattutto ora, sommersi come siamo da comunicazioni di ogni genere e spessore; occorre intelligenza per selezionare la vita! Grazie se pubblicherà questa mia». ♦ Mail di Roberto Berlini: «Cari amici, ecco le digitalizzazioni audio e le scansioni delle etichette dei dischi contenuti nell’album n. 1 della collezione di Leonardo Cabano, dedicato alle Sorelle Lescano.

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Leonardo, al centro dei suoi interessi collezionistici, non pone tanto il disco, che utilizza per comprendere ed immaginare quella che doveva essere la radiofonia del nostro paese. Sua grande passione, che io stimo ed apprezzo, è quella di riparare radio ed apparecchi fonografici di ogni genere (prediligendo quelli risalenti agli anni ’30 - ’40). Entrare nella suo museo [http://www.radiomuseum.org/?language_id=4] privato è fonte di stupore e meraviglia. Girando in quell’ampio locale, lo sguardo si volge a osservare scaffalature alte fino al soffitto, dove sono riposti ordinatamente radio e fonografi d’epoca. Osservandoli da vicino, mi compaiono come flash le immagini degli stessi che vedo nei periodici e cataloghi discografici che consulto spesso, immagini che diventano stranamente in bianco e nero con lo sfondo giallino della carta... Una strana sensazione! Ringrazio Leonardo per la sua generosità, più unica che rara!».

◙ Domenica 2 Giugno 2013 Mail di Paolo Piccardo: «Il M° Petralia, universalmente conosciuto per le sue composizioni, anche moderne nel contenuto, ma dallo stile enfatico, “italiano” per così dire, ha servito fedelmente l’Eiar prima, e la Rai dopo. Tanto fedelmente da aver commesso, se così vogliamo dire, degli errori marchiani. Cominciamo con qualche citazione. Carlo Maria Lo Martire scrive nel volume Festival, 60 anni di Sanremo, Mondadori, 2012, a proposito di Nilla Pizzi (!): “…il Maestro Petralia si fece portavoce degli zelanti funzionari del Regime incaricati di vigilare sull’italianità della Radio di Stato, i quali spinsero per tenere in ombra questa cantante agli esordi: troppo moderna, sensuale e americana la sua voce …”. Del resto Petralia prediligeva cantanti ottimi, ma dalla vocalità italiana, priva assolutamente di qualsiasi inflessione jazzistica. Niente glissati, blue notes, anticipi e sincopati che caratterizzano ad esempio un Natalino Otto. Petralia fu invece convinto ammiratore di Oscar Carboni, Michele Montanari e Claudio Villa, colossi nel loro genere, ma per nulla jazzistici. Più avanti, negli anni ’60, i Beatles, a quanto pare, avrebbero voluto partecipare al Festival di Sanremo. Non furono ammessi. Da “L’Espresso” (Edizioni 44-47, pag. 33), si trae addirittura questa incredibile frase: “Circolava voce che fossero stati bocciati dalla Commissione d’ascolto presieduta dal temutissimo Tito Petralia, perché – così si leggeva nella motivazione – il quartetto vocale e strumentale inglese presentava gravi difetti di intonazione”. Petralia, a dire il vero, non era contrario al jazz in senso assoluto, ma amava solo quello sinfonico, come si evince da un articolo de “La Stampa” (22 Settembre 1958, pag. 14). Arriva a definire Un americano a Parigi di Gershwin “una roba ormai vecchia di trent’anni”, ma questa volta il giornalista lo bacchetta, definendo la sua direzione d’orchestra “perfetta; sin troppo perfetta e quindi poco sentita”. Già, il jazz non deve essere perfetto, figlio com’è di stati d’animo e sensazioni profonde di chi lo esegue... Proprio così, sembra di essere nel 1938 (15 Gennaio, pag. 8): un concerto “di musiche esotiche” viene diretto da Petralia, e vengono eseguite diverse composizioni di stile jazzistico-sinfonico, tra cui la Rapsodia in Blue, commentata con “... la quale

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sembra già vecchia, e nella farragine e nella strombettatura dà noia ...”. Perdiana, parliamo di una delle opere più grandiose del secolo! Da notare che il giorno dopo, a New York, Benny Goodman avrebbe portato la sua Band alla Carnegie Hall, introducendo lo swing nel tempio della musica classica e posando una pietra miliare della storia della musica americana. L’evento è stato fortunatamente inciso su disco ed è facilmente reperibile. Ora, sia chiaro, non voglio accusare Petralia di nulla. Dico solamente che, essendo egli una persona rigida e fermamente convinta delle sue asserzioni è possibile che non si sia fatto scrupoli nell’epurare degli archivi di musica a suo vedere di scarso pregio, rivelando forse un’incresciosa miopia a proposito del valore storico di qualsiasi archivio, persuaso com’era di dover sostenere la Purezza della Musica... Un po’ come, anni prima, qualcuno difendeva la Purezza della Razza...

Concludo segnalando questo collegamento a Youtube, dove compaiono due ottimi cantanti jazz, una sensuale cantante moderna ed un tipico rappresentante della tradizione. Forse a quell’epoca Petralia non poté dire a sua… http://www.youtube.com/watch?v=CUqDIYC9Olc Mamma mia, che bravi! E Raba, poi...».

◙ Lunedì 3 Giugno 2013 ♦ Mail di Paolo Piccardo: «Ho dimenticato un allegato ai messaggi di ieri».

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♦ Mail di Vito Vita: «Amici, vi allego il trafiletto da “La Stampa” di mercoledì scorso sulla targa [v. le Notizie del 29.05.2013]».

Da notare che il trafiletto in questione non menziona affatto il M° Carlo Prato, a differenza del Comunicato stampa [http://www.comune.torino.it/ucstampa/comunicati/article_401.shtml] del Consiglio Comunale di Torino. Probabilmente si tratta solo di una banale dimenticanza, la quale tuttavia ci fornisce l’ennesima riprova di come certi giornalisti, anche di quotidiani importanti, svolgano il proprio lavoro in maniera a dir poco superficiale.

◙ Martedì 4 Giugno 2013 Domenica 2 Giugno, come anticipato nelle precedenti Notizie, il regista Davide Fiore, in arte Victor Vegan, ha indetto la conferenza apripista del film Notes of Passion - Firmamento Nerostellato. Per l’occasione, oltre ai padrini onorari Henry Winkler, il

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noto Fonzie di Happy Days, e la signora Maria Bria, è stata scelta per madrina operativa Sabrina Rubino, che lavora da anni, come castista, nell’ambiente del cinema di Torino e provincia. Essa ha garantito che per questo lungometraggio aiuterà il regista a realizzare una scena di ballo, dove sarà impegnata personalmente, essendo anche un’ottima ballerina di Charleston.

A grandi tratti il film, con obiettivo la televisione e il web, ripercorre la vita delle tre sorelle Lescano dal punto di vista di un appassionato, Nicola Palmese. Costui, nei panni di Davide Fiore, torna dall’estero per fare ricerche sui propri nonni paterni, in qualche modo legati al calcio dell’epoca (il Casale Calcio e il Grande Torino), al Trio Lescano e all’amicizia di Maria Bria con sua nonna, Rina Buson. Il regista spera che tutti insieme si appassionino nel dar vita a questa iniziativa, creando con ciò nuove emozioni ed interessi sul nostro orgoglio italiano, che oggi lascia il posto al rimpianto di aver perso sia un certo stile musicale di indiscutibile qualità sia la lealtà sportiva di una volta». Links: https://www.youtube.com/watch?v=7JjOn9iSHT8 http://www.produzionidalbasso.com/pdb_2326.html

◙ Mercoledì 5 Giugno 2013 ♦ Mail di Marco Gilardetti: «Domenica u.s. alle ore 14:30 circa mi stavo spostando in macchina e ho ascoltato su RadioTre l’intervista ad un fotografo che aveva anche preso parte alla Resistenza. Purtroppo non sono riuscito a capire il suo nome perché, trattandosi di RadioTre, il segnale era come al solito debolissimo e molto disturbato.

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Questa notizia è interessante perché detto fotografo ha scelto come brano di commento musicale all’intervista proprio un brano delle Nostre: Tornerai. Alla richiesta del giornalista di spiegarne il motivo, egli ha giustificato la scelta sia con ragioni di suoi gusti musicali, sia perché lo considerava un brano di fronda che alludeva in modo (nemmeno tanto...) implicito alla fine di una guerra disastrosa, sia perché... (tenetevi forte!) le Lescano erano donne legate in un certo qual modo alla Resistenza in quanto, come aveva appreso da un recente sceneggiato TV, erano state addirittura deportate (sic!) e salvate solo grazie ad un gerarca fascista che era innamorato di una di loro. Lascio a voi immaginare da quale sceneggiato TV questo valoroso fotografo abbia appreso la notizia. Voglio precisare che non gliene faccio nessuna colpa: è un fotografo, non può sapere tutto, anche di musica, ed è stato in buona fede impressionato dal prodotto trasmesso dalla RAI, dando per scontato che si trattasse d’una ricostruzione accurata (vuoi mettere? È la RAI!). Magari qualcuno dei nostri collaboratori più pratici del sito RAI può recuperare la trasmissione in streaming e precisare così il nome del fotografo». ♦ Mail di Vito Vita: «Caro Curatore, volevo chiederti una cosa in merito alla prima incisione del Trio Lescano, Guarany Guaranà. Nell’etichetta è scritto che la canzone è tratta dall’omonimo film, però non sono riuscito a trovare nulla in merito a questa pellicola (ho provato a cercare nell’archivio de “La Stampa”). Penso che reperire notizie sul film ci aiuterebbe a scoprire chi sia l’autore della musica (molto probabilmente il musicista autore della colonna sonora del lungometraggio), tu hai qualche informazione in più?». Purtroppo no! Tutto quello che sappiamo su questa canzone lo abbiamo desunto dall’etichetta del disco originale e dal catalogo Dischi Parlophon del 1937, che forniscono gli stessi dati, alquanto vaghi. In effetti nessuna fonte a noi nota menziona un film di quel periodo intitolato come la canzone, quanto al nome del compositore del brano, Farra (Chiappo è verosimilmente solo l’autore del testo o della sua versione italiana), abbiamo ipotizzato che possa trattarsi di un non meglio identificato musicista sudamericano. È tuttavia possibile che dietro questo apparente mistero si celi semplicemente l’ennesimo errore (tipografico o di lettura dei nomi) della Parlophon-Cetra.

◙ Giovedì 6 Giugno 2013 ♦ Mail di Virgilio Zanolla: «Ieri mattina ho letto il Notiziario con la deduzione del fotografo sulle Lescano e sono rimasto basito. D’altronde, cosa aspettarsi di meno, se presentando lo scemeggiato su un talk show del pomeriggio la stessa Andrea Osvárt disse che si trattava “finalmente, della vera storia del Trio Lescano”... [Mai, come nel caso di questa loquace showgirl ungherese, è apparso più appropriato il detto franco-inglese: sois belle et tais-toi / be beautiful but shut up - NdC]. Adesso capirete perché sarei tentato di promuovere una class action contro la Rai per l’indebita richiesta di pagamento del canone. Indebita in ogni senso, visto che la tivù generalista non è più tale da circa 35 anni, e che per quanto mi riguarda, vedrò l’1% di programmi Rai (che sono di un’arroganza impareggiabile!), rispetto a quelli che seguo.

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Circa Guarany Guaranà, è vero che non esistono film con questo titolo, ma: 1) quasi certamente, potrebbe trattarsi di una produzione straniera; 2) al momento di essere programmato nelle sale italiane, il film potrebbe aver cambiato titolo». ♦ Paolo Piccardo ci ha inoltrato la seguente mail, intitolata Death of Alexander Leschan in The Hague e speditagli dalla sig.ra Sjoukje Atema, Information Dept., Haags Gemeentearchief: «Dear mr. Piccardo, on May 25 you have informed at the Haags Gemeentearchief after the cause of death of Alexander Leschan, born Budapest 1877, who died in The Hague on February 5, 1945. I have checked a file on air raids (and the victims) of The Hague, but did not find any evidence which would suggest Alexander has died as a result of an air raid on February 3, 4 or 5. Unfortunately, death-certificates also do not mention the reason why a person has died. The cause of death of Alexander Leschan is therefore not known to me. As the research did not take long, no costs will be charged this time. However, if you have any more questions, please bear in mind that research by the Haags Gemeentearchief actually costs 17.16 Euros per 15 minutes, irrespective of the result. Yours sincerely Sjoukje Atema (mrs.)». Pare con ciò svanire nel nulla la pista indicataci dal pronipote di Alexander Leschan, Karoly van Lissum (v. la terza delle Notizie del 29 Maggio scorso).

◙ Venerdì 7 Giugno 2013 ♦ Mail di Marco Gilardetti: «Credo di aver rintracciato la trasmissione di cui ho parlato il 5 u.s.: il fotografo era Mario Dondero. Dovrebbe essere possibile riascoltarla, ma io non ci riesco a causa della mancanza di qualche plug-in. C’è anche una pagina di presentazione della puntata». ♦ Mail al Curatore di Paolo Piccardo: «Carissimo, permettimi di non concordare appieno con la tua conclusione in merio alla pista perduta sulla morte di Sandro. La signora Sjoukje sembra essere una qualunque burocrate che ha speso qualche minuto a sfogliare un elenco di vittime facendolo cadere dall’alto. Il sito che enumera le vittime del bombardamento dell’Aia esiste, ma i nomi sono quelli dell’evento del 3 marzo, non febbraio. Ho più fiducia invece nell’esplosione accidentale della V2 sulla Riouwstraat il 25 gennaio 1945. Spero di ottenere altro, ci sto lavorando a pieno ritmo. Come potrai capire non mi rassegno nel vedere il povero Sandro vittima infelice di ben 5 figlie ingrate. Aspetto invece con ansia il risultato della mia missiva presso gli archivi dell’esercito olandese, con un reparto del quale Sandro avrebbe preso parte a spettacoli per sollevare il morale delle truppe. L’ufficio competente ha chiesto dalle 2 alle tre settimane per evadere la mia richiesta... Ho avuto anche una risposta dalle Ferrovie ungheresi, e spero di avere qualche altra notizia sulla famiglia Leschan in Budapest. Infine ho potuto riscontrare che il binomio Farra-Chiappo ha prodotto almeno un’altra canzone: si tratta di Nonna... sorridi, cantata da Gino Del Signore, definita

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‘canzone valzer’ (GP 91875), che però sparisce ben presto dai cataloghi Parlophon-Cetra.

NB - Il trafiletto de “La Stampa” risale al fatale 5 Maggio 1936». In altra mail Paolo ci conferma la giustezza delle informazioni dateci da Marco. Questo, secondo Paolo, il link esatto per ascoltare l’intervista a Dondero: http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/popupaudio.html?t=LE%20MUSICHE%20DELLA%20VITA%20del%2002%2F06%2F2013&p=LE%20MUSICHE%20DELLA%20VITA%20del%2002%2F06%2F2013&d=&u=http%3A%2F%2Fwww.radio.rai.it%2Fpodcast%2FA42632534.mp3

◙ Sabato 8 Giugno 2013 Paolo Piccardo, non soddisfatto della pagina che Wikipedia dedica al fotografo milanese Mario Dondero (classe 1928), quello che ha preso per oro colato la “storia” delle sorelle Lescano confezionata all’uopo e servita con disinvoltura agli ingenui telespettatori dal regista Maurizio Zaccaro nella miniserie Rai Le ragazze dello swing (2010), ha pensato bene di fare qualche ricerca per conto proprio su questo signore. Innanzi tutto, ascoltando in differita l’intervista [v. qui sopra] fattagli per la trasmissione Le musiche della vita di Rai Radio 3, andata in onda domenica 2 Giugno 2013, ha compreso meglio che tipo sia questo “intellettuale della fotografia e scrittore”, come viene definito encomiasticamente nel palinsesto della radio; poi ha scoperto che Dondero si lamenta [http://www.oilproject.org/lezione/lega-nord-e-politica-dei-respingimenti-spiegati-da-mario-dondero-2012.html] dell’ignoranza storica degli esponenti di un partito politico che a lui non piace per niente: posizione critica assolutamente legittima, sia chiaro, solo che stride alquanto in bocca ad uno che, in fatto di ignoranza storica, ha clamorosamente toppato. Dondero, insomma, sembra perdere spesso e volentieri delle buone occasioni per tacere...

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◙ Domenica 9 Giugno 2013 Facendo seguito alla seconda delle Notizie del 31 Maggio scorso, abbiamo provveduto a confrontare le etichette inviateci da Roberto Berlini (relative ai dischi contenuti nell’album n. 1 della collezione di Leonardo Cabano, dedicato alle Sorelle Lescano) con quelle presenti nel nostro archivio, che ammontano a tutt’oggi a poco meno di 300 (compresi doppioni e ristampe). Delle 24 etichette offerteci da Roberto 8 sono di nostro primario interesse, in quanto mancanti nell’archivio del sito ovvero di qualità sensibilmente migliore di quelle già in nostro possesso. Le abbiamo perciò restaurate con la consueta cura e le abbiamo quindi archiviate, aggiornando naturalmente il relativo elenco generale, incluso nella Discografia.

◙ Martedì 11 Giugno 2013 Sono iniziate a Torino le riprese del film Notes of Passion - Firmamento Nerostellato, dedicato in parte alle Sorelle Lescano (v. le Notizie del 4 Giugno scorso). Il regista Davide Fiore, da sempre nostro buon amico, ci ha inviato due foto scattate sul set: Nicola Palmese è uno dei principali interpreti.

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◙ Mercoledì 12 Giugno 2013 Il nostro instancabile collaboratore Paolo Piccardo ha indirizzato il 4 Giugno u.s. alle Ferrovie Ungheresi la seguente mail: «Dear Sirs, I am looking for Infos on an old Chief Station, Adolf Leschan, in a period around 1877-1910 This man was a former Army Officer. Could you please address me to the appropriate office? Thanks in advance». Un funzionaro di tale Ente, con una cortesia degna di nota, gli ha risposto in questi termini: «Dear Paolo Piccardo! Buda (vulgo Ofen) was station of South Railway Company (Südbahn Gesellschaft). Therefore Leschan was not employed by MÁV (Hungarian State Railways Company). Archives of South Railway was unfortunately destroyed at the end of II. WW. I have'nt found any name Leschan in registers of Railvay servants (Eisenbahn Schematizmus, 1888-1905). Best wishes, Matus László, MÁV Szolgáltató Zrt. Menedzsment-támogatás és Ügyvitel. Levéltári Csoport».

◙ Giovedì 13 Giugno 2013 ♦ Mail di Simone Calomino: «Visitando la pagina dei direttori d’orchestra mi sono accorto che sotto la voce “Gino Filippini” c’è solo la canzone Coccodè. Ma anche la da poco ritrovata Sogni del Mare del Sud è con questo direttore! Spero di avervi fatto un’utile segnalazione!».

Simone ha ragione: lo ringraziamo e provvediamo subito a correggere la pagina in questione. ♦ Segnaliamo che del film Notes of Passion - Firmamento Nerostellato si parlerà nel programma radiofonico Dalla parte del Toro, sabato 15 ore 11.30 su Radio Flash, e anche on line sul sito http://www.radioflash.to/. Chi volesse intervistare il regista e gli attori sappia che si gira domenica prossima, dalle 14 alle 17 circa, alla Trattoria

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Valenza, Via Borgo Dora 39, Torino: giornalisti e troupe di tv o radio sono i benvenuti.

Importante: il regista è ancora alla ricerca delle tre ragazze del Trio Lescano e della giovanissima Maria Bria che sostituì Caterinetta, quando la minore delle Lescano abbandonò le sorelle nel ’46. Il film parlerà anche di Angelo Fiore e Rina Buson, i nonni paterni del regista: il primo, giocatore del Casale in serie A nel 1927, lasciò la carriera per amore di Rina, amante della musica swing e amica della Bria del nuovo Trio Lescano.

◙ Venerdì 14 Giugno 2013 Mail di Vito Vita: «Verificando nel sito della Siae, ho scoperto che la canzone Contemplazione, incisa dalle Lescano nel ’36 [GP 91976a, matrice 151499] e firmata nell’etichetta Chiappo-Lavagnino, risulta depositata anche da Gino Filippini, come coautore della musica.

Circa la causa della mancanza della sua firma sul disco penso che sia l’approssimazione con cui, spesso, venivano riportati i crediti dei brani». Abbiamo fatto presente all’amico Vito che purtroppo di casi del genere ne abbiamo riscontrati parecchi (come risulta dalla pagina che abbiamo dedicato al problema), per cui ci siamo visti costretti, per limitare il campo, a prendere in considerazione – salvo poche motivate eccezioni – solo i dati riportati nelle fonti primarie, vale a dire i cataloghi discografici dell’epoca, le etichette dei dischi originali e le prime edizioni degli spartiti: queste ultime due, ovviamente, quando sono disponibili. Nel caso di Contemplazione possediamo il catalogo (Parlophon, 1° Gennaio 1937) e l’etichetta,

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che sono perfettamente concordanti, ma non purtroppo lo spartito, che potrebbe confermare o meno i crediti della Siae.

In una mail successiva Vito ci precisa: «Bisognerebbe capire per quale motivo Filippini non appaia [nel catalogo e sull’etichetta del disco]... So per certo che, per alcuni anni, i dipendenti Rai non potevano apparire nelle etichette nei dischi, ma qui parliamo degli anni ’50 e ’60; non so se questa prassi fosse in vigore già negli anni ’30, e non so neppure se Filippini fosse dipendente dell’Eiar. Un’altra cosa “strana” è il fatto che alcune canzoni non appaiono nel sito della Siae: mi sembra però improbabile che non siano mai state depositate!». ◙ Lunedì 17 Giugno 2013 Proseguono a Torino le riprese del film Notes of Passion - Firmamento Nerostellato, in cui hanno un ruolo non marginale anche le Lescano (v. le Notizie dell’11 Giugno scorso). Il regista, Loris Davide Fiore (in arte Victor Vegan), ci segnala un articolo [http://www.toro.it/press/view/3820] del sito Toro.it (purtroppo non esente, more solito, da strafalcioni: ad esempio la nostra cara amica Lidia Martorana diventa qui Martorano…) e ci invia inoltre alcune foto.

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Interessante anche un servizio fotografico sul negozio torinese d’antiquariato di via Maria Vittoria 8, in cui lavorò Caterinetta Lescano sino al 1952.

◙ Giovedì 20 Giugno 2013 Mail di Paolo Piccardo: «Amici, ricorderete che nel nostro fotoarchivio relativo alla famiglia Leschan appare, al n. 12, una coppia composta da una giovane e un clown, che abbiamo identificato come Diane e Alexander Leschan. Ora, dal solito sito dei Circhi belgi [http://www.huisvanalijn.be/category/associatie-persoon/libot-circus] questa foto viene datata 1941, e nell’elenco è seguita da quest’altra. Evidentemente si tratta dello stesso clown (si veda lo sfondo e la piega del cappello...), ma questo non sembra Sandro, che all’epoca aveva giè 64 anni. Se invece stabiliamo che si tratti proprio di

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lui, sarebbe la sua ultima immagine nota. E in effetti quel piede destro leggermente introflesso...».

In una mail successiva Paolo ci segnala, sempre dallo stesso sito, altre foto del nostro clown.

Ecco come le commenta: «Se ammettiamo che sia Sandro, avremmo, sorprendentemente, la conferma che nel 1941 il padre delle Lescano sarebbe ritornato all’ovile». I rilievi di Paolo sono del tutto condivisibili, come pure la sua osservazione finale sul piede introflesso come elemento importante di identificazione del personaggio. Sia come sia, è per noi consolante pensare che nel ’41 il vecchio artista di circo vestisse ancora i panni a lui più congeniali, quelli appunto del clown, e per di più in compagnia di Diane, la sua secondogenita. Verrebbe così ridimensionata, se non smentita, l’ipotesi che Alexander Leschan abbia trascorso gli ultimi anni di vita nel più completo abbandono e in miseria: ipotesi avanzata a seguito del trafiletto apparso su «De Piste» nel 1951 [http://www.trio-lescano.it/archivio_documenti/alexander_leschan_trafiletto.pdf], il

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quale sarebbe frutto della solita disinformazione – nonché del sensazionalismo (v. il particolare della sepoltura...) – dei gazzettieri [NdC].

◙ Sabato 22 Giugno 2013 Mail di Paolo Piccardo: «In merito alle foto pubblicate giovedì scorso, ricevo da Karoly Van Lissum l’informazione che il clown che crediamo essere Sandro dovrebbe in realtà essere Louis (Lowie) Libot, fratello di Lena e quindi cognato di Sandro, un tempo anche lui acrobata.

Non sono convinto del tutto che sia proprio così, tuttavia l’identificazione proviene da una delle figlie di Marie Françoise Leschan, per cui – fino a prova contraria – bisogna prenderla per buona».

◙ Martedì 25 Giugno 2013 Mail di Loris Davide Fiore (Victor Vegan): «Amici, è finalmente disponibile il podcast con l’intervista fattami da Radio Flash per il programma Dalla parte del Toro: vi si parla del Grande Torino, del Casale e del Trio Lescano. Ecco il link per scaricarlo: https://docs.google.com/file/d/0B6C-irxjPV9JaTZEb0NfUkpjUmc/edit?usp=sharing. Ho inoltre scelto la ragazza, Serena Cottitto, che nel film Notes of Passion - Firmamento Nerostellato interpreterà la giovanissima Maria Bria, all’epoca in cui prese il posto nel Trio di Caterinetta Lescano».

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◙ Mercoledì 26 Giugno 2013 ♦ Marco Gilardetti, tenendo fede alla promessa fattaci qualche tempo fa (v. le Notizie del 7 Febbraio 2013) ci ha inviato un corposo pacchetto di ottime foto – più di 70! – relative alle etichette dei dischi originali del Trio Lescano in suo possesso. In realtà i dischi lescaniani nella sua collezione sono assai di più: noi ci siamo infatti limitati a chiedergli di fotografarci solo le etichette che ci mancano oppure possediamo sì ma di bassa qualità , al punto da risultare a volte in parte illeggibili. Marco, quando fa una cosa, ama farla nel migliore dei modi, perciò di ogni disco di nostro interesse ha fotografato da par suo non solo l’etichetta, ma anche il disco intero e la matrice incisa, in maniera ben visibile, sulla gommalacca. Si veda, a titolo di esempio, il lavoro da lui eseguito col disco GP 93155, contenente le due parti della canzone La cicala e le formiche.

Per la gioia dei nostri occhi Marco ha infine aggiunto anche le foto di alcune custodie originali dei dischi di cui è il fortunato possessore: personalmente le troviamo bellissime e meravigliosamente evocatrici dell’epoca delle Lescano…

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Va da sé che avremo bisogno di tempo per ricavare da questo ingente materiale tutte le immagini e le informazioni che ci servono, ma intanto ringraziamo di cuore Marco per questo suo contributo di gran pregio, che ci consentirà di arricchire ulteriormente, e in modo significativo, la nostra Discografia.

Ultim’ora ♦ Mail di Paolo Piccardo: «Amici, desidero associarmi nel ringraziare pubblicamente Marco Gilardetti per il prezioso regalo che ci ha fatto. Un atto di generosità degno di un vero collezionista, che ama diffondere i frutti delle sue faticose e costose ricerche. Fossero tutti come lui! Quante volte abbiamo pregato questo o quello di inviarci foto di etichette o incisioni, anche offrendo un rimborso, ed abbiamo ottenuto risposte del tipo: “non ho la macchina fotografica”, oppure “non ho il modo di riversare l’audio”... Grazie, Marco». ♦ Mail di Manuel Carrera: «Amici, oggi è il “compleanno” di Raba. Mi raccomando, ascoltatelo per omaggiarlo!». Rabagliati è uno dei rarissimi cantanti del passato la cui arte non mostri mai alcuna ruga: ogni volta che si ascolta (o si riascolta per l’ennesima volta) una sua incisione la magia di quella voce unica e incomparabile compie il sortilegio di affascinarci tutti come non mai. Le Lescano erano della stessa pasta e chissà cosa avrebbe regalato al mondo l’unione del bell’Alberto con una delle tre, magari – per la legge dei contrasti, che in amore è così spesso vincente – con Giuditta! [NdC].

◙ Giovedì 27 Giugno 2013 ♦ Mail di Giorgio Zoffoli: «Caro Curatore, non avendo nuove clamorose informazioni o scoperte sensazionali sul Trio Lescano, nel mio piccolo, e molto banalmente, persevero ad inviarti delle schede di artisti che comunque hanno avuto un ruolo saliente nella loro carriera. Non so se possono interessare a qualcuno, ma

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essendo frutto di ricerche che comunque continuo a fare, voglio condividerle con chi potrà avvalersene. Vedi tu se vale la pena di proseguire in questi miei contributi, che non vogliono essere né esaurienti né esenti da difetti o cantonate, ma solo una sorta di riassunto su singoli artisti e un punto di partenza per ulteriori approfondimenti. Di materiale inerente ad artisti legati in qualche modo alle Sorelle Lescano ne ho veramente parecchio e vediamo se può essere integrato con i tuoi corposi archivi, anche se sicuramente conterranno già la maggior parte di questo materiale». Il nostro ottimo amico e fedele collaboratore Giorgio ha allegato a tale mail un sostanzioso dossier su Mario Consiglio, il cui nome resta indissolubilmente legato a quello delle Olandesine per aver firmato, assieme a Mario Panzeri, uno dei loro maggiori successi, il celeberrimo Maramao perché sei morto?. Abbiamo provveduto a sistemare (come abbiamo fatto in passato per l’altro suo contributo su Lino Benedetto) tutto questo materiale in un pdf, che è ora in rete a disposizione di tutti gli appassionati e studiosi della canzone italiana del bel tempo che fu. http://www.trio-lescano.it/pdf/Mario_Consiglio.pdf Nel ringraziare Giorgio per il suo costante sostegno gli abbiamo detto che la sua proposta ci interessa moltissimo; gli abbiamo altresì suggerito alcuni nomi di Autori che ci piacerebbe veder adeguatamente valorizzati come sa fare lui, non solo perché hanno lavorato per le Lescano, ma anche per la loro indiscutibile caratura artistica. ♦ Dei visitatori ci hanno segnalato che taluni dei nostri pdf presentano un grave inconveniente: certe immagini (non tutte, per fortuna) non si vedono e sono sostituite da uno spazio corrispondente riempito con un reticolo colorato. Abbiamo fatto delle verifiche con diversi computer e abbiamo potuto stabilire che il suddetto problema si presenta con chi utilizza come browser la versione non aggiornata di Mozilla Firefox, mentre scompare in quella aggiornata, ovvero nei computer che si servono di altri browser (Internet Explorer, Chrome, ecc.). ♦ Manuel Carrera ha così commentato la nostra nota di ieri (evidentemente scherzosa) sui possibili frutti allettanti, dal punto di vista canoro, di un bel matrimonio tra Alberto Rabagliati e Giuditta Lescano: «Bellissima “ipotesi”! Anche se pure con Caterinetta non sarebbe andata male! Pare che fosse seriamente interessato a lei, solo che – per una volta – fece fiasco...».

◙ Venerdì 28 Giugno 2013 ♦ Facendo seguito alla prima delle Notizie di mercoledì scorso, abbiamo il piacere di informare i nostri lettori che è stato completato il lavoro di sistemazione del pacchetto di etichette di cui Marco Gilardetti ci ha inviato le foto. Sono state così inserite nel nostro archivio, dopo averle accuratamente restaurate, le seguenti etichette, che ci mancavano: Ciribiribin , Ho ritrovato Scianghai Lill, La famiglia canterina, Oi Marì, oi Marì, Orchidee sotto la luna, Torna piccina; sono state inoltre sostituite queste altre, di qualità/leggibilità nettamente migliore delle etichette già presenti in archivio: C’è un’orchestra sincopata, Corri cavallino, Il silenzio è d’oro, Io non credo (se non vedo), La cicala e le formiche (entrambi i lati del disco), Là nell’isola di Capri, La sardina innamorata, Maria Luisa, Quando canta il cucù, Restiamo vicini, Rosita, Senti l’eco, Ti dirò. La versione aggiornata del pdf Etichette dei dischi originali a 78

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giri del o col Trio Lescano presenti nell’Archivio del sito è già in rete all’indirizzo http://www.trio-lescano.it/discografia/etichette_in_archivio.pdf. A nome di tutti i lescanofili ringraziamo nuovamente e nel modo più sentito l’amico Marco per la sua impagabile collaborazione. ♦ Manuel Carrera ci ha annunciato, al colmo della gioia, di aver recuperato due bellissime foto, mai ammirate in precedenza, di Alberto Rabagliati in versione sosia di Rodolfo Valentino. Egli conta di presentarle sul suo sito a giorni, quando annuncerà alcuni significativi cambiamenti [http://www.albertorabagliati.com/].

◙ Sabato 29 Giugno 2013 In risposta a quanto gli avevamo comunicato giovedì scorso, Giorgio Zoffoli ci ha scritto: «Caro Curatore, ti prendo in parola e ti invio tutto il materiale che ho raccolto su Giovanni D’Anzi.

Ho riordinato oggi la sua cartella, che era assai incompleta dal momento che, pur nell’immensa grandezza di questo Autore, non l’ho mai approfondito più di tanto. Il motivo è che D’Anzi non ha assolutamente alcun legame con la figura del mio concittadino Marf, di cui mi occupo con inesausta passione da molti anni. È veramente uno dei pochi artisti che, per ragioni che ignoro (ma mi piacerebbe approfondire), non si è mai incrociato con l’opera del buon Mario Bonavita, in arte Marf. Eppure erano entrambi molto attivi sulla scena milanese dal 1926 al 1936, periodo del soggiorno di Marf a Milano. Inoltre il primo era principalmente compositore, mentre il secondo era spiccatamente autore di testi, per di più abituato ad allacciare collaborazioni instancabili con chicchessia. Tra loro non ci poteva dunque essere rivalità! Forse è la strettissima collaborazione che Marf ebbe con Vittorio Mascheroni che causò un mancato sodalizio fra i due. Del resto, non mi risulta neppure alcun contatto fra Mascheroni e D’Anzi. Sarebbe interessante portare avanti delle ipotesi su questa assoluta lontananza artistica fra due personaggi tanto di spicco, che non si sono mai sfiorati, nemmeno per un attimo. Forse questioni personali, di edizioni musicali o di contratti discografici esclusivi? Chissà! Spero che la documentazione che ti sottopongo sia di tuo interesse e soprattutto possa essere di stimolo per ricerche o chiarimenti da parte di altri studiosi. Il punto cruciale

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è: quanti appassionati o collezionisti in Italia sono in questo momento interessati ad analizzare seriamente l’opera degli artisti della canzone degli anni Trenta e Quaranta? Forse cinquanta persone? Forse un centinaio? O magari mille? Spesso mi pongo queste domande e non arrivo a capo di nulla. Mi chiedo anche se tutti coltivino in solitudine il proprio orticello, pensando che sia più fertile degli altri... Se comunque ritieni che ci sia una logica nei documenti che ti metto a disposizione per arricchire ulteriormente il sito che hai creato nel 2008 (ricambiando così almeno in parte anni della mia frequentazione sempre proficua, vista la qualità e quantità di materiali che sei riuscito a pubblicare), ti prego di confermarmelo. Per oggi può bastare un D’Anzi un po’ raffazzonato, ma il prossimo sarà Vittorio Mascheroni, sul quale ho raccolto un dossier ben più corposo, vista la sua storica collaborazione con Marf». Abbiamo naturalmente rassicurato Giorgio circa il valore e l’interesse per tutti noi dei documenti che è riuscito a recuperare in anni e anni di instancabili ricerche. Circa il robusto dossier su Giovanni D’Anzi che ci ha spedito, esso richiede calma e tempo sufficiente per un’adeguata rielaborazione e impaginazione, cose che ora ci mancano, dato l’approssimarsi della chiusura estiva del sito. Ma ne riparleremo più avanti: promesso!

◙ Domenica 30 Giugno 2013 La voce di Wikipedia sul Trio Lescano, seguita con particolare cura dal nostro collaboratore torinese Vito Vita (è grazie a lui se tale voce, un tempo raffazzonata, cervellotica e fuorviante, è ora in gran parte affidabile) si è arricchita con una nuova e suggestiva immagine delle Nostre, proveniente da “Foto e Radio” del Febbraio 1941.

In essa le vediamo, nella sede dell’Eiar di Torino, in un momento di relax e in compagnia di Ernesto Bonino, Michele Montanari, Silvana Fioresi e Pippo Barzizza. Giuditta e Sandra hanno l’aria alquanto pensosa, ma gli altri artisti sono visibilmente di buon umore, a riprova del clima ancora relativamente sereno che regnava in quel momento tra i dipendenti della radio del Regime. A giudicare dall’espressione dei volti si direbbe che il M° Barzizza, impugnando la sua inseparabile pipa e con lo

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sguardo puntato sulla Fioresi, stesse dicendo qualcosa per scherzo: che si trattasse delle forme già rotondette dell’estrosa cantante genovese? Il più divertito sembra essere proprio Bonino, che tali forme conosceva allora meglio di chiunque altro, da vicino e senza troppi veli…

◙ Lunedì 1° Luglio 2013 Mail di Roberto Berlini: «Ho trovato divertenti le speculazioni, che sanno di allegro gossip, sull’ultima foto recuperata delle Lescano. Chissà cosa si stavano dicendo i nostri beniamini, mentre veniva scattata questa foto… Le cose che vorrei sottolineare sono due: 1) presumo che Ernesto Bonino abbia avuto in testa in quel momento, più che la Fioresi, la nostra cara Caterinetta: basta osservare come si stringono; 2) di moda non me ne intendo molto, ma la pelliccia che indossano le Lescano mi ricorda molto King Kong». Tutto è possibile, nondimeno sappiamo per certo che agli inizi degli anni ’40 Bonino era legato sentimentalmente alla Fioresi, mentre a fare una corte serrata a Caterinetta era Alberto Rabagliati, per altro senza successo. Forse la più giovane delle Lescano giudicava il Grande Raba, che aveva tredici anni più di lei, un “matusa”, ancorché pieno di fascino: non per nulla era stato proclamato in America l’erede del mitico Rodolfo Valentino! [NdC].

◙ Mercoledì 3 Luglio 2013 ♦ Mail di Paolo Piccardo: «Cari amici, è facile pensare che a quel tempo, tra dei bei giovanotti e delle graziose fanciulle che lavoravano tutti in Radio, nascesse qualche storia romantica. Anche le Lescano non ne furono esenti, a quanto pare. Così, ad esempio, Giuditta si accompagnò per un periodo col giovane saxofonista Marcello Cianfanelli (1914-1994), tenorista dell’Orchestra Cetra.

Non so moltissimo su questo musicista, tranne che trascorse la sua carriera in Rai, fino al pensionamento. Collaborò anche con Armando Trovajoli e con Piero Umiliani. Lo si può vedere in orchestra nel 1974, nello spettacolo Milleluci, nella

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deliziosa sezione della puntata dedicata alla Radio: è seduto, col suo sax tenore, dietro al batterista. Vorrei anche sottolineare che il grande Rabagliati morì pochi giorni dopo la registrazione di tale puntata. Mina fu colossale, in veste di corista. In alto, fra le trombe, Oscar Valdambrini, il cui padre Agostino fu primo violino nelle Orchestre Cetra e Cora. E infine, per chi l’avesse perso a suo tempo, l’omaggio alle Lescano da parte di tre vere dive, sempre dalla prima puntata di Milleluci del 1974. Da notare che anche le tre cantanti assumono qui la posizione tipica delle Lescano davanti al microfono: la prima voce è quella, inconfondibile, di Mina; Raffaella Carrà esegue la parte di Sandra e Jula De Palma canta la linea bassa che fu di Giuditta. Che begli spettacoli sapeva fare allora Mamma Rai!». Links: - http://www.youtube.com/watch?v=eHCtxIG8Ge0 - http://www.youtube.com/watch?v=_Zaj4n8e44Q

♦ Paolo Piccardo ha ricevuto da Saskia J. Klooster MA, Information Specialist Military History del Netherlands Institute of Military History / Ministry of Defence, la seguente mail: «Dear Mr. Paolo Piccardo, in response to your request for information regarding the Dutch Army Welfare Services in the period 1920-1940 and Alexander Leschan, I can hereby inform you as follows. Unfortunately the Netherlands Institute of Military History (NIMH) has got no information about Alexander Leschan. The official records of the Army Welfare Service are kept at the National Archives of the Netherlands (Nationaal Archief or NA) in the Hague. The address is: Nationaal Archief (NA) Prins Willem-Alexanderhof 20 2595 BE The Hague The Netherlands Tel. +31 70 331 5400 www.nationaalarchief.nl www.gahetna.nl [email protected]

During the mobilization (period) this service was called ‘Ontwikkeling en Ontspanning’ (Development and Relaxation) and part of the General Staff of the Royal Netherlands Army. The available records at the Nationaal Archief are (among others): (Record number) 2.13.70: Generale Staf Landmacht, 1914-1940 (inventory numbers) 1686-1701. Good luck with your research. Kind Regards, Saskia J. Klooster». ♦ Mail di Giorgio Zoffoli: «Amici, a proposito di Pippo Barzizza, commentato nella foto di questi giorni sul sito, che ne dite di questi scatti, provenienti dall’Archivio Storico dell’Istituto Luce? Io non li avevo mai visti! Interessanti soprattutto quelli nell’intimità di casa. Imperdibile poi il filmatino!»

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Links: - http://www.trio-lescano.it/fototeca/Foto_Pippo_Barzizza_in_Archivio_Storico_Istituto_Luce.pdf - http://www.archivioluce.com/archivio/jsp/schede/videoPlayer.jsp?tipologia=&id=&physDoc=32437&db=cinematograficoCINEGIORNALI&findIt=false&section=/ ◙ Venerdì 5 Luglio 2013 ♦ Mail di Roberto Berlini: «Cari amici, ho il piacere di informarvi che ho superato alla grande l’esame di maturità. Agli orali, in particolare, ho fatto (modestamente) un figurone! I docenti della commissione si sono subito interessati al tema della mia tesina, Il bene musicale, al quale ho dedicato più di un anno di lavoro: sarebbe per me un onore vederla pubblicata nel sito dedicato all’ineguagliabile Trio Lescano. Questa tesina la voglio considerare come l’inizio di una lunga ricerca che si ponga l’obiettivo di definire compiutamente il bene musicale e tutto quello che è ad esso correlato. Non è forse vero che gli artisti che andiamo studiando con tanta passione, oggi più che mai, sono in fondo ciò che hanno prodotto musicalmente?». Esprimiamo le nostre più vive congratulazioni a Roberto per l’importante traguardo raggiunto e siamo oltremodo lieti di pubblicare la sua tesina Il bene musicale. Link: http://www.trio-lescano.it/pdf/Roberto_Berlini,_Il_Bene_Musicale.pdf. ♦ Da oggi fino alla fine di Agosto questa rubrica chiude per le ferie estive. Nel caso tuttavia che, durante tale periodo, giungano in Redazione notizie o contributi di primaria importanza il Curatore farà del suo meglio per pubblicarli tempestivamente, sempreché in quel momento gli sia possibile accedere al provider del sito. In Luglio-Agosto, infatti, egli sarà spesso in viaggio, per lo più all’estero, e gli potrà capitare di non avere momentaneamente accesso a internet.

Auguriamo a tutti i nostri collaboratori, amici e simpatizzanti

◙ Martedì 6 Agosto 2013 Tra un paio di giorni, precisamente l’8 Agosto, ricorre il Centenario della nascita di Giuditta Lescano, nata Judik (poi anche Judith) Leschan: la “piccolina” del celebre Trio dotata di un’ammaliante voce di contralto, nonché di una deliziosa erre moscia. Come è arcinoto, non è stato finora possibile, malgrado le tante ricerche fatte, appurare dove e quando essa sia deceduta, anche se c’è in giro qualcuno che sostiene

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di saperlo, guardandosi bene però dall’essere più preciso e soprattutto dall’esibire qualche prova a sostegno di tali affermazioni. In alcuni siti internet dell’America Latina circolò a suo tempo insistente la voce che Giuditta Lescano fosse ancora in vita verso il 2007, emulando in ciò la longevità della madre, Eva de Leeuwe, deceduta alla bella età di 93 anni. Pochi presero allora sul serio tale informazione, a motivo del fatto che nessuno si era mai premurato di fugare ogni dubbio fornendo altri particolari. A noi però, amanti delle vecchie canzoni, come quella intitolata Perché non sognar?, piace credere che non si sia trattato di una semplice diceria, magari messa in rete per burla da qualche perdigiorno. Ci alletta troppo l’idea che Giuditta fosse ancora viva e vegeta all’epoca in cui venne lanciato nel web questo sito, tutto dedicato al Trio Lescano, il trio vocale femminile per antonomasia; anzi ci spingiamo fino a immaginare che da qualche parte, in Sudamerica, Giuditta sia tuttora con noi e si accinga a festeggiare le sue cento candeline (un traguardo oggigiorno non così raro, specialmente tra il gentil sesso). Virgilio Zanolla, il nostro biografo ufficiale delle tre mitiche Sorelle, si è lasciato prendere da questa rêverie e ha scritto di getto un’Intervista immaginaria a Giuditta Lescano, che il Curatore ha poi corredato di foto: essa mira a sciogliere (ovviamente sulle ali della fantasia, ma suffragata da tutta una serie di solidi indizi e considerazioni assolutamente plausibili) i tanti dubbi e misteri che tuttora circondano le biografie delle Nostre. Siamo così lieti di celebrare il Centenario giudittiano ricordando innanzi tutto – come è doveroso – la bellissima clip postata giusto due anni fa da Manuel Carrera, e offrendo oggi a tutti gli ammiratori della cara e indimenticabile Judik il magnifico contributo di Virgilio. Links: - http://www.youtube.com/watch?v=LyQHfavT_AU - http://www.trio-lescano.it/pdf/Intervista_immaginaria_a_Giuditta.pdf

* * * * *

◙ Martedì 23 Luglio 2013 Mail di Luca Esposito: «Salve, innanzitutto complimenti per il sito, veramente completo e ricco di documentazione riguardante questo fantastico trio vocale. Ho sentito parlare del Trio Lescano nel film Ecco la radio!, che avevo consultato per fini scolastici, legati alla mia tesina d’esame, e subito è nato in me un particolare interesse per queste artiste, con le loro voci uniche e testimoni di quel calore musicale caratteristico di quell’epoca. Qualche giorno fa, oltre alle varie canzoni del Trio, ho trovato su YouTube (http://www.youtube.com/watch?v=zVVAqsuz0IM) un documentario che parla delle Sorelle Lescano e in varie sue parti si legge “dal diario di Sandra Lescano”. Mi chiedevo se questo diario (o parte di esso) sia stato pubblicato da qualcuno, in quanto sarei interessato a leggerlo; in alternativa vi vorrei domandare quale sia, a vostro avviso, la migliore biografia scritta riguardo al Trio Lescano, e se potete indicarmene il titolo. La seconda informazione che vi vorrei chiedere riguarda alcune immagini, precisamente vorrei sapere se nei vostri archivi possedete foto di locandine del Trio Lescano: in caso affermativo, potreste inviarmele? L’uso che intendo farne è

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esclusivamente personale, precisamente vorrei inserirle in una stanza della mia abitazione adibita a “micro-museo”, in cui conservo oggetti di varie epoche, e tra essi vecchi dischi e vecchie radio».

Risponde il Curatore: «Magari esistesse davvero un Diario di Alessandra Lescano, dal quale attingere chissà quante e quali notizie inedite (e di prima mano...) sulla sua vita e su quella delle sorelle! La scritta che appare nella clip citata da Luca, postata da ridarzola57 nel Giugno 2011 e tratta dalla trasmissione di Giovanni Minoli La storia siamo noi, è in effetti fuorviante, anche se risulta subito evidente che si tratta di una cosa priva di senso: in nessun diario, infatti, l’Autore può descrivere in prima persona il proprio... funerale!

In realtà Alessandra Lescano, morendo, lasciò solo una valigetta contenente i suoi ricordi cartacei più cari, specialmente foto: gran parte di questo prezioso materiale è visibile nel documentario di Tonino Boniotti e Marco De Stefanis Tulip Time (prodotto in Olanda nel 2007 e pubblicato in edizione italiana dall’Istituto Luce nel 2010), anzi ne costituisce la parte di gran lunga più valida e interessante, almeno per noi. Quanto alla biografia delle Lescano, c’è prima di tutto la pagina iniziale nel menu di questo sito, a firma di Virgilio Zanolla, la quale è in continuo aggiornamento (e sono in arrivo importantissime novità!); poi va segnalata la voce che Wikipedia dedica al Trio, voce che una volta era obbrobriosa ma che in tempi recenti è stata completamente riscritta dal nostro collaboratore Vito Vita, per cui è ora attendibile ed esauriente, pur nella sua inevitabile sinteticità. Non è invece affatto soddisfacente la biografia pubblicata da Einaudi, Le regine dello swing di Gabriele Eschenazi, per le ragioni che sono state da noi ampiamente esposte a suo tempo in questa rubrica (v. l’ Archivio delle Notizie, provvisto di un motore di ricerca interno). Giudizio complessivamente negativo abbiamo pure espresso, motivandolo ad abundantiam nella medesima sede (v. sopra), sulla miniserie televisiva Le ragazze dello swing del regista Maurizio Zaccaro, che pure aveva annunciato dapprincipio, in un suo blog, l’intenzione di raccontare la vera storia delle Sorelle Lescano, sia pure nel rispetto delle peculiari esigenze, in fatto di sceneggiatura, di ogni film. Circa infine le locandine del nostro Trio (e, in un certo senso, vanno considerate tali anche le numerose foto promozionali realizzate dalle Lescano tra il 1935 circa e il

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1943 negli studi fotografici più reputati del tempo, come quello di Enea Mangini) o i manifesti di vario genere in cui anch’esse figurano, tutto ciò che è stato finora reperito è visionabile nelle sezioni Documenti e Fototeca del sito; parecchie immagini si trovano anche nella Pagina Ufficiale del Trio su Facebook, all’indirizzo https://www.facebook.com/pages/Trio-Vocale-Sorelle-Lescano-Pagina-Ufficiale/478992892121243. Per parte nostra troviamo che tre di tali “locandine” siano particolarmente riuscite e suggestive».

◙ Giovedì 25 Luglio 2013 ♦ Il nostro collaboratore Marco Basso (v. le Notizie del 23 Maggio 2010) ci ha fatto un graditissimo presente, offrendoci la perfetta digitalizzazione del disco GP 93140, facente parte della sua ricca collezione, il quale contiene sul lato a la canzone di Mariotti-Borella Ci credo e non ci credo, incisa nel 1940 da Alda Mangini col Trio Lescano e mancante nel nostro Archivio sonoro.

Siamo lieti di far ascoltare a tutti gli appassionati delle magiche sorelle la consueta anteprima del brano, che è delizioso. Marco, che abbiamo avuto il piacere di conoscere personalmente, dato che siamo quasi… vicini di casa, è un giovanotto amabilissimo che nasconde, dietro l’innata

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modestia, una preparazione formidabile tanto nel campo dell’elettronica (unica è la sua conoscenza dei microfoni storici) quanto in quello musicale, come attestano i suoi due biglietti da visita: da notare che, tra l’altro, è anche organista titolare in due chiese parrocchiali di Venezia.

Ma l’aspetto della sua personalità che più interessa a noi da vicino è che da sempre coltiva una passione debordante per il collezionismo nella sua forma più nobile, quella rivolta a oggetti del passato (nella fattispecie dei “mitici” anni Venti, Trenta e Quaranta) non solo affascinanti di per sé per forme, colori e decorazioni, ma anche particolarmente carichi di significati culturali: quindi non solo i dischi dell’epoca, con relativi interpreti, ma anche tutte le apparecchiature che servivano a produrli e a suonarli. Marco possiede in effetti una collezione di tali cimeli che sbalordisce il visitatore per quantità e qualità, e – quel che più conta – essa è conservata con una cura estrema, che denota non già la proverbiale mania/gelosia di tanti collezionisti, che ha spesso del patologico, bensì il vero amore associato a interessi genuinamente storico-culturali del suo possessore. Tale collezione è stata degnamente valorizzata nella Mostra Geloso che si è tenuta a Salzano il 23 Ottobre 2011 e si può ora ammirare nell’album di foto di Paolo Vernier disponibile in rete, all’indirizzo: https://picasaweb.google.com/102055060401009452596/MostraGelosoMarcoBassoSalzano231011?authkey=Gv1sRgCKbggsOR6Lu9ZQ&feat=email#

Degna infine di menzione la competenza a livelli professionali di Marco Basso nel settore della digitalizzazione e restauro dei dischi di ogni genere, dai 78 giri ai microsolco: tale attività è illustrata nel filmato http://www.youtube.com/watch?v=Ii3qlzLbESA. ♦ In una mail successiva Marco ci ha precisato che il microfono Germini, quello che si vede nella famosa foto con le Lescano agghindate da spagnole, era in realtà prodotto dalla Geloso, che lo forniva all’Eiar tramite appunto il rivenditore Germini di Roma. Marco ci ha anche inviato la foto di una targa che mostra come la cittadina di Spinea (Venezia) abbia dedicato una strada a Barzizza:

Un’iniziativa che non ci risulta sia ancora stata presa da Genova, la città natale del Maestro, neppure in occasione del centenaio (15 Maggio 2002) della sua nascita. A

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tale riguardo il nostro collaboratore ha aggiunto: «Mi sto premurando per far cambiare la targa con una dicitura più appropriata e un minimo di spiegazione storica». Sempre Marco, a proposito del quesito posto a suo tempo da Roberto Berlini (v. le Notizie del 3 Maggio scorso), ci ha scritto: «L’antenna per la trasmissione delle OM, nella parte intermedia della banda e più o meno adatta a tutte le frequenze tra 500 e 1600 KHz, è lunga circa 250 metri. Sappiamo però che l’Eiar, emittente di Radio Torino, utilizzava uno spigolo della Mole Antoneliana e lo spigolo di un adiacente palazzo, similmente alto, per ancorare l’antenna delle Onde Medie, mentre utilizzava un ancoraggio in prossimità della punta per fissare l’antenna di ben 750 metri delle Onde Lunghe, rapidamente abbandonata e demolita. Le antenne erano poste con orientamento orizzontale per le OM e trasversale per le OL, vecchia tecnica del dipolo simmetrico in mezz’onda, soppiantata poi dal dipolo asimmetrico in quarto d’onda, che dimezzava la lunghezza dell’antenna portandola in posizione verticale». ♦ Manuel Carrera ha postato il 6 Luglio scorso sul suo canale di YouTube (Alberto Rabagliati) una clip in inglese, intitolata Whatever became of Judith from “Trio Lescano”? [http://www.youtube.com/watch?v=VndBubN4PkQ]. Dietro questa iniziativa c’è la speranza di riuscire a contattare, tramite internet, qualcuno in grado di fornirci notizie certe, o almeno verificabili, circa la sorte toccata a Giuditta Lescano. L’idea ci sembra ottima, solo che a nostro avviso non sarebbe stato male corredare la presentazione della clip con una traduzione in spagnolo del testo originale, dato che le tracce di Giuditta si perdono in Venezuela, dove non tutti, specie tra gli anziani, leggono correntemente la lingua dei poco amati yankees.

◙ Sabato 27 Luglio 2013 Mail di Virgilio Zanolla: «Ho una domanda: siccome non mi sazio mai di ammirare e studiare il nostro sito, e quindi periodicamente controllo tutte le pagine e le schede del Menu, oggi ho dato un’occhiata a quella degli Spartiti e testi. Considerazione terra terra: l’ultimo disco certo inciso dalle Lescano pare risalire agli ultimi mesi del ’42; siamo nell’estate del 2013, cioè sono passati quasi settantuno anni: è mai possibile che le case discografiche (la Cetra o chi per essa) debbano rompere ancora le scatole con la storia del copyright? I diritti d’autore scadono dopo settant’anni, tanto qui come in America (se l’archivio Cetra è finito negli States), e non mi risulta proprio che si possano rinnovare. Ci mancherebbe altro! Non c’è qualcuno, tra i nostri confratelli, in grado di spiegare nei dettagli (intendo con questo: dal punto di vista legale) il perché e il percome di questa situazione? Tanto, a rimetterci è sempre l’appassionato...». Commento del Curatore: «Ormai si trovano in internet un grandissimo numero di incisioni storiche di ogni genere, fra cui molte del Trio Lescano. Come è noto, anche il nostro sito possiede un canale ufficiale di incisioni lescaniane rare su YouTube: attualmente esso ripropone 33 brani, ma molti altri saranno postati nei prossimi mesi. Queste incisioni (tutte elencate nella nostra pagina http://www.trio-lescano.it/internet.html) si possono facilmente scaricare e quindi riutilizzare a piacere, per esempio ritrasmettendole da una radio locale. Non so se farlo sia un reato (non sono esperto di questioni legali), ma ho l’impressione che, quand’anche lo fosse, non venga più

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perseguito di fatto da molto tempo. Diverso invece è il discorso sugli spartiti musicali, che è pericoloso fotocopiare o divulgare in rete, in quanto le case editrici sono oltremodo vigili e agguerrite. Qui le sanzioni per i violatori di copyrights sono salatissime e comminate sul serio».

◙ Lunedì 29 Luglio 2013 ♦ Si è spenta sabato scorso a Roma, all’età di quasi novantadue anni, Lilia Silvi, che Virgilio Zanolla intervistò telefonicamente poco più di un anno fa. Oggi, nel piangere la scomparsa di questa grande Artista e, al tempo stesso, di una buona amica, il nostro collaboratore ha sentito il bisogno di ricordarla con un suo pezzo:

http://www.trio-lescano.it/pdf/Ricordo_di_Lilia_Silvi.pdf. Manuel Carrera, dal canto suo, ci ha scritto al riguardo: «La notizia della morte di Lilia Silvi mi ha lasciato davvero intristito. Lo so, “aveva l’età”, ma era ancora piena di vita: una persona deliziosa, intelligente e gentile, garbata come solo donne d’altri tempi possono esserlo. Mi sento davvero fortunato ad averla conosciuta di persona e ricordo con molta nostalgia il nostro incontro (ho riproposto sul mio sito il resoconto di quella giornata). Credimi, come accade in questi casi, non ho parole per esprimere i miei sentimenti. Posso solo dire che non dimenticherò mai quanto la sua positività mi coinvolse: il suo sorriso, le sue belle parole piene di fiducia per il mio futuro. Farò di tutto per ricordarla ogni volta che mi sarà possibile». Anche la Redazione del sito porge a Lucia, Elisabetta e Luca Scarabello, figli di Lilia Silvi, le più sincere condoglianze. ♦ Il Curatore di questo sito ha trascorso un pomeriggio molto particolare – e per lui indimenticabile – a casa del nostro giovane collaboratore Marco Basso, che (come abbiamo riferito nelle Notizie di giovedì scorso) ha messo insieme, in anni e anni di instancabili ricerche, una fantastica collezione di apparecchi “Geloso”, che è anche in grado di far funzionare, riparandoli o, quando è necessario, restaurandoli, essendo egli Perito Industriale di formazione. Tale abilità gli ha permesso di valorizzare al massimo il naturale complemento di queste apparecchiature, costituito da un’imponente collezione di 78 giri (più di 5000 dischi) di tutte le marche ed epoche, ma con un’evidente predilezione per quelli della prestigiosa Parlophon-Cetra, la Casa torinese che produsse e mise in vendita tutte le incisioni delle Lescano, artiste che anche lui ama molto. A dire il vero, di dischi originali delle Lescano Marco non ne ha moltissimi, una cinquantina al massimo (con parecchi doppioni), tuttavia i suoi hanno l’impagabile pregio di essere per lo più in ottime condizioni di conservazione, spesso praticamente nuovi di fabbrica. Il motivo è che, tempo addietro, egli ha avuto uno straordinario – e, per una volta, quanto mai meritato! – colpo di fortuna, acquistando, per una somma irrisoria, due grossi bauli ricolmi delle vecchie giacenze di un noto negozio veneziano di dischi, oggi non più esistente. Lì dentro ha trovato naturalmente di tutto, ma quasi in esclusiva dischi a 78 giri allo stato di nuovi, in quanto rimasti – per nostra fortuna! – invenduti. Uno di questi è per l’appunto quel GP 93140 che contiene la deliziosa canzoncina Ci credo e non ci credo, che mancava nel nostro Archivio sonoro ed è, tecnicamente parlando, impeccabile. Approfittando di questa circostanza così favorevole, abbiamo subito pregato il nostro gentilissimo amico di offrici anche il riversamento (come è in grado di farlo lui, vale

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a dire con i raffinati mezzi tecnici che si è procurato o autocostruito) di due canzoni che possediamo, ma in copie poco soddisfacenti: Il pesce e l’uccellino e Fascino slow. Quest’ultima canzone ci è particolarmente cara, perché legata a dolci ricordi familiari, ed è con gioia indicibile che abbiamo finalmente potuto ascoltarla come Emilio Livi e il Trio Lescano la incisero nel 1937, con le loro voci meravigliose non velate da forte fruscio, crepitii e altri fastidiosi disturbi. E non è tutto! Marco ci ha in effetti consentito di ascoltare a lungo il vero suono dei vecchi e gloriosi 78 giri, ed è stato come se, grazie alla prodigiosa time machine di H. G. Wells, ci fossimo trasferiti in un confortevole salotto borghese della fine degli anni Trenta! Per chi non ha mai fatto un’esperienza del genere crediamo che sia pressoché impossibile immaginare come suonino questi dischi (all’ovvia condizione che siano come nuovi o almeno molto ben conservati) se si utilizza, come fa Marco, un bel giradischi d’epoca come le sue puntine più pregiate, collegato ad un amplificatore a valvole e ad altoparlanti parimenti appropriati: quello che si sente è un suono corposo, profondo, limpidissimo e ricco – ma non in maniera innaturale ed eccessiva – di sfumature dinamiche; un suono che ci consente di cogliere alla perfezione ogni nota dell’orchestra, dalla più grave alla più acuta e ognuna col suo timbro genuino, per non parlare delle voci dei cantanti, che riacquistano qui tutta la loro grazia e morbidezza. Ascoltando in questo modo, a occhi chiusi, le nostre tanto amate Sorelle abbiamo avuto la sensazione che fossero materialmente a pochi passi da noi, in carne e ossa, cosicché ci è venuto a un certo punto spontaneo… tendere la mano per sfiorarle! In quel momento abbiamo pensato che la tanto strombazzata qualità dell’algido suono digitale, quello che, ai giorni nostri, esce da casse ultrapotenti, non sia altro che una forma di ubriacatura, simile al “progresso” che credono di compiere coloro che si liberano dei vecchi mobili di famiglia in legno massello per rimpiazzarli con altri di moderni materiali artificiali. Esaltante è stato anche ascoltare il suono, possente eppure nitido in maniera straordinaria, anche a grandi distanze, emesso da un altoparlante-tromba della “Geloso”, datato 1934 e miracolosamente recuperato da Marco in cima ad un campanile: una volta ripulito e restaurato è tornato in piena efficienza, diventando uno dei pezzi più impressionanti della sua collezione.

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Per accennare almeno al tipo di ricerche che Marco è in grado di compiere, grazie alle sue collezioni ma ancor più alle sue approfondite conoscenze in campo musicale e discografico, merita una segnalazione la soluzione del quesito da noi posto nelle Notizie del 2 Luglio 2010, riguardo alla composizione del Trio Vocale Cetra. Marco possiede il disco GP 92124, inciso da tale Trio, e lo ha immediatamente messo a nostra disposizione.

Come si può constatare, ascoltandolo, non si tratta assolutamente (come ipotizzato da qualcuno) delle Lescano all’inizio della loro carriera, bensì di tre anonime coriste che cantano con un’impostazione liricheggiante. Infine Marco, dopo aver visionato la nostra Discografia, ci ha promesso di fare del suo meglio per migliorarla, relativamente alla datazione dei dischi e alla corretta lettura di molti numeri di matrice. Ci sarebbe da dire molto altro, ma crediamo che per oggi sia sufficiente! ♦ Mail di Simone Calomino: «Caro Curatore, ti invio la prima puntata dell’articolo dedicato al Trio Lescano che ho scritto per il più importante quotidiano locale. Ho seguito alla lettera la Storia anno per anno delle sorelle Leschan / Lescano di Virgilio Zanolla, come ho precisato nell’articolo. Spero che il mio lavoro piaccia a tutti gli amici lescanofili!». Link: http://www.trio-lescano.it/pdf/Tre_sorelle_olandesi_diventate_un_mito_(1).pdf. ♦ Ricorre oggi il 103° anniversario della nascita di Sandra Lescano: è sempre valido lo splendido omaggio dedicatole due anni fa dal nostro Manuel Carrera. Link: http://www.youtube.com/watch?v=raqn9LZFX-c. ♦ Da domani fino a venerdì 2 Agosto questa rubrica rimarrà inattiva, perché in tali giorni il Curatore si troverà fuori sede, senza la possibilità di collegarsi a internet: non sarà quindi neppure in grado di leggere la posta elettronica. ◙ Sabato 3 Agosto 2013 ♦ Mail di Roberto Berlini, datata 29 Luglio: «La morte di Lilia Silvi mi ha sconvolto. Nei suoi ultimi mesi di vita ci siamo sentiti molto spesso telefonicamente e ci eravamo lasciati due settimane fa con la promessa di incontrarci. Purtroppo mi ritrovo in del materiale che le volevo far vedere, facendole una sorpresa, e che ora sembra perdere di significato. La sua voce e le sue raccomandazioni, come quella di non iniziare a fumare, mi rimarranno sempre nel cuore. Quando ci sarà occasione di fare una grande esposizione dedicata alla musica che amiamo (e mi rivolgo in particolare

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a Manuel Carrera), tale materiale sarà in prima fila nel ricordare questa grande artista. Asciugo le lacrime e cambio discorso. Con Leonardo Cabano, ho avuto la medesima esperienza sonora fatta dal Curatore in casa di Marco Basso: è davvero impressionante come il suono con questi apparecchi storici risulti così limpido. Ho sempre condannato e sempre condannerò la nostalgia nella ricerca, particolarmente nei confronti di chi, come il sottoscritto, questo periodo non l’ha vissuto. La mia, però, non è affatto nostalgia bensì un elogio, nato da un dato di fatto: gli apparecchi per la diffusione del suono all’epoca delle Lescano avevano molto più a cuore la qualità». ♦ Mail di Simone Calomino, datata 30 Luglio: «Dal 1° Agosto 2013 sarà disponibile la Prima Mostra Virtuale del MVDS. Vi chiediamo gentilmente di pubblicare la notizia sui vostri siti. Grazie infinite e Buona Visione!». Link: http://www.museovirtualedeldiscoedellospettacolo.it/mostre_1.html. ♦ Mail di Giorgio Zoffoli, datata 30 Luglio: «Sono anch’io rimasto colpito dalla morte di Lilia Silvi, che ho appreso dall’aggiornamento sulle Notizie del sito, e ho apprezzato il ricordo appassionato che di lei ha fatto Virgilio Zanolla. Ho anche riletto la sua intervista telefonica, pubblicata nell’aprile dell’anno scorso, e il documento di Manuel Carrera dopo la sua visita alla grande artista. Ho infine visionato la scheda che il sito aveva realizzato a suo tempo nell’ambito delle attrici del cinema italiano d’epoca e mi sono rivisto, quasi senza interruzioni, i tre film con Lilia che ho in archivio: Dopo divorzieremo, La bisbetica domata, La vispa Teresa. Devo dire che la Silvi è stata un’attrice dalla vitalità sconvolgente, che sprizzava simpatia ed energia artistica ad ogni scena ed era praticamente irresistibile. Ho voluto quindi approfondire la documentazione nel mio archivio che la riguarda ed ho trovato delle cose assai interessanti, che andrebbero però riordinate in maniera organica. Io non riesco a svolgere questo incarico e quindi mi rivolgo a voi affinché prima o poi troviate il modo di farlo, magari incaricando qualcuno in gamba, capace di valorizzare ulteriormente questa brava artista». In una mail successiva Giorgio ci ha spedito tre mandolini di canzoni interpretate dalla Silvi, più altro materiale di pregio, a disposizione di eventuali interessati.

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♦ È stata inviata oggi a tutti i nostri contatti più significativi, divisi in gruppi di 10-15 (chiediamo venia a chi fosse stato involontariamente dimenticato), la seguente mail circolare: «Gentili amiche e cari amici del sito Ricordando il Trio Lescano, vi invito cordialmente ad aprire il prossimo 8 Agosto (o anche, se vi è più comodo, nei giorni seguenti) la pagina http://www.trio-lescano.it/notizie.html. Vi troverete, a firma di Virgilio Zanolla, un contributo decisamente originale, che non mancherete di leggere tutto d’un fiato. Se poi ci scriverete per manifestare il vostro gradimento ovvero per rivolgerci dei puntuali e ben motivati rilievi critici, Virgilio ed io ne saremo lusingati. Alla riapertura del sito, dopo l’ultima pausa estiva, le vostre mail saranno pubblicate nel Notiziario. Con la presente vi suggerisco inoltre di segnarvi da qualche parte la data del 2 Settembre p.v., perché da quel giorno inizieremo a pubblicare, tramite la pagina suindicata, dei documenti di grande rilevanza, acquisiti di recente (mentre altri sono in arrivo) e attualmente in fase di preparazione in vista della futura messa in rete. A tutti giunga nel frattempo il più sincero augurio di giorni sereni. Il Curatore». In calce alla mail è stata inserita questa illustrazione, dal chiaro significato:

◙ Domenica 4 Agosto 2013

Mail di Marco Basso: «Amici, vi allego la foto di una pagina del sito http://www.dismarc.org/, dove ho trovato una stampa del Trio Lescano su dischi Odeon, con relativi numeri di matrice, eccetera. Si tratta del disco O-25960, contenente Anna e Valzer della fisarmo-nica.

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La cosa sembra curiosa, ma è giustificata dal fatto che, come la Cetra condivideva con la Parlophon le proprie pubblicazioni, anche la Parlophon e la Odeon lo facevano: in effetti, dopo che la Cetra smise di essere la distributrice per l’italia della Parlophon, lo fece la Odeon, che ovviamente non aveva mercato solo nel nostro paese». Osservazione del Curatore: i due brani suddetti uscirono anche in Germania su etichetta rossa originale Parlophon.

Edizione italiana.

Edizione tedesca.

◙ Lunedì 5 Agosto 2013 La copertina del periodico “Settimana Radio Tv”, precisamente il numero che contiene l’importantissimo articolo Torna una voce del Trio Lescano, è purtroppo in cattive condizioni di conservazione e non consente un’agevole lettura di tutte le scritte in essa presenti, in particolare la data di pubblicazione, che è fondamentale. Giacomo Schivo, che possiede tale numero e ci ha generosamente offerto la possibilità di pubblicare, il 5 Febbraio scorso, l’articolo in oggetto, ha effettuato, su preghiera del Curatore, un ulteriore controllo della data suddetta, munito questa volta di una lente a forte ingrandimento. Ha così potuto constatare che l’anno di pubblicazione non è – come era sembrato ad una prima lettura – il 1956, bensì l’anno precedente. Ne consegue che la data esatta risulta essere il 10 Aprile 1955, il che combacia perfettamente con tutte le altre notizie che abbiamo reperito negli ultimi tempi su Caterinetta/Kitty in quel periodo della sua vita. Abbiamo dunque provveduto a correggere tale data in tutte le pagine del sito in cui essa appare.

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◙ Giovedì 8 Agosto 2013 ♦ Mail di Guido Racca, avente per oggetto il Diritto d’autore: «Ho letto ora la mail di Virgilio Zanolla. Vorrei solo aggiungere che i 70 anni di durata del diritto d’autore non partono dalla data d’incisione, ma da quella della morte dell’ultimo autore; quindi un’incisione del 1943 non scade nel 2013, ma, se un autore di quel brano è morto ad es. nel 1980, la scadenza è nel 2050». ♦ Ricorre oggi il Centenario della nascita di Giuditta Lescano, il cui vero nome era Judik (poi Judith) Leschan: la “piccolina” del celebre Trio, dotata di un’ammaliante voce di contralto, nonché di una deliziosa erre moscia. Come è arcinoto, non è stato finora possibile, malgrado le tante ricerche intraprese ovunque, appurare dove e quando essa sia deceduta, anche se c’è in giro qualcuno che sostiene di saperlo, guardandosi bene però dall’essere più preciso e soprattutto dall’esibire qualche prova a sostegno delle proprie affermazioni. In alcuni siti internet dell’America Latina circolò a suo tempo, insistente, la voce che Giuditta fosse ancora in vita verso il 2007, emulando in ciò la longevità della madre, Eva de Leeuwe, scomparsa alla bella età di 93 anni. Pochi presero allora sul serio tale informazione, a motivo del fatto che nessuno si era mai premurato di fugare ogni dubbio fornendo altri particolari. A noi però, amanti delle vecchie canzoni, come quella intitolata Perché non sognar?, piace credere che non si sia trattato di una semplice diceria, magari messa in rete per burla da qualche perdigiorno. Ci alletta troppo l’idea che Giuditta fosse ancora viva e vegeta all’epoca in cui venne lanciato nel web questo sito, interamente dedicato al nostro Trio Vocale Femminile per antonomasia; anzi ci spingiamo fino a immaginare che da qualche parte, in Sudamerica, Giuditta sia tuttora con noi e festeggi oggi le sue cento candeline: un traguardo che ai giorni nostri non è poi così raro, specialmente tra il gentil sesso. Virgilio Zanolla, il nostro biografo ufficiale delle tre mitiche Sorelle, si è lasciato prendere da questa rêverie e ha scritto di getto un’Intervista immaginaria a Giuditta Lescano, alla quale il Curatore del sito ha poi opportunamente aggiunto una galleria di immagini della festeggiata. Tale Intervista si propone – ben inteso sulle ali della fantasia, sorretta però costantemente da una serie di solidi indizi in nostro possesso e di ipotesi del tutto plausibili – di dare risposte soddisfacenti, ancorché provvisorie, ai tanti interrogativi che tuttora circondano le biografie delle Lescano, fermo restando che coltiviamo sempre la speranza che, prima o poi, nuove scoperte ci portino al definitivo accertamento della Verità. Per il momento siamo comunque lieti di celebrare il Centenario giudittiano ricordando innanzi tutto – come è doveroso – la bellissima clip [http://www.youtube.com/watch?v=LyQHfavT_AU] postata giusto due anni fa da Manuel Carrera, e offrendo oggi a tutti gli ammiratori della cara e indimenticabile Judik il suggestivo contributo di Virgilio [ http://www.trio-lescano.it/pdf/Intervista_immaginaria_a_Giuditta.pdf]. ♦ Da domani il Notiziario chiude per l’ultima parte delle ferie estive e – salvo imprevisti – riaprirà lunedì 26 Agosto. Durante tale periodo il Curatore, che si troverà per lo più all’estero, conta di poter leggere la posta elettronica con una certa regolarità, anche se le eventuali risposte che darà saranno per forza di cose ridotte all’essenziale.

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◙ Lunedì 26 Agosto 2013 Mail ricevute durante la pausa di Agosto, in ordine di arrivo: ♦ Manuel Carrera: «Bellissimo il contributo di Virgilio, come tutti i precedenti, del resto. Questo però ha su di me un effetto... particolare: mi mette un certo senso di mestizia e impotenza. A ogni “risposta” di Giuditta, ho pensato tra me e me: magari! Magari potessimo avere davvero le risposte a quelle domande. E soprattutto: magari Giuditta fosse ancora viva e in condizioni agiate! Amici, se avessi dovuto scrivere io un’intervista immaginaria a Judik Leschan, essa sarebbe stata delle più deprimenti: anzi, diciamo pure che non ne sarei stato capace. Non sarei mai riuscito a mettere in discussione l’immagine che ho di Giuditta, la quale sospetto sia morta tristemente sola e dimenticata: sposata sì, ma intimamente sola. Come deve essere accaduto a Kitty. Proprio per questo, quindi, mi sento di complimentarmi in tutta sincerità con Virgilio, il cui testo è del tutto convincente. Se non avessi letto che la sua intervista è “immaginaria”, avrei creduto a ogni singola parola! Tutto ciò è indice di grande abilità nella scrittura, cosa quanto mai rara e meritevole di essere sottolineata, in particolare oggigiorno». ♦ Sandro Peppoloni: «Cari amici, mi trovo in vacanza in un paesino del Trentino, ma ho voluto leggere subito e d’un fiato l’Intervista immaginaria di Virgilio Zanolla a Giuditta Lescano. L’idea, di chiunque sia stata, m’è sembrata subito simpatica, anzi geniale; ho trovato la stesura di Virgilio sicuramente realistica, al punto da farci sognare che Giuditta sia ancora qui tra noi. Ah, se fosse stata questa la base su cui sceneggiare un film per la TV, anziché la robaccia che molti di noi si sono sorbita tempo fa [...]! Grazie dunque di cuore a Virgilio e al Curatore: siete due persone impagabili». ♦ Simone Calomino: «Cari amici, splendido davvero l’ultimo saggio di Virgilio! Sembra di parlare con Giuditta... magari fosse realmente possibile! Nonostante ciò, quando non è possibile... c’è Virgilio! E lo abbiamo visto non solo in questo fantastico contributo, ma anche in tutte le Notizie importanti e precise che ci ha fornito negli ultimi anni: spero che un giorno possa anch’io diventare bravo come lui... Siete grandi! Evviva il Trio Lescano! Eccovi infine le ultime due puntate dell’articolo dedicato al Trio Lescano che ho scritto per il più importante quotidiano locale». Links: http://www.trio-lescano.it/pdf/Tre_sorelle_olandesi_diventate_un_mito_(2).pdf http://www.trio-lescano.it/pdf/Tre_sorelle_olandesi_diventate_un_mito_(3).pdf ♦ Giorgio Bozzo: «Ieri ho passato la serata con Isa Barzizza. Sostiene che la Tina Salesi autrice [di testi di canzoni] non è sua madre [Tatina Salesi], ma un’omonima». ♦ Vito Vita: «Amici, nel numero 163 di “Musica & Dischi” del Gennaio 1960 ho trovato un trafiletto su Ferdinando Tettoni, paroliere su cui mi pare di ricordare che non ci siano nel sito molte notizie: ve ne allego la scansione. La foto è quella che è, la qualità di quella pubblicata dalla rivista essendo bassina... ma è meglio di niente! Ne approfitto per dirvi che ho trovato interessante l’intervista di Virgilio... quasi meglio di un’intervista vera!».

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♦ Antonio Mastrorocco: «Caro Curatore, l’altro ieri mi sono capitati sotto mano alcuni miei appunti che riportano la presenza (nel 1946) di Caterinetta Lescano a Radio Cagliari, accanto ad un certo Pino De Fazio, altro cantante dell’epoca.

Se questa notizia non ti risulta nuova, ti prego di non tenerne conto». Giriamo questa notizia a Virgilio Zanolla, il nostro biografo ufficiale delle Sorelle Lescano, affinché verifichi se essa sia effettivamente inedita per noi oppure no. ♦ Cesare Benzoni: «Penso che possa interessarvi la notizia che l’attrice Carla Candiani, vedova del conte Neni da Zara, è venuta a mancare il 2 Luglio 2005. Credo che il decesso sia avvenuto a Roma, nella casa dove qualche anno prima era stata rapinata: non ne sono però sicuro al 100%. Sempre con affettuosa ammirazione». Abbiamo già provveduto ad aggiornare la scheda dell’attrice nell’apposita pagina del sito [http://www.trio-lescano.it/cinema_attrici.html].

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◙ Martedì 27 Agosto 2013 ♦ Mail di Paolo Piccardo: «In merito ai messaggi pervenuti al sito durante la pausa estiva, mi complimento con Vito Vita per aver trovato la foto di Tettoni, ricerca che mi perseguitava da anni. Giorgio Bozzo sostiene poi che Tina Salesi, a detta di Isa Barzizza, sarebbe un’omonima di sua madre. Mah, la Siae e l’Ascap americana la indicano come coautrice di diverse canzoni in cui compare Barzizza ed il suo staff (Ferrari, ecc.). Magari Isa non vuol far sapere che il padre pasticciava un po’ con i diritti d’autore, e non solo con quelli... Come non ricordare a tal proposito le belle melodie che egli copiò da Glenn Miller? Sempre in tema vorrei anche rammentare i vari pseudonimi di Barzizza, da Carlo Allieti a Klaviermaker, e sospetto pure Emanuele d’Alessandro. In tutte le composizioni di questi autori Barzizza compare sempre come arrangiatore. Ci sono infine, sullo stesso argomento, gli interventi nelle nostre Notizie del 7 e 8 Ottobre 2009 [http://www.trio-lescano.it/pdf/Notizie_del_7_e_8_Ottobre_2009.pdf]. Quanto alla storia di Radio Cagliari, ecco un’interessante pubblicazione, assai completa: http://www.sardegnadigitallibrary.it/documenti/17_81_20080402164458.pdf. Per inciso, in essa non c’è traccia di Caterina Lescano». ♦ Mail di Antonio Mastrorocco: «Amici, a grandi linee ho dato uno sguardo all’interessantissimo libro su Radio Sardegna segnalato da Paolo Piccardo [v. mail precedente], dove non c’è effettivamente traccia di Caterinetta Lescano. Voglio precisarvi che i miei appunti – presi proprio nel periodo dell’unificazione della Radio Italiana, la cui linea gotica crollò il 3 Novembre 1946 – non sono campati in aria. Quel dato sulla Lescano come partecipante alle trasmissioni di un complesso (non ben identificato), insieme ai cantanti Pino de Fazio e Paolo Ribatti, è convalidato dalla citazione che fa il libro degli stessi cantanti (pur non avendo citato Caterinetta). Per esser più preciso vi dirò che fra il ’45 e il ’46 si sono avvicendati ai microfoni di quella stazione radiofonica l’Orchestra Radio Sardegna e un complesso con le voci di Maria Stella, Pino de Fazio e Paolo Ribatti, tutti cantanti confermati dal libro. Non è da escludere che Caterinetta, trovandosi in Sardegna in quel periodo, sia stata invitata in qualità di ospite (come d’altronde succedeva a Radio Bari con i vari Rabagliati, Bonino, Montanari e Carboni, in giro per spettacoli). Chi potrebbe dare conferma di quanto da me affermato se non Vittorio Musio, presentatore, Giulio Libano o Franco Pisano, augurandoci che – se ancora in vita – conservino sempre una buona memoria? Sarebbe bello anche chiederlo al cantante Pino de Fazio (nel caso fosse ancora con noi). Di lui so che, dopo aver cantato a Radio Sardegna con i maestri Fausto Massa e Franco Albani, ha partecipato al Concorso Nazionale Cantanti del 1948». ♦ Mail di Loris Davide Fiore: «Superato il caldo afoso, sono pronto nelle prossime settimane a riprendere a girare il mio film Firmamento nerostellato. Nel frattempo mi ha scritto Virgilio Zanolla chiedendomi se avevo bisogno di fotografie, ma non ho ancora ricevuto nulla. Umberto Mendola, invece, è andato in TV sulla Rai locale di Palermo, in un programma di Rievocando dedicato al Trio Lescano ed allo sbarco degli Alleati; ecco il link di questa trasmissione: http://www.youtube.com/watch?v=IvucN0j-

MYk&feature=youtu.be. Faccio notare che Mendola mi ha mandato la documentazione da cui si evince che le nostre beniamine non sono state né detenute a Genova né iscritte al Pnf».

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Resta però da spiegare come mai all’Archivio di Stato di Roma si conservi il dossier da noi pubblicato a suo tempo [http://www.trio-lescano.it/archivio_documenti/iscrizione_al_pnf.pdf - NdC].

◙ Mercoledì 28 Agosto 2013 ♦ Mail di Paolo Piccardo: «Circa i motivi per cui Caterina Lescano non figura nel volume da me segnalato ieri, potrei pensare a qualcosa del genere. Radio Cagliari nacque come emittente dell’Italia libera, abbastanza politicizzata. Ho i miei dubbi che nel ’46 venisse dato spazio ad una cantante ancora così idealmente legata al passato Regime, almeno come immagine. In quegli anni gli animi erano ancora molto “caldi”, probabilmente qualcuno avrebbe protestato con forza. L’Orchestra della suddetta Radio era il quintetto Aster, in seguito Asternovas, comprendente Franco e Berto Pisano, Gianni Saiu, Carletto Bistrusso, Fred Buscaglione e in seguito Giulio Libano ed altri... Credo che Caterina e le sorelle abbiano subito lo stesso ostracismo che le vide sparire dalla discografia nazionale agli inizi del ’43». ♦ Mail di Virgilio Zanolla: «[…] quanto al pensiero che nessuno avrebbe fatto cantare Caterina ancora “in odore di fascismo”, non vanno dimenticate due cose: la prima è che la partecipazione di Kitty a Radio Cagliari non riguarda il 1945, ma il ’46 e ’47; la seconda, è che nel ’47 Caterinetta si esibì cantando in uno spettacolo benefico al Teatro Massimo di Cagliari: se fosse stata davvero sospetta di filo-fascismo nessuno glielo avrebbe mai permesso».

♦ Patrizia Deabate, di cui ricordiamo il pregevole articolo da noi pubblicato nel Luglio dello scorso anno nella sezione Oggi parliamo di…, ci ha inviato una vibrante recensione dell’Intervista immaginaria a Giuditta Lescano di Virgilio Zanolla: siamo certi che essa farà molto piacere al nostro collaboratore, anche perché viene da una persona giovane, sensibile e pure bella (il che non guasta mai…).

Link: http://www.trio-lescano.it/pdf/Deabate,_Recensione.pdf. Patrizia ha accompagnato il suo contributo con informazioni sulla sua attività più recente, dove spicca il saggio pubblicato nella prestigiosa rivista “Studi Piemontesi” di Torino: lavoro che, pur non riguardando il Trio

Lescano, parla di una canzone, Giovinezza, molto famosa alla loro epoca. Links: http://www.trio-lescano.it/pdf/Deabate_1.pdf

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http://www.trio-lescano.it/pdf/Deabate_2.pdf http://www.trio-lescano.it/pdf/Deabate_3.pdf La brava ricercatrice torinese ha infatti rintracciato le fonti di ispirazione che condussero il poeta studente Nino Oxilia a comporre l’inno goliardico nel 1909, scoprendone radici importanti e nobili nel nerbo della Storia Europea. Ecco cosa ci precisa: «Un’ultima e ulteriore scoperta che non ho fatto in tempo ad inserire in questo scritto, ma che metterò nella mia prossima ricerca, collega direttamente Oxilia a Victor Hugo. Spero che questo mio lavoro possa essere utile al Vostro sito, magari ispirando un commento o (ancora meglio!) una recensione, di cui sarei molto onorata. Vi invio anche il link ad un’intervista riguardante tale saggio: http://isegretidellemuse.blogspot.it/2013/04/1789-1909-giovinezza-dalla-rivoluzione.html».

◙ Giovedì 29 Agosto 2013 ♦ Mail di Manuel Carrera: «Dato che mi interesso di letteratura solo da semplice amatore, non me la sento di scrivere una recensione vera e propria dell’eccellente saggio di Patrizia Deabate segnalato qui ieri, tuttavia lo commento volentieri, anche se brevemente. Trovo davvero interessante e piacevole la lettura di questo scritto. Esso prende in esame un periodo storico di grande fervore culturale, eppure ancora pressoché inesplorato: lo stesso di cui mi occupo io per ciò che concerne la Storia dell’Arte. Personalmente, neanche sospettavo una genesi così significativa per una canzone come Giovinezza, erroneamente associata alla retorica fascista. Leggo che l’Autrice intende approfondire i suoi studi, in particolare sulla questione dei legami con Victor Hugo: io però mi permetterei di consigliarle, laddove possibile, di proseguire le sue ricerche anche a partire dal punto in cui questo suo contributo per “Studi Piemontesi” si chiude, ovvero con il Futurismo. Mi sembra che l’idea di “giovinezza” sia stata la vera anima di tale movimento che – ricordiamolo – si proponeva non solo idealmente di “distruggere il chiaro di luna”, ma anche di tagliare i ponti col passato e la tradizione; insomma esso è le fil rouge che collega il 1861 al 1922. Nell’ottica di uno “scambio di idee”, allego anch’io un mio recente scritto [http://www.trio-lescano.it/pdf/Manuel_Carrera,_Giuseppe_Capponi.pdf], per il quale mi sono servito di un confronto col nostro Virgilio Zanolla. Si tratta di un breve studio sulle scenografie dell’architetto Giuseppe Capponi per il film La signora di tutti di Max Ophuls (1934), magistralmente interpretato da Isa Miranda: fa parte di un volume (curato da me e da altri colleghi, col coordinamento della prof.ssa Jolanda Nigro Covre) sull’architettura razionalista, analizzata nell’ambito della celebre Città Universitaria di Marcello Piacentini, fiore all’occhiello dell’architettura fascista. Piacentini chiamò a progettare gli edifici della Città Universitaria alcuni dei più promettenti architetti italiani del tempo, tutti all’incirca trentenni (giovinezza...!): tra questi, oltre a Giò Ponti e Giuseppe Pagano, c’era anche Giuseppe Capponi, il più audace del gruppo. Mica i “matusa” di oggi...!». ♦ Caro Curatore, consentimi di ringraziare pubblicamente Patrizia Deabate per le belle parole che ha speso sulla mia Intervista immaginaria: un lavoro che, per il fatto d’essere giocato sulla fantasia, nel tempo è destinato fatalmente a perdere credito, quando sull’ultimo periodo della vita di Giuditta Lescano affioreranno le notizie e

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conosceremo finalmente la verità, che si prospetta – temo – molto diversa e meno ottimistica rispetto a quella qua e là immaginata da me. Viceversa, i saggi della Deabate (quello su Dorina Ronga e Maria Denis, che già conoscevo, e quello su Giovinezza, che ho letto in quest’occasione) acquisteranno maggior peso col tempo; specie quest’ultimo, che ha il merito non da poco d’avere rivalutato una bel motivo come Giovinezza, ingiustamente guardato con sospetto e posto all’indice perché il regime fascista, mutando alcuni versi del testo, ne aveva fatto uno dei propri inni, ‘scippandolo’ a Nino Oxilia. Al fascismo premeva molto formare le giovani leve, indottrinandole col mito della “primavera di bellezza”; del resto, per rendersene conto, basta dare un’occhiata alle canzoni dell’epoca: il nostro Trio Lescano, ad esempio, incise con Dino Di Luca Giovanotti e con Aldo Masseglia Gioventù… la tua canzone non può morire. Ma col suo recente lavoro l’Autrice, indicando puntualmente le fonti, che rimontano a quasi mezzo secolo prima, a Emilio Praga e alla scapigliatura, ha definitivamente disancorato – mi auguro – Giovinezza dall’immediata relazione con le camicie nere, il pugnale, il saluto romano, l’olio di ricino e il manganello. Alla Deabate, che in altra occasione si è occupata anche di Addio giovinezza! (sarebbe interessante leggere anche questo suo saggio; a proposito: in esso ha trattato della commedia di Camasio e Oxilia o dell’operetta con musica di Giuseppe Petri, ovvero di entrambe le opere?) vorrei suggerire un nuovo saggio, un lavoro di cui, se vivessi a Torino, mi sarei occupato molto volentieri: intendo uno studio comparativo tra le sei (credo) versioni filmiche della rivista di Camasio e Oxilia, quattro per il cinema e due per la televisione. Dico «se vivessi a Torino» perché a Torino c’è il Museo del Cinema, dove probabilmente potrà trovare le prime due versioni cinematografiche di Addio giovinezza!, quella del 1913 diretta dallo stesso Nino Oxilia e quella del ’18 diretta da Augusto Genina; le altre, quella del ’27 sempre di Genina e quella del ’41 di Poggioli, più quella televisiva diretta da Silverio Blasi (1965; l’altra, di Antonello Falqui, è del 1968) si possono vedere comodamente su YouTube. Non ho dato che una rapida occhiata all’adattamento televisivo, che m’interessa poco, ma ho visto più volte i film del ’27 e del ’41, entrambi molto belli: quel che più mi ha colpito è come, nonostante le scelte diverse dei due registi, il risultato sia sempre molto persuasivo. Genina ambienta la vicenda nel presente (abiti, auto, ambienti sono quelli dei tardi anni Venti), mentre Poggioli torna al 1909; fisicamente e tipologicamente, gli interpreti sono piuttosto lontani gli uni dagli altri, eppure! Del film di Genina ho gradito soprattutto la straordinaria interpretazione di Augusto Bandini nel ruolo di Leone, per me superiore a quella, pur pregevole, di Carlo Campanini; Bandini era fisicamente e psicologicamente molto più aderente al personaggio, inoltre era un attore eccellente, che meriterebbe maggiore memoria; molto in parte anche Elena Sangro nel ruolo di Elena, la femme fatale, ruolo che poi avrebbe ricoperto con personalità diversa e non minor fascino ed efficacia Clara Calamai. Come Dorina, Maria Denis è insuperabile; Carmen Boni era un’ottima attrice, e infatti delinea un personaggio ricco di sfumature, messo sapientemente in luce dall’attenta regia di Genina, suo marito nella vita: ma era, anche fisicamente, meno in parte; i suoi ventisei anni nel ’27 si vedevano molto di più dei venticinque della Denis nel ’41. Quanto al ruolo di Mario, Walter Slezak non regge il paragone

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con Adriano Rimoldi: è lui l’unico anello debole del film di Genina; nella prima parte del film appare piuttosto legnoso; poi dà qualche segno di vivacità, ma è comunque troppo poco. Sarebbe molto interessante, per me e credo per molti, saperne di più sulle prime due trasposizioni cinematografiche, che videro nel ruolo di Dorina rispettivamente Lidia Quaranta e Maria Jacobini, in quello di Mario Amerigo Manzini e Lido Manetti, in quello di Elena Letizia Quaranta ed Helena Makowska, in quello di Leone Alex Bernard e Ruggero Capodaglio. Credo che Patrizia Deabate farebbe un’opera meritoria dedicando uno studio a quest’argomento. Passando infine a noi: ho sentito il maestro Giulio Libano, il quale dice d’aver lavorato a Radio Cagliari, dove dirigeva l’Orchestra Militare, tra la metà del ’45, quando essa venne aperta, e la fine del ’46; con Caterinetta non ha mai lavorato, ma in quel periodo afferma di averla vista e di averle probabilmente parlato. Mi ha chiesto di richiamarlo tra una quindicina di giorni, perché forse potrà essere più preciso, almeno sulle date». ♦ Mail di Simone Calomino: «Amici, quest’anziana signora che mi sta accanto è Pierina La Guardia (classe 1925!), la voce alta del Duo Fiorenza, che sono andato a trovare lo scorso 5 Luglio a Firenze e mi ha regalato molte foto personali, più una del’Eiar molto carina.

È un suo dono anche il catalogo da cui ho tratto queste foto di Boccaccini e Tommei. Ed eccovi infine un altro contributo, spero altrettanto piacevole: la registrazione della mia copia di Mani di velluto con relativa etichetta, che vi manca». Ringraziamo il nostro giovanissimo collaboratore Simone per tutti questi bei regali, oltremodo graditi. In particolare, la sua registrazione di Mani di velluto è decisamente migliore di quella che abbiamo in archivio, per cui siamo lieti di effettuare la sostituzione.

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◙ Venerdì 30 Agosto 2013 ♦ Mail di Simone Calomino: «Tempo fa mi sono messo a leggere le vecchie Notizie nel relativo Archivio, e ho trovato interessanti i diversi riferimenti al “mistero” della sepoltura di Silvana Fioresi a Lodi Vecchio. Ho quindi provveduto a fare una telefonata al gentilissimo nipote della grande Silvana, il sig. Renato, il quale mi ha fornito le seguenti spiegazioni. Silvana e Ugo Marchi, il suo compagno, avevano preso una baita in quel paesino della Lombardia, situato a una quarantina di kilometri da Milano, e vi passavano volentieri le loro giornate. Quindi Lodi Vecchio sembrò a Ugo il posto più giusto dove collocare la tomba della sua compianta compagna di vita, nonché amata zia per Renato e Maddalena, i due nipoti. E con questo penso che il mistero sia stato chiarito». ♦ Su eBay book1959 vende, alla “modica” cifra di € 44,99 (più le spese di spedizione…) una cartolina pubblicitaria del M° Angelini, mai vista in precedenza. Il venditore la data 1930 ca. ed è autografata: bella, senza dubbio, ma per collezionisti danarosi.

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◙ Sabato 31 Agosto 2013 Mail di Giorgio Zoffoli [http://www.maramaoband.it/Portals/0/Locandina%20promozionale%20Maramao.pdf]: «Caro Curatore, è per me un grande piacere constatare che la ripresa delle attività del sito corrisponde ad una tua estrema determinazione e tonicità: questo mi rallegra molto, anche perché senza un buon motore di avviamento la macchina (degli appassionati) non parte! […]. Per mera mancanza di tempo, ho potuto dare finora solo una sbirciata all’ Intervista immaginaria di Virgilio Zanolla, che è sicuramente un “pezzo” di prima qualità. Un mio giudizio analitico è quindi solo rimandato. Ti invio infine dell’altro materiale su Giovanni D’Anzi, a integrazione e completamento di quanto ti ho spedito in precedenza». Il riferimento di Giorgio, che ringraziamo sentitamente, è alla sua mail del 29 Giugno scorso. La rielaborazione del suo corposo dossier sull’Autore meneghino, uno dei giganti della Canzone Italiana del bel tempo che fu, è quasi ultimata e contiamo di pubblicarlo prestissimo.