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La maturità in 50 domandeLA mAturità in 50 domAnde Domande e
risposte di letteratura italiana preparazione all’ esame di stato
con fresca rosa novella
/ letteratura
Questo volume non è cedibile separatamente dagli altri componenti della confezione
“ Il vero problema dell’attuale stato della nostra civiltà è che abbiamo smesso di farci delle domande. „
— Zygmunt Bauman
QUESTO VOLUME, SPROVVISTO DI TALLONCINO A FRONTE (O OPPORTUNATAMENTE PUNZONATO O ALTRIMENTI CONTRASSEGNATO), È DA CONSIDERARSI COPIA DI SAGGIO - CAMPIONE GRATUITO, FUORI COMMERCIO (VENDITA E ALTRI ATTI DI DISPOSIZIONE VIETATI: ART. 17, L.D.A.). ESCLUSO DA I.V.A. (DPR 26-10-1972, N.633, ART. 2, 3° COMMA, LETT. D.). ESENTE DA DOCUMENTO DI TRASPORTO.
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la maturità in 50 domande Domande e risposte di letteratura italiana Preparazione all’Esame di Stato con Fresca rosa novella
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ISBN 9788858313039
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3INDICE
Leopardi .............................................................................................................................................................................................................................................. Domanda n. 1 Illustra le caratteristiche della fase del cosiddetto “pessimismo storico” e
la poetica leopardiana di questo periodo ................................................................................................... Domanda n. 2 Spiega in che cosa consiste il cosiddetto “pessimismo cosmico”, mettendo
in evidenza le riflessioni e le teorie filosofiche che ne determinano il pas- saggio dal “pessimismo storico”..............................................................................................................................
Domanda n. 3 Spiega in che cosa consiste la “teoria del piacere” indicando i presupposti filosofici e i suoi legami con la “poetica del vago e dell’indefinito” ..........................
Domanda n. 4 Spiega il titolo e definisci i temi trattati nella Ginestra ............................................................
Il Naturalismo ............................................................................................................................................................................................................................ Domanda n. 5 Illustra le caratteristiche del Naturalismo ................................................................................................
La Scapigliatura ....................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 6 Definisci le caratteristiche della Scapigliatura ....................................................................................
Verga ........................................................................................................................................................................................................................................................ Domanda n. 7 Illustra le tecniche narrative innovative di Verga ............................................................................ Domanda n. 8 Illustra in quale spazio e tempo si svolgono le vicende dei Malavoglia e
quali sono i principali significati del testo ................................................................................................ Domanda n. 9 Analizza il romanzo Mastro-don Gesualdo dal punto di vista strutturale,
tematico, stilistico ...................................................................................................................................................................
Il Verismo .......................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 10 Illustra le principali caratteristiche del Verismo italiano ......................................................
Il Decadentismo ...................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 11 Spiega quali sono le caratteristiche essenziali del Decadentismo ............................ Domanda n. 12 Individua gli atteggiamenti tipici degli artisti decadenti ......................................................
Baudelaire ....................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 13 Spiega in che cosa consiste la modernità della raccolta poetica di Charles
Baudelaire Les fleurs du mal e le sue caratteristiche .....................................................................
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4 Il Simbolismo .............................................................................................................................................................................................................................. Domanda n. 14 Definisci le caratteristiche del movimento poetico del Simbolismo ...................... Domanda n. 15 Spiega che cosa si intende per “poeta veggente” ...........................................................................
D’Annunzio ..................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 16 Ricostruisci in sintesi le fasi principali della biografia di d’Annunzio .................... Domanda n. 17 Fai una breve analisi del romanzo Il piacere e definisci il profilo del suo
protagonista ..................................................................................................................................................................................... Domanda n. 18 Illustra il progetto delle Laudi, analizzando la centralità di Alcyone sotto il
profilo tematico, strutturale e linguistico ................................................................................................. Domanda n. 19 Indica quali sono le caratteristiche principali della “fase notturna” della
prosa dannunziana ...................................................................................................................................................................
Pascoli ................................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 20 Illustra in sintesi le principali opere e i temi di Giovanni Pascoli ............................... Domanda n. 21 Quali sono le principali idee poetiche contenute ne Il Fanciullino di Giovanni
Pascoli? E quali le radici culturali alla base della sua composizione? .................... Domanda n. 22 Perché si parla di poetica delle cose per Pascoli? ............................................................................ Domanda n. 23 Fai il punto sulla lingua di Pascoli, cogliendo gli aspetti di novità introdotti
dal poeta all’interno della tradizione poetica italiana ............................................................... Domanda n. 24 Confronta le due maggiori raccolte poetiche di Pascoli, Myricae e I canti di
Castelvecchio, evidenziandone gli elementi comuni e le principali differenze a livello tematico e stilistico .......................................................................................................................................
Il Futurismo ................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 25 Commenta i principali punti programmatici del Futurismo teorizzati da
Marinetti sul Manifesto del 1909 .............................................................................................................................
Le avanguardie storiche ............................................................................................................................................................................................. Domanda n. 26 Cosa si intende per avanguardia e quali furono le principali avanguardie
storiche in Europa e in Italia? ....................................................................................................................................
Svevo ........................................................................................................................................................................................................................................................ Domanda n. 27 La figura dell’inetto è una costante nella produzione letteraria di Svevo.
Illustrane le caratteristiche .......................................................................................................................................... Domanda n. 28 La coscienza di Zeno è un romanzo innovativo. Approfondisci gli aspetti che
costituiscono la novità del romanzo .................................................................................................................
Pirandello ......................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 29 Nel saggio del 1908 L’umorismo Pirandello getta le basi della sua poetica.
Illustra il saggio e le idee trattate in esso .................................................................................................
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5Domanda n. 30 Quali costanti si ritrovano nei romanzi pirandelliani, che ne costituiscono la modernità? ..................................................................................................................................................................................
Domanda n. 31 Fai il punto sul teatro di Pirandello illustrando le caratteristiche delle varie fasi e soffermandoti sul metateatro pirandelliano: significato, principali in- novazioni, testi chiave ........................................................................................................................................................
Gadda ..................................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 32 Illustra il pensiero e la poetica di Gadda ..................................................................................................... Domanda n. 33 La lingua di Gadda è una miscela originale e complessa, espressione diretta
del suo sguardo sul mondo. Analizzala, individuando le sue diverse compo- nenti ...........................................................................................................................................................................................................
I Crepuscolari .............................................................................................................................................................................................................................. Domanda n. 34 Quali sono i tratti comuni della poesia crepuscolare in Italia? ...........................................
Gozzano ............................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 35 La vita, le opere e la poetica di Guido Gozzano .................................................................................. Domanda n. 36 Di Gozzano è stato detto che per primo è riuscito ad “attraversare d’An-
nunzio” per giungere a un territorio suo. Quale è stata l’influenza di d’An- nunzio su questo autore? ................................................................................................................................................
Campana ............................................................................................................................................................................................................................................ Domanda n. 37 I Canti orfici di Dino Campana si segnalano per l’originalità, a cominciare
dal titolo. Illustrane struttura, temi e stile, soffermandoti anche sulla con- cezione della poesia di questo autore ............................................................................................................
Ungaretti ........................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 38 Delinea sinteticamente le tre fasi della poesia ungarettiana ......................................... Domanda n. 39 Illustra l’importanza delle raccolte di Ungaretti Il Porto Sepolto e Allegria
di Naufragi per la poesia italiana del Novecento, soprattutto a livello for- male ............................................................................................................................................................................................................
Domanda n. 40 Quale importanza riveste la dimensione autobiografica nella poesia di Ungaretti? ............................................................................................................................................................................................
Montale ............................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 41 Qual è il significato del titolo della raccolta poetica di Montale Ossi di sep-
pia? Perché è emblematico di tutta la poetica di Montale? .............................................. Domanda n. 42 Fai il punto sulle raccolte poetiche di Montale dopo Ossi di seppia e sui temi
in esse trattati ...............................................................................................................................................................................
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6 Saba ........................................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 43 Quali sono i modelli e gli influssi culturali che hanno agito in maniera pre-
ponderante sulla poesia di Saba? .......................................................................................................................... Domanda n. 44 Fai il punto sul Canzoniere di Saba, analizzando in particolare la struttura,
i temi, i modelli letterari e culturali, lo stile ..........................................................................................
Fenoglio .............................................................................................................................................................................................................................................. Domanda n. 45 Nella narrativa di Fenoglio sono importanti due filoni tematici: la guer-
ra partigiana e il mondo contadino delle Langhe. Analizza la produzione dell’autore sulla scorta di questa indicazione critica ..................................................................
Pavese ................................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 46 Pavese ha elaborato una poetica originale nel panorama della narrativa
post-bellica. Esponi i tratti salienti di tale poetica .......................................................................
Pasolini ................................................................................................................................................................................................................................................ Domanda n. 47 In che cosa consiste la contaminazione linguistica fra materia bassa e cul-
tura alta che si riscontra in tutti i generi (poesia, prosa, saggistica e lin- guaggio cinematografico) praticati da Pasolini? ................................................................................
Domanda n. 48 Indica come nel romanzo Ragazzi di vita si ritrovino molti degli interessi di Pasolini, legati tanto ad aspetti tematici e contenutistici che formali: l’interesse verso gli umili e i diseredati, la coralità, lo sperimentalismo lin- guistico ....................................................................................................................................................................................................
Calvino .................................................................................................................................................................................................................................................. Domanda n. 49 Dalla fase realistica dei libri d’esordio a Palomar: metti in evidenza i pas-
saggi che scandiscono l’evoluzione narrativa e delle poetiche dell’autore Domanda n. 50 Analizza le caratteristiche principali del linguaggio di Calvino ......................................
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7LEOPARDI
Nella prima fase del suo pensiero, che coincide con gli anni 1816-19, Leo- pardi attribuisce alla Natura una funzione benigna e consolatoria: essa ha voluto infatti donare all’uomo le illusioni (l’amore, l’amicizia e la gloria) per alleviare la sua pena di stare al mondo. Leopardi si rende però conto che il progresso dell’epoca moderna e l’attitudine alla conoscenza razionale della realtà hanno distrutto le illusioni, rivelandone l’aspetto ingannevole, e hanno collocato l’uomo moderno in una condizione di maggiore in- felicità rispetto all’antico, che viveva una vita intensa e ricca di passioni in armonia con la Natura. Questa fase del pensiero leopardiano è definita “pes- simismo storico” nel senso che la condizione di infelicità viene vista come tipica dell’età sua contemporanea, esito di un processo di corruzione, che ha portato l’uomo ad allontanarsi dalla Natura nel corso della storia.
Illustra le caratteristiche della fase del cosiddetto “pessimismo storico” e la poetica leopardiana di questo periodo.
DomanDa 1
8 LEOPARDI
L’allontanamento dalla religione cattolica e il progressivo avvicinamento di Leopardi a teorie materialistiche e meccanicistiche, già a partire dagli anni Venti, fanno entrare in crisi l’idea della Natura vista come benigna. La Natu- ra, retta da leggi proprie, si rivela del tutto indifferente nei confronti dei mali e delle sofferenze umane. È una forza maligna, avversa al genere umano, ed è individuata come principale responsabile dell’infelicità dell’uo- mo. Il pessimismo nel pensiero di Leopardi diventa “cosmico” quando l’in- felicità è scoperta come dato costante, oggettivo, universale, riscontrabile in ogni epoca e in ogni luogo, perché strutturale della condizione umana e non di una singola epoca storica. I meccanismi della Natura sono finalizzati alla conservazione del sistema, non delle sue singole parti.
Spiega in che cosa consiste il cosiddetto “pessimismo cosmico”, met- tendo in evidenza le riflessioni e le teorie filosofiche che ne determina- no il passaggio dal “pessimismo storico”.
DomanDa 2
9LEOPARDI
L’uomo, secondo la concezione leopardiana, desidera un piacere infinito per estensione e per durata, ma poiché i sensi di cui è dotato sono limitati e insufficienti, nessuno dei piaceri umani può soddisfare tale esigenza. L’i- nappagamento quindi è una delle principali cause dell’infelicità umana: l’uomo vive un senso di vuoto, un’insoddisfazione costante nello scarto fra la sua aspirazione al piacere e la sua impossibilità di coglierlo. Questa è la cosiddetta teoria del piacere alla cui base risultano evidenti le tracce del sensismo, la corrente settecentesca che considera la conoscenza come rie- laborazione dei dati raccolti dai sensi.
Poiché il piacere è irraggiungibile, come abbiamo visto, l’uomo se lo con- figura nell’immaginazione: la realtà immaginata compensa in parte una vita che è caratterizzata da infelicità e noia. Ciò che stimola l’immagina- zione è tutto ciò che è vago e indefinito, lontano e ignoto. Leopardi quin- di nello Zibaldone elenca una serie di aspetti di grande forza evocativa, che stimolano l’immaginazione: la vista impedita da un ostacolo come una siepe, un albero, una torre, un filare d’alberi che si perde all’orizzonte, un declivio di cui non si riesce a vedere la fine… Contemporaneamente esistono suoni “poetici”: un canto che vada a poco a poco allontanandosi, un canto che giunge all’esterno dal chiuso di una stanza, il muggito degli armenti che echeggia per le valli, lo stormire del vento tra le fronde…
Il bello poetico consiste quindi nel vago e nell’indefinito, e si manifesta in immagini, suoni e parole suggestivi, capaci di evocare sensazioni che ci hanno affascinato da fanciulli (“teoria della rimembranza”).
Spiega in che cosa consiste la “teoria del piacere” indicando i presup- posti filosofici e i suoi legami con la “poetica del vago e dell’indefinito”.
DomanDa 3
10 LEOPARDI
La ginestra, composta nel 1836 a Villa Ferrigni, sulle falde del Vesuvio, co- stituisce l’epilogo ideale dei Canti, il punto più complesso dell’esperienza poetica e meditativa di Leopardi. L’unicità del canto si avverte già dalla sua estensione (317 versi), anomala rispetto alle altre liriche della raccolta. La ginestra attecchisce in luoghi deserti e impervi, come le falde laviche del Vesuvio, abbellisce con la sua forza cromatica (giallo), profuma e si oppone alla potenza distruttrice della Natura. Il suo atteggiamento coraggioso e mai rassegnato è un modello di comportamento per l’uomo. Di fronte all’ostilità della Natura l’uomo è chiamato infatti a non arrendersi, a non ce- dere alle illusioni, ma ad accettare e vivere con dignità e coraggio la propria condizione.
Nella lirica Leopardi riconosce la possibilità di un progresso non nel senso tradizionale, ma come evoluzione verso una società più giusta, che garantisca rapporti umani fra gli uomini. Gli uomini inoltre devono acqui- sire consapevolezza della malignità della Natura e coalizzarsi contro la loro comune nemica, unendo le loro forze in una social catena, un’alleanza che porti a una società più giusta. Anche se la condizione umana resta infelice, l’uomo viene confortato dai suoi simili. L’intellettuale ha il compito di dif- fondere questo messaggio. Nell’ultima strofa viene richiamata l’immagine iniziale della ginestra, che abbellisce i luoghi desertici con i suoi cespugli profumati. Sopraffatta dalla lava piegherà il capo senza opporre resistenza, accettando con dignità il proprio destino, consapevole di non essere im- mortale.
Spiega il titolo e definisci i temi trattati nella Ginestra.
DomanDa 4
11IL NATURALISMO
La tendenza del Positivismo a fondare le conoscenze e le indagini su basi scientifiche e su dati certi coinvolge anche la letteratura. Il Naturalismo è infatti il modo in cui la letteratura si propone di condurre un’indagine scientifica sull’uomo, partendo dal presupposto dell’esistenza di leggi che regolano l’andamento della società e del comportamento individuale: le leg- gi e i fattori, derivati dalla filosofia di Hyppolite Taine, sono race, milieu e moment (ereditarietà dei caratteri, ambiente, momento storico).
I naturalisti francesi identificano nel romanzo la strada per tentare questa singolare ricerca sulla psicologia e sulle relazioni umane. Il roman- zo dovrà acquisire una connotazione “realistica” per indagare le dinamiche della società e per incrementare le conoscenze dell’uomo; il narratore dovrà quanto più possibile “scomparire” e rinunciare all’onniscienza, mostrandosi estraneo alla vicenda e astenendosi da commenti e giudizi per “fotografare” la realtà in maniera obiettiva e rigorosa.
Nel saggio Il romanzo sperimentale (1880) Èmile Zola dà la sistemazione più compiuta ai presupposti teorici del Naturalismo. Le caratteristiche del romanzo naturalista sono: la descrizione oggettiva della realtà;
il metodo dell’impersonalità, che consiste in una narrazione scevra dal punto di vista soggettivo dell’autore;
l’impostazione scientifica della narrazione, che si basa su osserva- zione e sperimentazione;
il rifiuto della funzione estetica dell’arte, in quanto è la Verità che interessa anche nei suoi aspetti più crudi e riprovevoli;
il riconoscimento della funzione sociale dell’arte che deve denunciare i mali della società.
Illustra le caratteristiche del Naturalismo.
DomanDa 5
12 LA SCAPIGLIATURA
Il termine definisce un gruppo di scrittori e artisti uniti da spirito d’in- dipendenza e irrequietezza, che amano vivere in maniera eccentrica e disor- dinata. Li accomuna un generico ribellismo contro l’ipocrisia della società borghese e la condanna della logica materialistica dell’utile, a cui contrap- pongono la superiorità dei valori dell’arte e dello spirito. L’artista avverte la propria estraneità rispetto al mondo contemporaneo, vive una profonda crisi d’identità che compromette il suo tradizionale ruolo di guida morale, si sente inutile ed emarginato. Egli rivendica tuttavia una superiorità spiri- tuale che lo innalza al di sopra dell’uomo comune. Per designarli si utilizza talvolta anche l’espressione francese Bohème (da bohèmiens, zingari prove- nienti dalla Boemia).
La Scapigliatura si diffonde soprattutto a Milano e Torino intorno al 1860-70 circa. I principali esponenti – Emilio Praga, Iginio Ugo Tarchetti, Camillo e Arrigo Boito, Carlo Dossi – non costituirono una “scuola” perché non furono accomunati da scelte stilistiche, teorie estetiche e posizioni po- litiche, ma da legami d’amicizia e da un generico spirito di ribellione nei confronti delle convenzioni sociali e letterarie.
Il loro comportamento ribellistico e provocatoriamente anticon- formista corrisponde a una produzione letteraria denigratoria nei con- fronti dei modelli canonici (Manzoni) e tesa alla ricerca di effetti provoca- tori, irriverenti e sorprendenti nei confronti della tradizione sia sul piano contenutistico-tematico (argomenti morbosi e casi patologici) sia sul piano stilistico (tendenza espressionistica della scrittura, accostamenti lessicali violenti e contrastanti ecc.). Significativi gli sperimentalismi linguistici sul piano sintattico, lessicale e ortografico, che in parte anticipano la prosa no- vecentesca.
Il tema privilegiato è l’amore, svuotato delle valenze romantiche e deformato umoristicamente o paradossalmente in amore-malattia, in pos-
Definisci le caratteristiche della Scapigliatura.
DomanDa 6
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13sessività nevrotica e ossessiva della donna. Altri temi sono la morte, il sogno e il demoniaco, la dimensione del doppio, la ricerca del “brutto”.
Tra le opere, ci si può soffermare in maniera esemplificativa sulla Fosca di Iginio Ugo Tarchetti, incentrata su una vicenda di amore e morte. Giorgio, il protagonista che parla in prima persona, ha una relazione con la bellis- sima e radiosa Clara, ma vive un’ambivalente situazione di attrazione e re- pulsione nei confronti di Fosca, una donna brutta, malata e dalla sensibilità morbosa.
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14 VERGA
La rottura con la tradizione della narrativa di Verga avviene principalmente sul piano delle tecniche narrative.
Tecnica dell’impersonalità: l’obiettivo è di dare al lettore l’illusione completa della realtà. I fatti non sono presentati da un narratore on- nisciente, ma dal punto di vista dei personaggi che vivono nell’ambiente rappresentato: questa scelta implica non solo l’adozione di un linguaggio il più vicino possibile alla lingua parlata, ma anche l’assunzione dei modi di pensare e di giudicare propri del mondo raffigurato (cfr. Prefazione ai Malavoglia).
Artificio della regressione: l’autore arretra dalla propria visione del mondo, per assumere l’ottica e il sistema di valori dei personaggi. Verga rinuncia a interpretare i fatti con i suoi parametri di uomo colto e assu- me la prospettiva del “coro” del paese; partecipe dell’ambiente sociale rappresentato, ne condivide mentalità e cultura.
Straniamento: i fatti normali vengono raccontati come se fossero stra- ni, oppure viceversa. Il ristabilimento della verità non viene attuato con un intervento dell’autore (questo violerebbe la legge dell’impersonalità), ma ricavato dal testo stesso, dall’evidenza dei fatti. Casi esemplari della tecnica dello straniamento sono: la reazione di Rosso Malpelo alla morte del padre (chiusura in se stesso, rifiuto del cibo), che è presentata come “strana” per confermare la natura malvagia del ragazzo; la visione legata alla logica dell’utile del “coro” di Aci Trezza, che giudica come “strano” l’agire dei Malavoglia, le cui azioni sono guidate dagli affetti e dai valori familiari.
Discorso indiretto libero: è caratterizzato dall’assenza di segni gra- fici (due punti e virgolette) e di verbi introduttivi del discorso diretto
Illustra le tecniche narrative innovative di Verga.
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15(dire e pensare); dall’essere riferito in terza persona; da un linguaggio spiccatamente popolare con espressioni tipiche della lingua parlata. Ad esempio, nel capitolo III dei Malavoglia, la morte di Bastianazzo, avvenu- ta in seguito al naufragio della Provvidenza, non viene descritta diretta- mente da Verga, ma attraverso i discorsi e i gesti di tutti i membri della comunità.
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16 VERGA
La vicenda dei Malavoglia ha inizio nel 1863 ad Aci Trezza, un villaggio di pescatori vicino a Catania. I Malavoglia sono una famiglia di pescatori pro- prietari di una barca, la Provvidenza, e di una casa, «la casa del nespolo». Per iniziativa di padron ’Ntoni, il capofamiglia, i Malavoglia si avventurano in un’impresa commerciale, il trasporto per mare di un carico di lupini. Ma Ba- stianazzo, uno dei figli di padron ’Ntoni, muore nel naufragio della barca. Re- sta inoltre un grosso debito da saldare, dato che i lupini sono stati comprati a credito dallo zio Crocifisso, l’usuraio del paese. Il fallimento dell’operazione commerciale avvia una sequenza impressionante di disgrazie e il parziale lie- to fine non è sufficiente a mascherare la disgregazione del nucleo familiare. In questo consiste proprio il pessimismo di Verga, ossia una visione anti-idillica della realtà, in cui ogni volontà di cambiamento si risolve con una disgrazia e solo se si rimane chiusi nel proprio guscio si può sperare di salvarsi (“ideale dell’ostrica”). Attorno alla famiglia è sempre presente il chiacchiericcio del “coro”, l’altro protagonista del romanzo, che attraverso i suoi commenti conferisce alla narrazione una straordinaria ricchezza espressiva e tematica.
L’azione si dipana in un tempo storico che va dal 1863 al 1877-78. Sul tempo della storia prevale quello ciclico del passare delle stagioni e delle fe- ste religiose. Lo spazio in cui si svolgono le vicende è quello del paese sici- liano con i suoi punti di riferimento, rappresentati dai luoghi familiari ai personaggi (la piazza, la farmacia, l’osteria) all’interno dei quali rimane an- corato il punto di vista della narrazione.
Il romanzo si basa su una logica bipolare, che esemplifica le due etiche contrapposte presenti nel paese: da una parte i Malavoglia con la loro visio- ne del mondo basata su valori antichi (laboriosità e altruismo); dall’altra il resto del villaggio mosso al contrario da una logica di interesse personale (egoismo, crudeltà, ricatti ecc.).
Illustra in quale spazio e tempo si svolgono le vicende dei Malavoglia e quali sono i principali significati del testo.
DomanDa 8
17VERGA
Mastro-don Gesualdo è il romanzo dell’eroe moderno, del quale vengono esal- tate l’intelligenza e la tenacia. L’ascesa di Gesualdo si svolge in un ambiente più ricco e vario rispetto a quello di Aci Trezza: spazia dal mondo di operai, contadini e artigiani poveri ai ricchi possidenti borghesi o aristocratici.
Ambientato a Vizzini, una cittadina tra Ragusa e Catania, negli anni fra il 1820 e il 1848, il romanzo racconta le vicende di Gesualdo Motta, un “uomo nuovo”, venuto dal nulla, che diviene ricchissimo e potente. L’ingen- te fortuna accumulata gli consente di trattare con i nobili e di sposare un’a- ristocratica decaduta, Bianca Trao. Il matrimonio, che sembrerebbe sancire la consacrazione sociale definitiva di Gesualdo, segna in realtà l’inizio del- la sua parabola discendente. Gli sforzi per stabilire un’intesa con la moglie sono vani e nessuna gioia gli viene dalla figlia Isabella, che forse non è sua. ll romanzo si chiude con la morte in solitudine di Gesualdo a Palermo, dove è ospite della figlia nel ricco palazzo nobiliare in cui vive, dopo aver sposato, con un matrimonio di convenienza, il Duca di Leyra. Nella lunga agonia che precede la fine Gesualdo prende coscienza della vanità della fatica volta all’accumulo della roba.
Il Mastro-don Gesualdo racconta quindi il fallimento dell’“ideologia della roba”: Gesualdo è un “vinto” perché non si riconosce più in nessuna classe sociale, né quella contadina a cui apparteneva, né quella borghese che ha raggiunto. Il narratore abbandona lo stile corale dei Malavoglia e guida il racconto: alterna il giudizio critico diretto a momenti di ellissi narrati- va. I periodi sono brevi, frequentemente spezzati, con cadenze rapide e in- calzanti. Il linguaggio differisce da quello dei Malavoglia: è il parlato dei piccolo-borghesi e dei ricchi, ben inseriti nelle attività produttive.
Analizza il romanzo Mastro-don Gesualdo dal punto di vista strutturale, tematico, stilistico.
DomanDa 9
18 IL VERISMO
La cultura italiana degli anni Settanta dell’Ottocento sviluppa una grande attenzione per il Naturalismo francese e in particolare per Èmile Zola, le cui teorie della narrativa vengono rielaborate dal nostro Verismo.
Nel marzo 1877 la recensione di Luigi Capuana sul «Corriere della Sera» del romanzo di Zola L’Assomoir ne determina un grande successo di pubblico. Capuana rivolge la sua attenzione soprattutto sulla tecnica dell’impersona- lità di Zola, che consente di descrivere perfettamente le vicende senza par- tecipazioni emotive da parte del narratore. La principale preoccupazione del romanziere deve essere infatti quella di rappresentare la realtà del mondo contemporaneo con precisione oggettiva, aderendo il più possibile al vero. Il problema dei romanzieri veristi è quindi in primo luogo la rappresenta- zione del vero: viene elaborata una tecnica narrativa assolutamente impersonale, simile al metodo dell’osservazione scientifica. Mentre però per il Naturalismo francese l’autore è uno scienziato che si allontana dall’og- getto narrato per osservarlo dall’esterno e dall’alto, lo scrittore verista è consapevole del fatto che il romanzo resta pur sempre un genere ibrido, in cui convivono poesia e riflessione conoscitiva. Per mettere a fuoco la realtà lo scrittore non può comportarsi in tutto e per tutto come uno scienziato, dimenticando la propria specificità: egli al contrario dovrebbe calarsi nella pelle dei personaggi, vedere le cose con i loro occhi ed esprimerle con le loro parole.
Federico De Roberto, uno dei più importanti autori veristi, mostra nel- le sue opere una particolare attenzione per la psicologia dei personag- gi, mosso dal forte desiderio di scavare nell’animo umano per spiegarne i comportamenti più strani e deviati. La tendenza alla rappresentazione dei caratteri psicologici si traduce in una totale perdita di fiducia nella storia e in una progressiva diminuzione dell’impegno sociale e politico dello scrittore.
Illustra le principali caratteristiche del Verismo italiano.
DomanDa 10
19IL DECADENTISMO
Il movimento culturale, che si afferma in Europa negli anni Settanta e Ottanta dell’Ottocento e che è noto con il nome di Decadentismo, prende le mosse dal- la crisi del Positivismo filosofico, che aveva determinato una sopravvalutazio- ne del potere delle scienze. Ad esso gli intellettuali decadenti contrappongono una tendenza a rinnegare la possibilità di rappresentare il reale in maniera razionale, coerente e completa. Essi al contrario sottolineano gli aspetti irra- zionali della mente e della percezione, sotto l’influenza delle considerazioni fi- losofiche espresse da Nietzsche, Bergson e Freud (fondatore della psicoanalisi e scopritore dell’inconscio).
Per comprendere al meglio le caratteristiche di questo movimento è signi- ficativo anche il confronto con il Romanticismo, di cui vengono ripresi mol- ti aspetti: sfiducia nella ragione, rifiuto della realtà e fuga verso un “altrove”, esasperazione di esperienze di segno irrazionalistico, spiritualistico, soggetti- vistico. Gli intellettuali decadenti si muovono dunque esclusivamente in una dimensione irrazionale, alla ricerca dell’Assoluto a cui è possibile accedere tra- mite la letteratura. L’attenzione si sposta dall’oggetto al soggetto e ciò implica una più profonda percezione di sé; la conoscenza si raggiunge esclusivamente attraverso gli attributi fisici, mentali e spirituali.
Se però l’età romantica si segnalava per il suo slancio entusiastico e per le forme di ribellione titanica, il Decadentismo è contrassegnato da un senso di sfacelo e di fine che inibisce ogni slancio. Rispetto al Romanticismo inoltre il Decadentismo abbandona l’idea del poeta-vate, che sostituisce con quella del veggente, sacerdote di un vero e proprio culto, capace di vedere dove l’uomo co- mune (il borghese, il sano, il normale) non vede nulla. Egli perde il ruolo di guida e diventa un individuo “maledetto”, che ricerca l’isolamento e la trasgressione.
L’artista decadente attribuisce una devozione religiosa all’arte, la supre- ma fra le attività umane: l’obiettivo dell’artista diventa fare della propria vita un’opera d’arte, vivere nel culto esasperato della bellezza, circondarsi degli og- getti più preziosi (estetismo).
Spiega quali sono le caratteristiche essenziali del Decadentismo.
DomanDa 11
20 IL DECADENTISMO
Emarginato e isolato, l’artista decadente si pone in contrasto con la società, di cui condanna e respinge in maniera polemica e provocatoria la moderni- tà. Egli si rivolge con scherno e disprezzo anche al pubblico, accusato di con- cepire la creazione artistica sempre più come un prodotto di e per la massa. Da questo aristocratico dissenso derivano le pose convenzionali del dandy e dell’esteta, che si riconoscono nel culto della bellezza e dell’arte, nel disprezzo per l’utilitarismo borghese e nell’esaltazione della finezza dei sensi in netta opposizione alla mediocrità e alla volgarità del gusto di massa.
Esiste poi una terza figura tipica: il flâneur, ovvero l’individuo ozioso e indolente che passeggia svagato, esprimendo il contrasto con la legge della produttività. La perdita del tempo, la creazione di spazi privati di libertà, il tentativo di differenziarsi dalla logica borghese della produttività indu- striale diventano valori da perseguire nella vita come nell’arte e nella let- teratura.
Contraddistingue questi artisti l’irrequietezza, la ricerca di ciò che rap- presenta la fuga dalla realtà (viaggi, alcool, droga, esotismo), il vitalismo esasperato, la ricerca del gesto memorabile. Alla base di tutto c’è sia la vo- lontà di costruire la propria vita come un’opera d’arte sia la presunzione di onnipotenza (superomismo dannunziano).
Il fondatore dell’indirizzo estetizzante è Karl-Joris Huysmans (1848-1907) con il romanzo Controcorrente. Scrittore e romanziere tra i più rappresenta- tivi dell’Estetismo decadente, nonchè massimo esponente del dandismo è Oscar Wilde (1854-1900) sia per la vita mondana e scandalosa sia per l’opera letteraria, che tratta i temi principali del Decadentismo con una personale vena umoristica.
Individua gli atteggiamenti tipici degli artisti decadenti.
DomanDa 12
21BAUDELAIRE
Les fleurs du mal (“I fiori del male”), pubblicati nel 1857, segnano un’auten- tica rivoluzione nella storia della poesia. Il titolo del libro è giocato su un ossimoro: i fiori, immagine ideale di gentilezza e bellezza, sono accostati al “male”, al vizio, alla corruzione.
L’originalità del poeta sta nell’aver saputo cogliere e rappresentare in ter- mini nuovi la dialettica fra Ideale e Reale: la sua poesia aspira alla con- ciliazione fra questi due opposti, a quella sintesi di spirito e corpo in cui si realizza lo stato di beatitudine. Ma si tratta di un’utopia destinata a fallire, in quanto la storia umana è costantemente costretta a fare i conti con il male, con il degrado, con la perversione. Questo spiega la tendenza al disgusto, alla noia (ennui e spleen sono parole-chiave della sua poetica), il malessere dell’uomo contemporaneo.
La poesia di Baudelaire predilige come ambientazione il mondo artifi- ciale della città in opposizione a quello della natura che, da generatore del bene e del bello, si trasforma in oscuro e segreto. Per meglio comprendere la visione che il poeta ha della città moderna sono esempi significativi l’opera Lo Spleen di Parigi e la lirica Il cigno, contenuta nella raccolta I fiori del male. Egli guida il lettore in una Parigi sventrata dai cantieri che ne stanno ridise- gnando il volto per adeguarlo alla modernità. L’ammasso di rovine gli appare come l’allegoria della morte di una civiltà colta nel momento in cui si attua la sua metamorfosi verso il nuovo.
Nella famosa lirica Corrispondenze, che riassume la poetica di Baudelaire, la natura viene rappresentata come un “tempio” in cui le forme mate- riali sono simboli di una realtà profonda e autentica. Una serie di legami mi- steriosi uniscono in una relazione di somiglianza i profumi, i colori, i suoni. Per decifrarli occorre rinunciare alla visione razionale e abbandonarsi alle sensazioni, che consentono la comunicazione con il profondo. Il poeta ha la facoltà di decifrare questi simboli oscuri espressi dalla natura e di tradurli in poesia attraverso il ricorso a metafore, analogie e sinestesie.
Spiega in che cosa consiste la modernità della raccolta poetica di Char- les Baudelaire Les fleurs du mal e le sue caratteristiche.
DomanDa 13
22 IL SIMBOLISMO
Il precursore di questa corrente poetica della cultura decadente è Charles Baudelaire (1821-67). Il manifesto del movimento, pubblicato nel 1886 sul quotidiano «Le Figaro» a firma del poeta Jean Moréas, ne definisce i caratteri essenziali: la ricerca della musicalità, l’aura di trascendenza e di mistero, l’intreccio della poesia con le altre arti, in particolare la musica.
Come è evidente già dal nome è essenziale il concetto di simbolo, che non identifica un’entità astratta, ma un elemento della natura in cui coglie- re per via allusiva il mistero indefinibile a cui la poesia ha il compito di dare espressione. La realtà è una “foresta di simboli”, che “si corrispondono”: il poeta è in grado di riconoscere le corrispondenze e di trasferire nella poesia immagini e visioni tramite libere associazioni analogiche, in una dimensio- ne di sogno. La sequenzialità causa-effetto e le concatenazioni logiche ven- gono dunque a mancare: i collegamenti risultano spezzati; lo spazio perde la sua consistenza; vengono aboliti i legami di tempo. In questa dimensione irrazionale e onirica la componente fonica e grafica della scrittura prevale su quella semantica e il linguaggio diventa ambiguo a tal punto da richiede- re la partecipazione attiva di un lettore privilegiato, che sappia ricercare e comprendere le possibili chiavi di lettura del testo.
I principali interpreti del movimento simbolista furono Paul Verlaine (1844-96), nelle cui composizioni predomina la dimensione musicale del verso che incide sull’organizzazione logico-sintattica del discorso, sostituita da una rete di analogie; Arthur Rimbaud (1854-91), che porta la sua opera a estremi di visionarietà lirica e sperimentazione metrico-linguistica e che sostiene la necessità di un «ragionato disordine di tutti i sensi», attra- verso cui il poeta-veggente può cogliere il segreto di tutte le cose; Stéphane Mallarmé (1842-98), poeta e animatore dei celebri “martedì letterari”, er- metico nello stile e classicista nei temi. In una fase di transizione tra Simbo- lismo e avanguardie si colloca invece Paul Valéry, che può essere considerato l’unico vero erede della poetica di Baudelaire e Mallarmé, in particolare per quanto riguarda la riflessione sul linguaggio e sulla scrittura.
Definisci le caratteristiche del movimento poetico del Simbolismo.
DomanDa 14
23IL SIMBOLISMO
Ne La lettera del veggente, scritta al professore di retorica Paul Demeny nel 1871, Arthur Rimbaud sostiene la necessità di un “lungo, immenso e ragio- nato disordine di tutti i sensi” quale condizione indispensabile nel processo creativo della poesia, che deve farsi strumento di analisi dello spazio profon- do della soggettività alla ricerca dell’altro che è in lui.
Il poeta diviene dunque un veggente, un intermediario tra la dimen- sione dell’ignoto e la realtà esterna. Pur non essendo riconosciuto e stimato dalla società, egli è l’unico in grado di coglierse il segreto che sta dietro a tutte le cose in virtù della forza oscura che lo anima e che nemmeno lui conosce del tutto.
Per comunicare la verità nascosta il poeta deve inventare un linguaggio nuovo che esprima l’ineffabile, che afferri l’essenza della realtà e sappia comunicarla attraverso la poesia.
L’immagine si pone come strumento pressoché assoluto di una cono- scenza diversa, percepita attraverso l’intuizione, l’illuminazione, la fol- gorazione.
Spiega che cosa si intende per “poeta veggente”.
DomanDa 15
24 D’ANNUNZIO
Gabriele d’Annunzio nasce a Pescara il 12 marzo 1863. Nel 1879 esordisce con Primo vere, una raccolta di versi e traduzioni influenzata dai classici e dalle Odi Barbare di Giosue Carducci.
Nel 1881 si trasferisce a Roma per laurearsi, ma abbandona gli studi per dedicarsi all’attività giornalistica e nel 1882 pubblica la raccolta poetica Can- to novo che suscita l’ammirazione di Carducci.
Nel 1883 sposa la duchessina Maria Hardouin di Gallese, che gli darà tre figli - Mario, Gabriellino e Veniero – mentre la quarta, Renata, nascerà da una relazione extraconiugale.
Nel 1889 pubblica Il piacere. Per sfuggire ai creditori nel 1891 si trasferisce a Napoli, dove collabora con il «Mattino». Nel 1893 esce il Poema paradisiaco, l’anno seguente il romanzo Il trionfo della morte. L’incontro con Eleonora Duse, che diverrà sua amante, lo spinge verso il teatro. Nel 1895 firma il ro- manzo Le vergini delle rocce, in cui porta alle estreme conseguenze l’ideolo- gia del superuomo-tribuno, e nel 1900 pubblica il romanzo Il fuoco, anch’es- so incentrato sul mito del superuomo.
Si trasferisce in Toscana, dove tra il 1903 e il 1904 scrive i tre libri delle Laudi. Nel 1910 pubblica Forse che sì forse che no e, perseguitato nuovamen- te dai creditori, inizia il “volontario esilio” in Francia. Nel 1915 rientra in Ita- lia per promuovere l’intervento in guerra. Arruolatosi volontario nel 1916 è ferito a un occhio; durante la convalescenza inizia la composizione del Not- turno. Le clamorose imprese, di cui è protagonista tra il 1918 e il 1919 (“Beffa di Buccari”, volo su Vienna e occupazione di Fiume), contribuiscono a creare il mito del «poeta-soldato». Nel 1921 si ritira sul lago di Garda, in una villa che chiamerà il “Vittoriale degli Italiani”. Il regime fascista lo colma di onori. Muore il 1° marzo 1938.
Ricostruisci in sintesi le fasi principali della biografia di d’Annunzio.
DomanDa 16
25D’ANNUNZIO
Il piacere viene composto in soli sei mesi nel 1888 sulla base dell’esperienza giornalistica romana ed è pubblicato nel 1889. Con L’Innocente e Trionfo del- la morte costituisce il ciclo dei Romanzi della Rosa, dove la rosa è il simbo- lo dell’amore ardente e sensuale. Il titolo pone in luce la centralità dell’eros nella vita del giovane e aristocratico protagonista, Andrea Sperelli, raffina- to cultore delle arti, in contrasto con il cattivo gusto e l’utile borghesi. In quest’ottica i dettagli estetici diventano centrali nella narrazione, che si fa lenta e introspettiva. La descrizione dei luoghi, così come dei tratti fisici dei personaggi, avviene mediante il confronto con oggetti e opere d’arte, che si pongono come filtro della realtà.
Nel romanzo si narrano le vicende sentimentali di Andrea, che è dibattu- to tra la passione per la sensuale Elena Muti e l’affetto per la spirituale Maria Ferres. Le due donne, i cui nomi alludono al mito greco (Elena di Troia) e alla tradizione evangelica (Maria, madre di Gesù), rappresentano la contrappo- sizione di sensualità e spiritualità (“tema del doppio”). Il rapporto con le due donne è generatore di sensazioni nuove e piacevoli, ma anche di conflit- ti inquietanti, che condurranno il protagonista verso un penoso isolamento. Andrea Sperelli incarna la sintesi tipicamente decadente dell’esteta e del dandy, cultore di gusti raffinati, collezionista per vocazione, ricercatore del bello. Egli non riconosce leggi morali, ma solo estetiche, teso all’affermazio- ne di sé in senso elitario, con il risultato di essere vittima della sua incostan- za: la sua è una ricerca senza centro, attratta da quanto di volta in volta gli appare desiderabile. Andrea ha i germi di quella malattia della volontà, che caratterizza tutti gli eroi dannunziani e che sarà possibile ritrovare in molti anti-eroi novecenteschi.
Fai una breve analisi del romanzo Il piacere e definisci il profilo del suo protagonista.
DomanDa 17
26 D’ANNUNZIO
Le Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi dovevano comprendere sette libri, ma d’Annunzio pubblica solo i primi quattro: Maia, Elettra, Alcyone, Me- rope. Maia, che reca il sottotitolo Laus vitae, è un vasto poema d’argomento superomistico e vitalistico.
Il libro canta l’ebbrezza dei sensi, l’istinto, la comunione con la natura. Alcyone, il terzo libro uscito nel 1903, conta 88 liriche ordinate in cinque se- zioni secondo un criterio narrativo rigorosamente unitario, che illustra la storia di un’estate trascorsa in Maremma. Il tema di Alcyone non si riduce comunque alla vacanza estiva, ma si concentra soprattutto sulla vicenda in- teriore del poeta che, desideroso di concedersi un periodo di tregua dagli impegni della politica e della scrittura, cerca il contatto con la natura nell’il- lusione di potersi fondere con essa. Sono accentuati di conseguenza tutti gli elementi riconducibili alla vita fisica e a quella dei sensi: attraverso una trasfigurazione mitica l’umano e il naturale si fondono l’uno nell’altro, in una forma di identificazione totale che prende il nome di panismo, con allusione a Pan, la divinità che incarna la vitalità istintiva, l’impulso a fon- dersi con la natura.
È ricorrente nelle liriche il tema della metamorfosi, che permea tutti gli aspetti del cosmo: tempo atmosferico, elementi vegetali, forme animali.
Il linguaggio è caratterizzato da un tono aulico, dal gusto prezioso per gli accostamenti, dalla musicalità. Il lascito più significativo delle poesie di Alcyone consiste nel lessico e nella metrica, dominati da sperimentazioni ritmiche e metriche come onomatopee, fonosimbolismi e soprattutto dalla strofa lunga.
Illustra il progetto delle Laudi, analizzando la centralità di Alcyone sotto il profilo tematico, strutturale e linguistico.
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27D’ANNUNZIO
Con la denominazione di “prosa notturna” si fa riferimento a una serie di scritti composti lungo un arco di tempo che va dal soggiorno francese alla morte (1910-38). Si tratta di opere eterogenee, accomunate da una forte at- tenuazione della retorica e dal parziale venir meno dell’ideologia superomi- stica. Cambiano anche le tematiche: sono trattate la malattia, la morte, i ricordi dell’infanzia. La finzione autobiografica e diaristica contraddi- stingue tutte le “prose notturne”, nelle quali la narrazione avviene in prima persona e il discorso si svolge sempre sul filo della memoria nel tentativo di ricostruire e riattraversare il proprio passato. La scrittura si sostituisce alla vista, divenendo strumento di scandaglio della realtà (“tema della visione interiore”). A livello stilistico è presente una frammentazione della pro- sa, caratterizzata da periodi brevi e privi di enfasi.
Il culmine di questo periodo artistico è costituito dal Notturno, una sorta di diario della malattia: nel febbraio del 1916 un incidente di volo aveva co- stretto d’Annunzio a una temporanea cecità, durata parecchi mesi. È proprio questa cecità a diventare una condizione mentale nuova, conoscitiva e creativa, in grado di tradurre in immagini quell’angoscia che la sofferenza fisica procurava. Formalmente la maggior novità del Notturno è data dalla sovrapposizione di piani temporali (presente-passato) e dalla tendenza a procedere per libere associazioni mentali (frammentismo), in cui la ma- teria narrata non è organizzata nei modi tradizionali dell’intreccio lineare. Questo nuovo tipo di prosa risulta spesso interrotto dalla punteggiatura, al- linea frasi coordinate e tende al lirismo poetico.
Indica quali sono le caratteristiche principali della “fase notturna” della prosa dannunziana.
DomanDa 19
28 PASCOLI
Il primo volumetto di poesie, Myricae, appare nel 1891. Ne usciranno in se- guito edizioni ampliate nel 1892, nel 1894 e nel 1897. Nel 1897 pubblica Il fan- ciullino, testo programmatico in cui Pascoli espone i fondamenti della sua poetica e la prima edizione dei Poemetti. Nel 1903 esce la prima edizione dei Canti di Castelvecchio e la versione definitiva de Il fanciullino; l’anno succes- sivo compare la versione definitiva dei Poemetti, intitolati ora Primi poemet- ti e Poemi conviviali.
I temi principali, che permeano l’universo pascoliano, sono quelli dell’in- fanzia e della morte.
Il tema dell’infanzia costituisce l’essenza stessa della sua poesia: il poeta, come un fanciullo, riesce a vedere ciò che gli adulti non sono più in grado di scorgere attraverso l’intuizione e capacità percettive particolari. L’età della fanciullezza rivive così nel suo sguardo innocente e grazie allo stupore e alla fantasia egli può andare oltre gli oggetti, metterli in relazione tra loro, decifrare i misteriosi simboli che celano la verità.
Il tema della morte è ricorrente nella produzione letteraria di Pascoli. I nu- merosi lutti che turbarono in maniera drammatica la sua infanzia tornano nella sua lirica, sia in forma esplicita che implicita. Una sottile inquietudine pervade ogni descrizione naturale, anche la più idillica, e il peso opprimente dell’ingiustizia umana che ha privato i figli innocenti del loro padre turba continuamente il poeta. L’ossessivo pensiero della morte si manifesta negli oggetti, nei rumori della natura, nei suoni resi con onomatopee. Il poeta ten- ta di superare questa condizione di dolore trovando rifugio nell’intimità fami- liare, tentando di ricostruire il “nido”, precocemente infranto, con le sorelle Maria e Ida e, in seguito al matrimonio di quest’ultima, con la sola Maria, con cui si stabilisce a Castelvecchio di Barga in Garfagnana. Quasi totalmente assente nella poesia pascoliana è invece il tema dell’eros, considerato improprio rispetto alla poetica del fanciullo, e dunque nascosto e negato. Esso traspare tuttavia furtivamente in alcune liriche, in un gioco di alternanza tra attrazione e repulsione verso la sensualità che segna pro- fondamente tutta l’opera del poeta.
Illustra in sintesi le principali opere e i temi di Giovanni Pascoli.
DomanDa 20
29PASCOLI
Lo scritto Il Fanciullino precisa i fondamenti della poetica pascoliana: si trat- ta infatti di un discorso programmatico sul poeta e sulla poesia, suddiviso in venti brevi capitoli pubblicati nel 1897 sul «Marzocco». Ogni uomo dentro di sé, osserva Pascoli, conserva anche da adulto un fanciullo eterno, che guarda il mondo con lo stesso candore e la medesima innocenza di un bam- bino e che pronuncia le parole con il sacrale stupore proprio delle origini dell’umanità. La poesia allora è una sorta di infanzia psichica, che dà voce alla meraviglia con cui il mondo si presenta al fanciullo, cioè al poeta.
L’opera si distingue per un tono apparentemente semplice; in realtà le radici culturali del pensiero espresso da Pascoli risultano ben più com- plesse. L’influenza di Platone è dichiarata dallo stesso autore all’inizio del Fanciullino. Altro importante influsso è quello di Leopardi con le sue teorie sull’immaginazione creatrice di miti, naturalmente attiva negli antichi e nei fanciulli. La facoltà dello stupore poetico è dunque innata in ciascun uomo, non è prerogativa del poeta, piuttosto è poeta colui che è in grado di darle voce. La poesia, quindi, è tale solo quando riesce a parlare con la voce del fanciullo ed è vista come la perenne capacità di stupirsi tipica del mon- do infantile, in una disposizione irrazionale che permane nell’uomo anche quando questi si è ormai allontanato, almeno cronologicamente, dall’infan- zia propriamente intesa. Pascoli dice chiaramente che la poesia non crea, ma si limita a scoprire il lato poetico delle cose, anche quelle più piccole e semplici, con conseguente allargamento dei confini del “poetabile” rispetto a quelli solitamente riconosciuti e ammessi dalla tradizione.
Quali sono le principali idee poetiche contenute ne Il Fanciullino di Gio- vanni Pascoli? E quali le radici culturali alla base della sua composizione?
DomanDa 21
30 PASCOLI
Si può affermare che ciascuna cosa diventa significativa nel discorso poetico di Pascoli. Questa in sintesi la sua poetica delle cose.
Gli oggetti diventano poetici indipendentemente dal loro essere umili o alti, quotidiani o preziosi: essi assumono significato a partire da un’e- sigenza interiore che è tesa ad attribuire a loro un senso. In quest’ottica il mondo degli oggetti si riempie di particolari dal nome esatto, che sono spesso definiti o accompagnati da un suono: la dimensione uditiva e fo- nosimbolica (che esprime cioè un significato per mezzo dei suoni) della realtà diviene quindi centrale nella lingua di Pascoli.
In questo contesto anche la visione assume un ruolo fondamentale: essa esprime la sua ambiguità fra l’oggettività della natura e la distorsione indivi- duale, per cui ciò che è piccolo può diventare grande e viceversa.
Perché si parla di poetica delle cose per Pascoli?
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31PASCOLI
Gli aspetti più evidenti della lingua poetica di Pascoli sono l’esattezza linguistica, con cui il poeta descrive il mondo delle piccole cose che lo circonda, lo sperimentalismo lessicale e la valorizzazione della di- mensione sonora. Sono di uso frequente i tecnicismi e una vera e pro- pria nomenclatura, ad esempio ornitologica e botanica; tale esattezza è immersa in una musicalità di effetti retorici: onomatopee, anafore, ite- razioni, allitterazioni. Ai termini tecnici si affiancano poi termini preziosi, quotidiani e dialettali.
Anche la sintassi costituisce un elemento d’innovazione rispetto alla tra- dizione: essa appare spesso frammentata dalle cesure e dagli enjambement e si articola in segmenti discontinui; frequente è il ricorso all’asindeto per collegare le frasi e ai parallelismi, in un gioco di parole che si ripetono a di- stanza. La sua è una poesia del silenzio che procede per “sottrazione”: esem- plificativo è il ricorso ai tre puntini di sospensione per eliminare il superfluo dalla composizione poetica.
Nella poesia pascoliana inoltre penetrano figure retoriche largamente utilizzate dai poeti simbolisti, quali la sinestesia e l’analogia. L’effetto fi- nale è quello di un plurilinguismo che influenzerà sensibilmente i poeti del Novecento, tra cui Umberto Saba ed Eugenio Montale.
Fai il punto sulla lingua di Pascoli, cogliendo gli aspetti di novità intro- dotti dal poeta all’interno della tradizione poetica italiana.
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32 PASCOLI
La raccolta poetica Myricae, uscita per la prima edizione nel 1891, condensa in sé i caratteri più originali di tutta la poesia pascoliana. Il titolo si riferisce a un verso del poeta latino Virgilio e indica la predilezione di Pascoli per le cose umili. Caratterizzano questa raccolta uno stile basato sul frammento lirico, una notevole varietà di metri e un linguaggio ricco di termini precisi, che segnano per la prima volta l’ingresso nella poesia italiana di nomi di oggetti quotidiani, piante, uccelli. La sensibilità per tutti i suoni, compresi i versi degli animali, pervade costantemente l’opera, in cui preval- gono le dimensioni uditiva e fonosimbolica della realtà. Il tema della morte è centrale e si lega al ricordo dei familiari defunti, in particolare a quello della madre.
I Canti di Castelvecchio, editi per la prima volta nel 1903, si richiamano ai Canti leopardiani: essi introducono un esplicito rapporto e dialogo con la tradizione, cambiando in tal senso l’impostazione delle liriche di Myricae. Il passo delle poesie infatti è più ampio, come strutturata è anche la raccolta, scandita dal succedersi delle stagioni dell’anno, da autunno ad au- tunno. La scansione temporale dei Canti si pone in netta contrapposizione con la dimensione onirica di Myricae, in cui sembrano fluttuare i paesaggi e i ritratti umani, resi sfuggenti e inafferrabili per la totale assenza di connota- zioni realistiche. A dominare però sono le sensazioni del poeta e un esteso simbolismo, che riporta ai temi della tragedia familiare e della morte, come accadeva in Myricae. Si propone a livello di stile il consueto plurilin- guismo pascoliano, ricco di termini appartenenti al dialetto garfagnino, di latinismi, aulicismi, voci romagnole, tecnicismi.
Confronta le due maggiori raccolte poetiche di Pascoli, Myricae e I canti
di Castelvecchio, evidenziandone gli elementi comuni e le principali diffe- renze a livello tematico e stilistico.
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33IL FUTURISMO
Nel febbraio del 1909 esce in francese, sul quotidiano «Le Figaro», il pri- mo Manifesto del Futurismo redatto dai futuristi italiani sotto la guida di Filippo Tommaso Marinetti. Il movimento, che si diffonde soprattutto a Milano, realtà metropolitana dove prendono corpo i miti della velocità e del dinamismo, presenta già dal nome il lancio verso il futuro all’insegna del desiderio di novità e di superamento dei modelli del Decadentismo.
Il Futurismo è nemico del passato, della tradizione e garantisce il suo ap- poggio alle altre avanguardie europee in nome della modernità. Particolar- mente violenta è la polemica contro la borghesia, di cui si contestano i modi di vita e i riti sociali e politici e a cui si contrappongono atteggiamenti di anarchismo, ribellismo e antiparlamentarismo.
Il Futurismo esalta il mito della guerra, del patriottismo e della violenza. La guerra in particolare rappresenta un atto di evoluzione, viene vista come momento di vitalità e di energia. Negli anni che precedono la Prima guerra mondiale i contributi che escono nelle riviste futuriste hanno un ruolo fondamentale nella propaganda interventista. L’ideologia futurista esalta anche il mito della velocità e della macchina di pari passo con il rifiuto del sentimento. L’uomo deve essere asensibile, deve mirare alla per- fezione e all’efficienza del mezzo meccanico. Il Futurismo propaganda una rifondazione totale in ambiti diversi: pit- tura, letteratura, musica, architettura, cinema, danza, moda. In particolare, in ambito teatrale esso propone la rottura della cosiddetta “quarta parete”, ossia il venir meno della separazione netta tra attori e spettatori, e la mesco- lanza di generi diversi.
Commenta i principali punti programmatici del Futurismo teorizzati da Marinetti sul Manifesto del 1909.
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34 LE AVANGUARDIE STORICHE
Il termine avanguardia, che originariamente indicava “il reparto militare che precedeva il grosso della truppa”, viene a definire dall’inizio del Novecento quei movimenti artistici e letterari che si propongono di rompere con la tradizione e di contestarne la validità con un atteggiamento provocatorio, nell’intento di “scuotere” il pubblico.
Al termine avanguardie si accostò in seguito l’aggettivo storiche per distin- guerle da un’ondata di nuovi movimenti artistici e culturali che fiorirono in Europa fra il 1947 e il 1965.
I principali movimenti, che nascono e si diffondono in Europa negli anni che precedono la Prima guerra mondiale, sono: Cubismo, Futurismo, Dadai- smo, Surrealismo, Espressionismo e Astrattismo.
A favorire l’insorgere delle avanguardie storiche è soprattutto il clima di fermento e di inquietudine diffuso in tutti gli ambienti artistici, che porta gradualmente gli artisti a ricercare una nuova espressività e dei nuovi codici e a porsi in netto contrasto con la tradizione.
Anche l’Italia partecipa a questo fermento culturale soprattutto con il Futurismo, il cui fondatore è Filippo Tommaso Marinetti, che sarà accer- chiato da un gruppo di intellettuali, pittori, scultori e poeti.
Cosa si intende per avanguardia e quali furono le principali avanguardie storiche in Europa e in Italia?
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35SVEVO
Il personaggio dell’inetto, individuo inadatto alla vita e alla società, è al centro dei romanzi sveviani: è Alfonso Nitti in Una vita, è Emilio Brentani in Senilità, è Zeno Cosini ne La coscienza di Zeno.
Al vitalismo esasperato dei protagonisti dei romanzi dannunziani si con- trappone quindi l’atteggiamento opposto: l’introversione totale. Il perso- naggio dei romanzi sveviani è ripiegato su se stesso, perché “inetto”, e lega- to a una concezione dell’esistenza opposta a quella dei contemporanei. Egli vive in una costante condizione d’insicurezza e affronta la propria esistenza senza mai averne il pieno controllo.
Nei suoi romanzi all’inetto si contrappone sempre un antagonista (Macario in Una vita, Stefano Balli in Senilità, Guido Speier ne La coscienza di Zeno), personaggio al contrario forte e vincente; ricorrente è anche una figura femminile superficiale e affascinante (Annetta, Angiolina, Ada), che rappresenta l’oggetto del desiderio del protagonista, a cui se ne contrappone un’altra pacata e un po’ stinta (Lucia, Amalia, Augusta). Pur in questo quadro ricorrente, Svevo riesce a rendere ogni personaggio credibile e vivo.
La figura dell’inetto è una costante nella produzione letteraria di Svevo. Illustrane le caratteristiche.
DomanDa 27
36 SVEVO
Il romanzo di Svevo introduce molti elementi di novità rispetto alla tradi- zione ottocentesca. Il primo è sicuramente la scansione temporale non cronologica, ma per nuclei tematici in cui domina il “tempo misto”, ovvero il tempo interiore della coscienza: non un ordinato susseguirsi di av- venimenti, ma un loro continuo intersecarsi, in cui il passato si insinua nel presente, il presente nel passato.
Il piano narrativo diventa doppio: da una parte il racconto che Zeno Cosini fa della sua vita; dall’altra la cornice, ossia il rapporto conflittuale tra Zeno e il suo psicoanalista, il dottor S., che decide di pubblicare per ripicca il diario del suo paziente.
Il titolo, sfuggente e ambiguo, fa riferimento al cuore della vicenda, che è costituito dall’analisi dell’inconscio di Zeno: le lacerazioni, le contrad- dizioni, le indagini nei meccanismi profondi dell’animo umano. Zeno è sog- getto e oggetto di critica, è allo stesso tempo io narrante e io narrato. Il per- sonaggio psicologicamente unitario del romanzo ottocentesco si dissolve e si assiste a uno sdoppiamento della figura del narratore, che tuttavia si rive- la inattendibile a causa della perenne incertezza. Anche il dottor S. si rivela inattendibile per la sua scarsa ortodossia freudiana, per il suo carattere vendicativo, per il suo dichiarato interesse economico, per il ricatto al pa- ziente. Nella Prefazione egli dichiara infatti di aver pubblicato per vendetta il “memoriale” di Zeno dopo averlo prescritto al paziente. Al deliberato rove- sciamento ironico della figura dello psicoanalista si affianca anche quella del narratore: si propongono due punti di vista inaffidabili, perché screditati. Mancando quindi un autore che proponga una versione verosimile dei fatti, al lettore sono affidate delle ipotesi interpretative: è un’opera aperta, il cui significato è plurivoco e in cui il lettore è invitato alla costruzione del senso.
La coscienza di Zeno è un romanzo innovativo. Approfondisci gli aspetti che costituiscono la novità del romanzo.
DomanDa 28
37PIRANDELLO
Ne L’umorismo Pirandello definisce la novità della sua poetica, sofferman- dosi sulla distinzione fra comicità e umorismo. Ricorre al celebre esempio della “vecchia signora […] goffamente imbellettata e parata di abiti giovani- li”, che suscita in chi la osserva il riso. Questa reazione è secondo Pirandello “l’avvertimento del contrario”: una vecchia che si atteggia come una ra- gazza viene “avvertita” da chi la vede come il contrario di ciò che dovrebbe essere, ovvero una signora in abiti dimessi, adatti alla sua età. Fermandosi però a riflettere, si potrebbe supporre che la vecchia non ama truccarsi e vestirsi così, ma lo fa per tenere legato a sé un marito giovane, che non la ama… Subentrando quindi la riflessione circa il fatto che ha suscitato il riso, il comico è superato dal “sentimento del contrario”, attraverso il quale si svela dunque l’oltre che nasconde la reale condizione dell’uomo.
La posizione dell’artista non è quella di chi si limita a osservare e ad ana- lizzare, ma quella di chi è chiamato a una sorta di solidarietà (l’umorismo è un sentimento) che scaturisce dal momento riflessivo stesso.
A differenza dello scrittore tradizionale, che attraverso l’arte epica era in grado di estrarre dalla realtà, cangiante e mutevole, una verità assoluta e universale, l’umorista prende coscienza del fatto che non è più possibile giungere a un’unica verità, poiché questa è caotica, instabile e incerta. L’u- morista non può che limitarsi pertanto a svelare la disgregazione dell’in- dividuo e la frammentarietà del reale.
Nel saggio del 1908 L’umorismo Pirandello getta le basi della sua poetica. Illustra il saggio e le idee trattate in esso.
DomanDa 29
38 PIRANDELLO
La produzione pirandelliana consta di sette romanzi, che sono composti in un arco di tempo piuttosto ampio (al 1901 risale la pubblicazione de L’esclusa, mentre Uno, nessuno, centomila esce nel 1926).
Un tratto che accomuna i romanzi è la tendenza alla dissoluzione dell’unitarietà della trama, che si disperde in continue deviazioni perché il tempo non ha più un cammino lineare e progressivo, ma segue gli sbalzi, le pause e i precipizi della coscienza. Slittano quindi anche i piani temporali, passato e presente si intrecciano e si contaminano.
La narrazione è assunta dalla voce del protagonista, che filtra attra- verso il suo punto di vista l’intera vicenda alterandone spesso i contorni, deformandola in rapporto ai percorsi della sua coscienza. L’io narrante quin- di non domina la storia, non è in grado di interpretarla e non fornisce un significato al lettore: crolla l’illusione di una verità oggettiva.
Si verifica la dissoluzione del personaggio tradizionale, quello della tradizione romanzesca dell’Ottocento: i personaggi pirandelliani, quando si rendono conto dell’impossibilità di raggiungere la verità così come una dimensione autentica dell’esistenza, diventano “forestieri della vita”, acqui- stando quindi, sospesi in un “vuoto strano”, una vista diversa e disincan- tata.
Il romanzo di Pirandello inoltre arriva anche a riflettere su se stesso, sulle sue strutture, diventando metanarrativo.
Quali costanti si ritrovano nei romanzi pirandelliani, che ne costituisco- no la modernità?
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39PIRANDELLO
La produzione teatrale pirandelliana si sviluppa dagli ultimi anni dell’Otto- cento fino alla morte dello scrittore e conta più di quaranta commedie, che fanno parte della raccolta Maschere nude.
È tradizione distinguere quattro fasi nel percorso teatrale di Pirandello. La prima comprende opere di ambientazione siciliana: sono testi di
impronta naturalista, scritti in dialetto. Segue la fase del “grottesco” o “teatro umoristico” che, attraverso l’irrigidimento dei ruoli e delle situa- zioni, mette in scena il rovesciamento paradossale del dramma borghese. Tra il 1921 e gli anni Trenta si colloca poi la fase del metateatro, che si apre con la prima rappresentazione di Sei personaggi in cerca di autore e si comple- ta con A suo modo e Questa sera si recita a soggetto. All’ultima fase del teatro pirandelliano, quella dei cosiddetti “Miti”, appartiene l’opera incompleta I giganti della montagna, che racchiude il testamento poetico di Pirandello.
Durante la fase del metateatro, che si apre con la rappresentazione di Sei personaggi in cerca di autore (1921), Pirandello svolge una riflessione sul teatro attraverso il teatro (da qui l’espressione metateatro). Al centro del dramma dei Sei personaggi c’è il “disagio del teatro”, ovvero la difficoltà di dare corpo alla fantasia dell’autore nella forma della rappresentazione te- atrale, che risulta sempre un tradimento dell’opera originaria. I sei perso- naggi, prodotti dall’immaginazione, ma divenuti autonomi rispetto ad essa, reclamano di essere definiti in una forma, chiedono di vivere in teatro, dopo essere stati rifiutati dal loro autore.
Tra le innovazioni più significative di questo nuovo linguaggio teatrale figurano:
la scomparsa della quarta parete: salta la barriera ideale fra palco e
Fai il punto sul teatro di Pirandello illustrando le caratteristiche delle varie fasi e soffermandoti sul metateatro pirandelliano: significato, prin- cipali innovazioni, testi chiave.
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40 pubblico, che perde la sua tradizionale funzione di spettatore e, privo di protezione, viene coinvolto nella dimensione inquietante del dietro le quinte;
la messa a nudo dell’illusione teatrale e dei suoi strumenti tradizio- nali, da cui deriva una radicale trasformazione dello spazio scenico: il palco non è più il luogo dell’illusione scenica, al contrario esso svela tutte le sue finzioni e i tradizionali oggetti di scena vengono utilizzati in modo straniato;
la rottura della linearità del tempo e la frammentazione dell’azione scenica a causa di frequenti interruzioni, che irrompono sotto forma di casualità, incidente o imprevisto;
la struttura aperta e l’impossibilità del dramma moderno a fornire una soluzione ai travagli dell’uomo, che hanno come conseguenza diret- ta il fatto che lo spettatore, turbato dai dubbi che non è riuscito a scioglie- re, si trova privato della catarsi, ossia di quell’opportunità di purificarsi e liberarsi dalle passioni, in cui c
/ letteratura
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3INDICE
Leopardi .............................................................................................................................................................................................................................................. Domanda n. 1 Illustra le caratteristiche della fase del cosiddetto “pessimismo storico” e
la poetica leopardiana di questo periodo ................................................................................................... Domanda n. 2 Spiega in che cosa consiste il cosiddetto “pessimismo cosmico”, mettendo
in evidenza le riflessioni e le teorie filosofiche che ne determinano il pas- saggio dal “pessimismo storico”..............................................................................................................................
Domanda n. 3 Spiega in che cosa consiste la “teoria del piacere” indicando i presupposti filosofici e i suoi legami con la “poetica del vago e dell’indefinito” ..........................
Domanda n. 4 Spiega il titolo e definisci i temi trattati nella Ginestra ............................................................
Il Naturalismo ............................................................................................................................................................................................................................ Domanda n. 5 Illustra le caratteristiche del Naturalismo ................................................................................................
La Scapigliatura ....................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 6 Definisci le caratteristiche della Scapigliatura ....................................................................................
Verga ........................................................................................................................................................................................................................................................ Domanda n. 7 Illustra le tecniche narrative innovative di Verga ............................................................................ Domanda n. 8 Illustra in quale spazio e tempo si svolgono le vicende dei Malavoglia e
quali sono i principali significati del testo ................................................................................................ Domanda n. 9 Analizza il romanzo Mastro-don Gesualdo dal punto di vista strutturale,
tematico, stilistico ...................................................................................................................................................................
Il Verismo .......................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 10 Illustra le principali caratteristiche del Verismo italiano ......................................................
Il Decadentismo ...................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 11 Spiega quali sono le caratteristiche essenziali del Decadentismo ............................ Domanda n. 12 Individua gli atteggiamenti tipici degli artisti decadenti ......................................................
Baudelaire ....................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 13 Spiega in che cosa consiste la modernità della raccolta poetica di Charles
Baudelaire Les fleurs du mal e le sue caratteristiche .....................................................................
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4 Il Simbolismo .............................................................................................................................................................................................................................. Domanda n. 14 Definisci le caratteristiche del movimento poetico del Simbolismo ...................... Domanda n. 15 Spiega che cosa si intende per “poeta veggente” ...........................................................................
D’Annunzio ..................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 16 Ricostruisci in sintesi le fasi principali della biografia di d’Annunzio .................... Domanda n. 17 Fai una breve analisi del romanzo Il piacere e definisci il profilo del suo
protagonista ..................................................................................................................................................................................... Domanda n. 18 Illustra il progetto delle Laudi, analizzando la centralità di Alcyone sotto il
profilo tematico, strutturale e linguistico ................................................................................................. Domanda n. 19 Indica quali sono le caratteristiche principali della “fase notturna” della
prosa dannunziana ...................................................................................................................................................................
Pascoli ................................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 20 Illustra in sintesi le principali opere e i temi di Giovanni Pascoli ............................... Domanda n. 21 Quali sono le principali idee poetiche contenute ne Il Fanciullino di Giovanni
Pascoli? E quali le radici culturali alla base della sua composizione? .................... Domanda n. 22 Perché si parla di poetica delle cose per Pascoli? ............................................................................ Domanda n. 23 Fai il punto sulla lingua di Pascoli, cogliendo gli aspetti di novità introdotti
dal poeta all’interno della tradizione poetica italiana ............................................................... Domanda n. 24 Confronta le due maggiori raccolte poetiche di Pascoli, Myricae e I canti di
Castelvecchio, evidenziandone gli elementi comuni e le principali differenze a livello tematico e stilistico .......................................................................................................................................
Il Futurismo ................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 25 Commenta i principali punti programmatici del Futurismo teorizzati da
Marinetti sul Manifesto del 1909 .............................................................................................................................
Le avanguardie storiche ............................................................................................................................................................................................. Domanda n. 26 Cosa si intende per avanguardia e quali furono le principali avanguardie
storiche in Europa e in Italia? ....................................................................................................................................
Svevo ........................................................................................................................................................................................................................................................ Domanda n. 27 La figura dell’inetto è una costante nella produzione letteraria di Svevo.
Illustrane le caratteristiche .......................................................................................................................................... Domanda n. 28 La coscienza di Zeno è un romanzo innovativo. Approfondisci gli aspetti che
costituiscono la novità del romanzo .................................................................................................................
Pirandello ......................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 29 Nel saggio del 1908 L’umorismo Pirandello getta le basi della sua poetica.
Illustra il saggio e le idee trattate in esso .................................................................................................
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5Domanda n. 30 Quali costanti si ritrovano nei romanzi pirandelliani, che ne costituiscono la modernità? ..................................................................................................................................................................................
Domanda n. 31 Fai il punto sul teatro di Pirandello illustrando le caratteristiche delle varie fasi e soffermandoti sul metateatro pirandelliano: significato, principali in- novazioni, testi chiave ........................................................................................................................................................
Gadda ..................................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 32 Illustra il pensiero e la poetica di Gadda ..................................................................................................... Domanda n. 33 La lingua di Gadda è una miscela originale e complessa, espressione diretta
del suo sguardo sul mondo. Analizzala, individuando le sue diverse compo- nenti ...........................................................................................................................................................................................................
I Crepuscolari .............................................................................................................................................................................................................................. Domanda n. 34 Quali sono i tratti comuni della poesia crepuscolare in Italia? ...........................................
Gozzano ............................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 35 La vita, le opere e la poetica di Guido Gozzano .................................................................................. Domanda n. 36 Di Gozzano è stato detto che per primo è riuscito ad “attraversare d’An-
nunzio” per giungere a un territorio suo. Quale è stata l’influenza di d’An- nunzio su questo autore? ................................................................................................................................................
Campana ............................................................................................................................................................................................................................................ Domanda n. 37 I Canti orfici di Dino Campana si segnalano per l’originalità, a cominciare
dal titolo. Illustrane struttura, temi e stile, soffermandoti anche sulla con- cezione della poesia di questo autore ............................................................................................................
Ungaretti ........................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 38 Delinea sinteticamente le tre fasi della poesia ungarettiana ......................................... Domanda n. 39 Illustra l’importanza delle raccolte di Ungaretti Il Porto Sepolto e Allegria
di Naufragi per la poesia italiana del Novecento, soprattutto a livello for- male ............................................................................................................................................................................................................
Domanda n. 40 Quale importanza riveste la dimensione autobiografica nella poesia di Ungaretti? ............................................................................................................................................................................................
Montale ............................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 41 Qual è il significato del titolo della raccolta poetica di Montale Ossi di sep-
pia? Perché è emblematico di tutta la poetica di Montale? .............................................. Domanda n. 42 Fai il punto sulle raccolte poetiche di Montale dopo Ossi di seppia e sui temi
in esse trattati ...............................................................................................................................................................................
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6 Saba ........................................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 43 Quali sono i modelli e gli influssi culturali che hanno agito in maniera pre-
ponderante sulla poesia di Saba? .......................................................................................................................... Domanda n. 44 Fai il punto sul Canzoniere di Saba, analizzando in particolare la struttura,
i temi, i modelli letterari e culturali, lo stile ..........................................................................................
Fenoglio .............................................................................................................................................................................................................................................. Domanda n. 45 Nella narrativa di Fenoglio sono importanti due filoni tematici: la guer-
ra partigiana e il mondo contadino delle Langhe. Analizza la produzione dell’autore sulla scorta di questa indicazione critica ..................................................................
Pavese ................................................................................................................................................................................................................................................... Domanda n. 46 Pavese ha elaborato una poetica originale nel panorama della narrativa
post-bellica. Esponi i tratti salienti di tale poetica .......................................................................
Pasolini ................................................................................................................................................................................................................................................ Domanda n. 47 In che cosa consiste la contaminazione linguistica fra materia bassa e cul-
tura alta che si riscontra in tutti i generi (poesia, prosa, saggistica e lin- guaggio cinematografico) praticati da Pasolini? ................................................................................
Domanda n. 48 Indica come nel romanzo Ragazzi di vita si ritrovino molti degli interessi di Pasolini, legati tanto ad aspetti tematici e contenutistici che formali: l’interesse verso gli umili e i diseredati, la coralità, lo sperimentalismo lin- guistico ....................................................................................................................................................................................................
Calvino .................................................................................................................................................................................................................................................. Domanda n. 49 Dalla fase realistica dei libri d’esordio a Palomar: metti in evidenza i pas-
saggi che scandiscono l’evoluzione narrativa e delle poetiche dell’autore Domanda n. 50 Analizza le caratteristiche principali del linguaggio di Calvino ......................................
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7LEOPARDI
Nella prima fase del suo pensiero, che coincide con gli anni 1816-19, Leo- pardi attribuisce alla Natura una funzione benigna e consolatoria: essa ha voluto infatti donare all’uomo le illusioni (l’amore, l’amicizia e la gloria) per alleviare la sua pena di stare al mondo. Leopardi si rende però conto che il progresso dell’epoca moderna e l’attitudine alla conoscenza razionale della realtà hanno distrutto le illusioni, rivelandone l’aspetto ingannevole, e hanno collocato l’uomo moderno in una condizione di maggiore in- felicità rispetto all’antico, che viveva una vita intensa e ricca di passioni in armonia con la Natura. Questa fase del pensiero leopardiano è definita “pes- simismo storico” nel senso che la condizione di infelicità viene vista come tipica dell’età sua contemporanea, esito di un processo di corruzione, che ha portato l’uomo ad allontanarsi dalla Natura nel corso della storia.
Illustra le caratteristiche della fase del cosiddetto “pessimismo storico” e la poetica leopardiana di questo periodo.
DomanDa 1
8 LEOPARDI
L’allontanamento dalla religione cattolica e il progressivo avvicinamento di Leopardi a teorie materialistiche e meccanicistiche, già a partire dagli anni Venti, fanno entrare in crisi l’idea della Natura vista come benigna. La Natu- ra, retta da leggi proprie, si rivela del tutto indifferente nei confronti dei mali e delle sofferenze umane. È una forza maligna, avversa al genere umano, ed è individuata come principale responsabile dell’infelicità dell’uo- mo. Il pessimismo nel pensiero di Leopardi diventa “cosmico” quando l’in- felicità è scoperta come dato costante, oggettivo, universale, riscontrabile in ogni epoca e in ogni luogo, perché strutturale della condizione umana e non di una singola epoca storica. I meccanismi della Natura sono finalizzati alla conservazione del sistema, non delle sue singole parti.
Spiega in che cosa consiste il cosiddetto “pessimismo cosmico”, met- tendo in evidenza le riflessioni e le teorie filosofiche che ne determina- no il passaggio dal “pessimismo storico”.
DomanDa 2
9LEOPARDI
L’uomo, secondo la concezione leopardiana, desidera un piacere infinito per estensione e per durata, ma poiché i sensi di cui è dotato sono limitati e insufficienti, nessuno dei piaceri umani può soddisfare tale esigenza. L’i- nappagamento quindi è una delle principali cause dell’infelicità umana: l’uomo vive un senso di vuoto, un’insoddisfazione costante nello scarto fra la sua aspirazione al piacere e la sua impossibilità di coglierlo. Questa è la cosiddetta teoria del piacere alla cui base risultano evidenti le tracce del sensismo, la corrente settecentesca che considera la conoscenza come rie- laborazione dei dati raccolti dai sensi.
Poiché il piacere è irraggiungibile, come abbiamo visto, l’uomo se lo con- figura nell’immaginazione: la realtà immaginata compensa in parte una vita che è caratterizzata da infelicità e noia. Ciò che stimola l’immagina- zione è tutto ciò che è vago e indefinito, lontano e ignoto. Leopardi quin- di nello Zibaldone elenca una serie di aspetti di grande forza evocativa, che stimolano l’immaginazione: la vista impedita da un ostacolo come una siepe, un albero, una torre, un filare d’alberi che si perde all’orizzonte, un declivio di cui non si riesce a vedere la fine… Contemporaneamente esistono suoni “poetici”: un canto che vada a poco a poco allontanandosi, un canto che giunge all’esterno dal chiuso di una stanza, il muggito degli armenti che echeggia per le valli, lo stormire del vento tra le fronde…
Il bello poetico consiste quindi nel vago e nell’indefinito, e si manifesta in immagini, suoni e parole suggestivi, capaci di evocare sensazioni che ci hanno affascinato da fanciulli (“teoria della rimembranza”).
Spiega in che cosa consiste la “teoria del piacere” indicando i presup- posti filosofici e i suoi legami con la “poetica del vago e dell’indefinito”.
DomanDa 3
10 LEOPARDI
La ginestra, composta nel 1836 a Villa Ferrigni, sulle falde del Vesuvio, co- stituisce l’epilogo ideale dei Canti, il punto più complesso dell’esperienza poetica e meditativa di Leopardi. L’unicità del canto si avverte già dalla sua estensione (317 versi), anomala rispetto alle altre liriche della raccolta. La ginestra attecchisce in luoghi deserti e impervi, come le falde laviche del Vesuvio, abbellisce con la sua forza cromatica (giallo), profuma e si oppone alla potenza distruttrice della Natura. Il suo atteggiamento coraggioso e mai rassegnato è un modello di comportamento per l’uomo. Di fronte all’ostilità della Natura l’uomo è chiamato infatti a non arrendersi, a non ce- dere alle illusioni, ma ad accettare e vivere con dignità e coraggio la propria condizione.
Nella lirica Leopardi riconosce la possibilità di un progresso non nel senso tradizionale, ma come evoluzione verso una società più giusta, che garantisca rapporti umani fra gli uomini. Gli uomini inoltre devono acqui- sire consapevolezza della malignità della Natura e coalizzarsi contro la loro comune nemica, unendo le loro forze in una social catena, un’alleanza che porti a una società più giusta. Anche se la condizione umana resta infelice, l’uomo viene confortato dai suoi simili. L’intellettuale ha il compito di dif- fondere questo messaggio. Nell’ultima strofa viene richiamata l’immagine iniziale della ginestra, che abbellisce i luoghi desertici con i suoi cespugli profumati. Sopraffatta dalla lava piegherà il capo senza opporre resistenza, accettando con dignità il proprio destino, consapevole di non essere im- mortale.
Spiega il titolo e definisci i temi trattati nella Ginestra.
DomanDa 4
11IL NATURALISMO
La tendenza del Positivismo a fondare le conoscenze e le indagini su basi scientifiche e su dati certi coinvolge anche la letteratura. Il Naturalismo è infatti il modo in cui la letteratura si propone di condurre un’indagine scientifica sull’uomo, partendo dal presupposto dell’esistenza di leggi che regolano l’andamento della società e del comportamento individuale: le leg- gi e i fattori, derivati dalla filosofia di Hyppolite Taine, sono race, milieu e moment (ereditarietà dei caratteri, ambiente, momento storico).
I naturalisti francesi identificano nel romanzo la strada per tentare questa singolare ricerca sulla psicologia e sulle relazioni umane. Il roman- zo dovrà acquisire una connotazione “realistica” per indagare le dinamiche della società e per incrementare le conoscenze dell’uomo; il narratore dovrà quanto più possibile “scomparire” e rinunciare all’onniscienza, mostrandosi estraneo alla vicenda e astenendosi da commenti e giudizi per “fotografare” la realtà in maniera obiettiva e rigorosa.
Nel saggio Il romanzo sperimentale (1880) Èmile Zola dà la sistemazione più compiuta ai presupposti teorici del Naturalismo. Le caratteristiche del romanzo naturalista sono: la descrizione oggettiva della realtà;
il metodo dell’impersonalità, che consiste in una narrazione scevra dal punto di vista soggettivo dell’autore;
l’impostazione scientifica della narrazione, che si basa su osserva- zione e sperimentazione;
il rifiuto della funzione estetica dell’arte, in quanto è la Verità che interessa anche nei suoi aspetti più crudi e riprovevoli;
il riconoscimento della funzione sociale dell’arte che deve denunciare i mali della società.
Illustra le caratteristiche del Naturalismo.
DomanDa 5
12 LA SCAPIGLIATURA
Il termine definisce un gruppo di scrittori e artisti uniti da spirito d’in- dipendenza e irrequietezza, che amano vivere in maniera eccentrica e disor- dinata. Li accomuna un generico ribellismo contro l’ipocrisia della società borghese e la condanna della logica materialistica dell’utile, a cui contrap- pongono la superiorità dei valori dell’arte e dello spirito. L’artista avverte la propria estraneità rispetto al mondo contemporaneo, vive una profonda crisi d’identità che compromette il suo tradizionale ruolo di guida morale, si sente inutile ed emarginato. Egli rivendica tuttavia una superiorità spiri- tuale che lo innalza al di sopra dell’uomo comune. Per designarli si utilizza talvolta anche l’espressione francese Bohème (da bohèmiens, zingari prove- nienti dalla Boemia).
La Scapigliatura si diffonde soprattutto a Milano e Torino intorno al 1860-70 circa. I principali esponenti – Emilio Praga, Iginio Ugo Tarchetti, Camillo e Arrigo Boito, Carlo Dossi – non costituirono una “scuola” perché non furono accomunati da scelte stilistiche, teorie estetiche e posizioni po- litiche, ma da legami d’amicizia e da un generico spirito di ribellione nei confronti delle convenzioni sociali e letterarie.
Il loro comportamento ribellistico e provocatoriamente anticon- formista corrisponde a una produzione letteraria denigratoria nei con- fronti dei modelli canonici (Manzoni) e tesa alla ricerca di effetti provoca- tori, irriverenti e sorprendenti nei confronti della tradizione sia sul piano contenutistico-tematico (argomenti morbosi e casi patologici) sia sul piano stilistico (tendenza espressionistica della scrittura, accostamenti lessicali violenti e contrastanti ecc.). Significativi gli sperimentalismi linguistici sul piano sintattico, lessicale e ortografico, che in parte anticipano la prosa no- vecentesca.
Il tema privilegiato è l’amore, svuotato delle valenze romantiche e deformato umoristicamente o paradossalmente in amore-malattia, in pos-
Definisci le caratteristiche della Scapigliatura.
DomanDa 6
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13sessività nevrotica e ossessiva della donna. Altri temi sono la morte, il sogno e il demoniaco, la dimensione del doppio, la ricerca del “brutto”.
Tra le opere, ci si può soffermare in maniera esemplificativa sulla Fosca di Iginio Ugo Tarchetti, incentrata su una vicenda di amore e morte. Giorgio, il protagonista che parla in prima persona, ha una relazione con la bellis- sima e radiosa Clara, ma vive un’ambivalente situazione di attrazione e re- pulsione nei confronti di Fosca, una donna brutta, malata e dalla sensibilità morbosa.
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14 VERGA
La rottura con la tradizione della narrativa di Verga avviene principalmente sul piano delle tecniche narrative.
Tecnica dell’impersonalità: l’obiettivo è di dare al lettore l’illusione completa della realtà. I fatti non sono presentati da un narratore on- nisciente, ma dal punto di vista dei personaggi che vivono nell’ambiente rappresentato: questa scelta implica non solo l’adozione di un linguaggio il più vicino possibile alla lingua parlata, ma anche l’assunzione dei modi di pensare e di giudicare propri del mondo raffigurato (cfr. Prefazione ai Malavoglia).
Artificio della regressione: l’autore arretra dalla propria visione del mondo, per assumere l’ottica e il sistema di valori dei personaggi. Verga rinuncia a interpretare i fatti con i suoi parametri di uomo colto e assu- me la prospettiva del “coro” del paese; partecipe dell’ambiente sociale rappresentato, ne condivide mentalità e cultura.
Straniamento: i fatti normali vengono raccontati come se fossero stra- ni, oppure viceversa. Il ristabilimento della verità non viene attuato con un intervento dell’autore (questo violerebbe la legge dell’impersonalità), ma ricavato dal testo stesso, dall’evidenza dei fatti. Casi esemplari della tecnica dello straniamento sono: la reazione di Rosso Malpelo alla morte del padre (chiusura in se stesso, rifiuto del cibo), che è presentata come “strana” per confermare la natura malvagia del ragazzo; la visione legata alla logica dell’utile del “coro” di Aci Trezza, che giudica come “strano” l’agire dei Malavoglia, le cui azioni sono guidate dagli affetti e dai valori familiari.
Discorso indiretto libero: è caratterizzato dall’assenza di segni gra- fici (due punti e virgolette) e di verbi introduttivi del discorso diretto
Illustra le tecniche narrative innovative di Verga.
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15(dire e pensare); dall’essere riferito in terza persona; da un linguaggio spiccatamente popolare con espressioni tipiche della lingua parlata. Ad esempio, nel capitolo III dei Malavoglia, la morte di Bastianazzo, avvenu- ta in seguito al naufragio della Provvidenza, non viene descritta diretta- mente da Verga, ma attraverso i discorsi e i gesti di tutti i membri della comunità.
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16 VERGA
La vicenda dei Malavoglia ha inizio nel 1863 ad Aci Trezza, un villaggio di pescatori vicino a Catania. I Malavoglia sono una famiglia di pescatori pro- prietari di una barca, la Provvidenza, e di una casa, «la casa del nespolo». Per iniziativa di padron ’Ntoni, il capofamiglia, i Malavoglia si avventurano in un’impresa commerciale, il trasporto per mare di un carico di lupini. Ma Ba- stianazzo, uno dei figli di padron ’Ntoni, muore nel naufragio della barca. Re- sta inoltre un grosso debito da saldare, dato che i lupini sono stati comprati a credito dallo zio Crocifisso, l’usuraio del paese. Il fallimento dell’operazione commerciale avvia una sequenza impressionante di disgrazie e il parziale lie- to fine non è sufficiente a mascherare la disgregazione del nucleo familiare. In questo consiste proprio il pessimismo di Verga, ossia una visione anti-idillica della realtà, in cui ogni volontà di cambiamento si risolve con una disgrazia e solo se si rimane chiusi nel proprio guscio si può sperare di salvarsi (“ideale dell’ostrica”). Attorno alla famiglia è sempre presente il chiacchiericcio del “coro”, l’altro protagonista del romanzo, che attraverso i suoi commenti conferisce alla narrazione una straordinaria ricchezza espressiva e tematica.
L’azione si dipana in un tempo storico che va dal 1863 al 1877-78. Sul tempo della storia prevale quello ciclico del passare delle stagioni e delle fe- ste religiose. Lo spazio in cui si svolgono le vicende è quello del paese sici- liano con i suoi punti di riferimento, rappresentati dai luoghi familiari ai personaggi (la piazza, la farmacia, l’osteria) all’interno dei quali rimane an- corato il punto di vista della narrazione.
Il romanzo si basa su una logica bipolare, che esemplifica le due etiche contrapposte presenti nel paese: da una parte i Malavoglia con la loro visio- ne del mondo basata su valori antichi (laboriosità e altruismo); dall’altra il resto del villaggio mosso al contrario da una logica di interesse personale (egoismo, crudeltà, ricatti ecc.).
Illustra in quale spazio e tempo si svolgono le vicende dei Malavoglia e quali sono i principali significati del testo.
DomanDa 8
17VERGA
Mastro-don Gesualdo è il romanzo dell’eroe moderno, del quale vengono esal- tate l’intelligenza e la tenacia. L’ascesa di Gesualdo si svolge in un ambiente più ricco e vario rispetto a quello di Aci Trezza: spazia dal mondo di operai, contadini e artigiani poveri ai ricchi possidenti borghesi o aristocratici.
Ambientato a Vizzini, una cittadina tra Ragusa e Catania, negli anni fra il 1820 e il 1848, il romanzo racconta le vicende di Gesualdo Motta, un “uomo nuovo”, venuto dal nulla, che diviene ricchissimo e potente. L’ingen- te fortuna accumulata gli consente di trattare con i nobili e di sposare un’a- ristocratica decaduta, Bianca Trao. Il matrimonio, che sembrerebbe sancire la consacrazione sociale definitiva di Gesualdo, segna in realtà l’inizio del- la sua parabola discendente. Gli sforzi per stabilire un’intesa con la moglie sono vani e nessuna gioia gli viene dalla figlia Isabella, che forse non è sua. ll romanzo si chiude con la morte in solitudine di Gesualdo a Palermo, dove è ospite della figlia nel ricco palazzo nobiliare in cui vive, dopo aver sposato, con un matrimonio di convenienza, il Duca di Leyra. Nella lunga agonia che precede la fine Gesualdo prende coscienza della vanità della fatica volta all’accumulo della roba.
Il Mastro-don Gesualdo racconta quindi il fallimento dell’“ideologia della roba”: Gesualdo è un “vinto” perché non si riconosce più in nessuna classe sociale, né quella contadina a cui apparteneva, né quella borghese che ha raggiunto. Il narratore abbandona lo stile corale dei Malavoglia e guida il racconto: alterna il giudizio critico diretto a momenti di ellissi narrati- va. I periodi sono brevi, frequentemente spezzati, con cadenze rapide e in- calzanti. Il linguaggio differisce da quello dei Malavoglia: è il parlato dei piccolo-borghesi e dei ricchi, ben inseriti nelle attività produttive.
Analizza il romanzo Mastro-don Gesualdo dal punto di vista strutturale, tematico, stilistico.
DomanDa 9
18 IL VERISMO
La cultura italiana degli anni Settanta dell’Ottocento sviluppa una grande attenzione per il Naturalismo francese e in particolare per Èmile Zola, le cui teorie della narrativa vengono rielaborate dal nostro Verismo.
Nel marzo 1877 la recensione di Luigi Capuana sul «Corriere della Sera» del romanzo di Zola L’Assomoir ne determina un grande successo di pubblico. Capuana rivolge la sua attenzione soprattutto sulla tecnica dell’impersona- lità di Zola, che consente di descrivere perfettamente le vicende senza par- tecipazioni emotive da parte del narratore. La principale preoccupazione del romanziere deve essere infatti quella di rappresentare la realtà del mondo contemporaneo con precisione oggettiva, aderendo il più possibile al vero. Il problema dei romanzieri veristi è quindi in primo luogo la rappresenta- zione del vero: viene elaborata una tecnica narrativa assolutamente impersonale, simile al metodo dell’osservazione scientifica. Mentre però per il Naturalismo francese l’autore è uno scienziato che si allontana dall’og- getto narrato per osservarlo dall’esterno e dall’alto, lo scrittore verista è consapevole del fatto che il romanzo resta pur sempre un genere ibrido, in cui convivono poesia e riflessione conoscitiva. Per mettere a fuoco la realtà lo scrittore non può comportarsi in tutto e per tutto come uno scienziato, dimenticando la propria specificità: egli al contrario dovrebbe calarsi nella pelle dei personaggi, vedere le cose con i loro occhi ed esprimerle con le loro parole.
Federico De Roberto, uno dei più importanti autori veristi, mostra nel- le sue opere una particolare attenzione per la psicologia dei personag- gi, mosso dal forte desiderio di scavare nell’animo umano per spiegarne i comportamenti più strani e deviati. La tendenza alla rappresentazione dei caratteri psicologici si traduce in una totale perdita di fiducia nella storia e in una progressiva diminuzione dell’impegno sociale e politico dello scrittore.
Illustra le principali caratteristiche del Verismo italiano.
DomanDa 10
19IL DECADENTISMO
Il movimento culturale, che si afferma in Europa negli anni Settanta e Ottanta dell’Ottocento e che è noto con il nome di Decadentismo, prende le mosse dal- la crisi del Positivismo filosofico, che aveva determinato una sopravvalutazio- ne del potere delle scienze. Ad esso gli intellettuali decadenti contrappongono una tendenza a rinnegare la possibilità di rappresentare il reale in maniera razionale, coerente e completa. Essi al contrario sottolineano gli aspetti irra- zionali della mente e della percezione, sotto l’influenza delle considerazioni fi- losofiche espresse da Nietzsche, Bergson e Freud (fondatore della psicoanalisi e scopritore dell’inconscio).
Per comprendere al meglio le caratteristiche di questo movimento è signi- ficativo anche il confronto con il Romanticismo, di cui vengono ripresi mol- ti aspetti: sfiducia nella ragione, rifiuto della realtà e fuga verso un “altrove”, esasperazione di esperienze di segno irrazionalistico, spiritualistico, soggetti- vistico. Gli intellettuali decadenti si muovono dunque esclusivamente in una dimensione irrazionale, alla ricerca dell’Assoluto a cui è possibile accedere tra- mite la letteratura. L’attenzione si sposta dall’oggetto al soggetto e ciò implica una più profonda percezione di sé; la conoscenza si raggiunge esclusivamente attraverso gli attributi fisici, mentali e spirituali.
Se però l’età romantica si segnalava per il suo slancio entusiastico e per le forme di ribellione titanica, il Decadentismo è contrassegnato da un senso di sfacelo e di fine che inibisce ogni slancio. Rispetto al Romanticismo inoltre il Decadentismo abbandona l’idea del poeta-vate, che sostituisce con quella del veggente, sacerdote di un vero e proprio culto, capace di vedere dove l’uomo co- mune (il borghese, il sano, il normale) non vede nulla. Egli perde il ruolo di guida e diventa un individuo “maledetto”, che ricerca l’isolamento e la trasgressione.
L’artista decadente attribuisce una devozione religiosa all’arte, la supre- ma fra le attività umane: l’obiettivo dell’artista diventa fare della propria vita un’opera d’arte, vivere nel culto esasperato della bellezza, circondarsi degli og- getti più preziosi (estetismo).
Spiega quali sono le caratteristiche essenziali del Decadentismo.
DomanDa 11
20 IL DECADENTISMO
Emarginato e isolato, l’artista decadente si pone in contrasto con la società, di cui condanna e respinge in maniera polemica e provocatoria la moderni- tà. Egli si rivolge con scherno e disprezzo anche al pubblico, accusato di con- cepire la creazione artistica sempre più come un prodotto di e per la massa. Da questo aristocratico dissenso derivano le pose convenzionali del dandy e dell’esteta, che si riconoscono nel culto della bellezza e dell’arte, nel disprezzo per l’utilitarismo borghese e nell’esaltazione della finezza dei sensi in netta opposizione alla mediocrità e alla volgarità del gusto di massa.
Esiste poi una terza figura tipica: il flâneur, ovvero l’individuo ozioso e indolente che passeggia svagato, esprimendo il contrasto con la legge della produttività. La perdita del tempo, la creazione di spazi privati di libertà, il tentativo di differenziarsi dalla logica borghese della produttività indu- striale diventano valori da perseguire nella vita come nell’arte e nella let- teratura.
Contraddistingue questi artisti l’irrequietezza, la ricerca di ciò che rap- presenta la fuga dalla realtà (viaggi, alcool, droga, esotismo), il vitalismo esasperato, la ricerca del gesto memorabile. Alla base di tutto c’è sia la vo- lontà di costruire la propria vita come un’opera d’arte sia la presunzione di onnipotenza (superomismo dannunziano).
Il fondatore dell’indirizzo estetizzante è Karl-Joris Huysmans (1848-1907) con il romanzo Controcorrente. Scrittore e romanziere tra i più rappresenta- tivi dell’Estetismo decadente, nonchè massimo esponente del dandismo è Oscar Wilde (1854-1900) sia per la vita mondana e scandalosa sia per l’opera letteraria, che tratta i temi principali del Decadentismo con una personale vena umoristica.
Individua gli atteggiamenti tipici degli artisti decadenti.
DomanDa 12
21BAUDELAIRE
Les fleurs du mal (“I fiori del male”), pubblicati nel 1857, segnano un’auten- tica rivoluzione nella storia della poesia. Il titolo del libro è giocato su un ossimoro: i fiori, immagine ideale di gentilezza e bellezza, sono accostati al “male”, al vizio, alla corruzione.
L’originalità del poeta sta nell’aver saputo cogliere e rappresentare in ter- mini nuovi la dialettica fra Ideale e Reale: la sua poesia aspira alla con- ciliazione fra questi due opposti, a quella sintesi di spirito e corpo in cui si realizza lo stato di beatitudine. Ma si tratta di un’utopia destinata a fallire, in quanto la storia umana è costantemente costretta a fare i conti con il male, con il degrado, con la perversione. Questo spiega la tendenza al disgusto, alla noia (ennui e spleen sono parole-chiave della sua poetica), il malessere dell’uomo contemporaneo.
La poesia di Baudelaire predilige come ambientazione il mondo artifi- ciale della città in opposizione a quello della natura che, da generatore del bene e del bello, si trasforma in oscuro e segreto. Per meglio comprendere la visione che il poeta ha della città moderna sono esempi significativi l’opera Lo Spleen di Parigi e la lirica Il cigno, contenuta nella raccolta I fiori del male. Egli guida il lettore in una Parigi sventrata dai cantieri che ne stanno ridise- gnando il volto per adeguarlo alla modernità. L’ammasso di rovine gli appare come l’allegoria della morte di una civiltà colta nel momento in cui si attua la sua metamorfosi verso il nuovo.
Nella famosa lirica Corrispondenze, che riassume la poetica di Baudelaire, la natura viene rappresentata come un “tempio” in cui le forme mate- riali sono simboli di una realtà profonda e autentica. Una serie di legami mi- steriosi uniscono in una relazione di somiglianza i profumi, i colori, i suoni. Per decifrarli occorre rinunciare alla visione razionale e abbandonarsi alle sensazioni, che consentono la comunicazione con il profondo. Il poeta ha la facoltà di decifrare questi simboli oscuri espressi dalla natura e di tradurli in poesia attraverso il ricorso a metafore, analogie e sinestesie.
Spiega in che cosa consiste la modernità della raccolta poetica di Char- les Baudelaire Les fleurs du mal e le sue caratteristiche.
DomanDa 13
22 IL SIMBOLISMO
Il precursore di questa corrente poetica della cultura decadente è Charles Baudelaire (1821-67). Il manifesto del movimento, pubblicato nel 1886 sul quotidiano «Le Figaro» a firma del poeta Jean Moréas, ne definisce i caratteri essenziali: la ricerca della musicalità, l’aura di trascendenza e di mistero, l’intreccio della poesia con le altre arti, in particolare la musica.
Come è evidente già dal nome è essenziale il concetto di simbolo, che non identifica un’entità astratta, ma un elemento della natura in cui coglie- re per via allusiva il mistero indefinibile a cui la poesia ha il compito di dare espressione. La realtà è una “foresta di simboli”, che “si corrispondono”: il poeta è in grado di riconoscere le corrispondenze e di trasferire nella poesia immagini e visioni tramite libere associazioni analogiche, in una dimensio- ne di sogno. La sequenzialità causa-effetto e le concatenazioni logiche ven- gono dunque a mancare: i collegamenti risultano spezzati; lo spazio perde la sua consistenza; vengono aboliti i legami di tempo. In questa dimensione irrazionale e onirica la componente fonica e grafica della scrittura prevale su quella semantica e il linguaggio diventa ambiguo a tal punto da richiede- re la partecipazione attiva di un lettore privilegiato, che sappia ricercare e comprendere le possibili chiavi di lettura del testo.
I principali interpreti del movimento simbolista furono Paul Verlaine (1844-96), nelle cui composizioni predomina la dimensione musicale del verso che incide sull’organizzazione logico-sintattica del discorso, sostituita da una rete di analogie; Arthur Rimbaud (1854-91), che porta la sua opera a estremi di visionarietà lirica e sperimentazione metrico-linguistica e che sostiene la necessità di un «ragionato disordine di tutti i sensi», attra- verso cui il poeta-veggente può cogliere il segreto di tutte le cose; Stéphane Mallarmé (1842-98), poeta e animatore dei celebri “martedì letterari”, er- metico nello stile e classicista nei temi. In una fase di transizione tra Simbo- lismo e avanguardie si colloca invece Paul Valéry, che può essere considerato l’unico vero erede della poetica di Baudelaire e Mallarmé, in particolare per quanto riguarda la riflessione sul linguaggio e sulla scrittura.
Definisci le caratteristiche del movimento poetico del Simbolismo.
DomanDa 14
23IL SIMBOLISMO
Ne La lettera del veggente, scritta al professore di retorica Paul Demeny nel 1871, Arthur Rimbaud sostiene la necessità di un “lungo, immenso e ragio- nato disordine di tutti i sensi” quale condizione indispensabile nel processo creativo della poesia, che deve farsi strumento di analisi dello spazio profon- do della soggettività alla ricerca dell’altro che è in lui.
Il poeta diviene dunque un veggente, un intermediario tra la dimen- sione dell’ignoto e la realtà esterna. Pur non essendo riconosciuto e stimato dalla società, egli è l’unico in grado di coglierse il segreto che sta dietro a tutte le cose in virtù della forza oscura che lo anima e che nemmeno lui conosce del tutto.
Per comunicare la verità nascosta il poeta deve inventare un linguaggio nuovo che esprima l’ineffabile, che afferri l’essenza della realtà e sappia comunicarla attraverso la poesia.
L’immagine si pone come strumento pressoché assoluto di una cono- scenza diversa, percepita attraverso l’intuizione, l’illuminazione, la fol- gorazione.
Spiega che cosa si intende per “poeta veggente”.
DomanDa 15
24 D’ANNUNZIO
Gabriele d’Annunzio nasce a Pescara il 12 marzo 1863. Nel 1879 esordisce con Primo vere, una raccolta di versi e traduzioni influenzata dai classici e dalle Odi Barbare di Giosue Carducci.
Nel 1881 si trasferisce a Roma per laurearsi, ma abbandona gli studi per dedicarsi all’attività giornalistica e nel 1882 pubblica la raccolta poetica Can- to novo che suscita l’ammirazione di Carducci.
Nel 1883 sposa la duchessina Maria Hardouin di Gallese, che gli darà tre figli - Mario, Gabriellino e Veniero – mentre la quarta, Renata, nascerà da una relazione extraconiugale.
Nel 1889 pubblica Il piacere. Per sfuggire ai creditori nel 1891 si trasferisce a Napoli, dove collabora con il «Mattino». Nel 1893 esce il Poema paradisiaco, l’anno seguente il romanzo Il trionfo della morte. L’incontro con Eleonora Duse, che diverrà sua amante, lo spinge verso il teatro. Nel 1895 firma il ro- manzo Le vergini delle rocce, in cui porta alle estreme conseguenze l’ideolo- gia del superuomo-tribuno, e nel 1900 pubblica il romanzo Il fuoco, anch’es- so incentrato sul mito del superuomo.
Si trasferisce in Toscana, dove tra il 1903 e il 1904 scrive i tre libri delle Laudi. Nel 1910 pubblica Forse che sì forse che no e, perseguitato nuovamen- te dai creditori, inizia il “volontario esilio” in Francia. Nel 1915 rientra in Ita- lia per promuovere l’intervento in guerra. Arruolatosi volontario nel 1916 è ferito a un occhio; durante la convalescenza inizia la composizione del Not- turno. Le clamorose imprese, di cui è protagonista tra il 1918 e il 1919 (“Beffa di Buccari”, volo su Vienna e occupazione di Fiume), contribuiscono a creare il mito del «poeta-soldato». Nel 1921 si ritira sul lago di Garda, in una villa che chiamerà il “Vittoriale degli Italiani”. Il regime fascista lo colma di onori. Muore il 1° marzo 1938.
Ricostruisci in sintesi le fasi principali della biografia di d’Annunzio.
DomanDa 16
25D’ANNUNZIO
Il piacere viene composto in soli sei mesi nel 1888 sulla base dell’esperienza giornalistica romana ed è pubblicato nel 1889. Con L’Innocente e Trionfo del- la morte costituisce il ciclo dei Romanzi della Rosa, dove la rosa è il simbo- lo dell’amore ardente e sensuale. Il titolo pone in luce la centralità dell’eros nella vita del giovane e aristocratico protagonista, Andrea Sperelli, raffina- to cultore delle arti, in contrasto con il cattivo gusto e l’utile borghesi. In quest’ottica i dettagli estetici diventano centrali nella narrazione, che si fa lenta e introspettiva. La descrizione dei luoghi, così come dei tratti fisici dei personaggi, avviene mediante il confronto con oggetti e opere d’arte, che si pongono come filtro della realtà.
Nel romanzo si narrano le vicende sentimentali di Andrea, che è dibattu- to tra la passione per la sensuale Elena Muti e l’affetto per la spirituale Maria Ferres. Le due donne, i cui nomi alludono al mito greco (Elena di Troia) e alla tradizione evangelica (Maria, madre di Gesù), rappresentano la contrappo- sizione di sensualità e spiritualità (“tema del doppio”). Il rapporto con le due donne è generatore di sensazioni nuove e piacevoli, ma anche di conflit- ti inquietanti, che condurranno il protagonista verso un penoso isolamento. Andrea Sperelli incarna la sintesi tipicamente decadente dell’esteta e del dandy, cultore di gusti raffinati, collezionista per vocazione, ricercatore del bello. Egli non riconosce leggi morali, ma solo estetiche, teso all’affermazio- ne di sé in senso elitario, con il risultato di essere vittima della sua incostan- za: la sua è una ricerca senza centro, attratta da quanto di volta in volta gli appare desiderabile. Andrea ha i germi di quella malattia della volontà, che caratterizza tutti gli eroi dannunziani e che sarà possibile ritrovare in molti anti-eroi novecenteschi.
Fai una breve analisi del romanzo Il piacere e definisci il profilo del suo protagonista.
DomanDa 17
26 D’ANNUNZIO
Le Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi dovevano comprendere sette libri, ma d’Annunzio pubblica solo i primi quattro: Maia, Elettra, Alcyone, Me- rope. Maia, che reca il sottotitolo Laus vitae, è un vasto poema d’argomento superomistico e vitalistico.
Il libro canta l’ebbrezza dei sensi, l’istinto, la comunione con la natura. Alcyone, il terzo libro uscito nel 1903, conta 88 liriche ordinate in cinque se- zioni secondo un criterio narrativo rigorosamente unitario, che illustra la storia di un’estate trascorsa in Maremma. Il tema di Alcyone non si riduce comunque alla vacanza estiva, ma si concentra soprattutto sulla vicenda in- teriore del poeta che, desideroso di concedersi un periodo di tregua dagli impegni della politica e della scrittura, cerca il contatto con la natura nell’il- lusione di potersi fondere con essa. Sono accentuati di conseguenza tutti gli elementi riconducibili alla vita fisica e a quella dei sensi: attraverso una trasfigurazione mitica l’umano e il naturale si fondono l’uno nell’altro, in una forma di identificazione totale che prende il nome di panismo, con allusione a Pan, la divinità che incarna la vitalità istintiva, l’impulso a fon- dersi con la natura.
È ricorrente nelle liriche il tema della metamorfosi, che permea tutti gli aspetti del cosmo: tempo atmosferico, elementi vegetali, forme animali.
Il linguaggio è caratterizzato da un tono aulico, dal gusto prezioso per gli accostamenti, dalla musicalità. Il lascito più significativo delle poesie di Alcyone consiste nel lessico e nella metrica, dominati da sperimentazioni ritmiche e metriche come onomatopee, fonosimbolismi e soprattutto dalla strofa lunga.
Illustra il progetto delle Laudi, analizzando la centralità di Alcyone sotto il profilo tematico, strutturale e linguistico.
DomanDa 18
27D’ANNUNZIO
Con la denominazione di “prosa notturna” si fa riferimento a una serie di scritti composti lungo un arco di tempo che va dal soggiorno francese alla morte (1910-38). Si tratta di opere eterogenee, accomunate da una forte at- tenuazione della retorica e dal parziale venir meno dell’ideologia superomi- stica. Cambiano anche le tematiche: sono trattate la malattia, la morte, i ricordi dell’infanzia. La finzione autobiografica e diaristica contraddi- stingue tutte le “prose notturne”, nelle quali la narrazione avviene in prima persona e il discorso si svolge sempre sul filo della memoria nel tentativo di ricostruire e riattraversare il proprio passato. La scrittura si sostituisce alla vista, divenendo strumento di scandaglio della realtà (“tema della visione interiore”). A livello stilistico è presente una frammentazione della pro- sa, caratterizzata da periodi brevi e privi di enfasi.
Il culmine di questo periodo artistico è costituito dal Notturno, una sorta di diario della malattia: nel febbraio del 1916 un incidente di volo aveva co- stretto d’Annunzio a una temporanea cecità, durata parecchi mesi. È proprio questa cecità a diventare una condizione mentale nuova, conoscitiva e creativa, in grado di tradurre in immagini quell’angoscia che la sofferenza fisica procurava. Formalmente la maggior novità del Notturno è data dalla sovrapposizione di piani temporali (presente-passato) e dalla tendenza a procedere per libere associazioni mentali (frammentismo), in cui la ma- teria narrata non è organizzata nei modi tradizionali dell’intreccio lineare. Questo nuovo tipo di prosa risulta spesso interrotto dalla punteggiatura, al- linea frasi coordinate e tende al lirismo poetico.
Indica quali sono le caratteristiche principali della “fase notturna” della prosa dannunziana.
DomanDa 19
28 PASCOLI
Il primo volumetto di poesie, Myricae, appare nel 1891. Ne usciranno in se- guito edizioni ampliate nel 1892, nel 1894 e nel 1897. Nel 1897 pubblica Il fan- ciullino, testo programmatico in cui Pascoli espone i fondamenti della sua poetica e la prima edizione dei Poemetti. Nel 1903 esce la prima edizione dei Canti di Castelvecchio e la versione definitiva de Il fanciullino; l’anno succes- sivo compare la versione definitiva dei Poemetti, intitolati ora Primi poemet- ti e Poemi conviviali.
I temi principali, che permeano l’universo pascoliano, sono quelli dell’in- fanzia e della morte.
Il tema dell’infanzia costituisce l’essenza stessa della sua poesia: il poeta, come un fanciullo, riesce a vedere ciò che gli adulti non sono più in grado di scorgere attraverso l’intuizione e capacità percettive particolari. L’età della fanciullezza rivive così nel suo sguardo innocente e grazie allo stupore e alla fantasia egli può andare oltre gli oggetti, metterli in relazione tra loro, decifrare i misteriosi simboli che celano la verità.
Il tema della morte è ricorrente nella produzione letteraria di Pascoli. I nu- merosi lutti che turbarono in maniera drammatica la sua infanzia tornano nella sua lirica, sia in forma esplicita che implicita. Una sottile inquietudine pervade ogni descrizione naturale, anche la più idillica, e il peso opprimente dell’ingiustizia umana che ha privato i figli innocenti del loro padre turba continuamente il poeta. L’ossessivo pensiero della morte si manifesta negli oggetti, nei rumori della natura, nei suoni resi con onomatopee. Il poeta ten- ta di superare questa condizione di dolore trovando rifugio nell’intimità fami- liare, tentando di ricostruire il “nido”, precocemente infranto, con le sorelle Maria e Ida e, in seguito al matrimonio di quest’ultima, con la sola Maria, con cui si stabilisce a Castelvecchio di Barga in Garfagnana. Quasi totalmente assente nella poesia pascoliana è invece il tema dell’eros, considerato improprio rispetto alla poetica del fanciullo, e dunque nascosto e negato. Esso traspare tuttavia furtivamente in alcune liriche, in un gioco di alternanza tra attrazione e repulsione verso la sensualità che segna pro- fondamente tutta l’opera del poeta.
Illustra in sintesi le principali opere e i temi di Giovanni Pascoli.
DomanDa 20
29PASCOLI
Lo scritto Il Fanciullino precisa i fondamenti della poetica pascoliana: si trat- ta infatti di un discorso programmatico sul poeta e sulla poesia, suddiviso in venti brevi capitoli pubblicati nel 1897 sul «Marzocco». Ogni uomo dentro di sé, osserva Pascoli, conserva anche da adulto un fanciullo eterno, che guarda il mondo con lo stesso candore e la medesima innocenza di un bam- bino e che pronuncia le parole con il sacrale stupore proprio delle origini dell’umanità. La poesia allora è una sorta di infanzia psichica, che dà voce alla meraviglia con cui il mondo si presenta al fanciullo, cioè al poeta.
L’opera si distingue per un tono apparentemente semplice; in realtà le radici culturali del pensiero espresso da Pascoli risultano ben più com- plesse. L’influenza di Platone è dichiarata dallo stesso autore all’inizio del Fanciullino. Altro importante influsso è quello di Leopardi con le sue teorie sull’immaginazione creatrice di miti, naturalmente attiva negli antichi e nei fanciulli. La facoltà dello stupore poetico è dunque innata in ciascun uomo, non è prerogativa del poeta, piuttosto è poeta colui che è in grado di darle voce. La poesia, quindi, è tale solo quando riesce a parlare con la voce del fanciullo ed è vista come la perenne capacità di stupirsi tipica del mon- do infantile, in una disposizione irrazionale che permane nell’uomo anche quando questi si è ormai allontanato, almeno cronologicamente, dall’infan- zia propriamente intesa. Pascoli dice chiaramente che la poesia non crea, ma si limita a scoprire il lato poetico delle cose, anche quelle più piccole e semplici, con conseguente allargamento dei confini del “poetabile” rispetto a quelli solitamente riconosciuti e ammessi dalla tradizione.
Quali sono le principali idee poetiche contenute ne Il Fanciullino di Gio- vanni Pascoli? E quali le radici culturali alla base della sua composizione?
DomanDa 21
30 PASCOLI
Si può affermare che ciascuna cosa diventa significativa nel discorso poetico di Pascoli. Questa in sintesi la sua poetica delle cose.
Gli oggetti diventano poetici indipendentemente dal loro essere umili o alti, quotidiani o preziosi: essi assumono significato a partire da un’e- sigenza interiore che è tesa ad attribuire a loro un senso. In quest’ottica il mondo degli oggetti si riempie di particolari dal nome esatto, che sono spesso definiti o accompagnati da un suono: la dimensione uditiva e fo- nosimbolica (che esprime cioè un significato per mezzo dei suoni) della realtà diviene quindi centrale nella lingua di Pascoli.
In questo contesto anche la visione assume un ruolo fondamentale: essa esprime la sua ambiguità fra l’oggettività della natura e la distorsione indivi- duale, per cui ciò che è piccolo può diventare grande e viceversa.
Perché si parla di poetica delle cose per Pascoli?
DomanDa 22
31PASCOLI
Gli aspetti più evidenti della lingua poetica di Pascoli sono l’esattezza linguistica, con cui il poeta descrive il mondo delle piccole cose che lo circonda, lo sperimentalismo lessicale e la valorizzazione della di- mensione sonora. Sono di uso frequente i tecnicismi e una vera e pro- pria nomenclatura, ad esempio ornitologica e botanica; tale esattezza è immersa in una musicalità di effetti retorici: onomatopee, anafore, ite- razioni, allitterazioni. Ai termini tecnici si affiancano poi termini preziosi, quotidiani e dialettali.
Anche la sintassi costituisce un elemento d’innovazione rispetto alla tra- dizione: essa appare spesso frammentata dalle cesure e dagli enjambement e si articola in segmenti discontinui; frequente è il ricorso all’asindeto per collegare le frasi e ai parallelismi, in un gioco di parole che si ripetono a di- stanza. La sua è una poesia del silenzio che procede per “sottrazione”: esem- plificativo è il ricorso ai tre puntini di sospensione per eliminare il superfluo dalla composizione poetica.
Nella poesia pascoliana inoltre penetrano figure retoriche largamente utilizzate dai poeti simbolisti, quali la sinestesia e l’analogia. L’effetto fi- nale è quello di un plurilinguismo che influenzerà sensibilmente i poeti del Novecento, tra cui Umberto Saba ed Eugenio Montale.
Fai il punto sulla lingua di Pascoli, cogliendo gli aspetti di novità intro- dotti dal poeta all’interno della tradizione poetica italiana.
DomanDa 23
32 PASCOLI
La raccolta poetica Myricae, uscita per la prima edizione nel 1891, condensa in sé i caratteri più originali di tutta la poesia pascoliana. Il titolo si riferisce a un verso del poeta latino Virgilio e indica la predilezione di Pascoli per le cose umili. Caratterizzano questa raccolta uno stile basato sul frammento lirico, una notevole varietà di metri e un linguaggio ricco di termini precisi, che segnano per la prima volta l’ingresso nella poesia italiana di nomi di oggetti quotidiani, piante, uccelli. La sensibilità per tutti i suoni, compresi i versi degli animali, pervade costantemente l’opera, in cui preval- gono le dimensioni uditiva e fonosimbolica della realtà. Il tema della morte è centrale e si lega al ricordo dei familiari defunti, in particolare a quello della madre.
I Canti di Castelvecchio, editi per la prima volta nel 1903, si richiamano ai Canti leopardiani: essi introducono un esplicito rapporto e dialogo con la tradizione, cambiando in tal senso l’impostazione delle liriche di Myricae. Il passo delle poesie infatti è più ampio, come strutturata è anche la raccolta, scandita dal succedersi delle stagioni dell’anno, da autunno ad au- tunno. La scansione temporale dei Canti si pone in netta contrapposizione con la dimensione onirica di Myricae, in cui sembrano fluttuare i paesaggi e i ritratti umani, resi sfuggenti e inafferrabili per la totale assenza di connota- zioni realistiche. A dominare però sono le sensazioni del poeta e un esteso simbolismo, che riporta ai temi della tragedia familiare e della morte, come accadeva in Myricae. Si propone a livello di stile il consueto plurilin- guismo pascoliano, ricco di termini appartenenti al dialetto garfagnino, di latinismi, aulicismi, voci romagnole, tecnicismi.
Confronta le due maggiori raccolte poetiche di Pascoli, Myricae e I canti
di Castelvecchio, evidenziandone gli elementi comuni e le principali diffe- renze a livello tematico e stilistico.
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33IL FUTURISMO
Nel febbraio del 1909 esce in francese, sul quotidiano «Le Figaro», il pri- mo Manifesto del Futurismo redatto dai futuristi italiani sotto la guida di Filippo Tommaso Marinetti. Il movimento, che si diffonde soprattutto a Milano, realtà metropolitana dove prendono corpo i miti della velocità e del dinamismo, presenta già dal nome il lancio verso il futuro all’insegna del desiderio di novità e di superamento dei modelli del Decadentismo.
Il Futurismo è nemico del passato, della tradizione e garantisce il suo ap- poggio alle altre avanguardie europee in nome della modernità. Particolar- mente violenta è la polemica contro la borghesia, di cui si contestano i modi di vita e i riti sociali e politici e a cui si contrappongono atteggiamenti di anarchismo, ribellismo e antiparlamentarismo.
Il Futurismo esalta il mito della guerra, del patriottismo e della violenza. La guerra in particolare rappresenta un atto di evoluzione, viene vista come momento di vitalità e di energia. Negli anni che precedono la Prima guerra mondiale i contributi che escono nelle riviste futuriste hanno un ruolo fondamentale nella propaganda interventista. L’ideologia futurista esalta anche il mito della velocità e della macchina di pari passo con il rifiuto del sentimento. L’uomo deve essere asensibile, deve mirare alla per- fezione e all’efficienza del mezzo meccanico. Il Futurismo propaganda una rifondazione totale in ambiti diversi: pit- tura, letteratura, musica, architettura, cinema, danza, moda. In particolare, in ambito teatrale esso propone la rottura della cosiddetta “quarta parete”, ossia il venir meno della separazione netta tra attori e spettatori, e la mesco- lanza di generi diversi.
Commenta i principali punti programmatici del Futurismo teorizzati da Marinetti sul Manifesto del 1909.
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34 LE AVANGUARDIE STORICHE
Il termine avanguardia, che originariamente indicava “il reparto militare che precedeva il grosso della truppa”, viene a definire dall’inizio del Novecento quei movimenti artistici e letterari che si propongono di rompere con la tradizione e di contestarne la validità con un atteggiamento provocatorio, nell’intento di “scuotere” il pubblico.
Al termine avanguardie si accostò in seguito l’aggettivo storiche per distin- guerle da un’ondata di nuovi movimenti artistici e culturali che fiorirono in Europa fra il 1947 e il 1965.
I principali movimenti, che nascono e si diffondono in Europa negli anni che precedono la Prima guerra mondiale, sono: Cubismo, Futurismo, Dadai- smo, Surrealismo, Espressionismo e Astrattismo.
A favorire l’insorgere delle avanguardie storiche è soprattutto il clima di fermento e di inquietudine diffuso in tutti gli ambienti artistici, che porta gradualmente gli artisti a ricercare una nuova espressività e dei nuovi codici e a porsi in netto contrasto con la tradizione.
Anche l’Italia partecipa a questo fermento culturale soprattutto con il Futurismo, il cui fondatore è Filippo Tommaso Marinetti, che sarà accer- chiato da un gruppo di intellettuali, pittori, scultori e poeti.
Cosa si intende per avanguardia e quali furono le principali avanguardie storiche in Europa e in Italia?
DomanDa 26
35SVEVO
Il personaggio dell’inetto, individuo inadatto alla vita e alla società, è al centro dei romanzi sveviani: è Alfonso Nitti in Una vita, è Emilio Brentani in Senilità, è Zeno Cosini ne La coscienza di Zeno.
Al vitalismo esasperato dei protagonisti dei romanzi dannunziani si con- trappone quindi l’atteggiamento opposto: l’introversione totale. Il perso- naggio dei romanzi sveviani è ripiegato su se stesso, perché “inetto”, e lega- to a una concezione dell’esistenza opposta a quella dei contemporanei. Egli vive in una costante condizione d’insicurezza e affronta la propria esistenza senza mai averne il pieno controllo.
Nei suoi romanzi all’inetto si contrappone sempre un antagonista (Macario in Una vita, Stefano Balli in Senilità, Guido Speier ne La coscienza di Zeno), personaggio al contrario forte e vincente; ricorrente è anche una figura femminile superficiale e affascinante (Annetta, Angiolina, Ada), che rappresenta l’oggetto del desiderio del protagonista, a cui se ne contrappone un’altra pacata e un po’ stinta (Lucia, Amalia, Augusta). Pur in questo quadro ricorrente, Svevo riesce a rendere ogni personaggio credibile e vivo.
La figura dell’inetto è una costante nella produzione letteraria di Svevo. Illustrane le caratteristiche.
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36 SVEVO
Il romanzo di Svevo introduce molti elementi di novità rispetto alla tradi- zione ottocentesca. Il primo è sicuramente la scansione temporale non cronologica, ma per nuclei tematici in cui domina il “tempo misto”, ovvero il tempo interiore della coscienza: non un ordinato susseguirsi di av- venimenti, ma un loro continuo intersecarsi, in cui il passato si insinua nel presente, il presente nel passato.
Il piano narrativo diventa doppio: da una parte il racconto che Zeno Cosini fa della sua vita; dall’altra la cornice, ossia il rapporto conflittuale tra Zeno e il suo psicoanalista, il dottor S., che decide di pubblicare per ripicca il diario del suo paziente.
Il titolo, sfuggente e ambiguo, fa riferimento al cuore della vicenda, che è costituito dall’analisi dell’inconscio di Zeno: le lacerazioni, le contrad- dizioni, le indagini nei meccanismi profondi dell’animo umano. Zeno è sog- getto e oggetto di critica, è allo stesso tempo io narrante e io narrato. Il per- sonaggio psicologicamente unitario del romanzo ottocentesco si dissolve e si assiste a uno sdoppiamento della figura del narratore, che tuttavia si rive- la inattendibile a causa della perenne incertezza. Anche il dottor S. si rivela inattendibile per la sua scarsa ortodossia freudiana, per il suo carattere vendicativo, per il suo dichiarato interesse economico, per il ricatto al pa- ziente. Nella Prefazione egli dichiara infatti di aver pubblicato per vendetta il “memoriale” di Zeno dopo averlo prescritto al paziente. Al deliberato rove- sciamento ironico della figura dello psicoanalista si affianca anche quella del narratore: si propongono due punti di vista inaffidabili, perché screditati. Mancando quindi un autore che proponga una versione verosimile dei fatti, al lettore sono affidate delle ipotesi interpretative: è un’opera aperta, il cui significato è plurivoco e in cui il lettore è invitato alla costruzione del senso.
La coscienza di Zeno è un romanzo innovativo. Approfondisci gli aspetti che costituiscono la novità del romanzo.
DomanDa 28
37PIRANDELLO
Ne L’umorismo Pirandello definisce la novità della sua poetica, sofferman- dosi sulla distinzione fra comicità e umorismo. Ricorre al celebre esempio della “vecchia signora […] goffamente imbellettata e parata di abiti giovani- li”, che suscita in chi la osserva il riso. Questa reazione è secondo Pirandello “l’avvertimento del contrario”: una vecchia che si atteggia come una ra- gazza viene “avvertita” da chi la vede come il contrario di ciò che dovrebbe essere, ovvero una signora in abiti dimessi, adatti alla sua età. Fermandosi però a riflettere, si potrebbe supporre che la vecchia non ama truccarsi e vestirsi così, ma lo fa per tenere legato a sé un marito giovane, che non la ama… Subentrando quindi la riflessione circa il fatto che ha suscitato il riso, il comico è superato dal “sentimento del contrario”, attraverso il quale si svela dunque l’oltre che nasconde la reale condizione dell’uomo.
La posizione dell’artista non è quella di chi si limita a osservare e ad ana- lizzare, ma quella di chi è chiamato a una sorta di solidarietà (l’umorismo è un sentimento) che scaturisce dal momento riflessivo stesso.
A differenza dello scrittore tradizionale, che attraverso l’arte epica era in grado di estrarre dalla realtà, cangiante e mutevole, una verità assoluta e universale, l’umorista prende coscienza del fatto che non è più possibile giungere a un’unica verità, poiché questa è caotica, instabile e incerta. L’u- morista non può che limitarsi pertanto a svelare la disgregazione dell’in- dividuo e la frammentarietà del reale.
Nel saggio del 1908 L’umorismo Pirandello getta le basi della sua poetica. Illustra il saggio e le idee trattate in esso.
DomanDa 29
38 PIRANDELLO
La produzione pirandelliana consta di sette romanzi, che sono composti in un arco di tempo piuttosto ampio (al 1901 risale la pubblicazione de L’esclusa, mentre Uno, nessuno, centomila esce nel 1926).
Un tratto che accomuna i romanzi è la tendenza alla dissoluzione dell’unitarietà della trama, che si disperde in continue deviazioni perché il tempo non ha più un cammino lineare e progressivo, ma segue gli sbalzi, le pause e i precipizi della coscienza. Slittano quindi anche i piani temporali, passato e presente si intrecciano e si contaminano.
La narrazione è assunta dalla voce del protagonista, che filtra attra- verso il suo punto di vista l’intera vicenda alterandone spesso i contorni, deformandola in rapporto ai percorsi della sua coscienza. L’io narrante quin- di non domina la storia, non è in grado di interpretarla e non fornisce un significato al lettore: crolla l’illusione di una verità oggettiva.
Si verifica la dissoluzione del personaggio tradizionale, quello della tradizione romanzesca dell’Ottocento: i personaggi pirandelliani, quando si rendono conto dell’impossibilità di raggiungere la verità così come una dimensione autentica dell’esistenza, diventano “forestieri della vita”, acqui- stando quindi, sospesi in un “vuoto strano”, una vista diversa e disincan- tata.
Il romanzo di Pirandello inoltre arriva anche a riflettere su se stesso, sulle sue strutture, diventando metanarrativo.
Quali costanti si ritrovano nei romanzi pirandelliani, che ne costituisco- no la modernità?
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39PIRANDELLO
La produzione teatrale pirandelliana si sviluppa dagli ultimi anni dell’Otto- cento fino alla morte dello scrittore e conta più di quaranta commedie, che fanno parte della raccolta Maschere nude.
È tradizione distinguere quattro fasi nel percorso teatrale di Pirandello. La prima comprende opere di ambientazione siciliana: sono testi di
impronta naturalista, scritti in dialetto. Segue la fase del “grottesco” o “teatro umoristico” che, attraverso l’irrigidimento dei ruoli e delle situa- zioni, mette in scena il rovesciamento paradossale del dramma borghese. Tra il 1921 e gli anni Trenta si colloca poi la fase del metateatro, che si apre con la prima rappresentazione di Sei personaggi in cerca di autore e si comple- ta con A suo modo e Questa sera si recita a soggetto. All’ultima fase del teatro pirandelliano, quella dei cosiddetti “Miti”, appartiene l’opera incompleta I giganti della montagna, che racchiude il testamento poetico di Pirandello.
Durante la fase del metateatro, che si apre con la rappresentazione di Sei personaggi in cerca di autore (1921), Pirandello svolge una riflessione sul teatro attraverso il teatro (da qui l’espressione metateatro). Al centro del dramma dei Sei personaggi c’è il “disagio del teatro”, ovvero la difficoltà di dare corpo alla fantasia dell’autore nella forma della rappresentazione te- atrale, che risulta sempre un tradimento dell’opera originaria. I sei perso- naggi, prodotti dall’immaginazione, ma divenuti autonomi rispetto ad essa, reclamano di essere definiti in una forma, chiedono di vivere in teatro, dopo essere stati rifiutati dal loro autore.
Tra le innovazioni più significative di questo nuovo linguaggio teatrale figurano:
la scomparsa della quarta parete: salta la barriera ideale fra palco e
Fai il punto sul teatro di Pirandello illustrando le caratteristiche delle varie fasi e soffermandoti sul metateatro pirandelliano: significato, prin- cipali innovazioni, testi chiave.
DomanDa 31
07-64.indd 39 23/03/15 11:45
40 pubblico, che perde la sua tradizionale funzione di spettatore e, privo di protezione, viene coinvolto nella dimensione inquietante del dietro le quinte;
la messa a nudo dell’illusione teatrale e dei suoi strumenti tradizio- nali, da cui deriva una radicale trasformazione dello spazio scenico: il palco non è più il luogo dell’illusione scenica, al contrario esso svela tutte le sue finzioni e i tradizionali oggetti di scena vengono utilizzati in modo straniato;
la rottura della linearità del tempo e la frammentazione dell’azione scenica a causa di frequenti interruzioni, che irrompono sotto forma di casualità, incidente o imprevisto;
la struttura aperta e l’impossibilità del dramma moderno a fornire una soluzione ai travagli dell’uomo, che hanno come conseguenza diret- ta il fatto che lo spettatore, turbato dai dubbi che non è riuscito a scioglie- re, si trova privato della catarsi, ossia di quell’opportunità di purificarsi e liberarsi dalle passioni, in cui c