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1-2 luglio 2006 30° ANNO DATTIVITÀ ASSOCIATIVA

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1-2 luglio 2006

30° ANNO D’ATTIVITÀ ASSOCIATIVA

Carissimi corregionali, amici,

esistono, anche se raramente, presidenti soddisfatti del proprio ruolo nellevarie associazioni culturali e patriottiche. Fra questi si sente inserito anche ilvostro presidente dell’AMRIS il quale, con tutte le sue energie, cerca diprodigarsi perché lo sforzo dei collaboratori e degli iscritti non vada perduto.Il nostro desiderio è che l’AMRIS costituisca per i posteri il punto diriferimento di una fattiva collaborazione tra corregionali e compatrioti, inquesta terra ospitale che tanto ha dato alla nostra dignità di lavoratori e dicittadini.

Tenere in auge una tale associazione costituisce una sfida nei tempi checorrono: una società tendente all’individualismo, alla competitività personale,allo scontro sempre più violento tra le ideologie, all’inasprimento nellerelazioni sociali sono i presupposti negativi che potrebbero intaccare tutto ciòche è stato realizzato con la cooperazione di tutti.

Fra queste negatività vanno anche annoverati gli attacchi verso coloro chehanno onestamente raggiunto l’agiatezza dopo indicibili anni di lavoro e disacrificio.

L’orgoglio di appartenere a questa nobile associazione ci dà la carica percontinuare l’opera dei nostri predecessori e la speranza che i nostri successorisiano animati dagli stessi ideali di fratellanza che hanno ispirato i fondatori.

A questo proposito sento personalmente il dovere di ringraziare tutti coloroche operano con noi e ci aiutano a compiere la missione che ci siamo imposti:particolarmente i membri del Comitato esecutivo e i soci fondatori Angela eGastone Cupis, Margherita e Angelo Ugolini, Alberta ed Ezio Lucciarini eAlfredo Speranza.

Ringrazio soprattutto i nostri Sponsors che, con il loro contributo,riconoscono la necessità del nostro esistere.

Lunga vita all’AMRIS!Che resti sempre a disposizione della nostra

collettività marchigiana, italiana ed elvetica!

A presto !!!

Il PresidenteMario Troli

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Demetrio Albertini, Vice commissario della Federazione Italiana GiocoCalcio, consegna al Presidente dellÕAMRIS e del CIL Mario Troli, la Targa

della FIGC alla presenza del Console Generale dÕItalia Bruno Scapini.

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SSaaggrraa ddeell ssaallaammee Fabriano - 1 ottobreSSaaggrraa ddeellllÕÕuuvvaa Cupramontana - 3 ottobre

SSaaggrraa ddeell ÒÒbbiissccoottttoo aall mmoossttooÓÓ Mergo - 17 ottobre

AASSCCOOLLII PPIICCEENNOOSSaaggrraa ddeellllaa ttrroottaa S.Vittoria in Matenano - 17 agosto

SSaaggrraa ddeell cciinngghhiiaallee Ponzano, fraz. Torchiaro - 15-16 luglioSSaaggrraa ddeeggllii ggnnoocccchhii Lapedona 20 luglio

SSaaggrraa ddeellllee ttaagglliiaatteellllee ccoonn llaa ppaappeerraa Carassai - 22 luglioSSaaggrraa ddeellllÕÕaaggnneelllloo ÓÓccoo vvaattttuuttooÓÓ Ortezzano - 29 luglio

SSaaggrraa ddeellllaa ppoolleennttaa ccoonn lloo ssttooccccaaffiissssoo Monterubbiano - 30 luglioSSaaggrraa ddeellllee vvoonnggoollee Fermo, fraz. Marina Palmense - 4 agosto

SSaaggrraa ddeeii mmaacccchheerroonncciinnii Campofilone - 4 agostoSSaaggrraa nnaazziioonnaallee ddeellllee ccoozzzzee Pedaso - 15 agosto

MMAACCEERRAATTAASSaaggrraa ddeell ccaarrcciiooffoo Montelupone - 11 maggio

PPEESSAARROOSSaaggrraa ddeellllaa ssaallssiicccciiaa Castelvecchio - 1 marzo

SSaaggrraa ddeell ssaallaammee Acquasanta Terme - 1 giugnoSSaaggrraa ddeeii vviinncciissggrraassssii Cartoceto - 6 giugno

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La coltivazione della vite nel territorio della provincia diAscoli Piceno ha origini antichissime e ancora oggi granparte della fascia collinare è occupata da imponentiestensioni di vigneti. I vini che possono fregiarsi della

Denominazione di Origine Controllata sono tre: il RossoPiceno, il Rosso Piceno Superiore e il Falerio deiColli Ascolani. Il Rosso Piceno, prodotto con uve

Montepulciano e Sangiovese in proporzioni variabili, hauna zona di produzione molto ampia che comprende i

territori provinciali di Ascoli Piceno, Macerata e parte diquello di Ancona. Si tratta di un rosso giovani chepredilige l’abbinamento con carni bianche e formaggi.

Notevolmente più ristretta è l’area di produzione delRosso Piceno Superiore, ricavato sempre da uve diverse rispetto alRosso Piceno, ma coltivate in una porzione di territorio delimitato asud dal fiume Tronto, a ovest dalla montagna, a est dalla costaadriatica e a nord dal comune di Ripatransone. Il Superiore è un vinodi grande struttura invecchiato vari anni che sposa in manieraesemplare le carni rosse. Il Falerio è un bianco prodotto con uvePasserina e Trebbiano, talvolta arricchite da Verdicchio e Malvasia,spesso abbinato a piatti a base di pesce e antipasti. Un prodotto molto particolare è il vino cotto diffuso ancora su tuttoil territorio provinciale. Questo delizioso vino da dessert, nella dupliceversione secco e dolce, è ottenuto dalla bollitura del vino chesuccessivamente viene conservato in botti di legno, il cuicontenuto non viene mai completamente spillato. Nella botte si lascia la “madre”, così chiamata perché servea conferire sapore e aroma al vino cotto dell’annosuccessivo. A volte la madre può avere anche cent’anni. Un’altra antichissima tradizione, tipica di Ripatransone, èquella del Vinsanto che recentemente alcuni vignaiolihanno cercato di rinverdire attivando anche le procedureper ottenere la denominazione di origine controllata(d.o.c.). Vanto degli ascolani, in tema di specialità del bere, èl’Anisetta, liquore dolce a base d’anice che cresce nellecolline intorno a Castignano.

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11 febbraio Serata marchigiana • 30° anniversario al Casinò di Montbenon – Losanna

21 maggio Assemblea generale ordinaria18 giugno Gita turistica marchigiana1° e 2 luglio Festa marchigiana alla “Cantine de Suavabelin” Losanna17 settembre Cinema e conferenza “I Piceni”

con la presenza del Prof. Gianni Mostardi 8 ottobre Partecipazione al Concorso corali “Chantons ensemble – CIL”5 novembre Messa animata e Concerto

in collaborazione della Missione cattolica di Losanna10 dicembre Albero di Natale per adulti e bambini in collaborazione con il CIL

(Circolo Italiano)Data da stabilire Teatro compagnia filodrammatica marchigiana

in collaborazione con la missione cattolica italiana e autorità consolariCensimento Sito InternetPartecipazione a diverse manifestazioni associative

PPeessaarroo:: llaa ggrraannddee ttaavvoollaa ddeeii ssaappoorriiPesaro gastronomica ringrazia la felice configurazione e fertilit� della sua terra e lapescosit� del suo mare; cucina del territorio, quindi cucina stagionale, cucina chesegna il ritmo della collina circostante e del mare. Presupposti per una buonaristorazione, genuina e saporita, ma soprattutto sana. Gli appassionati di cucinatrovano anche creativit� e fantasia nel riproporre la grande tradizione, la buonaospitalit� che sottolinea la naturale e forte vocazione turistica. La cucina di pesce, ricca di branzini, orate, pescatrici, rombi, scorfani, naselli,sogliolette, astici e scampi, si trasforma in antiche ricette come il Brodetto allapesarese o la cottura in Arrosto segreto. Ci sono poi le lumachine in porchetta e il pesce azzurro: sgombri, alici, sardoncini eÔsuriÕ che hanno sempre un posto di riguardo nella cucina pesarese. La valorizzazionedei Ôpesci piccoliÕ come le triglie agostinelle, le seppioline coi piselli, le canocchie avapore, i calamaretti fritti, rappresentano una gastronomia unica e di sapore vero. Le molte ricette del GGrraann MMaaeessttrroo GGiiooaacccchhiinnoo RRoossssiinnii, pesarese di nascita e notogourmet, sono riproposte in chiave moderna utilizzando molto spesso il preziosofrutto di questa terra che � il tartufo. Le colline circostanti esprimono piatti dellatradizione come la pasta fatta a mano e condita con fagioli o con carni magre efegatini o con tartufo sempre fresco tutto lÕanno. E ancora: prosciutti, lonzini, coppadi testa, Casciotta di Urbino e formaggio di fossa, olio extra vergine di oliva.Tra le carni, quelle di razza marchigiana al pascolo brado, agnello e castrato. Animali da cortile che valorizzano piatti come Gnocchi allÕanatra, la Faraona alginepro e il Coniglio in porchetta. La succulenta Pasticciata va ricordata comepiatto di carne ricco di un tempo. La Crescia di Pasqua, il ciambellone, le peschevellutate e le pere ÔAngelicaÕ con i vini DOC: Bianchello del Metauro e Colli PesaresiRosso, Bianco, Rosato e Novello completano, forse in parte, la ricchezza di prodottiÔda salvareÕ e di piatti tipici da gustare.

Opera buffa di Gioacchino Rossini

“Dopo il non far nulla, io non conosco occupazione per me più deliziosadel mangiare, mangiare come si deve, intendiamoci.

L’appetito è per lo stomaco ciò che l’amore è per il cuore.Lo stomaco vuoto rappresenta il fagotto o il piccolo flauto,

in cui brontola il malcontento o guaisce l’invidia;al contrario, lo stomaco pieno è il triangolo del piacere oppure i cembali della gioia.

Quanto all’amore, lo considero la prima donna per eccellenza, la diva che cantanel cervello cavatine di cui l’orecchio si inebria e il cuore ne viene rapito.

Mangiare e amare, cantare e digerire: questi sono in verità i quattro atti di questa opera buffache si chiama vita, e che svanisce come la schiuma di una bottiglia di champagne.

Chi la lascia fuggire senza averne goduto, è un pazzo.”

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IILL CIRCOLO ITALIANO DI LOSANNAvi aspetta tutti i giorni

Il Comitato vi ricorda inoltregli appuntamenti fissi di grande successo:

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Inoltre il Circolo vi terr� informatisulle date delle tradizionali manifestazioni annuali,

come la Sagra del Minestrone, la Castagnata, la Befana per i pi� piccoli

ed altre simpatiche iniziative culturali e ricreative.

Se siete gi� membri ricordate cheiill CCiirrccoolloo ccoonnttaa ssuullllaa vvoossttrraa ppaarrtteecciippaazziioonnee

per mmaanntteenneerree uunnÕÕaattttiivviitt�� aanniimmaattaa ee ccoossttrruuttttiivvaa. Se non lo siete ancora,

venite a trovarci senza impegno,e vi renderete conto che il glorioso stabile del Valentin

vi offre, per la modica spesa di un caff� al mese (30 franchi lÕanno!) un rriittrroovvoo nneell qquuaallee

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1. Sbattete con una forchetta le uova nella terrina con unpizzico di sale.

2. Sempre mescolando, unite il formaggio grattugiato e, pocoalla volta, un mestolo di brodo freddo.

3. Mettete il brodo rimasto nella pentola, portatelo adebollizione su fuoco vivace, versatevi il composto, sbattendocon una frusta metallica.

4. Portate nuovamente ad ebollizione, lasciate bollire per dueminuti.

5. Versate nella zuppiera la stracciatella e serviteimmediatamente.

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AAnnttiicchhee ttrraaddiizziioonnii mmaanniiffaattttuurriieerree nneellllee MMaarrcchheeA Montappone circola una leggenda secondo la quale tanto tempo fa un giovanecontadino che possedeva solamente qualche spiga di grano, chiese in mano la figlia delre. Il sovrano stabilì che avrebbe accolto la richiesta solamente in cambio di una bella corona.

Dopo averci pensato un po’, il giovane contadino intrecciò le sue spighe e creò unacorona di straordinaria bellezza. Entusiasta, il re gli diede allora in sposa sua

figlia e in dono il suo regno. Da quel giorno tutti gli abitanti di Montapponeproducono copricapi con la paglia, sperando che questo possa portargli una

fortuna simile a quella toccata al contadino. La situazione odierna dimostrerebbe chequesta tradizione ha realmente dato i suoi frutti. Montappone, Falerone, Massa

Fermana, Monte Vidon Corrado, formano oggi un distretto celebre in tutto il mondo per laproduzione di cappelli. Al momento sono censite più di cento aziende con un totale dimillecinquecento addetti per circa sessanta milioni di cappelli prodotti ogni anno.Oggi non si producono solamente cappelli di paglia, ma questa antica tradizionemanifatturiera è ancora estremamente radicata e praticata. Il raccolto del grano infattiè sempre stato una delle risorse agricole più importanti di questa zona del fermano, e propriotra gli scarti della raccolta i contadini trovarono il materiale per farsi cucire dei copricapi con iquali ripararsi dal cocente sole estivo. Il cappello nato da questa esigenza venne giustamentechiamato della mietitura.Gli strumenti antichi e moderni di lavorazione e un ricco campionario di cappelli di tutti iperiodi, sono in esposizione al Museo del Cappello di Montappone. Qui si possonoripercorrere le diverse fasi della lavorazione della paglia; tagliata, raccolta, intrecciata ecompressa tra due rulli (originariamente di legno, e poi in acciaio), la paglia legata a trecciadiventa più malleabile e quindi adatta alla cucitura. Le donne, oggi come allora, utilizzando unago grosso e il refe (un filo molto resistente ottenuto accoppiano due filati, solitamente dilino o di canapa) cominciano a lavorare la paglia orlo a orlo, intrecciando una magliaall’interno e una all’esterno.L’abilità delle cucitrici della zona è dimostrata dalla scomparsa dei punti del refe e così,una volta che il cappello è stato modellato e ripulito, le cuciture sono come sparite. Quella delcappello rammagliato è dunque un’antica tradizione che grazie all’arte e alla pazienza dellecucitrici, resiste ancora oggi tra le vie di questi comuni.

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OOffffeerrttaa SSppeecciiaalleeFinalmente un libro di fotografie che ritraccia 100 anni di

storia dellÕimmigrazione italiana in Svizzera.La Missione Cattolica Italiana di Yverdon ed il Circolo

Italiano di Losanna, sono infatti gli editori di unlibro/catalogo fotografico di 350 pagine contenente 450foto con testi e didascalie (italiano e francese), condimensioni di 24/30 cm e cartonato.

é un vero avvenimento e d� lÕopportunit� ad ogni famigliadi possedere un ricordo del nostro passato. Questo libromette in evidenza il sacrificio di gente che con il loro durolavoro hanno dato un contributo importante a questo paesedi civilt� e di accoglienza.

Siamo riusciti a mantenere il prezzo di vendita a FFrrss.. 6600.-Questo libro � anche lÕoccasione di potere offrire ad amici,

conoscenti, collaboratori e parenti un bel regalo perricorrenze diverse.

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PPrroovveerrbbii mmaarrcchhiiggiiaannii

Pija moje, Marcandò; male stavo, pecchjo sto.Piglia moglie, Marc’Antonio: stavo male e peggio sto.

Quel ch’ s’ fa d’ nott, s’arsà de giorn.Quello che si è fatto di notte si risà di giorno.

Chi vòl provè l’ pèn dl’infern, d’istet el fabbr e’l murador d’invern.Chi vuole provare le pene dell’inferno, faccia il fabbro d’estate e il muratored’inverno.

Pô tené lo gra che spica? Cuscì la jende che non dica.Puoi impedire al grano di spigare? Così alla gente di parlare.

Porci lendi, janna sogna.I maiali pigri sognano la ghianda, invece di procurarsela.

Preti spretati, frati sfratati, amici armicàti e càvoje ariscaldati non fumàe buone.Preti spretati, frati sfratati, amici riappacificati e cavoli riscaldati non furono maibuoni.

Quanno trona e lu monde d’Angona, pija li bovi e laôra.Quando tuona sul monte di Ancona prendi i buoi e lavora.

Chi vô verdura fresca vaca all’orto, chi vô lo pescio caro, vaca ar porto.Chi vuol verdura fresca vada all’orto, chi vuol pagare caro il pesce vada al porto.

Chi s’arricchisce, o a da rubbà o a da troà.Per arricchirsi, si deve rubare o ereditare.

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arance n. 2finocchi gr. 300olio extravergine d'oliva cucchiai 4 limone n. 1cozze con guscio gr. 600lattuga n. 1sale e pepe nero q.b.banana n. 1mela renetta n. 1

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1. Raschiare e lavare molto bene le cozze. 2. Metterle in una padella, con due cucchiai di olio, a fuoco vivo,

finch� si saranno aperte. 3. Estrarre i molluschi e porli in una terrina con la loro acqua di

cottura. 4. Sbucciare e tagliare la banana a fettine, la mela a dadini, e gli

spicchi di arancia, in 4 parti. 5. Pulire il finocchio e la lattuga dalle foglie esterne rovinate e

lasciare a mollo nell'acqua fredda per 30 minuti, quindisciacquarli e farli sgocciolare.

6. Tagliare il finocchio a fettine e con le foglie di lattugafoderare un'insalatiera.

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☞ SSuuggggeerriimmeennttii:: Ricordatevi di buttare sempre i molluschi, lecozze, le vongole ecc. che non si aprono al calore.

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LLaa ccoossttaa mmaarrcchhiiggiiaannaa.. Costituisce uno degli aspetti pi� caratteristicidella Regione. Essa si sviluppa per 180 km dal promontorio di Gabicce Mare alla foce delTronto, premiata con numerose bandiere blu europee che sanciscono lÕottima qualit�delle acque di balneazione e la cura prestata per la protezione dellÕambiente marino. Illitorale, costituito da un alternarsi di bellissime spiagge di ghiaia, di scoglio e di sabbia,risponde cos� a tutte le esigenze dei visitatori della nostra terra e conferma in tal modounÕantica tradizione di ospitalit�. Nella costa settentrionale si alternano spiagge lunghee sottili qua e l� interrotte da un promontorio, da piccole calette o dalla foce di untorrente. I famosi centri balneari di GGaabbiiccccee MMaarree,, FFaannoo,, PPeessaarroo caratterizzati daampie spiagge sabbiose offrono una tranquilla vita balneare anche agli inesperti e aipiccoli bagnanti. Da Ancona, capoluogo della Regione, si scorge il Monte Conero,promontorio di straordinaria bellezza che si affacciasullÕazzurro del mare Adriatico. Da qui inizia il trattopi� bello del litorale marchigiano: la Òriviera delconeroÓ, ricca di baie bianche a volte raggiungibili soloin barca o attraverso sentieri ritagliati nel verde dellamacchia mediterranea. Dalle stesse porte meridionalidi Ancona si succedono suggestive localit� turistiche:lÕOOaassii ddii PPoorrttoonnoovvoo, la premiatissima SSiirroolloo a piccosul mare, Numana con il suo attrezzato e funzionale porto turistico e MMaarrcceellllii la pi�moderna con villaggi turistici, residences e adeguate strutture ricettive. A sud delConero la costa ripropone arenili ampi e pianeggianti fino a raggiungere una zona riccadi pinete a PPoorrttoo RReeccaannaattii,, PPoorrttoo PPootteennzzaa PPiicceennaa ee CCiivviittaannoovvaa MMaarrcchhee. Non si pu�

inoltre dimenticare la Òverde riviera picenaÓ, che siestende tra PPoorrttoo SSaannttÕÕEEllppiiddiioo,, LLiiddoo ddii FFeerrmmoo,, PPoorrttooSSaann GGiioorrggiioo ee PPeeddaassoo, e lÕesotica Òriviera delle palmeÓ traCCuupprraammaarriittttiimmaa,, GGrroottttaammmmaarree ee SSaann BBeenneeddeettttoo ddeellTTrroonnttoo, con le sue 7000 palme che crescono anche sullaspiaggia finissima e bianca che degrada nel marecaratterizzato da bassi fondali.

La ÒscopertaÓ dei bagni di mare avviene negli anni in cui in Europa cova ed esplode laRivoluzione francese. EÕ solo un caso, ma nel luglio 1789, mentre i sanculotti prendonodÕassalto la Bastiglia, Giorgio III dÕInghilterra scende beatamente nelle acque diWyemouth con tutto il suo seguito: se � quindi da Parigi che parte il virus destinato acambiare il futuro della civilt�, � dalle coste della Manica che si propaga un nuovorapporto dellÕuomo con il mare e con le spiagge. Due eventi, quelli della mitica estate 1789, di peso certamente diverso, ma ambeduerivoluzionari. Il bagno del re dÕInghilterra certificava la bont� e il valore di una praticache i suoi sudditi pi� evoluti avevano gi� sperimentato da qualche decennio sotto laspinta di medici illuminati. Con il passare del tempo la pratica del bagno di mare sidiffuse in tutto il vecchio mondo, in particolare possiamo annoverare tra le localit�italiane pioniere di questa pratica la riviera ligure, la costiera amalfitana, la costa ionicadella sicilia in particolare Taormina, la riviera romagnola. In seguito si aggiunsero altrelocalit� come la costa laziale nei pressi di Roma, la Puglia e la Sardegna si aggiunserosolo agli inizi del secolo.

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Presidente Troli Mario 021 944 43 95Vice Presidente Cupis Angela 021 634 64 12Cassiere Lucciarini Alberta 021 701 35 06Vice Cassiere Ugolini Angelo 021 617 43 30Segreteria Troli Barbara 021 944 43 95Tesseramento Cupis Gastone 021 634 64 12 Tesseramento Lucciarini Ezio 021 701 35 06Revisore dei conti Tacconi VincenzoRevisore dei conti Rossi CesareRevisore dei conti Feduzi FrancoResponsabili della publicit� : Tutti i soci e simpatizzanti

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Vi ricordiamo che grazie al Vostro contributo per lÕanno 2006,lÕAMRIS pu� organizzare le manifestazioni come i precedentianni, permettendo di mantenere le tradizioni.

Noi siamo certi che possiamo contare su tutti Voi al fine direalizzare nei migliori dei modi gli obbiettivi che ci siamo prefissi.

LLaa ccoossttaa ddeell MMoonnttee CCoonneerroo.. Si tratta di unÕareamarina protetta ancora in via di istituzione, secondo la legge394/91; � situata nella Provincia di Ancona ed interessa icomuni di Sirolo e Numana, ed il tratto di costa che la riguardafa parte del Parco Naturale Regionale del Monte Conero, ilquale occupa una superficie complessiva di 5800 ettari.Il Monte Conero � un promontorio alto 572 metri e si pu�considerare lÕunico elemento che spezza la continuit� dellecoste sabbiose del Mare Adriatico, dal litorale triestino fino alGargano; � inciso da cale ed insenature. In tutta la regioneMarche i fondali possono essere considerati un prolungamentodella pianura padana perch� sono costituiti da sedimentisabbiosi e fangosi di origine fluviale, che derivano dalla catenaalpina e nord - appenninica. Intorno al promontorio abbiamo

scogliere e fondali rocciosi. Su questi ultimi si trovano anche banchi di madrepore comeCladocora cespitosa; tra gli scogli e negli anfratti nuotano numerosi dentici, orate esaraghi, mentre le rocce sono colonizzate dai datteri di mare. La fauna terrestre � rappresentata in particolare dagli Uccelli, soprattutto quelli dipasso. Oltre ai rapaci rari, come lÕaquila minore, lÕaquila anatraia minore ed il grillaio,da segnalare la presenza di grandi veleggiatori come le cicogne. Sono presenti anchediverse testimonianze delle civilt� antiche, come i reperti della civilt� picena conservatinellÕAntiquarium di Numana. Sia a nord che a sud della zona protetta sono presenti duearee a forte urbanizzazione, che sono costituite rispettivamente dalla citt� di Ancona edai centri di Sirolo e Numana; attorno a tutto questo complesso ruotano le attivit�economiche connesse allÕambiente costiero e dipendenti dalla presenza del mare: la pesca, il turismo, le attivit� ricreative balneari ed il trasporto marittimo, alle quali siaffiancano le attivit� indirettamente connesse con la costa: il commercio, lamanifattura e lÕagricoltura.

Gira quant’ pèr, sta fòra anca cent’anni,marchigièn sè nèt e... marchigièn armanni!...

Gira quanto ti pare, stai fuori anche cento anni,marchigiano sei nato e... marchigiano rimani!...

Bruno Fanesi, Gabbiani, 1988. Bronzo dorato, h 34 cm.Luogo di conservazione originale:

dono dell’artista anconetano al Museo Tattile Statale Omero (AN).