3° TRIMESTRE 2014

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LEZIONE 11 DELLA SCUOLA DEL SABATO PAOLO, ESTRAZIONE E CHIMATA SABATO 12 SETTEMBRE 2015 3° TRIMESTRE 2015

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LEZIONE 11. DELLA SCUOLA DEL SABATO. IL SABATO. SABATO 13 SETTEMBRE 2014. 3° TRIMESTRE 2014. L’ORIGINE DEL SABATO. - PowerPoint PPT Presentation

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LEZIONE 11

DELLA SCUOLA DEL SABATO

PAOLO, ESTRAZIONE E CHIMATA

SABATO 12 SETTEMBRE 2015

3° TRIMESTRE 2015

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Anteriormente:• Biografia. Chi era Paolo?• Personalità. Com’era Paolo?

La chiamata:• Obiettivo. A quale proposito fu chiamato?• Missione. Perchè fu chiamato?• Diversità. Come affrontò la sua missione?

Nello studio di questa settimana, analizzeremo i seguenti aspetti della vita di Paolo:

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CHI ERA PAOLO?«Io sono un Giudeo, nato a Tarso di Cilicia, ma allevato in questa città, educato ai piedi di Gamaliele nella rigida osservanza della legge dei padri; sono stato zelante per la causa di Dio, come voi tutti siete oggi» (Atti 22:3)

Nacque a Tarso di Cilicia, acquisendo la

cittadinanza romana.(Atti 22:3, 28).

Apparteneva alla tribù di Benjmino.

(Fil. 3:5).

Era fariseo, figlio di farisei. (Atti 23:6)

Cresciuto in Gerusalemme, fu un

discepolo di Gamaliele. (Atti 22:3)

Era membro del sinedrio. (Gli uomini che vinsero un

impero pag. 71).

Aveva una sorella e un nipote che vivevano a Gerusalemme.

(Atti 23:16).

Era un fabbricante di tende. (Atti 18:3)

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COM’ERA PAOLO?«Perché io sono il minimo degli apostoli, e non sono degno di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la chiesa di Dio. Ma per la grazia di Dio io sono quello che sono…» (1ª Corinzi 15:9-10 pp)

Paolo era una persona convinta e zelante.Prima della sua conversione:

Appoggiò la lapidazione di Stefano (Atti 7:58).Perseguitò la chiesa (Atti 8:3).Minacciò di morte i discepoli (Atti 9:1).Organizzò un’incursione contro i cristiani di Damasco (Atti 9:2).

Dopo la sua conversione, dimostrò d’essere:

Giusto (Fil. 3:6). Lavoratore (2Ts. 3:7-8). Contrito (1Tim. 1:16). Sofferente (2Co. 11:23-33). Umile (1Co.15:9).

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«Sono Ebrei? Lo sono anch'io. Sono Israeliti? Lo sono anch'io. Sono discendenza d'Abrahamo? Lo sono anch'io. Sono servitori di Cristo? Io (parlo come uno fuori di sé) lo

sono più di loro; più di loro per le fatiche, più di loro per le prigionie, assai più di loro per le percosse subite. Spesso sono stato in pericolo di morte. Dai Giudei cinque volte ho

ricevuto quaranta colpi meno uno; tre volte sono stato battuto con le verghe; una volta sono stato lapidato; tre

volte ho fatto naufragio; ho passato un giorno e una notte negli abissi marini. Spesso in viaggio, in pericolo sui fiumi,

in pericolo per i briganti, in pericolo da parte dei miei connazionali, in pericolo da parte degli stranieri, in

pericolo nelle città, in pericolo nei deserti, in pericolo sul mare, in pericolo tra falsi fratelli; in fatiche e in pene;

spesse volte in veglie, nella fame e nella sete, spesse volte nei digiuni, nel freddo e nella nudità. Oltre a tutto il resto,

sono assillato ogni giorno dalle preoccupazioni che mi vengono da tutte le chiese. Chi è debole senza che io mi senta debole con lui? Chi è scandalizzato senza che io

frema per lui? Se bisogna vantarsi, mi vanterò della mia debolezza. Il Dio e Padre del nostro Signore Gesù, che è

benedetto in eterno, sa che io non mento».

(2ª Corinzi 1:22-31)

Defendendosi dai giudaizzanti che cercarono di mettergli contro la chiesa di Corinto, Paolo si descrive nel modo seguente:

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A QUALE PROPOSITO FU CHIAMATO?«Ma alzati e sta' in piedi perché per questo ti sono apparso: per farti ministro e testimone delle cose che hai visto, e di quelle per le quali ti apparirò ancora, liberandoti da questo popolo e dalle nazioni, alle quali io ti mando per aprire loro gli occhi, affinché si convertano dalle tenebre alla luce e dal potere di Satana a Dio, e ricevano, per la fede in me, il perdono dei peccati e la loro parte di eredità tra i santificati» (Atti 26:16-18)

Gesù vide in Paolo un secondo Mosè. Mentre Mosè estrasse il popolo giudeo dai gentili affinché potesse fare la volontà di Dio, Paolo si recò dai gentili affinché essi facessero la volontà di Dio (Ro. 15:19).Gesù lo chiamò per uno scopo ben preciso: portare il Suo messaggio a tutte le persone. Infatti, Paolo doveva:

Aprire i loro occhi. Convertirli alla luce. Liberarli dalla potenza di Satana. Indicargli come ricevere il perdono. Aiutarli a ottenere l’eredità eterna.

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PERCHÉ FU CHIAMATO?«Poiché mi proposi di non sapere altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui crocifisso.» (1ª Corinzi 2:2)

La missione di Paolo includeva tre aspetti fondamentali:

Predicare Gesù Cristo.• L’evangelo paolino consiste

principalmente nell’esaltare la croce di Cristo (1Corinzi 2:2).

Edificare chiese.•Organizzava chiese in ogni città che evangelizzava (Tito 1:5).

Alimentare le chiese.•Attraverso le sue lettere, nutriva le chiese e correggeva i loro errori. (1 Corinzi 14:37)

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COME AFFRONTÓ LA SUA MISSIONE?«con i Giudei, mi sono fatto giudeo, per guadagnare i Giudei; con quelli che sono sotto la legge, mi sono fatto come uno che è sotto la legge (benché io stesso non sia sottoposto alla legge), per guadagnare quelli che sono sotto la legge; con quelli che sono senza legge, mi sono fatto come se fossi senza legge (pur non essendo senza la legge di Dio, ma essendo sotto la legge di Cristo), per guadagnare quelli che sono senza legge» (1ª Corinzi 9:20-21)La missione di Paolo evidentemente fu multiculturale. Doveva portare l’Evangelo ai giudei e ai gentili. Per questa ragione, dovette adattarsi a ogni cultura in occasione della presentazione della verità.

Uno dei problemi che dovette affrontare fu quello di convincere i giudei affinché accettasero i gentili, senza imporgli la loro cultura. Dovette riprendere Pietro perché metteva in pericolo l’unità della chiesa per motivi culturali (Galati 2:11-16).

Come fariseo e profondo conoscitore delle Scritture e della tradizione, Paolo era in grado di discernere tra ciò che era essenziale e ciò che era sussidiario; le verità eterne, immutabili, e gli elementi culturali e religiosi temporanei.

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«Con intenti decisi [Paolo] abbandonò le ricchezze, gli amici e la distinzione sociale, gli onori pubblici, i

suoi parenti che amava teneramente e sinceramente. Preferì legare il suo nome e il suo

destino ad un popolo che aveva considerato come il più abbietto e spregevole di tutti. Per amore di

Cristo perse tutto. Le sue opere sorpassarono quelle di qualunque altro discepolo e le sue sofferenze superarono ogni misura. Fu bastonato, lapidato, naufragò, e spesso fu in pericolo di morte. Fu in pericolo sul mare e sulla terra, nelle città e nel

deserto, a causa dei ladri e dei suoi concittadini…

Paolo fu un esempio vivente di quello che ogni cristiano dovrebbe essere. Visse per la gloria di Dio.

Le sue parole ci arrivano risuonando attraverso il tempo: “Per me il vivere è Cristo” Filippesi 1:21»

E.G.W. La nostra elevata vocazione - 23 Dicembre