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25 24 C hi erano gli equicoli? Un antico popolo italico che occupava la valle dell’Aniene, l’area del Fucino e la pianura Carseolana, con la valle del Salto a costituire la principale via di comunicazione tra queste aree. Dal loro nome è nata così la deno- minazione Cicolano ad indicare l’al- ta valle del fiume Salto, che si esten- de a comprendere i monti Carseola- ni tra l’omonimo lago e il vicino ba- cino gemello del Turano. Erano gli anni Quaranta del secolo scorso quando quest’angolo di reati- no cambiò volto, con la realizzazio- ne di due grandi dighe per la produ- zione di energia elettrica. Interi pae- si finirono sott’acqua e vennero rico- struiti più a monte, lontano dai loro fertili campi di fondovalle, ora som- mersi dai laghi. I Carseolani sono massicci calcarei che sfiorano quota 1500 metri, e che da alcuni anni so- no tutelati da un’ampia riserva natu- rale regionale, quella dei Monti Na- vegna e Cervia. L’area protetta è di- visa in due distinte zone: la più am- pia e settentrionale, subito a est del lago del Turano, comprende il crina- le principale che si eleva fino ai Cicolano L A Z I O Roma 1508 metri del monte Navegna e ai 1436 del Cervia; l’altro settore della riserva comprende invece il monte Piano e i boschi circostanti l’abitato di Nespolo. Cervia e Navegna sono separati dalla profonda incisione delle gole del torrente Obito, che si aprono sul lago all’altezza del pae- se di Ascrea. Realizzato nel 1939 con una diga sul fiume omonimo, il lago del Turano è lungo una decina di chilometri e posto a 536 metri di quota. Il bacino è collegato a quello del Salto da una galleria, e le sue ac- que alimentano la centrale elettrica di Cotilia. Buona parte dei rilievi compresi entro la riserva sono am- mantati di boschi rigogliosi di quer- ce, castagni e faggi. Scille, narcisi e numerose specie di orchidee fiorisco- no tra primavera e inizio estate. E pure la fauna annovera rappresen- tanti di spicco, a cominciare da un piccolo nucleo di lupi, dal gufo rea- le, dal gatto selvatico avvistato più volte dai guardaparco, per continua- re con specie meno rare come lo scoiattolo, la lepre, il tasso, la mar- tora e il topo quercino. Tra anfibi e rettili è da segnalare la presenza del- l’ululone a ventre giallo e della rara e localizzata vipera dell’Orsini. Cicolano d’acque SPECCHI DI CICOLANO Il lago del Turano visto da Mirandella. In basso: un gufo reale (Bubo bubo) Piccolo viaggio tra le acque e la memoria di una terra ridisegnata dall’uomo. Le vestigia misteriose di un antico popolo, i massicci calcarei e una natura rigogliosa invitano alla scoperta. 3 LAGHI DEL SALTO E TURANO p 24-29 Cicolano p 6_AND_2 15-07-2008 13:09 Pagina 24

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Chi erano gli equicoli? Un anticopopolo italico che occupava la

valle dell’Aniene, l’area del Fucino ela pianura Carseolana, con la valledel Salto a costituire la principale viadi comunicazione tra queste aree.Dal loro nome è nata così la deno-minazione Cicolano ad indicare l’al-ta valle del fiume Salto, che si esten-de a comprendere i monti Carseola-ni tra l’omonimo lago e il vicino ba-cino gemello del Turano. Erano gli anni Quaranta del secoloscorso quando quest’angolo di reati-no cambiò volto, con la realizzazio-

ne di due grandi dighe per la produ-zione di energia elettrica. Interi pae-si finirono sott’acqua e vennero rico-struiti più a monte, lontano dai lorofertili campi di fondovalle, ora som-mersi dai laghi. I Carseolani sonomassicci calcarei che sfiorano quota1500 metri, e che da alcuni anni so-no tutelati da un’ampia riserva natu-rale regionale, quella dei Monti Na-vegna e Cervia. L’area protetta è di-visa in due distinte zone: la più am-pia e settentrionale, subito a est dellago del Turano, comprende il crina-le principale che si eleva fino ai

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1508 metri del monte Navegna e ai1436 del Cervia; l’altro settore dellariserva comprende invece il montePiano e i boschi circostanti l’abitatodi Nespolo. Cervia e Navegna sonoseparati dalla profonda incisionedelle gole del torrente Obito, che siaprono sul lago all’altezza del pae-se di Ascrea. Realizzato nel 1939con una diga sul fiume omonimo, illago del Turano è lungo una decinadi chilometri e posto a 536 metri diquota. Il bacino è collegato a quellodel Salto da una galleria, e le sue ac-que alimentano la centrale elettricadi Cotilia. Buona parte dei rilievicompresi entro la riserva sono am-mantati di boschi rigogliosi di quer-ce, castagni e faggi. Scille, narcisi enumerose specie di orchidee fiorisco-no tra primavera e inizio estate. Epure la fauna annovera rappresen-tanti di spicco, a cominciare da unpiccolo nucleo di lupi, dal gufo rea-

le, dal gatto selvatico avvistato piùvolte dai guardaparco, per continua-re con specie meno rare come loscoiattolo, la lepre, il tasso, la mar-tora e il topo quercino. Tra anfibi erettili è da segnalare la presenza del-l’ululone a ventre giallo e della rarae localizzata vipera dell’Orsini.

Cicolano d’acque SPECCHI DI CICOLANO Il lago del Turano visto da Mirandella. In basso: un gufo reale (Bubo bubo)

Piccolo viaggio tra le acque e la memoriadi una terra ridisegnata dall’uomo. Le vestigia misteriose di un antico popolo,i massicci calcarei e una natura rigogliosainvitano alla scoperta.

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chilometri

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chilometri

M. Torrecane1576

L. di Rascino

M. Nuria1888

1884M. Nurietta

Piano diRascino

Sella di Corno

Castel di Tora

Ascrea

Paganico

Gole dell’Obito

Tagliacozzo

AvezzanoCollalto

Lago di Turano

M. Navegna1508

Carsoli

Pietrasecca

Pescorocchiano

Nespolo

RoccaSinibalda

Lago del SaltoFiumata

1607M. Serra

Borgo San Pietro

Petrella Salto

Fiamignano

Punto di partenzae arrivo

Punto di arrivo

Punto di partenza

Secondo itinerario

Primo itinerario

M. Torrecane1576

L. di Rascino

L. di Cornino

Piano diRascino

Piano diCornino

Antrodoco

L’Aquila

A24

N17

Centro storico

Castello

Rovine

Panorama

Monastero

Rocca in rovina

Chiesa

Gli itinerari

Primo itinerario: dal Turano aRascinoPunto di partenza: Castel di ToraPunto di arrivo: Altopiano di Ra-scinoLunghezza: 100 km

A Castel di Tora domina l’abitato latorre dell’antico maniero, mentre suuna penisola sul lago del Turano – ac-canto al ponte che lo attraversa – sor-gono su un’altura i resti del castellodel Drago e dell’antico abitato di An-tuni. Seguendo le sponde verso sud siraggiunge presto Ascrea dove, arroc-cati sul monte Filone alle spalle dell’a-bitato, sorgono i resti della città di Mi-

randella, abbandonata dopo un di-sastroso terremoto. Un sentiero segna-to sale dall’estremità del paese, pres-so l’imbocco delle solitarie gole del-l’Obito: da lassù il panorama sul lagoè mozzafiato. Dopo il bivio per Paga-nico si scende fino alla statale Tiburti-na, che si prende a seguire verso Ta-gliacozzo ed Avezzano. Dopo Car-soli si svolta a Pietrasecca in direzionePescorocchiano, ma prima del paeseun bivio a sinistra porta sulle spondemeridionali del lago del Salto, ge-mello del più piccolo Turano e a lui col-legato mediante un tunnel di otto chi-lometri. È uno dei più estesi laghi arti-ficiali dell’Italia centrale e giunge a mi-surare, nei periodi di massima, unaprofondità di settantacinque metri. Lagrande diga che lo genera si può am-mirare proseguendo per alcuni km indirezione di Rieti, ma a noi convieneinvece svoltare a destra per Fiumata.Dal suo lungo ponte – ben 560 metri- si ha una bella vista su buona partedello specchio d’ac-qua e sulle montagnecircostanti. Dominatodalle belle rupi delmonte Serra, il paese“nuovo” è certo orfa-no di tutte le testimo-nianze storico-archi-tettoniche che pure

aveva, ormai sommerse sotto il pelodell’acqua. Va ricordato infatti che,col nome Terra Flumata, il paese com-pariva tra i possedimenti dell’abbaziadi Farfa già prima del XIII secolo. Fal-cidiata dall’emigrazione al pari di altripaesi del circondario, Fiumata si po-pola oggi nella stagione estiva quan-do le sue sponde verdi di prati si riem-piono di turisti in cerca di frescura. Prendendo a seguire l’altra sponda dellago, si è presto a Borgo San Pietro,dove merita una visita il Monasterodelle Clarisse, una delle principaliemergenze storico-artistiche dell’itine-rario. Oltre alla chiesa, ad una sola na-vata, all’interno del monastero si trovainfatti il piccolo ma interessantissimomuseo. Qui è raccolta parte dei reper-ti, dei documenti e dei ricordi del vec-chio monastero di San Pietro de Moli-to, fondato da Santa Filippa Marerinel 1228 e abbandonato perché som-merso dalle acque del nascente lagonel 1940. Vi sono esposti affreschi, sta-

tue lignee, ostensori ecroci in argento, non-ché uno splendidoportale ligneo cinque-centesco. Dal paesesi sale a PetrellaSalto, con le chiesedi Sant’Andrea e San-ta Maria e l’antica

OBITO Le gole dell’Obito. In basso: un vicolo di Petrella Salto.

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Rocca Cenci (il paese dette i natali aBeatrice Cenci, bellissima fanciulla lecui tristi vicende ispirarono racconti etragedie, opera tra gli altri di Stendhale Shelley) ora ridotta in rovine. Per una strada a mezza costa si rag-giunge Fiamignano, altro paese dal-l’interessante centro storico, con le vec-chie case in pietra e una magnifica vi-sta sulla valle del Salto che appare traun vicolo e l’altro. Oltre ai resti del ca-stello di Poggio Poponesco – rag-giungibili per un sentiero dal paese - èpossibile visitare anche quelli del cin-quecentesco convento dei Cappuccini,che prima di essere seriamente dan-neggiato dal sisma ospitò prima gli uf-fici comunali e poi le carceri. Lungo ilpercorso si trova anche la chiesa diSanta Maria del Poggio, situata sot-to le rovine del castello, che conservaun affresco votivo del 1580 rappresen-tante la Madonna in trono con il Bam-bino ed i Santi. Da Fiamignano sale in-fine una stradina segnalata che condu-ce in una dozzina di chilometri ai bel-lissimi piani di Rascino. Si tratta di unbacino carsico della lunghezza massi-ma di 2,5 km, a ridosso del confinecon l’Abruzzo, che ospita un lago dal-la forma singolarmente frastagliata eimmerso nella solitudine dei pascoli. Lesue acque, inghiottite dalla roccia cal-carea, vanno ad alimentare la sorgen-te del Peschiera, la più copiosa d’Ap-pennino, che rifornisce anche uno deiprincipali acquedotti romani.

Secondo itinerario: da Corninoa RascinoPunto di partenza e arrivo: Selladi CornoDislivello: 214 mDurata: 3 ore

Un accesso alternativo alla strada daFiamignano per raggiungere il lago diRascino, più suggestivo perché a piedi,è quello dal confine regionale con l’A-bruzzo. Per raggiungere il punto di par-tenza del sentiero occorre portarsi allaSella di Corno. Ci si arriva da L’Aqui-la con la statale n.17 in direzione An-trodoco, e quindi con una carrabile chedopo 6 km si arresta presso la sella delmonte Torrecane. Parcheggiata l’auto(1352 m), si scende a piedi nel sotto-stante piano erboso. Addossato ad unfitto rimboschimento di conifere, sorgeil minuscolo laghetto di Cornino sullosfondo dei monti Nuria e Nurietta.Camminando tra numerose doline a im-buto, ci s’inoltra nel bosco imboccandouna pista che scende sulla sinistra e cheporta ad affacciarsi sul sottostante pia-no di Rascino. Prima di scendere al la-go (1138 m), si sale sulla sinistra sopraun cocuzzolo sormontato dalle rovinedell’antico castello di Rascino, eretto apresidio di una strada che solcandoqueste montagne collegava il Regno diNapoli allo Stato della Chiesa. Il ritor-no è per la via dell’andata.

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Come arrivareDalla Salaria fino al bivio di OsteriaNuova per Colle di Tora. Da Rieti con lastatale 578 Cicolana. Dall’A24 Roma-L’Aquila uscendo ai caselli di Tagliacoz-zo o Valle del Salto.

Quando andareLe stagioni migliori sono l’estate el’autunno. L’inverno tra queste monta-gne sa essere molto lungo.

Prodotti tipiciInnanzi tutto c’è da scoprire – almenonella stagione autunnale - la pregiatacastagna rossa del Cicolano, varietàdi origine lombarda e in procinto di ri-cevere il marchio di qualità IGP. Da se-gnalare anche il fagiolo a pisello diCastel di Tora, dal colore biancastro,forma insolita e sapore gustoso. Quantoalla cucina tradizionale sabina, essa èpovera e legata ai prodotti della terra:cercate perciò anche funghi, more e ilpregiato tartufo. Nelle trattorie locali

si trovano sempre la pasta fatta in casacondita con saporiti sughi, carne arro-sto, dolci casarecci.

ManifestazioniIn febbraio a Borgo San Pietro c’è laprocessione in onore di Santa Filippa Ma-reri, con deposizione dei fiori al lago. Amaggio in occasione della festa di SantaMaria Apparì, nell’ultima domenica delmese, si distribuiscono ciliegie benedette.Da non perdere anche la Mostra Ovinaai piani di Rascino, organizzata a fineagosto dal Comune di Fiamignano.

Da vedereMuseo di Santa Filippa Mareri (nella foto),Borgo San Pietro di Petrella Salto, tel.0746.558134, ingresso libero.

Aree protetteRiserva naturale Monti Navegna eCerviaEstensione: 2915 ettariSede: via Roma 33, Varco Sabino; tel.0765.790139, http://www.parks.it/ri-serva.monte.navegna

Informazioni turisticheAPT Rieti, Piazza Vittorio Emanuele II18; tel. 0746.203220, www.apt.rieti.it

INFORMAZIONI UTILI

ARTE SACRA Il museo del Monastero delle Clarisse a Borgo San Pietro.

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Una ricca biodiversitàLa più visibile, al solito, è l’avifauna. Anatre, aironi e limicoli frequentano le aree dei laghi delCicolano in particolare durante i passi e nei mesi invernali. Tuttavia la maggioranza delle specie ani-mali che frequentano la zona è legata agli ambienti più diffusi, cioè quelli forestali. Querceti a ca-ducifoglie, misti ad aceri, castagni, carpini, e più in alto il manto omogeneo delle faggete, rap-presentano infatti un notevole serbatoio di biodiversità. I settori più vetusti del bosco ospitano insettirari e bellissimi, come i coleotteri Rosalia alpina e Cerambyx cerdo. L’avifauna comprende, tragli altri poiane e sparvieri, ghiandaie, cince, picchi rossi maggiori e picchi verdi.La presenza del lupo nella zona è legata a doppio filo all’aumento del cinghiale, sua preda d’e-lezione nell’area appenninica. Sporadici gli avvistamenti dell’orso, l’altro grande protagonistadegli elenchi faunistici delle montagne del centro Italia.

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