3 - Il Percorso

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 Il Percorso Ricostruire un’antico percorso e riscriverne la storia è azzardato,  provo a farlo dopo lunghi tempi di riflessione e di annotazioni spesso di flebili tracce. Il primo punto da considerare quale partenza del  perc or so è que llo dell ’antico insediament o di li gur i ne ll e pi ane alluvionali attorno alla foce dell’Entella. Da lì il percorso dei monti saliva in quota sul crinale del Monte Anchetta e poi parallelo al mare ed alla Fontanabuona si stendeva in qu el tr at to ove il contr ol lo di Genova si mate ri al iz con la costruzione di castelli a controllo della viabilità quali il Castrum  Rapallinum, il Monte Rosa, il Castrum Lasaniae, Manico del Lume , Castrum Tug ii, poi se mpre ve rso occide nt e si no a ra ggiungere quel l’ importante nodo vi ar io di monte Becco ove ar ri va va no i Piacentini che frequentavano il porto di Nervi, 1 i mulattieri del sale da Recco e Sori verso il Nord, i Genovesi del Levante verso la Fontanabuona, i frati dell’ospitale di Monte Possuolo e dove iniziava il vero Chamino de Lombardia poi la Croce dei Fò, giù sino a S.Oberto e poi ancora antiche tracce, l’Ospedale, Borgonovo,Tollara, i dazi della Repubblica, fino alla colla di Boasi, il Castelluzzo della Scoffera, armato, ultimo presidio prima dei Feudi Imperiali. La costiera di Rossi e su inerpicato fino al Lavagnola, altro punto focale, ove là “alla piega di Lavagnola”la strada si divideva una su verso Torriglia, l’altra dal Montaldo al Portello, alla “Bocca della Corsica”, Barbagelata, Cardenosa, Fregarolo, Gifalco, Roccabruna, Montarl one,Dego, Orez zoli,  Carise to,Cer ignale , Ponte Organ asco, (ove il guado del Trebbia era l’incognita fino alla costruzione del  ponte) poi Brallo di Pregola. 1  “Il Porticciolo di Nervi era importante, i Piacentini lo preferivano perché non pagavano alcuna dogana essendo fuori dal Porto di Genova, avevano dei magazzini, quando avevano bisogno di partire, es per il Medio Oriente, imbarcavano la merce su Leudi e la portavano a Genova dove pagavano.  Nervi pertanto si poteva considerare un Porto Franco.” Tratto da: Archeologia ed architettura delle grandi vie di comunicazione. Tesi di laurea (Cannoni, Bellingeri,Varaldo Grottin, Volpato).

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Il Percorso

Ricostruire un’antico percorso e riscriverne la storia è azzardato,

 provo a farlo dopo lunghi tempi di riflessione e di annotazioni spesso

di flebili tracce. Il primo punto da considerare quale partenza del

  percorso è quello dell’antico insediamento di liguri nelle piane

alluvionali attorno alla foce dell’Entella.

Da lì il percorso dei monti saliva in quota sul crinale del Monte

Anchetta e poi parallelo al mare ed alla Fontanabuona si stendeva in

quel tratto ove il controllo di Genova si materializzò con lacostruzione di castelli a controllo della viabilità quali il Castrum

 Rapallinum, il Monte Rosa, il Castrum Lasaniae, Manico del Lume,

Castrum Tugii, poi sempre verso occidente sino a raggiungere

quell’importante nodo viario di monte Becco ove arrivavano i

Piacentini che frequentavano il porto di Nervi,1 i mulattieri del sale

da Recco e Sori verso il Nord, i Genovesi del Levante verso la

Fontanabuona, i frati dell’ospitale di Monte Possuolo e dove iniziava

il vero Chamino de Lombardia poi la Croce dei Fò, giù sino aS.Oberto e poi ancora antiche tracce, l’Ospedale, Borgonovo,Tollara,

i dazi della Repubblica, fino alla colla di Boasi, il Castelluzzo della

Scoffera, armato, ultimo presidio prima dei Feudi Imperiali.

La costiera di Rossi e su inerpicato fino al Lavagnola, altro punto

focale, ove là “alla piega di Lavagnola”la strada si divideva una su

verso Torriglia, l’altra dal Montaldo al Portello, alla “Bocca della

Corsica”, Barbagelata, Cardenosa, Fregarolo, Gifalco, Roccabruna,

Montarlone,Dego, Orezzoli,  Cariseto,Cerignale, Ponte Organasco,

(ove il guado del Trebbia era l’incognita fino alla costruzione del

 ponte) poi Brallo di Pregola.

1 “Il Porticciolo di Nervi era importante, i Piacentini lo preferivano perché 

non pagavano alcuna dogana essendo fuori dal Porto di Genova, avevano

dei magazzini, quando avevano bisogno di partire, es per il Medio Oriente,imbarcavano la merce su Leudi e la portavano a Genova dove pagavano.

 Nervi pertanto si poteva considerare un Porto Franco.”

Tratto da: Archeologia ed architettura delle grandi vie di comunicazione.Tesi di laurea (Cannoni, Bellingeri,Varaldo Grottin, Volpato).

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Quella diretta per il Nord costeggiava la Valle di Torriglia

incrociando l’altro antico percorso per il Piacentino: la Strada della

Trebbia o “Caminus Januae”, con collegamenti con il Borgo di

Torriglia ed il suo Castello, dopo l’incrocio la mole imponente delMonte Prela con la Fortezza Medievale di Donetta, armata ed

imprendibile, con balestre da tibia e da muro, alte torri e capienti

cisterne, vera porta di Lombardia.

Da Donetta la mulattiera si inerpica in quota verso L’Antola,

nostrano Olimpo, altro nodo viario verso la Val Brevenna, le

Mansiones Cistercensi di S.Clemente o di Magioncalda in Val

Borbera, le Capanne di Romano con tracce di insediamenti

monastici, Capanne di Carrega, la Torre ed il bivio per la Val

Borbera.

Ecco lassù il Monte Carmo, potente e terribile, lo costeggiamo e

sulla destra i villaggi di Alpe con rovine di antico Castello, poi la Val

Boreca, la più selvaggia, ora quasi disabitata, eppure su un crinale

accanto a Bogli tracce di una fortezza o di un convento forse “Mons

Alpherium”da cui un antica campanella conservata nella

Parrocchiale.2

Alla fine di questo Montelungo ecco Capanne di Cosola, luogo di

 passaggio che forse collegava le città romane di Libarna a Velleia,Capannette di Pey, antico posto di dogana dello Stato di Milano.

Siamo sul passo del Giovà, attuale zona sciistica ove si ricordano le

vestigia del Convento di S.Giacomo alle sorgenti dello Staffora, poco

 più sotto, nella chiesa di Casale se ne conserva una campanella

d’argento ed un trittico raffigurante la Vergine, S.Lorenzo, e

S.Giacomo.

Punto strategico questo, qui, attorno al Monte Chiappo, il percorso si

scompone, uno verso l’Ebro ed il Giarolo verso la Val Curone e poi

2 …et ascendendo continuasi per l’Alpe detta Monte Ebro sopra la Cabella

 passando per le Capanne di Pei all’Alpe di Carrega et il Monte Calmo,

cossì detto che vi fu il principio dei Convento dei Frati del Calmo; poi

continuando verso mezzogiorno viene alla somità del monte et Alpe detta

 Antola, monte cosidetto da la copia di essa herba antidoto del napello….(da

Arch.Doria Pamphily di Roma, manoscritto del 1575 dal titolo “Della città e

Vescovato di Tortona e dei luoghi soggetti a detto Vescovato…”pubblicato

nel 2001 da Sergio Pagano in” Cronaca di Tortona”). Notizia passatami dall’amico De Battisti Fiorenzo.

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Tortona, l’altro lungo il Monte Boglelio raggiunge la Val Staffora e

Varzi, l’altro passa sotto al Monte Lesima e scende al passo del

Brallo.

Brallo di Pregola sede di antichissimo feudo con Castello Malaspina,qui arrivava la strada del Gifalco altro itinerario storico, poi giù

verso Varzi, la Staffora e Voghera.

Ancora su per crinale, poco prima del Penice, rovine del Convento

dei Gerolimini, forse eredi del Tempio, poi il passo e giù Bobbio

regina del mondo medievale.

Ancora a Nord, fra la Trebbia ed il Tidone fino al Monte Pietra di

Corvo, con gli accessi a Romagnese, Nibbiano e Caminata.

Da qui i percorsi storici sono meno delineati, è però certo il

crinale tra la Val di Versa ed il Tidone, fino a raggiungere a seconda

del momento storico o della destinazione i traghetti di Port’Albera,

Arena Po, o Parpanese.

Sono queste zone ricche di storia, di strate, di castelli, ospitali e

meritano più accurate ricerche anche per ridisegnare le correnti di

traffico.

Figura 1 - Donetta - Pian della torre o brichetto.