3 - Il Percorso
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5/11/2018 3 - Il Percorso - slidepdf.com
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Il Percorso
Ricostruire un’antico percorso e riscriverne la storia è azzardato,
provo a farlo dopo lunghi tempi di riflessione e di annotazioni spesso
di flebili tracce. Il primo punto da considerare quale partenza del
percorso è quello dell’antico insediamento di liguri nelle piane
alluvionali attorno alla foce dell’Entella.
Da lì il percorso dei monti saliva in quota sul crinale del Monte
Anchetta e poi parallelo al mare ed alla Fontanabuona si stendeva in
quel tratto ove il controllo di Genova si materializzò con lacostruzione di castelli a controllo della viabilità quali il Castrum
Rapallinum, il Monte Rosa, il Castrum Lasaniae, Manico del Lume,
Castrum Tugii, poi sempre verso occidente sino a raggiungere
quell’importante nodo viario di monte Becco ove arrivavano i
Piacentini che frequentavano il porto di Nervi,1 i mulattieri del sale
da Recco e Sori verso il Nord, i Genovesi del Levante verso la
Fontanabuona, i frati dell’ospitale di Monte Possuolo e dove iniziava
il vero Chamino de Lombardia poi la Croce dei Fò, giù sino aS.Oberto e poi ancora antiche tracce, l’Ospedale, Borgonovo,Tollara,
i dazi della Repubblica, fino alla colla di Boasi, il Castelluzzo della
Scoffera, armato, ultimo presidio prima dei Feudi Imperiali.
La costiera di Rossi e su inerpicato fino al Lavagnola, altro punto
focale, ove là “alla piega di Lavagnola”la strada si divideva una su
verso Torriglia, l’altra dal Montaldo al Portello, alla “Bocca della
Corsica”, Barbagelata, Cardenosa, Fregarolo, Gifalco, Roccabruna,
Montarlone,Dego, Orezzoli, Cariseto,Cerignale, Ponte Organasco,
(ove il guado del Trebbia era l’incognita fino alla costruzione del
ponte) poi Brallo di Pregola.
1 “Il Porticciolo di Nervi era importante, i Piacentini lo preferivano perché
non pagavano alcuna dogana essendo fuori dal Porto di Genova, avevano
dei magazzini, quando avevano bisogno di partire, es per il Medio Oriente,imbarcavano la merce su Leudi e la portavano a Genova dove pagavano.
Nervi pertanto si poteva considerare un Porto Franco.”
Tratto da: Archeologia ed architettura delle grandi vie di comunicazione.Tesi di laurea (Cannoni, Bellingeri,Varaldo Grottin, Volpato).
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Quella diretta per il Nord costeggiava la Valle di Torriglia
incrociando l’altro antico percorso per il Piacentino: la Strada della
Trebbia o “Caminus Januae”, con collegamenti con il Borgo di
Torriglia ed il suo Castello, dopo l’incrocio la mole imponente delMonte Prela con la Fortezza Medievale di Donetta, armata ed
imprendibile, con balestre da tibia e da muro, alte torri e capienti
cisterne, vera porta di Lombardia.
Da Donetta la mulattiera si inerpica in quota verso L’Antola,
nostrano Olimpo, altro nodo viario verso la Val Brevenna, le
Mansiones Cistercensi di S.Clemente o di Magioncalda in Val
Borbera, le Capanne di Romano con tracce di insediamenti
monastici, Capanne di Carrega, la Torre ed il bivio per la Val
Borbera.
Ecco lassù il Monte Carmo, potente e terribile, lo costeggiamo e
sulla destra i villaggi di Alpe con rovine di antico Castello, poi la Val
Boreca, la più selvaggia, ora quasi disabitata, eppure su un crinale
accanto a Bogli tracce di una fortezza o di un convento forse “Mons
Alpherium”da cui un antica campanella conservata nella
Parrocchiale.2
Alla fine di questo Montelungo ecco Capanne di Cosola, luogo di
passaggio che forse collegava le città romane di Libarna a Velleia,Capannette di Pey, antico posto di dogana dello Stato di Milano.
Siamo sul passo del Giovà, attuale zona sciistica ove si ricordano le
vestigia del Convento di S.Giacomo alle sorgenti dello Staffora, poco
più sotto, nella chiesa di Casale se ne conserva una campanella
d’argento ed un trittico raffigurante la Vergine, S.Lorenzo, e
S.Giacomo.
Punto strategico questo, qui, attorno al Monte Chiappo, il percorso si
scompone, uno verso l’Ebro ed il Giarolo verso la Val Curone e poi
2 …et ascendendo continuasi per l’Alpe detta Monte Ebro sopra la Cabella
passando per le Capanne di Pei all’Alpe di Carrega et il Monte Calmo,
cossì detto che vi fu il principio dei Convento dei Frati del Calmo; poi
continuando verso mezzogiorno viene alla somità del monte et Alpe detta
Antola, monte cosidetto da la copia di essa herba antidoto del napello….(da
Arch.Doria Pamphily di Roma, manoscritto del 1575 dal titolo “Della città e
Vescovato di Tortona e dei luoghi soggetti a detto Vescovato…”pubblicato
nel 2001 da Sergio Pagano in” Cronaca di Tortona”). Notizia passatami dall’amico De Battisti Fiorenzo.
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Tortona, l’altro lungo il Monte Boglelio raggiunge la Val Staffora e
Varzi, l’altro passa sotto al Monte Lesima e scende al passo del
Brallo.
Brallo di Pregola sede di antichissimo feudo con Castello Malaspina,qui arrivava la strada del Gifalco altro itinerario storico, poi giù
verso Varzi, la Staffora e Voghera.
Ancora su per crinale, poco prima del Penice, rovine del Convento
dei Gerolimini, forse eredi del Tempio, poi il passo e giù Bobbio
regina del mondo medievale.
Ancora a Nord, fra la Trebbia ed il Tidone fino al Monte Pietra di
Corvo, con gli accessi a Romagnese, Nibbiano e Caminata.
Da qui i percorsi storici sono meno delineati, è però certo il
crinale tra la Val di Versa ed il Tidone, fino a raggiungere a seconda
del momento storico o della destinazione i traghetti di Port’Albera,
Arena Po, o Parpanese.
Sono queste zone ricche di storia, di strate, di castelli, ospitali e
meritano più accurate ricerche anche per ridisegnare le correnti di
traffico.
Figura 1 - Donetta - Pian della torre o brichetto.