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Ottobre 2014 IL MANAGER DELLE ORGANIZZAZIONI: CERTIFICARE LE COMPETENZE PER VALORIZZARE LA PROFESSIONALITA' Intervista al Sig. Roberto Rocchegiani Sig. Roberto Rocchegiani Presidente FEDERMANAGER Province di Ancona e Pesaro-Urbino (a cura di Luca Casadio) L'odierno contesto economico ed industriale globale ci pone sempre più nella necessità di certificare le nostre competenze manageriali. Titoli di studio, attestati di formazione o iscrizione ad albi, non sono infatti (più) garanzia di una professionalità tale da poter ricoprire efficacemente il ruolo di “manager”. Inoltre, l'accresciuta mobilità geografica e percorsi di carriera sempre più dinamici veicolano l'apprendimento nell'ambiente di lavoro, luogo non tradizionalmente deputato a questo. La verifica del possesso di determinate competenze 1 è quindi un aspetto fondamentale per le imprese che, a fronte di un sempre maggior numero di interlocutori ed operatori, si trovano a dover scegliere manager per nuovi 1 Il termine “competenza” è d'uso comune nella formazione e nell’orientamento, seppur non c’è accordo univoco sul significato, ma nel 2012, è stata pubblicata la “Raccomandazione del Consiglio dell'Unione Europea sulla validazione dell'apprendimento non formale e informale”, con cui gli Stati membri sono sollecitati ad istituire sistemi nazionali per la validazione dell'apprendimento non formale ed informale entro il 2018. (Fonte: ISFOL / http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2012:398:0001:0005:IT:PD F)

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La certificazione dei manager per uscire dalla "merito-fobia".

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Ottobre 2014

IL MANAGER DELLE ORGANIZZAZIONI:CERTIFICARE LE COMPETENZE

PER VALORIZZARE LA PROFESSIONALITA'Intervista al Sig. Roberto Rocchegiani

Sig. Roberto Rocchegiani

Presidente

FEDERMANAGER Province di Ancona e Pesaro-Urbino

(a cura di Luca Casadio)

L'odierno contesto economico ed industriale globale ci pone sempre più nella necessità di certificare le nostre competenze manageriali. Titoli di studio, attestati di formazione o iscrizione ad albi, non sono infatti (più) garanzia di una professionalità tale da poter ricoprire efficacemente il ruolo di “manager”. Inoltre, l'accresciuta mobilità geografica e percorsi di carriera sempre più dinamici veicolano l'apprendimento nell'ambiente di lavoro, luogo non tradizionalmente deputato a questo.

La verifica del possesso di determinate competenze1 è quindi un aspetto fondamentale per le imprese che, a fronte di un sempre maggior numero di interlocutori ed operatori, si trovano a dover scegliere manager per nuovi

1 Il termine “competenza” è d'uso comune nella formazione e nell’orientamento, seppur non c’è accordo univoco sul significato, ma nel 2012, è stata pubblicata la “Raccomandazione del Consiglio dell'Unione Europea sulla validazione dell'apprendimento non formale e informale”, con cui gli Stati membri sono sollecitati ad istituire sistemi nazionali per la validazione dell'apprendimento non formale ed informale entro il 2018. (Fonte: ISFOL / http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2012:398:0001:0005:IT:PDF)

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sviluppi di mercato o per rinnovare il proprio modello organizzativo, dovendosi dunque affidare esclusivamente alle competenze del manager incaricato, auspicando il minimo rischio di errore.

Peraltro, in un Paese come l'Italia caratterizzato da una bassa presenza manageriale rispetto agli altri Paesi europei (si stima che solo l'8% delle imprese italiane abbia almeno un dirigente), la figura dirigenziale è ancora a volte confusa con quella dell'imprenditore o dell'amministratore delegato e molto spesso viene socialmente discussa più per il suo costo, che per il suo valore.

Può, allora, una corretta procedura di certificazione garantire contezza delle competenze manageriali? E quali sono i contenuti, le esperienze e le qualità necessarie?

Ne parliamo con Roberto Rocchegiani, Presidente della Sede di Ancona di FEDERMANAGER, che rappresenta dirigenti, quadri apicali e professional dell'industria italiana.

Luca Casadio: Presidente, Lei è un fermo sostenitore della necessità di certificare le competenze in ambito manageriale, e probabilmente è il primo in Italia che si è attivato concretamente per renderne possibile la realizzazione. Perché crede che la certificazione delle competenze sia oggi un aspetto rilevante per i manager?

Roberto Rocchegiani: il mio impegno in qualità di rappresentante delle Alte Professionalità nasce da una analisi iniziata nel 2008, quando nel Direttivo dei Giovani Dirigenti Italia scelsi di guidare il progetto “La cura per il Mal di Merito ? Un patto tra generazioni” con l'obiettivo – tra gli altri – di creare uno strumento per la misurazione e la certificazione del merito.

Sono convinto che la “merito-fobia” sia il male che blocca l'Italia: tutti vorrebbero che fossero istituiti dei processi di avanzamento delle carriere su base “meritocratica”, ma gli stessi che lo vogliono, lo vogliono per gli “altri” e non per se stessi, ecco perché spesso emerge la “paura del merito” in contesti che dovrebbero, invece, promuoverla.

Consideri poi che la classe Dirigente oggi è indefinibile: abbiamo Alte professionalità che operano dietro le quinte e hanno dimostrato grande capacità di resistenza (ai crolli di borsa, alle multinazionali, ai mobbing, alla caduta del livello di vita, alla perdita dei valori, al delirio politico, all'assenza di regole) e, perdoni il termine ,“mediocri” che, pur in quanto tali, sono costantemente sotto i riflettori.

Raggiungere il Merito significa intraprendere un percorso di costante informazione, formazione e coaching; per avviare un processo che porti al riconoscimento del Merito, occorre quindi mettersi in discussione, avere la perseveranza di rendere “oggettivo” il proprio CV, l'umiltà di sottoporsi – costantemente - ad una serie di audit, lungo tutto l'arco della propria vita professionale.

Quando si parla di Long Life Auditing, s'intende la necessità di iniziare un percorso in grado di misurare periodicamente la propria crescita in termini di professionalità e con Long Life Learning, si vuole evidenziare l'importanza di soddisfare i propri fabbisogni formativi non attraverso la logica dell' “addestramento” e/o dell' “aggiornamento” delle proprie competenze tecniche, ma indirizzandosi verso l'acquisizione di altri capitali di conoscenza manageriale, che permettano al Manager – se tale - di avviarsi verso l'ultimo stadio della propria crescita: la figura dell' “Executive”.

Luca Casadio: garantire il possesso di determinati requisiti per ottenerne una certificazione, significa quindi – e necessariamente – dover seguire un rigido protocollo che assicuri che la terza parte certificatrice sia oggettivamente in grado di qualificare il manager per le proprie competenze. Ci può brevemente illustrare qual'è l'iter, quali le norme, da rispettare per poter aspirare ad essere un manager certificato? E quali sono le caratteristiche che devono distinguere l'ente certificatore?

Roberto Rocchegiani: noi in Federmanager abbiamo iniziato con un progetto pilota, affidando ad un ente di terza parte accreditato ACCREDIA2 i nostri studi e le nostre ricerche sui requisiti che dovrebbe avere il manager del III millennio. In questo modo, abbiamo individuato un rilevatore immediato, oggettivo e garantito

2 ACCREDIA è l'unico ente riconosciuto in Italia ad attestare che gli organismi di certificazione ed ispezione abbiano le competenze per valutare la conformità dei prodotti, dei processi e dei sistemi agli standard di riferimento. (www.accredia.it)

“la merito-fobia è il male che blocca l'Italia:

abbiamo Alte professionalità che

operano dietro le quinte e mediocri costantemente

sotto i riflettori”

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delle competenze, un Organismo di Certificazione del Personale operante in conformità alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17024:2004, una norma deputata alla certificazione di qualsiasi figura professionale che ci indica come devono essere definiti gli schemi di certificazione per ogni figura professionale e come deve essere costituito e come deve operare un organismo di certificazione delle persone.

Il risultato è immediatamente tangibile: i primi soggetti certificati, anche se con delle “prescrizioni” da sanare in 1 o 3 anni, sono entusiasti, perché si sono trovati per la prima volta nella loro carriera manageriale di fronte ad una commissione che analizzava non la loro preparazione sulle materie conosciute, ma la loro capacità di “reazione” su casi aziendali lontani dalla loro quotidiana realtà lavorativa.

Luca Casadio: un'ultima domanda sulle prospettive future della certificazione manageriale. Lei crede che ci saranno sviluppi in questa direzione? Ritiene che per le future ricerche di personale le imprese italiane si orienteranno verso la richiesta di questa certificazione? Quale valutazione preventiva suggerisce ai manager (dirigenti, quadri, impiegati direttivi, professional) che volessero intraprendere la strada della certificazione delle proprie competenze?

Roberto Rocchegiani: Vede, non credo sia una sola e semplice questione di forma contrattuale o di ruolo aziendale, perché anche il cosiddetto temporary manager può certamente essere un manager che vede certificate le proprie competenze: io sono infatti convinto che noi oggi stiamo concretamente disegnando il profilo di un “vero manager”, cioè di un professionista in grado di uscire dalla gestione delle “peculiari tecnicità” per avviarsi verso l'organizzazione di “sistemi complessi”, dove tutte le funzioni aziendali (la Produzione, il Marketing, la Finanza, le Risorse Umane, il Commerciale), possono trovare in lui un unico referente, il quale con l'aiuto delle proprie personali competenze trasversali è capace di apprendere e di trasferire conoscenza, relazionandosi con assertività con tutta l'organizzazione.

E' questo un manager che può generare valore sia nelle imprese pubbliche che private, riconoscendo il merito e contribuendo alla crescita dei nostri giovani: i futuri manager.

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Per interventi e commenti sul presente contenuto:

Dott. Luca Casadio

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“per la prima volta nella loro carriera i manager si trovano di fronte ad una

commissione che analizza la loro capacità di

reazione su casi aziendali lontani dalla loro realtà

lavorativa”