3° e 4° ora-6marzo (mercoledì) - Macroarea di … forza elettrostatica tra due cariche è...

84
Elettrostatica Elettrostatica: branca della fisica che studia i fenomeni elettrici Wikipedia: “Fin dai tempi di Talete , nel V secolo a.C., si era notato che una bacchetta di ambra strofinata con un panno era in grado di attirare piume, pagliuzze, fili. Per definire questo fenomeno, si dice che la bacchetta si elettrizza. Il termine "elettricità " deriva infatti proprio dalla parola greca "elektron", che significa ambra. Esistono due tipi di stati elettrici (o cariche): - positivo, come quello del vetro; - negativo, come quello dell'ambra. Cariche dello stesso segno si respingono, mentre delle cariche di segno opposto si attraggono.” La carica elettrica è una grandezza fisica scalare dotata di segno ed è una proprietà fondamentale della materia La carica elettrica è una quantità conservata in tutte le interazioni; la conservazione della carica è uno delle leggi fondamentali della fisica nucleare e particellare. Un oggetto si carica perché elettroni vengono trasferiti ( non creati) da un corpo all’altro Un oggetto che risulta elettricamente neutro contiene un enorme numero di elettroni ma per ogni elettrone è presente un protone carico positivamente per cui la carica netta è nulla. La carica elettrica è quantizzata => esiste una carica fondamentale ( che è la carica dell’elettrone) e tutte le altre cariche sono multipli di questa carica. L’unità di misura della carica nel sistema SI è il coulomb (C) che corrisponde alla carica di 6,24 × 10 18 elettroni . La carica di un elettrone è quindi: e e C C e q elettrone 19 18 10 60 . 1 10 24 . 6 1

Transcript of 3° e 4° ora-6marzo (mercoledì) - Macroarea di … forza elettrostatica tra due cariche è...

Elettrostatica

Elettrostatica: branca della fisica che studia i fenomeni elettrici

Wikipedia:

“Fin dai tempi di Talete, nel V secolo a.C., si era notato che una bacchetta di ambra strofinata

con un panno era in grado di attirare piume, pagliuzze, fili.

Per definire questo fenomeno, si dice che la bacchetta si elettrizza.

Il termine "elettricità" deriva infatti proprio dalla parola greca "elektron", che significa ambra.

Esistono due tipi di stati elettrici (o cariche): - positivo, come quello del vetro; - negativo, come

quello dell'ambra.

Cariche dello stesso segno si respingono, mentre delle cariche di segno opposto si attraggono.”

La carica elettrica è una grandezza fisica scalare dotata di segno ed è una proprietà

fondamentale della materia

La carica elettrica è una quantità conservata in tutte le interazioni; la conservazione della

carica è uno delle leggi fondamentali della fisica nucleare e particellare.

Un oggetto si carica perché elettroni vengono trasferiti ( non creati) da un corpo all’altro

Un oggetto che risulta elettricamente neutro contiene un enorme numero di elettroni ma per

ogni elettrone è presente un protone carico positivamente per cui la carica netta è nulla.

La carica elettrica è quantizzata => esiste una carica fondamentale ( che è la carica

dell’elettrone) e tutte le altre cariche sono multipli di questa carica.

L’unità di misura della carica nel sistema SI è il coulomb (C) che corrisponde alla carica di

6,24 × 1018 elettroni .

La carica di un elettrone è quindi:

ee

CC

eqelettrone

19

181060.1

1024.6

1

Isolanti e conduttori

Le cariche possono muoversi all’interno di un oggetto.

Tale moto è detto Conduzione elettrica, e la facilità con cui le cariche possono muoversi in un

materiale dipende dal materiale stesso

Classificazione dei materiali in funzione di tale caratteristica:

Conduttori: sostanze nelle quali cariche elettriche negative possono muoversi con una certa

facilità Isolanti: sostanze nelle quali nessuna carica elettrica può muoversi

Semiconduttori: sostanze a metà strada tra conduttori ed isolanti

Isolanti: Bachelite, vetro, plastica. Quando tali materiali si caricano per strofinio,

solo l’area strofinata risulta carica e la carica non si muove verso le altre zone del

materiale

Conduttori: metalli (rame,alluminio, ferro, argento..)

Quando tali materiali si caricano in una certa zona, anche con una carica

piccolissima, essa si distribuisce rapidamente su tutta la superficie del materiale

Semiconduttori: (silicio, germanio)

In questi materiali la carica si può muovere quasi liberamente sotto determinate

condizioni ( superamento di un “gap di energia”)

Carica per induzione

Prendiamo una sfera conduttrice isolata da terra elettricamente neutra(a)

Avviciniamo alla sfera una bacchetta di bachelite caricata negativamente

A causa della repulsione tra cariche di segno uguale, gli elettroni più vicini alla

bacchetta verranno respinti verso la regione più lontana della sfera (b)

La zona più vicina alla bacchetta avrà un eccesso di cariche positive, la zona più

lontana un eccesso di cariche negative

Mettiamo a terra la nostra sfera conduttrice( cioè colleghiamo tramite un filo

conduttore la sfera alla terra che rappresenta un “serbatoio di carica”) dalla parte

dell’eccesso di elettroni (c)

Una parte degli elettroni, liberi di muoversi nel filo conduttore, migreranno verso

terra e lasceranno la sfera

Rimuoviamo ora il filo conduttore, la sfera è di nuovo isolata.(d)

Nella sfera si avrà un eccesso di cari positiva indotta.

Allontaniamo la bacchetta(e)

La carica elettrica positiva si distribuisce uniformemente su tutta la sfera che

risulterà quindi carica positivamente

Per caricare un oggetto per induzione non è necessario alcun

contatto con l’oggetto che induce la carica

Polarizzazione degli isolanti

Negli isolanti avviene un processo simile all’induzione per i conduttori: la polarizzazione.

Le molecole e gli atomi di un materiale hanno carica netta nulla, poiché sono composti da uno stesso numero

di cariche positive e negative.

In presenza di un oggetto carico , a causa della repulsione tra cariche uguali, le molecole e gli atomi si

“deformano” elettricamente e le cariche si dispongono come in figura.

La polarizzazione genera uno strato di carica sulla superficie del materiale isolante.

Poiché lo strato di cariche negative è più vicino all’oggetto carico positivamente delle cariche all’altro estremo

delle molecole, la forza attrattiva sarà maggiore della forza repulsiva ( a causa della differente distanzatra le

cariche in gioco).

La forza risultante sarà una forza attrattiva che fra l’oggetto carico positivamente e l’isolante

Legge di Coulomb

La forza elettrostatica tra due cariche è descritta dalla legge di Coulomb:

Siano q1 e q2 due cariche poste a distanza r l’una dall’altra. La forza elettrostatica

tra queste due cariche ha modulo dato da:

Dove k è la costante di Coulomb ed F è espressa in N

2

21

r

qqkF

229

0

1099.84

1CmNk

)/(1085.8 212

0 mNC

o è la costante dielettrica del vuoto

La forza elettrostatica è quindi inversamente proporzionale al quadrato della

distanza fra le due cariche :

2

1

rF

Forza di Coulomb

le forze sono grandezze vettoriali e la forza coulombiana in particolare è una forza

centrale.

La forma vettoriale della forza di Coulomb, cioè della forza esercitata dalla carica q1

sulla carica q2 è:

122

21

0

12 ˆ4

1r

r

qqF

NB: la forza di Coulomb è valida esattamente solo per

cariche puntiformi

Dove è il versore che va da q1 a q2

Se q1 e q2 hanno stesso segno la forza ha lo stesso

verso di e quindi allontana q2 da q1.

Se q1 e q2 hanno segno oppsto la forza ha verso

opposto di e quindi attira q2 verso q1.

12r̂

12r̂

12r̂

La forza esercitata da q2 su q1 si ricava direttamente dal

terzo principio della dinamica:

212

21

0

122

21

0

1221 ˆ4

4

1r

r

qqr

r

qqFF

Forza di Coulomb di un sistema di particelle

Principio di sovrapposizione. Data una distribuzione di n cariche puntiformi, la forza risultante

su ognuna di esse è pari alla somma vettoriale delle forze dovute alle singole cariche.

Quando sono presenti più cariche la forza di Coulomb agisce a coppie e la forza risultante su

ciascuna particella è data dalla somma vettoriale delle forze dovute a tutte le altre particelle

14131211 .... nFFFFF

Esempio: Consideriamo tre particelle cariche posizionate come mostrato in figura.

Calcolare la forza elettrostatica netta F1,net agente sulla carica 1 per opera delle altre 2

q1 = 1.6 10-19 C

q2 = 3.2 10-19 C

q3 = -3.2 10-19 C

R = 0.0200 m

31211 FFF

Nm

CCmN

R

qqkF 24

24

238229

2

2121 1015.1

104

1012.51099.8

N

m

CCmN

R

qqkF 24

24

238229

2

31

31 1005.21025.2

1012.51099.8

43

jNF ˆ1015.1 2421

3ˆ1005.2 2431 jNF

3/4R

+ + - q1 q3 q2

x 3/4R

+ q1

x 21F 31F

jNjNjNF ˆ1000.9ˆ1005.2ˆ1015.1 2524241

Concetto di campo di forza

Nella concezione Newtoniana le forze sono azioni a distanza che si propagano senza un

supporto materiale.

Il sole attrae la Terra senza toccarla, una carica attrae un’altra carica senza toccarla

Molti hanno immaginato lo spazio come riempito da un mezzo materiale, “l’etere”,

caratterizzato da determinate proprietà: una variazione di tali proprietà produce l’azione a

distanza.

Per Einstein invece, l’etere non serve: sono le proprietà geometriche dello spazio, distorto

dalla presenza di masse a imporre alle particelle la traiettoria: la curva più breve tra due

punti, secondo la curvatura dello spazio.=> Relatività generale

È sempre possibile definire in ogni punto dello spazio una quantità che descriva l’azione da

parte di una carica Q ( o distribuzione di carica) che una particella dotata di carica q subirà in

quel punto.

La carica q “di prova”, sarà soggetta ad una forza misurabile.

Possiamo dividere questa forza per la carica di prova q, immaginata piccola per non

perturbare la distribuzione originale delle cariche, ed ottenere una quantità vettoriale, diretta

come la forza.

Questa quantità, detta campo della forza F ( campo elettrico generato da Q) non dipende

dalla carica di prova usata e descrive quindi solo lo spazio intorno alla carica Q:

eF

q

FE e

campo elettrico

Campo elettrico

q

FE e Il campo elettrico in un punto dello spazio è definito come la forza elettrica

agente su una carica di prova posta in quel punto diviso la carica q della

particella di prova

E

E

eF

Esiste un campo elettrico in un certo punto,se una carica di prova q posizionata in quel

punto subisce una forza elettrica

Se Q è la carica sorgente del campo e q la carica di prova: il campo elettrico esiste

indipendentemente dalla presenza o meno della carica di prova (piccola)

00 q

F

q

F ee

Se la carica q non è sufficientemente piccola essa perturba il campo, lo modifica

Campo Elettrico

Il vettore campo elettrico ha come unità di misura nel sistema SI il newton su coulomb (N/C)

La direzione del campo è la stessa di quella di F ( in quanto per convenzione la carica prova è

positiva)

Una volta definito il campo elettrico in un punto dello spazio, si ha che la forza esercitata su

una carica q posta in quel punto è data da:

Consideriamo ora una carica q puntiforme posta ad una distanza r da una carica di prova q0

(posta nel punto P come in figura).

Per la legge di Coulomb la forza esercitata da Q su q è pari a:

dove è il versore diretto da Q a q0

Il campo elettrico generato da q nel punto P è quindi:

Il modulo di E è proporzionale a 1/r2:

Il modulo di E è proporzionale a q:

Se q è positiva il vettore campo è diretto radialmente in verso uscente da q -figura (b)

Se q è negativa vettore campo è diretto radialmente in verso entrante nella carica q ( la forza è

attrattiva) –figura (d)

EqFe

rr

qE ˆ

4

12

0

rr

qqF ˆ

4

12

0

0 r̂

2

1

rE

qE

Campo elettrico generato da

una carica puntiforme q

2)Supponiamo che una particella di prova di carica q0= -1.0 nC sia posta in un punto in cui

risente di un capo:

Determinare la forza agente sulla particella q0:

NB: poiché la carica di prova è negativa, il campo elettrico e la forza hanno verso opposto

Esempi

1)Supponiamo che su una particella di prova di carica q0=81 nC venga esercitata una forza

da parte di un corpo carico.

Determinare il campo elettrico nel punto P dove è collocata la carica di prova:

kNjNiNF ˆ)3.1(ˆ)1.1(ˆ)7.2(

kCNjCNiCNnC

kNjNiN

q

FE ˆ16ˆ14ˆ33

81

ˆ)3.1(ˆ)1.1(ˆ)7.2(

0

kCNjCNiCNE ˆ)14(ˆ)37(ˆ)56(

knCjnNinNkCNjCNiCNnCEqF ˆ14ˆ37ˆ56ˆ14ˆ37ˆ560.10

Campo elettrico dovuto ad un numero finito di cariche

Principio di sovrapposizione dei campi elettrici:

Il campo elettrico totale in un dato punto dello spazio, generato da un insieme finito

di cariche, è uguale alla somma vettoriale dei campi elettrici in quel punto generati

dalle singole cariche.

dove è il vettore diretto da qi a P

ed ri è la distanza tra qi e P

i

i

i

i

i

i rr

qEE ˆ

4

12

0

ir̂

Esempio

Esempio:

Due particelle 1 e 2, con carica q1=+16 nC e q2= +28 nC, si trovano nelle posizioni di coordinate

(x,y,z)=(0,0,0) e (0,-2.0m,0) rispettivamente. Determinare il campo elettrico

a) Nel punto Pa(0,1.0 m, 0)

b) Nel punto Pb( 0,0,1.5 m) 22

2

2

0

12

1

1

0

21ˆ

4

4

1r

r

qr

r

qEEE

CN

m

nCCNm

r

qE 140

0.1

16100.9

4

12

229

2

1

1

0

1

a)

CNCNm

CCNm

r

qE 28

9

252

)3(

1028100.9

4

12

9229

2

2

2

0

2

jCNjCNjCNEEE ˆ168ˆ28ˆ14021

Poiché sia E1 che E2 sono diretti lungo y

b) In questo caso conviene prima determinare le distanza del punto b dalla carica 2:

mmmr 5.225.245.1222

2

CN

m

nCCNm

r

qE 64

5.1

16100.9

4

12

229

2

1

1

0

1

CNCNm

CCNm

r

qE 40

25.6

252

)5.2(

1028100.9

4

12

9229

2

2

2

0

2

kCNjCN

kCNjCNkCNEEEˆ88ˆ32

ˆ6.040ˆ8.040ˆ6421

kCNE ˆ641

k̂ sin40ˆ cos402 CNjCNE

6.05.2

5.1 sinsin

8.05.2

2 coscos

2

121

2

12212

r

rrr

r

rrr

Linee di forza di un campo elettrico Le linee di forza definiscono la direzione ed il verso dei campi elettrici in ogni punto dello spazio e

rappresentano un buon metodo per visualizzare i campi elettrici.

La relazione tra le linee di forza ed il campo elettrico è:

1) La direzione di una linee di forza o della tangente alla linea di forza(se curva) rappresenta la direzione

del campo elettrico in quel punto

2) Il numero di linee di campo che attraversano una superficie unitaria normale ad esse è proporzionale

all’intensità del campo elettrico (dove ci sono più linee di campo per unità di superficie il campo è più

intenso

3) Le linee di forza escono dalle cariche positive ed entrano nelle cariche negative

Campo generato da una sfera carica negativamente Campo generato da una lamina con una

distribuzione di carica positiva uniforme Le linee di forza sono distribuite radialmente intorno alla

sfera carica negativamente.

Le linee di forza sono entranti (in quanto la carica è

negativa) e sono più dense vicino alla distribuzione ( dove il

campo è più intenso, ricordiamo che E1/r2)

La densità delle linee di forza quindi diminuisce

allontanandosi dalla sfera

La forza elettrostatica netta dovuta alla distribuzione di

cariche sulla superficie è perpendicolare alla lamina.

La forza elettrostatica è uscente dalla lamina (in entrambe

le superfici della lamina)

Le linee di forza sono quindi perpendicolari alla lamina e

poiché la carica è distribuita uniformemente sulla lamina

esse hanno densità uniforme in quanto il campo elettrico è

uniforme

Linee di forza del campo elettrico (2)

Campo generato da cariche uguali

puntiformi positive

Le linee di forza non si chiudono (poiché le due

cariche si respingono) ma terminano su oggetti

lontani caricati negativamente

Questa distribuzione di linee di forza è in realtà

tridimensionale e per immaginarlo pensate di

ruotare l’immagine intorno all’asse passante per

le due cariche

Campo generato da cariche uguali

puntiformi ma di segno opposto (dipolo)

Le linee di forza si chiudono sulle cariche ( in

quanto le due cariche si attraggono)

Anche questa distribuzione di linee di forza è in

realtà tridimensionale e per immaginarlo

pensate di ruotare l’immagine intorno all’asse

passante per le due cariche

Campo elettrico di un dipolo

Il dipolo elettrico è una distribuzione particolare di carica costituito da due cariche

puntiformi di valore assoluto uguale e segno di carica opposto, posizionate ad una distanza

molto vicina tra loro rispetto alle distanze presenti nel contesto

Le molecole, quando inserite in un campo elettrico si comportano come dipoli ed esistono dei

dipoli permanenti come l’acido cloridrico (HCl)

Consideriamo due cariche +q e –q poste a distanza d tra loro.

Campo elettrico generato dal dipolo nel punto P sull’asse del

dipolo ad una distanza z>>d dal centro del dipolo

22

0 224

1

dz

q

dz

qEEE

I singoli campi generati dalle due cariche nel punto P sono lungo l’asse z e

quindi anche il campo totale sarà lungo l’asse z

2

2

dzr

dzr

222

0

222

2

0 21

1

21

1

42

1

2

1

4 zdzdz

q

dzdzz

zqE

Poiché z>>d la quantità d/z<<1, si può quindi sviluppare la quantità tra parentesi quadra in

termini binomiali e fermarsi al primo ordine

20

2

0 24

1

4

1

dz

q

r

qE

20

2

0 24

1

4

1

dz

q

r

qE

P

E+

E-

d

-

+

P

E+

E-

d

Ricordiamo che, per x2 <1 vale lo sviluppo del binomio:

Nel nostro caso x=d/2z ed n=2:

E poiché d/z<<1 possiamo trascurare il termine con (d/2z)2 cosicché:

Campo elettrico di un dipolo (2)

22

2

0

222

0

2121421

1

21

1

4

zdzd

z

q

zdzdz

qE

.....!2

)1(11 2

x

nnnxx

n

.....2!2

)12(222121

22

zdzdzd

zdzd

zdzd

121

121

2

2

d/z <<1

zdzdz

qzdzd

z

qE

11

42121

4 2

0

22

2

0

3

02

1

z

dqE

3

04

2

z

dq

Campo elettrico di un dipolo di carica q e asse d calcolato in un punto

lungo la direzione dell’asse posto ad una distanza z dal centro del dipolo

grande rispetto alle dimensioni dell’asse del dipolo

NB: la quantità qd contiene le due proprietà intrinseche del dipolo ( carica e distanza tra le

cariche), viene chiamata momento del dipolo ed è indicato con il simbolo p

Campo elettrico di un dipolo (3)

qdp Momento di dipolo

elettrico

Se si misura il campo elettrico di un dipolo a grande distanza, non compariranno mai

separatamente q e d ma solo il loro prodotto.

Il campo quindi non cambia se viene raddoppiata la carica del dipolo e dimezzata la distanza

tra le due cariche o viceversa.

Si può dimostrare che, quando il campo del dipolo elettrico viene misurato a grande distanza,

anche se in un punto fuori dall’asse, il campo elettrico risulterà proporzionale all’inverso del

cubo della distanza del punto dal centro del dipolo

Il campo elettrico di un dipolo si riduce quindi più rapidamente del campo elettrico generato

da una carica singola ( E1/r2)

Il campo elettrico per punti distanti sull’asse del dipolo è sempre diretto come il momento di

dipolo

3

02

1

z

pE

3

1

rE

Se consideriamo il momento di dipolo come un vettore, esso è diretto come l’asse ed ha verso

che va dalla carica negativa alla carica positiva +

-

p

dqp

Campo elettrico di un dipolo di carica q e asse d calcolato in un punto ad

una distanza r dal centro del dipolo grande rispetto alle dimensioni

dell’asse del dipolo

Campo elettrico generato da una distribuzione continua di carica

Quando il campo elettrico generato da un insieme di cariche lo si calcola in un punto ad una

distanza molto maggiore della distanza tra le cariche, si può considerare che il sistema di

cariche sia continuo e che il campo sia generato da carica totale distribuita uniformemente in

un dato volume o su una data superficie

Per determinare il campo elettrico generato da una distribuzione

continua di cariche si deve suddividere la distribuzione di carica

in piccoli elementi ognuno dei quali contenenti la carica q e calcolare

separatamente i campi elettrici generati da questi elementi (assunti

come carica puntiforme)

Il campo elettrico generato dall’elemento i-simo nel punto P sarà quindi:

Il campo elettrico totale sarà quindi dato dalla somma dei campi generati dai singoli

elementi:

Riducendo le dimensioni degli elementi di distribuzione fino a livelli infinitesimi si ottiene:

i

i

i rr

qE ˆ

4

12

0

i i

i

i

i

i

i

rr

qE ˆ

4

12

0

Q

i

i

iq

rr

dqr

r

qE ˆ

4

4

1lim

2

0

2

00

Campo elettrico generato da una

distribuzione uniforme di carica

NB: l’integrale è esteso a tutta la carica che crea il campo ed è una grandezza vettoriale, che

dipende dal tipo di distribuzione di carica

Campo elettrico generato da una distribuzione continua di carica

A seconda del tipo di distribuzione di carica (di volume, di superficie, di linea) la

carica infinitesima dq associata all’elemento di distribuzione verrà espressa come:

dldq

dSdq

dVdq

Densità di carica di volume per volume infinitesimo dV

Densità di carica superficiale per superficie infinitesima dS

Densità di caria lineare per lunghezza infinitesima dl

c) b) )23 m

CQ

m

C

S

Q

m

C

V

Qa

Densità di carica di volume Densità superficiale di carica Densità lineare di carica

Se Q è la carica totale uniformemente distribuita in a)un volume V, b) su una superficie S , c)

lungo una lunghezza l si avrà che la corrispondente densità di carica sarà:

Carica per unità di volume

Corrispondentemente l’integrale nell’espressione del campo elettrico generato dalla

distribuzione di carica sarà un integrale di volume, di superficie o lineare:

cariche delle

2

0cariche

delle

2

0cariche

delle V

2

0

ˆ4

1 ˆ

4

1 ˆ

4

1

LS

drr

EdSrr

EdVrr

E

Moto di particelle cariche in un campo elettrico uniforme

Quando una particella di carica q e massa m è posta all’interno di campo elettrico , la forza

elettrica che agisce sulla carica è:

E se questa è l’unica forza agente sulla carica, essa è la forza risultante, e per il secondo

principio della dinamica la carica subirà un’accelerazione legata alla forza elettrica dalla

relazione:

L’accelerazione che subisce la carica è quindi

Se il campo è uniforme (cioè costante in modulo direzione e verso), l’accelerazione è costante,

diretta lungo il campo elettrico se q>0 o in verso opposto se q<0.

E

EqFe

EqamR

Em

qa

costante uniforme aE

a

Moto di particelle cariche in un campo elettrico uniforme

Quando una particella di carica q e massa m è posta all’interno di campo elettrico , la forza

elettrica che agisce sulla carica è:

E se questa è l’unica forza agente sulla carica, essa è la forza risultante, e per il secondo

principio della dinamica la carica subirà un’accelerazione legata alla forza elettrica dalla

relazione:

L’accelerazione che subisce la carica è quindi

Se il campo è uniforme (cioè costante in modulo direzione e verso), l’accelerazione è costante,

diretta lungo il campo elettrico se q>0 o in verso opposto se q<0.

E

EqFe

EqamR

Em

qa

costante uniforme aE

a

Moto di particelle cariche in un campo elettrico uniforme

1) Particella di carica q e massa m inizialmente in quiete:

Inserita all’interno di un campo elettrico uniforme si muoverà con accelerazione costante lungo

una retta parallela ad .

Facciamo coincidere l’origine degli assi con la posizione iniziale della particella ed x con la

direzione del campo elettrico. Si avrà (eq. del moto di un moto rettilineo uniformemente

accelerato:

EqamR

Em

qa

E

22

22

1 Et

m

qtaxEt

m

qtavE

m

qa xxxx

Eliminando t dalle espressioni si trova la relazione che lega vx alla

posizione x:

qE

mv

qE

mvE

m

qx

qE

mvEt

m

qv

xx

xx

2

2

t

2

2

m

qExvx

2 2

m

qExvx

2

Moto di particelle cariche in un campo elettrico uniforme

1) Particella di carica negativa -q e massa m che entra in un campo elettrico E

uniforme con velocità iniziale v0 perpendicolare al campo elettrico.

Il moto è analogo a moto di un proiettile sotto l’azione del campo gravitazionale.

Facciamo coincidere l’origine degli assi con la posizione iniziale della particella e l’asse x con la

direzione della velocità iniziale. Il campo sarà rivolto verso le y positive.

L’accelerazione che la particella carica subisce quando

attraversa il campo è:

Se la velocità iniziale della carica è le

equazioni del moto della carica nella regione di spazio dove

è presente il campo elettrico saranno:

jm

qEa ˆ

ivv ˆ0

0

0

0

x

x

a

vv

tvx

m

qEaa

tm

qEatv

tm

qEaty

x

y

22

22

1

0

0

0

z

z

a

v

z

Moto che avviene sul piano xy, sostituendo t=x/v0 in y si ottiene: 22

2

02xyx

mv

qEy

parabola

Dopo che la particella esce dal campo elettrico prosegue di moto rettilineo uniforme

Flusso di un campo vettoriale

Un campo elettrico prodotto da corpi carichi può essere determinato in due modi differenti:

1) Attraverso la legge di Coulomb

2) Attraverso l’applicazione della legge di Gauss (quando la distribuzione di cariche presenta

qualche particolare simmetria come ad esempio la simmetria cilindrica o sferica)

La legge di Gauss è espressa in termini di Flusso del campo elettrico

Il Flusso è un concetto legato ai campi vettoriali

Definizione di flusso(analogia con il concetto di flusso in fluidodinamica, cioè la quantità di

liquido che attraversa una certa superficie nell’unità di tempo):

Il flusso di un campo vettoriale è una grandezza scalare che dipende dal campo

e dalla superficie rispetto alla quale viene calcolato.

Sia A una superficie e il vettore superficie avente come modulo l’area della superficie e

direzione perpendicolare alla superficie stessa:

Ci sono due possibili vettori superfici ( uno per ogni faccia della superficie)

Il flusso del campo vettoriale è definito come il prodotto scalare tra il campo

vettoriale ed il vettore superficie

A

nAA ˆ

AnAE ˆE

E

flusso del campo

vettoriale E

E

Se la superficie piana non è perpendicolare al campo elettrico il flusso sarà dato da:

dove è l’angolo tra la direzione del campo e la normale

alla superficie.

NB: il numero di linee di flusso che attraversano la superficie A

è uguale al numero di linee che attraversano la superficie

A=Acos

Flusso Elettrico

AnAE ˆE

flusso del campo

vettoriale E

Se consideriamo il caso particolare di un campo elettrico uniforme e di una

superficie piana perpendicolare alle linee di flusso si ha

EAAEE

Del resto il numero di linee per unità di superficie è proporzionale ad E

e quindi il numero di linee di flusso che attraversano la superficie A

dovrà essere proporzionale al prodotto EA

L’unità di misura del flusso del campo elettrico è N·m2 /C

cos EAAEE

Flusso Elettrico

Nel caso più generale il campo elettrico può variare sia in intensità che direzione e verso.

La definizione di flusso data in precedenza vale solo se l’elemento di superficie A è

sufficientemente piccolo da poter considerare che il campo in essa possa essere considerato

costante.

Consideriamo una generica superficie suddivisa in un gran numero

di piccoli elementi ciascuno di area A.

Per ogni elemento di superficie i si avrà un vettore superficie di

modulo A e direzione perpendicolare all’elemento di superficie i-simo.

Il flusso del campo elettrico attraverso l’elemento i-simo di superficie sarà:

Sommando tutti i flussi del campo attraverso i vari elementi di superficie otteniamo il flusso

totale e facendo tendere ad infinito il numero di elementi di superficie otteniamo:

iA

iiiiiE AEAE cos

iEE

SS

iiA

E dAnEAdEAE ˆlim0

S

E dAnE ˆ

Integrale di superficie,

dipende quindi dalla forma

della superficie considerata

NB: E dipende sia dalla configurazione del campo che dalla superficie in cui viene calcolato

Di solito quello che si chiede di calcolare è il flusso del campo attraverso una superficie chiusa

(cioè una superficie che divide lo spazio in due regioni una interna ed una esterna alla

superficie)

Consideriamo la superficie in figura:

I vettori sono rivolti in direzioni diverse per elementi di superficie diversi.

In ogni punto i vettori sono perpendicolari alla superficie

Per convenzione hanno verso uscente dalla superficie.

Nel caso 1 il campo elettrico è uscente dalla superficie

( 1<90°) => il flusso è positivo

Nel caso 2 le linee di campo sono parallele a A2

(2=90°) => flusso è nullo

Nel caso 3 le linee di campo sono entranti in A3

( 180°>1>90°) => il flusso è negativo

Flusso attraverso una superficie chiusa

iA

iA

Il flusso totale attraverso la superficie chiusa è proporzionale

al numero di linee di forza che escono dalla superficie meno

il numero di linee di forza che entrano nella superficie.

E>0 se Nlinee uscenti > Nlinee entranti

E<0 se Nlinee uscenti < Nlinee entranti

E=0 se Nlinee uscenti = Nlinee entranti

dAEdAnE nEˆ

En = componente del campo elettrico normale alla superficie dA

Il teorema di Gauss mette in relazione il flusso di un campo elettrico attraverso una

superficie chiusa e la carica in essa contenuta.

Il teorema di Gauss si ricava a partire da una superficie sferica, ma il risultato è del tutto

generale e vale per ogni superficie chiusa.

Consideriamo una sfera di raggio r ed una carica positiva q posta al centro della sfera stessa.

Le linee di campo sono radiali ed hanno verso uscente

=> sono perpendicolari alla superficie della sfera in ogni punto

Definito un qualsiasi elemento Ai della superficie

le linee di campo sono parallele alla normale di Ai

Il flusso attraverso l’elemento di superficie i-simo sarà

Il flusso totale attraverso la sfera sarà:

Ricordando che si ottiene:

Teorema di Gauss (1)

iiiiiE AEAE

EdAdAEnE

rr

qE ˆ

4

12

0

ErdAE 24 Il campo sulla superficie della sfera è costante

Campo elettrico su un

qualsiasi punto della

superficie della sfera

2

04

1

r

qE

2

0

2

4

14

r

qrE

0

qE

Il flusso totale del campo

elettrico attraverso una sfera

è proporzionale alla carica

contenuta nella sfera

Teorema di Gauss (2)

Abbiamo trovato che nel caso di una superficie sferica ed una carica q puntiforme contenuta in

essa il flusso del campo generato dalla carica attraverso la superficie della sfera è indipendente

dal raggio della sfera e pari a :

Quanto vale il flusso in caso di una superficie chiusa generica?

Consideriamo ora delle superfici chiuse che circondano una carica q

(S1 sferica, S2 ed S3 non sferiche).

Il flusso che attraversa la superficie S1 è pari a q/0 .

Il flusso però è proporzionale al numero di linee di campo che

attraversano la superficie, ma questo numero è uguale per le tre

superfici => Il flusso totale attraverso una qualsiasi superficie

non dipende dalla forma della superficie

0

qE

Il flusso totale attraverso una qualsiasi superficie chiusa che circonda una

carica puntiforme q è dato da 0q

Il flusso totale di un campo elettrico che attraversa una superficie chiusa è

indipendente dalla posizione della carica all’interno della superficie

Potremmo scegliere una sfera che non ha la carica q al centro

Teorema di Gauss (3)

Consideriamo ora una carica puntiforme q posta al di fuori di una superficie chiusa di forma

arbitraria

Alcune linee di forza entrano nella superficie altre escono ma sempre:

Il numero di linee di forza che entrano è uguale al numero di linee di

forza che escono.

Il flusso totale di un campo elettrico attraverso una superficie

che non contiene cariche è nullo

Estendiamo ora questi concetti al caso generale di più cariche puntiformi e di una

distribuzione di carica, Il flusso attraverso una qualsiasi superficie è dato da:

dAnEEdAnEEˆ.....ˆ

21

Il flusso elettrico attraverso una qualsiasi superficie è la somma dei flussi dovuta ai

campi elettrici generati dalle singole cariche

0

qdAnE

S

0

3232

ˆˆ

qqdAnEEdAnE

SS

0ˆ S

dAnE

Teorema di Gauss:

Il flusso elettrico totale attraverso una qualunque supe rficie chiusa è

uguale alla carica totale contenuta all’interno della superficie divisa per 0

0

ˆ

inE

qdAnE

Teorema di Gauss

Ricapitolando il teorema di Gauss afferma che:

Il flusso di un campo elettrico attraverso una superficie chiusa arbitraria S è pari alla somma

algebrica delle cariche contenute all’interno del volume delimitato dalla superficie divisa per la

costante dielettrica del vuoto

int00

VS

Ein

E dVdAnEq

Dove la superficie chiusa S attraverso la quale il flusso viene calcolato può essere di qualsiasi

forma e dimensione ed il simbolo qint rappresenta la somma algebrica delle cariche contenute

nel volume Vint racchiuso nella superficie S.

qint nel caso di una distribuzione di carica nel volume si scrive:

int

int

V

dVq

Applicazioni del teorema di Gauss a distribuzioni di carica simmetriche

Il teorema di Gauss è utile per determinare il campo elettrico generato da

distribuzioni di carica che presentano una qualche simmetria spaziale.

La scelta delle superfici gaussiane su cui calcolare il flusso devono essere scelte in

maniera appropriata in modo da avvantaggiarsi della simmetria della distribuzione

di carica in modo da poter estrarre E dall’integrale.

Per determinare il tipo di superficie da scegliere questa dovrebbe verificare una ( o

più) delle seguenti condizioni:

1) Il valore costate del campo sulla superficie deve essere dedotto dalla simmetria

della distribuzione di carica

2) Il prodotto scalare tra il campo ed il vettore superficie si deve poter esprimere

come un semplice prodotto algebrico (E dA) facendo in modo che E sia

perpendicolare alla superficie

3) Il prodotto scalare poiché sono perpendicolari tra loro

4) Si può dedurre che il campo è nullo su tutti i punti della superficie

NB: differenti porzioni della superficie gaussiana posso soddisfare differenti

condizioni, purché ogni porzione rispetti almeno una delle 4 condizioni

Ad

0ˆ dAnE

nE ˆ e

Esempio: Campo elettrico generato da una carica puntiforme

Supponiamo di non conoscere il campo elettrico generato da una carica puntiforme positiva q e

proviamo a ricavarlo a partire dal teorema di Gauss e da considerazioni di simmetria.

Poiché il teorema di gauss vale per ogni superficie, scegliamo quella

che ci conviene di più: una sfera di raggio r centrata in q.

Il campo elettrico generato da una carica puntiforme positiva è radiale

ed uscente dalla carica ( la forza F che la carica esercita su una carica

di prova q0 posta in un punto dello spazio attorno a q è sempre diretta

lungo la congiungente q con q0).

è quindi parallelo a in ogni punto della superficie sferica.

Il teorema di Gauss ci dice che:

Poiché il campo è radiale ed ha quindi una simmetria sferica, il campo sarà uguale su tutta la

superficie => posso tirare fuori E dall’integrale

dove l’integrale

Si ha quindi che:

E

Ad

0

ˆ

in

SS

E

qdAEdAnE

dAEdAnE ˆ

0

in

S

E

qdAE

24sfera della superficie della area rdAS

0

24

inE

qrE

2

04

1

r

qE in

Poiché la carica totale

presente nella sfera è q qin=q

2

04

1

r

qE

Campo generato da una distribuzione di una carica a simmetria sferica

Studiatela, la rifarò come esercitazione venerdì.

Campo elettrico in prossimità di una lamina piana carica

Consideriamo una lamina ( di grandi dimensioni) piana con densità superficiale di carica

uniforme.

Determinare il campo elettrico in un punto vicino alla lamina e lontano dai bordi della lamina

stessa

Determiniamo anzitutto la simmetria del campo in modo da poter scegliere la superficie gaussiana più

opportuna per applicare il teorema di gauss.

Il campo elettrico, lontano dai bordi deve essere perpendicolare alla lamina ed uniforme.

Poiché la lamina è carica positivamente il campo sarà uscente dalla lamina.

Sulle due facce della lamina i campi elettrici avranno quindi segni opposti.

La superficie gaussiana che conviene scegliere che rifletta la simmetria

del campo ( parallelo alla normale alla lamina ed uscente da essa

in entrambi i lati) è una superficie cilindrica il cui asse sia

perpendicolare al piano e le due basi abbiano un’area A e siano

equidistanti dalla lamina.

Con questa scelta della superficie abbiamo che:

Quindi la superficie laterale del cilindro soddisfa la condizione 3 delle condizioni da avere per scegliere la

superficie Gaussiana.

Le due basi del cilindro sono perpendicolari ad E e quindi è soddisfatta la condizione 2.

superficie alla normale alla cilindro del laterale superficie alla // EE

Il flusso attraverso la superficie laterale è nullo

superfici due alle normale alla // cilindro del basi due alle EE

A ˆ EAnE

Il flusso totale attraverso l’intera superficie cilindrica sarà : EAE 2

Campo elettrico in prossimità di una lamina piana carica (2)

EAE 2

0

2

inE

qEA

qin è la carica racchiusa nella superficie cilindrica

Sappiamo che la carica sulla lamina ha densità superficiale ( carica per unità di superficie).

La superficie della lamina racchiusa nel cilindro di gauss è un disco di area A.

La carica totale racchiusa nel cilindro sarà quindi:

Aqin

In conclusione si trova che il campo elettrico generato da una lamina con densità superficiale di

carica è:

00

2

AqEA in

E 0

2

AEA

02

E

il campo elettrico generato

da una lamina con densità

superficiale di carica

NB: nel campo elettrico non compare la distanza dalla lamina. Si può quindi dedurre che E=/20

sia il campo elettrico a qualunque distanza dal piano => il campo è uniforme ovunque

Conduttori in equilibrio elettrostatico

In un conduttore le cariche (elettroni) sotto l’azione di un campo elettrico sono libere di

muoversi all’interno del materiale.

Un conduttore si dice in equilibrio elettrostatico se le cariche sono tutte a riposo, cioè la forza

elettrica risultante agente su ciascuna di esse è nulla.

Per un conduttore isolato da terra, in equilibrio elettrostatico valgono le seguenti proprietà:

1) Il campo elettrico all’interno del conduttore è nullo

2) Un qualsiasi eccesso di carica deve essere localizzato necessariamente sulla superficie

esterna del conduttore

3) Il campo elettrico appena al di fuori del conduttore è perpendicolare alla superficie in ogni

punto ed ha intensità pari a /0 (dove è la densità di carica superficiale)

4) Su un conduttore di forma irregolare la carica si accumula sulle regioni di superficie con

raggio di curvatura minore

Conduttori in equilibrio elettrostatico

Se così non fosse le cariche all’interno del conduttore verrebbe accelerate sotto l’azione della

forza elettrica ed il conduttore non sarebbe quindi in equilibrio elettrostatico.

Ma perché il campo all’interno di un conduttore in equilibrio elettrostatico è nullo?

Consideriamo una lastra conduttrice neutra inserita in un campo esterno ( come in figura).

Sotto l’azione del campo elettrico gli elettroni del conduttore,

liberi di muoversi, si spostano verso sinistra creando un eccesso di

cariche negative a sinistra ed un eccesso di cariche positive a destra.

Questa nuova configurazione di carica genera un campo elettrico

interno al conduttore che si oppone al campo esterno.

Gli elettroni continueranno a spostarsi verso sinistra fin quando il

campo interno non uguaglierà il campo esterno ed il campo totale

all’interno del conduttore risulterà nullo

1)Il campo elettrico all’interno del conduttore è nullo

Consideriamo di prendere una superficie gaussiana all’interno del conduttore

Il flusso attraverso tale superficie deve essere nullo in quanto il campo elettrico è nullo quindi

in essa la carica totale è nulla.

Scegliamo la superficie interna al conduttore arbitrariamente vicina alla superficie anche in

essa non ci saranno cariche in eccesso => tutta la carica in eccesso deve essere posizionata

sulla superficie esterna del conduttore

2) Un qualsiasi eccesso di carica deve essere localizzato necessariamente sulla

superficie esterna del conduttore

Conduttori in equilibrio elettrostatico

3)Il campo elettrico appena al di fuori del conduttore è perpendicolare alla

superficie in ogni punto ed ha intensità pari a /0 (dove è la densità di carica

superficiale)

Utilizziamo ancora il teorema di Gauss.

Consideriamo un conduttore di forma generica e scegliamo come superficie gaussiana un

cilindro che abbia le basi parallele alla superficie del conduttore con una delle basi interna al

conduttore e l’altra appena al di sopra della superficie esterna.

Il campo elettrico è perpendicolare alla superficie ( se ciò non fosse la componente del campo

lungo la superficie sarebbe diversa da zero.=> sotto l’azione di questa componente le cariche si

muoverebbero sulla superficie ed il conduttore non sarebbe in equilibrio elettrostatico)

Il flusso attraverso la superficie laterale è nullo

Il flusso attraverso la superficie di base ( quella interna al conduttore) è nullo perché E=0

Il flusso totale attraverso il cilindro è pari al flusso attraverso la superficie della base

superiore ( che è perpendicolare al campo ed in essa il campo è costante):

ma qin=A =>

superficie alla normale alla cilindro del laterale superficie alla // EE

0

ˆ

in

AAs

E

qEAdAEEdAdAnE

0

AEA

0

E

Energia potenziale elettrica

La forza elettrostatica è una forza conservativa. Possiamo quindi assegnare una energia

potenziale elettrica al sistema di particelle cariche nel quale agisce la forza elettrostatica.

Se il sistema varia la sua configurazione da uno stato iniziale ad uno finale, la variazione di

energia elettrostatica è pari al lavoro, cambiato di segno, della forza elettrostatica.

Poiché l’energia potenziale elettrica è sempre definita a meno di una costante, si attribuisce

energia potenziale nulla allo stato in cui le particelle sono a distanza infinita l’una dall’ altra.

LUUU if

Consideriamo una carica puntiforme q0 immersa in un campo elettrostatico .

La forza elettrica agente sulla carica sarà:

è una forza conservativa poiché è data dalla somma di forze conservative.

Quando la carica q0 si muove soggetta al campo elettrico, il campo elettrico fa un lavoro sulla

carica stessa.

Se consideriamo uno spostamento infinitesimo della caric q0 il lavoro infinitesimo

compiuto dal campo sarà:

EqFe

0

E

eF

sd

sdEqsdFdL e

0

f

i

if sdEqLUUU

0

Integrale di linea.

Poiché il campo elettrico è conservativo,

Questo integrale non dipende dal

percorso effettuato dalla carica elettrica

per andare dalla posizione iniziale alla

posizione finale, ma dipende solo dallo

stato i e dallo stato f

Potenziale elettrico

f

i

if sdEqUUΔU

0

L’energia potenziale dipende dall’ intensità della carica di prova.

Si definisce quindi la grandezza potenziale elettrico che è data dall’ energia potenziale per

unità di carica in una dato punto del campo elettrico.

Il potenziale è una proprietà del campo, che esiste indipendentemente dalla presenza o meno

di una carica prova nel punto dello spazio in cui viene determinato.

Il potenziale elettrico in un punto arbitrario P dello spazio è uguale al lavoro per

unità di carica necessario per portare una carica positiva dall’ infinito al punto P.

Il potenziale è una grandezza scalare ha dimensioni di un’ energia su una carica (J/C), nel SI

la sua unità di misura è il volt. (V) 1V = J/C ( Bisogna svolgere un lavoro di 1J dall’esterno

per spostare una carica elettrica di 1C immersa in un campo elettrico tra due punti nel campo

che hanno una differenza di potenziale V=1V)

Elettronvolt: eV =1e·1V=1.6·10-19 J

Un elettronvolt è l’energia cinetica guadagnata da un elettrone accelerato attraverso una

differenza di potenziale di 1 V

(oppure è il lavoro necessario a spostare un elettrone tra due punti nel campo che differiscono

di 1 Volt)

P

sdEqUV

0Potenziale elettrico

Differenza di potenziale elettrico

B

A

sdEq

UV

0

Differenza di Potenziale

Si definisce differenza di potenziale fra due punti A e B, la variazione di energia

potenziale quando una carica di prova si muove tra i due punti, divisa per la carica di prova.

Differenza di potenziale in un campo elettrico uniforme: Consideriamo un campo elettrico uniforme diretto lungo l’asse y negativo

La differenza di potenziale tra i due punti A e B separati da una distanza d

(lungo la direzione delle linee di campo) è data da:

Il segno – è dovuto al fatto che VB < VA (V=0 all’infinito)

NB Le linee di forza in generale puntano verso una direzione a potenziale

elettrico minore

Se una particella di carica q0 si muove dal punto A al punto B la variazione di energia

potenziale sarà:

Quando una carica positiva si muove nel verso del campo elettrico, lenergia

potenziale elettrica del sistema carica-campo diminuisce (analogia con il campo

gravitazionale)

EdyydsEdsEsdEV AB

y

y

y

y

B

A

B

A

B

A

0cos

EdqVqU 00

x

y

NB: (dove d è la distanza tra A ed il piano contenente B perpendicolare

al campo) in quanto la componente y dello spostamento non porta contributo alla variazione

di potenziale. Si ha infatti che .

Differenza di potenziale in un campo elettrico uniforme (continua):

Abbiamo visto che una particella che si muove attraverso un campo uniforme, da un punto A

ad un punto B che distano d tra di loro (lungo una linea di forza del campo) subisce una

variazione di energia potenziale –Ed

Consideriamo ora una particella che si muove fra due punti qualsiasi del campo.

Sia l’angolo tra la direzione dello spostamento e le linee di forza del campo.

La variazione di potenziale sarà data da:

cosrErEsdEsdEV

B

A

B

A

rjyixjdyidxsdB

A

B

A

x

x

x

x

B

A jdyidx

ˆˆˆ ˆ ˆ ˆ

dxrE cos

0ˆ ˆ jyEjE

Tutti i punti che giacciono su una superficie perpendicolare al campo sono

equipotenziali. Queste superficie sono chiamate superfici equipotenziali.

Poiché U=q0 V per andare da un punto ad un altro su una superficie equipotenziale non si

compie lavoro => 0

0

0 VqUL Lavoro per spostare una carica lungo

una superficie equipotenziale

Potenziale elettrico per una carica puntiforme isolata

Consideriamo una carica puntiforme q positiva.

Il campo elettrico generato da questa carica è: rr

qkE c

ˆ2

Differenza di potenziale elettrico tra il punto A ed il punto B:

B

A

y

y

c

B

A

sdrr

qksdEV

ˆ

2

Consideriamo l’argomento dell’integrale:

drr

qkds

r

qksdr

r

qksdE ccc 222

cosˆ

Sostituiamo nell’integrale:

AB

c

r

r

c

r

r

c

r

r

cABrr

qkr

qkr

drqkdr

r

qkVVV

B

A

B

A

B

A

11122

L’integrale è indipendente dal percorso effettuato per andare da A e B e dipende

solo dalle coordinate radiali di A e B (cioè dalle loro distanze dalla carica q che

genera il campo)

Ponendo il potenziale a zero quando A si ottiene che il potenziale elettrico dovuto ad una

carica elettrica in punto a distanza r da essa vale:

r

qkV c

rqk

rqk

r

drqkVVVV c

r

c

r

cA

112

potenziale elettrico dovuto ad

una carica elettrica

puntiforme in punto a

distanza r da essa

Potenziale elettrico per cariche puntiformi

r

qkV c

Tutte le cariche poste su una superficie

sferica centrata nella carica q hanno lo

stesso potenziale pari a rqkV c

Le superfici equipotenziali per un campo generato da una carica

puntiforme isolata sono rappresentate da una famiglia di sfere

concentriche alla carica

NB: le linee di forza del campo sono sempre perpendicolari alle superficie

equipotenziali

Se invece di avere una sola carica isolata abbiamo un sistema di cariche puntiformi il

potenziale elettrico di questo sistema di cariche si ottiene mediante il principio di

sovrapposizione:

Il potenziale elettrico calcolato in un punto P, dovuto ad un sistema di cariche

puntiformi è uguale alla somma dei potenziali elettrici in quel punto dovuti alle

singole cariche

i i

ic

r

qkV potenziale elettrico calcolato in un

punto P, dovuto ad un sistema di

cariche puntiformi (il potenziale è

nullo all’infinito)

NB: calcolare il potenziale nel punto P è più facile che calcolare il vettore campo poiché V totale

è dato da una somma algebrica, mentre il valore totale del campo è dato da una somma

vettoriale

Potenziale elettrico per una distribuzione di carica uniforme

Può essere calcolato in due modi:

1) Partendo dal potenziale in un punto P dovuto al contributo di un elemento infinitesimo di

carica dq :

Dove r è la distanza tra il punto P e l’elemento di carica dq

Per ottenere il potenziale in p dovuto a tutta la distribuzione di carica si integra l’elemento dV

per sommare tutti i contenuti. Si avrà quindi un integrale su tutta la carica dq che potrà

essere un integrale di volume ( se dq=dV), di superficie (se dq=dS) o di linea (se dq=dℓ)

2) Facendo uso della relazione tra potenziale e campo elettrico, se si conosce il campo elettrico

(per esempio grazie all’applicazione del teorema di gauss):

Dove si calcola la differenza di potenziale tra due punti qualsiasi e si pone a zero uno dei due

r

dqkdV c

B

A

sdEV

Energia potenziale per una coppia di cariche puntiformi

Consideriamo una coppia di cariche q1 e q2 e determiniamone l’energia potenziale.

Il lavoro necessario a spostare la carica q1 da P all’infinito ( senza accelerazione) è pari alla

variazione di potenziale cambiata di segno moltiplicata per la carica q1

12

21212

0

21 V V)(Vr

qqkqqUL c

12

22

r

qkV c

potenziale elettrico dovuto alla

carica q2 in un punto P distante

r12 da q2

Energia immagazzinata dal sistema

q1-q2 quando le due cariche sono

separate da una distanza r12

L’energia potenziale elettrica della coppia di cariche q1-q2 si può

esprimere come:

Se q1 e q2 hanno stesso segno U>0 ( L=U>0 => è il sistema che compie lavoro, le cariche si

allontanano spontaneamente)

Se q1 e q2 hanno segno opposto U<0 (L=U<0 => bisogna compiere lavoro sul sistema per

portare q1 all’ poiché q1 e q2 si attraggono)

12

2121 V U

r

qqkq c

lavoro necessario a spostare la

carica q1 da P all’infinito

Ricavare E dal potenziale elettrico V

Abbiamo visto che campo elettrico e potenziale sono legati dalla relazione:

Questa relazione permette di ricavare il potenziale elettrico a partire dal campo elettrico.

Troviamo ora come determinare il campo elettrico a partire dal potenziale.

P

P sdEV

P

P sdEV

sdEdV

Se:

dxEdV xdx

dVEx

dx

dVEx

Se il campo ha un’unica direzione, il campo elettrico è pari

alla derivata cambiata di segno del potenziale rispetto ad

una certa coordinata lungo la direzione del campo

In questo caso la variazione del potenziale è nulla rispetto a qualsiasi

spostamento perpendicolare al campo ( che quindi non abbia componente

lungo x).

Questi spostamenti corrispondono infatti a spostamenti lungo le

superfici equipotenziali

iEE xˆ

Campo elettrico con linee di forza parallele:

Ricavare E dal potenziale elettrico V (2)

Distribuzione di carica a simmetria sferica: In questo caso il campo elettrico dipende solo dalla distanza radiale dal centro della

distribuzione, si ha quindi che:

drEsdEdV r

dr

dVEr

Es: il potenziale di una carica puntiforme è:

r

q

r 0

2 4

11

2

00

1

4

11

4

1

rq

dr

rdq

dr

dVEr

2

04

1

r

qE

Ricavare E dal potenziale elettrico V (2)

Caso generale:

Consideriamo un potenziale elettrico che dipende da tutte e tre le coordinate spaziali x,y,z. In questo caso il

campo elettrico ( vettore) si otterrà componente per componente dalle derivate parziali del potenziale

rispetto alle tre coordinate:

sdEdV

z

VE

y

VE

x

VE

z

y

x

Esempio: Trovare il campo elettrico associato al potenziale: yzyyxV 223

z

yzyyx

z

VE

y

yzyyx

y

VE

x

yzyyx

x

VE

z

y

x

22

22

22

3

3

3 xyxy

x

yx62300

3 2

zyx

y

yz

y

y

y

yx

23

3 222

y

z

yz

00

kyjzyxixyE ˆˆ23ˆ6 2

Potenziale elettrico di un conduttore carico

Per un conduttore carico in equilibrio elettrostatico abbiamo visto che:

La carica è distribuita tutta sulla superficie

All’interno del conduttore il campo elettrico è nullo

Nelle vicinanze della superficie il campo elettrico è perpendicolare

alla superficie stessa

Possiamo dire allora che:

Tutti i punti sulla superficie del conduttore in equilibrio

elettrostatico si trovano allo stesso potenziale.

Si ha infatti che:

Presi due punti qualsiasi A e B sulla superficie del conduttore consideriamo un percorso sulla

superficie che mette in contatto i due punti, la differenza di potenziale tra i due punti è data

da:

poiché lungo tutto il percorso il campo elettrico è

perpendicolare al percorso => 0

B

A

AB sdEVVV

0 sdE

Il potenziale elettrico è uguale in tutti i punti sulla superficie (la superficie è una superficie

equipotenziale)

Inoltre il potenziale all’interno del conduttore è costante ( poiché il campo è nullo) e pari al

potenziale presente sulla superficie del conduttore

Poiché durante uno spostamento di una carica q0 attraverso il conduttore la variazione di

potenziale è nulla, è nullo anche il lavoro per effettuare tale spostamento

00

0 VqUL

Potenziale elettrico di un conduttore sferico

Rrper

Rrper 0

2r

Qk

Ee

rper 0

Rrper

Rrper Q

r

Qk

Rk

Ve

c

0

in

S

E

qdAE

0

24

Q

rEE 22

04

1

r

Qk

r

QE e

Superficie di gauss : sfera di raggio r>R

Consideriamo una sfera metallica di raggio R e carica totale Q:

Il campo elettrico dentro la sfera è nullo

Il campo elettrico fuori dal conduttore lo calcoliamo attraverso il

teorema di gauss

Qqin

24 rdAS

Potenziale elettrico di un conduttore generico In un conduttore non sferico la densità di carica non è uniforme

Come si determina la densità di carica in questo caso?

Consideriamo un conduttore come in figura:

Due sfere conduttrici di raggio r1 ed r2 (r1 > r2) connesse mediate un cavo conduttore

I campi dovuti alle due sfere non si influenzano tra loro (sfere sufficientemente distanti)=>

12

1

1

1 rper

rrper 0

rr

qk

Ee

22

2

2

2 rper

rrper 0

rr

qk

Ee

Poiché le due sfere sono collegate mediante il filo conduttore,

l’interno sistema è un singolo conduttore =>

Sulla superficie delle due sfere devo avere lo stesso potenziale:

1

1

11 rrper

q

rkV c

2

2

22 rrper

q

rkV c

2

2

1

121

QQ

rk

rkVV cc

2

1

2

1

Q

Q

r

r

21 QQ

In termini di densità superficiali:

1

2

2

1

2

2

2

1

2

1

2

2

2

1

2

22

2

11

2

22

2

11

2

1

4

4

r

r

r

r

r

r

r

r

q

q

rq

rq

rq

rq

12

Potenziali

sulle due

superfici

Abbiamo visto che se in un conduttore consideriamo due regioni con raggi di

curvatura r1 ed r2 tali che r1 > r2 si avrà che:

ma

Potenziale elettrico di un conduttore generico

Cioè è maggiore la densità di carica dove il raggio di curvatura è minore.

Poiché il campo elettrico in prossimità della superficie di un conduttore in

equilibrio elettrostatico è proporzionale alla densità di carica:

Si può affermare che:

Il campo elettrico dovuto ad un conduttore carico è maggiore in prossimità delle

superfici convesse del conduttore che hanno un piccolo raggio di curvatura ed è

minore in prossimità delle superfici convesse di un conduttore che hanno un grande

raggio di curvatura

21 QQ 12

0

E

I parafulmini sono a punta, campo elettrico molto più intenso intorno ad esso

Maggiore probabilità che il fulmine avvenga in prossimità della

punta del parafulmine che altrove

Cavità in un conduttore elettrico

Il campo elettrico all’interno di una cavità (dove non ci siano cariche)è nullo,

qualunque sia la distribuzione di carica sulla superficie esterna del conduttore.

Infatti: presi due punti qualsiasi sulla superficie della cavità si ha:

Poiché sulla superficie di un conduttore tutti i punti sono allo stesso potenziale.

Per andare da A a B si può effettuare qualsiasi percorso attraverso la cavità, quindi

se l’integrale è nullo lungo tutti i possibili percorsi ( cioè se per ogni ds,

allora in tutta la cavità

0 B

A

AB sdEVVV

0 sdE

0E

Gabbia di Farady => Recipiente cavo costituito da material conduttore => miglior

modo per schermare circuiti elettrici dai campi elettrostatici circostanti

Durante una tempesta elettrica chiudetevi in macchina

Capacità e Condensatori

I condensatori sono dei componenti elettrici costituiti da due conduttori (armature) di forma

qualsiasi posti molto vicini tra loro che vengono caricati con cariche uguali ed opposte.

Un condensatore si dice carico se tra le due armature è presente una differenza di potenziale.

Per caricare un condensatore scarico ( V=0) si possono mettere in contatto le due armature

con i poli di una batteria , queste si caricheranno di carica uguale ed opposta, scollegata la

batteria le due armature rimarranno cariche

La differenza di potenziale ai capi delle armature risulta proporzionale alla carica del

condensatore ( cioè la carica accumulata su una delle due armature):

VCQ V

QC

Capacità elettrica

Si definisce Capacità elettrica il rapporto tra la carica del condensatore e la

differenza di potenziale ai capi delle due armature.

La capacità è la misura della quantità di carica che un condensatore può immagazzinare se

su di esso viene applicata una certa differenza di potenziale

La capacità è costante per ogni condensatore e dipende dal tipo di condensatore, dalla forma

e dal materiale che separa le due armature

L’unità di misura della capacità è il farad (F) 1F=1C/V

Il farad è un’unità di misura molto grande e solitamente si usano i suo sottomultipli ( F, nF e

pF)

NB: V è inteso in valore assoluto poiché C è per definizione sempre positiva

Condensatori piani

Un condensatore piano è costituito da due piastre metalliche della

stessa area A separate da una distanza d.

Condensatore carico : una piastra con carica Q e l’altra con carica

–Q

Carica per unità di superficie: =Q/A

Se d molto piccola rispetto alle dimensioni della piastra:

piastre dalle fuori 0

piastre le tra00

A

Q

E

00A

QdEdsdEsdEV

dB

A

d

A

Qd

QA

V

QC 00

d

AC 0

La capacità di un condensatore piano è

direttamente proporzionale alla superficie

delle armature piane ed inversamente

proporzionale alla loro distanza

capacità di un

condensatore piano

Condensatore piano collegato ad una batteria

elettroni elettroni

Collegamento di condensatori

Nei circuiti elettrici due o più condensatori possono essere collegati in diversi modi.

L’elemento di circuito totale avrà una capacità equivalente che può essere calcolata e

che dipenderà dalla configurazione del sistema di condensatori.

Le due combinazioni di base dei condensatori sono in serie ed in parallelo

I condensatori in uno schema di circuito si rappresentano con il simbolo:

Condensatori in parallelo Condensatori in serie

Condensatori in parallelo

Le armature di sinistra dei due condensatori sono

allo stesso potenziale (sono collegati tramite il filo

conduttore al polo positivo della batteria)

Le armature di destra dei due condensatori sono

allo stesso potenziale

La tensione ( la differenza di potenziale) ai capi

della coppia di condensatori è quella data dalla

batteria ed è la stessa ai capi di ciascun

condensatore

Quando si effettua il collegamento gli elettrone si muovono attraverso il circuito ( dalle

armature di sinistra verso il polo + della batteria e dal polo – alle armature di destra).

Il movimento cessa quando tra i capi dei condensatori e tra i poli della batteria c’è la stessa

tensione => a questo punto i due condensatori risulteranno caricati con carica Q1 e Q2.

Carica totale

immagazzinata 21 QQQ

Condensatore equivalente: Un condensatore che ha carica Q e tensione V ai capi:

Due condensatori di capacità C1 e C2 sono collegati in parallelo ( vedi figura)

VVV 21

V

Q

V

Q

V

QQ

V

QCeq

1121

21 CCCeq Capacità del condensatore equivalente

per un collegamento in parallelo

La capacità equivalente di un sistema di condensatori in parallelo è la somma

algebrica delle singole capacità ed è quindi maggiore di quella di ciascun

condensatore

Condensatori in serie Due condensatori di capacità C1 e C2 sono collegati in serie ( vedi figura)

In questo tipo di collegamento il

valore assoluto della carica sulle

armature dei due condensatori è

la stessa QQQ 21

Se consideriamo il circuito equivalente

V

QCeq

21

21C

Q

C

QVV

C

QV

eq

L’armatura di destra di C1 e quella di

sinistra di C2 sono allo stesso potenziale

Vi ( formano un conduttore isolato)

Mentre la differenza di potenziale tra l’armatura di sinistra di C1 e quella di destra di C2 è

uguale alla tensione ai capi della batteria V

destrasinistra VVV 21destrasinistra VVVVVVV ii

21 C

Q

C

Q

C

Q

eq

21

111

CCCeq

Il reciproco della capacità equivalente di un sistema di

condensatori in serie è pari alla somma algebrica dei

reciproci delle singole capacità e la capacità equivalente è

quindi sempre minore di quella di ciascun condensatore

Capacità del condensatore equivalente

per un collegamento in serie

Condensatori con dielettrici

L’inserimento tra le armature di un condensatore di un materiale isolante ( detto dielettrico)

aumenta la capacità del condensatore

Misurando con un voltmetro un condensatore carico con e senza dielettrico tra le armature, se

V0 è la differenza di potenziale in assenza di dielettrico e V la d.d.p in presenza di

dielettrico, si trova che:

Più precisamente dove k>1

0VV

Poiché il circuito è aperto ed il voltmetro ( per come è

concepito ) non lo chiude

La carica Q0 ai capi delle due armature nei due casi

rimane la stessa

Se 0VV 0

00

0

C

QV

C

QV

k

VV 0

0

11

CC

0CC

La capacità di un condensatore in presenza di un dielettrico tra le

armature è maggiore di quella nel caso tra le due armature ci sia il vuoto

0kCC

Effetto del dielettrico

Molecole del dielettrico

in assenza di campo

Polarizzazione delle

molecole del dielettrico

in presenza di campo

La polarizzazione genera un

campo elettrico di polarità

opposta a quello esterno

Diminuzione del campo elettrico

netto e della tensione ai capi

dell’armatura

La carica viene immagazzinata

ad una ddp minore e quindi

aumenta la capacità

Corrente elettrica

Ogni qual volta c’è movimento di cariche si ha una corrente elettrica.

Data una certa quantità di cariche che attraversa una superficie S, si definisce corrente

elettrica la rapidità con cui la carica elettrica attraversa quella superficie.

Se Q è la quantità di carica che attraversa la superficie S nell’intervallo di tempo t la

corrente media è:

Passando al limite per t 0 si ottiene la corrente istantanea:

t

QI

dt

dQ

t

QI

t

0lim

L’unità di misura della corrente nel sistema SI è l’ampere (A) che è una delle unità di misura

fondamentali. Si ha che:

1A di corrente equivale al passaggio di 1C di carica attraverso una superficie in 1s

s

CA 11

Il verso della corrente positiva per convenzione è quello in cui fluisce la carica

positiva (indipendentemente dalla carica effettiva che si muove) quindi va in verso

opposto rispetto a quello del flusso degli elettroni dentro un conduttore

Le particelle cariche che si muovono vengono chiamati portatori di carica.

I portatori di carica in un conduttore sono gli elettroni, in un gas o in un liquido possono essere

sia ioni positivi che negativi

Ma come si trasporta la corrente?

Consideriamo delle particelle cariche che si muovono attraverso un conduttore cilindrico di

sezione A.

Il volume di un elemento del conduttore sarà dato da:

Se n= numero di portatori di carica per unità di volume (densità di portatori)

Il numero totale di portatori di carica nell’elemento di volume è:

xnAVnN

xAV Elemento di volume

del conduttore

N di portatori di

carica nell’elemento

di volume

Se q è la carica del singolo portatore di carica, la carica mobile trasportata sarà:

qxnANqQ Carica trasportata dagli N di

portatori di carica nell’elemento di

volume

Se i portatori si muovo lungo il conduttore con una velocità media vd detta velocità di deriva

essi percorreranno la lunghezza dell’elemento di volume in un certo tempo t tale che

In questo intervallo di tempo la carica trasportata sarà:

Ricordando che I=Q/ t possiamo ottenere la relazione che lega la corrente I ( grandezza

macroscopica) alle caratteristiche dei portatori di carica (grandezze microscopiche): densità n,

carica q e velocità di deriva

tvx d

qtnAvqxnAQ d

Anqvt

QI d

Considerazione sulla velocità di deriva

La velocità di deriva è una velocità media dei portatori di carica

I portatori di carica si muovo in realtà con un andamento a zig-zag urtando contro

gli atomi del conduttore.

Questi urti portano ad un aumento dell’energia vibrazionale degli atomi che si

manifesta con un aumento della temperatura del conduttore.

Quando ai capi del conduttore è applicata una differenza di potenziale all’interno del

conduttore si genera un campo elettrico che fa muovere i portatori di carica a causa

della forza elettrostatica applicata.

Il moto dovuto al campo si sovrappone al moto “casuale a zig e zag” che fornisce una

velocità media il cui modulo è la velocità di deriva

Le velocità di deriva dei portatori di carica sono molto piccole dell’ordine dei 10-4 m/s.

Ma il segnale elettrico ( per esempio quando si preme l’interruttore della luce) non è

trasportato con la velocità di deriva, ma attraverso l’azione del campo elettrico che si

viene a creare all’interno del conduttore che produce la forza elettrica che agisce

istantaneamente a distanza (anche sugli elettroni che sono nel filamento di

tungsteno della lampadina) .

Resistenza e legge di ohm

Aumentando il campo elettrico attraverso il conduttore aumenta anche la velocità di deriva.

Si può dimostrare che la velocità di deriva è proporzionale al campo elettrico.

Per un campo elettrico uniforme in un conduttore con sezione uniforme ( filo) la differenza di

potenziale ai capi del conduttore è proporzionale al campo elettrico:

Quindi la velocità di deriva è proporzionale anche alla differenza di potenziale applicata ai

capi del conduttore e di conseguenza anche alla corrente nel conduttore:

La costante di proporzionalità tra V e d I è detta Resistenza del conduttore:

EdV

VvI d

RIV I

VR

L’unità di misura della resistenza è l’ohm () : 1 = 1V/1A

Se una ddp di 1V ai capi di un conduttore produce una corrente di 1A la resistenza di quel

conduttore è pari a 1

La resistenza ( chiamata così perché misura la “resistenza“ che oppongono i portatori di carica

durante il loro movimento dovuto alla presenza della ddp (differenza di potenziale V) ai capi

del conduttore) è una proprietà del conduttore che dipende dal materiale di cui esso è

costituito, dalla sua forma e dalla temperatura a cui si trova

Resistenza

Evd

Legge di Ohm

Per molti materiali , inclusa la maggior parte dei metalli gli esperimenti dimostrano che la

resistenza è costante su un grande intervallo di tensioni applicate.

Questo fatto fa si che la relazione venga spesso indicata con il nome di legge di

Ohm,

La legge di Ohm determina la proporzionalità tra la tensione applicata ai capi di un conduttore

e la corrente che vi circola dentro.

In realtà questa proporzionalità diretta tra corrente e tensione non vale per tutti i materiali.

I materiali che seguono la legge di ohm, per i quali quindi la resistenza risulta costante in un

ampio range di tensioni sono detti materiali ohmici

I materiali che invece non presentano questa linearità diretta tra tensione e corrente sono

chiamati non ohmici

I

VR

Materiale ohmico Materiale non ohmico

Resistenza e resistività

La resistenza dipende dalla forma del conduttore:

Esempio:

La resistenza di un filo conduttore è:

proporzionale alla lunghezza del conduttore

inversamente proporzionale alla sezione A del conduttore A

lR

La costante di proporzionalità , detta resistività, è caratteristica del materiale di

cui è composto il conduttore ed ha come unità di misura l’· m.

La resistenza dipende sia dal materiale di cui è composto il conduttore che dalla forma del

conduttore stesso.

La resistività è caratteristica di ogni materiale

L’inverso della resistività è la

conducibilità =1/

Variazione della resistività con la temperatura

NB: la resistività di un conduttore varia con la temperatura,

es: i materiali superconduttori hanno resistenze bassisime , ma solo per temperature molto

basse, prossime allo zero assoluto

= la resistività ad una certa temperatura T

= coefficiente termico della resistività

0 = la resistività alla temperatura di riferimento To

00 1 TT

Per la maggior parte dei metalli, la resistività varia in maniera circa lineare con la variazione

di temperatura

Una relazione analoga si può ottenere per la resistenza ( che è proporzionale alla resistività)

00 1 TTRR

In un circuito elettrico viene trasferita energia da una sorgente ( batteria , generatore di

tensione) ad un dispositivo ( lampadina, radio,..) per mezzo della trasmissione elettrica.

Ricaviamo un’espressione che ci permetta di determinare la potenza trasferita ( lavoro per

unità di tempo)

Consideriamo il circuito base, costituito da un generatore di tensione, una resistenza collegati

mediante un circuito che può essere aperto ( scollegamento) o chiuso mediante un interruttore

In questo circuito l’energia viene fornita al resistore ( anche se in parte

anche ai fili perché anche essi hanno una resistenza ma questa

resistenza in genere può essere trascurata)

Assumiamo che il potenziale in a sia zero ( lo possiamo fare sarà il nostro

punto di riferimento)

Seguiamo la carica Q che si muove attraverso il conduttore partendo da a,

attraversando la batteria e proseguendo nel circuito per tornare in a

ab la differenza di potenziale ai capi della batteria è V, quindi

l’energia potenziale elettrica aumenta di una quantità QV mentre l’energia chimica della

batteria diminuisce della stessa quantità

bc nessuna trasformazione di energia ( stiamo trascurando la resistenza del conduttore

quindi Vc =Vb)

cd passaggio attraverso la resistenza R( anche detto resistore) il sistema ha una “caduta di

potenziale” dovuta ad una perdita di energia potenziale elettrica a causa degli urti dei portatori

di carica con gli atomi del resistore. Questa energia si trasforma in energia interna degli

atomi/molecole (energia vibrazionale)

da come nel caso bc

In a: risultato netto = parte dell’energia chimica della batteria si è trasformata in energia

interna nel resistore

Energia e Potenza elettrica

Energia e potenza elettrica(2)

Determiniamo la rapidità con cui il sistema perde energia potenziale elettrica quando la carica

Q passa attraverso il resistore

dove I è la corrente nel circuito

Nello stesso tempo in cui questa perdita avviene nel resistore, la batteria fornisce nuova

energia potenziale elettrica a discapito della sua energia chimica.

La potenza è il lavoro svolto nell’unità di tempo dalla batteria, cioè la quantità di energia

fornita al circuito nell’unità di tempo, quindi è uguale a dU/dt :

Rapidità derivata rispetto al tempo ! VIVdt

dQVQ

dt

d

dt

dU

dt

dU

Ricordando che possiamo esprimere la potenza trasferita su un resistore R: IRV

R

VRI

2

2

Questa formula ha validità generale e descrive la potenza trasferita da una sorgente ad

un qualsiasi dispositivo che trasporti una corrente I quando ai suoi capi c’è una

tensione V

Potenza trasferita

su un resistore R

potenza

L’unità di misura della potenza è il watt ( come avevamo già visto) e la quantità di energia

trasferita in un’ora ( kW/h) è l’unità di misura utilizzata dalle compagnie elettriche per

misurare i nostri consumi

VI

Esempio

Le due lampadine in figura sono collegate alla stessa batteria.

La potenza delle batterie è indicata.

Quale lampadina ha una resistenza maggiore?

Quale trasporta una corrente maggiore?

R

VRI

2

2

WR

V

WR

V

B

B

A

A

60

30

2

2

VVV BA

AB 2

AB R

V

R

V22

2

AB RR

12

1 2

B

A

R

RBA RR 2

A parità di V la lampadina a resistenza minore assorbirà

potenza maggiore.

La corrente che attraversa B è però maggiore

B

B

A

AI

VR

I

VR

22

BA II

12

1

BA II2

1

Forza elettromotrice ( f.e.m) Ogni dispositivo ( batteria generatore di tensione)che aumenta l’energia potenziale di un

circuito mantenendo costante la ddp tra due punti del circuito stesso viene chiamata sorgente

di forza elettromotrice (f.e.m)

NB: questa grandezza non è una forza ( nonostante il nome) ma rappresenta il lavoro

svolto dalla sorgente di f.e.m. per unità di carica ed ha quindi le dimensioni di un

potenziale e come unità di misura il volt

La relazione che lega la f.e.m. alla tensione ai capi di una batteria è la seguente:

Dove I è la corrente del circuito ed r è la resistenza interna della batteria.

Perché la tensione ai capi della batteria non è uguale alla f.e.m?

Perché dobbiamo tenere conto del fatto che la batteria presenta una resistenza intrinseca (

anche se piccola).

Quando una carica passa dal polo negativo al polo positivo all’interno della batteria il

potenziale aumenta di ma a causa del passaggio della carica attraverso la resistenza r il

potenziale diminuisce di una quantità rI.

è quindi la tensione a circuito aperto, quando cioè la corrente è pari a zero ( e non si ha la

caduta di potenziale dovuta a Ir)

Quando ai capi della batteria viene attaccata una resistenza la V ai capi della batteria deve

essere la stessa di quella ai capi della resistenza ( resistenza di carico), quindi:

rIV

RIIrV rIRI

F.e.m.

IrV rIRI Si ottiene che la corrente è legata non solo alla resistenza di carico R

ma anche alla resistenza interna della batteria:

Solo nel caso in cui R>>r si può trascurare r e considerare =V

Se moltiplichiamo per I otteniamo l’espressione per la potenza totale erogata dalla sorgente

di f.e.m I :

La potenza totale fornita dalla sorgente di f.e.m. è pari alla potenza fornita alla sorgente di

carico RI2 più la potenza fornita alla resistenza interna rI2.

NB: Normalmente R>>r e quindi la potenza viene fornita per la maggior parte alla resistenza

di carico.

rRI

22 rIRII Potenza totale erogata dalla

sorgente di f.e.m.

Resistenze in serie

Quando due o più resistenze sono collegate insieme, una dopo l’altra in modo che solo uno degli

estremi sia in comune tra due resistenze, queste sono collegare in serie

La corrente che circola in R1 e quella che circola in R2 sono uguali poiché se così non fosse ci

sarebbe un accumulo di carica in uno dei resistori

21 III

2121 RRIIRIRV

bcabac

bc

ab

VVVV

IRV

IRV

2

1

La resistenza equivalente Req deve essere tale che: IRV eq 21 RRReq

La resistenza equivalente di un insieme di resistori collegati in serie è uguale alla

somma algebrica delle singole resistenze ed è sempre maggiore di ciascuna

resistenza

Resistenze in parallelo

Quando due o più resistenze sono collegate

insieme in modo da avere entrambi gli estremi

in comune, queste sono collegare in parallelo.

In questo caso la ddp ai capi di ogni resistenza

è la stessa.

La corrente che circola attraverso i resistori è

invece generalmente diversa

La corrente I infatti arrivando al nodo a

si divide in due o più parti ( a seconda del

numero di resistenze in parallelo) e la frazione

di corrente che attraverserà il resistore

dipenderà dal valore stesso della resistenza:

Se R1 > R2 => I1 < I2 (poiché ).

Per la conservazione della carica comunque si avrà che:

Per trovare la Req ricordiamo che: 21 III

21 VVV

21

21R

V

R

VII

R

VI

eq

21

111

RRReq

Il reciproco della resistenza equivalente di un insieme di resistori collegati in

parallelo è uguale alla somma algebrica dei reciproci delle singole resistenze.

La resistenza equivalente è quindi sempre minore della più piccola resistenza.

2211 IRIRV

Circuiti Nel progettare un circuito destinato a svolgere una certa funzione normalmente si

hanno a disposizione i seguenti elementi:

1)Uno o più sorgenti di f.e.m. nota (batteria, generatore di tensione)

2)Filo metallico (conduttore)

3) interruttori

4)Resistenze

5)Capacità

6)….

Il problema è spesso quello di stabilire come

si possa produrre una data corrente in un

particolare elemento di circuito

La maggior parte degli elementi circuitali ( resistori,

capacitori…) sono collegati al circuito in due punti.

Ciascun elemento è caratterizzato dalla legge che lega

la corrente che lo attraversa alla ddp ai suoi estremi

( es: per la resistenza la legge è V=RI)

Si definisce NODO: un punto in cui convergono almeno

tre conduttori

Si definisce RAMO: la parte di circuito contenuta tra 2 nodi

Si definisce MAGLIA: il percorso chiuso che parte da un nodo e giunge al medesimo nodo

dopo aver attraversato diversi elementi circuitali senza percorrere due volte lo stesso ramo

In un circuito è possibile in genere identificare più maglie, ma è opportuno considerare delle

maglie “indipendenti”, cioè scelte in modo da avere che ciascuna contenga almeno un ramo che

non sia contenuto nelle altre

Maglia 1

(abdgfa)

Maglia 2

(bced)

Maglia 3

(dehg)

a

b c

d e

f g h

1

2 3

4

NODO

RAMO

Componente

(resistore, sorgente f.e.m,…)

Leggi di Kirchhoff

Due leggi, dette Leggi di Kirchhoff, indicano come determinare le correnti che attraversano i

singoli componenti circuitali: la legge delle maglie e la legge dei nodi.

LEGGE DELLE MAGLIE:

La somma delle differenze di potenziale che si incontrano compiendo un giro

completo lungo una qualsiasi maglia di un circuito è nulla:

Il potenziale aumenta attraversando alcuni elementi circuitali e diminuisce attraversandone

altri, ma la somma delle differenze di potenziale lungo un giro completo deve essere nulla.

NB: Il verso della corrente attraverso i vari rami del circuito, inizialmente non è nota si sceglie

quindi arbitrariamente per ogni ramo. L’importante è mantenere questa direzione in tutte le

fasi in cui si applicano le leggi di Kirchhoff. Conseguenza di ciò la corrente può essere positiva

o negativa ( a seconda del suo verso).

Per convenzione si prende positiva la corrente che circola nel verso di moto dei portatori

positivi. Se alla fine dello studio del circuito il valore di una corrente risulterà negativo,

significa che la corrente avrà in realtà il verso opposto a quello scelto arbitrariamente all’inizio.

0maglia

V

Vi sono due regole a cui ci si può attenere mentre si utilizza la legge delle maglie:

1) Se si percorre una resistenza R nel verso della corrente il potenziale diminuisce (-RI)

Se R si percorre in senso opposto alla corrente il potenziale aumenta (RI)

2) Se si percorre una sorgente di f.e.m. nel senso della f.e.m. (- +) la ddp viene considerata +

Se si percorre una sorgente di f.e.m. in senso opposto alla f.e.m. (+ -) la ddp è considerata -

Esempio

Consideriamo il circuito in figura

Abbiamo 2 sorgenti di f.e.m. che generano correnti

aventi versi opposti.

Il verso della corrente non è certo a priori.

Scegliamo arbitrariamente che il verso della corrente sia

antiorario

Partiamo dal punto a ed attraversiamo tutti i

componenti circuitali procedendo in senso antiorario nella maglia

Facciamo la somma delle ddp tenendo conto delle regole dei versi rispetto alla corrente

La resistenza interna delle sorgenti di f.e.m. viene trattata come una resistenza indipendente

11r

51R 32R

12r

V12

V51

I I

ab

c d

0222111 IrIRIrIRVmaglia

0221121 IrRrR

2211

21

rRrRI

AI 4.0

Il segno della corrente ottenuta è + quindi il verso della corrente è effettivamente quello

antiorario ( perché )

Se fosse stata la corrente sarebbe risultata con segno negativo, quindi il verso

sarebbe stato orario, cioè opposto al verso scelto arbitrariamente all’inizio.

L’equazione ci fornisce automaticamente il verso della corrente

21

21

Legge dei Nodi

Nell’analisi dei circuiti che contengono 2 o più maglie , insieme alla legge delle magie si utilizza

la legge dei nodi

LEGGE DEI NODI:

La somma delle intensità delle correnti entranti in un nodo è uguale alla somma

delle correnti uscenti dal nodo ( i versi delle correnti sono quelli arbitrariamente scelti

all’inizio)

Se si considerano positive le correnti entranti nel nodo e negative le correnti uscenti dal nodo

la legge dei nodi può essere riformulata come:

La somma algebrica delle correnti in un nodo deve essere nulla

nodo daluscenti

nodo nelentranti

II

0nodo

I

3I

La legge dei nodi applicata al nodo a del circuito in figura

dice che:

0321 III

I I

a

bc

de

f

1I

1I

3I

2I

321 III

Esempio

Determinare le correnti I1 , I2 , I3 del circuito in figura

Abbiamo 3 incognite da determinare

Abbiamo 2 nodi (a e b), ma in realtà i nodi indipendenti sono

sempre uno in meno rispetto al numero di nodi presenti.

Quindi abbiamo un solo nodo indipendente da cui

estrarre un’equazione.

Abbiamo bisogno quindi di due maglie indipendenti per

ottenere le altre due equazioni necessarie.

( 3 incognite -> 3 equazioni)

Scegliamo le maglie abcda ( senso antiorario) e aefba (senso antiorario)

1) Equazione dalla legge dei nodi: ( applicata al nodo a)

2) Legge delle maglie applicata alla maglia 1 (partendo da a):

3) La legge delle maglie applicata alla maglia 2 (partendo da a):

321 III

4 1R

2 2R

I I

a

bc

d

3 3R

V3 3

e

f

V1 2V2 1

1I

1I 3I

3I

2I

0111222 IRIRVmaglia

221121 IRIR

0222333 IRIRVmaglia

223323 IRIR

Sistema di 3 equazioni in 3 incognite ( )

4 1R

2 2R

I I

a

bc

d

3 3R

V3 3

e

fV1 2

V2 1

1I

1I 3I

3I

2I

223323

221121

321

IRIR

IRIR

III

Sistema di 2 equazioni in 2 incognite ( )

321 ,, III

223323

3122121

IRIR

IRIRR

32 , II

Sostituendo i valori numerici si ottiene:

23

32

234

461

IIV

IIV

23

32

6912

461

IIV

IIV

33 41912 IVIV

31313 IV AI 13 AI 5.02 AI 5.02

I sensi di I1 ed I3 sono uguali a quelli ipotizzati, ma il verso di I2 è opposto a quello ipotizzato

Moltiplico la seconda equazione per 3