29 aprile 2012 - Buona Parola

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L L A A B B U U O O N N A A P P A A R R O O L L A A PARROCCHIA S. LORENZO M. tel. 02/96320110 Radio parrocchiale 88,700 MHz parrocchialazzate.it Anno XVII n° 36 29 Aprile 2012 NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA COMUNITÀ DI LAZZATE XLIX Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni Le vocazioni dono della Carità di Dio(Dal messaggio di Benedetto XVI) Cari fratelli e sorelle! La fonte di ogni dono perfetto è Dio Amore Deus caritas est -:«chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui»(1Gv 4,16). La Sacra Scrittura narra la storia di questo legame originario tra Dio e l’umanità, che precede la stessa creazione. San Paolo afferma che il Padre nel Figlio Gesù «ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità» (Ef 1,4). Noi siamo amati da Dio “prima” ancora di venire all’esistenza! Mosso esclusivamente dal suo amore incondizionato, Egli ci ha “creati dal nulla” (2Mac 7,28) per condurci alla piena comunione con Sé. La verità profonda della nostra esistenza è, dunque, racchiusa in questo sorprendente mistero: ogni creatura, in particolare ogni persona umana, è frutto di un pensiero e di un atto di amore di Dio, amore immenso, fedele, eterno (Ger 31,3). Si tratta di un amore senza riserve che ci precede, ci sostiene e ci chiama lungo il cammino della vita e ha la sua radice nell’assoluta gratuità di Dio. Riferendosi in particolare al ministero sacerdotale, il mio predecessore, il beato Giovanni Paolo II, affermava che «ogni gesto ministeriale, mentre conduce ad amare e a servire la Chiesa, spinge a maturare sempre più nell’amore e nel servizio a Gesù Cristo capo, Pastore e Sposo della Chiesa, un amore che si configura sempre come risposta a quello preveniente, libero e gratuito di Dio in Cristo» (Esort. Ap. Pastores dabo vobis, 25). Ogni specifica vocazione nasce, infatti, dal l’iniziativa di Dio, è dono della Carità di Dio! E’ Lui a compiere il primo passo e non a motivo di una particolare bontà riscontrata in noi, bensì in virtù della presenza del suo stesso amore «riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito santo» (Rm 5,5). Cari fratelli e sorelle, è a questo amore che dobbiamo aprire la nostra vita, ed è alla perfezione dell’amore del pa dre (cfr Mt 5,48) che ci chiama Gesù Cristo ogni giorno! La misura alta della vita cristiana consiste infatti nell’amare “come” Dio: si tratta di un amore che si manifesta nel dono totale di sé fedele e fecondo. Per esprimere il legame inscindibile tra l’amore verso Dio e quello verso il prossimo. Il Papa San Gregorio Magno usa l’esempio della pianticella: «Nel terreno del nostro cuore Dio ha piantato prima la radice dell’amore verso di lui e poi si è sviluppato, come chioma, l’amore fraterno». Queste due espressioni dell’unico amore divino, devono essere vissute con particolare intensità e purezza di cuore da coloro che hanno deciso di intraprendere un cammino di discernimento vocazionale verso il ministero sacerdotale e la vita consacrata. Infatti, l’amore per Dio, di cui i presbiteri e i religiosi diventano immagini visibili – seppure sempre imperfette è la motivazione della risposta alla chiamata di speciale consacrazione al Signore. L’amore verso il prossimo, soprattutto verso i più bisognosi e sofferenti, è la spinta decisiva che fa del sacerdote e della persona consacrata un suscitatore di comunione tra le gente e un seminatore di speranza. E’ importante che nella Chiesa si creino le condizioni favorevoli affinché possano sbocciare tanti “sì”, quali generose risposte alla chiamata di amore di Dio. Nelle famiglie “comunità di vita e di amore” le nuove generazioni possono fare esperienza mirabile di questo amore oblativo; esse, infatti, non solo sono il luogo privilegiato della formazione umana e cristiana, ma possono far riscoprire la bellezza e l’importanza del sacerdozio e della vita consacrata. Con questi auspici, imparto di cuore la benedizione Apostolica a voi, Venerati Fratelli nell’episcopato, ai sacerdoti, ai diaconi, ai religiosi, alle religiose e a tutti i fedeli laici, in particolare ai giovani e alle giovani che con cuore docile si pongono in ascolto della voce di Dio, pronti ad accoglierla con adesione generosa e fedele.

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Informatore parrocchiale - Lazzate

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LLAA BBUUOONNAA PPAARROOLLAA

PARROCCHIA S. LORENZO M.

tel. 02/96320110

Radio parrocchiale 88,700 MHz

parrocchialazzate.it

Anno XVII – n° 36 – 29 Aprile 2012

NOTIZIARIO SETTIMANALE DELLA COMUNITÀ DI LAZZATE

XLIX Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni

“Le vocazioni dono della Carità di Dio” (Dal messaggio di Benedetto XVI)

Cari fratelli e sorelle!

La fonte di ogni dono perfetto è Dio Amore – Deus caritas est -:«chi rimane nell’amore rimane

in Dio e Dio rimane in lui»(1Gv 4,16). La Sacra Scrittura narra la storia di questo legame originario tra Dio e

l’umanità, che precede la stessa creazione.

San Paolo afferma che il Padre nel Figlio Gesù «ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e

immacolati di fronte a lui nella carità» (Ef 1,4).

Noi siamo amati da Dio “prima” ancora di venire all’esistenza! Mosso esclusivamente dal suo amore incondizionato,

Egli ci ha “creati dal nulla” (2Mac 7,28) per condurci alla piena comunione con Sé.

La verità profonda della nostra esistenza è, dunque, racchiusa in questo sorprendente mistero: ogni creatura, in

particolare ogni persona umana, è frutto di un pensiero e di un atto di amore di Dio, amore immenso, fedele, eterno

(Ger 31,3). Si tratta di un amore senza riserve che ci precede, ci sostiene e ci chiama lungo il cammino della vita e

ha la sua radice nell’assoluta gratuità di Dio. Riferendosi in particolare al ministero sacerdotale, il mio predecessore,

il beato Giovanni Paolo II, affermava che «ogni gesto ministeriale, mentre conduce ad amare e a servire la Chiesa,

spinge a maturare sempre più nell’amore e nel servizio a Gesù Cristo capo, Pastore e Sposo della Chiesa, un amore

che si configura sempre come risposta a quello preveniente, libero e gratuito di Dio in Cristo» (Esort. Ap. Pastores

dabo vobis, 25). Ogni specifica vocazione nasce, infatti, dall’iniziativa di Dio, è dono della Carità di Dio!

E’ Lui a compiere il primo passo e non a motivo di una particolare bontà riscontrata in noi, bensì in virtù della

presenza del suo stesso amore «riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito santo» (Rm 5,5).

Cari fratelli e sorelle, è a questo amore che dobbiamo aprire la nostra vita, ed è alla perfezione dell’amore del padre

(cfr Mt 5,48) che ci chiama Gesù Cristo ogni giorno! La misura alta della vita cristiana consiste infatti nell’amare

“come” Dio: si tratta di un amore che si manifesta nel dono totale di sé fedele e fecondo. Per esprimere il legame

inscindibile tra l’amore verso Dio e quello verso il prossimo.

Il Papa San Gregorio Magno usa l’esempio della pianticella: «Nel terreno del nostro cuore Dio ha piantato prima la

radice dell’amore verso di lui e poi si è sviluppato, come chioma, l’amore fraterno».

Queste due espressioni dell’unico amore divino, devono essere vissute con particolare intensità e purezza di cuore da

coloro che hanno deciso di intraprendere un cammino di discernimento vocazionale verso il ministero sacerdotale e

la vita consacrata. Infatti, l’amore per Dio, di cui i presbiteri e i religiosi diventano immagini visibili – seppure

sempre imperfette – è la motivazione della risposta alla chiamata di speciale consacrazione al Signore.

L’amore verso il prossimo, soprattutto verso i più bisognosi e sofferenti, è la spinta decisiva che fa del sacerdote e

della persona consacrata un suscitatore di comunione tra le gente e un seminatore di speranza.

E’ importante che nella Chiesa si creino le condizioni favorevoli affinché possano sbocciare tanti “sì”, quali

generose risposte alla chiamata di amore di Dio. Nelle famiglie “comunità di vita e di amore” le nuove generazioni

possono fare esperienza mirabile di questo amore oblativo; esse, infatti, non solo sono il luogo privilegiato della

formazione umana e cristiana, ma possono far riscoprire la bellezza e l’importanza del sacerdozio e della vita

consacrata.

Con questi auspici, imparto di cuore la benedizione Apostolica a voi, Venerati Fratelli nell’episcopato, ai sacerdoti,

ai diaconi, ai religiosi, alle religiose e a tutti i fedeli laici, in particolare ai giovani e alle giovani che con cuore docile

si pongono in ascolto della voce di Dio, pronti ad accoglierla con adesione generosa e fedele.

“L'icona della Sacra Famiglia”

“Cari amici vivete la fede con entusiasmo e preparatevi spiritualmente al prossimo Incontro Mondiale delle

Famiglie che si terrà nella vostra città dal 30 maggio al 3 giugno”.

Papa Benedetto XVI ha salutato così i 6mila ragazzi della Professione di fede della Diocesi di Milano che

hanno partecipato all’Udienza Generale di mercoledì 11 Aprile. I giovani hanno accompagnato a Roma Mons.

Erminio De Scalzi che ha ricevuto dalle mani del Papa la nuova icona simbolo della famiglia.

“Vi sia d’aiuto nella preparazione dell’incontro – ha concluso il Santo

Padre rivolgendosi ai giovani in piazza – l’icona della Sacra Famiglia

che ho benedetto questa mattina”. L’icona è un mosaico raffigurante la

Sacra Famiglia, opera realizzata dall’artista gesuita Marko Rupnik.

Un arco ellittico inquadra la composizione e ne accentua la dinamica dall’alto verso il basso. Sporge dall’alto la mano aperta di Dio Padre, da cui proviene ogni dono e ogni bene. Dal suo nimbo di gloria piovono fasci di luce sulle persone della Santa Famiglia e discende su Maria il fuoco dello Spirito Santo. In asse con la mano del Padre e la fiamma dello Spirito, si erge in piedi, in grembo a Maria seduta, e cammina sulle mani di lei verso di noi Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, fissando lo sguardo intenso su di noi, mentre con la mano sinistra scosta il manto protettivo della Madre e con la destra mostra il rotolo del Vangelo, che

viene ad annunciare. Anche Maria ci fissa con i suoi grandi occhi, mentre con le mani aperte ci dona Gesù. Accanto a lei San Giuseppe, suo sposo, in piedi rivolge lo sguardo a Dio Padre, per poterlo degnamente rappresentare sulla terra, interpretando fedelmente la sua volontà. Ogni paternità sulla terra ha la sua origine nella paternità in cielo e a quella è chiamata a conformarsi. La mano destra, portata al cuore, indica l’amore e la responsabilità, con cui Giuseppe si prende cura di Gesù e di Maria. La mano sinistra regge un bastone con un verde germoglio, simbolo della stirpe regale di Davide, alla quale appartiene il Messia, e segno della fedeltà di Dio alle sue promesse. Nella Santa Famiglia di Nazaret il cielo incontra la terra e la Trinità divina trova la più perfetta immagine umana. La Chiesa si sente interpellata a diventare sempre più famiglia, per manifestare mediante l’amore reciproco la presenza di Cristo al mondo. Le famiglie sono chiamate ad essere unite e aperte, a preparare i figli per il loro futuro e la loro missione, senza trattenerli con amore possessivo. Tutte le relazioni e attività terrene sono sollecitate a seguire la logica dell’amore, per trovare nuova armonia e bellezza, riflesso e rivelazione della Trinità. Nell’icona le pietre, gli smalti, i colori e la luce concorrono a dare alla materia uno splendore pieno di energia, evocando un mondo trasfigurato, vivificato dallo Spirito. Sullo sfondo le pietre, più sottili e chiare in alto, più grosse e scure in basso, si dispongono secondo striature dinamiche e suggeriscono un moto discendente e un tessuto materico progressivamente più pesante. Nelle vesti delle figure le pietre sono allineate in modo regolare e armonioso, ma tendono sempre ad avere maggiore consistenza verso il basso. Maria sopra la tunica blu, colore dell’umanità, indossa un manto porpora, orlato di rosso, colore che l’antichità cristiana ha sempre attribuito a Dio. Si vuole così indicare che Maria con la divina maternità è stata unita a Dio in modo singolarissimo. Al contrario, Gesù veste una tunica rossa, simbolo della divinità che da sempre gli appartiene, e sopra di essa un manto blu, per indicare l’umanità che ha assunto nel grembo di Maria. San Giuseppe porta vesti a colori più tenui, per sottolineare il suo riserbo e la sua laboriosità, un manto verde, colore del mondo creato e una tunica ocra, colore della missione paterna, con bordature del rispettivo colore intensificato. Nei volti e nelle mani le pietre si saldano a formare una superficie compatta, liscia e luminosa, che allude al corpo trasfigurato e spiritualizzato. Infine l’arco ogivale tronco, mentre incornicia l’icona e sottolinea la direttrice verticale, colloca la Santa Famiglia al centro della storia della salvezza, indicata con il suo inizio nel paradiso terrestre, una fioritura di colori vivaci, rossi, verdi, gialli, nel pennacchio di sinistra, e con il suo compimento nella Gerusalemme celeste, intessuta di ori e marmi policromi nel pennacchio di destra. Così viene richiamata anche l’importanza del matrimonio e della famiglia nel disegno di Dio, creatore e salvatore, e nello sviluppo storico del genere umano.

PPRROOGGRRAAMMMMAA DDEELLLLAA SSEETTTTIIMMAANNAA

- Domenica 29 Aprile: IV di Pasqua

“LE MIE PECORE CONOSCONO LA MIA VOCE E IO LE CONOSCO ED ESSE MI SEGUONO”“ (GV 10,27-30)

“Il Padre mio, che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola”.

Nessuno ci porterà via dalle mani di Dio. Il nostro destino è inseparabile da quello di Dio.

La vita eterna è un posto fra le mani di Dio. Come bambini ci aggrappiamo forte a quella

mano che non ci lascerà cadere, come innamorati cerchiamo quella mano che scalda la

solitudine, come crocifissi ripetiamo: nelle tue mani affido la mia vita.

Le mani di Dio: mani di Pastore contro i lupi, mani impigliate nel folto della vita, mani che

proteggono la mia fiamma smorta, mani che scrivono nella polvere e non lanciano sassi

contro nessuno, mani che sollevano la donna adultera, mani inchiodate in un abbraccio che

non può terminare, e poi offerte perché io ci riposi e riprenda il fiato del coraggio.

Dalla certezza che a Dio l’uomo importa, inizia l’avventura di coloro che vogliono, sulla

terra, custodire e lottare, camminare e liberare. Anche a noi l’uomo importa. Ciascuno

pastore di un minimo gregge: hanno nome e cognome i miei agnelli, a partire dalla mia famiglia… Ciascuno può essere

mano da cui non si rapisce; poterlo dire a coloro che amo: nessuno vi strapperà via. Ermes Ronchi

ORE 7,30 S. Messa (Pelizza Pietro e Santa) ORE 9,30 ORE 10,45 ORE 15,00

S. Messa (Pagnoncelli Pierangelo, Re Peppino e familiari vivi e defunti – Lucini Francesco, Molon Giacobbe e Maria) S. Messa (per la Comunità) Proiezione di un filmato sulla vita di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, in Oratorio Femminile

ORE 18,00 S. Messa (Radice Monica – Garbagnati Luigi, Savina e Armando)

→ Dalle ore 8,00 alle 11,30 presso la Sede A.V.I.S. raccolta di sangue

- Lunedì 30 Aprile: S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, sacerdote (Gv 6,44-51)

ORE 18,00 S. Messa nella memoria di San G. B. Cottolengo, in Santuario (famiglie Pugno e Ossola)

- Martedì 1 Maggio: S. Giuseppe lavoratore (Gv 6,60-69)

ORE 8,15 ORE 18,00

Lodi - S. Messa (Monti Mario e Maria – Pavanello Enrico) Vesperi – S. Messa (Pizzi Leonardo – Gavardini Orsola [Carbonella] – Monti Antonio, Agnese e familiari)

- Mercoledì 2 Maggio: S. Atanasio, vescovo e dottore della Chiesa (Gv 7,40b-52)

ORE 8,15 ORE 18,00 ORE 20,30

Lodi - S. Messa (Cattaneo Francesco, Carolina, Dante e Giuseppina) Vesperi – S. Messa (Piero e Pierangelo) Preghiera del Rosario nelle Zone: famiglia Bonfanti Luigi – vicolo Biraghi, 10

- Giovedì 3 Maggio: Ss. Filippo e Giacomo, apostoli (Gv 14,1-14)

ORE 8,15 ORE 18,00 ORE 20,30

Lodi – S. Messa (Milorad) Vesperi – S. Messa (Stucchi Teresa, Rocco Miro, Monti Aldo, Rocco Piera, Monti Mirella) Preghiera del Rosario nelle Zone: famiglia Dell’Acqua Luisa – via U. Maddalena, 5

* In mattinata è presente il Confessore straordinario

- Venerdì 4 Maggio: Feria (Gv 7,25-31)

- Primo Venerdì del mese in onore del S. Cuore di Gesù -

ORE 8,15 ORE 17,00 ORE 18,00 ORE 20,30

Lodi – S. Messa (Seveso Primo) Esposizione dell’Eucaristia – Coroncina della Divina Misericordia – Preghiera per le vocazioni e per la santificazione dei sacerdoti - Vesperi – S. Messa (Garbagnati Carlo e Amabile) Preghiera del Rosario nelle Zone: Grotta Madonna di Lourdes – Casa parrocchiale

- Sabato 5 Maggio (Gv 7,32-36)

- Primo Sabato del mese in onore del Cuore Immacolato di Maria -

ORE 8,15 ORE 17,30

Lodi -S.Messa (per le famiglie in difficoltà) Preghiera del Rosario

ORE 18,00 S. Messa (Lomboni Giuseppe, Suor Alma, Bartolomeo e Anna – Cairoli Pierangelo e Vittorio – Oliveri Gaspare)

Memorandum

→ Domenica 6 Maggio - Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostegno economico alla Chiesa.

→ Mese di Maggio - Rosario nelle zone: le famiglie che desiderano accogliere la preghiera del Rosario serale diano la loro disponibilità in segreteria parrocchiale. - Giovedì 24 maggio ci recheremo in pellegrinaggio al Santuario della Madonna delle Lacrime di Ponte Nossa (BG) in preparazione alla Giornata parrocchiale dell’Ammalato e all’Incontro Mondiale delle Famiglie. Le iscrizioni si ricevono in segreteria parrocchiale.

→ Viaggio parrocchiale in Ungheria Gli iscritti al viaggio sono invitati a versare l’acconto di € 200 presso la segreteria parrocchiale.

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Il passo adatto

“Ti indico la via della sapienza; ti guido per i sentieri della rettitudine (Pr 4,11)”

Dicono che la vita sia una corsa, un treno veloce che si acchiappa al volo. Bisogna correre, correre; fermarsi è da

falliti.

Dicono che la storia sia dei vincenti, i primi posti per i migliori e per acchiapparli devi correre, correre, e ancora

correre.

Poco importa se nella corsa ti perdi qualcosa, irrilevante abbandonare per strada inutili ingombri: amicizie vere,

solidarietà, gli occhi dei figli, le carezze degli innamorati.

Corri, che ti interessa della tenerezza da spartire, della compagnia dei giusti, di chiamare qualcuno fratello e

sentirsi tale?

Corri, non ti fermare, il successo è garantito da chi non si lascia turbare dalla coscienza, da chi non ritiene

necessario fare i conti con la meta.

Dicono che la vita vada vissuta correndo. La corsa è la sua ragione, la strada va mangiata come un boccone, poco

importa se se ne perde il sapore.

Non ti fermare, non perdere di vista l’obiettivo, diventa signore della gara e sarai felice.

Ma la via, quella vera, quella giusta, è il sentiero di compassione, spartizione di senso, comprensione di luce.

Il passo adatto per tracciare il percorso è la rettitudine, la vittoria è per chi pratica la giustizia.

Corri da solo e perdi sicuro, il Signore è la meta per chi fratello con i fratelli condivide il tracciato.

Gennaro Matino

Nuovi chierichetti!

Carissimi chierichetti,

in questo giorno di festa, nel quale venite

ammessi come chierichetti per il servizio durante le celebrazioni

liturgiche, condividiamo la vostra gioia per questa scelta e vi

accogliamo volentieri tra i ministri dell’altare: siamo orgogliosi e

contenti “che finalmente anche voi siate dei nostri”.

Il Signore risorto che spezza il pane della Parola e dell’Eucaristia,

lo fa oggi anche per voi, volendovi al Suo servizio e donandovi in

cambio la Sua gioia e il Suo amore.

Siate sempre generosi e umili, puntuali e precisi, silenziosi ed

esemplari, sull’altare e nella vita quotidiana: questo chiediamo

per voi a Gesù risorto accompagnandovi con la nostra preghiera

e con tanto affetto.

Don Federico e Don Aldo