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feste musicali intorno all’opera barocca 27 SETTEMBRE - 14 OTTOBRE 2018

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feste musicali intorno all’opera barocca

27 SETTEMBRE - 14 OTTOBRE 2018

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Giovedì 27 settembreLE QUATTRO OUVERTURES

PER ORCHESTRA

Venerdì 28 settembreACI, GALATEA E POLIFEMO

Sabato 29 settembre A DUE VIOLINI

Sabato 29 settembreBOCCHERINI, SACRO

E PROFANO

Domenica 30 settembre LE SONATE PER FLAUTO

TRAVERSO E CLAVICEMBALO

Domenica 30 settembreARMINIO

Giovedì 4 ottobreVENEZIA, ROMA, NAPOLI

Venerdì 5 ottobre1700

Sabato 6 ottobreA DUE VIOLONCELLI

2018 - III edizione

Direttore Musicale: Rinaldo AlessandriniConsulente Artistico: Valerio Tura

Sabato 6 ottobreHARMONIEMUSIK

Domenica 7 ottobre VESUVIO!

Domenica 7 ottobreDIVERSI TIPI DI AMORE

Giovedì 11 ottobreCAFFÈ ZIMMERMANN

Venerdì 12 ottobreSOSPIRI DI DOLORE… SOSPIRI D’AMORE

Sabato 13 ottobre ITALO-TEUTONICA MUSA

Sabato 13 ottobreNON UDITE LO PARLARE?

Domenica 14 ottobre A DUE ARPE

Domenica 14 ottobreESTER, LIBERATRICE DEL POPOLO EBREO

feste musicali intorno all’opera barocca

Oratorio Sant’Onofrio - Concerti pomeridiani ore 18.00

Teatro Rossini - Spettacoli serali ore 20.30

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T E A T R O R O S S I N I

Johann Sebastian Bach

LE QUATTRO OUVERTURES PER ORCHESTRASuites per orchestra BWV 1066, 1067, 1068, 1069

Giovedì 27 settembre - ore 20.30

C'è un Bach “italiano”, un Bach “tedesco” e c'è sicuramente un Bach “francese”, un compositore cioè che pur non avendo mai messo piede fuori dalla Germania, ha assimilato alla perfezione gli stilemi dello stile francese riportandoli ai massimi livelli. È il caso delle Suites e delle Ouvertures francesi, cioè collezioni di danze per lo più provenienti dalla campagna francese, codificate da Jean-Baptiste Lully (di origine italiana) per il balletto della corte di Versailles. Ecco dunque del camaleontico Bach le Quattro Ouvertures o Suites per orchestra BWV 1066, 1067, 1068 e 1069, con buona probabilità composte alla corte del Principe di Anhalt-Cöthen fra il 1717 e il 1723 con organici molto diversi fra loro, a seconda degli strumenti solisti. Nella Seconda Suite in si minore per esempio c'è il flauto per l'irresistibile badinerie finale, nella Terza in re maggiore, troviamo la delicatissima “Aria sulla Quarta Corda”, infine la Quarta Suite in re maggiore con il suo organico imponente di due flauti, tre oboi, fagotto, tre trombe, timpani e archi.

Direttore: Rinaldo AlessandriniCONCERTO ITALIANO

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T E A T R O R O S S I N I

Georg Friedrich Händel

ACI, GALATEA E POLIFEMO Serenata a tre voci (1708)Libretto di Nicola Giuvo

Soprano: Alicia AmoMezzosoprano: Marta Fumagalli Basso: Mirco Palazzi

Venerdì 28 settembre - ore 20.30

Direttore: Vanni MorettoATALANTA FUGIENS

Come i giovani d'oggi, anche il sassone Georg Friedrich Händel, attorno ai vent'anni intraprese un viaggio formativo in Italia: toccò Firenze, Venezia e Roma. Dopo i primi successi (venne salutato con “viva il Sassone”), soggiornò a Napoli da maggio a luglio 1708, frequentando una ricca benefattrice delle arti, Donna Aurora di Sanseverino, duchessa di Laurenzano, detta Donna Laura. Su sua richiesta compose la serenata Aci, Galatea e Polifemo su testo del poeta napoletano Nicola Giuvo, che venne eseguita con successo il 19 luglio 1708 al Teatro di Corte di Napoli, durante le feste per le nozze della nipote della duchessa, Beatrice Tocco, con Tolomeo Saverio Gallo, duca di Alvito. Né opera né oratorio, la “serenata” era un genere molto in voga al tempo in Italia, da eseguirsi in costume e senza scene, in giardini o in teatri privati, con pochi personaggi e argomenti edificanti tratti dall'epica. In questo caso dalle Metamorfosi di Ovidio, dove si narra del mostro Polifemo che concupisce la ninfa Galatea, che però ama Aci. Rifiutato, Polifemo uccide Aci, travolgendolo con un sasso rotolante. Galatea disperata chiede l'intervento del padre Nettuno che trasforma Aci in un fiume verso il mare.

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T E A T R O R O S S I N I

Luigi Boccherini

BOCCHERINI, SACRO E PROFANO Soprano: Francesca AspromonteChitarra: Matteo Mela Contrabbasso: Riccardo Coelati Rama

Sabato 29 settembre - ore 20.30

ALEA ENSEMBLE

Dell'autore del celebre Minuetto, il lucchese Luigi Boccherini, si presenta il lato sacro - raro e rarefatto - e quello profano, conosciuto e debordante. In apertura il cinquantaseiesimo dei 97 (sic) Quartetti per archi, in do minore, del 1788. Del quartetto Boccherini fu quasi padre, avendone formato uno leggendario, con se stesso al violoncello (strumento che suonava da virtuoso), Pietro Nardini e Filippo Manfredi al violino, Giuseppe Cambini alla viola. Fu il primo quartetto stabile della storia, con cui tenne diverse tournée in Italia, Francia e Spagna. Però Boccherini amò di più il Quintetto, formazione che quasi inventò, per cui scrisse almeno 137 numeri, non tutti capolavori ma tutti di gradevole scrittura e perfezione formale. Boccherini sacro: sei opere in tutto, fra cui il bellissimo Stabat Mater, su testo di Jacopone da Todi, nella prima versione per soprano, due violini, viola, violoncello obbligato e violone, composto nel 1781 per ordine dell'Infante di Spagna Don Luis. Rimasta manoscritta, questa versione è molto più ricca di contenuti spirituali, di spunti originali e di ricchezza interiore rispetto alla seconda versione del 1800 per due soprani tenore e archi.

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Antonio Maria Bononcini

ARMINIOAzione teatrale in due attiLibretto di Pietro Antonio Bernardoni Prima rappresentazione Vienna, Hoftheater, 26 luglio 1706

Edizione critica a cura di Rinaldo AlessandriniPrima esecuzione in tempi moderniEsecuzione in forma di concerto

Interpreti: Giulia Bolcato, Benedetta Corti, Valeria Girardello, Antonio Orsini, Alessandro Ravasio, Enrico Torre

T E A T R O R O S S I N I

Domenica 30 settembre - ore 20.30

Coi Bononcini che confusione! C'è il capostipite Giovanni Maria, nato a Zocca di Modena nel 1642, violinista e compositore di spicco del secondo Seicento. E ci sono i tre figli, Giovanni, Marco Antonio e Giovanni Maria (quest'ultimo nato un'ora dopo la morte del padre), tutti di non inferiore talento musicale, tanto da scambiarsi fra loro le commissioni e imbrogliare spesso i critici. L'Arminio è di Marco Antonio Maria, nato a Modena nel 1677, attivo a Londra (dove fu rivale di Händel) e alla corte di Vienna. Andato in scena al Teatro dei Favoriti di Vienna nel 1706, l'Arminio è su libretto del bolognese Pietro Antonio Bernardoni e tratta la storia narrata da Tacito del principe germanico dei Cauci e dei Cherusci che sconfisse il generale romano Publio Quintilio Varo nella leggendaria battaglia di Teutoburgo (9 d.C.): ventimila romani sterminati attraverso una trappola mortale. Strategie militari, amori e tradimenti non mancano in quest'opera barocca “viennese”, elegante, rifinita, ricca di psicologia dei personaggi. Rinaldo Alessandrini la riporta in vita primo in tempi moderni, col suo Concerto Italiano e sei giovani cantanti reduci da approfonditi studi sulla vocalità barocca.

Direttore: Rinaldo AlessandriniCONCERTO ITALIANO

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T E A T R O R O S S I N I

VENEZIA, ROMA, NAPOLI Concerti e cantate di Antonio Vivaldi, Alessandro Scarlatti, Arcangelo Corelli, Francesco Durante, Giovanni Battista Pergolesi

Soprano: Silvia FrigatoTromba: Gabriele Cassone

Giovedì 4 ottobre - ore 20.30

Un viaggio musicale nel barocco italiano: si parte da Venezia e da Antonio Vivaldi, dove il barocco è sinonimo di “allegro-andante-allegro”, di ritmo, di scintillio e di gioia di vivere, che troveremo nei suoi due Concerti per archi (in Re e sol), nonché di intensità espressiva nella Cantata “Vengo a voi luci adorate”. Partenza direzione Roma puntando al barocco opulento e serioso della Cantata “Su le sponde del Tebro” di Alessandro Scarlatti (palermitano romanizzato doc) e il Concerto Grosso in re op. 6 n. 4 del fusignanese Arcangelo Corelli, inurbato romano a ventun anni fino alla morte (è sepolto al Pantheon). Infine la Napoli del grande compositore Francesco Durante (suo il Concerto per archi in la), nato a Frattamaggiore nel 1684 e morto a Napoli nel 1755 dopo una vita di sfegatato contrappuntista e melodista, nonché di “influencer” dello stile napoletano galante di decine di autori dell'età d'oro del melodramma quali Piccinni, Duni, Paisiello, Pergolesi e Jommelli. Fine viaggio senza etichette con il divino Giovanni Battista Pergolesi e la sua Cantata “Orfeo”.

Direttore: Rinaldo AlessandriniCONCERTO ITALIANO

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T E A T R O R O S S I N I

1700Musiche strumentali di Evaristo Dall’Abaco, Michele Mascitti, Giuseppe Brescianello, Nicola Fiorenza, Baldassarre Galuppi, Francesco Geminiani, Antonio Vivaldi

Flauto dolce: Tommaso Rossi

Venerdì 5 ottobre - ore 20.30

“1700” è una silloge di compositori che marcarono lo stile italiano lungo tutto il secolo. Il loro destino fu quello di espatriare per servire corti e cappelle lontano da casa, fortificando uno stile italiano appreso dagli antichi maestri. Una sorta di esportazione del gusto del cantabile, dell'eleganza e di un certo individualismo istrionico. Michele Mascitti, ad esempio: abruzzese di nascita, approdato a Parigi nel 1704 e lì rimasto fino alla morte, sotto la protezione del Duca d’Orléans. Poi il veronese Felice Evaristo Dall'Abaco, violinista di talento, attivo alla corte di Massimiliano II di Monaco. Fu a Monaco e a Stoccarda il bolognese Giuseppe Antonio Brescianello, autore di 12 Concerti e Sinfonie. Visse e insegnò a Napoli il bizzarro Nicola Fiorenza, nonostante i suoi dispotici metodi didattici (pare picchiasse gli allievi) lo portarono al licenziamento dal Consevatorio. Lucchese di nascita, lasciò l'Italia a ventisei anni Francesco Geminiani per non tornarvi mai più, portandosi dietro il culto del suo maestro Arcangelo Corelli. Anche il veneziano Baldassarre Galuppi lasciò due volte la Serenissima: prima per Londra, poi per San Pietroburgo alla corte dello Zar Pietro III.

Direttore: Rinaldo AlessandriniCONCERTO ITALIANO

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T E A T R O R O S S I N I

HARMONIEMUSIKArrangiamenti per ottetto di fiati da opere di Wolfgang Amadeus Mozart (“Le nozze di Figaro” e “Don Giovanni”)e Gioachino Rossini (“Il barbiere di Siviglia”)

Sabato 6 ottobre - ore 20.30

Harmoniemusik è termine tedesco quasi intraducibile: qualcuno azzarda “musica per banda”, ma non è del tutto esatto. È sì musica originale o trascrizioni per gruppi di strumento a fiato, da cinque a otto (due oboi, due clarinetti, due corni, due fagotti), ed è ovviamente parente della banda. Ma Harmoniemusik significa soprattutto un repertorio ra�nato ed elitario che a cavallo fra Sette e Ottocento spopolò negli ambienti aristocratici vicini all'Imperatore d'Austria, per allietare feste, cene o momenti conviviali. Mozart e Beethoven vi dedicarono pagine meravigliose: ricordiamo l'Harmoniemusik nel Don Giovanni per allietare la cena del grande seduttore. Fino a metà Ottocento gli editori si contendevano i trascrittori per Harmoniemusik. Fra i più celebri vi furono l'oboista e compositore ceco Johann Went (1745-1801) che trascrisse per ottetto di fiati Le nozze di Figaro e l'oboista boemo Josef Triebensee (1772-1846) che arrangiò genialmente il Don Giovanni. E per ricordare i 150 anni che non c'è più Rossini, ecco l'arrangiamento del Barbiere di Siviglia ad opera del clarinettista e compositore boemo Wenzel Sedlák (1776-1851).

Direttore: Alfredo BernardiniENSEMBLE ZEFIRO

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T E A T R O R O S S I N I

DIVERSI TIPI DI AMORESpettacolo con musiche di Claudio Monteverdi e Biagio Marini

Interpreti: Elena Biscuola, Valerio Contaldo, Ra�aele Giordani, Sara Mingardo, Arianna Vendittelli, Carlo Vistoli, Furio Zanasi

Domenica 7 ottobre - ore 20.30

“Quante sono le diverse declinazioni dell'amore? Fin dall'antichità si è tentato di stabilirne il numero, chi dice quattro, chi sette, chi otto, chi dodici. Nelle opere di Monteverdi, in particolare L'incoronazione di Poppea e Il ritorno di Ulisse in patria di cui Rinaldo Alessandrini è uno dei maggiori interpreti, ne possiamo individuare almeno otto di “diversi tipi d'amore”. Che sono o�erti in questa speciale serata monteverdiana dalle grandi voci barocche di Sara Mingardo, Arianna Vendittelli, Elena Biscuola, Valeria Contaldo, Ra�aele Giordani, Carlo Vistoli e Fulvio Zanasi, col Concerto Italiano diretto da Rinaldo Alessandrini, che cura anche la regia dello spettacolo. Eccoli dunque: l'amore interessato (fra Poppea e Nerone), la scoperta dell'amore (fra il valletto e la damigella), l'amore mendace (fra Poppea e Nerone quando lui decreta la morte di Seneca), l'amore umiliato (fra Poppea e il marito Ottone), l'amore ritrovato (fra Ulisse e Penelope), l'amore subdolo (fra i Proci e Penelope), l'amore nostalgico (per Ulisse nel duetto Penelope-Ericlea), infine il trionfo dell'amore (fra Nerone e Poppea che diventa imperatrice di Roma).

Ideazione e messa in scena: Rinaldo AlessandriniDirettore, clavicembalo: Rinaldo AlessandriniCONCERTO ITALIANO

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T E A T R O R O S S I N I

Johann Sebastian Bach

CAFFE’ ZIMMERMANNCantata "Non sa che sia dolore" per soprano, traverso e archi BWV 209 Concerto per cembalo e archi in re maggiore BWV 1054 Ka�ekantate BWV 211

Soprano: Valentina VarrialeTenore: Ra�aele Giordani Basso: Salvo Vitale

Giovedì 11 ottobre - ore 20.30

Conoscendo la biografia e l'opera sacra di Johann Sebastian Bach, la sua profonda fede e l'attaccamento alla famiglia (ebbe venti figli da due mogli) vien da chiedersi: Bach era un tipo tutto casa e chiesa? La risposta è no, poiché sarebbe meglio dire che Bach era “tutto casa, chiesa e... Ca�è Zimmermann”. Sì, perché frequentava moltissimo la celebre ca�etteria di Lipsia, ritrovo della classe media maschile, la più grande e la più rinomata, dove alle donne era consentito prendere il ca�è ma non assistere ai concerti, situata in un palazzo barocco al numero 14 di Cathari-nenstrasse, la via più elegante della città, poi interamente distrutto da un bombardamento nel 1943. Il suo proprietario Gottfried Zimmermann non faceva pagare il biglietto per i concerti che vi si allestivano, e i costi erano ammortizzati dal consumo del ca�è degli avventori. Bach vi trascorreva molto del suo tempo, e amava provare in quei locali i suoi concerti per clavicembalo e orchestra e le sue cantate profane, fra cui quella in italiano “Non sa che sia dolore”per soprano, traverso e archi BWV 209, e la celebre Ka�ekantate (Cantata del Ca�è) BWV 211.

Direttore: Rinaldo AlessandriniCONCERTO ITALIANO

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T E A T R O R O S S I N I

SOSPIRI DI DOLORE… SOSPIRI D’AMOREArie e cantate sacre del barocco italianoMusiche di Carlo Mannelli, Francesco Gasparini, Alessandro Stradella, Francesco Durante, Antonio Caldara, Matteo Bisso

Controtenore: Filippo Mineccia

Venerdì 12 ottobre - ore 20.30

“Non sa chi non è amante che cosa sia aspettar, non sa che un solo istante è un secolo di pene”. Così comincia la prima aria che apre il concerto, tratta dall'oratorio Erode di Francesco Mannelli. È musica sacra, ma trasuda emozioni, permeata fino nella sua intimità da tutto ciò che è umano. Così si presenta la vita violenta di Alessandro Stradella, incredibilmente costellata di accadimenti scabrosi che contrastano e forse amplificano la spiritualità dei suoi lavori più sacri, a partire dal San Giovanni Battista. Allo stesso modo il rigido contrappunto di Antonio Caldara, considerato uno dei più grandi maestri di armonia del suo tempo, è come straziato da dissonanze che arrivano al cuore. C'è poi il sentimentalismo elegante del napoletano Francesco Durante, e l’inquietudine formale di Carlo Mannelli, uno dei massimi violinisti-compositori della scuola romana. Tutti questi autori vissero a Roma, dove si potevano respirare quelle atmosfere miste di spiritualità altissima e di estrema carnalità fra i vicoli del centro che al calar della sera pullulavano di ladri, prostitute, malintenzionati. È qui che i sospiri di dolore e d’amore sublimavano fino a incastonarsi nel firmamento delle opere d’arte più ra�nate, nella musica più eminentemente sacra, ma anche più umana.

Violino e direzione: Paolo PerroneIL SOGNO BAROCCO

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T E A T R O R O S S I N I

NON UDITE LO PARLARE?La parola al violino nell’età del BaroccoMusiche di Giovanni Paolo Cima, Aurelio Virgiliano, Francesco Rognoni, Richardo Rognono, Dario Castello, Marco Uccellini, Giovanni Antonio Pandolfi Mealli, Francesco Antonio Bonporti, Arcangelo Corelli

Violoncello: Alessandro PalmeriClavicembalo: Riccardo Doni

Sabato 13 ottobre - ore 20.30

Arcangelo Corelli, nel mostrare la sublime arte del suo arco mentre faceva lezione, diceva spesso agli allievi "Non udite lo parlare?”. Sottolineando il fatto che il suono degli strumenti doveva essere il più espressivo possibile, quasi come la parola. È in fondo lo slogan più perfetto per la sua poetica musicale, tutta rivolta all'esaltazione della cantabilità e dell'espressività del ruolo del violino nella musica. Non così un secolo prima, quando la famiglia dei violini era subordinata alle esigenze della voce. Gli strumenti della famiglia del violino, privi di un repertorio scritto, raddoppiavano prevalentemente le voci dei cantori, eseguendo tutt’al più delle “diminuzioni” (ossia variazioni, spesso improvvisate) sulle linee melodiche di mottetti e madrigali – oltre ad essere impiegati per accompagnare il ballo, come ci riferiscono le testimonianze sulle “bande” di violini nei primissimi anni del Cinquecento. Fu solo all'inizio del Settecento che il violino cominciò a conoscere una sua totale autonomia e un suo repertorio scritto, ad alimentare il mito del virtuosismo strumentale, inaugurando l'epoca dei grandi virtuosi dell'arco.

Violino e direzione: Enrico OnofriIMAGINARIUM ENSEMBLE

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T E A T R O R O S S I N I

Domenica 14 ottobre - ore 20.30

La leggendaria biografia di Alessandro Stradella, geniale autore di opere, cantate, musica strumentale e liturgica di scuola romana nativo di Nepi, ne ha forse o�uscato il valore musicale: condusse una vita licenziosa che lo costrinse a fuggire da mariti gelosi, fino ad essere ammazzato per mano di due sicari. Eccelse nella forma dell'oratorio, genere nato a inizio del Seicento e fiorito nella seconda metà del secolo, ribattezzato “melodramma senza scene e azioni”, spesso così ricco di significati politici, sociali e perfino erotici accanto a quelli di tipo religioso e morale. Nell'oratorio per cinque voci e basso continuo Ester, Liberatrice del popolo ebreo su libretto di Lelio Orsini, Stradella a�ronta da par suo un libro del Vecchio Testamento, quello in cui Mardocheo, un ebreo di Babilonia, rifiuta di inchinarsi davanti al ministro Aman e per questo viene condannato a morte con tutti gli ebrei. Mardocheo invia quindi sua nipote Ester, sposa del re Assuero (che ignora che lei è ebrea) a implorare pietà. Rischiando la sua vita Ester riesce a convincere il re che Aman sta tramando un complotto ai suoi danni, e quest’ultimo viene messo a morte con tutta la famiglia.

Alessandro Stradella

ESTER, LIBERATRICE DEL POPOLO EBREO Oratorio in due partiLibretto di Lelio Orsini

Interpreti: Marina Bartoli Compostella, Mauro Borgioni, Valerio Contaldo, Andrés Montilla Acurero, Monica Piccinini, Alessandro Ravasio, Marco Scavazza, Sonia Tedla, Salvo Vitale, Barbara Zanichelli

Direttore, clavicembalo: Rinaldo AlessandriniCONCERTO ITALIANO

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S A N T ’ O N O F R I O

Sabato 29 settembre - ore 18.00

A DUE VIOLINIPer una ricreazione galanteMusiche di Georg Philipp Telemann, Jean Marie Leclair, Michel Corrette, Alessandro Besozzi, Giovanni Battista Somis, Carlo Tessarini, Felice Giardini

Violini: Luca Giardini, Giacomo Tesini

Domenica 30 settembre - ore 18.00Johann Sebastian Bach

LE SONATE PER FLAUTO TRAVERSO E CLAVICEMBALO Flauto traversiere: Marcello GattiClavicembalo: Francesco Corti

Campioni dell'esecuzione su strumenti originali Luca Giardini e Giacomo Tesini esplorano il ricco repertorio europeo a due violini – che concede virtuosismi timbriche e acrobazie – a cavallo fra Seicento e Settecento: del più anziano Telemann la sobria terza Sonata del 1727: una musica 'tedesca', perfetta e inattaccabile. Barocco italiano più fantasioso col riminese Carlo Tessarini (Sonata n. 5), col torinese Giovanni Battista Somis (secondo Duetto), col parmigiano (ma torinese d'adozione) Alessandro Besozzi (Sonata n. 4), che fu un celebre virtuoso d'oboe ammirato da Mozart. Poi il torinese Felice Giardini, il cui stile galante subisce influssi tedeschi (Duetto op. 2 n. 5). Perfetto stile galante francese coi francesi Michele Corrette (Divertissement con uso di tamburino) e il grande Jean Marie Leclair (Sonata n. 3).

Bach amava il flauto? Certamente sì, tanto da dedicargli quasi dieci importanti sonate in duo. È il 29 dicembre 1717 e Johann Sebastian, 32 anni, con la moglie Barbara, la di lei sorella Friedelena e i suoi quattro figli, trasferisce armi e bagagli alla piccola corte di Cöthen provenendo rocambolescamente dalla quella di Weimar dove era stato Konzertmeister e dove un mese prima si era fatto venticinque giorni di carcere per aver chiesto con eccessiva ostinazione il trasloco. Fra i musicisti a Cöthen spicca l'eccellente flautista Johann Heinrich Freitag al quale dedica queste opere. Non tutte di suo pugno, però: quelle meno vertiginose e più orecchiabili forse sono scritte dai figli Carl Phillip Emanuel e Wilhelm Friedemann. Marcello Gatti al flauto traverso e Francesco Corti al cembalo suonano però quelle del vero Johann Sebastian.

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Sabato 6 ottobre - ore 18.00

A DUE VIOLONCELLI Gabrielli DocetDuetti per violoncello da “Minghén dal viulunzel” a Franz Joseph Haydn

Violoncelli: Mauro Valli, Sebastiano Severi

Domenica 7 ottobre - ore 18.00

VESUVIO!Musiche di Michele Mascitti, Giovanni Battista Pergolesi, Francesco Durante, Emanuele Barbella, Domenico Scarlatti

Violino e direzione: Boris Begelman Violoncello: Ludovico Takeshi MinasiCembalo: Federica Bianchi

Il concerto si intitola “Gabrielli Docet” aprendo col Canone per due violoncelli tratto dal libro dei Ricercari del bolognese Domenico Gabrielli, detto “Minghén dal viulunzèl”. “Il Corelli del violoncello”, come lo chiamavano all'epoca, seppe elevare a solista il ruolo del violoncello, che fino a lui era sempre stato relegato a quello di sostegno del basso continuo. Trent'anni prima di Bach regalò ai violoncellisti centinaia di stupende opere per lo strumento che non sfigurano accanto alle celebri Suite per violoncello solo di Bach, a quelle del fiorentino Giuseppe Valentini e del compositore rococò Giovan Battista Cirri, autori di strepitosi duetti per due violoncelli. Come fecero anche Johann Gottfried Arnold, Antonin Kraft, il grande Franz Joseph Haydn e Luigi Boccherini, anche lui eccelso virtuoso dello strumento.

Opere strumentali composte all'ombra del Vesuvio per tutti i gusti, dalla Sonata di Michele Mascitti, abruzzese di nascita, napoletano di adozione musicale, approdato a Parigi nel 1704 e lì rimasto fino alla morte sotto la protezione del Duca d’Orléans, alla Sinfonia per violoncello e basso continuo di Giovanni Battista Pergolesi, rara testimonianza strumentale della sua arte sublime, sebbene di dubbia attribuzione. Di Pergolesi fu maestro a Napoli Francesco Durante (Sonata in mi bemolle), napoletano verace fu Emanuele Barbella, figlio di Francesco, allievo fra gli altri di Padre Martini, autore della Sonata per violino e violoncello in la maggiore. Molto vicino al vulcano potrebbe aver scritto la lunga Sonata in re minore K. 90 Domenico Scarlatti, una delle nove fra le 555 composte originariamente per violino e basso continuo.

ARSENALE SONORO

S A N T ’ O N O F R I O

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Domenica 14 ottobre - ore 18.00

A DUE ARPE In viaggio tra mille cordeMusiche di Arcangelo Corelli, Johann Sebastian Bach, Georg Friedrich Händel, Silvius Leopold Weiss

Arpe: Mara Galassi, Flora Papadopoulos

Venezia, maestri e vite intrecciate: in primis Agostino Ste�ani, per molti l'invento-re del duetto vocale (ne sopravvivono più di cento), di Castelfranco Veneto, formazione veneziana e teutonica, varie esperienze alle corti di mezza Europa, poi i voti e la nomina a diplomatico alla corte dell'Elettore Ernesto Augusto che gli permette di portare al massimo splendore la vita musicale di Hannover. Nel 1708 conosce Georg Friedrich Händel, di trentun anni più giovane e che due anni più tardi gli succede come Kapellmeister. Cinquant'anni prima lo è stato Matteo, padre del veneziano Antonio Lotti, allievo di Legrenzi. Che a Venezia conosce il giovane Händel ai tempi dell'Agrippina ed è poi attivo in Germania, a Dresda, dove incontra Johann Sebastian Bach (che lo ammira e trascrive) e dove fa conoscere e perpetua il codice musicale della Scuola Veneziana.

Trascrizioni blasonate e chicche anonime per due arpe, grazie alla fantasia di Mara Galassi e Flora Papadopoulos, grandi “escursioniste” dei repertori più vari. Arpe antiche del Sei-Settecento, arpe doppie di provenienza italiana a tre ordini di corde, arpe gallesi (Welsh Triple Harps) e le celebri Davidsharfen a soli due ordini, munite di arpioni per produrre un suono nasale simile agli strumenti indiani e di�use oltralpe. Quelle e�giate nei libri di preghiera, cioè, dove vengono sempre poste nelle mani del re biblico Davide. Orbene: trascritti e riscritti son Corelli (dalle Sonate), Händel (dalle Suite) e Bach (dalle Sonate e Partite). Originali per la Davidsharfe gli anonimi dalla raccolta Musikalische Ruestkammer pubblicata a Lipsia nel 1719: quasi anticaglie musicali, come l'a�ascinante Sonata di un manoscritto appartenuto al monaco Pius Hanke.

CAPPELLA AUGUSTANA

Sabato 13 ottobre - ore 18.00

ITALO-TEUTONICA MUSAMusiche di Agostino Ste�ani, Antonio Lotti, Georg Friedrich Händel

Soprano: Elena Cecchi FediSoprano:Paola Valentina MolinariClavicembalo e concertazione: Matteo Messori

S A N T ’ O N O F R I O

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CONOSCERE IL BAROCCOA cura di Enrico Gramigna

Tre conferenze introducono alla conoscenza della musica barocca e della vita degli autori

rappresentati durante la terza edizione di Purtimiro

Venerdì 28 settembre Händel e Bononcini, l’opera nel ‘700

Venerdì 5 ottobre Trascrizioni, la di�usione della conoscenza

musicale (Harmoniemusik)

Venerdì 12 ottobre L'oratorio, la rappresentazione del sacro

Sala Baracca della Rocca Estense Piazza Martiri della Libertà, 1 - Lugo

Ore 18 - Ingresso gratuito

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La Romagna, l’antica regione dal carattere forte e ospitale, ha tre facce: quella del mare, con le sue coste leggere e a�ollate, quella delle colline che si alzano fino a diventare i monti dell’Appennino ai confini con la Toscana e le Marche e quella della pianura, forse la più inaspettata agli occhi di un visitatore attento. Lugo è una delle capitali della pianura Romagnola, una città che con le sue linee urbane e i suoi monumenti racconta bene la ricchezza e la civiltà di questa terra.

LUGO DA VEDERE

La Rocca Estense, il grande monumento nobile della cittadina che risale al 1500 ma ingloba una parte ancora più antica (fine del 1200). In quella che ancora oggi è la residenza municipale l’appartato giardino pensile è uno spazio raro e suggestivo.Il Pavaglione, straordinario portico quadrangolare completato nel 1783, secondo molti uno dei "segni architettonici" più caratteristici della Romagna. Il Monumento a Francesco Baracca, il più mitico e celebrato aviatore italiano, noto per le sue audaci imprese durante la Prima Guerra Mondiale ed il museo a lui dedicato, con cimeli e due aerei dove compare come stemma personale quel “cavallino rampante” che Enzo Ferrari adotterà per i suoi bolidi a quattro ruote costruiti a Maranello e famosi in tutto il mondo. Il Teatro Rossini, un sorprendente gioiello architettonico, alle cui forme definitive (1761) ha lavorato Antonio Galli da Bibiena, una delle più grandi firme dell’architettura teatrale settecentesca. La dedica a Rossini risale al 1859. A Lugo, paese di origine del padre di Rossini, il giovanissimo Gioachino si trasferisce con la famiglia nel 1802 dalla nativa Pesaro. L’itinerario Rossiniano include la casa della famiglia Rossini dove sono raccolti documenti e testimonianze d’epoca riferite a Gioachino, Villa Malerbi, dove appunto studiò, la Chiesa del Carmine dove si esercitò sui prege-voli organi Callido e Gatti. Tante le chiese di Lugo che conservano opere importanti: quella del Su�ragio dagli interni barocchi, quella della Collegiata con il chiostro quattrocentesco, quella di San Francesco con un prezioso gruppo di terracotta ra�gurante il Cristo morto, anch’esso quattrocentesco. L’Oratorio di Sant’Onofrio conserva opere di Ignazio Stern e quello di Croce Coperta un importante ciclo di a�reschi di scuola ferrarese databili al 1400 e 1500.

L U G O D A V I S I T A R E

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ESPERIENZE DI MUSICA, ARTE E BUON CIBO INTORNO A PURTIMIRO

Purtimiro non è solo occasione per ascoltare ed apprezzare il repertorio musicale barocco, dalle composizioni più note alle prime esecuzioni moder-ne. Purtimiro o�re quest'anno anche l'opportunità di conoscere - o riscoprire - Lugo, Bagnara di Romagna, Bagnacavallo, Ravenna, Faenza, Bologna. Ogni fine settimana del Festival, dal 29 settembre al 14 ottobre 2018, in collaborazione con “Terre di Dante - Viaggi con l’anima” il pubblico di Purtimiro avrà la possibilità di immergersi nell’arte e nella cultura della Romagna e delle sue Capitali.

I pacchetti includono transfer e visite guidate, il pranzo, l’AperiWine, la sistemazione in hotel e, naturalmente, gli ingressi ai concerti al Teatro Rossini e all’oratorio Sant’Onofrio. Tre le proposte per vivere l’intero fine settimana:

Barocco e Bizantini - Ravenna insolita 29 / 30 Settembre - 2 giorni / 1 notteRomagna Artistica - Faenza 06 / 07 Ottobre - 2 giorni / 1 notteBarocco - Musica & buon vivere - Bologna 13 / 14 Ottobre - 2 giorni / 1 notte

Due le proposte per trascorrere un giorno immersi nella cultura:Barocco e dintorni sabato 29 settembre; 6 ottobre; 13 ottobre Barocco e Romagna nascosta domenica 30 settembre; 7 ottobre; 14 ottobre

Prenotazioni entro 15 giorni dalla data dell’evento, fino ad esaurimento dei posti disponibili. Per informazioni e prenotazioni : 320 4603033 - 340 [email protected] - www.terredidante.itOrganizzazione Tecnica: Odissea Viaggi - Milano

P R O P O S T E T U R I S T I C H E

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BIGLIETTI

Platea e Palco

Galleria

Loggione

BIGLIETTI

Platea e Palco

Galleria

Loggione

Interi Ridotti Under26

€ 32,00 € 30,00 € 19,00

€ 27,00 € 24,00 € 16,00

€ 18,00 - € 11,00

Interi Ridotti Under26

€ 27,00 € 25,00 € 16,00

€ 23,00 € 20,00 € 14,00

€ 15,00 - € 9,00

CARNET Carnet4 Carnet6 Carnet8 Carnet10 Carnet12

Sconto 15% 20% 25% 30% 35%

SPETTACOLI AL TEATRO ROSSINI

PREZZI BIGLIETTI E CARNET

Biglietteria Teatro Rossini: Tel. +39.0545.38542 / [email protected] / www.purtimiro.it

Vendita biglietti online

Volendo assistere a più spettacoli in programma al Teatro Rossini, si può acquistare un Carnet di biglietti a tari�a scontata.

I Carnet includono 4-6-8-10-12 spettacoli diversi fra loro, a propria scelta, anche in settori diversi fra data e data, con sconti progressivi secondo

il numero di biglietti acquistati.

Per esempio, Carnet 4: platea 27 settembre, 27 € + platea 29 settembre, 23 € + galleria 7 ottobre, 23 € + galleria 12 ottobre, 20 € per un totale scontato

di 93,00 € (anziché 109 € a prezzo intero).

I Carnet sono in vendita esclusivamente presso la biglietteria del Teatro Rossini, a partire dal 27 agosto.

Possono essere prenotati telefonicamente o per e-mail.

27, 28, 30 settembre - 7, 11, 14 ottobre

29, 30 settembre - 6, 7, 13, 14 ottobre

29 settembre - 4, 5, 6, 12, 13 ottobre

CONCERTI ALL’ORATORIO S. ONOFRIO

Posto unico

Abbonamento S. Onofrio (6 concerti)

€ 10,00

€ 45,00

La Romagna, l’antica regione dal carattere forte e ospitale, ha tre facce: quella del mare, con le sue coste leggere e a�ollate, quella delle colline che si alzano fino a diventare i monti dell’Appennino ai confini con la Toscana e le Marche e quella della pianura, forse la più inaspettata agli occhi di un visitatore attento. Lugo è una delle capitali della pianura Romagnola, una città che con le sue linee urbane e i suoi monumenti racconta bene la ricchezza e la civiltà di questa terra.

LUGO DA VEDERE

La Rocca Estense, il grande monumento nobile della cittadina che risale al 1500 ma ingloba una parte ancora più antica (fine del 1200). In quella che ancora oggi è la residenza municipale l’appartato giardino pensile è uno spazio raro e suggestivo.Il Pavaglione, straordinario portico quadrangolare completato nel 1783, secondo molti uno dei "segni architettonici" più caratteristici della Romagna. Il Monumento a Francesco Baracca, il più mitico e celebrato aviatore italiano, noto per le sue audaci imprese durante la Prima Guerra Mondiale ed il museo a lui dedicato, con cimeli e due aerei dove compare come stemma personale quel “cavallino rampante” che Enzo Ferrari adotterà per i suoi bolidi a quattro ruote costruiti a Maranello e famosi in tutto il mondo. Il Teatro Rossini, un sorprendente gioiello architettonico, alle cui forme definitive (1761) ha lavorato Antonio Galli da Bibiena, una delle più grandi firme dell’architettura teatrale settecentesca. La dedica a Rossini risale al 1859. A Lugo, paese di origine del padre di Rossini, il giovanissimo Gioachino si trasferisce con la famiglia nel 1802 dalla nativa Pesaro. L’itinerario Rossiniano include la casa della famiglia Rossini dove sono raccolti documenti e testimonianze d’epoca riferite a Gioachino, Villa Malerbi, dove appunto studiò, la Chiesa del Carmine dove si esercitò sui prege-voli organi Callido e Gatti. Tante le chiese di Lugo che conservano opere importanti: quella del Su�ragio dagli interni barocchi, quella della Collegiata con il chiostro quattrocentesco, quella di San Francesco con un prezioso gruppo di terracotta ra�gurante il Cristo morto, anch’esso quattrocentesco. L’Oratorio di Sant’Onofrio conserva opere di Ignazio Stern e quello di Croce Coperta un importante ciclo di a�reschi di scuola ferrarese databili al 1400 e 1500.

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fondazione teatro rossini Piazzale Cavour, 17 - 48022 Lugo (RA)Tel. 0545 38542 - [email protected]

www.teatrorossini.it

Progetto realizzato con il contributo della Regione Emilia-Romagna