#26 - La Città Invisibile - Firenze

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#26 - La Città invisibile La rivista di perUnaltracittà, laboratorio politico Firenze. Info su http://www.perunaltracitta.org. Un periodico on line in cui si dà direttamente spazio alle voci di chi, ancora troppo poco visibile, sta dentro le lotte o esercita un pensiero critico delle politiche liberiste; che sollecita contributi di chi fa crescere analisi e esperienze di lotta; che fa emergere collegamenti e relazioni tra i molti presìdi di resistenza sociale; che vuole contribuire alla diffusione di strumenti analitici e critici, presupposto indispensabile per animare reazioni culturali e conflittualità sociali. Perché il futuro è oltre il pensiero unico. Anche a Firenze e in Toscana

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perUnaltracittà, laboratorio politicoLA CITTÀ INVISIBILE #26 del 23 settembre 2015

PRIMO PIANO

Le mani (di Renzi) sulCampidoglio di Paolo Berdini,urbanista

Nuovi profitti per Unipola scapito della sanità pubblicain Toscana di Paola Sabatini,Cub Sanità-Firenze

Sanità al nuovo ospedale SanLuca di Lucca di Associazione"Per non morire"

Comune di Firenze: sul salarioaccessorio vincono i lavoratoridi Usb Pubblico impiego

Dirigenti e organismi politici:tutte le sperequazioni in RegioneToscana di Marvi Maggio,Cobas Regione Toscana

Ataf condannata per la secondavolta per condotta antisindacaleCobas lavoro privato - Cobas Ataf

Le dieci cose da sapere suipesticidi di Gian Luca Garettimedico attivo in MedicinaDemocratica, ISDE eperUnaltracittà

Il paradigma del fuoco:l'inceneritore di Montaledi Gian Luca Garetti

Nuovo Disegno di Legge"sicurezza", Alfano vuole ilpugno di ferro. Ma non per tuttidi Maurizio De Zordo, attivoin Firenze Antifascista, Acade perUnaltracittà

LE RUBRICHE

Dal Palazzoa cura di Giacomo TrombiCosa fareste per Firenzecon 3.000.000 di euro? di G.T.

Pistoia l'altra faccia della Pianaa cura di Antonio FiorentinoFuori dalle logiche dell'economiadi mercato: l'ex Macello occupatodi Pistoia, di Macello Okkupato

Stop TTIPa cura di Cristiano LucchiTTIP, 10-17 0ttobre, giornatedi mobilitazione internazionaledi Monica Di Sisto

Tutta un'altra musicaa cura di Francesca BreschiUn violinista sul tetto?No, in metropolitana di F.B.

Kill Billya cura di Gilberto PierazzuoliL'apparenza come sempreinganna: storia di immigrati aPistoia di Laura LentiDebito e colpa di G.P. per la serieLo scaffale del debito (5)

Ricette e altre storiea cura di Barbara Zattonie Gabriele PalloniLa Tatin (torta) di fichi, di B.Z.

La Città invisibile è un periodico on line in cui si dà direttamente spazio

alle voci di chi, ancora troppo poco visibile, sta dentro le lotte o esercita

un pensiero critico delle politiche liberiste; che sollecita contributi

di chi fa crescere analisi e esperienze di lotta; che fa emergere collegamenti

e relazioni tra i molti presìdi di resistenza sociale; che vuole contribuire

alla diffusione di strumenti analitici e critici, presupposto indispensabile

per animare reazioni culturali e conflittualità sociali.

Perché il futuro è oltre il pensiero unico.

Anche a Firenze e in Toscana.

LA CITTÀ INVISIBILEVoci oltre il pensiero unico

Direttore editoriale Ornella De ZordoDirettore responsabile Francesca Conti

www.cittainvisibile.infowww.perunaltracitta.org/la-citta-invisibile

Testata in attesa di registrazione

EDITORIALE SOMMARIO

Cari/e amici/e,

questo secondo numero di settembre si apre con un pezzodell'urbanista romano Paolo Berdini dal titolo piuttostoesplicito: “Le mani (di Renzi) sul Campidoglio”.

Seguono due interventi sulla sanità, uno relativo agliesorbitanti affitti pagati dalla mega Asl Centro (cioè danoi) al gigante assicurativo Unipol, e uno sullo scandalosocaso dell'ospedale San Luca di Lucca.

Trovate poi tre articoli che ci vengono dal mondo dellavoro. In due si parla di vittoria dei lavoratori: l'Usb diFirenze ci dice come i dipendenti abbiano vinto sulComune di Firenze nella controversia sul salarioaccessorio, i Cobas Ataf annunciano di aver vistoriconosciuto da una sentenza il diritto di usufruire deipermessi per l'attività sindacale e per assembleeretribuite. Il terzo è una un’analisi dettagliata fatta daiCobas di come la Regione Toscana ha riorganizzato ledirezioni generali, i bonus e le premialità per i direttori siindividuano anche le sperequazioni tra lavoratori'normali' e le strutture di supporto degli organi politici.

I temi ambientali ritornano anche in questo numero conle “10 cose da sapere sui pesticidi” e il casodell'inceneritore di Montale. La sezione Prima pagina sichiude con un commento al disegno di legge Alfano chepunisce con 5 anni di carcere chi indossa un casco inmanifestazione, anche in assenza di qualunque reato.

Passando alle Rubriche, “Dal palazzo” parte unacampagna che chiede a chi vive la città “Cosa faresti con 3milioni di euro per Firenze?”; cifra che il comune hastanziato per l'acquisto di circa 300 telecamere. Nellarubrica “Pistoia, l'Altra faccia della Piana” si racconta inprima persona l'esperienza dell'ex macello occupato, in“Tutta un'Altra musica” un pezzo corredato di video in cuisi parla di violinisti di vario genere (a voi scoprire quali),in “Stop Ttip” un pezzo avverte che dal 10 al 17 ottobre intutta Europa si celebra la Settimana europea dimobilitazione Stop TTIP; in “Kill Billy” si riempie lo'Scaffale del debito' con un quinto volume e si presenta unromanzo d'esordio uscito poche settimane fa.Dulcis in fundo, una ricetta settembrina: la torta tatin difichi.

Buona lettura e, se condividete, diffondete!

La redazione

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PRIMO PIANO

Le mani (di Renzi)sul Campidogliodi Paolo Berdini

urbanista

Il commissariamento del comune di Roma decisodal Consiglio dei ministri il 27 agosto scorso è ladichiarazione del totale fallimento delle ricettedella semplificazione e della cancellazione deicontrolli di merito che da quasi trenta anni è statoil principale obiettivo della classe dirigentedell'Associazione dei costruttori italiani e che lapolitica senza autonomia culturale ha accettatosupinamente.La stagione iniziò alla fine degli anni '80, dopol'approvazione del primo condono edilizio: ilParlamento iniziò la discussione sulla progressivaliberalizzazione delle procedure per ottenere ipermessi a costruire. La filosofia che reggevaquella spinta era che la burocrazia ritardava ildispiegarsi dell'economia.L'accordo tra i due schieramenti politici fu totalee iniziò la fase dell'automatismo nelle possibilitàdi costruire. Il secondo pilastro dell'azionedemolitrice della funzione pubblica iniziò subitodopo, a partire dal 1993, quando Franco Bassanini,allora ministro del primo governo postTangentopoli approvò la riforma che cancellava icontrolli di merito fino ad allora affidati aiCo.re.co [comitati regionali di controllo, ndr] eorientava la funzione pubblica verso un sistemasenza contrappesi in cui il sindaco eletto dalpopolo poteva decidere senza contrappesiistituzionali anche nella delicata materiaurbanistica che, come noto, provoca enormispostamenti di ricchezza nel gioco della rendita.Ulteriore passaggio è stato quello di annullareanche i poteri di controllo dello Stato, dalleSoprintendenze alle stesse Autorità di bacino finoal rispetto dei piani paesaggistici. La vicendaromana è la figlia primogenita di questa cultura.La stagione dell'urbanistica basata ogni voltaattraverso accordi di programma; l'invenzionegiuridica dei "diritti edificatori"; le

compensazioni urbanistiche; le grandi opere sonostate i tanti capitoli di un progressiva scomparsadell'azione pubblica di controllo delletrasformazioni.A questo filone di pensiero si è infine aggiunta lacultura della privatizzazione delle funzionipubbliche fino ad allora svolte in-house a soggettiprivati. Questo affidamento è avvenuto attraversola più ampia discrezione. Raffaele Cantone,integerrimo magistrato oggi a capo dell'autoritàdi controllo degli appalti pubblici, dopo avergiudicato "criminogena" la struttura della Leggeobiettivo berlusconiana ha di recente reso notoche a Roma nel periodo 2012-2014 sono statiaffidati senza gara di evidenza pubblica 3 miliardidi euro opere o servizi. Sono questi i motivistrutturali che hanno causato la tragica spirale diMafia criminale: se la capitale del paese è cadutanelle mani di gruppi di malavita organizzatacollusi con la politica corrotta non è soltanto acausa di "normali" e reiterati episodi dicorruzione. Siamo invece di fronte ad una fase incui la politica ha potuto decidere tutto ciò che havoluto non in spregio delle leggi ma nella loropiena applicazione.È con le procedure di urgenza previste a iosa nellalegislazione liberista che si sono potuti affidareappalti ad imprese amiche o mafiose. Questastagione è arrivata al fallimento. Un fallimento - èbene ricordarlo - che non riguarda soltanto Romama che è emersa in ogni luogo del paese: lodimostrano le vicende dell'urbanistica di SestoSan Giovanni; il Mose; l'Expo e Infrastrutturelombarde; il sottoattraversamento ferroviario diFirenze; e via nei tanti casi minori.Di fronte a questo fallimento occorrevacimentarsi con la complessità delle cause emettere mano in modo sistematico allosmantellamento della legislazione derogatoria edemergenziale che ha distrutto lo Stato. Ladecisione del commissariamento del comune diRoma dimostra che non si vuole voltare pagina. IlConsiglio dei ministri ha affidato infatti ilcontrollo degli atti di affidamento di appalti e diservizi pubblici di Roma all'Anac di Cantone sottoil coordinamento del Prefetto. Prima di averepiena validità, gli atti comunali dovranno portareil visto di altre due autorità di governo: siamo

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dunque di fronte ad un provvedimento di naturadiametralmente opposta alla cultura della"semplificazione": si prende atto insomma delfallimento.Ma Renzi e i suoi consiglieri hanno deciso di nonaffrontare l'uscita dalla spirale provocata dallaloro stessa cultura. Pur dovendo prendere attodella necessità di istituire efficaci forme dicontrollo, Renzi ha deciso di affidare ilcoordinamento delle operazioni di appalto alPrefetto. Dal punto di vista generale è un evidenteritorno indietro verso figure istituzionalicentralistiche e monocratiche che avevanogradualmente lasciato il posto al decentramento eal controllo democratico. Il consiglio comunale diRoma non conta più nulla: con la ricetta Renzirischiamo di vedere esportato questo modelloall'Italia intera mettendo a rischio la democraziacomunale: il governo si guarda al futuroripristinando l'ottocento.Si apre dunque una nuova sfida per i movimentiche in questi anni hanno difeso il paesaggio e lecittà: cancellare la legislazione che ha causato ildisastro e ripristinare le regole del governourbano.

Nuovi profitti per Unipola scapito della sanità pubblicain Toscanadi Paola Sabatini

Cub Sanità-Firenze

L'introduzione dell'assistenza sanitaria integra-tiva in molti contratti nazionali di lavoro, dallecooperative sociali ai trasporti, ha dato un bell'impulso al business delle assicurazioni private.Ma il maggior polo assicurativo nazionale, ilgigante Unipol (Fondiaria-SAI) sta cercando inToscana ulteriori possibilità di guadagno. Stainfatti portando avanti accordi particolarmentesostanziosi con la mega ASL Centro (derivata dalrecente accorpamento delle ASL di Firenze, Prato,Pistoia, Empoli) e con il Meyer.Oltre a gestire l'assicurazione sanitariacomplementare tramite Unisalute e gli ambu-

latori medici dedicati agli assicurati in fuga dalServizio Sanitario Nazionale sottoposto a tagli erestrizioni e oltre a tentare speculazioniimmobiliari sulle sue numerose proprietà(preziosi terreni dove si pensa di trasferire ilmercato ortofrutticolo per far posto al nuovostadio, la catena alberghiera ATA holtels, e decinedi altri palazzi che vuole trasformare da uffici adalloggi). La mega ASL centro sta per concludereun accordo con Unipol che la impegnerà a pagarealla stessa un affitto di 2 milioni l'anno e circa 10milioni l'anno per le spese di personale eattrezzature di Villa Ragionieri, che Unipol vuolcedere.Ma alla ASL mancano davvero le strutture? Eperché affitta mentre ha posto in vendita e/osvuotato una gran quantità di immobili (SantaRosa, l 'ex ospedale San Giovanni di Dio, villaBasileski, alcuni edifici dentro San Salvi). Inoltreancora non sono conclusi i procedimentigiudiziari a carico di dirigenti della ASL 10 inmerito agli acquisti di via Ponte di Mezzo e VillaIris, acquisti giudicati illeciti e fuori dalleprocedure di trasparenza pubblica. La domandada fare, visto che si tratta di soldi pubblici èquesta: è proprio indispensabile che il polooncologico superspecialistico venga fatto nellestrutture Unipol, dato che l'oncologia è giàpresente sia nelle ASL confluite nell'area Centroche nelle AOU Fiorentine e recentemente è statopotenziato il polo oncologico di Careggi? Sivogliono utilizzare strutture e personale Unipolmentre si prepensionano, con il piano esuberiprevisto dalla legge 28 della Regione Toscanasull'accorpamento delle ASL, 2000 operatori nellaRegione Toscana entro il 2016, che si aggiungonoai 2500 non sostituiti dal 2011.Anche per quel che riguarda il Meyer, tanti sono idubbi sulla programmazione sanitaria: già dal2006 il nuovo Meyer ha dimostrato limiti dispazio, tanto che ad esempio la NeuropsichiatriaInfantile fu allocata presso villa Ulivella, con unaffitto altissimo. Il Meyer ha già di recenteconcluso l'acquisto della facoltà di teologia di viaCosimo il vecchio per 11 milioni di euro, e mentreera stata fatta l'ipotesi di utilizzo di Villa Pepi diproprietà pubblica, ora compare nuovamenteUnipol con l'affitto di Villanova: evidentemente il

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gigante delle assicurazioni private ha scopertoche è molto più conveniente affittare le propriestrutture piuttosto che portare avanti l'attivitàsanitaria più complessa.Le speculazioni fatte da Unipol e i fior di milioniche le vengono regalati sono oggettivamente toltiai lavoratori con le mancate assunzioni el'aumento dei carichi di lavoro ed ai cittadini conla riduzione di tanti servizi, dato che il bloccodella spesa sanitaria fa sì che le risorse dirottate afavore delle rendite finanziarie vadano a totalediscapito del funzionamento del servizio sanitariopubblico: ricordiamoci che la Regione Toscana si èindebitata per 20 anni con i costruttori dei 4nuovi ospedali con il sistema capestro del ProjectFinancing. E allora in che direzione sta andando laRegione Toscana? Nell'attuare i tagli richiesti daigoverni, soprattutto quando a richiederli è Renzi,nello smantellare la sanità pubblica mente vienepotenziata l'assistenza sanitaria privata ecomplementare, a vantaggio di chi sulla salute fabusiness. Sembra si sia messa d'impegno peravvalorare quanto scrive Chomski nelle 10 regoleper il controllo sociale (2012), e in particolare laseconda regola "Creare il problema e poi offrire lasoluzione". In questo caso il concetto è: persostituire un servizio pubblico con un servizioprivatistico, occorre prima tagliare i fondi, poirenderlo inefficiente, fare una campagna didenigrazione che faccia arrabbiare la gente,quindi offrire la soluzione privatista. E il gioco(dell'Unipol) è fatto.

Sanità al nuovo ospedaleSan Luca di LuccaAssociazione "Per non morire"

Il nuovo ospedale San Luca di Lucca nasce daprocedure amministrative e ambientali difformi econtraddittorie che, all'invero, tra RegolamentiUrbanistici e variazioni del Piano Strutturale,hanno condotto al dissesto idrogeologico sul sitodi edificazione e sulle aree limitrofe. Lacostruzione dell'Ospedale è in projet financing e ilsuo costo definitivo, dagli 84,7 milioni di euro

iniziali, è salito a 160 milioni di euro, dei quali, 45milioni di euro coperti dal privato. Per quantoconcerne l'aspetto sanitario, basta infinericordare la querelle relativa alla mancanza olimitazione dei posti letto nata da un'originale (edifforme) interpretazione della Regione Toscanadella legge Balduzzi.È oramai accertato che, con dati che si ripetono supiù sedi, vi sono in meno circa 100 posti letto e,aggiungiamo, con un impoverimento dellestrutture territoriali che, dovrebbero servire da"filtro" alle degenze. Questa intricata situazione,combinata al diminuito periodo di degenza, allacarenza di personale, al blocco del turn-over e,alla prospettata, "messa in pensione" di alcunedecine di dipendenti con formula ante-Fornero,contrastano con l'art. 32 della Costituzione: "LaRepubblica tutela la salute come fondamentalediritto dell'individuo e interesse della collettività,e garantisce cure gratuite agli indigenti".In questo scenario, la Direzione ASL 2 di Lucca, haattivato un Piano straordinario di "ridefinizionedelle modalità di accesso e della organizzazione"che, secondo noi, costringe obtorto collo amodellare il servizio sanitario locale proprio sullecarenze di ordine strutturale e operativo inevidente affanno di prestazioni. Ne deriva che,nella prenotazione di visite specialistiche presso ilCUP, non è raro imbattersi in liste bloccate ochiuse per cui è necessario, alla riapertura dellestesse, recarsi nuovamente al CUP per laprenotazione. O, quando aperte, per un sempliceelettrocardiogramma o una visita cardiologica,può succedere di doversi recare fino a Barga oCastelnuovo in Garfagnana.Questo è il quadro reale, facilmente riscontrabilecon semplici telefonate ricognitive al CUPAziendale. Ricordiamo infine che la chiusura delleprenotazioni (cioè il fenomeno delle cosiddette"liste di attesa bloccate"), è una pratica vietatadalla Legge nazionale n. 266/2005. Il SistemaSanitario Locale è in perenne involuzione; ne è laprova l'assenza dei dipendenti, per accertate egiustificate malattie che derivano da uno stressdovuto alla scarsità di personale, ai turnimassacranti, alle situazioni di disagio ambientale,alla mancanza di idonei supporti lavorativi, allanotevole ambiguità e conflitto di funzioni, alle

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ripetute minacce di procedere in azionidisciplinari messe in campo dall'Azienda, e moltoaltro ancora. Tutto ciò grava su pazienti con realidifficoltà, gravi infermità o, nei casi peggiori, instato terminale.Negli Indirizzi per la programmazione 2015, findal primo punto ("Il raggiungimentodell'equilibrio economico") si celano tagli elimitazioni prestazionali. Si tratta di un modo diprodurre "migliore" Sanità improntato a strategieaziendali, che provoca un impoverimento umanoe professionale: basti citare la riduzione delpersonale o la continua, moderna "caccia allestreghe" che prevede il ricorso a provvedimentidisciplinari per quei dipendenti SSL che osanopensare "diversamente" e si dimostrano pocofedeli. Il risultato è un ambiente ospedalieronegativo, un mix esplosivo che crea un "disagioassistenziale" molto rilevante e, ahinoi, a tuttocarico dei pazienti della ASL.Nel riordino della Sanità regionale e con la nascitadi tre mega ASL, la Regione Toscana ha applicatoa piene mani il jobs act renziano che, in sanità, siidentifica nel comma 566 della Legge di Stabilità.Il comma mette in competizione figureprofessionali destinate alla profondacollaborazione: medici e infermieri. Il fulcroprincipale del comma 556 è l'estensione dellaflessibilità di mansioni ai vari livelli professionalie il trasferimento di parte delle competenzemediche agli infermieri, che, come si sa, costanomeno. Il dumping salariale e la derubricazione dicompetenze che sono ora messi in atto, possonocompromettere l'assistenza sanitaria.È un "demansionamento" per legge, in spregiodella tutela e della sicurezza che, come del restoriconosciuto costituzionalmente, dovrebberoessere i cardini "scientifici" del curare e preveniremalattie a vario titolo. Un demansionamento che,con il comma horribilis, promette di espandersi atutto il personale sanitario, con conflittualità ecarenze assistenziali. Per ridurre il costo dellavoro in Sanità si mettono in concorrenza leprofessioni. Vicarianza delle professioni,fungibilità delle competenze, demansionamento acatena. Si teme che, con l'avallo di soggettiistituzionali, ordinistici e sindacali, a brevetermine si potrà arrivare ad una sorta di "diretta

assunzione a minimi costi" di tutte leprofessionalità che concorrono alla salute deicittadini. Una provocazione: in presenza delnotevole numero di malati anziani nonautosufficienti, perché non attribuire mansioniinfermieristiche a badanti e prevedere corsi diformazione di poche ore? Su questi binari "vive"anche l'Ospedale San Luca, uno dei quattro nuoviospedali toscani, in cui è il lavoro il principalecosto da aggredire.La Regione Toscana, esaurito il tempo dellepolitiche di riorganizzazione, razionalizzazione,appropriatezza, sta destrutturando il ServizioSanitario Regionale. Con quattro obbiettivi: -centralizzazione della governance (3 ASL); -privatizzazione sanitaria con assicurazioni o altreforme mutualistiche; - taglio dei posti letto; -ridimensionamento del personale sanitario. Negliultimi anni la Sanità ha perso circa 15.000 posti dilavoro. E, secondo il riordino del sistema sanitarioRegionale, in Toscana gli esuberi sarebbero circa1800; nella nostra ASL, circa 250-300 dipendentinei prossimi anni saranno "allontanati" e maisostituiti. La conseguenza diretta è la limitazionedei servizi sanitari al cittadino. O la loro chiusura.L'Associazione "Per Non Morire" è favorevole alreferendum per l'abolizione della riforma dellasanità toscana. Con l'accoglimento del quesitoreferendario è possibile firmare presso i luoghi diraccolta nelle varie città e presso gli uffici delproprio Comune."I sindaci e i territori, soprattutto piccoli Comuni- si legge nel testo del Comitato promotore per ilreferendum abrogativo - non conteranno piùnulla e saranno impotenti di fronte a una nuovaondata di tagli e ridimensionamento dei serviziterritoriali e ospedalieri. La legge regionaleprevede, inoltre, l'esubero di oltre 2000 tramedici, infermieri e altri professionisti delservizio pubblico che avrà come effetto unabbassamento della qualità delle cure e dellasicurezza delle prestazioni nei nostri ospedali".Altre info su: https://goo.gl/P9BBBX

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Comune di Firenze: sul salarioaccessorio vincono i lavoratoriUsb Pubblico impiego

Il Tribunale di Firenze smonta un ulteriore pezzodel teorema orchestrato da Renzi e dai suoicollaboratori.La sentenza emessa nella giornata di ierirappresenta un forte ed importante risultato peril sindacato e per i lavoratori tutti del Comune diFirenze e riapre spazi e nuovi scenari per lacontrattazione decentrata.Il ricorso che era stato presentato unitariamenteda USB, CGIL, UIL e Cobas contro le scelte e gli attidella Giunta Comunale guidata da Matteo Renzi,che voleva nei fatti tagliare e recuperare ancheingenti somme percepite dai lavoratori perattività lavorative effettivamente svolte.La sentenza "dichiara l'irripetibilità delle sommeerogate ai dipendenti del Comune di Firenze atitolo di trattamento retributivo accessorio inapplicazione del CCDI sino al 31.12.2012, conl'obbligo del Comune di restituire le sommeeventualmente già recuperate dai singolidipendenti, nonché la definitività degli atti dicostituzione dei relativi fondi."Quindi le lettere di messa in mora sono inefficacie per disposizione del Tribunale anche gli attirelativi dovranno essere disapplicati. Così come sisancisce l'intangibilità degli atti di costituzionedei fondi sino al 31.12. 2012.La sentenza prevede inoltre l'obbligo di procedereall'eventuale recupero dai fondi futuri, in caso dierogazioni indebite in violazione dei vincolifinanziari, anche attraverso forme dicompensazione, utilizzando forme di risparmio erazionalizzazione avvenute nell'Ente, questa è laparte che ci piace meno del dispositivo e sullaquale studieremo insieme ai nostri legali, cheringraziamo vivamente, l'eventualità del ricorsoin appello.Questa sentenza, dopo quella del 14 Luglio scorsodella Cassazione a Sezioni Riunite, fa smottareulteriormente il "Teorema politico" orchestratodalla Giunta Renzi e dai suoi collaboratori aidanni dei lavoratori delle lavoratrici del Comunedi Firenze, riguarda la totalità dei dipendenti,

degli ex dipendenti e dei lavoratori precari, ed èla riprova che quando c'è la volontà di lotta egiuridica gli obbiettivi son sempre praticabili.Ma la storia non finisce qui, ora dobbiamo avere ilcoraggio e la forza di ricostruire un percorso dicontrattazione e di lotta che ci porti ariconquistare il terreno perduto in questi annibui, a partire dal pagamento del premioincentivante 2014!Perché non siamo sudditi, siamo cittadini edinsieme si PUO' anche vincere!Firenze 8 settembre 2015Signori del Palazzo: Almeno abbiate il buongustodi chiederci scusa!Dal primo giorno che la Giunta Renzi è arrivata aPalazzo Vecchio non vi siamo mai piaciuti purnon conoscendoci, e avete preso ad apostrofarci edenigrarci.Da prima ci avete chiamati "Fantozzi", poi"pagliacci", poi ancora "fannulloni".Avete deriso le nostre manifestazioni, i nostripresidi.Avete orchestrato, contro coloro che mandanoavanti la macchina comunale, grazie ai mediacompiacenti, una campagna di stampa.Ci avete tagliato le nostre già modesteretribuzioni, mentre continuavate ad assumere gliamici a chiamata, quelli si ben retribuiti!Avete costruito un "teorema politico" teso adelegittimare la rappresentanza dei lavoratori e asmantellare gli impianti contrattuali sottoscrittinel tempo, nel tentativo di colpire tutti ilavoratori e le lavoratrici dell'Ente, togliendo nelcontempo il sonno e anche qualcosa di più da unpunto di vista "biologico" a quelli meno forti dinoi!... e non andiamo oltre!Dopo le sentenze del 14 Luglio 2015 (Cassazione asezioni riunite) e del 7 settembre (Sezione Lavorodel Tribunale di Firenze), il vostro "Teorema" si èsciolto come neve al primo sole di primavera.Signori del Palazzo, a questo punto cercate diessere almeno per una volta "umani" e abbiate ilbuongusto di chiederci almeno scusa!

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Dirigenti e organismi politici:tutte le sperequazioniin Regione Toscanadi Marvi Maggio

Cobas Regione Toscana

Un'analisi dettagliata e inquietante di come la RegioneToscana ha riorganizzato le direzioni generali, i bonuse le premialità per i direttori. Non solo, un'attenzioneparticolare è stata rivolta anche alle strutture disupporto degli organismi politici. La sperequazione coni lavoratori "normali" è evidente. A compiere lo studio iCobas della Regione che conoscono molto bene lamacchina regionale. Ecco cosa hanno scoperto.

Le direzioni della Giunta passano da 8 a 14 manon si è risparmiato quanto si potevaLo stipendio del Direttore generale della RegioneToscana è da sei a sette volte e quello dei direttoriè da cinque a sei volte quello di un dipendente(nella maggior parte dei casi laureato) dellaRegione Toscana. Fino ad oggi gli uffici dellaGiunta della Regione Toscana erano strutturaticon 8 direzioni generali (una di presidenza e lealtre sette) e 14 aree di coordinamento di cui lalegge regionale sul personale (LR1/2009 conmodifiche del 6/3/2015) prevede la soppressione.Dal 1 agosto 2015 ci sarà una Direzione Generaledella Giunta Regionale (170.000 euro annui lordi)e 13 direttori (130.000 euro annui lordi). Quindi sipassa da 8 Direzioni Generali a 14 direzioni (un DGe 13 Direttori).Il comunicato della regione "La Regione siriorganizza" afferma: "un solo direttore generaleinvece di otto, tredici direttori (con l'aggiunta diuno in scadenza, fino alla fine del 2015) al postodegli altri sette ex direttori generali e dei 14dirigenti di area di coordinamento, che eral'attuale assetto". Il risparmio c'è, ma avrebbepotuto essere molto maggiore. Non si capisceperché le direzioni sono state moltiplicateriducendo di molto il significato di sopprimere learee di coordinamento. Va notato che icoordinatori d'area erano nominati dai direttorigenerali (previa comunicazione alla giuntaregionale), invece il direttore generale e idirettori sono nominati con decreto del

presidente della giunta regionale.

L'aumento dei tabellari dei direttoriIl comunicato della regione del 13 luglio "LaRegione si riorganizza, ecco le nuove direzioni.Scompare il premio di risultato" afferma: ilDirettore generale avrà uno stipendio annuo(lordo, al netto degli oneri riflessi) di 170.000euro, meno di posizioni di pari livello in altreamministrazioni. La metà se ne andrà in tasse".La figura del direttore generale di presidenzapercepiva un totale annuo lordo di 164.436 (cosìcomposto: tabellare 142.000; retribuzione dirisultato 22.436) e quindi senza retribuzione dirisultato la nuova figura percepisce di più diprima (170.000). Certo la sua direzione "ègerarchicamente sovraordinata alle direzioni e neassicura l'esercizio organico e coordinato dellefunzioni" e quindi ha maggiori poteri delle altreche si concretizzano nella differenza fra 130.000 e170.000. Lo stipendio del Direttore generale è dasei a sette volte e quello dei direttori è da cinque asei volte quello di un dipendente (nella maggiorparte dei casi laureato) della Regione Toscana. Noipensiamo invece che sia necessaria un po' diredistribuzione del reddito fra dirigenti ecomparto perché la differenza è davverospropositata e non giustificata né dal carico diresponsabilità, né dal curriculum.I lavoratori della Regione Toscana hanno questiredditi: B in categoria iniziale 19.358 annue lordeC in categoria iniziale 21.783 annue lorde D incategoria iniziale 23.725 annue lorde A questo siaggiunge la produttività annuale lorda che ècondizionata dalla valutazione dei risultati eammonta a 3000 - 4000 euro lordi annui. Il totaledi tabellare e produttività è quindi fra i 24.000 e i28.000 euro lordi annui. In sostanza ilriconoscimento della produttività ai lavoratori faraggiungere uno stipendio appena accettabile perle competenze che sono loro richieste (per i D lalaurea) e che sono accertate con concorsopubblico. E veniamo alle Posizioni Organizzative(500 circa) possono arrivare a 31.000 e al massimo(piuttosto raro) a 40.000 euro annue. Ben lontanodai redditi dei dirigenti.Secondo noi oltre a riequilibrare questa ingiustasperequazione, bisognerebbe sancire il fallimento

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del sistema della responsabilità dirigenziale cheporta ritardi ed inefficienze e rischia di essere laporta di ingresso delle lobby. Così si eviterebberole rigidità insite in un ordine gerarchico eantiquato, contro cui si scontrano spesso le giusteaspettative di efficienza dei cittadini toscani. Lasocietà va avanti, richiede risposte rapide e quisiamo rimasti all'ancien regime con prebende,vassalli, valvassori e nepotismo. A proposito dipremio di risultato: non c'è ma è incorporato! Ilcomunicato afferma che è cancellato il bonus suirisultati "i direttori continueranno ad esserevalutati rispetto agli obiettivi annuali assegnati,ma il lavoro svolto bene non comporterà alcunpremio. In caso di valutazione negativadecadranno invece dall'incarico". Eppure c'è unaumento consistente del tabellare del direttoregenerale e dei direttori che equipara quello che èstato tolto con l'abolizione del bonus. Lo stipendiotabellare (senza retribuzione di risultato) era algiugno 2015 per tre DG di 135.000; per altri tre107.937 e per il DG presidenza e il segretariogenerale del consiglio era 142.000 euro. Con ilnuovo assetto il DG presidenza passa da untabellare di 142.000 (senza premio di risultato chenon c'è più) a 170.000 (senza premio di risultato).Un bell'aumento. Gli altri Direttori passano da107.000 e 135.000 a 130.000: una lieve riduzioneper tre e una grosso aumento per gli altri tre. Conil premio di risultato quest'anno dati di giugno2015 i tre con tabellare a 135.000 avevano 155.000euro lordi e quelli con tabellare 107.000arrivavano a 123.000 lordi. Insomma alcunedirezioni costeranno di più con il nuovo assettoteso al risparmio e senza retribuzione di risultatodi quanto costassero quelle di prima. Inparticolare il DG presidenza dal 1 agostopercepirà 170.000 e simile è di solito la paga delsegretario generale del consiglio regionale. Vedi iredditi degli incarichi di vertice giugno 2015: Learee di coordinamento prendevano stipendiotabellare 43.626 euro; retribuzione di posizione:64.311 euro; 16.457 di retribuzione di risultato,per un totale di 124.394. Per approfondire vedi lapagina dedicata ai dirigenti sul sito della Regione

Le strutture di supporto degli organismipolitici in Regione ToscanaAgli impieghi nelle pubbliche amministrazioni siaccede mediante concorso salvo i casi stabilitidalla legge. Il consiglio regionale ha varato conDelibera n.44 del 7 luglio 2015 la dotazioneorganica delle strutture di supporto degliorganismi politici del consiglio regionale.Titolo di studio Il titolo di studio richiesto per ilresponsabile dell'ufficio di gabinetto oresponsabile di segreteria può limitarsi al diplomadi scuola superiore, infatti la delibera afferma"tenuto conto del peculiare carattere difiduciarietà dell'incarico, della funzione disupporto al ruolo istituzionale avente natura diindirizzo politico e tenuto conto chel'attribuzione del medesimo non prevede losvolgimento di attività gestionale: diploma dilaurea ed esperienza professionale, compresaquella di amministratore, non inferiore ad unanno oppure diploma di scuola secondariasuperiore con esperienza professionale, compresaquella di amministratore, non inferiore a treanni".

Equiparazione alle categorie economiche superioriall'iniziale e l'emolumento che integraPer il personale di supporto degli organismipolitici viene prevista l'equiparazione ad unlivello economico superiore a quello iniziale dellacategoria di riferimento, molte figure sonoequiparate alla categoria D5, D6, C5, C3, B7. Per idipendenti entrati con concorso pubblico e conrapporto "non fiduciario" il contratto prevedel'ingresso solo e soltanto in categoria iniziale. Vanotato inoltre che per figure come architetti egeologi con abilitazione professionale sono statiindetti concorsi pubblici per D1 e non D3, (comeera stato fatto in precedenza) si dice perrisparmiare. Inoltre i non fiduciari si vedonoattribuire la produttività solo a condizione di aversuperato una certo voto nelle valutazioni, invecec'è chi l'emolumento lo riceve tutto intero senzache sia sottoposto a valutazione.E le cifre ci sembrano incomparabili. L'emolu-mento che integra le altre voci stipendiali fisse econtinuative nonché l'eventuale equi-parazionead un livello economico superiore a quello iniziale

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della categoria di riferimento è: D6: 19.517,15; D5:18.376,67; D1: 12.587,12; C5: 13.455,00; C3:11.887,36; C1: 10.784,02; B7: 12.920,57; B3:11.134,77.Qui nasce la questione. Perché? In base a qualiconsiderazioni il lavoro fiduciario viene pagato dipiù di quello dei dipendenti assunti per concorso?I dipendenti non fiduciari ma assunti conconcorso della Regione Toscana hanno lostipendio bloccato dal 2009 e non godono diprogressioni orizzontali dal 2010. La fastidiosadifferenza Quindi appare particolarmente odiosaquesta fastidiosa differenza fra: - chi entra suchiamata, senza alcun concorso e chi lo deveaffrontare; - chi appena assunto è categoriasuperiore a quella iniziale e chi viene assunto incategoria iniziale e non ha alcuna possibilità diprogredire; - chi deve avere la laurea per fare ilfunzionario semplice e chi può essere diplomatoed avere una retribuzione equiparata al dirigentedi settore; - chi è valutato ogni semestre (conprocedure che dire farraginose è dire poco) e chiha il reddito massimo senza che sia condizionatodalle valutazioni. Per concludere Infine la storiadel carattere fiduciario dell'incarico come baseper la scelta insindacabile dei politici lasciaperplessi perché era proprio quello che i padricostituenti volevano evitare: che si creasse un filodiretto fra burocrazia e politica che può essere inpotenza foriero di collusione e in alcuni casi dicorruzione. Quale miglior controllo contro lacorruzione di funzionari e dirigenti autonomi cheservono l'istituzione e non il politico? Art. 97"Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni siaccede mediante concorso, salvo i casi stabilitidalla legge". Tra l'altro o un incarico è politico eallora dovrebbe essere attribuito attraverso ilvoto degli elettori oppure è di supporto tecnicoorganizzativo e allora le qualità da possedere persvolgerlo possono e devono essere sempreverificate attraverso concorso pubblico, comeavviene per la maggior parte dei dipendenti dellaRegione Toscana.

Altre info su: https://rtcobas.wordpress.com

Ataf condannata per la secondavolta per condotta antisindacaledi Cobas lavoro privato - Confederazione Cobas Ataf

Per la seconda volta in due anni dalla priva-tizzazione Ataf è stata condannata per condottaantisindacale nei confronti dei Cobas cui per bendue anni non ha riconosciuto il diritto, sancitodallo Statuto dei Lavoratori ai componenti dellaRSU, di usufruire dei permessi per lo svolgimentodell'attività sindacale e di indire assembleeretribuite dei lavoratori.Questo quanto statuito dal Tribunale di Firenzecon sentenza del 17 settembre, con condanna diAtaf anche al pagamento delle spese legali perquasi 10.000 euro.Il diritto alle otto ore di permesso è sempre statonegato dall'azienda agli eletti Cobas nella RSU,preferendo ATAF (chissà come mai) concederloalle RSA non elette dai lavoratori, in aggiunta allemigliaia di ore di permesso riconosciute con gliaccordi aziendali.Il giudice ha riconosciuto il diritto degli elettiCobas ad usufruire delle 8 ore di permessopreviste dallo Statuto per lo svolgimentodell'attività sindacale, attività finora svoltafruendo esclusivamente del proprio tempo liberoe dovendo necessariamente concordare cambiturno o ferie per partecipare alle trattative. Nonessendo sindacalisti di mestiere, avremmocontinuato sempre e comunque a difendere idiritti dei lavoratori, ma questa vittoria sancisce ilfondamentale diritto a svolgere attività sindacaleall'unico soggetto eletto dai lavoratori!Il giudice, inoltre, ha anche stabilito il sacrosantodiritto della RSU di indire ASSEMBLEERETRIBUITE dei lavoratori, cosa sempre negatafino ad ora, addirittura con ordini di servizio, neiquali si specificava, a chiare lettere, che operai eimpiegati non potevano parteciparvi durante leore di lavoro e che agli autisti non sarebbero statericonosciute le ore di assemblea, con l'unico scopodi sminuire il lavoro della RSU e la volontà dipartecipazione attiva dei lavoratori.I "furbetti" dovranno adesso riconoscere laretribuzione per le ore assembleari non pagate. Èstata una battaglia di giustizia e di democrazia per

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cui ringraziamo anche i nostri avvocati LetiziaMartini e Andrea Conte per averci semprecreduto. Firenze,18 settembre 2015

Altre info su: http://cobasataf.org

Le dieci coseda sapere sui pesticididi Gian Luca Garetti

medico attivo in Medicina Democratica, ISDE e perUnaltracittà

Anche in Toscana sta finalmente decollando undibattito interessante sull'uso dei pesticidi, eviden-temente dannosi alla salute ma non al profitto diimprese spregiudicate. La Città invisibile ne aveva giàparlato nei mesi scorsi qui, oggi arriva il decalogo diGian Luca Garetti, medico sentinella della Pianafiorentina e attivo in Medicina democratica e nel nostrolaboratorio politico.

1) Nel termine pesticidi includiamo fungicidi,insetticidi, repellenti per insetti, nematocidi,molluschicidi, alghicidi, erbicidi, defolianti,battericidi, disseccanti etc. Sono molecole disintesi selezionate per combattere organisminocivi e per questo generalmente pericolose pertutti gli organismi viventi'  (ISPRA,IstitutoSuperiore per la Protezione e la RicercaAmbientale, Rapporto nazionale pesticidi nelleacque 2011-2012). Infatti sono nocivi sia per gliequilibri eco-sistemici (vedi la loro azionedistruttiva sugli insetti impollinatori,ISPRA 2012Annuario dei dati ambientali), sia per labiodiversità, che per la salute umana. Per ilparadigma dell'agricoltura industriale,parafrasando Vandana Shiva, i nemici dasterminare con i pesticidi sono gli insetti e lepiante e questo porta la guerra sui nostri campi,nei nostri piatti e nel nostro organismo.

2) Nella agricoltura non biologica si impiegano inquantità, un gran numero di pesticidi/fitofarmacidi sintesi, da cui consegue un'ampia diffusionedella contaminazione. In Italia il consumo perettaro di pesticidi è il più alto dell'Europa

comunitaria, 5,6 kg/ettaro/anno, il doppio diFrancia e Germania. I pesticidi sono spessoutilizzati come miscele e/o come formulaticommerciali (principio attivo più adiuvanti):entrambi questi composti rappresentano unapoli-esposizione dagli effetti tossici sconosciuti.Spesso accade che i coformulanti (solventi,adesivi, bagnanti etc.), finora non indicatinell'etichettatura dei prodotti, sono più pericolosidel principio attivo. E' il caso del famosoRoundup, formulato dell'erbicida glifosato, in cuisono contenuti una serie di adiuvanti conproprietà principalmente surfattanti(tensioattivi), per alcuni dei quali come ilpolyoxyethylene amine (POEA) si è recentementeaccertato che manifestano una tossicitàmaggioredel Glifosate stesso(Williams et al., 2000;Howe et al., 2004; Santos et al., 2005; Jasper et al.2012, Mesnage et al., 2012).

3) I trattamenti fitosanitari di sintesi disperdononell'ambiente miscele di molecole tossiche, conpossibile sinergia d'azione, che si bio-accumulano,negli animali (farfalle, api, etc.) nei vegetali e chesi bio-magnificano nella catena alimentare. Unostudio condotto in Italia ha valutato che in unpasto completo si trovano mediamente 8-13residui di pesticidi, con punte massime di91(Lorezin.M,2011-La Rivista di Scienzadell'Alimentazione,3,19-31). Il glifosato,dichiarato, probabile cancerogeno dallo IARC(Centro internazionale per la ricerca sul cancrodell'OMS), nel marzo 2015, era stato presentatocome un prodotto sicuro, biodegradabile, nontossico. Ma era già stata dimostrata lacorrelazione fra il suo impiego ed i Linfomi Non-Hodgkin(L. Hardell and M. Eriksson - "A case-control study of non-Hodgkin lymphoma andExposure toPesticides" Cancer, 15 Marzo 1999,Vol. 85, n.6). E' l'erbicida più usato al mondo,presente in 750 formulati, impiegato nelle coltureOGM (soia/mais), per diserbare cigli stradali,utilizzato nei mangimi degli animali daallevamento, non per nulla a livello europeo èstato trovato nel 10,9% dei campioni alimentaricontrollati(EFSA, Autorità europea per lasicurezza alimentare, 2014). Se cercato, vienetrovato molto spesso ed in dosi preoccupanti,

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anche nelle acque superficiali italiane insieme alsuo metabolita AMPA (più genotossico epersistente del glifosato), ma viene monitoratosolo in Lombardia.

4) Dal Rapporto ISPRA 2014 risulta che nelle acquenazionali, superficiali e profonde, nel 2012 eranopresenti 175 diverse sostanze di sintesi. In unmonitoraggio ARPAT del 2013 sulle acque potabilisono stati trovati, pesticidi in concentrazionisuperiori ai valori limite. Nel 56,9% delle acquesuperficiali e nel 31% di quelle profonde,monitorate dall'ISPRA, risultano presenti residuidi pesticidi. I composti più numerosi trovati, sonoi diserbanti, seguiti da fungicidi ed insetticidi:glifosate, metolaclor, triciclazolo, oxadiazon,terbutilazina, diazinon. Quest'ultimo è uninsetticida, probabile cancerogeno per lo IARC,che si ritrova nelle acque superficiali eprofonde(Rapporto ISPRA 2014)e negli alimenti(EFSA 2014).Data la bio-persistenza di molti diquesti prodotti, nelle matrici ambientali si puòtrovare un intreccio di molecole nuove e vecchie(sono presenti ancora il DDT, l'atrazina, ilmalation).L'esposizione combinata a più pesticidipuò avere effetti imprevedibili ,in quantoabitualmente si studiano solo gli effetti delsingolo principio attivo.

5) Sempre più consistenti evidenze scientifichedimostrano la nocività di queste sostanze peresposizione professionale (in Francia il Morbo diParkinson è riconosciuto malattia professionaleda esposizione a pesticidi) e non professionale, siacome tossicità acuta che cronica,dovuta a basseesposizioni ripetute nel tempo: dallacancerogenicità, alle alterazioni genetiche, allaneurotossicità, alle alterazioni del sistemaendocrino. I pesticidi possono agire comeinterferenti endocrini, a concentrazioni ritenutenon tossiche ed inferiori alle dosi raccomandatenell'utilizzo agronomico.

6) Tra le malattie più frequentemente associate adesposizione cronica a piccole dosi di pesticidi,problema del tutto sottostimato, ci sono:patologie neurodegenerative (Parkinson, SLA,Alzheimer) e del neurosviluppo ( patologie dello

spettro autistico e ADHD, o sindrome da deficit diattenzione ed iperattività); della sfera genitale eriproduttiva; endocrino-metaboliche (obesità,diabete 2, disfunzioni tiroidee); malattie cardio-respiratorie, malattie renali, vari tipi dicancro (dai tumori del sangue a quello del pancreas e dellaprostata). Il divieto della produzione e dell'uso diqueste sostanze, una corretta applicazione delPrincipio di Precauzione, diminuirebbedrasticamente questo carico di malattie,diminuendo così la spesa sanitaria pubblica. Latutela della salute deve prevalere rispetto alleesigenze produttive ed alla logica del profitto.

7) Il pericolo è più evidente per le donne ingravidanza e per i bambini, assai più sensibiliall'azione tossica e soprattutto epi-genotossica diqueste sostanze, anche se in dosi infinitesimali.L'esposizione nel primo trimestre di gravidanza èassociata a basso peso alla nascita, ridottosviluppo encefalico, anomalie cognitive ecomportamentali (Harari R et al,2010,Env HealthPerspect,118,890-96).Da una metanalisi (unametodologia statistica che prende in esame piùstudi su un argomento) si è confermata l'associazione fra esposizione genitorialeoccupazionale a pesticidi e tumori cerebraliinfantili e dei giovani adulti (EnvironInt.2013Jun;56:19-31); un'altra metanalisi (Environ Int.2011 Jan;37(1):280-91) ha confermato chel'esposizione residenziale a pesticidi puòrappresentare un fattore di rischio per laleucemia infantile.

8) La valutazione tossicologica preventiva deipesticidi compiuta dalle Agenzie Europee èinadeguata in quanto gli standard attuali nontengono conto delle esposizioni multiple, deglieffetti a basso dosaggio, degli effetti sul sistemaendocrino e degli effetti sullo sviluppoembrionale dovuti alle esposizioni in gravidanza.Non esiste pesticida sintetico di cui siano statistudiati gli effetti collaterali(in fase postmarketing) che non abbia dato prova di nocivitàben più ampia di quella dichiarata al momentodella richiesta di autorizzazione.

9) Applicare il Principio di Precauzione e vietare

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produzione ed uso dei pesticidi, sarebbe un atto diresponsabilità verso le attuali e le futuregenerazioni, respingendo le pressioni dellemultinazionali della chimica. Per evitare rischiper la salute umana e per l'ambiente èindispensabile la riconversione biologica delleproduzioni agricole, verso un ecosistema agricoloequilibrato, a difesa della salute umana, dellaqualità dell'aria, dell'acqua e del suolo comeelemento centrale degli equilibri della biosfera ecome luogo di produzione salubre del cibo. Delpari è indispensabile opporsi con fermezza alleagro-mafie, alla declassificazione di pericolositàdei pesticidi di sintesi in atto nel mercato eall'accordo internazionale TTIP (TransatlanticTrade and Investment Partnership).

10) Il 16 luglio 2015 il Consiglio Comunale diMalles Venosta (Bz) ha approvato il nuovo statutocomunale ed è diventato il primo Comune Italianosenza l'uso di pesticidi, per la tenace lotta delComitato per il Comune di Malles libero dapesticidi'. Si apre così la strada ad un processo dicambiamento verso un'agricoltura biologica/bio-dinamica e verso la nascita di tanti altri Comuniliberi da pesticidi.

Il paradigma del fuoco:l'inceneritore di Montaledi Gian Luca Garetti

medico attivo in Medicina Democratica, ISDE e perUnaltracittà

La retorica/propaganda dei sostenitori degliinceneritori, dice che gli inceneritori,ufficialmente denominati  impianti insalubri diprima classe, non inquinano l'ambiente e nondanneggiano la salute. Quelli nuovi, quelli con leBAT (best available technology), sono addiritturadis-inquinanti, dicono. In realtà dall'inceneritoredi Montale, che c'ha le BAT, e che quindi è moltosimile a quello che vorrebbero impiantare aFirenze, a Case Passerini, da anni fuoriesconodiossine e furani oltre i limiti: nel 2007, nel 2011 equesta estate, dal 15 luglio al 14 agosto, questoalmeno ufficialmente. Li chiamano malfunzio-

namenti. Non a caso Il Dipartimento diPrevenzione AUSL 3 di Pistoia in una indaginerelativa allo stato di salute della popolazioneresidente (nel Convegno nazionale-Impianti diincenerimento-Pistoia 2-3 dicembre 2011)ammise: "gli eccessi di mortalità statisticamentesignificativi, l'elevata mortalità proporzionaleneoplastica, la consistente mortalità oncologicanegli uomini di Agliana" ed un profilo di salutedelle popolazioni residenti intorno all'ince-neritore di Montale, soprattutto da un punto divista oncologico, che rende necessari sorveglianzeed ulteriori approfondimenti".Di  fronte a questi dati epidemiologici, di cui èmolto ben fornita la letteratura scientifica, si da lacolpa al traffico o a non ancora ben identificatefonti di inquinamento o al direttore degli studi,come è successo recentemente all'ARPA Piemonteper lo studio sull'inceneritore di Vercelli e lo silicenzia.  In ARPAT "Indagine ambientale e sani-taria nelle aree poste in prossimità dell'impiantodi incenerimento RSU di Montale" 2008-2010,nelle pagine conclusive(71-72), infatti si legge: "Lacondizione ambientale riscontrata non apparequindi correlabile in via esclusiva con la possibiledeposizione di emissioni provenienti dall'im-pianto di incenerimento di Montale il qualedetermina sicuramente un impatto ambientalenel territorio ad esso circostante, ma sullo stessoterritorio, ed in più ampia scala territoriale,insistono altri fattori di pressione che concorronoa determinarne le condizioni complessive".Alcune fra queste sorgenti emissive possonoessere quanto meno ipotizzate e fra queste lastessa autostrada A11 e, più in generale, il trafficoveicolare, ma certamente altre fonti che, ad oggi,non è stato possibile individuare, meriterebberoun'attenta valutazione.'  Quindi si rimanda a'ulteriori approfondimenti' dice la ASL e ad 'attenta valutazione' dice l'ARPAT e così passa iltempo, le diossine ed i furani lentamente si bio-accumulano nelle matrici umane ed essendocancerogeni certi, è intuitivo che tanto bene nondevono fare. E poi c'è il grosso tema degliinterferenti endocrini, cioè di sostanze come lediossine, i furani che a dosi infinitesimali, cioè inquelle quantità che dovrebbero fuoriuscirequando non ci sono 'anomalie', mimano l'azione

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degli ormoni sregolando il sistema endocrino-metabolico, con una lunga serie di patologie, cheperaltro non vengono mai considerate da chi fagli studi.La colpa almeno a Montale è quasi sempre nellaqualità del carbone attivo, impianti che costanocentinaia di milioni, prodigi della scienza e dellatecnica, smettono di funzionare per così poco! Lalinea 1 di Montale è quella più disgraziata, inquesto agosto viene accesa e spenta più volte.Queste operazioni  on off, sono quelle in cui siemettono enormi quantitativi di inquinanti. 'Farechiarezza sulle anomalie dell'impianto' diceCristina Volpi, in un Comunicato Stampa del040915,responsabile servizi pubblici locali di quelpartito democratico, che vuol riempire la Toscanae l'Italia di inceneritori. Altro che chiarezza,quell'impianto di Montale doveva essere giàspento da tanto tempo e se davvero si avesse acuore 'la tutela dell'ambiente e la salvaguardiadella salute dei cittadini' la gestione dei rifiutipasserebbe solo per la Strategia Rifiuti Zero.

Nuovo Disegno di Legge"sicurezza", Alfano vuole ilpugno di ferro. Ma non per tuttidi Maurizio De Zordoattivo in Firenze Antifascista, Acad e perUnaltracittà

Carcere fino a 5 anni per chi va alle mani-festazioni con il casco (che, fino a prova contraria,serve per non farsi spaccare la testa daimanganelli), o per chi si "travisa", cioè mette unfazzoletto o un passamontagna. Anche senzacompiere alcun altro reato. Cinque anni vuol direnessun beneficio, quindi carcere subito, e senzacondizionale.E ancora fino a 5 anni anche per chi utilizzapetardi, razzi, scudi: ricordate gli studenti controla riforma Gelmini che si riparavano dalle carichedietro scudi a forma di libro, per difendere ildiritto alla cultura? tutti in galera. Ma ancheaumento delle pene, fino al raddoppio, per ipiccoli reati, furti e scippi, e rafforzamento dellemisure di contrasto a "condotte lesive del decoro

urbano", accattonaggio e simili.In un momento in cui la macelleria sociale si fasempre più dura, in cui si demoliscono diritti deilavoratori, servizi pubblici, sanità e scuola, in cuida una parte aumenta la povertà, dall'altra si fapiù duro il conflitto - e non potrebbe esserealtrimenti - il governo va all'attacco, con misuredegne dei codici speciali di epoca fascista. Delresto della democrazia ormai non resta chel'involucro formale, e nessuno si sogni diprotestare.Certo, poi viene da pensare che gli stessi chepropongono un tale ddl sono quelli che con icolleghi "onorevoli" fanno i garantisti e votanocontro l'arresto, o contro l'uso delleintercettazioni. Che fanno altre leggi quando c'èda proteggere gli evasori, o cavillano quando sitratta di colpire la corruzione, che foraggiano conmiliardi opere in cui è conclamata la presenzadelle grandi organizzazioni criminali. Ma chevolete, i colletti bianchi non provocano allarmesociale quanto un accattone, un disoccupato, unprecario o uno studente che protestano. Noncontestano il sistema, loro, lo sfruttano, abraccetto dei loro protettori politici. Quindi vatutto bene, madama la marchesa, e dagli aipoveracci e a chi crea disordine. Ecco, la priorità èl'ordine e il decoro. E' un gioco già visto, e che allalunga non vince, ma intanto rischia di fare moltomale e molti danni. Due piccoli particolari, perconcludere: naturalmente niente codiceidentificativo per gli agenti in servizio di ordinepubblico, non sia mai che a qualcuno dei tutoridell'ordine tocchi rispondere di quello che fa. Einfine, assente Alfano, al vertice con ANCI esindaci delle principali città, il ddl è statopresentato e illustrato da Dario Nardella.

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LE RUBRICHE

Dal Palazzoa cura di Giacomo Trombi

consigliere comunale Firenze a Sinistra

Giacomo Trombi, consigliere comunale di Firenze asinistra e collaboratore della nostra rivista, ha lanciatoun'interessante campagna a cui crediamo siaimportante partecipare direttamente: Cosa fareste perFirenze con 3.000.000 di euro? Le vostre proposte, sucome spendereste 3 milioni di euro per la città, sarannopoi inviate al Sindaco Nardella che vuol spenderequesta cifra spropositata per - udite, udite - delle tele-camere.

La pagina a cui inviare le vostre propostehttp://goo.gl/wlrWRULa pagina Facebook della campagnahttps://goo.gl/dmsXrj

Cosa fareste per Firenzecon 3.000.000 di euro?Dite la vostradi G.T.

Immaginate il sindaco Nardella nel suo studio,solo, seduto, che si morde le dita. Immaginatelofortemente preoccupato, con la testa inclinatasulla scrivania che fu di La Pira, le rughe sullafronte che si approfondiscono con l’aumentaredella preoccupazione, e una giacca che dal troppotirare comincia a sfilacciarsi un po’ in tutte ledirezioni. Lo studio è quasi completamenteoscuro, se si esclude il cono di luce della lampadache illumina le carte che il primo cittadino ognitanto sposta inutilmente da una parte all’altra.Tutta la scena esprime inazione e scoramento.Una figura si delinea nel buio alle spalle delsindaco, se ne distinguono solo i denti, dietro unsorriso malvagio piegato all'ingiù.

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- “Che c’è, Dario?” chiede dolcemente.- “I grandi elettori” risponde sconsolato. “Ledestre, gli esercenti. Anche i giornali ora. Non soche fare, non so come uscirne: vogliono tuttiqualcosa."- “Credo che tu debba agire, Dario, so che odifarlo, mi dispiace, ma credo sia tempo”.- “C’è chi dice che porto male…il clima èimpazzito, la tranvia pare maledetta, lo stadionon si capisce dove farlo, quelli dell’aeroportosembra che prendano in giro, la TAV rischia didiventare una roba come il MOSE…” si lamentaNardella.- “Devi fare quello che ti riesce meglio, Dario”sussurra la voce confortante.- “Ma…ho fatto uno sgombero imponentequest’estate…” prova a difendersi il primocittadino, prima della capitolazione.- “Non basta” prosegue incalzante la figura “Devifare qualcosa di destra….fa’ qualcosa di destra,Dario.”

Dissolvenza in nero.

Oltre 300 telecamere installate a Firenze neiprossimi due anni per un investimento di almeno3.000.000 euro (stima decisamente al ribasso, alnetto del cablaggio cittadino). Non è male, cometrovata. Con tutte le videocamere che circolano eche scattano immagini e registrano video, una inpiù o una in meno non fa molto scalpore. Ladestra è felice: incassa una vittoria su un temastorico, quello della sicurezza più becera, e puògonfiare il petto. Le vetrine del centro, e ingenerale la Firenzeland, saranno finalmenteguardate a vista senza ulteriori esborsi da partedegli esercenti, anche se il superassessore allasicurezza Gianassi assicura, con un pizzico diarroganza, che le telecamere verranno installatein tutta la città. I fondi sono europei, e quindinessuno li percepisce come fondi pubblici (vai acapire perché). E se anche fosse, ormai il mantra è“meglio prenderli che perderli, anche se li spendiper cose inutili”.

Aumenterà dunque il senso di controllo“all’americana”, quello deresponsabilizzante,quello del “le autorità stanno controllando, siprenderanno cura loro della tua città, tu puoi

dedicarti a consumare in pace”. Nessun tentativodi placare il senso di insicurezza gonfiato daimedia e dalle destre, né di riflettere e farriflettere sugli episodi portati a sostegno (quasisempre legati all’immigrazione, alla marginalità,all’abbandono, alla povertà).Infine, è un lavoro, come si dice oggi, importante,uno di quelli che producono gratitudine da partedi chi se lo accaparra, un lavoro di cui letelecamere sono, non solo metaforicamente, lapunta dell'iceberg: bisognerà con tuttaprobabilità infatti anche realizzare - e chissà,forse anche a gestire - una infrastrutturahardware (si pensi solo al cablaggio in fibraottica) e software di notevole interesse.Quantomeno economico.Resta per altro da capire chi poi effettivamenteguarderà quanto ripreso, visto che già adesso nonè da invidiare chi attualmente si consuma gliocchi lavorando alla sala video della PoliziaMunicipale. Ma anche qui, magari si provvederàad esternalizzare.A nostro avviso sono soldi (nostri) buttati via. Losono in generale, perché è un interventotipicamente di destra, che compone la prospettivasecondo cui il pericolo è esogeno, è un qualcosache si infiltra nella nostra società, ma che nonrisolverà assolutamente nulla, un trattamentoinsomma meno che sintomatico. Sono soldicolpevolmente buttati perché il Piano OperativoNazionale (PON) Città Metropolitane, all’internodel quale il comune ha chiesto i soldi per letelecamere, sarebbe in realtà aperto ad iniziativaben più interessanti, moderne e importanti, comeinterventi per la riduzione delle emissioni, perfavorire moderne forme di comunicazione epartecipazione fra la cittadinanza el’amministrazione, per migliorare l’improntaecologica delle città, per il sostegno el’integrazione di minoranze: insomma, una fontecui attingere per le proprie idee migliori. Ebbene,da noi si è scelta la via della videosorveglianza,un’innovazione teorizzata da Orwell fin dal 1948.E sono ancor di più soldi buttati se consideriamola situazione in cui attualmente versa la nostracittà, ma non vogliamo dare suggerimenti.Vogliamo infatti lanciare provocatoriamente lacampagna web “Cosa faresti per Firenze con

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3.000.000 euro?", in cui chiediamo alle fiorentine,ai fiorentini, e a tutti coloro che in questa cittàlavorano, studiano, o semplicemente si trovano apassare, cosa farebbero loro, a Firenze, con i soldiche la giunta Nardella ha scelto di investire percomprare e installare 300 telecamere divideosorveglianza. Sarà possibile indicarel’intervento, anche aggiungere un eventualecommento o un approfondimento, e volendocaricare una foto che aiuti a capire il senso dellaproposta, o che ritragga chi propone.Vi chiediamo dunque di partecipare allacampagna, di mettere un “mi piace” alla paginaweb della campagna, e di estendere l’invito il piùpossibile secondo i canali che preferite.

Pistoia l'altra faccia della Pianaa cura di Antonio Fiorentino

urbanista, attivo in perUnaltracittà

Fuori dalle logichedell'economia di mercato:l'ex Macello occupato di Pistoiadi Macello Okkupato Pistoia

L'economia di mercato, checché ne dicano ipoliticanti di mestiere che per conto delcapitalismo gestiscono il potere, non è per nienteinteressata alle persone. L'obiettivo di questaeconomia che oggi gestisce la vita sociale non è lasoddisfazione dei bisogni delle persone. Nellasocietà capitalista (democratica) tutto è tra-sformato in merce (sanità, istruzione, ambiente,le persone stesse) e gli esseri umani sonotrasformati in semplici consumatori. I giovanipossono trovare nell'economia di mercato anchesoddisfazione alle loro necessità del tempo libero.Basta avere una quantità non indifferente didenaro. Basta considerarsi semplici 'usufruitori'di servizi, semplici consumatori. Nell'economiacapitalista tutto ruota intorno al profitto. Ossiaalla produzione di beni non sempre necessari, maprodotti per soddisfare bisogni indotti.Al consumo massificato di tali e spesso inutili

prodotti, la persona perde ogni connotato diessere pensante, privato persino del diritto ad untempo libero autonomo e allo sviluppo delleproprie capacità intellettive e spirituali. Perfortuna ancora esistono giovani (ma anche nonpiù tali) che intendono rimanere fuori dallelogiche dell'economia di mercato. Che intendonosoddisfare le proprie necessità e i propri bisognifuori dalle regole imposte da una economia basatasul denaro e sulla produzione di profitto. Giovaniche escono da queste logiche e si organizzanocercando in autonomia altre e diverse strade.Con l'occupazione del Macello di Pistoia ungruppo di giovani e meno giovani hanno volutolanciare alla città un messaggio ben chiaro: sololiberandosi dalle logiche del mercato è possibiledare soddisfazione ai propri bisogni reali.Ovviamente il progetto che ha portato questigiovani ad occupare un sito abbandonato elasciato al degrado (in attesa di una speculazione)è molto più complesso.Ma non è di questo che volevamo parlare, mapiuttosto della risposta data dalla politica o, permeglio dire, dai politicanti di mestiere (tutti).Nessuno si è interrogato sul perché dell'oc-cupazione, sulle motivazioni che hanno spinto ungruppo (anche nutrito) di persone a porsi fuoridai binari imposti dalle leggi.L'assessore, l'esponente dell'opposizione, comeanche il rappresentante della "sinistra", tuttihanno messo l'accento sulla illegalità dell'oc-cupazione. Si è cercato di trovare consensotramite i media non tanto contro l'occupazione inquanto tale, ma in quanto gesto illegale. Larisposta degli occupanti del Macello ancora unavolta ha dimostrato la loro autonomia eindipendenza dalle norme che regolano unasocietà basata sulle ingiustizie e le diseguaglianzesociali. Con la capacità di mettere in campo unaimmaginazione e una ironia di cui i politicantineppure conoscono l'esistenza, i giovani e menogiovani del Macello hanno risposto con una mo-stra fotografica sul degrado urbano,sull'abbandono che caratterizza tutte le città, e dicui la nostra pur piccola realtà non è esente.Già nel primo dei sei cartelli che abbiamo espostoal mercato sotto il sole cocente di luglio e i primidi agosto abbiamo lanciato un messaggio chiaro,

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non tanto ai politicanti che, come abbiamo scrittoe ribadiamo sanno solo stare seduti sulle seggioledel Consiglio Comunale, ma ai cittadini chevogliamo consapevoli. Con la mostra fotografica,che riporteremo al mercato nei sabati disettembre chiediamo se la legalità significaabbandono, degrado, speculazione. Avremmoforse dovuto essere più incisivi sostenendol'inutilità di cementificare ulteriormente ilterritorio quando abbiamo migliaia di metri cubidi murature abbandonate. Ma questo i cittadini locomprendono anche da soli, come ci hannodimostrato nei loro commenti alla mostra.Ripeterlo ai politicanti è tempo perso.Noi, occupanti del Macello, ben sappiamo checontro la speculazione, la cementificazione, ildissesto idrogeologico, la devastazione delterritorio dobbiamo opporre sempre la nostravolontà di lotta. Sappiamo benissimo chesolamente con la lotta e con la partecipazioneattiva e propositiva dei soggetti coscientipossiamo salvaguardare il territorio, fermare laspeculazione. La nostra occupazione è solo unmomento di questa volontà di lotta.Ma sopratutto è la dimostrazione che una diversaconcezione sociale dell'impegno di uomini edonne non solo è possibile, ma sopratutto ènecessaria. Rifiutare la delega, impegnarsi inprima persona, diventare soggetti e promotoridella propria esistenza. Questo il messaggio cheintendiamo lanciare alla società tutta. Ci battiamoper la riappropriazione di un sito lasciato aldegrado, per riportarlo a nuova vita, con il nostrolavoro non pagato e per il nostro sviluppointellettivo; per renderlo fruibile al bisogno disocialità; per gestire il tempo sociale senza ilegacci del denaro, delle merci, della "legalità" alservizio di speculazione e profitto. Per farne unospazio dove ciascuno di coloro che lo frequentanodiventa, insieme agli altri, soggetto e promotoredel suo tempo, dei suoi bisogni e delle sue necessi-tà.

Stop TTIPa cura di Cristiano Lucchi

mediattivista e giornalista

TTIP, 10-17 0ttobre, giornate dimobilitazione internazionaledi Monica Di Sisto, Campagna Stop TTIP Italia

Dal 10 al 17 ottobre in tutta Europa si celebra laSettimana europea di mobilitazione Stop TTIP(l’accordo di libero scambio e investimenti traUnione Europea e Stati Uniti), ma che si ponel’obiettivo di accendere i riflettori anche sul TPP(il trattato di libero commercio e investimentitranspacifico tra Stati Uniti, Canada e vari Paesiasiatici), il TiSA (il negoziato di liberalizzazionedei servizi, che tocca molti settori) e il CETA (iltrattato di libero scambio e investimenti traCanada e Unione Europea.Il 10 ottobre in tutta europa celebriamo unagiornata STOP TTIP. Si svolgeranno eventidelocalizzati nella maggior parte dei Paesidell’Unione. La più grande manifestazione èattesa a Berlino (e il Comitato Stop TTIP Bolzanoparteciperà a quella mobilitazione), ma c’èbisogno che anche in moltissime città italiane sisvolgano iniziative di informazione emobilitazione. Dal 15 al 17 ottobre a Bruxelles,insieme ai movimenti europei contro l’austerità,molte associazioni che si battono contro il TTIPprotesteranno contro il Vertice europeo mentre il14 ottobre negli Usa si celebrerà una giornatad’azione sull’impatto dei cambiamenti climatici.I comitati Stop TTIP Italia raccoglieranno le forzee libereranno la creatività! E’ importantesegnalare via email a [email protected] le iniziative che verrannopromosse, e che verranno caricate mano a manoin una pagina dedicata del sitoIl 6 ottobre chiude la prima fase della raccoltadelle firme Stop TTIP. Il traguardo dei 3 milioninon è lontano: acceleriamo!Firmate e fate firmareall’indirizzo https://stop-ttip.org. La raccoltafirme, comunque, continuerà per dimostrare a chimanovra il trattato che il dissenso continua acrescere.L’idea creativa che questa volta condividiamo con

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le associazioni europee è “Affari Sporchi”.business men & women compariranno in strada asvendere acqua, sanità, cibo, diritti.A questo link https://www.trade4people.org/potete trovare le attività previste in Europa. Sieteinvitati a segnalare tutte le vostre iniziativeaggiungendole alla mappa (cliccando sul simbolo“+”). La traduzione del sito in italiano è pronta,sarà presto online.Adotta un parlamentareE’ importante che i Parlamentari europei enazionali eletti nel nostro territorio sappiano checi stiamo mobilitando. Scriviamogli, invitiamoli;teniamoli aggiornati su email, facebook e twit-ter… ci faremo sentir tanto anche nei prossimimesi.E’ abbastanza evidente che i nostri diritti demo-cratici, la sovranità alimentare, l’occu-pazione el’ambiente sono sotto attacco su tutti i frontigeografici e tematici, quindi è il momento dispingere sull’acceleratore della mobilitazione.Come sappiamo bene, tutto ciò che ha impeditoche questi mostri viaggiassero leggeri e in largaparte sotto silenzio verso una comoda appro-vazione è in gran parte dipeso dalla responsabilitàe l’impegno di persone come tutte e tutti noi, chehanno deciso di non obbedire, informarsi, e darebattaglia politica e culturale all’equazione piùcommercio=più benessere per tutti.Quindi... DAJE!!!

Tutta un'altra musicaa cura di Francesca Breschi

cantante, musicista, attiva in PerUnaltracittà

Un violinista sul tetto?No, in metropolitanadi F.B.

Riprendiamo la rubrica “Tutta un’altra musica”con un video che tempo fa ha girato abbastanzasul web.Si tratta di un esperimento, organizzato dalWashington Post, nel quale un notissimo esuperlativo violinista, concertista di famamondiale, si mette a suonare nella metropolitana,con tanto di custodia aperta, un brano di estremadifficoltà e raffinatezza.Non si ferma quasi nessuno e nessuno neanche loriconosce, tranne una signora alla fine che peròstenta a credere ai suoi occhi.Le domande dalle quali era scaturito questoesperimento sono: “In un ambiente comune adun’ora inappropriata, percepiamo la bellezza? Cifermiamo ad apprezzarla? Riconosciamo il talentoin un contesto inaspettato?”. Lascio tutto il restoall’interessantissima visione del video su YouTubehttps://youtu.be/RPAs08Z7D8AP.S. Leggiamo in questi giorni di “altri” violinistiche, pur rivestendo cariche pubbliche, siproducono su palchi occupati da amici, in vesti di“guest star” (Un nome a caso? il sindaco Nardellasi esibisce al concerto dei Whisky Trail). Nonentrando in giudizi di merito su abilità personalispecifiche, lasciamo però ai lettori il porsi lecitequestioni, ovviamente opposte a quelle elencatequi sopra per il fuoriclasse Bell, e il tentare didarsi timide, e fors’anche inappropriate, risposte.

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Kill Billya cura di Gilberto Pierazzuoli

scrittore e attivo in PerUnaltracittà

L'apparenza come sempreinganna: storia di immigratia Pistoiadi Laura Lenti, Gruppo di lettura “Libriamoci”

L'estate che ammazzarono Efisia Caddozzu, diMarisa Salabelle, Piemme Edizioni, 2015. Romanzod'esordio con botto scritto da Marisa Salabelle,insegnante pistoiese di origini sarde, e Pistoia e ilCampidano fanno da sfondo alle vicende dellasfortunata protagonista. Chi è veramente EfisiaCaddozzu? Sbatti il delitto in prima pagina, dellibro, e acchiappi il lettore con una narrazioneavvincente che non ti molla, fino alla fine. Lastoria viene narrata a partire da due tempidiversi: quello della vita di Efisia, che inizia inSardegna, a Cagliari, nel lontano 1950, e il 25luglio 1994, festa del Patrono S. Jacopo, quando ilcorpo martoriato di una prostituta viene ritrovatain un fosso sulla via Bonellina, alla periferia diPistoia.Solo la testardaggine di un cronista della Nazione,in cerca di scoop, porterà a identificare quelgrottesco cadavere come quello della rispettabilemaestra Efisia Caddozzu, la cui scomparsa erastata denunciata dal padre proprio in quei giorni.Ma chi è veramente Efisia? Pistoia e il Campidanofanno da sfondo alle vicende della sfortunataprotagonista: la narrazione del passato di Efisiaprocede parallelamente a quella del presente,attraverso le testimonianze di chi l'ha conosciutabene, a cominciare dal padre Gavino, disabile, chea gran voce denuncia la scomparsa di questa figliache lo ha sempre curato e assistito, nonostante ilsuo pessimo carattere.La storia di Efisia è quella della famiglia del neodirettore didattico Gavino Caddozzu, cognomeche in sardo significa 'sudicione', e proprio questocognome così imbarazzante sarà il motivo dellarichiesta del trasferimento in una lontana cittàdel Continente, dove potrà finalmente sottrarsialle facili ironie.

Il caso, o meglio le graduatorie, assegnano Gavinoad una scuola di Pistoia e qui la piccola Efisiaapproda a undici anni con la sua famiglia e devefare i conti con una realtà completamente diversada quella isolana, dove era vissuta fino allora.Esilaranti le pagine dove usanze e modi di direpistoiesi vengono appresi con sorpresa da nuoviarrivati, in tutto il libro s'intrecciano in unanarrazione felice modi di dire sardi a espressionipistoiesi e scorrono ricordi della Pistoia dei primianni '60, città piuttosto chiusa e diffidente verso iprimi immigrati dal Sud.Ed è anche d'immigrazione che si parla in questolibro, quella dei Meridionali, prima, e quella, neglianni '80, dei Marocchini, come chiamavano aPistoia indifferentemente tutti gli immigrati dalnord Africa, e infine negli anni '90, quella degliAlbanesi, ritenuti subito assai pericolosi edemarginati, anche se molto utili per essereimpiegati, ovviamente al nero, nell'industriavivaistica. Le indagini private del giornalistaSaverio s'intrecciano alle sue complicate maanche esilaranti vicende sentimentali, che fannoda piacevole intermezzo alla dolorosa storia dellaprotagonista.Saverio scopre così che la maestra Efisia, oltre aeducare i suoi piccoli alunni, a curare l'irascibilegenitore e mandare avanti la casa, trovava iltempo e l'energia di lavorare come volontaria inuna struttura della Caritas che aiuta gli stranieri.Aveva rapporti con loro di vario tipo, e sarà moltosorpreso dai giudizi che i suoi assistiti daranno dilei, e non sempre positivi, anzi.E già, perché niente è come appare, e noi siamotanti, quanti sono gli occhi di chi ci giudica. Vieneinoltre a sapere che Efisia aveva un vicino di casaalbanese, con cui aveva stretto affettuosaamicizia, ma ora l'Albanese è irreperibile, qualeprova migliore della sua colpevolezza?Nessun'altra pista verrà presa in considerazionedagli inquirenti: l'assassino è senza dubbio loStraniero. Il razzismo strisciante in una piccolacittà della civilissima provincia toscana, ma anchele difficoltà della cosiddetta integrazione, sonoben descritti in questo thriller che definirei"antropologico", la cui soluzione saràparticolarmente amara, ma solo per il lettore,unico a venirne a capo.

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Debito e colpadi G.P. per la serie Lo scaffale del debito (5)

Il vocabolo tedesco Schuld al singolare vuol dire"colpa", al plurale, Schulden, "debito".Etimologicamente proviene dall'antico goticoskulan, da cui derivano anche il tedesco sollen el'inglese to shall, tutti verbi che indicanoun'obbligazione materiale e morale, un "dovere".Originariamente la parola indica "qualcosa che sideve", "un obbligo a cui si è legati". Solosuccessivamente interviene, nella lingua tedesca,il suo utilizzo in contesti legati al denaro. EmileBenveniste, nel Vocabolario delle istituzioniindoeuropee, osserva che il gotico skulan«traduce contemporaneamente opheilo nel sensodi "essere debitore"» e lo stesso verbo opheilo delgreco dei vangeli. Il complesso contestosemantico a cui il vocabolo tedesco fa riferimentorimanda dunque a un'origine più antica. Ne ètestimonianza l'uso neotestamentario della parolaopheilema (da ophelio, a cui fa riferimentoBenveniste nel passo precedentemente citato),che nel greco antico ha il significato economico di"debito", ma che nel Nuovo Testamento acquistaanche, ad un tempo, la valenza morale della"colpa" e del "peccato" (p. 147).Il quinto testo che vi proponiamo sul debito è diElettra Stimilli che ne indaga i rapporti con ilconcetto di colpa e gli effetti conseguenti al lorooperare reciproco. La prima connessione tradebito e colpa, come abbiamo già detto in altrarecensione, si può far risalire alla secondadissertazione della "Genealogia della morale" diNietzsche, ma l'approccio che ne fa Stimilli è diuna sua problematizzazione alla ricerca dei modidi funzionamento del sistema creditizio in quantoveste attuale del sistema capitalistico, ma anchequale dispositivo assoggettante che determina espiega quella forma di impotenza manifestata dacoloro che invece avrebbero tutte le ragioni perattivarsi e ribellarsi alla sua esistenza. Lacommistione tra debito e senso di colpa divienequindi, per l'autrice, il probabile paradigmaattraverso il quale il dispositivo del consensomette in atto le sue capacità operative. Non cisono però volontà esegetiche, si tratta invececome di un percorso problematico a scandagliare

ipotesi provenienti da più terreni di ricerca quali iconcetti di appropriazione, divisione eproduzione secondo C. Schmitt; quello psicologicodi pulsione di morte da Freud e Melanie Klein; larilettura che Judith Butler dà di questo elementopulsionale reinserito nel contesto politicoattraverso quella che lei chiama "la vita psichicadel potere"; la teologia politica e quellaeconomica del terzo e quarto capitolo che fannoriferimento principalmente al lavoro di Agamben,Esposito e Cacciari (aggiungerei il Mario Tronti di"Il nano e il manichino/La teologia come linguadella politica") nonché di Benjamin, Weber eFoucault. Stimilli fa una prima operazione disistematizzazione dei concetti intorno ai quali sipuò muovere il concetto di debito, così si parlapreliminarmente di appropriazione, scambio, edono. L'appropriazione, come abbiamo dettoriprende da Schmitt il concetto di scambio siarricchisce invece delle riflessioni foucaultianesulla governamentalità.Secondo Foucault, infatti, l'aspetto governa-mentale caratteristico delle società di mercatocontemporanee corrisponde ad una razionalitàche mira a dirigere dall'interno le vite individualiattraverso l'istituzione di norme in sé nonrepressive, né violente ma incentrate sui desideri,sulle passioni e anche sulle modalità divalutazione e di scelta degli esseri umani (p. 38).Questa posizione sposta la centralità marxiana dalmodo di produzione al mercato. È il mercato inquanto istituzione normativa a determinare ilfatto che l'economia divenga una forma digoverno politica. Il mercato dunque come luogo diveridizione, perché connette produzione, bisogno,offerta e domanda, valore e prezzo. Si apre cosìuna prospettiva, un nuovo punto di vistaattraverso il quale «il dispositivo alla base delfenomeno dell'indebitamento non risulti tantodalla degenerazione dell'autoregolazione delmercato, quanto piuttosto come sua stessaconseguenza intrinseca» (p. 39).Si prosegue con i dati antropologici chesmentiscono ancora una volta le convinzionidell'economia classica che leggeva icomportamenti a partire da un presuppostoegoismo quale propensione naturale dell'uomo,questa volta facendo riferimento agli studi di

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Polanyi per i quali l'uomo non agisce in modo dasalvaguardare il suo interesse individuale, ma inmodo da salvaguardare la sua posizione sociale, lasua rete relazionale, il suo prestigio sociale, il suostesso onore. Sarebbe dunque una peculiaritàdella società capitalistica il fatto di aver perso ilsenso della comunità sociale avendolo sostituitocon un utilitarismo individualistico, proiettandopoi questa idea nell'interpretazione degli altrisistemi sociali. Ecco fare la sua comparsa alconcetto di dono che poi ha articolazioni in certoqual modo simili ai meccanismi che sottostanno aquelli del debito. Il dono crea un'obbligazione,come un debito contratto con il proprio donatore.Anche il dono prevede un differimento (un donoimmediatamente restituito è un dono nonavvenuto). Poi la moneta, anch'essa dipendenteda una forma di credito «ogni moneta è in effettimoneta di credito, dato che il suo valore si basasulla fiducia del ricevente di ottenere una certaquantità di merce in cambio» (citazione daSimmel, Filosofia del denaro, Utet, Torino 1984,p.263). Una domanda regolarmente esplicitatarimane comunque sul sottofondo del lavoro dellaStimilli ed è se l'attuale forma di potereincentrata sul debito, somigli o meno a quelleperpetuate in altri sistemi sociali.La differenza è comunque in relazione allapervasività attuale del debito stesso. Elemento giàpreso in considerazione in alcuni degli ultimilavori di R. Esposito che sollevano ulterioriquesiti: «è in atto un mutamento profondo delleforme di potere, che implica anche unripensamento delle modalità di resistenza o diantagonismo» (p. 69). Si paventa così il bisogno diun lavoro politico che consenta la possibilità diarticolare forme di contropotere altrettanto«compatte e capillari» delle attuali modalità didominio. Ma forse, aggiungeremo noi, le forme dicapillarità sono già in atto, e quello che occorre èil riuscire a compattarle.Viene da sospettare che il tempo attuale non siaespressione di una crisi del capitale, ma si trattiinvece di una sua ristrutturazione. La cappaobnubilante del debito giustifica infatti i tagli allostato sociale, lo smantellamento dei diritti el'appropriazione di tutte quelle funzioni cheadesso lo stato vuole esternalizzare. Il testo della

Stimilli tocca e cita anche i temi svolti da Graebere da Lazzarato che abbiamo già raccontato per poiaddentrarsi su quel terreno che l'autrice aveva giàaffrontato in alcuni precedenti lavori (Il debitodel vivente - Ascesi e capitalismo, Quodlibet,Macerata 2011 e sempre per la stessa casaeditrice: Il culto del capitale - Walter Benjamin:capitalismo e religione, curato insieme a M. Ponzie D. Gentili).Si riaffaccia qui l'ipotesi accennata anche daGraeber su un debito primordiale profondamenteinserito nell'ambito religioso di società arcaicheche influenzava le relazioni tra gli individui. C'eracome un debito di vita da riconoscere agliantenati che condizionava tutti i rapporti apartire dalle costruzioni parentali e che inglobavasia la sfera economica, sia quelle giuridica epolitica. Questo debito originario d'ordinereligioso condizionerebbe a tutt'oggi le relazioneumane. Questo comporta che il legame finanziario(il rapporto credito/debito) fosse in qualche modoanteriore allo scambio. In ambito giudaico-cristiano il cosiddetto peccato originale ha unafunzione abbastanza simile e in particolare la ha,se prendiamo in considerazione il processoattraverso cui il peccato, concepito inizialmentecome un fardello che grava sulle spalle di chi hacommesso una colpa, si modifica sino ad assumerenel Nuovo Testamento il senso di un debito chedeve essere ripagato. (cfr. G. A. Anderson, Ilpeccato, Liberilibri, Macerata 2012) L'efficacia deldispositivo di assoggettamento dipende dallapossibilità di far coincidere la colpa con il peccatomettendo in atto un ordinamento che conserva ilsuo dominio attraverso lo stato di soggezione cheil peccato produce, che il debito contrattoprovoca. Qui di nuovo agisce il senso dellospostamento dell'istituzione del Giubileo, da annodi liberazione dalla schiavitù per debiti ad anno diperdono dei peccati. Se così fosse un ritorno alleorigini smonterebbe l'efficacia del meccanismo eil pensiero da esso derivato. In questo contesto ilsacrificio sarebbe la transazione originaria, unadonazione come ricompensa per il dono di vitache dèi o antenati avrebbero concesso.Riprendendo una tesi di Aglietta e Orlean (dueeconomisti francesi facenti parte della scuola deiregolazionisti) proprio dalla prassi sacrificale

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sarebbero nate le prime monete usate quali"oggetti simbolici" per la remunerazione di colui -un terzo tra le parti - che si prendeva il caricodell'esecuzione materiale del sacrificio. Il ritopermetteva così il trasferimento del potere dalmondo degli dèi a quello degli uomini favorendol'istituzione della sovranità. In definitiva esinteticamente Stimilli dice: «Il problema deldebito generalizzato per molti versi èl'espressione di un potere coercitivo, in cui ildispositivo teologico-giuridico della "colpa" siidentifica con quello economico del "debito"» (p.106). La colpa che equivarrebbe all'essere indebito (al sentirsi in debito) Stimilli la ritrova inEsposito e Agamben, di quest'ultimo una citazioneche dà la chiave dell'approccio biopolitico allaquestione:la cifra [della] cattura della vita nel diritto non èla sanzione [...], ma la colpa (non nel senso tecnicoche questo concetto ha nel diritto penale, ma inquello originario che indica uno stato, un esserein-debito: in culpa esse) (p. 111 in "Homo sacer" p.32)Debito e colpa intersecano anche il camporeligioso non soltanto come derivazionisecolarizzate di concetti teologici, ma ancheaprendo una discussione o una riflessione sugliinflussi che le religioni hanno su elementi delcapitalismo neoliberista sia dal punto dellagenealogia, sia da quello degli sviluppi, mettendoin primo piano la questione dei rapporti più omeno strutturali tra i due ambiti, proponendoapprofondimenti che comprendano - all'internodelle riflessioni weberiane e a quelle suscitatedalla ripresa del frammento benjaminiano sulcapitalismo come religione - un'analisi deirapporti tra capitale e religioni comprendendodunque anche quelle non cristiane, per unalettura della globalizzazione che renda contodell'emergere di economie come quelle asiaticheo dell'influenza dell'Islam nel settore del credito equindi della finanza.L'ultimo capitolo è quello che riprende il lavorodella Butler in relazione alla "vita psichica delpotere" attraverso la quale ci troviamo di fronte a«nuove forme di istituzioni normative in grado diamministrare l'economia libidica a fondamentodella vita umana con modalità non

esclusivamente repressive, ma attraverso lariproduzione continua di condizioni indebitanti»(p. 187). In conclusione diremo che il saggio diElettra Stimilli mettendo in relazione i concetti didebito e colpa, coglie forse uno dei nodi piùimportanti di riflessione-discussione nell'attualecontesto delle pratiche antagoniste. Ricerca anchel'insieme delle possibilità che illustrino il piùpossibile i modi di operare del neoliberismo perriuscire a mettere in atto adeguate contromisuretutte comunque ancora da definire, mettendo adisposizione una grande quantità di materialepressoché indispensabile.

Ricette e altre storiea cura di Barbara Zattoni e Gabriele Palloni

chef attivi in perUnaltracittà

La Tatin (torta) di fichidi B.Z.

E' obbiettivamente difficile inserire questa ricettanel ciclo "riuso" perché, almeno per esperienzapersonale i fichi non avanzano mai, ma che sianocomprati o meglio ancora colti, consumati inbuona parte a chilometri superzero (portati dalramo alla bocca) e prima di avere impertinentiavvisaglie di mal di pancia, facciamo avanzare imeno integri. Così riprendo in mano una vecchiaricetta e vi racconto la mia versione con cennostorico di fine ottocento.Si narra che questo dolce sia nato dalla gran frettache ebbe la sig.na Stephanie Tatin quando siaccorse che mancava la torta di mele per il pranzoimminente, ma da brava cuoca qual'era, benchè inevidente difficoltà, non si arrese e cucinò d'istintouna... torta alla rovescia.Aiutata dalle competenze, invece di un paciugo, ciha lasciato una famosa e riconosciuta ricetta.Ancora una donna, anzi due perché insieme allasorella Caroline gestiva l'albergo-ristorante difamiglia nella scena di una ristorazione che dasempre ha bisogno di cultura, cervello e tenaciapiù dei cosiddetti muscoli maschili.

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Come se questi ultimi fossero garanzia di forza eresistenza.Passiamo al dolce.Per la pasta: 10 stampini o una tortiera da 24 cm.100 gr farina bianca 0 100 gr burro morbido 50 gracqua un pizzico di sale Si lavorano insieme tuttigli ingredienti poi mettiamo a riposare in frigoper 1/2 ora, questa "pasta sfoglia", coperta conpellicola o tovagliolo.Per il caramello: 150 gr zucchero semolato 75 grburro In una padellina far sciogliere il burro conlo zucchero, finché inizi a caramellare.Versarne una cucchiaiata nelle formine o nellatortiera, sistemare 3/4 fichi mondati e ricoprirecon la pasta tirata a mattarello, spessa 4/5 mm,sigillando bene i bordi allo stampino. Infornare a200/220° per 30 minuti, la pasta deve risultareben dorata.Prima di sformarli (molto delicatamente,staccando la pasta con l'aiuto di un coltello apunta tonda), aspettare che si stiepidiscono: ilcaramello bollente cola e non c'è bruciaturapeggiore.Servito tiepidino, con una salsa/crema profumataal limone, oppure alle noci, oppure quel che viverrà "in bocca" da abbinare, è sempre unbell'esempio di ingegno.