%22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

83
UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BARI “ALDO MORO” Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE ELABORATO FINALE IN STORIA DELLE DOTTRINE POLITICHE L’INTEGRAZIONE EUROPEA DELLA POLONIA NELLA OPINIONE DEGLI ATTORI DEL SUO SPAZIO PUBBLICO RELATORE: Prof.ssa Giulia Maria Gallotta LAUREANDO: Gianmarco de Bartolo ANNO ACCADEMICO 2014-15

Transcript of %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

Page 1: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI BARI

“ALDO MORO”

Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione

CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE

ELABORATO FINALE IN

STORIA DELLE DOTTRINE POLITICHE

L’INTEGRAZIONE EUROPEA DELLA POLONIA NELLA

OPINIONE DEGLI ATTORI DEL SUO SPAZIO PUBBLICO

RELATORE:

Prof.ssa Giulia Maria Gallotta

LAUREANDO:

Gianmarco de Bartolo

ANNO ACCADEMICO 2014-15

Page 2: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22
Page 3: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

INDICE

1. L’INTEGRAZIONE EUROPEA COME SPAZIO DI RICERCA SOCIALE

2. IL PROCESSO DI ALLARGAMENTO. L’INGRESSO DELLA POLONIA NELL’UE

3 IL DIBATTITO INTERNO, GLI SCHIERAMENTI POLITICI E I MUTAMENTI ANALIZZATI ATTRAVERSO GLI INDICATORI DI PERCEZIONE SOCIALE

4 DIMENSIONE SOCIALE DELL’INTEGRAZIONE EUROPEA DELLA POLONIA

4.1 Differenziazione socio-demografica nell’opinione degli attori del suo spazio pubblico riguardo l’integrazione UE

CONCLUSIONI

• POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION (ENG VERSION)

BIBLIOGRAFIA

Page 4: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22
Page 5: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

L’INTEGRAZIONE EUROPEA DELLA POLONIA COME SPAZIO DI

RICERCA SOCIALE

In situazioni di crisi globale, nel passato, i Paesi e i loro governi hanno optato

per strategie che propendevano verso una forma di protezionismo più o meno

accentuato, per limitare i rischi provenienti dall’esterno dei confini e per

tentare di rafforzare e privilegiare le risorse interne. È ormai più di un 1

decennio che in momenti di difficoltà globale lo sguardo non è più rivolto

verso l’interno; la soluzione non si cerca più con la testa china su se stessi, ma

si tende ad alzare la mira e guardare a strategie collettive nella speranza che

queste riescano a sortire gli effetti sperati. L’orizzonte che si apre al di là delle 2

Alpi e oltre le nostre coste è l’Unione europea. Una visione che ritrova le sue

radici culturali in periodi ben precedenti rispetto a quanto si è comunemente

portati a pensare. Una realtà che condiziona ogni campo, ogni aspetto delle

nostre condizioni di vita. Delle volte in maniera più incisiva, delle altre con

semplici note di indirizzo, ma sempre viene mantenuta come parametro

(positivo o negativo a seconda delle fattispecie o delle opinioni) per la

valutazione di politiche sociali, di formazione, di lavoro, di ambiente e

sostenibilità.

Una volta compresa l’incisività della realtà dell’Unione all’interno delle

nostre vite è bene che il passo successivo sia un’analisi puntuale e quanto più

obbiettiva della realtà in oggetto. L’analisi può riguardare variabili di carattere

economico (PIL, volatilità di una valuta, capacità di attrarre investimenti

dall’estero, capacità di sostenere il mercato unico, import, export, financial

banking ecc…) oppure può essere condotta attraverso la valutazione di

indicatori attinenti sfere di carattere più sociale (politiche di previdenza,

Matthieu Bussière, Emilia Pérez-Barreiro, Protectionist responses to the crisis global 1

trends and implications, European Central Bank, Frankfurt am Main, 2010.

Ibidem.2

Page 6: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

capacità del sistema d’istruzione, attenzione attribuita a temi come la cultura,

le pari opportunità, il welfare) oppure si possono intraprendere strade

relativamente meno battute ma non certamente meno efficaci nel rivelare

criticità o potenzialità di un determinato fenomeno.

Questo lavoro si propone di disegnare e descrivere la realtà Unione europea e

la sua azione sulle condizioni dei Paesi membri utilizzando esclusivamente

variabili che riguardano la percezione sociale riscontata nei cittadini che la

abitano.

La curiosità, che è insita nella ricerca di verità oggettivamente influenti a

livello economico o sociale attraverso lo studio della percezione dell’opinione

dei cittadini di uno Stato sugli eventi che stanno accadendo o che accadranno,

trae linfa vitale da uno dei più affascinanti principi della sociologia umanistica

formulato da William Thomas . In uno dei suoi teoremi egli sostenne che se 3

delle persone percepiscono una situazione in una data maniera e definiscono

quella come vera, la situazione risulta reale nell’attuarsi delle sue

conseguenze, a prescindere dalla sua stessa veridicità.

Quanto, quindi, la percezione di determinati avvenimenti è determinante ai

fini della realtà conseguente? E, viceversa, come è possibile modificare le

percezioni e le inclinazioni di un popolo al punto che le conseguenze future

risultino favorevoli?

Questo lavoro tenta di rispondere a queste domande attraverso la

comprensione di come le percezioni sociali di un intero Paese possano

effettivamente modificare in parte le reali condizioni di vita dello stesso.

Ai fini di un’analisi quanto più scevra da condizionamenti di fattori terzi il

campione è stato riportato e ristretto alla sola Polonia. Le motivazioni che

Robert K. Merton, The Thomas Theorem and The Matthew Effect, in «Social 3

Forces», December 1995.

Page 7: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

hanno spinto verso una scelta di questo tipo sono, prima che affettive, dettate

dalla grande curiosità che un Paese come questo riesce a tenere in vita.

Un Paese che ha iniziato realmente a guardare al mondo dal 1989 in

concomitanza con le prime elezioni libere, la definitiva caduta di Jaruzelski e

l’elezione di Lech Walesa che divenne il primo presidente eletto del Paese. Da

qui la sua caratteristica di essere avulsa da ogni tipo di retaggio precedente, la

Polonia può essere definita una pura figlia d’Europa perché rinata e cresciuta

nel suo seno e divenuta, ad oggi, uno dei punti di riferimento in termini di

crescita, dinamismo e sviluppo. 4

L’unico Paese europeo a non entrare in recessione durante la crisi globale che

si sta affrontando è in questo lavoro analizzato fissando bene negli occhi i suoi

cittadini, ascoltando le loro parole, le loro idee di politica e le loro prospettive

future. Ponendo attenzione al loro racconto di ciò che è stato e di ciò che è.

Correlando le loro aspettative alle loro reali condizioni. La Polonia è addotta

ad esempio di paese euroentusiasta, è mossa da una innata passione per

l’integrazione e i processi che governano le realtà comunitarie. Negli anni ha

vissuto intensamente il suo ruolo di “nuovo Stato membro” ed ha saputo dare

ascolto alle direttive europee con risultati sorprendenti . 5

Un forte senso del sacrificio e del bene comune ha guidato questo Paese anche

nei momenti più bui, quando alle porte bussava il malcontento e la delusione

per la contrazione economica riscontrata immediatamente dopo l’avvio delle

riforme economiche e l’ingresso nell’Unione. Un Paese che non si è piegato

alla spinta euroscettica che cavalcava timori di futura ininfluenza della Polonia

nei consessi europei e che oggi esprime Donald Tusk come Presidente del

Consiglio Europeo.

Tacconi M., Le due Polonie – L’Europa senza l’Euro, in «Limes» 1/20144

Alberico Iusso, Polonia, la Nuova Frontiera Economica dell’Europa, su http://5

Bloglocal.net 05/2014

Page 8: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

Un Paese che ha saputo far leva sul proprio orgoglio, sul proprio desiderio di

partecipazione al processo comunitario, sulla propria perseveranza e sul

proprio entusiasmo per raggiungere i risultati che ad oggi ne fanno la “best

practice” dell’UE. E’ sull’analisi scientifica (elaborata attraverso fonti ufficiali

di respiro internazionale) di quest’orgoglio, di questa determinazione, delle

speranze e delle effettive percezioni che i Polacchi hanno dell’Unione Europea

che questo lavoro si impernia e trova il suo compimento. È durante la mia

permanenza in Polonia per motivi di studio che ho avuto modo di interessarmi

a una lunga serie di significati contenuti nell’essere parte dell’Unione Europea

ma che appaiono quasi sopiti negli Stati ormai da molti e molti anni coinvolti

nel discorso comunitario.

Il discorso pubblico che ha avuto luogo in Polonia negli ultimi anni può

agevolmente essere racchiuso all’interno della parola “Europeanisation” intesa

come il sistema di processi, siano essi afferenti dinamiche di natura politica,

sociale o economica, intrinsecamente legati all’Unione Europea, che

diventano parte della struttura identitaria di un Paese.

Con il processo di integrazione della Polonia e degli altri Stati che fanno il

loro ingresso nel consesso europeo nel 2004, il baricentro dell’Unione si è

spostato in maniera considerevole ed evidenzia orizzonti ricchi di nuove

opportunità.

L’opinione dominante tra i Polacchi vedeva l’orizzonte dell’adesione

all’Unione Europea come un passaggio essenziale per il futuro del Paese, i

Polacchi erano ben consci delle difficoltà invalicabili che la Polonia avrebbe

dovuto affrontare in caso si fosse scelta una strada diversa da quella

comunitaria. Il periodo di crescente presa di posizione a favore dell’Unione

culminò il 7 e l’8 giugno 2003, quando i risultati del referendum decretarono il

Page 9: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

77.45% di voti a favore dell’ingresso definitivo della Polonia nell’Unione . Fu 6

così che dopo il 1 maggio 2004 la discussione riguardo l’adesione divenne

superflua e venne rimpiazzata dal dibattito sul posto che sarebbe stato

occupato dal Paese all’interno dell’Unione . 7

Certamente è un dato acclarato e storicamente dimostrato che il Paese in

questione nel 1989, quando la “IronCurtain” cadde definitivamente, versava in

situazioni terribili, ad un passo dalla bancarotta, con un grande, inefficiente

settore agricolo, con un sistema di collegamenti stradali e ferroviari ridotto ai

servizi minimi e un’economia che complessivamente non si distaccava di

molto da quella dell'Ungheria . Al tempo dei Paesi appena usciti dal giogo 8

comunista si ritenne possibile una fase di crescita per Ungheria e

Cecoslovacchia. Le speranze per la Polonia erano bassissime. A distanza di

meno di 26 anni quello stesso Paese si dimostrò l’unico di tutta Europa ad

essere capace di evitare la fase recessiva durante la crisi finanziaria, in parte

grazie ad una commistione vincente tra politiche fiscali e monetarie, una

modesta esposizione al mercato internazionale e un debito pubblico non

elevato. Una rilevazione dell’anno passato evidenziò che il PIL è stato più

elevato di un quinto rispetto a quello registrato alla vigilia della crisi. Una

economia in crescita, quindi, ma che dimostra solidità e un livello bassissimo

di vulnerabilità rispetto a shock provenienti dall’esterno, diede alla Polonia un

peso ancora maggiore all’interno dell’Unione. L’influenza crescente di questo

Paese va di pari passo, ed è anche nutrita in parte, dall’asse Polonia-Germania,

la seconda più importante relazione bilaterale dopo l’asse Germania-Francia.

ElżbietaSkotnicka-Illasiewicz, 5 Years of Poland’s Membership of the European Union in 6

the Social Context, The Office of the Committee for European Integration, Warsaw, 2009, su http://www.ukie.gov.pl

Ibidem.7

Martinelli A., Markets, Governments, Communities and Global Governance, in 8

«International Sociology», Vol 18.2, 2003, pp.291 - 323

Page 10: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

A conti fatti, dopo un periodo di tempo che permette di concedersi a

valutazioni che iniziano a rispondere a requisisti di oggettività e permanenza

nel tempo, si può affermare che il più grande singolo contributo al successo

della Polonia è stato l’uso sapiente che questa ha fatto della sua “membership”

europea. I Polacchi furono svelti nel riconoscere le opportunità insite nelle

politiche di coesione e nei fondi strutturali dell’Unione. Sin da subito questo

Paese evidenziò grande forza di volontà nei confronti del cambiamento e

dell’adeguamento agli standard europei. Un esempio di queste pratiche

positive messe in atto fu l’aspra lotta alla corruzione interna alla Polonia. Al

momento dell’allargamento, la Polonia, più che la Romania, la Bulgaria e tutti

gli altri Stati che ebbero accesso completo alle politiche comunitarie,

intraprese una durissima lotta alla corruzione diffusa nel settore pubblico e nei

procedimenti amministrativi e governativi. Queste iniziative seguivano una

equazione tanto chiara e solida, quanto, probabilmente, non ancora compresa

neanche dai Paesi più influenti dell’Unione: tanto più la classe dirigente e

governante è onesta e non ricopre cariche pubbliche abusando dei suoi poteri,

tanto più vi sarà un’efficace e capillare distribuzione dei fondi che l’Unione

metterà a disposizione degli Stati membri distribuendoli secondo le rispettive

esigenze e premiando i Paesi che, in maniera virtuosa, riescono a rendere

queste risorse effettivamente produttive.

È a seguito di questo e di altri successi che la Polonia è stata il più grande

destinatario di fondi, €145 bilioni tra il 2007 e il 2013 e ancora lo sarà,

percependo ulteriori €118 bilioni nel periodo di tempo tra il 2014 e il 2020 . 9

Come è stato possibile per la Polonia essere protagonista di una così grande

accelerazione? Come ha potuto fare così tanto meglio rispetto alle “stelle”

dell’Europa centrale? Dove si è trovata la forza e il consenso popolare per

The Economist, The second Jagiellonian age, su http://www.economist.com/9

specialreports, June 28th 2014

Page 11: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

sottoporsi collettivamente ad una delle più brusche e radicali “shock terapy”

volte alla nuova frontiera capitalistica e di libero mercato?

Questi i quesiti ultimi a cui si cerca di dare risposta in questo studio di sistema

che cerca di evidenziare, attraverso fenomeni evidenti e misurabili (elezioni,

indici di gradimento, indici economici, variazioni di tematiche nel dibattito

pubblico), la reale natura di un popolo che ha fatto tanto in un frangente

temporale tanto limitato.

In questo percorso risulta necessaria la comprensione dello senario che ha

portato alla definitiva adesione della Polonia all’Ue. Quali tappe sono state

raggiunte e quali modalità, quali strategie di pre-adesione sono state poste in

atto, sono gli interrogativi ai quali il capitolo che segue si propone di dare

risposta.

Page 12: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

IL PROCESSO DI ALLARGAMENTO. L’INGRESSO DELLA POLONIA

NELL’UE

Il processo di allargamento dell’Unione Europea che vide la Polonia parte

contraente dei trattati di adesione è oggettivamente ritenuto uno dei momenti

più significativi per gli obiettivi perseguiti e per il carattere palese delle

modalità con le quali questi obiettivi intendono essere raggiunti.

Sin dai primissimi passaggi riguardo il processo di integrazione europea, lo

studio approfondito dell’iter seguito dalla Polonia durante le strategie di

preadesione concede una comprensione puntuale di quali siano state, e tuttora

sovente rimangono, le difficoltà che una organizzazione complessa come

l’Unione Europea in una fase di crescita esponenziale possa trovarsi a

fronteggiare. L’adesione di dodici Stati membri, conclusosi a metà del primo

decennio del 21° secolo, rappresenta la più grande ondata d’allargamento

(quinto allargamento) che l’Unione Europea si sia mai trovata a fronteggiare e

impegna l’intera Unione ad un’approfondita riflessione e ad un necessario

rinnovamento in campo politico-istituzionale volto a sostenere i cambiamenti

radicali che questo evento porta con sé.

Dal 1° maggio 2004, 75 milioni di abitanti sono entrati a far parte dell’Unione

Europea. In seguito a tale evento lo spazio politico ed economico dell’UE25

comprende tre ex repubbliche sovietiche (Estonia, Lettonia, Lituania), quattro

Stati ex satelliti dell’URSS (Polonia, Repubblica ceca, Ungheria, Slovacchia)

un’ex repubblica iugoslava (Slovenia) e due isole del Mediterraneo (Cipro e

Malta).

La necessità di un contesto che possa soddisfare le esigenze di sviluppo e

crescita sia in campo economico che in campo politico e sociale proveniente

Page 13: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

da questi Paesi è cronologicamente attestata dalla pioggia di domande di

adesione presentate dagli stessi tra il 1994 e il 1996 . 10

Le linee direttrici che verranno seguite per tutto il processo di preadesione

della Polonia e degli altri Paesi coinvolti nel quinto allargamento vengono

dettate dal Consiglio Europeo di Copenaghen (1993). In questo anno vengono

determinati i criteri che ogni Paese deve rispettare per potersi qualificare

all’ingresso: a) la presenza di stabilità istituzionale che riesca a garantire il

corretto funzionamento della macchina dello Stato secondo principi

democratici; b) l’esistenza di una economia di mercato e la capacità di

fronteggiare le sfide poste dall’ingresso all’interno del libero mercato

mondiale e del mercato unico europeo; c) l’assunzione degli oneri o degli

obblighi di partecipazione dovuti alla necessaria adesione ai comuni fini

politici, economici e monetari dell’Unione. Assieme alla dichiarazione dei

parametri appena citati venne, anni dopo, costituita una strategia di preaccesso

ambiziosamente chiamata Agenda 2000 (volendo così dichiarare gli orizzonti

temporali che allora ci si aspettava rispettare) volta a identificare con ancora 11

maggiore incisività i passaggi da completare in vista di un’Unione sempre più

estesa ed eterogenea.

Alla Commissione europea venne attribuito il compito di articolare le tappe

per l’adesione dei candidati e di monitorarne il progresso nell’adattamento

all’acquis communautaire. L’Unione Europea si troverà così a gestire una

incredibile mole di incombenze dovute alla valutazione dei risultati raggiunti

attraverso gli accordi di associazione con questi Paesi e di conseguenza

inizierà una attività di screening per comprendere i tempi e le modalità da

Allargamento 2004: la sfida di un’UE a 25, 23.01.2007, su http://europa.eu/10

legislation_summaries/enlargement/2004_and_2007_enlargement/e50017_it.htm

Lea Ypi, Il Problema dell’allargamento dell’Unione Europea, in «XXI Secolo, Treccani 11

Enciclopedia», Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma 2009

Page 14: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

seguire onde evitare procedure di adesione che possano risultare inconcludenti

o addirittura nocive per i contraenti. Durante il periodo di esame dei progressi

compiuti da ciascun candidato, in base a quanto definito nei trattati di

associazione, si identificarono alcune criticità nell’acquisizione dei parametri

di Copenaghen. Le relazioni redatte dalla Commissione e sottoposte al

Consiglio rilevarono ad esempio dei ritardi nell’adattamento, da parte degli

stati candidati, agli standard in merito a politica agricola ed ancor di più si

rilevò che gli elementi essenziali al passaggio alla moneta unica risultavano

lungi dall’essere riscontrabili nei Paesi in esame. In seguito a questa capillare

attività di screening, il Consiglio europeo riunito a Lussemburgo il 12 e 13

dicembre 1997 lancia il processo di allargamento dell’Unione che si svolge

per tappe, secondo i ritmi propri di ciascuno Stato candidato, in funzione del

proprio grado di preparazione. Da questa decisione prendono corpo i negoziati

basati sul principio di “differenziazione”, secondo il quale ciascun Paese

recepisce le norme comunitarie nei tempi e nei modi consentiti dal proprio

impianto economico-politico . 12

Il grado di adozione dell’acquis da parte dei Paesi candidati veniva

costantemente valutato sulla base di precisi parametri che vennero definiti da

Agenda 2000 e confermati con forza dal Consiglio di Lussemburgo e

declinavano i seguenti ambiti di valutazione: le riforme istituzionali; le

riforme politiche interne (in particolare quelle in materia di politica agricola

comune e fondi strutturali); le trattative per l’adesione (con particolare

attenzione alla selezione dei candidati); e i preparativi per l’ingresso . 13

Quando ormai il quadro iniziava ad essere più chiaro e le iniziative da

perseguire iniziarono a risultare organiche e congruenti con le necessità di

un’Unione Europea che vede i suoi confini estendersi e le sfide tra

Mario Telò, Dallo Stato all’Europa, Edizioni Carocci, Roma 2004.12

Ibidem.13

Page 15: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

approfondimento ed allargamento moltiplicarsi, il Consiglio Europeo di

Laeken del 2001 prese atto della road map tracciata dalla Commissione nel

2000 per stabilire le scadenze delle varie tappe per l’adesione, confermando

l’anno 2002 come termine dei negoziati. Il quinto allargamento, nel quale la

Polonia assunse il ruolo di capofila, risultò particolarmente sui generis anche

per le numerose deroghe richieste all’Unione da parte dei Paesi candidati per

quanto concerne i tempi di messa in pratica dell’acquis e delle disposizioni

europee riguardanti l’ambiente, la libera circolazione delle merci e delle

persone e le politiche monetarie; per questo motivo gli allargamenti e i

negoziati successivi al 2004 sono identificati da una forte imposizione di

obblighi e condizioni specifiche, da assumere in tempi rigorosamente

concordati e, in larga parte, improrogabili . La Polonia riguardo le politiche 14

monetarie in senso stretto e la Romania in termini di lotta alla corruzione e di

raggiungimento di una armonizzazione degli apparati parastatali con le

istituzioni comunitarie, sono alcuni esempi di questa scansione alle volte

troppo arbitraria delle tempistiche di recezione delle direttive.

I rapporti annuali redatti e pubblicati nell’ambito della strategia di preadesione

evidenziarono delle evidenti differenze nell’assorbimento e nella capacità di

rispondere agli stimoli dell’Unione da parte dei Paesi coinvolti nella capillare

attività di monitoraggio. Sin dai primissimi tempi la Polonia evidenziò una

forte propensione strutturale a fronteggiare con successo le sfide che il

processo di integrazione avrebbe necessariamente comportato, delineando

scenari futuri che orienteranno il focus delle strategie europee nell’attribuzione

di diverse priorità proprio allo Stato polacco. La conferma di una notevole

mole di aspettative nei confronti della Polonia si concretizza analizzando i

programmi di assistenza economica grazie ai quali l’Unione Europea mirava a

sostenere i Paesi candidati al fine di agevolare l’assorbimento delle politiche

comunitarie.

T.Favaretto, Allargamento ad Est e Integrazione Europea, Franco Angeli, Milano 2004.14

Page 16: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

I negoziati di adesione, infatti, sono regolarmente preceduti da accordi

bilaterali nei quali i contraenti assicurano l’impegno dei loro sforzi e delle loro

risorse al raggiungimento di determinati obiettivi volti ad armonizzare i propri

impianti legislativi ed economici a quelli dell’Unione. Gli strumenti finanziari

adottati per portare a compimento ciò che era stato previsto negli accordi di

associazione e nei partenariati europei erano i programmi di assistenza

economica: CARDS (Community Assistance for Reconstruction Development

and Stability); ISPA (Instrument for Structural Policies for Pre-Accession) e

SAPARD (Special Accessiom Programme for Agriculture and Rural

Development) . 15

I programmi appena citati contemplava diverse attività di intervento

umanitario, con l’attenzione per la tutela dei diritti delle minoranze, di

intervento in merito allo stato del sistema di telecomunicazioni, garantendo

mezzi di informazione liberi. Questi programmi si occupano inoltre di

incentivi per le aziende agricole, formazione professionale, elaborazione di

sviluppo rurale, promozione e progettazione di infrastrutture di trasporto che

siano all’altezza della media europea. Nella grande moltitudine di programmi

che rispondono a questi parametri ne venne istituito uno che si rivelò

particolarmente efficace e che, ancora oggi, manifesta importanti meriti

nell’andamento complessivo dei Paesi che interessa. Il programma in

questione è il programma PHARE (Poland and Hungary: Assistance for

Restructuring their Economies) laddove l'acronimo ne evidenzia

immediatamente il carattere strettamente diretto a questi due Paesi ritenuti sin

da subito le realtà più promettenti , in quanto a dinamismo, dell’intera fase di 16

allargamento che si sta analizzando e non dimenticando anche che sono stati

Ibidem.15

H.Grabbe, The EU’s transformative power. Europeanization through conditionality in 16

Central and Eastern Europe, Basingstoke, New York 2006.

Page 17: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

storicamente i primi ad avviare processi di transizione dal comunismo

all’economia di mercato vera e propria.

Nato come strumento di assistenza nell’apporto di “know-how”, di assistenza

tecnica e come disponibilità a prestazioni di aiuto umanitario, ove necessario,

il programma PHARE muterà evolvendosi in un efficace strumento di

preadesione con preponderanza di interventi finanziari volti a sostenere gli

investimenti, a incoraggiare lo sviluppo e la spesa in settori come le

infrastrutture o la tutela dell’ambiente.

Entrando ulteriormente nel merito del programma di sostegno, per

comprendere con maggiore puntualità quali sono stati i presupposti sui quali la

Polonia edificherà poi con perizia e intelligenza la propria crescita ed il

proprio sviluppo, è necessario spiegare con maggiore chiarezza che il

programma PHARE (nato come sostegno unicamente per Polonia e Ungheria)

è stato adottato dall’Unione Europea come esempio e paradigma per la 17

stragrande maggioranza dei programmi di preadesione successivi a quello

polacco e ungherese.

Le attività di PHARE si concentrano su due obiettivi prioritari (oltre a quelli

precedentemente identificati inerenti allo sviluppo delle infrastrutture): aiutare

le amministrazioni nazionali e regionali e gli organi di regolamentazione e di

controllo dei Paesi candidati a familiarizzare con gli obiettivi e le procedure

comunitarie; incoraggiare gli investimenti tesi al miglioramento delle

condizioni di vita, ad una puntuale regolamentazione delle condizioni di

lavoro attraverso l’imposizione (da raggiungere in modo graduale) di standard

già applicati nei Paesi comunitari; definire standard qualitativi minimi di

produzione per raggiungere una tutela del consumatore che possa incontrare le

esigenze comunitarie.

UE a dieci anni dal più grande allargamento, su http://www.welfarenetwork.it/ue, 17

04.05.2014.

Page 18: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

L’allargamento del 2004 ha determinato un momento di fondamentale

importanza per il futuro dell’Unione, ha creato un sistema di collaborazione e

sinergia che ad oggi rappresenta un modello di sviluppo, ha permesso il

miracolo di un progresso sostenibile laddove risultava impensabile un cambio

di rotta tanto repentino e produttivo, al punto da rivelarsi un importante banco

di prova per la sostenibilità strutturale di un’Unione sempre più estesa.

Per una visione che possa permettere anche la minima comprensione della

complessità dei temi che l’Unione si trovò a fronteggiare, emblematico fu lo

scontro interno riguardo la libera circolazione delle persone avvenuto in

concomitanza con la risoluzione sul quinto allargamento. Visto l’incredibile

aumento dei cittadini comunitari e le scarse condizioni di vita dei loro Paesi

d’origine, venne realizzato nel 2002 uno studio da parte della Commissione

europea che dichiarò infondati i timori di un’invasione da parte dei lavoratori

dell’Est verso gli Stati membri dell’Unione . Nonostante gli esiti favorevoli e 18

rassicuranti dello studio, i Paesi confinanti come la Germania e l’Austria

premevano per ottenere garanzie in merito al livello di qualificazione dei

lavoratori in entrata e che riuscissero ad arginare la minaccia di un flusso

improvviso di immigrati provenienti da Paesi con alti tassi di disoccupazione e

salari più bassi rispetto alla media europea.

Preso atto delle irremovibili resistenze in tal senso la Polonia, e con essa tutti

gli altri candidati, dovettero rassegnarsi all’adozione di misure diverse a

seconda dei vari Paesi membri, alcuni dei quali erano a favore di chiare

restrizioni all’accesso (Germania e Austria), altri di uno schema di progressivo

abbattimento delle barriere (Belgio, Danimarca, Francia, Lussemburgo,

Olanda) e altri ancora a un mercato del lavoro aperto (Finlandia, Grecia,

Irlanda, Italia, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito).

Allargamento 2004: la sfida di un’UE a 25, su http://europa.eu/legislation_summaries/18

enlargement/2004_and_2007_enlargement/e50017_it.htm, 23.01.2007

Page 19: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

Questa fu una delle numerose riserve dalle quali la Polonia dovette partire

ormai 11 anni fa sviluppando una politica che non solo doveva riuscire a dare i

propri frutti, ma che doveva anche convincere e tranquillizzare gli altri Paesi

membri al fine di ricevere il riconoscimento e la credibilità che oggi le si

attribuisce e che le permette di esprimere con forza e chiarezza la propria

opinione nei consessi internazionali.

Ampliando il focus ancora una volta e tornando ad una valutazione

complessiva delle conseguenze portate dal quinto allargamento, bisogna

ammettere che, se da un lato esso ha permesso la nascita di giovani economie

virtuose come quella polacca e da questa ha attinto importanti spunti di

riflessione su un futuro quanto più volto al miglioramento della condizione di

vita dei cittadini europei, dall’altro lato ha evidenziato numerose criticità nel

sistema costituito di attribuzione di peso politico-governativo a ciascun Paese

membro. Ad esempio le procedure di voto nel Consiglio dei Ministri ed i

parametri seguiti per le successive turnazioni riguardo le cariche governative,

politiche e rappresentative dovettero essere rivisti e rivalutati a seguito

dell’ingresso dei nuovi Stati membri.

La necessità di definire con maggiore chiarezza quali fossero i confini

territoriali e culturali dell’Unione si affermava con sempre maggiore forza e

vedeva la ridefinizione formale e sostanziale di un preciso paradigma valoriale

e l’identificazione di una scala di priorità come una via necessaria per

riaffermare con forza l’identità economica, sociale e politica dell’Unione sia al

suo interno, sia nei confronti delle altre potenze mondiali.

È da questi interrogativi e da queste criticità che questo lavoro vuole partire,

valutando con attenzione le conseguenze che il processo di integrazione

europea ha avuto sulla Polonia, si vogliono analizzare quali punti salienti

hanno caratterizzato quella che è definita la “best practice” dell’Unione, la

concretizzazione dei valori e dei percorsi che sostanziano l’idea europea sin

dall’inizio, il tangibile progresso veicolato dalle politiche economiche

Page 20: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

comunitarie. A questa esigenza di comprensione e di analisi spesso si risponde

con l’applicazione diretta, quand'anche sterile, di meri indicatori economici;

per questo lavoro il focus è mantenuto sempre centrato sulla valutazione che i

cittadini polacchi hanno dell’integrazione e della vita europea, sulla

percezione diretta che questi hanno dei paradigmi che la governano e sulla

comprensione delle inclinazioni sociali conseguenti alle modificazioni che la

Polonia ha vissuto in questi primi 11 anni come Stato membro dell’Unione

Europea.

Page 21: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

IL DIBATTITO INTERNO, GLI SCHIERAMENTI POLITICI E I

MUTAMENTI ANALIZZATI ATTRAVERSO GLI INDICATORI DI

PERCEZIONE SOCIALE.

Il supporto del popolo polacco nei confronti della adesione all’Unione

Europea è sempre rimasto estremamente alto nel tempo, e registrò uno dei

livelli massimi durante i tre anni a seguire l’ufficiale integrazione.

Un importante dato da tenere in considerazione prima di proseguire l’analisi è

che una delle chiavi per comprendere questi elevatissimi livelli di favore nei

confronti dell’Unione e delle sue politiche si sostanzia nelle aspettative che il

popolo polacco nutriva verso la condizione della futura Polonia e del ruolo che

avrebbe giocato nei consessi internazionali. Era, quindi, spesso di carattere

politico piuttosto che economico la natura delle aspettative da parte di larga

parte del popolo polacco. In relazione a questo, uno scenario molto più chiaro,

si delinea quando si vanno ad esaminare le varie posizioni e il dibattito

pubblico sviluppatosi intorno all’UE da parte di partiti politici, leader

d’opinione e opinione pubblica con rilevazioni che riguardano un tempo

precedente ed anche successivo l’effettiva adesione e la conclusione dei

negoziati preliminari . 19

Anno rilevante e particolarmente indicativo della situazione politica interna

della Polonia è il 2005, nell’autunno del quale si tennero le elezioni

presidenziali ed, in concomitanza, quelle parlamentari. Entrambe le

consultazioni videro una vittoria decisa nei contenuti (ma meno nei numeri) da

parte dello schieramento di destra, con a capo il partito “Law and

Elezioni Europee: la Polonia vota per l’Ucraina, in « L’Internazionale », 13.03.201519

Page 22: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

Justice” (Prawo i Sprawiedliwosc) con il 27% dei voti . Tale partito riuscì ad 20

esprimere una solida maggioranza in parlamento e permise la vittoria in fase

di secondo turno di Lech Kaczynski alla carica di Presidente della Repubblica.

Lo schieramento in questione volle porre come cardine e centro della sua

politica un forte scetticismo nei confronti del processo d’integrazione europeo

che venne ritenuto a più riprese invasivo e soffocante . 21

La coalizione di destra che vinse le elezioni polacche del 2005 si componeva

di altre due principali forze politiche che abbracciavano un euroscetticismo

fervido e deciso: il partito Self-Defence (Samoobrona) e The League of Polish

Families (Liga Polskich Rodzin). Il primo, che attingeva il suo elettorato dalla

fascia di popolazione per lo più di estrazione contadina e che contava nel suo

elettorato un maggioritario numero di operai e bracciati, conquistò l’11.4% dei

voti conquistando la terza posizione. Il secondo, un partito che affondava le

sue radici negli ambienti clerico-nazionalisti e che ebbe grande evidenza nel

2003 in concomitanza con il referendum, portando avanti un’aspra posizione

antagonista nei confronti dell’Unione Europea, totalizzò l’8% dei voti.

Il 2005 rappresentò una forte battuta d’arresto in termini di tempo e

accelerazione del processo integrativo. Il governo precedente volle, al

contrario di questo, a tutti i costi completare l’ingresso nella eurozona il prima

possibile, in modo da perseguire l’aspirazione di non finire ai margini di un

discorso europeo che ascolta solo un “inner core” dei Paesi dell’UE.

Sin dal primo momento il nuovo governo evidenziò la sua volontà di vedere

l’integrazione europea non certo come una priorità, soprattutto se questa

avesse potuto comportare l’introduzione di politiche fiscali restrittive con

conseguenze negative sul breve periodo.

Aleks Szczerbiak, Why do poles love the EU and what do they love about it?: Polish attitudes 20

towards European integration during the first three years of EU membership, Sussex European Institute Working Paper, No. 98, 2007.

Ibidem.21

Page 23: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

All’anno delle elezioni successero anni ancora più duri per i rapporti Polonia-

UE. Il primo segnale dell’inasprirsi del dialogo fu il rimpasto in seno al

Ministero degli affari esteri. Durante il primo periodo di governo da parte di

Law and Justice lo scranno fu gestito da Mr Stefan Meller, un diplomatico non

di estrazione storicamente partitica che in alcune occasioni aveva evidenziato

ansia nei confronti delle posizioni assunte dal suo partito di maggioranza . 22

Quando il partito decise di rendere la linea ancora più rigida, allontanò Mr

Muller e pose al suo posto Anna Fotyga, alleata fidata del Presidente

Kaczynski. Immediatamente dopo la sostituzione tra i banchi del governo e

durante l’estate del 2007, il governo polacco iniziò una dura battaglia nel

merito delle politiche europee. Si iniziò dalle modalità di voto in seno al

Consiglio , il governo polacco nella figura del suo Ministro degli esteri e di 23

Jaroslaw Kaczynski (fratello del Presidente polacco) sferrò un potente attacco

agli equilibri comunitari affermando che il numero di voti attribuiti in

Consiglio dei Ministri non sarebbe dovuto essere basato esclusivamente sul

parametro della popolazione ingiusto data l’iniquità di quest’ultimo,

considerati i sei milioni di Polacchi uccisi dalla Germania durante la seconda

guerra mondiale . 24

Durante le trattative tra istituzioni europee ed esponenti degli affari esteri

polacchi, il governo subì una serie di sconfitte politiche interne che ne

screditarono le posizioni e la forza elettorale. Nel settembre 2007 Law and

Justice perse le elezioni in favore di un partito dal respiro ben più liberale

come Civic Platform (Platforma Obywatelska). Pur con il radicale cambio di

vedute al governo, uno dei caratteri più controversi del rapporto Polonia-UE

Ibidem.22

Il Trattato di Nizza aveva istituito un sistema di maggioranza qualificata, basato su una nuova 23

ponderazione dei voti e una clausola della soglia demografica. Il numero di voti attribuito a ciascuno Stato membro era ponderato affinchè la legittimità delle decisioni del Consiglio potesse essere mantenuta in temini di rappresentatività demografica ed economica.

Aleks Szczerbiak, Why do poles love the EU and what do they love about it?: Polish attitudes 24

towards European integration during the first three years of EU membership, cit.

Page 24: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

ha sede proprio nel dibattito intorno al mantenimento del sistema di voto

sancito dal trattato di Nizza. Il leader dello schieramento vincitore alle elezioni

del 2007, Jan Rokita coniò lo slogan “ Nice or Death” (Nizza o Morte) per

enfatizzare la volontà di preservare il sistema di votazione che attribuiva alla

Polonia ben 27 voti all’interno del Consiglio dei Ministri, soltanto due in

meno rispetto ai quattro Stati più grandi e potenti ovvero Regno Unito,

Francia, Germania e Italia. Il nuovo sistema di voto, discusso dopo quello

decretato a Nizza, prevedeva una doppia maggioranza che veniva ritenuta

valida soltanto ove si fosse raggiunta la quota di rappresentanza del 60% della

popolazione europea e del 50% degli Stati.

Il motivo per il quale è importante valutare con attenzione il tema riguardante

le modalità di voto è dovuto alla evidente correlazione tra il dibattito pubblico

interno allo Stato polacco (e conseguentemente al consenso espresso nei

confronti del processo di integrazione) e l’andamento della discussione intorno

alla rivisitazione del trattato di Nizza. La serie di dati che ci si appresta ad

esaminare viene periodicamente pubblicata dalla Commissione europea con il

nome di “Eurobarometro” ed esamina l’andamento degli indici di gradimento

da parte del popolo europeo nei confronti delle politiche adottate in un dato

periodo, oppure delle istituzioni europee stesse. Così come si è già accennato,

l’approccio alle istituzioni comunitarie da parte del popolo polacco è da

sempre stato caratterizzato da una forte rigidità e uno sguardo sempre critico e

mai prono al volere degli organi superiori. Questa attitudine si rileva

immediatamente attraverso una valutazione attenta dello scenario politico-

governativo che vede lo strapotere di formazioni politiche euro-critiche.

La grande maturità del popolo polacco nei confronti delle sorti del proprio

Paese si evince dagli Eurobarometri rilasciati dalla Commissione europea, che

evidenziano già nel marzo 2007 come il 67% degli intervistati dichiarò che

l’essere membro UE comporta benefici per il proprio Paese. Il dato è ancora

più sorprendente se lo si paragona alla media europea che in tal senso si attesta

Page 25: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

intorno al 50% oppure si accosta al 42% del campione polacco che rispose in

maniera ugualmente positiva allo stesso quesito nella primavera del 2004. 25

Lo scenario che va definendosi mette in luce una lunga serie di interrogativi in

merito che risulta necessario sciogliere. Ci si trova dinnanzi ad un Paese dove

le elezioni politiche vengono sistematicamente vinte da formazioni rigide e

sospettose nei confronti dell’integrazione europea, e che si posiziona su livelli

di gradimento europeo del 17% superiori rispetto alla media degli Stati

membri, un Paese che guadagna un delta di 25 punti percentuali di incremento

di favore in poco meno di tre anni . La situazione che precedeva l’effettiva 26

adesione vedeva un popolo che per il 51% si aspettava di vedere i propri

standard di vita crollare, che per il 42% riteneva inevitabile un deterioramento

della qualità del servizio sanitario e che per il 39% pensava che il mondo del

lavoro sarebbe stato uno dei settori maggiormente colpiti dalle conseguenze

negative della partecipazione alla vita comunitaria . 27

Queste le basi da cui partire alla ricerca di risposte che possano chiarire il

processo che ha tramutato questo scenario nella forza emergente e trainante

che la Polonia è ai giorni nostri. La Polonia è oggi il punto di rifermento al

quale vengono adeguati gli interventi di sostegno ai Paesi che si trovano

ancora in condizioni di transizione verso una posizione stabile all’interno

dell’Unione Europea, è un modello al quale sovente si guarda alla ricerca di

operazioni di sistema che possano risultare vincenti in un periodo

indubbiamente difficile, declinato in ogni settore ed in ogni Paese.

Le parole che Tadeusz Mazowiecki, il Primo Ministro polacco pronunciò nel

1989, certamente sintetizzano una parte importante per comprendere lo spirito

che ha animato il popolo polacco in questi anni di transizione e di crescita

European Commission, Eurobarometer: Public Opinion in the European Union Executive 25

Summary: Poland, OPOCE, Luxembourg, June 2007

Ibidem.26

Ibidem.27

Page 26: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

esplosiva. «One cannot see a trace of the enthusiasm that accompanied these

events. We are joining the EU with neither a feeling of a great historical

victory, nor of a historical defeat. We are joining cautiously, knowing well that

much depends on the fate of the Union itself, non Polish politicians, but also

on ourselves… The closer that we get to EU accession, the more uneasy and

uncertain we are» . 28

Delineato il processo che portò la Polonia dai vari trattati all’adesione ufficiale

all’Unione Europea, valutato lo scenario politico al governo nei primi anni

dopo il 2004, risulta efficace iniziare un’analisi dettagliata delle percezioni

sociali dello scenario europeo da parte del popolo polacco, partendo dal

supporto espresso verso la qualità del sistema politico dominante nell’Unione.

Questa analisi non può prescindere, poi, da come questo sistema possa influire

sullo scacchiere interno polacco. Attingendo e mettendo a sistema le

rilevazioni svolte dagli Eurobarometri della Commissione europea tra la

primavera del 2006 e del 2007, un campionamento raccolto in un report dello

ISP ed uno studio pubblicato sul quotidiano “Rzeczpospolita”, i risultati

evidenziano una verità incontrovertibile sulla quale si è portati a riflettere

probabilmente con eccessiva superficialità: l’ingresso all’interno della

compagine europea da una vastissima fetta della popolazione polacca viene

ritenuto una garanzia di qualità del sistema politico internazionale con

conseguenze positive anche sul piano nazionale.

In altre parole, uno dei punti saldi nell’opinione del popolo polacco nei

confronti dell’Unione Europea è il grande supporto che questa istituzione può

fornire ad una classe politica che, in buona parte, viene vista come corrotta ed

egoista. Le politiche internazionali e il rapporto di sussidiarietà instaurato tra

le istituzioni comunitarie e gli schieramenti governativi nazionali erano

ritenuti fattoti di garanzia di buon governo e buona politica, declinando le

A.L.. Dimitrova, Driven to change. The European Union’s enlargement viewed from the East, 28

Manchester University Press, Manchester-New York, 2004

Page 27: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

conseguenze di questa vicinanza su due livelli. Il primo livello è quello che

concerne prevalentemente questioni di controllo che le istituzioni

internazionali portano avanti nei confronti dei governi nazionali, e il secondo

implica lo sviluppo sinergico e sintetico che si crea nella cooperazione

internazionale.

Le opinioni espresse nel discorso pubblico sull’Unione e il posto che, al suo

interno, la Polonia deve occupare è per questo direttamente connesso a

convinzioni radicate da tempo e riguardanti questioni di carattere

prevalentemente domestico, cioè in larga parte, fattori di pertinenza sociale.

Molta della politica inizialmente intercorsa tra Polonia ed Unione si incentrava

sul riguardo assoluto, richiesto con forza dal governo polacco, per il

mantenimento di un rapporto che non desse adito a una visione coercitiva e

invadente dell’Unione sul popolo polacco, le sue tradizioni, i suoi retaggi, i

suoi valori. Al termine della fase iniziale di interazione politica e sociale tra

realtà locale ed internazionale, che non portò con sé alcun trauma

nell’opinione pubblica, il governo proseguì il suo cammino nel nome della

condivisione europea. Con il favore di un popolo esigente ma favorevole alle

politiche in atto, il governo polacco e l’opinione pubblica spostarono assieme

il focus dell’attenzione sull’analisi delle attitudini e delle caratteristiche su cui

puntare per rendere la Polonia uno Stato membro strategico e quindi

imprescindibile e grandemente considerato dall’intera Unione.

Nell’aprile 2006 si evidenziò come il 72% dei Polacchi affermassero la loro

fiducia nell’Unione, mentre solo il 28% espresse una sensazione di sicurezza

nei confronti dei propri governanti. L’83% ritenne che il primo interesse che

occupava le attività dei propri governanti era quello dei governanti stessi,

mentre solo il 44% riteneva questo fosse il caso dell’UE . Questa diffusa 29

percezione di un possibile “tutoraggio politico” applicabile alle istituzioni

Eurobarometer 67 . Public Opinion in the European Union Executive Summary: Poland, OPOCE, 29

Luxemburg, June 2007

Page 28: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

interne ha contribuito per anni e continua ancor oggi a contribuire alla

caratteristica propensione di questo popolo nel sopportare alcuni necessari

sacrifici in vista della creazione di un sistema politico ed economico sano e

robusto.

Le critiche espresse alla propria classe dirigente e politica nel biennio

2006/2007 furono feroci e apparentemente inarrestabili. La chiara visione di

un paradigma (quello europeo) che evidenziava la sua efficienza, paragonato

al modus operandi di una classe dirigente interna che non poteva che

ammettere la sua inadeguatezza portò ad un’aspra contestazione. Il 78% dei

Polacchi dichiarò di sentire che le proprie istituzioni statali non operavano in

un regime di efficienza, esattamente nello stesso periodo in cui

l’Eurobarometro della Commissione europea registrò l’ennesimo record in

termini di gradimento per l’UE da parte del popolo polacco . Il 68% degli 30

intervistati affermò la sua completa fiducia nelle istituzioni europee (i.e.

Parlamento, Commissione e Consiglio dei Ministri) attestando il proprio Paese

ad uno dei livelli più alti tra gli Stati membri (la media era del 45%) e

delimitando lo scarto più elevato effettuato nel minor tempo (dal 33%

registrato nella primavera del 2004, 35 punti di incremento in 2 anni) . 31

L’umiltà dimostrata in questo frangente dal popolo polacco e il suo desiderio

di rivalsa, insieme alla sua forte attitudine alla critica aspra nei confronti di

sistemi che non funzionano, dà immediatamente il primo esempio di una lunga

serie di riflessioni che è bene tenere a mente quando si valutano i cambiamenti

che l’Unione Europea ha portato nella vita degli Stati membri e dei popoli che

li abitano. Lo studio della situazione polacca permette la comprensione di

questi aspetti con lo sguardo il più neutrale possibile, in quanto, prima della

realtà europea, la Polonia aveva conosciuto solamente scenari di dolore,

guerra e repressione. Così il popolo polacco prende posizione ed evidenzia a

Ibidem.30

Ibidem.31

Page 29: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

tutti gli Stati membri come si debba ricercare una situazione di controllo

reciproco degli apparati istituzionali, un sistema di forze politiche e

governative che lavorino fianco a fianco per garantire degli standard di vita e

di governo più elevati. La qualità della materia governativa, la lotta alla

corruzione ed al malcostume politico, l’abbattimento di ogni concezione della

cosa pubblica come mezzo per raggiungere fini o ambizioni personali, è uno

dei punti sui quali maggiormente la Polonia batte i pugni e sui quali ogni Stato

membro necessita di porre una riflessione al fine di raggiungere un obiettivo

che sia degno di portare il nome di Unione Europea.

Giungendo alla conclusione di questo capitolo e volendo ridefinire con ordine

le riflessioni che qui sono state espresse, è necessario razionalizzare ancora

meglio la lunga serie di concetti che in queste pagine hanno trovato

espressione. La tensione sociale interna, il dibattito pubblico e quello partitico,

il volere popolare che si traduce in un voto e l’insieme di questi che realizza

una linea da seguire, date le variabili tenute sotto esame nelle pagine

precedenti. La comprensione delle ragioni che governano la fiducia, piuttosto

che la sfiducia nelle realtà governative sovranazionali e le sue implicazioni.

I Polacchi nel corso degli anni hanno dimostrato di essere pienamente

coscienti del fatto che una delle più incisive decisioni della storia del loro

Paese è stata presa e pare, ad oggi, avere carattere irreversibile. La

convinzione che la natura di Stato membro dell’Unione sia una condizione

ormai naturale, sta gradualmente intensificandosi. La Polonia percepisce

ormai se stessa come un “full member” dell’Unione e non più come una realtà

che incentra il suo agire sulla dimostrazione di essere all’altezza delle prove

che attendono l’UE stessa.

L’inclinazione dei Polacchi all’UE è divenuta più di carattere pratico. Il senso

di paura e timore nei confronti dell’Unione è svanito ed ha lasciato spazio ad

un approccio maggiormente lucido e pragmatico, volto a superare eventuali

difficoltà sfruttando una forte attitudine al realismo. Questa caratteristica si

Page 30: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

traduce chiaramente nell’analisi tematica del dibattito pubblico che avviene in

Polonia, dove si è assistito ad una inversione di tendenza. Nei momenti subito

precedenti e successivi all’adesione, il dibattito si concentrava su tematiche di

carattere prevalentemente “alto” e verteva su principi, valori, credenze; da

alcuni anni ormai il focus verte su questioni decisamente più legate alla vita di

ogni giorno dei cittadini polacchi e comunitari e sempre più include, a livello

governativo, tavoli di negoziazione mirati, piuttosto che semplici prese d’atto

delle direttive espresse dagli organismi comunitari . 32

L’intensificarsi quotidiano dei momenti di contatto Polonia-UE rafforza la

convinzione che l’Unione non sia solo Bruxelles, che l’essere membro

dell’Unione conceda opportunità di cooperazione in una moltitudine di aspetti

della vita grazie anche alla possibilità di visitare altri Paesi europei e venire in

contatto con cittadini di altri Stati membri attraverso un’enorme quantità di

programmi di studio, di formazione, di lavoro . 33

La discussione polacca concernente l’Unione non è e non può essere

considerata una mera astrazione, anzi, questa permette di avere un contatto

incontrovertibile con la realtà, di valutare situazioni alle quali probabilmente i

vecchi Stati membri risultano assuefatti e non riescono più a percepire appieno

le opportunità insite nell’UE . La possibilità illimitata di misurarsi con 34

contesti diversi e sempre nuovi potendo mettere al servizio dell’altro la propria

diversità ed il proprio know-how è uno dei principali motori che tiene in vita

giorno per giorno l’entusiasmo polacco nei confronti di questa realtà.

La Presidenza polacca dell’Unione Europea: Donald Tusk, in « Il Post »02.07.201132

Stephan Faris, How Poland became Europe’s most dynamic economy, su http://33

www.bloomberg.com, 27.11.2013

F. Schimmelfenning, U. Sedelmeier, The politics of European Union enlargement. Theoretical 34

approaches, Cambridge University Press, London-New York 2005

Page 31: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

Contestualmente, il discorso politico interno inerente l’Unione europea è

ancora dominato da un utilizzo strumentale e subordinato a propositi personali

o di partito delle tematiche in gioco. Prescindendo da questo, sembra che, al di

là della sterile competizione elettorale incentrata sulla prova di quale

schieramento sia maggiormente interessato alla tutela della libertà del proprio

Paese, tutti i corpi politici in gioco abbiano realizzato che l’Unione Europea

intesa come un insieme di realtà che operano in piena sinergia, sia un gioco a

ben più che somma zero per tutte le realtà che ne prendono parte.

Una importante porzione della popolazione polacca sente che i più

“rivoluzionari” eventi storici che la interessano immediatamente siano già

avvenuti. Non solo l’indipendenza della Polonia, ma anche l’ingresso nella

NATO e successivamente nell’Unione Europea erano eventi che non troppo

tempo addietro risultavano inimmaginabili. Così, prima si è puntato a risolvere

e portare a termine le necessità oggettive e basilari di carattere nazionale,

successivamente il livello delle esigenze è cambiato e, si potrebbe arrivare a

dire, si è evoluto . Al giorno d’oggi, gli obiettivi che la popolazione polacca 35

sta perseguendo sono più dettagliati, meno sistemici, più pragmatici e

quotidiani, anche mondani.

È comunque chiaro ai Polacchi che la stragrande maggioranza di questi

obiettivi sono stati raggiungi grazie anche ai cambiamenti strutturali, al

processo di civilizzazione, alla trasformazione tanto affascinante quanto

storicamente rilevante che l’integrazione europea ha permesso.

Mitchell A. Orenste, Six Markets to Watch: Poland, from Tragedy to Triumph, su http://35

www.foreignaffair.com, January/February 2014

Page 32: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

DIMENSIONE SOCIALE DELL’INTEGRAZIONE EUROPEA DELLA

POLONIA

L’allargamento posto in essere nel 2004 dall’Unione Europea dovrebbe essere

considerato ed analizzato non esclusivamente come un fenomeno politico o

economico, ma anche come un evento sociale di rilevanza considerevole.

Processi sociali e cambiamenti di questa tipologia presentano un elevatissimo

grado di complessità ed una vasta gamma di aspetti da approfondire.

Per misurare questi ultimi, oltre agli indicatori socio-economici, sono utilizzati

anche gli “opinion polls”, che rilevano l’approccio soggettivo degli intervistati

riguardo un fenomeno ed uno specifico punto di vista rispetto ad un tema che

interessa la popolazione in genere. Risulta importante notare che le opinioni e

i punti di vista espressi dai cittadini non hanno carattere statico, ma al

contrario evidenziano un elevato grado di cambiamento nel tempo ed a

seconda delle circostanze. Queste rilevazioni di carattere sociale rilevano così

gli indici nel cambiamento di atteggiamento di una popolazione, le sue

valutazioni rispetto a date aspettative sociali, le correlazioni con il progresso

economico e politico . 36

Sin dal 1990 iniziò un’operazione costante di monitoraggio da parte dei più

illustri istituti nazionali ed internazionali di ricerca sociale e statistica (tra i

quali i principali sono quelli elencati in nota a piè di pagina) dei trend riguardo

l’approccio sviluppato dai Polacchi rispetto alla realtà europea. Inizialmente,

la possibilità di comparare le varie rilevazioni era bassissima data la grande

diversità di approccio nel metodo e nel merito rispetto ad un fenomeno,

ovvero le conseguenze sociali portate dall’integrazione europea, che ancora

non presentava una maturità tale da riuscire a soddisfare analisi di sistema che

fossero significative e adatte a scopi di ricerca. Con il passare degli anni, con

MałgorzataKałużyńska, KatarzynaSmyk, JakubWiśniewski, 5 years of Poland in the European Union, 36

Office of the Committee for European Integration,Warsaw 2009

Page 33: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

un’opinione pubblica più consapevole si è riusciti a comparare le varie

indagini e sottolinearne i caratteri costanti e quelli che invece risultavano

soggetti a maggiore volatilità.

Lo scopo di questa sezione del lavoro è di evidenziare questi trend e

sottolineare le variabili che incidono su valori più o meno incisivi riguardo il

supporto o la riluttanza dei Polacchi nei confronti della realtà dell’Unione

Europea. Si comprenderà come il favore nei confronti dell’Unione sia soggetto

alla variazione dei gruppi sociali, delle età, del lavoro svolto e ad una lunga

serie di variabili sociali, si cercherà inoltre di catturare le dinamiche legate ai

benefici o ai costi sostenuti dalla popolazione attraverso le percezioni dei

cittadini stessi. I fattori che possono influenzare cambiamenti di attitudine nei

confronti dell’Unione Europea possono essere potenzialmente infiniti ed

innumerevoli. Possono sussistere fattori interni agli Stati, come ad esempio il

supporto per il governo, gli indici di sviluppo economico ecc. oppure fattori di

sistema, che riguardano lo scenario globale o regionale, quali ad esempio la

situazione e il benessere dei mercati globali.

La Polonia è certamente uno degli Stati membri più entusiasti e tra gli anni

2005 e 2009 la media di cittadini polacchi che ritenevano l’Unione come un

fattore positivo e fonte di opportunità superò nettamente la media europea.

Page 34: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

"

La stabilizzazione del supporto nei confronti dell’Unione era anche dovuta ad

una concezione ben radicata nella mente dei Polacchi, secondo cui l’Unione

rappresentava uno scenario futuro inevitabile, risultato dei processi globali.

Nel periodo subito precedente l’adesione, il favore nei confronti dell’Unione

risultò non costante, conseguenza di uno stato di grande ansia e di una visione

del futuro sempre più conscia dei sacrifici che attendevano la popolazione

intera. Se in un primo tempo il supporto era basato su aspettative generali

riguardanti il progresso culturale e civile e l’avvicinamento generico verso i

Paesi più ad occidente, con il passare del tempo il giudizio si fondava su basi

potenzialmente più solide. A questo aspetto va associato il progressivo

bilanciamento delle aspettative legate all’ingresso nell’Unione. I benefici

attesi erano considerati su prospettive temporali di lungo periodo, si credeva

che solo la generazione successiva avrebbe potuto godere appieno dei frutti

del processo in atto.

La popolazione sperava, con l’ingresso nell’UE, di movimentare e sviluppare

notevolmente il suo mercato ed auspicava un crollo della disoccupazione (che

toccò il 20% nel 2002 ), dall’altro lato temeva l’impennata dei prezzi e il 37

Eurobarometer 65, Public Opinion in the European Union Executive Summary: Poland, OPOCE, 37

Luxemburg, January 2007.

Page 35: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

conseguente peggioramento nel proprio tenore di vita. Seppur questi dubbi

crebbero grandemente durante i mesi immediatamente precedenti al

referendum, questo vide il 77,45% dei voti a favore dell’integrazione . Questa 38

cifra è in parte dovuta all’approccio maturo degli euroscettici, che, seppur

ipercritici nei confronti degli scenari futuri che si spingevano oltre i confini

nazionali, ritennero priva di senso l’opposizione ad un evento tanto inevitabile

e preferirono astenersi dal voto.

Nel periodo intorno all’entrata in vigore del trattato definitivo di adesione del

1 maggio 2004, i cittadini polacchi evidenziano, all’interno delle loro risposte,

un forte allontanamento dal trend tra i supporter e gli oppositori, la forbice

ebbe una crescita notevole tra queste due categorie, mentre il numero degli

indecisi scende grazie alle campagne d’informazione messe in atto per educare

l’opinione pubblica . 39

"

A due anni dall’ingresso nell’Unione, le rilevazioni evidenziano che la

porzione di cittadini convinti che l’integrazione comporti più benefici che

sacrifici è tre volte più grande di quella che ritiene il contrario. Un’analisi più

Ibidem.38

Monitoraggio effettuato da SMG/KRC commissionato da DA UKIE, Marzo 2004, cit. CBOS, Summary 39

of Poland’s five years in the European Union, BS/66/2008, April 2008

Page 36: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

approfondita rivela chiaramente come il livello di supporto per l’Unione,

risulti sistematicamente legato alla sua crescita graduale e continuata nel

tempo. Questo dato evidenzia una serie di fattori che è importante rendere

palesi. In primo luogo l’efficacia del sistema di comunicazione pubblica, che

ben adempiva al suo compito di informare i cittadini. In secondo luogo,il fatto

che questa costante crescita di favore coincida con la progressiva

comprensione oggettiva di quali possano essere i benefici di cui un cittadino

può personalmente godere.

Infine, attraverso il carattere graduale della crescita del livello del supporto si

può desumere l’attitudine del popolo polacco che, seppur favorevole, mantiene

il livello dell’analisi su un piano razionale e non basa le sue percezioni su

infondati entusiasmi passeggeri.

Esattamente due anni dopo l’ingresso del 2004 le implicazioni positive di

questo evento sull’economia polacca diventavano sempre più evidenti. Più

della metà della popolazione dichiarava tangibili le influenze positive sullo

stato di salute del mercato interno (57%, 10 punti in più rispetto all’anno

passato ). Questo dato va però accompagnato alla valutazione di insufficienza 40

dei miglioramenti nel mercato del lavoro che già nel 2005 i cittadini

incominciarono ad evidenziare. In quel periodo l’opinione ancora presente

nella popolazione valutava il processo di integrazione europea come un

fenomeno che poco stava aiutando a diminuire il numero dei disoccupati e i

livelli di tutela verso i lavoratori. Come si avrà modo di vedere nel prosieguo

di questa sezione, i risultati nel campo occupazionale sono stati visibili e

determinanti. Nel 2005, solo un anno dopo l’effettiva adesione della Polonia,

le strategie di libero mercato dei lavoratori, di sostegno per l’impiego e di

supporto all’imprenditoria non avevano ancora avuto modo di mostrare i loro

Monitoraggio GfK Polonia, commissioned by DA UKIE, May 2008 cit. Malgorzata Kaluzynska, 40

Poland’s 10 years in the European Union, Report, pubblicato da Ministry of Foreign Affairs, Warszawa 2014

Page 37: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

frutti, trattandosi di politiche che necessitano di un periodo di incubazione

certamente non riducibile a tempi limitati . 41

La forte determinazione dell’UE nel dare fiducia e conseguentemente

sostanziosi finanziamenti alla Polonia, coniugata con una gestione intelligente

ed abile del cambiamento in atto nel mondo dell’occupazione, portarono a

risultati sorprendenti solo un anno dopo. Un Polacco su sette, nel 2006,

dichiarò di avere almeno un membro della sua famiglia che, dopo il 2004,

aveva lasciato il suo Paese d’origine trovando lavoro in altri Stati membri

dell’Unione. Secondo i sondaggi e i rilevamenti statistici ufficiali, la Germania

conquistò inevitabilmente la prima posizione come meta preferita dal popolo

polacco, seguita da Regno Unito, Irlanda e Paesi Bassi. A seguito della

evidente semplificazione nelle procedure di impiego all’estero e con un gran

numero di Polacchi che sostavano all’estero anche solo per pochi mesi, per

acquisire know-how e portarlo in patria, si assistette già agli inizi del 2006 ad

un graduale miglioramento dello stato dell’economia del Paese; calarono

grandemente gli allarmismi nei confronti delle implicazioni riguardo

l’aumento dei prezzi e conseguentemente dell’abbassamento dei livelli di vita.

Se un anno prima l’opinione dominante era quella di un’integrazione europea

colpevole del peggioramento della qualità della vita e menzognera nei

confronti di tutte le promesse fatte prima e durante il 2004, il 2006 rappresenta

l’inizio di un trend positivo che potrà rallentare ma mai invertirsi fino ai giorni

nostri . 42

Eurobarometer 65, full report: rilevazioni Marzo - Maggio 2006, OPOCE, Lussemburgo, gennaio 41

2007.

Ibidem.42

Page 38: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

"

La predominanza di fattori positivi che culminò con i sondaggi del 2006 è

principalmente dovuta anche all’efficace strutturarsi degli apparati

amministrativi interni al fine di assorbire la più elevata quantità di

finanziamenti europei possibile. Prima del 2004 molti cittadini espressero le

loro paure riguardo al livello di preparazione della Polonia nel ricevere i fondi

ad essa destinati. Procedure troppo complicate ed aspettative eccessive da

parte dell’Unione erano i punti sui quali i cittadini fondavano i loro sospetti.

Secondo il Ministero dello Sviluppo Regionale, la Polonia spese solo l’11%

del denaro garantito tra il 2004-2006 ed, a fronte di questo dato, il governo e

gli apparati amministrativi si strutturarono al fine di riuscire ad utilizzare il

40% dei finanziamenti. Questa ristrutturazione sistemica venne subito messa

in atto cosicché in breve i cittadini riscontrarono un incredibile miglioramento

soprattutto riguardo le infrastrutture, l’ambiente e gli investimenti a livello

municipale . 43

SMG/KRC commissionato da DA UKIE, Settembre 2006 cit. CBOS, Summary of Poland’s five years in 43

the European Union, BS/66/2008, April 2008

Page 39: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

Sebbene si possa ritenere che le implicazioni di carattere puramente socio-

economico del processo di integrazione possano palesarsi in periodi non

eccessivamente lunghi, il caso Polonia evidenzia come anche attitudini e

peculiarità di carattere culturale e legate alla civilizzazione riescono a

manifestarsi con la stessa forza e in tempi brevi. Circa la metà della

popolazione considera l’integrazione come un mezzo attraverso il quale si è

giunti ad un miglioramento sostanziale nel campo della conoscenza in

generale, dell’educazione (intesa in termini scolastici) e nell’approccio al

mondo del lavoro e del lavoro stesso. Due Polacchi su cinque notano un

innalzamento di efficienza in campo lavorativo, nella produttività e nella

formazione aziendale ed imprenditoriale. Riguardo l’identità nazionale ed il

sentimento fortemente patriottico del popolo polacco, nessuna differenza è

stata evidenziata. Vengono così fugati, almeno per il momento i timori

precedenti al 2004 secondo i quali l’Unione europea rappresentava l’ennesimo

baluardo di una cultura standardizzata e votata esclusivamente a consumismo

e cultura di massa priva di tradizioni e valori del passato . 44

Il patrimonio artistico - religioso e i retaggi legati alla famiglia polacca

rimangono saldi con il valore aggiunto di una crescente maturità nei rapporti

interpersonali ed una maggiore benevolenza e tolleranza nei confronti di

cittadini di Paesi esteri. Un’ulteriore riflessione da fare in merito ai mutamenti

prodotti dall’integrazione europea sulla Polonia è il suo rapporto con la

percezione stereotipata che gli altri Paesi membri hanno nei suoi confronti.

Risulta dalle rilevazioni che con il passare del tempo, con il progressivo

adeguamento delle strutture statali, con l’aprirsi al mercato unico e con la

dimostrazione, sfida dopo sfida, di essere all’altezza degli altri Stati membri

dell’UE, i cittadini polacchi valutino se stessi in termini sempre migliori. I

successi conseguiti nei primi anni di integrazione, uniti alla grande

considerazione e alle grandi aspettative nutrite dall’Unione, hanno contribuito

CBOS, Assessment of effects of Poland’s accession to the EU three years on, BS/70/2007, Aprile 44

2007

Page 40: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

in maniera determinante all’aumento dell’autostima del popolo polacco (alla

fine del 2005 quasi un cittadino su due sostenne che il processo di integrazione

europea avesse inciso sul crescente livello di autostima e coesione sociale ). 45

"

DIFFERENZIAZIONE SOCIO-DEMOGRAFICA NELL’OPINIONE DEGLI

ATTORI DEL SUO SPAZIO PUBBLICO RIGUARDO L’INTEGRAZIONE

UE

Lo strumento di rilevazione statistica è uno dei più efficaci nel fornire

indicatori che permettono di analizzare un dato fenomeno utilizzando variabili

CBOS, Summary of Poland’s five years in the European Union, BS/66/2008, April 200845

Page 41: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

di carattere qualitativo o quantitativo. Riguardo ai dati forniti fino a questo

momento ci si è concentrati sulla comprensione della incidenza che un

carattere ha sull’intera popolazione (utilizzando campioni che includevano

indistintamente i cittadini della Polonia). Nella parte che segue, il lavoro si

avvale di analisi ancor più dettagliate in modo da comprendere come questo

campione si compone e quali sono le variabili che modificano l’approccio dei

cittadini polacchi verso il tema dell’integrazione europea. Esistono delle

diversità sociali evidenti intorno al supporto nei confronti dell’integrazione

della Polonia nell’Unione Europea? Come si sostanziano queste ultime e come

si compongono? Come incidono sulle risposte sul tema? Vi è un grande

numero di categorie che si possono prendere in considerazione: l’età, il

genere, il livello di istruzione o reddituale, la categoria professionale degli

intervistati.

Grande supporto per l’Unione e gradi aspettative legate al processo di

integrazione sono associati ad alti livelli di istruzione, introiti economici

piuttosto alti, e a categorie professionali specialistiche e a esponenti

dell’imprenditoria privata polacca. Anche l’età, come verrà approfondito in

seguito, è un fattore importante riguardo la percezione della realtà europea. I

giovani, principalmente scolari e studenti universitari, appartengono al gruppo

che presenta il livello più alto di apprezzamento per gli effetti positivi relativi

all’integrazione (più del 90%) . 46

I cambiamenti nei livelli di supporto alla membership europea da parte della

Polonia, in base ai differenti gruppi sociali sono rappresentati in figura.

GfK Polonia, monitoraggio commissionato da DA UKIE, 2008 cit. Malgorzata Kaluzynska, Poland’s 10 46

years in the European Union, Report, pubblicato da Ministry of Foreign Affairs, Warszawa 2014

Page 42: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

"

Gli agricoltori sono forse la categoria che ha visto una evoluzione dei livelli di

favore verso l’Unione più curiosa ed interessante. Per molti anni, scetticismo e

opposizione per l’Unione sono state cifre determinanti all’interno

dell’opinione espressa da questo gruppo. Le paure nei confronti della

vulnerabilità della Polonia nel non riuscire a preservare gli interessi degli

agricoltori imperavano e rappresentavano una realtà di cui tenere molto conto.

All’inizio del 2004, pochi mesi prima dell’adesione, i sondaggi rilevarono

questa attitudine dominante e questa fervida opposizione. La maggior parte

degli agricoltori ritenevano che l’adesione avrebbe comportato effetti negativi

sulle loro attività. Qualche mese dopo l’adesione, la situazione cambiò. In

pochissimi mesi il numero dei supporter superò quello degli oppositori ed uno

dei fattori determinanti di questa inversione di tendenza fu la crescente

domanda da parte del mercato unico per un gran numero di prodotti agricoli.

L’aumento della domanda sorprese i produttori agricoli polacchi, specialmente

se si considerano le loro paure riguardo la liberalizzazione degli scambi

commerciali, che ritenevano possibile causa di rovina per i prodotti di

provenienza polacca. Va inoltre ricordato che il trend di crescita nel supporto

per l’UE tra gli agricoltori è fomentato in larga parte dalla loro speranza di

Page 43: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

essere destinatari di sussidi diretti da parte dell’Unione, versati attraverso varie

strategie di finanziamento ai privati. Prendendo in considerazione un delta

temporale che riguarda i primi anni di integrazione (dal 2004 al 2008), è

evidente l’aumento in termini percentuali ed assoluti di gradimento, che risulta

più che raddoppiato . 47

La prossima categoria oggetto di analisi è quella degli studenti, che a sua

volta, richiederebbe un’ulteriore distinzione in base al segmento scolastico di

appartenenza. Indipendentemente dalla tipologia di appartenenza è certo che

questo gruppo dimostra significanti devianze statistiche dalla media aritmetica

degli indici di gradimento del periodo in analisi. Questo gruppo evidenzia di

conoscere nel dettaglio i benefici di cui è destinatario e, durante l’anno della

vigilia del quinto anniversario dell’adesione all’UE, il 99% dichiara il proprio

favore in occasione di un monitoraggio del maggio 2008 . I benefici correlati 48

alla partecipazione alla realtà comunitaria, evidenziati dal campione di giovani

cittadini polacchi, non riguardano solo la dimensione individuale, ma anche

quella nazionale; infatti nello stesso anno, l’80% degli studenti medi e

superiori afferma che l’intero sistema polacco, nella maggior parte delle sue 49

componenti ha beneficiato dal processo di integrazione europea. I risultati

mostrati in queste statistiche sono, in termini relativi, tendenzialmente in linea

con le rilevazioni eseguite nel tempo all’interno degli altri Paesi dell’Unione,

nelle quali i giovani ed in particolare gli studenti si rivelano costantemente

uno dei gruppi sociali di maggior supporto alle politiche portate avanti

dall’Unione Europea.

Rispetto al gruppo appena analizzato, certamente si troveranno meno

sostenitori dell’integrazione tra anziani, pensionati e soggetti affetti da

Standard Eurobarometro 70, National Report, October 2008, OPOCE, Lussemburgo, January 200947

SMG/KRC (2004), Pentor (2005), SMG/KRC (2006), Pentor (2007), GfK Polonia (2008) commissionato 48

da DA UKIE. I diversi monitoraggi sono stati effettuati utilizzando due rilevazioni per anno e mettendo a sistema i risultati.

Standard Eurobarometro 70, National Report, October 2008, OPOCE, Lussemburgo ,January 200949

Page 44: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

disabilità. Questo non vuole certo dire che disapprovazione e riluttanza siano

dominanti in questa porzione di popolazione, dal momento che le rilevazioni

del dicembre 2008 trovarono un cospicuo 59% di pensionati favorevoli e solo

il 14% di contrari all’Unione Europea. Attraverso questa rilevazione, è stato 50

possibile riscontrare uno degli aspetti più genuini tra quelli registrabili in

questa serie di tematiche. La combinazione dei risultati riguardo la percezione

dei benefici individuali (11%), dei benefici per la Polonia (75%) e dei benefici

per i più giovani (74%) evidenzia che anziani pensionati e disabili hanno

aspettative di miglioramento della loro condizione personale irrisorie, se non

nulle, ma mantengono un approccio positivo nei riguardi della realtà

comunitaria nell’interesse dell’intera nazione e del benessere delle generazioni

più giovani. A conti fatti, i pensionati, a causa della loro condizione finanziaria

e stato di salute, non usufruiscono della libertà di movimento o di lavoro

all’estero, ma apprezzano in proporzioni considerevolmente apprezzabili il

miglioramento dell’immagine della Polonia nel mondo (67%) e una

sensazione di maggior sicurezza intesa nei termini della tutela dalla

microcriminalità (55%) . 51

L’ultimo gruppo da analizzare è quello degli “executive staff”, degli

specialisti, dei quadri dirigenti, dei liberi professionisti, degli imprenditori.

Questo è senza dubbio il gruppo che evidenzia il maggior favore verso il

modello di sviluppo europeo. L’abbattimento dei confini del mercato del

lavoro e del mercato delle merci è per questa categoria una prerogativa

assoluta; la mobilità internazionale che l’Unione garantisce è forza motrice del

favore della stragrande maggioranza degli appartenenti a questa classe.

L’Eurobarometro redatto nell’ottobre 2008 è manifesto della grande

soddisfazione nutrita verso l’Unione, l’86% degli executive si dichiara

Monitoraggio GfK Polonia commissionato da DA UKIE, pubblicato Maggio 2009 cit. Malgorzata 50

Kaluzynska, Poland’s 10 years in the European Union, Report, cit.

Ibidem.51

Page 45: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

pienamente soddisfatto dalle opportunità fornite dal processo di integrazione,

mentre la media del Paese si aggira intorno al 65% . 52

I quattro gruppi qui analizzati certamente non esauriscono l’intero campione,

ma offrono un valido spunto di riflessione, portando degli esempi

empiricamente registrati di come la realtà dell’Unione viene percepita dalle

società che incontra, dai cittadini degli Stati membri che abbraccia. Volendo

procedere ad un breve excursus del quadro delineato, si assiste al fatto che

tanto più il campione è giovane (80% tra i 15 e i 24 anni contro il 54% dei più

anziani), istruito (72% con percorso di scuola superiore o carriera

universitaria, contro il 45% con attestato di scuola primaria) e residente in

grandi città (74% di residenti in grandi centri contro il 58% di residenti in

zone rurali), tanto maggiore sarà il supporto registrato nei confronti del

modello di sviluppo ed integrazione europea . 53

Assunti questi dati, frutto di un’analisi concentrata principalmente nello studio

del fenomeno adesione dividendo il campione ed approfondendo i singoli

aspetti in base alle classi sociali di appartenenza e ai dati anagrafici, la parte

che segue impernierà la discussione sull’analisi dei singoli benefici o paure nei

confronti del fenomeno dell’integrazione e di come la percezione degli stessi

sia mutata nel tempo.

La libertà di viaggiare, studiare e lavorare in qualsiasi Stato dell’UE sono i

benefici più quotati del processo di integrazione. L’abbattimento delle barriere

e dei confini costituisce uno degli effetti più tangibili dell’adesione. Altri

benefici sono riconducibili ad aspetti puramente economici, come la riduzione

del tasso di disoccupazione, l’erogazione di fondi e sussidi (specialmente per

l’agricoltura), la modernizzazione e l’aumento dei flussi in ingresso ed in

uscita di prodotti e merci. Nell’aprile 2008, tre intervistati su quattro

Standard Eurobarometro 70, October-November 2008, cit.52

Ibidem.53

Page 46: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

credevano che l’economia polacca avesse beneficiato in maniera sostanziale

della condizione di Stato membro UE (nel 2004 erano all’incirca il 40%) . La 54

comparazione simultanea di tre rilevazioni statistiche condotte nel 2004, nel

2006 e nel 2008 evidenzia chiaramente la fluttuazione della percezione dei

benefici della permanenza nell’Unione Europea nel dettaglio, vagliando

individualmente le conseguenze più incisive e direttamente percepibili dai

cittadini riguardo al processo di integrazione.

Standard Eurobarometer, full report, fieldwork: March-May 2008, OPOCE, Lussemburgo, 54

November 2008

Page 47: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

"

Lo schema sopra riportato ben fotografa il cuore del tema trattato in questo

lavoro, evidenzia i trend, identifica in quali tempi si sono svolti i processi di

cambiamento e lascia intenderne le modalità. Inoltre identifica e rende

rilevabile come il cambiamento, seppur radicale, non sia stato improvviso o

oltremodo brusco, ma graduale e ben bilanciato. Su sei fenomeni analizzati la

percezione di benefici reali supera il 50% e risulta evidente che la porzione di

Page 48: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

popolazione che evidenzia negatività nelle categorie rappresentate risulta

racchiusa in un forte regime di minorità. La sicurezza degli intervistati, sia

questa tra le mura domestiche o negli ambienti pubblici risulta incrementata

nel 36% dei casi, mentre soltanto l’8% ritiene che questo fenomeno stia

seguendo un trend negativo a causa dell’integrazione . Un ulteriore area di 55

analisi evidenziata dal grafico è quella attinente il costo della vita e i prezzi dei

beni e dei servizi reperibili sul mercato e dalla quale è effettivamente

verificabile che la fluttuazione dei prezzi, avendo conseguenze immediate sul

tenore di vita dei cittadini di uno Stato, viene grandemente percepita come una

minaccia concreta che l’apertura, seppur progressiva, al mercato unico porta

con se. A fronte delle ultime riflessioni ed analisi va certamente tenuto conto

di un punto fermo che non viene minimamente oscurato dalle ultime

rivelazioni riportate. Dato certo è che nel 2008, la percentuale di intervistati

che dichiara di percepire personalmente un incremento nella qualità delle

condizioni di vita dopo il processo di integrazione europea ha registrato un

aumento di 40 punti percentuali rispetto le rilevazioni condotte nel 2005 . 56

La crescente presa di coscienza dei benefici legati all’integrazione si è tradotta

in una tendenza sempre in incremento nel supporto nei confronti dell’Unione

Europea. Analizzando i risultati delle rilevazioni, sorvolando su ogni tipo di

separazione o di sezionamento del campione, si evince che, al di là della

significativa divergenza di approccio nei confronti del processo di

integrazione, la percentuale degli intervistati che supporta questo processo

eccede rispetto alla percentuale di coloro che esprimono opinioni critiche, in

tutti i gruppi socio-demografici analizzati. Attraverso l’ultima delle tre

rilevazioni, quella del 2008, si vede una Polonia alla vigilia del quinto

anniversario dell’accesso nell’Unione Europea che è ormai consapevole del

ruolo che esercita nello scenario europeo e che ha cittadini che ben

Ibidem55

Standard Eurobarometro 70, October-November 2008, cit. 56

Page 49: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

percepiscono i benefici comportati dall’essere parte di questa realtà.

L’evoluzione che qui è stata analizzata copre così il primo periodo di

integrazione europea compiuto dalla Polonia, fase di grandi cambiamenti, di

profondi timori e radicate volontà di miglioramento. Fotografia che ben

identifica i tratti salienti che riguardano il rapporto tra cittadini, Stati membri

ed Unione Europea, che permette riflessioni profonde su quali siano le future

sfide da affrontare per contribuire alla creazione di un’Unione sempre più

unita e che sempre più riesca ad essere una realtà vivamente sentita dai

cittadini che la abitano.

Page 50: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22
Page 51: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

CONCLUSIONI

“Here people welcome the changes, but also sees the dark inside” (Qui la

gente accoglie con favore i cambiamenti, ma vede anche i lati oscuri che sono

all’interno di essi). Questa la frase che in qualche modo concede al lettore la

possibilità di attingere da questo lavoro, non solo nozioni, ma anche spunti di

riflessione. Questo pensiero mi fu rivolto da un professore nel periodo del mio

soggiorno a Varsavia durante un seminario attinente le implicazioni della

globalizzazione sulla preservazione dell’identità culturale di ogni singolo

Paese. La Polonia evidenzia in questo lavoro, trovando conferma nella frase

citata, il suo carattere di deciso progressismo, bilanciato da una forte

inclinazione all’analisi delle conseguenze negative che il progresso può

portare con sé. Un Paese che, visto il minimo gap temporale, ricorda

nitidamente i drammi di una vita ai margini del mondo, rivede con semplicità

quelli che furono i disastri causati da un atteggiamento chiuso e

protezionistico ed è determinato a rompere quegli schemi che lo ridussero in

ginocchio. Disposta a ricoprire il ruolo di gatekeeper delle pratiche

democratiche e della cooperazione internazionale, la Polonia quotidianamente

rimarca i valori rappresentati dall’Unione Europea mostrando senza timore le

cicatrici del suo passato prossimo, mostrando i risultati del presente e

raccontando i traguardi da raggiungere in futuro.

Nei capitoli precedenti si è evinta in più riprese questa natura intrinseca del

popolo polacco, immediatamente percepibile puntando il focus sull’attitudine

al sacrificio e alla ricerca di risultati di lungo periodo che possano

rappresentare delle solide basi di crescita da parte della fascia di popolazione

più anziana. Parte della “golden age” che questo Paese sta vivendo è di

derivazione, o perlomeno rimanda a questa inclinazione al consapevole

desiderio di cambiamento. Questo dato è stato evidenziato attraverso

Page 52: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

rilevazioni statistiche e fonti empiriche che hanno chiaramente messo in luce il

carattere volatile di una diretta proporzionalità tra insoddisfatti e sfavorevoli

che non sempre sussiste. Un popolo, quindi, che seppur insoddisfatto

nell’immediato riesce a far prevalere ragionamenti di bene comune e di lungo

periodo, e che quindi non molla la presa, non permette allo scetticismo di

essere il detentore della realtà e del futuro.

In un periodo caratterizzato da demagogiche invettive anti europeiste, in cui

ogni tipo di responsabilità viene scaricata sugli organismi comunitari, periodo

nel quale si valuta il futuro di alcuni Paesi membri basandosi su soli indicatori

di carattere economico, e mentre in gran parte degli Stati le forze politiche di

opposizione alla visione comunitaria acquisiscono margini di consenso sempre

maggiori, la Polonia guarda all’Europa come un’ispirazione, come una sfida

da vincere ogni giorno e non come una battaglia persa in partenza.

Questo Paese rappresenta quotidianamente una spia, un promemoria da tenere

costantemente in considerazione, ci mostra con il suo recente passato lo

scenario che potrebbe verificarsi nel caso in cui la tendenza alla chiusura dei

confini e delle menti riesca a prevalere su logiche di cooperazione e

solidarietà. Se l’Unione Europea non fosse stata la promotrice di spinte di

cooperazione e di sviluppo collettivo che è oggi, la Polonia certamente non

sarebbe riuscita da sola a raggiungere i brillanti obiettivi che in questi anni ha

accumulato. Questo dato è chiaro nelle menti del popolo polacco e si

manifesta in maniera continua in tutte le rilevazioni che sono state analizzate

in questo lavoro ed anche in una larga mole di indagini che, per ragioni di

economia dell’elaborato, è stata relegata ai margini delle conclusioni a cui si è

giunti. Assunto il carattere di condizione necessaria dell’Unione Europea nei

confronti dello sviluppo socio-economico della Polonia, è bene lasciare aperta

la riflessione su come possa configurarsi per Paesi membri come l’Italia, la

Germania, la Francia, un ipotetico futuro dominato dalle macerie di una realtà

Page 53: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

comunitaria lasciata naufragare all’ombra di semplici rapporti di forza tra gli

Stati che la compongono.

È da questo punto che la mia analisi è partita ed è qui che termina. Dopo un

lavoro di analisi che ha cercato di individuare quali sono state le variabili che

hanno accompagnato il processo di integrazione europea della Polonia, e

realizzando che cifra determinante è proprio il grande spirito di sacrificio

manifestato nel concreto dai cittadini polacchi, pongo al centro della

riflessione la presenza, o l’eventuale assenza di questa caratteristica all’interno

degli altri Stati membri UE. Questa sana propensione all’ “investimento sul

domani” è ciò che sta trainando la Polonia verso un ruolo sempre più centrale

nei principali consessi europei e mondiali, i risultati positivi sono evidenti e

semplici da evincere in maniera incontrovertibile. La domanda che ci si

poneva nei primi anni 2000 è così, in questo frangente, in dirittura di

inversione. Se prima il quesito era “Sarà la Polonia all’altezza dell’Unione

Europea”, su temi come quelli trattati in questo lavoro potremmo azzardare:

“Sarà l’Unione Europea all’altezza della Polonia?”

Page 54: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22
Page 55: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC

SPACE’S ACTOR’S OPINION (ENG VERSION)

POLISH EU INTEGRATION: DISCOVERING THE SOCIAL

ENVIRONMENT

During past economic depressions, countries use to take protectionist

measures. Governments were firstly interested in interior affairs.

However ,from more than a decade states have changed their approach by

shearing strategies and find common solutions to common problems.

Today, activities performed by European Union influence almost each field of

our lives (welfare, politic, education, job environment, sustainability), but

European impacts on countries affair is not a new event , it can be related to

ancient cultural origins.

The analysis of EU power on our lives can be examined on both political and

social point of view , taking into account economic values, on one side, like

GNP, currency volatility, ability of a country to attract foreign investors and to

support Eu single Market and social points of view, on the other, such as

services, welfare, education, equal opportunities.

This work describes Eu influence on Member state citizens according to a

social approach, specifically how people perceive the presence of EU in their

lives. The whole study relies on William Thomson’s (humanist sociologist)

famous assumption according to which if people perceive a situation as if it

was true, the same situation will became true and consequences will be

accordingly produced. The work explores the curious effects of this principle.

Page 56: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

How can consequences be related to the perception of reality and, on the

reverse side, can we modify citizens’ perceptions thus consequences coming

from perceptions?

The work observes if the social perception of a country can change its life

conditions with particular regard to Poland. In 1988 Poland started looking

aboard and spreading its vision by entering the European Union (December

1988). Today, it is considered as a benchmark in terms of growth, dynamism

and development, being it born and raced in EU, following its teachings.

Thanks’ to its approach, Poland is actually recognized as the only country,

within the Eu zone, to have successfully faced the worldwide economic crisis.

This work has been performed looking at Polish people eyes, listening to their

speeches, political ideas, and expectations for the future. Afterwards, their

perceptions have been related to country’s life conditions.

Polish enthusiasm, showed during the whole integration processes, has

allowed the country to turn into practice EU directives with unexpected

positive results. Polish citizens have displayed a strong sense of belonging to

EU, even in its worst historical period. Their proudness, emotional

involvement, and dedication to the integration process have lead the country to

be today considered as “best practice” among Eurozone.

During my stay in Poland, for studying purposes, I got in touch with some

crucial aspects relating to social environment, which explain their relation

with European Union.

According to my opinion, Poland shows different social behaviors from other

EU member states.

The word “europeanization” is a common expression of all Polish public

speeches, it is used to sum up both social and economics Euro-oriented

dynamics and it is part of Polish common identity.

Page 57: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

Poland inclusion in EU (together with other countries) moved the European

center of gravity from the western to the eastern part and offered new

opportunities to the country.

Few years after the first inclusion, Polish public opinion was mainly focused

on the “integration” topic. The referendum performed on 7/8 June 2003

showed 77.45% of Polish being in favor of entering in EU.

After 1st May 2004, Polish started thinking about the importance of the

country would have gained among European Union .

At the time of the Iron Curtin, in 1989, Poland was experiencing one of its

worst historical periods: the country was close to bankruptcy, both agricultural

and transportation infrastructures as well as cultural situation were showing

their inconsistency.

Polish economic condition was very close to Hungarian situation,

Communism had just fallen and no growth was expected in both Poland and

Hungary.

However 26 years after, Poland represents the only country, within EU, to

have successfully faced the economic crisis. Positive results are due to an

effective fiscal and monetary politic, Polish moderate exposure to international

market issues, and its moderate rate of Public debit.

According to a survey performed last year, GNP raised more than 1/5,

compared to the one registered at the very beginning of the crisis, thanks to its

economic growth and lack of exposure to the international issues. Polish

evolution has led the country to acquire even more importance within EU.

Another aspect to take into account regards bilateral agreements taken with

German. German start supporting Poland and their agreement was considered

as the second one, in terms of importance, after the German-French one.

By analyzing Polish historical background, its entering in EU has added a

huge value to its community: Polish immediately realized that being a

“membership” could provide them a large amount of scenarios in terms of

political bounds and found rising.

Page 58: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

Therefore, immediately they start working for adapting their procedures to

EU standards and fighting corruption in public administration. They easily

understood that if the ruling class of a country behaved correctly, the same

country would have received more EU founds.

In fact, between 2007-2013, Poland received the highest amount of funds from

EU (about 145 billion euro) and it is supposed to receive about 118 billion

euros between 2014-2020

What are the reasons of Polish growth? Why did Poland experience the best

performance among the Euro zone countries? Why have Polish people

decided to change their way of life looking at EU as a real opportunity?

This work tries to describe Polish aptitude, taking into account countable

phenomena such as elections, liking indexes, economic indexes, issues

discussed in public speeches.

In order to understand how Poland became part of EU, in the following

chapters Polish historical background will be investigated. Specifically, which

major steps, processes and strategies were implemented to achieve the

European goal.

Page 59: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

EUROPEAN UNION EXPANSION: POLAND ENETERING EUROPEAN

UNION

The entry of Poland into the European Union is seen as one of the most

important moment in country life.

European Union had to face several difficulties and the analysis of Polish

integration process sums up some of them. The entry process involved Poland

the 1st decade of XXI century and corresponded to EU hugest expansion (5th

EU expansion).

The new environment forced EU to deal with political and institutional

transformations and align them to face ongoing radical changes. On 1st May

2004, 75 million Polish citizens became EU citizens: the new political and

economic environments of EU25 included three previous soviet republics

( Estonia, Latvia, Lithuania), four previous “URSS satellite states” (Poland

Czech Republic, Hungry, Slovakia) one state previously part of Yugoslavia

(Slovenia) two Mediterranean Islands (Cyprus and Malta).

Between 1994 and 1996, EU received a huge amount of applications. Many

countries looked at EU as a way for emerging.

In 1993, EU Council issued some guidelines (pre-integration process) to be

followed by all those counties which aimed at entering EU. Poland, as well

as other states, had to respect the following criteria:

a) institutional stability according to democratic principles

b) presence of a country free market and ability to face worldwide free market

and EU single market challenges

c) assumptions of obligations for fulfilling shared political, economic and

monetary purposes.

Few years after the establishment of EU pre-integration process, a set of

strategies and steps called “ Agenda 2000” was implemented to provide

Page 60: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

counties with some measures aimed at identifying all passages and periods

they had to follow for entering the EU.

EU Commission was asked to set up procedures that candidates had to follow

and monitor their improvements in terms of acquiscommunautaire.

Within few years, EU has managed many tasks, evaluated results, taken

agreements, monitored progresses and improvements. EU has fit candidates

requests to Eu environments, matching needs and preventing inconsistent

applications.

EU has taken different agreements with each country, according to the

complexity of each state, tailoring tasks and obligations. Finally in

Luxemburg, on 12-13 dec 1997, a country-tailored integration processes was

implemented n compliance with the “differentiation principle”. This criteria

allowed all countries to follow the European integration process with different

time and mood, depending on its economic and institutional systems.

Counties were constantly asked to comply with Agenda 2000’s parameters;

the same criteria were ratified by EU Council. They consisted of Institutional

reforms, particularly related to internal politics (such as land reform,

structural and structural funds) and negotiations (related to the choice of

countries to be admitted).

In Laeken, in 2001, EU council acknowledged the road map proposed by Eu

commission: it fixed the year 2002 as deadline for the negotiation phase.

During EU 5th expansion, Poland played a leading role. EU had to face many

requests for exceptions to current regulations due to countries’ lack of

alignment to crucial aspects such as environments, free access of goods and

persons to all counties, monetary politics.

This is the reason why, all integration processes came after the 5th expansion,

were characterized by stronger obligations in terms of time in accepting EU

regulations and adapting them to the country system.

Examples of delay in accepting EU regulations are Polish monetary politics

and Rumanian fight to corruption in public administration..

Page 61: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

Annual reports, implemented accordingly the monitoring activity, showed

strong differences among countries during pre- integration process.

Poland was early recognized as a positive benchmark since it faced EU

challenges with enthusiasm and confident aptitude. For this reasons EU

economically assisted the country, from the very beginning, helping the state

to adapt its social and economic system to EU requirements.

Generally, integration trading come after bilateral agreements, where both

parts guarantee their obligations and commitment for achieving a common

goal. In particular, Countries agreed with adapting their legal and economic

systems to EU requirements.

The major economic assistance programs implemented were CARDS

(Community Assistance for Reconstruction Development and Stability); ISPA

(Instrument for Structural Policies for Pre Accession) e SAPARD (special

Accession Program for Agriculture and Rural Development). These programs,

that made reference to different developing areas, were used by EU to support

countries to improve both their legal and financial systems. Probably, the

most effective program was PHARE (Poland and Hungary: Assistance for

Restructuring their Economies). It was a country-tailored program for Poland

and Hungry both considered, at that time, the greatest engaged realities.

Initially, PHARE was born as a tool for spreading “Technical Knowledge”

among countries; than it changed into a tool used to deliver financial aids for

infrastructure and environment development. Afterwards, it was adopted as

“best practice” and implemented for most of countries involved in pre-

accession process.

PHARE was focused on two major goals:

1) helping national and regional administration to be familiar

with EU procedures.

2) supporting investments aimed at improving life and

working conditions , defining common basic criteria oriented to the

protection of consumers interests.

Page 62: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

EU expansion in 2004 allowed counties to build up cooperation and synergies,

creating a kind of developing model.

One of the major problems EU had to face, during its 5th expansion, was

related to free movement of goods and persons within EU member states.

The huge increase in EU citizens and different life and working conditions

among countries made arise an enormous problems in terms of people and

goods management. Some mature countries (like German and Austria) were

afraid to be sonly invaded by eastern European people searching for better

salaries and life conditions.

Even if EU commission published a deep study outlining the inconsistency of

this issue, German and Austria asked for specific. Therefore, EU decided to

adopt different measures in this regard: German and Austria gained restrictions

to free access, Belgium, Denmark, France and Luxemburg accepted a

progressive free access procedure, while Finland, Greece, Irland, Italy,

Portugal, Spain, Swiss, UK accepted a free market approach.

In this context, Poland built up specific measures aimed at arising its

international visibility and credibility. Polish implemented foreign politic has

lead the country to be recognized as influent and respected. in fact, today

Poland is able to express its own opinions and obtain international consent.

On one side, the 5th EU expansion contributed to create new economies such

as the Polish one (also stressing the importance of EU citizens life conditions),

on the other side it stressed the inconsistency of the democratic process

regarding votes, state importance, turns, institutional roles. This is the reason

why further access processes have not been related to these matters.

After 5th integration process, the new EU needed to delineate its new territorial

and cultural borders together with values and priorities to follow; to redefine

its economic, social and political identity and its place in the world.

This work tries to analyze major consequences of Polish Integration in EU and

why Poland is today considered as a European Best practice, by evaluating

Page 63: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

social features. How did Polish citizens perceive the integration process? How

have they been experiencing EU environment for 11 years.

Page 64: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

THE INTERNAL DEBATE: SOCIAL PERCEPTION OF POLITICAL

ALLIES AND CHANGES

Polish citizens have always supported EU integration process, being

continuously engaged. Their highest commitment was registered during the

three years after the official integration. Specifically, they had strong

expectations in terms of leveraging country’s life conditions and they firmly

believed Poland would have played an even growing role on the international

playground.

By analyzing Public speeches performed by different political parties before

and after EU integration , Polish expectations can be easily recognized. What

does public opinion think about EU?

One of the most crucial year in Polish political history was 2005: Presidential

and Parliamentary election results showed a deep increase in right-oriented

electorate (27%)The Pary “Law and Justice” (PrawoiSprawiedliwosc) scored

27% , won and helped MR Lech Kaczynski to became the new Polish

president.

The party’s orientation was strongly against European integration (later

considered too oppressive) . The party mainly consisted of two major

political powers called: Self-Defence (Samoobrona) and The League of Polish

Families (LigaPolskichRodzin). Both of them were strongly against the

integration of Poland In EU. The electorate of Self-Defence came from the

lowest part of the society (farmer, workers, day labors), and scored 11.45

taking the 3rd place among political powers. The second Pary, The League of

Polish Families (LigaPolskichRodzin) consisted of cleric and nationalist

representatives, After growing exponentially in 2003, it scored 8% at the

election of 2005,

Page 65: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

In any case, EU integration process succeeded,even if 2005 stopped a while

the process, thanks to the political allies which had previously governed

Poland until 2005. This is the reason why the country did not experience

isolation from EU dynamics.

As said, the ruling class established from 2005, was not particularly focused

on EU integration; it mainly obstructed reformation process considering as

restrictive the Fiscal Politic promoted by EU institutions, According to their

opinion it was causing negative effects on short term period.

After 2005, relationships between Poland and EU got worsen, since the

government changes some keyrole figures within the Foreign Affair Ministry.

Anna Fotyga, a follower of President Kaczynski’, succeeded MrMeller and

contacts with EU became even harder . In 2007, Polish government started

fighting European Politics, Polish ruling class was strongly opposing the vote

system within the European Council and tried to destabilize the whole EU

communication system by arising nationalistic issues like the murdering of

many Polish citizens by hand of Germany during the second world war.

However, the majority party started gradually to lose its reliability and in 2007

Law and Justice lose the Governmental elections. A more liberal and EU

oriented party started to increase its importance. it was named Civic Platform

(PlatformaObywatelska) and MR janRokita was its leader.

In his speeches, he aggressively promoted the preservation of the Vote System

used in EU Council after Nice Treaty. In particular, it granted Poland 27 votes

within Eu council, 4 less pioneers countries.

Polish public speeches have been analyzed taking into account Eurobarometer

data (Eurobarometer is a list of data periodically published by EU

Commission showing likingindex among EU citizens, regarding different

several fields) .

Page 66: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

They mainly referred to speeches performed in 2007 and showed 67% of

interviewed citizens pleased to be part of European Union. They stated that

EU would have brought many advantages to the country.

Poland appeared to be a country where on the one hand, elections were

systematically won by rigid and euroskeptic parties, on the other hand, Polish

people scored an higher rate of liking index related to EU integration

compared to the EUaverage (Polish rate was more than 17% compared to the

EU average).

Before entering EU, Polish expectations for life condition improvement were

very low (51%), 42% of them forecasted a decline in National Health Service,

39% of them perceived negative consequences.

All fears and negative perceptions gradually turned into energy. The same

energy that makes, today, Poland a leading country within EU,. Nowadays,

Poland is seen as a benchmark for those countries still involved in the

integration process, a model to follow.

Tdaeusz Mazowiecki speech summed up Polish spirit of the time: «One

cannot see a trace of the enthusiasm that accompanied these events. We are

joining the EU with neither a feeling of a great historical victory, nor of a

historical defeat. We are joining cautiously, knowing well that much depends

on the fate of the Union itself, non-Polish politicians, but also on ourselves…

The closer that we get to EU accession, the more uneasy and uncertain we

are» .

Once examined Polish political background , the present study goes deep and

tries to investigate Polish social perception. In particularly, how did Polish

people support EU integration and prefer a cleaned political system.

According to Eurobarometer data, ISP reports and newspapers dated 2006-07,

Polish people saw EU entering as a mood to leverage their political system.

Their public opinion really believed that, thanks to EU Institutions, their

national system would have been forced to act fairly and honestly also fighting

corruption withinpublic administration. The improvement of Polish local

Page 67: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

system would be achieved thought two major tools: 1. performing control on

local system by EU institutions; 2. developing of international synergies and

cooperation.

Polish citizens asked EU not to impose its own willing by changing local

traditions and value system. The integration process went on without any

shock and Poland reformed its regulationsadopting them to the European

requirements.After the first assessing phase, both Polish government and

public opinion started to switch their attention to the importance Poland would

have gained within the international context.

In 2006, 76%of Polish trusted EU and only 28% trusted local Ruling class;

83% of Polish stated that local ruling class was only focused on personal

purposes, while only 44% of them had the same idea regardingEu institutions

Polish citizens identified that EU institution would probably have heled local

administration to leverage its position, leading the country to a better situation.

If on the one hand , between 2006-2007, Polish ruling class strongly

criticized EU influence, on the other hand citizens considered the same ruling

class as unsuitable and really started trusting EU institutions. As pointed out

by Eurobarometer data, liking index of polish inhabitants related to Eu

institution, exponentially arise at that time. Polish have immediately

understand that their institution did not fit with international growth and

decided to exploit EU institutions to take as much opportunities they can.

If we consider Polish social background before 2004, they had mostly

experienced pains, wars and oppression, thanks to the entering European

context, Poland started to play an even stronger role and promote its opinions

on the international field.

Through its experience, Poland teaches other member states that reciprocal

control is a powerful mean to fight corruption and leverage countries’ general

conditions.

From the very beginning, Polish realized that EU entering would have

completely changed their situation, taking advantages of all opportunities the

Page 68: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

international context would have provide them . Fears and negative

perceptions gave way to a more practical approach, by overtaking all

difficulties and achieving better conditions. EU was not merely perceived in

terms of institutions but was considered in terms of opportunities regarding all

fields of human life.

Page 69: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

THE SOCIAL DIMENSION OF POLAND’S EU MEMBERSHIP

The expansion of European Union in 2004 should be analyzed not merely as a

political and economic event, but also as a huge social affair taking into

consideration several features

In order to investigate social perceptions, “opinion pools” have been used. The

tool takes into account interviewers’ personal opinions regarding specific

phenomena; it reveals citizens’ social expectations according to the growing

political and social environment being also aware that citizens’ opinion were

continuously changing according to different circumstances.

In 1990, both national and international statistic research centers started to

investigate Polish citizens aptitudes towards EU integration. However, they

used different approaches that brought to different outcomes, surely not useful

for statistical purposes. After many years of researches on the topic, some

basic features were pointed and some data, regarding both changeable and

unchangeable values, were retrieved.

In this chapter, some variables, regarding Polish aptitude towards EU, will be

investigated taking into consideration interviewed class of belonging, age, job

and their perceptions of benefits and costs related to EU integration . There

are also external features that have influenced social perception like

government economic growth, local and regional characteristics or global

market systems.

Poland looked at EU integration as a resource to develop and, between

2005-2009, the average of Polish citizens considering Eu a big opportunity

overtook the same EU average.

Page 70: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

"

Polish were also aware that EU integration was a matter of time, an inevitable

event of their life.

At some point, just before Eu integration in 2004, Polish appeared to be

unsatisfied to take part to the European coming event since they w+knew that

benefits will have come in the long period. on the one hand the really

expected to develop their internal market and to decrease strongly the

unemployment rate(20% un employment rate of 2002), on the other hand they

suspected a rice in prices and consequently a decrease in their life conditions.

All these fears had not any outcome in referendum performed: 77.45 % of

the whole electorate voted in favour of EU integrations. Euroskeptics decided

not to express their opinion by considering Eu integration as inevitable.. Also

uncertain people were cut off by the advertisement campaign in favor of Eu

integration

Page 71: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

"

Two years later EU integration, data showed that the number of citizens in

favor of EU integration growth of 1/3. This is due to the information campaign

performed and the progressive understanding of benefits coming from the

international partnership. Polish people also realized that they have had an

objective perception.

Furthermore, after two years, more than a half of internal market was growth,

(57% more than 10 points compared to the previous year), even if no leverage

of internal market labor was recorded. In 2005, strategies taken in free labor

market and enterprises support were seen as unsatisfactory, simply because

they needed more time to be implemented.

Thanks to the economic aids provided by EU, its institutional support and an

accurate internal managing of EU investments, one year later, Poland scored

a huge increase in labor market. The rate of 1/7 citizen stated that in 3 years a

member of its/her family had started working in another member state.

According to polls and official statistic data, Germany was the preferred

country where Polish decided to work; followed by U.K, Ireland and the

Netherlands.

Page 72: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

Polish used to work abroad for acquiring knowledge and coming back to their

country with a different and increased know how; this new habit led the

country to improve its economic conditions, in the early 2006, Moreover,

people started not to be afraid about price rising and consequent decrease in

life conditions.

In less than one year, Polish public opinion changed positively and EU

integrations process was finally seen as carrying more benefits than obstacles.

"

Changes in Polish public administration also contributed to leverage the

country system and gaining even more European funds.

Between 2004-2006, Poland had used only 11% of funds given by EU because

of bureaucracy and challenging procedures. This had led to a revolutionary

change in its public administration and, in few months, Polish citizens

experienced an enormous improvement in managing procedures related to

infrastructures, environments, municipal investments

Page 73: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

Poland is also a good example of culture and civilization leveraging in the

short period: in fact, 2/5 of them noticed a growth in working conditions,

companies’ productivity and education. at the same time, Polish national

identity remained the same as well as their value system linked to culture and

family and cross border relationships added value to Polish principles.

Poland should be considered also in relation to the perception other country

had of it.

Data showed that changes recorded in Poland positively transformed other EU

members’ opinion about the country, this contributed to increase Polish

citizens self-confidence.

"

Page 74: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

SOCIO DEMIOGRAPHIC DIFFERENTIATION OF PUBLIC OPINION

RELATED TO EU INTEGRATION

Surveys provides both quantitative and qualitative data. Until now, they have

been analyzed without taking into account any specificity. In the following

part of the chapter, the study goes deeper in more relevant aspects regarding

the social perception of Polish citizens paying attention to data categorized

according to the age, education level, salary and job of interviewed people.

The higher was the education level and salary, the higher was people

engagement in EU matters. Also age was a relevant tool to understand how

people were involved in the Eu integration process: yung people, students at

school and university, reveled the highest rate of appreciation for positive

effects coming from the integration (90%).

"

The farmer category experienced an even growing interest in EU integration

by discovering the potentialities and opportunities given by European Union.

At the very beginning, in 2004, they were strongly against EU entry, thinking

the integration would have produced negative effects. After few months from

Page 75: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

1st May 2004, most of them completely changed their mind, since there was an

increase in demand for Polish land products. Between 2004 and 2008, the

liking index related to the EU integration matter among farmers doubled.

Regarding students as category, they appeared to be very proud of being part

of EU, knowing all benefits they would have acquired both on the individual

side and on national one (99% of students were in favor of EU integration in

2008)

On the other hand, aged retired and disabled people did not generally support

EU expansion process; even if a survey performed in 2008, revealed 51% of

them were in favor of EU entry and 14% against.

Data showed that aged persons on the one hand did not look at improving

their life conditions by moving and search for new opportunities abroad; on

the other hand, they were proud of the even growing importance Poland was

acquiring on the international field.

The last social level taken into consideration is the one regarding “executive

staff” (top manager / executive chief, entrepreneurs / businessman). This

group showed the highest engagement in the EU integration process being

they interested in free market, free movement of goods and international

mobility. Eurobarometer data (dated 2008-2009) showed a class really excited

for being part of EU: 86% of executives declared to be very satisfied of

opportunities offered by EU compared with the country average (66%)

declaring the same feeling.

Page 76: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

Statistic researches performed in 2004 show a fluctuating perception of people

r e g a r d i n g b e n e f i t s b r o u g h t b y e n t e r i n g E U .

"

This chart sums up changes in people’s perception experienced by Polish

people and outlines that changes have been gradually incorporated at social

level.

Early fears and possible threats have been gradually changed in opportunities

and benefits.

Page 77: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

In order to create an even better EU environment both member states and EU

institutions should aim at making people feel part of a unique community full

of opportunities and positive perspectives

Page 78: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22
Page 79: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

FONTI, BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

• Bussière M., Protectionist responses to the crisis global trends and implications, European Central Bank, Frankfurt am Main,.2010.

• Dimitrova A.L., Driven to change. The European Union’s enlargement viewed from the East, Manchester University Press, Manchester-New York, 2004

• Favaretto T., Allargamento ad Est e Integrazione Europea, Franco Angeli, Milano 2004.

• Grabbe H., The EU’s transformative power. Europeanization through conditionality in Central and Eastern Europe, Basingstoke, New York 2006.

• Kałużyńska M., 5 years of Poland in the European Union, Office of the Committee for European Integration,Warsaw 2009

• Kaluzynska M., Poland’s 10 years in the European Union, Ministry of Foreign Affairs, Warszawa 2014

• Martinelli A., Markets, Governments, Communities and Global Governance, in «International Sociology», Vol 18.2, 2003 pp. 291-323

• Merton R.K., The Thomas Theorem and The Matthew Effect, in «Social Forces», December 1995.

• Schimmelfenning F., The politics of European Union enlargement. Theoretical approaches, Cambridge University Press, London-New York 2005

• Skotnicka-Illasiewicz E., 5 Years of Poland’s Membership of the European Union in the Social Context

• Szczerbiak A., Why do poles love the EU and what do they love about it?: Polish attitudes towards European integration during the first three years of EU membership, Sussex European Institute Working Paper No. 98, 2007.

• Tacconi M., Le due Polonie – L’Europa senza l’Euro, in «Limes» 1/2014

• Mario Telò, Dallo Stato all’Europa, Edizioni Carocci, Roma 2004

Page 80: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

• Ypi L., Il Problema dell’allargamento dell’Unione Europea, in «XXI Secolo, Treccani Enciclopedia», Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma 2009.

---

• Alberico Iusso, Polonia, la Nuova Frontiera Economica dell’Europa, su http://www.bloglocal.net 05/2014

• Stephan Faris, How Poland became Europe’s most dynamic economy, su http://www.bloomberg.com, 27.11.2013

• The Economist, The second Jagiellonian age, su http://www.economist.com/specialreports, June 28th 2014

• Allargamento 2004: la sfida di un’UE a 25, su http://www.europa.eu/legislation_summaries/enlargement/2004_and_2007_enlargement/e50017_it.htm, 23.01.2007

• Mitchell A. Orenste, Six Markets to Watch: Poland, from Tragedy to Triumph, su http://www.foreignaffair.com, January/February 2014 Issue

• UE a dieci anni dal più grande allargamento, su http://www.welfarenetwork.it/ue, 04.05.2014.

---

• Elezioni Europee: la Polonia vota per l’Ucraina, in « L’Internazionale », 13.03.2015

• La Presidenza polacca dell’Unione Europea: Donald Tusk, in « Il Post» 02.07.2011

---

• CBOS, Assessment of effects of Poland’s accession to the EU three years on, BS/70/2007, Aprile 2007

• CBOS, Summary of Poland’s five years in the European Union, BS/66/2008, April 2008

• Standard Eurobarometro 65, full report: rilevazioni Marzo - Maggio 2006, OPOCE, Lussemburgo gennaio 2007.

• Standard Eurobarometro: Public Opinion in the European Union Executive Summary: Poland, OPOCE, Luxembourg, June 2007

Page 81: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22

• Standard Eurobarometro, full report, fieldwork: March-May 2008, OPOCE, Luxembourg , November 2008

• Standard Eurobarometro, first results, fieldwork: October-November 2008, OPOCE, Luxembourg, December 2008

• Standard Eurobarometro, National Report, October 2008, OPOCE, Luxembourg, January 2009

Page 82: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22
Page 83: %22POLAND’S EU INTEGRATION ACCORDING TO ITS PUBLIC SPACE’S ACTOR’S OPINION%22