STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica:...

33
STUDISOCIALI Ilcircolodelmeglio (“Per tutto l’uomo e per tutti gli uomini”) °°°°° Numero 10-luglio 2012 Pag 2. Copertina: Celentano ha fatto bene 6. Economia: Benessere e malessere: dall’autovelox a Wall Street 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua: Tecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura: Una scuola di italiano nella steppa kazaka 25. Spiritualità: Il confine incerto 28. Racconti: Oreste e Cesira: avventure reali da un centro anziani 32. Scienza e salute: L’alimentazione nell’etàmatura °°°°°°° °°°°° Cari amici, l’estate ci suggerisce di allentare l’impegnatività delle nostre riflessioni, per concederci anche una pausa di distensione benefica per le nostre energie. Vi proponiamo perciò un numero meno consistente di pagine; ugualmente significative, peraltro, quanto a contenuti.

Transcript of STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica:...

Page 1: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

STUDISOCIALI

Ilcircolodelmeglio

(“Per tutto l’uomo e per tutti gli uomini”)

°°°°°

Numero 10-luglio 2012

Pag 2. Copertina: Celentano ha fatto bene

6. Economia: Benessere e malessere: dall’autovelox a Wall Street

22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria

23. Politica: Fornero-Mastropasqua: Tecnici che danno cattivo esempio

ai politici?

24. Cultura: Una scuola di italiano nella steppa kazaka

25. Spiritualità: Il confine incerto

28. Racconti: Oreste e Cesira: avventure reali da un centro anziani

32. Scienza e salute: L’alimentazione nell’etàmatura

°°°°°°°

°°°°°

Cari amici,

l’estate ci suggerisce di allentare l’impegnatività delle nostre riflessioni, per

concederci anche una pausa di distensione benefica per le nostre energie. Vi

proponiamo perciò un numero meno consistente di pagine; ugualmente

significative, peraltro, quanto a contenuti.

Page 2: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

E chiuderemo questa uscita di luglio con una sorta di piacevole “omaggio a noi

stessi” ed al nostro giusto desiderio di star bene, pubblicando un simpatico

riassunto didattico del corso di “formazione all’alimentazione corretta nell’età

adulta”, che Eleonora Rollo, biologa e nutrizionista pugliese, ha tenuto per

50&PiùUniversità nell’anno accademico da poco concluso.

Con questo pensiero volto anche a una giusta attenzione alla sana tavola,

inviamo a tutti voi un cordiale “Buona Estate”.

Aggiungiamo appena che, ove dovesse verificarsi che proprio il documento

sull’alimentazione, per il suo carico di immagini, non arrivasse correttamente a

tutti voi, segnalandocelo provvederemo a inviarvelo in via distinta attraverso

posta elettronica.

°°°°°

Copertina

CELENTANO HA FATTO BENE

La riflessione ve la propongo volutamente ora, distante dal periodo polemico

nel quale i giornali ne parlarono, per rispettare il nostro criterio generale di

cercar di ragionare guardando alle cose con attenzione prevalente al lungo

periodo piuttosto che alle emotività momentanee.

Volti turgidi, labbra tumefatte, seni flaccidi sorretti artatamente da reggiseni

rinforzati, nudità maschili e femminili prive di bellezza ma ostentate come se la

loro vera ragion d’essere fosse la telecamera che le inquadra… Non so neanche

più se si chiami Isola dei famosi o Fattoria o qualcosa’altro. Tendo a

confondere i nomi, seguo ben poco la sconsolante torma di programmi che

ha fatto seguito al Grande Fratello; ci sbatto sopra, a volte, cercando altre

cose. Si chiamano reality, queste gallerie di miseria umana? Mi paiono davvero

una povera “realtà”.

Ogni tanto ritrovo poi qualcuno di quei labbroni tumefatti ripresi senza pietà da

telecamere più critiche, quelle di Striscia la Notizia ad esempio, e ne provo

compassione: non uno de volti “rifatti” dai chirurghi plastici ha

migliorato le linee del profilo umano, e devo ancora trovare un solo

caso in cui non sia peggiorato. Son peggiorati proprio tutti, a cominciare da

Page 3: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

quello della mia conterranea Valeria Marini… Ma che regole estetiche

seguiranno, bonazze e chirurghi alla ricerca le une della impossibile ibernazione

della loro carcassa, gli altri di soldi e fama più che mai perituri? Che cervello, e

che visione della vita, ci saranno mai dentro di loro?

Contemporaneamente provo malinconie irrisolvibili, come quando penso al

dramma di Laura Antonelli, un bellissimo volto, tra i più belli che

circolassero in Italia e forse nel mondo in quegli anni 1970 in cui, se ricordo

bene (più o meno ero all’università) questa bellissima ragazza furoreggiava

sugli schermi e nei nostri cuori, e ora è sfigurato a tal punto che, troppo tardi,

questa donna bellissima ha rifiutato il mondo e si è isolata nella sua rabbiosa

tristezza per non consentire a nessuno di vedere l’abisso nel quale si è

precipitata.

Da un’altra parte della stessa tv, i soliti politici, nel solito dibattito guidato

dal solito conduttore (a volte più mandriano che conduttore, a giudicare dalla

selvaggia incompostezza irriducibile degli ospiti), si interrompono

maleducatamente, si insultano, o, addirittura, formati alla beffarda scuola

comunicazionale d’America, sorridono anche quando parlano di disgrazie,

ritenendo che così il loro messaggio sia più efficace; vedo il volto nichilista di

Gasparri che sorride ammiccante anche quando commenta 27 morti dell’ultima

disgrazia accaduta in qualche parte del mondo; vedo Cicchitto che dopo

decenni di militanza accanita nella sinistra di Craxi sfoggia lo stesso bonario

sorriso per spiegare e approvare tutto il contrario di ciò che spiegava e

approvava allora, e mentre osservo la sua imperturbabile beatitudine di

coscienza torna ad attraversarmi la mente il quesito di quarant’anni: Ma

Cicchitto, all’origine, che mestiere faceva? Cosa sa fare? Sa insegnare?

Conosce di legge, è esperto in ingegneria idraulica, è perito chimico che si

intende di lambicchi, si è guadagnato onestamente il pane facendo il

commesso in negozio? E’ un buon infermiere?... Perché Cicchitto, ecco, ha

sempre vissuto di nulla, del vuoto della politica, lui faceva le commissioni per i

suoi capi, da fedele ragazzo di bottega, di questo ha sempre vissuto… Che

triste destino nonostante la lauta remunerazione... Mentre da poco tempo è

scomparsa dagli schermi televisivi, forse per fine carriera, la spettacolare

coppia della doppia B, Bondi e Bonaiuti: fino a che Berlusconi andava di moda

e non si era ancora fatto smascherare per i suoi rapporti troppo intimi con

Mubarak, anche Bondi e Bonaiuti comparivano ogni sera in tv,

immancabilmente, e sapevano solo sorridere: sorridevano e criticavano gli

avversari con battutine velenose preparate in maniera soffice, apparentemente

educata (non come quei cialtroni di leghisti che non conoscono neanche la

buona creanza…) ma proprio non sapevano fare assolutamente null’altro.

Anche se fosse stato chiesto loro di commentare la santità di san Francesco,

avrebbero avuto solo da criticare, ormai probabilmente inconsapevoli di tutto.

Page 4: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

Non sono arrabbiato con loro. Sono triste per loro e per il mio paese. Tanto più

triste in quanto, se i ricordi non mi tradiscono, qualcuno di loro, forse Bonaiuti,

ad esempio, ha militato persino nella mia vecchia Dc, quando ormai anche le

cose della mia vecchia grande Dc precipitavano nel declino generale della

classe dirigente del paese…

E intanto, nella tribuna politica opposta, Bersani, pover’uomo, onesto sindaco

di paese che raramente riesce a non guastare ciò che tocca (ci stiamo ancora

leccando amaramente i baffi della sua privatizzazione Enel con spezzatino: era

lui il ministro dell’industria, in quella infausta contingenza storica del nostro

paese, quando per mesi lo abbiamo inseguito e supplicato di rendersi conto

della cocente bastonata che stava preparando per gli italiani, proprio lui

comunista…), continua anch’egli a sorridere ironizzando su Berlusconi come se

questo dovesse essere il mestiere per cui lo pagano.

E tutti stanno passando con noncuranza sopra la fatica di tanta gente che

con paura crescente si racapezza di questo Stato disordinato, dal fisco

persecutore e dai servizi evanescenti, che non riesce a estromettere dalla sua

alta burocrazia chi per anni ha rubato i fondi che servivano per ospedali e

medicine, ma riesce a far scontare ventidue anni di galera a un innocente

senza interrogarsi su cosa non vada bene nelle sue procedure giudiziarie, e

riesce a non muovere un dito nei confronti di un prefetto che dichiara

serenamente di avere speso 100.000 euro (centomila!) per far rifare il bagno

di suo uso personale in prefettura riconoscendo appena che… “si è leggermente

lasciato prendere la mano…”.

Così, quando scoppia la cagnara indecorosa attorno a Celentano che tiene

banco con il suo monologo al Festival di Sanremo, le idee mi si confondono.

Sanremo è una piccola cosa, non si può neanche dire più che produca buona

musica, non lo fa da molti anni ormai: produce qualche decorosa canzoncina di

breve respiro insieme con un monte di schifezzuole; ma ha sempre un gran

richiamo. Per questo a Sanremo hanno chiamato Celentano. E Celentano ha

parlato come ha voluto: fa sempre così. Questa volta ha parlato di Dio, della

vita eterna. E ha ricordato ai credenti, laici e chierici, che Dio è una realtà seria

e non può essere confuso con una delle tante speranzelle transeunti con le

quali culliamo la nostra vita fra chirurghi plastici, concorsi corrotti e sgomitate

per arrivare in Rai, ideologie, potere, garanzie legislative… E ha avuto da ridire,

Celentano, nel suo monologo, in modo particolare su alcune testate storiche di

appartenenza cattolica: ha citato esplicitamente il quotidiano Avvenire e il

settimanale Famiglia Cristiana. E ha espresso la sua valutazione: lui le

chiuderebbe.

Opinabile, la valutazione di Celentano. Io non chiuderei né Avvenire né

Famiglia Cristiana. Cercano di fare qualcosa di bene. Non sempre ci riescono,

Page 5: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

ma credo che ci provino con buona volontà e buona intenzione. Certo, questo non basta a testimoniare Gesù Cristo e la fede in lui. C’è troppo compiacimento delle proprie ragioni, della propria cultura, del proprio ruolo sociale e ancor più del proprio status, dei propri veri e presunti meriti storici, e insomma della propria importanza nella vicenda del mondo: tutte cose che con la fede in Gesù Cristo non hanno molto in comune. Anzi praticamente nulla. Sostanzialmente Celentano voleva dire questo. E su questo noi gli diamo ragione. Che poi non lo abbia detto nel più acconcio dei modi, che anche lui sia un predicatore dal pulpito non sempre del tutto credibile… anche questo è probabilmente vero. Ma, in fondo che volete da lui? Chi è davvero migliore di lui? E, comunque, non è egli libero di dire la sua? E perché mai i cattolici, fossero pure preti e vescovi, dovrebbero prendersela? Dovrebbero ringraziare, invece, chi dà loro l’occasione per un approfondito esame di coscienza di fronte a Dio, non di fronte all’opinione pubblica italiana, come se davvero questa fosse il centro dei loro reali interessi, non Gesù Cristo che professano come loro maestro e salvatore.

Anzi, a pensarci bene, credo anch’io che al centro dei reali interessi di tanti “cristiani”, testate giornalistiche, scuole, politici, preti e vescovi, sagrestani e diaconi, monsignori ed eccellenze, catechisti e giaculatoriomani (questa parola è mia, perdonatemi) sia il successo presso il mondo, non Gesù Cristo.

A volte preferisco Celentano.

(Giuseppe Ecca)

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Ma chi blocca davvero l’economia sana?

BENESSERE E MALESSERE:

DALL’AUTOVELOX A WALL STREET

Anche il Rapporto Eurispes, accanto a quello Censis, andrebbe seguito, ogni

anno, per rendere più completa una riflessione sull’andamento complessivo del

nostro paese dal punto di vista sociale. Esso contiene a volte, con approccio

diverso da quello Censis, profili non meno interessanti di quelli segnalati

dall’Istituto di Giuseppe De Rita. Ci pare utile in tal senso segnalare una delle

riflessioni contenute nella sua penultima edizione: essa palesa infatti un valore

che si sta prolungando nel tempo di crisi; si tratta delle impostazioni politiche e

culturali della economia sociale del paese. Autore è Fausto Felli, medico ma

Page 6: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

soprattutto operatore sociale acuto e tenace, che lavora in dimensione

nazionale con un continuo collegamento alla intera realtà europea.

DAL TRONCO IN SU

Sviluppo è produrre ricchezza, progresso è distribuirla attraverso un sistema di strumenti materiali ed immateriali definibili come “bene comune”. Detta così, molte cose appaiono più chiare: la ricchezza prodotta è condizione necessaria ma non sufficiente per il progresso. Se essa è prodotta ma non distribuita e rimane nelle mani di pochi, non c’è progresso per i molti e alla lunga finisce pure col non esserci sviluppo neppure per i pochi. Ed il bene comune non si amplia.

Il progresso è il macro-indicatore dello stato di salute del patto fra gli uomini. Esso non può essere misurato che attraverso regole condivise, le sue variazioni debbono essere valutate in modo chiaro da tutti ed ogni segno negativo deve essere guardato con la stessa trepidazione che riserviamo ai sintomi delle malattie.

Poco o nulla si dice o si conosce sulle conseguenze da carenze di progresso. Invisibile come tutti i fenomeni a medio o lungo termine, la carenza di progresso è un male silenzioso che intacca il progetto di vita degli individui e l’essenza stessa del patto fra gli uomini. Le istituzioni che non respirano società e diventano solo apparati. La storia insegna che una carenza di progresso può convivere con un buono od ottimo sviluppo. Scopriamo che una ricchezza non distribuita o mal distribuita deprime il mercato interno: il progresso (distribuzione) diventa dunque la “conditio sine qua non” dello sviluppo, e non un tedioso dovere verso gli “sfortunati”.

Per la maggior parte degli esseri umani il concetto di benessere e di malessere è collegato al possesso o all’acquisto diretto o indiretto (mediato dallo Stato) di beni e servizi con i quali soddisfare esigenze primarie o voluttuarie. Il mancato o parziale soddisfacimento delle esigenze primarie (cibo, casa, vestiario, trasporti, istruzione, comunicazione) innesca un processo di degrado che diventa nel tempo un danno al capitale sociale della collettività in termini etici ed economici. I danni prodotti a loro volta consumeranno risorse ed indeboliranno complessivamente il Paese. Una grande attenzione va quindi posta alle condizioni che permettono l’approvvigionamento, da parte del cittadino, in forma diretta o mediata dallo Stato, dei mezzi per il proprio sostentamento. Il mercato interno è il primo a subire un rallentamento nel caso di impoverimento della collettività. Ma altri sistemi, quelli in particolare delle tutele sociali, vengono messi sotto pressione. Se i numeri crescono oltre limite, questi sistemi vanno in tilt, essendo tarati e finanziati per l’ordinaria

Page 7: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

amministrazione e quindi non in grado (né dovrebbero mai esserlo) di vicariare il funzionamento corretto ed equilibrato del sistema.

Nell’era della globalizzazione invece di esportare ricchezza si può correre il rischio di importare povertà. Sia sotto forma di immigrazione (in fondo come l’imprenditore delocalizza l’impresa per produrre a più basso costo,

l’immigrato delocalizza la sua persona per migliorare le sue condizioni

di vita). Se io delocalizzo la mia produzione è probabile che venderò i miei prodotti in un mercato interno più povero. È vero che avrò prodotto a più basso costo in qualche parte del mondo, ma avrò acquirenti con meno soldi in tasca.

Abbiamo tutti chiaro che sappiamo misurare lo sviluppo con il Pil, ma non abbiamo misure attendibili per il progresso ed il bene comune. Perché? Perché quando pensiamo ad un albero lo immaginiamo dal tronco in su. Tutto quel complesso universo sotterraneo che va sotto il nome di radici, lo diamo per scontato: che è un modo semplice per ignorarlo.

L’applicazione del patto fra gli uomini, scritto nella Costituzione, prevede precisi doveri da parte delle istituzioni, nate peraltro con questo preciso scopo. L.’attuazione di questi doveri prevede l’impiego di risorse. Queste risorse non possono essere definite “costi” ma strumenti per lo svolgimento del ruolo pattuito. È la ragion d’essere dell’intero sistema istituzionale e nei bilanci pubblici dovrebbero poter avere sede ed evidenza del tutto speciali. Con troppa facilità si indulge a pronunciare quella frase “non ci sono le risorse necessarie” quando si tratta di dare applicazione ai diritti, o più semplicemente a garantire il funzionamento della macchina delle istituzioni. Se potessimo avere davanti in modo chiaro ed intelligibile i criteri delle priorità di spesa (“spending priorities”) adottati correntemente e li paragonassimo alle priorità di spesa connesse al concetto di progresso, avremmo delle belle sorprese. Intanto scopriremmo che è più facile la sussidiarietà verso l’alto che non verso il basso, scopriremmo che la non conoscenza dei propri diritti, la rassegnazione e l’ignoranza (a dire il vero oggi molto ridimensionata) “perdona” tante scelte proprio perché non esiste, alla stessa stregua del Pil per lo sviluppo, un macro-indicatore di progresso.

Pur non esistendo una misurazione organica del progresso, esistono esperienze di valutazione, che sono però parcellizzate o forse molecolarizzate al punto da non permettere un quadro di insieme. Indici di varia natura descrivono le carenze, le povertà, gli effetti delle carenze, il rapporto fra carenze e malattia, istruzione, accesso alla comunicazione, longevità, senza però confluire in un pensiero organico e, soprattutto, dentro un misuratore di progresso. Utile, questo, al decisore politico e a chi deve giudicare il decisore politico stesso. Manca un approccio quantitativo, si fa ricorso alle percentuali senza declinarle

Page 8: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

nei valori numerici reali, tanto che una semplice previsione di spesa è di fatto impossibile. Possiamo dunque dire che non manca all’appello solo la spesa, ma anche il semplice fatto di voler fare due conti. E questo la dice lunga sulla sussidiarietà verso il basso (quella per intenderci per la quale il concetto di sussidiarietà di fatto è nato ed esiste).

LA COMUNITÀ TRA RISCHIO E TUTELA

Dobbiamo porci una domanda: la fiscalità può reggere tutto? E quando non ci riesce? Oltre la fiscalità, una collettività può mettere a disposizione altre risorse? Ad esempio, il microcredito e la microfinanza occupano una possibile e probabile comune area di incontro di mondi diversi che si scrutano e si osservano attraverso le proprie reciproche frontiere: il credito, il bisogno ed il sociale. Ciascuno spingendosi effettivamente al di là della quotidianità che gli appartiene, come mosso dal sogno di vederla superare da nuovi e più intelligenti assetti organizzativi e dal desiderio, legittimo, di sperare in un vantaggio.

In effetti, a ben vedere, la storia dell’umanità è proprio quella del succedersi di “equilibri più avanzati” o fra attori diversi o fra gli stessi impegnati in nuovi ruoli, a cui guardare con consapevole speranza e con predisposizione all’agire organizzato e proficuo. La vera evoluzione è quando le interazioni vengono considerate valide come le azioni. Il credito, dopo importanti naufragi materiali e morali, indubbiamente attraversa un periodo di riflessione: il frazionamento del rischio è una ipotesi di lavoro interessante, figuriamoci la polverizzazione dello stesso. In ogni caso il credito può essere visto come una interessante potenzialità attivabile addirittura nelle aree a welfare basso o nullo. Nella nostra Europa il credito è messo di fronte a numeri importanti (immigrati, piccoli imprenditori, anziani, famiglie, ecc.), all’interno dei quali selezionare tipologie diverse (microcredito per micro imprese o per bisogni personali, ecc.). È uno strumento che può funzionare.

Il bisogno è ubiquitario, camaleontico, in crescita qualitativa e quantitativa. Il pensiero di rimandare al mercato grandi questioni sociali non sembra turbare più di tanto. Poco o nulla si riflette ad esempio sulle conseguenze (costi, ecc.) della povertà o delle povertà. C’è un “senzatetto” (homeless) in agguato

dentro molti destini, ma la cosa non interessa: la vita umana, alla stregua di un qualsiasi investimento, può e quindi deve convivere con il rischio. Il rischio accettato (in modo attivo o passivo) rende di fatto “inutile” riflettere sulle tutele sociali. E, peggio ancora, finanziarle. In fondo il rischio è un modo di attendere il futuro in maniera non precauzionale. Le precauzioni costano? Togliamole.

Page 9: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

Il Sociale misura la scelta di una comunità fra rischio e tutele. Negli Stati Uniti oltre 50 milioni di cittadini non avevano nessuna copertura assicurativa: in embrione sta nascendo il problema di un Servizio Sanitario Nazionale. In Europa ci si chiede come finanziare le tutele in un sistema caleidoscopico in movimento di priorità. Il pensiero di dover appendere ogni atto sociale all’albero della risorsa fiscale è finalmente sulla via del tramonto

(gratis tutto a tutti, ecc.) perché impraticabile e perchè.… la società

civile è più ricca dello Stato. Ad essa dunque possono essere rivolte istanze di intervento diretto, cui lo Stato contribuisce con il potere di garanzia, di validazione e di controllo. Solo un chiaro e onesto dialogo fra pubblico e privato possono dar vita ad una economia del benessere (welfare economy) ed ad una ripresa del cammino verso la dignità sostanziale, universale e quotidiana. Un dialogo senza pregiudizi o riserve, consapevoli dei limiti che questi due mondi comunque presentano, ma proteso alla costruzione di quella giustizia sociale che tutti vorremmo vedere attuata.

In questa direzione, un fatto nuovo: l’Ue taglia i fondi all’agricoltura e decide di aiutare il welfare. L’intelligente dialogo fra pubblico e privato moltiplica le potenzialità di ciascuno e distribuisce equamente vantaggi verso cui legittimamente aspirare. Il microcredito da solo non può puntare molto in alto, il sistema delle tutele da solo non può puntare molto in alto. Insieme potrebbero puntare ad un intelligente utilizzo di queste risorse quale inizio di dialogo e di analisi di modelli di reciproca cooperazione innovativa. Forse pensare a promuovere un dialogo fra istituzioni del sociale, credito ed istituzioni europee per un Piano Europeo per il Microcredito Sociale potrebbe non essere del tutto sbagliato.

NON È CHE I BRACCIANTI SONO COMUNISTI...

La cultura (e la riflessione) delle interazioni, delle contaminazioni, del dialogo, la piccola creatività che aggrega le attenzioni, stimolando una visione del nuovo, è un patrimonio dell’umanità che evolve, della vita stessa. Nella polis la delega non nega l’impegno sussidiario del cittadino da solo o riunito in associazione (art. 118 della Costituzione). Non possiamo pensare che tutto si riduca a interessi che confliggono con vigore più o meno carsico o a burocrazie atarassiche che notabilmente certificano. Il buon senso ci induce a spingere l’acceleratore della cultura per raggiungere gli umili in ogni modo, con ogni energia. Diceva Don Sturzo ai latifondisti siciliani: «[.…] non è che i braccianti sono comunisti, siete voi che li pagate poco e male». Ogni ideologia ha il tarlo dell’essere intrinsecamente ed irrimediabilmente contrappositiva, compensativa, oscuramente vicariante, improbabilmente ordinatoria e comunque disarmonica poiché di parte. Eppure la maggior parte dei pensieri, delle proposte e delle analisi provengono dalle stesse ideologie. Si

Page 10: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

può portare un po’ di aria fresca? Possiamo avvicinarci alle radici dei problemi e tentare di capirne le diramazioni?

Parlare di benessere o di malessere significa ricordarsi appunto delle radici: lo stipendio/pensione ed il sistema del bene comune, inteso come componente extrastipendiale/pensionistica del reddito individuale, concorrono a formare il sistema delle opportunità (beni e servizi) di cui posso fruire. Se in un Paese ci sono alti salari/pensioni, ma debbo pagare sanità/salute, istruzione, sicurezza sociale, trasporti a prezzi di mercato, ecco che il mio vantaggio rispetto al cittadino di un altro paese dura solo il momento della consegna dello stipendio/pensione. Un istante dopo debbo iniziare a sostenere alti costi ed il mio vantaggio si annulla.

Il nostro Paese vive nella dimensione europea: un grande laboratorio dove si stanno trasferendo le questioni complesse dei singoli paesi alla ricerca di soluzioni comuni. Un laboratorio dove si può isolare il nuovo da far crescere dal vecchio che sterilizza ogni novità. Una dimensione articolata e forse lenta, ma presente come nuovo baricentro per la redistribuzione più armoniosa dei carichi democratici. Se, come abbiamo già detto sopra, sviluppo è produrre ricchezza, e progresso è distribuirla attraverso la costituzione di un patrimonio materiale ed immateriale e la condivisione dell’idea di bene comune, dobbiamo oggi constatare di avere strumenti di misurazione dello sviluppo (Pil) e non del progresso.

Il bene comune a sua volta non è chiaramente definibile e percepibile come sufficiente o non sufficiente rispetto al debito/credito nella distribuzione delle ricchezze stesse. Provando a declinare questi concetti a livello europeo, ritroviamo tutta la fragilissima tessitura di un insieme di aspettative, preannunci di diritti, ambiguità giuridiche, potenzialità e fermenti enormi che va, appunto, sotto il nome di Europa. Il Trattato di Lisbona segna una tappa significativa del percorso di costruzione europea. Come ogni passaggio significativo esso crea aspettative e timori: l’Europa c’è, e c’è chi la desidera e chi la teme.

Ma cosa è l’Europa oggi? È un luogo di incontro, una sorta di club dei 27 paesi membri? Oppure un’espressione geografica, come ebbe a dire del nostro Paese il principe Metternich? O, ancora, un progetto economico, sociale o politico in fieri? Di certo l’Europa è in mezzo al guado. Fragile, con i suoi 100 mld di euro di budget annui, tanto da doversi far coraggio chiamando “strutturali” quei fondi che rappresentano lo 0,0 qualcosa % del Pil dei paesi dell’Europa. Ambiziosa, tanto da affidarsi al metodo di analisi e lavoro come unica risorsa identitaria reale. Disomogenea poiché le politiche e le strategie del documento

Page 11: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

Europa 2020 tentano di tratteggiare orizzonti comuni senza l’alleanza del convincimento degli Stati membri. Contraddittoria, considerando i 46

milioni di euro stanziati lo scorso anno per le campagne contro il fumo

e i 430 milioni per i produttori di tabacco. Debole, visto che i 27 Stati che ne fanno parte celebrano l’eurominimalismo. Intrinsecamente fragile: nella cosiddetta competitività con il resto del mondo, ingaggia duelli con sistemi che non pagano la bolletta ambientale, sindacale e delle materie prime. Ma allo stesso tempo, tra tante contraddizioni, è meravigliosamente viva; e in un mondo dove i mercati finanziari dispongono di risorse pari a 12 volte circa il Pil planetario, riesce a creare percorsi di dignità, di rispetto e di equità e a farli divenire il vero valore aggiunto dell’esistenza sociale. Potrebbe sembrare una sorta di condominio delle regole ma senza l’autorevolezza per applicarle. Tuttavia il progetto è forte. Europa vuol dire ormai avere chiare le interazioni fra sviluppo, progresso e bene comune. Un forte mercato interno, una competitività che osa mettere l’etica come valore aggiunto. Un metodo razionale per capire, spiegare ed agire. Una possibilità di contaminarsi con le buone pratiche.

Abbiamo sempre letto che lo sviluppo è la precondizione del progresso. Con l’Europa scopriamo che il progresso può essere a sua volta la precondizione dello sviluppo. L’Europa trova, con largo anticipo sui tempi, le ragioni e la necessità del metodo: un tempo lo spettro della povertà del non avere, oggi lo spettro della povertà del non avere più, per l’azione di un mondo finanziario che crea le condizioni di una povertà in giacca e cravatta. La povertà del non avere si nutre di speranze, taglia i problemi con il sorriso di chi crede in un futuro migliore. La povertà del non avere più è mesta, senza energie, rinunciataria. È un rincorrere triste ciò che si aveva. Non è uno stimolo, è una palla al piede.

UNA CRESCITA INTELLIGENTE, SOSTENIBILE, INCLUSIVA

Il documento “Europa 2020” è la prova di un grande coraggio, l’Europa ha avuto il coraggio di mettere in agenda argomenti centrali (hub) come la povertà (facciamo attenzione anche alle povertà in arrivo) dove lavoro, casa, salute, pensioni, uso democratico delle risorse, priorità di spesa ed altro convergono. Sviluppo, progresso, bene comune: l’Europa dimostra di aver capito la differenza fra sviluppo e progresso ed il tranello di misurare solo lo sviluppo e non il progresso. Un’Europa che punti all’equità, alla dignità, alla libertà ed alla sicurezza è dunque proprietaria di un concetto condiviso nella consapevolezza di un grande compito: evolvere attraverso modelli

socialmente stabili, quali appunto quelli dell’equità. Quelli a cui tutti, più o meno consapevolmente, tendono.

Page 12: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

Nel libro Health Systems Governance in Europe (Sistemi di Gestione Sanitaria in Europa) del prof. Mossialos, [Cambridge University Press, agosto 2010], viene messa in luce la complessità del gioco delle competenze fra Europa, Stati Membri e Regioni e l’incremento di attività regolatoria della Corte di Giustizia Europea. Non è pensabile una fase di esercitazioni regolatorie senza la individuazione di obiettivi precisi: un esempio è dato dal dibattito sullo European Pubblic Health System (Sistema Sanitario Pubblico Europeo) e le innovazioni che esso veicola: ruolo delle Regioni, il bottom up planning (Pianificazione dal basso), la riconfigurazione dei sistemi sanitari nazionali, il contributo razionale di capitale pubblico e privato, istituzioni, società civile, accademia ed impresa.

Ecco dunque che le politiche europee espresse nel Documento di Programmazione Europa 2020 assumono un particolare rilievo. Riportiamo una sintesi della Comunicazione della Commissione “Europa 2020 - Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”:

«L’Europa sta vivendo una fase di trasformazione. La crisi ha vanificato anni di progressi economici e sociali e messo in luce le carenze strutturali dell’economia europea. Nel frattempo il mondo si sta rapidamente trasformando e le sfide a lungo termine (globalizzazione, pressione sulle risorse, invecchiamento) si accentuano. L’Ue deve prendere in mano il proprio futuro. Per ottenere buoni risultati l’Europa deve agire in modo collettivo, in quanto Unione. Abbiamo bisogno di una strategia che ci consenta di uscire più forti dalla crisi e di trasformare l’Ue in un’economia intelligente, sostenibile e inclusiva caratterizzata da alti livelli di occupazione, produttività e coesione sociale».

Europa 2020 dà un quadro dell’economia di mercato sociale europea per il XXI secolo e presenta tre priorità che si rafforzano a vicenda:

- crescita intelligente: sviluppare un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione;

- crescita sostenibile: promuovere un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva;

- crescita inclusiva: promuovere un’economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale.

L’Ue deve decidere qual è l’Europa che vuole nel 2020. A tal fine, la Commissione propone i seguenti obiettivi principali: il 75% delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni deve avere un lavoro; il 3% del Pil dell’Ue deve essere investito in Risorse e Sviluppo; in materia di clima/energia devono essere raggiunti obiettivi fra i quali un incremento del 30% della riduzione delle

Page 13: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

emissioni se le condizioni lo permettono; il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve essere laureato; 20 milioni di persone in meno devono essere a rischio di povertà.

Questi obiettivi sono connessi tra di loro e fondamentali per raggiungere il miglior risultato. Per garantire che ciascuno Stato membro adatti la strategia Europa 2020 alla sua situazione specifica, la Commissione propone che gli obiettivi dell’Ue siano tradotti in obiettivi e percorsi nazionali.

Questi obiettivi sono rappresentativi delle tre priorità (crescita intelligente, sostenibile e inclusiva), ma la loro portata è più ampia: per favorirne la realizzazione occorrerà tutta una serie di azioni a livello nazionale, europeo e mondiale. La Commissione ha individuato sette iniziative-faro per catalizzare i progressi relativi a ciascun tema prioritario:

- “L’Unione dell’innovazione” per migliorare le condizioni generali e l’accesso ai finanziamenti per la ricerca e l’innovazione, facendo in modo che le idee innovative si trasformino in nuovi prodotti e servizi tali da stimolare la crescita e l’occupazione.

- “Gioventù in movimento” (Youth on the move) per migliorare l’efficienza dei sistemi di insegnamento e agevolare l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.

- “Un’agenda europea del digitale” per accelerare la diffusione dell’Internet ad alta velocità e sfruttare i vantaggi di un mercato unico del digitale per famiglie e imprese.

- “Un’Europa efficiente sotto il profilo delle risorse” per contribuire a scindere la crescita economica dall’uso delle risorse, favorire il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio, incrementare l’uso delle fonti di energia rinnovabile, modernizzare il nostro settore dei trasporti e promuovere l’efficienza energetica.

- “Una politica industriale per l’era della globalizzazione” per migliorare il clima imprenditoriale, specialmente per le Pmi, e favorire lo sviluppo di una base industriale solida e sostenibile in grado di competere su scala mondiale.

- “Un’agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro” in modo da modernizzare i mercati occupazionali e consentire alle persone di migliorare le proprie competenze in tutto l’arco della vita al fine di aumentare la partecipazione al mercato del lavoro e di conciliare meglio l’offerta e la domanda di manodopera, anche tramite la mobilità dei lavoratori.

- La “Piattaforma europea contro la povertà” per garantire coesione sociale e territoriale in modo tale che i benefici della crescita e i posti di lavoro

Page 14: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

siano equamente distribuiti e che le persone vittime di povertà ed esclusione sociale possano vivere in condizioni dignitose e partecipare attivamente alla società.

Queste sette iniziative-faro vedranno impegnati sia l’Ue che gli Stati membri. Gli strumenti dell’Ue, in particolare il mercato unico, gli strumenti finanziari e gli strumenti della politica esterna, saranno mobilitati integralmente per eliminare le strozzature e conseguire gli obiettivi di Europa 2020. Come priorità immediata, la Commissione individua le misure da adottare per definire una strategia di uscita credibile, portare avanti la riforma del sistema finanziario, garantire il risanamento del bilancio ai fini di una crescita a lungo termine e intensificare il coordinamento con l’Unione economica e monetaria. Per ottenere risultati occorrerà una gestione economica più forte. Europa 2020 poggerà su due pilastri: l’approccio tematico sopra descritto, che combina priorità e obiettivi principali, e le relazioni sui singoli paesi, che aiuteranno gli Stati membri a elaborare le proprie strategie per ripristinare la sostenibilità della crescita e delle finanze pubbliche. A livello dell’Ue saranno adottati orientamenti integrati che coprano le priorità e i traguardi dell’Unione, mentre agli Stati membri verranno rivolte raccomandazioni specifiche. Una risposta inadeguata potrebbe dar luogo ad avvertimenti, moniti e sollecitazioni.

Le relazioni nell’ambito di Europa 2020 e la valutazione del patto di stabilità e crescita saranno contemporanee, ferme restando la separazione degli strumenti e l’integrità del patto. Il Consiglio europeo si assumerà la piena titolarità della nuova strategia, di cui costituirà l’elemento centrale. La Commissione valuterà i progressi verso il conseguimento degli obiettivi, agevolerà gli scambi politici e presenterà le proposte necessarie per orientare gli interventi e far progredire le iniziative faro dell’Ue. Il Parlamento europeo avrà un ruolo determinante per mobilitare i cittadini e fungerà da co-legislatore per le iniziative principali. Questo approccio di partenariato dovrebbe essere esteso ai comitati dell’Ue, ai parlamenti nazionali e alle autorità nazionali, locali e regionali, alle parti sociali, alle parti interessate e alla società civile, affinché tutti partecipino al conseguimento dei traguardi fissati.

Se da una parte l’impegno a così alto livello verso la costruzione delle condizioni di benessere per i cittadini europei ci tranquillizza, non possiamo esimerci dall’approfondire la comprensione di fenomeni basilari. Ciò in quanto dobbiamo vedere l’Europa anche come destinataria dei nostri contributi, dei nostri pareri, dei nostri punti di vista. Benessere è la certezza di poter fruire, secondo i propri bisogni e possibilmente secondo i propri desideri, di un sistema di beni e servizi che vanno dall’indispensabile fino a lambire, in modo

Page 15: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

più o meno significativo, il voluttuario. Chiamiamo A lo stipendio/pensione, B il bene comune (salute/sanità, istruzione, trasporti, servizi enti

locali, ecc.). A+B raramente fa 100 (dovrebbe essere in teoria, ma salari bassi e servizi pubblici ridotti condizionano il risultato). Interviene C, la famiglia, il più formidabile ed antico ammortizzatore sociale. Dall’infanzia alla vecchiaia il fattore C è onnipresente, sia pure in modo diverso lungo le varie fasi della vita. Il fattore D rappresenta le cose a cui io rinuncio, indispensabili o voluttuarie che siano. Il fattore D rappresenta il mio malessere.

Con questo semplice schema cerchiamo di comprendere, attraverso delle istantanee, la vita di Marco, studente, Giovanna, impiegata, Lorenzo, pensionato ed ospite di una casa di riposo. E poi dall’istantanea passiamo al film delle loro vite e vediamo, all’interno di 100, come sono via via variate A, B, C e D. (Questo è un esercizio che occorre fare da soli: viene meglio). Le questioni individuali sono insieme cause ed effetti se analizzate all’interno di un sistema collettivo: se io esco di casa la mattina per andare a lavorare, senza volerlo produco traffico. Ed il traffico da me co-prodotto causa a sua volta problemi che mi riguardano. Ecco dunque la necessità di rivedere la nostra capacità di percepire le conseguenze collettive di un comportamento individuale, ben sapendo che se esse sono negative debbo riuscire ad intervenire in qualche modo.

Ma torniamo ai nostri A (stipendio/pensione), B (bene comune), C (famiglia) e D (rinuncia). A, B, C e D sono fra loro embricati ed interagenti e capaci di descrivere un profilo individuale, come fossero un codice di riconoscimento. Proviamo a vederli anche come indicatori della qualità del comportamento collettivo. Se A (stipendio/pensione) è alto, vuol dire che siamo in un sistema ad alto profilo distributivo, dove l’elemento umano della produzione è ben remunerato, con riflessi anche nella pensione. Esiste un’armonia nel sistema economico (produzione+vendita). Se A è basso vuol dire che o si produce poco o si vende poco. Se B (bene comune) è alto, vuol dire che dispongo di servizi gratuiti o facilmente accessibili. Significa che un ricovero in ospedale, una malattia cronica o il mantenimento della mia salute, un sistema di istruzione, di trasporti, di sicurezza sociale, proviene dalla collettività e dunque non dalle mie tasche.

Se B è basso, vuol dire che debbo provvedere con le mie tasche o rinunciare, aumentando il fattore D. Se C (famiglia) è alto, vuol dire che la famiglia si sta sostituendo a B che è, di fatto, la mia seconda famiglia. Ma sostituendosi al bene comune, i componenti della famiglia debbono a loro volta rinunciare a qualcosa: aumenta il loro D (rinuncia). Se C è basso, vuol dire che la mia

Page 16: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

seconda famiglia funziona. Se D (rinuncia) è alto, vuol dire che A, o B o C o due di essi o, peggio ancora, tutti e tre, sono bassi e dunque dopo aver rinunciato anche a quella fascia sia pur ridotta di voluttuario, comincio a rinunciare all’indispensabile (cure, alimentazione, trasporti, istruzione, ecc.). Se D è basso vuol dire che gli altri 3 funzionano o che uno (o due) dei tre stanno sostituendo chi non marcia a dovere. Ma D è pericoloso: in un sistema solidaristico ed universalistico (almeno sulla carta) quando D è alto, accade sempre, prima o poi, qualcosa che comporta un costo per la collettività (perdita della salute, del lavoro, della casa, ecc.). Quindi D deve essere basso nell’interesse della collettività. Ritroviamo questo concetto di “interesse della collettività” nell’art. 32 della Costituzione italiana ove è detto che

«la salute è un diritto fondamentale dell’individuo ed interesse della

collettività». Ma su questo torneremo.

DIRITTI E BUDGET

Scorrendo le cronache dei nostri tempi e ricordandoci di parlare di una umanità che è stata capace in soli 60 anni di passare dal traballante aereo dei fratelli Wright al primo passo sulla luna, facciamo fatica a pensare che il sistema stia andando verso un crescente aumento del fattore D (rinuncia) e delle collegate conseguenze sulle finanze pubbliche, senza elaborare una risposta coerente o almeno decente.

I sistemi produttivi e di vendita, con le moderne tecnologie di cui sono pur dotati, dovrebbero garantire, attraverso l’impegno del privato, adeguati livelli di sviluppo. Le conquiste dei diritti (anche quelli più raffinati), le istituzioni, dotate di una struttura di diritti e di equilibri sociali ormai stabilizzati almeno sulla carta, dovrebbero garantire, come è loro dovere, una crescita del bene comune e quindi del progresso, con valori di D sempre più bassi. Invece no. D (rinuncia) e C (famiglia) sono molto alti. E continuano a salire. Ma allora che succede? Più produciamo e più ci impoveriamo? Può essere?

Il frutto dello sviluppo dove sta andando? È uno zampillo che lancia in aria 100 litri d’acqua al secondo ed in terra ne ricadono solo 70-80. I 20-30, ovvero quelli da reinvestire o redistribuire attraverso il bene comune mancano all’appello. Dove sono andati a finire? Eppure vengono prodotti. Chi si sta impossessando di tutta quest’acqua? Oggi parlare di queste cose, ma soprattutto porsi questi problemi, è quanto mai opportuno. È la grande occasione per riprendere il cammino della Politica. Oggi parlare di benessere e malessere significa doversi dotare di una visione più ampia, che non si immiserisca nel ripassare in padella logori stereotipi, ma che abbia il

Page 17: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

coraggio di elencare tutti gli attori in scena e comprenderne le azioni e, quel che più conta, le interazioni.

Ma veniamo al punto; sta accadendo qualcosa di nuovo per l’umanità: per la prima volta nella storia dell’uomo tutti i sistemi economici e sociali della terra hanno a che fare con un accumulo di ricchezza (o di titoli) mai visto prima: 12 volte il Pil del mondo nelle mani dei mercati finanziari. Ogni giorno transazioni finanziarie pari al Pil degli Usa. Transazioni velocissime: una frazione di millisecondo ed il computer scansiona, decide, investe,

disinveste, preleva e deposita. Essendo i suoi criteri limitati al risultato finanziario, è chiaro che questo sistema basato su computer ed algoritmi mette in moto un meccanismo infernale (non essendo comunque l’unico diavolo): un meccanismo di produzione a tutti gli effetti, ma così veloce da rimanere sbalorditi (quando ci indovina) e completamente slegato dai canoni classici dell’economia. Speculazione, produzione del denaro dal denaro. Veloce, semplice, rapida ed invisibile (ti accorgi solo degli effetti). È come avere all’improvviso una enorme fonte di calore al centro di una stanza piena di oggetti di plastica: ogni oggetto che si avvicina alla fonte piano piano si deforma, prima in superficie, poi nelle strutture interne, fino a perdere ogni linea conquistata all’atto della fabbricazione e tornare ad essere un grumo di plastica informe. Pronta per incendiarsi.

Il mondo politico e la società civile hanno lavorato negli ultimi decenni per produrre un sistema di diritti sempre più completo: ma il bilanciamento fra diritti e budget è saltato. Il diritto è un po’ come la mozzarella, ha la sua scadenza, se non è rigenerato dall’uso quotidiano. Gli anziani ciechi di una casa di riposo convenzionata con il Ssn debbono comprare la carta

igienica di tasca propria. Gli anziani di una casa di riposo pubblica della Capitale, con pensioni di 400-500 euro rischiano lo sfratto perché non riescono a pagare il 70% della loro pensione al Comune. Vi risparmio gli altri innumerevoli esempi nel nostro Paese, in Europa e nel Mondo (quando nel 2030 saremo 9 miliardi di persone, solo 1 miliardo potrà avere i mezzi di sostentamento). Ciascuno provi ad inserire qualche sua esperienza, diretta o indiretta, all’interno di questo menù laterale. Saremmo curiosi di conoscere il numero di pagine di un ipotetico libro che dovesse contenere tutte queste notizie.

Oggi non è più e solo questione di modelli: è partita una valanga che si allarga a dismisura e che rischia di far tornare indietro le lancette dei diritti, del progresso e dello sviluppo. Ma allora chiediamoci: che cosa c’entra l’autovelox del piccolo Comune con Wall Street? Che cosa c’entra l’enorme proliferare

Page 18: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

del precariato, le mille telefonate che riceviamo per aderire a questa o quella offerta, abbonamento, vendita?

Produrre era conferire un valore aggiunto, fino a poco tempo fa. Oggi produrre significa entrare con prepotenza più o meno malcelata nelle tasche altrui avendo come base di questo nuovo diritto il fatto che si ha bisogno di pagare gli interessi di un indebitamento. Lo scorso anno i Comuni, piccoli o grandi, fra multe per 7 km in più di velocità, semafori intelligenti e

quant’altro, hanno racimolato circa 12 miliardi di euro, pari all’intero

trasferimento statale agli Enti locali. Sono aumentati i servizi, gli

investimenti pubblici? No, si sono pagati i danni prodotti dai “derivati”.

Il Patto di Stabilità europeo ed il nostro Patto di Stabilità danno pieno diritto di cittadinanza al debito, ponendolo in prima linea nella priorità di spendita (spending priority). L’enorme debito per il salvataggio delle banche peserà sulle economie mondiali per il breve e medio termine. A spese del progresso, del bene comune, aumentando il fattore C (famiglia) ed il fattore D (rinuncia). E creando nuovi costi che non è difficile prevedere. In termini di produttività, competitività, equilibri sociali, occupazione, pensioni, servizi sociali, trasporti e sanità. Ci avviamo a diventare quello che non avremmo mai voluto essere: i nuovi poveri.

Ma allora che cosa lega l’autovelox a Wall Street? Vogliamo chiedercelo una volta per tutte ed elaborare una strategia, o pensiamo che la politica dei tagli dei costi senza conoscere il costo dei tagli serva a qualcosa? Non è difficile rispondere: lo stesso legame che lega l’enorme indebitamento per il salvataggio delle banche a Wall Street potrebbe essere quello che crea l’instabilità di governo che induce a variare il rating (valutazione) a favore del creditore, con valutazioni spesso unilaterali. È quel vento che sembra efficienza ma è solo la declinazione sempre più capillare e periferica, fatta per dovere o per necessità del verbo “prendere per metterla ai piedi della nuova Divinità: i mercati finanziari”. Prendere dunque non per un proprio vantaggio, ma per sostenere la Grande Macchina. Ormai, con il reimpiego delle risorse quasi esclusivamente in nuove forme di speculazione e non nell’economia (troppo lenta per produrre risultati in un millisecondo) la Grande Macchina procede a grande velocità ed è inarrestabile.

LA STORIA DEL RATING: VEDIAMOLA UN ATTIMO

Il Governatore della Banca d.’Italia, Mario Draghi, allievo del prof. Federico Caffè, ha dato un primo segnale, svelando il trucco ed avocando a sé, ovvero alle Istituzioni, il compito di dare un punteggio. Ma è poca cosa, se pensiamo che una tale potenza economica potrebbe ad esempio creare problemi di stabilità ad un governo, e determinare croniche condizioni di ricorso al debito. Eccola qui la frase chiave: ricorso al debito. È questa una tendenza naturale,

Page 19: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

avere oggi e pagare domani. Istituzioni, impresa e cittadini, a vario livello ed a vario titolo ne sono comunque affetti. Esistono tanti ministeri, alcuni senza portafoglio. Esiste un portafoglio senza ministero: una manina che ci porta via 80 Md di euro ogni anno, gli interessi per il debito pubblico. Sì, li conosciamo, quelli per lo sviluppo, il sociale, la sanità, quelli senza i quali le strade si riempiono di buche, le fiancate dei tram diventano sbiadite e tutto vecchieggia. Anche il figlio che a 40 anni rimane a casa.

Dicevamo sviluppo, progresso e bene comune. Il bene comune, riflettevamo sopra, è quella parte extrasalariale della ricchezza individuale che permette, sommata al salario, una dignitosa esistenza, o per lo meno permette di esistere senza aggiungere altri costi. Ora fra salario e bene comune la famiglia fa da cuscinetto, si dilata e si restringe: A+B+C+D deve fare comunque 100. E se non lo fa, uno dei tre è assente o carente. O tutti e tre o due dei tre. Ognuno si fabbrichi la propria combinazione. L’indebitamento, in qualunque punto del sistema istituzioni-imprese-cittadini venga applicato, produce comunque una contaminazione complessiva ed una accelerazione del sistema verso l’espulsione forzata delle risorse, degli utili o del frutto del proprio lavoro verso la Grande Macchina. Istituzioni verso il ripianamento del debito pubblico, il patto di stabilità italiano ed europeo, i piani di rientro sanitario.… Un grande cantiere di risparmio per garantire nutrimento alla grande macchina: si utilizza tutto il tempo a non far mancare nulla alla Grande Creatura, ma poco si fa per cominciare ad immaginare una trattativa che ormai è necessaria. Improcrastinabile. Colpisce l’indifferenza con la quale si è accolta la notizia che gli Usa hanno stampato 600 Md di dollari. E l’enorme indebitamento per salvare le banche chi lo paga? Per le imprese non è meno drammatico: correre sotto il frustino della trimestrale di cassa, produrre senza avere il tempo ed il permesso di seminare, non è cosa da poco: pubblicità aggressiva, marketing aggressivo, tanto è un grande call center all’incontrario

dove ti chiamano (per vendere) invece di chiamare tu, i banchetti per

vendere telefonini ed abbonamenti televisivi nelle stazioni ferroviarie,

nelle stazioni dei carburanti, nei sottopassaggi della metropolitana,

dovunque ci sia profumo di folla.

IL VERO VALORE AGGIUNTO, LA CATTURA DELLA PREDA

Appunto, i cittadini, ormai braccati, guardati a vista: ogni pulsione, desiderio, attesa devono essere subito intercettati, gonfiati fino a diventare un gioco crudele: ti liberi di me solo comprandomi. E poi si ricomincia. Fra affitti/mutui, spese correnti, ecc., si riesce a guadagnare con difficoltà il livello di galleggiamento, almeno nelle grandi città. Nei paesi qualcosa si potrebbe salvare, ma chi ti da lavoro, nei paesi? E di nuovo da capo. Immaginavamo

Page 20: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

tutti un futuro migliore, di stabilità e di certezze, ci stiamo avvicinando alla toppa, alle camicie rigirate.

Eppure abbiamo, paradossalmente, più del passato. Ma non il frutto del nostro lavoro, quello vola via, perché da 12 volte il Pil del mondo dobbiamo arrivare a 30 volte il Pil del mondo. Questo vuole la Grande Macchina. E non chiedetevi per fare cosa, non lo sa nemmeno lei. I computer, se li interrogate su questa domanda, si spengono. Per dispetto. Ma è proprio la vecchietta del Delaware che con i suoi 800 dollari di azioni della Esso sta distruggendo il mondo? O è la schiera dei sarti che cuciono quella stoffa e sono quelli che decidono? Come funziona? Possibile che per una cosa così centrale e delicata non ci siano strumenti per capire, tempo per spiegare e coraggio per agire?

La parola “crisi” ci ha accompagnati fin da bambini. La ricordiamo in bocca a La Malfa padre. Ci confortava l’esistenza di una età dell’oro, quando al posto della crisi c’era il dopoguerra con le sue speranze e la grande forza di

ricominciare. Ricordiamo le immagini dei bombardamenti di San Lorenzo, di Foggia e di tutte le città colpite a morte e rinate. In silenzio, sudando. E pensiamo all’Aquila, a tutte le polemiche: sono talmente poche le risorse di cui il decisore politico dispone, che ci si chiede cosa mai possa decidere, se non solo su diritti senza copertura di bilancio.

Questa situazione ha una cosa buona, ovvero che ci induce a riflettere. Ed un pericolo, ovvero che riflettiamo a metà, facendo magari come quei bambini che disegnano l’albero senza le radici. Reagire alla povertà è diverso a seconda del tipo di povertà. C’è quella del non avere ancora ed allora leggi un lampo negli occhi dei tanti che arrivano nel nostro Paese e si sentono felici di una piccola macchina d’occasione. Salgono. Più triste è la povertà del non avere più, non ce la fai, ti lasci andare. Gli unici lampi sono quelli di rabbia nel non aver capito in tempo. E non c’è energia in quei lampi, solo dolore. Eppure, all’interno del sistema, anche con i valori dopo il saccheggio, cose importanti ce ne sarebbero da fare.

La salute. Il conflitto di interessi fra salute e sanità, un sistema totalmente basato sulle medicine e gli ospedali. I progetti possibili. La sicurezza sociale, il lavoro, le pensioni. Si confonde volutamente il necessario con l’indispensabile. E la famiglia a fare da cuscinetto. A fare da complemento al malessere per farlo essere o sembrare benessere. Quando accade ciò che non era mai accaduto, vuol dire che si è messo in moto un sistema di cose che occorre conoscere per bene. La stabilità è collegata al fatto che si riesca a piazzare di nuovo i titoli di Stato. È il momento di investire nel bene comune, o comunque di investire e smetterla di chiamare tutto un costo. Ma cosa non funziona nei sistemi di allarme sociale, di controllo? Perché la macchina si è inceppata, ideologizzata, imbarbarita? Dove è possibile riprendere il bandolo della

Page 21: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

matassa? Gli anziani ci insegnano, ne hanno viste tante e nei loro occhi quella non è rassegnazione ma solo sapere che è inutile reagire o non ne vale la pena. In fondo che cosa c’è di terribile nell’arrivare a 40 anni avendo bisogno dei soldi per una pizza, o di arrivare ai vicini 70, continuando

ad avere bisogno dei soldi per una pizza? Che cosa è questa maledetta colla ipnotica che ci fa stare fermi a sentirci dire che il lavoro c’è, è che non lo vogliamo?

E così, mentre il risucchio di risorse finisce con il congelare le membra della società e distruggere ogni sua energia, il terzo mercoledì del mese, a New York, a Midtown, Manhattan, Goldman Sachs, Morgan Stanley, JP Morgan, Citygroup, Bank of America, Deutsche Bank, Barclays, Ubs, Credit Suisse si incontrano. E Gary Gensler, capo della Commodity Futures Trading Commission comincia a chiedersi perché.

E noi, quando cominceremo a chiederci perche? O meglio quando cominceremo a lavorare tutti insieme per trasformare queste enormi risorse in opportunità?

(Fausto Felli, per Eurispes)

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Previdenza: è giusto conoscere

UNA PROPORZIONE PIU’ EQUA

APPARE NECESSARIA

La previdenza nazionale continua a presentarci casi che, nonostante la loro regolarità

legale, sollevano un problema morale relativo al quesito se sia lecito un divario

marcato di redditi oltre certi limiti, a parità di anni lavorativi prestati e pur tenuto

conto dei differenziali spesso forti o fortissimi di contribuzione alla produzione

nazionale.

Una delle persone da noi più stimate nello scenario politico nazionale, ed anche

internazionale, stimate per meriti che, ne siamo convinti per come abbiamo

personalmente conosciuto quest’uomo, è Romano Prodi. Egli cumula comunque 3

pensioni, e precisamente (si parla sempre di lordo) 4.246,00 euro dall’INPDAP, più

4.725,00 dal parlamento italiano, più 5.283,00 dall’Unione Europea.

Page 22: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

Altri suoi colleghi politici provenienti, come lui, dal mondo professionale, cumulano

due pensioni, ma di rilievo complessivo uguale e in alcuni casi maggiore al suo; è il

caso di Luciano Violante, con i suoi 7.317,00 euro dall’INPDAP più i 9.363,00 dalla

Camera dei Deputati.

Molto più forte di entrambi naviga Publio Fiori, con 16.000,00 euro dall’INPDAP

aggiunti ai 10.631,00 dalla Camera.

Un notevole gruppo di personaggi cumula due pensioni e uno stipendio, sempre di

rilievo grandemente (gravemente) superiore alla pensione media degli italiani; in

questa categoria troviamo:

- Lamberto Dini, con 18.000,00 euro da Bankitalia aggiunti a 7.000,00 dall’INPS ed a 19.053,75 di stipendio parlamentare;

- Carlo Azeglio Ciampi, con 30.000,00 euro da Bankitalia più 4.000,00 dall’INPS più 19.053,75 da parlamentare;

- Giulio Andreotti, con 5.823,00 euro dall’INPDAP, più 5.086,00 dall’INPGI, più 19.053,75 di stipendio parlamentare.

Segue la categoria dei notabili con soli una pensione e uno stipendio, senza limiti di

cumulo; fra essi:

- Renato Brunetta, con 4.352,00 euro INPDAP e 19.053,75 di stipendio parlamentare;

- Giuseppe Fioroni, con 2.008,00 Inpdap e 19.053,75 di stipendio parlamentare;

- Rocco Buttiglione, con 5.498,00 euro Inpdap e 19.053,00 di stipendio parlamentare;

- Achille Serra, con 22.451,00 euro Inpdap e 19.053,75 di stipendio parlamentare;

- Mario Draghi, con 14.843,00 euro Inpdap e 37.500,00 di stipendio Bankitalia;

- Cesare Geronzi, con 22.037,00 euro INPS più 417.500,00 di stipendio annuo dalle

Assicurazioni Generali.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Politica

FORNERO-MASTROPASQUA:

DUE TECNICI CHE DANNO CATTIVO ESEMPIO AI POLITICI?

Sono ben cosciente che le autocitazioni siano sempre antipatiche.

Malgrado ciò, ricordo che appena vennero presentate le proposte di riforma

di Elsa Fornero sulle pensioni, scrissi per il Network sinistra riformista e per

l’Avanti della domenica, che oltre 300 mila lavoratori si sarebbero venuti a

Page 23: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

trovare in una situazione drammatica, dovendo scontare periodi durante i quali

si sarebbero trovati senza lavoro, senza ammortizzatori sociali e senza

pensione.

Nelle settimane successive ho avuto modo di tornare su questo argomento

più volte, accusando esplicitamente Elsa Fornero non solo di ignoranza dei dati,

ma soprattutto di una pervicace arroganza nel negare ogni reale confronto con

i sindacati, con il risultato di danneggiare gravemente il governo del quale

continua a fare parte.

Ora scoppia la polemica e il Ministro del lavoro reagisce ai dati Inps

sostenendo che in un Paese serio i vertici dell’istituto dovrebbero essere

immediatamente rimossi, omettendo però di dire se, sempre in un Paese serio,

sarebbe tollerato un ministro che considera la matematica un’opinione e che sa

dire solo “così è se vi pare”.

Ignorare che quando si parla di previdenza non conoscere i dati è

assolutamente scandaloso è davvero il colmo per un ministro che più volte ha

preteso di dare lezioni di serietà.

Il confronto e lo scontro tra un ministro pasticcione e arrogante, oltreché

incompetente, e un presidente dell’Inps che di fatto è il padre padrone di un

istituto che si è visto aumentare a dismisura peso e potere, rischia di essere

pagato da lavoratori e pensionati italiani. Sono convinto che il presidente del

Consiglio dovrebbe domandarsi se non sia il caso di chiedere sia al ministro che

al presidente dell’Inps di scegliere, una volta tanto, con spirito di servizio,

facendosi immediatamente da parte e, nel caso di mancanza di sensibilità da

parte dei due interessati, di assumere le decisioni di sua competenza,

dimostrando così che con il bene comune nessuno può scherzare.

(Silvano Miniati)

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Cultura

UNA SCUOLA DI ITALIANO

NELLA STEPPA KAZAKA

Page 24: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

Gianluca Chiarenza ha fondato e sviluppa con passione Aksaicultura. L’esperienza

umana e professionale vissuta in Kazakhstan con l’Eni lo ha segnato indelebilmente e

oggi si dedica allo sviluppo delle relazioni fra l’Italia e l’affascinante nazione asiatica;

in particolare, si dedica ad aiutare i giovani kazaki a studiare l’italiano e a

professionalizzarsi in Italia preparandosi ad aiutare in tal modo il loro paese

velocizzandone anche l’integrazione con l’Occidente avanzato.

Ora, Chiarenza ha realizzato un suo ulteriore “sogno nel sogno”: è in uscita il suo libro

dedicato a raccontare “La nascita di una scuola di italiano nella steppa kazaka”.

Parla della scuola di Aksai, della fondazione dell’associazione collegata, del lavoro fatto

dagli italiani in Kazakhstan e di tutti coloro che sono vicini a questa impresa e pensano

in chiave di futuro integrato fra nazioni.

Anche questo libro, come il romanzo “Un segno nella sabbia” di Roberto D’Amico,

pubblicato recentemente, viene offerto senza prezzo di copertina, in cambio di una

donazione di quindici euro, per recuperare fondi pro-borse di studio a favore degli

studenti kazaki.

Il riferimento è: Donazione Pro Libro

Numero di Conto Corrente postale: 64869704

Coordinate IBAN :

IT26 F076 0101 6000 0006 4869 704

CIN ABI CAB N.CONTO

F 07601 01600 0000648669704.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Spiritualità

IL CONFINE INCERTO

Il confine incerto. Sono tanti angoli della vita ad avere il confine incerto, non solo gioia e dolore come nell' Ave Maria di Fabrizio de André. Amicizia e amore, entusiasmo e sconforto… in bilico, non sai come definire le tue emozioni. Ma ce n'è uno, di confine incerto, che è forse il più difficile: il tempo. Se dovessi scegliere fra passato e presente (o addirittura il futuro, che spero sempre sia il migliore) sarei indeciso e perplesso. Il passato no, perché mi soffoca di nostalgia; il presente no, perché mi passa sotto il naso senza che lo apprezzi. Passato e presente: che confine incerto… E allora ha ragione Qohelet: ogni cosa ha il suo tempo. Quel fascinoso testo mi afferra subito. Secondo me, l’unico modo per godere dei giorni passati

Page 25: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

(senza restare sopraffatto dai rimpianti) è trascinarli di nuovo verso di me per rendergli grazie. Proprio così: ringraziarlo, il mio tempo passato, quasi fosse un personaggio. Gli anni che ho vissuto dovrei contemplarli in una luce di grazia (questo vuol dire la parola grazie) come se mi aspettassi una nuova grazia proprio da lui, il mio passato: quell'epoca felice, quella magica stagione che ho avuto la sorte di vivere. Riportare ai miei e ai vostri occhi quei dieci anni 1970 quando con una squadra forse irripetibile mi trovai all'inizio della mia vita pastorale. Che impresa! Ma è la mia, è la vostra commozione a riportarli ad oggi; e non come fosse un dovere ma come un doloroso piacere. Franco, Andrea, Antonio, Giuseppe, Guglielmo, Viscardo. Combinazione o miracolo? Mah, un altro confine incerto. Non so dare risposte. Trovarsi da un giorno all'altro così numerosi e sempre compatti nelle idee, nei progetti, nelle grane da risolvere, e soprattutto nell'allegria e nella passione: non so dire perché e come possa essere accaduto. All'inizio degli anni 1980 trovammo ognuno la sua strada. Loro non potevano restare vicari in eterno; io stesso avevo gli altri progetti che voi, cari amici, conoscete. Restai sul posto ma non pensai mai, non cercai mai, non chiesi mai altri collaboratori o altri vicari che potessero sostituire Franco, Andrea, Antonio, Giuseppe, Guglielmo. Sarebbe stato tradire quel tesoro così grande. Avevo in mano il testimone e per altri 15 anni continuai da solo, circondato da quel laicato, da quegli amici, da quei giovani, che avevo ereditato e che fecero posto a tanti altri giovani e adulti. Franco. Comincio da lui perché è ancora intenso il dolore per il suo addio. La sua figura è per me legata a due tratti (neppure tanto segreti) di lui. Prima di tutto la sua dolcezza, la sua capacità negli affetti, la profondità dei suoi sentimenti. Un uomo schivo, silenzioso, che ti vedevi però spuntare alle spalle al momento opportuno e nelle curve decisive. Un'amicizia di vacanze insieme, di ritiri insieme, a Spello, da Carlo Carretto. Fin da subito. 1970. Un calore che ti veniva dritto sulla pelle, al primo sguardo e dopo le prime parole. Una specie di discorso della montagna del vangelo di Matteo: beati i puri di cuore... guardate i gigli dei campi, guardate gli uccelli del cielo... Un'innocenza che certe volte gli paralizzava la parola, gli si ritorceva addosso: ma noi che lo conoscevamo non avevamo fretta e sapevamo con quale tormento gli sarebbero spuntate piano piano quelle parole. Così educava e formava i ragazzi, così seguiva gli adulti o chiunque gli chiedesse un consiglio o un appoggio. Le parole che uscivano dalla bocca di Franco erano poche ma tutte giuste e adatte al momento. Ma c'é il tratto più alto di Franco che si è impresso dentro di me. Un tratto che spesso era solo sopportato nelle ultime esperienze pastorali. Un pò intransigente, dicevano con un sospiro. Invece...

Page 26: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

La sua convinzione, la sua determinazione, che a me piace chiamare la sua resistenza. Sì, la resistenza è la cornice che preferivo di lui, il messaggio più forte che mi ha trasmesso, la forza migliore che, sono certo, ha lasciato per tutti. Il tratto che mi affascinava, che quasi gli invidiavo, e che mi porterò appresso come esempio. No Viscardo, no Andrea, no Antonio: la cresima non possiamo offrirla a tredici anni. Tradiremmo i giovani, le loro attese, la serietà che loro stessi si aspettano. Non dobbiamo trattenerli, i giovani, con il pretesto dei sacramenti; sono loro che debbono scegliere la comunità come luogo di incontro, di discussione, di formazione delle idee e della fede. Eleggere la comunità sarà un loro gesto. Libero, convinto. A 18 anni, la cresima sarà la conferma del loro atto di fede, del loro passo in avanti. Da cattolici liberi, da cittadini leali. Senza obbedienze servili e inginocchiamenti inutili: pronti ad alzare una mano: un momento vorrei capire... Senza mai diventare bigotti e devoti; aperti, interessati, critici. Saremo con te, Franco, perché ne siamo convinti, gli dicemmo appena avanzò la proposta. Così affrontammo le mille reazioni di genitori, case religiose e immancabili richiami dei vescovi. Ma fu la fermezza di Franco a guidarci, la sua idea lucida, il calore stesso con il quale spiegava e spiegava e ripeteva. Franco, la resistenza. La chiamo resistenza perché negli anni successivi e in parrocchie diverse non piegò mai la sue convinzioni. Nonostante le forti opposizioni. A costo di celebrare le notti di Natale con la sua chiesa semi deserta. La purezza delle idee e il candore di essere conseguente. Tutto aveva per lui un asse, una ragione, una necessità. Non si poteva sorvolare, far finta che non fosse vero oppure saltare i passaggi. Finché restai al mio posto, quel suo messaggio restò intatto. E, difatti, eccoli qui i frutti della sua anima. Siete voi, i figli della sua lezione spirituale. Anche se alcuni erano allora piccolissimi, la tradizione dei più grandi, il racconto degli adulti, la frequentazione che non gli avete fatto mancare sono a dirlo con la presenza di oggi. Andrea. Negli otto anni di vita pastorale, alla parrocchia della Trasfigurazione, esercitò il carisma del lider, il fascino del richiamo e lo sguardo sempre più avanti a noi tutti, me compreso. Il resto della sua vita e la sua eroica morte non hanno che confermato quei tratti che noi avemmo la grazia di respirare agli inizi. Andrea venne appena due anni dopo la sua ordinazione; tre anni dopo me e Franco. 1972. I suoi progetti non avevano alcun significato di attività o peggio di intraprendenza. Erano il naturale e quasi il necessario linguaggio della sua anima. Ogni volta che inventava un nuovo alfabeto per i suoi sentimenti e per la sua vita interiore trovava nello stesso tempo il progetto più affine nella vita pastorale. Avemmo così la grazia di muoverci quasi in un'onda giusta e di

Page 27: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

cavalcarla spontaneamente senza forzare e senza strafare. Anche se all'esterno davamo l'impressione di creare chissachè, in realtà eravamo convinti di fare solo i gesti normali che il Concilio, quell'altro miracolo sotto i nostri occhi, ormai chiedeva a noi giovani preti e a tutto il popolo di Dio, come allora si chiamava la chiesa. Ringraziare Iddio per quella stagione straordinaria è per me e per voi un bisogno quasi fisico. Ma vorremmo di più, molto di più. Tra le mani abbiamo un'eredità che non potremmo o dovremmo mai trattenere quasi a baloccarci con le nostalgie, i rimpianti o i rimproveri al grigiore di oggi, alle pigrizia di oggi e alla viltà di oggi. Siamo qui perché nessuno ci potrà separare dalla carità di Cristo, come scriveva san Paolo nella lettera ai Romani; neanche lo squallore e la negligenza, neanche il sotterfugio e il servilismo. La verità, la civiltà, il rispetto, l'audacia, le aspettano anche i nostri figli e i nostri nipoti, non da Franco e Andrea purtroppo, ma dalle nostre voci, dalle nostre reazioni, dal calore con cui affrontiamo e amiamo la vita. Dunque quella stagione non è irripetibile, non può mummificare fra le carte ingiallite, non deve. Può accadere e può crescere a dismisura sotto le nostre cure, perfino dietro le nostre lacrime di oggi. E non sarà un testamento ma un invito alla primavera che abbatterà, ne siamo certi, la cortina di un inverno troppo lungo. (don Viscardo Di Lauro)

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Racconti

ORESTE E CESIRA: AVVENTURE REALI

DA UN CENTRO ANZIANI

PICCOLA PRESENTAZIONE Sono raccolte dal vivo in queste pagine alcune delle avventure capitate a

una coppia di iscritti in un Centro Anziani di Roma. Queste piccole cronache, già pubblicate su vari numeri del giornalino del

Centro Sociale Anziani Casilino 23, vogliono essere un amichevole monito per gli anziani: amate il vostro Centro perché è una risorsa grande, difendetelo perché un Centro Anziani deve vivere solo per i suoi iscritti… (GLI AUTORI: Oreste, Cesira, Spartaco, la sora Bice e tutti gli iscritti)

Page 28: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

I PERSONAGGI

ORESTE

E’ il principale personaggio di questi brevi racconti. Ha superato da qualche tempo la sessantina ed è iscritto, insieme a sua moglie Cesira, al Centro Anziani. E’ un tipo educato e per niente malizioso, crede nei diritti ma soprattutto nei doveri e, suo malgrado, ha fiducia nel prossimo e in quel bene sociale che un Centro Anziani può e deve offrire. CESIRA

E’ la moglie di Oreste. Un tipetto sveglio che non si fa passare la mosca sotto il naso. E’ schietta e la verità, quella cruda, è la sua bandiera: alla quale non rinuncia mai. SPARTACO E’ il cagnolino della coppia. Un bel cagnolino di razza “Carlino” che convive con i nostri amici quasi da sempre. E’ il migliore amico di Oreste, compagno di lunghe passeggiate serali. LA SORA BICE C’è poco da dire, sulla sora Bice. Solo leggendo le sue “sentenze” si evince che è arcistufa del “governo” del suo Centro Anziani. Non ha peli sulla lingua e non teme nulla e nessuno, anzi… IL SIGNORE GENTILE Il prototipo di consigliere del comitato di gestione del Centro Anziani, che fa la “socialità” solo per i suoi amici e potenziali elettori. LA REGINA E chi potrebbe essere se non colei che governa?! I QUATTRO MOSCHETTIERI I fedelissimi alleati che governano insieme alla Regina. GLI ISCRITTI AL CENTRO ANZIANI 1101 persone che non sanno il potere che hanno!

I FATTI

• LE TRE VOLTE DI ORESTE Partecipare alle iniziative organizzate dal Centro Anziani è cosa facile: basta mettersi in fila, aspettare il turno, e voilà: les jeux sont faits! E tutto è organizzato dal comitato di gestione con correttezza ed equa distribuzione del bene sociale: infatti chi ha partecipato ad una gita, ad un teatro o a

Page 29: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

qualche altra iniziativa lascia il posto a coloro che non hanno mai partecipato… Ma è proprio così? • ORESTE L’ISCRITTO Un’Assemblea di iscritti al centro anziani, dove regna confusione e manipolazione, dove si dice tutto e niente… e il malcapitato Oreste, confuso e incredulo, ne fa le spese. • SPARTACO Spartaco e Oreste, una sera, a spasso per il quartiere. L’amico fedele di Oreste racconta il suo punto di vista sul centro anziani. • LE IDI DI MARZO Tempo di elezioni al centro anziani. Oreste vorrebbe candidarsi come consigliere ma deve fare i conti con Cesira…. • ORESTE E LA BACHECA Dopo mesi e mesi d’inedia, improvvisamente (e guarda caso in prossimità delle elezioni al centro anziani) piovono gite, passeggiate e teatri. Mah! • FURTO AL CENTRO ANZIANI Quando un centro ha pochi metri quadri, bisogna saper convivere con le tante attività sociali dei vari gruppi: pittura, ginnastica, ballo, ecc. Ma tra questi gruppi, chissà perché, ce n’è sempre uno raccomandato… o per meglio dire “accudito” da qualche consigliere; e ciò disturba il sonno degli iscritti onesti. • I QUATTRO MOSCHETTIERI Ecco cosa succede quando il “potere” dà alla testa: chi si crede una Regina e chi i 4 moschettieri… • ORESTE E IL CORO A volte tra gli iscritti manca il rispetto degli interessi altrui ma simpaticamente ci si sopporta…. • ORESTE FAI DA TE Ma che dovrebbe fare un centro anziani se non un servizio sociale per gli iscritti della terza e quarta età? • ORESTE E ZIO ARDUINO Il mio centro è più bello del tuo… perché al mio si fanno tante cose. E al tuo?

Page 30: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

• ORESTE E LA SORA BICE Se non ci fossero le “sore Bice” ai centri anziani: bisognerebbe inventarle! • ORESTE E L’OTTO APRILE Finalmente il giorno delle elezioni, della liberazione e della vittoria di chi ha voluto il cambiamento!

°°°°°

PRIMA PUNTATA:

LE TRE VOLTE DI ORESTE Quel giorno Oreste era, a dir poco, emozionato. Scese di corsa le scale e si precipitò in Via Ferraironi 94. Passò frettolosamente sotto i portici e vide un gruppetto di persone che discutevano animatamente. Pensò a qualche problema nel quartiere ma si rasserenò quando sentì i commenti sulla Roma che il giorno prima aveva esordito nella Champions League. Davanti al Centro c’era una fila di gente con in mano un foglietto di carta. Qualcuno lo diede anche a lui. Era il numero 17. Non era superstizioso, Oreste, ma quel numero non gli piaceva. Alle 15 esatte il responsabile di turno spalancò il portoncino del Centro e la gente entrò accalcandosi. Era il giorno utile alla prenotazione per la gita a Ficulle e i posti disponibili erano solo 52. “M’ha detto bene…” pensò Oreste: “…sono il diciassettesimo, non avrò problemi!”. Ma quando entrò in segreteria per assolvere al dovere d’iscritto un signore gentile gli disse: “Me spiace, sor’Oré, ma lei è tesserato solo da du’ mesi e non può partecipà… deve passà un anno da l’iscrizzione. Sa’, la quota, pe’ lei e su’ moje, sarà disponibbile solo cor finanziamento de l’anno prossimo...”. Tornò a casa sconsolato e raccontò il fatto a Cesira. “.. E allora che possiamo fare quest’anno al Centro?” esclamò sua moglie mentre trafficava ai fornelli. “Tutte le altre attività! Giocare a carte, ballare…” rispose fiero Oreste. E Cesira di rimando: “A carte!? Ma se nun te piace! Ballare?” e mentre lo diceva scoppiò in una risata incontenibile: “Il ballo... ah, ah… chi, tu? Ma se hai i piedi fucilati…”.

Page 31: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

Oreste non commentò. Si guardò i piedi e, con gran senso di colpa, diede in cuor suo ragione alla moglie. Allo scattare del 12° mese, Oreste tornò a via Ferraironi 94. Nel primo pomeriggio iniziavano le iscrizioni per la gita alla Sgurgola. Voleva essere uno dei primi e si precipitò al centro con grande anticipo. “Aspetterò fuori, che importa!” diceva tra sé. Raggiunta in un baleno la sede del centro vide che non c’era nessuno e, con grande meraviglia, che il portoncino era spalancato. Entrò trafelato in segreteria. Un signore gentile, senza neanche ascoltarlo, sentenziò: “Lei è qui per la gita? Ce spiace, ma le prenotazzioni so’ esaurite, er pullman è completo.”. Incredulo, ma ligio al rispetto per il suo prossimo, che i Salesiani gli avevano inculcato in tenera età, balbettò: “Scu…, scusi, manca almeno mezzora all’orario che ho letto in bacheca e nun ce so’ più posti?” Ma quel signore gentile parlò chiaro: “Guardi che qui nun manca proprio gniente!“. E poi, forse intenerito dalla sconsolata faccia di Oreste, aggiunse: “Ma che posso facce se so’ venuti tutti un’ora fa? Che, li cacciavo via?”. Oreste tornò a casa triste e anche un po’ preoccupato per la reazione di Cesira che, come aveva previsto, aggiunse a fine predica: “Ma nun ce l’ha un cacchio di regolamento ‘sto centro???”. Un paio di settimane dopo, mentre sorseggiava un cappuccino bollente al bar accanto all’ottico, un amico gli disse: “Oré, te do 'na dritta, domani alle quattro ce so’ l’iscrizzioni a ‘na gita gratise. Nun mancà! Viè presto!” E l’indomani, due ore prima del previsto, Oreste era a Via Ferraironi 94. Ma quando entrò nella segreteria un signore gentile gli disse: “So’ rammaricato, ma stavorta sorteggiamo. Deve da sape’ che la gita a Montespertoli è gratis e ce vonno anna’ tutti… Dobbiamo sorteggiare! Però… hanno la precedenza quelli che nun so’ mai annati…”. Lo interruppe Oreste: “Quelli che non sono mai andati a Montespertoli?”. “No, a tutte l’artre gite… e poi siccome quelli che nun ce so’ mai annati - e nun so’ perché - nun se presentano, facciamo el sorteggio tra quelli che ce vanno sempre…”. Con un po’ di confusione in testa e una faccia da funerale uscì dal Centro. E che avrebbe detto a Cesira? Passeggiò un paio d’ore a Piazza Pecchiai, poi decise di tornare a casa. “Allora?!?” domandò a voce alta sua moglie sentendolo entrare. Non è possibile trascrivere il commento di Cesira all’ennesima avventura del suo Oreste:

Page 32: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

sarebbe troppo scurrile e la mia penna non lo consente, ma per soddisfare la curiosità di molti, vi confesserò che il centro, il signore gentile e, ovviamente, Oreste, furono invitati da Cesira a fare un certo viaggio… E se la curiosità di molti non è stata ancora soddisfatta, do un indizio citando il ritornello di una canzone che fa pressappoco così: “Te cianno mai mannato a quer paese?… sapessi quanta gente che ce sta…”. (Katia Gallone)

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

(Seguirà invio distinto nei prossimi giorni).

I CRITERI REDAZIONALI CHE INFORMANO STUDISOCIALI

1.I materiali pubblicati da questa Letteraperta sono liberamente fruibili da chi lo

desidera. In caso di riproduzione si prega, appena, di citare fonte ed eventuale firma

di quanto riprodotto.

Page 33: STUDISOCIALI · 22. Previdenza: Una proporzione più equa appare comunque necessaria 23. Politica: Fornero-Mastropasqua : T ecnici che danno cattivo esempio ai politici? 24. Cultura:

2.La Letteraperta propone riflessioni liberamente messe a disposizione da quanti

partecipano alla ricerca di Studisociali. Quanto firmato da ogni autore resta

naturalmente responsabilità dello stesso.

3.Studisociali favorisce, quando richiesto, il contatto diretto fra i partecipanti alla

Letteraperta ed alla Scuola del Circolodelmeglio.

4. Per contattare Studisociali, chiedere di ricevere regolarmente i suoi scritti, chiedere

di essere rimossi dall’indirizzario, inviare commenti, contributi, proposte, è sufficiente

scrivere a: [email protected]; oppure a [email protected].

°°°°°°°

°°°°°