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Pag. 1.25 SOPRINTENDENZA BELLE ARTI E PAESAGGIO PER LE PROVINCE DI LECCE BRINDISI E TARANTO PROGETTO ESECUTIVO LECCE. BASILICA DI SANTA CROCE. RECUPERO E VALORIZZAZIONE IMPORTO: €.2.000.000,00 2.1. RELAZIONE SPECIALISTICA CAT. OS2 SBEAP Lecce – Ufficio tecnico Il Progettista Collaborazione alla progettazione (Arch. Giovanna Cacudi) Assistente tecnico (Geom. Gianluca Latino) Il Direttore Scientifico cat. OS2 Collaborazione alla direzione scientifica (Dott. Antonia Di Marzo) Funzionario diagnosta (Francesca Vescera) Arcidiocesi di Lecce – Ufficio Beni Culturali Il Coordinatore per la Sicurezza Il Responsabile Unico del Procedimento in fase di progettazione (Arch. Giuseppe Fiorillo) (Geom. Francesco Moretto)

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SOPRINTENDENZA BELLE ARTI E PAESAGGIO

PER LE PROVINCE DI LECCE BRINDISI E TARANTO

PROGETTO ESECUTIVO

LECCE. BASILICA DI SANTA CROCE. RECUPERO E VALORIZZAZIONE

IMPORTO: €.2.000.000,00

2.1. RELAZIONE SPECIALISTICA CAT. OS2

SBEAP Lecce – Ufficio tecnico Il Progettista Collaborazione alla progettazione

(Arch. Giovanna Cacudi) Assistente tecnico (Geom. Gianluca Latino)

Il Direttore Scientifico cat. OS2 Collaborazione alla direzione scientifica (Dott. Antonia Di Marzo) Funzionario diagnosta (Francesca Vescera)

Arcidiocesi di Lecce – Ufficio Beni Culturali

Il Coordinatore per la Sicurezza Il Responsabile Unico del Procedimento in fase di progettazione (Arch. Giuseppe Fiorillo) (Geom. Francesco Moretto)

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1.SCHEDA DI RESTAURO Altare di Sant'Antonio da Padova della chiesa Santa Croce di Lecce

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L'altare in pietra leccese, dedicato a Sant'Antonio è ubicato nella navata destra della chiesa di Santa Croce. L'altare di minute ed eleganti proporzioni è impreziosito da due dipinti: un olio su tela raffigurante Sant'Antonio da Padova del pittore leccese Oronzo Tiso (1726-1800) e l'affresco cinquecentesco della Vergine di Costantinopoli. L’opera, alla luce di una attenta analisi visiva, evidenzia macroscopici fenomeni di polverizzazione e disgregazione. Tali fenomeni sono localizzati soprattutto sulle zone a livello ed al di sotto della mensa, ampiamente interessate da efflorescenze e subefflorescenze saline che provocano, inoltre, esfoliazione e scagliature, con conseguente distacco e consistente perdita di materiale costitutivo a danno del modellato. Le stuccature, anch'esse compromesse dagli stessi fenomeni di degrado, sono quasi tutte disgregate, in alcuni casi incoerenti e hanno perso la loro funzione di ricongiunzione e sigillatura delle soluzioni di continuità. Infine, la superficie risulta ricoperta da un deposito incoerente di particellato atmosferico e di qualche deposito coerente di varia natura. Pertanto si rende necessario un intervento di restauro che preveda le seguenti operazioni: OPERAZIONI PREVISTE:

• Preliminare pulitura dai depositi superficiali incoerenti e accumulate sulla totalità delle superfici oggetto dell’intervento da eseguirsi mediante aspirazione e spazzolatura, con l’uso di pennellesse morbide, aspirapolvere e pennellotti.

• Consolidamento ristabilimento della coesione mediante impregnazione ad impacco con ossalato di ammonio eseguito nella percentuale del 5%, sulle superfici interessate dal fenomeno pari al 40%, inclusi gli oneri relativi alla successiva pulitura del prodotto consolidante, alla eventuale costruzione di elementi di sostegno per l'impacco in caso di superfici verticali estese, alla protezione delle superfici circostanti mediante sistema di raccolta e di deflusso del prodotto.

• Ristabilimento della coesione mediante impregnazione ad impacco con DAP (Diammonio fosfato) eseguito nella percentuale del 7% sulle superfici interessate dal fenomeno pari al 30%, inclusi gli oneri relativi alla successiva pulitura del prodotto consolidante, alla eventuale costruzione di elementi di sostegno per l'impacco in caso di superfici verticali estese, alla protezione delle superfici circostanti mediante sistema di raccolta e di deflusso del prodotto.

• Pulitura chimica e meccanica, rimozione di depositi coerenti e incrostazioni di varia natura, deiezione animali, sali solubili ecc.. L’operazione richiede notevole impegno in modo da non alterare né asportare minimamente la parte superficiale del materiale effettuata mediante applicazioni di impacchi di polpa di carta e di bicarbonato di ammonio, con l’aggiunta di un tensioattivo non ionico ed un apposito biocida per l’inibizione di ogni azione biologica, calibrando i tempi di applicazione dell’azione solvente con registri minimi. Pulitura meccanica mediante strumenti di precisione manuali e/o strumenti aereoabrasivi per l’asportazione delle incrostazioni residue e resistenti agli impacchi, avendo cura di modulare la pressione dell’aria, la granulometria della polvere, il diametro dell’ugello e la distanza dalla superficie. Rimozione dei depositi di origine biologica e di incrostazioni di cemento. Si considera necessaria sul 15% della superficie.

• Rimozione di vecchie stuccature deteriorate/incompatibili sulla superficie presa in considerazione e rifacimento delle medesime con caratteristiche simili ai materiali lapidei in oggetto. Tale fase, eseguita mediante un impasto essenzialmente a base di calce idraulica e polvere di pietra dello stesso litotipo e di terre colorate per l’accostamento cromatico alle stesse superfici lapidee, prevede stuccature a livello delle stesse superfici risanate. L’operazione comprende anche la asportazione di elementi metallici ormai ossidati quali perni, grappe, staffe, cerchiature, chiodi ecc.; prevede infine la protezione, la pulitura ed il consolidamento delle zone attigue alla rimozione di detti elementi, la fase prevede inoltre la

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revisione e il trattamento delle lesioni, fratturazioni e lacune . Si considera il 15% della superficie.

• Rimozione di elementi staccati e pulitura dei medesimi, inserimento dei perni in acciaio inox ad aderenza incrementata o in vetroresina affogati in malta epossidica e polvere della stessa pietra. L’operazione si rende necessaria per l’ancoraggio di pezzi staccati o pericolanti sull’intera superficie oggetto dell’intervento. Riproposizione di piccoli elementi mancanti su indicazione della D.L. si considera il 10% della superficie.

• Protezione finale da applicare su tutta la superficie interessata dall’intervento, utilizzando il protettivo AMOX ( ossalato di ammonio) nella percentuale del 5% in acqua demineralizzata, al fine di rallentare il degrado.

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2.SCHEDA DI RESTAURO Altare della Natività del Signore della chiesa Santa Croce di Lecce

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L'altare in pietra leccese, è incorniciato da una coppia di colonne tortili lavorate ad intaglio databile alla prima metà del settecento. Lo stesso intaglio incornicia la tela raffigurante l’Adorazione dei pastori, lavoro autografo del Napoletano Giovan Battista Lama che lo dipinse nel 1730. Ugualmente intagliata è la cornice del piccolo tondo dipinto posto all’apice a conclusione del manufatto. La mensa, il paliotto e la parte inferiore dell’altare sono scolpiti con moti fitomorfi e antropomorfi. Ad un attento esame autoptico l’opera evidenzia macroscopici fenomeni di polverizzazione e disgregazione. Tali fenomeni sono localizzati soprattutto sulle zone a livello ed al di sotto della mensa, ampiamente interessate da efflorescenze e subefflorescenze saline che provocano, inoltre, esfoliazioni e scagliature, con conseguente distacco e consistente perdita di materiale costitutivo a danno del modellato. Le stuccature, anch'esse compromesse dagli stessi fenomeni di degrado, sono quasi tutte disgregate, in alcuni casi incoerenti e hanno perso la loro funzione di ricongiunzione e sigillatura delle soluzioni di continuità. Infine, la superficie risulta ricoperta da un deposito incoerente di particellato atmosferico e alcuni depositi coerenti di varia natura. Pertanto si rende necessario un intervento di restauro che preveda le seguenti operazioni: OPERAZIONI PREVISTE:

• Preliminare pulitura dai depositi superficiali incoerenti accumulate sulla totalità delle superfici oggetto dell’intervento da eseguirsi mediante aspirazione e spazzolatura, con l’uso di pennellesse morbide, aspirapolvere e pennellotti.

• Consolidamento ristabilimento della coesione mediante impregnazione ad impacco con ossalato di ammonio eseguito nella percentuale del 5%, sulle superfici interessate dal fenomeno pari al 40%, inclusi gli oneri relativi alla successiva pulitura del prodotto consolidante, alla eventuale costruzione di elementi di sostegno per l'impacco in caso di superfici verticali estese, alla protezione delle superfici circostanti mediante sistema di raccolta e di deflusso del prodotto.

• Ristabilimento della coesione mediante impregnazione ad impacco con DAP (Diammonio fosfato) eseguito nella percentuale del 7% sulle superfici interessate dal fenomeno pari al 30%, inclusi gli oneri relativi alla successiva pulitura del prodotto consolidante, alla eventuale costruzione di elementi di sostegno per l'impacco in caso di superfici verticali estese, alla protezione delle superfici circostanti mediante sistema di raccolta e di deflusso del prodotto.

• Pulitura chimica e meccanica, rimozione di depositi coerenti e incrostazioni di varia natura, deiezione animali, sali solubili ecc.. L’operazione richiede notevole impegno in modo da non alterare né asportare minimamente la parte superficiale del materiale effettuata mediante applicazioni di impacchi di polpa di carta e di bicarbonato di ammonio, con l’aggiunta di un tensioattivo non ionico ed un apposito biocida per l’inibizione di ogni azione biologica, calibrando i tempi di applicazione dell’azione solvente con registri minimi. Pulitura meccanica mediante strumenti di precisione manuali e/o strumenti aereoabrasivi per l’asportazione delle incrostazioni residue e resistenti agli impacchi, avendo cura di modulare la pressione dell’aria, la granulometria della polvere, il diametro dell’ugello e la distanza dalla superficie. Rimozione dei depositi di origine biologica e di incrostazioni di cemento. Si considera necessaria sul 20% della superficie.

• Rimozione di vecchie stuccature deteriorate/incompatibili sulla superficie presa in considerazione e rifacimento delle medesime con caratteristiche simili ai materiali lapidei in oggetto. Tale fase, eseguita mediante un impasto essenzialmente a base di calce idraulica e polvere di pietra dello stesso litotipo e di terre colorate per l’accostamento cromatico alle stesse superfici lapidee, prevede stuccature a livello delle stesse superfici risanate. L’operazione comprende anche la asportazione di elementi metallici ormai ossidati quali perni, grappe, staffe, cerchiature, chiodi ecc.; prevede infine la protezione, la pulitura ed il

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consolidamento delle zone attigue alla rimozione di detti elementi, la fase prevede inoltre la revisione e il trattamento delle lesioni, fratturazioni e lacune . Si considera il 20% della superficie.

• Rimozione di elementi staccati e pulitura dei medesimi, inserimento dei perni in acciaio inox ad aderenza incrementata affogati in malta epossidica e polvere della stessa pietra. L’operazione si rende necessaria per l’ancoraggio di pezzi staccati o pericolanti sull’intera superficie oggetto dell’intervento. Riproposizione di piccoli elementi mancanti su indicazione della D.L. si considera il 15% della superficie.

• Protezione finale applicata su tutta la superficie interessata dall’intervento, utilizzando il protettivo AMOX ( ossalato di ammonio) nella percentuale del 5% in acqua demineralizzata, al fine di rallentare il degrado.

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3. SCHEDA di Restauro Altare di San Michele Arcangelo della chiesa Santa Croce di Lecce

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L'altare scolpito in pietra leccese, dedicato all’Arcangelo Michele è ubicato nella navata destra della chiesa di Santa Croce. L'altare impreziosito da due colonne tortili poste ai due lati della tela raffigurante L’Arcangelo Michele, copia del dipinto originale del Guido Reni. Nel riquadro in alto a concludere l’altare il piccolo dipinto raffigurante l’Ecce Homo. Nel paliotto è raffigurato il busto lapideo di San Lorenzo Martire. L’opera da una attenta analisi visiva evidenzia macroscopici fenomeni di polverizzazione e disgregazione. Tali fenomeni sono localizzati soprattutto sulle zone a livello ed al di sotto della mensa, ampiamente interessate da efflorescenze e subefflorescenze saline provocando, inoltre, esfoliazione e scagliature, con conseguente distacco e consistente perdita di materiale costitutivo a danno del modellato. Le stuccature, anch'esse compromesse da gli stessi fenomeni di degrado, sono quasi tutte disgregate, in alcuni casi incoerenti e hanno perso la loro funzione di ricongiunzione e sigillatura delle soluzioni di continuità. Infine la superficie risulta ricoperta da un deposito incoerente di particellato atmosferico e da alcuni depositi coerenti di varia natura. Pertanto si rende necessario un intervento di restauro che preveda le seguenti operazioni: OPERAZIONI PREVISTE:

• Preliminare pulitura dai depositi superficiali incoerenti accumulate sulla totalità delle superfici oggetto dell’intervento da eseguirsi mediante aspirazione e spazzolatura, con l’uso di pennellesse morbide, aspirapolvere e pennellotti.

• Consolidamento ristabilimento della coesione mediante impregnazione ad impacco con ossalato di ammonio eseguito nella percentuale del 5%, sulle superfici interessate dal fenomeno pari al 40%, inclusi gli oneri relativi alla successiva pulitura del prodotto consolidante, alla eventuale costruzione di elementi di sostegno per l'impacco in caso di superfici verticali estese, alla protezione delle superfici circostanti mediante sistema di raccolta e di deflusso del prodotto.

• Ristabilimento della coesione mediante impregnazione ad impacco con DAP (Diammonio fosfato) eseguito nella percentuale del 7% sulle superfici interessate dal fenomeno pari al 30%, inclusi gli oneri relativi alla successiva pulitura del prodotto consolidante, alla eventuale costruzione di elementi di sostegno per l'impacco in caso di superfici verticali estese, alla protezione delle superfici circostanti mediante sistema di raccolta e di deflusso del prodotto.

• Pulitura chimica e meccanica, rimozione di depositi coerenti e incrostazioni di varia natura, deiezione animali, sali solubili ecc.. L’operazione richiede notevole impegno in modo da non alterare né asportare minimamente la parte superficiale del materiale effettuata mediante applicazioni di impacchi di polpa di carta e di bicarbonato di ammonio, con l’aggiunta di un tensioattivo non ionico ed un apposito biocida per l’inibizione di ogni azione biologica, calibrando i tempi di applicazione dell’azione solvente con registri minimi. Pulitura meccanica mediante strumenti di precisione manuali e/o strumenti aereoabrasivi per l’asportazione delle incrostazioni residue e resistenti agli impacchi, avendo cura di modulare la pressione dell’aria, la granulometria della polvere, il diametro dell’ugello e la distanza dalla superficie. Rimozione dei depositi di origine biologica e di incrostazioni di cemento. Si considera necessaria sul 15% della superficie.

• Rimozione di vecchie stuccature deteriorate/incompatibili sulla superficie presa in considerazione e rifacimento delle medesime con caratteristiche simili ai materiali lapidei in oggetto. Tale fase, eseguita mediante un impasto essenzialmente a base di calce idraulica e polvere di pietra dello stesso litotipo e di terre colorate per l’accostamento cromatico alle stesse superfici lapidee, prevede stuccature a livello delle stesse superfici risanate. L’operazione comprende anche la asportazione di elementi metallici ormai ossidati quali perni, grappe, staffe, cerchiature, chiodi ecc.; prevede infine la protezione, la pulitura ed il consolidamento delle zone attigue alla rimozione di detti elementi, la fase prevede inoltre la

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revisione e il trattamento delle lesioni, fratturazioni e lacune . Si considera il 15% della superficie.

• Rimozione di elementi staccati e pulitura dei medesimi, inserimento dei perni in acciaio inox ad aderenza incrementata affogati in malta epossidica e polvere della stessa pietra. L’operazione si rende necessaria per l’ancoraggio di pezzi staccati o pericolanti sull’intera superficie oggetto dell’intervento. Riproposizione di piccoli elementi mancanti su indicazione della D.L. si considera il 10% della superficie.

• Protezione finale da applicare su tutta la superficie interessata dall’intervento, utilizzando il protettivo AMOX ( ossalato di ammonio) nella percentuale del 5% in acqua demineralizzata, al fine di rallentare il degrado.

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4. SCHEDA DI RESTAURO Altare di San Filippo Neri della chiesa Santa Croce di Lecce

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L'altare in pietra leccese finemente scolpita, dedicato a San Filippo Neri è ubicato nella navata destra della chiesa di Santa Croce. Sull’altare incorniciato da due colonne tortili si trova la tela raffigurante San Filippo Neri inginocchiato in atteggiamento estatico davanti all’altare, nel piccolo riquadro in alto è rappresentato Sant’Antonio da Padova con Gesù bambino. L’opera da una attenta analisi visiva evidenzia macroscopici fenomeni di polverizzazione e disgregazione Tali fenomeni sono localizzati soprattutto sulle zone a livello ed al di sotto della mensa, ampiamente interessate da efflorescenze e subefflorescenze saline che provocano, inoltre, esfoliazione e scagliature, con conseguente distacco e consistente perdita di materiale costitutivo a danno del modellato. Le stuccature, anch'esse compromesse dagli stessi fenomeni di degrado, sono quasi tutte disgregate, in alcuni casi incoerenti e hanno perso la loro funzione di ricongiunzione e sigillatura delle soluzioni di continuità. Infine, la superficie risulta ricoperta da un deposito incoerente di particellato atmosferico e alcuni depositi coerenti di varia natura. Pertanto si rende necessario un intervento di restauro che preveda le seguenti operazioni: OPERAZIONI PREVISTE:

• Preliminare pulitura dai depositi superficiali incoerenti accumulate sulla totalità delle superfici oggetto dell’intervento da eseguirsi mediante aspirazione e spazzolatura, con l’uso di pennellesse morbide, aspirapolvere e pennellotti.

• Consolidamento ristabilimento della coesione mediante impregnazione ad impacco con ossalato di ammonio eseguito nella percentuale del 5%, sulle superfici interessate dal fenomeno pari al 40%, inclusi gli oneri relativi alla successiva pulitura del prodotto consolidante, alla eventuale costruzione di elementi di sostegno per l'impacco in caso di superfici verticali estese, alla protezione delle superfici circostanti mediante sistema di raccolta e di deflusso del prodotto.

• Ristabilimento della coesione mediante impregnazione ad impacco con DAP (Diammonio fosfato) eseguito nella percentuale del 7% sulle superfici interessate dal fenomeno pari al 30%, inclusi gli oneri relativi alla successiva pulitura del prodotto consolidante, alla eventuale costruzione di elementi di sostegno per l'impacco in caso di superfici verticali estese, alla protezione delle superfici circostanti mediante sistema di raccolta e di deflusso del prodotto.

• Pulitura chimica e meccanica, rimozione di depositi coerenti e incrostazioni di varia natura, deiezione animali, sali solubili ecc.. L’operazione richiede notevole impegno in modo da non alterare né asportare minimamente la parte superficiale del materiale effettuata mediante applicazioni di impacchi di polpa di carta e di bicarbonato di ammonio, con l’aggiunta di un tensioattivo non ionico ed un apposito biocida per l’inibizione di ogni azione biologica, calibrando i tempi di applicazione dell’azione solvente con registri minimi. Pulitura meccanica mediante strumenti di precisione manuali e/o strumenti aereoabrasivi per l’asportazione delle incrostazioni residue e resistenti agli impacchi, avendo cura di modulare la pressione dell’aria, la granulometria della polvere, il diametro dell’ugello e la distanza dalla superficie. Rimozione dei depositi di origine biologica e di incrostazioni di cemento. Si considera necessaria sul 15 % della superficie.

• Rimozione di vecchie stuccature deteriorate/incompatibili sulla superficie presa in considerazione e rifacimento delle medesime con caratteristiche simili ai materiali lapidei in oggetto. Tale fase, eseguita mediante un impasto essenzialmente a base di calce idraulica e polvere di pietra dello stesso litotipo e di terre colorate per l’accostamento cromatico alle stesse superfici lapidee, prevede stuccature a livello delle stesse superfici risanate. L’operazione comprende anche la asportazione di elementi metallici ormai ossidati quali perni, grappe, staffe, cerchiature, chiodi ecc.; prevede infine la protezione, la pulitura ed il consolidamento delle zone attigue alla rimozione di detti elementi, la fase prevede inoltre la

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revisione e il trattamento delle lesioni, fratturazioni e lacune . Si considera il 15% della superficie.

• Rimozione di elementi staccati e pulitura dei medesimi, inserimento dei perni in acciaio inox ad aderenza incrementata affogati in malta epossidica e polvere della stessa pietra. L’operazione si rende necessaria per l’ancoraggio di pezzi staccati o pericolanti sull’intera superficie oggetto dell’intervento. Riproposizione di piccoli elementi mancanti su indicazione della D.L. si considera il 10% della superficie.

• Protezione finale effettuata su tutta la superficie interessata dall’intervento, utilizzando il protettivo AMOX ( ossalato di ammonio) nella percentuale del 5% in acqua demineralizzata, al fine di rallentare il degrado.

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5. SCHEDA DI RESTAURO Altare di Sant'Oronzo della chiesa Santa Croce di Lecce

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L'altare in pietra leccese, dedicato a Sant’Oronzo è ubicato nella navata destra della chiesa di Santa Croce. L'altare custodisce, tra due colonne tortili finemente scolpite, la tela votiva del Santo al cui patrocinio fu attribuito lo scampato pericolo, per la città di Lecce, del terremoto del 1743, con la preziosa iscrizione in calce al dipinto che rappresenta uno dei più antichi documenti della letteratura dialettale cittadina. L’opera, alla luce di una attenta analisi visiva, evidenzia macroscopici fenomeni di polverizzazione e disgregazione. Tali fenomeni sono localizzati soprattutto sulle zone a livello ed al di sotto della mensa, ampiamente interessate da efflorescenze e subefflorescenze saline che provocano, inoltre, esfoliazione e scagliature, con conseguente distacco e consistente perdita di materiale costitutivo a danno del modellato. Le stuccature, anch'esse compromesse dagli stessi fenomeni di degrado, sono quasi tutte disgregate, in alcuni casi incoerenti e hanno perso la loro funzione di ricongiunzione e sigillatura delle soluzioni di continuità. Infine, la superficie risulta ricoperta da un deposito incoerente di particellato atmosferico e qualche deposito coerente di varia natura. Pertanto si rende necessario un intervento di restauro che preveda le seguenti operazioni: OPERAZIONI PREVISTE:

• Preliminare pulitura dai depositi superficiali incoerenti accumulate sulla totalità delle superfici oggetto dell’intervento da eseguirsi mediante aspirazione e spazzolatura, con l’uso di pennellesse morbide, aspirapolvere e pennellotti.

• Consolidamento ristabilimento della coesione mediante impregnazione ad impacco con ossalato di ammonio eseguito nella percentuale del 5%, sulle superfici interessate dal fenomeno pari al 50%, inclusi gli oneri relativi alla successiva pulitura del prodotto consolidante, alla eventuale costruzione di elementi di sostegno per l'impacco in caso di superfici verticali estese, alla protezione delle superfici circostanti mediante sistema di raccolta e di deflusso del prodotto.

• Ristabilimento della coesione mediante impregnazione ad impacco con DAP (Diammonio fosfato) eseguito nella percentuale del 7% sulle superfici interessate dal fenomeno pari al 30%, inclusi gli oneri relativi alla successiva pulitura del prodotto consolidante, alla eventuale costruzione di elementi di sostegno per l'impacco in caso di superfici verticali estese, alla protezione delle superfici circostanti mediante sistema di raccolta e di deflusso del prodotto.

• Pulitura chimica e meccanica, rimozione di depositi coerenti e incrostazioni di varia natura, deiezione animali, sali solubili ecc.. L’operazione richiede notevole impegno in modo da non alterare né asportare minimamente la parte superficiale del materiale effettuata mediante applicazioni di impacchi di polpa di carta e di bicarbonato di ammonio, con l’aggiunta di un tensioattivo non ionico ed un apposito biocida per l’inibizione di ogni azione biologica, calibrando i tempi di applicazione dell’azione solvente con registri minimi. Pulitura meccanica mediante strumenti di precisione manuali e/o strumenti aereoabrasivi per l’asportazione delle incrostazioni residue e resistenti agli impacchi, avendo cura di modulare la pressione dell’aria, la granulometria della polvere, il diametro dell’ugello e la distanza dalla superficie. Rimozione dei depositi di origine biologica e di incrostazioni di cemento. Si considera necessaria sul 20% della superficie.

• Rimozione di vecchie stuccature deteriorate/incompatibili sulla superficie presa in considerazione e rifacimento delle medesime con caratteristiche simili ai materiali lapidei in oggetto. Tale fase, eseguita mediante un impasto essenzialmente a base di calce idraulica e polvere di pietra dello stesso litotipo e di terre colorate per l’accostamento cromatico alle stesse superfici lapidee, prevede stuccature a livello delle stesse superfici risanate. L’operazione comprende anche la asportazione di elementi metallici ormai ossidati quali perni, grappe, staffe, cerchiature, chiodi ecc.; prevede infine la protezione, la pulitura ed il

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consolidamento delle zone attigue alla rimozione di detti elementi, la fase prevede inoltre la revisione e il trattamento delle lesioni, fratturazioni e lacune . Si considera il 15% della superficie.

• Rimozione di elementi staccati e pulitura dei medesimi, inserimento dei perni in acciaio inox ad aderenza incrementata affogati in malta epossidica e polvere della stessa pietra. L’operazione si rende necessaria per l’ancoraggio di pezzi staccati o pericolanti sull’intera superficie oggetto dell’intervento. Riproposizione di piccoli elementi mancanti su indicazione della D.L. si considera il 15% della superficie.

• Protezione finale effettuata su tutta la superficie interessata dall’intervento, utilizzando il protettivo AMOX ( ossalato di ammonio) nella percentuale del 5% in acqua demineralizzata, al fine di rallentare il degrado.

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6. SCHEDA DI RESTAURO Altare del Sacro Cuore di Gesù della chiesa Santa Croce di Lecce

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L'altare in pietra leccese, dedicato al Sacro Cuore di Gesù è ubicato nella navata destra della chiesa di Santa Croce. Sull’altare tardo cinquecentesco è situata la tela raffigurante l’Apparizione del Cuore di Gesù a Santa Margherita Alacoque dipinta nel 1922 da Federico Lazzaretti. L’opera da una attenta analisi visiva evidenzia macroscopici fenomeni di polverizzazione e disgregazione. Tali fenomeni sono localizzati soprattutto sulle zone a livello ed al di sotto della mensa, ampiamente interessate da efflorescenze e subefflorescenze saline provocando inoltre esfoliazione e scagliature, con conseguente distacco e consistente perdita di materiale costitutivo a danno del modellato. Le stuccature, anch'esse compromesse da gli stessi fenomeni di degrado, sono quasi tutte disgregate, in alcuni casi incoerenti e hanno perso la loro funzione di ricongiunzione e sigillatura delle soluzioni di continuità. Infine, la superficie risulta ricoperta da un deposito incoerente di particellato atmosferico e da alcuni depositi coerenti di varia natura. Per tanto si rende necessario un intervento di restauro che preveda le seguenti operazioni: OPERAZIONI PREVISTE:

• Preliminare pulitura dai depositi superficiali incoerenti accumulate sulla totalità delle superfici oggetto dell’intervento da eseguirsi mediante aspirazione e spazzolatura, con l’uso di pennellesse morbide, aspirapolvere e pennellotti.

• Consolidamento ristabilimento della coesione mediante impregnazione ad impacco con ossalato di ammonio eseguito nella percentuale del 5%, sulle superfici interessate dal fenomeno pari al 30%, inclusi gli oneri relativi alla successiva pulitura del prodotto consolidante, alla eventuale costruzione di elementi di sostegno per l'impacco in caso di superfici verticali estese, alla protezione delle superfici circostanti mediante sistema di raccolta e di deflusso del prodotto.

• Ristabilimento della coesione mediante impregnazione ad impacco con DAP (Diammonio fosfato) eseguito nella percentuale del 7% sulle superfici interessate dal fenomeno pari al 30%, inclusi gli oneri relativi alla successiva pulitura del prodotto consolidante, alla eventuale costruzione di elementi di sostegno per l'impacco in caso di superfici verticali estese, alla protezione delle superfici circostanti mediante sistema di raccolta e di deflusso del prodotto.

• Pulitura chimica e meccanica, rimozione di depositi coerenti e incrostazioni di varia natura, deiezione animali, sali solubili ecc.. L’operazione richiede notevole impegno in modo da non alterare né asportare minimamente la parte superficiale del materiale effettuata mediante applicazioni di impacchi di polpa di carta e di bicarbonato di ammonio, con l’aggiunta di un tensioattivo non ionico ed un apposito biocida per l’inibizione di ogni azione biologica, calibrando i tempi di applicazione dell’azione solvente con registri minimi. Pulitura meccanica mediante strumenti di precisione manuali e/o strumenti aereoabrasivi per l’asportazione delle incrostazioni residue e resistenti agli impacchi, avendo cura di modulare la pressione dell’aria, la granulometria della polvere, il diametro dell’ugello e la distanza dalla superficie. Rimozione dei depositi di origine biologica e di incrostazioni di cemento. Si considera necessaria sul 20% della superficie.

• Rimozione di vecchie stuccature deteriorate/incompatibili sulla superficie presa in considerazione e rifacimento delle medesime con caratteristiche simili ai materiali lapidei in oggetto. Tale fase, eseguita mediante un impasto essenzialmente a base di calce idraulica e polvere di pietra dello stesso litotipo e di terre colorate per l’accostamento cromatico alle stesse superfici lapidee, prevede stuccature a livello delle stesse superfici risanate. L’operazione comprende anche la asportazione di elementi metallici ormai ossidati quali perni, grappe, staffe, cerchiature, chiodi ecc.; prevede infine la protezione, la pulitura ed il consolidamento delle zone attigue alla rimozione di detti elementi, la fase prevede inoltre la revisione e il trattamento delle lesioni, fratturazioni e lacune . Si considera il 15% della superficie.

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• Rimozione di elementi staccati e pulitura dei medesimi, inserimento dei perni in acciaio inox ad aderenza incrementata affogati in malta epossidica e polvere della stessa pietra. L’operazione si rende necessaria per l’ancoraggio di pezzi staccati o pericolanti sull’intera superficie oggetto dell’intervento. Riproposizione di piccoli elementi mancanti su indicazione della D.L. si considera il 10% della superficie.

• Protezione finale applicata su tutta la superficie interessata dall’intervento, utilizzando il protettivo AMOX ( ossalato di ammonio) nella percentuale del 5% in acqua demineralizzata, al fine di rallentare il degrado.