2019 - Prossimi Eventi – Cinema Teatro...

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1 Lunedì 30 settembre ore 16.00 - 18.30 - 21.00 Martedì 1 ottobre ore 15.30 - 18.00 - 20.30 Mercoledì 2 ottobre ore 16.00 - 18.30 - 21.00 Giovedì 3 ottobre ore 16.30 - 19.00 - 21.30 Martin Eden Regia: Pietro Marcello. Con: Luca Marinelli, Jessica Cressy, Vincenzo Nemolato, Marco Leonardi, Denise Sardisco. Durata: 2h09’ - Italia 2019 – Drammatico Spalle larghe, unghie nere. Chissà quanti i mari già solcati, il giovane marinaio Martin Eden (Luca Marinelli) salva da una rissa Arturo, rampollo di una famiglia aristocratica. Che per ringraziarlo lo porta a casa sua. Qui il ragazzo conosce la sorella di lui, Elena (Jessica Cressy). Se ne innamora e grazie a lei scopre le infinite possibilità di riaffrontare il mondo attraverso il prezioso strumento della cultura. L’ambizione di Pietro Marcello è smisurata e altrettanto coraggiosa: il suo cinema totalmente anticonvenzionale, fluido, mai schiavo di logiche narrative ed estetiche si confronta con uno dei capisaldi della letteratura del ‘900, il romanzo omonimo di Jack London. “Il romanzo degli autodidatti e di chi ha creduto nella cultura come strumento di emancipazione, restandone in parte deluso”, spiega lo stesso regista insieme al co-sceneggiatore Maurizio Braucci, ma anche “il ritratto di un artista di successo che smarrisce fatalmente il senso della propria arte”. Dopo Il passaggio della linea, La bocca del lupo, Bella e perduta, Pietro Marcello continua il suo percorso di cineasta capace di rintracciare nella nostalgia di immagini e suoni nascosti nella memoria il senso di una narrazione ambientata idealmente lungo tutto l’arco del ‘900: ancora una volta si serve di innumerevoli materiali di repertorio per imbastire una sinfonia visiva capace di dare respiro alle ossessioni, ai ricordi, alle contrapposizioni dell’inquieto antieroe protagonista, un Luca Marinelli totalizzante. Martin Eden – pur traslando il raggio d’azione dalla California ai vicoli di Napoli – si apre “ideologicamente” in maniera molto forte (con un filmato di repertorio dell’anarchico Errico Malatesta durante la manifestazione a Savona del 1° maggio 1920) e mantiene intatto lo spirito del testo originario, senza dimenticare la centralità di un personaggio come Russ Brissenden (Carlo Cecchi), anziano intellettuale e mentore del protagonista, e mettendo in risalto le contraddizioni cruciali che hanno accompagnato il secolo scorso, dal ruolo della cultura di massa al rapporto tra individuo e società, tra socialismo e individualismo, fino alla lotta di classe e all’ipocrisia di certi ambienti. 2019 www.cantinavalpantena.it CHIAMA Tel. 328.0665146 Comunale Verona GRUPPI RIONALI QUARTIERE BORGO VENEZIA http://avisbarana.wordpress.com [email protected] Per informazioni non aspettare: SCOPRI COME È SEMPLICE SALVARE UNA VITA! CHIAMA Tel. 328.0665146 CERCHI O VENDI CASA ? l’agenzia del tuo paese Via Villa Cozza, 42 www.grandisimmobiliare.it 045 4686710

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Lunedì 30 settembre ore 16.00 - 18.30 - 21.00Martedì 1 ottobre ore 15.30 - 18.00 - 20.30 Mercoledì 2 ottobre ore 16.00 - 18.30 - 21.00Giovedì 3 ottobre ore 16.30 - 19.00 - 21.30

Martin EdenRegia: Pietro Marcello.Con: Luca Marinelli, Jessica Cressy, Vincenzo Nemolato, Marco Leonardi, Denise Sardisco. Durata: 2h09’ - Italia 2019 – Drammatico

Spalle larghe, unghie nere. Chissà quanti i mari già solcati, il giovane marinaio Martin Eden (Luca Marinelli) salva da una rissa Arturo, rampollo di una famiglia aristocratica. Che per ringraziarlo lo porta a casa sua. Qui il ragazzo conosce la sorella di lui, Elena (Jessica Cressy). Se ne innamora e grazie a lei scopre le infinite possibilità di riaffrontare il mondo attraverso il prezioso strumento della cultura. L’ambizione di Pietro Marcello è smisurata e altrettanto coraggiosa: il suo cinema totalmente anticonvenzionale, fluido, mai schiavo di logiche narrative ed estetiche si confronta con uno dei capisaldi della letteratura del ‘900, il romanzo omonimo di Jack London. “Il romanzo degli autodidatti e di chi ha creduto nella cultura come strumento di emancipazione, restandone in parte deluso”, spiega lo stesso regista insieme al co-sceneggiatore Maurizio Braucci, ma anche “il ritratto di un artista di successo che smarrisce fatalmente il senso della propria arte”. Dopo  Il passaggio della linea,  La bocca del lupo,  Bella e perduta,  Pietro Marcello continua il suo percorso di cineasta capace di rintracciare nella nostalgia di immagini e suoni nascosti nella memoria il senso di una narrazione ambientata idealmente lungo tutto l’arco del ‘900: ancora una volta si serve di innumerevoli materiali di repertorio per imbastire una sinfonia visiva capace di dare respiro alle ossessioni, ai ricordi, alle contrapposizioni dell’inquieto antieroe protagonista, un Luca Marinelli totalizzante. Martin Eden – pur traslando il raggio d’azione dalla California ai vicoli di Napoli – si apre “ideologicamente” in maniera molto forte (con un filmato di repertorio dell’anarchico Errico Malatesta durante la manifestazione a Savona del 1° maggio 1920) e mantiene intatto lo spirito del testo originario, senza dimenticare la centralità di un personaggio come Russ Brissenden (Carlo Cecchi), anziano intellettuale e mentore del protagonista, e mettendo in risalto le contraddizioni cruciali che hanno accompagnato il secolo scorso, dal ruolo della cultura di massa al rapporto tra individuo e società, tra socialismo e individualismo, fino alla lotta di classe e all’ipocrisia di certi ambienti.

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Lunedì 7 ottobre ore 16.00 - 18.30 - 21.00Martedì 8 ottobre ore 15.30 - 18.00 - 20.30Mercoledì 9 ottobre ore 16.00 - 18.30 - 21.00 Giovedì 10 ottobre ore 16.30 - 19.00 - 21.30

Regia: Ralph Fiennes.Con: Oleg Ivenko, Adèle Exarchopoulos, Chulpan Khamatova, Ralph Fiennes, Aleksey Morozov. Durata: 2h02’ - Gran Bretagna 2018 – Biografico

Rudolf Nureyev è stato uno dei più grandi ballerini del ventesimo secolo. Nessun altro interprete della danza classica ha mai suscitato nel pubblico la stessa vibrante eccitazione. Aveva tutto: fascino e genio. E soprattutto, anche se talvolta maldestro e imperfetto, aveva lo spirito giusto.Il regista Ralph Fiennes ripercorre la vita di questo leggendario ballerino dall’infanzia sofferta nella gelida città sovietica di Ufa all’educazione alla scuola del Kirov a Leningrado, dal suo primo viaggio fuori dall’Unione Sovietica a Parigi nel 1961 fino al controverso allontanamento dalla sua patria. Magnetico e affascinante, con un’ambientazione che passa da una Leningrado grigia e spenta del 1940 a una Parigi scintillante e piena di vita.A interpretare il giovane e ribelle Nureyev è il ballerino ucraino Oleg Ivenko, mentre Fiennes, oltre a dirigere il suo terzo film, si ritaglia il ruolo del famoso maestro russo di ballo Alexander Pushkin. Nel cast anche Adèle Exarchopoulos nella parte della giovane parigina Clara Saint.Seguendo le caratteristiche e gli elementi tipici del biopic classico, il regista alterna il racconto di formazione al film biografico.È un esteta, Ralph Fiennes, un amante della bellezza fatta arte, e il suo film è una dichiarazione d’amore all’arte della danza e del ballo. Sospeso tra sensualità e seduzione, ipnotico e magico,  Nureyev  è capace di catturare l’attenzione dello spettatore in un’ideale della danza come espressione dell’animo umano, del proprio vissuto e delle proprie emozioni, nei gesti lenti, nei movimenti decisi, negli sguardi incerti. Perfetto Oleg Ivenko.

Nurayev - The White Crow (The White Crow)

Lunedì 14 ottobre ore 15.30* - 18.15* - 21.00Martedì 15 ottobre ore 15.00* - 17.45* - 20.30Mercoledì 16 ottobre ore 15.30* - 18.15* - 21.00 Giovedì 17 ottobre ore 16.00* - 18.45* - 21.30

Regia: Karim Aïnouz.Con: Carol Duarte, Júlia Stockler, Gregório Duvivier, Barbara Santos, Flávia Gusmão. Durata: 2h19’ - Brasile 2019 – Biografico, Drammatico

Due sorelle legate da ragazze, ma divise da adulte dal carattere e da opposte scelte di vita. Siamo a Rio negli anni ’50, e seguenti, alla scoperta di due vite, invisibili una all’altra, come dice il titolo, a cui presto ci appassioniamo. Impossibile non partecipare alle difficoltà e ai pochi momenti di gioia di due donne piene di vita e impossibilitate a condividerli, in un’epoca che non permetteva loro di esprimersi. Colorato, pieno di voglia di vivere, il film di Karim Ainouz è uno dei migliori melodrammi degli ultimi anni, capace di rendere universale e valida anche oggi una storia struggente e piena di verità. Gli anni Cinquanta sono stati un decennio cruciale per la storia sociale del continente americano. Il momento dell’esplosione dei consumi, di elettrodomestici e casalinghi, che dopo la cesura della Seconda guerra mondiale venivano in aiuto alla moglie perfetta. Anni, però, in cui il benessere così avanzato stonava con costumi e diritti ancorati a decenni prima, soffocando soprattutto le ambizioni della donna e delle minoranze, che nel decennio successivo esplosero portando al lungo cammino della lotta per i diritti civili. Un periodo che nel cinema somiglia a

3 La vita invisibile di Euridice Gusmao (A Vida Invisível de Eurídice Gusmão)

*Attenzione AllA vAriAzione di orArio

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quello vittoriano per la letteratura, con storie struggenti di amori impossibili, di talenti mai espressi per le costrizioni sociali. Manoel Gusmão  viene dal Portogallo, è arrivato da non molto nell’ex colonia Brasile, ormai ben più promettente economicamente. Fa il fornaio, lavora come un matto e non accetta che si perda tempo in famiglia. È incapace di dimostrare affetto, e in qualche modo rappresenta tanti padri di famiglia conservatori di quell’epoca, non solo in Brasile. Ha due figlie  Euridice  e  Guida. La prima ha le idee chiare: ama il pianoforte, vuole studiare al conservatorio di Vienna e diventare una pianista affermata, mentre l’altra è curiosa di ogni esperienza, e vuole assaporare la vita. La madre, come purtroppo spesso accadeva in quegli anni, è una passiva donna di casa, incapace di riconoscere il diritto delle sue figlie (e suo) a qualcosa in più di un buon matrimonio e una carriera come casalinga. Le due sorelle si troveranno presto divise da scelte individuali opposte: una seguirà il primo marinaio che le fa conoscere l’amore, partendo verso la sua Grecia, salvo tornare presto delusa a Rio, dove verrà rinnegata e dimenticata dal padre, che tenne lontane Guida da Euridice, rimasta invece sempre in città, dove sposerà un mediocre omuncolo, che aveva però qualche soldo per mantenerla, cercando fra alti e bassi di alimentare il suo sogno di una carriera come pianista. La vita invisibile di Eurídice Gusmão vincitore con pieno merito della sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2019, è un melodramma appassionante e moderno.

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Lunedì 21 ottobre ore 16.00 - 18.30 - 21.00Martedì 22 ottobre ore 15.30 - 18.00 - 20.30Mercoledì 23 ottobre ore 16.00 - 18.30 - 21.00 Giovedì 24 ottobre ore 16.30 - 19.00 - 21.30

Regia: Romane Bohringer, Philippe Rebbot.Con: Romane Bohringer, Philippe Rebbot, Rose Rebbot-Bohringer, Raoul Rebbot-Bohringer. Durata: 1h37’ - Francia 2018 – Commedia

Immaginate di aver passato dieci anni assieme, di avere una casa, un cane e soprattutto due figli, ancora piccoli, in comune. Immaginate di capire di non amarvi più e decidere di separarvi. Di non sapere come fare perché i bambini non ne soffrano. Chissà quanti di voi ci sono passati. Immaginate però che, invece di prendere due appartamenti separati, vi lanciate in una strana avventura: costruirne uno con due ingressi, due cucine, due bagni, due camere da letto e un’unica stanza, per i piccoli, in mezzo a fare da tramite. Curioso, no? Ma soprattutto immaginate poi di farne un film. Decisamente non da tutti.L’amour flou, la divertente commedia firmata dagli attori francesi Romane Bohringer e Philippe Rebbot che hanno raccontato la loro storia di separazione, rimettendo in scena una serie di cose che sono loro capitate nella vita reale, estremizzandole, portandole verso la comicità. “Contrariamente a quello che si può pensare, Philippe e io siamo piuttosto pudici - racconta Romane - eppure l’amore, la famiglia, i bambini sono temi che riguardano tutti. Abbiamo pensato che la nostra storia intima potesse essere condivisa, ci siamo visti come eroi di una commedia sentimentale. Nel film tutto è vero ma tutto è trasformato, digerito, sublimato”. “Avevo paura dell’esibizione - confessa Philippe - Romane però mi ha convinto che tenendo unicamente la vena comica della situazione avremmo tenuto una distanza ragionevole tra il film e la nostra vita”.Ventisei giorni di riprese, suddivisi in sei mesi, quelli che sono occorsi per realizzare quell’appartamento così bizzarro e per seguire l’evolversi della loro relazione. La sceneggiatura è stata scritta mano a mano nel corso del tempo e la cosa più folle “è stata di ritrovarsi di nuovo così vicino a Philippe - dice Romane - finalmente avevamo trovato una soluzione per separarci ed eravamo costretti a frequentarci per il film ancora più di prima. Mettevamo a letto i bambini e poi ci ritrovavamo per vedere le scene del giorno dopo, per decidere che costumi avremmo messo, provare le battute. Abbiamo gettato la spugna venti volte”. Particolarmente delicate le sequenze con i figli, Rosa e Raoul. “Abbiamo fatto il possibile perché le riprese fossero vissute nel modo più leggero possibile per i bambini - dice Romane - e abbiamo fatto in modo che la loro presenza fosse parsimoniosa. Abbiamo spiegato loro che volevamo raccontare una storia divertente sul nostro appartamento strano che nostra figlia chiamava il ‘sépartement’. “Di certo non abbiamo lavorato con i nostri bambini - dice Philippe - abbiamo giocato con loro, soprattutto li abbiamo lasciati liberi, non li abbiamo forzati a fare nulla, non li abbiamo messi in scena. Se poi loro hanno capito che ci siamo separati, senza esserlo, se hanno realizzato che stavamo girando un vero film... questo onestamente non lo sappiamo”.

L’amour Flou - Come separarsi e restare amici (L’Amour Flou)

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(* proiezione in lingua originale con i sottotitoli in italiano) | INGRESSO: intero € 7 - ridotto tesserati Cineforum Alcione € 4

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Dopo aver celebrato a Roma la sua 12ª edizione, il Festival del Cinema Spagnolo si trasforma come sempre in manifestazione itinerante, con un ricco programma di titoli e ospiti che percorrono la penisola da nord a sud. Il Festival, fondato 12 anni fa da EXIT med!a, torna a VERONA con una selezione dei film tra i più amati e premiati dell’ultima stagione cinematografica spagnola: titoli che riflettono al meglio modelli produttivi totalmente diversi tra loro, uniti da un preciso filo rosso fatto di qualità e libertà espressiva al servizio del racconto filmico.

Regia: Icíar Bollaín. | Con: Carlos Acosta, Mario Elias, Héctor Noas, Betiza Bistmark Calderón.Durata: 1h49’ - Spagna 2018 – Biografico

L’incredibile parabola di Carlos Acosta, in arte Yuli, una leggenda vivente della danza che da piccolo si rifiutava di ballare. Obbligato dal padre che vuole dargli un’opportunità per voltare le spalle alla povertà che attanaglia Cuba dopo decenni di embargo, Yuli giunge al successo mondiale divenendo un performer paragonato per grazia e capacità tecniche a miti quali Nureyev e Baryshnikov. Il nuovo film di Iciar Bollain è carico di lirismo ed energia per tracciare la storia di uomo capace di sprigionare il proprio talento in un mondo e in un tempo a lui profondamente ostili.

Venerdì 11 ottobre ore 16.30 - 18.45 - 21.00* Yuli - Danza e libertà (Yuli)

Regia: Rodrigo Sorogoyen. | Con: Antonio de la Torre, Mónica López, Josep Maria Pou, Nacho Fresneda, Ana Wagener.Durata: 2h02 ’- Spagna 2018 – Drammatico

Antonio de la Torre regala un’interpretazione stravolgente e viscerale a Manuel Gómez Vidal, un dirigente regionale di partito coinvolto in un giro di corruzione. Mentre i media cominciano a delineare l’entità dello scandalo, il partito gli volta le spalle. Manuel è espulso dal «regno» e, bersaglio dell’opinione pubblica, viene tradito da chi fino a qualche ora prima gli era stato amico. Thriller ad alto voltaggio che affonda la lama su un tema più attuale e scottante che mai: la corruzione nell’alta politica spagnola. Il nuovo film di Rodrigo Sorogoyen trionfa agli ultimi Goya.

Venerdì 18 ottobre ore 16.00 - 18.30 - 21.00* El Reino (El Reino)

Regia: Arantxa Echevarria. | Con: Zaira Morales, Rosie Rodriguez, Carolina Yuste, Moreno Borja, Rafaela León.Durata: 1h43’ - Spagna 2018 – Drammatico

Premio Goya come Miglior opera prima l’esordio alla regia di Arantxa Echevarría  è la storia di Carmen, una ragazza che appartiene a una comunità di gitani nei sobborghi di Madrid. Come tutte le giovani donne della comunità, è destinata a riprodurre uno schema che si ripete di generazione in generazione: sposarsi presto e crescere il maggior numero di bambini possibile. Fino al giorno in cui incontra Lola, gitana come lei, ma per nulla rassegnata a quel destino. Tra le due ragazze sboccia una complicità che le proietta in un mondo proibito. Potente favola gitana, applauditissima al Festival di Cannes 2018.

Lunedì 4 novembre ore 18.30* - 21.00* Carmen y Lola (Carmen y Lola)

Regia: Elena Trapé. | Con: Alexandra Jiménez, Isak Férriz, Miki Esparbé, Bruno Sevilla, Maria Ribera.Durata: 1h39’- Spagna 2018 – Drammatico

“Las distancias”, ovvero il tentativo di recuperare un’amicizia, un’intimità che appare lontana. Da questa necessità è mossa Olivia che convince alcuni amici a fare una visita a sorpresa a Comas, il loro compagno all’università che da qualche mese si è trasferito a Berlino con il sogno di diventare attore. Che ne è di lui? È letteralmente sparito! A prima vista sembra che le cose gli vadano a gonfie vele. Ma il fatto è che la distanza tra loro e il vecchio amico non è solo geografica: è lo scarto tra quel che si pensa di conoscere di una persona e quel che ci si trova davanti. Acuto ritratto generazionale di Elena Trapé che trionfa al Festival di Malaga 2018.

Lunedì 15 novembre ore 18.45* - 21.00* Las distancias