2016 12 02 fondazione forense pistoia
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L’avvocato e la stampaPistoia, 2 dicembre 2016
L’avvocato e la stampaProfili deontologici dei rapporti tra l’avvocato e gli organi di informazione
Tre domande per un’introduzione: Quanto è cambiato il sistema dell’informazione?Avvocati e giornalisti ne sono consapevoli? Le regole deontologiche sono al passo con i tempi?
1presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
L’avvocato e la stampa (o qlcsaltro?)
Con il digitale cambiano radicalmente tutti i parametri dell’informazione1. La diffusione della notizia, ossia il numero degli utenti coinvolti2. La localizzazione degli utenti3. Il momento nel quale la notizia viene appresa.
Non solo: 1. La notizia può essere modificata, alterata, decontestualizzata,
ricontestualizzata, falsificata2. L’autore ne perde la proprietà3. E soprattutto ne perde il CONTROLLO
La notizia appena pubblicata inizia a vivere di vita propria2presentazione di @carlo_bartoli
@odg_toscana
Dal reale al virtuale?
Il digitale è il mondo della permanenza (per ora) la carta è il mondo dell’effimero (anche se non nell’opinione di molti cittadini )
QUALCHE PROBLEMA:1. La rettifica (e la sua percezione) diventa asimmetrica2. Enormi quantità di dati vengono immagazzinati in giacimenti non comunicanti
(social, archivi digitali) e si costruiscono tool per rimetterli insieme.3. Garantire la ricostruzione della giusta narrazione diventa sempre più complesso
E IN PIÙI flussi di informazioni sfuggono al nostro controllo: le search, i social, le app di comunicazione tra utenti
3presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
Dal reale al social?
Con l’avvento dei social l’informazione si attinge (solo/anche) altrove?Chi può combattere con Facebook e il suo 1,5 miliardi di dipendenti? Chi può sfidare l’algoritmo di Google?Allora, meglio allearsi (Instant articles, Amp)I mezzi di informazione non servono (serviranno) più?Allora qualcuno (di voi) rimpiangerà i giornalisti?
4presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
Dalla Lettera 22 al social e all’algortimo
La notizia è generata da un algoritmo.Suvvia non scherziamo
5presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
Dalla Lettera 22 al social e all’algortimo
La notizia è generata da un algoritmo.Suvvia, non scherziamo.L’AP è una delle più importantiagenzie di stampa del mondoLe Monde utilizza un algoritmoper compilare il notiziariosulle elezioni dipartimentaliin Francia.
6presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
Dalla Lettera 22 al social e all’algortimo
Cosa ha il giornalismo in più dei social e degli algoritmi e cosa gli permetterà di sopravvivere?La deontologia e l’etica. Quindi la capacità di scelta, di valutazione, di calibrazione.La professionalità. Quindi la verifica, la contestualizzazione, l’approfondimento.
7presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
Dalla Lettera 22 al social e all’algortimo
Cosa ha il giornalismo in più dei social e degli algoritmi e cosa gli permetterà di sopravvivere?La deontologia e l’etica. Quindi la capacità di scelta, di valutazione, di calibrazione.La professionalità. Quindi la verifica, la contestualizzazione, l’approfondimento.
8presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
Noi siamo social
9presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
Noi siamo social
10presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
Noi siamo social
11presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
Noi siamo social
12presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
L’audience è /ˈməʊbiːl/
13presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
Il /ˈməʊbiːl/ e la terza età
14presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
La lettura delle news in mobilità
15presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
La lettura delle news in mobilità cresce
• La componente mobile-only dell’audience rappresenta la maggioranza dell’audience dei principali siti di news e informazione in Italia, come nel caso del Gruppo Editoriale Espresso (che ha mostrato un’alta percentuale di visitatori unici esclusivamente mobile, pari al 52%), o RCS Media Group (al 55%).
• Gli editori selezionati fanno, infatti, registrare una crescita delle audience che accedono ai loro contenuti da dispositivi mobili, in una percentuale che oscilla tra il 29% (Banzai) e il 56% (ilfattoquotidiano.it), incremento decisamente superiore a quello medio rilevato sull’audience mobile in Italia, pari al 18%.
16presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
Diritto all’oblio, un sudoku per la Ue per il corso di Comunicazione giornalistica a @Unipisa di @carlo_bartoli
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Il reclamo. Nel 2010 M. C. G. presenta all’Agencia Española de Protecciónde Datos (Agenzia spagnola di protezione dei dati) un reclamo contro La Vanguardia Ediciones SL e contro Google Spain e Google Inc. Il motivo. Quando il proprio nome veniva introdotto nel motore di ricerca del gruppo Google («Google Search»), l’elenco di risultati mostrava dei link di due pagine del quotidiano di gennaio e marzo 1998 in cui si annunciava una vendita all’asta di immobili a seguito di un pignoramento nei confronti di M. C. G. . La decisione. L’AEPD respinge il reclamo diretto contro La Vanguardia, ritenendo che l’editore avesse legittimamente pubblicato le informazioni. Per contro, il reclamo è stato accolto nei confronti di Google Spain e Google Inc. L’AEPD chiede di rimuovere i dati dai loro indici. Google Spain e Google Inc. ricorrono chiedendo l’annullamento della decisione dell’AEPD. Il giudice spagnolo sottopone la questione alla Corte di giustizia europea.
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Il diritto all’oblio di @carlo_bartoli
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Il principio. La Corte rileva che, qualora si constati, in seguito a una richiesta della persona interessata, che l’inclusione dei link nell’elenco è, allo stato attuale, incompatibile con la direttiva*, le informazioni e i link devono essere cancellati. Per la Corte “anche un trattamento inizialmente lecito di dati esatti può divenire, con il tempo, incompatibile con la direttiva nel caso in cui, tenuto conto dell’insieme delle circostanze, tali dati risultino inadeguati, non pertinenti o non più pertinenti o eccessivi in rapporto alle finalità per le quali sono stati trattati e al tempo trascorso”.
*sono trascorsi vent’anni, un’intera era geologica, e l’atteso nuovo Regolamento è sempre più atteso
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Il diritto all’oblio di @carlo_bartoli
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La sentenza. Per la Corte di Giustizia dell’Unione Europea i gestori dei motori di ricerca sono titolari di tutti i dati personali indicizzati e che, per questo, qualsiasi cittadino europeo può chiedere a qualsiasi motore di ricerca, di rimuovere ogni collegamento tra il proprio nome e cognome ed una determinata pagina web, persino se quest’ultima è da considerarsi legittimamente pubblicata. L’interpretazione della direttiva. La Corte constata che, esplorando Internet in modo automatizzato, costante e sistematico, il gestore di un motore di ricerca «raccoglie» dati ai sensi della direttiva Direttiva(95/46/CE) relativa alla tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati. Il gestore «estrae», «registra» e «organizza» tali dati nell’ambito dei suoi programmi di indicizzazione, prima di «conservarli» nei suoi server e, eventualmente, di «comunicarli» e di «metterli a disposizione» dei propri utenti sotto forma di elenchi di risultati.
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Il diritto all’oblio di @carlo_bartoli
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Tali operazioni devono essere qualificate come «trattamento». La Corte ricorda inoltre che le operazioni contemplate dalla direttiva devono essere considerate come un trattamento anche nell’ipotesi in cui riguardino esclusivamente informazioni già pubblicate tali e quali nei media. Chi garantisce la cancellazione del link? La Corte reputa che il gestore del motore di ricerca sia il «responsabile» di tale trattamento. Nella misura in cui l’attività di un motore di ricerca si aggiunge a quella degli editori di siti web e può incidere significativamente sui diritti fondamentali alla vita privata e alla protezione dei dati personali, il gestore del motore di ricerca deve garantire, nell’ambito delle sue responsabilità, delle sue competenze e delle sue possibilità, che detta attività soddisfi le prescrizioni della direttiva. Il risultato. La gestione della cronaca della memoria affidate a una società californiana
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Il diritto all’oblio di @carlo_bartoli
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L’Advisory Council di Google. Molti esperti pensano che solo un giudice possa decidere se il diritto del singolo a cancellare il link debba prevalere su quello della collettività ad avere accesso, anche attraverso i motori di ricerca, ad un contenuto. Google ha nominato un Advisory Council sul Diritto all’oblio che ha elaborato alcune indicazioni.
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Il diritto all’oblio per l’Advisory Council di Googledi @carlo_bartoli
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• I soggetti: coloro che hanno – o hanno avuto – un ruolo nella vita pubblica dovrebbero vedersi respingere la richiesta con più facilità.
• La natura dei contenuti. La disindicizzazione dovrebbe essere più facilmente concessa per informazioni relative a profili della vita intima o sessuale di una persona, ad informazioni di carattere finanziario – diverse, tuttavia, da quelle relative, ad esempio, a quanto guadagnano persone che rivestono un qualche ruolo nella vita pubblica -, ai dati definiti come “sensibili” dalla disciplina europea o a elementi identificativi come password, numeri di telefono o pin sui quali è difficile immaginare sussista un interesse pubblico contrapposto a quello del singolo.
• La fonte. I contenuti pubblicati da professionisti dell’informazione o da fonti attendibili e quelli pubblicati dallo stesso utente che chiede la disindicizzazione, dovrebbero essere disindicizzati meno facilmente degli altri.
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Il diritto all’oblio per l’Advisory Council di Googledi @carlo_bartoli
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• Il tempo. I contenuti relativi a fatti del passato, generalmente, possono essere disindicizzati con maggior serenità ma occorre tenere conto di ciò che l’interessato ha fatto di recente o intende fare nell’immediato futuro.
• La procedura. È consigliabile informare il titolare del contenuti oggetto della richiesta disindicizzazione, dell’eventuale disindicizzazione e, nei casi più complessi, di avvisarlo prima ancora di assumere una decisione. L’Advisory council, ritiene opportuno che venga riconosciuto ai titolari dei contenuti oggetto di disindicizzazione, il diritto di contestare, magari davanti ad un’Autorità Garante per la privacy, eventuali dicindicizzazionidisposte da Google pur in assenza dei necessari presupposti.
• L’ambito geografico. Sarebbe opportuno accordare la disindicizzazionelimitatamente alle versioni europee del proprio motore di ricerca, lasciando che, interrogando il motore sotto il dominio statunitense .com, gli utenti possano continuare ad accedere ai risultati delle ricerche in versione integrale.
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Il diritto all’oblio per la Bbc di @carlo_bartoli
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Le black list. The BBC is to publish a continually updated list of its articles removed from Google under the controversial "right to be forgotten" rule. The ruling allows people to ask Google to remove some types of information about them from its search index. But editorial policy head David Jordan told a publicmeeting, hosted by Google,that the BBC felt some ofits articles had been wronglyhidden. He said greater careshould be given to the public's
"right to remember".
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Il diritto all’oblio nella Dichiarazione di @carlo_bartoli
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DICHIARAZIONE DEI DIRITTI IN INTERNET Art. 11. (Diritto all’oblio).
• 1. Ogni persona ha diritto di ottenere la cancellazione dagli indici dei motori di ricerca dei riferimenti ad informazioni che, per il loro contenuto o per il tempo trascorso dal momento della loro raccolta, non abbiano più rilevanza pubblica.
• 2. Il diritto all’oblio non può limitare la libertà di ricerca e il diritto dell’opinione pubblica a essere informata, che costituiscono condizioni necessarie per il funzionamento di una società democratica. Tale diritto può essere esercitato dalle persone note o alle quali sono affidate funzioni pubbliche solo se i dati che le riguardano non hanno alcun rilievo in relazione all’attività svolta o alle funzioni pubbliche esercitate.
• 3. Se la richiesta di cancellazione dagli indici dei motori di ricerca dei dati è stata accolta, chiunque può impugnare la decisione davanti all’autorità giudiziaria per garantire l’interesse pubblico all’informazione.
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Il diritto all’oblio con un modulo di @carlo_bartoli
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Come fare per chiedere di cancellare un link? Basta compilare un semplice modulo on line: https://support.google.com/legal/contact/lr_eudpa?product=websearch
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Il diritto all’oblio: quante richieste di @carlo_bartoli
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Quanti chiedono in Italia di rimuovere un link a Google sulla base della nuova disciplina europea? (dati novembre 2015)
Nell’aprile 2015 erano 61.217 e la % di accoglimento del 27,3%
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Il diritto all’oblio e lo snippetdi @carlo_bartoli
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Lo snippet. Si è posto, per la prima volta, anche il problema della coerenza con i testi originali scansionati dal motore di ricerca dei cosiddetti "snippet", ovvero le sintesi automatiche generate da Google a corredo dei risultati di ricerca. Il ricorrente aveva chiesto, in alternativa alla deindicizzazione, la cancellazione dello snippet che compariva sotto il link all'articolo che associava il proprio nome a reati più gravi rispetto a quelli per i quali era indagato. Per il Garante, l'abstract poteva risultare fuorviante. Tale richiesta, ritenuta legittima, è stata autonomamente accolta da Google che ha eliminato il riassunto generato dal proprio algoritmo.
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Il diritto all’oblio domani di @carlo_bartoli
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Che succederà?se non ci sarà più un motore di ricerca che detiene il monopolio del mercato?se ci saranno motori non più centralizzati?se continueranno a essere cancellate notizie su Google, ma non sui siti?se ogni nazione si comporterà in modo diverso? L’Europa dei 29 diritti all’oblio. Il Gruppo dei Garanti europei per la privacy sta cercando di trovare degli indirizzi comuni, ma……. è giusto che una materia così delicata venga normata da un organismo tecnico e non politico?
presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
psicoterapeuti, farmacisti, psicologi, veterinari,
addestratori di cani, quadri aziendali,
marziali, venditori, dimostratori
Medici, infermieri, assistenti sociali,
ingegneri, architetti, avvocati…
Grafologi, guide turistiche, maestri di sci,
armonizzatori familiari,
Docenti di istituti scolastici, addestratori di arti
Un codice deontologico per ognuno
30presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
Un giornalismo senza codici
In attesa che siano i cittadini a mettere fuori gioco i giornalisti che si comportano in modo eticamente scorretto…….. come si può arginare il malcostume
•di un direttore che contratta i servizi da pubblicare con i responsabili di un grande gruppo nel quale vorrebbe essere assunto;•di un direttore che mescola informazione e pubblicità;•di una grande firma che fa insider trading;•di un giornalista al soldo dei servizi segreti;
31presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
I codici deontologici non sono il Codice della stradaNon sono la museruola da mettere ai “cani da guardia” del giornalismo, anzi…Non (tutti) i codici sono stati scritti dagliamanuensi dell’Ordine dei giornalistiNon sono utilizzabili per sentirsi con la coscienza a posto e malauguratamente….non è stato ancora messo a punto un algoritmo per risolvere i problemi deontologici
La deontologia/Cosa non è
32presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
La deontologia è quella cosa che lascia il giornalista drammaticamente solo con la propria coscienza, con la propria cultura, sensibilità, esperienza, attenzione:che fa decidere cosa non dire, ma soprattutto cosa dire;che aiuta a raccontare le cose con un lessico giuridicamente appropriato, costantemente verificato, aggiornato, rispettoso, onesto.
La deontologia/Cos‘è
33presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
OdG, la deontologia come dovrebbe essere
Lo scacco dell’Ordine è la sanzionedisciplinareIl suo successo è il dialogo, il confronto:è costringere il giornalista a porsi il problemase, come e quando dare un’informazioneA questo deve (dovrebbe/dovrà) servirel’Ordine
34presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
giornalista nell’esercizio della sua professione (il cosa,
limiti dell’esercizio del diritto all’informazione;
riguardo i comportamenti professionali e personali del
in maniera più restrittiva, sugli ambiti definiti dalla legge
protezione dei migranti, protezione dell’infanzia).
La deontologia cerca di intervenire su tre aspetti:1 codificando, in maniera elastica, il comportamento del
quanto e come può scrivere) e quindi cerca di definire i
2 stabilendo, in maniera più stringente, delle norme
giornalista;3 intervenendo, talvolta in maniera coincidente, ma altre
(diffamazione, privacy, rettifica, protezione dei minori,
Le carte
35presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
OdG, la deontologia
Da 13 carte a un Testo Unico di deontologia (2016) di 20 pagine in cui notiamo alcune (non) ricorrenze:
• Lingua, linguaggio, lessico, terminologia, parole, etica 0• Etici 1 (riferito a rapporti tra giornalisti)• Continenza 1 (in senso generale e non riferito al linguaggio)• Parola 2 (non significative)• Termini appropriati 2Eppure, del linguaggio si occupa diffusamente la Cassazione nella sentenza decalogo C. cass. I civ. 18 ottobre 1984, n. 5259.
36presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
OdG, la deontologia
Da 13 carte a un Testo Unico di deontologia (2016) di 20 pagine in cui notiamo alcune ricorrenze:
• Web 2 (come canale: web tv);• Web 0 (come ecosistema digitale);• Social (media o network) 1;• Reputazione 2 (ma riferito a soggetti terzi e non al
giornalista stesso)
37presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
La legge
La deontologia
L’etica
Come dovrebbe essere
38presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana
Legge, deontologia, etica
39presentazione di @carlo_bartoli @odg_toscana