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INCONTRO Anno XXIII ‑ n. 1‑2 / 2010 ‑ Milano – Pubblicazione bimestrale Sped. in abbonamento postale art. 1, comma 1, del DL n. 353/2003 convertito in L. n. 46/2004, DCB di Milano In caso di mancato recapito si restituisca al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa. Contiene I.P. LA RIVISTA DEGLI AMICI DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA 2010GU_10_5_2010_2002_1.qxd 11/05/2010 19.24 Pagina 1

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INCONTRO

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I.P.

LA RIVISTA DEGLI AMICI DELL’UNIVERSITÀ CATTOLICA

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SOMMARIO

L a Giornata Universitaria che si è celebrata domenica 18 aprile è la ottantaseiesima nella ormai lungaserie che ci separa dal primo anno in cui si svolse. È bene, con un rapido flashback, provare a ricordarequell'origine: siamo nel 1924 e, dopo vari tentativi, si tiene per la prima volta la Giornata

Universitaria. Già dal novembre 1921 era attiva una Associazione di Amici. Erano tempi diversi, di grandepovertà, e il merito di Armida Barelli, che della nuova Università era la cassiera, fu quello di ottenere dallaSanta Sede l’autorizzazione per una questua di grandi dimensioni e di assicurarne la riuscita. Seppe infattisuscitare, intorno all'Ateneo del Sacro Cuore, l'entusiasmo e la collaborazione fattiva del movimento cattolicoche si mobilitò in maniera capillare nelle grandi città come nei paesi più sperduti. Da allora la GiornataUniversitaria si è tenuta ogni anno mantenendo la sua finalità originaria: far conoscere l'Ateneo (allora si par‑lava di propaganda...), indirizzarvi studenti motivati, sostenerlo anche economicamente perché potesse rea‑lizzare gli scopi per cui era nato.Quasi novanta anni dopo la Giornata per l’Università Cattolica si ripropone con alcune significative novità.L'Istituto Giuseppe Toniolo, che ne è l'ente fondatore e garante, ha promosso, in vista della Giornata, quattroseminari di studio in altrettante diocesi italiane (Palermo, 14 gennaio; Napoli, 20 gennaio; Verona, 6 febbraio;Ancona, 19 febbraio). I seminari hanno offerto numerosi contributi su aspetti cruciali per la società e per lastessa comunità cristiana: lavoro, ambiente, impresa, sanità. Un modo per dire che l'Università Cattolica con‑corre a quella "revisione profonda e lungimirante" del modello di sviluppo, di cui parla papa Benedetto XVInella enciclica Caritas in veritate.L'Università Cattolica concorre con un rinnovato slancio creativo all'attuale momento. A questo scopol’Istituto Toniolo opera favorendo significativamente l’accesso all’offerta formativa dell’Ateneo con centinaia diborse di studio destinate a studenti meritevoli, con il sostegno al progetto educativo promosso nei Collegi uni‑versitari, con un’attività permanente di informazione e orientamento nelle parrocchie e nelle scuole. Da partesua l'Associazione Amici ha avviato un progetto che intende contribuire all'investimento da parte dell'IstitutoToniolo, con borse di studio promosse da singole diocesi. Si potrà così stabilire un rinnovato legame tra Uni ‑versità Cattolica e chiese locali.È una novità di non poco conto cheriprende e rinnova una tradizione.Così come nuova è l’immagine graficadel manifesto e degli altri materiali illu‑strativi. Oltre al manifesto, a tutte leparrocchie, si è inviato unkit che contiene tra l'altroun pieghevole illustrativo,un'anticipazione di 16pagine del volume stam‑pato in occasione dellaGU e che raccoglie moltidegli spunti emersi neiseminari preparatori,insieme ad una cartolinacon cui è possibile chiede‑re il volume stesso oltre adindicare l'interesse peraltre iniziative.

Ernesto Preziosi

LETTERA AGLI AMICI

GiornataIl senso di una 2

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Per un nuovo modello di sviluppo

Per un nuovo modello di sviluppo, a cura di Umberto Folena, conuna prefazione del Card. Dionigi Tettamanzi e una postfazionedel prof. Lorenzo Ornaghi, Vita e Pensiero, Milano 2010,

pp. 128, € 12,00.Il volume raccoglie i contributi emersi dal Ciclo di semi-nari «Per un nuovo modello di sviluppo», promossodall’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori aPalermo, Napoli, Verona e Ancona tra gennaio e feb-braio 2010.Nel resoconto giornalistico di Umberto Folena, si ritrova-no alcune riflessioni e analisi di docenti e ricercatoridell’Università Cattolica del Sacro Cuore, con la parteci-pazione di altri esperti, su ambiti di importanza crucialeper la società e la comunità cristiana: lavoro, ambiente,impresa, sanità. Un contributo per avviare quella «revi-

sione profonda e lungimirante del modello di sviluppo» a cuirichiama Benedetto XVI nella Lettera enciclica Caritas in veritate.Per richiedere il testo telefonare al numero 02.7234.2824.

Lettera agli Amici

IL SENSO DI UNA GIORNATAErnesto Preziosi

Giornata Universitaria

IL LEGAME FRA L’ATENEO E I CATTOLICILorenzo Ornaghi

Giornata Universitaria

CARITÀ E VERITÀ NELL’IMPEGNO DIRICERCA E FORMAZIONE DELL’UNIVERSITÀLa Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana

Giornata Universitaria

LA FECONDITÀ DEL VANGELOMons. Sergio Lanza

Giornata Universitaria

PER UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPOa cura di Silvia Piaggi

Dal territorio

QUI PALERMO, NAPOLI, VERONA,ANCONAAnna Maria D’Alessandro

Dal territorio

UN’ASSOCIAZIONE VIVACEMarco Bertani

Università Cattolica e chiese locali

COINVOLGERE STUDENTI MOTIVATIJean-Pierre Poluzzi

Nuove generazioni

SISTEMA COLLEGI: UNO STILE DI VITAFilippo Casonatto

Progetto formativo

LA SFIDA EDUCATIVA IN UNIVERSITÀPaola Bignardi

Progetto formativo

PERCHÉ EDUCARE ANCORASilvia Piaggi

Orientamento residenzialeLA SCELTA DELL’UNIVERSITÀ:GUARDARSI DENTRO PRIMA DIGUARDARSI INTORNO

Libri aperti

13 DIRETTORE RESPONSABILEErnesto Preziosi

SEGRETERIA DI REDAZIONESilvia Piaggi, Jean‑Pierre Poluzzi, Lucia Felici

REDAZIONESilvia Bonzi, Edoardo Clapis, Anna Maria D’Alessandro, Emanuela Gazzotti (Ufficio Stampa U.C.), Maria Malacrida,

Valentino Marcon, Vito Pongolini, Maria Grazia SantoroSEDE REDAZIONALE

Istituto Toniolo Pubbliche Relazioni Largo Gemelli 1 – 20123 Milano Tel. (02) 7234.2816 – Fax (02) 7234.2827 e‑mail [email protected] www.istitutotoniolo.it

STAMPAGreenPrinting ‑ A.G. BELLAVITE srl, Missaglia (Lc)

Registrazione del Tribunale di Milano n. 348 del 13 maggio 1988La quota associativa è pari a 9 Euro, di cui solamente ai fini postali 1 Euro per quota abbonamento alla rivista

I contributi destinati a sostenere l’attività dell’Ente possono essere versati sul c.c.p. n. 713206 intestato a Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori – INCONTRO

INCONTROLa Rivista degli Amici dell’Università Cattolica

Anno XXIII – 1‑2/2010

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

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Messaggio del Rettore per la Giornata dell’Università Cattolica

3INCONTRO n. 1‑2 / 2010

GIORNATA UNIVERSITARIA

Domenica 18 aprile 2010 sicelebra, come ogni anno, laGiornata per l’Università

Cattolica del Sacro Cuore. È l’86a, daquando, nel 1924, i nostri Fondatorivollero che, alla terza domenica diPasqua, in ogni parrocchia d’Italiadiventasse e si manifestasse ancorapiù stretto e affettuoso il legame fral’Ateneo e tutti i cattolici italiani.Il prossimo 18 aprile sarà dunqueuna domenica speciale. È la giornatain cui l’Università, chiedendo a ognicattolico italiano la vicinanza nellapreghiera e un gesto di amicizia,presenterà nuovamente se stessa emostrerà ciò che – con le sue cinquesedi di Milano, Piacenza‑Cremona,Brescia, Campobasso, Roma, con ilPoliclinico “Agostino Gemelli” e ilCentro di Ricerca e Formazione adAlta Tecnologia nelle ScienzeBiomediche “Giovanni Paolo II” –essa continua a fare nel suo specificoservizio alla Chiesa e alla società ita‑liana. La Giornata, in modo del tuttoparticolare, intende anche rappre‑sentare il nostro accresciuto impe‑

gno a lavorare a quelle «soluzioninuove» per le «grandi novità» chegià ci coinvolgono e che ancora piùci attendono nell’imminente doma‑ni. È ciò che, nella sua Caritas in veri‑tate, ha chiesto il Santo PadreBenedetto XVI: «Le grandi novità,che il quadro dello sviluppo deipopoli oggi presenta, pongono inmolti casi l’esigenza di soluzioninuove [...]. Ciò richiede [...] una revi‑sione profonda e lungimirante delmodello di sviluppo, per corregger‑ne le disfunzioni e le distorsioni».Assai significativamente, pertanto,l’Istituto Giuseppe Toniolo di StudiSuperiori e l’Università Cattolica delSacro Cuore hanno voluto intitolarela prossima Giornata Uno slanciocreativo per nuovi modelli di sviluppo.Un modello nuovo di sviluppo ciriguarda da vicino: direttamentetocca la nostra famiglia, i nostri figli,ogni associazione e istituzione, ilnostro intero Paese. Non è una purnobile utopia, o un orizzonte impos‑sibile da delineare e concretamenteperseguire. È invece il risultato della

nostra capacità diosservare, pensare eagire quotidianamentealla luce della fede edella ragione.Ecco perché, anche in questo caso,diventa urgente e sempre più indi‑spensabile uno slancio creativo intutti coloro che, pensando al futurodell’Italia e al suo sviluppo, hanno acuore il bene delle generazioni piùgiovani. Nella sua bellezza, oltre chenecessità, un tale slancio può esseresentito con forza da ognuno di noi.E, già nella prossima Giornatadell’Università Cattolica del SacroCuore, da ognuno di noi deve inco‑minciare. Per essere ancora di piùtestimoni della speranza cristiana.Per rendere ancora più grande, vita‑le e generoso l’Ateneo voluto, conpassione autentica per la verità e perla carità, da Agostino Gemelli,Armida Barelli e Ludovico Necchi.

Prof. Lorenzo OrnaghiMagnifico Rettore

Università Cattolica del Sacro Cuore

l’Ateneo e i cattoliciIl legame fra

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Il messaggio della CEI per la Giornata Universitaria

4 INCONTRO n. 1‑2 / 2010

GIORNATA UNIVERSITARIA

Creato a immagine e somi‑glianza di Dio, l’uomo èposto nel mondo come sog‑

getto libero e responsabile (cfr. Gn2,15). In questo orizzonte, si colloca lacomprensione dell’uomo in se stessoe nelle sue dinamiche relazioni conDio e con il mondo. È questa assun‑zione creatrice a dare senso allavicenda umana secondo una proget‑tualità dinamica: i suoi contenutisono consegnati alla ricerca dell’uo‑mo stesso, che li scopre nel confrontotra l’ideale creativo divino e le con‑crete condizioni storiche del suoagire. Si colloca qui il compito scienti‑fico e il ruolo formativo dell’Uni ‑versità.Il progresso delle scienze, mentreindividua in maniera sempre piùapprofondita le leggi che regolanol’universo e si arricchisce di mirabiliscoperte, si trova pericolosamenteesposto – nella sua rivendicazione diautonomia – a un’insignificanza cheestenua ogni creatività e precipita nelnichilismo: quanto più l’universo cirisulta comprensibile, tanto più ciappare senza scopo. Ciò conduce alladrammatica tentazione di abbando‑nare il campo. Come osserva il PapaBenedetto XVI nell’Enciclica Caritasin veritate, “l’idea di un mondo senzasviluppo esprime sfiducia nell’uomoe in Dio. È, quindi, un grave erroredisprezzare le capacità umane di con‑trollare le distorsioni dello sviluppo oaddirittura ignorare che l’uomo ècostitutivamente proteso versol’‘essere di più’” (n. 14). La creatività, al contrario, fiorisce nel‑l’orizzonte di una visione consistente,aperta e chiara a un tempo, in cui laverità dispiega la sua illuminazionegeneratrice. Ciò incide direttamentesull’idea di Università: “Deve essereriguadagnata l’idea di una formazio‑

ne integrale, basata sull’unità dellaconoscenza radicata nella verità. Ciòpuò contrastare la tendenza, così evi‑dente nella società contemporanea,verso la frammentazione del sapere.Con la massiccia crescita dell’infor‑mazione e della tecnologia nasce latentazione di separare la ragionedalla ricerca della verità. La ragioneperò, una volta separata dal fonda‑mentale orientamento umano versola verità, comincia a perdere la pro‑pria direzione. Essa finisce per inari‑dire o sotto la parvenza di modestia,quando si accontenta di ciò che èpuramente parziale o provvisorio,oppure sotto l’apparenza di certezza,quando impone la resa alle richiestedi quanti danno in maniera indiscri‑minata uguale valore praticamente atutto. Il relativismo che ne derivagenera un camuffamento, dietro cuipossono nascondersi nuove minacceall'autonomia delle istituzioni acca‑demiche” (BENEDETTO XVI, Incontrocon il mondo accademico nel castellodi Praga, 27 settembre 2009).La visione cristiana della realtà, lungidal ridurre l’ambito della ricerca uni‑versitaria nel perimetro angusto dellaragione calcolante, ne dilata le pro‑spettive e lancia alla capacità creativadell’ingegno umano la sfida delsignificato totale degli esiti di talericerca: “La carità e la verità ci pongo‑no davanti a un impegno inedito ecreativo, certamente molto vasto ecomplesso. Si tratta di dilatare laragione e di renderla capace di cono‑scere e di orientare queste imponentinuove dinamiche, animandole nellaprospettiva di quella «civiltà dell’a‑more» il cui seme Dio ha posto inogni popolo, in ogni cultura” (Caritasin veritate, n. 33).Le rapide e profonde trasformazionidel nostro tempo non rendono obso‑

leto il progetto di padre AgostinoGemelli. Al contrario, ne confermanol’attualità, nel segno di quella creati‑vità, che fin dall’inizio lo caratterizzòe rese possibile realizzare, con l’ap‑porto fattivo delle comunità ecclesialid’Italia, ciò che sembrava impossibi‑le. Proprio il radicamento ecclesialecostituisce uno dei tratti caratteristici– potremmo dire essenziali –dell’Università Cattolica del SacroCuore: esso va riaffermato e rinnova‑to, come espressione concreta dellacapacità della parola della fede diaprire orizzonti di intelligenza di vitaa servizio del popolo cristiano.Tutto ciò esige, accanto all’applicazio‑ne costante allo studio e alla ricerca,la coltivazione diuturna delle virtùmorali di limpidezza, autenticità,umiltà e, soprattutto, del primo donoche da questa Giornata si attende,cioè la preghiera: “Lo sviluppo ha biso‑gno di cristiani con le braccia alzate versoDio nel gesto della preghiera, cristianimossi dalla consapevolezza che l’a‑more pieno di verità, caritas in verita‑te, da cui procede l’autentico svilup‑po, non è da noi prodotto ma ci vienedonato” (Ib., n. 79).Con questo spirito, rinnoviamo anchequest’anno il pressante invito alleChiese che sono in Italia, affinchévalorizzino la Giornata, occasionepreziosa per sensibilizzare le lorocomunità quanto al ruolo e alle con‑crete necessità di un’istituzione acca‑demica di irrinunciabile valore.

Roma, 30 marzo 2010

La Presidenza della ConferenzaEpiscopale Italiana

di ricerca e formazione dell’UniversitàCarità e verità nell’impegno

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La sollecitudine della Chiesa per la problematica dello sviluppo

5INCONTRO n. 1‑2 / 2010

GIORNATA UNIVERSITARIA

La crisi ci obbliga a riprogettare il nostrocammino, a darci nuove regole e a trovarenuove forme di impegno, a puntare sulle espe‑rienze positive e a rigettare quelle negative. Lacrisi diventa così occasione di discernimento edi nuova progettualità. In questa chiave, fidu‑ciosa piuttosto che rassegnata, convieneaffrontare le difficoltà del momento presente(Caritas in veritate, CiV 21).

La crisi economico‑finanziariamette a nudo, da un lato, quantola dimensione etica sia interiore

all’economia; dall’altro, a uno sguardopiù attento e disincantato, quanto siaurgente l’elaborazione di nuovi modellidi sviluppo, “una nuova e approfonditariflessione sul senso dell’economia e deisuoi fini, nonché una revisione profondae lungimirante del modello di sviluppo,per correggerne le disfunzioni e le distor‑sioni” (CiV 32).Su questo terreno si mostra la feconditàdel Vangelo per la vita quotidiana, per‑sonale e sociale, la sua capacità di illu‑minare e orientare la soluzione di que‑stioni vitali per il futuro stesso dell’uma‑nità. Come insegna il Concilio VaticanoII: “Le gioie e le speranze, le tristezze e leangosce degli uomini d'oggi, dei poverisoprattutto e di tutti coloro che soffrono,sono pure le gioie e le speranze, le tri‑stezze e le angosce dei discepoli diCristo, e nulla vi è di genuinamenteumano che non trovi eco nel loro cuore”(Gaudium et spes, 1).Per questo “tutta la Chiesa, in tutto il suoessere e il suo agire, […] è tesa a pro‑muovere lo sviluppo integrale dell’uo‑mo” (CiV 11).La visione cristiana non considera l’am‑bito sociale ed economico come margina‑le e quasi esterno alla pratica cristianadella carità; al contrario, vi riconosce unaesigenza nativa e costitutiva, un compitoimprescindibile di evangelizzazione. Ècosì fin dalle prime generazioni cristiane:nella comunità dei credenti il sacramento

e la sollecitudine per i bisognosi sonoinscindibili (1Cor 11, 18‑22). È l’impulsooriginario e insopprimibile per cui lafede cristiana proietta i propri valori nelvissuto storico dell’uomo, ponendosinon solo come orizzonte generico di rife‑rimento, ma come energia viva e sorgiva,critica e progettuale: “La fede in Cristoredentore, mentre illumina dal di dentrola natura dello sviluppo, guida anche nelcompito della collaborazione [...]. La con‑cezione della fede, inoltre, mette bene inchiaro le ragioni che spingono la Chiesaa preoccuparsi della problematica dellosviluppo, a considerarlo un dovere delsuo ministero pastorale, a stimolare lariflessione di tutti circa la natura e lecaratteristiche dell’autentico sviluppoumano” (Sollicitudo rei socialis, 31).La parola della fede cambia la vita: “Il cri‑stianesimo non era soltanto una ‘buonanotizia’ – una comunicazione di contenu‑ti fino a quel momento ignoti. Nel nostrolinguaggio si direbbe: il messaggio cri‑stiano non era solo ‘informativo’, ma‘performativo’. Ciò significa: il Vangelonon è soltanto una comunicazione di coseche si possono sapere, ma è una comuni‑cazione che produce fatti e cambia la vita.La porta oscura del tempo, del futuro, èstata spalancata. Chi ha speranza vivediversamente; gli è stata donata una vitanuova” (Spe Salvi, 2).Si tratta quindi di un cambiamento diprospettiva, e non solo, pragmaticamen‑te, di una mutazione strategica. Emergela valenza della tensione escatologicacome orizzonte significativo e sorgentedi autentico rinnovamento. La dimensio‑ne economica ritrova il suo spessoreumanistico non come coloritura periferi‑ca e retorica, ma come dinamica sostan‑ziale e feconda: «[L’impegno per il benecomune] s’inscrive in quella testimonian‑za della carità divina che, operando neltempo, prepara l’eterno» (CiV 7).

Si comprendono così leindicazioni di Caritas inveritate a proposito delsuperamento del duali‑smo profit‑non profit(CiV 46), o del modo di intendere l’im‑presa (CiV 40). Ma soprattutto la corag‑giosa e innovativa proposta di rivederetutta l’impostazione dell’economia facen‑do perno sul principio di gratuità, consi‑derato come un costitutivo antropologicosorgivo: “La carità nella verità pone l'uo‑mo davanti alla stupefacente esperienzadel dono. La gratuità è presente nella suavita in molteplici forme, spesso non rico‑nosciute a causa di una visione solo pro‑duttivistica e utilitaristica dell'esistenza.L'essere umano è fatto per il dono, che neesprime ed attua la dimensione di tra‑scendenza” (CiV 34). Il cenno alla tra‑scendenza sventa ogni tentativo di inter‑pretazione sentimental‑retorica. Si trattadel rinvenimento dell’umano nella suaoriginarietà creaturale, ferita dal peccato,riscattata dalla vita nuova in Cristo.Si comprende allora la portata socioeco‑nomica e la verità effettuale dell’esordiodell’Enciclica: “La carità nella verità, dicui Gesù Cristo s'è fatto testimone con lasua vita terrena e, soprattutto, con la suamorte e risurrezione, è la principale forzapropulsiva per il vero sviluppo di ognipersona e dell'umanità intera”, Enciclicache riprende l’affermazione di Paolo VInella Populorum progressio: “L'annunciodi Cristo è il primo e principale fattore disviluppo” (Populorum progressio 16; cfr.CiV 8). È la peculiarità cristiana dellalegge dell’incarnazione, che colloca ladimensione religiosa nel cuore dellavicenda umana.

Mons. Sergio LanzaAssistente ecclesiastico generale

dell’Università Cattolicadel Sacro Cuore

La fecondità del Vangelo

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Alcuni spunti di riflessione: la parola ai docenti

6 INCONTRO n. 1‑2 / 2010

GIORNATA UNIVERSITARIAPer un nuovo modello di sviluppo

L o ha detto a chiare lettere BenedettoXVI nell’Enciclica Caritas in veri‑tate: la crisi che la nostra epoca sta

attraversando diventa occasione di discer‑nimento e nuova progettualità. In tutti gliambiti. Per questo l’Istituto Toniolo ha pro‑mosso i quattro seminari a Palermo,Napoli, Verona e Ancona su temi crucialiquali il lavoro, l’ambiente, i modelli diimpresa, la sanità. L’obiettivo era quelloche l’Università Cattolica partecipasse aldibattito con un contributo di idee e disoluzioni alla ricerca di un nuovo modellodi sviluppo. Al termine dei lavori, abbiamoposto una domanda ad alcuni docenti chehanno partecipato alle diverse sessioni, perallargare la riflessione in occasione dellaGiornata Universitaria, che – non a caso –riprende il tema del Ciclo dei seminari.

Quali sono i temi centrali su cui concen‑trare la riflessione nella Chiesa e nel Paeseper superare la crisi e guardare al futurocon speranza? Lo chiediamo al prof.Mauro Magatti, Preside della facoltà diSociologia della Cattolica di Milano.

La crisi finanziaria del 2008 segna, amio modo di vedere, una disconti‑

nuità rispetto al modello di sviluppodegli ultimi decenni. L’accumulazione del debito metteinfatti in evidenza la voracità di unsistema che, percependosi senzalimite, tende a introiettare persino ilfuturo, alterando l’equilibrio nellostesso rapporto tra le generazioni.Per quanto si debba tutti lavorareper gestire l’emergenza, l’insegna‑mento che la crisi ci propone è benpiù profondo: lo sviluppo economi‑co è un bene prezioso che permettedi risolvere tante sofferenze umane.Tuttavia, quando il profitto si tra‑sforma da misura dell’efficienza infine da perseguire, la crescita econo‑mica si ritorce contro l’uomo, asser‑vendolo e esponendolo a gravirischi. In questo, l’eredità della crisiriguarda la correzione dell’attualemodello e la ricerca di nuovi equili‑bri sociali. Il cuore della questioneha a che fare con quello che chiamoun “nuovo immaginario dellalibertà” che prenda le distanze dalleradicalizzazioni di questi anni e insi‑sta sulla intima relazione che deveesistere tra libertà e responsabilità.

Per anni abbiamo creduto ciecamente che losviluppo economico e il mercato ‑ e non certolo stato sociale ‑ ci avrebbero definitivamenteaffrancato dalla povertà e dalla disugua‑glianza. Ora ci si è risvegliati dall’illusione:imprese e istituzioni ne hanno preso coscien‑za? Ci sono dei segnali in questa direzione?A rispondere è il prof. Luciano Venturini,ordinario di Economia politica all’UniversitàCattolica di Piacenza.Indubbiamente, emergono segnalipositivi. Si è formato un certo con‑senso intorno all’idea che, sia all’in‑terno dei singoli Paesi che a livelloglobale, è necessaria una appropria‑ta governance dell’economia. In tempidi globalizzazione e di stagnazioneeconomica, ai vari livelli di governooccorrono decisioni e politiche pub‑bliche ben disegnate, in grado diindividuare ed adottare interventitempestivi ed efficaci, attenti allereali esigenze delle persone e coe‑renti con il ‘bene comune’. È ancheaumentata la consapevolezza che, aldi là del perseguimento del propriolegittimo interesse, imprese e consu‑matori si impegnino ad adottarecomportamenti più attenti e respon‑

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sabili nei confronti dell’interessegenerale.Una prospettiva questa piuttostocomplessa, anche perché comportaappunto il superamento di visionisemplicistiche e ideologiche che perdiversi anni hanno alimentato l’ideache i nostri problemi possano esseresempre e comunque risolti dal mer‑cato e dalla tecnologia. In questo senso, un certo risveglio c’èstato. Ma è stato solo parziale. Vacompletato e occorre anche rimaneresvegli. In proposito, la Caritas in veri‑tate propone e suggerisce indicazionipreziose. Da qui l’esigenza che i con‑tenuti dell’Enciclica siano meglioconosciuti ed entrino sempre più neldibattito pubblico.

Lo sviluppo economico sembra inesora‑bilmente compromettere l’equilibrioambientale. Di questo parliamo con ilprof. Antonio Ballarin Denti, diretto‑re del Centro di Ricerche per l'Ambientee lo Sviluppo Sostenibile dell’UniversitàCattolica di Brescia.Rallentare, riciclare, ridurre i consumi:sono solo alcune delle scelte alla porta‑ta di tutti per migliorare l’impattoambientale. Ma può davvero il cambia‑mento di stile di vita incidere nelmedio e nel lungo periodo sulla vitadell’intero pianeta?

Gli stili di vita, individuali e colletti‑vi, si traducono, sul piano economi‑co, in differenti formulazioni delladomanda di consumi. Ciò rappresen‑ta quindi non solo una possibilità,ma un dovere ben preciso, sociale epolitico, senza il quale è praticamen‑te impossibile garantire uno svilup‑po sostenibile al nostro pianeta.Il nostro pianeta non può reggereinfatti una produzione di beni e uncorrispondente livello di consumienergetici quali quelli che caratteriz‑zano le società occidentali più ricchecome gli USA e l’Europa. Di conse‑guenza, o siamo in grado di impedi‑re ai duemilacinquecento milioni dicinesi e indiani di raggiungere inostri standard di benessere (obietti‑vo politicamente improponibile emoralmente iniquo) oppure tuttiquanti, cinesi e americani, indiani edeuropei, africani e latino‑americani,adottiamo un sistema di vita che,senza rinunciare alla tutela dellanostra salute e ad un lavoro dignito‑so e gratificante, permetta di consu‑

mare meno energia, non sfrutti lerisorse non rinnovabili, non alteri ilclima, preservi i suoli e tuteli gli eco‑sistemi. Più che consumare meno occorreconsumare meglio, puntare su pro‑dotti a basso impatto ambientale, svi‑luppare gli aspetti relazionali, piùche consumistici, legati alla qualitàdella vita. La politica da sola, special‑mente in una società democratica,non può imporre queste scelte agliindividui. Possono farlo solo le con‑vinzioni personali, i valori socialicondivisi, le scelte etiche ed educati‑ve, che incoraggino visioni basate suivalori della cultura, della solidarietàe delle relazioni cooperative e pacifi‑che tra persone e nazioni.

L’opinione pubblica attribuisce il “buonoe il gratuito” al mondo del non profit,mentre il for profit viene considerato“cattivo e senza scrupoli morali” perdefinizione. Le due realtà sono davverocosì contrapposte o possono contagiarsiarricchendosi a vicenda? La domanda èper il prof. Mario Molteni, direttoredell’Alta Scuola Impresa e Societàdell’Università Cattolica di Milano.

Per nulla affatto. Il progresso dellasocietà e la costruzione del bene comu‑ne hanno un gran bisogno tanto diimprese ben gestite quanto di enti nonprofit ben gestiti. E, si badi bene, nes‑suno dei due profili di azienda puòfare a meno sia di efficienza e rigoreeconomico, da un lato, sia di gratuità eattenzione alle esigenze sociali eambientali, dall’altro. Anche se, èovvio, efficienza e gratuità assumonopesi diversi per un produttore di per‑sonal computer e per una residenzaper anziani! Per quanto riguarda ilmondo del for profit, c’è un passaggiodella Caritas in veritate che, con la tipicagenialità semplice, indica la strada: “Sel'amore è intelligente, sa trovare anchei modi per operare secondo una previ‑dente e giusta convenienza”. Similisoluzioni, in cui il bene dell’impresa eil bene della società vanno insieme,sono quanto di più desiderabile per unimprenditore. Ma, per identificarle erealizzarle dentro il contesto così tur‑bolento in cui viviamo, la buonavolontà non basta. Occorre domanda‑re, come ci ricorda il Papa: “L’amorepieno di verità, Caritas in veritate, dacui procede l'autentico sviluppo, non èda noi prodotto ma ci viene donato”.

In chiusura il tema della sanità. Aintervenire è il prof. Eugenio AnessiPessina, direttore del Centro Studi,Ricerche e Formazione sulle Politiche,l’Economia e il Management in Sanitàall’Università Cattolica di Roma.Sale l’età media della vita, sale espo‑nenzialmente la spesa sanitaria nelnostro Paese. Ma cresce inesorabilmen‑te anche la distanza tra le esigenze dicura e di sostegno dei malati e la neces‑sità di far quadrare i conti per evitare ilcollasso di un sistema. Il “problemasanità” è solo di natura economica?

Naturalmente no. Innanzitutto, lasanità va principalmente intesa noncome un “problema”, bensì come un“servizio”, che tutela un bene prima‑rio della persona (la salute) e chenelle società evolute è riconosciutocome diritto fondamentale. Di questoservizio beneficiano ogni giorno mol‑tissime persone, anche grazie alladedizione di medici, infermieri e altrioperatori le cui motivazioni spessotrascendono l’aspetto puramente eco‑nomico.In secondo luogo, il nostro Paese hauna spesa sanitaria relativamentebassa se confrontata con gli altrigrandi Paesi occidentali: il problemanon è dunque quello di spenderemeno, quanto eventualmente quellodi spendere meglio, magari recupe‑rando anche quei principi di attenzio‑ne complessiva alla persona, disobrietà, di “ospitalità” (si pensi all’e‑timologia della parola “ospedale”)che il progresso tecnologico ha par‑zialmente messo in ombra.L’aspetto economico è però comun‑que importante perché le risorse adisposizione della comunità nonsono illimitate: utilizzare male lerisorse a disposizione significa avermeno possibilità di venire incontroalle esigenze di cura e di sostegno deimalati e, più in generale, alle molte‑plici esigenze della comunità stessa(infanzia, istruzione ecc.).

A cura di Silvia Piaggi

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Nota di cronaca dai quattro seminari

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DAL TERRITORIO

Èstato un successo superiore aogni attesa l’iniziativa Per unnuovo modello di sviluppo,

proposta dall’Istituto Toniolo fra metàgennaio e metà febbraio, che ha coin‑volto oltre un migliaio di persone inquattro città chiave d’Italia: Palermo,

Napoli, Verona, Ancona. Unico il leitmotiv: la crisi economica, e non solo, e imodi di uscirne. La crisi che l’attualitàha raccontato in mille toni, che hainvaso la vita dei singoli, che la Chiesaha affrontato attraverso l’EnciclicaCaritas in veritate è diventata occasionedi incontro, studio, riflessione. Il pro‑getto dell’Istituto Giuseppe Toniolo diStudi Superiori era inedito e ambizio‑so: esaminare la questione da punti divista diversi. Ogni punto di vistaavrebbe dovuto dare voce alle istanzedi un territorio, esprimere il problemapiù sentito in quel contesto. Il Tonioloha chiesto ad alcuni docenti universi‑tari di recarsi sul posto per confrontar‑si con studiosi, professionisti che ope‑rano sul territorio. In Sicilia si è discus‑so di crisi occupazionale, a Napoli diemergenza ambientale, di produttivitàa Verona, ad Ancona di conciliazionefra servizio pubblico, virtù gestionale esanità. Con strumenti culturali artico‑lati, una prospettiva ampia capace diguardare dentro ma anche oltre le dif‑ficoltà. Il progetto è pienamente riusci‑to, grazie agli sforzi senza risparmiodelle diocesi ospitanti di tanti Amicidell’Università in tutta Italia, la dispo‑nibilità a mettere in gioco i contattipersonali, la fantasia nel comunicare

l’iniziativa, la determinazione di chi haorganizzato.

Palermo: la priorità del lavoroL’avvio è stato a Palermo, nel pomerig‑gio del 14 gennaio, presso il prestigio‑so Istituto di Formazione politicaPedro Arrupe. Si parlava di Prioritàdel lavoro fra crisi e risorse nell’aulaMagna del Centro dei Gesuiti, fucina,con padre Sorge e in seguito, di rigoro‑se analisi e impegno sul territorio.Dall’Università Cattolica i professoriCarlo Dell’Aringa e Luciano Venturini,economisti, hanno esaminato la situa‑zione locale, il sociologo MauroMagatti ha interessato la platea di oltre150 persone con la sua descrizionedell’Homo oeconomicus. Poi, la tavolarotonda coordinata dal direttoredell’Arrupe, padre Gianni Notari, contre docenti palermitani, i professoriAntonio La Spina, Antonio Purpura eGiuseppe Notarstefano. Si è discussodella questione di Termini Imerese, iprofessori hanno evidenziato gli erroriche quell’insediamento sintetizza(industria in un’area a vocazione agri‑cola e turistica, realtà clientelare…),hanno lanciato allarmi e proposte. Ma,soprattutto, i rappresentati delle mag‑giori realtà associative cittadine, i tantistudenti medi e universitari, i giovanilaureati hanno ascoltato partecipi l’in‑tervento dell’Arcivescovo mons. PaoloRomeo, che ha invocato il lavoro inSicilia come una questione di “giusti‑zia”. Nella diocesi, intanto, sarannostanziate una o più borse di studio afavore di studenti meritevoli che inten‑dano formarsi presso l’Ateneo del cat‑tolici italiani.

Napoli: la questione ambientaleUna settimana dopo, il 20gennaio, a Napoli, nuovoincontro su Sviluppo eco‑nomico e energia, ambien‑te, sostenibilità. Presso laCamera di Commercio,nello storico Salone delleGrida, un docente diEconomia Ambientale, il

prof. Stefano Pareglio, ha descritto glieffetti della ricerca e produzione dienergie sul clima mondiale; il fisicoAntonio Ballarin Denti ha svelato isegreti delle fonti energetiche sosteni‑bili e la dottoressa Anna MariaTarantola, vicedirettore della Bancad’Italia ha chiarito i legami fra “seteenergetica” e crisi. A questi grandi cali‑bri targati “Cattolica” hanno risposto,in un dibattito coordinato dal profes‑sor Adolfo Russo, teologo, vicario perla Cultura nell’Arcidiocesi di Napoli,gli economisti della Federico II, EnnioForte e Luigi Fusco Girard, insieme alprofessor Pierluigi Malavasi della sedeUC bresciana. Anche l’ArcivescovoCardinal Crescenzio Sepe ha seguitotutti i lavori, con grande interesse. Igiornali cittadini, la sede Rai regionalee le tv locali hanno dato rilievo all’e‑vento. Delegazioni delle associazioniambientaliste e amministratori localihanno formato una platea di oltre 250intervenuti, impensabile per un eventoavvenuto in un giorno feriale. Primi astupirsi i relatori, particolarmente sti‑molati dall’entità del pubblico e dallasua qualità: tanta l’attenzione, notevoleil bisogno collettivo di capire.

Verona: tra mercato e welfareIl 6 febbraio è stata la volta di Veronadove, in una delle sale più rappresen‑tative e pregevoli dell’Arcivescovadosi è discusso su Quale modello d’im‑presa dopo la crisi economica: tracompetitività internazionale eresponsabilità socialeIl rettore dell’Università Cattolica prof.Lorenzo Ornaghi ha introdotto i lavo‑ri, mentre due economisti, il ProrettoreLuigi Campiglio e il professor MarioMolteni, hanno spiegato ai moltissimi

Qui Palermo, Napoli, Verona, Ancona

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9INCONTRO n. 1‑2 / 2010

imprenditori, presenti tra gli altri rap‑presentati dalla locale Confindustria,Confapi, Confartigianato e Confagri ‑coltura, come si possa, anzi si debba,conciliare redditività e attenzione altessuto sociale, mercato e futuro soste‑nibile. Subito dopo gli interventi magi‑strali, hanno animato il dibattito ildott. Andrea Bolla, presidente degliindustriali veronesi e altri rappresenta‑ti di significative realtà produttive.Attenta spettatrice anche la dottoressaPerla Stancari, prefetto della città, par‑ticolarmente sensibile al contesto edu‑cativo e di sviluppo civile del territorioe oltre 250 presenze. “Non è stato faci‑le coinvolgere gli imprenditori, soprat‑tutto in momenti difficili come quelliappena passati e in corso”, ci hannodetto dalla Fondazione Toniolo diVerona, che, insieme al vicario per la

cultura mons. Giancarlo Grandis, si èadoperata per questo evento.“Tuttavia, è stato decisivo il tema dellafamiglia, quello che più sta a cuore alnostro Vescovo Giuseppe Zenti. Il suc‑cessore di san Zeno ha accolto la pro‑posta culturale della Cattolica stabilen‑do uno stretto legame con esso”. E iltema delle future generazioni ha con‑vinto gli imprenditori. Anche inmomenti difficili, anzi forse proprio inquelli, è indispensabile dare prospetti‑ve nuove all’attività, cambiare perché igiovani abbiano un futuro. Nel nomedi un futuro diverso e autodetermina‑

to gli imprenditori hanno saputo ritro‑varsi, fare gruppo al di là delle barriereideologiche o politiche. Sono stati pro‑grammati incontri fra gli attuali stu‑denti e i laureati UC per stimolareinterventi a servizio del territorio. Èstata varata una borsa di studio intito‑lata a mons. Bellomi, sacerdote vero‑nese già assistente generale dell’UC epoi vescovo di Trieste, a favore di unostudente meritevole che voglia lau‑rearsi in Cattolica, e altri finanziamentisono allo studio, anche sotto forma dicrediti agevolati.

Ancona: la spesa sanitaria Infine, il 19 febbraio, il ciclo di semi‑nari si è concluso ad Ancona, con unincontro presso l’Aula Magna delRettorato dell’Università Politecnica

delle Marche dedicato aOrganizzazione sanita‑ria e incidenza sullaspesa pubblica: unaprospettiva economica.Il tema: è possibile avereun sistema sanitario effi‑ciente, che soddisfi ilmalato e non travolgal’economia di uno Stato?È una sfida, una speran‑za e un impegno soprat‑tutto per chi opera nellasanità da cristiano. Ma èpossibile, hanno soste‑nuto i due docenti della

sede romana della Cattolica. Il pro‑fessor Antonio Giulio de Belvis hadimostrato, dati internazionali allamano, che il Sistema sanitario italia‑no ha ottimi risultati, ma è percepitomale dai cittadini. Conclusione: isanitari dovrebbero cambiare atteg‑giamento, diventare più umanifarebbe crescere il valore loro attri‑buito dalla gente e non costerebbenulla (o quasi) in termini monetari.Il professor Eugenio Anessi Pessinaha messo in evidenza la difficoltàitaliana di servizi sanitari non omo‑genei nelle varie regioni, con punte

di eccellenzache vengonocaricate di

richieste. Questa è una delle causedei problemi gestionali, insieme allarichiesta crescente di prestazioni:una popolazione che invecchia hasempre più bisogno di sanità. Lasoluzione è... ridurre la domanda,risolvere diversamente i problemi.Non tutti sempre in ospedale, macon assistenza a domicilio e raffor‑zando la struttura familiare. Propriocome succede nelle Marche, laRegione ospite del convegno, unadelle poche con bilancio sanitariopositivo in Italia. La forza delle retifamiliari e della solidarietà è stataevidenziata dalle voci locali, il pro‑fessor Alberto Niccoli dell’Uni ‑versità Politecnica delle Marche e idottori Antonio Aprile, RobertoMalucelli e Gino Tosolini, responsa‑bili di grandi strutture socio‑sanita‑rie locali. L’uditorio era composto dimedici e docenti universitari, stu‑denti e rappresentanti delle associa‑zioni cattoliche. Il Vescovo, mons.Edoardo Menichelli, un passato daassistente alla facoltà di Medicina,dopo aver salutato inizialmente,anche a nome del suo predecessore,Cardinale Dionigi Tetta manzi, hatirato le somme. Ha parlato disobrietà e di famiglia, sottolineandoche anche chi studia da anni e congrandi strumenti teorici le avevaappena indicate come i rimedi piùefficaci per la crisi.

Un’iniziativa che sembrava utopia èdiventata risorsa e impegno per iprossimi mesi in quattro diocesi delnostro Paese. L’Università Cattolicaha trovato un nuovo modo modernoe originale per farsi prossimo ai cri‑stiani e a tutti gli uomini di buonavolontà. Si apre una pista di lavoroper studenti, laureati, Amici,Delegati e quanti vogliano creare,rinnovare, rinsaldare il legame fra ilterritorio e la più prestigiosa realtàscientifica e formativa della Chiesaitaliana.

Anna Maria D’Alessandro

• Il manifesto con il tema della GU• Il messaggio del Rettore• Un estratto del volume

“Per un modello di sviluppo”• Il dépliant istituzionale illustrativo• Il dépliant illustrativo del Sistema dei Collegi• Una cartolina per ricevere il volume

“Per un modello di sviluppo” e per segnalarealtre richieste

In occasione della Giornata 2010 è stato inviatoalle parrocchie un kit così composto:

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La presenza e le attività degli Amici di Verona

DAL TERRITORIO

Mi è stato chiesto di descri‑vere brevemente l’espe‑rienza promossa a Verona

dall’Associazione Amici, a partiredal seminario sui nuovi modelli diimpresa, tenutosi in febbraio nellanostra diocesi di San Zeno.

Il percorsoQueste le tappe che hanno portatoalla creazione di un piccolo gruppoche organizzasse l’evento del 6 feb‑braio 2010.Ispirati dallo slogan “Sentire il biso‑gno, esprimere il bisogno, risponde‑re al bisogno”, i responsabili dellePubbliche Relazioni Toniolo, il dele‑gato diocesano avv. Alberto Bor ‑ghetti e mons. Giancarlo Grandis,vicario episcopale nella diocesi diSan Zeno per la cultura, nominatodal Vescovo, mons. Giuseppe Zenti,si sono incontrati a Verona perimpostare le modalità operative eindividuare le persone che potesseroseguire gli aspetti logistici del semi‑nario.Si è così costituito il nucleo operati‑vo degli Amici dell’UniversitàCattolica e sono stati ricontattati gliamici ed i laureati, tra cui figurelocali rappresentative dell’imprendi‑toria, dell’economia e dei servizi, oimpegnate nel sociale, per una seratadi confronto con i responsabilidell’Università, in un clima di amici‑zia e cordialità. Al seminario hanno partecipatocome relatori il Rettore prof.Lorenzo Ornaghi, il prof. LuigiCampiglio, Prorettore vicario, e ilprof. Mario Molteni. Numerosi tra ilpubblico gli universitari sia dei col‑

legi milanesi sia della nostra diocesi:per loro, dopo l’evento, è stata orga‑nizzata la visita guidata alla splendi‑da Basilica di San Zeno.

La continuità e i nuovi progettiÈ partita inoltre l’iniziativa di crearealcune borse di studio per studentidella nostra diocesi che intendonofrequentare la Cattolica, una dellequali intestata a mons. LorenzoBellomi, sacerdote diocesano, assi‑stente dell’Azione Cattolica, assi‑stente centrale della UniversitàCattolica e Vescovo di Trieste finoalla improvvisa morte.L’entusiasmo di vari amici e laureati,supportato dai sacerdoti diocesanicollaboratori del progetto culturaledella CEI, la significativa presenzadella Fondazione Toniolo di Verona,ci hanno consentito di aprire uno“Sportello d’Acco glienza Amici eLaureati dell’Uni versità Cattolica”presso gli ambienti della Fonda ‑zione.Si sono così promossi alcunimomenti specifici: gli universitaridella nostra diocesi che studiano inUniversità Cattolica a Milano hannoincontrato il direttore del Toniolo diVerona, don Davide Vicentini,responsabile del progetto culturalenella nostra Chiesa locale; un altroincontro è previsto per il gruppo deilaureati con don Davide Vicentini edil delegato diocesano Borghetti perpresentare il progetto culturale eascoltare le proposte e le istanzedegli Amici.Questi appuntamenti hanno loscopo di informare i partecipanti echiedere la loro collaborazione per

organizzare, in un proficuo scambiodi idee e di proposte, momenti for‑mativi e stabilire un contatto tra chistudia e chi è già inserito nel mondolavorativo.Successivamente sono stati pro‑grammati alcuni incontri con gli stu‑denti degli ultimi anni delle scuolesuperiori, per informarli sull’offertaformativa delle facoltà dell’Uni ‑versità Cattolica e sui corsi di orien‑tamento organizzati dall’IstitutoToniolo.

La Giornata del 18 aprileC’è stato un impegno più specifico emirato per la Giornata dell’Uni ‑versità Cattolica del 18 aprile, du ‑rante la quale siamo stati presenticon uno stand in tre luoghi significa‑tivi della nostra diocesi, chiedendola collaborazione dei laureati peruna efficace promozione dell’Ate ‑neo: il Duomo di Desenzano delGarda, nel bresciano; il Duomo diLegnago, a coprire l’area meridiona‑le della nostra Chiesa locale; laBasilica di San Zeno, per la città diVerona. Ciò non ha impedito lo svol‑gersi di altre iniziative nelle singolerealtà parrocchiali.Questi progetti si stanno realizzandograzie alla disponibilità delle variepersone coinvolte e anche per ilsostegno ed il convincimento delnostro Vescovo e dei suoi collabora‑tori, mons. Grandis e don Vicentini,promotori in prima persona di quali‑ficati percorsi culturali e di spiritua‑lità.

Marco Bertani

Un’Associazione vivace

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Un progetto dell’Associazione Amici dell’Università Cattolica che continua il legame con le Chiese locali

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UNIVERSITÀ CATTOLICA E CHIESE LOCALI

Borse di studio diocesaneL’Associazione Amici del l’Uni ‑versità Cattolica, che cura la rete ter‑ritoriale dei delegati e degli operato‑ri culturali diffusa nelle diocesi ita‑liane, ha attivato un progetto per larealizzazione di borse di studio dadevolvere a studenti che, dalle chie‑se locali italiane, si rechino a studia‑

re presso una delle cinque sedidell’Ateneo del Sacro Cuore.L’iniziativa, promossa dall’IstitutoGiuseppe Toniolo di Studi Superiori,di cui l’Associazione Amici è espres‑sione, si pone due obiettivi principa‑li: da un lato il favorire la formazio‑ne di giovani talenti e l'accompagna‑mento di alcuni studenti lungo ilcammino universitario; d’altro lato,il rinnovare e qualificare sempre più,

attraverso il coinvolgimento di con‑tatti sul territorio, l’AssociazioneAmici, in modo che possa offrire unutile servizio nel rapporto traUniversità Cattolica e Chiese locali.Sono state individuate una ventinadi “diocesi pilota”, nelle quali si stacostituendo un comitato locale,motore delle fasi successive che con‑durranno all’istituzione della borsadi studio.Questo nuovo progetto ben si inseri‑sce tra le finalità dell’Associa zioneAmici (nella lettera del 1921 diBenedetto XV, in cui si parla dellacostituzione dell'Associazione Amicidell’Università Cattolica, si legge trale finalità quella di mandarvi a fre‑quentarla dei giovani dotati di borsedi studio) e viene incontro anche aldesiderio del mondo cattolico – piùvolte manifestato nei frequenti con‑tatti con le diocesi italiane – di potercontare su una presenza qualificatadi studenti che conoscano il perché eil senso di un’università cattolica. Ilbando di queste borse di studioviene approvato, in collaborazionecon l’Associazione Amici, dalla dio‑cesi stessa. Essa potrà pertanto inse‑rirvi specifici criteri per la sceltadegli studenti che si iscriveranno inuna delle sedi dell’UniversitàCattolica.Segnaliamo (come case history) quan‑to sta avvenendo nella diocesi diVerona (v. articolo p. 10).L’Associazione Amici metterà adisposizione, in virtù della sua atti‑vità e delle relazioni con le diocesi el’associazionismo cattolico, un profi‑lo particolare, ovvero la lettura delleattese culturali del territorio in vistaanche di un servizio dei laureatidell’Università Cattolica nelle rispet‑tive Chiese di provenienza e nell’am‑bito del complessivo Progetto Cultu ‑rale della Chiesa italiana.

Jean‑Pierre Poluzzi

Coinvolgere studenti motivati

Per favorire e sostenere la frequenza dell’Università Cattolica del SacroCuore da parte di studenti motivati, l’Istituto Giuseppe Toniolo pro-muove numerose borse di studio, attingendo anche a quanto viene

offerto in occasione della Giornata universitaria.Oltre alle borse già esistenti, a partire dall’anno accademico 2010-2011 ven-gono promosse 80 borse di cui 50 per matricole che si iscrivono al primoanno di un corso di laurea triennale o magistrale, e 30 borse per studentiche si iscrivono ad un corso di laurea specialistica attivato presso l’Ateneodel Sacro Cuore.Non si tratta dell’unico intervento. Come descritto dall’articolo nella paginasuccessiva, numerose sono le iniziative su cui l’Istituto Toniolo investe perqualificare sempre più il progetto educativo dei collegi.Accanto a queste borse l’Istituto Toniolo, tramite l’Associazione Amicidell’Università Cattolica, ha avviato un progetto, promuovendo una raccoltadi fondi destinati anch’essi a borse di studio con un carattere particolare.Si tratta di borse di studio diocesane, caratterizzate da un apposito bando,promosse da singole diocesi, d’intesa con l’Associazione Amici, attraversouna raccolta locale e un coinvolgimento diretto nella sensibilizzazione eindividuazione di giovani motivati.Qualora le raccolte diocesane finalizzate risultassero insufficienti, verrannointegrate con quanto raccolto a livello nazionale per questo scopo.Il progetto complessivo delle borse di studio bandite dall’Istituto Toniolo e diquelle diocesane promosse dall’Associazione Amici vuol essere un investi-mento sulle nuove generazioni, pertanto risulterà decisivo il percorso forma-tivo offerto a ciascun ragazzo.Accanto alla formazione prevista nell’ambito della qualificazione del proget-to educativo dei collegi messa a punto dell’Istituto Toniolo, l’AssociazioneAmici, per la sua peculiarità, offrirà dei segmenti formativi rivolti tanto aivincitori delle borse Toniolo quanto a quelli delle borse diocesane. Si trat-terà di moduli e iniziative indirizzati ai futuri Operatori culturali, perchésiano riferimenti dell’Università Cattolica sul territorio e risorse da coinvol-gere nel complessivo Progetto Culturale della Chiesa italiana.Nell’insieme queste iniziative vogliono valorizzare quel legame traUniversità Cattolica e Chiese locali che, tra l’altro, fa sì che l’Ateneo delSacro Cuore con le sue cinque sedi, sia una Università a vocazione nazionalecui, cioè, continuano ad affluire studenti provenienti dalle varie regioni ita-liane.

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L’impegno del Toniolo per la qualificazione del progetto educativo dei Collegi

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NUOVE GENERAZIONI

L’ attenzione per i Collegi, neiquali allo studente è data l’op‑portunità di vivere con grande

intensità l’esperienza universitaria, èuna vocazione storica dell’UniversitàCattolica del Sacro Cuore e, nel con‑tempo, una direzione intrapresa dal ‑l’Istituto Giusep pe Toniolo di StudiSuperiori con determinazione in questiultimi anni, recuperando lo slancio

creativo dei fondatori.Se all’epoca di PadreGemelli il numerodegli iscritti conferivaall’Ateneo una dimen‑sione familiare ora nonè più così, in quella chenel frattempo è diven‑tata la più grande uni‑versità cattolica d’Eu ‑ropa. Il Sistema deiCollegi, ospitando stu‑denti di ogni facoltà eattraverso un Percor soEducativo di eccellen‑za in cui vengono inve‑stite risorse notevoli,recupera le di men sionidi Communitas e diUniversitas.Ben motivato dalleparole del Presidente,Card. Dionigi Tetta ‑manzi e di intesa con il

Magnifico Rettore, prof. LorenzoOrnaghi, l’Istituto Toniolo investesignificativamente nei Collegi in duemodalità: nel sostegno economico a stu‑denti meritevoli (Piano Borse di Studio2010) e attraverso la qualificazione delProgetto Educativo in essi proposto, conl'obiettivo di replicare e superare lestrutture residenziali universitarie dieccellenza sul territorio nazionale,mantenendo salda la continuità con laproposta educativa dell’UniversitàCattolica.Con l’obiettivo di condurre un’operasignificativa che favorisca intelligenza,competenza e merito, si sono attivatialcuni progetti sperimentali:• L’ISTITUZIONE DI 80 BORSE DI STUDIO –

per laurea triennale, magistrale especialistica bandite per l’a.a. 2010‑11su tutte le 14 facoltà delle 5 sedi. Sitratta di un borsa di studio di 3000 €circa, che rimane aperta all’Opzione

Collegio: nel caso il vincitore superas‑se il Concorso di Ammissione ad unodei Collegi a gestione diretta, verràgarantita la copertura completa delletasse universitarie per l’anno accade‑mico.

• IL RINNOVO DI 60 BORSE STUDIO: acopertura completa dei costi di vittoe alloggio presso i Collegi, banditenegli anni accademici precedenti perle posizioni rispetto le quali laCommissione si è espressa favorevol‑mente. A queste borse ordinarie sisommano le borse di studio promos‑se sul territorio dalla AssociazioneAmici.

• IL PROGETTO «ALTE SCUOLE & COLLE‑GI»: un percorso formativo di eccel‑lenza realizzato ad hoc per i Collegidalle Alte Scuole, strutture di eccel‑lenza nella ricerca e nella didattica.Grazie al contributo dell’IstitutoToniolo, dal 2010 sono attivi 3 nuovicorsi di alta formazione (sostenibi‑lità ambientale, relazioni internazio‑nali, progettazione di eventi). Al ter‑mine dei corsi, superata la provafinale, sarà rilasciato un Attestato dipartecipazione avente valore legale.

• IL PROGETTO “LINGUA INGLESE”, PRO‑GETTO TOEFL: THE ESSENTIAL CAREERTOOL: un’opportunità formativa chepermette di completare, con un per‑corso rigoroso, eventuali carenze lin‑guistiche, con l’obiettivo di conse‑guire, relativamente alla certificazio‑ne internazionale TOEFL, un pun‑teggio che permetta di accedere aipiù ambiti corsi di specializzazionein Italia e all’estero.

• IL PROGETTO CE.S.I. – «UCSC CHARITYWORK PROGRAM»: la possibilità dicollaborare a progetti promossidall’Università Cattolica di impor‑tanza strategica, attivi in PaesiEmergenti e in via di Sviluppo.

• L’ISTITUZIONE FONDO DI SOLIDARIETÀ:un fondo finalizzato all’accoglienzadi collegiali meritevoli ma completa‑mente privi di mezzi poiché prove‑nienti da Paesi o da situazioni fami‑liari problematiche. I beneficiarisono studenti regolarmente ammessima non in condizione di far fronte, acausa di temporanee difficoltà, aspese mediche non convenzionabili,spese di vestiario o altro.

• IL SOSTEGNO A EVENTI CULTURALI PRO‑MOSSI NEI COLLEGI: nella convinzioneche i Collegi debbano essere semprepiù luoghi di elaborazione culturalee con le loro iniziative debbano rita‑gliarsi uno spazio nel contesto socia‑le in cui sono inseriti, l’IstitutoToniolo intende contribuire al finan‑ziamento di mirati eventi di indub‑bio valore artistico culturale, checostituiscono un’occasione di richia‑mo per il pubblico. Iniziative chedevono essere promosse e gestitedagli studenti, in collaborazione conla Direzione dei Collegi.

• LE SCHOLARSHIP INTERNAZIONALI«GIUSEP PE TONIOLO»: riservate a stu‑denti dell’Università Cattolica iscrittial primo anno di laurea specialistica,intenzionati a trascorrere un periododi studio all’estero in un Ateneoeuropeo o statunitense di alto livello.

In un momento storico come quelloche stiamo vivendo, l’educazione dellenuove generazioni, che rappresentauna delle modalità fondamentali dicooperazione alla vita nazionale, assu‑me certamente un ruolo centrale. Ilcontributo che l’Istituto si sente chia‑mato a portare è quello di proporsicome volano per la promozione dellemolte eccellenze dell’Ateneo, tra cuisenza dubbio i Collegi, affinché gli stu‑denti possano a loro volta rappresenta‑re il volano della comunità universita‑ria e, in seguito, della società civile.Il Sistema dei Collegi dell’UniversitàCattolica è articolato in nove modernestrutture, presso i campus di Milano,Piacenza e Roma, a cui si accede trami‑te concorso nei mesi di maggio, luglioe settembre. In ognuno di essi è attivoun ambizioso Progetto Educativoall’insegna della formazione integraledella persona. Un itinerario pedagogi‑co che ha preparato molta classe diri‑gente del Paese, un percorso di cui ilRettore Magnifico si fa personalmentegarante. Un modello, quello dei Collegiche certamente riceve speciali cureanche dall’Istituto Toniolo ma che,come auspicava padre Gemelli, portaanche grandi frutti alla comunità cri‑stiana, al dibattito pubblico e al Paese.

Filippo Casonatto

Sistema Collegi:uno stile di vita

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La sintesi tra ricerca culturale ed esistenziale

PROGETTO FORMATIVO

La sfida educativa in Università

I n un libro intervista uscito nei gior‑ni scorsi, il professor ArmandoRigobello, uno degli esponenti più

significativi del pensiero filosofico inItalia, ripercorre l’itinerario della suaricerca e la parabola del suo servizio aigiovani come docente universitario (cfr.La vita come ricerca, a cura di Luca Alici,La Scuola Editrice). Racconta di come isuoi seminari durassero tutto il pome‑riggio e si concludessero a cena, in piz‑zeria. Si può immaginare la passione diquei dialoghi e l’intensità del rapportodegli studenti con un docente chediventava maestro di vita, figura di rife‑rimento, non facendo altro che il profes‑sore, attraverso i contenuti della suadisciplina di insegnamento.

Giovani ed educazioneQuando ho letto questa testimonianza,ho pensato alla forte valenza educativadell’insegnamento universitario e alrapporto tra educazione ed università.Esiste questo rapporto? La risposta ècertamente negativa, se si pensa che l’e‑ducazione sia un’esperienza che si con‑clude alle soglie della giovinezza, comeforse poteva accadere un tempo. Ma sesi riflette sulla condizione dei giovanioggi e sull’idea di educazione così come

va emergendo nella riflessione attuale,ci si rende conto di come il rapporto traeducazione ed università debba essere –o tornare ad essere – stretto e vitale.La testimonianza di Rigobello, citataprima, parla di una ricerca culturale chefa tutt’uno con quella esistenziale etocca le strutture profonde della perso‑na, mostrando come la cultura possadivenire realtà coinvolgente che si confi‑gura come cammino verso quella veritàdi cui ha bisogno la vita per ricevere unsenso, per uscire dal guscio dei propripiccoli pensieri e proiettarsi sulle dimen‑sioni più grandi della responsabilità edel dono di sé e per acquietarsi in quellapacificazione interiore che deriva dallapercezione di una vita spesa bene.Si apre per l’università un compitoappassionante: quello di un’attivitàdidattica che sappia coinvolgere i giova‑ni in una ricerca carica di vita, di sapore,di passione. Compiti tanto più necessariin un’università di massa, che incontraun gran numero di giovani potendooffrire loro delle prospettive culturali diampio respiro ma anche delle risposteper la vita. L’università si trova oggi difronte a tante sfide: quelle che le vengo‑no dalla società, dal mondo del lavoro,dalla famiglia, dalla politica, dalle istitu‑

zioni; ma non meno importante è quellache le viene dai giovani stessi che lechiedono di poter incontrare in univer‑sità non solo un sapere ricco e qualifica‑to, ma anche dei maestri che possanomostrare come la cultura contribuiscaad arricchire la propria umanità, apren‑do le strade del senso, della pienezza,dell’interiorità profonda, della responsa‑bilità verso il mondo.

Una spiritualità dell’intelligenzaÈ una sfida che non tocca tanto gli ordi‑namenti, quanto gli educatori: personeinteressate ai giovani e desiderose di tra‑smettere loro il gusto del sapere; perso‑ne disponibili ad accompagnare i passiincerti della ricerca delle nuove genera‑zioni e capaci di mostrare come la cultu‑ra possa in qualche modo trasformarel’umanità. Educatori in grado di inse‑gnare e di esigere la disciplina del pen‑siero, mostrando come essa possa tra‑sformarsi in una spiritualità dell’intelli‑genza.Se saprà affrontare la sfida educativa,l’università avrà certo vinto la sfida piùdifficile, ma anche la più importante e lapiù appassionante.

Paola Bignardi

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Le numerose proposte e iniziative dell’Associazione Amici

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PROGETTO FORMATIVO

I n molti ne parlano come di unavera e propria emergenza. La stes‑sa Chiesa l’ha messa a tema di

riflessione per i prossimi dieci anni. Inogni realtà frequentata dalle nuovegenerazioni si invoca la necessità dieducazione, di formazione.E la domanda che si pongono genitori,insegnanti, operatori è sempre la stes‑sa: si può ancora educare?Le risposte sono spesso timide. Forseperché anche gli adulti si rendonoconto che il processo di auto‑formazio‑ne non si conclude mai e l’incertezzadell’epoca che stiamo vivendo fa vacil‑lare il ruolo e l’autorevolezza di ognieducatore. In fondo – molti pensano – oggi “iragazzi ne sanno più dei loro genitori,a volte anche degli insegnanti”, intema – ad esempio – di competenzeinformatiche e di accesso quindi alleinformazioni. Hanno collezionato giàda bambini diverse esperienze, viag‑giano e conoscono culture diverse inetà molto precoce rispetto al passato. Eppure, indagando più a fondo, anchei giovani della nostra epoca sentonoforte l’esigenza di una guida, di adultisignificativi che li aiutino a individua‑re i criteri per selezionare le conoscen‑ze, dare un senso a ciò che vivono pertrovare la propria strada.

L’Associazione Amici scommette in formazioneIn formazione l’Associazione Amici hainvestito parecchio da sempre e anchenegli ultimi anni. A partire dalle iniziative d'orientamentoallo studio e all’università che si sonodiscostate dal solo intervento tecnico dipresentazione di facoltà, corsi e strutturedell'università o di sbocchi professionali.Esse puntano ad allargare lo spettro diconsiderazioni, valorizzando maggior‑mente il necessario sforzo di autocono‑scenza: perché l’“informare” non puòessere disgiunto dal “formare”. L'idea d'orientamento che si è andata svi‑luppando è quella che fa i conti con ladimensione vocazionale della persona: unorientamento inteso come supporto allaformulazione di un progetto di vita chenon implica le sole scelte scolastico‑profes‑sionali, ma chiama in causa tutte le

domande di fondo che segnano il percor‑so di ciascuno. Perché l’orientamentodiventi sempre più auto‑orientamento.Non si tratta quindi soltanto di favorire ilnecessario orientamento verso l'Uni ‑versità Cattolica, in special modo dei gio‑vani più motivati, quanto di elaborare unprogetto di coinvolgimento più ampiospecie della realtà giovanile, pubblico pri‑vilegiato dell’Università stessa. Già dallapiù tenera età.Le proposte dell’Associazione Amici sirivolgono infatti anche ai più piccoli, attra‑verso le scuole, l’associazionismo e le rivi‑ste a loro dedicate: i concorsi e i progettididattici li vogliono avvicinare all’amoreper lo studio e per la cultura. Mettendo aservizio tutto quel bagaglio di competenzee di ricerca che l’Università ha a disposi‑zione. Ci sono poi le iniziative di orientamentoalla scuola superiore, altro momento deli‑cato per le famiglie e i pre‑adolescenti incui raffrontare i propri sogni spesso moltoconfusi con una realtà percepita comedistante. L’obiettivo è quello di sempre:offrire strumenti che mettano la persona alcentro del proprio sviluppo, nell’ottica diuna formazione globale e continua.

Quando la fede si incontra con la vitaA questo progetto la Chiesa dà il suopieno sostegno. Non a caso i Servizi diPastorale giovanile e l’Ufficio educazione,scuola e università della CEI danno volen‑tieri il patrocinio ai corsi residenziali estividi orientamento. Ma anche sono coinvoltiin alcune iniziative quali, ad esempio, unseminario nazionale in programma per iprossimi mesi sul tema “Scelta universita‑ria: progetti di vita in una società comples‑sa”. Sarà un’occasione preziosa per riflette‑re sulla difficoltà dei giovani a prenderedelle decisioni, tra desideri di autorealiz‑zazione personale e paura del futuro. Eindividuare uno spazio per lapastorale finalizzata all’orienta‑mento vocazionale. Sono in cantiere anche ini‑ziative del tutto inedite, tracui una pensata specificamen‑te per gli insegnanti di religione.Sperimentati invece da alcunianni sono i meeting per la formazio‑ne di operatori culturali di primo livel‑lo promossi in collaborazione con il

Progetto culturale della CEI. I destinatarisono giovani segnalati dalle diocesi inte‑ressati al volontariato culturale, insieme aicollegiali e borsisti coinvolti nel progettoeducativo dei Collegi dell’UniversitàCattolica che permette un’esperienza uni‑versitaria e umana a tutto tondo. Le stesse Chiese locali colgono il valore el’opportunità del servizio di formazione eorientamento offerto dall’UniversitàCattolica al territorio. A questo proposito,è in cantiere una forma più stretta di colla‑borazione con l’Arcidiocesi di Milano, conla Pastorale giovanile, scolastica e universi‑taria, nonché con le associazioni cattolichee gli oratori ambrosiani.Sul tema dell’emergenza educativa,l’Ateneo del Sacro Cuore volentieri mettea disposizione docenti e competenze, inoccasione ad esempio della settimana del‑l’educazione, appuntamento del mese digennaio inaugurato in diocesi. Inoltre sirafforza la proposta di moduli di orienta‑mento scolastico e professionale e di moti‑vazione allo studio per le diverse fasce dietà, promossi in collaborazione con altrisoggetti impegnati a Milano su questofronte.Infine l’Associazione Amici vuole andarein frontiera, coinvolgendosi nella forma‑zione dei responsabili delle istituzioni dipastorale giovanile e degli oratori, figure“nuove” che si preparano ad intercettare ibisogni formativi dei giovani, di quelli chegià frequentano gli ambienti ecclesiali, masoprattutto di quelli che, puressendo in ricer‑ca, stanno sullasoglia o vivonolontani dalleparrocchie.

Silvia Piaggi

Perché educare ancora

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15INCONTRO n. 1‑2 / 2010

ORIENTAMENTO RESIDENZIALE

S cegliere è sempre più difficile.A tutte le età. Le informazionisono tante, persino troppe e a

volte anche contraddittorie: internetha cambiato il nostro modo di acce‑dervi. La sensazione di avere molteopportunità, ma di non avere il cri‑terio giusto per valutarle, crea ansiae confusione. L’incertezza spinge igiovani, impegnati a districarsi tra ipercorsi formativi e professionali daintraprendere dopo le scuole supe‑riori, a scoraggiarsi o a rifugiarsi insoluzioni già note, senza porsi alcu‑ne domande essenziali. Prima diguardarsi intorno e valutare ciò cheil panorama offre, è indispensabilecogliere l’occasione della scelta perguardarsi dentro, a caccia di interes‑si, abilità, desideri e aspirazioniprofonde. Per costruire un progettodi studio e di lavoro che coinvolgadavvero la propria vita.Per orientarsi oggi non è sufficientequalche buon consiglio di genitori,insegnanti, amici. Necessita metodo,motivazione, e un grande desideriodi confrontarsi e di mettersi ingioco. Gli atteggiamenti giusti perpartecipare al Corso residenzialeestivo di orientamento ‑ a SantaCesarea Terme (Le) dal 20 al 24luglio 2010 ‑ promosso dall'As socia ‑zione Amici dell'UniversitàCattolica e rivolto agli studenti degliultimi due anni della scuola supe‑riore di tutta Italia.Le dinamiche di gruppo, i test psico‑attitudinali, la presenza di consulen‑ti dell’orientamento, psicologi,esperti del mondo della formazionee del lavoro, ma anche di studentiuniversitari, rendono la propostacompleta, per chi non si accontentadelle fredde informazioni sull'offer‑ta formativa e sulle statistiche delmondo del lavoro per orientarsinella complessità.

DidascaliaSimulataDidascaliaSimulataDidascaliaSimulataDidascaliaSimulata

La scelta dell’università:guardarsi dentro

prima di guardarsi intorno

Per informazioni è possibile consultare

il sito www.istitutotoniolo.ito telefonare al numero 02.7234.2824

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HSI HSUAN‑WOU – CHARLES REEVE, China blues.Viaggio nel paese dell’armonia precaria, Vita ePensiero, Milano 2010, pp. 240, € 18,00“Si lavora troppo e si guadagna sempre meno...Dopo le riforme, l’assistenza sociale e i premisono spariti, le ore di straordinario non vengonopiù pagate e la corruzione è aumentata”. Chi

parla è un’operaia di Shangai cheriassume in pochi, efficaci tratti lasituazione attuale del ‘laboratoriodel mondo’, quella Cina che aspira‑va a essere un modello e che invecerivela tutta la fragilità di un’espe‑rienza di capitalismo spinto senza icontrappesi delle democrazie libe‑

rali. È que‑sta unadelle vociraccolte dai due autoridi China blues, tornati inCina dieci anni dopo ilprimo viaggio per capirecosa è cambiato. Unreportage di denuncia,ma anche un monito perle società occidentali: nelmondo del mercato glo‑bale la Cina condizionainevitabilmente la situa‑zione generale del pia‑

neta.

ELISABETTA BRIGHI – FABIOPETITO (a cura di), Il medi‑terraneo nelle relazioniinternazionali, Vita ePensiero, Milano 2010, pp. 220, € 20,00Culla di civiltà e crogiolo diculture, il Mediterraneocostituisce da sempre un’a‑rena di incontro e il luogodi genesi di processi storico‑politici in gra do di influen‑zare lo sviluppo di Orientee Occidente.Oggi più che mai quest’areaè tornata a essere uno deigrandi ‘scacchieri’ delle rela‑zioni internazionali contem‑poranee. Il volume muovedall’assunto che sia utile ana‑lizzare la politica internazio‑nale del Mediter raneo allaluce dei due grandi progetti

di ridefinizione oggisul tavolo: da unlato l’ideae u r o p e adi una re ‑gione Euro‑me di terranea,dall’altro l’ideastatunitense diun Grande Me dioOriente.

AA.VV., La scuola della persona.Scuola cattolica in Italia. UndicesimoRapporto, a cura del CSSC – CentroStudi per la Scuola cattolica, La Scuola,Brescia 2009, pp. 384, € 31,00Il processo educativo non si compie inun solo periodo della vita, ma, piuttosto,ac compagna ogni uo mo nella sua cresci‑ta.Non c’è edu‑

cazione se non in rela‑zione a una persona enon c’è persona se nonnell’esercizio della sualibertà. Tali sono anchele indicazioni del SantoPadre Benedetto XVI,ribadite poi dai Vescoviitaliani. Compito primodell'educazione, per‑tanto, è quello di inse‑gnare alla persona adessere e rimanere liberanella verità del proprioessere, di fronte allegrandi questioni dellavita.

ERNESTO PREZIOSI, Tra storia e futuro. Centoanni di Settimane sociali dei cattolici italiani,Ave, Roma 2010, pp. 216, € 10,00Nel settembre 1907 si tiene a Pistoia la primaSettimana Sociale dei Cattolici Italiani. Da allora,con alcune interruzioni, l’iniziativa si è ripetutafino ad oggi rappresentando una modalità delrapporto tra Chiesa italiana e questioni sociali.Per altro verso, le Settimane hanno accompagna‑to il movimento cattolico e le sue multiformiorganizzazioni in ambito sociale e politico.Ripercorrerne la storia ha in sé anche un elemen‑to di attualità chiedendo al laicato cristiano diindividuare, in un quadro mutato, percorsi estrumenti utili a tradurre nella presente stagioneil messaggio socialedella Chiesa.

JOHN W. O’MALLEY, Che cosa è successo nel VaticanoII, Vita e Pensiero, Milano 2010, pp. 400, € 25,00A quasi cinquant’anni dall’inizio del Vaticano II, in unclima culturale che sembra smarrire la memoria dellapropria storia e tradizione, il libro di John O’Malley, Checosa è successo nel Vaticano II, risulta strumento preziosoper analizzare il principale evento religioso del secoloscorso. I grandi temi che emergono dal racconto, sapien‑temente collocati nel loro contesto storico‑teologico,diventano illuminanti chiavi di lettura per una correttacomprensione del Concilio e della sua impegnativa ere‑dità: il rapporto tra continuità e riforma nella Tradizione della Chiesa; imodi e i tempi attraverso cui il Concilio viene recepito nel tessuto ecclesialee infine il Vaticano II come provvidenziale punto di riferimento (“bussola”,secondo l’efficace immagine di Giovanni Paolo II) per il cattolicesimo oggi.

BRUNO MAGGIONI, Come l’erba che germoglia.Precarietà dell’uomo e fedeltà di Dio, Vita ePensiero, Milano 2009, pp. 120, € 15,00L’erba è simbolo eloquente della precarietà dellacondizione umana, che ha in sé il germe di un futu‑ro promettente, ma è fatalmente destinata al decli‑no e alla fine. La promessa che Dio fa attraverso labellezza della vita appare un’illusione.Esattamente dentro il perimetro della contraddizio‑ne tra precarietà umana e fedeltà di Dio si muove lariflessione di Bruno Maggioni.Il suo stile è essenziale, perché così conviene all’ar‑gomento: di fronte alle cose ultime, attinenti al

significato fondamentale dell’esistenza, la parola deve andare diritta al noc‑ciolo. Ma pur così concentrato, il discorso non possiede un andamentolineare, geometrico o ‘ordinato’. E non potrebbe averlo, perché aderisce allostile della Bibbia, che per l’autore non è un repertorio di risposte, ma unafucina di domande.

BENEDETTO XVI (JOSEPH RATZINGER), Servitori della Verità.Riflessioni sull’educazione, a cura di L. Monari, La Scuola, Brescia2009, pp. 160, € 9,50Le due parti di questa piccola antologia si completano avicenda. La prima riflette sulla condizione dell'azioneeducativa nella nostra società e cerca di mostrare l'esi‑stenza di una vera e propria “emergenza educativa”.Qualcuno vorrebbe addolcire il primo termine e parlaredi “urgenza educativa”, ma la posizione di BenedettoXVI è chiara: il processo educativo è l’elemento chiavenella preparazione delle generazioni umane; questo pro‑cesso è messo seriamente in pericolo nella nostra societàpostmoderna; se non si trova un modo per superarequesto ostacolo c’è il rischio che si inneschi e si consolidiuna frammentazione del vissuto che renderebbe la vitadelle future generazioni disponibile a qualsiasi approdo.

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