2010 - Press Release Softwork

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RASSEGNA STAMPA SOFTWORK 2010

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Parziale raccolta del pubblicato 2010 di Softwork on ed off line: nuovi dispositivi e brand distribuiti, interviste e visioni di mercato, case history, tutto all'insegna dell'RFID!

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RASSEGNA STAMPA SOFTWORK 2010

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052 ■ Automazione Industriale - Gennaio 2010

Lima Corporate, multinazionale italiana di ortopedia e traumatologia,

opera da oltre sessant’anni nel settore medicale realizzando protesi impiantabili sostitutive delle articolazioni ossee per ginocchio, anca, spalla e articolazioni minori. L’azienda, con sede a San Daniele del Friuli, in provincia di Udine, punta alla definizione di un sistema completo di moduli intercambiabili per meglio adattare l’impianto al quadro patologico del paziente, riducendo i tempi chirurgici e incrementando il recupero funzionale. Il core business di Lima Corporate coniuga l’esperienza nel settore medicale con il know-how nel campo dei materiali impiantabili della biomeccanica, vantando l’applicazione di concetti distintivi come la modularità e l’utilizzo di materiali innovativi quali il titanio trabecolare e le bioceramiche.Con oltre 400 dipendenti e una forte

Votati all’innovazioneCon il progetto di ricerca applicativa

della tecnologia Rfid nella logistica,

Lima Corporate conferma la sua

vocazione all’innovazione, mirando

a procedure più snelle ed efficienti

nella fornitura dei prodotti

di Simonetta Fusi*

vocazione all’internazionalizzazione, la struttura aziendale comprende tre moderni stabilimenti in Italia (Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Sicilia) e 14 filiali all’estero. Le attività principali dell’azienda sono ricerca, progettazione, produzione e distribuzione di sistemi di protesi ortopediche, per le quali Lima Corporate ricopre un ruolo di continua innovazione supportata dalla collaborazione con università italiane ed europee, istituti di ricerca e istituti clinici. Un altro importante tratto distintivo in Lima è la continua ricerca di tecnologie volte al miglioramento dei processi produttivi, come testimonia la recente implementazione dell’Rfid per la gestione automatizzata della movimentazione dei prodotti, area decisiva in un settore in cui il costo e il valore medico del singolo

bene ne rendono necessaria l’esatta localizzazione in ogni istante. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con Beantech, softwarehouse udinese specializzata nell’integrazione di sistemi e nello sviluppo di prodotti informatici per la logistica distributiva, su tecnologia Rfid di Softwork, distributore a valore aggiunto di infrastrutture hardware Rfid.

Un processo delicatoIl progetto realizzato in Lima coinvolge il flusso delle protesi e degli strumenti chirurgici necessari alla loro applicazione, dalla realizzazione al confezionamento, passando attraverso le delicate fasi di sterilizzazione in autoclave, la tracciabilità della movimentazione dei materiali medicali in entrata e in uscita tramite l’installazione di varchi nelle baie di carico-scarico,

S Protesi

modulare di

spalla Smr

Applicazioni Logistica

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Gennaio 2010 - Automazione Industriale ■ 053

per finire con lo stoccaggio dei prodotti presso la sede principale di San Daniele del Friuli, prima della consegna agli ospedali, ai distributori e alle filiali.L’attuale workflow del processo in Lima comprende tre fasi principali.Prima di tutto, nello stabilimento di produzione di Villanova il processo si snoda in produzione, lavaggio, controllo qualità, inserimento delle protesi in blister e confezionamento nell’apposita stanza grigia dove le protesi sono ordinate all’interno di scatole, in cui sono inserite, oltre al prodotto in blister, anche le istruzioni e le etichette con barcode.Ultimata questa prima fase, le confezioni sono inserite in appositi scatoloni e gli strumenti chirurgici in contenitori di metallo, entrambi escono dalla stanza grigia, dove è presente una baia di carico, attraverso un tunnel che collega l’area di spedizione assicurando un ambiente asettico. Le protesi e gli strumenti sono quindi sterilizzati presso aziende terziste che, ultimata la lavorazione, le restituiscono all’unità logistica di San Daniele del Friuli. Infine, la terza fase prevede che le merci, così sterilizzate, siano caricate a magazzino e rese disponibili all’invio nelle varie sedi.

Battezziamo i tagA fronte degli incoraggianti risultati ottenuti dal progetto, il nuovo processo che si intende implementare prevede l’introduzione, tra la fase due e la fase tre, di un’etichettatura Rfid automatizzata.Nel dettaglio, terminata la sterilizzazione (fase due) le confezioni contenenti le protesi sono poste sul nastro trasportatore e fatte transitare davanti ad un lettore di codice a barre che trasferisce le

informazioni alla stampante Rfid per il battezzo del tag; infine, un braccio automatizzato posiziona l’etichetta Rfid sulla scatola. Una soluzione, questa, che, oltre a garantire una verifica immediata e automatica della merce in ingresso al magazzino, permette l’elaborazione di statistiche sulle tempistiche e una certa affidabilità delle operazioni esterne.Per adempie re agli intenti manifestati da Lima, la fase di apposizione e battezzo dei tag Rfid sarebbe dovuta avvenire durante il confezionamento delle protesi. Il processo successivo di sterilizzazione è risultato un ostacolo all’operatività del transponder, perché resettava l’area di memoria preposta a contenere il codice articolo-lotto della protesi corrispondente. Sono state vagliate due possibili soluzioni: l’utilizzo di tag specifici HF, capaci di resistere alle radiazioni elettromagnetiche Gamma, e l’apposizione dei transponder durante la fase d’ingresso delle

merci presso il magazzino della sede principale di Villanova. Nel primo caso all’adozione della soluzione è vincolante il costo unitario dei tag e la difficoltà di ottenere sufficienti distanze di lettura con dispositivi palmari; nel secondo caso si perdono parte dei benefici derivanti dalla tracciabilità completa garantendosi per contro la libertà di scelta del tipo di transponder.In uscita dal magazzino della sede principale di San Daniele le etichette sono rilevate ‘hand-free’ tramite il transito attraverso varchi Rfid posti sulle baie di carico e scarico delle merci, tracciando così i singoli cartoni-scatoloni movimentati e assemblati sui pallet. I vantaggi che ne derivano sono il controllo delle merci in fase di spedizione, la riduzione dei tempi di carico a magazzino delle filiali e d’inventario nei magazzini ospedalieri. Il medesimo varco sarà utilizzato per gestire i complessi flussi di ‘reverse logistic’ che interessano Lima.

A Interno dello

stabilimento di

produzione di

Villanova di San

Daniele del Friuli

Logistica Applicazioni

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Rintracciabili ovunqueDopo aver analizzato i tag Rfid resistenti alla sterilizzazione ai raggi Gamma e valutato l’impatto economico della loro introduzione, si è decisa l’etichettatura Rfid delle protesi al rientro dalla sterilizzazione. L’architettura Rfid in Lima è stata scelta soprattutto per facilitare gli inventari remoti in magazzini ospedalieri utilizzando la tecnologia in radiofrequenza Uhf, che meglio permette letture massime di tag disponendo di tecniche anticollisione e una distanza di lettura fino a 3 m.I test svolti hanno reso possibile la lettura di scaffali metallici contenenti 300 protesi; la presenza di materiale metallico sia all’interno della scatola sia all’esterno è stato oggetto di uno studio approfondito per ricercare palmari ad hoc e prestazionali. Le analisi sulla dislocazione delle protesi alla ricerca delle zone d’ombra si sono concluse con la rilevazione fino ad almeno cinque file in profondità di protesi dotate di tag Rfid. In merito all’invio del materiale verso

le sedi ospedaliere o estere di Lima, i cartoni sono tracciati attraverso il transito in varchi Rfid 3D Uhf (868 MHz), composti dal controller Long Range Lru2000 Lan collegato a quattro antenne a polarizzazione circolare U250x250.La scelta tecnologica di Beantech è ricaduta sull’Rfid per garantire la gestione in real-time della locazione dei prodotti. I vantaggi derivanti dall’uso dei sistemi di rilevazione in radiofrequenza si possono riassumere nell’ottimizzazione dei tempi nella fase di ingresso-uscita delle merci presso la sede centrale o nelle filiali, nella possibilità di compiere frequenti inventari remoti presso i clienti e nella prospettiva di integrazione futura con i sistemi di qualità ospedalieri. In Lima Corporate il progetto è coerente con la strategia aziendale di sviluppo sempre più diretta ad acquisire un reale vantaggio tecnologico nei prodotti commercializzati e nell’ottimizzazione della logistica. La necessità che emerge è quella

di ridurre i costi ottimizzando i processi interni ed esterni. A tal proposito una strategia di gestione efficiente del magazzino e la sua ottimizzazione mediante apparecchiature Rfid potrebbe risultare quella vincente. L’obiettivo primario che si desidera raggiungere con l’adozione della tecnologia Rfid consiste nell’accertamento e nella identificazione automatica nei processi logistici (packing, spedizione ecc.) dei prodotti movimentati, dotando di adeguati strumenti gli operatori e attrezzando opportunamente le postazioni di lavoro e i mezzi di movimentazione delle merci. Interessanti anche le prospettive future considerate da Lima, tra cui l’integrazione con i sistemi di qualità ospedalieri che permetteranno lo scarico immediato delle protesi impiantate. In particolare, per le protesi l’intento è di monitorare la composizione della scatola, del cartone e del pallet, l’entrata e l’uscita delle merci, controllandone i consumi presso gli ospedali tramite l’inventario remoto delle protesi presso la struttura sanitaria, al fine di garantire il tempestivo reintegro delle scorte; per gli strumenti imputati all’impianto delle protesi, lo scopo della tecnologia Rfid consiste nel controllare la composizione del contenitore, del cartone e del pallet, unitamente all’uscita e al rientro delle merci. •

*Simonetta Fusi è Scientific Manager in Lima Corporate.

Per informazioni

Lima Corporate

www.lima.it

Softwork

www.rf-id.it

A Test di imple-

mentazione della

tecnologia Rfid

per la gestione

automatizzata

nella movimen-

tazione dei

prodotti

Applicazioni Logistica

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Gennaio 2010 Automazione Integrata Estratto da pag. 72 Sezione “Vetrina”

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Gennaio 2010 Top Trade Informatica Estratto da pagg. 55 e 62 Dossier Barcode & RFID

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Febbraio 2010 Distribuzione Moderna

Estratto dal sito www.distribuzionemoderna.info

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3 Febbraio 2010 Newsletter DM

Estratto dalla newsletter Distribizione Moderna

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Paola Visentin

Da: Google Alert [[email protected]]Inviato: mercoledì 3 febbraio 2010 22.36A: Paola VisentinOggetto: Google Alert - rfid

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04/02/2010

Google News Alert per: rfid

Questo avviso di Google Alert con frequenza occasionale ti è offerto da Google.

Rimuovi questo avviso. Crea un altro avviso. Gestisci i tuoi avvisi.

Rfid: arriva la terza generazione DM - Distribuzione Moderna Con il nuovo controller Rfid Lru3500 di Feig Electronic, distribuito in esclusiva in Italia da Softwork, accompagnato da una nuova generazione di antenne ... Mostra tutti gli articoli su questo argomento DM -

Distribuzione Moderna

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Gennaio/Febbraio 2010 BancaMatica

Estratto da pag. 108

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Febbraio 2010 IEN Italia

Estratto dal sito www.ien-italia.eu

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Genn.-Mar. 2010 ETI&COD Estratto da pag. 28

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Febbraio 2010 ETI&COD Estratto dal sito

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Febbraio 2010 Logistica Estratto da pag. 80

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Gennaio/Febbraio 2010 DATACollection Estratto da pag. 38

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RF

ID, T

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IAB

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INLOCALIZZAZIONE IMMEDIATA DEI PALLET

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RFID per controllo di materie prime e prodotti finiti

■ Rocco Bombarda

Una primaria azienda abruzzese del comparto alimentare ha affidato all’RFID la gestione dei processi per una maggior efficienza dei flussi e tempestività delle movimentazioni.

I l Gruppo Alimonti, importante realtà nella produzione di farine di grano tenero e semole di grano duro, opera con tre stabilimenti

dedicati alla macinazione di grano tenero, duro e semiduro, con una capacità molitoria di oltre 2500 quintali di materia prima al giorno, impiegando impianti all’avanguardia e macchinari allo stato dell’arte della tecnologia. In questo contesto si è inserita un’ulteriore innovazione centrata sull’identificazione in radiofrequenza, che ha riguardato lo stabilimento della Molino Alimonti di Ortona, in Abruzzo, azienda capofila del Gruppo.

Applicazione RFID: tecniche e fasi di implementazioneIl progetto RFID, realizzato da Polymatics di S.Giovanni Teatino (Chieti) con tecnologia Softwork, nasce dall’esigenza primaria di Molino Alimonti di identificare e tracciare i prodotti, e di automatizzare i processi di spedizione delle merci. L’RFID è già presente a monte del processo produttivo, nell’identificazione e tracciabilità delle diverse varietà e quantità di grano in ingresso, poi tracciate e monitorate, durante tutto il percorso nelle diverse fasi di pulitura, vagliatura e macinazione, con un software di gestione del processo produttivo integrato con il gestionale aziendale. Con questa applicazione RFID si perfeziona e snellisce la tracciabilità del ciclo a valle, cioè fino a quando i prodotti finiti non raggiungono il cliente finale. Nello stabilimento di Ortona, dopo

la fase produttiva, si avvia l’impianto di confezionamento che termina con quattro linee di palletizzazione automatica per organizzare i sacchi confezionati in pallet omogenei, poi prelevati tramite carrello elevatore per la collocazione in magazzino. Ogni linea di palletizzazione è gestita da un PLC e da un PC host che sovraintendono al funzionamento di tutti gli apparati collegati, tra cui la stampante e il lettore RFID che provvedono all’identificazione del pallet con l’applicazione di un’etichetta contenente i dati identificativi del prodotto (qualità, formato, peso e lotto di produzione), e con l’abbinamento della merce alla matricola del tag collocato a bordo del pallet. Le aree operative che nella Molino Alimonti prevedono sistemi di identificazione automatica in radiofrequenza sono le linee di produzione/palletizzazione, l’area di ricomposizione pallet e picking, l’area di spedizione merci (muletti o baie di carico). Nelle linee di palletizzazione, ogni pallet è dotato di tag RFID lettura/

scrittura di tipo attivo e recuperabile, cioè non a perdere (opzione tipica dei processi di identificazione closed-loop), posizionato in modo da non essere danneggiato nella movimentazione. Si ricorda che la tecnologia RFID si divide sostanzialmente in sistemi che fanno uso di tag RFID passivi (non alimentati da batterie) e di tag RFID attivi (con batterie interne, generalmente al litio, con durata anche fino a 5 anni, almeno nel caso in esame): questi ultimi permettono di raggiungere distanze di collegamento superiori al caso passivo. Nell’applicazione Alimonti il tag viene collocato sul pallet nel momento in

cui si carica la baia dei pallet vuoti che saranno prelevati automaticamente dall’impianto di pallettizzazione, mentre alla fine di ogni linea di confezionamento e nelle aree di picking sono operativi controller RFID per la rilevazione automatica di questi tag e, quindi, dei pallet

Nelle linee di palletizzazione della Molino Alimonti, ogni pallet è dotato di tag RFID di tipo attivo e recuperabile, posizionato in modo da non essere danneggiato nella movimentazione.

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cui si carica la baia dei

L’architettura RFID attiva della Molino Alimonti, di tipo UHF a 868MHz, prevede anche i controller i-PORT R2 di Softwork per l’identificazione automatica a grandi distanze (fino a 100 m).

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a essi associati. Il sistema gestionale memorizza la packing list collegata al numero del pallet e alla matricola del tag installato sul pallet stesso. Per l’operazione di picking per l’allestimento di pallet con prodotti diversi (è il 50% dei casi), si utilizza un terminale industriale wireless con integrata la tecnologia RFID, cioè, di fatto un RFID reader; l’operatore, tramite il terminale, ricava direttamente dal sistema informativo aziendale la picking list da preparare, attribuisce il nuovo tag al pallet di destinazione in preparazione, individua il pallet di prelievo, e poi legge i barcode dalle confezioni caricate o trasferite sul pallet in preparazione confermando (o meno) le quantità proposte. Il sistema gestionale provvede ad aggiornare le packing list dei pallet modificati e conseguentemente, in automatico, le giacenze di magazzino. Nella fase della spedizione il magazziniere, a fronte della lista di carico elettronica, attiva la funzione di “carico ordine” imputando il numero del gate dove caricare. I controller RFID opportunamente collocati nel gate rilevano il transito del pallet con tag e trasmettono l’informazione al sistema informativo che

provvede a caricare sul DDT (documento di trasporto) la packing list collegata. Il sistema controlla che il contenuto del pallet sia conforme a quanto previsto dall’ordine in evasione, segnalando con allarme visivo e sonoro un messaggio sul monitor di controllo in caso di errore. Al termine delle operazioni, il magazziniere attiva la funzione “fine carico gate”, con il sistema che in automatico emette il documento di trasporto, e recupera i tag RFID a mano a mano che carica i pallet sul mezzo di trasporto, depositandoli in un contenitore monitorato dal sistema, per successivo riutilizzo.

La tecnologia adottataL’architettura RFID attiva della Molino Alimonti è di tipo UHF a 868 MHz, e prevede tag di tipo Work-Tag i-B2 e controller i-PORT R2 di Softwork, ultima generazione della famiglia Work-Tag attiva Broadcast, per l’identificazione automatica a grandi distanze (fino a 100 m), ideale soprattutto per la tracciabilità di oggetti e persone, inventari in tempo reale e localizzazione di beni e persone in specifiche aree. Proprio la tecnologia attiva di tipo “Broadcast” è alla base di un ulteriore plus innovativo nel progetto: il tag RFID, infatti, opera come un “radio-trasmettitore”, in cui il trasferimento del codice UID (Unique Identifier) può avvenire a intervalli regolari, variabili da 0,5 msec a 20 sec (l’impostazione è definita all’origine). Da sottolineare che a differenza della tecnologia attiva precedente, il tag i-B2 non deve essere sollecitato dal reader per attivare la comunicazione dati, e questo ne agevola l’utilizzo nel caso in cui vi siano particolari “barriere”, quali lastre, griglie di metallo o liquidi, che si interpongono alla trasmissione. In particolare, le informazioni sono

memorizzate nel server e collegate alla matricola del tag, che invia continuamente secondo “ping rate” (intervalli programmabili) e senza alcuna richiesta proveniente dal controller, la propria matricola cui il gestionale ha associato la packing list del pallet a essa collegato, ottenendone così la presenza e l’ubicazione. Altra importante caratteristica del sistema RFID Broadcast è il sofisticato algoritmo di anticollisione che permette la comunicazione simultanea di centinaia di tag all’interno della zona di lettura. Racchiuso in un box di alluminio, il controller i-Port R2 è collegato all’host tramite interfaccia RS422 e comunica con l’antenna W900R a polarizzazione lineare: questa scelta di tipo di antenna è stata dettata dal fatto che un’antenna a polarizzazione lineare focalizza l’energia radio proveniente dal lettore in un unico orientamento (o polarità), consentendo di aumentare la distanza di lettura con incremento della capacità di penetrazione dell’onda radio emessa.

Conclusioni e futuri sviluppiDopo la fase di test e start-up, il progetto è oggi in fase di implementazione, e per il futuro, dopo il consolidamento di questa esperienza, è in programma l’ulteriore estensione dell’RFID anche agli altri stabilimenti con soluzioni più sofisticate per l’individuazione e localizzazione di prodotti in magazzino con le relative giacenze (just in time). Tra i benefit attesi dall’RFID: localizzazione immediata dei pallet, anche in aree estese, diminuzione dell’intervento umano e relativi errori, riduzione dei costi, ottimizzazione nell’uso delle risorse. ■

Applicazione Molino Alimonti: particolare della baia di carico, in cui sono visibili le antenne custom incorporate nelle fasce trasparenti.

provvede a caricare sul DDT (documento di trasporto) la packing list collegata. Il sistema controlla che il contenuto del pallet sia conforme a quanto previsto

memorizzate nel server e collegate alla

Particolare del tag RFID attivo Work-Tag i-B2 utilizzato in Molino Alimonti.

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software RTS per virtualizzazione realtime, offrendo così una soluzione unica. Su una piattaforma ultra compatta si può usare per esempio un sistema operativo realtime per il controllo, come QNX, VxWork, Linux Real Time, Windows CE, e uno per l’interfaccia grafica, come Windows XP». Claudio Censi, Amministratore Delegato e Responsabile Commerciale di KSE, sottolinea la disponibilità di soluzioni per varie applicazioni di nicchia, dove il rapporto prezzo/prestazioni rende molto conveniente la gamma dei controlli dell’azienda, dal monoasse fino ai 16 assi, Fabio

V ittorio Baiocco, Key Account Sales Manager, evidenzia i cospicui investimenti di Advantech nello sviluppo di

prodotti che esprimono concretamente tecnologia, affidabilità e qualità, e come prodotto di punta nell’embedded indica la famiglia di PC industriali serie UNO. Tommaso Bazzaro, Responsabile Marketing&Communication di ASEM, cita i PC embedded, fanless e compatti, con SW HMI ed eventualmente SoftPLC, atti a sostituire i pannelli operatori e, in certe casi, i PLC; forte interesse anche per i PAC, malgrado il permanere di diffidenze culturali nell’affidare il controllo a una soluzione completamente software. Alessandro Damian, Marketing Manager di Contradata, evidenzia i moduli Qseven, standard a più rapida diffusione nel mercato embedded, con oltre 20 produttori e 10 distributori consociati nel consorzio: «Alle caratteristiche innovative dello standard, Congatec, azienda da noi distribuita, unisce il proprio know-how in materia di BIOS embedded, con features uniche nel mercato. Offriamo inoltre la possibilità di usare, con i moduli Congatec, il software Hypervisor di Real Time Systems. In pratica, moduli con CPU Multicore o Hyperthreading come Intel Atom, possono sfruttare appieno le potenzialità di questo software che permette sistemi operativi multipli in modalità realtime a bordo di un’unica architettura software. Abbiamo di recente presentato un kit Qseven con

Filipponi, Product Manager di Telestar cita i prodotti di primari partner, quali 3S-Smart Software Solutions (produttore di CoDeSys), TR-electronic, Unitronics e Systeme Helmholz, mentre Mauro Cerea, Sales Manager Human Machine Interface & Industrial PCs, Siemens Industry Sector, indica, nei PC industriali Embedded, il modello IPC 477C. «Stiamo spingendo molto», ci dice Cristiano Bertinotti, Product & Area Manager di Sistemi Avanzati Elettronici, «Oltre che sui PC embedded, anche sull’acquisizione dati ad alte prestazioni e sui terminali HMI nei vari formati, con una proposta molto vantaggiosa». Tex Computer, precisa Mirco Sparaventi, Area Marketing e Comunicazione, ha ampliato verso il basso la gamma dei Controllori “All In One” serie Power, in grado di gestire con un unico processore le task PLC, CNC ed HMI con grafica vettoriale: «Probabilmente siamo l’unico costruttore italiano che realizza tali sistemi senza usare una piattaforma PC, e questo ci differenzia dalla concorrenza». Riccardo Bastero, Responsabile Marketing Italia di Vacon, società che produce e commercializza solo inverter, indica l’inverter NXP che copre tutta la gamma di tensioni e potenze normalmente richieste dal mercato (fino a 5MW) e che alcuni grandi concorrenti non hanno: «È un prodotto consolidato e ad altissime prestazioni, tanto che, abbinato ai nostri software embedded, si avvicina molto al confine del Motion Control con motori

IL MERCATO

Segnali positivi per l’EmbeddedIl mercato dei sistemi embedded, cioè dedicati e a bordo, con hardware e software costruito attorno all’applicazione, sta iniziando a manifestare quell’inversione di tendenza che è auspicata anche negli altri settori dell’automazione.

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brushless. Possiamo personalizzare ogni tipo di prodotto in tempi brevissimi, e questo fa la differenza». Massimo Damiani, Amministratore di Softwork, distributore a valore aggiunto (VAR) di sistemi RFID, si focalizza sull’RFID embedded, ossia l’integrazione di controller/moduli in un prodotto, e indica tre linee di prodotti: la linea Classic Pro di Feig Electronic, sia in versione OEM che in box, per applicazioni di ticketing, pagamenti, electronic-wallet; i dispositivi OEM di potenza più elevata per HF e UHF; i moduli RFID OEM di SkyeTek, per soluzioni embedded HF e UHF. «Per facilitare l’adozione di questi moduli abbiamo predisposto dei Developer Kit, con anche accessori, antenne, transponder, HDK, SDK e software library, corredati da servizi quali attività educational, supporto tecnico online e dettagliata documentazione». L’interesse del mercato per l’offerta Beckhoff, ci dice Pierluigi Olivari, Managing Director, è una conferma della decisione di puntare sulle soluzioni più che sui singoli prodotti: «Offrire sistemi aperti con controllo PC, sempre in linea con le richieste del mercato, con attenzione a innovazione tecnologica, performance e flessibilità, ci ha sempre premiato». Giuseppe Leto, Product Manager Divisione IT, cita i sistemi di climatizzazione, dai condizionatori per quadri di comando fino agli scambiatori aria-acqua di precisione, in grado di raffreddare fino a 40kW di potenza in un solo

rack: «Queste soluzioni si distinguono dalla concorrenza per qualità e innovazione. Con il rivestimento a base nanotecnologico sulle batterie

di scambio, l’impiego di refrigerante eco-compatibile basato su CO

2 o l’uso

di ventole e compressori EC, Rittal consolida la sua posizione di fornitore leader di mercato».

Le richieste del mercatoL’analisi dei risultati di vendita, ci dice Baiocco (Advantech), indica una distribuzione equilibrata delle scelte dei clienti, anche se la linea UNO contempla oltre 25 modelli diversamente configurabili; sono comunque identificabili due macro gruppi riferiti ai microprocessori Intel Celeron 1GHz e Core2Duo 1,5GHz. Censi (KSE) indica maggiore interfacciabilità ai vari bus di campo e facilità d’uso dell’HMI, Olivari (Beckhoff) cita incremento delle prestazioni e contenimento dei costi, Cerea (Siemens) punta su robustezza, potenza di elaborazione, memoria dati, funzionamento a elevate temperature e bassa dissipazione, Filipponi (Telestar) afferma che l’hardware embedded è il mezzo tramite cui rendere fruibili le potenzialità del software CoDeSys, Bertinotti (SISAV) evidenzia dimensioni compatte, prestazioni relativamente elevate e costi molto limitati, mentre per Bazzaro (ASEM) si deve parlare di sistemi tali da ottimizzare dimensioni, prestazioni, affidabilità e connettività, a un prezzo competitivo e con efficienza energetica ottimale, e secondo Sparaventi (Tex Computer) sarà sempre più importante fornire ai clienti ampie librerie di funzioni applicative di base già testate e collaudate. «Per

Vittorio Baiocco, Key Account Sales Manager di Advantech.

Tommaso Bazzaro, Responsabile Marketing & Communication di ASEM.

Alessandro Damian, Marketing Manager di Contradata.

Mauro Cerea, Sales Manager Human Machine Interface & Industrial PCs, Siemens Industry Sector.

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IL MERCATO

Vacon con PLC integrato nell’inverter anche nella gamma micro, sottolinea Bastero, è sempre più apprezzato rispetto ad alcuni anni fa quando poteva essere visto come applicazione di “nicchia”, e anche la comunicazione integrata ormai è un dato di fatto, quasi uno standard, e talvolta è richiesta doppia comunicazione, per comando e controllo da un lato, e diagnostica dall’altro, e proprio per questo i prodotti Vacon prevedono più slot di espansione. «Mentre nel caso dell’RFID tradizionale l’attenzione è spesso focalizzata sul tag», afferma Damiani (Softwork), «Nell’RFID embedded ci si concentra soprattutto sul reader; le prestazioni più attese sono dimensioni contenute abbinate a performance elevate, attenzione al consumo, soprattutto per applicazioni mobili, e all’intelligenza a bordo, facile integrazione e accesso una volta installato, rapido upgrade del firmware per implementare nuovi standard, compatibilità di un unico device a più standard per agevolarne l’applicazione, ottimizzazione prezzo/prestazioni, ampia documentazione. Ecco perché, per soddisfare un simile ventaglio di aspettative, trattiamo marchi di produttori ben consolidati, tra cui Feig Electronic, la cui affidabilità è testimoniata, tra l’altro, da un dato significativo: 500.000 ore d’esercizio garantite per i suoi dispositivi». Secondo Leto (Rittal), il mercato è sempre più sensibile alle potenzialità dei sistemi di monitoraggio embedded, non solo per garantire la

progetti di un certo volume», afferma Damian (Contradata), «La soluzione più adottata è quella di costruirsi il sistema embedded partendo da prodotti standard come COM, Computer-on-Modules, sviluppando una carrier board con la periferia necessaria alle proprie specifiche funzioni. La carrier board, poi, sfrutta la potenza di calcolo di moduli CPU intercambiabili e scalabili che, costruiti in base a standard industriali ben precisi quali ETX, XTX, COM Express, Qseven, garantiscono disponibilità da diversi produttori in un’ottica di lungo termine. Per applicazioni meno specifiche e di volume più contenuto, le soluzioni COTS, Commercial Of The Shelf, coprono tutte le esigenze di applicazione grazie ai diversi standard disponibili e alla scalabilità della gamma offerta. Come Contradata partiamo da schede in formato 2.5» fino al glorioso EBX, passando per tutti i formati. Anche per la realtà COTS offriamo soluzioni -40°+85° per applicazioni gravose». Il sistema

sicurezza dell’infrastruttura IT, ma anche per tutelare ambienti produttivi industriali: «Ai costruttori è richiesto un impegno costante per aumentare il numero di sensori, incrementare le funzionalità del prodotto ed estendere l’interoperabilità con prodotti di terze parti, il tutto mantenendo alti livelli di sicurezza. Stiamo già lavorando a sistemi embedded di nuova generazione, dotati di porte USB e storage di massa, unico anello mancante nel confronto con i più diffusi software di network management».

I trend tecnologiciBaiocco (Advantech), preferisce parlare di affinamento di alcune tecnologie complementari ai sistemi embedded: «I nostri moduli di memoria Compact Flash, per esempio, hanno oramai raggiunto un elevato grado di maturazione tecnologica, con alte prestazioni elevate elevato MTBF a costi che a breve potranno sovrapporsi alla fascia inferiore di prodotti consolidati come gli hard-disk». Bertinotti (SISAV) vede come vincente per i prossimi anni la strada del basso

Cristiano Bertinotti, Product & Area Manager di Sistemi Avanzati Elettronici.

Massimo Damiani, Amministratore di Softwork.

Riccardo Bastero, Responsabile Marketing Italia di Vacon.

Pierluigi Olivari, Managing Director di Beckhoff Automation.

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consumo, Sparaventi (Tex Computer) cita i collegamenti internet/intranet via Web Server, Bazzaro (ASEM) evidenzia le nuove architetture di processori core ATOM, mentre Cerea (Siemens) indica le memorie di massa allo stato solido sempre più veloci e capienti (per esempio SSD) che compenseranno la limitazione di data storing imposta dalle precedenti soluzioni Compact Flash. Damian (Contradata) sottolinea che la soluzione Qseven, compatta, personalizzabile e a costo contenuto, è in grado, associata al software Hypervisor, di gestire sistemi operativi multipli a bordo della stessa CPU (Intel Atom Z530): «Questo standard è orientato ad applicazioni mobili e prevede interfacce seriali ad alta velocità come PCI Express e SATA, da cui continuità e compatibilità con le future generazioni di Chipset». Damiani (Softwork) vede come spinte tecnologiche per l’RFID embedded il continuo aggiornamento del firmware, per rendere compatibili i controller ai nuovi standard ISO, il supporto allo standard NFC, in particolare per ticketing e pagamenti, la sicurezza dei transiti

monetari, con l’integrazione dei moduli SAM (Security Access Module), e controller e antenne embedded sempre più miniaturizzati e performanti. Bastero (Vacon) cita i sistemi “plug and play”, in cui non ci si deve più preoccupare di associare esternamente al prodotto elettromeccanica di interscambio, filtri antiarmoniche, filtri EMC, comunicazione, telediagnosi o quant’altro; sottolinea inoltre che proprio sugli inverter l’utente ricerca il sistema che più lo aiuti a ottenere un significativo risparmio energetico, e negli inverter Vacon si trovano le risposte grazie ad algoritmi e IGBT di ultima generazione, che confermano una spiccata ricerca e innovazione tecnologica. «Per loro natura», afferma Leto (Rittal), «I sistemi embedded inseguono la tecnologia, basandosi su standard e protocolli ampiamente adottati, la cui implementazione sia economicamente sostenibile. A mio avviso la proliferazione di USB 3.0 e la diffusione del protocollo IPv6 potranno dare input tecnologici di rilievo».

Le prospettive per il futuroBaiocco (Advantech) ipotizza timidi miglioramenti, ma solo dopo la seconda metà dell’anno: «Dobbiamo attenderci un periodo ancora difficile, meglio mantenere la concentrazione e non abbassare la guardia». Bazzaro (ASEM)non vede segnali incoraggianti di inversione del trend di contrazione di ordinativi e produzione; ritiene poi che le opportunità per gli operatori

Giuseppe Leto, Product Manager Divisione IT di Rittal.

Fabio Filipponi, Product Manager di Telestar.

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IL MERCATO

del settore sono legate principalmente alla capacità delle aziende cliente (costruttori di macchine e system integrator) di esportare i loro macchinari nei paesi emergenti (Brasile, Cina, India) le cui economie sono ancora in crescita come PIL, ma anche al ritorno degli investimenti e alla domanda dal Nord America. Damian (Contradata) prevede un’attenuazione delle difficoltà economiche dato che la crisi finanziaria sta giungendo al termine, anche se resta una profonda crisi di tipo industriale che da anni sta colpendo l’Italia. Segni di ripresa ancora molto deboli per Filipponi (Telestar): «Nella migliore delle ipotesi prevediamo una sostanziale stabilità, senza ulteriore calo ma anche senza netto miglioramento». Ottimista Cerea (Siemens): «Ci sono tutti i presupposti di una ripresa i cui effetti dovrebbero vedersi dalla primavera 2010. Come indicatore, un maggior fermento degli OEMs che si traduce in richieste di delucidazioni tecniche e applicative, di aiuto in fase di configurazione/scelta prodotto, e in ricerca di soluzioni tecniche all’avanguardia». Per Sparaventi (Tex Computer) il 2010 consentirà di recuperare una discreta percentuale dei volumi di vendita persi nel 2009, anche se per tornare ai livelli precedenti ci vorranno almeno un paio di anni, mentre per Bertinotti (SISAV) non è possibile valutare con precisione le prospettive future, pur considerando la leggera ripresa degli ultimi due mesi del 2009 come un indicatore positivo per il 2010, anno che secondo Leto (Rittal) sarà ancora difficile: «La ripresa sarà lenta perché manca la fiducia da parte degli investitori, la domanda resta bassa e molti progetti di cui abbiamo visibilità sono investimenti del 2009 posticipati al 2010; nonostante ciò, contiamo di far crescere il fatturato salvaguardando la marginalità». Censi (KSE) inizia a intravedere, almeno per il Veneto, alcuni indicatori positivi, con aziende medio-grandi che cessano la cassa integrazione e iniziano timidamente

in alcuni casi a fare straordinari. Segnali positivi anche per Bastero (Vacon), già dalla seconda metà di settembre 2009: «Purtroppo vi sono ancora settori stagnanti e in seria difficoltà, ma si deve credere e aver fiducia negli investimenti, per permettere al volano dell’economia di ripartire, possiamo dire, in rampa di accelerazione». Olivari (Beckhoff) ci informa che dalle stime del Centro Studi di Confindustria la produzione industriale di dicembre ha registrato un incremento dello 0,2% rispetto al mese precedente e che anche il flusso degli ordinativi di dicembre ha segnato un aumento, da cui una lieve ripresa anche se l’occupazione resta un tasto dolente. Ragionevolmente ottimista Damiani (Softwork): «Sono aumentati i clienti fidelizzati, operatori di canale cioè che dopo un primo test RFID hanno continuato nella partnership con noi non solo nell’estensione del progetto pilota ma anche in nuove implementazioni, adottando la nostra architettura RFID. Notiamo poi un interesse reale, basato su conoscenze e approfondimenti dei nostri interlocutori, ossia gli operatori di canale, desiderosi di sviscerare concretamente le potenzialità dell’RFID nei loro specifici casi aziendali. Infine, abbiamo registrato nel 2009 un incremento nel 2009 dei partecipanti ai nostri seminari e corsi di formazione, unitamente all’uso dei servizi del nostro RFID Testing Center, con prove e collaudi prima dello start-up del progetto RFID». n

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PRODOTTI

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AziendA nome del prodotto CArAtteristiChe teCniChe e plus innovAtivi note AddizionAli

sistemi Avanzati elettronici srlVia Marconi 11/d, 13836 Cossato (BI)Tel. 015 983206 - Fax 015 980668www.sisav.itemail: [email protected](Produttore: Diamond Systems Corporation)

Octavio(Sistema embedded basato sul formato PC104 con sezione di acqui-sizione dati integrata)

Octavio è basato sui processori VIA Mark o Vortex86, dispone di 16 ingressi analogici a 16 bit, 4 uscite analogiche e fi no a 40 I/O digitali programmabili; viene fornito completo di immagine Linux embedded 2.6.23 oppure CE6.0, driver SW ed esempi di codice per realizzare i propri programmi appli-cativi. A bordo sono disponibili 4 porte seriali RS232/422/485, 4USB 2.0 e una porta Ethernet . Il sistema costituisce un’unità CPU completa di sezione di I/O, per la quale vengono forniti il sistema operativo embedded su fl ash e contenitore con connettori “standard”.

Ideale per applicazioni critiche, sul campo, e laddove urti, vibra-zioni, sollecitazioni termiche sono elementi dominanti. Ideale anche in quelle applicazioni ove sia richiesta compattezza e grande affi dabilità.

Softwork srl (distributore a va-lore aggiunto di tecnologie RFID)Via Giuseppe Zanardelli13/A, 25062 Concesio (Brescia)Tel.: 030 2008149 www.rf-id.itemail: [email protected](Produttore: Feig Electronic GmbH, Lange Straße 4, Weilburg, Germania)

Small UHF Reader Mod-ule ID ISC.MU02(RFID small controller OEM, banda UHF, EPC)

Dotato di 2 antenne (interne o esterne) multiplexate, dimensioni ridotte (50x50 mm), consumo massimo 2,5 Watts, frequenza 865-868 MHz, supporta transponder RFID EPC Gen2 (opzione ISO 18000-6-C), range di temperatura -25° C + 75° C (in funzione). Supporto Software: Protocollo Feig ISO Host Mode, Scan Mode. Interfacce standard: RS232, TTL, USB; in opzione: Data-Clock, USB. Piena compatibilità sia dell’hardware che delle interfacce con la linea HF dei moduli Feig, facilitando così l’implementazione tecnica dei dispositivi e preservandone l’investimento economico.

Campi di applicazione: medicale e sanità, tracciabilità nella linea di produzione e distribuzione dei prodotti, identifi cazione oggetti/persone

telestar srlVia C. Colombo 13, 22069 Rovellasca (CO)Tel. 02 250 650 238 – Fax 02 96 74 02 73www.telestar-automation.itemail: [email protected](Produttore: Telestar)

CoDeSys ARM embedded CPU(Embedded ARM9 CPU)

CPU Marvell PXA303@600 MHz, memoria Flash 1GB, memo-ria RAM 64MB, alimentazione 10…30VDC +/- 0%, connettore a vite estraibile, porta Ethernet 10/100 connettore RJ45, porta seriale RS232/485 connettore a vite estraibile, connettore per display LCD diagonale 3,5”, risoluzione 320x240, retroil-luminazione a Led, touchscreen. Runtime CoDeSys PLC + HMI e stack di comunicazione (Modbus, ethercat, CAN) già integrati. Connettore di espansione per 2 porte Ethernet, 2 UART, 2 porte USB, 1 SD Card, BUS CPU o GPIO, connessioni per display (fi no a 15” XGA) e touchscreen.

Ambiente di sviluppo CoDeSys. Interfacce: Seriale RS232/485 con Modbus master, Ethernet TCP/IP, Modbus TCP, Ethercat master e CAN Master (in preparazione) GPIO. Campi di applicazione: au-tomazione industriale, domotica, automotive.

tex Computer srlVia Mercadante 35, 47841 Cattolica (RN)Tel. 0541 832511 - Fax 0541 832519www.texcomputer.comemail: [email protected](Produttore: Tex Computer)

Power P(PLC + HMI + MC)

Controllore “All In One” per gestione integrata di I/O digitali e analogici, comunicazioni seriali, bus di campo, interfacce HMI colore con possibilità di grafi ca vettoriale, funzioni evolute di motion control. Oltre all’ambiente di sviluppo e debug già integrato nel controllo, sono disponibili alcuni pacchetti per SO Windows tra cui il Drawing Tools per gestire progetti e creare grafi camente pagine HMI, e Power Studio per debug del programma applicativo in locale o remoto. Supporto a CANopen, EtherCAT, Mecatrolink, Modbus, gestione porta USB con supporto di tastiera, mouse e memory key, collegamento a reti Ethernet, cablate o wireless, via TCP/IP ed FTP con funzioni OPC server e Web server. Gestione integrata di task PLC, HMI e MC tramite un solo processore con SO realtime multitasking.

Campi di applicazione: macchine industriali stazionarie o mobili, robot cartesiani o scara, plotter, dispenser, AGV (Automated Guided Vehicles), data logger, puntatori astronomici per impianti solari, turbine eoliche, automazi-one navale da diporto, building automation. Il prodotto è appena stato commercializzato e perciò non sono disponibili esempi ap-plicativi reali.

vacon spafi liale Italiana della multinazionale Finlandese Vacon PlcVia F.lli Guerra 35, 42100 Reggio EmiliaTel: 0522 276811 – Fax 0522 276890www.vacon.itemail: [email protected](Produttore: Vacon Plc, Runsorintie 7, 65380 Vaasa, Finland)

Inverter Vacon della gamma NXP(Convertitore di frequenza con funzioni PLC integrate program-mabili in più linguaggi secondo IEC 61131-3, per sviluppare funzioni non standard al prodotto)

Alimentazione 200, 400, 500, 690 V. Gestione motori da 0,37 kW a 5 MW, sincroni e asincroni. Anello aperto e chiuso. Protezione IP21 e IP54. Sistemi DC bus. Raffreddamento aria/acqua. Induttanza AC, chopper e fi ltri EMC integrati. Personalizzazioni HW e SW. Software NCDrive, per confi gu-razione, parametrizzazione, controllo e diagnosi, e NCLoad per applicazioni. Interfacce Modbus, CANopen, Profi bus, DeviceNet, Ethernet, BACnet, Lonworks. Omogeneità di gamma fi no a 5 MW con ricambi comuni, fi no a 5 slot di espansione per schede opzionali, fi ltri di base per riduzione armoniche ed EMC, algoritmi e funzioni dedicate per ogni applicazione, comunicazione drive to drive veloce via fi bra ottica, regolazione di coppia, sistemi di rigenerazione in rete con front-end attivi, certifi cato Cat3 SIL 2 e ATEX.

Campi di applicazione: Automazi-one, Sollevamento, Lift, HVAC, pompaggio, Trattamento acque, Building Automation, Cartario, lavorazione vetro, lavorazione legno, lavorazione pietra e ce-ramica, lavorazione ferro, tessile, Oil & Gas, Petrolchimico, Maga-zzini automatici, Navale, Mining & Minerals, Packaging, Food & Beverage, Farmaceutico, Plastica e Gomma, Eolico, Fotovoltaico.

sizione dati integrata)

OEM, banda UHF, EPC)

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EONEWS n. 527 - 25 FEBBRAIO 2010

21NEWS

Entrambi gli ADC garantisconouna risoluzione NMC (No MissingCode) a 16 bit e una velocità diuscita selezionabile a 250 sps o 1ksps. L’LTC2470 e l’LTC2472 sono idealiper il monitoraggio ambientale edei sistemi, oltre che per le solu-zioni di acquisizione dei dati cherichiedono elevate velocità di usci-ta. Questi convertitori ADC, cheutilizzano un’unica alimentazionecompresa tra 2,7 V e 5,5 V, sonoprogettati per la misurazione disensori single-ended (LTC2470) odifferenziali (LTC2472) tramiteun’interfaccia seriale SPI.

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Microchip

La famiglia dimicrocontroller a 8-bit Microchip annuncia un nuovomodello della nota famiglia di mi-crocontroller (MCU) PIC a 8-bitPIC16F61X da 8 e 14 pin destinatoalle applicazioni general-purposep i ù e c o n o m i c h e . L’ M C UPIC12F617 prevede una dotazione

di 3,5 kbyte di memoria program-ma Flash auto-programmabile evarie periferiche, tra le quali unADC (Analogue-to-Digital Conver-ter) a 10 bit, un comparatore, unmodulo PWM (Pulse-Width Modu-lator) e un modulo Vref per le ap-plicazioni di controllo a loop chiu-so. Il tutto è alloggiato in un pac-kage DFN 3 mm x 3 mm miniatu-rizzato.L’MCU PIC12F617 offre 3.5 kbytedi memoria programmabile Flashcon capacità di auto-scrittura cheassicura un’alternativa a basso co-sto alle Eeprom dati. Il microcon-troller mette anche a disposizioneun oscillatore interno a 8MHz, unADC on-chip a 4 canali a 10-bit,un comparatore con isteresi e unPWM con uscite complementariche assicura una piattaforma idea-le per applicazioni legate al con-trollo dell’illuminazione a LED, alcontrollo motori, al rilevamentotattile capacitivo e al monitorag-gio di sistema.

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Molex

Sistema in rame e a fibre ottiche Molex Incorporated ha annunciatoil sistema di interconnessione inrame e a fibre ottiche iPass+High-Speed Channel (HSC) adattoper CXP che offre 12 canali di datia 10 Gbps, per una larghezza dibanda complessiva massima di120 Gbps. Il sistema iPass+ CPXconsente soluzioni di collegamen-to diretto in rame e a fibre otticheper la stessa porta del sistema, conconseguente aumento della flessi-bilità dell’hardware a livello di si-stema per gli utilizzatori finali.

Il gruppo singolo connettore coninnesto a pressione e gabbia con-sente il collegamento in un’unicafase sulla scheda host ed è dispo-nibile nelle configurazioni a sin-gola e doppia porta impilata. I caviin rame ad attacco diretto MolexCXP 12X sono progettati per con-sentire l’impiego di configurazionicon connettore singolo, in serie oimpilato in presenza di requisiti dielevata densità. I cavi in rame CXPpassivi sono disponibili in un’am-pia gamma di lunghezze. Il sistema di interconnessioneiPass comprende connettori e cavicompatibili in termini di flessibili-tà della velocità per applicazionicomprese da 1 a 10 Gbps e rappre-sentano la soluzione ideale per ilcrescente mercato dell’elaborazio-ne dati a elevate prestazioni e icentri dati.

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Murata

I resistoriper alte tensioni Murata ha reso noto che i resistoriper alte tensioni della serieMHR03xx sono ora disponibili contolleranze più strette rispetto aquelle delle precedenti versioni. Imodelli con resistenze compresetra 1 e 100 MOhm sono caratteriz-zati da tolleranze di ± 5% mentrei modelli con resistenze che arri-vano a 500 MOhm possono essererealizzate con tolleranze pari a±1%.I resistori della famiglia MHR03xx

possono operare con tensioni finoa 14 kVDC a secondo dei modelli.Il modello più piccolo della serie,i d e n t i f i c a t o d a l l a s i g l aMHR0307SA, disponibile in ver-sioni con valori di resistenza com-presi tra 1 e 500 MOhm, è caratte-rizzato da tensioni di funziona-mento fino a 3 kVDC e potenzanominale di 0,3 W. MHR0307SAha dimensioni pari a 7,6 x 5 x 2,5mm con passo tra i terminali (leadpitch) di 5,08 mm.Il più grande è invece il modelloMHR0319SA, di dimensioni pari a20,2 x 5 x 2,5 mm con passo di17,78 mm. In grado di operare inpresenza di tensioni pari a 14kVDC con potenza nominale di 1W, questo modello è disponibilecon valori di resistenza fino a1.000 MOhm.

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ON Semiconductor

Mosfet a canale-N ON Semiconductor ha ampliato lasua gamma di Mosfet di potenza acanale-N con 12 nuovi dispositivia 100 volt (V). Grazie alla migliorecaratteristica di resistenza all’ef-fetto valanga tra i dispositivi sul

mercato, pari a 500 millijoules(mJ) collaudati su ogni dispositi-vo, i Mosfet di potenza a canale-Ndi ON Semiconductor sono idealiper i progetti dove possono verifi-carsi notevoli sovratensioni dovu-te alla presenza di carichi induttivinon smorzati. Le applicazioni tipi-che dei Mosfet di potenza a 100 Vdi ON Semiconductor comprendo-no il controllo di motori indu-striali, gli alimentatori, gli inver-ter, i gruppi di continuità (UPS) egli iniettori utilizzati in campo au-tomobilistico. Le caratteristichetecniche chiave di questi compo-

nenti privi di piombo e conformialle direttive RoHS comprendono:RDS(on) fino a soli 13 mΩ, inten-sità di corrente sino a 76 A, con-trollati al 100% in condizioni diconduzione a valanga, qualificati anorme AEC-Q101.

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Sistemi Avanzati Elettronici

PC compatto Diamond Systems, azienda cheproduce SBC embedded e schededi I/O per BUS PC/104, presenta iPC compatti e robusti della serieOctavio pensati per applicazioni incui è necessario gestire I/O analo-gici e digitali con la massima affi-dabilità.Grazie al formato ‘unico’ adottatoda Diamond Systems che uniscesu una sola scheda la parte di CPUe quella di acquisizione dati, le so-luzioni offrono un sistema com-pleto di I/O in contenitore altomeno di 5 cm.Octavio è fortemente robusto a ur-ti e vibrazioni, in grado di lavorarefanless e in range di temperaturada -40 a +85°C. La sezione di acquisizione dati in-

tegrata opzionale dispone di 16 ca-nali analogici da 16bit, con unsampling rate fino a 100kHz, Fifoda 512 o 2048 sample, e auto cali-brazione. Vi sono poi 4 uscite ana-logiche da 12 bit, 16, 24 o 40 I/Odigitali tipo TTL e counter/timerper timing.Tutte le interfacce di I/O sono ac-cessibili esternamente tramiteconnettori standard presenti sulpannello superiore. Al pannello èpossibile collegare internamenteanche eventuali schede di I/O ag-giuntive per bus PC/104 disponibi-li tra la vasta gamma dei prodottidello stesso costruttore. Tutti i si-stemi Octavio sono forniti conun’immagine di Linux embeddedbasata sul kernel 2.6.23, consen-tendo l’operatività del sistema inpochi secondi. Lo sviluppo di ap-plicazioni è ulteriormente facilita-to dalla presenza di driver, utility ecodice sorgente a titolo esemplifi-

cativo. È disponibile anche il sup-porto per Windows CE6.0 comeopzione per Octavio-HLV, e diQNX per Octavio-ATHM.

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Softwork

Controller LRU3500di ultimagenerazioneSoftwork presenta il nuovo con-troller RFID LRU3500 di FeigElectronic, produttore tedesco disistemi Rfid passivi. Si tratta del reader più perfor-mante della linea Work-Tag passi-va UHF di Softwork, progettato erealizzato anche in un’ottica di fa-cile e rapida installazione graziealle numerose interfacce e alleuscite d’antenna: tra le peculiaritàdi spicco del nuovo device, la suaelevata sensibilità che permetteuna distanza di rilevazione del tag

non solo superiore ma anche no-tevolmente più accurata, poichériduce quasi a zero il fenomenotipico nella banda UHF dei buchidi lettura (reading hole). L’identi-kit tecnico del nuovo device UHFLong Range Reader IDISC.LRU3500 si contraddistinguequindi con molte features aggiun-tive: luce di lettura fino a 10 m;funzione di anti-collisione; Powerover Ethernet (PoE); identifica-zione di transponder EPC Gen2,ISO 18000-6-B/-C e Sensor Tag; 4uscite d’antenna, evidenziate conLed dai diversi codici cromatici;16 Led diagnostici per segnalareeventuali errori e lo stato di fun-zionamento del controller; 5 in-terfacce: Ethernet, RS232, RS485,USB ed USB-Host per WLAN omemory stick; ACC con sistemaoperativo Linux, permettendo co-sì l’installazione di software appli-cativi direttamente sulla piattafor-ma del reader; 4 diverse modalitàdi lettura: ISO Host Mode, ScanMode, Notification Mode, BufferedRead Mode; RSSI Data Readout:nel rilevare il tag, il controllerLRU3500 recepisce anche il livellodel segnale radio trasmesso daltag stesso.

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Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione

Genn./Febbr. 2010 IEN Italia Industrial Engineering News

Estratto da pag. 16

Speciale: Motori & Drives

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RFIDTecnologiaper la pietra naturale

Nella lavorazione e produzione di pietra naturale, per poter essere annoverati tra i principali leader in un settore caratterizzato da una concorrenzialità molto elevata, occorre prima di tutto poter offrire un’ampia varietà di materiali per soddisfare le più svariate esigenze. La società Antolini Luigi & C., tratta quasi 1.000 materiali diversi tra marmi, graniti, limestone, onici, travertini e semipreziosi, e questo comporta una logistica di magazzino particolarmente onerosa, ma la costante attenzione alle nuove tecnologie e l’apertura all’innovazione ha

Un sistema logistico basato sUll’identificazione in radiofreqUenza è riUscito ad apportare innovazione di valore e servizi distintivi nella pre e post vendita di Una primaria azienda attiva nella prodUzione di pietra natUrale, generando Un roi chiaro e misUrabile.

Identificazione automatica

Aldo Cavalcoli

permesso al management dell’azienda di affrontare il problema ottenendo una soluzione che ha consentito anche un ritorno dell’investimento ben preciso, obiettivo non sempre facile soprattutto se si parla di RFID. Per meglio tratteggiare il contesto dell’azienda, va ricordato che la sua fondazione risale al 1956, quindi nel periodo del secondo dopoguerra, quando, tra l’altro, vi erano ampi spazi imprenditoriali se supportati da idee di mercato attentamente omogenee con le esigenze che la ripresa in atto nel periodo

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Applicazione Antolini: particolare di un blocco, dov’è visibile l’area dedicata al tag RFID, in basso a destra dell’etichetta applicata al blocco.

avrebbero evidenziato. Attualmente l’azienda, con una sede a Sega di Cavaion, vicino Verona, che si sviluppa su oltre 200.000 m2 di cui 30.000 coperti, occupa circa 200 dipendenti e la sua produzione si articola su 6 sedi dislocate in tutto il mondo, dalla Spagna al Brasile e Madagascar, con una fitta rete di concessionari. Per meglio inquadrare la leadership di Antolini, bastano questi dati: 1,5 milioni di m2 di lastre prodotte ogni anno, 30 container e camion in uscita ogni giorno dalla sede nel veronese, estrazione in esclusiva di marmi e graniti da cave dislocate in molti diversi Paesi, dalla Norvegia al Brasile, dall’Iran al Sudafrica, dal Cile all’India. Questo sviluppo dagli anni ’50 a oggi è anche conseguenza della scelta imprenditoriale di integrare sempre, ovviamente con le dovute attenzioni a ritorni di investimento tangibili, nuove tecnologie nei processi. Su questo terreno particolarmente fertile si è potuto innestare con successo anche l’RFID, con un’applicazione che esemplifica in modo emblematico come le potenzialità della tecnologia possano realmente tradursi in vantaggi pratici per un’azienda. Ma veniamo direttamente alle “cause scatenanti”. La prima esigenza che la Antolini doveva soddisfare consisteva nel quantificare il materiale presente in magazzino: prima dell’RFID, la risposta al quesito era sostanzialmente racchiusa nella memoria umana dei capi reparto, che dovevano ricordare i circa 10.000 blocchi di materiale differente in arrivo da tutti i Paesi del mondo e la collocazione delle circa 900.000 lastre prodotte annualmente. Si ripresenta quindi, anche in questo caso, il concetto basilare della logistica sul quale poggia anche il buon funzionamento di qualsiasi azienda: l’informazione, la sua affidabilità e immediata disponibilità. In questo contesto è stata implementata la soluzione StoneID, che ha visto come protagonisti il distributore di tecnologie RFID Softwork e la società di consulenza e servizi informatici F.C.S. Solutions. Prima

di passare a un dettaglio, val la pena sottolineare che StoneID è una soluzione omnicomprensiva, basata su tecnologia RFID, del processo di lavorazione della pietra naturale dall’ingresso del “blocco” in fabbrica sino alla localizzazione delle singole lastre nel magazzino e alla loro gestione post-vendita.

Ciclo produttivo della lavorazione della pietra naturaleIl ciclo produttivo inizia con l’acquisto del blocco di materia prima, che viene poi etichettato all’ingresso in azienda associandogli un codice identificativo a l fanumer ico che consent i rà un riferimento al materiale originale per ogni fase dei processi successivi. L’etichetta, che si configura come foglio in formato A4, plastificato e dotato di tag RFID contenente il codice del blocco, è configurabile a piacere permettendo così all’utente finale di sceglierne formato e aspetto grafico. Questo tipo di etichetta, seppur semplice e di basso costo, ha dimostrato una notevole

resistenza agli agenti atmosferici nel corso del periodo in cui è stata utilizzata in Antolini, e ha ridotto sensibilmente il tempo necessario per gestire l’inventario dei blocchi: si è infatti passati da circa 35-40 ore/uomo a sole circa 3-4 ore/uomo in cantiere e, grazie all’integrazione con il gestionale, da circa 15 giorni a meno di uno per la riconciliazione dei dati reali e di magazzino. L’acquisizione dei dati dei blocchi e dei dati di inventario viene effettuata in modo “volontario”, utilizzando palmari industriali mobili RFID.

La segagione del bloccoPer quanto il termine possa apparire strano, è assolutamente corretto nel contesto della lavorazione della pietra: per “segagione” si intende il taglio in lastre di un blocco, e, una volta avviata questa operazione, il processo StoneID permette di tracciare l’ingresso nel telaio delle lastre e la successiva uscita. Il software di gestione della segagione permette di associare i dati di consumo

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di lame e graniglia dei telai e fornire dati previsionali riguardo all’uscita delle lastre, salvo poi integrare questi dati “provvisori” con quelli definitivi; inoltre, consente di stampare e “battezzare” le etichette che verranno in seguito incollate sulle lastre. Queste etichette, progettate da Softwork espressamente per F.C.S. Solutions, sono in PE ad alta densità, resistenti agli agenti atmosferici e a lavorazioni delle lastre quali resinatura, lucidatura, e al loro interno sono dotate, come prima evidenziato, di un chip RFID Impinji “Monza 3” UHF. Ovviamente il software rende disponibili i report di carico, scarico e lavorazione, ma l’integrazione completa con il gestionale consente di ridurre al minimo la stampa e lo scambio di documenti cartacei con risparmi di tempo e con riduzione di possibili errori di trascrizione e compilazione. Opzionalmente è disponibile un modulo per l’integrazione con il software di gestione dei telai permettendo l’input automatico dei dati di consumo di elettricità e materiali. Quando il blocco esce dal telaio, mentre è ancora sul carrello, vengono etichettate le singole lastre utilizzando le etichette stampate in precedenza nella stessa segheria, e una colla bi-componente Loctite che garantisce aderenza alle lastre, con una superficie raramente

liscia, durante le lavorazioni successive; il processo di etichettatura è talmente rapido che occorrono meno di dieci minuti per identificare le lastre di un intero carrello contenente più di 200 lastre.

Il percorso della lastraLa lastra etichettata è identificata in modo univoco con memorizzazione dei dati in un apposito database: da questo momento in poi diventa possibile tracciare le varie lavorazioni della lastra, associando i costi di produzione al prodotto finale. L’inizio e la fine delle varie fasi prevedono una rilevazione completamente automatica: i controller RFID LRU2000 e le antenne sono collegate con i PC industriali OT1200 del produttore ASEM che, tramite un’interfaccia utente di semplice uso, provvedono alla gestione dei report di lavorazione e consentono in ogni momento di conoscere lo stato di lavorazione di ogni lastra. La sofisticata architettura di rilevazione del sistema utilizza anche un PLC per acquisire i dati e per fornire indicazioni visive sull’ingresso e sull’uscita delle lastre dalle linee, garantendo quel completo isolamento elettrico tra la logica di gestione e la linea di produzione, indispensabile in ogni apparato affidabile per uso industriale. L’integrazione del sistema StoneID con

il gestionale aziendale semplifica poi il carico e lo scarico delle varie lavorazioni con un intervento minimo e controllato da parte dell’operatore amministrativo: tutte le operazioni, infatti, possono essere rese talmente automatiche da richiedere solo un controllo di supervisione evitando così possibili dimenticanze ed errori di inserimento dati. La flessibilità di StoneID consente l’attivazione di sistemi di fotografia automatica della lastra con associazione univoca tra foto e lastra. Questo non è solo un vantaggio per la gestione della pre-vendita, dato che il cliente finale può sapere in anticipo quale lastra riceverà, ma è anche un valido supporto in caso di eventuali contestazioni in post-vendita. Inoltre, il sistema StoneID permette di identificare la posizione della lastra all’interno dei depositi tracciando tutti gli spostamenti, indipendentemente dalle dimensioni dei depositi stessi, annullando gli sprechi di tempo derivanti dalla ricerca di lastre già disponibili in deposito ed evitando inutili lavorazioni di blocchi per gestire ordini di materiali già pronti.

Il ciclo logisticoIniziamo con l’inventario, processo che viene gestito in modo simile sia per i blocchi che per le lastre: l’operatore attiva l’apposita funzione sul palmare industriale, transitando poi vicino ai blocchi o alle lastre, e la notevole distanza a cui possono essere letti i tag UHF e la velocità di acquisizione dati consentono di ridurre drasticamente i tempi di inventario; a differenza dei vecchi tag HF o dei barcode che avrebbero richiesto letture a “contatto” o pazienti allineamenti del lettore barcode con l’etichetta, i tag RFID UHF permettono di rilevare blocchi o lastre semplicemente passando il lettore vicino all’etichetta, indipendentemente

L’identificazione delle singole lastre con i tag UHF permette, tramite i palmari, di opzionare direttamente il materiale “sul campo” in presenza del cliente o di verificarne lo stato di “venduto” o “opzionato”.

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dal fatto che questa sia sporca o poco raggiungibile. Inoltre i dati rilevati possono essere automaticamente confrontati con quelli del gestionale, evidenziando immediatamente eventuali discrepanze. Come esempio, si consideri che prima di questa implementazione RFID, l’inventario semestrale dei blocchi in deposito richiedeva il lavoro di due persone per più di due giorni in cantiere, oltre al lavoro di un operatrice in ufficio per quasi due settimane per controllare la congruità dei dati. Ora, l’intero processo di inventario richiede meno di tre ore e l’operatrice si limita a lanciare un programma che in pochi secondi segnala le differenze tra i dati. Passando al magazzino, va subito evidenziata la velocità di lettura dei tag UHF che permette di gestire con la massima semplicità lo spostamento dei pacchi di lastre secondo le diverse necessità dell’azienda, fino a quando le lastre sono caricate nei container o sui camion per la consegna al cliente. La precisa identificazione dei depositi e delle “cavallette”, ossia paletti in metallo sui quali sono appoggiate le lastre, grazie a speciali tag on-metal insensibili alla presenza di metallo, garantisce la flessibilità necessaria a ogni tipologia

di deposito, mentre l’uso dei palmari libera gli operatori dalla necessità di “appunti” manuali e garantisce che non vi saranno errori nell’identificazione del posizionamento delle lastre. Un cenno all’attività commerciale: il fatto che il personale di vendita sappia sempre ed esattamente dove è situata la merce e il suo stato di lavorazione, permette di fornire ai clienti informazioni tempestive e precise, con un chiaro appeal del brand dell’azienda. Inoltre l’identificazione delle singole lastre con i tag UHF permette, tramite i palmari, di opzionare direttamente il materiale “sul campo” in presenza del cliente o di verificarne lo stato di “venduto” o “opzionato”. Al rientro in ufficio sarà quindi facile stampare la conferma d’ordine per la merce visionata, senza inutili attese.

Alcune prime conclusioniLa scelta dell’RFID da parte di Antolini nasce dalla capacità di questa tecnologia di soddisfare sia le esigenze operative richieste dal management dell’azienda senza ostacolare la tempistica e l’iter del processo produttivo, che le aspettative tecniche valutate da F.C.S. Solutions.

L’implementazione genera poi una serie di benefit preziosi per migliorare la funzionalità della lavorazione, con un chiaro ritorno economico. Prima di tutto, identificazione e reperimento veloce del materiale, ossia conoscere realtime la disponibilità del magazzino, facilita l’attività commerciale, evitando la giacenza di un materiale spesso molto costoso (alcune lastre possono raggiungere il valore di 8.000-10.000 euro) potendo evadere con celerità altre richieste. Poi, l’implementazione RFID permette di migliorare le varie tipologie di lavorazione, ottimizzando i tempi e le modalità operative di ogni singolo processo che sarà calibrato in base al tipo di materiale: identificando automaticamente la tipologia di materiale prima della lavorazione (per esempio marmi o graniti) è possibile programmare il macchinario in modo automatico, evitando errori di lavorazione.

La base tecnologica dell’applicazioneLa soluzione StoneID racchiude una cospicua valenza tecnologica, frutto di studi e progettazioni ad hoc che hanno superato tre principali ostacoli: agenti atmosferici quali luce solare e pioggia, dato che la merce è per la maggior parte stoccata all’aperto per periodi anche di un anno; ambiente industriale di lavorazione caratterizzato dalla presenza di fanghiglia, polvere e acqua, oltre a metallo; capacità dei tag RFID di rimanere, in un simile habitat, aderenti alle lastre, spesso con superfici irregolari, mantenendo intatte le prestazioni. StoneID si basa su una tecnologia RFID operativa alla banda UHF e si compone, in particolare, di: controller LRU2000 e relative antenne per l’identificazione automatica delle lastre all’inizio e alla fine delle fasi di lavorazione; palmare mobile industriale integrato con modulo RFID per la rilevazione volontaria dei blocchi di pietra; stampante RFID; tag UHF EPC Class 1 Gen 2 incollate alle lastre; tag onMetal UHF apposti sulle “cavallette” su cui poggiano le lastre a magazzino.

Linea di produzione in Antolini, dov’è visibile l’antenna UHF di rilevazione automatica.

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Estratto da LOGISTICA, marzo 2010
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Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione

Marzo 2010 Layout Supplemento a GDOWeek

Estratto da pag. 50

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Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione

Gennaio/Febbraio 2010 il Giornale della Logistica Estratto da pag. 108

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Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione

Febbraio 2010 RFID im Blick (mensile tedesco di settore

tiratura: 6.000 copie)

Estratto da pag. 11

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Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione

Marzo 2010 DATACollection

Estratto da pag. 40

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Ornellaia:

Di Cecilia Biondi

Casa vinicola fra le più prestigiose al mondo, L'Ornellaia sposa la tecnologia RFID come veicolo di identificazione e controllo dei suoi vini contesi in tutto il mondo. Grazie a questa soluzione si ottiene una completa tracciabilità lungo tutta la supply chain, a difesa del brand e nel pieno rispetto della bellezza e bontà del prodotto

quando il gusto si sposa con la tecnologia

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Ornellaia:

L a tecnologia RFID ha debut-tato nel settore vitivinicolo, con una soluzione completa di identificazione delle singole

bottiglie nata dalla collaborazione fra la casa vinicola L'Ornellaia, Softwork e Modulgraf come fornitore delle etichette autoadesive dotate di tag HF. Questa installazione, già presentata al pubblico tecnico nel corso dell'ultima edizione di Trace.ID (www.trace-id.eu), è stata oggetto di una nostra visita nella quale abbiamo potuto entrare ancora più nel dettaglio del sistema, apprezzando nel contempo l'eccezionalità dell'azienda committente. A farci da guida, è stata Paola Palestra, Direttore acquisti e investimenti della Tenuta dell’Ornellaia e anima di diversi progetti tecnologici per l'azienda, tra cui il sistema RFID.

Un profilo dell'azienda

La zona collinare di Bolgheri è ormai fitta-mente ricoperta di vigneti, che danno origi-ne ad alcuni dei più famosi “Super Tuscan” e vini doc famosi in Italia e nel mondo. L'Ornellaia dal canto suo produce quattro vini: da Le Volte (450mila bottiglie all'anno) e Le Serre Nuove (190mila bottiglie anno) ai più pregiati Ornellaia (150mila) e infine Masseto, con sole 30mila bottiglie all'anno.

Non si fraintenda la classifica, i vini Ornel-laia sono buoni dal primo all'ultimo e anzi siamo ancora lieti di elogiare, anche sulle fredde pagine di questa rivista tecnica, il Serre Nuove 2006 che gentilmente ci è stato offerto a pranzo nel corso della nostra visita. Dalle quantità si capisce anche il livello di costo di questi prodotti: infatti Le Volte, con il maggior numero di bottiglie, porta circa il 20% di fatturato dell'azienda, mentre i numeri sono esattamente l'opposto per Ornellaia e Masseto.

quando il gusto si sposa con la tecnologia

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in field

Società relativamente giovane, nasce 25 anni fa dall'iniziativa di Lodovico Antinori, che nel 1982 decise di piantare sui ter-reni ereditati dalla madre, Carlotta della Gherardesca, vitigni merlot e cabernet, anziché l'autoctono sangiovese. La cantina, che nacque già allora con stampo imprenditoriale, dopo aver superato una serie di riassetti societari, appartiene oggi alla holding Tenute di Toscana creata dai marchesi Frescobaldi per tre delle loro società di punta, una delle quali è appunto Ornellaia.

La cantina gestisce circa 100 ettari di vigneti, con 130 dipen-denti di cui 40 operatori fissi e il rimanente stagionali che fanno da 180 a 250 giornate ciascuno – da febbraio alla raccolta delle olive - ma in assoluta continuità anno dopo anno. I vigneti originari, che circondano la cantina vera e propria, sono 45 ettari: al di là di Bolgheri e del famoso viale dei cipressi, ci

sono gli altri 55 ettari di terreno, acquisiti successivamente e per alcuni anni chiamati “vigneti giovani”, ma che oggi comin-ciano a dare prodotti di buona qualità. I vigneti sono estre-mamente parcellizzati per esposizione al sole, orientamento, tipo di terreno, età della pianta e vitigno; tali differenziazioni vengono scrupolosamente mantenute fino alle prime fasi di affinamento, dando origine a 70 vini base. Da cui, con un blend successivo, nascono le quattro etichette di Ornellaia. «L'azienda ha un approccio molto tecnologico, e i nostri vigneti sono curati come giardini» illustra Paola Palestra, dal tetto della cantina – un moderno edificio in vetro e cemento progettato dall'archi-tetto Massimo Farinelli di Firenze

L’enologo di Ornellaia Axel Heinz, a destra, con il Capo Cantina Maurizio Peccianti.

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(merita uno sguardo il sito www.massimofarinelli.it), edificio a quattro braccia che si sviluppa intorno a un leccio secolare - dal quale ha avuto inizio la nostra visita. «Questo per la nostra attenzione quasi maniacale alla qualità e all'eccellenza del prodotto». La visita è poi proseguita con le tinaie, dove abbiamo visto i grandi tini in acciaio per la fermentazione dell'uva, da 250, 150 o 75 ettolitri a seconda delle quantità di uva di una stessa tipologia, climatizzati singolarmente con un sistema informatico.Dall'acciaio si passa poi all'affinamento in barrique dove Ornellaia sosterà per 18 mesi e Masseto per 24, legno dunque, prima di passare alle bottiglie per una maturazione di ancora un anno. Nel periodo di vendemmia, i trattori portano l'uva che viene pesata e scaricata nella zona di ricezione, con nastri traspor-tatori installati su un palco affinché rimangano alla stessa altezza dei trattori: in questo modo l’uva verrà appoggiata sul nastro e non buttata in basso, quindi senza subire traumi. Per lo stesso motivo si utilizzano solo cassette da 15 kg, riempite a metà, utilizzando con ghiaccio secco per mantenere la temperatura nelle giornate troppo calde. L'uva vien poi controllata ad ogni grappolo, prima di entrare nella diraspatrice, anzi ad ogni chicco quando si tratta dei vini top. La tracciabilità delle uve comincia qui, in maniera non automatica, ma pur sempre rigorosa e permanente fino alle barrique che verranno poi miscelate per comporre i vini veri e propri.

La tecnologia a servizio della qualità

«Noi utilizziamo il massimo della tecnologia, ma applicata al massimo della manualità e per riprodurre al massimo le buone norme della tradizione» prosegue Paola Palestra, descrivendo la filosofia di base della cantina. «Si guardi

per esempio questa pressa: è una macchina verticale che con-sente una pigiatura morbida, soffice, lentissima, simulando, né più ne meno, i piedi dei vecchi vignaioli, che pigiavano l'uva senza rovinare l'acino. Così abbiamo potuto evitare l'utilizzo di presse orizzontali, più aggressive nei confronti del prodotto. Insomma siamo attenti e ricerchiamo sempre l'ultima tecnologia, ma non per essere più industriali o per aumentare le quantità, ma per elevare il più possibile la qualità della produzione». Un altro esempio ci viene portato dalla pratica agricola della potatura: non solo dei vigneti, ma anche dei 2500 olivi di proprietà dell'azienda. «Per agevolare il lavoro, diamo ai nostri operai forbici e legatrici elettroniche, affinché il lavoro manuale non abbia elementi di fatica inutile, ma possa essere fatto con precisione e continuità per tutta una giornata».

Tecnologia a servizio dell’ambiente

«Per fare un litro di vino ci vogliono due litri di acqua» precisa Paola Palestra accanto al bacino di fitodepura-zione, un sistema installato dalla società Iridra, primo ad essere utilizzato in una cantina, che consente di riciclare per altri scopi l'acqua utilizzata nella cantina. «Essendo un'azienda alimentare, e vista la nostra rigorosa attenzione alla sicurezza, dobbiamo utilizzare tanta acqua potabile per la pulizia e sanificazione della cantina. Ma purtroppo, in questa zona di Bolgheri, c’è grande penuria di acqua. Con questo impianto, utilizziamo l'acqua dei lavaggi per l'irrigazione delle aree verdi che circondano l'edificio. L'impianto comprende tre vasche di decanta-zione, al termine della quale l'acqua convoglia in questo laghetto da cui si può nuovamente prelevare (e che in primavera diventa uno spettacolo, con colonie di ranocchi e ninfee in fiore). Come approvvigionamenti, disponiamo, oltre che dell'acquedotto, di un nostro bacino di raccolta delle acque, al quale presto se ne aggiungerà un secondo.

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Ed è anche previsto l'ampliamento dell'impianto di depurazione». Ci sarà inoltre un impianto fotovoltaico da 50 kW, che dovrebbe rendere la cantina praticamente autonoma dal punto di vista energetico. Infine, l'edificio è immerso nella vegetazione, con un effetto mimetico aumentato anche dalla presenza di prati d'erba sul tetto, che danno un notevole vantaggio in termini di temperatura e di coibentazione degli spazi sottostanti, soprattutto d'estate.

Tecnologia applicata alla gestione del prodotto

Perché, dunque, la scelta della tecnologia RFID per la gestione di questi prodotti? Per rispondere a un duplice obiettivo: l'iden-tificazione delle bottiglie singole, con tag HF, per ragioni di tracciabilità del singolo prodotto, e l'identificazione con tag UHF delle scatole/colli, per migliorare tutti i processi di inventario, di stoccaggio e di spedizione.

Relativamente al primo obiettivo, questo è il contesto nel quale è maturato il progetto: «Ornellaia è un'azienda che deve dire di no a chi vuole il vino. Noi lavoriamo su assegnazione, per tutti quanti i nostri vini» spiega la dott. ssa Palestra. «È il capillare lavoro del nostro marketing, che stabilisce esattamente la quantità di bottiglie da inviare ai diversi mercati e Paesi. Ciò che indebitamente modifica questo equilibrio, è per noi un danno enorme». E questo, per due problematiche molto diverse: «La prima è quella dell'anticon-traffazione del prodotto, la seconda è quella della correttezza della distribuzione. Sono due temi completamente separati e differenti, che fortunatamente si risolvono con la stessa procedura. Nel primo caso, vi sarà qualcuno che tenta di imitare le nostre bottiglie: oggi sarà molto più difficile per lui riprodurre il nostro tag, e in ogni caso, il suo codice non corrisponderà ai nostri, evidenziando facilmente il prodotto falsificato. Nel secondo, vi possono essere distribuzioni non autorizzate con conseguenti turbative di mercato: anche in questo caso il tag ci consente di controllare esattamente se è lecito che la bottiglia in questione si trovi là dove si trova, per esempio sul tavolo di un ristorante in Austria quando doveva essere distribuita in Puglia».

Il secondo obiettivo, relativo alle operazioni di magazzino, si intende raggiungere con l'identificazione del collo o confezio-ne, dato che le bottiglie non si vendono singolarmente, bensì in confezioni da tre o sei. Per questo, il sistema messo a punto

prevedeva l'associazione al tag della scatola di tutte le bottiglie contenute in quella scatola – oppure l'identificazione della sola scatola con il suo contenuto, qualora privo di tag -, e poi, l'associazione di tutti i colli in un solo pallet, con la creazione di una rete di “fratelli”, senza che fosse necessaria la presenza di un tag “genitore”. Tuttavia, tale aspetto del progetto è in via di revisione per i vini di livello più basso, a favore di altri sviluppi del sistema per i vini di livello più alto. Ad oggi infatti il sistema prevede l'identificazione di tutte le bottiglie di vini Ornellaia e Masseto, diversamente dalle prime fasi di progetto in cui, per la presenza di un'etichetta regionale diversa da tutte le altre e quindi maggiormente riconoscibile, erano state escluse le bottiglie dirette a Canada e Stati Uniti. Gli altri due vini di Ornellaia, ovvero Le Volte e Le Serre Nuove, erano invece identificati soltanto a livello di collo e non di bottiglia singola, per gli utilizzi di magazzino, ma al momento tale aspetto del progetto è in via di revisione a favore appunto dell'estensione dell'identificazione singola a tutta la produzione dei vini top.

Come e dove applicare il tag HF? «Si è deciso di applicarlo sulla retroetichetta, che abbiamo appositamente allargato di qualche milli-metro, per non danneggiare la bellezza e la raffinatezza dell'etichetta frontale, e anche perché è meno soggetta al tocco delle persone» spiega Paola Palestra. «In più, per consentire un utilizzo più esteso

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del sistema, abbiamo aggiunto la stampa in chiaro del codice ID del tag: ogni etichetta viene quindi applicata e battezzata, e subito dopo si stampa in linea il corrispondente codice univoco del chip». Come e dove applicare il tag UHF? «Una richiesta importante ai nostri collaboratori, che si è vista particolarmente in questa fase del progetto, è stata quella di non portare alcuna modifica nella gestualità e nelle procedure dei nostri operai della linea di confezionamento» spiega ancora la dott.ssa Palestra. «Volevamo limitare al massimo le modifiche alla manualità delle operaie, per non portare fonti di errore o di allungamento dei tempi, alias costi. Per questo il tag UHF, che le operaie pongono all’interno delle confezioni, viene attivato con un semplice gesto di lettura e in automatico si associa ai tag HF, grazie alla presenza dell'antenna HF sotto al banco di lavoro».A parte le procedure di magazzino, che vedremo in seguito, che cosa si può fare con il numero identificativo o tag, quando la bottiglia termina il suo viaggio? «Inserendo tale codice manualmente, o acquisendo il dato del tag con un lettore RFID portatile, che stiamo at-tualmente testando con alcuni dei nostri area manager, si può accedere alla nostra rete Intranet. Appariranno quindi tutti i dati relativi a quella bottiglia: che cosa è, e a chi è stata spedita direttamente: importatore, distributore od operatore logistico che smista ai vari ristoranti ed eno-

Il salone di ingresso alla cantina è stato ristrutturato nel maggio 2009, con l'avvio di un nuovo progetto plurien-

nale che ha come titolo Vendemmia d'Artista. Ogni anno a fine maggio, all'uscita di Ornellaia, uno dei due vini di punta, l'azienda commissiona un'opera a un artista contemporaneo. Nel 2009 si è scelto Luigi Ontani, eccentrico ceramista che ha realizzato le quattro fontane ispirate alle quattro stagioni – ma nelle quali rappresenta sempre

se stesso, come in tutte le sue opere. Inoltre, ha anche disegnato le etichette dei “magnum” da collezione: l'esemplare unico da 9 litri, i 20 pezzi da 6 litri e i 100 pezzi da 3 litri. Il tema 2009 era “l'Esuberanza”, corrispondente al carattere della vendemmia Ornellaia 2006, e allo spirito dell'artista. La bottiglia da 9 litri è stata battuta all'asta a Roma da Gelardini&Romani per 17mila euro e acquistata dall'Enoteca Pinchiorri. La Tenuta dell’Ornellaia che legge il progetto Vendemmia d’Artista come Committenza Rinascimentale in chiave moderna ha poi devoluto l’intera cifra al museo Poldi Pezzoli di Milano, per il restauro dell'opera in esso conservata “Ritratto d'uomo e Memento mori” di Andrea Previtali (1508 ca) detto Cordeliaghi.

Nelle foto, Paola Palestra mostra una riproduzione dell'etichetta “Esuberanza”,disegnata da Luigi Ontani.

Sotto, l'ingresso in cantina con le fontane realizzate dall'artista.

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teche. Si può così evidenziare subito la zona di distribuzione e verificare se la bottiglia è autentica». Un altro possibile sviluppo futuro, su cui l'azienda sta lavorando, è la sincronizzazione delle informazioni utili direttamente sul palmare dell'operatore, attivata tramite la lettura RFID.

La linea di confezionamento

La linea di imbottigliamento ha una ca-pacità massima di circa 6000 bottiglie all'ora. Al momento della nostra visita, erano imbottigliati i vini Le Volte, quindi con velocità intorno alle 5000 bottiglie all'ora. In questo caso, ovvero per la mag-gior parte della produzione, la linea di imbottigliamento è completamente auto-matica: si parte dalla bottiglia vuota e si

arriva al pallet completo, il tutto in linea. Nel caso dei vini Masseto la linea opera più lentamente, a circa 3000 bottiglie/ora, dato che le fasi di confezionamento sono più lunghe. Guardando l'immagi-ne, si può vedere l'arrivo delle bottiglie sulla sinistra, con il depallettizzatore che le posiziona sul tappeto della macchina. Le bottiglie entrano poi nel monoblocco sterile di riempimento e tappatura, e all'uscita vengono lavate esternamente. Un'apposita serpentina consente alle bottiglie appena tappate di attendere i tre minuti necessari per la dilatazione del tappo di sughero, che con i suoi 24 mm di diametro viene “strizzato” nei 19 mm del collo e deve appunto rilasciarsi per tappare correttamente la bottiglia. Si prosegue poi con la capsulatrice e con l'etichettatrice che applica tutte le normali etichette e, sulle bottiglie dove è previsto, la retroetichetta con il tag integrato.

In tal caso, le retroetichette applicate automaticamente sono già accoppiate e dotate di RFID. In questo modo la bot-tiglia prende già il suo nome. Quando arriva al banchetto di confezionamento, l'operatrice procederà in questo modo: prende la cassetta, prende un tag UHF dal rotolo, lo battezza facendo vedere all'antenna di lettura di fronte a sé, lo ap-plica internamente alla cassetta. A questo punto il tag che è stato inserito non fa che associarsi a tutte le bottiglie che vengono introdotte in quella scatola, in automatico mediante la lettura da parte dell'antenna HF, sotto al tavolino. In questo modo l'operatrice fa sostanzialmente tutto ciò che era già abituata a fare prima, con l'unica avvertenza di controllare la luce verde della lettura corretta, o luce rossa di lettura irregolare. Essendo l'ambiente

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molto rumoroso, sono stati esclusi segnali sonori, a favore di questi segnali lumi-nosi. Come già sottolineato nel corso di Trace.ID, i tavolini di confezionamento metallici sono stati sostituiti da tavolini in compensato laminato, per consentire la lettura RFID.Nell'ultimo tratto della rulliera, due antenne UHF portatili, collegate a un computer, battezzano e associano tra di loro tutti i cartoni di un unico pallet. Si creano insomma direttamente tutti i fratelli di un unico pallet, senza bisogno di aggiungere un tag originario.

Il magazzino prodotti finiti

Nella zona industriale di Bolgheri, quindi più favorevole al carico da parte di mezzi

pesanti, vi è il magazzino prodotti finiti di Ornellaia, dove peraltro i vini sostano per tutto il tempo necessario per l'affina-mento in bottiglia, che è di un anno circa per i vini top. Per questo, il capannone è stato appositamente tamponato, climatiz-zato e protetto da un potente impianto di sorveglianza e allarme, per diventare insieme magazzino di affinamento in bottiglia e di spedizione. Per far fronte all'ampliamento della cantina, e ottenere il massimo dall'investimento, il progetto curato da Paola Palestra ha visto l'instal-lazione di un magazzino compattabile, fornito dalla società Dexion, grazie al quale si sono potuti ottenere 950 posti pallet in luogo dei 440 possibili con un magazzino tradizionale, soddisfacendo quindi del tutto anche le crescenti esi-genze della produzione.

Tuttavia lo spazio rimane piuttosto limi-tato e per questo si è dovuta escludere

una soluzione di lettura RFID fissa, un portale insomma: le antenne di lettura RFID sono invece sull'unico muletto, che inevitabilmente andrà a contatto con tutti i pallet del magazzino, siano essi in ingresso, in uscita o in movimentazione interna. Vi sono quindi due antenne, una laterale e una frontale; la prima legge i bancali interi inforcati per la spedizione, mentre la seconda serve maggiormente per la movimentazione interna. La let-tura si può pilotare o anche effettuare direttamente con un terminale portatile, dotato anch'esso di antenna RFID. Il si-stema RFID è completamente integrato con quello di gestione delle spedizioni, basato su liste di carico che vengono con-trollate e supportate dalla lettura RFID. Infine, il sistema di gestione magazzino consente anche una più facile scompo-sizione e ricomposizione di pallet misti o spezzati in uscita, che prima costituivano una maggior fonte di errore.

L'aspetto delicato del sistema in questo momento è costituito dalla decisione di non applicare più il tag sulle con-fezioni di alcuni vini, cosa che porterà inevitabilmente a una gestione mista barcode/RFID con quanto ne consegue, ma come detto, alcuni aspetti del siste-ma sono ancora in via di evoluzione e allargamento.Ma soprattutto, una cosa Ornellaia fa, e sempre farà: per il suo vino, solo tappi di sughero!

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Softwork, distributore a va-lore aggiunto di tecnologiaRFID, propone conl’HF/UHF Handheld Reader

ID ISC.PRHD102 un tool tecnologicomobile che riunisce la banda HF edUHF: un unico device, quindi, ingrado di identificare sia persone cheoggetti e dalle prestazioni modulariproprio perché somma le per for-mance tipiche delle due bande difrequenza (HF ed UHF), e con unchiaro risvolto anche in termini dicontenimento dei costi in un pro-getto RFID.Particolarità di spicco del device mo-bile UHF (860 - 960 MHz) è infatti lacapacità di operare anche nellabanda HF (13,56 MHz), incorpo-rando al suo interno 2 antenne (una

HF ed una UHF), senza alcuna inter-ferenza tra di loro; dotato di inter-faccia Bluetooth o USB percomunicare con l’host, il reader èparticolarmente adatto per applica-zioni nella logistica ed industria,come singola working station op-pure, ad esempio, nel controllare lemerci in ingresso/uscita a magaz-zino o inventory.

In particolare, l’ambito sanitario emedicale ha recepito favorevol-mente il reader RFID con test e pro-getti per l’identificazione delpaziente dotato di braccialetto RFID,la tracciabilità di protesi ortopedi-che, materiale ematico, referti bio-logici e colture batteriche, di cui èpossibile rilevare anche le tempera-ture di conservazione tramite appo-siti tag: il reader RFID dual frequencyopera in banda HF quando la di-stanza di lettura è contenuta, com-mutato in banda UHF nel caso in cuila luce di rilevazione del tag sia su-periore al metro, oppure per letturemassive e ad elevata velocità deitag RFID.Le interfacce permettono poi di col-legare il nuovo dual frequency rea-der sia ad un host fisso (PC,notebook etc.) nel caso dell’USB, la-vorando anche in emulazione di ta-stiera, sia ad un PDA o mobilephone in caso del Bluetooth.La nuova proposta di Softwork ge-

94 e-HealthCare

Trade

Due bande, un unico tool

A cura di Valerio Salvi

Con il dispositivo Dual FrequencyHandheld Reader la linea UHF di Softworkinterseca quella HF in un unico device: IDISC.PRHD102, proposta unica nelloscenario internazionale dellÊRFID.

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e-HealthCare 95

nera così a cascata altri benefit: in-nanzitutto l’utente può scegliere seoperare in una sola delle due bandeoppure contemporaneamente intutte e due (HF ed UHF); la commu-tabilità HF / UHF poggia poi su unasola libreria software, permettendocosì di preservare gli investimenti elasciando la soluzione aperta invista di una possibile evoluzione edampliamento del progetto. A questosi aggiunge poi il prezzo particolar-mente contenuto del nuovo deviceISC.PRHD102.Tra le feature del nuovo dispositivo

HF/UHF:• Funzione di anti-collisione, per lalettura simultanea di numerosi tagRFID, apposti ad esempio su pro-tesi oppure referti biologici,

• Low Power Mode per meglio ge-stire e regolare la distanza di let-tura nella banda UHF,

• Due modalità operative (Scan-Mode e FEIG ISO Host-Mode),ossia due modalità di comunica-zione tra il reader ed il computer,permettendo così una maggioreflessibilità nell’applicazione.

Il dual frequency reader ID

ISC.PRHD102 raggiunge una di-stanza di lettura di ca. 15 cm inbanda HF e da 5 cm fino a ca. 2metri in UHF, in base alla potenza dierogazione in cui il reader è settatoed alla tipologia di transponder uti-lizzati.Racchiuso in un housing in ABSIP30, il dual frequency reader rilevatag ISO 15693, EPC Gen2, ISO18000-6-C: un solo device, quindi,dalla dimensione compatta ed ergo-nomica, con batterie ricaricabili perun’elevata autonomia operativa (ver-sione Bluetooth). �

Trade

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Marzo 2010 il Giornale della Logistica

Estratto da pag. 105

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Maggio 2010 GDOWeek

Estratto da pag. 78

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esperienze

L’RFID migliora il rapporto tra ASM e cittadino

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ASM di Venaria ed i suoi servizi al cittadinoL’ASM, acronimo di Azienda Specia-le Multiservizi, di Venaria è un’azien-da del Comune di Venaria Reale (Torino), istituita nel 1972 e dotata di personalità giuridica, autonomia statutaria e imprenditoriale, nel ri-spetto delle linee guida tracciate dal Consiglio Comunale.

L’azienda si struttura e caratterizza per i 3 settori in cui opera: settore farmacie: ad oggi l’ASM ge-

stisce 15 farmacie dislocate in Vena-ria ed altri comuni limitrofi del tori-nese, garantendo ai cittadini la fruizione di servizi quali misurazio-ne della pressione e del peso, esami di autodiagnostica (glicemia, cole-sterolo, trigliceridi);

settore servizi al cittadino / welfa-re: servizio mensa e trasporto sco-lastico per le scuole materne, ele-mentari e medie di Venaria Reale, servizi per la gestione di due asili nido;

settore cultura: promozione di at-tività culturali, ricreative, turisti-che, espositive e gestione dei relati-vi impianti coperti o all’aperto; rientra in questo settore la gestione del Teatro della Concordia, punto di riferimento culturale e artistico dell’area torinese, con caleidosco-piche stagioni di eventi, dai grandi concerti internazionali agli spetta-coli di generi diversi e rivolti ad un pubblico eterogeneo.

ASM di Venaria Reale raffina ulteriormente la qualità dei suoi servizi al cittadino grazie al plus tecnologico dell’RFID, inaugurando un nuovo modo di concepire il “citizen care”

TESTO - Paola Visentin

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Proprio per migliorare e rendere più fluida l’erogazione di questi servizi da parte del gestore e la loro fruizione da parte del cittadino, l’ASM di Venaria ha adottato la soluzione RFID di H&S Custom, denominata ASM-Card.

Applicazione RFID: tecniche, prodotti, servizi, fasi di implementazioneASMCard è una tessera RFID mul-tiservizi, che permette al cittadino l’accesso a più servizi erogati da ASM Venaria e basata sulla tecnologia RFID “contactless” per il riconosci-mento dell’utente, la memorizzazione ed il trasporto dei dati tra i vari punti del sistema. La carta personale, codi-ficata da ASM Venaria nel sistema di sede tramite l’abilitazione ai servizi prescelti e la registrazione dei dati necessari alla gestione del servizio stesso, viene consegnata all’utente che la utilizza come metodo di accesso ai

servizi preposti, ad esempio per pre-notare un pasto alla mensa scolastica, per il pagamento dei pasti al punto di riscossione, per la memorizzazione di autoanalisi e pressione sanguigna presso le farmacie comunali.La soluzione, di cui la carta in tecno-logia RFID costituisce un elemento di trasporto, consente quindi l’inte-grazione di servizi diversi, tra cui la gestione delle mense scolastiche, del-le farmacie, i trasporti ed i parcheggi e gli accessi ad attività culturali o sportive.Una caratteristica fondamentale del progetto è stata la possibilità di ac-cesso ai dati. I dati trasferiti nelle basi dati dei vari sistemi vengono organiz-zati e resi visibili su WEB, accedendo con il codice carta ed una password assegnata o sugli appositi totem presso la sede di ASM Venaria ed in altri punti, avvicinando la carta ad un punto di lettura. Il genitore può così accedere al dettaglio dei pasti, avere

Dalla reteRFID (o Radio Frequency IDenti-fication o Identificazione a radio frequenza) è una tecnologia per la identificazione automatica di oggetti, animali o persone (AIDC Automatic Identifing and Data Capture) basata sulla capacità di memorizzare e accedere a distanza a tali dati usando dispositivi elet-tronici (chiamati TAG o transpon-der) che sono in grado di rispondere comunicando le informazioni in essi contenute quando “interrogati”. In un certo senso sono un sistema di lettura “senza fili”.

(Wikipedia)

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l’estratto conto dei pagamenti della mensa effettuati o accedere all’elenco degli scontrini fiscali delle spese in farmaci, ai fini della dichiarazione dei redditi.Un altro aspetto peculiare di ASM-Card è la sicurezza. La carta non può essere duplicata e non può essere letta in caso di smarrimento, garantendo la privacy dell’utente. Solo le applica-zioni predisposte possono accedere ai dati ed interpretarli, ed è possibile gestire “black-list” con i numeri di carte smarrite o disabilitate, per cui di fatto le carte possono essere bloccate quando si tentasse di utilizzarle.

Focus sulla gestione mense scolastiche La prima applicazione realizzata da H&S Custom per ASM Venaria è la gestione della prenotazione delle mense scolastiche, tema ambizioso che prevede ogni giorno la gestione di oltre 2500 allievi distribuiti in 19 scuole, servite da una società di cate-ring che ogni giorno prepara 70 tipi di diete personalizzate in base ai regimi alimentari degli allievi, soggetta a due regimi di pagamento dei corrispettivi, pre-pagato e post-pagato.

Le informazioni sulle prenotazioni devono essere validate e trasmesse en-tro le 10 di ogni mattina alla società di catering che prepara e consegna i pasti alle scuole.

Nel passato, la gestione delle mense ha sempre generato problemi ad ASM Venaria, soprattutto ad inizio anno, quando i pochi addetti do-vevano verificare in pochi giorni la situazione di presenza di migliaia di alunni presso le varie scuole, spesso aggiornare i costi addebitati per i pasti e dover modificare una per una le tessere precedentemente esistenti, richiedendo ai genitori degli alunni all’inizio dell’anno scolastico di pre-sentarsi agli sportelli di ASM Venaria, con comprensibili code e disagi.

Nell’estate del 2007 H&S Custom ha installato trenta punti di prenotazio-ne collegati via modem alla sede cen-trale e quattro punti di ricarica nelle farmacie comunali. A settembre sono

state distribuite le ASMCard che sono state utilizzate dal primo giorno di scuola. Le inevitabili variazioni di classe, dieta e corrispettivo sono state gestite telefonicamente, inserendo i dati al computer ed aggiornando au-tomaticamente i punti prenotazione e le tessere alla prima lettura, veloce-mente e senza più code agli sportelli. Gli utenti possono controllare i pro-pri dati ed estratti conto su internet o al totem di ASM Venaria.

Il maggior rigore ed i controlli auto-matici nella gestione dei pagamenti hanno generato benefici alla gestione di ASM Venaria, sia in termini di riduzione delle attività, sia in una più efficiente procedura di riscossione dei corrispettivi (pre-pagato verso post-pagato, solleciti automatici ai cittadini morosi ecc.).

Focus sulla gestione dei dati sanitari: CartaFarmaL’Azienda Speciale Multiservizi di Venaria, dopo aver messo a punto la “ASMCard” nella gestione delle men-se scolastiche, ha deciso di ampliarne l’utilizzo anche nel campo sanitario, implementando un programma per la registrazione degli acquisti e delle autoanalisi di prima istanza effettuati presso le farmacie gestite dalla ASM.Così ASMCard è diventata anche una carta personale della salute, dove memorizzare gli esiti degli esami in farmacia: ad ogni analisi, i dati della pressione sanguigna, del colesterolo, della glicemia o di altri esami, unita-mente alla data della loro effettuazio-ne, vengono così registrati sulla tesse-ra RFID. Ciò permette al cittadino di richiedere, ad una delle 15 farmacie convenzionate, la stampa storica de-gli esami ed il grafico che ne riflette l’andamento nel tempo, monitoran-do quindi in modo costante e sicuro lo stato della propria salute e facendo della tessera RFID una sorta di diario sanitario. Quale ulteriore vantaggio, ASMCard permette all’utente di am-ministrare anche il proprio status con-tabile, richiedendo alla farmacia un rendiconto periodico degli scontrini e degli importi corrisposti per ticket e acquisti: il report servirà così come supporto alla contabilità personale,

alla dichiarazione dei redditi o come allegato alle pratiche assicurative.

Il servizio a valore di ASMCard si riflette non solo sull’utente, ma anche sulla farmacia, per la quale ASMCard è uno strumento di fidelizzazione della clientela: gestione di sconti e programmi a punti, oltre ad azioni mirate, come ad esempio il lancio di un nuovo prodotto o servizio.

Focus sulla gestione dei parcheggi per disabili: ParkIDA marzo 2009 è iniziata a Venaria Reale la distribuzione dei nuovi Per-messi Disabili per l’accesso alla ZTL e per i parcheggi: i nuovi permessi, dotati di transponder a radiofrequen-za HF, insieme ai terminali mobili RFID in dotazione alla Polizia Muni-cipale e al nuovo sistema di gestione dell’emissione e del controllo dei permessi permetterà, al Comune di Venaria Reale di verificare il corretto utilizzo dei permessi eliminando gli abusi nell’utilizzo del Contrassegno Invalidi previsto dal Regolamento del Codice della Strada. Ogni permesso, quindi, incorpora un transponder RFID unico e non duplicabile e con-tiene i dati caratteristici del permesso stesso, l’anagrafica del disabile e le targhe delle auto abilitate all’uso del contrassegno.

Attraverso la sua lettura alla distanza di una decina di centimetri mediante un palmare dotato di lettore a ra-diofrequenza di Softwork, gli agenti della Polizia Municipale verificano che il permesso sia originale, che non sia scaduto, che il soggetto sia tuttora in vita ed abbia titolo ad usufruire del permesso, e che il contrassegno sia esposto su una della vetture autoriz-zate al trasporto del disabile.

Il futuro aperto di ASMCardInnumerevoli sono le prospettive future di estensione nell’utilizzo di ASMCard: dalla gestione dell’accesso ad eventi culturali, sportivi o fieristici in cui è richiesto il riconoscimento dell’utente, alla gestione del bike sha-ring, dei parcheggi e dei trasporti, dal ticketing, dove la tessera è utilizzata come sistema di pagamento dei servi-

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zi, ricaricata ai punti di pagamento o su internet e scaricata poi all’utilizzo del servizio, ad un nuovo modo di concepire il customer relationship management per programmi di pro-mozione dei servizi presso l’utenza, dove ASMCard diventa lo strumento per raccogliere informazioni sul suc-cesso delle proprie iniziative o sulla preferenza dell’utenza.

Perché RFID?In considerazione degli obiettivi del progetto, la scelta della tecnologia RFID “contactless” e dello standard ISO14443 è stata per H&S Custom una scelta praticamente obbligata: la necessità di utilizzare un sistema

aperto e codificato fruibile da mol-teplici partner contemporanea-mente ha reso obbligatorio l’im-piego di una tecnologia standard;

la quantità di dati potenziali da gestire ed i requisiti di “privacy” e sicurezza hanno determinato la scelta della tecnologia RFID, che non può essere facilmente duplica-ta e che è protetta dalla lettura;

la necessità di aggiornare e traspor-tare i dati sulla tessera, oltre alla velocità di lettura, critica nella funzioni di controllo accesso, ha determinato la scelta dell’ RFID rispetto ad altre tecnologie.

Nel backstage della soluzione: l’architettura HW RFID firmata SoftworkLa varietà di applicazioni ha richiesto l’utilizzo di diversi apparati RFID di Softwork, dai più semplici lettori di prossimità, connessi ad un personal computer ed utilizzati nei totem, nelle farmacie e in sede, fino ai nuovi terminali Plus stand-alone, dotati di intelligenza locale e di modem tradi-zionali, e GPRS per la connessione remota, che sono stati utilizzati per le prenotazioni della mensa nelle 17 scuole e nei due nidi di Venaria, oltre ai palmari mobili a corredo della soluzione ParkID. Nelle prossime applicazioni è previsto l’utilizzo di moduli di lettura RFID inseriti in tornelli, in varchi nei parcheggi e nei cicloposteggi del bike sharing. ASMCard in Venaria opera alla fre-quenza 13.56 MHz (HF), standard

internazionale ISO14443/A per l’identificazione; si tratta del medesi-mo standard utilizzato per le carte di credito “contactless” e recentemente selezionato per la realizzazione dei passaporti elettronici.

La scelta è caduta su questo standard perché, oltre alle caratteristiche di sicurezza superiori a quelle di altre tecnologie utilizzate nella realizza-zione di carte - i vari settori di dati contenuti nella tessera sono protetti da una doppia password ed i dati tra-smessi possono essere criptati per la massima sicurezza dell’utente - offre altri impagabili vantaggi:

capacità di memorizzare molti dati (a partire da 1000 caratteri nella versione base fino a diverse miglia-ia);

standard aperto, che può quindi essere letto da apparati di diversi produttori e fornitori: caratteristi-ca indispensabile in una tessera multi servizi da utilizzare in diver-si contesti da parte di operatori di-versi.

Al di là dalle funzioni di base dello standard, con ASM Venaria è stata stabilito un protocollo per l’utilizzo della carta da parte di numerosi operatori, che operano indipenden-temente, con criteri di assegnazione dei segmenti della carta e regole per la gestione dei dati anagrafici comuni.

Conclusioni: gli obiettivi raggiuntiIl primo progetto di gestione delle mense scolastiche con ASMCard, varato in dicembre 2006, è andato in produzione con l’inizio dell’anno sco-lastico 2007-2008, come pianificato. Il sistema è utilizzato ogni giorno da 2500 alunni in 19 scuole e su 30 ter-minali, e dalla società di catering che ogni giorno riceve le prenotazioni delle scuole e prepara 70 differenti diete per soddisfare le esigenze della popolazione scolastica del comune di Venaria. Oltre 300 famiglie accedono via Internet alla rendicontazione del servizio mensa, mentre un nume-ro crescente fa ricorso al totem di ASMVenaria. Sono attesi significativi benefici

da una più efficiente gestione dei pagamenti dei pasti, che passano da post-pagati a pre-pagati e dal con-trollo automatico della morosità. Da settembre 2007 sono inoltre disponibili i servizi di rendicontazio-ne delle spese farmaceutiche e sono in avviamento le registrazioni delle autoanalisi e della pressione sangui-gna. Nei prossimi mesi sono previsti ulteriori servizi basati su ASMCard, tra i quali la gestione dei prestiti nelle biblioteche comunali, il bike sharing, servizi di accesso ad attività culturali e sportive. Ma le potenzialità di ASM-Card sono praticamente illimitate ed ogni giorno gli assessori del comuni di Venaria o ASM trovano possibili aree di interesse da applicare in un prossimo futuro.

PAOLA VISENTIN

Responsabile Marketing & Comunicazione, Softwork

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la sintesi di ciò che è emerso dai colloquicon gli operatori che hanno partecipato aquesto Focus ON: Paolo Facchi, EMEA

Marketing director for Embedded Solutiondi Arrow Electronics, Alessandro Damian,

responsabile Marketing di Contradata, Mirko Garuti,Sales manager di Exel, Fabio Portaluppi di FenwayEmbedded Systems, Cristiano Bertinotti, Product &Area manager di Sistemi Avanzati Elettronici, PaolaVisentin, responsabile Marketing e Comunicazione diSoftwork, Pietro Milani, titolare di T-Pole.La molteplicità dei prodotti, la diversità dei modelli dibusiness dei distributori interpellati e degli ambiti tec-nologici e applicativi dove sono presenti, non consen-te di scendere nel dettaglio delle valutazioni in modounivoco.Nel presente articolo si èscelto quindi di presentarealcune visioni di questopoliedrico mercato che, al dilà dei risultati congiunturali,si delinea decisamente dina-mico e promettente.“Dopo un 2009 interessante,quest’anno il mercato delleschede si è avviato bene”afferma Pietro Milani di T-Pole. “C’è sicuramente piùfermento e stanno prenden-

do quota i progetti che lo scorso anno erano rimasti con-gelati. Settori trainanti sono il fotovoltaico, e più in gene-rale quello delle energie pulite, la videosorveglianza e ildigital signage, che anche nel 2009, insieme al medica-le e al ferroviario, avevano compensato il calo riscontra-to in altri ambiti”.Paolo Facchi di Arrow Electronics osserva come,nella generale sofferenza della distribuzione elettronica2009, i prodotti embeddedsiano andati meglio. Preci sapoi che “tuttavia bisognatenere in considerazioneche, per la natura dei pro-dotti stessi, l’approvvigiona-mento avviene normalmen-te con tempi diversi rispettoal materiale che i clienti uti-lizzano per la produzionedelle loro schede (Se -miconduttori e PEMCO).Pertanto, il calo dei prodot-ti embedded si è avvertitoin ritardo e di conseguenza,ci si può aspettare che laripresa avvenga con un ritardo di almeno un quarter.Si cominciano poi ad avvertire gli effetti dell’atteso spo-stamento verso il ‘buy’ a svantaggio del ‘make’; la situa-zione economica ha fatto sì che gli investimenti per svi-luppare hardware siano stati limitati al fine di favorire il

IN TEMPO REALEFOCUS ON

È

Il mercatodella distribuzioneembedded nel 2010Il 2010 sarà un anno positivo. Alcune categorie di prodotto confermeranno le tendenze del 2009, tuttosommato soddisfacenti visti i tempi di crisi (segni negativi contenuti rispetto all’insieme delladistribuzione elettronica), altre torneranno a crescere o a manifestare le loro potenzialità già entro l’anno

Francesca Prandi

Paolo Facchi, EMEAMarketing director forEmbedded Solution diArrow Electronics

Pietro Milani, titolare diT-Pole

Visentin
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IN TEMPO REALEFOCUS ON

vero valore aggiunto delle aziende (software e applica-zioni). C’è stata pertanto una crescita di schede perapplicazioni industriali, ma anche di alimentatori e dimoduli in genere. Nel 2010 ci si aspetta un ulteriore incremento delleschede embedded, soprattutto con processori in gradodi offrire prestazioni sempre più vicine a quelle dei nor-mali computer. Un grande ruolo lo gioca sicuramente lafamiglia di CPU Atom di Intel per quanto riguarda l’am-biente X86, ma sono disponibili anche diverse soluzioni‘finite’ che adottano processori ad alte prestazioni, chesono basati su piattaforme differenti”. “Nell’ambito ARM, quello in cui siamo specializzati, nel2009 c’è stata una generale flessione -dice MirkoGaruti di Exel. Tuttavia ritengo che sia vicina una svol-ta. Le velocità e i range di prestazioni sono in aumentoe stanno avvicinando gli ARM ai prodotti storici Intel.Con ARM 11 Freescale 31 si è già arrivati a 500 Mhz.Nell’embedded di basso li -vel lo, la svolta si raggiungeràquando si arriverà a un ARMdi 700 Mhz e 1giga. A quelpunto si potrà avviare undiscorso di personalizzazio-ne nell’automazione, chedarà sicuramente buonirisultati”. ll mondo ARM, già interes-sante per tutti i prodotti por-tatili, in quanto risponde aesigenze di minimo ingom-bro, comincia a riscontrareinteresse anche da parte del digital signage per via deibassi consumi. Un altro settore finale molto prometten-te, secondo Exel è quello della domotica. “Chi è ingrado di lavorare contemporaneamente sul software esulla personalizzazione delle periferiche, avrà prestodelle opportunità notevoli” conclude Garuti.“L’embedded è un mondo a sé, dove i prodotti e le solu-zioni sono in continuo cambiamento e per questo hasostanzialmente tenuto anche nel 2009 -osservaCristiano Bertinotti di Sistemi Avanzati Elettronici.Ciò che più attira i clienti sono le caratteristiche semprerinnovate dei prodotti, le novità sulle periferiche e lefunzionalità offerte, le soluzioni complete in spazi sem-pre più ridotti, l’assenza di ventole e poi la riduzione deiconsumi”.L’Atom sta crescendo favorito dalla conoscenza del pro-

dotto nel consumer. Tutta -via “resta una soluzionerichiesta solo se ci sonoforti esigenze di compatta-re gli spazi e ridurre i con-sumi, senza la necessità diottenere prestazioni parti-colarmente elevate”.I mercati finali in crescitanel 2010 sono il medicale el’automotive.“La domanda riguarda solu-zioni embedded nell’ambitodel PC con CPU associatecon alcune risorse di inter-facciamento. Molto interes-santi sono le tendenze nel-l’ambito dell’acquisizione dati, soprattutto per quantoriguarda i sistemi in grado di lavorare stand alone, chesono paragonabili a un PC con un’acquisizione dati inte-grata. A nostro parere questo è sicuramente un ele-mento vincente negli anni a venire perché prosegue lafilosofia di “embeddizzazione” dei sistemi e allo stessotempo sposa una ricerca di prestazioni nella accuratez-za, nel numero, qualità e tipologia delle risorse disponi-bili, tutto con dimensioni sempre molto compatte”.“Nel 2010 prevediamo anche un ampliamento nellarichiesta di modalità di controllo decentrate. Non piùquindi il controllo accentrato in un’unica postazione,con trasferimento a bordo macchina attraverso collega-menti cablati, bensì decentralizzazione dell’intelligenzasulle varie unità collegate in rete Ethernet. In questalogica, l’unità centrale svolge il ruolo di supervisione”. Di RFID embedded parla Paola Visentin di Softwork,che per il 2010 prevede un mercato decisamente positi-vo. “Dopo un 2009 stagnante, in cui l’onda crescente del2008 si è smorzata a causa della contingenza economi-ca, il 2010 è iniziato all’insegna di un aumento del nume-ro di richieste, della loro qualità e concretezza” annun-cia Visentin. A ciò contribuiscono i dispositivi dell’ulti-ma generazione e principalmente il modulo RFID UHFMU02 e quello HF M02.M8: device dalle dimensioniridotte, low cost con features aggiuntive e compatibilitra di loro, pur operando in bande di frequenza diverse.Il modulo/controller UHF MU02, dotato di 2 antennemultiplexate, raggiunge elevate distante di lettura deltag (fino a 2m), funzione di anti-collisione ed elevatavelocità di rilevazione del tag; è quindi ideale per appli-

Mirko Garuti,Sales manager di Exel

Cristiano Bertinotti Pro -duct & Area manager diSistemi Avanzati Elet -tro nici

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cazioni quali mobile devices,terminali di controllo acces-si e booking systems.Il modulo M02.M8 (fre-quenza HF), è dotato invecedi 8 uscite di antenna multi-plexate, permettendo così aun unico device di gestirepiù punti di lettura, ad esem-pio lungo una linea di pro-duzione, abbinando cosìprestazioni e contenimentodei costi.“Tra gli ambiti applicativisono particolarmente dina-mici il settore sanitario,dove macchine medicaliintelligenti possono azzerare l’errore umano dell’opera-tore, la manutenzione delle macchine, dove l’RFIDembedded può evitare le frodi nella corretta sostituzio-ne dei pezzi di ricambio, e l’ambito ludico con la produ-zione di totem informativi o tavoli intelligenti. Ladomanda cresce anche nel manufacturing, soprattuttoper la tracciabilità dei prodotti agro-alimentari. Altri sce-nari fervidi sono il ticketing, il trasporto, l’NFC (NearField Communication), il borsellino elettronico e imicro-pagamenti, la gestione stock tramite inventory”. Quest’anno un po’ tutti i prodotti embedded avrannospazi di crescita, secondo Alessandro Damian diContradata.

“Sulla scia dei processoriAtom, già nel 2009 il x86 haottenuto nuove richieste neimercati del medicale e del-l’automotive. Interessanti so -no il comportamento elettro-magnetico, i bassi consumi,la grafica avanzata e l’annun-ciato prolungamento del ladisponibilità del prodotto adalmeno 7 anni”. Crescerà ilbusiness sui moduli COM,dove Contra data ha già ini-ziato a cogliere i frutti dellapartnership con congatec.

“È vincente la sua offerta estremamente specializzata–dice Damian. Infatti per l’OEM è interessante sviluppa-re una propria carrier board, difficilmente imitabile, eutilizzare un engine scalabile come il modulo. Accantoalle aziende che lavorano sui volumi, il modulo destaattenzione anche presso realtà differenti, dove stadiventando una sorta di moda. Il COM Express è richie-sto per applicazioni di fascia alta e il Q7 soprattutto perle macchine portabili. Quest’ultimo formato, moltoinnovativo, sta espandendosi sul mercato in modo deci-so dopo che il Consorzio ha definito le specifiche dellostandard. Il 2010 dovrebbe essere proprio l’anno del suogrande lancio”. Vanno bene anche i COTS e gli all-in-one, ovvero ipanelPC. “La nostra linea fanless chipset con CPU lowpower piace al mercato del digital signage –commentaDamian– un settore che mostra un trend sicuramentepositivo”.Diversamente dall’hardwaree servizi collegati, non sonofelici le prospettive di busi-ness per la distribuzione disoftware per l’embedded,dove la crisi economica stadanneggiando i distributoriclassici, come spiega FabioPortaluppi di Fenway Em -bedded Systems.“È un mercato dove prevale ilconcetto di risparmio, per cuiil cliente approfitta del softwa-re fornito dai distributorihardware oppure si orientaverso l’open source. Ancoraper il 2010, e probabilmente anche nella prima metà del2011, la qualità del software commerciale e del suppor-to forniti dai distributori specializzati ben difficilmenteriusciranno ad essere vincenti sul prezzo”.Il mercato fin qui descritto appare quindi piuttosto viva-ce e ricettivo rispetto alle novità. A tal riguardoEmbedded ha chiesto ai suoi interlocutori un commen-to sulle prospettive di business con i nuovi processoriIntel i7. Di seguito alcune opinioni.“In ambito industriale non ritengo che gli i7 possanoriscuotere un particolare successo –commenta Paolo

IN TEMPO REALEFOCUS ON

Paola Visentin, respon-sabile Marketing e Co -m u nicazione di Soft -work

Alessandro Damian,responsabile Marketingdi Contradata

Fabio Portaluppi diFenway Embedded Sy -stems

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Maggio 2010 Automazione e Strumentazione

Estratto da pag. 104 Speciale BIAS

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100 MAGGIO 2010 • AUTOMAZIONE OGGI 335

AOautomazioneoggi rfid

Antolini Luigi & C. è una società unica nelsuo genere, tanto da collocarsi ai verticidel mercato mondiale della produzione edistribuzione della pietra al naturale.Alcuni dati sintetizzano

efficacemente la portata di quest’azienda,fondata nel 1956 a Sega di Cavaion, vici-no Verona: quasi mille materiali trattati,

tra cui marmi, graniti, limestone, onici, travertini e semi-preziosi; una superficie di oltre 200 mila m2, di cui 30mila coperti, dove operano più di 200 addetti; sei sedi pro-duttive dislocate nel mondo, dalla Spagna al Brasile,

al Madagascar, oltreall’headquarter nel vero-nese, e una fitta rete diconcessionari. A ciò siaggiunge una produzioneannuale di 1,5 milione dim2 di lastre, 30 containere camion in uscita ognigiorno dalla sede e l’atti-vità di estrazione in esclu-siva di marmi e graniti dacave dislocate in tutto ilmondo, dalla Norvegia alBrasi le , dal l’Iran alSudafrica, dal Cileall’India. Stone Gallery,Stone Boutique, AntoliniLifestyle, Onyx Pavillon,Shellstone Showroom eStone Museum sono i sei

raffinati show-room della società, creati congusto e ricercatezza per meglio trasmettere adarchitetti, designer e progettisti la qualità e ilvalore delle pietre. La prima esigenza cheAntolini Luigi & C. intendeva soddisfare era

Il sistema StoneID a base Rfid è utilizzato daAntolini per gestire il processo di lavorazionee la logistica nel mercato della pietra naturale

PAOLA VISENTIN

In principio è la pietra…

Blocchi di pietra in arrivo alla sede centrale nel veronese

Particolare delblocco: è visibilein basso a destradel foglio l’areadedicata al tagRfid

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103MAGGIO 2010 • AUTOMAZIONE OGGI 335

quantificare il materiale presente in magazzi-no. Prima dell’avvento del sistema Rfid, larisposta al quesito era racchiusa nella memo-ria ‘umana’ dei capi reparto, che dovevanoricordare i circa 10 mila blocchi di materialedifferente in arrivo da tutto il mondo e la col-locazione delle circa 900 mila lastre prodot-te annualmente. Si ripresenta, dunque, unconcetto basilare della logistica, sul qualepoggia il buon funzionamento di qualsiasiazienda: l’importanza dell’informazione, chesia anche affidabile e immediata. È questo ilcontesto sul quale opera la soluzioneStoneID realizzata da F.C.S. Solutions,società di consulenza e servizi informatici,coinvolgendo l’intero ciclo produttivo e logi-stico della pietra naturale in Antolini.Basata sulla tecnologia Rfid, StoneID è unasoluzione omnicomprensiva per la lavorazio-ne della pietra naturale; segue infatti tutte lefasi del processo, dall’ingresso del blocco infabbrica fino alla localizzazione delle singo-le lastre in magazzino e alla gestione post-vendita.

Il ciclo produttivoIl ciclo produttivo della pietra naturale ha ini-zio con l’acquisto del blocco di materiaprima, che viene etichettato all’ingresso inazienda o, se possibile, addirittura al collau-do, associandogli un codice alfanumericodestinato a diventarne l’identificativo perogni fase dei processi successivi, consenten-do di risalire facilmente al materiale origina-le. Nello specifico, l’etichetta consiste in unfoglio A4, plastificato e dotato d’identificati-vo Rfid contenente il codice del blocco.L’etichetta è configurabile a piacere, per cuil’utente finale può sceglierne il formato e l’a-spetto grafico.Il tipo di etichetta usato, seppure semplice edi basso costo, si è dimostrato resistente agliagenti atmosferici nel corso dei due anni incui è stato in produzione presso Antolini e haridotto sensibilmente il tempo necessario a gestire l’in-ventario dei blocchi: si è passati da circa 35-40 h/uomo a3-4 h/uomo in cantiere; grazie poi all’integrazione con ilgestionale, da circa 15 gg a meno di 1 g per la riconcilia-zione dei dati reali e di magazzino.L’acquisizione dei dati dei blocchi e dei dati d’inventarioavviene in modo volontario, utilizzando i palmari indu-striali mobili Rfid.Il passaggio successivo del processo di lavorazione consi-ste nella segagione del blocco: StoneID permette di trac-ciare l’ingresso del blocco nel telaio e la successiva usci-ta delle lastre. Il software di gestione della segagione per-mette di associare i dati di consumo di lame e graniglia

dei telai e fornire dati previsionaliriguardo all’uscita delle lastre,salvo poi integrare questi datiprovvisori con quelli definitivi;inoltre, consente di stampare e‘battezzare’ le etichette che ver-ranno in seguito incollate sullelastre.Le etichette, progettate daSoftworks per F.C.S. Solutions,sono in PE ad alta densità, resi-stenti agli agenti atmosferici e aiprocessi di lavorazione delle lastre(resinatura, lucidatura ecc.); all’in-terno sono dotate di un chipImpinji ‘Monza 3’ che opera nellabanda UHF.Il software rende disponibili ireport di carico, scarico e lavora-zione, ma l’integrazione completacon il gestionale consente di ridur-re al minimo la stampa e lo scam-

bio di documenti cartacei, con evidenti risparmi di tempoe riduzione dei possibili errori di trascrizione e di compi-lazione. Opzionalmente, è disponibile un modulo checonsente l’integrazione con il software di gestione deitelai, se presente, permettendo l’input automatico dei datidi consumo (elettricità, graniglia e calce ecc.).Quando il blocco esce dal telaio, mentre è ancora sul car-rello, vengono etichettate le singole lastre utilizzando leetichette stampate in precedenza nella stessa segheria euna colla bi-componente che Loctite ha studiato essere lamigliore per garantire l’aderenza delle etichette allelastre, che presentano una superficie raramente liscia; ilprocesso di etichettatura è talmente rapido che servono

Linea di produzione in Antolini: l’antenna Rfid rileva in automaticoil tag apposto sulla lastra

Il controller LRU2000 costituisce il ‘cuore tecnologico’ del sistema Rfidlungo la linea di produzione

AOautomazioneoggi rfid

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meno di dieci minuti per identificare le lastre di un interocarrello, che ne contiene più di 200.

Il percorso della lastraLa lastra etichettata è identificata in maniera univoca ememorizzata in un apposito database: da questo momen-to in poi è possibile tracciare tutte le lavorazioni che lalastra subisce, associando i costi di produzione al prodot-

to finale. L’inizio e la fine delle variefasi sono rilevati in modo automatico.I controller LRU2000 e le antenne,collegate con i PC industriali OT1200di Asem attraverso un’interfacciautente semplice e intuitiva, provvedo-no in modo automatico alla gestionedei report di lavorazione e consento-no in ogni momento di conoscere lostato di ogni lastra. La sofisticataarchitettura di rilevazione del sistemautilizza un PLC per acquisire i dati eper fornire indicazioni visive sull’in-gresso e l’uscita delle lastre dallelinee, garantendo il completo isola-mento elettrico tra la logica di gestione e la linea di pro-duzione, indispensabile in ogni apparato affidabile peruso industriale.L’integrazione del sistema StoneID con il gestionaleaziendale semplifica il carico e lo scarico delle varie lavo-razioni, con un intervento minimo e controllato da partedell’operatore amministrativo. Tutte le operazioni, infatti,possono essere rese automatiche in modo da richiederesolo un controllo di supervisione, evitando possibilidimenticanze ed errori d’inserimento dati. La grande fles-sibilità del sistema StoneID consente l’attivazione disistemi di fotografia automatica della lastra e garantiscel’associazione univoca delle foto alla lastra stessa. Questo

costituisce un grande vantaggio non solo per la gestionedella pre-vendita, dato che il cliente finale può sapere inanticipo quale lastra riceverà, ma anche per la gestione dieventuali contestazioni in post-vendita. Inoltre, StoneIDpermette di identificare la posizione della lastra all’inter-no dei depositi, tracciando in modo rapido e preciso tuttigli spostamenti, indipendentemente dalle dimensioni deidepositi stessi, e annullando gli sprechi di tempo derivan-ti dalla ricerca di lastre già disponibili in deposito. Si evi-tano così lavorazioni inutili di blocchi per gestire ordini dimateriali già pronti. Il tutto si traduce anche in un miglio-re servizio al cliente finale in termini di velocità di realiz-zazione delle commesse.

Il ciclo logisticoIl processo d’inventario viene gestito in modo simile siaper i blocchi che per le lastre: l’operatore attiva l’apposi-ta funzione sul palmare industriale, transitando poi vicinoai blocchi o alle lastre. La notevole distanza di lettura acui possono arrivare le etichette UHF e la velocità diacquisizione delle informazioni consentono di ridurre itempi d’inventario in modo drastico. Le vecchie etichettein tecnologia HF o le etichette con codice a barre richie-

dono infatti letture a contatto, o pazienti allineamenti dellettore con l’etichetta, mentre la tecnologia UHF permet-te di rilevare blocchi o lastre semplicemente passando illettore vicino all’etichetta, indipendentemente dal fattoche questa sia sporca o poco raggiungibile. Inoltre, i datirilevati possono essere automaticamente confrontati conquelli disponibili dal gestionale, evidenziando immediata-mente eventuali discrepanze.Come esempio si consideri che l’inventario semestrale deiblocchi in deposito presso Antolini, prima dell’avventodella tecnologia Rfid, richiedeva il lavoro di due personeper più di due giorni in cantiere e il lavoro di un’operatri-ce d’ufficio per quasi due settimane per controllare la

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AOautomazioneoggi rfid

Particolare dei tag Rfid custom sulle lastre, appositamente progettati per soddisfare lerichieste di Antolini

Lastre con tag Rfid stoccate all’esterno

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congruità dei dati. Ora l’intero processo d’inventario deiblocchi richiede meno di tre ore e l’operatrice si limita alanciare un programma che in pochi secondi segnala ledifferenze tra i dati reali con quelli memorizzati nelgestionale.A livello di magazzino, la velocità di lettura delle etichet-te UHF permette di gestire con la massima semplicitàd’uso lo spostamento dei pacchi di lastre, seguendo levarie necessità dell’azienda sino al momento in cui le

lastre stesse sono caricate nei container o sui camion peressere consegnate ai clienti. La precisa identificazione deidepositi e delle ‘cavallette’, ossia i paletti in metallo suiquali sono appoggiate le lastre, grazie ai tag on-metal,garantisce la flessibilità necessaria a ogni tipologia dideposito. L’uso dei palmari poi libera gli operatori da ogninecessità di prendere appunti manualmente e garantisceche non vi saranno errori nell’identificazione del posizio-namento delle lastre. Infine, a livello commerciale, ilgrande vantaggio offerto dalla tecnologia Rfid al persona-le di vendita consiste nel poter sapere sempre, esattamen-te, dove è situata la merce e il suo stato di lavorazione, perfornire ai clienti dati tempestivi e precisi, con un chiaroappeal del brand Antolini. Inoltre, l’identificazione dellesingole lastre con le etichette UHF permette, attraversol’uso dei palmari, di opzionare direttamente il materialesul campo in presenza del cliente, o di verificarne lo statodi ‘venduto’ oppure ‘opzionato’. Al rientro in ufficio saràquindi facile stampare la conferma d’ordine per la mercesenza inutili attese.

Perché l’Rfid?La scelta di utilizzare la tecnologia Rfid nasce dalla capa-cità di questa tecnologia di soddisfare sia le esigenze ope-rative richieste dal management di Antolini, in modo danon ostacolare la tempistica e l’iter del processo produtti-vo, sia le aspettative tecniche valutate da F.C.S. Solutions.

L’implementazione genera poi una serie di benefit prezio-si per migliorare la funzionalità della lavorazione, con unchiaro ritorno economico. Prima di tutto, è possibile iden-tificare e reperire velocemente il materiale, conoscendo intempo reale le disponibilità a magazzino. Questo facilital’attività commerciale ed evita la giacenza di un materia-le spesso molto costoso, dato che alcune lastre possonoraggiungere il valore di 8.000 o anche 10.000 euro, poten-do evadere con celerità altre richieste. L’implementazione

dell’Rfid permette poi di migliorare le varietipologie di lavorazione, ottimizzando itempi e le modalità operative di ogni proces-so, che può essere calibrato in base al tipo dimateriale. Identificando automaticamente la tipologiadel materiale prima della lavorazione (ossiamarmi, graniti ecc.), è possibile infatti pro-grammare il macchinario in modo automati-co, evitando errori di lavorazione.La soluzione StoneID adottata da Antolini

racchiude una cospicua valenza tecnologica, frutto distudi e progettazioni ad hoc che hanno superato tre prin-cipali ostacoli: l’esposizione ad agenti atmosferici qualisole e pioggia, poiché la merce è per la maggior partestoccata all’aperto anche per lunghi periodi (fino a 1anno); poi, la necessità di operare in un ambiente indu-striale, caratterizzato dalla presenza di fanghiglia, polveree acqua, oltre che di metallo. Il transponder Rfid dovevadunque essere in grado di rimanere incollato alla lastra inun simile habitat, posto su superfici irregolari, mantenen-do intatte le proprie prestazioni. StoneID poggia su tec-nologia Rfid operativa nella banda UHF; il sistema sicompone di controller LRU2000 e relative antenne per l’i-dentificazione automatica delle lastre all’inizio e alla finedelle fasi di lavorazione; palmare mobile industriale inte-grato con modulo Rfid per la rilevazione volontaria deiblocchi di pietra; stampante Rfid; transponder UHF EPCClass 1 Gen 2 incollate alle lastre e transponder onMetalUHF apposti sulle ‘cavallette’. ■

[email protected] n. 66

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Particolari del reader Rfid UHF LRU2000 e del tagRfid UHF onMetal di Softwork

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Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione

Maggio 2010 DATACollection

Estratto da pagg.

25, 26 e 27

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Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione

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automazioneintegrata• 14 •

giugno 2010

I l nuovo controller RFID LRU3500 di Feig Electronic, il produttore tedesco di sistemi RFID passivi distribuiti in esclusiva in Italia da

Softwork, è il più performante della linea passiva UHF di Softwork, progettato e realizzato anche in un’ottica di facile e rapida installazione grazie alle numerose interfacce ed alle uscite d’antenna: tra le peculiarità di spicco del nuovo device, la sua elevata sensibilità che permette una distanza di rilevazione del tag non solo superiore ma anche notevolmente più accurata, poiché riduce quasi a zero il fenomeno tipico nella banda UHF dei “buchi di lettura” (reading hole).

Le applicazioniIdeale in svariati scenari applicativi, tra cui retail, logistica, controllo di produzione e settore industriale in generale, il nuovo controller è racchiuso in un resistente box d’alluminio fino a IP 65 (dotato di cap opzionale), protetto anche in caso di eventuali anomalie, come scariche elettrostatiche o disallineamento delle antenne.Particolare attenzione, in fase di progettazione, è stata dedicata anche alla facilità di implementazione: il controller, ad esempio, può essere fissato a parete o integrato in un

sistema elettronico, mentre tutti gli I/O e connessioni d’antenne sono esterni, senza rendere così necessaria l’apertura dell’housing in fase di integrazione ed installazione. Operativo alla banda UHF (860-960 MHz), l’LRU3500 prevede diverse opzioni di configurazioni a livello sia hardware che software, tra cui la connessione automatica a più multiplexer UHF per creare un sistema di antenne a cascata fino ad oltre 2000 unità. ■

■ A cura della redazione

Ridurre quasi a zero il reading holeL’ultima generazione dell’RFID, banda UHF, per i processi produttivi: controller LRU3500 dal cuore tecnologico all’avanguardia e vantaggi di facile e modulare implementazione, accompagnato da nuove antenne RFID UHF.

Caratteristiche tecnicheL’identikit tecnico del nuovo device UHF Long Range Reader ID ISC.LRU3500 si contraddistingue quindi con molte features aggiuntive:- Luce di lettura fino a 10 m,- Funzione di anti-collisione,- Power over Ethernet (PoE),- Identificazione di transponder EPC Gen2, ISO 18000-6-B/-C e Sensor Tag, 4 uscite d’antenna,- 16 led “diagnostici” per segnalare eventuali errori e lo stato di funzionamento del controller,- 5 interfacce: Ethernet, RS232, RS485, USB ed USB-Host per WLAN o memory stick,- ACC (Application Connectivity Controller) con sistema operativo Linux, permettendo così l’installazione di software applicativi direttamente sulla piattaforma del reader,- RSSI (Received Signal Strength Indication) Data Readout: nel rilevare il tag, il controller LRU3500 recepisce anche il livello del segnale radio trasmesso dal tag stesso; questo valore permette di avere un’indicazione della distanza a cui il tag si trova rispetto all’antenna e di localizzarne la posizione.

sistema elettronico, mentre tutti gli I/O e connessioni d’antenne sono esterni, senza rendere così necessaria l’apertura dell’housing in fase di integrazione ed installazione. Operativo alla banda UHF (860-960 MHz), l’LRU3500 prevede diverse opzioni di configurazioni a livello sia hardware che software, tra cui la connessione automatica a più multiplexer UHF per creare un sistema di antenne a cascata fino ad oltre 2000 unità.

permettendo così l’installazione di software applicativi direttamente sulla piattaforma del reader,- RSSI (Received Signal Strength Indication) Data Readout: nel rilevare il tag, il controller LRU3500 recepisce anche il livello del segnale radio trasmesso dal tag stesso; questo valore permette di avere un’indicazione della distanza a cui il tag si trova rispetto all’antenna e di localizzarne la posizione.

RF

ID, S

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060 ■ Automazione Industriale - Giugno 2010

Il Gruppo Grendi è un operatore logistico con trasporto intermodale dal Nord Italia alla

Sicilia e alla Sardegna ed è l’unico corriere specializzato sull’isola sarda, capace di eseguire ogni fase del trasporto door to door, dal collettame al carico completo, con i propri mezzi: navi, terminal, container, camion e magazzini. Attiva da 182 anni, l’azienda ha sede principale a Cagliari e uffici nel porto di Genova, con terminal rispettivamente di 40.000 e 50.000 m2 per lo stoccaggio di oltre 2mila container. Tre navi da trasporto merci percorrono la rotta Cagliari-Genova più volte la settimana per tutto l’anno.

L’Rfid va in portoGrendi Trasporti Marittimi utilizza

una soluzione Rfid Uhf di Softwork

per la logistica portuale e la

gestione delle spedizioni In-Out

dei container

di Giorgia Andrei

Grendi ha scelto la tecnologia Softwork per realizzare una soluzione Rfid Uhf da estendere all’intera filiera di trasporto, secondo una logica di open-loop (logica secondo la quale l’Rfid è usato in contenitori a perdere e riusabili, sostituendo il tag dopo ogni viaggio, ndr). L’applicazione è realizzata da Eurosystem 2000, system partner di Softwork.

Le fasi del progettoAccesso dei container su camion al terminal, gestione automatizzata dell’imbarco/sbarco container da navi mercantili e operazioni di back-office rappresentano le tre fasi in cui è articolata l’applicazione.Nella prima fase, ancora in sviluppo, è prevista la tracciabilità automatica dei container posti sui camion in entrata e in uscita dai terminal di Genova e Cagliari; su ogni container sono apposti due tag Rfid onMetal, rivettati con viti autofilettanti su ciascuno dei due lati lunghi del container e rilevati in automatico dalle antenne poste all’ingresso del terminal. Il secondo passaggio contempla, invece, lo stoccaggio all’aperto dei terminal e la

loro movimentazione mediante impilatori, che li prelevano dall’area di deposito e li caricano in coperta della nave. All’ingresso delle due bocche di carico e scarico della nave opera un reader Uhf Lru2000, collegato a quattro antenne 250X250, due per ciascuna bocca, che rilevano in automatico il passaggio dei container stessi. Nella fase di back-office, infine, il sistema riceve i codici seriali dei transponder posti sui container e memorizzati all’interno di un database. Una volta terminate le operazioni di movimentazione container, un software gestionale realizzato da Eurosystem 2000 elabora le informazioni. “Una volta giunta la nave a destinazione, sia essa Cagliari o Genova, la stessa logica permette di tracciare lo spostamento dei container in uscita dalla nave prima e dal terminal su gomma poi”, spiegano in Softwork. Basata sull’identificazione automatica dei container dotati di tag, in un’ottica M2M, la soluzione Rfid adottata in Grendi velocizza le operazioni di tracking & tracing nelle navi e nei terminal e consente di utilizzare tutte le informazioni che la tecnologia può gestire in modo automatico.

SF Il Gruppo

Grendi è un

operatore

logistico con

trasporto

intermodale dal

Nord Italia alla

Sicilia e alla

Sardegna ed è

l’unico corriere

specializzato

sull’isola

sarda, capace

di eseguire

ogni fase del

trasporto door

to door, dal

collettame

al carico

completo, con

i propri mezzi.

Da destra,

controller

e antenne

Rfid passive

per tracciare

imbarco/sbarco

dei container

della nave e

antenne Rfid

attive sullo

stacker

Logistica Rfid

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L’Rfid aumenta la sicurezzaIl progetto Rfid in Grendi interessa un altro importante tema: la sicurezza degli addetti alla movimentazione container a terra, che è realizzata tramite appositi mezzi di movimentazione, i Reach Stacker, in grado di sollevare un carico fino a 45 t. La guida di tali mezzi è ostacolata da un cono d’ombra sul retro, un’area scarsamente visibile al conducente dello stacker, con comprensibili rischi e pericoli in fase di retromarcia del veicolo. “Grazie a un Rfid di tipo attivo, che si aggiunge ai sistemi di sicurezza già presenti in Grendi, è segnalato, tramite allarmi acustici e visivi, l’eventuale ingresso in questa zona cieca di altri operatori”, spiegano in Softwork. A bordo dello stacker opera, infatti, il reader I-Port collegato a due antenne, che rilevano la presenza di tag, apposti a mostrina sulle spalle degli operai, entro un raggio di quasi 7 m dallo stacker stesso.Sia il reader I-Port MB, sia le due antenne 160/160 collegate, sono installati a bordo dello stacker e da questo alimentati; in particolare, le antenne sono posizionate in modo che l’irradiazione/ricezione delle onde elettromagnetiche del tag coinvolga l’area posteriore dello stacker, non visibile al guidatore. Nel caso specifico opera anche una soluzione Rssi (Received Signal Strenght Indication): nel rilevare il tag, il controller I-Port recepisce anche il livello del segnale radio trasmesso dal tag stesso; questo valore permette di avere un’indicazione della distanza a cui il tag si trova rispetto all’antenna e di localizzarne la posizione. Il controller attivo I-Port MB2 è dotato di due uscite d’antenna e interfaccia Rs422, mentre i tag Rfid sono i Micro Tag i B2 indossabili. •

Per informazioni

Gruppo Grendi

www.grendi.it

Softwork

www.softwork.it

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Luglio 2010 Automazione Integrata Estratto da pag. 69

Visentin
Rectangle
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Giugno 2010 Largo Consumo Estratto da pagg. 108, 109

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Luglio 2010 Automazione Oggi Estratto da pagg. 64 e 65

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Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione

Settembre 2010 Automazione Integrata Estratto da pag. 72

Visentin
Rectangle
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Italian Stone Company Carves OutSavings With RFID

Topics/Verticals: Operations, Inventory/Warehouse Management, Manufacturing

Antolini Luigi & Co. estimates that using EPC Gen 2 tags to track blocks and slabs reduces itslabor costs by 40 percent, and improves inventory accuracy by 80 percent.

By Mary Catherine O'Connor Aug. 13, 2010——Antolini Luigi & Co. S.p.A., an Italian producer and distributor of granite, marble and other stone products, is using RFID to track the manufacture and location of the 900,000 slabs of polished stone it sells each year, as well as the large blocks of rock from which the slabs are cut. The finished products are sold to a global network of distributors, and many end up being used as flooring or countertops in high-end interiors for luxury hotels or homes. The system, which uses customized UHF EPC Gen 2 passive RFID tags, allows the company to determine its inventory with 80 percent more accuracy than before it used RFID and makes it easier for employees to locate the finished slabs—some of which are worth up to €10,000. The company also estimates that using RFID to track and trace its products within its facility reduces its labor costs by 40 percent, since many of the steps that used to be manual—such as counting inventory and generating reports—are now automated. When a large block of unfinished material arrives at the company's factory in Verona, Italy, a label in the European standard A4 size (slightly larger than a U.S. 8.5-by-11-inch sheet of paper) is attached, with an adhesive, to the slab. The label is covered in a waterproof material so that it can withstand exposure to weather and the dust and vibrations inside industrial stone-cutting machinery. Encoded to the passive UHF Gen 2 tag embedded in the label is a unique alphanumeric ID number used to identify the slab during each phase of its processing. When the large block is ready to be processed, it is positioned in front of a cutting machine, where a Feig Electronic LRU2000 EPC Gen 2 reader is mounted, with its antennas positioned to capture the ID number encoded to the tag. The reader captures this code and sends it to a software application developed by the project system integrator F.C.S. Solutions. This software sends the ID number to Antolini's production management system, which tracks all of the slab production at the plant.

http://www.rfidjournal.com/article/view/7808 Page 1 of 5

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Italian Stone Company Carves OutSavings With RFID

Topics/Verticals: Operations, Inventory/Warehouse Management, Manufacturing

At the company's cutting machine, an RFID antenna is positioned to capture the ID number encoded to a stone block's EPC Gen 2 tag.

The machine cuts the large block into a number of smaller, polished slabs. These slabs vary from 90 centimeters by 155 centimeters in size to 205 centimeters by 340 centimeters, and their weight varies greatly based on the type of stone. At this point, the cut slabs are put through other machines that give each slab the polish or surface treatment required to fulfill the order. Once this step is done, an Antolini employee uses a handheld EPC Gen 2 reader to collect the ID from the A4 label that is still attached to one of the cut slabs (an end piece). He or she then manually attaches a small EPC Gen 2 RFID label to the edge of each individual slab and uses the reader to associate the label places on the finished slab with the ID encoded to the larger label used to identify the large block from which the slab was cut. Softwork, the provider of hardware for the deployment, had a third-party converter custom-make these small tags specifically for tracking the cut slabs. The tags, which contain Impinj's Monza 3 chip, are

http://www.rfidjournal.com/article/view/7808 Page 2 of 5

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Italian Stone Company Carves OutSavings With RFID

Topics/Verticals: Operations, Inventory/Warehouse Management, Manufacturing

embedded in high-density polyethylene to protect them from weather and dust (the cut stones are stored outside). They are less than an inch wide, so they fit onto the edge of any slab produced at the plant. The software running on the reader associates each of the ID numbers from the customized tags with the tag number encoded to the A4 label, and forwards this data to the production-management software through a wireless network. This way, the individual slabs will always be linked to the large, raw block from which they were cut.

EPC Gen 2 tags embedded in white high-density polyethylene are glued to the edges of finished slabs, which are then stored on racks in

the plant's stockyard.

http://www.rfidjournal.com/article/view/7808 Page 3 of 5

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Italian Stone Company Carves OutSavings With RFID

Topics/Verticals: Operations, Inventory/Warehouse Management, Manufacturing

The individual slabs are stored in racks in the plant's stockyard. A specialized EPC Gen 2 tag, made by Confidexand designed for mounting onto metal surfaces, is attached to each rack. After the cut slabs are placed onto a rack, the employee collects the ID number of the rack's tag and associates it with the IDs from the slabs' tags. Then, when an employee needs to retrieve a specific slab later, he can simply call up its rack number, which is saved to the production software. To perform semi-annual inventory of every block and slab in the entire stockyard, which is roughly 200,000 square meters in size, employees use the handheld reader to walk up and down each rack in the stockyard and collect the unique ID from each tag. Before using RFID, it took two Antolini employees two days to manually collect the ID numbers used to identify each piece of stone. Now, it takes one employee less than three hours to take inventory of all its blocks and slabs, which includes up to 30,000 large blocks and 100,000 finished (cut and polished) slabs, on average.

A specialized EPC Gen 2 tag, made by Confidex and designed for mounting onto metal surfaces, is attached to each rack to identify a

slab’s storage location.

When fulfilling orders, Antolini also uses the RFID tags to find specific slabs in the stockyard. Workers know the rack location of each slab by referring to the inventory records in the stockyard management software. Once they find the rack, they use the handheld readers to collect the tag ID associated with the slab being purchased and automatically update the inventory records to show it is being retrieved to fulfill an order.

http://www.rfidjournal.com/article/view/7808 Page 4 of 5

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Italian Stone Company Carves OutSavings With RFID

Topics/Verticals: Operations, Inventory/Warehouse Management, Manufacturing

Antolini had earlier tested bar code and high-frequency RFID systems before settling on the passive UHF system, called StoneID, that it deployed. These other technologies did not provide the read distance or reliability that the UHF system provides, explains Paola Visentin, Softwork's marketing and communications manager. The passive HF tags it tested required that the employees get very close to each tag to read it, so performing inventory of the tagged slabs or locating them was not as easy as the company had hoped. And bar codes, while the cheapest auto-ID option, are difficult to reliability read in a dusty environment such as the plant. Minera Norge, a Norwegian company that manufactures slate tiles, blocks and related products, is also using RFID, as well as GPS technology, to track its finished products, as well as the forklifts used to transport them (see Slate Maker Adopts System to Track Products, Even When Buried Under Snow).

http://www.rfidjournal.com/article/view/7808 Page 5 of 5

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Settembre 2010 DATACollection Estratto da pag. 38

Speciale Bigliettazione Elettronica

Page 80: 2010 - Press Release Softwork

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Settembre 2010 DATACollection Estratto da pagg. 40, 41 e 42

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Ritaglio stampa ad uso privato, non riproducibile – Softwork, Area Comunicazione

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12 Ottobre 2010 ■ FLUID Trasmissioni di Potenza

Rete di vendita

a cura di Ilaria Conciato

Distributore a valore aggiunto di tecnologie RFID attive e passive nelle va-rie bande di frequenza, l’azienda bresciana Softwork opera attraverso il canale specializzato. Ci spiega le caratteristiche di questo settore Paola Vi-sentin, Marketing & Communication Manager.

L’RFID in aiuto alla distribuzione

Paola Visentin, Marketing & Communication Manager Softwork.Il RFID Testing Center è un’offi cina attiva dove collaudare i sistemi messi a punto dal dipartimento R&S, a disposizione dei partner e dei loro clienti.

Da oltre un decennio, nella sede di Concesio in provincia di Brescia,

Softwork focalizza le proprie energie alle tecnologie RFID. Abbiamo intervistato Paola Vi-sentin, Marketing & Communi-cation Manager, per conosce-re meglio la realtà in cui opera questa azienda, nata nel 1987 come distributore di Information & Communication Technology. “Dal 1998 ci siamo specializza-ti nella tecnologia RFId,” spiega Visentin, “divenendo fornitore e distributore globale di solu-zioni attive e passive.” Questo sistema di identifi cazione auto-matica si basa sulla tecnologia elettromagnetica mediante eti-chette leggibili a distanza con un segnale in radiofrequenza. Permette quindi di identifi care con certezza e precisione per-sone, oggetti o animali, di ge-stire e controllare il fl usso dati all’interno di una azienda o di un processo distributivo, dispo-nendo delle informazioni in mo-do rapido ed esente da errori. “Le applicazioni spaziano dal settore industriale e dell’auto-mazione a quello del turismo e dell’intrattenimento, dal farma-ceutico/ospedaliero all’agro-ali-mentare, solo per citare alcuni esempi. Data l’ampiezza e la va-rietà dei campi applicativi, è im-possibile avere una conoscenza approfondita delle varie specifi -cità. Da qui la nostra decisione di interagire unicamente con gli operatori del settore e non con i clienti fi nali,” ha aggiunto Vi-sentin. Il canale trade a cui si ri-volge Softwork è composto pre-valentemente da software hou-

se, system integrator, ICT, istituti di ricerca e università, dislocati in tutto il territorio nazionale.

PROPOSITORI DI TECNOLOGIAVisentin ha dichiarato che l’o-biettivo di Softwork è di essere propositore di tecnologia RFID e non semplice fornitore. Quin-di prevede tra le varie attività la continua immissione di nuove componenti dei sistemi RFID, ri-ferite non solo ai marchi distri-buiti già consolidati, ma anche a nuove acquisizioni di distribu-zione. In aggiunta all’ ampia of-ferta qualitativa di prodotti e si-stemi, l’azienda crea valore ag-giunto attraverso i servizi speci-fi ci rivolti ai rivenditori/partner, che integrano la componente hardware RFID nei loro proget-ti, per offrire al cliente fi nale so-luzioni chiavi in mano. “Il valore aggiunto di Softwork si traduce in una gamma di servizi distin-

tivi valoriali che accompagnano il rivenditore lungo il processo di acquisizione di competenza, analisi della soluzione migliore e sua implementazione,” ha spie-gato Visentin.I servizi si articolano su vari livel-li. Innanzitutto, attraverso corsi di formazione suddivisi per tecno-logia e per tipo di utenza (tecni-ca o commerciale), con lo scopo di rendere autonomo il partner. Questi si suddividono in semi-nari, con cadenza bimestrale e

un approccio informativo, che sintetizzano in una mattinata le capacità dell’RFID, zooman-do poi sull’identikit del parco dispostivi e sui loro scenari ap-plicativi (case history); corsi di formazione suddivisi per conte-nuti (applicativi e tecnico-siste-mistici) e per tipologia di RFID (attiva e passiva), proposti in 3 sessioni annuali. A questa ope-ra di informazione, segue il ser-vizio di consulenza attivabile in caso di necessità, tramite con-

tatto telefonico oppure on-line. In aggiunta, Softwork affi anca il partner nella stesura degli studi di fattibilità, sia nella prima fa-se di analisi teorica del progetto che nello studio on-site presso il cliente fi nale. “Quest’ultimo momento è cruciale,” aggiunge Visentin, “in quanto in labora-torio non si riescono a replica-re perfettamente le condizioni

reali, soprattutto per il settore industriale.” Un altro servizio a di-sposizione degli utenti è il RFID Testing Cen-ter. Inaugurato ad ot-tobre 2007 in occasio-ne dei vent’anni dalla fondazione, il centro opera in simbiosi con il Dipartimento di R&S, testandone i disposi-tivi e soluzioni create. Non si tratta quindi di

un semplice show-room, ma di un’offi cina attiva, dove collauda-re i sistemi messi a punto dal di-partimento R&S, a disposizione dei partner e dei loro clienti. In-fi ne, Softwork affi anca il partner nella stesura del progetto pilota, soprattutto per i progetti partico-larmente complessi.

COMPETENZA A DISPOSIZIONEIl cuore tecnologico di Softwork si trova nel Dipartimento Ricer-ca & Sviluppo. L’équipe tecnica, costantemente aggiornata sul parco dispositivi in distribuzione, supporta i rivenditori nello stu-dio e implementazione dell’ar-chitettura RFID, anche con solu-zioni custom. I progettisti inter-ni completano infatti il catalogo prodotti con device non contem-plati dai brand distribuiti, al fi ne di rendere la proposta RFID in-tegrale in tutte le linee prodot-ti, progettando e realizzando ad hoc per i rivenditori le compo-nenti RFID (tag, controller, an-tenne e periferiche) quando queste, per formato, materiale o prestazione, non fi gurano a catalogo.

L’IMPORTANZA DI UNA BUONA COMUNICAZIONEPer poter svolgere al meglio il ruolo di propositore di tecnolo-gia, l’azienda cura con particola-re attenzione la comunicazione e il marketing. “Avendo la neces-sità di spiegare come funziona la tecnologia RFID sia a tecnici che ai non addetti ai lavori, cioè i clienti fi nali, ricorriamo spesso alle case history, cioè articoli in cui descriviamo alcuni proget-

ti che abbiamo sviluppato con i nostri integratori, le soluzio-ni prese e i risultati ottenuti. “ spiega Visentin. “Riteniamo sia un modo effi cace per trasmette-re le potenzialità offerte dai no-stri prodotti.” Partecipa a eventi, quali fi ere, conferenze ed espo-sizioni, sia autonomamente che in cobranding con i partner. Uti-lizza inoltre sistematicamente la stampa specializzata per infor-mare i propri partner sulle novi-tà di mercato.

PRESENTE E FUTURODato che le applicazioni sono ad ampio spettro, gli effetti della cri-si sono stati sentiti in maniera meno pesante che non per altri distributori. “Il 2009 è stato sicu-ramente un anno complesso, ma vediamo dei segnali di ripresa in questi primi mesi del 2010, so-prattuto in alcuni settori,” ha di-chiarato Visentin. “L’RFID nell’a-gro-alimentare sta riscontrando una forte crescita anche per ef-fetto dell’entrata in vigore del-le normative UE su tracciabilità e anticontraffazione.” Anche il settore della sanità sta introdu-cendo l’RFId in maniera sempre maggiore, ad esempio nel con-trollo della somministrazione far-maci o per il controllo fl usso ma-teriali nelle sale chirurgiche, nel-la gestione cartelle cliniche, per il monitoraggio e controllo pa-zienti e per il controllo accessi limitati. Alcuni fra i progetti più originali in cui Softwork è sta-ta coinvolta in quest’ultimo pe-riodo hanno riguardato il setto-re della valorizzazione turistica. Nei castelli del Salento sono ora disponibili dei palmari PDA do-tati di reader RFID che sentono i tag nascosti nelle sale e forni-scono le informazioni ai visitato-ri. Un’applicazione simile è sta-ta utilizzata anche per il giardi-no botanico del Parco di Monza.Per quanto riguarda gli obiettivi per il prossimo futuro, Visentin non ha dubbi. “Ci prefi ggiamo di riuscire a proporre a 360° tut-to ciò che serve per il RFID, arric-chendo sempre più la gamma di prodotti e sistemi, sempre man-tenendo la modalità di lavoro di squadra che ci contraddistingue.Anche sul versante commercia-le puntiamo su un servizio sem-pre più accurato grazie al poten-ziamento dell’organico, mentre in tema comunicazione stiamo percorrendo nuove strade, tra cui quella del web 2.0, aven-do sposato i principi ispiratori di trasparenza, condivisione e networking”. © RIPRODUZIONE RISERVATA ■

(a sinistra) Il settore della sanità sta introducendo l’RFId in maniera sempre maggiore, ad esempio nel controllo della somministrazione farmaci o per il controllo fl usso materiali nelle sale chirurgiche, nella gestione cartelle cliniche, per il monitoraggio e controllo pazienti e per il controllo accessi limitati.(sopra) Numerose sono le applicazioni RFID nel settore industriale e dell’automazione.

[email protected] 12 16/09/10 10.20

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Ottobre 2010 Automazione Industriale Focus: Logistica pagg. 90-95

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Novembre 2010 DATACollection Estratto da pag. 21

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Novembre 2010 DATACollection Inserto: TraceID Fashion Pag. 26

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Novembre 2010 DATACollection Estratto da pagg. 24, 25

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Novembre 2010 DATACollection Sezione: Offerta Pag. 40

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Novembre 2010 RFID Italia web

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Paola Visentin

Da: Google Alert [[email protected]]Inviato: lunedì 15 novembre 2010 15.28A: Paola VisentinOggetto: Google Alert - rfid

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15/11/2010

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News 1 nuovo risultato relativo a rfid Vino: tracciabilità Rfid nella Tenuta Ornellaia RFID Italia In dettaglio, l'ingegnerizzazione in chiave Rfid è stata pensata per tracciare ogni bottiglia dei due prodotti di punta maggiormente premiati, ... Guarda tutti gli articoli su questo argomento »

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novembre 2010 Automazione Oggi Sezione: In Breve pag. 28

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036 ■ Automazione Industriale - Novembre 2010

Tenuta dell’Ornellaia, fondata nel 1981, è parte della holding Tenute di Toscana,

subholding controllata dal Gruppo Marchesi de’ Frescobaldi. La visione di Tenuta dell’Ornellaia, ci fanno sapere i gestori della struttura, si riassume in ‘qualità globale’, intesa come “un sapiente mix di elementi della natura e di talento dell’uomo:

scelta del posto giusto, le colline maremmane sul Mar Tirreno, del momento propizio per intervenire lungo la filiera produttiva, dalla cura e gestione del vitigno alla vendemmia, dalla selezione manuale di ogni grappolo e acino per eliminare anche la più piccola parte vegetale residua alla vinificazione con assaggi metodici e quotidiani, per giungere all’affinamento in barrique di rovere francese prima e in bottiglia poi”. La tenuta propone al mercato tre diverse etichette: Ornellaia Bolgheri Superiore, vino simbolo dell’azienda, Le Serre Nuove e Le Volte. A queste tre, se ne aggiunge una quarta, l’etichetta Masseto, Merlot vinificato in purezza che deriva dai soli 7 ettari della collina Masseto. La produzione annua delle quattro etichette è di circa 790mila bottiglie, distribuite in 60 Nazioni (54 per Masseto).

Hf e Uhf, la giusta combinazioneNella Tenuta dell’Ornellaia,

l’eccellenza del gusto sposa

l’avanguardia tecnologica

dell’Rfid, con un mix Hf e Uhf per

la produzione, la logistica e il

controllo della rete distributiva a

livello mondiale

di Paola Visentin

Tag in bottigliaAll’avanguardia nell’innovazione tecnologica con impianti di fitodepurazione e pannelli fotovoltaici, Tenuta dell’Ornellaia conferma con il progetto Rfid il valore del suo brand e il suo spirito pionieristico; si definisce infatti “la prima azienda in Italia ad adottare l’Rfid per l’identificazione non solo del lotto, ma anche di ogni singola bottiglia”. Il progetto intrapreso dall’azienda mira infatti a tracciare ogni bottiglia dei due prodotti di punta maggiormente premiati,

F A sinistra

il reader Rfid

MRU200 fornito

da Softwork

alla Tenuta

dell’Ornellaia, sulla

destra la linea di

imbottigliamento

della Tenuta

dell’Ornellaia

Speciale Applicazioni

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Ornellaia e Masseto, nel processo sia produttivo e logistico all’interno dell’azienda sia distributivo all’esterno sui mercati mondiali, per un totale di circa 180mila bottiglie all’anno.Per meglio rispondere a queste aspettative, l’architettura Rfid in Tenuta dell’Ornellaia, firmata Softwork, è di natura mista, ossia Hf e Uhf: ogni bottiglia è dotata sul retro-etichetta di un tag Rfid Hf, mentre sulla scatola di legno o cartone contenente fino a sei bottiglie è apposto un tag Rfid Uhf. In particolare, l’Rfid entra in azione nella parte finale della linea di imbottigliamento della tenuta, senza intaccare e appesantire il consolidato flusso operativo e le relative tempistiche. Prima di tutto, l’operatore associa il tag Uhf alla scatola che sta confezionando e gli attribuisce le informazione necessarie avvicinando il tag al reader predisposto frontalmente alla postazione di lavoro; successivamente preleva dalla rulliera le bottiglie e le depone nella scatola: così facendo, i tag Hf presenti sul retro-etichetta della bottiglia sono automaticamente rilevati e associati al tag Uhf della scatola grazie all’antenna Rfid posta sotto il desk. La confezione, adagiata sulla rulliera, arriva poi a fondo linea ed è automaticamente identificata da antenne Rfid Uhf prima della composizione dei pallet, con l’obiettivo di identificare in modo certo la composizione stessa. Trasportati nel magazzino di circa 800 m2, con una capacità di stoccaggio di quasi mille pallet, dove il vino prosegue il suo affinamento, i pallet sono movimentati e identificati in entrata

A Ogni bottiglia è dotata sul retro-etichetta di un tag Rfid

che contiene preziose informazioni: articolo, cliente e relativa

anagrafica, dati di fatturazione e di spedizione, prodotto e

numero d’ordine

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038 ■ Automazione Industriale - Novembre 2010

e in uscita grazie alla presenza di reader Uhf e palmari mobili Rfid sul muletto. L’Rfid vive anche quando la bottiglia è immessa sul mercato internazionale, con la possibilità di lettura del tag e, quindi, verifica del percorso di vendita. Senza interferire minimamente con il design e l’estetica del packaging di Ornellaia, l’Rfid non ha intaccato nemmeno le consolidate procedure operative della linea di confezionamento e composizione pallet: l’unico cambiamento richiesto dall’adozione della tecnologia Rfid è la sostituzione dei tavoli in cui avviene il confezionamento, prima in metallo e ora in legno. “L’Rfid ha permesso di migliorare i processi produttivi, logistici e d’inventario interni”, dicono in azienda, “dotando ogni cartone e collo di tag Uhf; questo significa una gestione semplificata degli inventari,

un allineamento elettronico più sicuro tra il fisico e il contabile e un’unificazione delle procedure logistiche”. A questo si affianca la dotazione, per ogni singola bottiglia di Masseto e Ornellaia, di una carta d’identità univoca per tracciarne il percorso distributivo sul mercato internazionale, al fine di prevenire la falsificazione e, quindi, tutelare ulteriormente il valore del brand Ornellaia.

Un sistema mistoIl sistema Rfid in Ornellaia è di matrice ‘mista’, poiché unisce la banda Hf e Uhf per meglio rispondere agli obiettivi individuati, con soluzioni anche ad hoc, appositamente studiate e realizzate per la tenuta. A ogni postazione di lavoro sulla linea di confezionamento opera un box custom che ospita al suo interno reader Hf e Uhf, dotati di led esterni e buzzer per segnalare la correttezza o l’eventuale errore nella procedura operativa. In particolare, l’Uhf segue, ossia traccia, il tragitto della scatola contenente le bottiglie dal momento del confezionamento lungo il percorso logistico della tenuta: formazione pallet, entrata e uscita dei colli dal magazzino. L’architettura Uhf è composta da: moduli Rfid Uhf in ogni working station della linea di confezionamento; tag Rfid Uhf

adesivi; reader Rfid Mru200 collegati ad antenne U250x250, posizionati alla fine della linea di confezionamento e sul muletto in magazzino; palmare industriale mobile Rfid Uhf, assegnato al magazziniere per le operazioni di picking & packing. L’Hf accompagna invece la vita di ogni singola bottiglia, monitorandone le vie distributive sia in Italia che all’estero: gli area manager sono infatti dotati di appositi palmari per ‘leggere’ l’etichetta Hf, con la possibilità inoltre di accedere alla Intranet digitando il codice univoco del tag, stampato in chiaro sull’etichetta della bottiglia e acquisire così preziose informazioni (articolo, cliente e relativa anagrafica, dati di fatturazione e di spedizione, prodotto e numero d’ordine). L’architettura Hf operativa in Ornellaia, invece, è composta da un modulo Rfid Hf MRM101 in ogni working station della linea di confezionamento, collegato ad un’antenna custom realizzata con circuito tuning Mat di Feig Electronic, e da tag Rfid Hf apposti sul retro-etichetta della bottiglia. •

Per informazioni

Softwork

www.softwork.it

Tenuta Ornellaia

www.ornellaia.it

A I pallet sono

movimentati

e identificati

in entrata e in

uscita grazie

alla presenza

di reader Uhf e

palmari mobili

Rfid sul muletto

Speciale Applicazioni

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Estratto da web; la proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte indicata in testa – Softwork, Area Comunicazione

da settembre 2010 Portale della Logistica (web) Scheda Softwork

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26 DATACollection NOVEMBRE 2010

Allestimenti sensoriali che emanano le fragranze di montagne, guide multimediali

gestite dalla tecnologia RFID sono alcune note distintive del sistema Didà

operativo nel parco piemontese. Un sistema che trasforma una semplice visita in

un'esperienza più ricca ed emozionale

infotainment

RFIDnel Parco Naturale VEGLIA DEVERO

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DATACollection NOVEMBRE 2010 27

infotainment

I l Parco Naturale Veglia Devero è un’area protetta

di oltre 8.500 ettari, che si estende nei comuni di

Varzo, Trasquera, Crodo e Baceno (Verbania) lungo

il con� ne con la Svizzera.

A un’altitudine compresa tra i 1600 ed i 3553 m s.l.m., il

parco è stato istituito nel 1995 per tutelare le caratteristiche

ambientali e naturali di due ampie conche alpine alla testata

delle Valli Divedro e Devero, contornate dalle più alte vette

delle Alpi Lepontine Occidentali.

Si tratta di un ambiente alpino dolce e austero, che alterna

praterie ondulate d'alta quota alla severità delle grandi

montagne e immense giogaie battute dal vento, con un ricco

patrimonio � oristico e faunistico: vero e proprio giardino

botanico alpino, il parco ospita oltre cinquecento specie

diverse di � ori, tra cui primule, viole, genziane, crisantemi,

ranuncoli e orchidee, mentre le quote più altre sono am-

mantate da boschi di larici, abete rosso e bianco e sorbo

alpino. Altrettanto variegata è la popolazione faunistica del

parco, composta da camosci, caprioli, cervi, stambecchi,

marmotte, volpi, ermellini, tritone alpestre e aquile reali,

per citarne solamente alcuni.

La ragion d’essere del parco consiste nel coniugare la con-

servazione di una simile natura, tra le più preziose delle Alpi,

con lo sviluppo sostenibile per le popolazioni di montagna:

tra le attività svolte con questa mission � gura anche la sen-

Page 100: 2010 - Press Release Softwork

tieristica, ossia la predisposizione di appositi percorsi che,

grazie anche al sistema Didà di Demetra, permettono una

scoperta avventurosa delle bellezze del parco, con un’intera-

zione costruttiva tra il visitatore ed il contesto naturalistico.

Le aspettative del Parco Naturale Veglia Devero

L’innovazione tecnologica adottata

dal parco naturale Veglia Devero

rientra nel progetto di piani� ca-

zione gestionale, riquali� cazione e

divulgazione ambientale nelle ZPS

(Zone di Protezione Speciale) dell’alta

Val d’Ossola, � nanziato da Fondazione

Cariplo e Regione Piemonte e inserita nel

più ampio sistema europeo di aree tutelate

Rete Natura 2000. Tra gli obiettivi del progetto � gura anche

la predisposizione di sentieri natura per disabili (ipovedenti)

e la sensibilizzazione della popolazione locale, scolaresche,

escursionisti, turisti e alpinisti sui temi della conservazione

della biodiversità.

Dotato di apposite strutture distribuite sul territorio per

agevolarne la fruizione, tra cui centri visitatori e uf� ci di

informazioni, il Parco Naturale Veglia Devero mira ad un

servizio distintivo che, avvalendosi degli ultimi ritrovati tec-

nologici, renda unica l’esperienza dell’ospite, per ammirare

e apprezzare di più la particolarità naturalistica di quest’area,

il tutto senza appesantire o rallentare il percorso dell’ospite:

è nella cornice di queste aspettative che nasce la soluzione

Didà di Demetra, azienda brianzola che opera nel settore

dei servizi per il verde e l’ambiente tramite interventi di

progettazione, realizzazione, manutenzione, mappatura

del territorio e consulenza per il verde pubblico e privato.

Soluzione RFID: Sistema Didà

Didà è una guida multimediale sensibile all’ambiente, che

accompagna il visitatore del parco lungo i sentieri, infor-

mandolo sulle particolarità del contesto in cui è immerso,

ad esempio il tipo di albero e di � ori nelle vicinanze, le

caratteristiche morfologiche dell’area, la storia e le leggende

legate all’ambiente, trasformando così l’esplorazione del

parco in un’esperienza consapevole dell’unicità dell’am-

biente ospitante.

Il plus distintivo di Didà consiste anche nella tecnologia RFID

che incorpora: ad ogni punto d’interesse spicca infatti un

cippo in legno, nel pieno rispetto dei criteri

CAI, contenente all’interno un tag

RFID che, avvertendo la vicinan-

za (nel raggio di 10 metri) del zazazaza ( ( ((((nenenenell l rarararaggggggggggioioiio d d dii i 101010 m m metetetririri))) ) dedededell

infotainment

28 DATACollection NOVEMBRE 2010

Page 101: 2010 - Press Release Softwork

infotainment

dispositivo mobile consegnato all’inizio dell’escursione al

visitatore, fa avviare in modo automatico il commento so-

noro e visivo relativo al punto di interesse e guida l’ospite

nella visita del Parco.

Ad oggi il sistema Didà è presente nel percorso di circa 2

km della Piana di Devero, usufruibile in tre lingue (italiano,

inglese e tedesco).

I contenuti multimediali sono stati elaborati da Demetra

sulla base del materiale fornito dal Parco, come testi, foto

e video; si tratta di punti di interesse che toccano diverse

tematiche: � ora, fauna e profumi del parco, essenze legno-

se, geomorfologia, centrale idroelettrica, insediamenti e

tradizioni rurali. Un modo nuovo e divertente, quindi, per

esplorare e apprezzare la meraviglia del Parco.

Lungo il percorso Demetra ha realizzato anche dei parti-

colari allestimenti sensoriali dedicati al tatto, all'udito e

all'olfatto: una bacheca in legno sprigiona le essenze e gli

odori di alcuni elementi tipici del Parco, come larice, abete,

timo, � ori di campo/prato, miele, achillea, origano, genepì.

Inoltre Demetra ha provveduto a installare un dendrofono

realizzato con le specie arboree presenti nel Parco: larice,

ontano, salice e abete rosso.

Entrambe queste installazioni hanno un design accurato

che ben si integra con il Paesaggio alpino, per avvolgere il

visitatore in un’esperienza multi-sensoriale!

Perché RFID?

La scelta tecnologica di Demetra è caduta sull’RFID per le

capacità prestazionali, tra cui spicca la rilevazione automatica

del tag inglobato del cippo, senza bisogno di un intervento

manuale da parte del visitatore, e l’af� dabilità operativa,

senza alterare la bellezza e l’estetica del paesaggio alpino.

Nell’ambito del progetto, l’avere a disposizione strumenti

che riducono al minimo la necessità di “intervento”, anche

da parte di persone disabili (ipovedenti, ipoudenti, visitatori

con dif� coltà di movimento, bambini e anziani) si è rivela-

to fondamentale per poter offrire una soluzione diretta a

un’utenza allargata.

L’ecosistema RFID nel parco

Nel backstage del sistema Didà opera “silenziosamente” la

tecnologia RFID che permette, grazie ad un’apposita archi-

tettura, di rilevare l’avvicinamento del visitatore dotato di

palmare ai dieci punti d’interesse e tre punti di direzione

dislocati lungo il percorso di circa due km della Piana di

Devero.

In particolare, si tratta della tecnologia RFID di tipo attivo

per meglio soddisfare le elevate distanze di lettura richieste

dal Parco di circa dieci metri.

I tag RFID (modello i-B2) sono nascosti all’interno dei cippi,

sollecitati dall’avvicinarsi dal lettore (modello i-Card CF) inte-

grato del dispositivo mobile consegnato al visitatore, tramite

la propagazione nell’aria di onde radio e il “colloquio” di

riconoscimento che si avvia tra il tag e il lettore RFID.

Conclusioni: dalle aspettative iniziali agli obiettivi raggiunti e possibili evoluzioni future

Con le videoguide di ultima generazione Didà il Parco

riesce nell’obiettivo di valorizzare i percorsi, estendendone

la fruizione anche alle persone non vedenti, ipovedenti e

diversamente abili, che � gura come uno degli scopi primari

del progetto.

Il sistema Didà permette poi al visitatore del Parco Naturale

Veglia Devero di scoprire un nuovo concetto di turismo: un

modo divertente ed educativo di vivere il tempo libero,

valorizzando il territorio con strumenti di facile e intuitivo

impiego, oltre ad incentivare comportamenti ambiental-

mente corretti e rispettosi del territorio.

Didà è studiato poi in un’ottica � essibile: il suo guscio di

protezione ergonomico può essere infatti tenuto in mano

o appeso al collo tramite un cordoncino, minimizzando

così il rischio di cadute e consentendone l’utilizzo in spazi

aperti e in qualsiasi condizione ambientale; per i percorsi in

mountain-bike Didà viene montato direttamente sul mezzo

attraverso un apposito supporto; in particolare, nel percorso

del Parco Veglia Devero Didà è dotato di un cordoncino per

essere appeso al collo.

Siti di riferimento del parco:

www.cariplovegliadevero.it - www.parcovegliadevero.it

DATACollection NOVEMBRE 2010 29

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novembre 2010 Logistica Management Estratto da pagg. 41, 42

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Page 104: 2010 - Press Release Softwork

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novembre 2010 Logistica Management Estratto da pagg. 48, 49

Page 105: 2010 - Press Release Softwork

Estratto da web; la proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte indicata in testa – Softwork, Area Comunicazione

dicembre 2010 Rete WEB web

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Paola Visentin

Da: 01netTRADE Agency [[email protected]]Inviato: venerdì 3 dicembre 2010 10.23A: Paola VisentinOggetto: Il sistema operativo che sta su una card

Page 1 of 2Il sistema operativo che sta su una card

03/12/2010

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Il sistema operativo su una card Grande come una carta di credito e arricchito dai contenuti di Legambiente, Keepod Green Edition è un device Usb messo a punto dalla milanese Bloonn, in vendita a 44,90 euro in 300 negozi Eco Store. Ma l'offerta per gli utenti business è dietro l'angolo. Siportal affida la direzione commerciale a Stefano Saluta Il manager, che guiderà la strategia della società nel 2011, avrà come obiettivo primario di posizionare l'azienda tra i protagonisti della banda larga in Italia. Softwork lancia il proprio brand RedWave Una nuova gamma di dispositivi Rfid progettata e realizzata in risposta a precise richieste applicative provenienti dai partner di canalle attivi in differenti realtà di mercato, dal ticketing all'industry. Amd cerca la ricetta giusta per le Pmi europee Scarsa cultura aziendale e non ancora sufficiente apporto del canale. Secondo quanto emerso dalla tavola rotonda, che ha visto coinvolti anche Gateway, Microsoft, Toshiba e VMware, sarebbero questi gli aspetti cruciali che oggi limitano l'adozione dell'It presso le piccole e medie imprese. Cinque Previsioni per il mobile 2011 Lte sull'ottovolante, 3Gpp alle ortiche e Capex mobile in attesa di norme internazionali: molto interessanti le osservazioni che vengono dalla Svezia, da NorthStream. EnLabs, spazio all'imprenditorialità aperta Incubatori ed innovatori trovano spazio fisico e contatti con investitori nel coworking e nel networkingnei locali romani della LVenture. Misurare il peso dell'Ict sulla redittività di prodotto Creato da CeTif e Value Team, il Competence Centre It 4 Business consentirà alle banche di confrontarsi sul valore economico generato delle strategie It. Anitec, anche all'Ict serve uno switch-off La R&S Ict, nel 2009 l'8% del fatturato di settore, pesa per quasi il 15% del manifatturiero italiano. Anche senza la spinta diretta del Governo è possibile fare sistema e proporre una razionalizzazione degli incentivi.

Visentin
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dicembre 2010 Rete WEB web

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CERCA in 6Automazione Industriale

Rfid

Nuovo brand nella famiglia Softwork

Con il brand RedWave, che firma apparati in diverse bande di frequenza, si amplia la gamma dei dispositivi Rfid di Softwork

02 Dicembre 2010

Si ramifica ulteriormente il parco prodotti di Softwork, il distributore a valore aggiunto di sistemi Rfid, con la new entry RedWave, la linea di dispositivi in banda sia HF che Uhf prodotti dallo stesso distributore: con la creazione del brand RedWave, Softwork completa così ancora più minuziosamente il suo mosaico di sistemi Rfid, dopo la recente acquisizione della distribuzione di Pda mobili di Nordic ID, annoverando così oltre 400 dispositivi nel proprio parco prodotti. RedWave, in particolare, nasce da precise richieste applicative provenienti dai Channel partner di Softwork, attivi in svariati scenari di mercato: apparati Rfid HF con capacità multi-Iso e device Uhf Epc, dalle dimensioni contenute (desk-top) agli slim-gate, in grado di coniugare avanzate prestazioni di identificazione in radio frequenza a costi contenuti e dal design curato. Basata su cuore tecnologico Feig Electronic, la linea RedWave consente di utilizzare i medesimi protocolli di comunicazione di tutti i dispositivi Feig, in banda sia HF che Uhf, preservando così gli investimenti nello sviluppo applicativo in caso di future estensioni del progetto o di migrazioni da una frequenza all'altra.

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06/12/2010http://www.automazioneindustriale.com/articoli/0,1254,60_ART_3645,00.html

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dicembre 2010 RFID Italia Estratto da web

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Logistica delle farineRFID nel magazzino

Il Gruppo Alimonti è protagonista in Italia nella produzione di farine di grano te-nero e semole di grano duro, annovera 3 stabilimenti di lavorazione, dedicati alla macinazione di grano tenero, duro e semiduro con una capacità molitoria di oltre 2500 q di materia prima lavorata ogni giorno, impianti all’avanguardia e macchinari di alta tecnologia.Giunta alla terza generazione, l’azienda si caratterizza per un’ampia diversifica-zione di prodotti, da quelli professionali per fornai, pizzaioli e pasticceri, a quelli per la casa. La Molino Alimonti, con i suoi 100 di-

MoLIno ALIMontI AFFIDA ALL’RFID LA LogIstIcA DeL pRopRIo MAgAzzIno peR unA MAggIoR eFFIcIenzA DeI FLussI e teMpestIvItà DeLLe MovIMentAzIon.

Identificazione automatica

Paola Curatolo

64 pendenti nello stabilimento di Ortona in Abruzzo, che si sviluppa su una super-ficie totale di 90.000 m2 di cui 22.500 occupati dagli impianti e 30.000 dedicati ai sili di stoccaggio grani, esterni agli impianti, è a capo del Gruppo Alimonti.Come ben sintetizza anche il pay-off dell’azienda “Farina, Amore e Innovazio-ne”, Molino Alimonti fa della qualità delle materie prime, dell’innovazione e delle avanzate tecniche produttive il faro delle propria attività, confermato anche dalle certificazioni di qualità ottenute: Sistema Qualità - ISO 9001 : 2000, BRC - British Retail Consortium ed IFS - International

Vista esterna di Molino Alimonti.

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LOGISTICA - novembre 2010
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Food Standard. È in questa cornice che si inserisce un’ulteriore corrente innova-tiva, realizzata da Polymatic su tecnolo-gia RFID di Softwork, rivolta a rafforzare ulteriormente il sistema di controllo delle materie prime e dei prodotti finiti di Mo-lino Alimonti.

L’applicazione RFIDIl progetto RFID nasce dall’esigenza pri-maria di Molino Alimonti di identificare e tracciare i prodotti, oltre ad automatiz-zare i processi di spedizione delle merci. Già sviluppata a monte del processo produttivo, nell’identificazione e trac-ciabilità delle diverse varietà e quantità di grano in ingresso, poi tracciate e mo-nitorate durante tutto il percorso svolto nelle diverse fasi di pulitura, vagliatura e macinazione attraverso il sofisticato sof-tware di gestione del processo produttivo perfettamente integrato col software ge-stionale, con l’applicazione RFID si per-feziona e si snellisce la tracciabilità del ciclo a valle, ossia fino a che i prodotti finiti non raggiungono il cliente finale. Nello stabilimento di Ortona, dopo la fase produttiva, si avvia l’impianto di

confezionamento che termina con 4 linee di palletizzazione automatica per organizzare i sacchi confezionati in pallet omogenei. Successivamente i pallet ven-gono prelevati tramite carrello elevatore (muletto) per la collocazione definitiva in magazzino. Ogni linea di palletizzazione è governata da un PLC e un Pc Host che sovraintendono al funzionamento di tutti gli apparati ad essa collegati: la stam-pante e il lettore Rfid che provvedono all’identificazione logistica del pallet con l’applicazione di un’etichetta contenente i dati identificativi del prodotto (qualità, formato, peso e lotto di produzione) e con l’abbinamento della merce alla matricola del tag collocato a bordo del pallet.Le aree di attività equipaggiate con sistemi di identificazione automatica RFID in Molino Alimonti sono: • linee di produzione/palletizzazione;• ricomposizione pallet/picking;• spedizione merci (muletti o baie di carico).

Linee di produzione/palletizzazione Ciascun pallet è dotato di transponder RFID attivo “recuperabile”, posizionato in

modo da non essere danneggiato nella movimentazione. Il tag viene collocato sul pallet nel momento in cui si carica la baia dei pallet vuoti che saranno pre-levati automaticamente dall’impianto di pallettizzazione, mentre alla fine di ogni linea di confezionamento e nelle aree di picking sono operativi controller RFID per la rilevazione automatica di detti tag e, quindi, pallet ad essi associati. Il si-stema gestionale memorizza la packing list collegata al numero del pallet e alla matricola del transponder installato sul pallet stesso.

PickingPer effettuare l’operazione di picking per allestimento di pallet con prodotti diversi (50% dei casi), si usa un pal-mare industriale mobile, integrato con tecnologia RFID: l’operatore, munito del palmare integrato con tecnologia RFID di Softwork, ricava la picking list da prepa-rare direttamente dal sistema informa-tivo aziendale, attribuisce il nuovo tag al pallet di destinazione in preparazione, individua il pallet di prelievo e poi legge i codici a barre dalle confezioni caricate o trasferite sul pallet in preparazione con-fermando (o meno) le quantità proposte. Il sistema gestionale provvede ad aggior-nare le packing list dei pallets modificati e quindi le giacenze di magazzino.

Spedizione merci (muletti o baie di carico)La fase della spedizione prevede che il magazziniere, a fronte della lista di cari-co elettronica, attivi la funzione di “cari-co ordine” imputando il numero del gate dove caricare. I controller RFID posti in modo adeguato nel gate rilevano il tran-sito del pallet dotato di tag e trasmettono l’informazione al sistema informativo che provvede a caricare sul DDT la packing list collegata. Il sistema controlla che il contenuto del pallet sia conforme a quanto previsto

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Particolare del pallet contenente i prodotti di Molino Alimonti, in cui è visibile il tag RFID di colore blu.

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dall’ordine in corso di evasione, segna-lando con allarme visivo e sonoro un messaggio sul monitor di controllo in caso di errore (merce non prevista).Ad attività conclusa il magazziniere attiva la funzione di fine carico del gate e il sistema in automatico emette il docu-mento di trasporto.Il magazziniere recupera i tag RFID a mano a mano che carica i pallet sul mezzo di trasporto e li deposita in un cestino monitorato dal sistema, lascian-doli disponibili per il prossimo uso.

Perché l’RFID?Molino Alimonti ha scelto di dotarsi di tale sistema, affidando a Polymatic la realizzazione del progetto RFID per la gestione della logistica del proprio ma-gazzino, per i seguenti motivi: • la necessità di avere una corretta ge-stione del magazzino; • l’esigenza di adottare le nuove norma-tive di legge espresse per la tracciabilità e la rintracciabilità dei prodotti;• la molteplicità di prodotti gestiti in azienda e la loro identificazione;• la gestione di un sistema di monitorag-gio e controllo dei prodotti in magazzino semplice, che non impatta ulteriormente sull’operatività delle maestranze addette;lo spirito di innovazione che è parte in-tegrante del dna dell’azienda abruzzese.

Dietro le quinte della filiera L’architettura RFID UHF (868 MHz) in Mo-lino Alimonti è di tipo attivo, composta da

Work-Tag i-B2 e controller i-PORT. Si tratta dell’ultima generazione della famiglia Work-Tag attiva Broadcast, per l’identificazione automa-tica a grandi distanze (fino a 100 m), ideale soprattutto per la tracciabilità di ogget-ti e persone, inventari in tempo reale e localizzazione di beni e persone in specifiche aree. Proprio la tecnologia attiva di tipo “Bro-adcast” apporta nel progetto in Molino Alimonti un ulteriore quid innovativo: il tag RFID, infatti, opera come un “radio-trasmettitore”, in cui il trasferimento del codice UID può avvenire a intervalli re-golari, variabili da 0,5 m/sec a 20 sec (l’impostazione è definita all’origine). A differenza della precedente tecnologia, il tag i-B2 non deve essere sollecitato per attivare la comunicazione, agevo-landone così l’utilizzo nel caso in cui ci siano particolari “barriere” (ad esempio lastre o griglie di metallo e acqua) che si sovrappongono alla trasmissione.In particolare, le informazioni sono me-morizzate nel server e collegate alla ma-tricola del tag, che invia continuamente ad intervalli programmabili (ping rate), senza alcuna richiesta proveniente dal controller, la propria matricola alla quale il gestionale ha associato la packing list del pallet ad essa collegata, ottenendone così la presenza e l’ubicazione. L’attività di trasmissione dei tag può arrivare fino a 5 anni.Altra importante caratteristica del siste-ma RFID Broadcast è il sofisticato algo-ritmo di anti-collisione che permette la comunicazione simultanea di centinaia di tag all’interno della zona di lettura.Racchiuso in un box di alluminio, il con-troller i-Port è collegato all’host tramite interfaccia RS422 e comunica con l’an-tenna W900R a polarizzazione lineare, dalla facile e rapida installazione.

ConclusioniDopo la fase di test e start-up risalente al 2007, il progetto in Molino Alimonti è oggi in fase di implementazione, nel rispetto delle tempistiche aziendale per il rinnovo degli impianti di confeziona-mento già esistenti, che ha preceduto il decollo definitivo dell’RFID. Per quanto riguarda le aspettative, l’a-zienda abruzzese punta a risolvere grazie all’apporto tecnologico le problematiche anzidette, enzima della ricerca di que-sta soluzione. Per il futuro, dopo aver concretizzato bene questa esperienza, è in programma l’ulteriore estensione dell’RFID anche negli altri stabilimenti con soluzioni più sofisticate per l’indivi-duazione e localizzazione di prodotti in magazzino con le relative giacenze (just in time) e far sì che tutto questo possa diventare la base a cui collegare un si-stema CRM efficiente.Tra i benefit attesi dalla soluzione RFID: localizzazione immediata dei pallet, an-che in aree estese, diminuzione dell’in-tervento umano e relativi errori, riduzione dei costi, ottimizzazione nell’uso delle risorse.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano del tag RFID attivo con il relativo supporto per essere agganciato al pallet.

Il controller RFID attivo utiliz-zato in Molino Alimonti

(e distribuito da Softwork).

Identificazione automatica

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Novembre 2010 RFID Italia web

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dicembre 2010 Social WEB Ottica Avanzi: estratto da web

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Dove stà andando l’identificazione in radiofrequenza per applicazioni industriali? Quali le principali innovazioni che potrebbero ampliarne l’azione? Dal colloquio con uno dei principali player italiano del settore la risposta a queste e altre domande.

Identificazione in radiofrequenza, novità e prospettive

RF

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automazioneintegrata• 32 •

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L’ identificazione in radiofrequenza ha vissuto negli ultimi anni dei momenti abbastanza contrastanti.

All’inizio, quando la tecnologia è stata “scoperta” anche in Italia, se ne parlava poco e con un approccio per certi versi non adeguato a spingere con efficacia la tecnologia, probabilmente perché ai vendor mancava una solida base di esperienza. Poi se ne è parlato addirittura troppo, crendo anche aspettative esagerate, spesso lontane da una reale logica applicativa. E adesso pare che l’argomento RFID stia lentamente declinando, non certo come tecnologia abilitante ma come richiamo di interesse da parte dei media. E dato che questo accade sempre quando una tecnologia diventa veramente fruibile per applicazioni che possono garantire ritorni tangibili, si potrebbe affermare che finalmente ci siamo. Ne abbiamo parlato con Paola Visentin, Marketing & Communication Manager di Softwork.

Come affrontare oggi il mercato dell’identificazione in radiofrequenzaLa vostra azienda è sempre stata in prima linea nella ricerca e proposta di soluzioni adeguate al mercato, senza dimenticare il vostro impegno nel diffondere una cultura dell’RFID. Per cui, oggi come ci si deve porre sul mercato e con quali obiettivi?Essendo Softwork un distributore di tecnologie RFID, la nostra attenzione è focalizzata esclusivamente sull’architettura hardware di queste soluzioni, quindi reader, antenne, mobile device, periferiche, transponder.

A questo si somma un costante “ascolto” degli input e delle richieste del mercato, in particolare dei nostri Integrator Partner; questa attenzione ci ha condotti in questo periodo del 2010 soprattutto verso due linee di prodotti: una in banda HF, contraddistinta dal nome Classic e Classic-Pro, dedicata a biglietteria elettronica, ticketing, sistemi di pagamento, controllo accessi e sicurezza; l’altra, operativa in banda sia HF che UHF, riunisce con il nuovo brand RedWave dispositivi da noi prodotti su base tecnologica del costruttore tedesco Feig Electronic GmbH. A monte di queste scelte vi

è l’obiettivo di rendere sempre più puntuale e completo il nostro carnet RFID, con proposte speculari nelle due frequenze, spaziando dai moduli OEM ai Long Range Reader. Il puro hardware è poi rivestito da una mirata serie di servizi valoriali, che accompagnano l’Integrator Partner lungo l’intera filiera d’implementazione: formazione con training suddivisi per contenuti e tipologie di RFID; disponibilità presso la nostra sede dell’RFID Testing Center per valutare la migliore architettura di un progetto in corso; supporto on site, ossia presso l’azienda utilizzatrice dell’RFID, durante lo studio di fattibilità prima e il progetto pilota dopo; assistenza tecnica online e telefonica, e, una volta avviata concretamente l’applicazione, servizi di comunicazione per darne visibilità nel mercato di riferimento. Insomma, il Partner è “avvolto”da molteplici servizi: tecnici, commerciali e di marketing.

Perché e dove utilizzare l’RFIDConsiderando l’attuale stato dell’arte dell’RFID, a suo avviso quali sono le principali motivazioni che potrebbero spingere un utente a impiegare questa tecnologia?La scelta di adottare questa soluzione tecnologica si sintetizza in poche ma decisive parole: automazione di produzione avanzata, gestione hand-free dei processi produttivi e logistici, plus di valore nell’industria in termini di velocità e precisione delle operazioni, affidabilità delle informazioni trasmesse. In tema di sicurezza, poi, l’RFID compie continue evoluzioni nella sua struttura tecnologica, quindi anche nelle sue prestazioni, tanto

■ Emilio Griesser

«Abbiamo affrontato il 2010 con un ragionevole ottimismo, consapevoli del delicato momento delll’economia globale sta vivendo, ma fiduciosi delle nostre scelte e strategie ormai ben collaudate»: Paola Visentin, Marketing & Communication Manager di Softwork.

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automazioneintegrata• 33 •

novembre 2010

da garantire elevate soglie di sicurezza. Per esempio, il reader CPR40.30, che proponiamo per applicazioni di e-Commerce, e-Banking, Loyalty, PoS, eVisa e micropagamenti, è stato aggiornato già nel 2009 nel firmware con una nuova “security function”, che prevede algoritmi aggiuntivi di autenticazione, blindando di fatto ogni attività e transazione effettuata tramite questo dispositivo. Si tenga comunque presente che, essendo i progetti RFID industriali operativi all’interno del perimetro dello stabilimento, non risentono dei tradizionali problemi di sicurezza del wireless.

L’orientamento del mercato industrialeA suo avviso su quali tipologie di dispositivi si concentra oggi la richiesta del mercato e quali sono le prestazioni ritenute prioritarie dall’utente?Nell’ambito industriale, le scelte dell’RFID riguardano fondamentalmente le due bande di frequenza: l’HF è ideale nel controllo di produzione, dove è richiesta la rilevazione del singolo tag, mentre l’UHF ben soddisfa le aspettative della logistica come maggiore e più veloce distanza di lettura. Altra feature spesso richiesta è la capacità del dispositivo di operare in modalità stand-alone, senza cioè collegarsi a un PC di gestione, snellendo e rendendo così più flessibile non solo l’hardware del progetto ma talvolta anche la procedura operativa degli addetti ai lavori. Infine, frequente nel settore industriale è la richiesta di apparati RFID dotati di I/O digitali e relé, per collegarsi a sensori, fotocellule e altri attuatori.

Innovazioni per una più ampia applicabilità dell’RFIDParlando di innovazioni nell’RFID, cosa ritiene oggi più importante per il miglioramento e allargamento delle applicazioni? Tra le più recenti innovazioni RFID spiccano i tag, progettati e realizzati proprio in funzione delle peculiarità dell’ambiente industriale. È questo il caso della gamma UHF Special Tag e Hard Tag onMetal, prodotti da Confidex e da

noi distribuiti in Italia; le caratteristiche di spicco sono il rivestimento, ideale per applicazioni industriali fino a IP68, le modalità di fissaggio dei tag, per esempio magnetico o adesivo con la disponibilità di appositi kit di montaggio, e la resistenza a contesti metallici, operando indisturbati a contatto con i metalli, e ad ambienti ostili, con temperature oltre 200°C e presenza di solventi chimici. Nello specifico, poi, i tag sono mirati per forma, dimensione, materiale di rivestimento e performance a particolari applicazioni, tra cui il vetro, con il modello Casey, la produzione di pneumatici con il modello Cruiser, il legno, modello Pino, e il metallo, modello Ironside. Il modello SteelBIT, per esempio, è ideale per l’asset management, pre-codificato secondo gli schemi FSTC, con matrice 2D stampata con codice ID del tag, con possibilità di lay-out personalizzato con logo aziendale. Il mercato ha reagito positivamente alla nuova proposta di Confidex, tanto da trovare a breve una concreta implementazione nella logistica, sicurezza e asset management. Un altro trend tecnologico potrebbe essere rappresentato dal tag non più in silicio, bensì thin print

circuit, punto d’incontro tra stampa ed elettronica tramite inchiostri conduttivi: se i limiti prestazionali di questa frontiera tecnologica, per esempio la capacità di memoria ridotta rispetto al tradizionale chip in silicio, sono compatibili con le esigenze del progetto RFID, il thin print circuit presenta indiscussi vantaggi, tra cui il costo ridotto, la flessibilità produttiva e applicativa.

Le difficoltà dei mercati e la percezione della tecnologia RFIDIn conclusione, una sua valutazione sullo stato del mercato industriale in generale. Possiamo dire che la crisi sia alle spalle?Sono vari gli indicatori che ci spingono a un ragionevole ottimismo: tra questi l’aumento dei clienti fidelizzati, e l’investimento nell’innovazione tecnologica delle aziende grazie a un mercato maturo per concretizzare quanto proposto. Infine, notiamo un interesse sempre più reale, basato su conoscenze e approfondimenti dei nostri interlocutori, desiderosi di sviscerare concretamente le potenzialità dell’RFID nei loro specifici casi aziendali. n

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Il Controller RFID MRU80, per tag EPC Class 1 Gen 2 – ISO 18000-6C, prevede interfacce USB e RS232, opzione digital I/O, relé, Wi-Fi e Ethernet, multiplexer integrato, 2 uscite d’antenna, firmware aggiornabile conforme alla normativa europea sulle radio emissioni EN 302 208.

[email protected] 33 21/10/10 14.56