2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

44
Anno XVIII – Febbraio 2015 • Numero 2 Rivista della Fondazione Missio • Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40

Transcript of 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

Page 1: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

Anno XVIII – Febbraio 2015 • Numero 2Ri

vist

a de

lla F

onda

zion

e M

issio

• P

oste

Ital

iane

S.p

.A. –

Spe

dizi

one

in a

bbon

amen

to p

osta

le –

D.L

. 353

/200

3 (c

onv.

in L

. 27/

02/2

004

n.46

) art

. 1, c

omm

a 1

Aut.

GIPA

/ C /

RM •

Eur

o 1,

40

Page 2: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

Il Ponte d’Oro - Mensile dei Ragazzi MissionariReg. Tribunale di Roma n. 171/97 del 21/03/97Editore: Fondazione di Religione Missio (organismo pastorale della CEI)Presidente di Missio: monsignor Ambrogio SpreaficoDirettore di Missio: don Michele AutuoroDirettore responsabile: padre Giulio AlbaneseRedazione: Chiara Pellicci, Miela Fagiolo D’Attilia, Ilaria De Bonis. Segreteria: Emanuela PicchieriniHanno collaborato: Marco Benedettelli (pag. 4-5.8-9), Eleonora Borgia (pag. I-IV).Illustrazioni: Beatrice Cerocchi, Sergio De Simone (pag. 36-37), Carla Manea (copertina), Cristiano Crescenzi (pag. 27-30).Foto: AF/PP.OO.MM., Giuseppe Andreozzi, Chiara Pellicci, Wikipedia, Comboni Press, Freepik.com, Alberto Forconi, Giulio Albanese, Ilaria De Bonis, Archivio NSWS, Archivio ACS, iostoconlasposa.com.Progetto grafico e impaginazione: Alberto SottileRedazione e amministrazione: Via Aurelia, 796 – 00165 Roma; tel. 06/66502678; e-mail: [email protected] abbonamenti: tel. 06/66502632; fax 06/66410314; e-mail: [email protected] annuo: individuale 14€; collettivo 10€; estero 26€ su n. 63062327 intestato a MISSIO oppure con bonifico bancario intestato a MISSIO presso Banca Etica,cod. IBAN IT 55 I 05018 03200 000000115511.Stampa: ABILGRAPH - Via Pietro Ottoboni, 11 - 00159 RomaMensile associato alla FeSMI, Federazione Stampa Missionaria Italiana.Chiuso in tipografia nel mese di gennaio 2015.

omm ra iSEditorialeContro l’ignoranza

Kabàka, l’amico dottoVincere la povertà e la fame

GiramondoViaggio in…Filippine

DossierBambini arruolati

Intervista (im)possibileUn regista coraggioso

Dove è nata la missionePace, nonostante tutto

Passi di oggi…Una nuova chiesa, segno di amicizia

…sulle orme di ieriAnna Schaffer

Click alla ParolaFuorisaccoSolidali solidali solidali

Mama MukasiLiberi di credere

ScaffaleLa strada che porta alla vita

Un mondo di quiz

1

2

410

14

22

24

26

27

33

35

36

34

32

oAll’internoPIANETA MISSIO RAGAZZI

..

Page 3: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected] 1

Ed to ia

Edi to r leia

rEdi to r leia Editor leia Editor leia

el

Cari Amici,dovete sapere che l’ignoranza è la peggiore delle povertà.A questo proposito, recentemente mi è capitato dileggere un sondaggio, condotto in diversi Paesi delmondo, realizzato da un’autorevole agenzia di ricerca. Iltitolo di questo studio la dice lunga: “L’Indice del-l’ignoranza”, una classifica secondo la qualenoi italiani siamo tra i popoli più ignoranti o,meglio, disinformati sull’attualità del nostrostesso Paese. Secondo questa indagineabbiamo un’idea distorta della realtàe non ci interessa sapere comestanno davvero le cose, a differenzadi coloro che vivono nei Paesiscandinavi e in Germania, sempreinformatissimi su tutto. Forse la risposta più chiara a que-sto grave atteggiamento di chiu-sura mentale - che riguarda, ahimè,giovani e adulti - dipende dalnostro egoismo che spesso ciporta ad essere indifferenti e dun-que a non interessarci veramente di cosa ci sia fuori dalla nostra porta. Ecco che allora,guardando al tempo di Quaresima ormai imminente, vorrei farvi una proposta: prendere sulserio l’impegno di leggere sia il Vangelo che la nostra rivista. Da una parte avrete modo diriflettere sugli insegnamenti di Gesù, dall’altra, negli articoli del nostro giornalino,troverete tante informazioni sul mondo in cui, come cristiani, siamo chiamati ad annunciaree testimoniare la Buona Notizia.

Buona lettura!

Abuna

Control’ignoranzaControl’ignoranza

Page 4: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

Kabàka Kabàka

Kabàka Kabàka KabàkaKabàka

T i sei maisentito po-

vero o infeliceperché non po-tevi permet-terti qual-cosa? Haimai provatola sensazione difame?Per rispondere devi pensarci un attimo, vero?Invece esistono al mondo milioni di bambinie adulti che con la “povertà” e la “fame”possono raccontarti la loro storia e la lorovita.Nel 2014 nei Paesi del Suddel mondo il 20% della po-polazione viveva ancoracon meno di un euro algiorno e il lavoro precariocoinvolgeva il 56% ditutti gli occupati. Eppurerispetto al 1990 c’è unmilione e 173mila per-sone in meno a soffriredi fame cronica. No-

L’amico dottoCiao! Sai che il 2015 è un anno

speciale? Sì, perché l’umanità dovrebbe

fare ben 8 goals, cioè vincere altrettante partite

contro i mali del mondo. Purtroppo, però, non

sempre i risultati sono buoni. In questo numero

ti spiego in cosa consiste la prima partita:

il Millennium Goal n.1.

nostante questo, oggiancora 842 milioni dipersone (un ottavodella popolazionemondiale) soffronola fame. In tutto ilmondo il 25% deibambini sotto icinque anni hauno sviluppo fisico

inadeguato alla propria età enon ha un’alimentazione sufficiente,né sicura: ciò è causa di malattie emorte.Se alcuni hanno visto migliorare le pro-prie condizioni di vita, non va però di-menticato che solo nel 2013, 32mila

persone al giorno hanno perso tutto quelloche avevano, costrette ad abbandonare leproprie case e il proprio Paese per cercare

protezione altrove a causa di guerre.I primi cinque Paesi dove vive la mag-

gioranza delle persone più povereal mondo sono In-dia, Cina, Nigeria,Bangladesh e Repub-blica Democratica delCongo. Anche in Eu-ropa circa 78 milionidi persone (il 16%della popolazione e il19% dei bambini) sono

MIL

LEN

NIU

M G

OA

LS

Vincere lapovertàe la fame

Vincere lapovertàe la fame

i [email protected]

Page 5: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected] 3

Kabàka, l’amico dotto, tiaspetta anche nelle paginesuccessive per parlarti di:

INCA, ETNIA, STATO PALESTINESE, REGIMEDITTATORIALE, TIFONE, ONG… E ALTRO. M

ILLE

NN

IUM

GO

ALS

HAI IL CUORE GRANDE(da 19 a 25 punti)Chi ha il cuore grande può metterci dentro tante

persone e tu sai non fermarti a parenti e amici.

Sei informato sulle necessità e i bisogni di

persone che non conosci e abitano lontano.

Continua ad interessarti di loro e a fare quello

che puoi perché abbiano una vita migliore.

attualmente esposti al rischio povertà.Per vincere questa partita ci vuole an-cora impegno: fame e povertà conti-nuano a rubare a troppe persone la spe-ranza, la dignità, i diritti, la vita. Faiqualcosa anche tu: impegnandosi in-sieme più persone potranno riuscire avincere questa sfida vitale!

1

DIMMI COSA SAI…

…E TI DIRÒ CHI SEI

A - VeroB - FalsoC - Non lo so

NEL MONDO C’È ABBASTANZA CIBO PER

SFAMARE TUTTI GLI ABITANTI?

2A - AfricaB - Asia e PacificoC - America Latina e Caraibi

IN QUALI REGIONI DEL MONDO CI SONO PIÙ PERSONE AFFAMATE?

351

3A - Cibo che avanza e viene buttato viaB - Cibo povero di nutrienti essenzialiC - Cibo con imballaggi che producono

spazzatura

COS’È IL “CIBO SPAZZATURA”?

351

4A - 10 milioniB - 66 milioniC - 87 milioni

OGNI GIORNO, NEL MONDO, QUANTIBAMBINI VANNO A SCUOLA AFFAMATI?

153

5 A - Tutti possono accedere al cibo in ognimomento

B - Rispettare la data di scadenza deglialimenti

C - Mangiare più di quanto è necessario

COSA SIGNIFICA “SICUREZZA ALIMENTARE”?

5

3

1

TEST

513

SEI FORTUNATO(fino a 10 punti)Forse non te ne sei reso conto, ma sei un ragazzo

fortunato. Ogni volta che senti un brontolio nello

stomaco, subito trovi qualcosa da mangiare.

Sappi, però, che nel mondo ci sono 842 milioni di

persone, su una popolazione complessiva di

circa 7 miliardi, che soffrono la fame.

HAI GLI OCCHI APERTI(da 11 a 18 punti)I tuoi occhi non vedono solo quello che c’è neltuo piatto, ma guardano lontano e si accorgonoche nel mondo spesso manca il cibo perché, peresempio, c’è una guerra o la siccità ha impedito ilraccolto o un’alluvione lo ha distrutto.

Page 6: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

Gir am o ondo ondGir am o ond

Gir am o ond

IN QUESTO NUMERO

TI ACCOMPAGNO IN: AUSTRALIA

KUWAIT COREA DEL NORD

AMERICA LATINA

EUROPA

AFRICA

AMERICA LATINA

Una linguada salvare

i [email protected]

Èuna lingua che ha duemila anni di storia e cheora rischia di scomparire dall’America Latina. Ma

mentre in Perù viene lasciata al suo destino, inBolivia il governo sta cercando di preservarla contante iniziative. Stiamo parlando del quechua, unidioma di origine inca tutt’oggi usato da ottomilioni di persone, fra Colombia, Ecuador, Perù,Bolivia e Cile. In alcune zone del Sud America,

come in Perù, il quechua oggi è parlato sempremeno: gli agricoltori preferisconoinsegnare ai propri figli solo lospagnolo e li dissuadono dal-l’imparare la loro lingua preco-lombiana. Questo perché i tantisudamericani di origine indigenache continuano ad emigrare dallecampagne alle città scoprono checon il quechua non si trova lavoroe tutti nei centri urbani parlanosolo in spagnolo. La lingua degliInca diviene così una barriera euna causa di emarginazione da cuici si preferisce svincolare. Ma inBolivia il governo sta correndo airipari e ha disposto che il quechua

Prima dellas c o p e r t a

dell’America daparte di Cristoforo Co-lombo (1492), che aprìall’arrivo dei conquista-tori europei, in AmericaLatina vivevano popo-lazioni locali, indigene.Tra queste c’erano gliInca, gli Aztechi, i Maya,organizzati in civiltà im-periali. L’impero pre-colombiano degli Incaera il più grande e siestendeva in tutta l’areaoccidentale dell’Ame-rica del Sud.

INCA

Page 7: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

Un’altra nazione in Europa prendeposizione e riconosce l’esistenzadello Stato palestinese. È il go-verno spagnolo, che con una ri-soluzione approvata da maggioranza

e opposizione parlamentare,si è impegnatoa “riconoscerela Palestinacome Stato”.Una decisionepresa, comespiegano i co-municati ufficiali,nella “convin-zione che l’uni-ca soluzionepossibile per ilconflitto è lacoesistenza didue Stati, Israe-le e Palestina”.

Se ne parla da de-cenni, ma lo Stato pa-

lestinese non esiste an-cora. Tutto ebbe inizio nel 1947quando le Nazioni Unite deciserola spartizione dell’area in dueStati distinti, quello palestinesee quello d’Israele. Quest’ultimonacque il 14 maggio 1948, mentreil primo non vide mai la luceperché il mondo arabo non ac-cettò la spartizione dell’area trapalestinesi ed ebrei. Oggi la que-stione è ancora aperta, ma adopporsi alla nascita dello Statopalestinese è proprio Israele, chedal 1967 occupa i Territori pale-stinesi e li considera – di fatto -come suoi.

STAT

O P

ALES

TINE

SE

diventi, lentamente, la seconda lingua uf-ficiale della nazione. Ora viene insegnatanelle scuole materne ed è stata resa indi-spensabile per chi vuole lavorare nell’am-ministrazione pubblica. Ven-gono promossi corsi di que-chua e la lingua degli Incaè parlata anche in alcuniprogrammi tv. Per impedire,però, che questo tesoro lin-

EUROPA

Sì allo Stato palestinese

guistico scompaia bisogna soprattutto fa-vorire l’integrazione sociale degli indigeni,tutt’ora discriminati per la loro etniae la loro povertà.

Per gli spagnoli il riconoscimento dello Statopalestinese è un passaggio fondamentale,senza il quale le diplomazie internazionalinon possono mettere a punto un serio pro-getto di pace in Medio Oriente. Ma Madridha deciso di dirsi favorevole al riconoscimentoa due condizioni. La prima è che i palestinesiaccettino gli interessi dello Stato di Israele.La seconda è che si impegnino in ogni modoa proseguire i negoziati con gli israeliani,fino al giorno in cui si arriverà alla sospiratapace fra i due popoli. Altri Paesi in Europahanno già preso posizione a favore di unoStato palestinese: Inghilterra, Irlanda e Svezia.Dopo la Spagna anche la Francia ha fatto al-trettanto. Chissà che l’elenco non si sia giàallungato quando i nostri abbonati riceverannoquesta rivista a casa propria…

Dal greco ethnos, che significa popolo, un’etnia è una popolazione chediscende dalla stessa origine ed ha in comune, oltre che religione, cultura elingua, anche tratti somatici e caratteristiche fisiche. Spesso in America Latina chiappartiene alle etnie precolombiane è penalizzato nell’integrazione sociale, cioè neltrovare un lavoro, nello studio o nel ritagliarsi un ruolo nella società.

ETNIA

i [email protected] 5

Page 8: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected]

Gir am o ond Gir am o ondGir am o ond Gir am o ond

Gir am o ondGir am o ond

AFRICA

Orfanidell’EbolaN egli ultimi mesi tutti hanno

imparato a conoscere questo virus:l’Ebola ha purtroppo colpito migliaia dipersone in Africa e ha raggiunto anchealtri Paesi del mondo. Ma è il Continentenero quello che ha subito perdite e con-seguenze maggiori: a dicembre delloscorso anno erano 6.331 le vittime e17.800 i casi di contagio registrati. Èmolto probabile, però, che questecifre siano sottostimate, cioè i nu-meri veri siano più alti: in alcuniPaesi africani, infatti, tanti malatinon hanno accesso alle cure, riman-gono in casa e muoiono senza es-sere conteggiati e infettando ipropri familiari. I bambini sonoquelli più colpiti dal virus, sia perchési ammalano (come gli adulti), sia per-ché rimangono spesso orfani (quando igenitori muoiono a causa dell’Ebola),sia perché in molti luoghi non pos-sono andare più a scuola: secondo leorganizzazioni umanitarie, sono circa cin-que milioni gli alunni che non stanno fre-quentando le scuole nei Paesi più colpitidal virus, perché chiuse nel timore chesiano luoghi di contagio; inoltre i bambinii cui genitori sono stati uccisi dall’Ebola

sono 20mila e adesso non hanno più fami-liari che si prendano cura di loro. Nel frat-tempo nei Paesi dove molti adulti sonoguariti dal virus – e quindi sono ormai im-muni alla malattia – si cerca di addestrarevolontari che possano offrire assistenza aipiccoli orfani a causa dell’Ebola.

Page 9: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected] 7

S ono circa 7mila le lingue parlate sullaTerra, anche se la metà rischia di scom-

parire. Eppure sono ‘solo’ 2.527 quelle nellequali la Parola di Dio è disponibile, nonostanteche la Bibbia sia il libro più tradotto almondo. Ciò significa che in varie parti delmondo molti uomini, donne, bambini nonpossono disporre della Bibbia nella proprialingua, né hanno mai ascoltato la Parola diDio. Invece poter leggere e comprendere ilVangelo è molto importante.Nel mondo sono molte le società che si preoc-cupano di tradurre e stampare la Bibbia negliidiomi che mancano all’appello. Tra queste c’èAiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), un’orga-nizzazione che realizza progetti per sostenerela Chiesa cattolica nei Paesi dove i cristianisono perseguitati o dove sono privi di mezzi.Negli ultimi anni ACS ha pubblicato, per esem-pio, la “Bibbia del Fanciullo” (un volume illu-strato per bambini) in 174 idiomi differenti;“YouCat” (il catechismo per i giovani) indiverse lingue tra cui l’arabo; il Messale in

Le persone che vivono in Kuwait, ma nonsono cittadini né di questo Stato né dinessun altro, sono circa 180mila. Si chiamano“bidun e rappresentano circa il 5% della po-polazione di uno dei più ricchi Paesi delmondo, grazie all’abbondanza di petrolio nelsottosuolo. I bidun sono cittadini ai quali nel1961, quando il Kuwait ottenne l’indipendenzadal Regno Unito, non fu data la cittadinanzakuwaitiana nonostante essi stessi e i lorofamiliari (nonni, genitori, ecc.) fossero nati inquesta terra. Da quel momento i loro di-scendenti, fino ad oggi, sono stati e sonotuttora considerati non-kuwaitiani. Non averenessuna cittadinanza è un grande problemaogni volta che una persona ha bisogno diusufruire di un servizio come andare ascuola o essere curato.Nell’anno scolastico in corso sono oltremille i figli dei bidun (anch’essi bidun vistoche questa condizione si tramanda di gene-razione in generazione) che non hannopotuto iniziare il loro corso scolasticoperché privi di certificati di nascita. LoStato, infatti, si rifiuta di rilasciare loroquesto documento in quanto “senza cittadi-nanza”: i bambini, così, non risultano mainati e sono considerati dei fantasmi.

MONDO

La Bibbia in tutte le lingue

urdu per la comunità cristiana del Paki-stan.La speranza è che prima o poi la Bibbiavenga tradotta in tutte, ma proprio tutte,le lingue del mondo.

KUWAIT

Bidun come fantasmi

Page 10: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

Gir am o ondGir am o ond Gir am o ondGir am o ond

Gir am o ond

L’opposizione al regime dittatoriale viveanche nella lettura dei libri in Nord

Corea, dove è in crescita il mercato nero diromanzi stranieri e so-prattutto di storiedi spionaggio, ti-pologie entram-be vietate dalgoverno. Secon-do una inchiestadel giornale ingle-se The Guardian,ad andare per la

maggiore negli ultimi mesi sono i romanzidi spie e di investigatori, letti soprattuttodagli studenti universitari che sono dispostia pagare al mercato nero cifre anche triplerispetto ai prezzi dei libri in libreria, purdi portarsi a casa uno dei volumi illegali.“Siamo affascinati dalle storie di spionaggio- racconta un giovane coreano, lettore dilibri proibiti - perché ci permettono discoprire come funzionano le dinamiche dicontrollo e di sorveglianza. Viviamo in unPaese dove ci si spia a vicenda, edunque attraverso i romanzisui detective capiamocosa succede intorno anoi”.

COREA DEL NORD

Libri proibiti

È una formadi governo

non democra-tica dove si cancellanole libertà fondamentali(di parola, di pensiero,religiosa, politica, ecc.).Le dittature mettonospesso in atto azionidi propaganda attra-verso la stampa o imezzi di comunica-zione: un modo perdescrivere la realtà deifatti a favore del regimee garantirsi la benevo-lenza dei cittadini, chesi convincono dellabontà e giustezza dichi li governa.

REGI

ME

DITT

ATO

RIAL

E

i [email protected]

Page 11: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected] 9

In Corea del Nord i pochi volumi in circo-lazione devono essere vagliati e approvatidal Dipartimento della sicurezza di Stato,prima di andare in stampa. E così nelPaese vengono pubblicati solo pochi romanzia carattere propagandistico o storie chedifficilmente stimolano il senso critico. I

volumi che invece girano nel piccolo mavivo mondo del mercato nero, in genere,vengono tradotti da studenti di linguestraniere delle università coreane. I testivengono camuffati con le copertine deilibri approvati dal governo, e venduti dinascosto con estrema attenzione.

non c’era nessun mistero. La donna ha spie-gato che, dopo aver litigato con il compagno,è scappata nella boscaglia di corsa. Qui si èinfilata in una zona fitta di vegetazione alpunto che nessun ricercatore è più riuscitoad avvistarla.

AUSTRALIA

Perdersi nella giunglaÈ scomparsa nella giungla e, dopo 17 lun-ghissimi giorni, è stata ritrovata miracolosa-mente sana e salva quando oramai lesperanze di riabbracciarla iniziavano a scemare.È successo a Shannon Fraster, 30enne au-straliana che si era persa nella fitta boscagliadi Josephine Falls, nello Stato del Queensland.Per più di due settimane la donna ha vagatofra gli alberi, si è cibata di piccoli pesci e habevuto l’acqua dei ruscelli. La fatica è stataimmensa, tanto che Shannon, al momentodel suo ritrovamento, era coperta di lividi eaveva perso 17 Kg. La giovane ha raccontatoai suoi familiari che ogni sera, prima di ad-dormentarsi nel bosco, pensava puntualmenteai suoi tre figli e la loro immagine le davacoraggio e l’aiutava a tenere duro.Un fatto, però, ha in principio lasciatoperplessa la polizia: la donna è stata ritrovataa 30 metri dal punto in cui erano state persele sue tracce mentre nessuno era riuscito adavvistarla nella zona, nonostante gli oltre 800mezzi impiegati a cercarla, tra cui dueelicotteri. Ma gli agenti hanno giudicato ilracconto di Shannon del tutto credibile ehanno stabilito che dietro la sua scomparsa

Page 12: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected]

Viagg i in…oV iagg i in…oViagg i in…o

V iagg i in…oViagg i in…o

Viagg i in…o

Filippine

I l catastrofico ciclone Hagupit si è abbattuto neldicembre dello scorso anno nell’area centrale del

Paese, la stessa già messa in ginocchio dai danniprodotti dal tifone Hayan, nella zona dell’OceanoPacifico chiamata “anello di fuoco”, dove ogni annosi abbattono gli uragani tra i mesi di giugno eottobre. Se la popolazione delle Filippine è abituataai cicloni, non è certamente abituata alle devastanticonseguenze che essi generano.Nel complesso sono 7.107 le isole che costituisconol’arcipelago della attuale Repubblica delle Filippine,originariamente abitato da popolazioni di etnia ma-

1

2

Il Paesedelle isolenell’Oceano

Il Paesedelle isolenell’Oceano

Ciclone, tifone, uragano sono comunemente utiliz-zati come sinonimi per indicare un violento feno-

meno atmosferico caratterizzato da venti fortissimiche si muovono vorticosamente e distruggono tutto. Il ter-mine più appropriato è ‘ciclone’. A seconda, poi, dellearee geografiche in cui si abbatte, prende nomi diversi(esempio: uragano in America, tifone in Asia), che ormaiperò vengono usati indistintamente.

TIFONE

Soltanto 13 mesi dopo ilpassaggio del tifone Haiyanche provocò 7mila morti eterribili danni a città e villaggi,le Filippine sono state colpiteall’inizio dello scorso dicembreda un altro devastante ciclone,Hagupit, che ha causatonumerosi morti e oltre unmilione di sfollati solodall’Isola di Samar. Ecco unbreve viaggio per conoscerepiù da vicino il Paese delleisole nell’Oceano Pacifico.

Page 13: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected] 11

laio–polinesiana. Era il1521 quando FernandoMagellano aprì l’era dellacolonizzazione, facendodella città di Manila,nei secoli successivi, ilcentro economico del-l’impero spagnolo inAsia. Sempre nel XVIsecolo arrivarono i padrifrancescani, missionaridella Buona Novella trala popolazione che al-l’epoca professava la re-ligione animista o mu-sulmana. Oggi le Filippine

sono uno dei Paesi maggiormente cristianidel continente asiatico con il 92% dei fedeli(81% cattolici). Circa il 5% dei filippini, ap-

Foto 1-2 - Alla periferia di Manila, una grande discarica,chiamata Smoky Mountain (Montagna Fumante), è meta diadulti e bambini che cercano qualcosa da mangiare o davendere.Foto 3 - Nonostante la situazione economica siamigliorata negli ultimi 10 anni, un filippino su tre vive sotto

la soglia di povertà.

3

partenenti in gran parteall’etnia moro, è musul-mano e vive soprattuttonel Sud dell’arcipelago.

Cicloni e povertàNonostante la situazioneeconomica del Paese sia molto miglioratanegli ultimi 10 anni, i danni economici pro-vocati dalle catastrofi naturali e l’inegualedistribuzione della ricchezza tra una mino-ranza di ricchi e la massa dei poveri, fannosì che molte famiglie debbano ancora di-pendere dai soldi dei filippini emigrati chelavorano all’estero. Un filippino su tre vivesotto la soglia di povertà e un neonato sucinque è sottopeso, mentre ancora troppemamme muoiono dopo il parto. Su oltre100 milioni di abitanti, la popolazione conmeno di 14 anni raggiunge il 34%, mentrela speranza di vita media è di 69 anni. Acausa della povertà, il 10% dei bambini ècostretto a lavorare per aiutare la famiglia:più di un milione di giovani filippini frequentaogni giorno le numerose discariche, cercandoqualcosa tra i rifiuti, con conseguenze gra-vissime per la salute. Molti bambini sonoimpiegati nelle piantagioni di canna dazucchero, di tè, nelle risaie e nella pesca,che è una delle attività prin-cipali del Paese.

Per i più piccoli la vitaè difficileLe Filippine fanno partedella lista di 19 Stati incui è presente la piagadei bambini-soldato, usati

Nel XVI secolola Spagna e le

altre potenze eu-ropee cominciarono

a conquistare le terredei continenti esploratiall’epoca grazie ai gran-di navigatori (CristoforoColombo per le Ame-riche, Ferdinando Ma-gellano per l’OceanoIndiano e Pacifico): ric-chezze e manodoperalocali venivano sfruttatedalla potenza domi-nante e le popolazioniindigene si impoveri-vano.

COLO

NIZZ

AZIO

NE

È un livello direddito al disotto del quale unapersona o una fami-glia è consideratapovera. Questa sogliavaria da Paese a Paese,in base al numero deicomponenti il nucleofamiliare. SO

GLIA

DI P

OVE

RTÀ

Esprime ilnumero

medio di annidella vita di un citta-dino in un Paese.Nelle Filippine ladurata media dellavita di un essereumano è di 69 anni.

SPER

ANZA

DI V

ITA M

EDIA

Page 14: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected]

nei conflitti armati tra gruppi terroristici(vedi il dossier). Anche le leggi a volte nontengono conto dei diritti dei bambini. Unesempio? I figli nati fuori dal matrimoniosono considerati illegittimi e i bambini ap-partenenti a gruppi tribali non vengono re-gistrati all’anagrafe: entrambe le categorienon godono di nessun diritto, dalla scuolaalla sanità. Ma che male hanno fatto questibambini per dover subire tali ingiustizie“per legge”?

s Chi non guarda indietro da

dove è venuto non raggiungerà mai

la sua destinazione.s I pesci vengono presi per la bocca,

la gente per la parola.s Scherza con chi è ubriaco, non con

chi è stato appena svegliato.

s Uniti siamo forti, divisi cadiamo.

ProverbiFilippini

Viagg i in…oV iagg i in…oViagg i in…o Viagg i in…o

Viagg i in…o

Una tartaruga prendeva il sole sulla rivadi un fiume quando si accorse che

l’acqua stava portando via un albero dibanane. Si tuffò e cercò di riportarlo a riva,ma era troppo pesante. Una scimmia che eralì vicino udì le grida: “Aiutami a recuperarequesto albero, vorrei piantarlo nel mio giar-dino”. La scimmia rispose: “Non ce la faraimai da sola. Ti aiuterò, ma dopo divideremol’albero”. Insieme riuscirono a tirare l’alberofuori dall’acqua e a portarlo nel giardinodella tartaruga che disse: “Pianteremo l’albero,aspetteremo finché le banane saranno mature

Favola dalle Filippine

La tartaruga, la scimmia e l’albero di banane

Page 15: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected] 13

Morale della favolaChi è saggio devesaper aspettare per vedere la sua vittoria.

e poi ce le divideremo”. Ma la scimmiavoleva subito la sua parte di bottino: “No,ci vuole troppo tempo. Sarebbe megliodividere subito. Tagliamo l’albero in due: ione prendo una parte e tu l’altra”. Dopo unalunga discussione, la tartaruga accettò. Lascimmia scelse quella con le foglie perchésembrava la migliore e la portò nel suo giar-dino. Alla tartaruga rimase la parte con leradici, la piantò con cura, rincalzando laterra tutt’intorno alla base del tronco. Dopoun po’ di tempo la parte superiore dell’alberocominciò ad ingiallire e morì. La partetoccata alla tartaruga, invece, mise prestole foglie, poi i fiori e alla fine si ricoprì dibanane. La tartaruga voleva coglierle, manon riusciva ad arrampicarsi sull’albero.Chiamò di nuovo la scimmia in aiuto: “Tidarò qualche banana per il disturbo”. Lascimmia salì sull’albero e, invece di gettaregiù le banane alla tartaruga, cominciò amangiarsele. La tartaruga aspettava di sottoe chiedeva di gettargliene qualcuna. La scim-mia ridendo gridò: “Neanche una! Mi hai im-brogliato quando abbiamo diviso l’albero e

adesso le banane me le mangio tutte io.Eccoti le bucce!”. La tartaruga arrabbiataraccolse un po’ di rovi pieni di spine, li misesotto l’albero e si nascose. Mangiata l’ultimabanana la scimmia scivolò giù dall’albero,cadendo in mezzo alle spine. Vedendo che latartaruga rideva gridò: “Ti picchierò con unbastone! Ti butterò dalla montagna! Cosaposso farti per vendicarmi?”. “Qualunquecosa ma non mettermi nell’acqua, ti prego”rispose la tartaruga. “Sì, è proprio quelloche farò” disse la scimmia. Detto fatto, latartaruga venne gettata nel punto più pro-fondo del fiume dove sparì. Per riemergereridendo: “Grazie, stupida scimmia! Non saiche nell’acqua sto bene?”.

Page 16: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected]

DossierDossier

DossierDossier Dossier

Dossier

Sigla di ‘organizzazione non gover-nativa’, è un ente che opera nel sociale,

aiutando chi ha bisogno, senza volerguadagnare denaro o trarre profitto sui

servizi che offre.ONG

Bambini arruolatiBambini arruolati “S tavo andando a scuola

quando mi hanno presa.Ero lì lì per consegnare la

mia iscrizione ed iniziare l’anno scola-stico. I soldati mi hanno portata viacon la forza, ho ricordi confusi di queigiorni. Quasi subito sono stata data insposa ad un soldato, era ugandese.Una volta diventata sua moglie, luipoteva fare di me quello che voleva.Abbiamo iniziato a spostarci nellaforesta, per giorni, per settimane, permesi. Siamo arrivati in RepubblicaCentrafricana, ma ci siamo rimasti perpoco tempo”.

Purtroppo, oggi come ieri, esistono ancoramolti bambini resi schiavi dagli eserciti. È dipoco tempo fa un nuovo appello, lanciato dallacoalizione italiana delle ong “Stop ai bambini-soldato”, che denuncia come il fenomeno siaben lontano dall’esaurirsi. Ogni anno il 12febbraio si celebra la Giornata internazionalecontro l’uso dei bambini-soldato: nelle pagineche seguono proviamo a conoscerli da vicinoe scopriamo come farli diventare nostri compagnidi ogni giorno in questo tempo di Quaresima.

UGANDA

REP. CENTRAFRICANA

REP. DEMOCRATICADEL CONGO

Page 17: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected] 15

È la drammatica storia di Souzanne, unabambina congolese. All’epoca di questo rac-conto aveva appena 11 anni, oggi ne ha 17.Fortunatamente ora si trova a Duru, inRepubblica Democratica del Congo, dove èstata soccorsa dagli operatori della ongIntersos. È stata liberata nel settembre2014, dopo sei anni di prigionia nella fore-sta al seguito dalle milizie dell’Esercito diResistenza del Signore (LRA) guidate da unospietato comandante, Joseph Kony. ComeSouzanne, più di 250mila bambine e bambi-ni sono costretti ancora oggi a fare i soldati(ma anche i cuochi o gli inservienti per gli

N on c’è abbinamento peggiore: infanziae guerra. Due concetti che dovrebbero

essere lontanissimi tra loro. Eppure spessovanno di pari passo. Si tratta della piùgrande bestemmia contro Dio. Amnesty In-ternational, un’organizzazione internazionaleper la difesa dei diritti umani, dice che il

reclutamento av-viene in almeno19 Paesi del mon-do, e non solo inAfrica ma anchein America Lati-na. In cima allalista c’è la Co-lombia.Il fenomenodei bambini-soldato è unapratica abi-

Souzanne e gli altri bambini-soldato

tuale, considerata normale in mezzo ai tanticonflitti, alle guerre e alle violenze: spessol’unica possibilità che a molti bambini vienedata (con la violenza o per scelta fittizia) èquella di entrare a far parte delle miliziecombattenti. Con un ruolo qualsiasi: daquello del postino a quello del servo al se-guito dei soldati, per finire col ruolo divero e proprio soldato che imbraccia armi.E ci sono bambini, ad esempio in Uganda,che hanno imparato a sparare con i fuciliad appena sette-otto anni. Per la maggiorparte sono stati rapiti per le strade o addi-rittura dalle scuole.

È la sigla di Lord’s Resistance Army (cioè Esercito diResistenza del Signore), movimento terrorista fondato daJoseph Kony, uomo crudele che si sente un dio e usaun’inaudita violenza contro tutto e tutti.

LRA

eserciti) oppure a diventare, loro malgrado,mogli dei combattenti e loro schiave.Insomma, in un modo o nell’altro sono aservizio delle guerre, delle armi e della vio-lenza.

UGANDA

COLOMBIA

Nella pagina: Kitgum (Uganda) – Ragazzi scappatidell’esercito dell’LRA e accolti nel centro di riabilitazione.

Page 18: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected]

DossierDossier

Dossier

Arruolati per scelta o per sbaglio?

natamente, sia le agenzie delle NazioniUnite che le tante organizzazioni di volon-tariato presenti sul territorio hanno dei pro-grammi mirati al sostegno e al reinserimentonella società di questi piccoli che rimangonotraumatizzati a vita. Non è facile tornarealla normalità anche dopo essere stati, percosì dire, ‘salvati’!

M olti ragazzi sono costretti ad usciredalle proprie case, minacciati con le

pistole di fronte ai genitori che, angustiati,rimangono inermi. Ma – e questa è una cosadifficile da comprendere per chi vive inEuropa – il reclutamento avviene anchespontaneamente! Sì, molti bambini infattisi arruolano perché credono che quello sia ilsolo modo di garantirsi pasti regolari, curemediche e indumenti. Forse anche protezionee affetto. Come racconta un bambino-soldatocongolese: “Avevo sentito che almeno iribelli mangiavano. Così mi sono unito aloro”.La povertà spinge qualche volta anche i ge-nitori a fare arruolare i figli, quando nonsono in grado di provvedere al loro sosten-tamento. In alcuni casi, gli eserciti paganoil salario direttamente alla famiglia. Fortu-

I kizito di suor Elvira

AFRICA SUB-SAHARIANA

famiglie religiose: accolgonoex bambini-soldato o ragazziche, senza un ambiente fa-miliare dove trovare affettoe sussistenza, potrebbero di-ventarlo.Nella Repubblica Centrafri-cana, devastata da una guerracivile strisciante e dimenticata dai grandimezzi di comunicazione, i giovanissimi sonoa rischio. Dove si combatte molto si haanche molto bisogno di ‘combattenti’ e isoldati di professione vanno a cercare giovanireclute e volontari della guerra. Ecco perchésuor Elvira Tutolo, della famiglia religiosadella Carità di Santa Giovanna Antida Thouret,

I n alcuni Paesi dell’Africa sub-sahariana cisono varie strutture gestite dalla Chiesa

cattolica locale o dai missionari di diverse

Q u a n d ouna popo-lazione diuna nazionesi divide in dueo più fazioni chesi combattono traloro, si parla diguerra civile.

GUER

RA C

IVILE

Parte di continente africano che si estende a Sud deldeserto del Sahara.

REP. DEMOCRATICADEL CONGO

REP. CENTRAFRICANA

Page 19: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected] 17

Nella pagina: Berberati (Rep. Centrafricana) - SuorElvira insieme ai bambini del Centro Kizito.

ha creato a Berberati una missione peri bambini orfani. Da anni gestisce lacasa-famiglia Kizito, dove le coppieaccolgono figli senza genitori e impe-discono così che quei bambini vadanoad allargare le fila dei combattenti.“Ai piccoli che vivono nella nostrastruttura – racconta – offriamo anzituttotanto amore. E poi una casa, del cibo, deivestiti, un’istruzione e un lavoro nei campi.Il Centro Kizito non è un orfanotrofio, mauna vera casa-famiglia dove coppie senzafigli accettano di adottarne uno o più. Iragazzi così si sentono protetti e non cer-cheranno protezione dagli eserciti”. L’idea

funziona, il progetto va avanti: “Un giornoho detto ad alcuni papà: andate a chiedereun pezzo di terra al sindaco. Il caso havoluto che il sindaco fosse un agronomo. Eci ha dato un bel terreno che possiamo uti-lizzare per coltivare”. I ragazzi - che lagente di Berberati ormai chiama i ‘kizito’ -

la mattina si alzano, fanno la preghiera,mettono in ordine e poi vanno due orea lavorare nei campi. Nel pomeriggiostudiano e imparano altri mestieri: unavolta formati, fanno l’esame per prenderela licenza elementare. Questo è unmodo efficace per tenerli lontani dallatentazione di diventare soldati, perchéimparano un lavoro e vivono dentrouna comunità. Non hanno necessitàdi sentirsi parte di un esercito diuomini se sono parte dell’esercito diDio!

Page 20: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

DossierDossier Dossier

(Segue a pagina 19)

Due volte vittimeè che il governo non distingue tra bambini-soldato e soldati adulti: un numero conside-revole di baby combattenti è stato arrestatodalle autorità del Mali e imprigionato senzamisure di protezione, insieme agli adulti esenza garanzie di riabilitazione! Quei bambini,già vittime perché arruolati con la violenza,sono stati anche accusati di essere ribelli edi possedere illegalmente armi da fuoco.Gran parte di loro è ancora detenuta nel car-cere di Bamako, la capitale maliana, doveAmnesty International è riuscita ad entraree raccogliere le loro testimonianze. “I bambini- sottolinea Gaetan Mootoo, ricercatore diAmnesty per l’Africa Occidentale - hannosofferto molto nel corso di questo conflitto.Molti di loro, sotto i 16 anni, sono stati re-clutati come bambini-soldato, e dopo esserestati accusati di essere membri di gruppi ar-mati, sono detenuti insieme agli adulti esenza assistenza legale”.

L’ Unicef, agenzia dell’Onu che si occupadei bambini, scrive che “un bambino-

soldato è una persona sotto i 18 anni di etàche fa parte di qualunque forza armata ogruppo armato, regolare o irregolare che

sia, a qualsiasi titolo (tracui combattenti, cuochi,facchini, messaggeri echiunque si accompagni atali gruppi, diversi dai mem-bri della propria famiglia).La definizione comprendeanche le ragazze reclutateper fini sessuali e per ma-trimoni forzati”. Nel Mali,ad esempio, sia le truppe

filo-governative che i gruppi ribelli hannoassoldato minorenni nei propri eserciti e lihanno mandati alla guerra. La cosa peggiore

Sono coloroche si schie-rano contro

lo Stato e l’eser-cito governativoscegliendo di lot-tare con la violenzae le armi, e orga-nizzando un eser-cito parallelo.

RIBE

LLI

CONVENZIONE ONU

Contro l’arruolamentodei bambini

I l 12 febbraio si celebra, ogni anno, laGiornata internazionale contro l’uso dei

bambini-soldato. Questa data ricorda lostesso giorno del 2002, quando entrò invigore un trattato, legato alla ConvenzioneOnu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza,relativo al coinvolgimento dei minori nei

i [email protected]

È un insieme di regole, riconosciuto a livello internazionale,che tratta di un particolare argomento (in questo caso idiritti dell’infanzia).

MALI

REP. CENTRAFRICANA

SUD SUDAN

SIRIA

Bambino,figlio di unaragazzarapita,accolto nelcentro diaccoglienzadi Kichwa.

Page 21: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

n.2Febbraio2015

RAGAZZIMISSIONARIAD GENTESRAGAZZIMISSIONARIAD GENTES Alle genti,

a tutti i popoli del mondo

Ciao Ragazzi!Continua il nostro viaggio di preghiera in giro per il mondo: il Pellegrinaggio ad Gentes, dedicatoogni giorno ad una intenzione diversa.Per ciascun giorno del calendario di pagina II-III è indicata una nazione del mondo: in unmomento della giornata a vostra scelta, offrite una preghiera al Signore per l’intenzione suggerita.

I

11 FEBBRAIO: Giornata mondiale del malatoIn questo giorno è la festività della Beata Vergine Maria di Lourdes: preghiamo per coloro

che, in tutto il mondo, sono oppressi dalla malattia e dalla sofferenza.

18 FEBBRAIO: Le CeneriPer tutta la Chiesa cattolica inizia la Quaresima.

22 FEBBRAIO: Festa della Cattedra di San PietroOggi si fa memoria del giorno in cui Gesù affidò all’apostolo la missione di guidare la Chiesa:

“Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”, gli disse Gesù. L’intenzione di

preghiera di oggi è dedicata alla Pontificia Opera di San Pietro Apostolo (Pospa) che si occupa

di far studiare i seminaristi, futuri sacerdoti, dei Paesi di missione.

IN EVIDENZARICORRENZE E FESTIVITÀ

Page 22: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

II

20

1514

26

2

2LIECHTEN

VANUAKUWAIT

13Fær Øer

6

GRECIA

CONTINAS

1RUANDA

9

SERBIA

7GRENADA

24CONTINENTE

AFRICA

PellegrinaggiAlle genti,a tutti i popoli del mondoAlle genti,a tutti i popoli del mondo

25CONTINENTEamerica

19PALESTINA

8NORD E

SUD SUDAN MACNUOVA ZELANDA

Page 23: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

III

18Le Ceneri

22 23

2726

21

3

11

Pospa

2NSTEIN

UATU

28CONTINENTEoceania

17COREA DEL NORD

Malati esofferenti

KIRGHIZiSTAN

INENTESIA

CONTINENTEEUROPA

5GIAPPONE

1210MALTA

GAMBIA

9

4SRI LANKA

16LITUANIA

HONDURAS

gio ad gentes di FEBBRAIO

CAO TUNISIA

Page 24: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

IV

Notizie da…Notizie da…Carissimi,vi raccontiamo volentieri il nostro “percorso cate-chistico” dello scorso anno, perché ha preso spuntoanche da alcuni articoli usciti su “Il Ponte d’Oro”.All’inizio del catechismo, seguendo le parole di papaFrancesco che invitava la Chiesa ad uscire sulle stradedel mondo, abbiamo deciso di percorrere un “viaggio”insieme a bambini, ragazzi e rispettive famiglie.Abbiamo preparato un cartellone con disegnato il mondoe su di esso due strade che si incontrano.Ogni domenica i bambini e i ragazzi hanno attaccato sullastrada una o più parole prese dal Vangelo o dal loroincontro catechistico, spiegando alla comunità riunita aMessa la loro scelta. Le parole sulla strada hanno acquistatoconcretezza, pian piano hanno dato vita ad un racconto: ilnostro incontro con Gesù.Anche il nostro Presepe a Natale parlava di strade: la Natività era al centro dimolte strade e le illuminava tutte.Le due strade nel cartellone si sono poi incontrate: papa Francesco ripetespesso che “la cultura dell’incontro è alla base della pace”. Occorre dunque:essere aperti, accoglienti, curiosi, pronti ad imparare e non solo ad insegnare,ascoltare e soprattutto lasciarsi incontrare.La domenica successiva alla Pasqua, durante la Messa, il cartellone è statogirato e l’incontro delle due strade si è trasformato in una croce. In alto iragazzi hanno messo un cartello con scritto: “E tutto comincia”. Il mattinodi Pasqua, infatti, non c’è nulla da vedere, ma una Parola da credere. Allora non èun viaggio che si conclude, ma un cammino di vita che comincia.Grazie a tutti i compagni di viaggio!Il gruppo dei catechisti della parrocchia di Montaione

PIANETA MISSIO RAGAZZI è a cura di Missio RagazziVia Aurelia, 796 - 00165 Roma

Tel. 06/66502644 - 645; fax 06/66410314; e-mail: [email protected] offerte: ccp n. 63062632 intestato a MISSIO - POIM - Via Aurelia, 796 - Roma

Montaione (FI)RAGAZZI MISSIONARI SULLE STRADE DEL MONDOMontaione (FI)RAGAZZI MISSIONARI SULLE STRADE DEL MONDO

Page 25: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected] 19

Dossier Dossier Dossier

DossierDossier Dossier

Dossier

conflitti armati. Questo trattato sostan-zialmente stabilisce che nessun minoredi 18 anni può essere reclutato forzata-mente o utilizzato direttamente nelleostilità, né dalle forze armate di unoStato, né da gruppi di ribelli. A oggi sono153 gli Stati che hanno firmato questodocumento e si sono impegnati a bandirel’uso dei bambini nei conflitti armati. Tuttaviail fenomeno sembra drammaticamente inaumento. È impossibile fare stime esatte,ma i dati più recenti, se pur approssimativi,sono allarmanti. Secondo la coalizione italiana

L a campagna internazionale Children, notsoldiers (cioè “Bambini, non soldati)

sta dando i propri frutti. Ad essa aderiscono– e questo è fondamentale - anche i governiafricani e asiatici più coinvolti nel fenomenodei bambino-soldato. Grazie a questa iniziativalanciata nel marzo 2014 dalle Nazioni Unite,alcuni Paesi si sono impegnati a dire stop aibambini-soldato. Nel maggio 2014 lo Yemenha firmato un piano per mettere fine al re-clutamento; il Ciad e il Sud Sudanstanno facendo passi avanti.Infine il governodell’Afghani-stan ha pro-

mosso una road map – ossia un documentocon obiettivi progressivi da realizzare - peraccelerare la smobilitazione dei bambini dal-l’esercito. E il Myanmar ne ha liberati ben

200. Sono progressi enormi compiuti daisoggetti protagonisti di questa

terribile pratica.

Una buona notizia

delle ong “Stop ai bambini-soldato”, in Re-pubblica Centrafricana almeno seimila bambinisono coinvolti nei combattimenti, così comein Siria e in Sud Sudan. Altri dati e ulterioriapprofondimenti si trovano sul nuovo sitowww.bambinisoldato.it.

YEMEN

MYANMARAFGHANISTAN

CIAD

SUD SUDAN

Kitgum (Uganda) - Per sfuggire ai rapimentii bambini pernottano in ospedale.

A fianco: Lira (Uganda) -Centro di riabilitazioneper ex bambini-soldato.

Page 26: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected]

Dossier

Dossier

DossierDossier

DossierDossier

Attività da realizzareAttività da realizzare

Una Quaresima con i bambini-soldatoUna Quaresima con i bambini-soldato

Ci piace la pace!Chi vuole diventare amico dei bambini-soldatonon può che essere un amante della pace. Qualemigliore aiuto, in questo tempo di Quaresima, delpercorso per ragazzi contenuto nel libretto “Cipiace la pace. Tutti assieme in marcia verso la Pa-squa!”, scritto da Pablo Sartori ed edito dallaEMI? Sei tappe da vivere di settimana in settimana,scandite dall’ascolto della Parola di Dio, dalla vocedi papa Francesco e da un impegno da prendersi inprima persona. Il tutto accompagnati da odierniprofeti di pace che vivono in piccole realtà positive sparsenei cinque continenti, troppo spesso sconvolti da guerre eviolenze.

Pablo SartoriCi piace la paceTUTTI ASSIEME IN MARCIA VERSO LA PASQUA!EMI - Editrice Missionaria ItalianaPagg. 16€ 1,50Nelle librerie più fornite o

sul sito www.emi.it

Quest’anno il tempo di Quaresima inizia il 18 febbraio (Mercoledì delle

Ceneri). Come sempre è un periodo di cinque settimane, da vivere nella

preghiera, nella carità e nella conversione. Per fare questo làsciati aiu-

tare dai bambini-soldato! Come? Innanzitutto costruisci il dado della

pagina a fianco, incollando la sagoma sopra un cartoncino e ritagliando-

la lungo i bordi: piega lungo le linee e incolla le linguette sotto le facce

adiacenti.Adesso che il dado è pronto, non dimenticare di lanciarlo ogni mattina,

prima di uscire di casa, per tutti i giorni della Quaresima.

Leggi ciò che trovi scritto sulla faccia estratta e fai in modo che questo

impegno ti accompagni per tutta la giornata.

Arrivato a Pasqua sarai diventato il miglior amico dei bambini-soldato!

Page 27: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected] 21

Oggi ringrazio il Signore per il dono di

poter studiare e prego per tutti i bambini

del mondo che non possono farlo.

Andare a scuola a me può sem

brare solo

un dovere. Eppure ad un bambino-soldato

sembrerebbe un regalo bellissim

o!

Oggi rinuncio al tablet e provo a divertirmi

costruendo un gioco con materiali di scarto

(lattine, spago, ecc.) e un po’ di fantasia.

Se non gioco con il mio tablet non m

i diverto.

Eppure i bambini-soldato non giocano con

niente, né sanno cosa sia il divertimento!

Oggi metto da parte qualche euro per un

progetto di solidarietà per il recupero dei

bambini-soldato (vedi w

ww.ragazzi.m

issioi-

talia.it/progetti.php)

Ho bisogno di una medicina o di un paio di

scarpe? Ecco qua. Eppure i bambini-soldato

non hanno mai visto né una m

edicina, né un

paio di scarpe nuove.

Oggi cerco ulteriori informazioni su di loro

(www.bambinisoldato.it).

Poi racconto

tutto ad un amico che non li conosce.

Di un amico si desiderano notizie fre-

sche. Dei bambini-soldato, orm

ai miei

amici, vorrei sapere sem

pre di più.

Oggi prego per loro, impegnandom

i ad entra-

re in una chiesa e mettendom

i in ginocchio

davanti al Crocifisso: offro a Gesù sulla croce

la sofferenza dei tanti bambini-soldato.

Ho imparato a conoscere Souzanne e gli

altri bambini-soldato.

Oggi mi im

pegno a scegliere sempre la verità:

evito bugie, falsità, comprom

essi con amici,

genitori, insegnanti. Mi ricordo che i bam

bi-

ni-soldato, nella guerra, sono vittime di m

en-

zogne e ingiustizie e io non posso alimentar-

le: sarebbe come tradirli!

La guerra spesso si alimenta di m

enzogne

e ingiustizie.

Page 28: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected]

im

Un regista coraggiosoLA PAROLA A GABRIELE DEL GRANDE

E come avete fatto?

Siccome questi migranti non avevano il permesso per raggiungere lameta desiderata, abbiamo messo in scena un finto matrimonio, coinvol-gendo un’amica palestinese, che si è travestita da sposa, e una decina diamici italiani e siriani che si sono vestiti da invitati. Così mascherati, in uncorteo nuziale, abbiamo attraversato l’Europa in quattro giorni nel novembre2013, filmando tutto. E poi ci abbiamo realizzato un film che denunciasse que-st’assurdità.

Vive a Milano, ha 32 anni, parla molto bene l’arabo,gira il Medio Oriente per documentare guerre, in-

giustizie e il dramma dei tanti migranti che affrontano latraversata del Mar Mediterraneo alla ricerca di una vitanormale, impossibile da trovare nei loro Paesid’origine. Gabriele Del Grande, giornalista, ulti-mamente ha ottenuto un grande successo con ilfilm-documentario “Io sto con la sposa” di cui èregista insieme a Khaled Soliman Al Nassiry eAntonio Augugliaro. La pellicola è stata realizzatagrazie al contributo di 2.617 donazioni per untotale di 100mila euro ed è stata proiettataanche all’ultimo Festival del Cinema di Venezia.Gli abbiamo rivolto qualche domanda…

Abbiamo ripreso con la telecamera il viaggio dicinque siriani diretti nel Nord Europa, arrivati inItalia per sfuggire alla guerra, dopo aver rischiatola vita attraversando il Mar Mediterraneo su unbarcone. Noi li abbiamo semplicemente aiutati arealizzare il loro sogno, accompagnandoli daMilano in Svezia.

Gabriele, “Io sto con la sposa” è un

film molto particolare. Ci spieghi in

cosa consiste?1

Page 29: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected] 23

È assurdo e tremendamenteingiusto che solo alcuni uominio donne, a seconda del passaportoche hanno, possano realizzare il

loro sogno: se sei cittadino italiano oeuropeo puoi scegliere di vivere dovevuoi e fare in modo che i tuoi desiderisi realizzino andando nel Paese chepreferisci. Se sei siriano o palestinese,per esempio, questo non è possibile.Noi crediamo, invece, che tutti gliesseri umani siano uguali e che ognunosia libero di scegliere di vivere dovevuole, dove pensa che il suo sogno sipossa realizzare.

3

Ero alla Stazione Centrale di Milano a prendereun caffè con due miei amici (gli altri due registidel film, ndr). Qualche giorno prima in unnaufragio a largo di Lampedusa erano morte250 persone. Si avvicina un ragazzo, Adballah(che poi è diventato lo sposo del film, ndr), uno deisuperstiti di questa tragedia, e ci chiede informazioniper andare in Svezia. Cosa rispondergli? Solo il mercatodei contrabbandieri, che vive del dolore dei disperati,gli avrebbe permesso di arrivare a destinazione, alprezzo di migliaia di euro. Di fronte a questo dolore, cisiamo detti: perché non lo accompagniamo noi? Poi sisono aggiunti altri quattro siriani che avevano lo stessosogno. Per loro il Mar Mediterraneo e l’Italia sono di-ventati un ponte per il futuro, non un cimitero.

Come vi è venuta in mente l’idea?

2

Cioè?

Sì, ma siamo rimasti fedeli a ciò che crediamo

fortemente. Cielo, sole, luna, mare e la stessa

vita sono di tutti: distinguere tra esseri umani

“legali” e “illegali”, “regolari” e “clandestini”, è di-

sumano. Il nostro obiettivo non era quello di violare le

leggi: era quello di denunciare quest’ingiustizia e

mostrare a tutti quant’è bello il mondo che abbiamo

fatto esistere noi con quest’impresa.

Quindi avete violato le leggi internazionalisull’immigrazione?

Foto 1:Il regista Gabriele del Grande, inuna scena del film, con AbdallahSallam, un superstite dellatragedia di Lampedusadell’ottobre 2013, che veste ipanni dello sposo.

Foto 2:Il corteo nuziale attraversa lafrontiera tra Italia e Francia,scalando la montagna delGrimaldi Superiore.

Foto 3:Gli sposi in una scena del film, suuna spiaggia della Danimarca.

Page 30: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

Doveè a s sina ot a l m ei n

Doveè a s sina ot a l m ei nDoveè a snat a l mi

Dove è a s sina ot a l m ei n

osi en

NELLA TERRA DI GESÙ

Era il 29 novembre 1947 quando le Nazioni Unite vo-tarono una risoluzione che prevedeva la spartizione

dei territori della Palestina storica in due Stati: quello d’Israelee quello di Palestina. Il primo nacque nel maggio dell’annodopo, il secondo non è mai nato in quanto i Paesi arabi dellazona si rifiutarono di concedere parte della terra palestineseagli ebrei. Iniziarono così decenni di lotte e guerre, che ancoraoggi non vedono una soluzione.

STATO D’ISRAELE

i [email protected]

Pace, nonostante tuttoPace, nonostante tutto

L’ oasi di pace Nevé Shalom – Wahat as-Salam (nome rigorosamente sempre

espresso in due lingue, cioè in ebraico e inarabo) si trova in Israele tra Tel Aviv e Ge-rusalemme, su una collina della valle diAyalo, dove la primavera è anticipata daun’esplosione di colori. Qui tutto parla didialogo, condivisione, accoglienza di unpopolo verso l’altro: chi vive in questo vil-laggio è impegnato nel lavoro di educazioneper la pace, l’uguaglianza e la comprensionefra le due popolazioni.La scuola primaria, frequentata dai bambini

«Non spezzerà una canna incrinata, non

spegnerà uno stoppino dalla fiamma

smorta». (Is 42, 3)

Dal 1948 i due popoli che vivono in Terra

Santa (israeliani e palestinesi) devono

convivere. Da quando, infatti, è stato

fondato lo Stato d’Israele con una riso-

luzione delle Nazioni Unite, in quell’area

è iniziata un’epoca di guerre, violenze e

odio. Ma in questo contesto ci sono

anche delle oasi di pace: quella di Nevé

Shalom – Wahat as-Salam, per esempio,

è un villaggio che ospita insieme ebrei

ed arabi palestinesi (cristiani e musulmani),

tutti cittadini d’Israele. E’ un luogo dove

si impara a vivere fianco a fianco, a

comprendersi reciprocamente, persino a

diventare amici. Ma non tutti in Israele

vedono di buon occhio iniziative di

questo tipo…

Dove è a s sina ot a l m ei n

Page 31: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

vuole definire lo Stato come “ebraico”, sot-tintendendo che tutti i cittadini israelianiche non sono ebrei (cioè gli arabi palestinesi)non avranno più diritto a vivere in Israele;la seconda proposta di legge vuole cancellarel’arabo come una lingua ufficiale del Paese,lasciando solo l’ebraico.Queste leggi minano il futuro di Nevé Shalom– Wahat as-Salam e della scuola di Gerusa-lemme Hand in hand, ma non solo: se taliproposte dovessero entrare in vigore, svani-rebbero le poche speranze di pace per que-st’area così problematica.Ma, come dice il profeta Isaia nel suo librobiblico, la canna incrinata non si spezzerà,non si spegnerà lo stoppino dalla fiammasmorta. Significa, cioè, che nonostante gliattacchi violenti, chi sogna la convivenzatra i due popoli non si dà per vinto.Anzi. Per tutta rispostaCarmella, la nuova diret-trice della scuola primariadi Nevé Shalom – Wahatas-Salam, prosegue il pro-prio lavoro con grandeimpegno e prevede di po-ter aumentare il numerodi alunni della prima clas-se elementare l’anno pros-simo.La pace, prima o poi, do-vrà vincere!

del villaggio ma soprattutto da altridella zona, è rigorosamente in due

lingue (ebraico ed arabo) e garantisce lapresenza di maestri sia palestinesi che ebrei:un modo per assicurare la conoscenza reci-proca e il rispetto della cultura e delle tra-dizioni dell’altro.Su questo modello è nata un’altra scuola, aGerusalemme, dal nome significativo “Handin hand” (cioè “Mano nella mano”, ininglese). Anche qui si insegnano le materiein due lingue, e le classi e il corpo insegnantisono misti, costituiti cioè da bambini emaestri palestinesi ed ebrei.Ma non tutti in Israele vedono di buonocchio tali realtà. Recentemente, infatti,questa scuola ha subito un attacco di estre-misti ebrei che di notte hanno fatto irruzionenell’istituto, imbrattando i muri con lescritte “Morte agli arabi” e appiccando ilfuoco per distruggere tutto. Segno che lasituazione attuale nel Paese sta peggiorando:crescono violenza e paura, e il razzismo stadiventando sempre più concreto.Nel frattempo il Parlamento d’Israele sta di-scutendo due leggi pericolose: la prima

i [email protected] 25

A sinistra: Bambini palestinesi ed ebrei insieme nellascuola primaria del villaggio di Nevé Shalom – Wahat as-Salam.Sopra: L’attacco vandalico nella scuola “Hand in hand” diGerusalemme, costruita sul modello di quella di NevéShalom – Wahat as-Salam: si vedono le scritte in ebraico“Morte agli arabi” e l’incendio appiccato all’interno.

Purtroppo i fa-natici, gli estremi-sti esistono in tutte lereligioni. In realtà nonè la religione in sé adessere ‘radicale’, quantopiuttosto una sua defor-mazione, cioè una suainterpretazione ‘politi-ca’. Sono noti a tutti gliestremisti islamici, maesistono anche gli estre-misti ebrei, indù, ecc.

ESTR

EMIS

TI

Page 32: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected]

Sta per compiere quasi unanno la prima chiesa dedi-

cata a San Giovanni Paolo II econsacrata il 3 maggio 2014nella località di Bathore, allaperiferia di Tirana.In quella parrocchia vive da dieci

anni il sacerdote fidei donumdella diocesi diMacerata, don Pa-trizio Santinelli. Nellazona non esistono altrechiese e la popolazionecattolica e musulmanaè di oltre 50mila per-sone.La capienza della chiesaè di 250 posti a sedereed altrettanti in piedi;con il coro e le cappellesi può raggiungere co-modamente il numero

di mille. L’edificio com-prende anche il sotterraneo, dove si trovaun grande salone con varie aule per il ca-techismo e le attività della Caritas.La realizzazione è stata in partesostenuta dalla generosità deifedeli della diocesi di Maceratacon la guida del vescovo, mon-signor Claudio Giuliodori, chesi è speso in mille maniere per-

Pas si id …ogg i

Pas si id …ogg i

Pas si id …ogg i

Pas si id …ogg i

Viene chiama-to ‘fidei do-num’ un sa-

cerdote (ma an-che un laico, cioè unfedele battezzato) in-viato dalla propria dio-cesi in un luogo di mis-sione. Il nome ‘fidei do-num’ è stato preso aprestito dal titolo del-l’enciclica che nel 1957papa Pio XII scrisse perinvitare la Chiesa adaprirsi alla missione.

FIDEI

DO

NUM

MISSIONARIO IN ALBANIA

Il comunismo è un regime politico che priva delle libertà fondamentali (diparola, di pensiero, religiosa, politica, ecc.). In Albania c’è stato uno dei peg-

giori regimi comunisti del dopoguerra, che ha tenuto il Paese in un totale isolamentoed ha cancellato tutte le libertà, tra cui quella religiosa: era vietata qualunque profes-sione di fede, pena la persecuzione con l’arresto, il carcere e la violenza.

COMUNISTA

Una nuova chiesa,segno di amiciziaUna nuova chiesa,segno di amicizia

ché l’edificazione giungesse a termine. Unbel contributo è arrivato anche dalla Con-ferenza episcopale italiana e da quellaspagnola. Ma non poteva mancare il gene-roso apporto delle Pontificie Opere Missio-narie italiane.Il giorno della consacrazione della chiesa,in segno di amicizia, erano presenti circa50 fedeli della diocesi di Macerata, che intale occasione hanno visitato anche iluoghi e i testimoni ancora viventi dellapersecuzione comunista.

Don Alberto ForconiDirettore del Centro missionario diocesano di Macerata

Page 33: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected] 27

s… ul le ro ime ie irds…

ul le ro ime ie ird

sul le ro ime ie ird

s… ul le ro ime ie ird

s… ul le ro ime ie ird s… ul le ro im e ie ird

Sceneggiatura e disegni di Cristiano Crescenzi

Page 34: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected]

s… ul le ro ime ie irds…

ul le ro ime ie ird

sul le ro ime ie ird

s… ul le ro ime ie ird

s… ul le ro ime ie ird s… ul le ro im e ie ird

Page 35: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected] 29

Page 36: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected]

s… ul le ro ime ie irds…

ul le ro ime ie ird

sul le ro ime ie ird

s… ul le ro ime ie ird

s… ul le ro ime ie ird s… ul le ro im e ie ird

Page 37: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected] 31

Prima i doveri familiariAnche ai nostri giorni succede, soprattutto nel Sud delmondo, quello che accadde ad Anna: quando viene amancare l’unica fonte di reddito della famiglia, i fratellipiù grandi devono prendersi carico del sostentamento dei più piccoli. Così il sogno diAnna, quello di entrare in una famiglia religiosa e poi partire per una terra di missione, rimase nelcassetto. Con la morte del padre, fu lei a doversi rimboccare le maniche, cercando un lavoro cheassicurasse ai suoi numerosi fratelli il necessario per vivere.

Annunciare Dio da un lettoCon la caduta dalla scala dentro una vasca di acqua e lisciva (una sostanza ustionante che servivaper lavare), Anna rimase inferma. Fu costretta a vivere il resto della sua vita in un letto, chedivenne presto il centro del paese, grazie alla sua fede, alla sua capacità di ascolto, alla suagrazia. È l’esempio concreto che si può essere missionari in tanti modi: non solo partendo perterre lontane, ma anche vivendo una vita di fede piena e vera in qualunque condizione citroviamo. Nel mese in cui si celebra la Giornata per la Vita (vedi pag. 33), la vicenda di AnnaSchäffer insegna a non perdere mai la speranza e a spendersi al meglio per gli altri: lo si può fareanche se immobilizzati e malati in un letto.

Il sogno della missioneNei primi anni del XX secolo andare inmissione era un sogno di molti uomini edonne che sentivano di voler donare lapropria vita al Signore. Si poteva partireper annunciare il Vangelo in terre lontane,solo se si era suore o sacerdoti (quindi nonlaici), a differenza di quanto accade oggi.Negli ultimi decenni, infatti, sono molte lepersone non consacrate al Signore che, sin-golarmente o con tutta la famiglia, decidono di andareper alcuni anni in missione, a servizio dei propri fratellinella fede.

ANNA SCHAFFERUNA VITA OFFERTA A DIO

A fianco: Anna Schäffer costretta nelsuo letto perché inferma.Divenne per tutti punto diriferimento, meta di tantevisite ed esempio di vita nellafedeltà al Signore e nellapreghiera.Sotto: La chiesa cattolica del paesedi Mindelstetten, dove Annaha vissuto tutta la sua vita.

Page 38: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected]

Cli Pa arolck la al

Cli Pa arolck la al

Cli Pa arolck la alCli Pa arolck la al Cli Pa arolck la alCli Pa arolck la al

Isola di Gorée (Senegal) – Monumento contro la schiavitù. Per secoli da qui sonotransitati milioni di africani, fatti schiavi, per essere portati in America.Anche oggi nel mondo ci sono tante forme di schiavitù: per l’8 febbraio è stata in-detta la prima Giornata mondiale contro la tratta degli esseri umani. A sostenerla,papa Francesco e molti leader mondiali di diverse religioni.

«Non c’è più

giudeo né greco;

non c’è più schiavo né libero;

non c’è più uomo né donna,

poiché tutti voi siete uno in Cristo».

(Gal 3, 28)

Page 39: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected] 33

E ra il 1979 quandofu celebrata la pri-

ma Giornata per laVita. Oggi che siamonel 2015 stiamo cele-brando la 37esima edi-zione. Ogni anno, nellaprima domenica di feb-braio (che questa voltacade proprio l’1 delmese), la Chiesa italianapropone a tutti una ri-flessione sul tema dellavita, mettendone in evi-denza un aspetto partico-lare. Il messaggio scrittoper il 2015 si intitola“Solidali per la vita” e

UN DONOLa vita è un trampolinoaccogli la nascita di un bambino.La vita è bellaè una danza di tarantella.La vita è amoreapri il tuo cuore.La vita è rispettodonale affetto.La vita è consolazionenon privarti di questa emozione.La vita è il camminorestale vicino.La vita va lontano prendila per mano.La vita è abbracciooffrile il tuo braccio.La vita è armonianon ucciderla, non buttarla via.

Barbara Curcio

GIORNATA PER LA VITA

invita i cattolici a viverela solidarietà con chi difendela vita. Un esempio? Perché,come famiglia, non adottareun’altra famiglia che, magariper ragioni economiche o permancanza di mezzi, è in gravedifficoltà ad accogliere unbambino che nasce o a seguireun anziano che non è più auto-sufficiente? Sarebbe un modoper essere solidali per lavita! Puoi farlo anche con iltuo gruppo di catechismo ocon i tuoi compagni di clas-se…

Solidali solidalisolidaliSolidali solidalisolidali

Page 40: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected]

a scuola la maestra nell’ora di religione ci ha detto che in molti Paesi del mondo non c’è li-

bertà religiosa. Mi sembra una cosa molto brutta…

Mam ia M ku saMam ia M ku sa

Mam ia M ku saMam ia M ku sa

Mam ia M ku sa

hai proprio ragione: nonpoter vivere con libertà lapropria fede (qualunqueessa sia) è una cosa moltobrutta. Da studi recenti,sembra che siano 116 iPaesi nel mondo dove siregistrano difficoltà più omeno gravi in tal senso.L’Asia è il continente piùproblematico e i cristianisono quelli più oppressi,soprattutto nelle zone delMedio Oriente in cui abitano da duemila anni.Dalle mie parti si dice: “Il passato rivive ogni giorno perché non è mai passato”. E non c’èproverbio più vero: la storia non insegna niente e, nonostante le guerre e le persecuzioni

dei secoli scorsi, oggi ci troviamo ancora a fare iconti con le violenze. Come cristiani, però, nonpossiamo dimenticare i chiari insegnamenti diGesù, che invita ad amare i propri nemici e apregare per i propri persecutori (vedi il Vangelodi Matteo, capitolo 5, versetti 38-48). È l’unicacosa da fare!

Mama Mukasi

LA PAROLA AI LETTORI

0SCRIVI A MAMA MUKASI

una e-mail all’indirizzo:

[email protected]

o una lettera da spedire a:

Il Ponte d’Oro – Mama Mukasi

C/O Missio – PP.OO.MM.

Via Aurelia, 796 – 00165 Roma

Martina

Liberi dicredereLiberi dicredere

Cara Mama Mukasi,

Carissima Martina,

Page 41: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

C osa c’è di più bellodi una nuova vita

che nasce? E comeaccade che unuomo e unadonna diventa-no mamma epapà? A questee a molte altredomande rispondeil libro “Così sei natotu” (Edizioni Erick-son) scritto da Al-berto Pellai e illustrato daEnrico Bortolato. Nel mese in cuisi ricorda la Giornata per la Vita(vedi pag. 33), è bello scoprirecosa porta due genitori all’accoglienza delloro bambino, una nuova persona che findall’infanzia si pone domande importantiche meritano risposte.Il volume è dedicato ai bambini dai 7 ai10 anni e racconta con i versi di unapoesia la storia della nascita, quel momento

Sca ff aleSca ff ale

Sca ff ale

LIBRI

Sca ff ale

di passaggio dalla vita nel grembo maternoal mondo. Sfogliando le pagine si ripercor-rono tutte le fasi, dal concepimento alparto. Il libro “Così sei nato tu” è utilizzatonelle classi della scuola primaria, ma fuoridalle aule scolastiche è un’ottima letturaper chi vuole comprendere il “viaggio dellanascita” in modo chiaro, semplice, affet-

tuoso.Cosa c’è di più bello, per un es-

sere umano, del fatto di saperedi essere nati da un atto d’a-

more? Un’emozione che ci siporta dietro per tutta la vita e

che anche da adulti non si di-mentica mai.

La strada cheporta alla vitaLa strada cheporta alla vita

Alberto Pellai

Illustrazioni di Enrico Borto

lato

Così sei nato tu

Edizioni Erickson

Pagg. 99

Nelle librerie piùfornite o sul sitowww.erickson.it

€ 14,00

i [email protected] 35

Page 42: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i [email protected]

Un mo dn io qu zidUn mo dn io qu zid

Un mo dn io qu zid Un mo dn io qu zidUn mo dn io qu zid Un mo dn io qu zid Un mo dn o

Lotta giapponese La saggia massima

Rispondendo esattamente alle se-guenti definizioni, nelle caselle co-lorate si potrà leggere una saggiamassima.1. Lo presenta il cameriere alla finedel pranzo; 2. L’insetto… capitale;3. Grosso centro abitato; 4. Recipientidi vimini; 5. Si lancia con la fionda;6. Sedile per andare a cavallo; 7. Non pieno; 8. Il paziente animaledalle lunghe orecchie; 9. Titolo no-biliare; 10. Il colore che, nel semaforo,significa alt; 11. Animale selvaticodalle lunghe corna ramificate; 12. Ilmateriale usato nella costruzione dimobili; 13. Nutrice per bambini; 14. Il mare quando non è mosso;15. Ingresso.

La scena rappresenta un momento di un’anticaforma di lotta giapponese. A quale di questi tipidi combattimento si riferisce: Jiu-Jitsu, Judo,Sumo, Karate, Kung–Fu?

Questi missionari partono in motoretta per raggiungere i villaggi che sono stati loroassegnati. Sono tutti vestiti uguali ed hanno la stessa attrezzatura, ma ognuno hauna piccola differenza rispetto a quello indicato con il numero 1. Quale?

Page 43: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

i qu zid Un mo dn io qu zid

A cura di Sergio De Simone

L’indovinellodella nonna

LOTTA GIAPPONESE:Si tratta del SUMO.6 MISSIONARI:Le differenze dal numero 1 sono: 2. Una linea in più sul fianco della motoretta; 3. La scarpa; 4. Una tasca dellozaino; 5. Il bordo del vestito; 6. Il casco.LA SAGGIA MASSIMA: Conosci te stesso se vuoi conoscere gli altriL’INDOVINELLO DELLA NONNA:Si tratta del pianista che fa le scale musicali sul suo strumento.SAFARI FOTOGAFICO: Il nome dell’animaletto è: DIK DIK.3 LINGUE:L’ordine, in base al numero delle persone che usano le tre lingue, è il seguente: CINESE, INDIANO ed INGLESE.REBUS:Mali Ere ditaRI = MALI EREDITARI.

La lingua indiana, la cinese e l’inglese rappresentano gli idio-mi più diffusi nel mondo. Sai dire quale di esse è usata dalmaggior numero di persone? E quali sono la seconda e laterza?

L’obiettivo di questo cac-ciatore di immagini hainquadrato questo anima-letto della famiglia delleantilopi. Vive in alcunezone delle pianure africa-ne, fa balzi lunghissimi anotevole velocità saltandotra massi e rocce, sfuggen-do agilmente ad improvvi-si pericoli. Conosci il suostrano nome?

Oggi la nonna, arrivata incasa dei nipotini dopo aversalito a piedi cinque piani,propone loro questo indovi-nello: “Sapete chi è colui chedeve fare sempre le scalesenza poter prendere l’ascen-sore?”. I due nipotini ci pen-

sano a lungo ma non rie-scono a dare una risposta.

Puoi aiutarli?

SOLUZIONI

i [email protected] 37

Page 44: 2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM • Euro 1,40 ...

Come ricordo del Sacramento celebrato,anziché donare un oggetto che spesso

finisce in un cassetto, fate un regalo chesi rinnova di mese in mese per un anno!

PROPOSTA SPECIALE PER I SACRAMENTI DEI RAGAZZIIDEA

In occasione di Prime Confessioni e Prime Comunioni, regala IL PONTE D’ORO!Come ricordo di quanto celebrato, anziché donare un oggetto che spesso finisce in un cassetto, la parrocchia può offrire un regalo che si rinnova di

mese in mese per un anno: l’abbonamento a ciascun ragazzo.

SIGNIFICATOÈ una palestra per tenere in allenamento di mese in mese gli occhi e il cuoreaperti sul mondo, imparando a far tesoro di quanto insegna il Vangelo.

PER CATECHISTI E PARROCI

PER CATECHISTI E PARROCI

Anno XVIII – Gennaio 2015 • Numero 1

Rivi

sta

della

Fon

dazi

one

Miss

io •

Pos

te It

alia

ne S

.p.A

. – S

pedi

zion

e in

abb

onam

ento

pos

tale

– D

.L. 3

53/2

003

(con

v. in

L. 2

7/02

/200

4 n.

46) a

rt. 1

, com

ma

1 Au

t. GI

PA/ C

/ RM

• E

uro

1,40

MODALITÀL’invio del primo numero avverrà in ununico pacco, recapitato in parrocchia,perché il giorno della celebrazione delSacramento il parroco possa consegnarea mano ad ogni ragazzo una copiadella rivista.Dal mese successivo, ogni ragazzo lariceverà a casa propria.

COSTIUna proposta speciale prevede prezzispeciali (molto più bassi del costo stan-dard dell’abbonamento). Per saperne dipiù, contatta la Redazione scrivendo [email protected]