2000 - Giornalino Palio

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Giornalino del Rione Bianco - Palio 2000

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SOMMARIOparla il caporione ............................... foglio2

il punto sulla Commenda .................... foglio3

finalmente a casa ............................... foglio4

aggiornamento dalla scuderia ............. foglio6

bandiere e musici............................... foglio7

si parla di bisò ................................... foglio9

attività culturali ...............................foglio10

Fra Sabba ........................................ foglio11

parla Bettoli .................................... foglio14

è successo........................................ foglio16

di tutto un po’ .................................. foglio18

costumi 2000................................... foglio22

progetti ........................................... foglio24

Garanzia di riservatezza per i soci: Assicuriamo la massima riservatezza su-gli indirizzi custoditi nell’impianto elettronico del Rione Bianco (come dalegge n.675/96). Li utilizziamo esclusivamente per l’invio di notizie del-l’Associazione e della presente rivista.

Le foto di copertina sono dello Studio Ghetti-Venturini

Periodico a cura del Rione Bianco - Piazza Fra Sabba, 5 - Direttore responsabile Fran-cesco Gorini - Autorizzazione del Trib. di Ravenna n. 738 del 29/2/84 - Sped. in abb. po-st. Gr. IV/70 - Pubblicità inferiore al 70% - Impaginazione elettronica: Graphic Line Faen-za - Stampa: Tipografia Romagna Faenza - Anno 17 - N.1 Giugno 2000

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SIAMO TORNATI A CASA

Finalmente! Dopo quasi due anni di“dorato esilio” presso l’ospitale cir-colo “I Fiori” (ancora grazie), il Rio-ne Bianco è tornato nella sua sedenaturale, la Commenda. Un gran lavoro di restauro l’ha fattaritornare al suo splendore originale.“Bentornati a casa” sono state le pa-role con le quali Mons. Vescovo nelmarzo scorso durante la cerimoniadella consegna delle chiavi, ha sot-tolineato questo legame tra Rione eCommenda.

Questa nuova e splendida sede è certamente un vantoper il Rione, ma anche un impegno per tutti. Occorre mantenerla nelle migliori condizioni per po-terla sempre presentare a chi vorrà visitarla, è la no-stra casa.Questo non deve andare a discapito delle attività rio-nali; anzi penso che la sede nuova sia lo stimolo a fa-re meglio, a fare di più. Vorrei a tale proposito, solo accennare e ringraziarequelli che tutti i giorni sono a mettere a posto un co-stume, a riparare un finimento, a sistemare qualcosa,tutto ciò nell’attesa di quello che ci aspetta in questogiugno.

E’ il momento più importante dell’anno: il Palio contutto il suo contorno, Bigorda, Bandiere e Settimanadel Palio.Impegni che farebbero tremare chiunque specialmen-te se si ha un nome da difendere, un prestigio da man-tenere, una vittoria da conquistare.Si deve confermare il nome e la fama della Cucina delChiostro che quest’anno certamente attirerà ancorapiù gente, anche solo per la curiosità di vedere quelpiccolo capolavoro che è il chiostro restaurato.Mantenere, e se possibile aumentare quel prestigio cheil Rione Bianco si è fatto in tanti anni con 100 e piùvittorie nel gioco della bandiera.Tante vittorie, a Faenza e in Campo nazionale sono u-na gioia ma anche un grave peso. Si hanno tutti gli oc-chi addosso e dopo tanti successi, spesso consecutivi,si gareggia anche contro se stessi. Ogni volta che sientra in Piazza è come se fosse la prima volta. Abilità,grinta, tenacia sono le migliori armi per conquistaretanti altri trofei.Non dimentichiamo l’indispensabile contributo dei mu-sici, anche loro impegnati nella gara.Da quasi dieci anni il Palio manca in Borgo Durbecco,e c’è ancora posto su nel Museo, ora che è stato mes-so in ordine. La Scuderia sta lavorando sodo per i dueimpegni: la Bigorda, che non è un Palio in tono mino-re, e il Palio.Tutto l’anno si prova, si riprova per questi due giornifatidici. Cavalieri giovani e cavalieri più esperti sannodi dover dare tutto quel giorno per il Rione, e si sa chela fortuna aiuta gli audaci.

PARLA IL CAPORIONE

Sono stato riconfermato Capo Rione per un altro trien-nio, va oltre il mio potere ottenere sempre delle vit-torie ma sono certo di una cosa: questo “Branco di mat-ti” che è il Popolo di Durbecco AMA il suo Rione per-ché “Bianco è il colore del suo cuore”.

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IL RESTAURO

Il punto sulla Commenda vede la parolafine, almeno per una buona parte. Quale voce migliore per riassumere il si-gnificato di questo restauro di quella ap-passionata dell’Arch. Agostinelli che haconcluso il Convegno su Fra Sabba del19/20 maggio con un intervento pieno dientusiasmo, professionalità ed amore.La Commenda – dice Agostinelli- è FraSabba, ma non solo. La Commenda inizia nell’XI secolo e con-tinua nel XV-XVI secolo e nell’800, finoai giorni nostri. Nell’ultimo scorcio ditempo la Commenda era notevolmente degradata.La Soprintendenza insieme al Comune, agli architetti Ghet-ti e Venturini e al Rione Bianco si è trovata ad un tavolo co-mune ed è stato preparato il restauro. L’intento era quello dimantenere la stratificazione di tutte le presenze che la Com-menda ci rimandava fino al Rione Bianco con l’orgoglio ci-vico che rappresenta.

L’intervento di restauro ha visto un’alterazione minima diquelle che erano state le stratificazioni.La prima parte del XX secolo aveva visto la costruzione dimuri e tramezzi che sono stati abbattuti ma si è cercato dialterare il meno possibile fino al punto di arrivare a restau-rare un paravento murario già intonacato.Nel corso del restauro si sono presentati tanti problemi; adesempio quelli tecnico-strutturali emersi dai due elementimurari delle colonne. Si è fatto di tutto per rispettarle inserendo all’interno delleresine pur di mantenere l’originale e sono state fatte mol-tissime prove in laboratorio. E’ poi capitato il crollo, dovuto al cattivo ancoraggio di unacatena, e tutti questi imprevisti sono stati risolti con inter-venti anche affascinanti. L’Ing.Mezzadri è stato in queste oc-casioni di grande aiuto.La cosa su cui più l’arch. Agostinelli ha insistito è stata la fi-losofia del rispetto di ogni minimo elemento della Commendafino alle porte originali, pulite e rimontate mantenendo an-che le ferramenta originali.Fusti e capitelli sono stati lasciati inserendo gli elementistrutturali dove era possibile.

SALVARE IL COLORE DELLA VECCHIEZZA: questo l’inputdel restauro. Cambiare il meno possibile ma praticare il li-mite attualmente più avanzato delle conoscenze. Si chiama manutenzione programmata, si dovranno teneresotto osservazione gli elementi che sono stati mantenuti.In questo modo si sono salvati il tempo e la storia, la Com-menda è nuova ma Fra Sabba non si è perduto.

Daniela Mazzotti

IL PUNTO SULLA COMMENDA

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PASSATO E PRESENTE

La grande “fabbrica”, come un tempo sichiamavano le costruzioni edili di gran-de imponenza, ha terminato i suoi lavo-ri così possiamo tornare “a casa” nel chio-stro finalmente aperto in gran parte re-staurato.Eccolo: ci siamo! L’ennesimo discorso sulchiostro? Spero di no, anche perché nonè mia intenzione farlo, tuttavia voglio rin-graziare chi in questi ultimi anni si è a-doperato affinché il restauro, certamen-te necessario, fosse eseguito.E’ in ogni modo inevitabile per me bor-ghigiano che ha vissuto e vive per quanto possibile la realtàrionale ricordare che in molti, qualche anno fa pensavamoche questa opera non l’avremmo mai vista finita, e oggi, miriesce potrei dire “strano” ritrovarmi in un luogo che non èfisicamente nuovo, ma comunque è diverso da quello in cuiho trascorso parecchi momenti della mia vita rionale.Ciò crea in me ed in altri come me un po’ di smarrimento:quei muri abbattuti e quelle colonne sfarinate dal tempo han-no portato via una parte dei miei e dei nostri ricordi.Certo per quelli come me che hanno vissuto il rione non tan-to come circolo o bar ma più come lavoro su tante necessitàlegate alla sfilata o alle riparazioni varie sembra di esserecircondati dal cristallo; si ha sempre il timore di infrangerequalcosa, eppure la necessità di vivere e operare in un luo-go di tale bellezza ci obbligherà al necessario adattamento.Il problema che potrebbe nascere sarebbe quello di far ri-spettare il luogo ai visitatori che pretenderebbero di potersporcare a piacimento, ciò innescherebbe il desiderio fero-ce di molti rionali di prenderli a legnate, considerato chemolti di noi hanno mantenuto in piedi questi stabili (ricor-do un esempio, il puntellamento del tetto dopo il crollo par-ziale dell’inverno 82 dovuto alla neve) e hanno eseguito i tan-ti lavori necessari a rendere utilizzabili gli spazi senza por-te o finestre tolte dai muratori dopo i primi interventi di con-solidamento.Ricordo che andammo a cercarci le vecchie porte buttate viae i telai tarlati delle finestre che riparammo mettendo anchei vetri e rimontammo senza andare ad intaccare minima-mente il lavoro dei muratori potendo così chiudere alle in-temperie stanze altrimenti inutilizzate.Per lavorare ai costumi avevamo attrezzato un paio di am-bienti nel vano delle cui finestre l’inverno incastravamo duetelai di legno esatti che chiamavamo ironicamente “i doppivetri”, due fogli di nylon trasparente che fermavano acqua evento e una stufetta ci riscaldava quel minimo indispensa-bile.Comunque anche i dirigenti hanno dovuto patire il freddonelle interminabili riunioni di consiglio invernali in una se-greteria riscaldata a stufette, che li obbligava a parteciparecol cappotto.Certo la magia dell’ambiente “vissuto” ed anche “casalingo”con il fascino dei suoi calcinacci è un po’ sparita oggi chetutto è restaurato, l’illuminazione moderna e i necessari di-spositivi di sicurezza hanno cambiato un po’ l’atmosfera ….Ma penso sia il prezzo da pagare.Mi auguro ora che tutti coloro che oggi si adoperano lavo-

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FINALMENTE A CASA

rando per il Rione sappiano guardare bene le situazioni delpresente, tenere in giusto conto il passato, ma soprattuttospalancare gli occhi verso il futuro attenti ai veri amici e aquelli che cercano soltanto di cavalcare l’onda della novitàper ottenere privati vantaggi, così che lo spirito che unisceil Rione, con tutte le sue varie sfaccettature umane, possa ri-prendere a vivere nella sua sede sempre accudita perchéprofondamente amata.

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FINALMENTE A CASA

4 MARZO2000

Sembrava non arrivasse mai il momen-to… un anno, si diceva, una vita.I rionali hanno vissuto questo anno in tut-ti i modi possibili, c’era che non riuscivaa dormire se non andava a dare la sbir-ciatina giornaliera al cantiere, per qual-cuno era sufficiente passeggiare nei din-torni, assicurarsi che era ancora lì. Altriancora non hanno mai voluto vedere o sa-pere nulla per godersi la “sorpresa” il 4marzo o forse per combattere atavichescaramanzie.Tornare a casa…questo solo era impor-tante. Nel frattempo si mettevano “paletti” uno dopo l’altro:ultima cena sociale fuori del Rione, ultima Riunione di con-siglio fuori del Rione, ultima di qua, ultima di là. E poi il tamtam sotterraneo: ce la facciamo, forse ce la facciamo davveroin un anno, fino al 3 settembre, il giorno del crollo della co-lonna n.4. Di lì sono cominciati i pessimismi e le paure.Poi quando ormai tutti erano rassegnati ad aspettare ancoramesi come un fulmine a ciel sereno l’Assessorato ai lavoripubblici ed il Comune di Faenza ci scrivono per invitarci al-la consegna ufficiale delle chiavi del Rione Bianco.All’improvviso è troppo presto, non siamo pronti. Non sia-mo pronti materialmente, ma non siamo pronti neanche psi-cologicamente; il nostro cuore non è pronto. E’ una situa-zione più grande di noi e all’improvviso non sappiamo o nonvogliamo affrontarla. Adesso è il nostro momento, chi dove-va lavorare ha compiuto il suo compito e lascia il campo. Eche campo!!! La cerimonia del 4 marzo è stata molto moltodi più di quello che ci si aspettava, c’era il sole nel chiostro,la gente, tante gente, la gente del Borgo, non solo i rionali, igiovani, i piccoli, gli anziani parevano tutti in silenzio. Nul-la è sembrato falso e costruito c’era la serenità e la gioia dichi torna a casa.Ma come hanno reagito i rionali, cosa hanno pensato, che e-mozioni hanno provato quella sera quando per la prima vol-ta sono state accese le luci e l’atmosfera magica del medioe-vo ha ridotto tutti al silenzio?… viene voglia di passeggiare sotto i loggiati in meditazio-ne.. fra poco spunterà un cavaliere da sotto l’androne con el-mo e spada…troppo bello per noi…. troppo fragile… adessodobbiamo tenere sempre aperto perché tutti possano vede-re….…quando entro mi viene un groppo in gola… …cosa provo? Mancano solo Palio e Bigorda lì in mezzo…..la sensazione di quel giorno si può ripetere solo il giorno incui si vince un palio……sono le persone che fanno i luoghi non i luoghi che fannole persone……adesso tocca a noi……esaltazione da Palio…… qualcuno il suo Palio l’ha vinto……è bello non si può dire di più… sono entrato in una fiaba……da infarto… troppo bello……per un attimo non l’ho riconosciuto, non era più il mio Rio-ne……è quello che si meritava il Rione Bianco…

Daniela Mazzotti

VOGLIAMO RIGRAZIARE TUTTI COLORO CHE HANNOPERMESSO LA REALIZZAZIONE DI QUESTO MAGNIFICOPROGETTO NEI TEMPI E NEI COSTI PREVISTIArch. Grazia Ghetti, Arch. Corrado Venturini, Pier Paolo Con-ti, Arch. Emilio Agostinelli, Ing. Piero Casadio, Ing. MassimoDonati, Ing. Giuliano Mezzadri, Ass. Alberto Servadei, il Sin-daco Claudio Casadio, la ditta Scoes, la ditta Irac, AmedeoMeinardi e tutti coloro che direttamente e indirettamentehanno collaborato.

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30 SECONDI

Cavalieri pronti alla partenza…30 se-condi…Via…, poche parole, 96 secondied è tutto finito.

Come ogni anno siamo sempre qui ed ècrudele come tanto lavoro debbe esseregiudicato in così poco tempo; se la scu-deria fosse davvero questo sarebbe mol-to triste.Ma per fortuna non è così: io credo che iltempo passato in scuderia ci porti a sta-re con persone diverse e finché ognunonon impara ad accettare le persone perquello che sono e non per come le si vorrebbe è impossibilepuntare in alto.Per questo sono convinto che un buon traguardo lo abbia-mo già raggiunto; un qualcosa che non si può appendere al-le pareti del Chiostro rinnovato, ma che chi ci conosce dav-vero lo può avvertire venendo in scuderia.Quest’anno vogliamo raccogliere i frutti del nostro lavoro:sì…in 96 secondi…tutto. Ma ora non più parole…si corre.

Giorgio Gulmanelli

LE AZIONI QUOTATEDa un po’ di tempo quando si va in scuderia capita di senti-re parlare di titoli Fiat, Olivetti, Nuovo Mercato, titoli tele-matici ecc.Questo significa che i nostri “stallieri” sono entrati nel ter-zo millenio con un po’ di soldi, con un po’ di cultura finan-ziaria e con tanta voglia di far bene anche in questo settore.Chi scrive non ha voglia di parlare di finanza ma vuole fareuna similitudine fra le quotazioni finanziarie e le quotazio-ni del Palio.Siccome parlare degli altri non ci diverte, parliamo dei no-stri titoli e delle nostre azioni.I nostri titoli (Palii, Bigorde, Gualdane, corse dei Castelli)sono stati conquistati negli anni passati e ci hanno portatonaturalmente tante soddisfazioni. Ma quando si investe, lo si fa perché si pensa di migliorarele quotazioni dell’ultimo investimento e così è sicuramenteanche per noi. Negli ultimi tre/quattro anni il rione ha continuato a crede-re in titoli tradizionali (Bobo, Marco Gogo) ma ha credutoanche in titoli più innovativi (Giorgio, Mario, i ragazzi e na-turalmente Andrea e Mino).L’anno scorso (forse due anni fa) è scoppiata anche nella no-stra scuderia la mania dei titoli telematici, quelli che hannoun trend di mercato fatto di velocità potenza e affidabilità.Questo titolo si chiama Delphinium.Oggi Delphinium è un titolo quotato molto bene, provate adimmaginare come potrebbe essere il grafico della sua quo-tazione se si avverasse quello che tutti speriamo.Provate ad immaginare che quello che speriamo si verifichiper tre o quattro anni consecutivi...Secondo me se così sarà tutti smetteremo di parlare di fi-nanza (almeno in scuderia) e parleremo di più di cavalli.

AGGIORNAMENTO DALLA SCUDERIA

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E’ PALIO E’ PALIOAnche in scuderia frullano sommesse sempre le stesse do-mande. Chi correrà il Palio? Con quale cavallo? E chi correràla Bigorda? Nessuno parla, questo è cabala. Ma nessuno d’al-tra parte sta cercando la verità, il bello è discutere.Ognuno ha la formazione vincente. Più si avvicina giugno epiù ci si “intende” di cavalli. Non va allo stallo! Non curva adestra! La scuderia è per tutto l’anno un luogo sereno in cuisi lavora tranquilli ora diventa la meta sacra di tutti i riona-li. Ed è giusto così.

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VALLINI E MANTELLINI

HANNO SMESSO?Dopo una stagione eccezionale e ricca disuccessi come quella del 1999 sbandie-ratori e musici del Rione Bianco si sonomessi in moto per la nuova annata.Il 1999 è stato positivo ma adesso si ri-comincia da capo senza crogiolarsi sugliallori.Obiettivo? Fare meglio dell’anno passa-to, in fin dei conti non si è vinto tutto!!Si sbandiera nel Parco?Il Rione Bianco ama effettuare i propriallenamenti nel Parco, cercando di suo-nare a giorni alterni ed ad orari diversiper andare incontro alle esigenze dei vicini.Ci sono però pareri controversi su quest’argomento. “Per ve-dere dove sbandiera il Mio Rione ci vuole un calendario pervedere se è nel Parco o no”.E quest’indecisione permette ogni tipo di pretattiche: si spar-ge la voce che le prove generali non si faranno mai nel giar-dino.Altri interrogativi riguardano la Piccola squadra, una picco-la squadra tutta nuova e completamente ristrutturata. Ci so-no tifosi che hanno già delle certezze sulla formazione cheandrà in piazza, altri che discutono sul fatto che ci sono al-meno otto persone per sei posti.

BANDIERE E MUSICI

Giugno 1999 PRIMI CLASSIFICATIPiazza del Popolo Faenza Coppia giovani

Singolo tradizionaleCoppia TradizionalePiccola SquadraGrande SquadraMusiciTrofeo Bezzi

Settembre 1999 PRIMI CLASSIFICATI SECONDI CLASSIFICATICampionati italiani Versilia Piccola Squadra Singolo Tradizionale

Grande SquadraCoppia Tradizionale

Le voci incontrollate, i mezzi discorsi non fanno altro chealimentare discussioni, previsioni ed interesse. Si è visto Ta-nesini nel Parco: è tornato? Farà la Grande Squadra? Chis-sà, forse potrebbe tornare nella Piccola!Valmori sbandiera ancora? Farà l’ultimo anno? Il vero dubbio che serpeggia dentro e fuori il Rione è peròquello che riguarda la Coppia.Vallini e Mantellini hanno smesso? Cosa faranno nel 2000?-Io credo che Vallini e Mantellini faranno ancora la Coppia,si allenano più di prima!!-Vuoi che non facciano la Coppia del 2000?-Secondo me si allenano solo per i Campionati.-io credo debbano chiudere in bellezza con la vittoria delloscorso anno.Dal Gruppo nessuna certezza, nessuna dichiarazione, comesempre gli sbandieratori del Rione Bianco lavorano e nonchiacchierano lasciando girare e frullare tutte le voci possi-bili … anche questo è Palio.

Daniela Mazzotti

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I MUSICI DEL TERZO MILLENNIO

Sembrava tanto lontano invece era lì die-tro l’angolo il nuovo millennio, o il 2000che dir si voglia.E’ già arrivato, senza neanche farsi an-nunciare, ed anche il nostro 2000 riona-le è arrivato, solo che a noi rionali inte-ressa solo il 2; già perché i mesi che adoggi (5 maggio) ci separano dalle gare so-no due anzi meno.Gli altri avevano paura anche del “mil-lenniun bug” il famigerato baco di finemillennio (a prova di flit) pure noi ab-biamo il baco anzi i bachi che sono quat-tro e ci sono tutti gli anni il terzo sabato di giugno.Dunque rieccoci di nuovo, nuovo anno, e nuovi musici, al-cuni hanno abdicato, alcuni smesso “per metà”, e poi ci so-no i graditi ritorni (Sangiorgi Filippo) e i nuovi arrivi (Mi-chele Liverani e Paolo Rinaldi). Completano la formazionetamburi per la Piazza: Poggiolini Massimiliano, Bassi Mas-simo, Cantagalli Alessandro, Tampieri Matteo, D’AlessandroFabio.Si sono uniti a noi per un prossimo futuro anche Alberto Li-verani, Mattia Donati e Richard Gentilini.

BANDIERE E MUSICIfo

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PANDAAAAA llll SSSS uuuu pppp eeee rrrr CCCC RRRR AAAA IIII ---- PPPP AAAA NNNN DDDD AAAA

tttt rrrr oooo vvvv eeee rrrr eeee tttt eeee pppp rrrr oooo dddd oooo tttt tttt iiiissss eeee mmmm pppp rrrr eeee ffff rrrr eeee ssss cccc hhhh iiii

eeee dddd iiii pppp rrrr iiii mmmm aaaa qqqq uuuu aaaa llll iiii tttt àààà ,,,,aaaa cccc cccc oooo mmmm pppp aaaa gggg nnnn aaaa tttt iiii

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IL GRUPPO VISTO DAI TIFOSI

Io sono uno dei tanti rionali che fin dai primi caldi va al parco del Rione per vedere l’inizio

degli allenamenti.

Sono entusiasta di vedere come i giovani e i “meno giovani” si aiutino e correggano a vicenda.

Inoltre quello che suscitano le bandiere in me è qualcosa di veramente forte.

Queste sensazioni nascono per la forte passione di essere un tifoso dei “nostri ragazzi”.

Per molti può sembrare strano, ma a volte nell’assisterealle gare mi sembra di affaticarmi più degli stessi

sbandieratori, tanto è vero che il giorno delle gare inpiazza è l’unico giorno dell’anno in cui “devo” fumare.

Comunque le gare in piazza sono per me, come sicuramente per tutti i rionali, uno degli eventi

più importanti di tutto l’anno.

L’anno passato i nostri mitici sbandieratori ci hanno regalato emozioni indescrivibili,

basti pensare ai successi in piazza a Faenza per non parlare dei vari titoli italiani;

da tifoso non posso far altro che augurare ai nostri ragazzi di ripetersi, sono certo

che ce la metteranno tutta per farci sognare di nuovo.

Continuando con il gruppo musici le “chiarine” sono: Lan-zoni Davide, Tassinari Cristian, Tassinari Luca, Casalini Mar-co, Tamburini Marcello e Cicognani Valerio.Anche qui si sono aggiunte nuove leve per i prossimi anni .Anche per quest’anno cose nuove e speranze che ritornano,a dispetto del 2000 che si vive una volta sola, e mi scusino imiei colleghi musici; ma se va, sarà un bell’andare per que-sto nuovo inizio millennio.

Alessandro Cantagalli

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GOTTI DA COLLEZIONE

La “Nott de Bisò” è una festa popolare checontinua in tempi diversi l’emozione delPalio.Il bisò si beve nei “gotti”. Ed è dei gottiche intendiamo occuparci in questa se-de.Diverso ogni anno il gotto è fabbricatocon terra d’argilla delle nostre colline,cotto una volta, poi smaltato, è dipintonei decori con gli stemmi rionali e delComune.I primi gotti risalgono al 1964 e da allo-ra tutti gli anni sono stati diversi.C’è chi ama collezionarli, c’è chi tutti gli anni o quasi hacomprato il suo gotto, perciò chi volesse tentare “scambi” digotti, trovare quello che gli manca, vendere un “doppio” puòmettersi in contatto con lo 0339-4412205.

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CON LE MANICHE

ARROTOLATEAllora vediamo un po’, da dove potrem-mo cominciare?……Ah! Sì, comincia-mo dal lontano ottobre del millenove-centonovantanove, quando una certapersona ebbe la “brillante” idea di no-minare me come responsabile cultura-le.Presa dall’euforia di una cosa nuova, ac-cettai ma non sapevo ancora cosa m’a-spettava…Mi arrotolai le maniche della camicia emi dissi: “Mettiamoci pure al lavoro!”Devo dire grazie alle persone che in quest’anno, nonostantenon fossimo nel nostro amato Rione, mi hanno aiutato afar sì che ci fosse un calendario pieno d’iniziative. Partiamo dalla prima, la degustazione di grappe, relatoriAntonio Venturi responsabile Terre Naldi Faenza e CarloCesaretti, ingegnere Distercoop, presenti alla serata ben42 persone, ottimo risultato devo dire, perché cari soci co-me voi ben sapete avere presenti 42 persone ad una seratad’attività culturali è una gran bella soddisfazione, vuol di-re che hai centrato l’argomento o quasi.Nella seconda serata ci hanno intrattenuto gli amici del-la Commenda parlandoci del loro nuovo libro sui testa-menti di Frà Sabba e concludendo la serata con una minicommedia dialettale, presenti alla serata 50 persone, an-che questo quindi possiamo definirlo un ottimo risultato.La terza serata invece coinvolgeva anche gli altri quattroRioni, visto che si trattava della prima delle cinque confe-renze sul tema dei Santi di Faenza. La Santa a noi asse-gnataci era la “Beata Raffaella Cimatti”: il coordinatore delciclo di conferenze è stato il Sig. Rodolfo Tassinari e la re-latrice la Prof.ssa Graziella Cortesi, presenti 48 persone.Un’attività culturale che invece ha riscosso meno succes-so è stata la serata che trattava il tema della nuova leggesul “Silenzio-Assenso” per la Donazione degli organi. Il re-latore Dr.Pier Paolo Casalini ha colmato ogni nostro dub-bio al riguardo.Una serata riuscita alla grande è stata quella di Giorgio eFrancesca i nostri rionali-missionari che ci hanno lascia-ti senza parole nel mostrarci le loro diapositive del Perù,presenti alla serata 80 persone.Voi sapete cos’è il Giubileo? Io ora sì! Don Maurizio Ta-gliaferri e Don Luca Ravaglia in una serata dedicata al Giu-bileo hanno avuto modo di spiegarci a fondo il significatoe la storia, a mio avviso la serata è stata molto interessan-te e divertente.“Ultimo” incontro, la Degustazione dei vini dei produtto-ri della Torre di Oriolo.Chi è astemio ha fatto bene a non venire, ma chi non lo è,ha fatto male a non venire perché non sa cosa si è perso,ovvero una serie di vini di alta qualità, presenti 43 perso-ne, anche in questo caso ottimo risultato. “…a noi del rio-ne piace bere il vino…”.

ATTIVITÀ CULTURALIfo

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Ciao a tutti da Debora

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I DUE TESTAMENTI

Giovedì 13 aprile Presentazione nella sala del Consiglio Co-munale de “I due testamenti di Fra Sabba da Castiglione”,introdotti, tradotti e commentati da Santa Cortesi.Partecipano alla presentazione Santa Cortesi, Antonietta Pao-lillo, Edo Miserocchi, il presidente della Provincia GabrieleAlbonetti, il Sindaco Claudio Casadio, Stefano Collina as-sessore alla cultura ed il vescovo don Castellani. Modera Giu-liano Bettoli presidente degli Amici della Commenda ai qua-li si deve questa iniziativa della pubblicazione.Il sindaco Claudio Casadio ha espresso il ringraziamento del-la città per la riscoperta di queste opere. –Senza questa spin-ta del Borgo- dice- non sarebbe stato possibile per la città ar-rivare alla organizzazione degli eventi di questa primavera2000, il Convegno internazionale su Fra Sabba e l’inaugu-razione del chiostro della Commenda restaurato.Ha poi ribadito l’importanza di conoscere fasi e periodi del-la storia della nostra città. Ha concluso il suo interventochiedendo simpaticamente per i futuro di lasciare un po’ dispazio anche per quelli di là del Lamone.Veniamo ai testamenti.Il primo testamento è stato redatto l’11 gennaio 1546 in SanTerenzio, nella sacrestia della Confraternita dell’ospedale delCrocefisso (dove oggi c’è Via Dogana) presenti il notaio faen-tino Pietro Pritelli e nove testimoni fra cui il famoso gesui-ta padre Pascasio Broet; il secondo testamento quasi cinqueanni dopo l’11 dicembre 1550 al convento di S.Andrea, cioèdi S.Domenico, alla presenza del notaio Francesco Mantili edi otto testimoni, tutti padri domenicani.Fra Sabba come cavaliere gerosolimitano, era tenuto al vo-to di povertà e, per far testamento, dovette chiedere l’auto-rizzazione al Papa.Fino al 1544 Fra Sabba non aveva mai pensato di far testa-mento perché convinto che sarebbe subentrata la sua ama-ta milizia (ordine gerosolimitano) ma nuove disposizioni daRoma avrebbero impedito, in mancanza di testamento, allasua milizia di ereditare.Entrambi i testamenti di Fra Sabba sono “nun cupativi”, cioèpronunciati oralmente davanti ai testimoni ed al notaio ilquale sottoscriverà il documento una volta redatto. La lettura dei testamenti ci permette di entrare nella vita ve-ra del periodo di Fra Sabba la prima metà del ‘500 a Faenza,ed anche di tracciare un profilo dell’uomo, del commenda-tario, del religioso che ben amministrò i beni affidatigli e fugeneroso traducendo la sua fede in opere di carità, privile-giando poveri, malati, orfani.Un ringraziamento speciale è stato rivolto a Luigi Timonci-ni che anche in questa pubblicazione ha realizzato coperti-na e disegni originali.Si voleva mantenere un filo di continuità tra “I Ricordi” e ITestamenti” e si è utilizzata l’immagine di Fra Sabba trattadalla pietra dell’anello-sigillo al British Museum.Gli elementi decorativi della copertina sono di tombe rina-scimentali di Cavalieri di Malta. Allegato al volume “I due testamenti” anche lo studio dellaDott. A.Paolillo “Fra Sabba da Castiglione” tesi di laurea di-scussa all’Università degli Studi di Bologna nel marzo 1988,che tratta dell’amore per l’arte e per il collezionismo arti-stico del cavaliere gerosolimitano.

Daniela Mazzotti

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RICORDI OVVERO

AMMAESTRAMENTIRICORDO 83 – CIRCA LA CORTEGIANIADI NOSTRI TEMPIPerché io non vorrei che voi come lo scioc-co e meccanico vulgo vi ingannaste, il qualcolendo commendare e laudare una per-sona, di subito senza punto pensare, dice:-Gli è un gran cortegiano! – e non sa on-de venga e quel che tal vocabolo importie significhi. Pertanto accioché ancora voinon vi gabbiate come esso che parla né maisa ciò che si dica, come le grotte e le spe-lonche, vi ricorderò che sì come antica-mente, quando li principi del mondo fu-rono buoni, virtuosi e valenti così per le lor corti dimoraronoe conversarono uomini ben nati, ben creati, ben costumati evirtuosi, lo esercizio delli quali secondo M.Dante e M.GiovanBoccaccio era ricreare li principi e le loro corti con leggiadridetti e belli esempi, con pronte risposte, con ingegnose face-zie, pongere leggermene con arguti motti e non mordere conmaligno dente gli altrui difetti, mettere pace e concordia trasignori e cavalieri e gentiluomini, ove odio e nemicizia fosse,ordinare giostre, torniamenti e altri simili giuochi e sollazziper tenere essi principi e le città in piacere, in festa e in alle-grezza onesta… Ma essendo da poi la razza delli buoni e vir-tuosi principi degenerata e mancata e, come si dice, venutaall’ultima feccia, parimenti le corti vennero al meno, di sor-te che oggi la maggior parte di quelli che usano e praticanoper le moderne corti di signori sono uomini vili, ignoranti, a-dulatori, assentatori, parassiti, lenoni per non dire ruffiani,malcreati, bugiardi, giontatori, bari, furbi, maledici, disone-sti in detti e in fatti invidiosi ambiziosi, rapportatori, il loroesercizio è seminare zizzanie e discordie, nutrire odi e inimi-cizie di maniera che a questi nostri depravati tempi tanto soldire un gran cortegiano, quanto un perfetto, compito e con-sumato ribaldo, sì che intendendo voi donde viene la proprietàdi esso vocabolo, saprete quel che alli nostri tempi importa adire “gli è un cortegiano”.

Fra Sabba da Castiglione

I CAVALIERI NEI TORNEILa professione dei cavalieri richiedeva una buona forma fisi-ca e un regolare allenamento al combattimento. La caccia nel-le vaste foreste, il loro svago favorito, forniva loro l’occasionedi affrontare, con l’arco, ma anche con la lancia e con la spa-da, gli animali selvaggi ancora numerosi nell’Europa occi-dentale. L’abilità individuale nel maneggiare la lancia si ac-quisisce prima di tutto con l’esercizio della quintana; si trat-ta essenzialmente di colpire con la punta dell’arma, a tutta ve-locità, lo scudo retto dal braccio trasversale di un manichinofissato a un palo e di schivare l’uto del colpo di ritorno sfer-rato dall’altro braccio, armato, del manichino.Altri giochi di guerra (hastiludium) sono probabilmente de-stinati a preparare i cavalieri ai combattimenti reali. Tuttavia,non ne abbiamo quasi traccia prima dell’XI secolo, epoca del-la comparsa dei tornei, termine generico che, a partire dal XIIsecolo, ingloba l’insieme degli esercizi guerreschi specificidella cavalleria. Tali tornei presentano tre aspetti principalisui quali si fonda la loro specificità: un aspetto utile Di alle-

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namento ai reali combattimenti di guerra; una dimensioneludica che ne fa, insieme, un gioco ma anche uno sport perprofessionisti il cui scopo è di vincere per la gloria e per il gua-dagno, non di uccidere; un carattere festivo, che fa di questeassemblee uno spettacolo assai apprezzato da un pubblico nu-meroso ed entusiasta. Questi tre elementi uniti esaltano e cri-stallizzano i valori propri della cavalleria, contribuendo cosìalla formazione dell’ideologia cavalleresca.

Da Cavalieri e cavalleria nel medioevo di Jean Flori

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Page 15: 2000 - Giornalino Palio

MANIFESTAZIONI

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NIBALLO

2000DAL 31 MAGGIO AL 25 GIUGNO

MERCOLEDÌ 14 GIUGNO VENERDÌ 16 GIUGNO

Stadio Comunale “Bruno Neri” dalle ore 18,30 alle ore 21PROVE DEL 44° PALIO DEL NIBALLO

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TORNEO TRA GLI SBANDIERATORI DEI 5 RIONISpecialità : singolo, piccola squadra,

grande squadra, musici

DOMENICA 18 GIUGNOPiazza del Popolo alle ore 21

GIURAMENTO DEI CAVALIERIGARA DELLE BANDIERE: SPECIALITÀ COPPIA

LUNEDÌ 19 GIUGNOStadio Comunale “Bruno Neri” dalle ore 18,30 alle ore 21

MERCOLEDÌ 21 GIUGNOStadio Comunale “Bruno Neri” - ore 19.30 Prove ufficiali

VENERDÌ 23 GIUGNOStadio Comunale “Bruno Neri” dalle ore 18,30 alle ore 21

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Page 16: 2000 - Giornalino Palio

MERCOLEDÌ 31 MAGGIOVENERDÌ 2 GIUGNO

Stadio Comunale “Bruno Neri” dalle ore 18,30 alle ore 21PROVE DEL 4° TORNEO DELLA BIGORDA D’ORO

LUNEDÌ 5 GIUGNOStadio Comunale “Bruno Neri” dalle ore 18,30 alle ore 21

MERCOLEDÌ 7 GIUGNOStadio Comunale “Bruno Neri” - ore 19.30 Prove ufficiali

VENERDÌ 9 GIUGNOStadio Comunale “Bruno Neri” dalle ore 17 alle ore 19

PROVE DEL 4° TORNEO DELLA BIGORDA D’ORO

VENERDÌ 9 GIUGNOPiazza del Popolo dalle ore 21

GIURAMENTO DEI CAVALIERIGARA DELLE BANDIERE: SPECIALITÀ COPPIA

Con la partecipazione di coppie di alfieri bandieranti che nonabbiano effettuato la gara della botte.

DOMENICA 11 GIUGNOStadio Comunale “Bruno Neri” dalle ore 19

TORNEO DELLA BIGORDA D’ORO 4ª EDIZIONE

MANIFESTAZIONI

PALIODEL

NIBALLO

2000DAL 31 MAGGIO AL 25 GIUGNO

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Page 17: 2000 - Giornalino Palio

SETTIMANA DELLA BIGORDACHIOSTRO DI SERA

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Page 18: 2000 - Giornalino Palio

ore 21 nel Parco della Commenda METALLURGICA VIGANÒ

con il nuovo spettacolo “Il mondo nuovo”

LLUUNNEEDDÌÌ 1199GGIIUUGGNNOO

SETTIMANA DEL PALIOÈ ARRIVATA LA MAGIONE

divertimento e cucina tipica nel Chiostro della Commenda

ore 21 nel Parco della CommendaANTIDOTUM TARANTULAE

“Musiche popolari di tutto il mondo”

ore 21 nel Parco della Commenda GRUPPO DANZE CICOGNANI

“Esibizione dei ballerini”P I A T T O S P E C I A L E “ P A E L L A E S A N G R I A ”

ore 21 nel Parco della CommendaCOMPAGNIA “AMICI DEL TEATRO” DI CASSANIGO

“Al campan ad Don Camell”

ore 21 nel Parco della Commenda GRUPPO GINNASTICA RITMICA “A.S.DIAMANTE TORELLI”

“Esibizione delle sue migliori atlete”

Ore 20,30 “2000 RICORDI” Festa che terminerà con la tradizionale

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Page 19: 2000 - Giornalino Palio

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FRA SABBA

CONVEGNO19/20 MAGGIO

Il convegno internazionale su Fra Sabba da Castiglione èstato sicuramente un grande evento culturale. Molti sono stati gli interventi interessanti che hanno sca-vato nella figura di Fra Sabba da ogni punto di vista. Presente anche Sua Eccellenza Fra Giacomo della Torreconsigliere di Sua Altezza Eminentissima il Principe GranMaestro del Sovrano militare Ordine di Malta.

Il punto di vista STORICO ha visto l’Ordine di San Gio-vanni al tempo di Fra Sabba, la sua storia, le sue peripeziefino all’Ordine di Malta.

La RELIGIONE di Fra Sabba all’interno del momento sto-rico in cui è vissuto.

I RICORDI punto di partenza per ogni tipo di considera-zioni sull’”animo melanconico” di Fra Sabba e sulle sue ri-flessione sul “rimbambito mondo”.

La sua amicizia epistolare con ISABELLA d’Este.

La LINGUA usata da Fra Sabba con le “citazioni fedeli”, “ci-tazioni adattate” e “citazioni falsamente attribuite”.

Il mondo dell’ARTE di Fra Sabba con i suoi amici artistiFra Damiano e Vincenzo Menzocchi.

La BIBLIOTECA con il suo studiolo pieno di libri, stru-menti musicali, oggetti d’arte ed armi.

E’ stato detto tutto quello che poteva essere capito dallesue opere ma in nome dell’amore non critico che noi por-tiamo al Fra Sabba del nostro Rione mi piace ricordare co-me ha concluso il suo intervento la dott. Dora Thornton,l’inglese che ormai ama Fra Sabba come i borghigiani:“E’ nulla meno che miracoloso, e permanente testimo-nianza della forze della personalità di Fra Sabba e del suolegato locale, il fatto che qualcuno dei suoi oggetti d’arte,libri e manoscritti sia tuttora visibile nella stessa Faenza.Quanto sarebbe fiero di vederli riuniti alla Commenda, conla quale si identificava tanto fortemente, e di saperli og-getto oggi di eruditi dibattiti”.

A conclusione del Convegno è stata celebrata da Sua Emi-nenza Cardinale Pio Laghi la Santa Messa in Cattedrale nelcorso della quale è stata eseguita la “Missa Hercules duxferrariae” di Josquin Deprez.

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Page 20: 2000 - Giornalino Palio

QUELLA GALLERIA CORNUTA DI FRA SABBA

Enrico Docci, benché amico e professore, mi sta portandolentamente alla tomba. Non vedete come mi sono ridotto?Pelle e ossa. Carne? Poca, poca: e quel po’ che c’è rimastonon è buono neanche da dare al gatto. E’ stato un mese fa:son trenta giorni che Docci mi ha detto…son trenta nottiche non dormo più.Il professor Docci, da qualche tempo, quasi spinto da un de-mone infernale annidatoglisi nelle interiora, vaga senza re-quie da una biblioteca all’altra, da un archivio all’altro, aprefascicoli polverosi e incunamboli tarmati, sfogli senza posacinquecentine e settecentonovantottine preziose.“E prufessor Docci – mi ha detto Fafìna, un sesto livello del-la Biblioteca Comunale – l’è sempr’acquà tra i lìvar vècc. Etramèsca, e borga, e fodga, e snêsla, e scazêgna… u n’ha bêninvêll…”Incuriosito, un mese fa che gli ho dato impetto nella Tipo-grafia Faentina, gli faccio “ Ma è vero che sei sempre dietroa scazianare nella cara vecchia?”. Non gliel’avessi mai chie-sto. Inde ira. “Proprio tu che sei del Borgo: - mi fa lui – leg-gi!” e mi allunga una lettera del 26 giugno 1798 che, mi di-ce, l’ha trovata allora allora nell’archivio di Stato. Leggo. Èuna lettera che il parroco della Magione scrive a quelli checomandavano allora a Faenza, cioè a quelli che erano anda-ti su dopo che a Faenza era arrivato Napoleone e confrater-nita. Ehi, in quella lettera – lo vedo subito – il parroco del-la Magione non fa mica una gran bella figura. Anzi: per lec-care il signor giulio ai giacobini che comandano da qundo ipapalini hanno tagliato la corda, dice che lui, il parroco, nel-la sua scuola, oltre a insegnare a leggere, scrivere ecc., in-segna anche le nuove disposizioni imposte dai nuovi padro-ni. E poi, sempre lui, il parroco della mgione, facendo an-cor più gallina bagnata, chiude la lettera dicendo: “Con chelo scrivente pronto sempre ad ogni vostro cenno vi augurasalute e rispetto.” “Ehi, - dico a Docci – sì, hai ragione, questo parroco del bor-go ha fatto presto a fare quàcc cucò. Ma sai la paura, la de-bolezza umana…siamo uomini, diceva quella suora”. “Nonè questa – mi rimbecca Docci – la cosa grossa. Guarda mo,come in quella lettera, il parroco della Magione chiama FraSabba, morto ben 228 anni prima. Lo chiama il fu CittadinoCavalire Fra Sabba Castiglioni milanese…”. “L’avrà fatto –dico io – per leccare ancora di più il signor giulio ai nuoviarrivati e ha promosso Fra Sabba, morto tanto tempo prima,a “cittadino” rivoluzionario postumo…”.“Ma che signor giulio – sbotta il professor Docci- era la ve-rità. Fra Sabba se lo vuoi proprio sapere, era un rivoluzio-nario clandestino, un infiltrato fra i chiesàstici: e la tua “Ma-sôn”, una centrale di sovversivi e di terroristi, e…”E qui l’insigne ricercatore si mette a raccontare una storia,ma una fatta storia…È la storia che da un mese mi vessa, non mi fa più dormiredi notte, che mi ha ridotto pelle e ossa e che, lentamente mainesorabilmente, fra appena cinquant’anni, mi porterà, fio-re precocemente reciso, all’Osservanza.“Dunque – dice Docci, badate bene, lo dice Docci, io lo rife-risco con la morte nel cuore – quel “cittadino” Fra Sabba del-la lettera del parroco della Magione conferma una realtà com-provatissima. Il tuo fra Sabba, cavaliere e commendatore,letterato frate e soldato, raccoglitore di libri antichi e di sta-

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Page 21: 2000 - Giornalino Palio

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tue, filosofo e giurista, scrittore e iconòfilo, fondatore di u-na scuola per i bambini poveri del borgo, amico intimo dipapa Clemente VII che dormì una volta da lui nella Magio-ne (sull’ottomana, perché Fra Sabba non aveva posto), il pez-zo più grosso che il tuo borgo abbia avuto nella sua storiamillenaria, in realtà, per tutta la sua vita fu un rivoluziona-rio, un giacobino ante litteram, addirittura l’ideologo delleBrigate Rosse anche se, per motivi di tempo, non ha potutopartecipare al rapimento dell’On. Moro (ma ce n’erano maitanti altri…credo che mancasse solo lui!)E che lui fu un operatore di trame clandestine, un sovversi-vo segreto, l’ha poi dichiarato anche lui, Fra Sabba, per chil’ha voluto capire, quando nella sua grande lapide nera, inun muro interno della chiesa della Masôn ci ha fatto scrive-re “…che razza di individuo io sia stato non l’ho saputo nean-ch’io e tu non andarlo a cercare!”E come lui, rivoluzionari ed estremisti, furono tutti i pretiche gli sono succeduti nella guida della Magione. E quandoquel parroco del 1798 scrive quella lettera ai giacobini diFaenza, non fa mica gallina bagnata. No. Dice liberamentequello che pensa, adesso che comandano i giacobini, i suoisoci!”.Ma avete capito che strazza di lavoro?E magari fosse finita qui. Fra Sabba fu anche un frate gode-reccio. Come l’hanno scoperto che Fra Sabba fu un prete goderec-cio? Pronto. Lui, dicono i libri di storia, gli piaceva fare lasiesta all’aperto – dov’è oggi il parco della Magione, vicinoal Rione Bianco – e soprattutto sotto gli alberi di quel mon-tarino, che c’è ancora adesso, e che lui chiamava il “suo”monte Formicone. Ma il Formicone era lui, Fra Sabba, mi-ca il monte. Perché aveva scavato una galleria, una galleriacornuta, perché aveva le corna, la galleria. Cioè , arrivatapressacopo in principio di Corso Saffi, passando sotto il let-to del Lamone, si divideva in due, come le corna di una lu-maca. Quella di sinistra andava a sbucare in via Severoli 31dove c’è poi andato il Partito Comunista ma dove, anche aitempi di Fra Sabba, c’era il nido dei sovversivi (travestiti daconti).Quella di destra invece portava in via Terranuova, notissimacentrale specializzata in piaceri della carne. E così, fingen-do di far le sue sieste prolungate, adoperando la sua galleriacornuta Fra Sabba alternava sedute rivoluzionarie e seduteedonistiche.Ne abbiamo viste di tutte. Ma che Fra Sabba, che per lui ciavrei messo la mano sul fuoco, che era la gloria nazionale diquelli del Borgo che non andavano più in là di lui, che FraSabba fosse il babbo delle Brigate Rosse e facesse il playboy,usando per la bisogna, con saggia alternanza, la sua lunga ecornuta galleria; e che la mia cara e indimenticabile Masônsia stata per quattro secoli sordida centrale di attentati e dicomplotti: questa non mi va né su e né giù.La botta è grande. Deperisco a vista d’occhio. Non so se riu-scirò a riprendermi mai più.

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Page 22: 2000 - Giornalino Palio

LA VIVA FEDE DI FRA SABBA

16 MARZO 2000 ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI FRASABBAMessa di suffragio alla Commenda (ore 18)

Fra Sabba è morto 446 anni fa: se ne sono ricordati gli Ami-ci della Commenda; hanno coinvolto il parroco di S.Antoni-no don Germano Pederzoli a dirigere il coro che ha cantatoin un suggestivo e austero gregoriano le parti fisse della Mes-sa celebrata dal nostro vescovo Italo Castellani che, con laconsueta eloquente limpidezza, ha commentato la viva fededi fra Sabba, nell’attesa della morte dopo un’esistenza rac-colta ma attivissima, che affida l’anima a Dio, alla Madonna,a S.Giovanni Battista, patrono dell’Ordine dei cavalieri di Ro-di, a S.Maria Maddalena, a cui è intitolata la Commenda, aS.Caterina d’Alessandria. Fra i numerosi presenti anche al-cuni esponenti dell’Ordine di Malta.Un momento particolare da segnalare: la sosta davanti allalastra annerita di arenaria, predisposta da fra Sabba per ilsuo sepolcro, con l’intensa iscrizione di cui il vescovo hacommentato il passo “la vita è nascita, travaglio e morte”.Degnissima cornice l’affresco monocromo del Menzocchi,sintesi rappresentativa di quella vita di religioso, di cavalie-re di studioso. Chi era alla Commenda ha vissuto fra litur-gia e arte un vero momento di spiritualità.

Santa Cortesi

26 MARZO 20003° Concorso ippico al Centro Civico Rioni di salto agli osta-coli a livello regionale in collaborazione con il Centro Ippi-co di Imola.

28 MARZO 2000Con una festa commovente il Circolo dei Fiori ha voluto sa-lutare gli “sfollati” del Rione Bianco.E’ stato un anno di convivenza divertente e piacevole, credoper entrambi, e mancano le parole per esprimere significa-tivamente cosa è stato per noi essere accolti con tanta sim-patia.

6 APRILE 2000Piazza Fra Sabba: A cura degli Amici della Commenda ac-censione del Grande Forno dell’Ente Ceramica per la cottu-ra di opere di artisti faentini e di alunni delle scuole Carchi-dio e Strocchi.

8 APRILE 2000Asta di pezzi ceramici degli artisti faentini e degli alunni.

9 APRILE 2000Raduno cicloturistico Memorial “Montuschi Natale” 19° Ra-duno a percorso libero per cicloamatori organizzato dal “Grup-po cicloturistico Rione Bianco” in collaborazione con la “As-sociazione Produttori della Torre di Oriolo”.

9 APRILE 2000Festa di San Lazzaro Tradizionale festa del “tortello” organizzata in Corso Euro-pa e nelle vie limitrofe in collaborazione con il CircoloA.N.S.P.I. di S.Maria Maddalena e il Quartiere Borgo.

È SUCCESSOfo

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FOTO STUDIO GHETTI-VENTURINI

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9 APRILE 2000Chiesa della CommendaInaugurazione della mostra retrospettiva di Fulvio Ravaio-li, ceramista borghigiano, premio Faenza 1963.

20 APRILE 2000Chiesa della Commenda. Inaugurazione di una Mostra Sa-cra di sculture del concittadino Giuseppe Tampieri.

30 APRILE 2000Rionilandia dove giocano i RioniIl raduno annuale di grandi e piccoli al Centro Civico Rioniè ormai entrato nella tradizione faentina.Il ritrovo è a Piazza del Popolo con le biciclette e scortati dacavalieri e tamburini dei cinque Rioni ci si dirige alle scu-derie rionali. Qui i bambini possono vincere biglietti d’in-gresso per la Bigorda 2000 cimentandosi in varie gare di a-bilità, oppure possono visitare le scuderie rionali.La festa è organizzata in collaborazione con le Lioness perraccogliere fondi da devolvere a scopi benefici.

6 MAGGIO 2000Galleria della Molinella. Inaugurazione della Mostra “Faen-za 2000 dopo Cristo: opere di Luigi Timoncini”.

7 MAGGIO 2000Chiostro della Commenda: Sala degli Angeli. Inaugurazio-ne della Mostra dei Cimeli di Fra SabbaLa Mostra voluta dal Comune di Faenza dal 7 maggio al 4giugno si intitola: FRA SABBA lo studiolo di Fra Sabba daCastiglione.In una mattinata uggiosa, reduci da una notte di “terremo-ti””, erano comunque presenti molte persone ed è con gran-de orgoglio che il Rione Bianco ha visto per la prima voltauna mostra nella “Sala degli Angeli” fiore all’occhiello delChiostro restaurato.E’ possibile quindi ammirare tra le altre cose una legaturacinquecentesca originale della seconda edizione dei Ricor-di, costituita da 124 ricordi e stampata ancora vivente FraSabba in Bologna per Bartolomeo Bonardo da Palma 1549. Un Cabreo (volume) contenente l’elenco di tutti i beni im-mobili e mobili della Commenda fatto nel 1786.Con ogni probabilità questo è l’ultimo cabreo dei beni dellaCommenda di Faenza che venne colpita dalle soppressioninapoleoniche nel 1798.

10 MAGGIO 2000Presentazione ufficiale del 44° Palio del NiballoQuest’anno la presentazione ai giornalisti e addetti ai lavo-ri è stata effettuata presso i locali del Rione Bianco nella bi-blioteca. Al termine della conferenza stampa sono state am-mirate alcune esibizioni degli sbandieratori faentini.

13 MAGGIO 2000Donazione dei ceriI cinque Rioni in corteo portano in omaggio alla Madonnadelle Grazie, la Santa Patrona di Faenza, cinque ceri di oltreun metro e mezzo di altezza per dieci centimetri di diame-tro con inciso lo stemma di ogni Rione.

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Page 24: 2000 - Giornalino Palio

NON C’È FALSO NEL RIONE

Siamo ormai arrivati al Palio del 2000 ed il nostro Rione siritrova come tutti gli altri anni unito e riunito attorno ai pro-pri cavalieri ed ai propri sbandieratori.Ma quest’anno c’è una cosa nuova: siamo e abbiamo il Rio-ne più bello di Faenza e non solo.Il CHIOSTRO DELLA COMMENDA è TERMINATO e credoche questo possa essere di buon auspicio per quest’anno eper gli anni a venire. Sono molto contento di aver visto chetutti, proprio tutti, sono entusiasti della nostra sede, e chemolti, proprio molti, si sono riavvicinati anche grazie allasede stessa.

Penso ai molti amici con cui tanti anni fa ci si trovava in po-che stanze per fare strategie, discussioni, suonare, LAVO-RARE per il Rione. Penso che LORO sarebbero proprio felici di veder realizzatala ristrutturazione. Penso che tutti, sia quelli scomparsi sia quelli che si sonoallontanati dal Rione, o per volontà propria o per divergen-ze con il Consiglio, oggi gioirebbero a preparare questo Pa-lio in questa sede, e che in nessuna di quelle persone ci fos-se falsità, ma solo passione ed animosità.

Penso che nell’anno del GIUBILEO molte cose dovrebberoandare nel modo GIUSTO… Penso alle tante discussioni cheabbiamo tutti gli anni su chi non ha ancora FATTO la tesse-ra, penso ai frequentatori occasionali, a quelli che vengonosolo per il Palio, ai nuovi amici aggregati grazie all’anno tra-scorso ai Fiori, a quelli che VERIFICATASI la ristrutturazio-ne, si sono aggregati facendone ormai parte.Penso che sia ora di vedere in positivo, che di passi ne ab-biamo fatti tanti (siamo anche diventati GRANDI): alla scu-deria siamo competitivi, con gli sbandieratori c’è solo da con-tinuare, fra i soci si sono costituiti gruppi di giovani e menogiovani, abbiamo il meglio Caporione di Faenza perché ci do-vremmo lamentare…Penso che oggi se uno del Bianco si lamenta sia FALSO: ilsasso è stato riparato, in ogni reparto si opera con capacitàe passione, ci hanno spiegato che le colonne del pozzo an-davano tenute così basse, i cavalli stanno bene, di soldi nonne abbiamo spesi poi così tanti… bhe ….parliamone, SEN-TO che chi si lamenta sia FALSO e secondo me, almeno trai tesserati ed i più…, NON C’E’ FALSO NEL RIONE.Pensiamo in grande e pensiamo positivo, si deve correre unaltro Palio ed affrontare altri mille impegni. Facciamolo consoddisfazione. Sarà più facile avere successi.

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GERMANO ZAMA AL

RIONE BIANCOGermano Zama nasce borghigiano.In occasione della cena propiziatoria del 2000 il Rione Bian-co gli consegnerà un riconoscimento proprio come borghi-giano e come socio del Rione Bianco.E’ per il Rione Bianco una grande soddisfazione annoveraretra i suoi soci un borghigiano di successo.Forse non tutti ricordano che Germano Zama ha fatto par-te del gruppo sbandieratori del Rione Bianco alla fine deglianni 60, cosa ricordi di quegli anni?Io sono nato qui perciò mi fa molto piacere essere socio delRione Bianco.Di quegli anni ricordo che noi giovani eravamo i bambini diPatuelli. Io negli anni dal 1967 a circa il 1972 suonavo il tim-pano. In realtà io non sapevo fare niente per cui Patuelli midiede una mazza per suonare il timpano.Sono stato uno dei primi sei timpani del Rione Bianco e lepersone che ricordo di allora sono Visani, Pier Paolo Conti,Alvaro Montuschi e Maurizio Sangiorgi.Ho suonato fino al 1972-73 poi ho continuato a frequentarel’ambiente per un po’ per seguire gli sbandieratori con cuiavevo fatto amicizia.Cosa è successo dopo e come sei entrato nel mondo dellamoda?Ho iniziato lavorando alla Cisa, fino a quando sono andatonei militari.Tornato dal Servizio Militare volevo fare qualcosa da solo,d’importante, in quanto lavorare in fabbrica non mi piace-va. Ho cominciato allora a lavorare con mio zio che vende-va biancheria.In seguito ho smesso di fare il rappresentante ed ho creatouna società con un amico di commercio all’ingrosso d’abbi-gliamento. Dopo 7-8 anni di questa attività e quindi circa 15anni fa ho cominciato a produrre.Oggi Germano Zama comincia ad essere un nome, ha mol-ti dipendenti e non è più solo una realtà locale.Faccio lo stilista perché è un campo che quando ho iniziatolo permetteva, non ho la vocazione da stilista. Il marchio èmolto importante ed è lì che io ho speso la maggior partedelle mie risorse.Da sei anni ho deciso di uscire dalla provincia e poi dall’Ita-lia. Adesso Germano Zama è distribuito in Europa, Giappo-ne ed Australia. In Italia ci sono otto negozi che sono moltoimportanti perché aiutano a migliorarsi continuamente. Ilnegozio inoltre permette di qualificarsi e di dare un valoreal marchio.Ricordo che inizialmente andammo a New York senza sape-re una parola d’inglese e comprammo metri e metri di tes-suto. Il mio è sicuramente un discorso più d’imprenditoreche di stilista.Germano Zama non fa mai sfilate e non appare mai in pri-ma persona, è una scelta?Io non faccio mai o quasi sfilate, Germano Zama è un mar-chio, non deve essere individuato in una persona.Io preferisco che si avverta la mia presenza sul territorio inaltro modo.Mi ricordo quando eravamo piccoli che avevamo poche pos-sibilità di fare sport e adesso ho tante famiglie con figli tra imiei dipendenti e queste famiglie mi aiutano a crescere percui se posso fare qualcosa come sponsor scelgo degli sport a

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livello giovanile.Se posso dire il mio parere, ritengo chea Faenza gli imprenditori possano fare dipiù per il sociale e lo sport.Come vedi il Palio nel contesto faentino?Il Palio lo vedo dalla tribuna. A parte gli scherzi, se il Palio potesse cre-scere sarebbe importante per Faenza edanche per me come per ogni imprendi-tore faentino. Il Palio porta gente ed in-teresse per la città, per cui se in questacittà hai un’azienda porta a farti cono-scere nel mondo.I Rioni sono stati un po’ sbandati per un certo periodo dalpunto di vista del marketing.Le attività locali di una cittadina come Faenza si lanciano inquesto modo; se Siena avesse le ceramiche…..

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GIUBILEO ANNO 2000Dal libro del Levitico (25,8-17)

Conterai sette settimane di anni, cioè sette volte setteanni; queste sette settimane di anni faranno un perio-do di quarantanove anni. Al decimo giorno del settimo mese, farai squillare latromba dell’acclamazione; nel giorno dell’espiazionefarete squillare la tromba per tutto il paese. Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclame-rete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nellasua proprietà e nella sua famiglia. Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non fa-rete né semina, né mietitura di quanto i campi pro-durranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne nonpotate. Poiché è il giubileo; esso vi sarà sacro; potrete peròmangiare il prodotto che daranno i campi. In quest’annodel giubileo, ciascuno tornerà in possesso del suo. Quando vendete qualche cosa al vostro prossimo o quan-do acquistate qualche cosa dal vostro prossimo, nessu-no faccia torto al fratello. Regolerai l’acquisto che farai dal tuo prossimo in baseal numero degli anni trascorsi dopo l’ultimo giubileo:egli venderà a te in base agli anni di rendita. Quanti più anni resteranno, tanto più aumenterai ilprezzo; quanto minore sarà il tempo, tanto più ribas-serai il prezzo; perché egli ti vende la somma dei rac-colti. Nessuno di voi danneggi il fratello, ma temete il vostroDio, poiché io sono il Signore vostro Dio.

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CAVALLI E CERAMICA

CARLO ZOLI E IL RIONE BIANCODai suoi esordi fino ad oggi Carlo Zoli si è impegnato nelladiffusione “artistica” del cavallo.Il cavallo, che ricorre frequentemente nell’opera di Zoli, è u-na figura metaforica che accompagna l’uomo fin dalla na-scita; il suo destino è inseparabile da quello dell’uomo.Zoli modella le sue opere in forme enigmatiche che dannograndi emozioni e rimandano ad antiche sensazioni.I materiali impiegati nelle sue sculture consistono in cera-mica e complementi rigidi quali ferro, acciaio ecc. e patina-te in color bronzo.Carlo Zoli viene da una famiglia di ceramisti, suo padre Fran-co insegnò all’istituto d’arte fino al 1987 ed il nonno Paolo(figlio a sua volta di un ceramista) fondò nel 1919 “La Faian-ce”.In occasione del nuova veste in cui appare il Chiostro dellaCommenda Carlo Zoli ha donato al Rione Bianco una dellesue sculture raffiguranti cavalli che verrà esposta in modopermanente nel locali del Rione stesso.La nostra gioia per questo evento è duplice. In primo luogoci onora e ci rende felici l’attenzione che un grande artistafaentino desideri vedere esposta una sua opera nei nostri lo-cali per sempre ed in secondo luogo ci sembra particolar-mente indicato il soggetto sia per la cornice “medievale” incui verrà inserito che per il sentimento oggettivo che legail Rione al Cavallo.

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DI TUTTO UN PO’

RICORDO 132: CIRCA IL GRUPPO MUSICI

In maniera del tutto inventata e, forse, irrispettosa, pos-siamo pensare che se le circostanze cronologiche avesse-ro reso possibile l’incontro Fra Sabba-Rione Bianco a-vremmo potuto leggere un suo ricordo per il mese di giu-gno:

Per essere il suonare necessario all’umano diletto.

Vi ricorderete di suonare tutte le sere, volentieri udiretele prediche dè capi, le quali prediche vi sforzerete mette-re in esecuzione altrimenti sarebbe un perdere di tempo el’opera insieme.

Vedrete sempre volentieri gli amici vostri di gruppo.

Vi sforzerete di suonare sempre il vero per acquistare ilnome di uomo e musico veridico, diritto e leale.

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I CANCELLIERIDELLE PORTE

BORGHIGIANEA otto anni (1992) dalla prima pubblica-zione che presentava il PROGETTO NUO-VI COSTUMI del RIONE BIANCO, è mo-tivo di orgoglio continuare a presentarele nuove figure che, con inarrestabile me-todicità, il GRUPPO DI RICERCA STO-RICA RIONALE continua a realizzare.Quest’anno vengono realizzati i quattroCancellieri delle porte borghigiane: Ca-saretta, Delle Chiavi, Candiana, Torretta.Il Cancelliere di Porta Delle Chiavi e quel-lo di Porta Candiana, sono tratti dal “Ri-sanamento del cieco e sordomuto” del Pe-rugino, Storia di San Bernardino, Galleria Nazionale del-l’Umbria, Perugia; per il secondo si è utilizzato un diversocopricapo rispetto all’originale, preferendo utilizzarne unaltro sempre indicato nella medesima tavola.Il Cancelliere di Porta Casaretta (Porta Ponte secondo il pun-to di vista dei borghigiani) è tratto dall’affresco della Chiesadi San Francesco, Arezzo, “L’adorazione del sacro legno el’incontro di Salomone con la Regina di Saba”, 1452, Pierodella Francesca; dal quale, peraltro, provengono anche al-cune Dame della corte rionale ed i palafrenieri.Quello di Porta Torretta proviene dal “Banchetto di Erodeed Erodiade 1435” di Masolino da Panicale, Battistero di Ca-stiglione Olona, Varese.Va ricordato che per la comparsa del Rione Bianco fu fattala scelta di collocarsi sullo stile Gotico, stile di moda da tem-po presente in Europa, ma che si affermò più lentamente inItalia dove assunse comunque caratteristiche proprie, conlinee più armoniose ed aggraziate dovute al buon gusto ita-liano.Sul finire del Quattrocento il Gotico fu sostituito, ma pertutto il secolo sopravvisse e convisse, con il Rinascimento,il Rione appunto scelse di attestarsi sul Gotico per differen-ziarsi da Faenza dove probabilmente la Corte manfreda su-biva l’influsso rinascimentale.Con queste figure si completano le quattro coppie (i costu-mi per i Portainsegna vennero realizzati due anni fa) che co-stituiscono il “cuore” civile del Rione, là dove il Cavaliere diMalta, con i suoi Sergenti ne costituisce la parte militare.In attesa della coppia Capo Rione e Dama, possiamo certa-mente affermare che le realizzazioni di quest’anno portanoa compimento le parti principali della comparsa rionale, con-cludono cioè il ciclo delle figure di maggiore rilievo per quan-to attiene alle caratteristiche storico-territoriali, esclusivedel Rione Bianco, che il Progetto ha inteso valorizzare.La ricerca a suo tempo predisposta dal sottoscritto, realiz-zata graficamente da Giuseppe Rava e sostenuta dall’entu-siasmo dei rionali, non si limitò all’analisi ed alla realizza-zione di abbigliamenti fedeli agli originali, documentati sto-ricamente a mezzo di quadri, miniature, affreschi.Fu facile il riferimento alla descrizione della cinta murariadella Faenza di Astorgio II Manfredi, quando pure il BorgoMaggiore, detto D’Urbecco, fu cinto di mura ed ebbe quattroporte “.. che venivano chiuse al tramonto e aperte all’alba”.Il Borgo d’Urbecco: “una piccola città nella città” (come ladescrivono Messeri e Calzi in Faenza nella storia e nell’arte)è la chiave di lettura della realizzazione dei quattro costumi

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dei Cancellieri e dei rispettivi portatori delle insegne delleporte, ai quali è affidata appunto l’apertura e chiusura dellestesse.Di più, essi simboleggiano l’autonomia del Borgo come “pic-cola città”, sono cioè la sintesi dell’intero progetto di rin-novo dei costumi, il quale ha inteso valorizzare lo “spiritoborghigiano”, ovvero ha voluto valorizzarne l’identità comenucleo autonomo e con una forte connotazione culturale,non sempre allineata con la Città.Queste riflessioni e questi approfondimenti, che portano ad

Page 29: 2000 - Giornalino Palio

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una precisa identificazione delle proprie radici storiche, so-no l’asse portante di quel rinnovamento culturale che ri-tengo indispensabile per tutto il nostro Palio del Niballo eche non può che passare, prima di tutto, attraverso il rin-novo delle comparse rionali.Questi progetti di rinnovamento devono tendere a ricostruirerappresentazioni di momenti di vita e gesta rionali della Faen-za del XV secolo, negli aspetti militari, civili e di organizza-zione sociale.La ricerca ed il rinnovamento, pur perseguiti nella piena au-tonomia di ogni Rione, non possono più essere fermati o an-che solo rallentati da sterili motivazioni finanziarie, devonodiventare una assoluta priorità, pena lo scadere nella me-diocrità nella quale si trovano tutte quelle manifestazionifolcloristiche –pseudo storiche- che stanno dilagando, comefunghi, su tutto il territorio italiano.

Aldo Ghetti

COSTUMI

I CANCELLIERI DELLE PORTE

BORGHIGIANE

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LE INIZIATIVE DEL MESE DI GIUGNO

RIONE BIANCOUn Gioiello a Borgo Durbecco

Dipinti Gioielli

Massimo Pollidori - EDIT FAENZA

Sicuramente dopo l’intervento di ristrutturazione la storicasede del Rione Bianco è un vero gioiello di pietra, che illumi-na di storia e passione l’intero territorio del vecchio borgo.L’altra sera grazie alla squisita ospitalità del capo Rione mi so-no immerso nel cuore del Palio del Niballo dove tra tamburi,bandiere e una appetitosa cucina ho palpato la sfida e l’orgo-glio per la bandiera argentea torrita d’azzurro.Il Rione, sicuramente un mondo che non conoscevo, dove tut-ti i soci danno e offrono la loro disponibilità e opera, non so-lo per la conquista del prezioso drappo, ma anche per crearee organizzare eventi culturali e artistici.Tra le volte centenarie e il profondo pozzo centrale del Rione,ho chiesto e ottenuto, grazie all’interessamento dell’amica Te-resa, titolare della casa editrice EDIT FAENZA e la piena e gra-tificante fiducia del capo Rione, di mostrare le mie opere pit-toriche e di gioielleria, nella splendida sala degli Angeli, mo-stra ispirata e dedicata, al fiero Rione Bianco, augurandogli ilsuccesso nell’imminente sfida e offrendo un gioiello biancoe prezioso, come lo spirito di aggregazione e reciproca fidu-cia, che per una sera ho respirato tra le antiche mura.

Massimo Pollidori

Inaugurazione Sabato 17 Giugno 2000 ore 17.30Da Domenica 18 Giugno a Domenica 25 Giugno ore 19-23

GIUGNO 2000Allestimento vetrine: viene riproposta l’iniziativa rivolta a-gli esercizi commerciali con la quale i negozi di tutta la cittàsono coinvolti durante il periodo della manifestazione delPalio nell’allestimento delle proprie vetrine con decori e ad-dobbi ispirati ai colori dei cinque Rioni.Mostra permanente d’armi, costumi e bandiere del CorteoStorico Rionale nella sala adibita a Museo del Rione Bianco.La commenda ieri e oggi: Mostra fotografica sulla Commendaed il Rione Bianco, prima e dopo i lavori di restauro.

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