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LA REPUBBLICA – 2 maggio 2021

Gravidanza: rischio Covid per le donne e i nascituri

L'infezione è più pericolosa nei nove mesi. I ginecologi chiedono la

vaccinazione per le future mamme L'infezione Covid-19 è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo. Ma i vaccini contro il coronavirus attualmente disponibili sono sicuri ed efficaci in gravidanza. Queste sono le conclusioni di due studi pubblicati di recente, rispettivamente su Jama Pediatrics e sul New England Journal of Medicine, che fanno maggiore chiarezza su quali siano i rischi reali per le donne in attesa e i nascituri. Alla luce dei promettenti risultati preliminari gli esperti della Società italiana di riproduzione umana (Siru) lanciano un appello: “Valutiamo per le donne in gravidanza la priorità per la vaccinazione contro Covid-19 per preservare la loro salute e quella dei loro bambini”. La ricerca Nello studio pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics, uno dei più grandi condotti sul Covid-19 e la gravidanza, i ricercatori del Centro di ricerca ospedaliero dell'Università di Montreal hanno messo in evidenza che il virus può alterare il corso della gravidanza e danneggiare le madri e i neonati. In particolare, sono stati coinvolti oltre 2100 donne incinte, in varie fasi della gravidanza, che hanno ricevuto cure in 43 centri medici di 18 paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. Per ogni donna infetta, i ricercatori hanno immediatamente arruolato due donne incinte dello stesso ospedale e nella stessa fase della gravidanza senza un’infezione nota. Hanno poi seguito entrambi i gruppi di donne - 706 con Covid-19 e il 1424 non positive al virus - durante la gestazione, al parto e anche dopo. Sono emerse chiare differenze tra i due gruppi.

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L'ipertensione Le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76 per cento di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota come preeclampsia o eclampsia. Non solo. Queste stesse pazienti sono risultate tre volte più a rischio di sviluppare una grave infezione e cinque volte più a rischio di essere ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Undici donne con Covid-19 sono morte, rispetto a una sola donna nel gruppo di controllo. Lo studio ha anche collegato l'infezione Covid-19 a un aumento dal 60 per cento al 97 per cento del tasso di parto pretermine e, nelle pazienti infette con febbre e mancanza di respiro, a un aumento di cinque volte delle complicanze neonatali come immaturità dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13 per cento dei bambini è risultato positivo al virus e il parto cesareo è stato collegato a un rischio più elevato di trasmissione. L'allattamento L'allattamento al seno, al contrario, non sembra collegato al contagio. “Questi risultati sottolineano l'importanza di includere le donne incinte nei gruppi a cui dare priorità nella vaccinazione anti-Covid e di limitare la loro esposizione ai malati”, dice Antonino Guglielmino, presidente della Siru. Negli Stati Uniti, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) includono la gravidanza tra le condizioni mediche ad alto rischio a cui dare priorità nella vaccinazione, ma non tutti gli stati hanno accolto tale raccomandazione. “Poiché i vaccini approvati non sono stati testati su donne in gravidanza, alcune autorità sanitarie esitano a dare loro la priorità per la vaccinazione”, spiega Guglielmino. “Ma come dimostrano gli ultimi promettenti dati, i vaccini risultano efficaci e sicuri anche in gravidanza”, aggiunge. I vaccini Almeno è così per i vaccini a RNA prodotti da Moderna e da Pfizer/BioNTech, secondo uno studio dei Centers for Disease Control and Prevention americani pubblicato sul New England Journal of Medicine. Lo studio ha considerato un periodo che va dalla metà di dicembre 2020 alla fine di febbraio e si è basato sui dati di oltre 35mila donne americane. Dai risultati è emerso che il rischio di aborto spontaneo, nascite premature e altre complicazioni per le donne vaccinate è paragonabile a quello osservato nelle donne incinte prima della pandemia. Circa il 13 per cento delle donne incinte ha riportato aborti spontanei, meno dell'1 per cento di nati morti, il 9 per cento di nascite premature e il 2 per cento di difetti alla nascita. “Percentuali in linea anche nella popolazione non vaccinata”, specifica Guglielmino. La maggior parte delle donne ha riportato dolore al sito di iniezione, ma le reazioni più gravi sono state meno comuni. “Sono dati molto rassicuranti che cerchiamo di condividere con le nostre pazienti che ci chiedono continuamente cosa è meglio fare”, dice Guglielmino. La Siru, infatti, ha già da qualche settimana lanciato uno sportello informativo gratuito. “Il nostro obiettivo è quello di aiutare le donne incinte o in cerca di una gravidanza ad affrontare lo scenario Covid-19 e relative vaccinazioni, in continua evoluzione”, dice Gugliemino. “In un momento cosi delicato occorre informare adeguatamente le coppie in attesa o che cercano una gravidanza, che già vivono con ansia e incertezza l'attesa o la ricerca di un figlio”, conclude. L’attivazione del servizio della Siru è possibile contattando il numero 349-0753000 dalle ore 11.00 alle 17.00 oppure via mail a [email protected].

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ADNKRONOS – 6 maggio 2021

Covid, "più rischioso in gravidanza"

Appello esperti per priorità vaccino: "Il virus può alterare il corso della gravidanza e danneggiare le madri e i neonati, secondo lo studio di 'Jama Pediatrics'" L'infezione da Covid è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo. DI qui l'appello a vaccinare. "Valutiamo per le donne in gravidanza la priorità per la vaccinazione contro Covid-19 per preservare la loro salute e quella dei loro bambini", sottolineano degli esperti della Società italiana di riproduzione umana (Siru) alla quale aderiscono ginecologi, endocrinologi, andrologi, urologi, biologi, embriologi, genetisti, oncologi, medici dei consultori, psicologi e counselor, medici di medicina generale, ostetriche, infermieri nonché giuristi e bioeticisti, sottolineando come "l'infezione da Covid-19 è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo" e che "i vaccini attualmente disponibili sono sicuri ed efficaci in gravidanza", come emerge dalle conclusioni di due studi pubblicati di recente su 'Jama Pediatrics' e sul 'New England Journal of Medicine' (Nejm), riferisce la Siru in una nota. Il virus - dettaglia la società scientifica - può alterare il corso della gravidanza e danneggiare le madri e i neonati, secondo lo studio di 'Jama Pediatrics', uno dei più grandi condotti su Covid-19 e la gravidanza, che ha arruolato oltre 2.100 donne incinte, curate in 43 centri medici di 18 Paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. E' emerso che le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76% di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota come preeclampsia o eclampsia. Non solo. Queste stesse pazienti sono risultate 3 volte più a rischio di sviluppare una grave infezione e 5 volte più a rischio di essere ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Undici donne con Covid-19 sono morte, rispetto a una sola donna nel gruppo di controllo. Lo studio ha anche collegato l'infezione Covid-19 a un aumento dal 60% al 97% del tasso di parto pretermine e, nelle pazienti infette con febbre e mancanza di respiro, a un aumento di 5 volte delle complicanze neonatali come immaturità dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13% dei bambini è risultato positivo al virus e il parto cesareo è stato collegato a un rischio più elevato di trasmissione. L'allattamento al seno, al contrario, non sembra collegato al contagio. "Questi risultati

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sottolineano l'importanza di includere le donne incinte nei gruppi a cui dare priorità nella vaccinazione anti-Covid e di limitare la loro esposizione ai malati", dice Antonino Guglielmino, presidente Siru. "Poiché i vaccini anti-Covid approvati non sono stati testati su donne in gravidanza, alcune autorità sanitarie esitano a dare loro la priorità per la vaccinazione", spiega Guglielmino. "Ma come dimostrano gli ultimi promettenti dati, i vaccini risultano efficaci e sicuri anche in gravidanza", aggiunge. Secondo uno studio dei Cdc americani pubblicato sul 'Nejm', i vaccini a Rna di Moderna e Pfizer/BioNTech sono sicuri. Dalla ricerca, basata sui dati di oltre 35mila donne americane, è emerso che il rischio di aborto spontaneo, nascite premature e altre complicazioni per le donne vaccinate è paragonabile a quello osservato nelle donne incinte prima della pandemia. "Sono dati molto rassicuranti - specifica Guglielmino - che cerchiamo di condividere con le nostre pazienti che ci chiedono continuamente cosa è meglio fare. In un momento così delicato occorre informare adeguatamente le coppie in attesa o che cercano una gravidanza, che già vivono con ansia e incertezza l'attesa o la ricerca di un figlio", conclude. Per questo la Siru ha aperto da qualche settimana uno sportello informativo gratuito, la cui attivazione è possibile contattando il numero 349-0753000 (dalle 11 alle 17) oppure via mail a [email protected].

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LA REPUBBLICA – 9 maggio 2021

Perimenopausa, perché le donne non la conoscono

A 40 anni comincia la giostra degli ormoni. Ma poche sanno come affontarla. Un problema anche culturale Entro i prossimi 4 anni ci sarà più di 1 miliardo di donne in tutto il mondo che avrà affrontato una particolare fase della vita, tanto delicata quanto misteriosa. Un esercito di donne che, secondo la North American Menopause Society, a un certo punto della vita, avrà fatto fatica a decifrare una serie di segnali che provenivano dal proprio corpo. Vuoti di memoria, depressione, vampate di calore, insonnia, perdita della libido... È come se il proprio corpo avesse iniziato a perdere colpi. Ed erroneamente la colpa viene spesso data allo stress. In realtà, è un passaggio naturale, per alcune più difficile e per altre meno, che si chiama perimenopausa. Una fase per certi versi "misteriosa", come l'ha definita il New York Times in un servizio, ma che in realtà è semplicemente stata culturalmente ignorata per diversi anni. La perimenopausa, in sostanza, consiste negli ultimi anni della vita riproduttiva di una donna, cioè quel periodo che precede la fine delle mestruazioni e la menopausa. Di solito inizia a 40 anni ed è caratterizzata da una "giostra" di ormoni e da una serie di sintomi mentali e fisici che, secondo uno studio americano sono "sufficientemente fastidiosi" da spingere quasi il 90% delle donne a rivolgersi al proprio medico. Nonostante questo la perimenopausa è una sorta di tabù. Lila Nachtigall, professore di ostetricia e ginecologia presso la NYU Grossman School of Medicine, che cura le donne in perimenopausa da 50 anni, si sente spesso dire dalle sue pazienti: "Nessuno mi ha mai parlato della perimenopausa, neanche mia madre". Questa segretezza circa i cambiamenti del corpo femminile è, secondo gli esperti, una delle ragioni per cui la salute delle donne di mezza età viene spesso trascurata. Questo pudore della menopausa e delle fasi che la precedono è un problema culturale che ci portiamo dietro praticamente da sempre. Basta

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pensare che il termine "menopausa" non fu utilizzato fino al 1820, quando fu coniato da Charles de Gardanne, un medico francese. Prima di allora, veniva chiamato colloquialmente "l'inferno delle donne" o la "morte del sesso". La menopausa veniva associata a varie condizioni mediche tra cui l'epilessia, la ninfomania, la gotta, gli attacchi isterici e il cancro. I medici del 19esimo secolo credevano che ricevere cattive notizie potesse causare la menopausa precoce e che le donne che facevano lavori "non femminili", come le pescivendole, fossero più a rischio, Questi medici vittoriani credevano anche che le donne in menopausa avessero le squame sul seno e sperimentassero una "perdita di grazia femminile". Le cose non sono andate meglio neanche nella seconda metà del XIX secolo, quando alle donne in perimenopausa o in menopausa venivano proposte le sanguisughe come rimedio per i "genitali congestionati". Altri medici dell'epoca pensavano che le donne in perimenopausa fossero più suscettibili alle malattie mentali. Finalmente, nel 20esimo secolo, si è iniziato a fare chiarezza sulla menopausa, complice anche la scoperta dell'estrogeno: dopo che una donna non ha più il ciclo mestruale, i livelli di estrogeni calano. Tuttavia, i medici continuavano a pensare che le donne in menopausa fossero persone disturbate, capaci di diventare anche assassine. Alla fine degli anni '80 le conoscenze sono molto migliorate. "Quello che abbiamo imparato è che la perimenopausa è un processo più turbolento, caratterizzato dalla fluttuazone degli ormoni", spiega al New York Times Stephanie Faubion, alla guida della North American Menopause Society. Ma anche ora la perimenopausa viene descritta nella ricerca medica come un "periodo di tempo non ben definito", caratterizzato principalmente dall'esaurimento della riserva ovarica e da cicli mestruali irregolari. Ma quanto dura questo periodo di transizione è ancora poco chiaro. Ci sono quattro sintomi della perimenopausa che sono più comuni: vampate di calore, disturbi del sonno, depressione e secchezza vaginale. Ma ce ne sono tanti altri, in tutto 34, che vanno dalla caduta dei capelli alla "sindrome della bocca in fiamme", che è una sensazione di formicolio o intorpidimento alle labbra, alle gengive e alla lingua. Per gli esperti c'è una sorta di vuoto nella gestione di questa fase della vita di una donna. Nessuno specialista, secondo gli esperti interpellati dal New York Times, ha una preparazione così ampia da poter gestire sintomi che colpiscono così tanti apparati diversi. Eppure le soluzioni terapeutiche esistono. A cominciare dalla pillola anticoncezionale a basso dosaggio che può anche alleviare ad esempio le vampate di calore. L'importante è trovare quella con la giusta combinazione di ormoni, secondo gli esperti. Se invece i problemi di umore sono il disturbo principale, potrebbe essere appropriato un antidepressivo. Ma la gestione della perimenopausa è una sorta di "work in progress". Ci sono numerosi studi longitudinali in corso che stanno trovando collegamenti tra i sintomi della perimenopausa con le malattie cardiache e l'osteoporosi. Altra grave conseguenza di una così scarsa considerazione della perimenopausa è quella sulla fecondazione assistita. "Tra perimenopausa e maternità assistita vi è un legame importante dovuto per lo più al fatto che la donna oggi cerca un figlio in età sempre più avanzata", dice Antonino Guglielmino, ginecologo e Presidente della Società Italiana di Riproduzione Umana (Siru). "Molte donne in prossimità di menopausa - prosegue - si rivolgono ai centri di PMA convinte che questa possa rappresentare la soluzione alla difficoltà biologica di avere figli, purtroppo questa è una falsa credenza da sfatare. Anche la fecondazione assistita è sottomessa alla legge della Natura nella quale vi sono maggior possibilità di successo di avere un figlio quanto più bassa è l'età della donna".

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ASKANEWS – 31 maggio 2021

Guglielmino (Siru): fumo sigaretta danneggia fertilità uomini e donne

Smettere è il primissimo atto amore che possiamo fare per nostri figli “Il fumo può distruggere il sogno di diventare mamma e papà, naturalmente o anche con l’aiuto delle tecniche di procreazione assistita”. È il messaggio lanciato da Antonino Guglielmino presidente della Società italiana di riproduzione umana (SIRU), in occasione della Giornata mondiale contro il tabacco che si celebra oggi in tutto il mondo. La combustione del tabacco di sigaretta produce circa 4000 sostanze, molte delle quali nocive alle cellule riproduttive maschili e femminili. “Il fumo, quindi, può ridurre la fertilità sia delle donne che degli uomini”, spiega Guglielmino. “Si stima che circa il 13% dell’infertilità femminile dipende dal fumo che è molto dannoso per le ovaie: maggiori sono le sigarette che si fumano e la durata di questa cattiva abitudine, e minori sono le possibilità di concepire”, aggiunge. Allo stesso modo le sostanze chimiche sprigionate dalla combustione del tabacco danneggiano la fertilità maschile già nella fase di produzione degli spermatozoi. “Per aumentare le chance di diventare papà è bene abbandonare le sigarette”, sottolinea il presidente della SIRU. Secondo Guglielmino, “il primo vero atto d’amore di un genitore verso i propri figli”.

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DOCTOR33 – 10 maggio 2021

Covid-19, infezione più pericolosa in gravidanza. Siru: donne incinte tra le priorità vaccinali

L'infezione da Covid-19 è più pericolosa per le donne incinte e i loro bambini, ma i vaccini attualmente disponibili sono sicuri ed efficaci anche in gravidanza. Queste le conclusioni di due studi pubblicati su Jama Pediatrics e sul New England Journal of Medicine, che aumentano la conoscenza sui rischi reali per le donne in attesa e i nascituri. Da qui la Società italiana di riproduzione umana (Siru) lancia l'appello di inserire tra le priorità vaccinali le donne in gravidanza. Il primo studio è stato condotto dai ricercatori del Centro di ricerca ospedaliero dell'Università di Montreal su un campione di oltre 2100 donne incinte, in varie fasi della gravidanza, che hanno ricevuto cure in 43 centri medici di 18 paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. Per ogni donna infetta, i ricercatori hanno arruolato due donne incinte dello stesso ospedale e nella stessa fase della gravidanza senza un'infezione nota. Hanno poi seguito entrambi i gruppi di donne - 706 con Covid-19 e il 1424 non positive al virus - durante la gestazione, al parto e anche dopo e sono emerse chiare differenze tra i due gruppi. Le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76% di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, sono risultate tre volte più a rischio di sviluppare una grave infezione e cinque volte più a rischio di essere ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Undici donne con Covid-19 sono morte, rispetto a una sola donna nel gruppo di controllo. Lo studio ha anche collegato l'infezione Covid-19 a un aumento dal 60% al 97% del tasso di parto pretermine e, nelle pazienti infette con febbre e mancanza di respiro, a un aumento di cinque volte delle complicanze neonatali come immaturità dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13% dei bambini è risultato positivo al virus e il parto cesareo è stato collegato a un rischio più elevato di trasmissione. L'allattamento al seno, al contrario, non sembra collegato al contagio. «Questi risultati sottolineano l'importanza di includere le donne incinte nei gruppi a cui dare priorità nella vaccinazione anti-Covid e di limitare la loro esposizione ai malati - afferma Antonino Guglielmino, presidente della Siru -. Negli Stati Uniti, i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) includono la

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gravidanza tra le condizioni mediche ad alto rischio a cui dare priorità nella vaccinazione, ma non tutti gli stati hanno accolto tale raccomandazione. Poiché i vaccini approvati non sono stati testati su donne in gravidanza, alcune autorità sanitarie esitano a dare loro la priorità. Ma, come dimostrano gli ultimi promettenti dati, i vaccini risultano efficaci e sicuri anche in gravidanza». Uno studio dei Centers for Disease Control and Prevention pubblicato sul New England Journal of Medicine, inoltre, ha dimostrato la sicurezza dei vaccini a RNA prodotti da Moderna e da Pfizer/Biontech. Lo studio ha considerato un periodo che va dalla metà di dicembre 2020 alla fine di febbraio e si è basato sui dati di oltre 35mila donne americane. Dai risultati è emerso che il rischio di aborto spontaneo, nascite premature e altre complicazioni per le donne vaccinate è paragonabile a quello osservato nelle donne incinte prima della pandemia. Circa il 13% delle donne incinte ha riportato aborti spontanei, meno dell'1% di nati morti, il 9% di nascite premature e il 2% di difetti alla nascita. «Sono dati molto rassicuranti - specifica Guglielmino - che cerchiamo di condividere con le nostre pazienti che ci chiedono continuamente cosa è meglio fare. In un momento così delicato occorre informare adeguatamente le coppie in attesa o che cercano una gravidanza, che già vivono con ansia e incertezza l'attesa o la ricerca di un figlio».

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SALUS – 23 maggio 2021

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ANSA (FLUSSO) – 14 maggio 2021

Guglielmino (Siru),contro denatalita' modifica legge 40 e Pma Accesso coppie a procreazione puo' dare l'1% in piu' di natalita' "Gli Stati generali della natalita' sono stati l'ennesima occasione per mettere in evidenza la gravita' della situazione in Italia sul fronte delle nascite e l'urgenza di contrastare il fenomeno. Come piu' volte evidenziato": lo dichiara Antonino Guglielmino, ginecologo e presidente della Societa' Italiana di Riproduzione Umana (Siru), sottolineando quali sono "i tre passi per dare una spinta concreta alle nascite grazie alla Pma" e sono "sostegno alle coppie attraverso l'attuazione dei livelli essenziali di assistenza (Lea) in materia di procreazione medicalmente assistita; la revisione e il superamento della legge 40 che ha rivelato in questi anni di essere incompleta e superata dalle evidenze scientifiche e inoltre, una campagna di sensibilizzazione sulla salute riproduttiva e di sensibilizzazione verso la popolazione sui temi della prevenzione dell'infertilita' e della donazione dei gameti. Infine, e' necessario sostenere e implementare la ricerca scientifica sulla riproduzione umana". "E' fondamentale che il ministero avvii subito campagne di sensibilizzazione sulla salute riproduttiva, la prevenzione dell'infertilita' e della sterilita' e la donazione di cellule riproduttive - osserva Guglielmino - questa, per quanto riguarda la donazione di gameti femminili, nel 96% viene fatta con l'importazione di gameti da paesi stranieri perche' mancano donatori in Italia. L'accesso delle coppie alla Pma con il Ssn puo' dare l'1% in piu' di natalita'". La Siru infine preme affinche' venga "superata" la Legge 40 del 2004 che regola la materia. "Noi - conclude Guglielmino - abbiamo gia' definito una proposta di legge da portare in Parlamento, vedremo attraverso quali gruppi parlamentari o deputati, in cui aggiorniamo tutti i percorsi ma soprattutto mettiamo ordine e coerenza perche' la legge 40 e' stata piu' volte oggetto di intervento da parte della Corte costituzionale che ha cambiato delle parti per cui quella legge non solo e' inadeguata ai tempi ma anche piena di contraddizioni. Vogliamo adeguare la legge sia sul piano scientifico che sul piano della coerenza nei percorsi terapeutici".

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HUFFINGTON POST – 25 maggio 2021

"Mi dissero: 'Perché non ti rassegni?'. Ho scelto la Pma e oggi guardo mia figlia sorridere"

La Procreazione Medicalmente Assistita in Italia: la testimonianza di Marianna, i dati, il caso Carmen Consoli, la prevenzione “Ricordo il giorno in cui mi dissero ‘perché non ti rassegni?’. Io non l’ho mai fatto e oggi ne sono felice, perché vedo mia figlia sorridere, crescere, giocare: avere un bambino è sempre una gioia, ma lo è ancora di più al termine di un percorso tanto denso e faticoso”. Marianna ha 40 anni e insieme a suo marito, ormai quattro anni fa, ha scelto la Procreazione Medicalmente Assistita. I trattamenti di PMA richiedono un cammino non facile, estremamente impegnativo. “Tutto è iniziato con una diagnosi di astenozoospermia per mio marito: si tratta si un’alterazione del seme maschile che comporta una ridotta motilità degli spermatozoi. È stato un duro colpo e, purtroppo, sull’uomo non esistono ancora tecniche di intervento. Ma non ci siamo arresi: da quel momento, abbiamo iniziato insieme un percorso. Il desiderio di genitorialità è stato più forte di tutto”, ricorda Marianna. La storia di questa coppia è la storia di tanti: secondo i dati del Ministero della Salute, nel 2017 hanno usufruito di PMA oltre 78 mila coppie italiane per quasi 98 mila cicli iniziati e quasi 14 mila bambini nati. D’altronde, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’infertilità è un problema molto diffuso, che colpisce circa il 15% delle coppie nel mondo. Le tecniche di PMA in Italia vengono disciplinate dalla legge 40 del 2004, che stabilisce la possibilità di trattamento solo per le coppie formate da partner di sesso diverso, precludendo il percorso alle madri single. Chi non rientra nei canoni è costretto a recarsi all’estero, proprio come ha fatto Carmen Consoli:

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mamma di Carlo Giuseppe, 8 anni, avuto grazie ad un trattamento di fecondazione assistita realizzato a Londra. “Probabilmente qualcuno al governo italiano ci sta pensando di portare questa pratica anche qui no? Io sono il test. E insieme a me, credo, Gianna [Nannini, ndr] ... Tante altre persone in Italia hanno fatto questo e sono tanti, sono veramente tanti che popolano questo Paese e che hanno fatto ricorso a questo tipo di fecondazione, no?”, ha detto la ‘cantantessa’ intervenendo nel corso della terza puntata del podcast Mama non mama del Corriere della sera. I centri di fecondazione medicalmente assistita all’estero vantano un’esperienza più lunga, così rivolgersi a tali strutture può rappresentare un’alternativa anche per le coppie. Marianna ci racconta che “pur essendo possibile accedere a trattamenti di PMA in Italia, anche grazie al Servizio Sanitario Nazionale (qui la mappa completa dei centri, ndr), io e mio marito abbiamo scelto di recarci in Spagna, che è un Paese in cui queste tecniche vengono effettuate da anni e, dunque, la tecnologia è più avanzata. Ci siamo rivolti a un centro internazionale molto importante, che ha un punto di riferimento anche nel nostro Paese, con uno studio medico a Roma. Ma venendo da fuori Regione ho dovuto spesso viaggiare anche solo per fare controlli o analisi. Prendevo il treno la mattina e tornavo il pomeriggio, perché le visite sono molto serrate”. Un aspetto, questo, che costringe a a “riconfigurare” la propria vita quotidiana. “I controlli ecografici possono essere anche a distanza di 48 ore l’uno dall’altro, mentre a casa prosegui i trattamenti ormonali, che hanno un grande impatto psicologico per i cambiamenti che impongono sul fisico. Poi, quando i medici reputano che tu sia pronta per affrontare l’operazione, devi partire entro due o tre giorni”, prosegue Marianna. E a questo punto, in Spagna, è avvenuta la vera e propria fecondazione. “Per prima cosa c’è il cosiddetto pick-up: prendono gli ovociti, che poi vengono fecondati. Dopodiché, c’è una seconda parte del percorso che si chiama transfert, ossia l’ovocita fecondato, diventato embrione, viene messo a contatto con l’endometrio, e dovrebbe attecchire. Si aspettano dieci giorni per verificare che l’embrione abbia attecchito.” In questa fase, però, possono arrivare le delusioni più cocenti. Marianna racconta di aver dovuto ripetere il procedimento “per ben quattro volte. Non pochissime, non tantissime: c’è chi ha dovuto insistere di più. Quando si intraprende la strada della fecondazione assistita bisogna essere consapevoli che, nella maggior parte dei casi, non si otterrà successo al primo tentativo. È una strada lunga da percorrere, che richiede equilibrio e forza, sia dal punto di vista mentale che fisico. Personalmente ho scelto anche di avvalermi di un sostegno psicologico”. Equilibrio, tenacia, determinazione, possibili anche grazie a un “piano B”: “Eravamo disposti anche a un percorso di adozione, cosa che non escludiamo neanche oggi per il futuro. Aver lasciato questo spiraglio aperto ci ha dato ancora più positività e grinta”: “Sapevo quello che volevo, e in un modo o nell’altro sapevo che l’avrei ottenuto”. E ciò che Marianna ha voluto è davanti ai suoi occhi ogni giorno: “Nostra figlia oggi ha un anno e ci ha fatto scoprire la vera felicità. Spero che la nostra storia possa essere di ispirazione per chi desidera così profondamente diventare genitore.” E il tema della genitorialità è cruciale nel nostro Paese, dove sempre più forte è il problema della natalità: l’anno 2020 ha fatto registrare un nuovo minimo storico di nascite dall’Unità d’Italia e un massimo storico di morti dal secondo dopoguerra. Meno 3,8% la diminuzione delle nascite: quasi 16 mila in meno rispetto al 2019. Lo scorso anno sono stati iscritti in anagrafe per nascita 404.104 bambini, a fronte di 746.146 persone

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cancellate per avvenuto decesso. A rilevarlo è l’ultimo rapporto l’Istat La dinamica demografica durante la pandemia Covid-19. Nel giro di 12 anni si è passati da un picco relativo di 577 mila nati agli attuali 404 mila, ben il 30% in meno. Alla contrazione dei progetti riproduttivi, con un tasso di fecondità totale sceso lo scorso anno a 1,24 figli per donna da 1,27 del 2019 (era 1,40 nel 2008), si accompagnano anche deficit dimensionali e strutturali della popolazione femminile in età feconda, che si riduce nel tempo e ha un’età media in aumento. D’altronde avere figli, sottolinea l’Istat, rappresenta sempre più una scelta posticipata e, in quanto tale, ridotta rispetto a quanti idealmente se ne desiderano. L’età media al parto ha raggiunto i 32,2 anni (+0,1 sul 2019), un parametro che segna regolari incrementi da molto tempo (30,8 nel 2003 e 31,1 nel 2008). E maggiore è l’età, minori sono le possibilità di concepimento. Dai dati del Registro della PMA pubblicati nel 2021 e risalenti al 2019 emerge che più del 3% dei bambini nati in Italia è frutto delle metodiche e dei percorsi assistenziali di riproduzione medicalmente assistita. Questo vuol dire che un eventuale rallentamento delle procedure di fecondazione assistita o una difficoltà di accesso potrebbe portare ad un ulteriore decremento delle nascite. Basti pensare che lo scorso anno, secondo la Società Italiana della Riproduzione Umana (Siru), le procedure di PMA non effettuate nel trimestre marzo-maggio 2020 a causa della pandemia avrebbero portato a circa 4.500 nascite in meno. Affrontare il tema della procreazione e della natalità significa anche sbarrare la strada ai “migliori amici” dell’infertilità. “Il primo è quello genetico”, ci spiega Alessandra Graziottin, direttrice del Centro di Ginecologia e Sessuologia medica San Raffaele Resnati. “È utile chiedere alla mamma e alla nonna a che età sono andate in menopausa. Se la menopausa è stata precoce, vanno compiuti accertamenti biochimici, come il dosaggio dell’antigene AMH, e morfologici, come l’ecografia pelvica.” Altri nemici della fertilità sono le malattie autoimmuni. “Se ho la tiroidite autoimmune, ad esempio, ho un sistema immunitario che potrebbe aggredire in maniera silente l’ovaio, e me ne accorgerei magari dal ciclo mestruale irregolare. Anche la celiachia può comportare un rischio simile, soprattutto se non si segue una dieta estremamente rigorosa.” E poi, soprattutto, ci sono quei fattori di rischio che possiamo controllare direttamente, e sono quelli riconducibili a un corretto stile di vita. Il fumo, in primo luogo. “Una donna che fuma fin da ragazzina dieci o venti sigarette al giorno, a trent’anni avrà l’ovaio paragonabile a quello di una quarantenne. Poi c’è la corretta alimentazione, unita all’attività fisica. In quest’ultimo anno abbiamo registrato una vera pandemia di sovrappeso e obesità, e le donne che si trovano in questa condizione e non fanno attività fisica sviluppano un aumento della resistenza all’insulina che comporta un’alterazione della funzionalità ovarica. La raccomandazione, dunque, è quella di svolgere almeno un’ora di attività fisica aerobica al giorno, oltre a quella di seguire una dieta bilanciata ed equilibrata (e questa raccomandazione va estesa anche a chi, invece, segue un’alimentazione restrittiva).” La prevenzione, ovviamente, non riguarda solo le donne: “Da quando è stata abolita la visita di leva non abbiamo più la possibilità, ad esempio, della diagnosi precoce del varicocele, o di altri problemi andrologici presenti in media nel 18% dei ragazzi. Ai genitori lancerei una simpatica provocazione: per i 18 anni regalate ai vostri figli una visita andrologica. E agli uomini dico di sottoporsi con regolarità ai controlli andrologici, come fanno le donne con le visite ginecologiche.”

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HEALTH DESK – 31 maggio 2021

Il fumo danneggia la fertilità sia degli uomini che le donne «Il fumo può distruggere il sogno di diventare mamma e papà, naturalmente o anche con l'aiuto delle tecniche di procreazione assistita». È il messaggio lanciato da Antonino Guglielmino presidente della Società italiana di riproduzione umana (SIRU), in occasione della Giornata mondiale contro il tabacco che si celebra oggi in tutto il mondo. La combustione del tabacco di sigaretta produce circa 4.000 sostanze, molte delle quali nocive alle cellule riproduttive maschili e femminili. «Il fumo, quindi, può ridurre la fertilità sia delle donne che degli uomini», spiega Guglielmino. «Si stima che circa il 13% dell'infertilità femminile dipende dal fumo che è molto dannoso per le ovaie: maggiori sono le sigarette che si fumano e la durata di questa cattiva abitudine, e minori sono le possibilità di concepire», aggiunge. Allo stesso modo le sostanze chimiche sprigionate dalla combustione del tabacco danneggiano la fertilità maschile già nella fase di produzione degli spermatozoi. «Per aumentare le chance di diventare papà è bene abbandonare le sigarette», sottolinea il presidente della SIRU. Secondo Guglielmino, «il primo vero atto d'amore di un genitore verso i propri figli».

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DOTTNET – 6 maggio 2021

Covid e gravidanza: l'infezione è più pericolosa nei nove mesi

Siru: "Valutiamo per le donne in gravidanza la priorità per la vaccinazione

contro Covid-19 per preservare la loro salute e quella dei loro bambini" L’infezione da Covid-19 è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo. Ma i vaccini contro il coronavirus attualmente disponibili sono sicuri ed efficaci in gravidanza. Queste sono le conclusioni di due studi pubblicati di recente su Jama Pediatrics e sul New England Journal of Medicine, che aumentano la conoscenza sui rischi reali per le donne in attesa e i nascituri. Alla luce dei promettenti risultati preliminari gli esperti della Società italiana di riproduzione umana (Siru) lanciano un appello: "Valutiamo per le donne in gravidanza la priorità per la vaccinazione contro Covid-19 per preservare la loro salute e quella dei loro bambini". La ricerca Il virus può alterare il corso della gravidanza e danneggiare le madri e i neonati. E’ quanto afferma lo studio pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics, uno dei più grandi condotti sul Covid-19 e la gravidanza, condotto dai ricercatori del Centro di ricerca ospedaliero dell'Università di Montreal. A partecipare, oltre 2100 donne incinte, in varie fasi della gravidanza, che hanno ricevuto cure in 43 centri medici di 18 paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. Per ogni donna infetta, i ricercatori hanno immediatamente arruolato due donne incinte dello stesso ospedale e nella stessa fase della gravidanza senza un’infezione nota. Hanno poi seguito entrambi i gruppi di donne - 706 con Covid-19 e il 1424 non positive al virus - durante la gestazione, al parto e anche dopo. Sono emerse chiare differenze tra i due gruppi. I rischi per le mamme. Le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76 per cento di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota come preeclampsia o eclampsia. Non solo. Queste stesse pazienti sono risultate tre volte più a rischio di sviluppare una grave infezione e cinque volte più a rischio di essere ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Undici donne con Covid-19 sono morte, rispetto a una sola donna nel gruppo di controllo. Lo studio ha anche collegato l'infezione Covid-19 a un aumento dal 60 per cento al 97 per cento del tasso di parto pretermine e, nelle pazienti infette con febbre e mancanza di respiro, a un aumento di cinque volte delle complicanze neonatali come immaturità dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13 per cento dei bambini è risultato positivo al virus e il parto cesareo è

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stato collegato a un rischio più elevato di trasmissione. L'allattamento al seno, al contrario, non sembra collegato al contagio. "Questi risultati sottolineano l'importanza di includere le donne incinte nei gruppi a cui dare priorità nella vaccinazione anti-Covid e di limitare la loro esposizione ai malati", dice Antonino Guglielmino, presidente della Siru. Negli Stati Uniti, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) includono la gravidanza tra le condizioni mediche ad alto rischio a cui dare priorità nella vaccinazione, ma non tutti gli stati hanno accolto tale raccomandazione. "Poiché i vaccini approvati non sono stati testati su donne in gravidanza, alcune autorità sanitarie esitano a dare loro la priorità per la vaccinazione", spiega Guglielmino. "Ma come dimostrano gli ultimi promettenti dati, i vaccini risultano efficaci e sicuri anche in gravidanza", aggiunge. Sicurezza dei vaccini Secondo uno studio dei Centers for Disease Control and Prevention americani pubblicato sul New England Journal of Medicine sono sicuri i vaccini a RNA prodotti da Moderna e da Pfizer/BioNTech. Lo studio ha considerato un periodo che va dalla metà di dicembre 2020 alla fine di febbraio e si è basato sui dati di oltre 35mila donne americane. Dai risultati è emerso che il rischio di aborto spontaneo, nascite premature e altre complicazioni per le donne vaccinate è paragonabile a quello osservato nelle donne incinte prima della pandemia. Circa il 13 per cento delle donne incinte ha riportato aborti spontanei, meno dell'1 per cento di nati morti, il 9 per cento di nascite premature e il 2 per cento di difetti alla nascita. Sportello informativo Siru "Sono dati molto rassicuranti specifica Guglielmino. che cerchiamo di condividere con le nostre pazienti che ci chiedono continuamente cosa è meglio fare", dice Guglielmino. "In un momento così delicato occorre informare adeguatamente le coppie in attesa o che cercano una gravidanza, che già vivono con ansia e incertezza l'attesa o la ricerca di un figlio", conclude. La Siru, infatti, ha già da qualche settimana lanciato uno sportello informativo gratuito. L’attivazione del servizio della Siru è possibile contattando il numero 349-0753000 dalle ore 11.00 alle 17.00 oppure via mail a [email protected].

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DIRE – 6 maggio 2021

Covid in gravidanza: nuovi studi mettono in luce i rischi

Società italiana di riproduzione umana: "Valutiamo per le donne in gravidanza la priorità per la vaccinazione" L’infezione da Covid-19 è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo. Ma i vaccini contro il coronavirus attualmente disponibili sono sicuri ed efficaci in gravidanza. Queste sono le conclusioni di due studi pubblicati di recente su Jama Pediatrics e sul New England Journal of Medicine, che aumentano la conoscenza sui rischi reali per le donne in attesa e i nascituri. Alla luce dei promettenti risultati preliminari gli esperti della Società italiana di riproduzione umana (Siru) lanciano un appello: “Valutiamo per le donne in gravidanza la priorità per la vaccinazione contro Covid-19 per preservare la loro salute e quella dei loro bambini”. È quanto afferma lo studio pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics, uno dei più grandi condotti sul Covid-19 e la gravidanza, condotto dai ricercatori del Centro di ricerca ospedaliero dell’Università di Montreal. GLI STUDI A partecipare, oltre 2.100 donne incinte, in varie fasi della gravidanza, che hanno ricevuto cure in 43 centri medici di 18 paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. Per ogni donna infetta, i ricercatori hanno immediatamente arruolato due donne incinte dello stesso ospedale e nella stessa fase della gravidanza senza un’infezione nota. Hanno poi seguito entrambi i gruppi di donne 706 con Covid-19 e il 1424 non positive al virus durante la gestazione, al parto e anche dopo. Sono emerse chiare differenze tra i due gruppi.

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COVID, I RISCHI PER LE DONNE IN GRAVIDANZA Le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76 per cento di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota come preeclampsia o eclampsia. Non solo. Queste stesse pazienti sono risultate tre volte più a rischio di sviluppare una grave infezione e cinque volte più a rischio di essere ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Undici donne con Covid-19 sono morte, rispetto a una sola donna nel gruppo di controllo. Lo studio ha anche collegato l’infezione Covid-19 a un aumento dal 60 per cento al 97 per cento del tasso di parto pretermine e, nelle pazienti infette con febbre e mancanza di respiro, a un aumento di cinque volte delle complicanze neonatali come immaturità dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13 per cento dei bambini è risultato positivo al virus e il parto cesareo è stato collegato a un rischio più elevato di trasmissione. L’allattamento al seno, al contrario, non sembra collegato al contagio. “Questi risultati sottolineano l’importanza di includere le donne incinte nei gruppi a cui dare priorità nella vaccinazione anti-Covid e di limitare la loro esposizione ai malati”, dice Antonino Guglielmino, presidente della Siru. Negli Stati Uniti, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) includono la gravidanza tra le condizioni mediche ad alto rischio a cui dare priorità nella vaccinazione, ma non tutti gli stati hanno accolto tale raccomandazione. “Poiché i vaccini approvati non sono stati testati su donne in gravidanza, alcune autorità sanitarie esitano a dare loro la priorità per la vaccinazione”, spiega Guglielmino. “Ma come dimostrano gli ultimi promettenti dati, i vaccini risultano efficaci e sicuri anche in gravidanza”, aggiunge. LA SICUREZZA DEI VACCINI Secondo uno studio dei Centers for Disease Control and Prevention americani pubblicato sul New England Journal of Medicine sono sicuri i vaccini a RNA prodotti da Moderna e da Pfizer/BioNTech. Lo studio ha considerato un periodo che va dalla metà di dicembre 2020 alla fine di febbraio e si è basato sui dati di oltre 35mila donne americane. Dai risultati è emerso che il rischio di aborto spontaneo, nascite premature e altre complicazioni per le donne vaccinate è paragonabile a quello osservato nelle donne incinte prima della pandemia. Circa il 13 per cento delle donne incinte ha riportato aborti spontanei, meno dell’1 per cento di nati morti, il 9 per cento di nascite premature e il 2 per cento di difetti alla nascita.

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AGI (FLUSSO) – 14 maggio 2021

Natalita': esperto, contrastare fenomeno calo procreazione "Gli Stati generali della natalita' sono stati l'ennesima occasione per mettere in evidenza la gravita' della situazione in Italia sul fronte delle nascite e l'urgenza di contrastare il fenomeno. Come piu' volte evidenziato, i primi tre passi per dare una spinta concreta alle nascite grazie alla PMA sono: sostegno alle coppie attraverso l'attuazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) in materia di procreazione medicalmente assistita; la revisione e il superamento della legge 40 che ha rivelato in questi anni di essere incompleta e superata dalle evidenze scientifiche e inoltre, una campagna di sensibilizzazione sulla salute riproduttiva e di sensibilizzazione verso la popolazione sui temi della prevenzione dell'infertilita' e della donazione dei gameti. Infine, e' necessario sostenere e implementare la ricerca scientifica sulla riproduzione umana". A dichiararlo e' Antonino Guglielmino, ginecologo e presidente della Societa' Italiana di Riproduzione Umana (SIRU) nel giorno degli Stati Generali della natalita' ai quali hanno partecipato il premier Mario Draghi e Papa Francesco. Nell'ultimo rapporto dell'Istituto Superiore di Sanita' si evidenzia, infatti, che oltre il 3 per cento di bambini nascono in Italia grazie alla PMA. E i numeri potrebbero cambiare rapidamente. "Ma se noi gia' ci spostiamo in Lombardia, - aggiunge Guglielmino - dove il sistema sanitario regionale ha garantito l'accesso alle coppie con il ticket, il dato si alza al 4 per cento. Da questo si evince che l'accesso delle coppie alla PMA con il SSN puo' dare l'1 per cento in piu' di nascite. Ogni anno sono circa 90mila i cicli riproduttivi assistiti ma potrebbero essere molti di piu' nel caso in cui ci fosse la possibilita' di un accesso garantito a tutte le coppie che lo desiderano dal Servizio sanitario nazionale. Ora, in un Paese in cui stiamo perdendo continuamente nascite, aiutare e consentire l'accesso ai percorsi riproduttivi a chi i figli li vuole sarebbe un atto dovuto se si vuole investire sul futuro del nostro Paese". L'introduzione, nel marzo 2017, dei percorsi di procreazione e di riproduzione medicalmente assistita nei Livelli Essenziali di Assistenza in Italia e' stato un passo importante ma solamente sulla carta. "Un inserimento che non si e' mai tradotto in un supporto reale alle coppie e quindi alla possibilita' di accesso a tutte le coppie da nord a sud in egual maniera". chiarisce Guglielmino. "E' fondamentale che il ministero della Salute - continua - avvii subito campagne di sensibilizzazione sulla salute riproduttiva, la prevenzione dell'infertilita' e della sterilita' e la donazione di cellule riproduttive. Questa, per quanto riguarda la donazione di gameti femminili, nel 96% viene fatta con l'importazione di gameti da paesi stranieri perche' mancano donatori in Italia". La SIRU inoltre preme affinche' venga "superata" la Legge 40 del 2004 che regola la materia. "Noi - spiega Guglielmino - abbiamo gia' definito una proposta di legge da portare in Parlamento, vedremo attraverso quali gruppi parlamentari o deputati, in cui aggiorniamo tutti i percorsi ma soprattutto mettiamo ordine e coerenza perche' la legge 40 e' stata piu' volte oggetto di intervento da parte della Corte costituzionale che ha cambiato delle parti per cui quella legge non solo e' inadeguata ai tempi ma anche piena di contraddizioni. Vogliamo adeguare la legge sia sul piano scientifico che sul piano della coerenza nei percorsi terapeutici".

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ASKANEWS (FLUSSO) – 14 maggio 2021

Famiglia, Siru: superare legge 40 per contrastare denatalità Sostegno alle coppie in materia di Pma Roma "Gli Stati generali della natalità sono stati l'ennesima occasione per mettere in evidenza la gravità della situazione in Italia sul fronte delle nascite e l'urgenza di contrastare il fenomeno. Come più volte evidenziato, i primi tre passi per dare una spinta concreta alle nascite grazie alla PMA sono: sostegno alle coppie attraverso l' attuazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) in materia di procreazione medicalmente assistita; la revisione e il superamento della legge 40 che ha rivelato in questi anni di essere incompleta e superata dalle evidenze scientifiche e inoltre, una campagna di sensibilizzazione sulla salute riproduttiva e di sensibilizzazione verso la popolazione sui temi della prevenzione dell'infertilità e della donazione dei gameti. Infine, è necessario sostenere e implementare la ricerca scientifica sulla riproduzione umana". A dichiararlo è Antonino Guglielmino, ginecologo e Presidente della Società Italiana di Riproduzione Umana (Siru) nel giorno degli Stati Generali della natalità ai quali hanno partecipato il premier Mario Draghi e il papa Francesco. Nell'ultimo rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità si evidenzia, infatti, che oltre il 3% di bambini nascono in Italia grazie alla PMA. "E i numeri potrebbero cambiare rapidamente - osserva -: se noi già ci spostiamo in Lombardia dove il sistema sanitario regionale ha garantito l'accesso alle coppie con il ticket, il dato si alza al 4%. Da questo si evince che l'accesso delle coppie alla PMA con il SSN può dare l'1% in più di nascite. Ogni anno sono circa 90mila i cicli riproduttivi assistiti ma potrebbero essere molti di più nel caso in cui ci fosse la possibilità di un accesso garantito a tutte le coppie che lo desiderano dal Servizio sanitario nazionale. Ora, in un Paese in cui stiamo perdendo continuamente nascite, aiutare e consentire l'accesso ai percorsi riproduttivi a chi i figli li vuole sarebbe un atto dovuto se si vuole investire sul futuro del nostro Paese». L'introduzione, nel marzo 2017, dei percorsi di procreazione e di riproduzione medicalmente assistita nei Livelli Essenziali di Assistenza in Italia è stato un passo importante ma solamente sulla carta. «Un inserimento che non si è mai tradotto in un supporto reale alle coppie e quindi alla possibilità di accesso a tutte le coppie da nord a sud in egual maniera» chiarisce Guglielmino: «E' fondamentale che il Ministero avvii subito campagne di sensibilizzazione sulla salute riproduttiva, la prevenzione dell'infertilità e della sterilità e la donazione di cellule riproduttive. Questa, per quanto riguarda la donazione di gameti femminili, nel 96% viene fatta con l'importazione di gameti da paesi stranieri perché mancano donatori in Italia», sottolinea il Presidente Siru. La Siru inoltre preme affinché venga «superata» la Legge 40 del 2004 che regola la materia. «Noi - spiega Guglielmino - abbiamo già definito una proposta di legge da portare in Parlamento, vedremo attraverso quali gruppi parlamentari o deputati, in cui aggiorniamo tutti i percorsi ma soprattutto mettiamo ordine e coerenza perché la legge 40 è stata più volte oggetto di intervento da parte della Corte costituzionale che ha cambiato delle parti per cui quella legge non solo è inadeguata ai tempi ma anche piena di contraddizioni. Vogliamo adeguare la legge sia sul piano scientifico che sul piano della coerenza nei percorsi terapeutici».

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TISCALI – 6 maggio 2021

Covid, "più rischioso in gravidanza"

L'infezione da Covid è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo. DI qui l'appello a vaccinare. "Valutiamo per le donne in gravidanza la priorità per la vaccinazione contro Covid-19 per preservare la loro salute e quella dei loro bambini", sottolineano degli esperti della Società italiana di riproduzione umana (Siru) alla quale aderiscono ginecologi, endocrinologi, andrologi, urologi, biologi, embriologi, genetisti, oncologi, medici dei consultori, psicologi e counselor, medici di medicina generale, ostetriche, infermieri nonché giuristi e bioeticisti, sottolineando come "l'infezione da Covid-19 è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo" e che "i vaccini attualmente disponibili sono sicuri ed efficaci in gravidanza", come emerge dalle conclusioni di due studi pubblicati di recente su 'Jama Pediatrics' e sul 'New England Journal of Medicine' (Nejm), riferisce la Siru in una nota. Il virus - dettaglia la società scientifica - può alterare il corso della gravidanza e danneggiare le madri e i neonati, secondo lo studio di 'Jama Pediatrics', uno dei più grandi condotti su Covid-19 e la gravidanza, che ha arruolato oltre 2.100 donne incinte, curate in 43 centri medici di 18 Paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. E' emerso che le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76% di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota come preeclampsia o eclampsia. Non solo. Queste stesse pazienti sono risultate 3 volte più a rischio di sviluppare una grave infezione e 5 volte più a rischio di essere ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Undici donne con Covid-19 sono morte, rispetto a una sola donna nel gruppo di controllo. Lo studio ha anche collegato l'infezione Covid-19 a un aumento dal 60% al 97% del tasso di parto pretermine e, nelle pazienti infette con febbre e mancanza di respiro, a un aumento di 5 volte delle complicanze neonatali come immaturità dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13% dei bambini è risultato positivo al virus e il parto cesareo è stato collegato a un rischio più elevato di trasmissione. L'allattamento al seno, al contrario, non sembra collegato al contagio. "Questi risultati sottolineano l'importanza di includere le donne incinte nei gruppi a cui dare priorità nella vaccinazione anti-Covid e di limitare la loro esposizione ai malati", dice Antonino Guglielmino, presidente Siru. "Poiché i vaccini anti-Covid approvati non sono stati testati su donne in gravidanza, alcune autorità sanitarie esitano a dare loro la priorità per la vaccinazione", spiega Guglielmino. "Ma come dimostrano gli

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ultimi promettenti dati, i vaccini risultano efficaci e sicuri anche in gravidanza", aggiunge. Secondo uno studio dei Cdc americani pubblicato sul 'Nejm', i vaccini a Rna di Moderna e Pfizer/BioNTech sono sicuri. Dalla ricerca, basata sui dati di oltre 35mila donne americane, è emerso che il rischio di aborto spontaneo, nascite premature e altre complicazioni per le donne vaccinate è paragonabile a quello osservato nelle donne incinte prima della pandemia. "Sono dati molto rassicuranti - specifica Guglielmino - che cerchiamo di condividere con le nostre pazienti che ci chiedono continuamente cosa è meglio fare. In un momento così delicato occorre informare adeguatamente le coppie in attesa o che cercano una gravidanza, che già vivono con ansia e incertezza l'attesa o la ricerca di un figlio", conclude. Per questo la Siru ha aperto da qualche settimana uno sportello informativo gratuito, la cui attivazione è possibile contattando il numero 349-0753000 (dalle 11 alle 17) oppure via mail a [email protected].

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IL GIORNO – 23 maggio 2021

"Troppe differenze territoriali per la PMA E serve vera tutela per la donazione di gameti" L’inserimento della Pma, (procrezione medicalmente assistita) nei Lea, livelli essenziali di assistenza, è stato un passo importante... sulla carta. "Questo passo avanti, che risale a quattro anni fa, deve ancora tradursi in un supporto reale alle coppie, da Nord a Sud in egual maniera" chiarisce Antonino Guglielmino, ginecologo presidente della Società Italiana di Riproduzione Umana (SIRU). "Adesso è fondamentale che il Ministero avvii subito campagne di sensibilizzazione sulla salute riproduttiva, la prevenzione dell’infertilità e della sterilità e la donazione di cellule riproduttive. Questa procedura, per quanto riguarda la donazione di gameti femminili, nel 96% viene fatta tramite importazione da paesi stranieri perché manca una vera tutela delle donazioni in Italia", sottolinea il presidente del sodalizio scientifico. Gli specialisti sollecitano le istituzioni affinché la Legge 40 del 2004 sia aggiornata sia piano scientifico sia sul piano della coerenza nei percorsi terapeutici.

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SALUTE – 9 maggio 2021

Perimenopausa, perché le donne non la conoscono

A 40 anni comincia la giostra degli ormoni. Ma poche sanno come affontarla. Un problema anche culturale Entro i prossimi 4 anni ci sarà più di 1 miliardo di donne in tutto il mondo che avrà affrontato una particolare fase della vita, tanto delicata quanto misteriosa. Un esercito di donne che, secondo la North American Menopause Society, a un certo punto della vita, avrà fatto fatica a decifrare una serie di segnali che provenivano dal proprio corpo. Vuoti di memoria, depressione, vampate di calore, insonnia, perdita della libido... È come se il proprio corpo avesse iniziato a perdere colpi. Ed erroneamente la colpa viene spesso data allo stress. In realtà, è un passaggio naturale, per alcune più difficile e per altre meno, che si chiama perimenopausa. Una fase per certi versi "misteriosa", come l'ha definita il New York Times in un servizio, ma che in realtà è semplicemente stata culturalmente ignorata per diversi anni. La perimenopausa, in sostanza, consiste negli ultimi anni della vita riproduttiva di una donna, cioè quel periodo che precede la fine delle mestruazioni e la menopausa. Di solito inizia a 40 anni ed è caratterizzata da una "giostra" di ormoni e da una serie di sintomi mentali e fisici che, secondo uno studio americano sono "sufficientemente fastidiosi" da spingere quasi il 90% delle donne a rivolgersi al proprio medico. Nonostante questo la perimenopausa è una sorta di tabù. Lila Nachtigall, professore di ostetricia e ginecologia presso la NYU Grossman School of Medicine, che cura le donne in perimenopausa da 50 anni, si sente spesso dire dalle sue pazienti: "Nessuno mi ha mai parlato della perimenopausa, neanche mia madre". Questa segretezza circa i cambiamenti del corpo femminile è, secondo gli esperti, una delle ragioni per cui la salute delle donne di mezza età viene spesso trascurata. Questo pudore della menopausa e delle fasi che la precedono è un problema culturale che ci portiamo dietro praticamente da sempre. Basta

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pensare che il termine "menopausa" non fu utilizzato fino al 1820, quando fu coniato da Charles de Gardanne, un medico francese. Prima di allora, veniva chiamato colloquialmente "l'inferno delle donne" o la "morte del sesso". La menopausa veniva associata a varie condizioni mediche tra cui l'epilessia, la ninfomania, la gotta, gli attacchi isterici e il cancro. I medici del 19esimo secolo credevano che ricevere cattive notizie potesse causare la menopausa precoce e che le donne che facevano lavori "non femminili", come le pescivendole, fossero più a rischio, Questi medici vittoriani credevano anche che le donne in menopausa avessero le squame sul seno e sperimentassero una "perdita di grazia femminile". Le cose non sono andate meglio neanche nella seconda metà del XIX secolo, quando alle donne in perimenopausa o in menopausa venivano proposte le sanguisughe come rimedio per i "genitali congestionati". Altri medici dell'epoca pensavano che le donne in perimenopausa fossero più suscettibili alle malattie mentali. Finalmente, nel 20esimo secolo, si è iniziato a fare chiarezza sulla menopausa, complice anche la scoperta dell'estrogeno: dopo che una donna non ha più il ciclo mestruale, i livelli di estrogeni calano. Tuttavia, i medici continuavano a pensare che le donne in menopausa fossero persone disturbate, capaci di diventare anche assassine. Alla fine degli anni '80 le conoscenze sono molto migliorate. "Quello che abbiamo imparato è che la perimenopausa è un processo più turbolento, caratterizzato dalla fluttuazone degli ormoni", spiega al New York Times Stephanie Faubion, alla guida della North American Menopause Society. Ma anche ora la perimenopausa viene descritta nella ricerca medica come un "periodo di tempo non ben definito", caratterizzato principalmente dall'esaurimento della riserva ovarica e da cicli mestruali irregolari. Ma quanto dura questo periodo di transizione è ancora poco chiaro. Ci sono quattro sintomi della perimenopausa che sono più comuni: vampate di calore, disturbi del sonno, depressione e secchezza vaginale. Ma ce ne sono tanti altri, in tutto 34, che vanno dalla caduta dei capelli alla "sindrome della bocca in fiamme", che è una sensazione di formicolio o intorpidimento alle labbra, alle gengive e alla lingua. Per gli esperti c'è una sorta di vuoto nella gestione di questa fase della vita di una donna. Nessuno specialista, secondo gli esperti interpellati dal New York Times, ha una preparazione così ampia da poter gestire sintomi che colpiscono così tanti apparati diversi. Eppure le soluzioni terapeutiche esistono. A cominciare dalla pillola anticoncezionale a basso dosaggio che può anche alleviare ad esempio le vampate di calore. L'importante è trovare quella con la giusta combinazione di ormoni, secondo gli esperti. Se invece i problemi di umore sono il disturbo principale, potrebbe essere appropriato un antidepressivo. Ma la gestione della perimenopausa è una sorta di "work in progress". Ci sono numerosi studi longitudinali in corso che stanno trovando collegamenti tra i sintomi della perimenopausa con le malattie cardiache e l'osteoporosi. Altra grave conseguenza di una così scarsa considerazione della perimenopausa è quella sulla fecondazione assistita. "Tra perimenopausa e maternità assistita vi è un legame importante dovuto per lo più al fatto che la donna oggi cerca un figlio in età sempre più avanzata", dice Antonino Guglielmino, ginecologo e Presidente della Società Italiana di Riproduzione Umana (Siru). "Molte donne in prossimità di menopausa - prosegue - si rivolgono ai centri di PMA convinte che questa possa rappresentare la soluzione alla difficoltà biologica di avere figli, purtroppo questa è una falsa credenza da sfatare. Anche la fecondazione assistita è sottomessa alla legge della Natura nella quale vi sono maggior possibilità di successo di avere un figlio quanto più bassa è l'età della donna".

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NURSE TIMES – 7 maggio 2021

Coronavirus, studi confermano: più pericoloso durante gravidanza, ma vaccini sicuri

L’appello della Siru affinché si valuti la priorità della vaccinazione per le donne incinte L’infezione da coronavirus è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo. Ma i vaccini contro il Covid-19 attualmente disponibili sono sicuri ed efficaci in gravidanza. Queste sono le conclusioni di due studi pubblicati di recente su Jama Pediatrics e sul New England Journal of Medicine, che aumentano la conoscenza sui rischi reali per le donne in attesa e i nascituri. Alla luce dei promettenti risultati preliminari gli esperti della Società italiana di riproduzione umana (Siru) lanciano un appello: “Valutiamo per le donne in gravidanza la priorità per la vaccinazione contro Covid-19 per preservare la loro salute e quella dei loro bambini”. La ricerca – Il virus può alterare il corso della gravidanza e danneggiare le madri e i neonati. È quanto afferma lo studio pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics, uno dei più grandi condotti sul Covid-19 e la gravidanza, condotto dai ricercatori del Centro di ricerca ospedaliero dell’Università di Montreal. A partecipare, oltre 2.100 donne incinte, in varie fasi della gravidanza, che hanno ricevuto cure in 43 centri medici di 18 paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. Per ogni donna infetta, i ricercatori hanno immediatamente arruolato due donne incinte dello stesso ospedale e nella stessa fase della gravidanza senza un’infezione nota. Hanno poi seguito entrambi i gruppi di donne (706 con Covid-19 e il 1424 non positive al virus) durante la gestazione, al parto e anche dopo. Sono emerse chiare differenze tra i due gruppi. I rischi per le mamme – Le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76 per cento di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota come preeclampsia o eclampsia. Non solo. Queste stesse pazienti sono risultate tre volte più a rischio di sviluppare una grave infezione e cinque volte più a rischio di essere ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Undici donne con Covid-19 sono morte, rispetto a una sola donna nel gruppo di controllo. Lo studio ha anche collegato l’infezione Covid-19 a un

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aumento dal 60% al 97% del tasso di parto pretermine e, nelle pazienti infette con febbre e mancanza di respiro, a un aumento di cinque volte delle complicanze neonatali come immaturità dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13% dei bambini è risultato positivo al virus e il parto cesareo è stato collegato a un rischio più elevato di trasmissione. L’allattamento al seno, al contrario, non sembra collegato al contagio. «Questi risultati sottolineano l’importanza di includere le donne incinte nei gruppi a cui dare priorità nella vaccinazione anti-Covid e di limitare la loro esposizione ai malati», dice Antonino Guglielmino, presidente della Siru. Negli Stati Uniti, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) includono la gravidanza tra le condizioni mediche ad alto rischio a cui dare priorità nella vaccinazione, ma non tutti gli stati hanno accolto tale raccomandazione. «Poiché i vaccini approvati non sono stati testati su donne in gravidanza – prosegue Guglielmino –, alcune autorità sanitarie esitano a dare loro la priorità per la vaccinazione. Ma come dimostrano gli ultimi promettenti dati, i vaccini risultano efficaci e sicuri anche in gravidanza». Sicurezza dei vaccini – Secondo uno studio dei Centers for Disease Control and Prevention americani pubblicato sul New England Journal of Medicine sono sicuri i vaccini a Rna prodotti da Moderna e da Pfizer/BioNTech. Lo studio ha considerato un periodo che va dalla metà di dicembre 2020 alla fine di febbraio e si è basato sui dati di oltre 35mila donne americane. Dai risultati è emerso che il rischio di aborto spontaneo, nascite premature e altre complicazioni per le donne vaccinate è paragonabile a quello osservato nelle donne incinte prima della pandemia. Circa il 13% delle donne incinte ha riportato aborti spontanei, meno dell’1 per cento di nati morti, il 9% di nascite premature e il 2% di difetti alla nascita. Sportello informativo Siru – «Sono dati molto rassicuranti – specifica Guglielmino –, che cerchiamo di condividere con le nostre pazienti che ci chiedono continuamente cosa è meglio fare. In un momento così delicato occorre informare adeguatamente le coppie in attesa o che cercano una gravidanza, che già vivono con ansia e incertezza l’attesa o la ricerca di un figlio». La Siru, infatti, ha già da qualche settimana lanciato uno sportello informativo gratuito. L’attivazione del servizio è possibile contattando il numero 349-0753000 dalle 11 alle 17, oppure via mail a [email protected].

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SALUTEH24 – 16 maggio 2021

Siru, modifica legge 40 e lea, pma per contrastare denatalita'

"Gli Stati generali della natalita' sono stati l'ennesima occasione per mettere in evidenza la gravita' della situazione in Italia sul fronte delle nascite e l'urgenza di contrastare il fenomeno. Come piu' volte evidenziato, i primi tre passi per dare una spinta concreta alle nascite grazie alla PMA sono: sostegno alle coppie attraverso l' attuazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) in materia di procreazione medicalmente assistita; la revisione e il superamento della legge 40 che ha rivelato in questi anni di essere incompleta e superata dalle evidenze scientifiche e inoltre, una campagna di sensibilizzazione sulla salute riproduttiva e di sensibilizzazione verso la popolazione sui temi della prevenzione dell'infertilita' e della donazione dei gameti. Infine, e' necessario sostenere e implementare la ricerca scientifica sulla riproduzione umana". A dichiararlo e' Antonino Guglielmino, ginecologo e Presidente della Societa' Italiana di Riproduzione Umana (SIRU) nel giorno degli Stati Generali della natalita' ai quali hanno partecipato il premier Mario Draghi e papa Francesco. "Nell'ultimo rapporto dell'Istituto Superiore di Sanita' si evidenzia, infatti, che oltre il 3% di bambini nascono in Italia grazie alla PMA. E i numeri potrebbero cambiare rapidamente. Ma se noi gia' ci spostiamo in Lombardia- aggiunge Guglielmino- dove il sistema sanitario regionale ha garantito l'accesso alle coppie con il ticket, il dato si alza al 4%. Da questo si evince che l'accesso delle coppie alla PMA con il SSN puo' dare l'1% in piu' di nascite. Ogni anno sono circa 90mila i cicli riproduttivi assistiti ma potrebbero essere molti di piu' nel caso in cui ci fosse la possibilita' di un accesso garantito a tutte le coppie che lo desiderano dal Servizio sanitario nazionale. Ora, in un Paese in cui stiamo perdendo continuamente nascite, aiutare e consentire l'accesso ai percorsi riproduttivi a chi i figli li vuole sarebbe un atto dovuto se si vuole investire sul futuro del nostro Paese". L'introduzione, nel marzo 2017, dei percorsi di procreazione e di riproduzione medicalmente assistita nei Livelli Essenziali di Assistenza in Italia e' stato un passo importante ma solamente sulla carta.

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"Un inserimento che non si e' mai tradotto in un supporto reale alle coppie e quindi alla possibilita' di accesso a tutte le coppie da nord a sud in egual maniera- chiarisce Guglielmino- E' fondamentale che il Ministero promuova campagne di sensibilizzazione sulla salute riproduttiva, la prevenzione dell'infertilita' e della sterilita' e la donazione di cellule riproduttive. Questa, per quanto riguarda la donazione di gameti femminili, nel 96% viene fatta con l'importazione di gameti da paesi stranieri perche' mancano donatori in Italia", sottolinea il Presidente SIRU. La SIRU inoltre preme affinche' venga "superata la Legge 40 del 2004 che regola la materia. Noi- spiega Guglielmino- abbiamo gia' definito una proposta di legge da portare in Parlamento, vedremo attraverso quali gruppi parlamentari o deputati, in cui aggiorniamo tutti i percorsi ma soprattutto mettiamo ordine e coerenza perche' la legge 40 e' stata piu' volte oggetto di intervento da parte della Corte costituzionale, che ha cambiato delle parti per cui quella legge non solo e' inadeguata ai tempi ma anche piena di contraddizioni. Vogliamo adeguare la legge sia sul piano scientifico che sul piano della coerenza nei percorsi terapeutici".

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IL PICCOLO – 2 maggio 2021

Gravidanza: rischio Covid per le donne e i nascituri

L'infezione è più pericolosa nei nove mesi. I ginecologi chiedono la vaccinazione per le future mamme L'infezione Covid-19 è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo. Ma i vaccini contro il coronavirus attualmente disponibili sono sicuri ed efficaci in gravidanza. Queste sono le conclusioni di due studi pubblicati di recente, rispettivamente su Jama Pediatrics e sul New England Journal of Medicine, che fanno maggiore chiarezza su quali siano i rischi reali per le donne in attesa e i nascituri. Alla luce dei promettenti risultati preliminari gli esperti della Società italiana di riproduzione umana (Siru) lanciano un appello: “Valutiamo per le donne in gravidanza la priorità per la vaccinazione contro Covid-19 per preservare la loro salute e quella dei loro bambini”. La ricerca Nello studio pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics, uno dei più grandi condotti sul Covid-19 e la gravidanza, i ricercatori del Centro di ricerca ospedaliero dell'Università di Montreal hanno messo in evidenza che il virus può alterare il corso della gravidanza e danneggiare le madri e i neonati. In particolare, sono stati coinvolti oltre 2100 donne incinte, in varie fasi della gravidanza, che hanno ricevuto cure in 43 centri medici di 18 paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. Per ogni donna infetta, i ricercatori hanno immediatamente arruolato due donne incinte dello stesso ospedale e nella stessa fase della gravidanza senza un’infezione nota. Hanno poi seguito entrambi i gruppi di donne - 706 con Covid-19 e il 1424 non positive al virus - durante la gestazione, al parto e anche dopo. Sono emerse chiare differenze tra i due gruppi. L'ipertensione Le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76 per cento di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota come preeclampsia o eclampsia. Non solo. Queste stesse pazienti sono risultate tre volte più a rischio di sviluppare una grave infezione e cinque volte più a rischio di essere

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ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Undici donne con Covid-19 sono morte, rispetto a una sola donna nel gruppo di controllo. Lo studio ha anche collegato l'infezione Covid-19 a un aumento dal 60 per cento al 97 per cento del tasso di parto pretermine e, nelle pazienti infette con febbre e mancanza di respiro, a un aumento di cinque volte delle complicanze neonatali come immaturità dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13 per cento dei bambini è risultato positivo al virus e il parto cesareo è stato collegato a un rischio più elevato di trasmissione. L'allattamento L'allattamento al seno, al contrario, non sembra collegato al contagio. “Questi risultati sottolineano l'importanza di includere le donne incinte nei gruppi a cui dare priorità nella vaccinazione anti-Covid e di limitare la loro esposizione ai malati”, dice Antonino Guglielmino, presidente del la Siru. Negli Stati Uniti, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) includono la gravidanza tra le condizioni mediche ad alto rischio a cui dare priorità nella vaccinazione, ma non tutti gli stati hanno accolto tale raccomandazione. “Poiché i vaccini approvati non sono stati testati su donne in gravidanza, alcune autorità sanitarie esitano a dare loro la priorità per la vaccinazione”, spiega Guglielmino. “Ma come dimostrano gli ultimi promettenti dati, i vaccini risultano efficaci e sicuri anche in gravidanza”, aggiunge. I vaccini Almeno è così per i vaccini a RNA prodotti da Moderna e da Pfizer/BioNTech, secondo uno studio dei Centers for Disease Control and Prevention americani pubblicato sul New England Journal of Medicine. Lo studio ha considerato un periodo che va dalla metà di dicembre 2020 alla fine di febbraio e si è basato sui dati di oltre 35mila donne americane. Dai risultati è emerso che il rischio di aborto spontaneo, nascite premature e altre complicazioni per le donne vaccinate è paragonabile a quello osservato nelle donne incinte prima della pandemia. Circa il 13 per cento delle donne incinte ha riportato aborti spontanei, meno dell'1 per cento di nati morti, il 9 per cento di nascite premature e il 2 per cento di difetti alla nascita. “Percentuali in linea anche nella popolazione non vaccinata”, specifica Guglielmino. La maggior parte delle donne ha riportato dolore al sito di iniezione, ma le reazioni più gravi sono state meno comuni. “Sono dati molto rassicuranti che cerchiamo di condividere con le nostre pazienti che ci chiedono continuamente cosa è meglio fare”, dice Guglielmino. La Siru, infatti, ha già da qualche settimana lanciato uno sportello informativo gratuito. “Il nostro obiettivo è quello di aiutare le donne incinte o in cerca di una gravidanza ad affrontare lo scenario Covid-19 e relative vaccinazioni, in continua evoluzione”, dice Gugliemino. “In un momento cosi delicato occorre informare adeguatamente le coppie in attesa o che cercano una gravidanza, che già vivono con ansia e incertezza l'attesa o la ricerca di un figlio”, conclude. L’attivazione del servizio della Siru è possibile contattando il numero 349-0753000 dalle ore 11.00 alle 17.00 oppure via mail a [email protected].

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SANITA’ INFORMAZIONE – 6 maggio 2021

Covid e gravidanza: l’infezione è più pericolosa nei nove mesi

I ginecologi Siru chiedono la vaccinazione per le future mamme L’infezione da Covid-19 è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo. Ma i vaccini contro il Covid attualmente disponibili sono sicuri ed efficaci in gravidanza. Queste sono le conclusioni di due studi pubblicati di recente su Jama Pediatrics e sul New England Journal of Medicine, che aumentano la conoscenza sui rischi reali per le donne in attesa e i nascituri. Alla luce dei promettenti risultati preliminari gli esperti della Società italiana di riproduzione umana (Siru) lanciano un appello: «Valutiamo per le donne in gravidanza la priorità per la vaccinazione contro Covid-19 per preservare la loro salute e quella dei loro bambini». La ricerca Il virus può alterare il corso della gravidanza e danneggiare le madri e i neonati. È quanto afferma lo studio pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics, uno dei più grandi condotti sul Covid-19 e la gravidanza, condotto dai ricercatori del Centro di ricerca ospedaliero dell’Università di Montreal. A partecipare, oltre 2100 donne incinte, in varie fasi della gravidanza, che hanno ricevuto cure in 43 centri medici di 18 paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. Per ogni donna infetta, i ricercatori hanno immediatamente arruolato due donne incinte dello stesso ospedale e nella stessa fase della gravidanza senza un’infezione nota. Hanno poi seguito entrambi i gruppi di donne (706 con Covid-19 e il 1424 non positive al virus) durante la gestazione, al parto e anche dopo. Sono emerse chiare differenze tra i due gruppi. I rischi per le mamme Le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76 per cento di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota come preeclampsia o eclampsia. Non solo. Queste stesse pazienti sono risultate tre volte più a rischio di sviluppare una grave infezione e cinque volte più a rischio di essere ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Undici donne con Covid-19 sono morte, rispetto a una sola donna nel gruppo di controllo. Lo studio ha anche collegato l’infezione Covid-19 a un aumento dal 60% al

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97% del tasso di parto pretermine e, nelle pazienti infette con febbre e mancanza di respiro, a un aumento di cinque volte delle complicanze neonatali come immaturità dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13% dei bambini è risultato positivo al virus e il parto cesareo è stato collegato a un rischio più elevato di trasmissione. L’allattamento al seno, al contrario, non sembra collegato al contagio. «Questi risultati sottolineano l’importanza di includere le donne incinte nei gruppi a cui dare priorità nella vaccinazione anti-Covid e di limitare la loro esposizione ai malati», dice Antonino Guglielmino, presidente della Siru. Negli Stati Uniti, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) includono la gravidanza tra le condizioni mediche ad alto rischio a cui dare priorità nella vaccinazione, ma non tutti gli stati hanno accolto tale raccomandazione. «Poiché i vaccini approvati non sono stati testati su donne in gravidanza, alcune autorità sanitarie esitano a dare loro la priorità per la vaccinazione. Ma come dimostrano gli ultimi promettenti dati, i vaccini risultano efficaci e sicuri anche in gravidanza». Sicurezza dei vaccini Secondo uno studio dei Centers for Disease Control and Prevention americani pubblicato sul New England Journal of Medicine sono sicuri i vaccini a RNA prodotti da Moderna e da Pfizer/BioNTech. Lo studio ha considerato un periodo che va dalla metà di dicembre 2020 alla fine di febbraio e si è basato sui dati di oltre 35mila donne americane. Dai risultati è emerso che il rischio di aborto spontaneo, nascite premature e altre complicazioni per le donne vaccinate è paragonabile a quello osservato nelle donne incinte prima della pandemia. Circa il 13% delle donne incinte ha riportato aborti spontanei, meno dell’1 per cento di nati morti, il 9% di nascite premature e il 2% di difetti alla nascita. Sportello informativo Siru «Sono dati molto rassicuranti – specifica Guglielmino – che cerchiamo di condividere con le nostre pazienti che ci chiedono continuamente cosa è meglio fare. In un momento così delicato occorre informare adeguatamente le coppie in attesa o che cercano una gravidanza, che già vivono con ansia e incertezza l’attesa o la ricerca di un figlio», conclude. La Siru, infatti, ha già da qualche settimana lanciato uno sportello informativo gratuito. L’attivazione del servizio della Siru è possibile contattando il numero 349-0753000 dalle ore 11.00 alle 17.00 oppure via mail a [email protected].

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DIRE (FLUSSO) – 14 maggio 2021

Famiglia. Siru: Modifica legge 40 e lea pma per contrastare denatalità "Gli Stati generali della natalita' sono stati l'ennesima occasione per mettere in evidenza la gravita' della situazione in Italia sul fronte delle nascite e l'urgenza di contrastare il fenomeno. Come piu' volte evidenziato, i primi tre passi per dare una spinta concreta alle nascite grazie alla PMA sono: sostegno alle coppie attraverso l' attuazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) in materia di procreazione medicalmente assistita; la revisione e il superamento della legge 40 che ha rivelato in questi anni di essere incompleta e superata dalle evidenze scientifiche e inoltre, una campagna di sensibilizzazione sulla salute riproduttiva e di sensibilizzazione verso la popolazione sui temi della prevenzione dell'infertilita' e della donazione dei gameti. Infine, e' necessario sostenere e implementare la ricerca scientifica sulla riproduzione umana". A dichiararlo e' Antonino Guglielmino, ginecologo e Presidente della Societa' Italiana di Riproduzione Umana (SIRU) nel giorno degli Stati Generali della natalita' ai quali hanno partecipato il premier Mario Draghi e papa Francesco. "Nell'ultimo rapporto dell'Istituto Superiore di Sanita' si evidenzia, infatti, che oltre il 3% di bambini nascono in Italia grazie alla PMA. E i numeri potrebbero cambiare rapidamente. Ma se noi gia' ci spostiamo in Lombardia- aggiunge Guglielmino- dove il sistema sanitario regionale ha garantito l'accesso alle coppie con il ticket, il dato si alza al 4%. Da questo si evince che l'accesso delle coppie alla PMA con il SSN puo' dare l'1% in piu' di nascite. Ogni anno sono circa 90mila i cicli riproduttivi assistiti ma potrebbero essere molti di piu' nel caso in cui ci fosse la possibilita' di un accesso garantito a tutte le coppie che lo desiderano dal Servizio sanitario nazionale. Ora, in un Paese in cui stiamo perdendo continuamente nascite, aiutare e consentire l'accesso ai percorsi riproduttivi a chi i figli li vuole sarebbe un atto dovuto se si vuole investire sul futuro del nostro Paese". L'introduzione, nel marzo 2017, dei percorsi di procreazione e di riproduzione medicalmente assistita nei Livelli Essenziali di Assistenza in Italia e' stato un passo importante ma solamente sulla carta. "Un inserimento che non si e' mai tradotto in un supporto reale alle coppie e quindi alla possibilita' di accesso a tutte le coppie da nord a sud in egual maniera- chiarisce Guglielmino- E' fondamentale che il Ministero promuova campagne di sensibilizzazione sulla salute riproduttiva, la prevenzione dell'infertilita' e della sterilita' e la donazione di cellule riproduttive. Questa, per quanto riguarda la donazione di gameti femminili, nel 96% viene fatta con l'importazione di gameti da paesi stranieri perche' mancano donatori in Italia", sottolinea il Presidente SIRU. La SIRU inoltre preme affinche' venga "superata la Legge 40 del 2004 che regola la materia. Noi- spiega Guglielmino- abbiamo gia' definito una proposta di legge da portare in Parlamento, vedremo attraverso quali gruppi parlamentari o deputati, in cui aggiorniamo tutti i percorsi ma soprattutto mettiamo ordine e coerenza perche' la legge 40 e' stata piu' volte oggetto di intervento da parte della Corte costituzionale che ha cambiato delle parti per cui quella legge non solo e' inadeguata ai tempi ma anche piena di contraddizioni. Vogliamo adeguare la legge sia sul piano scientifico che sul piano della coerenza nei percorsi terapeutici".

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CORRIERE NAZIONALE – 18 maggio 2021

Covid in gravidanza: nuovi studi fanno luce i rischi

L’infezione da Covid-19 è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo. Ma i vaccini contro il coronavirus attualmente disponibili sono sicuri ed efficaci in gravidanza. Queste sono le conclusioni di due studi pubblicati di recente su Jama Pediatrics e sul New England Journal of Medicine, che aumentano la conoscenza sui rischi reali per le donne in attesa e i nascituri. Alla luce dei promettenti risultati preliminari gli esperti della Società italiana di riproduzione umana (Siru) lanciano un appello attraverso la Dire (www.dire.it): “Valutiamo per le donne in gravidanza la priorità per la vaccinazione contro Covid-19 per preservare la loro salute e quella dei loro bambini”. È quanto afferma lo studio pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics, uno dei più grandi condotti sul Covid-19 e la gravidanza, condotto dai ricercatori del Centro di ricerca ospedaliero dell’Università di Montreal. GLI STUDI A partecipare, oltre 2.100 donne incinte, in varie fasi della gravidanza, che hanno ricevuto cure in 43 centri medici di 18 paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. Per ogni donna infetta, i ricercatori hanno immediatamente arruolato due donne incinte dello stesso ospedale e nella stessa fase della gravidanza senza un’infezione nota. Hanno poi seguito entrambi i gruppi di donne 706 con Covid-19 e il 1424 non positive al virus durante la gestazione, al parto e anche dopo. Sono emerse chiare differenze tra i due gruppi. COVID, I RISCHI PER LE DONNE IN GRAVIDANZA Le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76 per cento di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota come preeclampsia o eclampsia. Non solo. Queste stesse pazienti sono risultate tre volte più a rischio di sviluppare una grave infezione e cinque volte più a rischio di essere ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Undici donne con Covid-19 sono morte, rispetto a una sola

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donna nel gruppo di controllo. Lo studio ha anche collegato l’infezione Covid-19 a un aumento dal 60 per cento al 97 per cento del tasso di parto pretermine e, nelle pazienti infette con febbre e mancanza di respiro, a un aumento di cinque volte delle complicanze neonatali come immaturità dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13 per cento dei bambini è risultato positivo al virus e il parto cesareo è stato collegato a un rischio più elevato di trasmissione. L’allattamento al seno, al contrario, non sembra collegato al contagio. “Questi risultati sottolineano l’importanza di includere le donne incinte nei gruppi a cui dare priorità nella vaccinazione anti-Covid e di limitare la loro esposizione ai malati”, dice Antonino Guglielmino, presidente della Siru. Negli Stati Uniti, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) includono la gravidanza tra le condizioni mediche ad alto rischio a cui dare priorità nella vaccinazione, ma non tutti gli stati hanno accolto tale raccomandazione. “Poiché i vaccini approvati non sono stati testati su donne in gravidanza, alcune autorità sanitarie esitano a dare loro la priorità per la vaccinazione”, spiega Guglielmino. “Ma come dimostrano gli ultimi promettenti dati, i vaccini risultano efficaci e sicuri anche in gravidanza”, aggiunge. LA SICUREZZA DEI VACCINI Secondo uno studio dei Centers for Disease Control and Prevention americani pubblicato sul New England Journal of Medicine sono sicuri i vaccini a RNA prodotti da Moderna e da Pfizer/BioNTech. Lo studio ha considerato un periodo che va dalla metà di dicembre 2020 alla fine di febbraio e si è basato sui dati di oltre 35mila donne americane. Dai risultati è emerso che il rischio di aborto spontaneo, nascite premature e altre complicazioni per le donne vaccinate è paragonabile a quello osservato nelle donne incinte prima della pandemia. Circa il 13 per cento delle donne incinte ha riportato aborti spontanei, meno dell’1 per cento di nati morti, il 9 per cento di nascite premature e il 2 per cento di difetti alla nascita.

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YAHOO – 31 maggio 2021

Guglielmino (Siru): fumo sigaretta danneggia fertilità uomini e donne

Smettere è il primissimo atto amore che possiamo fare per nostri figli “Il fumo può distruggere il sogno di diventare mamma e papà, naturalmente o anche con l’aiuto delle tecniche di procreazione assistita”. È il messaggio lanciato da Antonino Guglielmino presidente della Società italiana di riproduzione umana (SIRU), in occasione della Giornata mondiale contro il tabacco che si celebra oggi in tutto il mondo. La combustione del tabacco di sigaretta produce circa 4000 sostanze, molte delle quali nocive alle cellule riproduttive maschili e femminili. “Il fumo, quindi, può ridurre la fertilità sia delle donne che degli uomini”, spiega Guglielmino. “Si stima che circa il 13% dell’infertilità femminile dipende dal fumo che è molto dannoso per le ovaie: maggiori sono le sigarette che si fumano e la durata di questa cattiva abitudine, e minori sono le possibilità di concepire”, aggiunge. Allo stesso modo le sostanze chimiche sprigionate dalla combustione del tabacco danneggiano la fertilità maschile già nella fase di produzione degli spermatozoi. “Per aumentare le chance di diventare papà è bene abbandonare le sigarette”, sottolinea il presidente della SIRU. Secondo Guglielmino, “il primo vero atto d’amore di un genitore verso i propri figli”.

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SALUTE DOMANI – 6 maggio 2021

Gravidanza, infezione da Covid e' molto pericolosa

L'infezione da Covid è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo. DI qui l'appello a vaccinare. "Valutiamo per le donne in gravidanza la priorità per la vaccinazione contro Covid-19 per preservare la loro salute e quella dei loro bambini", sottolineano degli esperti della Società italiana di riproduzione umana (Siru) alla quale aderiscono ginecologi, endocrinologi, andrologi, urologi, biologi, embriologi, genetisti, oncologi, medici dei consultori, psicologi e counselor, medici di medicina generale, ostetriche, infermieri nonché giuristi e bioeticisti, sottolineando come "l'infezione da Covid-19 è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo" e che "i vaccini attualmente disponibili sono sicuried efficaci in gravidanza", come emerge dalle conclusioni di due studi pubblicati di recente su 'Jama Pediatrics' e sul 'New England Journal of Medicine' (Nejm), riferisce la Siru in una nota. Il virus - dettaglia la società scientifica - può alterare il corso della gravidanza e danneggiare le madri e i neonati, secondo lo studio di 'Jama Pediatrics', uno dei più grandi condotti su Covid-19 e la gravidanza, che ha arruolato oltre 2.100 donne incinte, curate in 43 centri medici di 18 Paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. E' emerso che le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76% di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota come preeclampsia o eclampsia. Non solo. Queste stesse pazienti sono risultate 3 volte più a rischio di sviluppare una grave infezione e 5 volte più a rischio di essere ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Undici donne con Covid-19 sono morte, rispetto a una sola donna nel gruppo di controllo. Lo studio ha anche collegato l'infezione Covid-19 a un aumento dal 60% al 97% del tasso di parto pretermine e, nelle pazienti infette con febbre e mancanza di respiro, a un aumento di 5 volte delle complicanze neonatali come immaturità dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13% dei

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bambini è risultato positivo al virus e il parto cesareo è stato collegato a un rischio più elevato di trasmissione. L'allattamento al seno, al contrario, non sembra collegato al contagio. "Questi risultati sottolineano l'importanza di includere le donne incinte nei gruppi a cui dare priorità nella vaccinazione anti-Covid e di limitare la loro esposizione ai malati", dice Antonino Guglielmino, presidente Siru. "Poiché i vaccini anti-Covid approvati non sono stati testati su donne in gravidanza, alcune autorità sanitarie esitano a dare loro la priorità per la vaccinazione", spiega Guglielmino. "Ma come dimostrano gli ultimi promettenti dati, i vaccini risultano efficaci e sicuri anche in gravidanza", aggiunge. Secondo uno studio dei Cdc americani pubblicato sul 'Nejm', i vaccini a Rna di Moderna e Pfizer/BioNTech sono sicuri. Dalla ricerca, basata sui dati di oltre 35mila donne americane, è emerso che il rischio di aborto spontaneo, nascite premature e altre complicazioni per le donne vaccinate è paragonabile a quello osservato nelle donne incinte prima della pandemia. "Sono dati molto rassicuranti - specifica Guglielmino - che cerchiamo di condividere con le nostre pazienti che ci chiedono continuamente cosa è meglio fare. In un momento così delicato occorre informare adeguatamente le coppie in attesa o che cercano una gravidanza, che già vivono con ansia e incertezza l'attesa o la ricerca di un figlio", conclude. Per questo la Siru ha aperto da qualche settimana uno sportello informativo gratuito, la cui attivazione è possibile contattando il numero 349-0753000 (dalle 11 alle 17) oppure via mail a [email protected].

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GIORNALE TRENTINO – 14 maggio 2021

Guglielmino (Siru),contro denatalita' modifica legge 40 e Pma Accesso coppie a procreazione puo' dare l'1% in piu' di natalita' "Gli Stati generali della natalita' sono stati l'ennesima occasione per mettere in evidenza la gravita' della situazione in Italia sul fronte delle nascite e l'urgenza di contrastare il fenomeno. Come piu' volte evidenziato": lo dichiara Antonino Guglielmino, ginecologo e presidente della Societa' Italiana di Riproduzione Umana (Siru), sottolineando quali sono "i tre passi per dare una spinta concreta alle nascite grazie alla Pma" e sono "sostegno alle coppie attraverso l'attuazione dei livelli essenziali di assistenza (Lea) in materia di procreazione medicalmente assistita; la revisione e il superamento della legge 40 che ha rivelato in questi anni di essere incompleta e superata dalle evidenze scientifiche e inoltre, una campagna di sensibilizzazione sulla salute riproduttiva e di sensibilizzazione verso la popolazione sui temi della prevenzione dell'infertilita' e della donazione dei gameti. Infine, e' necessario sostenere e implementare la ricerca scientifica sulla riproduzione umana". "E' fondamentale che il ministero avvii subito campagne di sensibilizzazione sulla salute riproduttiva, la prevenzione dell'infertilita' e della sterilita' e la donazione di cellule riproduttive - osserva Guglielmino - questa, per quanto riguarda la donazione di gameti femminili, nel 96% viene fatta con l'importazione di gameti da paesi stranieri perche' mancano donatori in Italia. L'accesso delle coppie alla Pma con il Ssn puo' dare l'1% in piu' di natalita'". La Siru infine preme affinche' venga "superata" la Legge 40 del 2004 che regola la materia. "Noi - conclude Guglielmino - abbiamo gia' definito una proposta di legge da portare in Parlamento, vedremo attraverso quali gruppi parlamentari o deputati, in cui aggiorniamo tutti i percorsi ma soprattutto mettiamo ordine e coerenza perche' la legge 40 e' stata piu' volte oggetto di intervento da parte della Corte costituzionale che ha cambiato delle parti per cui quella legge non solo e' inadeguata ai tempi ma anche piena di contraddizioni. Vogliamo adeguare la legge sia sul piano scientifico che sul piano della coerenza nei percorsi terapeutici".

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YAHOO – 6 maggio 2021

Covid, "più rischioso in gravidanza"

L'infezione da Covid è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo. DI qui l'appello a vaccinare. "Valutiamo per le donne in gravidanza la priorità per la vaccinazione contro Covid-19 per preservare la loro salute e quella dei loro bambini", sottolineano degli esperti della Società italiana di riproduzione umana (Siru) alla quale aderiscono ginecologi, endocrinologi, andrologi, urologi, biologi, embriologi, genetisti, oncologi, medici dei consultori, psicologi e counselor, medici di medicina generale, ostetriche, infermieri nonché giuristi e bioeticisti, sottolineando come "l'infezione da Covid-19 è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo" e che "i vaccini attualmente disponibili sono sicuri ed efficaci in gravidanza", come emerge dalle conclusioni di due studi pubblicati di recente su 'Jama Pediatrics' e sul 'New England Journal of Medicine' (Nejm), riferisce la Siru in una nota. Il virus - dettaglia la società scientifica - può alterare il corso della gravidanza e danneggiare le madri e i neonati, secondo lo studio di 'Jama Pediatrics', uno dei più grandi condotti su Covid-19 e la gravidanza, che ha arruolato oltre 2.100 donne incinte, curate in 43 centri medici di 18 Paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. E' emerso che le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76% di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota come preeclampsia o eclampsia. Non solo. Queste stesse pazienti sono risultate 3 volte più a rischio di sviluppare una grave infezione e 5 volte più a rischio di essere ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Undici donne con Covid-19 sono morte, rispetto a una sola donna nel gruppo di controllo. Lo studio ha anche collegato l'infezione Covid-19 a un aumento dal 60% al 97% del tasso di parto pretermine e, nelle pazienti infette con febbre e mancanza di respiro, a un aumento di 5 volte delle complicanze neonatali come immaturità dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13% dei bambini è risultato positivo al virus e il parto cesareo è stato collegato a un rischio più elevato di trasmissione. L'allattamento al seno, al contrario, non sembra collegato al contagio. "Questi risultati sottolineano l'importanza di includere le donne incinte nei gruppi a cui dare priorità nella vaccinazione anti-Covid e di limitare la loro esposizione ai malati", dice Antonino Guglielmino, presidente Siru. "Poiché i vaccini anti-Covid approvati non sono stati testati su donne in gravidanza, alcune autorità sanitarie esitano a dare loro la priorità per la vaccinazione", spiega Guglielmino. "Ma come dimostrano gli ultimi promettenti dati, i vaccini risultano efficaci e sicuri anche in gravidanza", aggiunge. Secondo uno studio dei Cdc americani pubblicato sul 'Nejm', i vaccini a Rna di Moderna e Pfizer/BioNTech sono sicuri.

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Dalla ricerca, basata sui dati di oltre 35mila donne americane, è emerso che il rischio di aborto spontaneo, nascite premature e altre complicazioni per le donne vaccinate è paragonabile a quello osservato nelle donne incinte prima della pandemia. "Sono dati molto rassicuranti - specifica Guglielmino - che cerchiamo di condividere con le nostre pazienti che ci chiedono continuamente cosa è meglio fare. In un momento così delicato occorre informare adeguatamente le coppie in attesa o che cercano una gravidanza, che già vivono con ansia e incertezza l'attesa o la ricerca di un figlio", conclude. Per questo la Siru ha aperto da qualche settimana uno sportello informativo gratuito, la cui attivazione è possibile contattando il numero 349-0753000 (dalle 11 alle 17) oppure via mail a [email protected].

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ALTO ADIGE – 14 maggio 2021

Guglielmino (Siru),contro denatalita' modifica legge 40 e Pma Accesso coppie a procreazione puo' dare l'1% in piu' di natalita' "Gli Stati generali della natalita' sono stati l'ennesima occasione per mettere in evidenza la gravita' della situazione in Italia sul fronte delle nascite e l'urgenza di contrastare il fenomeno. Come piu' volte evidenziato": lo dichiara Antonino Guglielmino, ginecologo e presidente della Societa' Italiana di Riproduzione Umana (Siru), sottolineando quali sono "i tre passi per dare una spinta concreta alle nascite grazie alla Pma" e sono "sostegno alle coppie attraverso l'attuazione dei livelli essenziali di assistenza (Lea) in materia di procreazione medicalmente assistita; la revisione e il superamento della legge 40 che ha rivelato in questi anni di essere incompleta e superata dalle evidenze scientifiche e inoltre, una campagna di sensibilizzazione sulla salute riproduttiva e di sensibilizzazione verso la popolazione sui temi della prevenzione dell'infertilita' e della donazione dei gameti. Infine, e' necessario sostenere e implementare la ricerca scientifica sulla riproduzione umana". "E' fondamentale che il ministero avvii subito campagne di sensibilizzazione sulla salute riproduttiva, la prevenzione dell'infertilita' e della sterilita' e la donazione di cellule riproduttive - osserva Guglielmino - questa, per quanto riguarda la donazione di gameti femminili, nel 96% viene fatta con l'importazione di gameti da paesi stranieri perche' mancano donatori in Italia. L'accesso delle coppie alla Pma con il Ssn puo' dare l'1% in piu' di natalita'". La Siru infine preme affinche' venga "superata" la Legge 40 del 2004 che regola la materia. "Noi - conclude Guglielmino - abbiamo gia' definito una proposta di legge da portare in Parlamento, vedremo attraverso quali gruppi parlamentari o deputati, in cui aggiorniamo tutti i percorsi ma soprattutto mettiamo ordine e coerenza perche' la legge 40 e' stata piu' volte oggetto di intervento da parte della Corte costituzionale che ha cambiato delle parti per cui quella legge non solo e' inadeguata ai tempi ma anche piena di contraddizioni. Vogliamo adeguare la legge sia sul piano scientifico che sul piano della coerenza nei percorsi terapeutici".

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FORUM ITALIA – 6 maggio 2021

Covid in gravidanza: nuovi studi mettono in luce i rischi

L’infezione da Covid-19 è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo. Ma i vaccini contro il coronavirus attualmente disponibili sono sicuri ed efficaci in gravidanza. Queste sono le conclusioni di due studi pubblicati di recente su Jama Pediatrics e sul New England Journal of Medicine, che aumentano la conoscenza sui rischi reali per le donne in attesa e i nascituri. Alla luce dei promettenti risultati preliminari gli esperti della Società italiana di riproduzione umana (Siru) lanciano un appello: “Valutiamo per le donne in gravidanza la priorità per la vaccinazione contro Covid-19 per preservare la loro salute e quella dei loro bambini”. È quanto afferma lo studio pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics, uno dei più grandi condotti sul Covid-19 e la gravidanza, condotto dai ricercatori del Centro di ricerca ospedaliero dell’Università di Montreal. GLI STUDI A partecipare, oltre 2.100 donne incinte, in varie fasi della gravidanza, che hanno ricevuto cure in 43 centri medici di 18 paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. Per ogni donna infetta, i ricercatori hanno immediatamente arruolato due donne incinte dello stesso ospedale e nella stessa fase della gravidanza senza un’infezione nota. Hanno poi seguito entrambi i gruppi di donne 706 con Covid-19 e il 1424 non positive al virus durante la gestazione, al parto e anche dopo. Sono emerse chiare differenze tra i due gruppi. COVID, I RISCHI PER LE DONNE IN GRAVIDANZA Le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76 per cento di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota come preeclampsia o eclampsia. Non solo. Queste stesse pazienti sono risultate tre volte più a rischio di sviluppare una grave infezione e cinque volte più a rischio di essere ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Undici donne con Covid-19 sono morte, rispetto a una sola donna nel gruppo di controllo. Lo studio ha anche collegato l’infezione Covid-19 a un aumento dal 60 per

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cento al 97 per cento del tasso di parto pretermine e, nelle pazienti infette con febbre e mancanza di respiro, a un aumento di cinque volte delle complicanze neonatali come immaturità dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13 per cento dei bambini è risultato positivo al virus e il parto cesareo è stato collegato a un rischio più elevato di trasmissione. L’allattamento al seno, al contrario, non sembra collegato al contagio. “Questi risultati sottolineano l’importanza di includere le donne incinte nei gruppi a cui dare priorità nella vaccinazione anti-Covid e di limitare la loro esposizione ai malati”, dice Antonino Guglielmino, presidente della Siru. Negli Stati Uniti, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) includono la gravidanza tra le condizioni mediche ad alto rischio a cui dare priorità nella vaccinazione, ma non tutti gli stati hanno accolto tale raccomandazione. “Poiché i vaccini approvati non sono stati testati su donne in gravidanza, alcune autorità sanitarie esitano a dare loro la priorità per la vaccinazione”, spiega Guglielmino. “Ma come dimostrano gli ultimi promettenti dati, i vaccini risultano efficaci e sicuri anche in gravidanza”, aggiunge. LA SICUREZZA DEI VACCINI Secondo uno studio dei Centers for Disease Control and Prevention americani pubblicato sul New England Journal of Medicine sono sicuri i vaccini a RNA prodotti da Moderna e da Pfizer/BioNTech. Lo studio ha considerato un periodo che va dalla metà di dicembre 2020 alla fine di febbraio e si è basato sui dati di oltre 35mila donne americane. Dai risultati è emerso che il rischio di aborto spontaneo, nascite premature e altre complicazioni per le donne vaccinate è paragonabile a quello osservato nelle donne incinte prima della pandemia. Circa il 13 per cento delle donne incinte ha riportato aborti spontanei, meno dell’1 per cento di nati morti, il 9 per cento di nascite premature e il 2 per cento di difetti alla nascita.

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SALUTE DOMANI – 16 maggio 2021

Siru, modifica legge 40 e lea, pma per contrastare denatalita'

"Gli Stati generali della natalita' sono stati l'ennesima occasione per mettere in evidenza la gravita' della situazione in Italia sul fronte delle nascite e l'urgenza di contrastare il fenomeno. Come piu' volte evidenziato, i primi tre passi per dare una spinta concreta alle nascite grazie alla PMA sono: sostegno alle coppie attraverso l' attuazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) in materia di procreazione medicalmente assistita; la revisione e il superamento della legge 40 che ha rivelato in questi anni di essere incompleta e superata dalle evidenze scientifiche e inoltre, una campagna di sensibilizzazione sulla salute riproduttiva e di sensibilizzazione verso la popolazione sui temi della prevenzione dell'infertilita' e della donazione dei gameti. Infine, e' necessario sostenere e implementare la ricerca scientifica sulla riproduzione umana". A dichiararlo e' Antonino Guglielmino, ginecologo e Presidente della Societa' Italiana di Riproduzione Umana (SIRU) nel giorno degli Stati Generali della natalita' ai quali hanno partecipato il premier Mario Draghi e papa Francesco. "Nell'ultimo rapporto dell'Istituto Superiore di Sanita' si evidenzia, infatti, che oltre il 3% di bambini nascono in Italia grazie alla PMA. E i numeri potrebbero cambiare rapidamente. Ma se noi gia' ci spostiamo in Lombardia- aggiunge Guglielmino- dove il sistema sanitario regionale ha garantito l'accesso alle coppie con il ticket, il dato si alza al 4%. Da questo si evince che l'accesso delle coppie alla PMA con il SSN puo' dare l'1% in piu' di nascite. Ogni anno sono circa 90mila i cicli riproduttivi assistiti ma potrebbero essere molti di piu' nel caso in cui ci fosse la possibilita' di un accesso garantito a tutte le coppie che lo desiderano dal Servizio sanitario nazionale. Ora, in un Paese in cui stiamo perdendo continuamente nascite, aiutare e consentire l'accesso ai percorsi riproduttivi a chi i figli li vuole sarebbe un atto dovuto se si vuole investire sul futuro del nostro Paese". L'introduzione, nel marzo 2017, dei percorsi di procreazione e di riproduzione medicalmente assistita nei Livelli Essenziali di Assistenza in Italia e' stato un passo importante ma solamente sulla carta.

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"Un inserimento che non si e' mai tradotto in un supporto reale alle coppie e quindi alla possibilita' di accesso a tutte le coppie da nord a sud in egual maniera- chiarisce Guglielmino- E' fondamentale che il Ministero promuova campagne di sensibilizzazione sulla salute riproduttiva, la prevenzione dell'infertilita' e della sterilita' e la donazione di cellule riproduttive. Questa, per quanto riguarda la donazione di gameti femminili, nel 96% viene fatta con l'importazione di gameti da paesi stranieri perche' mancano donatori in Italia", sottolinea il Presidente SIRU. La SIRU inoltre preme affinche' venga "superata la Legge 40 del 2004 che regola la materia. Noi- spiega Guglielmino- abbiamo gia' definito una proposta di legge da portare in Parlamento, vedremo attraverso quali gruppi parlamentari o deputati, in cui aggiorniamo tutti i percorsi ma soprattutto mettiamo ordine e coerenza perche' la legge 40 e' stata piu' volte oggetto di intervento da parte della Corte costituzionale, che ha cambiato delle parti per cui quella legge non solo e' inadeguata ai tempi ma anche piena di contraddizioni. Vogliamo adeguare la legge sia sul piano scientifico che sul piano della coerenza nei percorsi terapeutici".

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SALUTE H24 – 6 maggio 2021

Gravidanza, infezione da Covid e' molto pericolosa

L'infezione da Covid è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo. DI qui l'appello a vaccinare. "Valutiamo per le donne in gravidanza la priorità per la vaccinazione contro Covid-19 per preservare la loro salute e quella dei loro bambini", sottolineano degli esperti della Società italiana di riproduzione umana (Siru) alla quale aderiscono ginecologi, endocrinologi, andrologi, urologi, biologi, embriologi, genetisti, oncologi, medici dei consultori, psicologi e counselor, medici di medicina generale, ostetriche, infermieri nonché giuristi e bioeticisti, sottolineando come "l'infezione da Covid-19 è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo" e che "i vaccini attualmente disponibili sono sicuried efficaci in gravidanza", come emerge dalle conclusioni di due studi pubblicati di recente su 'Jama Pediatrics' e sul 'New England Journal of Medicine' (Nejm), riferisce la Siru in una nota. Il virus - dettaglia la società scientifica - può alterare il corso della gravidanza e danneggiare le madri e i neonati, secondo lo studio di 'Jama Pediatrics', uno dei più grandi condotti su Covid-19 e la gravidanza, che ha arruolato oltre 2.100 donne incinte, curate in 43 centri medici di 18 Paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. E' emerso che le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76% di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota come preeclampsia o eclampsia. Non solo. Queste stesse pazienti sono risultate 3 volte più a rischio di sviluppare una grave infezione e 5 volte più a rischio di essere ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Undici donne con Covid-19 sono morte, rispetto a una sola donna nel gruppo di controllo. Lo studio ha anche collegato l'infezione Covid-19 a un aumento dal 60% al 97% del tasso di parto pretermine e, nelle pazienti infette con febbre e mancanza di respiro, a un aumento di 5 volte delle complicanze neonatali come immaturità dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13% dei

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bambini è risultato positivo al virus e il parto cesareo è stato collegato a un rischio più elevato di trasmissione. L'allattamento al seno, al contrario, non sembra collegato al contagio. "Questi risultati sottolineano l'importanza di includere le donne incinte nei gruppi a cui dare priorità nella vaccinazione anti-Covid e di limitare la loro esposizione ai malati", dice Antonino Guglielmino, presidente Siru. "Poiché i vaccini anti-Covid approvati non sono stati testati su donne in gravidanza, alcune autorità sanitarie esitano a dare loro la priorità per la vaccinazione", spiega Guglielmino. "Ma come dimostrano gli ultimi promettenti dati, i vaccini risultano efficaci e sicuri anche in gravidanza", aggiunge. Secondo uno studio dei Cdc americani pubblicato sul 'Nejm', i vaccini a Rna di Moderna e Pfizer/BioNTech sono sicuri. Dalla ricerca, basata sui dati di oltre 35mila donne americane, è emerso che il rischio di aborto spontaneo, nascite premature e altre complicazioni per le donne vaccinate è paragonabile a quello osservato nelle donne incinte prima della pandemia. "Sono dati molto rassicuranti - specifica Guglielmino - che cerchiamo di condividere con le nostre pazienti che ci chiedono continuamente cosa è meglio fare. In un momento così delicato occorre informare adeguatamente le coppie in attesa o che cercano una gravidanza, che già vivono con ansia e incertezza l'attesa o la ricerca di un figlio", conclude. Per questo la Siru ha aperto da qualche settimana uno sportello informativo gratuito, la cui attivazione è possibile contattando il numero 349-0753000 (dalle 11 alle 17) oppure via mail a [email protected].

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TUTTO SANITA’ – 7 maggio 2021

Covid, più rischi per le donne incinte

L’infezione da Covid è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo. DI qui l’appello a vaccinare. “Valutiamo per le donne in gravidanza la priorità per la vaccinazione contro Covid-19 per preservare la loro salute e quella dei loro bambini”, sottolineano degli esperti della Società italiana di riproduzione umana (Siru) alla quale aderiscono ginecologi, endocrinologi, andrologi, urologi, biologi, embriologi, genetisti, oncologi, medici dei consultori, psicologi e counselor, medici di medicina generale, ostetriche, infermieri nonché giuristi e bioeticisti, sottolineando come “l’infezione da Covid-19 è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo” e che “i vaccini attualmente disponibili sono sicuri ed efficaci in gravidanza”, come emerge dalle conclusioni di due studi pubblicati di recente su ‘Jama Pediatrics’ e sul ‘New England Journal of Medicine’ (Nejm), riferisce la Siru in una nota. Il virus – dettaglia la società scientifica – può alterare il corso della gravidanza e danneggiare le madri e i neonati, secondo lo studio di ‘Jama Pediatrics’, uno dei più grandi condotti su Covid-19 e la gravidanza, che ha arruolato oltre 2.100 donne incinte, curate in 43 centri medici di 18 Paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. E’ emerso che le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76% di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota come preeclampsia o eclampsia. Non solo. Queste stesse pazienti sono risultate 3 volte più a rischio di sviluppare una grave infezione e 5 volte più a rischio di essere ricoverate in un reparto di terapia intensiva.

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MESSAGGERO VENETO – 2 maggio 2021

Gravidanza: rischio Covid per le donne e i nascituri

L'infezione è più pericolosa nei nove mesi. I ginecologi chiedono la vaccinazione per le future mamme L'infezione Covid-19 è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo. Ma i vaccini contro il coronavirus attualmente disponibili sono sicuri ed efficaci in gravidanza. Queste sono le conclusioni di due studi pubblicati di recente, rispettivamente su Jama Pediatrics e sul New England Journal of Medicine, che fanno maggiore chiarezza su quali siano i rischi reali per le donne in attesa e i nascituri. Alla luce dei promettenti risultati preliminari gli esperti della Società italiana di riproduzione umana (Siru) lanciano un appello: “Valutiamo per le donne in gravidanza la priorità per la vaccinazione contro Covid-19 per preservare la loro salute e quella dei loro bambini”. La ricerca Nello studio pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics, uno dei più grandi condotti sul Covid-19 e la gravidanza, i ricercatori del Centro di ricerca ospedaliero dell'Università di Montreal hanno messo in evidenza che il virus può alterare il corso della gravidanza e danneggiare le madri e i neonati. In particolare, sono stati coinvolti oltre 2100 donne incinte, in varie fasi della gravidanza, che hanno ricevuto cure in 43 centri medici di 18 paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. Per ogni donna infetta, i ricercatori hanno immediatamente arruolato due donne incinte dello stesso ospedale e nella stessa fase della gravidanza senza un’infezione nota. Hanno poi seguito entrambi i gruppi di donne - 706 con Covid-19 e il 1424 non positive al virus - durante la gestazione, al parto e anche dopo. Sono emerse chiare differenze tra i due gruppi.

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L'ipertensione Le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76 per cento di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota come preeclampsia o eclampsia. Non solo. Queste stesse pazienti sono risultate tre volte più a rischio di sviluppare una grave infezione e cinque volte più a rischio di essere ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Undici donne con Covid-19 sono morte, rispetto a una sola donna nel gruppo di controllo. Lo studio ha anche collegato l'infezione Covid-19 a un aumento dal 60 per cento al 97 per cento del tasso di parto pretermine e, nelle pazienti infette con febbre e mancanza di respiro, a un aumento di cinque volte delle complicanze neonatali come immaturità dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13 per cento dei bambini è risultato positivo al virus e il parto cesareo è stato collegato a un rischio più elevato di trasmissione. L'allattamento L'allattamento al seno, al contrario, non sembra collegato al contagio. “Questi risultati sottolineano l'importanza di includere le donne incinte nei gruppi a cui dare priorità nella vaccinazione anti-Covid e di limitare la loro esposizione ai malati”, dice Antonino Guglielmino, presidente della Siru. Negli Stati Uniti, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) includono la gravidanza tra le condizioni mediche ad alto rischio a cui dare priorità nella vaccinazione, ma non tutti gli stati hanno accolto tale raccomandazione. “Poiché i vaccini approvati non sono stati testati su donne in gravidanza, alcune autorità sanitarie esitano a dare loro la priorità per la vaccinazione”, spiega Guglielmino. “Ma come dimostrano gli ultimi promettenti dati, i vaccini risultano efficaci e sicuri anche in gravidanza”, aggiunge. I vaccini Almeno è così per i vaccini a RNA prodotti da Moderna e da Pfizer/BioNTech, secondo uno studio dei Centers for Disease Control and Prevention americani pubblicato sul New England Journal of Medicine. Lo studio ha considerato un periodo che va dalla metà di dicembre 2020 alla fine di febbraio e si è basato sui dati di oltre 35mila donne americane. Dai risultati è emerso che il rischio di aborto spontaneo, nascite premature e altre complicazioni per le donne vaccinate è paragonabile a quello osservato nelle donne incinte prima della pandemia. Circa il 13 per cento delle donne incinte ha riportato aborti spontanei, meno dell'1 per cento di nati morti, il 9 per cento di nascite premature e il 2 per cento di difetti alla nascita. “Percentuali in linea anche nella popolazione non vaccinata”, specifica Guglielmino. La maggior parte delle donne ha riportato dolore al sito di iniezione, ma le reazioni più gravi sono state meno comuni. “Sono dati molto rassicuranti che cerchiamo di condividere con le nostre pazienti che ci chiedono continuamente cosa è meglio fare”, dice Guglielmino. La Siru, infatti, ha già da qualche settimana lanciato uno sportello informativo gratuito. “Il nostro obiettivo è quello di aiutare le donne incinte o in cerca di una gravidanza ad affrontare lo scenario Covid-19 e relative vaccinazioni, in continua evoluzione”, dice Gugliemino. “In un momento cosi delicato occorre informare adeguatamente le coppie in attesa o che cercano una gravidanza, che già vivono con ansia e incertezza l'attesa o la ricerca di un figlio”, conclude. L’attivazione del servizio della Siru è possibile contattando il numero 349-0753000 dalle ore 11.00 alle 17.00 oppure via mail a [email protected].

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ITALIASERA – 6 maggio 2021

Covid, "più rischioso in gravidanza"

L'infezione da Covid è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo. DI qui l'appello a vaccinare. "Valutiamo per le donne in gravidanza la priorità per la vaccinazione contro Covid-19 per preservare la loro salute e quella dei loro bambini", sottolineano degli esperti della Società italiana di riproduzione umana (Siru) alla quale aderiscono ginecologi, endocrinologi, andrologi, urologi, biologi, embriologi, genetisti, oncologi, medici dei consultori, psicologi e counselor, medici di medicina generale, ostetriche, infermieri nonché giuristi e bioeticisti, sottolineando come "l'infezione da Covid-19 è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo" e che "i vaccini attualmente disponibili sono sicuri ed efficaci in gravidanza", come emerge dalle conclusioni di due studi pubblicati di recente su 'Jama Pediatrics' e sul 'New England Journal of Medicine' (Nejm), riferisce la Siru in una nota. Il virus - dettaglia la società scientifica - può alterare il corso della gravidanza e danneggiare le madri e i neonati, secondo lo studio di 'Jama Pediatrics', uno dei più grandi condotti su Covid-19 e la gravidanza, che ha arruolato oltre 2.100 donne incinte, curate in 43 centri medici di 18 Paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. E' emerso che le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76% di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota come preeclampsia o eclampsia. Non solo. Queste stesse pazienti sono risultate 3 volte più a rischio di sviluppare una grave infezione e 5 volte più a rischio di essere ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Undici donne con Covid-19 sono morte, rispetto a una sola donna nel gruppo di controllo. Lo studio ha anche collegato l'infezione Covid-19 a un aumento dal 60% al 97% del tasso di parto pretermine e, nelle pazienti infette con febbre e mancanza di respiro, a un aumento di 5 volte delle complicanze neonatali come immaturità dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13% dei bambini è risultato positivo al virus e il parto cesareo è stato collegato a un rischio più elevato di trasmissione. L'allattamento al seno, al contrario, non sembra collegato al contagio. "Questi risultati sottolineano l'importanza di includere le donne incinte nei gruppi a cui dare priorità nella vaccinazione anti-Covid e di limitare la loro esposizione ai malati", dice Antonino Guglielmino, presidente Siru. "Poiché i vaccini anti-Covid approvati non sono stati testati su donne in gravidanza, alcune autorità sanitarie esitano a dare loro la priorità per la vaccinazione", spiega Guglielmino. "Ma come dimostrano gli ultimi promettenti dati, i vaccini risultano efficaci e sicuri anche in gravidanza", aggiunge. Secondo uno studio dei Cdc americani pubblicato sul 'Nejm', i vaccini a Rna di Moderna e Pfizer/BioNTech sono sicuri.

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Dalla ricerca, basata sui dati di oltre 35mila donne americane, è emerso che il rischio di aborto spontaneo, nascite premature e altre complicazioni per le donne vaccinate è paragonabile a quello osservato nelle donne incinte prima della pandemia. "Sono dati molto rassicuranti - specifica Guglielmino - che cerchiamo di condividere con le nostre pazienti che ci chiedono continuamente cosa è meglio fare. In un momento così delicato occorre informare adeguatamente le coppie in attesa o che cercano una gravidanza, che già vivono con ansia e incertezza l'attesa o la ricerca di un figlio", conclude. Per questo la Siru ha aperto da qualche settimana uno sportello informativo gratuito, la cui attivazione è possibile contattando il numero 349-0753000 (dalle 11 alle 17) oppure via mail a [email protected].

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24LIVE – 17 maggio 2021

Covid e gravidanza: l’infezione è più pericolosa nei nove mesi

I ginecologi Siru chiedono la vaccinazione per le future mamme Queste sono le conclusioni di due studi pubblicati di recente su Jama Pediatrics e sul New England Journal of Medicine, che aumentano la conoscenza sui rischi reali per le donne in attesa e i nascituri. La ricerca Il virus può alterare il corso della gravidanza e danneggiare le madri e i neonati. E’ quanto afferma lo studio pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics, uno dei più grandi condotti sul Covid-19 e la gravidanza, condotto dai ricercatori del Centro di ricerca ospedaliero dell’Università di Montreal. A partecipare, oltre 2100 donne incinte, in varie fasi della gravidanza, che hanno ricevuto cure in 43 centri medici di 18 paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. Per ogni donna infetta, i ricercatori hanno immediatamente arruolato due donne incinte dello stesso ospedale e nella stessa fase della gravidanza senza un’infezione nota. Hanno poi seguito entrambi i gruppi di donne – 706 con Covid-19 e il 1424 non positive al virus – durante la gestazione, al parto e anche dopo. Sono emerse chiare differenze tra i due gruppi. I rischi per le mamme Le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76 per cento di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota come preeclampsia o eclampsia. Non solo. Queste stesse pazienti sono risultate tre volte più a rischio di sviluppare una grave infezione e cinque volte più a rischio di essere ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Undici donne con Covid-19 sono morte, rispetto a una sola donna nel gruppo di controllo. Lo studio ha anche collegato l’infezione Covid-19 a un aumento dal 60 per cento al 97 per cento del tasso di parto pretermine e, nelle pazienti infette con febbre e mancanza di respiro, a un aumento di cinque volte delle complicanze neonatali come immaturità dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13 per cento dei bambini è risultato positivo al virus e il parto cesareo è stato collegato a un rischio più elevato di trasmissione. L’allattamento al seno, al contrario, non sembra collegato al contagio. I risultati dell’indagine Antonino Guglielmino, presidente SIRU. Negli Stati Uniti, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) includono la gravidanza tra le condizioni mediche ad alto rischio a cui dare priorità nella vaccinazione, ma non tutti gli stati hanno accolto tale raccomandazione. “Poiché i vaccini approvati non sono stati testati su donne in gravidanza, alcune autorità sanitarie esitano a dare loro la priorità per la vaccinazione”, spiega Guglielmino. “Ma come dimostrano gli ultimi promettenti dati, i vaccini risultano efficaci e sicuri anche in gravidanza”, aggiunge. Sicurezza dei vaccini Secondo uno studio dei Centers for Disease Control and Prevention americani pubblicato sul New England Journal of Medicine sono sicuri i vaccini a RNA prodotti da Moderna e da Pfizer/BioNTech. Lo studio ha considerato un periodo che va dalla metà di dicembre 2020

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alla fine di febbraio e si è basato sui dati di oltre 35mila donne americane. Dai risultati è emerso che il rischio di aborto spontaneo, nascite premature e altre complicazioni per le donne vaccinate è paragonabile a quello osservato nelle donne incinte prima della pandemia. Circa il 13 per cento delle donne incinte ha riportato aborti spontanei, meno dell’1 per cento di nati morti, il 9 per cento di nascite premature e il 2 per cento di difetti alla nascita. Sportello informativo Siru “Sono dati molto rassicuranti specifica Guglielmino. che cerchiamo di condividere con le nostre pazienti che ci chiedono continuamente cosa è meglio fare- dichiara Guglielmino – In un momento così delicato occorre informare adeguatamente le coppie in attesa o che cercano una gravidanza, che già vivono con ansia e incertezza l’attesa o la ricerca di un figlio ”, conclude. La Siru, infatti, ha già da qualche settimana lanciato uno sportello informativo gratuito. L’attivazione del servizio della Siru è possibile contattando il numero 349-0753000 dalle ore 11.00 alle 17.00 oppure via mail a [email protected].

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LIFESTYLE BLOG – 6 maggio 2021

Covid, "più rischioso in gravidanza"

L'infezione da Covid è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo. DI qui l'appello a vaccinare. "Valutiamo per le donne in gravidanza la priorità per la vaccinazione contro Covid-19 per preservare la loro salute e quella dei loro bambini", sottolineano degli esperti della Società italiana di riproduzione umana (Siru) alla quale aderiscono ginecologi, endocrinologi, andrologi, urologi, biologi, embriologi, genetisti, oncologi, medici dei consultori, psicologi e counselor, medici di medicina generale, ostetriche, infermieri nonché giuristi e bioeticisti, sottolineando come "l'infezione da Covid-19 è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo" e che "i vaccini attualmente disponibili sono sicuri ed efficaci in gravidanza", come emerge dalle conclusioni di due studi pubblicati di recente su 'Jama Pediatrics' e sul 'New England Journal of Medicine' (Nejm), riferisce la Siru in una nota. Il virus - dettaglia la società scientifica - può alterare il corso della gravidanza e danneggiare le madri e i neonati, secondo lo studio di 'Jama Pediatrics', uno dei più grandi condotti su Covid-19 e la gravidanza, che ha arruolato oltre 2.100 donne incinte, curate in 43 centri medici di 18 Paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. E' emerso che le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76% di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota come preeclampsia o eclampsia. Non solo. Queste stesse pazienti sono risultate 3 volte più a rischio di sviluppare una grave infezione e 5 volte più a rischio di essere ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Undici donne con Covid-19 sono morte, rispetto a una sola donna nel gruppo di controllo. Lo studio ha anche collegato l'infezione Covid-19 a un aumento dal 60% al 97% del tasso di parto pretermine e, nelle pazienti infette con febbre e mancanza di respiro, a un aumento di 5 volte delle complicanze neonatali come immaturità dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13% dei bambini è risultato positivo al virus e il parto cesareo è stato collegato a un rischio più elevato di trasmissione. L'allattamento al seno, al contrario, non sembra collegato al contagio. "Questi risultati sottolineano l'importanza di includere le donne incinte nei gruppi a cui dare priorità nella vaccinazione anti-Covid e di limitare la loro esposizione ai malati", dice Antonino Guglielmino, presidente Siru. "Poiché i vaccini anti-Covid approvati non sono stati testati su donne in gravidanza, alcune autorità sanitarie esitano a dare loro la priorità per la vaccinazione", spiega Guglielmino. "Ma come dimostrano gli

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ultimi promettenti dati, i vaccini risultano efficaci e sicuri anche in gravidanza", aggiunge. Secondo uno studio dei Cdc americani pubblicato sul 'Nejm', i vaccini a Rna di Moderna e Pfizer/BioNTech sono sicuri. Dalla ricerca, basata sui dati di oltre 35mila donne americane, è emerso che il rischio di aborto spontaneo, nascite premature e altre complicazioni per le donne vaccinate è paragonabile a quello osservato nelle donne incinte prima della pandemia. "Sono dati molto rassicuranti - specifica Guglielmino - che cerchiamo di condividere con le nostre pazienti che ci chiedono continuamente cosa è meglio fare. In un momento così delicato occorre informare adeguatamente le coppie in attesa o che cercano una gravidanza, che già vivono con ansia e incertezza l'attesa o la ricerca di un figlio", conclude. Per questo la Siru ha aperto da qualche settimana uno sportello informativo gratuito, la cui attivazione è possibile contattando il numero 349-0753000 (dalle 11 alle 17) oppure via mail a [email protected].

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ONDAZZURRA – 6 maggio 2021

Covid in gravidanza: nuovi studi mettono in luce i rischi

L’infezione da Covid-19 è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo. Ma i vaccini contro il coronavirus attualmente disponibili sono sicuri ed efficaci in gravidanza. Queste sono le conclusioni di due studi pubblicati di recente su Jama Pediatrics e sul New England Journal of Medicine, che aumentano la conoscenza sui rischi reali per le donne in attesa e i nascituri. Alla luce dei promettenti risultati preliminari gli esperti della Società italiana di riproduzione umana (Siru) lanciano un appello: “Valutiamo per le donne in gravidanza la priorità per la vaccinazione contro Covid-19 per preservare la loro salute e quella dei loro bambini”. È quanto afferma lo studio pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics, uno dei più grandi condotti sul Covid-19 e la gravidanza, condotto dai ricercatori del Centro di ricerca ospedaliero dell’Università di Montreal. GLI STUDI A partecipare, oltre 2.100 donne incinte, in varie fasi della gravidanza, che hanno ricevuto cure in 43 centri medici di 18 paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. Per ogni donna infetta, i ricercatori hanno immediatamente arruolato due donne incinte dello stesso ospedale e nella stessa fase della gravidanza senza un’infezione nota. Hanno poi seguito entrambi i gruppi di donne 706 con Covid-19 e il 1424 non positive al virus durante la gestazione, al parto e anche dopo. Sono emerse chiare differenze tra i due gruppi. COVID, I RISCHI PER LE DONNE IN GRAVIDANZA Le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76 per cento di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota come preeclampsia o eclampsia. Non solo. Queste stesse pazienti sono risultate tre volte più a rischio di sviluppare una grave infezione e cinque volte più a rischio di essere ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Undici donne con Covid-19 sono morte, rispetto a una sola

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donna nel gruppo di controllo. Lo studio ha anche collegato l’infezione Covid-19 a un aumento dal 60 per cento al 97 per cento del tasso di parto pretermine e, nelle pazienti infette con febbre e mancanza di respiro, a un aumento di cinque volte delle complicanze neonatali come immaturità dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13 per cento dei bambini è risultato positivo al virus e il parto cesareo è stato collegato a un rischio più elevato di trasmissione. L’allattamento al seno, al contrario, non sembra collegato al contagio. “Questi risultati sottolineano l’importanza di includere le donne incinte nei gruppi a cui dare priorità nella vaccinazione anti-Covid e di limitare la loro esposizione ai malati”, dice Antonino Guglielmino, presidente della Siru. Negli Stati Uniti, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) includono la gravidanza tra le condizioni mediche ad alto rischio a cui dare priorità nella vaccinazione, ma non tutti gli stati hanno accolto tale raccomandazione. “Poiché i vaccini approvati non sono stati testati su donne in gravidanza, alcune autorità sanitarie esitano a dare loro la priorità per la vaccinazione”, spiega Guglielmino. “Ma come dimostrano gli ultimi promettenti dati, i vaccini risultano efficaci e sicuri anche in gravidanza”, aggiunge. LA SICUREZZA DEI VACCINI Secondo uno studio dei Centers for Disease Control and Prevention americani pubblicato sul New England Journal of Medicine sono sicuri i vaccini a RNA prodotti da Moderna e da Pfizer/BioNTech. Lo studio ha considerato un periodo che va dalla metà di dicembre 2020 alla fine di febbraio e si è basato sui dati di oltre 35mila donne americane. Dai risultati è emerso che il rischio di aborto spontaneo, nascite premature e altre complicazioni per le donne vaccinate è paragonabile a quello osservato nelle donne incinte prima della pandemia. Circa il 13 per cento delle donne incinte ha riportato aborti spontanei, meno dell’1 per cento di nati morti, il 9 per cento di nascite premature e il 2 per cento di difetti alla nascita.

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LA SENTINELLA DEL CANAVESE – 2 maggio 2021

Gravidanza: rischio Covid per le donne e i nascituri

L'infezione è più pericolosa nei nove mesi. I ginecologi chiedono la vaccinazione per le future mamme L'infezione Covid-19 è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo. Ma i vaccini contro il coronavirus attualmente disponibili sono sicuri ed efficaci in gravidanza. Queste sono le conclusioni di due studi pubblicati di recente, rispettivamente su Jama Pediatrics e sul New England Journal of Medicine, che fanno maggiore chiarezza su quali siano i rischi reali per le donne in attesa e i nascituri. Alla luce dei promettenti risultati preliminari gli esperti della Società italiana di riproduzione umana (Siru) lanciano un appello: “Valutiamo per le donne in gravidanza la priorità per la vaccinazione contro Covid-19 per preservare la loro salute e quella dei loro bambini”. La ricerca Nello studio pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics, uno dei più grandi condotti sul Covid-19 e la gravidanza, i ricercatori del Centro di ricerca ospedaliero dell'Università di Montreal hanno messo in evidenza che il virus può alterare il corso della gravidanza e danneggiare le madri e i neonati. In particolare, sono stati coinvolti oltre 2100 donne incinte, in varie fasi della gravidanza, che hanno ricevuto cure in 43 centri medici di 18 paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. Per ogni donna infetta, i ricercatori hanno immediatamente arruolato due donne incinte dello stesso ospedale e nella stessa fase della gravidanza senza un’infezione nota. Hanno poi seguito entrambi i gruppi di donne - 706 con Covid-19 e il 1424 non positive al virus - durante la gestazione, al parto e anche dopo. Sono emerse chiare differenze tra i due gruppi. L'ipertensione Le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76 per cento di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota come preeclampsia o eclampsia. Non solo. Queste stesse pazienti sono

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risultate tre volte più a rischio di sviluppare una grave infezione e cinque volte più a rischio di essere ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Undici donne con Covid-19 sono morte, rispetto a una sola donna nel gruppo di controllo. Lo studio ha anche collegato l'infezione Covid-19 a un aumento dal 60 per cento al 97 per cento del tasso di parto pretermine e, nelle pazienti infette con febbre e mancanza di respiro, a un aumento di cinque volte delle complicanze neonatali come immaturità dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13 per cento dei bambini è risultato positivo al virus e il parto cesareo è stato collegato a un rischio più elevato di trasmissione. L'allattamento L'allattamento al seno, al contrario, non sembra collegato al contagio. “Questi risultati sottolineano l'importanza di includere le donne incinte nei gruppi a cui dare priorità nella vaccinazione anti-Covid e di limitare la loro esposizione ai malati”, dice Antonino Guglielmino, presidente della Siru. Negli Stati Uniti, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) includono la gravidanza tra le condizioni mediche ad alto rischio a cui dare priorità nella vaccinazione, ma non tutti gli stati hanno accolto tale raccomandazione. “Poiché i vaccini approvati non sono stati testati su donne in gravidanza, alcune autorità sanitarie esitano a dare loro la priorità per la vaccinazione”, spiega Guglielmino. “Ma come dimostrano gli ultimi promettenti dati, i vaccini risultano efficaci e sicuri anche in gravidanza”, aggiunge. I vaccini Almeno è così per i vaccini a RNA prodotti da Moderna e da Pfizer/BioNTech, secondo uno studio dei Centers for Disease Control and Prevention americani pubblicato sul New England Journal of Medicine. Lo studio ha considerato un periodo che va dalla metà di dicembre 2020 alla fine di febbraio e si è basato sui dati di oltre 35mila donne americane. Dai risultati è emerso che il rischio di aborto spontaneo, nascite premature e altre complicazioni per le donne vaccinate è paragonabile a quello osservato nelle donne incinte prima della pandemia. Circa il 13 per cento delle donne incinte ha riportato aborti spontanei, meno dell'1 per cento di nati morti, il 9 per cento di nascite premature e il 2 per cento di difetti alla nascita. “Percentuali in linea anche nella popolazione non vaccinata”, specifica Guglielmino. La maggior parte delle donne ha riportato dolore al sito di iniezione, ma le reazioni più gravi sono state meno comuni. “Sono dati molto rassicuranti che cerchiamo di condividere con le nostre pazienti che ci chiedono continuamente cosa è meglio fare”, dice Guglielmino. La Siru, infatti, ha già da qualche settimana lanciato uno sportello informativo gratuito. “Il nostro obiettivo è quello di aiutare le donne incinte o in cerca di una gravidanza ad affrontare lo scenario Covid-19 e relative vaccinazioni, in continua evoluzione”, dice Gugliemino. “In un momento cosi delicato occorre informare adeguatamente le coppie in attesa o che cercano una gravidanza, che già vivono con ansia e incertezza l'attesa o la ricerca di un figlio”, conclude. L’attivazione del servizio della Siru è possibile contattando il numero 349-0753000 dalle ore 11.00 alle 17.00 oppure via mail a [email protected].

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VESUVIO ONLINE – 6 maggio 2021

Covid, pericolo maggiore per le donne in gravidanza: può danneggiare le madri e i neonati

Come riportato da Adnkronos, l’infezione da Covid 19 risulta essere più pericolosa per le donne in gravidanza e gli stessi bambini in grembo: è quanto emerge da due studi pubblicati di recente su ‘Jama Pediatrics’ e sul ‘New England Journal of Medicine’. Infezione da Covid-19: più pericolosa per le donne in gravidanza Gli esperti della Società italiana di riproduzione umana (Siru), a cui aderiscono ginecologi, endocrinologi, andrologi, urologi, biologi, embriologi, genetisti, oncologi, medici dei consultori, psicologi e counselor, medici di medicina generale, ostetriche, infermieri, giuristi e bioeticisti, sottolineano che “l’infezione da Covid-19 è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo” e che “i vaccini attualmente disponibili sono sicuri ed efficaci in gravidanza”. Ciò emerge dai due studi pubblicati di recente su ‘Jama Pediatrics’ e sul ‘New England Journal of Medicine’. Lo studio di ‘Jama Pediatrics è uno dei più grandi condotti sul Covid-19 e sulla gravidanza di oltre 2.100 donne incinte, curate tra marzo e ottobre 2020 in 43 centri medici di 18 Paesi diversi. Dunque, questo studio ha permesso di comprendere come il virus possa alterare il corso della gravidanza e danneggiare le madri e i neonati. È emerso che le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76% di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota anche come preeclampsia o eclampsia. Da questo studio emerge anche che le stesse pazienti avevano un rischio tre volte maggiore di sviluppare una grave infezione e un rischio cinque volte maggiore di essere ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Inoltre, sono morte undici donne con il Covid-19, rispetto a una sola donna nel gruppo di controllo.

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“Priorità alle donne incinte nella vaccinazione anti-Covid” Secondo questo studio, inoltre, l’infezione Covid-19 è legata ad un aumento dal 60% al 97% del tasso di parto pretermine e nelle pazienti che hanno febbre e mancanza di respiro, a un aumento di 5 volte delle complicanze neonatali come immaturità dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13% dei bambini è risultato positivo al virus e il parto cesareo è stato collegato a un rischio più elevato di trasmissione. Invece, l’allattamento al seno non sembra avere un legame con il contagio. Antonino Guglielmino, presidente Siru, afferma l’importanza di introdurre le donne incinte nei gruppi a a cui dare priorità nella vaccinazione anti-Covid e di limitare inoltre, la loro esposizione ai malati. Vaccini efficaci e sicuri anche in gravidanza Guglielmino sottolinea che i vaccini anti-Covid, non essendo stati testati su donne in gravidanza, sembrano non destare particolare fiducia da parte delle autorità sanitarie, che esitano a dare loro la priorità per la vaccinazione. Guglielmino, sottolinea però, che gli ultimi promettenti dati, dimostrano l’efficacia e la sicurezza dei vaccini anche in gravidanza. Infatti, secondo uno studio dei Cdc americani, pubblicato sul ‘Nejm’, i vaccini a Rna di Moderna e Pfizer/BioNTech sono sicuri. Dalla ricerca, basata sui dati di oltre 35mila donne americane, è emerso che si può paragonare il rischio di aborto spontaneo, nascite premature e altre complicazioni per le donne vaccinate a quello osservato nelle donne incinte prima della pandemia. Guglielmino conclude: “Sono dati molto rassicuranti che cerchiamo di condividere con le nostre pazienti che ci chiedono continuamente cosa è meglio fare. In un momento così delicato occorre informare adeguatamente le coppie in attesa o che cercano una gravidanza, che già vivono con ansia e incertezza l’attesa o la ricerca di un figlio”. Per questo motivo, la Siru ha aperto uno sportello informativo gratuito, la cui attivazione è possibile contattando il numero 349-0753000 (dalle 11 alle 17) oppure via mail a [email protected].

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NOTIZIEDI’ – 6 maggio 2021

Covid in gravidanza: nuovi studi mettono in luce i rischi

L’infezione da Covid-19 è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo. Ma i vaccini contro il coronavirus attualmente disponibili sono sicuri ed efficaci in gravidanza. Queste sono le conclusioni di due studi pubblicati di recente su Jama Pediatrics e sul New England Journal of Medicine, che aumentano la conoscenza sui rischi reali per le donne in attesa e i nascituri. Alla luce dei promettenti risultati preliminari gli esperti della Società italiana di riproduzione umana (Siru) lanciano un appello: “Valutiamo per le donne in gravidanza la priorità per la vaccinazione contro Covid-19 per preservare la loro salute e quella dei loro bambini”. È quanto afferma lo studio pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics, uno dei più grandi condotti sul Covid-19 e la gravidanza, condotto dai ricercatori del Centro di ricerca ospedaliero dell’Università di Montreal. GLI STUDI A partecipare, oltre 2.100 donne incinte, in varie fasi della gravidanza, che hanno ricevuto cure in 43 centri medici di 18 paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. Per ogni donna infetta, i ricercatori hanno immediatamente arruolato due donne incinte dello stesso ospedale e nella stessa fase della gravidanza senza un’infezione nota. Hanno poi seguito entrambi i gruppi di donne 706 con Covid-19 e il 1424 non positive al virus durante la gestazione, al parto e anche dopo. Sono emerse chiare differenze tra i due gruppi. COVID, I RISCHI PER LE DONNE IN GRAVIDANZA Le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76 per cento di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota come preeclampsia o eclampsia. Non solo. Queste stesse pazienti sono risultate tre volte più a rischio di sviluppare una grave infezione e cinque volte più a rischio di essere

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ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Undici donne con Covid-19 sono morte, rispetto a una sola donna nel gruppo di controllo. Lo studio ha anche collegato l’infezione Covid-19 a un aumento dal 60 per cento al 97 per cento del tasso di parto pretermine e, nelle pazienti infette con febbre e mancanza di respiro, a un aumento di cinque volte delle complicanze neonatali come immaturità dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13 per cento dei bambini è risultato positivo al virus e il parto cesareo è stato collegato a un rischio più elevato di trasmissione. L’allattamento al seno, al contrario, non sembra collegato al contagio. “Questi risultati sottolineano l’importanza di includere le donne incinte nei gruppi a cui dare priorità nella vaccinazione anti-Covid e di limitare la loro esposizione ai malati”, dice Antonino Guglielmino, presidente della Siru. Negli Stati Uniti, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) includono la gravidanza tra le condizioni mediche ad alto rischio a cui dare priorità nella vaccinazione, ma non tutti gli stati hanno accolto tale raccomandazione. “Poiché i vaccini approvati non sono stati testati su donne in gravidanza, alcune autorità sanitarie esitano a dare loro la priorità per la vaccinazione”, spiega Guglielmino. “Ma come dimostrano gli ultimi promettenti dati, i vaccini risultano efficaci e sicuri anche in gravidanza”, aggiunge. LA SICUREZZA DEI VACCINI Secondo uno studio dei Centers for Disease Control and Prevention americani pubblicato sul New England Journal of Medicine sono sicuri i vaccini a RNA prodotti da Moderna e da Pfizer/BioNTech. Lo studio ha considerato un periodo che va dalla metà di dicembre 2020 alla fine di febbraio e si è basato sui dati di oltre 35mila donne americane. Dai risultati è emerso che il rischio di aborto spontaneo, nascite premature e altre complicazioni per le donne vaccinate è paragonabile a quello osservato nelle donne incinte prima della pandemia. Circa il 13 per cento delle donne incinte ha riportato aborti spontanei, meno dell’1 per cento di nati morti, il 9 per cento di nascite premature e il 2 per cento di difetti alla nascita.

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PADOVA NEWS – 6 maggio 2021

Covid, "più rischioso in gravidanza"

L'infezione da Covid è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo. DI qui l'appello a vaccinare. "Valutiamo per le donne in gravidanza la priorità per la vaccinazione contro Covid-19 per preservare la loro salute e quella dei loro bambini", sottolineano degli esperti della Società italiana di riproduzione umana (Siru) alla quale aderiscono ginecologi, endocrinologi, andrologi, urologi, biologi, embriologi, genetisti, oncologi, medici dei consultori, psicologi e counselor, medici di medicina generale, ostetriche, infermieri nonché giuristi e bioeticisti, sottolineando come "l'infezione da Covid-19 è più pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo" e che "i vaccini attualmente disponibili sono sicuri ed efficaci in gravidanza", come emerge dalle conclusioni di due studi pubblicati di recente su 'Jama Pediatrics' e sul 'New England Journal of Medicine' (Nejm), riferisce la Siru in una nota. Il virus - dettaglia la società scientifica - può alterare il corso della gravidanza e danneggiare le madri e i neonati, secondo lo studio di 'Jama Pediatrics', uno dei più grandi condotti su Covid-19 e la gravidanza, che ha arruolato oltre 2.100 donne incinte, curate in 43 centri medici di 18 Paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. E' emerso che le donne con Covid-19 avevano una probabilità maggiore del 76% di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota come preeclampsia o eclampsia. Non solo. Queste stesse pazienti sono risultate 3 volte più a rischio di sviluppare una grave infezione e 5 volte più a rischio di essere ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Undici donne con Covid-19 sono morte, rispetto a una sola donna nel gruppo di controllo. Lo studio ha anche collegato l'infezione Covid-19 a un aumento dal 60% al 97% del tasso di parto pretermine e, nelle pazienti infette con febbre e mancanza di respiro, a un aumento di 5 volte delle complicanze neonatali come immaturità dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13% dei bambini è risultato positivo al virus e il parto cesareo è stato collegato a un rischio più elevato di trasmissione. L'allattamento al seno, al contrario, non sembra collegato al contagio. "Questi risultati sottolineano l'importanza di includere le donne incinte nei gruppi a cui dare priorità nella vaccinazione anti-Covid e di limitare la loro esposizione ai malati", dice Antonino Guglielmino, presidente Siru. "Poiché i vaccini anti-Covid approvati non sono stati testati su donne in gravidanza, alcune autorità sanitarie esitano a dare loro la priorità per la vaccinazione", spiega Guglielmino. "Ma come dimostrano gli

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ultimi promettenti dati, i vaccini risultano efficaci e sicuri anche in gravidanza", aggiunge. Secondo uno studio dei Cdc americani pubblicato sul 'Nejm', i vaccini a Rna di Moderna e Pfizer/BioNTech sono sicuri. Dalla ricerca, basata sui dati di oltre 35mila donne americane, è emerso che il rischio di aborto spontaneo, nascite premature e altre complicazioni per le donne vaccinate è paragonabile a quello osservato nelle donne incinte prima della pandemia. "Sono dati molto rassicuranti - specifica Guglielmino - che cerchiamo di condividere con le nostre pazienti che ci chiedono continuamente cosa è meglio fare. In un momento così delicato occorre informare adeguatamente le coppie in attesa o che cercano una gravidanza, che già vivono con ansia e incertezza l'attesa o la ricerca di un figlio", conclude. Per questo la Siru ha aperto da qualche settimana uno sportello informativo gratuito, la cui attivazione è possibile contattando il numero 349-0753000 (dalle 11 alle 17) oppure via mail a [email protected].

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LABORATORIO POLIZIA DEMOCRATICA – 14 maggio 2021

Infezione da Covid e' piu' pericolosa per donne incinte L'infezione da Covid-19 e' piu' pericolosa per le donne incinte e i bambini che portano in grembo. Ma i vaccini contro il coronavirus attualmente disponibili sono sicuri ed efficaci in gravidanza. Queste sono le conclusioni di due studi pubblicati di recente su Jama Pediatrics e sul New England Journal of Medicine, che aumentano la conoscenza sui rischi reali per le donne in attesa e i nascituri. Alla luce dei promettenti risultati preliminari gli esperti della Societa' italiana di riproduzione umana (Siru) lanciano un appello: "Valutiamo per le donne in gravidanza la priorita' per la vaccinazione contro Covid-19 per preservare la loro salute e quella dei loro bambini". E' quanto afferma lo studio pubblicato sulla rivista Jama Pediatrics, uno dei piu' grandi condotti sul Covid-19 e la gravidanza, condotto dai ricercatori del Centro di ricerca ospedaliero dell'Universita' di Montreal. A partecipare, oltre 2.100 donne incinte, in varie fasi della gravidanza, che hanno ricevuto cure in 43 centri medici di 18 paesi diversi, tra marzo e ottobre 2020. Per ogni donna infetta, i ricercatori hanno immediatamente arruolato due donne incinte dello stesso ospedale e nella stessa fase della gravidanza senza un'infezione nota. Hanno poi seguito entrambi i gruppi di donne 706 con Covid-19 e il 1424 non positive al virus durante la gestazione, al parto e anche dopo. Sono emerse chiare differenze tra i due gruppi. I rischi per le mamme. Le donne con Covid-19 avevano una probabilita' maggiore del 76 per cento di soffrire di ipertensione indotta dalla gravidanza, nota come preeclampsia o eclampsia. Non solo. Queste stesse pazienti sono risultate tre volte piu' a rischio di sviluppare una grave infezione e cinque volte piu' a rischio di essere ricoverate in un reparto di terapia intensiva. Undici donne con Covid-19 sono morte, rispetto a una sola donna nel gruppo di controllo. Lo studio ha anche collegato l'infezione Covid-19 a un aumento dal 60 per cento al 97 per cento del tasso di parto pretermine e, nelle pazienti infette con febbre e mancanza di respiro, a un aumento di cinque volte delle complicanze neonatali come immaturita' dei polmoni, danni cerebrali e altri disturbi. Circa il 13 per cento dei bambini e' risultato positivo al virus e il parto cesareo e' stato collegato a un rischio piu' elevato di trasmissione. L'allattamento al seno, al contrario, non sembra collegato al contagio. "Solo il 5% dei bambini si ammala di Covid e di questi il 6% presenta un quadro sintomatologico. Nonostante sia una malattia benigna per la maggior parte di loro, alcuni manifestano segni e sintomi come cefalea, tosse, dispnea anche a distanza di settimane e mesi dopo essersi negativizzati. Per dare risposte alle famiglie e ai pediatri di famiglia, abbiamo costituito l'ambulatorio per il follow-up dei bambini guariti dal Covid. Questo spazio e' stato creato all'interno del Policlinico Luigi Vanvitelli ed e' il primo ambulatorio in Campania". A raccontarlo, interpellato dalla Dire, e' Michele Miraglia del Giudice, professore di Pediatria dell'azienda ospedaliero-universitaria Luigi Vanvitelli di Napoli, dove e' responsabile dell'ambulatorio di malattie respiratorie infantili. "L'iniziativa e' partita da poco tempo- racconta Miraglia- ma e' portata avanti dalla Societa' di malattie respiratorie infantili (Simri) su tutta Italia per mappare le differenze e le casistiche di long Covid tra i bambini su tutto il territorio nazionale". L'obiettivo dell'ambulatorio guidato dal docente di pediatria e' quello di verificare la funzione respiratoria del bambino colpito dall'infezione da Covid, nella sua fase di remissione, attraverso vari esami: "La spirometria, il test di broncodilatazione, il test del cammino grazie al quale misuriamo la saturazione dell'ossigeno e l'ecografia polmonare. Un esame, quest'ultimo molto importante- spiega Miraglia- perche' ci fornisce gli esiti dell'infezione. I bambini fanno anche una visita pneumologica, all'ingresso

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nell'ambulatorio di follow-up. Quelli coinvolti dalle attivita' del laboratorio campano vanno dai 5 anni in su, infatti Miraglia precisa che "la spirometria puo' essere svolta correttamente da questa eta' in poi, ma con l'oscillometria stiamo valutando anche i bambini in eta' pre-scolare, ampliando in questo modo il supporto dell'ambulatorio a un numero piu' ampio di pazienti". Perche' indagare sul Long Covid nei bambini, che si ammalano pochissimo e spesso senza sintomi? Miraglia risponde senza fare allarmismi: "Ci sono stati casi di iper-reattivita' bronchiale, alterazioni ecografiche in cui sono emerse linee focali tipiche del SARS-CoV-2, la presenza di una linea pleurica irregolare. Segnali che l'infezione ha lasciato delle tracce anche pesanti pur non avendo dato manifestazioni acute di se'. L'importante su questi bambini- aggiunge il professore della Vanvitelli- e' eseguire il monitoraggio, verificando se tali alterazioni si risolvono o invece durano nel tempo. Il bambino, in seguito al monitoraggio, tornera' in ambulatorio dopo sei mesi per capire se queste alterazioni e/o sintomi sono rimasti. Noi ci auguriamo di non trovare nulla, tuttavia ci sono sintomi comparsi dopo l'infezione ed e' importante monitorarli per evitare che possano dare adito a cronicita'". Rispetto alle caratterizzazioni differenti della sindrome post/Long Covid tra un territorio e l'altro, il gruppo di lavoro e di ricerca del professore Miraglia ha gia' condotto un'indagine e due survey, nel 2020 e nel 2021: "Abbiamo registrato differenze tra Centro, Sud e Nord Italia, anche in ragione di come questi territori sono stati colpiti in modo molto diverso tra la prima e la seconda ondata. Ora ci attendiamo di elaborare e realizzare un'altra indagine- conclude- in cui saranno presenti le attivita' di follow-up dell'ambulatorio long Covid".