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43 L’aggiornamento cartografico catastale 2 L’aggiornamento cartografico catastale 2.1 L’evoluzione storica della metodologia del rilievo catastale L’aggiornamento cartografico catastale ha lo scopo di mantenere allineata alla realtà territoriale la mappa attraverso il rilievo topografico periodico o straor- dinario dei nuovi particolari topo-cartografici che hanno interessato il terreno. I compiti fondamentali per i tecnici catastali sono stati originariamente di prov- vedere alla formazione della mappa geometrica particellare e, nel seguito, all’aggiornamento e alla conservazione della stessa. Detto compito è alquanto impegnativo e richiede l’impiego dei metodi di rilievo più avanzati e precisi, stante la circostanza che la mappa catastale è una carta a grande scala (1:1000 e 1:2000). L’entrata in conservazione dei fogli di mappa del nuovo catasto terreni è ini- ziata, per la maggior parte dei Comuni dall’anno 1941; per il rilevamento di tali fogli è stata usata la metodologia classica del rilievo celerimetrico (meto- do Porro) cioè poligonali appoggiate alla rete dei trigonometrici e il metodo degli allineamenti puri (metodo Rabbini). Il metodo poligonometrico si adatta meglio alla natura del terreno quando presenta tortuosità e irregolarità; il metodo Rabbini (degli allineamenti puri) è molto adatto nei terreni pianeggianti e proprio per la configurazione del terri- torio nazionale, non ha trovato grande applicazione. Il maggior numero dei fogli di mappa è stato rilevato col metodo celerimetrico e con il metodo degli allineamenti appoggiati a poligonali. Alla mappa particellare di tipo planimetrico l’Amministrazione del catasto, at- tenta al progredire delle tecnologie, volle sperimentare il rilievo aerofotogram- metrico atto a fornire contemporaneamente la rappresentazione planimetrica del terreno e la sua altimetria a mezzo di curve di livello. Le Province di Vi- terbo e Terni furono rilevate per intero con tale metodo e con questa esperien- za l’elemento altimetrico entrò per la prima volta nella concezione dell’Ammi- nistrazione catastale 1 . La cartografia grafica su cartaceo è stata informatizzata e progressivamente trasformata in digitale (numerica o raster più vector). La formazione del catasto è stata curata dallo Stato. La sua conservazione, se- gnatamente per quanto riguarda l’aggiornamento della mappa, era prevista in 1  Le  specifiche  tecniche  operative  sono  stabilite  dalle  seguenti  normative: —  Istruzione  per  le  operazioni  trigonometriche  per  la  determinazione  planimetrica  dei  vertici  a  mezzo  di  trian- golazioni;  contemplava  però  anche  le  modalità  di  attuazione  per  la  determinazione  altimetrica  dei  vertici. —  Istruzione  per  i  rilevamenti  aerofotogrammetrici;  dedicata  interamente  alla  formazione  delle  mappe  catasta- li  plani-altimetriche. —  Istruzione  sulla  poligonazione. —  Istruzione  per  il  rilevamento  particellare.

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2.1 L’evoluzionestorica dellametodologiadelrilievo catastale

L’aggiornamento cartografico catastale ha lo scopo di mantenere allineata alla realtà territoriale la mappa attraverso il rilievo topografico periodico o straor-dinario dei nuovi particolari topo-cartografici che hanno interessato il terreno.I compiti fondamentali per i tecnici catastali sono stati originariamente di prov-vedere alla formazione della mappa geometrica particellare e, nel seguito, all’aggiornamento e alla conservazione della stessa. Detto compito è alquanto impegnativo e richiede l’impiego dei metodi di rilievo più avanzati e precisi, stante la circostanza che la mappa catastale è una carta a grande scala (1:1000 e 1:2000).L’entrata in conservazione dei fogli di mappa del nuovo catasto terreni è ini-ziata, per la maggior parte dei Comuni dall’anno 1941; per il rilevamento di tali fogli è stata usata la metodologia classica del rilievo celerimetrico (meto-do Porro) cioè poligonali appoggiate alla rete dei trigonometrici e il metodo degli allineamenti puri (metodo Rabbini).Il metodo poligonometrico si adatta meglio alla natura del terreno quando presenta tortuosità e irregolarità; il metodo Rabbini (degli allineamenti puri) è molto adatto nei terreni pianeggianti e proprio per la configurazione del terri-torio nazionale, non ha trovato grande applicazione. Il maggior numero dei fogli di mappa è stato rilevato col metodo celerimetrico e con il metodo degli allineamenti appoggiati a poligonali.Alla mappa particellare di tipo planimetrico l’Amministrazione del catasto, at-tenta al progredire delle tecnologie, volle sperimentare il rilievo aerofotogram-metrico atto a fornire contemporaneamente la rappresentazione planimetrica del terreno e la sua altimetria a mezzo di curve di livello. Le Province di Vi-terbo e Terni furono rilevate per intero con tale metodo e con questa esperien-za l’elemento altimetrico entrò per la prima volta nella concezione dell’Ammi-nistrazione catastale1.La cartografia grafica su cartaceo è stata informatizzata e progressivamente trasformata in digitale (numerica o raster più vector).La formazione del catasto è stata curata dallo Stato. La sua conservazione, se-gnatamente per quanto riguarda l’aggiornamento della mappa, era prevista in

1  Le specifiche  tecniche  operative sono stabilite dalle  seguenti normative:—  Istruzione per  le operazioni trigonometriche per  la determinazione planimetrica dei vertici a mezzo di trian-

golazioni;  contemplava però anche  le modalità  di attuazione per  la determinazione altimetrica dei vertici.—  Istruzione per  i rilevamenti aerofotogrammetrici; dedicata interamente alla formazione delle mappe catasta-

li plani-altimetriche.—  Istruzione sulla poligonazione.—  Istruzione per  il  rilevamento particellare.

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44parte a carico dell’ufficio ed in parte attraverso la collaborazione dei possesso-ri interessati.Il contributo richiesto ai soggetti privati, originariamente limitato a semplici se-gnalazioni, a meno che non si trattasse del frazionamento di particelle — propo-sto dalle stesse parti — nel corso degli anni ha avuto un andamento sempre più crescente, allo scopo, di rendere disponibili ai cittadini e quindi al Paese, atti catastali con informazioni più puntuali e complete nella descrizione dei beni nonché prontamente aggiornate, utili in svariati campi civilistici, oltre che per i semplici fini fiscali, travalicando così l’originaria impostazione del catasto.Ad esempio, la denuncia di un fabbricato rurale, trattandosi di una variazione nello stato dei terreni agrari, rientrava tra le incombenze affidate alla proprietà, e andava presentata in catasto terreni a norma dell’art. 114 del Regolamento per la Conservazione del nuovo catasto (R.D. 8 dicembre 1938, n. 2153), compilando un semplice modello a stampa (mod. 26), corredato da un disegno tecnico.Agli adempimenti poteva provvedere la parte, senza ricorrere all’operato di tec-nici liberi-professionisti.Di contro, le costruzioni urbane erano denunciate (art. 28 del R.D.L. 13 aprile 1939, n. 652 convertito nella Legge 11 agosto 1939, n. 1249) a cura dei citta-dini, ma dovevano essere corredate, fin dall’origine, di elaborati grafici, forzo-samente da redigersi da tecnici di parte (planimetrie delle unità immobiliari). Le stesse costruzioni però, al pari di quelle rurali, erano introdotte nella mappa catastale a cura dell’Amministrazione.L’onere più rilevante imposto ai cittadini nell’accatastamento delle costruzioni urbane è stato introdotto dall’art. 8 della legge 1° ottobre 1969, n. 679, che ha previsto a loro carico la denuncia del cambiamento nello stato dei terreni (tipo mappale) per effetto della realizzazione di fabbricati, con il compito di provve-dere al relativo rilievo topografico per l’aggiornamento della mappa, a cura di un tecnico professionista.L’art. 9 del D.L. 30 dicembre 1993, n. 557, convertito nella legge 26 febbraio 1994, n. 133, ha disposto l’inventariazione nel catasto edilizio urbano anche delle costruzioni rurali (e non solo delle abitazioni) e quindi allineando le mo-dalità di dichiarazione in catasto di questi immobili a quelle delle costruzioni urbane. Per questa implementazione di oggetti, il catasto edilizio urbano assume la denominazione più generica: “catasto dei fabbricati”. Per l’attuazione della norma, è stato emanato il regolamento di esecuzione con decreto del Ministro delle Finanze del 2 gennaio 1998, n. 28.L’aggiornamento della cartografia catastale, rispetto alla normativa regolamen-tare di base (norme e circolari degli anni trenta - quaranta), ha subito nel tempo molteplici rivisitazioni, soprattutto per la modalità di presentazione de-gli elaborati tecnici prodotti su iniziativa della proprietà.Il relativo rilievo di aggiornamento è divenuto analitico, riferito a vertici trigo-nometrici, P.S.R. (Punti Stabili di Riferimento, di cui all’art. 11 del D.P.R. n.

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650/1972) e, per ultimo, ai P.F. (Punti Fiduciali) e predisposto con l’ausilio di una specifica procedura informatica — denominata PRE.GEO (pretrattamento geometrico) — gratuitamente fornita dall’amministrazione del catasto alle cate-gorie professionali tecniche interessate.Detta procedura informatizzata per il rilievo di aggiornamento è stata approva-ta con la circolare 2/1988 della Direzione Generale del Catasto e dei Servizi Tecnici erariali “Nuove procedure per il trattamento automatizzato degli aggior-namenti cartografici. Disposizioni per la gestione degli atti geometrici di aggior-namento”. La disposizione ha introdotto profonde innovazioni sull’organizzazio-ne degli archivi catastali, sul trattamento degli atti di aggiornamento e sulle modalità tecniche di esecuzione dei rilievi catastali. Nella sostanza, al tecnico redattore dell’atto di aggiornamento è stato affidato esclusivamente il compito di eseguire misure sul terreno da riferire a dei punti di inquadramento vicini (punti fiduciali), con la possibilità di sviluppare in proprio i calcoli topografici, con l’ausilio della suddetta procedura informatica e con le stesse modalità adot-tate dall’Ufficio, mentre il successivo inquadramento cartografico era, invece, di competenza del tecnico dell’Ufficio.Già con l’introduzione della procedura PREGEO 8, come meglio si dirà in seguito, anche l’inquadramento cartografico è stato affidato al tecnico libero professionista attraverso la predisposizione di una specifica proposta di aggiornamento.Con la procedura PREGEO 10, le verifiche di approvabilità dell’atto sono total-mente eseguite dal software ed assicurano al professionista, in caso di esito positivo, che l’atto, redatto su un estratto di mappa rilasciato dall’Ufficio (e quindi conforme alla mappa vigente), al momento della presentazione in catasto sarà sicuramente registrato, peraltro con modalità del tutto automatiche.

2.2 Gliattidiaggiornamento prodottidaiprofessionisti

Come già ricordato al paragrafo 1.1, attualmente, gli atti di aggiornamento catastale presentati dai tecnici professionisti sono:— tipi di frazionamento predisposti, di norma, quando si deve procedere alla

vendita o costituzione di diritti su porzioni di particella;— tipi particellari redatti, in caso di trasferimento, a misura di una particella

censita per far riscontrare “tecnicamente”, attraverso misure prese sul posto e nel rispetto di determinate specifiche tecniche, la consistenza in termini di superficie reale della particella;

— tipi mappale da redigersi per le particelle sulle quali vengono edificati nuo-vi fabbricati o altra stabile costruzione.

Le metodologie per il rilievo planimetrico previste dalla circolare 2/1988 con-cernono tutte quelle che la buona tecnica topografica contemplano, e nel se-guito sinteticamente riassunte:a) Metodo di allineamento a squadri. Strumenti: Paline, triplometri, squadro, rollina, misuratori laser.

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46b) Metodo celerimetrico. Strumenti: tacheometri e stadie, teodoliti, clisimetri, elettro-ottici e goniome-

tri vari.c) Metodo poligometrico. Strumenti: elettro-ottici classici per la poligonazione; G.P.S.d) Metodo di rilievo con strumentazione satellitare G.P.S. Strumenti: apparecchio G.P.S.Il rilievo altimetrico, introdotto con la procedura PREGEO 8, è disciplinato dal-la disposizione operativa approvata con decreto del Direttore dell’Agenzia del Territorio del 3 dicembre 2003, attualmente, prevede la sola determinazione dei dislivelli (e non la quota) dei P.F. interessati per il rilievo e di un solo punto del rilievo di dettaglio.Per le determinazioni altimetriche si può utilizzare qualsiasi strumentazione atta a fornire i dislivelli:— triplometri per le costellazioni;— livelli per le livellazioni geometriche;— tacheometri per le livellazioni tacheometriche;— teodoliti per le livellazioni trigonometriche;— G.P.S. per le determinazioni delle quote W.G.S.84.

2.2.1 La procedura Pregeo - I punti fiduciali - L’elaborazione delle misure

Come anticipato nel precedente paragrafo, l’atto di aggiornamento cartografico è prodotto su supporto informatico ed è predisposto con l’ausilio della proce-dura informatica PREGEO, fornita dall’Amministrazione del catasto ai liberi professionisti abilitati alla produzione di tali tipi di elaborati catastali.Le motivazioni che hanno portato all’adozione della procedura concernono la necessità di:— uniformare le modalità di predisposizione degli elaborati da parte delle uten-

ze professionali;— fornire uno strumento operativo alle stesse utenze suddette;— semplificare ed automatizzare i procedimenti di aggiornamento degli atti

catastali.Inoltre, le informazioni acquisite direttamente sul terreno rendono gli archivi cartografici affidabili a livello qualitativo. Solo gli archivi aggiornati con la realtà territoriale risultano efficaci per una puntuale gestione del territorio.Il rilievo deve essere riferito alla maglia triangolare dei PP.FF (punti fiduciali)2 aventi lati compresi fra 250 ÷ 300 m di lunghezza (cfr. Fig. 2.1) e l’oggetto

2  I  punti  fiduciali  sono  stati  istituiti  con  la  Circolare  del  15-1-1987  n.  2  della  Direzione  generale  del Catasto  e  dei  Servizi Tecnici  Erariali.  A  ciascun  punto  fiduciale  è  associato  un  codice  identificativo  della  sua  at-tendibilità metrica come  indicato  nella  seguente  tabella.

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dello stesso deve essere compreso nel loro perimetro, o al massimo eccedere dallo stesso per non più del 30%.

Fig.2.1

Nel caso che i punti fiduciali non siano già predefiniti, gli stessi debbono es-sere individuati sul posto e proposti dal tecnico che si accinge a presentare il tipo di aggiornamento. A tale riguardo deve determinare le coordinate e pro-durre una scheda monografica come da figure 2.2.a e 2.2.b.Nella tabella che segue sono riassunte le singole informazioni contenute nel libretto delle misure, codificate secondo i previsti tipi di righe da 0 a 9.

Punto fiduciale attendibilitàVertici  trigonometrici della  rete  IGM:—  I ordine 1— II ordine 2— III ordine 3— IV ordine determinati  in data successiva al 1942 4— IV ordine determinati entro  l’anno 1942 5

Vertici  trigonometrici della  rete  catastale:— rete 6— sottorete 7— dettaglio 8Punti  stabili di  riferimento 9Termini  su  triplici di possesso  o spigoli di  fabbricato  riportati  all’impianto 10Termini su triplici di possesso o spigoli di  fabbricato rilevati  in aggiornamenti eseguiti dall’Ufficio 11Termini su triplici di possesso o spigoli di  fabbricato rilevati  in aggiornamenti eseguiti dai  tecniciesterni e collaudati dall’Ufficio 12

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Riga 0 -  dati  statistici,  identificativo  delle  particelle  oggetto  di  aggiornamento,  tecnico,  titolo,  pro-vincia;

Riga 1 -  nome  stazione  celerimetrica,  materializzazione  del  punto,  altezza  strumentale,  coordinate geocentriche, altezza antenna;

Riga 2 -  nome  punto  osservato  -  angolo  azimutale  -  Distanza  ridotta  -  o  inclinata  -  angolo  zenitale -  altezza  di  mira  -  componenti  baseline  -  parametri  di  precisione  -  valore  di  DOP  -  altezza antenna  -  materializzazione punto;

Riga 3 -  numero vertici poligonali  -  elenco nomi vertici della poligonale;

Riga 4 -  nome  punto  inizio  allineamento  -  nome  punto  orientamento  allineamento  -  angolo  di correzione  -  materializzazione  del  punto  -  altezza  stazione  -  altezza  mira  indietro  e  nome punto  -  altezza mira  in  avanti e nome punto;

Riga 5 -  nome  punto  osservato  -  distanza  progressiva  -  squadro  -  altezza  mira  -  materializzazione punto;

Riga 6 -  note di commento;  informazioni  GPS;

Riga 7 -  numero  vertice  del  contorno  -  elenco  nomi  dei  vertici  del  contorno;  tipo  di  linea;  identifi-cativo particella;  identificativo particella madre;

Riga 8 -  nome punto fiduciale  -  coordinate planimetriche  - quota  - attendibilità  - materializzazione

Riga 9 -  quota  -  precisione  lineare  -  precisione  angolare  -  est  media  -  nota  (in  una  riga  di  tipo  6 associata,  l’indicazione della  tipologia dell’atto  di  aggiornamento).

Con l’adozione della procedura PREGEO 8, le schede monografiche dei punti fidu-ciali devono essere integrate con il riferimento altimetrico e la relativa quota3.L’Agenzia del Territorio integrerà progressivamente nel tempo tali informazioni.In analogia a quanto previsto dalla circolare n. 5/1989, i tecnici professionisti possono proporre il riferimento altimetrico dei punti fiduciali, qualora l’Ufficio Provinciale non abbia ancora provveduto alla sua definizione.Il riferimento altimetrico dovrà essere raffigurato con chiarezza nello schizzo monografico e descritto con un testo, completo ma sintetico, che ne consenta la corretta individuazione anche in mancanza del suddetto schizzo.Qualora il punto fiduciale non sia topograficamente accessibile da un punto di vista altimetrico, il tecnico professionista può richiederne l’annullamento e pro-porre l’istituzione di un nuovo punto che abbia i necessari requisiti e non alteri sensibilmente le mutue distanze della maglia preesistente dei punti fiduciali.

3  Nel capitolo terzo sono fornite le indicazioni per predisporre una scheda monografica di punto fi-duciale. Al riguardo si evidenzia che la funzionalità per produrre le schede monografiche dei punti fiduciali è una novità della procedura  introdotta  con  la versione 8.

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Fig.2.2a -Frontedella schedamonograficadipuntofiduciale

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Fig.2.2b-Retrodellaschedamonograficadipuntofiduciale

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Le monografie dei punti fiduciali sono conservate in originale presso gli Uffici provinciali, dove sono disponibili anche le relative informazioni archiviate nel-la Tabella Attuale dei punti Fiduciali (TAF), che è una sezione della Base Dati Geotopocartografica dell’Agenzia.Ogni punto fiduciale, registrato nella suddetta Tabella, è corredato delle seguen-ti informazioni:a) identificativo univoco nel foglio di mappa;b) descrizione della posizione planimetrica con riferimento alla mappa;c) descrizione della materializzazione;d) disegni monografici o fotografie;e) coordinate planimetriche.Le informazioni delle schede monografiche del P.F. sono gradualmente integra-te, a cura dell’ufficio, con i seguenti dati:a) descrizione del riferimento altimetrico a cui è riferita la quota;b) quota geoidica e/o ellissoidica, se disponibili;c) coordinate planimetriche Gauss-Boaga, se disponibili.Nel caso di predisposizione della scheda monografica da parte del professionista, la compilazione dei campi relativi alle coordinate ed alla quota spetta all’Ufficio; pertanto, risulta facoltativa per il professionista, mentre la compilazione dei campi relativi alla indicazione della particella nella quale ricade il punto fidu-ciale e alla descrizione del riferimento planimetrico ed altimetrico è obbligatoria per il professionista. Qualora il professionista non fornisca il valore della quota, dovrà limitarsi ad inserire il valore convenzionale “9999” nel campo quota ed il valore “04”4 nel campo relativo all’attendibilità altimetrica. Nel caso di pre-disposizione della scheda monografica relativa ad un punto fiduciale esistente la procedura impiega automaticamente le informazioni disponibili nell’archivio TAF per compilare la scheda stessa. Rimane l’obbligo, per il professionista, del-la compilazione del campo relativo alla descrizione altimetrica. Si precisa che quando la scheda monografica dei punti fiduciali è già disponibile presso l’Uf-ficio, il professionista può proporre il riferimento altimetrico integrando la scheda già esistente, senza l’obbligo di presentazione di una nuova scheda. La stampa, da consegnare all’ufficio, può essere prodotta indipendentemente a co-lori o in bianco e nero5.

4  L’attendibilità altimetrica  dei  punti fiduciali è codificata secondo  la  seguente  tabella:

Punto fiduciale attendibilitàPunto fiduciale di aggiornamento 04Punto cartografico 03Caposaldo  di una  rete di  livellazione  trigonometrica 02Caposaldo  di una  linea nazionale di  livellazione geometrica 01

5  Disposizioni  impartite  agli  Uffici  con  nota  prot.  n.  14063  del  22-2-2005  della  Direzione  centrale cartografia, catasto e pubblicità  immobiliare.

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52Per il riferimento altimetrico per punti fiduciali coincidenti con vertici trigono-metrici si rimanda alle particolari disposizioni contenute al paragrafo 5.3 delle disposizioni impartite agli Uffici con nota prot. n. 14063 del 22-2-2005 della Direzione centrale cartografia, catasto e pubblicità immobiliare, la proposta di aggiornamento non è obbligatoria.Le nuove schede monografiche dei punti fiduciali redatte con la procedura in esame sono liberamente consultabili sul sito internet dell’Agenzia accedendo alla pagina WEB dell’Ufficio Provinciale – Territorio, cliccando prima sul link Ar-chivio Taf e Mutue Distanze e quindi sul successivo link Monografie dei punti fiduciali.

La funzionalità di consultazione delle schede monografiche dei Punti Fiduciali consente l’interrogazione e il prelievo delle monografie dei Punti Fiduciali già acquisite all’archivio informatizzato. Le modalità di ricerca prevedono una sele-zione puntuale della singola scheda tramite l’indicazione della provincia, del comune e del foglio. L’archivio è aggiornato con cadenza giornaliera sulla base delle monografie presentate dai tecnici professionisti strumentali alla presenta-zione di atti PREGEO per l’approvazione da parte dell’ufficio.La procedura PREGEO è stata introdotta nel 1989, in accordo con le categorie professionali tecniche abilitate alla predisposizione degli elaborati di aggiorna-mento in esame ed è attualmente giunta alla versione 10.Dopo le prime versioni della procedura che si occupavano solo della trattazione dei dati geometrici e relativi calcoli topografici, già dal 1994, con la versione 7.52 si potevano riportare (nella fase iniziale la compilazione del modello cen-suario era facoltativa) nel libretto delle misure oltre alle informazioni metriche e statistiche concernenti il rilievo, quelle amministrative censuarie dell’atto di aggiornamento particellare per la registrazione automatica nella banca dati cen-suaria dell’esito delle variazioni apportate.Lo stesso pacchetto applicativo consente la gestione di un archivio dei punti fiduciali e il calcolo di coordinate locali rispetto ad un punto fiduciale origine e uno di orientamento, con determinazione dello scarto delle mutue distanze fra i punti fiduciali calcolate con le misure del rilievo e quelle derivanti da calco-lo analitico dalle coordinate riportate nell’archivio dei punti fiduciali. Ciò con-sente al tecnico che redige l’atto di aggiornamento di ottenere, in via del tutto automatica, un importante auto-controllo (lo stesso che il tecnico catasta-le preposto svilupperà al momento dell’approvazione del tipo) sulla qualità delle misure prese e quindi sull’attendibilità complessiva del rilievo.

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Ulteriore e più affidabile controllo avviene con il confronto delle mutue distan-ze tra due punti fiduciali calcolate, da diversi professionisti, nell’ambito di altri rilievi che hanno interessato gli stessi punti.La tabella TAF e l’archivio delle mutue distanze tra punti fiduciali sono scari-cabili dal sito internet dell’Agenzia come descritto in precedenza.Il file .DIS contenente l’archivio delle mutue distanze dei punti fiduciali che sono stati interessati da rilievi topografici eseguiti per la predisposizione di atti di aggiornamento del catasto terreni, dai tecnici professionisti, o per le attivi-tà connesse ai compiti d’istituto, dagli Uffici Provinciali dell’agenzia del Terri-torio, relative ai rilievi topografici eseguiti dal 1989 (data di attivazione della procedura PREGEO) ad oggi.Le distanze contenute nell’Archivio sono aggiornate con cadenza bimestrale.La procedura, dà inoltre, un calcolo degli scarti quadratici metrici delle singole osservazioni, dipendenti dalla strumentazione impiegata e anche dalla metodo-logia utilizzata (misure sovrabbondanti).Più in particolare, il modello di calcolo applicato è quello che nella letteratura scientifica è definito di Gauss-Markov, conosciuto anche come principio dei minimi quadrati, che utilizza il principio di verosimiglianza dei dati di misura a grandezze caratterizzate da distribuzione normale.L’elaborazione consiste in un processo di controlli e calcoli che determina la posizione e la precisione dei punti del rilievo a partire dalle misure codificate nel libretto.Il sistema esegue una serie di controlli:— controlli di tipo formale sulle singole righe: verificano, per ogni riga immes-

sa, la corrispondenza del formato con quello previsto dalle specifiche di codifica e la corretta posizione nell’ordine logico di compilazione del libret-to delle misure;

— controlli di tipo sostanziale sulle singole righe: verificano che le grandezze codificate abbiano valori compatibili con quelli ragionevolmente attesi (nel caso delle righe di tipo 1, 2, 3, 4, 5, 7 ed 8);

— controlli sulla struttura del libretto delle misure: verificano l’ordine logico di compilazione delle righe.

Il risultato dei controlli può dare luogo a semplici segnalazioni di difformità o, nei casi più gravi, all’interruzione dell’elaborazione, con l’emissione dei diagno-stici in sostituzione dei risultati del calcolo.Al termine dei controlli il sistema inizia le fasi di calcolo che determineranno la posizione plano-altimetrica dei punti.In seguito sono riportati esempi dei report di elaborazione.Nella tabella è riportato un esempio contenente l’esito relativo alla compensa-zione planimetrica con l’evidenziazione degli scarti quadratici medi (s.q.m.).

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54Rilievo eseguito con  n=6 osservazioni  sovrabbondanti

  s.q.m.  dell’unità di  peso a priori  0.00413  s.q.m.  dell’unità di  peso a posteriori  0.00315  s.q.m.  dell’unità di  peso  interna  0.0030649  s.q.m.  dell’unità di  peso esterna  0.00241  Numero di cicli di compensazione  4  …………….

Lo s.q.m. dell’unità di peso a priori dipende dalla conformazione della “rete” e dalle precisioni strumentali delle misure (di progetto).Lo s.q.m. dell’unità di peso a posteriori è proporzionale alla precisione effetti-vamente conseguita (di calcolo) e dipende dagli scarti dalla media generati dalle misure sovrabbondanti.Lo s.q.m. dell’unità di peso interna rappresenta la precisione conseguita a pre-scindere dai punti d’inquadramento.Lo s.q.m. dell’unità di peso esterna rappresenta la precisione conseguita anche con i punti d’inquadramento.Circa la definizione di s.q.m. si ricorda che il valore vero di una grandezza ha il 39% di probabilità di collocarsi nell’intervallo i cui estremi sono costituiti dal valore medio (Vm) ± s.q.m. ed il 99% di probabilità di collocarsi nell’intervallo Vm ± 3 × s.q.m. Topograficamente parlando il punto oggetto di rilievo ha il 99% di probabilità di trovarsi all’interno dell’ellisse con centro nel punto medesimo e semiassi pari a 3 volte lo s.q.m. sulle due coordinate.La tabella riportata un esempio dei risultati conseguiti per ciascuno dei punti del rilievo, suddivisi in due categorie: punti della rete e punti di dettaglio. Per punti della rete oltre ai punti fiduciali si intendono quelli nei quali concorrono misure sovrabbondanti: i punti stazione celerimetrici, i vertici iniziali e finali delle baseline.

Punti della  Retenome nord sqm est sqm semi semi inclina-

asse Max asse Min zionePF02/A20G/M1AAC 4638383.445 +/-0.002 2321940.370 +/-0.004 0.003 0.003 169.359PF01/A20G/M1AAC 4638239.171 +/-0.002 2322216.615 +/-0.004 0.003 0.003 169.359PF08/6500/M1AAA 4638649.428 +/-0.029 2321497.206 +/-0.022 0.026 0.026 61.281PF04/A19D/M1AAA 4637848.795 +/-0.016 2321729.227 +/-0.033 0.026 0.026 175.179100 4638343.096 +/-0.010 2321832.768 +/-0.006 0.008 0.008 115.869200 4638319.530 +/-0.008 2321847.369 +/-0.006 0.007 0.007 123.365105 4638332.306 +/-0.011 2321829.738 +/-0.007 0.009 0.009 107.470106 4638321.398 +/-0.011 2321842.500 +/-0.007 0.009 0.009 125.710112 4638326.680 +/-0.011 2321824.929 +/-0.007 0.009 0.009 106.559300 4638302.440 +/-0.007 2321871.708 +/-0.006 0.006 0.006 123.568202 4638315.788 +/-0.009 2321837.676 +/-0.008 0.009 0.009 121.890

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Punti di  Dettaglionome  nord sqm est sqm semi semi inclina-

asseMax asseMin zione101 4638353.30 +/- 0.01 2321837.928 +/-0.006 0.008 0.008 115.632102 4638349.14 +/- 0.01 2321844.713 +/-0.006 0.008 0.008 115.879103 4638340.61 +/- 0.01 2321838.671 +/-0.006 0.008 0.008 116.188104 4638331.24 +/- 0.01 2321851.831 +/-0.006 0.008 0.008 116.225

Se nel libretto non esistono misure ridondanti i parametri di errore calcolati sono funzione delle precisioni strumentali.Il procedimento di compensazione a rete libera determina il sistema di coor-dinate per il quale si ha il migliore adattamento del rilievo sui punti di inqua-dramento, nel rispetto delle misure prodotte.Nella tabella seguente è riportato un esempio indicante i valori delle correzio-ni medie d’orientamento relative alle ripetizioni delle stazioni celerimetriche, o dei punti origine di allineamento o dei vertici iniziali di baseline con il nume-ro d’ordine della ripetizione e lo scarto quadratico medio della correzione stes-sa (espressa in decimillesimi di grado centesimale).

Correzioni  d’orientamento e  relativi  sqm

nome  stazione N.  ripetiz. Correzione[GC] sqm[CC]

100 0 0.07120 +/- 80.95

100 1 0.07120 +/- 80.95

200 0 0.07047 +/- 50.37

300 0 0.06935 +/- 38.71

400 0 0.04892 +/- 51.62

100 2 0.07153 +/- 97.61

Di seguito è riportato un esempio indicante le distanze tra i PF ed i relativi scarti quadratici medi, determinate direttamente o indirettamente e confrontate con quelle desumibili dalle coordinate dei punti fiduciali presenti nell’archivio TAF. Nell’ultima colonna sono riprodotte le differenze con segno.

Mutue Distanze  tra  i  Punti Fiduciali

Coppia PF dalla TAF Misurata sqm diff.

PF20/0070/M1CT-PF25/0070/M1CT 274.596 270.345 0.012 +4.251

PF20/0070/M1CT-PF18/0080/M1CT 436.610 437.115 0.019 -0.505

PF20/0070/M1CT-PF17/0080/M1CT 246.547 245.559 0.027 +0.989

PF25/0070/M1CT-PF18/0080/M1CT 249.155 249.059 0.019 +0.095

PF25/0070/M1CT-PF17/0080/M1CT 282.260 270.143 0.016 +12.117

PF18/0080/M1CT-PF17/0080/M1CT 268.516 262.223 0.018 +6.293

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56Nella prossima tabella sono indicati i risultati dell’elaborazione del calcolo alti-metrico (introdotto con la procedura PREGEO8), l’utilizzo della rete libera de-termina la configurazione con gli scarti quadratici medi più omogenei nel ri-spetto delle misure fornite.Si evidenzia che il risultato del calcolo, anche se viene espresso in termini di quote per esigenze di sintesi, è in realtà costituito da dislivelli.In assenza di punti di inquadramento altimetrico al piano di riferimento si attribuisce la quota media dichiarata nella riga di tipo 9.Le quote di riferimento fornite per mezzo della riga di tipo 9 o dei punti a quota nota devono essere sempre quote ortometriche (e non quote ellissoidiche).

Compensazione Altimetrica

Rilievo eseguito  con  n  = 6 osservazioni  sovrabbondanti

s.q.m.  dell’unità  di peso a priori 0.00100

s.q.m.  dell’unità  di peso a posteriori 0.01707

s.q.m.  dell’unità  di peso  interna 0.00136

s.q.m.  dell’unità  di peso esterna 12.52994

Numero di  cicli  di compensazione 3

Punti della  Rete

nome quota sqm

PF18/0080/M1CT -0.018 +/- 0.0209

PF17/0080/M1CT 0.022 +/- 0.0234

PF20/0070/M1CT -0.016 +/- 0.0217

PF25/0070/M1CT -0.019 +/- 0.0175

100 -0.018 +/- 0.0119

200 -0.018 +/- 0.0104

300 -0.017 +/- 0.0104

400 0.022 +/- 0.0147

Punti di  Dettaglio

nome quota sqm

101 -0.018 +/- 0.0184

102 -0.018 +/- 0.0184

103 -0.018 +/- 0.0181

104 -0.018 +/- 0.0180

205 -0.018 +/- 0.0180

206 -0.018 +/- 0.0179

207 -0.018 +/- 0.0180

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Si ritiene utile richiamare l’attenzione su alcuni suggerimenti riportati nella circolare 4A/92/603 del 21-2-1992, al fine di consentire un più corretto inse-rimento in mappa, a garanzia del lavoro svolto e di quanto dichiarato in ter-mini di superfici grafiche derivate. Nei tipi di aggiornamento cartografico oc-corre:— rilevare ed utilizzare alcuni punti, quali punti di controllo del rilievo di ag-

giornamento (tramite iperdeterminazioni), al fine di evidenziare possibili er-rori grossolani commessi durante il rilievo;

— individuare e rilevare dei punti “a corredo” di quelli strettamente necessari per l’individuazione dell’aggiornamento, capaci cioè di garantire la validità dei punti topocartografici battuti (tre spigoli del fabbricato individuano con certezza il fabbricato stesso; alcuni vertici intermedi rispetto a linee di ag-giornamento individuano con maggior precisione l’andamento più o meno rettilineo della linea);

— individuare e rilevare almeno alcuni vertici del contorno della particella in-teressata dal rilievo di aggiornamento (non necessariamente l’intero contorno qualora questi non sia totalmente individuabile “a meno di un’azione di ri-confinamento non espressamente richiesta dalla committenza”);

— individuare e rilevare alcuni particolari topografici il più possibile vicini all’oggetto del rilievo — ancor meglio se rappresentati anche nelle mappe d’impianto — atti a dare maggiori garanzie di rispondenza dell’inquadramen-to del rilievo stesso.

L’art. 1, comma 4, del decreto del Ministro delle Finanze, n. 701/1994, ha for-malizzato, tra le altre, la procedura PREGEO prevedendo esplicitamente che gli atti di aggiornamento di cui all’art. 8 della legge 679/1969 (tipi mappali) e degli articoli 5 e 7 del D.P.R. 650/1972 (tipi di frazionamento) siano redatti su modelli specifici e presentati (comma 7) su supporto informatico, prassi, per come detto, già attuata sin dal 1989, in accordo con le categorie professionali tecniche interessate.Al fine di concentrare in un unico file i dati di aggiornamento degli archivi catastali, il file PREGEO è stato integrato nel tempo con ulteriori elaborati oltre l’originario libretto delle misure.Con la versione PREGEO 8, adottata, dal 1° gennaio 2004, sono state introdot-te nel sistema di aggiornamento cartografico ulteriori e sostanziali innovazioni sul piano concettuale, su quello tecnologico, su quello metodologico e su quel-lo organizzativo.In particolare, come già anticipato, essa prevede, diversamente rispetto alle pre-cedenti versioni l’inquadramento del rilievo a cura del professionista direttamen-te nella cartografia catastale informatizzata ed il trattamento dei dati altimetri-ci e delle misure eseguite con rilievo G.P.S.Ai tecnici professionisti che debbono redigere un atto di aggiornamento carto-grafico, a seguito di una richiesta di estratto di mappa per particella/e, l’Ufficio

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58provinciale del Territorio oltre al tradizionale supporto cartaceo, fornisce, su supporto informatico fornito dal richiedente, i seguenti 2 file, contenenti:1) la componente raster dell’estratto (file.PNG), costituito dall’immagine digitale

della porzione di cartografia contenente la particella/e, alla scala nominale del foglio di mappa, di dimensione A4 o A3;

2) la componente vettoriale dell’estratto (file.EMP), contenente la descrizione numerica dei poligoni chiusi rappresentanti la/e particella/e oggetto della richiesta, cioè le coordinate dei vertici delle particelle, nonché altre informa-zioni utili per la redazione dell’atto di aggiornamento; ovvero:a) l’elenco dei punti fiduciali di primo perimetro con le descrizioni mono-

grafiche e le coordinate;b) le informazioni censuarie della particella/e oggetto della richiesta;c) l’elenco delle mutue distanze tra i P.F., determinate dai precedenti atti di

aggiornamento.Le informazioni geometriche di cui ai punti 1) e 2) sono relative allo stesso sistema di coordinate e pertanto sono sovrapponibili: l’immagine digitale costi-tuisce lo “sfondo” alla descrizione geometrica e topologica della/e particella/e richiesta/e.Sulla base dell’estratto di mappa rilasciato dall’Ufficio, il professionista è in grado di produrre la proposta di aggiornamento cartografico, costituita da un insieme di righe di informazioni standardizzate (che vanno ad integrare il file Pregeo) che descrivono, in formato vettoriale, i poligoni chiusi corrispondenti ai bordi delle particelle oggetto di aggiornamento e di quelle derivanti dall’aggior-namento stesso, nonché linee rappresentative di particolari topografici.Ciascuno dei poligoni chiusi rappresenta un oggetto catastale: pertanto, deve essere contraddistinto da un identificativo di area (definitivo o provvisorio). Se il poligono rappresenta un fabbricato con attinenze scoperte non disgiunte, o contiene un’altra particella all’interno del suo contorno, i poligoni che la com-pongono sono individuati con le modalità descritte nel paragrafo 4.7.1.5 della disposizione operativa sull’utilizzazione della procedura PREGEO 8. Le coordinate dei vertici dei poligoni devono essere congruenti con il sistema di coordinate del foglio di mappa al quale appartengono.Il libretto delle misure contiene le misure assunte sul terreno e quindi descrive, in termini di forma e posizione, l’oggetto del rilievo, inquadrato nella maglia dei punti fiduciali.Diversamente, la proposta di aggiornamento cartografico rappresenta il migliore adattamento della geometria di aggiornamento alla mappa catastale.Nel file PREGEO il suffisso “*” identifica il punto rilevato che è stato adattato alla rappresentazione cartografica mentre il suffisso “%” identifica il punto che è stato desunto direttamente dalla cartografia.

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Inoltre, nell’estratto di mappa .emp il suffisso “T” indica un elemento testuale della mappa, il suffisso “L” indica un elemento di tipo simbolo presente nella mappa.L’impiego dei suffissi “*” e “%”, associati agli identificativi dei punti nella pro-posta di aggiornamento cartografico, si giustifica con la necessità di consegui-re con l’atto d’aggiornamento i seguenti risultati:• rispondenza alla realtà del territorio (libretto delle misure);• adeguamento alla rappresentazione cartografica (proposta di aggiornamento

cartografico).L’attività propedeutica alla redazione della proposta di aggiornamento cartogra-fico è rappresentata dall’inquadramento della geometria rilevata sulla compo-nente vettoriale dell’estratto di mappa digitale, con l’ausilio del modulo WEGIS della procedura PREGEO.A seguito di tale operazione, la procedura esegue l’elaborazione dei due livelli informativi appartenenti rispettivamente alla geometria rilevata ed alla geometria proveniente dall’estratto di mappa per la creazione della topologia; vengono, tra l’altro, calcolate le coordinate dei punti di intersezione tra i segmenti rilevati e le linee della mappa e creati i corrispondenti nodi topologici.I punti cosi determinati, vengono identificati nella proposta di aggiornamento cartografico con il simbolo “#” per distinguerli sia dai punti direttamente rile-vati e sia dai punti provenienti dall’estratto di mappa originale.Gli estremi del segmento da utilizzare per la definizione dei punti di intersezio-ne con linee della mappa devono essere costituiti da vertici rilevati direttamen-te sul terreno.Altra novità introdotta già dalla versione PREGEO 8 è, come ampiamente ricor-dato in precedenza, l’avvio del rilievo altimetrico. In relazione all’importanza che il dato altimetrico riveste per la cartografia e le applicazioni che il dato consente di sviluppare per le analisi territoriali e ed in particolare per la pro-gettazione di opere pubbliche, l’Agenzia del territorio ha previsto, senza aggra-vare eccessivamente l’attività del libero professionista chiamato a redigere un atto di aggiornamento cartografico, di acquisire almeno le informazioni ineren-ti i dislivelli determinabili tra punti rilevati in occasione della predisposizione degli atti di aggiornamento cartografico.È richiamata l’attenzione sul fatto che già in precedenza le misure altimetriche concorrevano alla definizione dello stesso rilievo planimetrico (riduzione delle distanze al piano orizzontale e/o al livello medio del mare etc.); pertanto, molte delle misure necessarie a definire tali dislivelli venivano assunte dal tecnico professionista in occasione del rilievo catastale d’aggiornamento ma non veni-vano utilizzate per la definizione della componente planimetrica del punto.Il collegamento altimetrico dovrà riguardare, oltre ai punti fiduciali, almeno un punto oggetto del rilievo di aggiornamento.

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60Il punto del rilievo, collegato altimetricamente ai punti fiduciali, dovrà general-mente appartenere ad un manufatto caratterizzato da stabilità e permanenza nel tempo.Il particolare del manufatto prescelto come riferimento altimetrico deve risulta-re identificabile con certezza.Per tale punto non è richiesto lo schizzo monografico ma si dovrà descrivere il riferimento altimetrico nel libretto delle misure illustrate al paragrafo 4.4.1 del-la disposizione operativa per l’utilizzazione della procedura PREGEO 8.Evidenziata l’importanza dell’introduzione del dato altimetrico negli archivi car-tografici catastali, nulla viene innovato per quanto si riferisce ai criteri di ac-cettabilità degli atti di aggiornamento.A tale riguardo restano completamente operanti i soli criteri di accettabilità previsti in precedenza per gli atti di aggiornamento planimetrici. Naturalmente, sotto il solo profilo tecnico, gli Uffici provinciali potranno eseguire gli oppor-tuni controlli degli elementi altimetrici presentati dai tecnici esterni al solo fine di garantire l’accuratezza delle informazioni che confluiranno negli archivi ca-tastali.Tuttavia, si ribadisce che la presenza di errori negli elementi altimetrici non potrà costituire motivo di sospensione né di rallentamento dell’iter di approva-zione degli atti di aggiornamento.Le informazioni altimetriche non sono necessarie per i seguenti rilievi:• per allineamenti e squadri;• per il tipo mappale successivo al tipo di frazionamento redatto in conformi-

tà della circolare 2/88 la cui particella risulta completamente misurata col tipo di frazionamento (circ. 2/1992);

• per costruzioni di scarsa rilevanza cartografica ai sensi del D.M. 2-1-1998, n. 28 artt. 6 – 7, (nel seguito espressamente individuata nel paragrafo che tratta la redazione dei tipi mappali).

Ultima novità introdotta dalla procedura PREGEO 8 è il rilievo con l’utilizzo della metodologia G.P.S. Dal punto di vista applicativo, occorre richiamare l’at-tenzione sul fatto che la metodologia di rilevamento satellitare perviene alla definizione delle coordinate di un punto nello spazio e che ciò comporta la definizione sia d’opportuni, specifici, sistemi di riferimento e delle procedure che ne stabiliscano le mutue relazioni, sia di ulteriori procedure di calcolo per la definizione delle coordinate nel sistema geodetico catastale.Si ribadisce che, in conformità all’Istruzione per il rilevo catastale di aggiorna-mento dell’anno 1988, al tecnico è richiesto di produrre un elaborato che pos-sa, sulla base delle sole misure assunte in campagna, ricostruire la geometria dell’oggetto del rilievo, indipendentemente dalle coordinate fornite dall’Ufficio per i punti fiduciali considerati.Il rilievo con strumentazione GPS sarà eseguito con la misura di una o più baseline.

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Rimandando per ulteriori approfondimenti all’Istruzione per l’utilizzo della me-todologia GPS, approvata con il più volte citato provvedimento direttoriale del 3-12-03, si ricorda che la baseline è un vettore applicato nello spazio, cioè un vettore del quale sono fornite le coordinate del punto di applicazione e le tre componenti (∆Χ, ∆Χ, ∆Χ) nel riferimento cartesiano ortogonale geocentrico WGS84.La misura della baseline si ottiene attraverso l’acquisizione delle osservazioni simultanee di almeno due ricevitori GPS.Devono essere fornite le coordinate geocentriche del primo vertice del rilievo (Xi, Yi, Zi) e le componenti delle baseline (∆Χ, ∆Χ, ∆Χ) nel sistema geocentrico, nel rispetto del criterio della sequenzialità delle operazioni di misura, prevista nella circolare 2/88.Le misure eseguite con metodologia GPS non sempre consentono la determina-zione delle coordinate di tutti i punti del rilievo che concorrono a definire la geometria di un atto di aggiornamento, quindi, può essere necessario comple-tare il rilievo con misure tradizionali.In tal caso le misure GPS costituiscono gli elementi d’inquadramento cui si riferiscono le misure celerimetriche e/o gli allineamenti.Nella metodologia mista, le modalità operative da seguire sono quelle già pre-viste negli esempi dell’Istruzione per il rilevo catastale di aggiornamento dell’an-no 1988, dove si devono intendere punti generatori di osservazioni (vedi circo-lare 2/88) anche gli estremi delle baseline.

Rimangono valide le prescrizioni e i limiti operativi previsti dalla citata istru-zione ai Capitoli 2 e 3.L’adozione della versione 8 della procedura PREGEO, attraverso l’informatizza-zione dell’estratto di mappa rilasciato dall’Ufficio, la predisposizione della pro-posta di aggiornamento, l’informatizzazione della scheda monografica del pun-to fiduciale è stato il presupposto logico e pratico da superare per l’attivazione del servizio di inoltro in via telematica, direttamente dallo studio del tecnico professionista all’Ufficio catastale, dell’atto di aggiornamento catastale.

Con provvedimento del Direttore dell’Agenzia del 23-2-2006 (pubblicato in G.U. 1-3-2006, n. 50, serie generale) è stata adottata la nuova procedura informati-ca PREGEO 9 e sono stati approvati i nuovi modelli informatizzati in sostitu-zione di quelli cartacei finora in uso (mod. 51 FTP, 51 FTP modificato, 3SPC).A partire dal 1-1-2007 gli atti di aggiornamento geometrico devono essere pre-disposti esclusivamente su nuovi modelli conformi alle specifiche tecniche alle-gate al provvedimento del Direttore dell’Agenzia del 23-2-2006.Sull’attivazione della nuova versione della procedura è stata, altresì, emanata la circolare n. 2 del 9-3-2006 dell’Agenzia del territorio, riportata nell’appendice inserita nel CD-Rom allegato.

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62Preliminarmente si evidenzia che, per quanto concerne gli aspetti procedurali di prassi amministrava, per la predisposizione da parte dell’professionista e la trat-tazione da parte dell’Ufficio relativamente a firma delle parti, deposito al Co-mune, come previsto dall’art. 30, comma 5, del DPR n. 380 del 6-6-2001 (Tipo di frazionamento e Tipo mappale con stralcio di corte), predisposizione del li-bretto delle misure, elaborazione e quanto altro, nulla è sostanzialmente inno-vato.La novità essenziale concerne il nuovo formato dei modelli costituenti l’atto di aggiornamento cartografico.Questi sono compilati dalla procedura secondo gli schemi riportati negli esempi del capitolo 4.Le nuove funzionalità introdotte semplificano notevolmente l’attività del profes-sionista poiché consentono di ottenere il documento di aggiornamento comple-tamente a stampa a partire dal file Pregeo, senza necessità di allestire un do-cumento complesso costituito dalla dimostrazione grafica dell’aggiornamento da riportare manualmente, a cura del professionista, sul foglio lucido (mod. 51), dalle stampe prodotte dalla procedura ed altri stampati cartacei (mod. 51 FTP e modello 3SPC, in caso di tipo mappale).Il nuovo formato dei modelli costituenti l’atto di aggiornamento, completamen-te informatizzato ha consentito di sottoscriverlo con firma digitale (certificata) da parte del professionista e quindi l’inoltro in via telematica all’Ufficio provin-ciale competente.Contestualmente è stato attivato il servizio di richiesta e rilascio in via telema-tica dell’estratto di mappa autentico sul quale riportare il risultato del rilievo.

Per quanto concerne le modalità di presentazione in catasto dell’atto di aggior-namento, la suddetta circolare n. 2 del 2006 prevede che i modelli debbano essere stampati dopo di che sono:• sottoscritti dalle parti committenti e dal professionista (nella pagina Informa-

zioni Generali);• depositati presso il Comune (con attestato da apporsi nell’apposito campo

nella pagina Informazioni Generali);• consegnati in catasto, unitamente ad eventuali lettere di incarico, all’estratto

di mappa originale.A verifiche eseguite, l’Ufficio rilascia copia dell’atto approvato costituito dal documento originale prodotto dal professionista integrato con due o più pagine riportanti l’esito dell’approvazione, con i dati censuari e la rappresentazione grafica dell’oggetto del rilievo, opportunamente sottoscritto dal responsabile dell’Ufficio.L’autenticità e l’integrità dell’atto aggiornamento prodotto a stampa dalla pro-cedura, benché firmato e timbrato solo sulla prima pagina “Informazioni gene-

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rali”, è garantita dalla numerazione di ogni pagina e dalla indicazione in chia-ro su ognuna di essa del codice di riscontro del file Pregeo.Nulla è ovviamente mutato rispetto alla verifica delle motivazioni addotte ai fini della ricevibilità o meno dell’atto di aggiornamento cartografico, nonché ai fini dell’esame nel merito per l’approvabilità o meno.

Si riportano le seguenti particolari modalità ed accortezze da tenere presente nella predisposizione dell’atto di aggiornamento con l’adozione dei nuovi mo-delli:1) Per una migliore leggibilità del documento di aggiornamento cartografico, è

necessario che il professionista stampi i modelli a colori ovvero ripassi con penna, ad inchiostro del colore previsto, le linee interessate sulle stampe prodotte in bianco e nero.

2) Nel caso di tipo mappale, la procedura consente l’acquisizione della ditta dichiarante, eventualmente diversa da quella presente al catasto dei terreni, da accendere al catasto edilizio urbano. La motivazione della non coinciden-za della ditta deve risultare dalla lettera di incarico, prevista dalla circolare n. 49 del 1996.

3) La procedura Pregeo 9 e, al momento, anche la versione 10, non consente la compilazione della “doppia dimostrazione” nel caso dei tipi di fraziona-mento e particellari, quando si rendesse necessaria. Pertanto, nelle more dell’implementazione di una specifica funzionalità informatica di acquisizio-ne, la dimostrazione del frazionamento sulla base delle superfici reali, deve risultare all’interno della Relazione Tecnica.

4) Per quanto concerne la motivazione della presenza della lettera di incarico al professionista di cui alla circolare n. 49 del 1996, si specifica che la ma-schera interattiva della procedura in esame prevede l’indicazione di una delle seguenti tre casistiche, oltre alla eventuale delega di rappresentanza nei confronti dell’Amministrazione finanziaria:• per procedimento d’ufficio;• sottoscrizione della lettera di incarico da parte di tutti i titolari di diritti

reali;• mancata sottoscrizione dell’atto di aggiornamento e/o mancata autorizza-

zione al conferimento dell’incarico.Il primo punto attiene a parte della casistica di cui al punto B del modello di lettera di incarico allegato alla suddetta circolare n. 49 e precisamente ai casi di atti di aggiornamento autorizzati per rispetto della legge e cioè: procedimen-ti per esproprio, esecuzione sentenze od ordinanze dell’autorità giudiziaria etc.Il secondo punto dell’elenco è di indubbia lettura e deve essere barrato nel caso che la lettera di incarico sia stata sottoscritta da tutti i soggetti titolari di di-ritti reali.

Page 22: 2 L’aggiornamento cartograficocatastale · 43 L’aggiornamento cartografico catastale 2 L’aggiornamento cartograficocatastale 2.1 L’evoluzione storica della metodologia del

Capi

tolo

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64Il terzo punto, comprende la residuale casistica rispetto a quella sopra descritta, prevista per il punto B della circolare n. 49 del 1996.

Infine, si vuole evidenziare, quanto previsto dalla circolare n. 2 del 2006, in tema di specifiche scelte procedurali interne e precisamente:• caso del tipo mappale, che per effetto del controllo eseguito dall’Ufficio,

della corretta indicazione da parte del professionista della ditta da intestarsi al catasto edilizio urbano, nel rispetto di quanto previsto dalla circolare n. 2 del 1984 e di quanto riportato nella nota n. 15232 del 21-2-2002 (disponi-bile sul sito Internet dell’Agenzia, pagina dedicata ai Servizi per i professio-nisti, download della procedura DOCFA), necessiti di correzioni. Queste sono riportate manualmente sulle copie dell’atto di aggiornamento. L’autenticità del documento è garantita dalla sottoscrizione di tale pagina da parte del responsabile dell’Ufficio a conferma della correzione. In coerenza con l’attua-le prassi, eventuali annotazioni di riserve negli atti del catasto e notifiche alle parti saranno eseguite al momento della ricezione del documento di accatastamento (DOCFA).

• modalità di conteggio delle pagine soggette all’imposta di bollo. queste sono costituite dalle pagine contenti l’atto di aggiornamento - informazioni gene-rali; l’attestato di approvazione e l’esito dell’aggiornamento cartografico.

Con il provvedimento del Direttore dell’Agenzia dell’1-10-2009 è stata adottata la versione n. 10 della procedura informatica PREGEO.

Nel paragrafo 2.3 sono illustrate le principali innovazioni procedurali conse-guenti all’attivazione della nuova versione PREGEO 10.Chi scrive considera come già acquisite nel bagaglio culturale e professionale del lettore la normativa catastale per il rilievo di dettaglio almeno per quanto concerne gli aspetti più generali; non, mancheranno, tuttavia, nella trattazione stessa, riferimenti specifici alla normativa e alle circolari ministeriali per gli aspetti di prassi di più recente introduzione. A tale fine sono stati predisposti specifici esempi illustrativi di rilievi di aggiornamento completi, uno dei quali svolto compilando e illustrando, passo per passo, le maschere interattive della procedura PREGEO (cfr. capitolo terzo), citando anche le disposizioni catastali relative.Ad ogni buon conto, l’Appendice (v. CD-Rom allegato) riporta normativa e cir-colari di principale interesse.