2 – Giornalino di Maggio 2014

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Giornalino di Maggio 2014

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AGAPE

GIORNALINO A CURA DEI GIOVANI DELL’ORATORIO

ASSOCIAZIONE “DON BOSCO”

ANNO 4 N°2 (MAGGIO 2014)

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Giovani Cirenei... ci siamo senti-ti quasi come quell’uomo di Cirene la scorsa domenica delle Palme, 13 Aprile, quando ci siamo recati a S. Giovanni Rotondo per la Via Crucis insieme ai nostri amici associati all'U.A.L. di Man-fredonia, insieme agli apparte-nenti alla sede centrale di Foggia. La Via Crucis era animata da don Luigi insieme a due lettori.

Prendendo spunto dai fatti rias-sunti nella V stazione, in cui il Ci-reneo aiuta Gesù a portare la pe-sante croce, anche noi abbiamo voluto provare l’esperienza di dare il nostro piccolo aiuto, por-tando i nostri fratelli in carrozzella.

Lo facciamo con tanta gioia e tanto amore, perché, come diceva madre Teresa: "In un ammalato c'è Gesù due volte".

ÈÈ quasi impossibile rimanere sordi a questi appelli di carità, e vale davvero la pena sperimenta-re la ricchezza interiore che si riceve.

Angelica Damiano

GIOVANI CIRENEI

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NUOVA GESTIONE

CORSO MANFREDI, 137MANFREDONIA (FG)TEL. 0884 273636

PASSIONE, MORTE E RESURREZIONE: LA NOSTRA PASQUA

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"Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli" (Mt 5,3)"...che cosa significa “beati”? Beati vuol dire felici. Ditemi:Ditemi: voi aspirate davvero alla felicità? In un tempo in cui si è at-tratti da tante parvenze di felicità, si rischia di accontentarsi di poco, di avere un’idea “in piccolo” della vita. Aspirate invece a cose grandi! Allargate i vostri cuori! ComeCome diceva il beato Piergior-gio Frassati, «vivere senza una fede, senza un patrimonio da di-fendere, senza sostenere in una lotta continua la verità, non è vivere ma vivacchiare. Noi non dobbiamo mai vivacchiare, ma vivere»..."(Messaggio del santo padre Francesco per la XXIX giornata mondiale della gioventù 2014)

Il giorno 6 Aprile noi tutti dell'as-sociazione, assieme alla diocesi, ci siamo recati a San Giovanni Rotondo per vivere la giornata dei giovani.Appena arrivati siamo stati ac-colti da balli e canti, ed in seguito alcuni sacerdoti ed il vescovo sono stati a disposizione per le confessioni. Abbiamo celebrato tutti insieme la Santa Messa e, dopo il pranzo, abbiamo assistito alal musical intitolato “Dedicato a te, Signore”. A conclusione della giornata ci sono state alcune te-stimonianze e condivisioni, e anche noi, su iniziativa di don Salvatore, abbiamo voluto pre-sentare una missione che ha l’obbiettivo di sostenere i padri camilliani della chiesa "Madonna della libera" (località Macchia).

XXIX GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ

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"La prossima tappa del pellegri-naggio intercontinentale dei gio-vani sarà a Cracovia, nel 2016. Per scandire il nostro cammino, nei prossimi tre anni vorrei riflet-tere insieme a voi sulle Beatitudi-ni evangeliche, che leggiamo nel Vangelo di San Matteo (5,1-12). Quest’anno inizieremo meditan-do sulla prima: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5,3); per il 2015 pro-pongo «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Mt 5,8); e infine, nel 2016, il tema sarà «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7)."(Messaggio del santo padre Francesco per la XXIX giornata mondiale della gioventù 2014)

"Cari giovani, il Magnificat, il cantico di Maria, povera in spirito, è anche il canto di chi vive le Bea-titudini. La gioia del Vangelo sgorga da un cuore povero, che sa esultare e meravigliarsi per le opere di Dio, come il cuore della Vergine,Vergine, che tutte le generazioni chiamano “beata” (cfr Lc 1,48). Lei, la madre dei poveri e la stella della nuova evangelizzazione, ci aiuti a vivere il Vangelo, a incar-nare le Beatitudini nella nostra vita, ad avere il coraggio della felicità."

Gianluca Spagnuolo

XXIX GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ

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(…)In Paradiso si godrà ogni bene.Quindi,Quindi, nonostante che la felicità essenziale del Paradiso sia quella primaria (cioè la visione beatifica di Dio), non bisogna sottovalutare quella secondaria richiesta dai sensi del corpo risorto.AdAd evitare però le fantasticherie e le esagerazioni che potrebbero far consistere il Paradiso in una conti-nuazione delle nostre baldorie terre-ne, o che potrebbero falsificare il vero Paradiso col Paradiso sensua-le di certe religioni, è opportuno far notare fin d’ora che i corpi risorti dei Beati non avranno più la vita anima-le e vegetativa come su questa terra, e che perciò non ci sarà più la concupiscenza carnale da soddisfa-re; non ci sarà più fame e sete; sa-ranno sospese per sempre la funzione generativa, la funzione nutritiva e quella del ricambio. Le secrezioni in-terne ed esterne delle nostre molte-plici ghiandole, dalle quali deriva la maggior parte degli stimoli animale-schi, saranno eliminate del tutto — come ci insegna S. Tommaso d’Aquino — per cui sarà impossibile ogni passione, ogni emozione con relativa modificazione organica.Il corpo risorto sarà capace di go-dimenti sensibili immensamente di più di quando era sulla terra. Quag-giù infatti il godimento naturale è li-mitato, passeggero, e sempre misto ad amarezze per la sua poca durata, per la stanchezza che provoca, per i sacrifici richiesti dal suo godimento.In Paradiso invece il godimento soprannaturale esclude ogni minima sofferenza, contiene ogni gioia e soddisfa ogni nostra aspirazione, ogni nostro desiderio, totalmente ed eternamente. E’ giusto che in Paradiso abbia la sua felicità non solo l’anima, ma anche il corpo, perché sulla terra l’uomo soffre con tutto il suo essere, anima e corpo, quindi è giusto che in

Paradiso il Beato goda con tutto il Suo essere, anima e corpo.ComeCome sulla terra il corpo fu per l’anima strumento di sofferenza, pri-vazione, mortificazione, ecc., così in Paradiso il corpo sarà per l’anima strumento di gioia, di godimento. Perciò la felicità del Paradiso, oltre alla Visione Beatifica, contiene pure ilil godimento sensibile del corpo. Quindi il Paradiso, per saziare pie-namente tutto l’uomo (anima e corpo) deve essere provvisto pure di tutte le bellezze, di tutti gli splendori e di tutti i godimenti possibili.Fino al giorno del Giudizio Univer-sale, i Beati, non avendo ancora i corpi, avranno in Paradiso una vita soltanto spirituale come gli Angeli; ma, dopo la resurrezione dei corpi, i Beati ritorneranno a vivere anche la vita corporale sensitiva.I corpi risorti, pur rimanendo so-stanzialmente gli stessi della terra, saranno rinnovati e integrati nella loro perfezione naturale; saranno arricchiti di doni preternaturali e sa-ranno rafforzati, potenziati dall’influsso della gloria celeste, così che la vita del Paradiso sarà di assoluta impeccabilità, di perfetta santità, di totale ed eterna felicità.Inoltre, come già accennato, in Paradiso la capacità di godimento del corpo risorto, sia per la vivezza delle gioie e dei godimenti sensibili, sia per la loro intensità, sia per il loro numero, sia per la loro inesauribile varietà, sarà senza alcun dubbio smisuratamentesmisuratamente superiore alla ca-pacità di godimento che aveva sulla terra.Nel disegno di Dio l’uomo e le cose materiali sono così dipendenti l’uno dall’altro e così ordinati l’uno all’altro che è assurdo concepirli se-parati dopo la resurrezione finale. Infatti se la felicità eterna fosse tutta spirituale, essa non sarebbe più umana perché l’uomo è compo-sto essenzialmente di spirito e di

materia, di anima e di corpo. Perciò l’intero universo mate-riale è destinato a divenire in eterno l’ambiente effettivo e reale del Paradiso per l’uomo glorificato.(….Continua nel prossimo numero.)

Antonio Di Napoli

IL PARADISO E’ FELICITA’ ASSOLUTA

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La carità non si vanta, non si gonfia. È la vanagloria che cerca il proprio vanto, mentre la carità agisce "non per piacere agli uomini, ma a Dio".LaLa vanagloria mette l'io al centro della vita, la carità vi mette Dio e il prossimo. La va-nagloria si gonfia di quel poco che ha, la carità si vuota di quanto ha per darlo agli altri. La vanagloria è ricerca di sé, la caritàcarità è dedizione di sé a Dio e ai fratelli.Carità e vanagloria vanno in direzione opposta.Quanto più la carità è profon-da, tanto più il cristiano si dona agli altri, serve il prossimo, dà a chi è nel bisogno con semplicità e delicatezza, senza far valere le sue prestazioni, anzi cerca di farle passare inosservate."Guardatevi dall'ostentare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro", ha detto Gesù.Gesù Dio, nella Pasqua, ci ha Gesù Dio, nella Pasqua, ci ha mostrato un amore invincibile che sa trasformare in sorgente di vita e di gioia eterna anche l'abisso del rifiuto e dell'indiffe-renza.Lui si è umiliato e si è fatto ultimo anche di chi lo ha con-dannato alla croce con la vio-lenza o l'indifferenza.L’amore vero, dunque, apre gli occhi sui bisogni e le neces-sità degli altri e va loro incontro, non vuole avere tutto e non pre-tende d'avere su di sé tutti gli sguardi degli altri, né mette da-vanti a tutti i propri pregi o li ac

cresce per averne stima, perché per lui tutti valgono e meritano rispetto. É un amore che passa sopra, dimentica le offese e mette al primo posto l'altro, come ha fatto Gesù.L'amore,L'amore, quindi, vuole il bene dell'altro. Vantarsi e gonfiarsi sono manifestazione della su-perbia, dell'amore sfrenato del proprio io, tipico di chi vuole af-fermare se stesso sugli altri, di chi intende ridurre gli altri a sgabello del proprio trono, così da usare e abusare del prossi-mo come esibizione di se stessi e della propria immagine."Gonfiarsi appunto come pal-loni pieni d’aria trasportati dal vento del proprio io”.Paolo aveva rimproverato i Corinti di "gonfiarsi di orgoglio" e tale espressione compare sei volte nella lettera.L'amore di Dio non abbassa, ma esalta alla dignità di figli di Dio.QuindiQuindi quando facciamo opere di bene, mettiamoci da parte, non cerchiamo ringrazia-menti e gloria e operiamo nel segreto perché sarà Dio che un giorno ci esalterà.

(….Continua nel prossimo numero.)

Marilena Giordano

LA CARITA NON SI VANTA

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