16 NOVEMBRE 2013 IL SETTIMANALE - s3-eu-west … · che ne diventa testimone inconsapevole....

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I love Italy Daniel Libeskind "apre" a Milano IL SETTIMANALE de il Quotidiano Immobiliare 42 16 NOVEMBRE 2013

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I love ItalyDaniel Libeskind "apre" a Milano

IL SETTIMANALEde il Quotidiano Immobiliare

4216 NOVEMBRE 2013

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Daniel Libeskind nato a Lòdz in Polonia nel 1946 è un architetto e designer. Vive nel mondo ma preferibilmente a New York con la moglie Nina.Di Daniel Libeskind la cifra artistica e umana più alta, secondo noi, è il Jewish Museum Berlin che ricorda l’Olocausto degli ebrei nella Germania nazista, ma anche la loro presenza nel Paese te-desco fin dal IV secolo. Da solo il Museo vale il viaggio a Berlino: non per la bellezza architettonica che esprime, ma per la fortissi-ma suggestione che l’architettura contribuisce a creare fondendo il dramma e la paura di un popolo con l’angoscia del visitatore che ne diventa testimone inconsapevole. Camminare in quei cupi corridoi, farsi rinchiudere in quella torre altissima, che simula una cella con una finestrella irraggiungibile in alto da cui filtra solo un raggio di luce e un flebile rumore lontano, camminare per quel cortile disallineato che rappresenta la dispersione del popolo ebraico nel mondo, salire infine in quella specie di galleria dell’or-rore all’ultimo piano, dove si calpestano le rondellone di ferro con incisi i visi di bambini uccisi provocando rumori terribili con i pro-pri passi. Questo è un museo che parla alla coscienza degli uo-mini, questo significa dare un senso all’architettura per disegnare il male e il dolore. Perché l’architettura non è solo luce, altezza, vetrate, è anche buio, silenzio, incubo. Perché l’arte è non solo il bello, ma anche il brutto.“Dicesi che il brutto non sia materia d'arte e che l'arte sia rap-presentazione del bello. Ma è arte tutto ciò che vive e niente è nella natura che non possa esser nell'arte. Non è arte quello solo che ha forma difettiva o in sè contraddittoria, cioè l'informe o il deforme o il difforme: e perciò non è arte il confuso, l'incoerente, il dissonante, il manierato, il concettoso, l'allegorico, l'astratto, il generale, il particolare: tutto questo non è vivo, è abbozzo o abor-to di artisti impotenti. L'altro, bello o brutto che si chiami in natu-ra, esteticamente è sempre bello”. (Francesco De Sanctis - Storia della letteratura italiana)

Il brutto nell’artedi Libeskind

A Berlino sorge la sua opera più grande: il Museo Ebraico

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Guglielmo Pellicciolifondatore ed editorialista de

il Quotidiano Immobiliare

editoriale

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I RELATORI

MARCO DOGLIOFabrica Immobiliare SGR

FEDERICO TRUTALLI NCTM Studio Legale

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04 Per maggiori informazioni consulta direttamente la rubrica Appuntamenti de il Quotidiano Immobiliare

AGENDAagenda della settimana

MILANO HABITO: IL FUTURO DELL’ABITAREOrganizza: Aim (Associazione Interessi Metropolitani) e OSMI Borsa Immobiliare

Milano: presso la Sala Colonne di Palazzo Giureconsulti - Piazza dei Mercanti 2, con inizio alle ore 11.00

18luneDì

milano III RAPPORTO 2013 DELL'OSSERVATORIOSUL MERCATO IMMOBILIAREOrganizza: Nomisma e Intesa Sanpaolo

Milano: presso Palazzo Besana - Piazza Belgioioso 1,con inizio alle ore 10.00

20mercolEDì

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MILANO FONDI IMMOBILIARI & ENTI PREVIDENZIALIOrganizza: il Quotidiano Immobiliare

Milano: presso NCTM Studio Legale Associato - Via Agnello 12,con inizio alle ore 8.45

21giovEDì

roma 48° CONGRESSO NAZIONALE DEL NOTARIATOOrganizza: Consiglio Nazionale del Notariato

Roma: presso lo Sheraton Roma Hotel & Conference Center - Viale delPattinaggio 100, con inizio alle ore 9.00

22venerDì

05 agenda della settimana

Testata Giornalistica Registratapresso il Tribunale di Arezzo.Registrazione nr.1/13 del 03/01/2013

Direttore responsabileMarco Luraschi

il settimanale dE IL quotidiano immobiliare Foto e immagini di Shutterstock adeccezione di quelle fornite dagli autori.

Foto in copertina: Michael Klinkhamer Photography

[email protected] - www.ilqi.it

EditoreDAILY REAL ESTATE S.R.L.Via Pascoli 7, 24121 BergamoP IVA 03276200163 - Iscrizione ROC N.22163

ContattiTel.: +39 035/211356 Fax: +39 035/4131217

bergamo FORUM DELL'INNOVAZIONE DEL LEGNO ARREDOOrganizza: FederlegnoArredo

Bergamo: presso il parco Kilometro Rosso - Via Stezzano 87,con inizio alle ore 9.00

21gioveDì

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06Casse private e assicurazioni sono i due soggetti

che potrebbero investire maggiormente nei fondi immobiliari

NOMISMAOUTLOOK FLASH

nomisma outlook flash

Tra il 2007 e il 2011 gli investitori istituzionali nazionali hanno modificato notevolmente i propri orientamenti rispetto al settore immobiliare. Il trend che emerge è la ricerca di una maggiore liquidità rispetto a un asset illiquido come il real estate; questa ricerca ha comportato un aumento degli investimenti in fondi immobiliari da parte di quasi tutti gli investitori istituzionali, tanto che a fine 2011 casse private, fondi pre-esistenti, assicurazioni e fondazioni registravano un totale investito in fondi immobiliari pari a 13 miliardi di euro, circa il 38% del totale investito nel settore immobiliare. In prospettiva, è lecito ipotizzare che gli investimenti immobiliari saranno veicolati prioritariamente attraverso il canale dei fondi immobiliari. In particolare, casse private e assicurazioni appaiono come i due soggetti che potrebbero investire maggiormente in questo specifico asset. Le compagnie assicurative, in particolare, grazie al Regolamento ISVAP n. 36 del 2011, hanno spostato al 10% il tetto massimo di investimenti in fondi immobiliari rispetto al precedente 5%. Naturalmente è illusorio attendersi uno shift di tale portata in tempi brevi; tuttavia, già tra il 2010 e il 2011 è stato investito quasi un miliardo di euro in più in fondi immobiliari.

* Per le casse private la variazione 2007/2011 tiene conto esclusivamente degli investimenti indiretti** Per non alterare il grafico, gli asset della categoria «altro» per le compagnie assicurative non sono stati rappresentati e sono pari a circa 365 miliardi di euro

Italia – Asset allocation degli investitori istituzionali(Miliardi di euro 2011 e variazione % 2007-2011)

8,5 2,3

10,4

6

1 1,5

4,7

36,9

46,2

28,3

76,7%

50,0%

10,5%

17,7

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30,0

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80,0

90,0

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50

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Casse Private* Fondazioni bancarie Fondi pensione Assicurazioni**

Immobiliare diretto Immobiliare indiretto Altro var. % inv.ti immobiliari 2007-2011, asse destro

Fonte: elaborazioni Nomisma su dati INREV, Banca d’Italia, bilanci degli enti

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Per Libeskind l’architetturaè l’arte della memoria

Ascoltare le pietree gli uomini

a cura diGuglielmo Pelliccioli

ascoltare le pietre e gli uomini

Come ci si deve porre davanti a un architetto che ha fatto la storia di molte città dando loro un volto che sarà quello al-meno per i prossimi cento anni? A volte il mestiere di giorna-lista ti pone davanti a queste possibilità di crescita culturale e di visione prospettica. Dopo aver intervistato illustri colleghi come Renzo Piano o Massimiliano Fuksas, oggi la possibilità di porre domande a Daniel Libeskind è uno stimolo a guar-dare il futuro attraverso i loro occhi. Perché è indubbio che gli architetti sono i profeti del futuro, coloro che costruiscono non solo muri e palazzi, ma la comunità degli uomini che lì vivrà.

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L'Italia è un Paese che ha 8.000 comuni, ognuno con un suo patrimonio artistico e culturale, ma soprattutto, con un cen-tro storico che spesso risale a sei-sette secoli prima. Una corrente di pensiero di architetti vorrebbe conservare que-sto patrimonio ed evitare contaminazioni con edifici moder-ni o di nuova concezione. Ritiene che si possa far convivere la conservazione di edifici storici con l'innesto di opere di architettura moderna? Come si può stabilire un dialogo tra questi due mondi così lontani?“L’Italia è il Paese più ricco al mondo in termini di patrimonio culturale, e ha il dovere nei confronti dell’umanità e dei suoi cittadini di preservare la propria storia. Comprendo lo scettici-smo di alcune persone verso interventi architettonici moder-ni, poiché molti di essi sono stati fallimentari e irrispettosi del loro contesto storico; tuttavia, credo nella necessità dell’ar-chitettura moderna come espressione del presente e come mezzo per portare le nostre radici nel futuro. Senza l’archi-tettura moderna le città non possono svilupparsi e non pos-sono soddisfare i bisogni dei propri cittadini. Personalmente, per quanto riguarda le mie architetture, ho sempre cercato di capire la storia del luogo, ‘ascoltando le pietre’, e parlando con le persone per capire quali fossero le loro necessità. Il dialogo tra il vecchio e il nuovo dovrebbe essere al centro di ogni dibattito sull’architettura; come preservare e accrescere il contesto esistente attraverso edifici innovativi del ventune-simo secolo? L’architettura deve rappresentare il ponte tra il passato e il presente. Proprio per questo l’architettura è l’arte della memoria, capace di esprimerla e trasmetterla in modo innovativo, animando le città e portandole nel futuro”.

Il 70% delle case e dei palazzi residenziali in Italia hanno più di 50 anni. Spesso sono edifici di poco valore architettoni-co, dissipatori di energia e con caratteristiche di sicurezza molto precarie. Come vede un grande architetto la città che

08SOCIETà

studio daniellibeskindarchitect

PERSONA

daniellibeskind

ascoltare le pietre e gli uomini

L’architetto Daniel Li-beskind sta girando il mon-do con la mostra Never Say The Eye is Rigid: Architectu-ral Drawings, in cui espone alcuni dei suoi schizzi più celebri. La mostra sarà a Torino dal 16 maggio al 30 giugno 2014.

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potrebbe nascere dalle ceneri degli edifici obsoleti? Con un mix tra grattacieli e palazzine o come un unicum di edifici altissimi (magari con tanto verde intorno)?“Come abitante di New York, prima città verticale dell’epo-ca moderna, non posso che amare i grattacieli. I grattacieli sono energeticamente più efficienti, hanno un basso impat-to ambientale e lasciano più spazio per parchi e aree verdi. La dispersione urbana a bassa densità degli anni settanta, ha causato diversi problemi in termini di crescita sostenibile, trasporti e infrastrutture. Oggi, per la prima volta nella storia, la maggior parte degli esseri umani nel mondo vive in città, perciò credo sia importante ripensare il concetto di città ac-cettando la densità urbana come punto di forza. L’Italia, in particolare, dovrebbe valutare attentamente tale possibilità per la limitatezza del suolo e per continuità con la sua sto-ria urbana. Nel medioevo le città italiane furono tra le prime a svilupparsi verticalmente. Penso all’espansione in altezza di città come Bologna o Genova. Tuttavia, credo anche che i grattacieli debbano essere bilanciati e proporzionati rispetto al loro contesto e anche affiancati da edifici a scala inferiore, se urbanisticamente appropriato. Una città – come d’altron-de anche la vita – è composta da diverse scale. Credo che i masterplan realizzati per CityLife e per Ground Zero siano un esempio di una visione in cui scale e densità differenti possa-no coesistere”.

Il suo progetto in Italia per le torri di CityLife dovrebbe avere avuto l'ok dal committente. Quali sono le difficoltà per un architetto a lavorare nel nostro Paese?“Ogni Paese pone delle opportunità e degli ostacoli. Mi è dif-ficile parlare male dell’Italia, visto che amo questo Paese e lo considero la mia seconda casa. Trascorro molto tempo in Italia, specialmente a Milano, non solo per lavoro ma anche

09 ascoltare le pietre e gli uomini

Daniel Libeskind ha stabi-lito il suo studio di archi-tettura a Berlino nel 1989, dopo aver vinto il concor-so per la costruzione del Museo Ebraico della città. Nel febbraio 2003, lo Stu-dio Daniel Libeskind ha trasferito la sua sede da a New York, quando Daniel Libeskind è stato seleziona-to per la riqualificazione del World Trade Center.

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per piacere, mio figlio Lev, con il quale lavoro, vive a Milano con la sua famiglia. CityLife è un progetto affascinante che continua a espandersi; al momento stiamo iniziando il pro-getto esecutivo della Torre C”.

Il futuro dell'architettura, a suo giudizio, si applicherà più nelle grandi città o nello sviluppo di nuovi quartieri periferici (vedi Santa Giulia a Milano)?“Molti studiosi di urbanistica ed economia ritengono che le metropoli rappresentino la migliore soluzione per il conteni-mento dell’inquinamento nel pianeta, e siano in grado di offrire le migliori condizioni di vita. Ritengo che questa sia la visione più appropriata e verso la quale dovremmo orientare i nostri sforzi. Negli ultimi anni le città stanno acquisendo un ruolo sempre più importante nel panorama mondiale, diventando a volte più influenti delle stesse nazioni. Le città promuovono il progresso, la coesistenza dei popoli e la pace. Incoraggiano l’educazione e la scoperta, sono i fulcri culturali dell’umanità. Il nostro futuro dipende dallo sviluppo di buone città, piacevo-li, innovative e stimolanti, in una parola moderne”. Sketch by Daniel Libeskind

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Al lavoro su CityLife ed Expo: in Italia un potenziale incredibile

a cura di Marco Luraschi

studio libeskind: a milano la base per il sud europa

a Milano la baseper il Sud Europa

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Studio Libeskind

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Lo Studio Libeskind è attivo in Italia soprattutto sul progetto CityLife, con la parte residenziale e una delle torri direzionali. La società italiana è divisa in due rami, Libeskind Architettura, attiva da un anno e mezzo e Libeskind Design, attiva da meno di un anno. Occorre dire che a livello mondiale l’architetto Da-niel Libeskind ha fondato tre sedi: New York, Zurigo e appun-to Milano. Il peso specifico dell’Italia sull’attività della firma è dunque notevole.Veniamo accolti nel prestigioso studio nel centro di Milano da Lev Libeskind, il CEO, nonché uno dei tre figli dell’‘archi-star’ Daniel, e da Agostino Ghirardelli, Direttore Generale del-lo studio con esperienza nella Grande Mela. Il clima è giovane (come loro due) e amichevole, nonché divertente. Direi molto cosmopolita e non potrebbe essere diversamente per gente abituata a lavorare un giorno a New York e l’altro a Berlino o Milano.

Di cosa si occupa principalmente lo studio di Milano?“Diciamo che noi curiamo la parte di attività legata all’Europa del Sud, come l’Italia, la Francia e la Spagna, oppure i nuovi mercati come la Turchia – ci dice Lev Libeskind – mentre Zu-rigo segue di più il Nord Europa e i Paesi anglosassoni. A New York vengono invece seguiti i grandi progetti extra europei, in Usa o nel Far East per esempio”. La famiglia Libeskind è cittadina del mondo, pensate che i tre figli di Daniel sono nati rispettivamente in Canada (Lev), Stati Uniti (Noam) e Italia (Rachel), e da piccoli sono andati a scuola tutti a Milano. I tre figli di Lev invece sono nati rispetti-vamente in Svizzera, Germania e Italia. Insomma, un "puzzle" difficile da ricordare ma con un filo di continuità rappresenta-to dal nostro Paese.

PERSONA

levlibeskind

PERSONA

agostinoghirardelli

studio libeskind: a milano la base per il sud europa

SOCIETà

libeskindarchitettura

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13A capo dello Studio Li-beskind di Milano ci sono Lev Libeskind, CEO Li-beskind Architettura Srl & Libeskind Design Srl, Ago-stino Ghirardelli, Direttore Tecnico Libeskind Architet-tura Srl e Giuseppe Blengini, Direttore Tecnico Libeskind Desingn Srl. Lo studio è atti-vo dal 2012.

Come nasce questo legame fortissimo tra suo padre e l’I-talia? “Mio padre Daniel è molto legato all’Italia, è quasi un architet-to italiano, pensi che il Museo Ebraico di Berlino è stato pro-gettato qui. Negli anni ‘80 eravamo tutti in Italia, Daniel voleva un po’ cambiare vita e su consiglio dell’architetto Grassi aprì una scuola a Milano, ‘Architecture Between Worlds’, basata sulle tecniche del Rinascimento. Da lì è iniziato tutto e dun-que oggi esiste un legame affettivo fortissimo con Milano e l'Italia. Uno studio Libeskind in questa città direi che è una conseguenza naturale, non una scelta”.

In questo momento così delicato, come vedono l’Italia da New York? “È difficile da spiegare – ci confessa Lev - il Made in Italy è molto forte, piace sempre. Però ultimamente l’Italia sta di-ventando qualcosa di astratto, qualcosa di cui si parla ma che non si pratica… L’Italia sta diventando un’idea e questo è un po’ strano. Io trovo che in Italia ci sia un ‘imbarazzo’ (dice proprio così, ndr) di ricchezze incredibile, che gli altri Paesi non si immaginano neppure. Città "secondarie" come Modena, Bergamo, Pavia per citarne tre a caso in altre nazio-ni sarebbero mete di un turismo fortissimo. C’è tantissimo potenziale inespresso”.

Agostino Ghirardelli ci spiega in dettaglio l’attività dello studio in Italia, dove, come dicevamo, il progetto principale al mo-mento è CityLife: “Stiamo completando il progetto esecutivo, poi a seguire ci sarà l’appalto vero e proprio. Al momento il lotto RB1 è finito, il lotto RB2 è in progettazione, mentre è so-speso il lotto verticale, ed è un peccato perché a Milano sap-piamo che ci sarebbe molta più richiesta per il residenziale di pregio di tipo più verticale. Devo dire – ci confessa - che registro uno strano comportamento della clientela a Milano: c’è molta domanda per il nuovo pregiato, ma poi riguardo il layout c’è molto conservatorismo, quasi che internamente si

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voglia ancora un concetto di appartamento tradizionale, qua-si vecchio. È un fenomeno che va studiato e analizzato, un po’ mi stupisce”.

Non solo CityLife però, Expo è per lo studio internazionale una risorsa importante. “Su Expo siamo molto impegnati e que-sto è un vero piacere. Stiamo progettando – dice con soddi-sfazione Ghirardelli – lo stand della compagnia cinese Vanke che è forse la più grande nel settore costruzioni in tutta la Cina, ed è alla sua prima operazione fuori dai confini nazio-nali. Una compagnia che in Cina ha realizzato circa 600 città… Una volta terminata la manifestazione, la società porterà lo stand in Cina. In più a Expo progettiamo la ‘Piazza Italia’ che sarà un concept con 4 opere artistiche". Si sa che sono coin-volti anche sponsor importanti come Siemens.

A questo punto viene quasi naturale chiedere a Lev come ve-drebbe un coinvolgimento della firma dello Studio Libeskind in qualche operazione di riqualificazione di uno dei tanti ‘gio-ielli impolverati’ che sono nascosti nei meandri della nostra bella penisola: “Noi siamo da sempre esperti in progetti di re-cupero, dove c’è bisogno di uno studio, di un’idea, di un sen-timento. Daniel ha fatto questo in tutto il mondo da sempre. Ovviamente siamo molto disponibili”. A buon intenditore.

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ottimismo in riva al mapic

La tre giorni di Cannes ha mostrato segni di ripresaper i centri commerciali

Ottimismoin riva alMAPIC

di Guglielmo Pelliccioli

Note positive dal MAPIC. A cominciare dalla lingua più parlata che ancora una volta è stata l'Italiano. Perché gli operatori di casa nostra c'erano proprio tutti. I più contenti Luca Parna-si, Claudio Albertini e Carmen Chieregato. Il primo per essere riuscito a presentare e a dare il via al suo progetto di centro commerciale a Roma, denominato Maximo a cui ha dato un forte sostegno finanziario UniCredit, presente a Cannes con il responsabile del settore real estate Massimo Tivegna. Clau-dio Albertini ha invece passato le sue giornate a ricevere in-vestitori esteri di nuovo interessati a iniziative italiane. Infine, Carmen Chieregato che ha festeggiato con molti amici i 20 anni di Cogest Retail con una torta monumentale. Un filo di ottimismo dunque, per ridare speranza e fiducia a un settore che dal 2010 ha avvertito i segni della crisi, ultimo di

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tutto il settore immobiliare in ordine cronologico. Da segnala-re tra i progetti anche l'estensione di Orio Center a Bergamo a cura del gruppo Percassi e il buon successo dell'iniziativa di Cogest all'interno dell'ospedale Niguarda che verrà raddop-piata con il completamento anche del lato B del nosocomio milanese. Basta tutto questo per dire che la crisi è finita? Assolutamen-te no, la crisi c'è ancora ed è molto pesante, soprattutto sul fronte dello sviluppo. Moltissime iniziative sono ferme per mancanza di finanziamenti e alcune (molto importanti) stan-no passando di mano come verrà comunicato ufficialmente nei prossimi giorni dagli interessati.Intanto alcuni operatori sono andati all'estero, come Enzo Danesi, a cercare quelle opportunità che il mercato nazionale non ha saputo più offrire; altri invece si stanno convertendo a fornitori di servizi di asset management o portando nuove idee sul fronte di nuovi brand e nuove tipologie di prodotti da inserire nelle gallerie. Anche qui sono attese interessanti novità che verranno illustrate nei prossimi mesi. Insomma, il settore cerca di reagire e lo fa mettendo in campo esperien-za, competenza, creatività. Qualità che, guarda caso, rappre-sentano la vera forza del sistema Italia, il nostro vero valore aggiunto. Sarà bene ricordarlo anche per tutto il resto della filiera del real estate.

ottimismo in riva al mapic

Arcoretail era presente al MAPIC con il progetto Jihua Park: un ecceziona-le network di Destination Centre dalla concezione unica e innovativa, proget-tati per il mercato cinese con una visione a lungo termine e secondo i più ele-vati standard qualitativi, comprendenti alcune fon-damentali componenti si-nergiche (Luxury & Fashion Village, sport indoor, hotel e ristoranti, Spa e wellness)

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i progetti italiani al mapic 2013

niguarda shopping gallery (blocco nord) adriatico

Promotore: Progeni SpACommercializzazione: Cogest RetailGLA: 1.200 mqPosti auto: 600Livelli commerciali: 1Unità ristorazione: 2-3Totale unità (piccole, medie e grandi superfici): 13Bacino d'utenza: degenti, visitatori e oltre4000 impiegati dell'ospedaleUbicazione: all’interno di Niguarda Cà GrandaApertura prevista: 2013-2014

Niguarda “raddoppia” con una seconda galleria (blocco Nord), attualmente in fase di commercia-lizzazione.

Sviluppatore e proprietà: Civita Park SrlCommercializzazione: Cogest Retail

GLA: 27.000 mqPosti auto: 3.500

Negozi: 71 + 3 grandi superfici nel ParcoCommerciale Integrato

Bacino d'utenza: 30 minuti, 350.000 abitantiPotenziale turistico:

Importante afflusso nella stagione estivaUbicazione: Uscita Civitanova Marche A14

Apertura prevista: 27 marzo 2014

Il nuovo complesso include uno shopping centree un retail park strettamente integrati.

maximo shop & fun oriocenter extension

Sviluppatore: Parsitalia Real EstateCommercializzazione: Cushman & WakefieldGLA totale: 60.595 mqNegozi: 150 (con cinema multisala efitness center)Ubicazione: all’interno del Grande RaccordoAnulareFine lavori: Dicembre 2014

Maximo Shop & Fun, il nuovo destination point della Capitale, si sviluppa intorno a una piazza di 15.000 mq. Maximo è una delle prime strutture in Italia, nel suo genere, a essere certificata secondo il protocollo ambientale BREEAM.

Proprietà: Commerz Real (GruppoCommerzbank)

Gestione: Sirio Srl (operatività affidataa Oriogest)

Commercializzazione: Arcus RE e CBREGLA totale: 75.000 + 30.000 mq extension

Posti auto totali: 6.000 + 2.000 extensionNegozi: 200 attuali, 75 nuovi negozi

+ 14 sale cinemaPotenziale turistico: dall’aeroporto di

Orio al Serio passano ogni anno quasi9 milioni di viaggiatori e turisti

Ubicazione: meno di 50 km dal centro diMilano, di fronte all'aeroporto di Orio al Serio (BG)

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livorno porta a mare grandapulia

Porta Medicea Srl: 80% Igd Management(controllata da IGD SIIQ), 20% Cmb di CarpiValore progetto: 200 mln di euroSuperficie coinvolta:10 ettari (circa 70.000 mq edificabili)Scenario:- Area Mazzini: completata, depositata fine lavori parziale per le prime 20 abitazioni, consegne da fine novembre;- Officine Storiche: lavori in fase di avanzamento, saranno completati entro due anni;- Polo multifunzione: in via di realizzazione (unità abitative, negozi, attività commerciali, ristorazione, servizi, parcheggi, centro fitness, supermercato). Fine lavori: 2018

Responsabile Progetto: Finsud, societàimmobiliare del Gruppo Sarni

Commercializzazione: SvicomInvestimento: Gruppo Sarni (60 mln di euro)

GLA: 40.364 mqPosti auto: 4.120Negozi: oltre 100

Bacino d'utenza: 308.000 abitantiPotenziale turistico: La provincia di Foggia è

uno dei poli turistici più rinomati del Mediterraneo (milioni di visitatori ogni anno da tutto il mondo)

Ubicazione: A pochi chilometri da Foggia, a ridosso della tangenziale e compreso tra

la SS16 per Cerignola (FG) e la stradaprovinciale per Trinitapoli.

brescia shopping centre le gardenie

Sviluppatore: Inter IKEA Centre GroupDati progetto: schema chiuso su due livellicommercialiGLA: 55.900 mqGLA incluso negozio IKEA: 88.000 mqPosti auto: 4.450Negozi: 150 + Ipermercato + Food HubBacino d'utenza: 30 minuti, 820.000 abitantiUbicazione: A fianco della tangenziale Sud di Brescia, a 1,5 km dall’A4 e 6 km dall’A21, è inoltrea breve distanza dall’innesto della Bre-Be-MiApertura: 2015/2016

Promotore: La Pe SpACommercializzazione: Rustioni & Partners

GLA: 1 1.500 mqPosti auto: 400

Medie superfici: 3Bacino d'utenza: 10 minuti, 50.000 abitanti

Potenziale turistico: Il bacino d’utenza triplica nella stagione estiva, con forte

predominanza di turisti esteriUbicazione: Sui terreni dell’ex area Gentilini,

situate sul lungolago di Riva del GardaApertura: primavera 2015

Il secondo progetto italiano di Inter IKEA Centre Group (IICG).

Il progetto prevede 3 piani: un iperstorea insegna Coop di 4.000 mq, alcuni negozi

di piccola taglia e 4 medie strutture di vendita

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nichelino scalo milano

Proprietà: Carrefour Property ItaliaCommercializzazione: Larry Smith ItaliaGLA: 32.700 mqPosti auto: 2.700Negozi: 58Bacino d'utenza- 5 minuti: 34.458 abitanti- 10 minuti: 202.830 abitanti- 15 minuti: 444.908 abitantiUbicazione: Situato a Nichelino, vicino a uno degli accessi primari alla città di TorinoApertura: fine 2015

Proprietà: Locate DistrictPromozione e commercializzazione: Promos

Progettazione: Cotefa.ingegneri&architettiGLA: 60.000 mq (43.000 mq Fase I)

Posti Auto: 4.000Negozi: 300 (200 Fase I)

Bacino d’utenza30 minuti: 1,8 milioni di abitanti90 minuti: 9,3 milioni di abitanti

Potenziale turistico: 58,89% degliarrivi italiani e l’80,78% degli arrivi stranieri.

Ubicazione: Locate di Triulzi, a soli25’ di automobile dal centro di Milano e

sarà raggiungibile con la SS 412 Val Tidone.Apertura: 2015

sicilia outlet village torino outlet village

Commercializzazione: Arcus Real EstateGLA totale: 30.000 mqScenario: - Fase 1 (aperta): 130 negozi su di una SLA di 28.000 mq - Fase 2: apertura 2014, 13 nuovi negozi sudi una SLA di 2.000 mqPosti auto: oltre 3.000Bacino d’utenza60 minuti: 1.400.000 abitanti90 minuti: 3.700.000 abitanti120 minuti: 4.200.000 abitantiPotenziale turistico: 5.000.000 di turisti/anno: 41% stranieri, 59% italianiUbicazione: Nel cuore della Sicilia,sull’autostrada A19, uscita Dittaino Outlet

Commercializzazione: Arcus Real EstateGLA totale: 19.500 mq

Negozi: 90Posti auto: oltre 2.000

Bacino d’utenza30 minuti: 2.000.000 abitanti60 minuti: 3.500.000 abitanti90 minuti: 7.500.000 abitanti

120 minuti: 11.000.000 abitantiPotenziale turistico: 11.000.000 di turisti

l'anno – 40% stranieri, 60% italianiUbicazione:

Alle porte di Torino, a soli 10 minuti dal centrocittà, sull’autostrada A4 uscita Settimo Torinese.

Nuova Galleria Commerciale e Retail park con un ipermercato, 8 medie superfici e negozi.

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centro sicilia città sant'angelo

Sviluppatore: Gruppo CualbuProprietario: Felix Srl (centro commerciale) e Costr. Immo. 2007 Srl/ Felix Srl (retail park)Commercializzazione e Gestione: CBREGLA totale: 41.094 mq (centro commerciale) + 48.549 (retail park)Posti auto: 5.000Negozi:138 (centro commerciale) + 16 (retail park)Ubicazione: Misterbianco, in provincia di Catania

Sviluppatore e proprietarioCittà Sant’Angelo Outlet Village SpA

Gestione: CBREGLA totale: 25.000 mq

ScenarioAmpliamento: giugno 2013 - 4.000 mq

Ampliamento Fase 3: in corso Posti auto: 4.000

Negozi: 110Bacino d’utenza

90 minuti: 1.750.000 abitantiUbicazione

A Città Sant’Angelo, in provincia di Pescara

città fiera udine SAN BERILLO - Nuova high street di Catania

Il centro commerciale di Udine , aperto nel 1992, è costituito da oltre 200 negozi divisi su tre piani, una grande varietà di ristoranti, un business center, una sala conferenze, spazi ad uso ufficio, cinema multisala. Il piano di sviluppo, previsto in tre fasi (2014-2015-2016), incrementerà l’area attuale di 78.000 mq raggiungendo una superficie totale di 160.000 mq; si passerà da 3.900 posti auto a 10.000.Cushman & Wakefield è stata incaricata della commercializzazione della nuovagalleria commerciale.

Il progetto prevede la riqualificazione di un’am-pia area urbana nel cuore della città di Catania,

con la creazione di un ampio boulevard pedonale che offrirà alla città una nuova

high street grazie ai principali marchi che la popoleranno. Offrirà inoltre un corridoio albe-

rato che, ricalcando il tracciato della metropoli-tana in costruzione al di sotto dell’area

di progetto, ne articolerà la struttura.Cushman & Wakefield è stata incaricata

della pre-commercializzazionedella nuova high street.

Inaugurato a giugno 2011, è costituito da un'area commerciale integrata che si compone della galle-ria, di una Piazza dei Sapori di oltre 2.000 mq, di un ipermercato, di un'area leisure e di un’area bimbi.

21L'outlet è stato inaugurato nel 2009.

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riqualificare il patrimonio per attivare il benessere21

Nomisma e Gabetti protagoniste a REbuild il 26-27 novembre

Riqualificare il patrimonio per attivare il benessere

a cura di Marco Luraschi

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Da tempo attivo in un’operazione culturale legata alla riquali-ficazione del patrimonio immobiliare è Nomisma, l’istituto di ricerca che da sempre segue con attenzione l’evolversi dell’e-conomia e del settore immobiliare in Italia. Le sue indicazioni sulla necessità di cambiare modalità nell’approccio all’immo-biliare sono da tempo chiare e a REbuild l’occasione è ghiotta per approfondire tecnicamente la tematica con gli operatori del real estate e della filiera della sostenibilità, con un occhio particolare al settore degli immobili pubblici (forse i primi da riqualificare). “REbuild è un evento che vede Nomisma coin-volta in due momenti – ci spiega Luca Dondi, Direttore Ge-nerale di Nomisma - ovvero con una mia partecipazione a un tavola rotonda e, in misura più importante, con un evento da noi organizzato sul tema della riqualificazione immobiliare pubblica, a cui partecipano tra gli altri il GBC Italia, l’Università di Brescia, Manutencoop, la Fondazione Patrimonio Comu-ne; insomma soggetti istituzionali e pubblici con cui stiamo portando avanti un discorso legato all’efficientamento e alla riqualificazione immobiliare. Quello che ci interessa è far ca-pire che ormai non si tratta più solo di fare un investimento su un intervento di tipo energetico, ma che si tratta di un tema molto più ampio e articolato che non sia solo la manutenzio-ne degli infissi o degli impianti per fare un esempio, ma ma-

PERSONA

luca dondi

SOCIETà

nomisma

riqualificare il patrimonio per attivare il benessere22 23

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gari che coinvolga anche lo space planning o il riutilizzo degli spazi vuoti. Vogliamo muoverci in una logica più sistemica di quella che purtroppo al momento è tipica degli enti locali, dove a volte troviamo ancora mancanza di cultura e tempi di attuazione eterni.” In questo momento però l’investimen-to nella sostenibilità integrata di un progetto è vitale per la buona riuscita di un progetto: “In una fase di mercato difficile come quella attuale dove ogni previsione viene posticipata o disattesa, l’investimento nell’efficientamento e nella riqualifi-cazione è l’unico in grado di garantire liquidità al mercato, è una leva incredibile. Non stiamo più parlando dell’immobilia-re classico e dello sviluppo di nuovi progetti, ma oggi c’è una grande sensibilità sul fatto che riqualificando il patrimonio si attivano lavoro, servizi, benessere. È un immobiliare diverso ma non meno importante, purtroppo devo dire che le recenti manovre che tendono a disperdere le risorse su diversi tavoli non ci trovano d’accordo quando bisognerebbe investirle di-rettamente sulla riqualificazione, l’unico settore che può ga-rantire ritorno sugli investimenti. L’Italia non può sottrarsi a questa necessità sia perché ci sono delle direttive comunita-rie che non vanno disattese sia perché quello italiano è il pa-trimonio più obsoleto d’Europa, costruito in gran parte prima degli anni ‘90. Oggi sul corporate esistono due vie: il ‘mercato’ che è per forza di cose sostenibile, e il ‘non mercato’ che in-vece non segue queste linee guida e di fatto non esiste. Non

riqualificare il patrimonio per attivare il benessere23

Si terrà tra il 26 e il 27 no-vembre 2013 presso il Pa-lazzo Congressi di Riva del Garda (TN) l'edizione 2013 di REbuild, la convention nazionale sulla riqualifica-zione e gestione sostenibile dei patrimoni immobiliari.

EVENTO

rebuild

VAI AL SITO

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c’è dubbio che il pendolo, per così dire, si sia spostato dalla nuova edilizia alla riqualificazione, ma questo non vuol dire che non ci siano prospettive per l’immobiliare, anzi il settore continuerà a essere incisivo e significativo per il PIL italiano, in grado di attivare molto di più rispetto ad altri settori in ter-mini di indotto”.A REbuild sarà presente anche Roberto Busso, Amministra-tore Delegato di Abaco Team-Gruppo Gabetti, che il 27 no-vembre sarà moderatore dell’incontro ‘Il mercato e le poli-cy, come finanziare la riqualificazione immobiliare’ (vedi box sopra). “Il futuro del mercato immobiliare e della gestione di portafogli passa per la sostenibilità, la riqualificazione e la collaborazione fattiva tra tutti gli attori coinvolti della filiera”, dichiara Busso a Il Settimanale. “L’approccio vincente per il futuro è quello di investire sulla riqualificazione sostenibile, uno tzunami a cui non ci si può opporre; l’attenzione al futuro è l’investimento a cui noi tutti dovremmo pensare nell’otti-ca di migliorare l’ambiente in cui le prossime generazioni vi-vranno, posto che le risorse naturali di cui disponiamo stanno scarseggiando. Esiste un grande potenziale latente: se tutti i settori ponessero maggiore attenzione ai benefici nel tempo piuttosto che agli obiettivi di breakeven forse assisteremmo a maggiori casi di successo”.

PERSONA

robertobusso

SOCIETà

abaco team

riqualificare il patrimonio per attivare il benessere

CONVEGNOIl mercato e le policyCome finanziare la riqualificazione immobiliare27 novembre 2013 – ore 10.45/12.30Il mercato è e sarà la riqualificazione. Oggi il dialogo tra la finanza e la filiera della riqualificazione rappresenta uno dei nodi principali per lo sviluppo di tale merca-to. La sessione parte da un chiarimento delle interdipendenze tra settore immo-biliare e finanziario nell’attuale contesto macroeconomico i più recenti approcci finanziari per la riqualificazione e la valorizzazione dei patrimoni immobiliari.− Introduce e modera: Roberto Busso (Abaco Team – Gruppo Gabetti)− Gil Levy (SDCL Capital)− Pietro Mazzi (Intesa San Paolo)− Francesco Zollino (Centro Studi Banca d’Italia)

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investire di più nei parchi retail

Il mercato retail italiano analizzato daHenderson Global Investors SGR

Investire di piùnei parchi retail

di Mario Pellò

Il mercato immobiliare italiano continua a ricevere scarsa at-tenzione da parte degli investitori a causa dello scenario ma-croeconomico poco incoraggiante che persiste in tutta l’Eu-ropa meridionale. L’economia ha vissuto una recessione fino al terzo trimestre del 2011 e per il 2013 la previsione è di un’ul-teriore contrazione pari all’1%, per poi ritornare a una crescita limitata, ma positiva nel corso del 2014. I consumatori italiani stanno soffrendo in questo difficile clima economico a cau-sa di una sempre maggiore austerity fiscale che continuerà per tutto il 2013, con un possibile ulteriore aumento dell’a-liquota IVA e della disoccupazione. Le disponibilità reali dei cittadini sono in fase di forte declino per il sesto anno conse-cutivo, con un conseguente impatto negativo sui consumi al dettaglio. Secondo le previsioni, i consumi reali torneranno in territorio positivo nel 2015, con il persistere di evidenti diffe-renze regionali tra Nord e Sud. Nonostante questa deludente fotografia, i consumatori italiani sembrano stare meglio della loro controparte europea. Il debito privato in Italia è piuttosto basso, pari al 50% del PIL complessivo rispetto a una me-dia europea superiore al 70%. I risparmi dei consumatori del

Henderson Research da qualche tempo si è fatto “difensore” del settore retail in Europa. Riteniamo sia un settore sottovalutato, tuttora piuttosto trascura-to dagli investitori - i quali potenzialmente stanno perdendo performance di-fensive e di lungo termine, oltre a ulteriori opportunità di beneficiare di un’evolu-zione strutturale. Questo studio vuole fare luce sul mercato italiano dei grandi magazzini retail, approfon-dendone le caratteristiche di affitti e di rendimenti.

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Bel Paese sono rimasti elevati e, sebbene negli ultimi anni gli italiani abbiano dovuto intaccarli per colmare i minori introiti disponibili, rimangono più elevati se confrontati con quelli di altri Paesi, come per esempio Germania, Regno Unito e Spa-gna.

Con alto tasso di risparmio e bassi livelli di debito, il consuma-tore italiano ha maggiori possibilità di ripresa una volta che la situazione macroeconomica europea inizierà a stabilizzarsi. I consumatori italiani spendono nei negozi al dettaglio circa il 30% delle riserve disponibili e questo dato è rimasto pres-soché invariato negli ultimi cinque anni. È superiore al dato tedesco, dove i consumatori spendono nei negozi il 25% della spesa complessiva, ma inferiore al dato francese, dove la me-

PERSONA

mariopellò

SOCIETà

hendersong.i. sgr

-5,0

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Austria

France

Germany

Italy

Spain

Sweden

United Kingdom

houseold savings ratio

Fonte: Oxford Economics, Q4 2012

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dia è prossima al 43%. Nonostante i trend economici globali, entra in gioco anche un aspetto culturale per i consumatori italiani che tendono a spendere di più in prodotti al dettaglio, aspetto di cui beneficia il mercato dell’immobiliare retail.Il mercato italiano dei grandi magazzini è rimasto ancora re-lativamente fermo al passato: il retail in Italia è ancora con-centrato nei negozi delle vie del centro e nei centri com-merciali. Lo sviluppo delle grandi strutture per la vendita al dettaglio è avvenuto in modo frammentato con l’assieparsi di unità lungo le arterie principali. Di conseguenza, l’area di magazzini retail pro capite è limitata e, attualmente, l’offerta è la più bassa d’Europa. Più di recente, si è assistito all’aumen-to delle nuove realizzazioni nel campo dei retail park, che ha portato alla creazione di un mercato di grandi magazzini più sofisticati, con una serie di recenti sviluppi quali il Retail Park di Baranzate in Lombardia e Le Officine in Liguria. I rivenditori di articoli per la casa, elettronica di consumo e discount con-tinuano a dominare il mercato dei grandi magazzini. In media, sono circa 50 gli operatori che popolano il mercato italiano dei grandi magazzini e negli ultimi anni si è assistito a uno stabile aumento di nuovi retailers in cerca di nuove opportunità fuori dal centro città. Citiamo ad esempio H&M, che ha inaugura-to due nuovi punti vendita all’interno di retail park di primo livello quali Market Central Da Vinci a Roma e Fidenza Retail Park a Fidenza - due buoni esempi di come il settore stia ra-pidamente maturando. Esperienze di questo tipo rimarranno

“I migliori retail park sono nelle mani di investitori istituzionali; a causa del-la scarsa disponibilità di asset, persiste ancora un buon numero di investitori che non è ancora entrato nel mercato” (Mario Pellò Head of Portfolio, Mana-gement, Italy).

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comunque molto legate alla location e soprattutto il settore fashion si focalizzerà solo su strutture di primo livello. Altri operatori retail del settore moda che sono attualmente in cer-ca di nuove strade sono OVS Industry e Takko.Nel 2012, il mercato italiano ha beneficiato di una doman-da crescente da parte di operatori d’oltreoceano, in cerca di un’espansione nel Paese. Questo trend di nuova domanda, che ha interessato principalmente il settore del lusso, mostra ora segni di contrazione a causa del persistere di condizio-ni economiche non favorevoli. Tuttavia, il settore dei grandi magazzini continua a beneficiare della presenza di qualche player straniero. Nonostante la domanda relativamente buona, alcuni parchi retail (tra i quali anche nuove costruzioni) hanno registrato alti tassi di vacancy, dal momento che molti operatori hanno scelto di limitarsi a format più consolidati. Come in tutti i set-tori retail, la posizione è di fondamentale importanza per ca-pire quali saranno le performance di un determinato asset. Le nuove costruzioni vengono infatti completate solo quando esiste una domanda proveniente da una serie di operatori, che includano necessariamente articoli per la casa e abbi-gliamento. Dall’inizio della recessione gli affitti nei principali retail park sono scesi di oltre il 35%, superiore alla contra-zione registrata dai centri commerciali che oscilla tra il 5 e il 10%. È questa significativa diminuzione degli affitti nei grandi magazzini retail che ha generato una maggiore domanda da parte degli operatori, per i quali il mercato era ritornato “avvi-cinabile”. Come avviene in altri mercati europei, sono stati gli operatori del settore abbigliamento ad aver fissato gli affitti più alti per i retail park e che si potevano permettere di pagare di più. Al massimo, gli affitti prime erano pari a circa €220 al metro quadrato; la seguente tabella mostra i picchi storici per città e i livelli attuali. Ora, sebbene gli affitti nel settore abbi-gliamento siano significativamente diminuiti, i rivenditori di

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oggetti per la casa hanno continuato a pagare le stesse quo-te, pari a circa €150 al metro quadrato; anche se ciò ha ridotto il gap esistente tra i vari settori, riteniamo che gli operatori del settore abbigliamento continueranno a guidare gli affitti nel mercato italiano dei grandi magazzini.

Guardando al futuro, riteniamo che il settore dei grandi ma-gazzini tornerà a registrare un aumento degli affitti, almeno nel medio termine. Non è previsto un ritorno ai livelli raggiun-ti nel 2007, perché sarebbero insostenibili, mentre è previsto che le “exit rents” rimarranno inferiori nei prossimi cinque anni a 200€ al metro quadrato. Secondo le nostre previsioni, i prime asset di Milano e Bologna registreranno performance superiori rispetto a quelli di altre città italiane, di pari passo con l’incremento della spesa dei consumatori; gli attuali li-velli degli affitti sono significativamente inferiori al loro picco storico, il che rende il mercato dei grandi magazzini molto più accessibile di quanto non lo sia l’equivalente mercato dei centri commerciali.

Dall’inizio della recessione gli affitti nei principali retail park sono scesi di oltre il 35%, superiore alla contra-zione registrata dai centri commerciali che oscilla tra il 5 e il 10%

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0

50

100

150

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300

Bologna Gènova Milano Nàpoli Roma Torino

Rental Peak

Current Rent

rental growth by retail warehouse tenant type

Fonte: Henderson Global Investors Q4 2012

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Negli ultimi dodici mesi i volumi d’investimento italiani sono crollati del 60% con il capitale che rimane concentrato su Pa-esi considerati “rifugio”. L’investimento nei grandi magazzini retail in Italia tende da sempre a essere trascurato da parte degli investitori istituzionali in favore di mercati più radicati come quello degli uffici e dei negozi: tale tendenza è rimasta prevalente per tutto il 2012. Solo due transazioni riguardanti magazzini retail hanno avuto luogo negli ultimi dodici mesi: uno store MediaWorld ad Alessandria e un grande capanno-ne Mondo Convenienza a Brescia. I rendimenti netti per prime retail warehouse italiani sono sta-ti del 7,0- 7,5% all’inizio del 2013. Questo dato supera di ben 150 punti base il picco pre-recessione registrato nel 2007-2008, a quota 5,5%. I rendimenti rimangono alti come con-seguenza del maggiore rischio economico e della carenza di domanda per il prodotto “grande magazzino in Italia”. Sebbe-ne nel breve termine si prevedano rendimenti comunque ele-vati, ci aspettiamo un cambio di rotta negativo nel momento in cui l’economia italiana inizierà a stabilizzarsi e ritornerà a una crescita positiva del PIL, riducendo il premio di rischio attualmente applicato al Paese. I rendimenti nel medio termi-ne dovrebbero poi ritornare alla media storica del 6,5% per i migliori asset retail warehouse. C’è uno scarto pari a circa 100 punti base tra centri commer-ciali e parchi retail warehouse di primo livello. Ciò dimostra quanto il settore sia ancora lontano dalla maturità e consi-derando i bassi livelli di offerta, la sempre maggiore qualità dei parchi retail e le prospettive dell’aumento degli affitti nel medio termine, l’attuale gap nei rendimenti viene considerato molto interessante soprattutto in una prospettiva di medio termine, nel momento cioè in cui si ridurrà il rischio legato allo scenario macroeconomico.

investire di più nei parchi retail

punti

di forza

Livelli dell'affitto storicamen-te bassiDomanda degli operatori in aumentoPrime asset ad alto rendimentoOfferta ancora a livelli ridotti

punti di

debolezza Economia in fase

di contrazione

Ulteriore calo della spesa prevista

Scarsa liquitdità di mercato

opportunità Possibile variazionedei rendimenti

Settore più maturo signifi-ca aumento degli affitti

Nessuna ripresaeconomica

Instabilità politica

minacce

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In questi 5 anni di profonda crisi economica ci sono stati comparti che più di altri sono stati colpiti dalla recessione. Tra quelli legati all’immobiliare, quello dei serramenti ha avu-to certamente un contraccolpo molto pesante, con fatturati calati anche del 40-50% soprattutto a causa dello stop dei nuovi cantieri residenziali. Una delle eccellenze italiane nel settore serramenti e porte è Italserramenti con sede a Chiari (Brescia) società che ha da poco intrapreso la strada dei mer-cati internazionali dove esportare la nota qualità del prodot-

la qualità made in italy che conquista l'estero31

Serramenti: da noi non funzionano le agevolazionie non c’è sistema

La qualità made in Italy che conquista l’estero

a cura di Marco Luraschi

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33to italiana. Una via quasi forzata visto che da noi il mercato stenta a ripartire. Il presidente Roberto Galli è un sanguigno imprenditore bresciano che certamente non si fa spaventa-re dalle opportunità di mercato. Tanto è vero che trovarlo a Chiari è abbastanza difficile. “Guardi, sono appena tornato dal Qatar dove lavoriamo molto bene con i prodotti come i serramenti in legno-vetro e legno-alluminio. Il solo legno non va bene, c’è troppa umidità e le temperature sfiorano anche i 50°. Ho riscontrato in quel mercato una scarsa qualità media del prodotto, dei materiali di costruzione, mentre poi si finisce la costruzione con una rifinitura spaventosa come richiedono i proprietari. C’è tutta una classe, anche manageriale, che sta crescendo e un mercato diviso in palazzi, per i ricchi qatarini, e ville, per gli internazionali soprattutto. Noi puntiamo mol-to sulla qualità, sull’estetica e sulla bellezza, più che sul ri-sparmio energetico e sulla sostenibilità che sono temi ancora poco seguiti. Non si bada al risparmio insomma, su questo punto dobbiamo fare un grande lavoro di cultura. La loro è un’architettura di immagine più che di sostanza. In Qatar c’è un fermento incredibile soprattutto in vista dei Mondiali del 2022 che sembrano per loro siano dietro l’angolo, basti dire che stanno costruendo stadi climatizzati, una cosa per noi impensabile. Se immaginiamo che sono a pieno regime per un evento che arriva tra quasi 10 anni e noi in Italia siamo appena partiti per l’Expo del 2015, ci rendiamo conto della differenza di ottica e di disponibilità di liquidità di quei Paesi. A volte ci si imbatte in situazioni incredibili: abbiamo visitato pochi giorni fa un palazzo su due piani con 150 stanze per una sola famiglia, quasi sempre vuoto, oppure una notte ci hanno portato su un cantiere con 22 gru che lavoravano sen-za sosta”.

32 la qualità made in italy che conquista l'estero

Roberto Galli ha iniziato la sua esperienza lavorativa presso la Piceni Srl, nel1976. Nel 1989 è diventato Am-ministratore Delegato del-la società, carica ricoperta fino al 1995. Dal 1991 al 1995 è stato Presidente di Italporte SpA. Nel 1999 ha costituito Ital-serramenti, società di cui è tuttora amministratore de-legato e presidente.

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Voi come operate, seguite passo passo i progetti o vi limita-te a fornire il prodotto?“Tecnicamente noi per ora forniamo il materiale e poi diamo assistenza in cantiere, non possiamo ancora limitarci a in-viarlo, dobbiamo seguire anche la posa in opera. Abbiamo avuto molti contatti anche due proposte per realizzare una società in loco, ma preferiamo non farlo ora. Non dimenti-chiamo poi le difficoltà legate all’invio del materiale, come i dazi (che vanno dal 5% del Qatar al 30% di India e Azerbaijan), o i 21 giorni di nave necessari alla spedizione. Stiamo pro-vando, siamo solo all’inizio, ma devo dire che i risultati per ora sono ottimi in virtù dello sforzo. È un esempio di Made in Italy che funziona. Ora abbiamo avviato contatti con Libano e Israele e siamo usciti dall’ultimo MADE Expo con 43 preven-tivi sull’estero”.

Complessivamente che stime avete fatto per il vostro fattu-rato con l’estero? Pensate possa sostituirsi al mercato ita-liano?“Sul fatturato internazionale sostanzialmente siamo partiti da zero, ma in un anno o poco più siamo al 5% del totale e contiamo nel giro di 3 anni di arrivare al 15% che sarebbe un buon risultato se strutturato e non basato solo su poche grandi operazioni spot. Ci stiamo rinforzando sull’estero, ma senza fare il passo più lungo della gamba. Chiudendo un paio di grosse operazioni potremmo fare un balzo, ma se poi ri-mangono isolate diventa un problema”.

Facciamo un passo indietro, un po’ doloroso, e parliamo in-vece del mercato del nostro Paese per il comparto dei ser-ramenti. “In Italia la situazione è molto difficile, inutile nasconderlo. Noi lavoriamo solo sul residenziale e ora stiamo allargando molto

33Italserramenti è un’azienda giovane con sede in Chiari (BS) tra le dieci di maggiori dimensioni a livello nazio-nale, la cui produzione si sviluppa su 7500 mq di sta-bilimento. È dotata di stru-menti all’avanguardia e tecnologie innovative, che consentono di produrre ser-ramenti con elevati stan-dard certificati di confort abitativo sia termico sia acustico, il tutto nel rispetto delle norme europee. Tutto è eseguito con particolare attenzione anche all’eco sostenibilità, dalla scelta del legno all’utilizzo di ver-nici ad acqua, a basso im-patto ambientale.

la qualità made in italy che conquista l'estero

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la nostra attività in città come Genova e Firenze, fuori dalla Lombardia che resta il nostro mercato di riferimento. Siamo stati pochi giorni fa a Roma, ma devo dire che è tutto fermo, c’è un sacco di invenduto e soprattutto è venuto a mancare il mercato formato dagli enti che acquistavano in blocco interi edifici da mettere in locazione. Ora non lo fanno più perché non hanno marginalità, non sanno neppure quanto può valere sul mercato un loro immobile”.

Però si punta molto oggi sulla riqualificazione.“È vero, lavoriamo anche con la riqualificazione, il nostro mercato è per il 30% composto da privati e di questo il 20% consiste nel cambio finestre. Devo però sottolineare come il recupero del 65% in 10 anni non si sia rivelata una formula vincente poiché l’utente medio che ristruttura ha 50 anni o più e non è attratto da un’agevolazione lunga a 10 anni. Era meglio il 50% in 5 anni. I giovani o comprano il nuovo, se pos-sono, o sono in affitto, insomma non sfruttano questo recu-pero. Per quanto riguarda il nuovo, i permessi di costruzione sono crollati, c’è proprio poca domanda di nuovi permessi. Andrebbe attuata una riqualificazione di massa delle vecchie case popolari, trasferendo magari gli inquilini, ma in questo senso non ha logica l’intervento di chi si occupa delle finestre e dei serramenti se non è affiancato a chi lavora sugli impian-ti o sulle facciate. Serve un sistema, una filiera coordinata da un’unica regia. Altrimenti non si muove nulla”.

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Il nuovo MQI Dossier è dedicato al convegno “Fondi Immobiliari Retail & Commercial”, secondo appuntamento del ciclo sui fondi immobiliari organizzato da il Quotidiano Im-mobiliare. Il ruolo dei fondi nello sviluppo del settore dei centri commerciali è stato al centro del dibattito, che ha visto la partecipazione come relatori di:

Le relazioni integrali di ‘Fondi immobiliari Retail & Commercial’

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