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A. Barbera-C. Fusaro, Corso di diritto pubblico, Il Mulino, 2014
L’ordinamento italiano e la sua evoluzione 16
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1. Ogni ordinamento è sempre in trasformazione
2. Alle origini dell’ordinamento italiano: lo Statuto albertino
3. L’evoluzione dell’ordinamento statutario
4. Dalla caduta del fascismo al referendum del 2 giugno 1946
5. La Costituente e la Costituzione del 1948
6. Le fasi della storia costituzionale repubblicana fino agli anni
Novanta
7. L’ordinamento italiano a più di sessant’anni dalla
Costituzione
8. La Costituzione e i tentativi di riformarla
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ORDINAMENTO IN TRASFORMAZIONE E MODIFICAZIONE
DELLA COSTITUZIONE
Qualsiasi ordinamento è in continua, costante trasformazione:
come tutti i fenomeni sociali, l’ordinamento giuridico è
espressione della società e cambia col cambiare della società.
Il mutare della società influisce nel tempo anche
sull’ordinamento costituzionale, con o senza adeguamento
formale del testo della costituzione.
• Revisione costituzionale: riguarda aspetti non essenziali o
comunque non coinvolge i principi e valori di fondo dell’ordinamento
• Mutamento della costituzione: coinvolge le basi stesse e le scelte
fondanti dell’ordinamento e può avvenire in forma pacifica o anche a
seguito di eventi rivoluzionari
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DAL REGNO DI SARDEGNA AL REGNO D’ITALIA
• Formazione del Regno d’Italia per incorporazione nel
Regno di Sardegna di una serie di ordinamenti statuali prima
indipendenti (plebisciti di annessione del 1859-1860)
• Passaggio dalla VII legislatura del Regno di Sardegna alla
VIII legislatura che proclamò il Regno d’Italia (legge 17
marzo 1861, n. 4761)
• Attribuzione al re di Sardegna Vittorio Emanuele II di
Savoia del titolo di re d’Italia che mantenne il nome di Vittorio
Emanuele II
• Estensione dello Statuto albertino del 1848 e delle leggi
sabaude a tutto il territorio nazionale
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LO STATUTO ALBERTINO (4 MARZO 1848) [I]
Carlo Alberto
per la grazia di Dio
Re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme ecc. ecc. ecc.
«Con lealtà di Re e con affetto di Padre Noi veniamo oggi a
compiere quanto avevamo annunziato ai Nostri amatissimi
sudditi col Nostro proclama dell’8 dell’ultimo scorso febbraio,
con cui abbiamo voluto dimostrare, in mezzo agli eventi
straordinari che circondavano il paese, come la Nostra
confidenza in loro crescesse colla gravità delle circostanze, e
come prendendo unicamente consiglio dagli impulsi del Nostro
cuore fosse ferma Nostra intenzione di conformare le loro sorti
alla ragione dei tempi, agli interessi ed alla dignità della
Nazione».
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LO STATUTO ALBERTINO (4 MARZO 1848) [II]
«Considerando Noi le larghe e forti istituzioni rappresentative
contenute nel presente Statuto Fondamentale come un mezzo il
più sicuro di raddoppiare coi vincoli d’indissolubile affetto che
stringono all’Italia Nostra Corona un Popolo, che tante prove Ci
ha dato di fede, d’obbedienza e d’amore, abbiamo determinato
di sancirlo e promulgarlo, nella fiducia che Iddio benedire le
pure Nostre intenzioni, e che la Nazione libera, forte e felice si
mostrerà sempre più degna dell’antica fama, e saprà meritarsi
un glorioso avvenire.
Perciò di Nostra certa scienza, Regia autorità, avuto il parere
del Nostro Consiglio, abbiamo ordinato ed ordiniamo in forza di
Statuto e Legge fondamentale, perpetua ed irrevocabile della
Monarchia, quanto segue...».
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LO STATUTO ALBERTINO, PRIMA COSTITUZIONE ITALIANA
• Costituzione octroyée
– lo Statuto, preannunciato nel proclama dell’8 febbraio 1848
ed elaborato dal Consiglio di conferenza, venne concesso da re
Carlo Alberto il 4 marzo 1848
• Costituzione scritta
– a modello dello Statuto fu presa la Charte francese del 1814,
come modificata nel 1830
• Costituzione flessibile
– lo Statuto non prevedeva un procedimento aggravato di
revisione né un controllo di conformità delle leggi rispetto a
esso (ma v. l’art. 81: «ogni legge contraria al presente Statuto è
abrogato»)
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STATUTO ALBERTINO: LA MONARCHIA COSTITUZIONALE
Art. 2 St.
«Lo Stato è retto da un governo monarchico rappresentativo. Il
trono è ereditario secondo la legge salica».
• Al re solo appartiene il potere esecutivo (art. 5) e il re nomina e revoca i
ministri (art. 65)
• Il potere legislativo è esercitato collettivamente dal re e da due Camere
(art. 2), il re solo sanziona le leggi e le promulga (art. 7)
• La Camera dei deputati è elettiva (art. 39), il Senato è composto da
membri nominati a vita dal re (art. 33)
• La giustizia emana dal re ed è amministrata in suo nome da giudici da lui
nominati (art. 68)
• I ministri del re sono responsabili (art. 67), la persona del re è sacra e
inviolabile (art. 4)
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STATUTO ALBERTINO: I DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI [I]
Artt. 24-32 St.
• Eguaglianza di tutti davanti alla legge e godimento dei diritti
civili e politici
• Tassazione indistintamente proporzionale
• Garanzia della libertà individuale e divieto di arresto se non
nei casi previsti dalla legge
• Inviolabilità del domicilio e divieto di «visite» domiciliari se non
in forza della legge
• Libertà di stampa, ma facoltà di reprimerne gli abusi per legge
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STATUTO ALBERTINO: I DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI [II]
• Inviolabilità della proprietà, salvo esproprio mediante giusta
indennità in nome dell’interesse pubblico
• Imposizione dei tributi solo se consentiti dalle Camere e
sanzionati dal re
• Garanzia di inviolabilità del debito pubblico
• Libertà di riunione pacifica e disarmata, ma non in luoghi
pubblici o aperti al pubblico, soggetti alle leggi di polizia
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STATUTO ALBERTINO: LA RELIGIONE DI STATO
Art. 1 St.
«La religione cattolica, apostolica e romana è la sola
religione dello Stato. Gli altri culti ora esistenti sono
tollerati conformemente alle leggi».
• Il cattolicesimo romano «religione di stato»
• La «tolleranza» degli altri culti
• Il principio cavouriano «libera Chiesa in libero Stato»
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L’EVOLUZIONE DELL’ORDINAMENTO STATUTARIO [I]
• L’elezione della Camera a suffragio ristretto fino
all’introduzione del suffragio universale nel 1912, allargato
definitivamente nel 1919 (escluse le donne)
• Il ruolo della Corona e le latenti tendenze dualiste della
forma di governo statutaria («ritorniamo allo Statuto»)
• Il ruolo del Senato (le infornate dei senatori e la
consuetudine «il Senato non fa crisi»)
• Il governo e il ruolo del presidente del Consiglio (l’assenza
di salde maggioranze politiche e le pratiche trasformiste: dai
governi della Destra storica ai governi della Sinistra storica)
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L’EVOLUZIONE DELL’ORDINAMENTO STATUTARIO [II]
• La relativa indipendenza della magistratura (garanzia
dell’inamovibilità dei giudici solo dopo tre anni e in ogni caso
dall’ufficio, non dalla sede)
• La tutela delle libertà dei cittadini, ma con gravi limitazioni
(frequente ricorso agli stati d’assedio e applicazione della
legge marziale nel Mezzogiorno)
• Il riformismo giolittiano agli inizi del Novecento (legislazione
sociale) e l’avvento dei partiti politici (socialisti, repubblicani,
cattolici)
• La tutela giurisdizionale del cittadino a fronte degli atti della
pubblica amministrazione (istituzione della IV e della V
sezione del Consiglio di stato: l. 5992/1889 e l. 62/1907)
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L’ESTENSIONE DEL SUFFRAGIO MASCHILE
% Elettori
1,9
6,9
23,2
27,3
Anno
1861
1882
1912
1919
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CRISI DELLO STATO LIBERALE E AVVENTO DEL REGIME
FASCISTA
1919: prime elezioni dopo la guerra con la nuova legge
elettorale proporzionale (socialisti e popolari primi due partiti)
1921: elezioni anticipate (ingresso in parlamento di 35 deputati
fascisti eletti nelle liste dei «blocchi nazionali»)
1922: «marcia su Roma» dei fascisti, rifiuto del re Vittorio
Emanuele III di firmare il decreto Facta per lo stato d’assedio,
nomina di Benito Mussolini a presidente del Consiglio, fiducia
della Camera al governo Mussolini, delegazione di pieni poteri
al governo (fase pseudo-parlamentare)
1923: istituzione della milizia volontaria per la sicurezza
nazionale (milizia fascista), limitazioni alla libertà di stampa,
legge elettorale Acerbo (2/3 dei seggi alla lista più votata con
almeno il 25% dei voti)
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DITTATURA E FASCISTIZZAZIONE DELLO STATO [I]
1924: elezioni con la legge elettorale Acerbo (2/3 dei seggi al
«listone» fascista), delitto Matteotti e Aventino dei parlamentari
dell’opposizione
1925: discorso di Mussolini alla Camera (3 gennaio: «io assumo, io
solo, la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è
avvenuto»), legge sulle «attribuzioni e prerogative del capo del
governo»
1926-1927: legge sulla «facoltà del potere esecutivo di emanare
norme giuridiche», istituzione del Tribunale speciale per la
sicurezza dello Stato, scioglimento dei partiti e di altre associazioni,
abolizione degli organi elettivi nei comuni e istituzione del podestà
e della consulta municipale, carta del lavoro e legge sulla
«disciplina giuridica dei rapporti collettivi del lavoro» (divieto di
sciopero e serrata)
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DITTATURA E FASCISTIZZAZIONE DELLO STATO [II]
1928: legge elettorale plebiscitaria («approvate voi la lista dei
deputati designati dal Gran Consiglio del fascismo?»), legge
sull’«ordinamento e attribuzioni del Gran Consiglio del fascismo»
1929: firma dei Patti Lateranensi e conciliazione fra lo Stato e la
Chiesa (Trattato e Concordato)
1930: testo unico delle leggi di pubblica sicurezza e nuovo codice
penale e di procedura penale (codice Rocco)
1934: testo unico della legge comunale e provinciale
1938: leggi razziali contro i cittadini di origine ebraica
1939: soppressione della Camera dei deputati e istituzione della
Camera dei fasci e delle corporazioni
1940: entrata in guerra al fianco della Germania nazista
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DALLA CADUTA DEL FASCISMO ALLA COSTITUZIONE
REPUBBLICANA [I]
• luglio 1943: ordine del giorno Grandi approvato dal Gran
Consiglio del fascismo, revoca e arresto di Mussolini, governo
Badoglio, soppressione del Pnf e degli istituti del regime
fascista, convocazione della Camera dei deputati entro quattro
mesi dalla fine dello stato di guerra (r.d.l. 705)
• settembre 1943: armistizio e cobelligeranza con gli Alleati,
fuga del re a Brindisi («regno del sud»), formazione a nord della
«Repubblica sociale italiana»
• giugno 1944: nomina del principe Umberto luogotenente
generale del Regno, convocazione di un’Assemblea costituente,
governo Bonomi (tregua istituzionale fra Corona e partiti del Cln:
d.l. lgt. 151)
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DALLA CADUTA DEL FASCISMO ALLA COSTITUZIONE
REPUBBLICANA [II]
• febbraio 1945: estensione del diritto di voto alle donne (d.lgs.
lgt. 23)
• aprile 1945: istituzione della Consulta nazionale (d.lgs. lgt. 146
e d.lgs. lgt. 168)
• giugno 1945: governo Parri
• dicembre 1945: primo governo De Gasperi
• marzo 1946: legge elettorale per l’Assemblea costituente
(d.lgs. lgt. 74), convocazione del referendum per la scelta fra
monarchia e repubblica (d.lgs. lgt. 98)
• maggio 1946: abdicazione di Vittorio Emanuele III, Umberto II
re d’Italia
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DALLA CADUTA DEL FASCISMO ALLA COSTITUZIONE
REPUBBLICANA [III]
• giugno 1946: referendum istituzionale ed elezione
dell’Assemblea costituente, esilio del re, De Nicola capo
provvisorio dello Stato
• gennaio 1947: presentazione in Assemblea del testo base
della Costituzione redatto dalla Commissione dei
settantacinque
• dicembre 1947: approvazione della Costituzione della
Repubblica
• gennaio 1948: entrata in vigore della Costituzione
• aprile 1948: elezioni per la prima legislatura repubblicana
(maggioranza assoluta alla Dc di De Gasperi)
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LE «COSTITUZIONI PROVVISORIE»
D.l. lgt. 25 giugno 1944, n. 151
• Elezione a suffragio universale diretto di un’Assemblea
costituente per deliberare la nuova costituzione dello Stato
D.lgs. lgt. 16 marzo 1946, n. 98
• Referendum sulla forma istituzionale dello Stato (repubblica o
monarchia), contemporaneamente all’elezione dell’Assemblea
costituente
• Responsabilità politica del governo davanti all’Assemblea
costituente
• Delega del potere legislativo al governo, salvo la materia
costituzionale, le leggi elettorali e l’approvazione dei trattati
internazionali
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IL REFERENDUM ISTITUZIONALE
voti per la Repubblica
12.718.641
voti per la Monarchia
10.718.502
% voti validi
54,3
% voti validi
45,7
totale aventi diritto: 28.005.449
totale voti validi: 23.437.143
voti nulli e schede bianche: 1.509.735
totale votanti: 24.946.878
% votanti
51,0
% votanti
43,0
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22 22
L’ELEZIONE DELL’ASSEMBLEA COSTITUENTE
Democrazia cristiana
Partito socialista it. di unità proletaria
Partito comunista italiano
Unione democratica nazionale
Fronte dell’uomo qualunque
Partito repubblicano italiano
Blocco nazionale della libertà
Partito d’azione
Movimento per l’ind. della Sicilia
Partito dei contadini d’Italia
Concentrazione dem. repubblicana
Partito sardo d’azione
Movimento unionista italiano
Partito cristiano sociale
Partito democratico del lavoro
Altri
Totale
8.080.664
4.758.129
4.356.686
1.560.638
1.211.956
1.003.007
637.328
334.748
171.201
102.393
97.690
8.554
71.021
51.088
40.633
462.980
22.968.286
35,18
20,72
18,97
6,79
5,28
4,37
2,77
1,46
0,75
0,45
0,43
0,34
0,31
0,22
0,18
2.03
100,00
207
115
104
41
30
23
16
7
4
1
2
2
1
1
1
1
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L’ASSEMBLEA COSTITUENTE
25 giugno 1946-31 gennaio 1948
• Presidenza dell’Assemblea (Saragat fino a febbraio 1947, poi
Terracini)
• Commissione per la Costituzione («Commissione dei 75»
presieduta da Ruini, relatore davanti all’Assemblea)
– I sottocommissione (diritti e doveri dei cittadini, presieduta da
Tupini)
– II sottocommissione (ordinamento costituzionale dello Stato: I
sezione potere esecutivo, presieduta da Terracini; II sezione
potere giudiario, presieduta da Conti)
• III sottocommissione (diritti e doveri economico-sociali,
presieduta da Ghidini)
• Comitato di redazione («comitato dei 18» presieduto da Ruini)
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L’APPROVAZIONE DELLA COSTITUZIONE
22 dicembre 1947
Presenti votanti:
515 (su 556)
Maggioranza:
258
Hanno votato SI: 453
Hanno votato NO: 62
«L’Assemblea approva la Costituzione della Repubblica
italiana».
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I CONTENUTI PIU’ INNOVATIVI DELLA COSTITUZIONE
• I principi fondamentali (artt. 1-12)
– principio democratico
– principio personalista
– principio pluralista
– principio lavorista
– principio internazionalista
• I diritti e doveri dei cittadini, inclusi quelli economici-sociali (artt. 13-
54)
• I referendum (artt. 75, 132, 138)
• La Corte costituzionale e il controllo di costituzionalità delle leggi
(artt. 134-137)
• L’ordinamento regionale e le autonomie territoriali (artt. 114-133)
• Il Consiglio superiore della magistratura e l’indipendenza
dell’ordine giudiziario (artt. 104-110)
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ASPETTI DELUDENTI DELLA COSTITUZIONE
• Il ritorno alla forma di governo parlamentare prefascista, priva
di efficaci istituti di razionalizzazione, integralmente affidata alla
capacità del sistema partitico di interpretarla adeguatamente
• La delineazione in forme ambigue della figura del capo dello
Stato, indirettamente rappresentativo
• La scelta di un bicameralismo fatto di due Camere di
estrazione assai simile e con le stesse funzioni, compreso il
rapporto fiduciario col governo
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LA PARTE PRIMA DELLA COSTITUZIONE ITALIANA [I]
I principi fondamentali
• art. 1: la «Repubblica democratica fondata sul lavoro», la
sovranità popolare
• art. 2: i «diritti inviolabili dell’uomo» sia come singolo (principio
personalista) sia nelle formazioni sociali (principio pluralista) e i
«doveri inderogabili di solidarietà»
• art. 3: il principio di eguaglianza formale e il principio di
eguaglianza sostanziale
• art. 4: il diritto al lavoro e il dovere di svolgere un lavoro utile
alla società
• art. 5: la Repubblica «una e indivisibile», il principio
dell’autonomia e il principio del decentramento
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LA PARTE PRIMA DELLA COSTITUZIONE ITALIANA [II]
[segue] I principi fondamentali
• art. 6: la tutela delle minoranze linguistiche
• art. 7: i rapporti fra lo Stato e la Chiesa cattolica e il principio
concordatario
• art. 8: l’eguaglianza nella libertà di tutte le confessioni
religiose e i rapporti con le confessioni religiose diverse dalla
cattolica
• art. 9: la promozione della cultura e della ricerca scientifica e
tecnica, la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e
artistico
• artt. 10-11: l’apertura dell’ordinamento italiano all’ordinamento
internazionale
• art. 12: la bandiera della Repubblica
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LA PARTE PRIMA DELLA COSTITUZIONE ITALIANA [III]
Diritti e doveri dei cittadini (rapporti civili)
• art. 13: la libertà personale
• art. 14: la libertà di domicilio
• art. 15: la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni
altra forma di comunicazione
• art. 16: la libertà di circolazione e soggiorno
• art. 17: la libertà di riunione
• art. 18: la libertà di associazione
• artt. 19-20: la libertà di religione
• art. 21: la libertà di manifestazione del pensiero
• art. 22: il diritto alla capacità giuridica, alla cittadinanza, al
nome
• art. 23: la riserva di legge sull’imposizione di prestazioni
personali e patrimoniali
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LA PARTE PRIMA DELLA COSTITUZIONE ITALIANA [IV]
[segue] Diritti e doveri dei cittadini (rapporti civili)
• art. 24: il diritto di azione in giudizio e il diritto di difesa
• art. 25: il giudice naturale e l’irretroattività delle norme penali
• art. 26: l’estradizione del cittadino
• art. 27: la responsabilità penale personale, la presunzione di
non colpevolezza, le pene*
• art. 28: la responsabilità dei funzionari pubblici
Diritti e doveri dei cittadini (rapporti etico-sociali)
• art. 29: i diritti della famiglia e il matrimonio
• art. 30: il dovere e diritto dei genitori di mantenimento,
istruzione ed educazione dei figli
• art. 31: la formazione della famiglia, la maternità, l’infanzia e la
gioventù
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LA PARTE PRIMA DELLA COSTITUZIONE ITALIANA [V]
[segue] Diritti e doveri dei cittadini (rapporti etico-sociali)
• art. 32: il diritto alla salute
• art. 33: la libertà dell’arte e della scienza, la libertà di
insegnamento, la libertà della scuola, l’università
• art. 34: il diritto all’istruzione e il diritto allo studio
Diritti e doveri dei cittadini (rapporti economici)
• art. 35: la tutela del lavoro
• art. 36: il diritto a una giusta retribuzione e il diritto al riposo
settimanale e alle ferie
• art. 37: i diritti della donna lavoratrice e il lavoro minorile
• art. 38: il diritto all’assistenza e alla previdenza sociale
• art. 39: la libertà sindacale
• art. 40: il diritto di sciopero
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LA PARTE PRIMA DELLA COSTITUZIONE ITALIANA [VI]
[segue] Diritti e doveri dei cittadini (rapporti economici)
• art. 41: la libertà di iniziativa economica
• art. 42: il diritto di proprietà
• art. 43: le nazionalizzazioni e le collettivizzazioni
• art. 44: la proprietà terriera privata
• art. 45: la cooperazione a carattere di mutualità e l’artigianato
• art. 46: il diritto dei lavoratori a collaborare alla gestione delle
aziende
• art. 47: il risparmio e il credito
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LA PARTE PRIMA DELLA COSTITUZIONE ITALIANA [VII]
Diritti e doveri dei cittadini (rapporti politici)
• art. 48: il diritto di voto*
• art. 49: il diritto di associazione partitica
• art. 50: il diritto di petizione
• art. 51: il diritto di accesso agli uffici pubblici e alle cariche
elettive*
• art. 52: il «sacro dovere» di difesa della Patria
• art. 53: il dovere di concorrere alle spese pubbliche
• art. 54: il dovere di essere fedeli alla Repubblica, di osservare
la Costituzione e le leggi, di adempiere le funzioni pubbliche con
disciplina e onore
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LA PARTE SECONDA DELLA COSTITUZIONE ITALIANA [I]
Titolo I: il Parlamento. Sezione I: le Camere
• art. 55: composizione del Parlamento (Camera dei deputati,
Senato della Repubblica, Parlamento in seduta comune)
• art. 56: elezione della Camera dei deputati**
• art. 57: elezione del Senato della Repubblica***
• art. 58: elettorato attivo e passivo per il Senato
• art. 59: senatori a vita
• art. 60: durata in carica e divieto di proroga*
• art. 61: elezione delle nuove Camere, prima riunione,
prorogatio
• art. 62: convocazione di diritto e straordinaria
• art. 63: presidente e ufficio di presidenza di ciascuna camera
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LA PARTE SECONDA DELLA COSTITUZIONE ITALIANA [II]
[segue] Titolo I: il Parlamento. Sezione I: le Camere
• art. 64: regolamenti parlamentari, pubblicità delle sedute,
maggioranza e numero legale
• art. 65: ineleggibilità e incompatibilità
• art. 66: verifica dei poteri
• art. 67: divieto di mandato imperativo
• art. 68: immunità*
• art. 69: indennità
Titolo I: il Parlamento. Sezione II: la formazione delle leggi
• art. 70: esercizio collettivo della funzione legislativa
• art. 71: iniziativa legislativa
• art. 72: procedimento legislativo
• art. 73: promulgazione e pubblicazione
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36 36
LA PARTE SECONDA DELLA COSTITUZIONE ITALIANA [III]
[segue] Titolo I: il Parlamento. Sezione II: la formazione delle
leggi
• art. 74: rinvio presidenziale alle Camere
• art. 75: referendum abrogativo
• art. 76: delegazione legislativa
• art. 77: decretazione d’urgenza
• art. 78: deliberazione dello stato di guerra
• art. 79: leggi di amnistia e indulto*
• art. 80: leggi di autorizzazione alla ratifica dei trattati
internazionali
• art. 81: equilibrio di bilancio, ricorso all’indebitamento,
copertura finanziaria*
• art. 82: commissioni parlamentari d’inchiesta
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37 37
LA PARTE SECONDA DELLA COSTITUZIONE ITALIANA [IV]
Titolo II: il presidente della Repubblica
• art. 83: elezione del presidente della Repubblica
• art. 84: requisiti, incompatibilità, assegno e dotazione
• art. 85: durata in carica
• art. 86: supplenza e impedimento permanente
• art. 87: attribuzioni presidenziali
• art. 88: potere di scioglimento delle Camere*
• art. 89: controfirma ministeriale
• art. 90: responsabilità del presidente della Repubblica
• art. 91: giuramento
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38 38
LA PARTE SECONDA DELLA COSTITUZIONE ITALIANA [V]
Titolo III: il governo. Sezione I: il Consiglio dei ministri
• art. 92: composizione e nomina del governo
• art. 93: giuramento
• art. 94: mozione di fiducia e mozione di sfiducia
• art. 95: attribuzione del presidente del Consiglio e dei ministri
• art. 96: reati ministeriali*
Titolo III: il governo. Sezione II: la pubblica amministrazione
• art. 97: equilibrio di bilancio, riserva di legge
sull’organizzazione dei pubblici uffici, accesso per concorso*
• art. 98: imparzialità dei pubblici impiegati
Titolo III: il governo. Sezione II: gli organi ausiliari
• art. 97: Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro
• art. 98: Consiglio di stato, Corte dei conti
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39 39
LA PARTE SECONDA DELLA COSTITUZIONE ITALIANA [VI]
Titolo IV: la magistratura. Sezione I: ordinamento giurisdizionale
• art. 101: giustizia amministrata in nome del popolo, giudici
soggetti soltanto alla legge
• art. 102: magistrati ordinari
• art. 103: giurisdizione amministrativa, giurisdizione contabile,
giurisdizione militare
• art. 104: autonomia e indipendenza, composizione ed
elezione del Consiglio superiore della magistratura
• art. 105: attribuzioni del Csm
• art. 106: nomina dei magistrati
• art. 107: inamovibilità, azione disciplinare, diversità di funzioni,
garanzie del pubblico ministero
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40 40
LA PARTE SECONDA DELLA COSTITUZIONE ITALIANA [VII]
[segue] Titolo IV: la magistratura. Sezione I: ordinamento
giurisdizionale
• art. 108: ordinamento giudiziario
• art. 109: polizia giudiziaria
• art. 110: attribuzioni del ministero della giustizia
Titolo IV: la magistratura. Sezione II: norme sulla giurisdizione
• art. 111: giusto processo, ricorso in cassazione*
• art. 112: obbligatorietà dell’azione penale
• art. 113: tutela giurisdizionale dei diritti e degli interessi
legittimi contro gli atti della pubblica amministrazione
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41 41
LA PARTE SECONDA DELLA COSTITUZIONE ITALIANA [VIII]
Titolo V: le regioni, le province, i comuni
• art. 114: comuni, province, città metropolitane, regioni e Stato*
• art. 115: abrogato*
• art. 116: regioni a statuto speciale, regionalismo differenziato*
• art. 117: potestà legislativa dello Stato e delle regioni**
• art. 118: funzioni amministrative*
• art. 119: autonomia finanziaria e fiscale di comuni, province,
città metropolitane e regioni**
• art. 120: divieto per le regioni di istituire dazi, potere sostitutivo
del governo*
• art. 121: organi della regione*
• art. 122: sistema di elezione del presidente della giunta
regionale e dei consiglieri regionali*
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42 42
LA PARTE SECONDA DELLA COSTITUZIONE ITALIANA [IX]
[segue] Titolo V: le regioni, le province, i comuni
• art. 123: statuti delle regioni ordinarie**
• art. 124: abrogato*
• art. 125: organi di giustizia amministrativa di primo grado*
• art. 126: scioglimento del consiglio regionale e rimozione del
presidente della giunta, mozione di sfiducia*
• art. 127: ricorsi in via d’azione per legittimità costituzionale
contro leggi regionali o leggi dello Stato*
• artt. 128-130: abrogati*
• art. 131: elenco delle regioni*
• art. 132: fusione di regioni o creazione di nuove regioni,
distacco di province e comuni da una regione ad un’altra*
• art. 133: istituzione di nuove province e nuovi comuni
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LA PARTE SECONDA DELLA COSTITUZIONE ITALIANA [X]
Titolo VI: garanzie costituzionali. Sezione I: la Corte
costituzionale
• art. 134: attribuzioni della Corte costituzionale*
• art. 135: composizione della Corte costituzionale**
• art. 136: dichiarazione di illegittimità costituzionale
• art. 137: riserva di legge costituzionale sulla proponibilità dei
giudizi di legittimità e sulle garanzie di indipendenza dei giudici
costituzionali, riserva di legge sulle altre norme di organizzazione
e funzionamento della Corte
Titolo VI: garanzie costituzionali. Sezione I: leggi costituzionali
• art. 138: procedimento aggravato di approvazione delle leggi di
revisione e delle altre leggi costituzionali, referendum
costituzionale
• art. 139: limite della forma repubblicana
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L’ordinamento italiano e la sua evoluzione 16
44 44
L’ATTUAZIONE RITARDATA DELLA PARTE
ORGANIZZATIVA DELLA COSTITUZIONE
• 1956: insediamento della Corte costituzionale
• 1958: istituzione del Consiglio superiore della magistratura
• 1968-1970: istituzione delle regioni ordinarie
• 1970: legge sui referendum
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45 45
LE LEGGI ELETTORALI POLITICHE DAL 1948 AD OGGI
• Legge 20 gennaio 1948, n. 5: Norme per l’elezione della Camera dei deputati
• Legge 6 febbraio 1948, n. 29: Norme per la elezione del Senato della
Repubblica
• Legge 31 marzo 1953, n. 148: Modifiche al testo unico delle leggi per
l’elezione della Camera dei deputati approvato con decreto presidenziale 5
febbraio 1948, n. 26
• Legge 31 luglio 1954, n. 615: Abrogazione della l. 31 marzo 1953, n. 148
• Legge 16 maggio 1956, n. 493: Norme per la elezione della Camera dei
deputati
• Legge 27 febbraio 1958, n. 64: Modifiche alla legge 6 febbraio 1948, n. 29
• Legge 5 agosto 1993, n. 276: Norme per l’elezione del Senato della
Repubblica
• Legge 5 agosto 1993, n. 277: Nuove norme per l’elezione della Camera dei
deputati
• Legge 21 dicembre 2005, n. 270: Modifiche alle norme per l’elezione della
Camera dei deputati e del Senato della Repubblica
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L’ordinamento italiano e la sua evoluzione 16
46 46
LA RIFORMA ELETTORALE DEL 1953
lista o liste apparentate
voti
> 50% voti
< 50%
seggi
Camera
premio di maggioranza
(380 su 590)
ripartizione proporzionale (590 su 590)
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47 47
LE FASI DELLA STORIA COSTITUZIONALE REPUBBLICANA
• 1948-1968: dall’inattuazione della Costituzione al disgelo
costituzionale, dal centrismo (governi Dc alleata con i partiti laici
minori) al centrosinistra (Dc e alleati col Psi)
• 1968-1979: la centralità del parlamento e il consociativismo,
dal centrosinistra alla solidarietà nazionale (Pci incluso nella
maggioranza)
• 1979-1991: dalla fine della solidarietà nazionale al riformismo
dei governi di pentapartito (Dc, Psi, Pri, Psdi, Pli, per la prima
volta a guida non democristiana)
• 1991-2001: la strategia referendaria per la riforma elettorale in
senso maggioritario, il crollo del sistema partitico tradizionale,
l’avvio del bipolarismo fra due coalizioni sull’asse destra-sinistra
A. Barbera-C. Fusaro, Corso di diritto pubblico, Il Mulino, 2014
L’ordinamento italiano e la sua evoluzione 16
48 48
L’ORDINAMENTO ITALIANO A OLTRE SESSANT’ANNI DALLA
COSTITUZIONE
• Numero relativamente limitato di revisioni costituzionali
• Forte e consolidato prestigio della Corte costituzionale
• Rafforzamento dell’esecutivo e del presidente del Consiglio
• Spostamento del potere normativo dal parlamento al governo
• Ridefinizione del ruolo delle assemblee rappresentative
• Assolvimento delle funzioni affidate al presidente della
Repubblica come vero e proprio contropotere di bilanciamento
• Piena affermazione dell’indipendenza della magistratura
• Consolidamento dell’ordinamento regionale, ampia autonomia e
pluralismo degli enti territoriali
• Incisivi processi di trasformazione delle pubbliche
amministrazioni
• Estesa tutela dei diritti fondamentali dei cittadini
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49 49
LE REVISIONI DELLA PRIMA PARTE DELLA COSTITUZIONE
• Legge cost. 1/2000: esercizio del diritto di voto degli italiani
residenti all’estero art. 48.2
• Legge cost. 1/2003: promozione delle pari opportunità tra
donne e uomini art. 51.1
• Legge cost. 1/2007: divieto della pena di morte anche in
tempo di guerra art. 27.4
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L’ordinamento italiano e la sua evoluzione 16
50 50
LE REVISIONI DELLA SECONDA PARTE DELLA
COSTITUZIONE [I]
• Legge cost. 2/1963: numero fisso di deputati e senatori,
riduzione della durata del Senato da 6 a 5 anni artt. 56, 57, 60
• Legge cost. 3/1963: divisione del Molise dalla Regione
Abruzzi-Molise artt. 57.3, 131
• Legge cost. 2/1967: riduzione della durata dei giudici della
Corte costituzionale da 12 a 9 anni art. 135
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51 51
LE REVISIONI DELLA SECONDA PARTE DELLA
COSTITUZIONE [II]
• Legge cost. 1/1989: attribuzione alla giurisdizione ordinaria
dei procedimenti per i reati ministeriali artt. 96, 134, 135.7
• Legge cost. 1/1991: eccezione al divieto di scioglimento
delle Camere negli ultimi sei mesi del mandato presidenziale
art. 88.2
• Legge cost. 1/1992: procedimento aggravato per
l’approvazione delle leggi di amnistia e indulto art. 79
• Legge cost. 3/1993: abolizione dell’autorizzazione a
procedere contro i parlamentari art. 68
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L’ordinamento italiano e la sua evoluzione 16
52 52
LE REVISIONI DELLA SECONDA PARTE DELLA
COSTITUZIONE [III]
• Legge cost. 1/1999: elezione diretta del presidente della
giunta regionale e autonomia statutaria delle regioni ordinarie
artt. 121.1 e 4, 122, 123, 126
• Legge cost. 2/1999: introduzione dei principi del giusto
processo art. 111.1-5
• Legge cost. 1/2001: numero di deputati e senatori eletti nella
circoscrizione estero artt. 56.2 e 4, art. 57.1, 2 e 4
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53 53
LE REVISIONI DELLA SECONDA PARTE DELLA
COSTITUZIONE [IV]
• Legge cost. 3/2001: riforma complessiva del Titolo V «Le
regioni, le province, i comuni» artt. 114, 115, 116, 117, 118,
119, 120, 123.4, 124, 125.1, 127, 128, 129, 130, 132.27
• Legge cost. 1/2012: introduzione del principio dell’equilibrio di
bilancio artt. 81, 97, 117, 119
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L’ordinamento italiano e la sua evoluzione 16
54 54
LE COMMISSIONI BICAMERALI PER LE RIFORME
COSTITUZIONALI
• Commissione parlamentare per le riforme istituzionali
(Commissione Bozzi, 1983-1985)
– istituita con deliberazioni delle due Camere (aprile/ottobre 1983)
• Commissione parlamentare per le riforme istituzionali
(Commissione De Mita-Iotti, 1992-1994)
– istituita con deliberazioni delle due Camere (luglio 1992) e poi
trasformata in commissione con poteri referenti (l. cost. 6 agosto
1993, n. 1)
• Commissione parlamentare per le riforme costituzionali
(Commissione D’Alema, 1997-1998)
– istituita con legge cost. 24 gennaio 1997, n. 1
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55 55
COMMISSIONI BICAMERALI PER LE RIFORME E FORMA DI
GOVERNO
• Commissione Bozzi: rafforzamento del ruolo del presidente del
Consiglio al quale solo sarebbe andata la fiducia delle Camere
riunite, con potere di revoca dei ministri
• Commissione De Mita-Iotti: elezione parlamentare del primo
ministro il quale avrebbe poi nominato (e revocato) con proprio
decreto i ministri
• Commissione D’Alema: forma di governo a tendenza semi-
presidenziale con capo dello stato direttamente eletto dal corpo
elettorale, dotato di importanti poteri, ma affiancato da un
esecutivo responsabile davanti al Parlamento
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L’ordinamento italiano e la sua evoluzione 16
56 56
LA RIFORMA DEL TITOLO V DELLA COSTITUZIONE
APPROVATA DAL CENTRO-SINISTRA (2001)
Approvazione in seconda deliberazione
(Camera, 28 febbraio 2001)
presenti: 334 votanti: 328 astenuti: 6 maggioranza: 312
hanno votato sì: 316 hanno votato no: 12
Approvazione in seconda deliberazione
(Senato, 8 marzo 2001)
votanti: 177 astenuti: 3 maggioranza: 162
favorevoli: 171 contrari: 3
Referendum costituzionale (7 ottobre 2001)
votanti: 34,0%
sì: 64,2% no: 35,8%
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57 57
LA RIFORMA DELLA PARTE II DELLA COSTITUZIONE
APPROVATA DAL CENTRO-DESTRA (2005-06)
Approvazione in seconda deliberazione
(Camera, 20 ottobre 2005)
presenti: 556 votanti: 551 astenuti: 5 maggioranza: 307
hanno votato sì: 317 hanno votato no: 234
Approvazione in seconda deliberazione
(Senato, 16 novembre 2005)
presenti: 306 votanti: 305 astenuti: 3 maggioranza: 161
favorevoli: 170 contrari: 132
Referendum costituzionale (25 giugno 2006)
votanti: 53,7%
sì: 38,3% no: 61,7%
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58 58
I CONTENUTI DELLA FALLITA RIFORMA COSTITUZIONALE
DEL 2005-2006
• Forma di governo: rafforzamento del presidente del
Consiglio (primo ministro, con potere di nomina e revoca dei
ministri e, pur con limiti, di scioglimento della Camera)
• Bicameralismo: riduzione del numero dei parlamentari,
differenziazione fra le due Camere (Camera unico titolare del
rapporto fiduciario, Senato «federale»)
• Devoluzione: attribuzione di alcune competenze esclusive
alle regioni, restituzione allo Stato di alcune competenze
concorrenti, reintroduzione del limite dell’interesse nazionale
sulla legislazione regionale
• Garanzie costituzionali: abolizione del comma 3 dell’art. 138
(referendum sempre possibile)
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59 59
IL PROGETTO DI RIFORMA DISCUSSO NELLA XV
LEGISLATURA
Atto Camera 553-A (progetto Violante)
«Modificazione di articoli della parte seconda della
Costituzione, concernenti forma del Governo, composizione e
funzioni del Parlamento nonché limiti di età per l’elettorato attivo
e passivo per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato
della Repubblica»
(approvato dalla Commissione affari costituzionale nella seduta
del 17 ottobre 2007 e discusso in assemblea nelle sedute del
22, 23, 24 ottobre, 6, 7, 8 e 13 novembre 2007)
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60 60
LE PROPOSTE DI RIFORMA COSTITUZIONALE NELLA XVI
LEGISLATURA (GOVERNO BERLUSCONI IV)
• C. 4144: modifiche agli articoli 41, 97 e 118, comma quarto,
della Costituzione
• C. 4275: riforma del titolo IV della parte seconda della
Costituzione
• C. 4358: partecipazione dei giovani alla vita politica,
economica e sociale ed equiparazione tra elettorato attivo e
passivo
• C. 4620: introduzione del principio del pareggio di bilancio
nella carta costituzionale (v. l. cost. 1/2012)
• S. 2941: disposizioni concernenti la riduzione del numero dei
parlamentari, l’istituzione del Senato federale della Repubblica
e la forma di governo
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61 61
DALLA CRISI DEL GOVERNO BERLUSCONI IV AL GOVERNO
RENZI [I]
• novembre 2011: dimissioni del presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi, nuovo governo composto di tecnocrati affidato a
Mario Monti
• dicembre 2012: fine del governo Monti, scioglimento delle
Camere anticipato di un paio di mesi
• febbbraio 2013: elezioni per la XVII legislatura, nuovo assetto
tripolare del sistema partitico
• marzo-aprile 2013: fallimento del tentativo di formare un
governo Bersani, rapporto del «comitato di saggi» riunito dal
presidente della Repubblica Napolitano, rielezione di Napolitano
• aprile 2013: fiducia al nuovo governo Letta sostenuto da una
maggioranza di «larghe intese»
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62 62
DALLA CRISI DEL GOVERNO BERLUSCONI IV AL GOVERNO
RENZI [I]
• settembre 2013: relazione finale della «commissione di esperti
per le riforme istituzionali» istituita dal governo Letta
• novembre 2013: decadenza da senatore di Silvio Berlusconi
• dicembre 2013: annuncio della decisione della Corte
costituzionale di illegittimità della legge elettorale, nuova fiducia
al governo Letta, abbandono del progetto costituzionale sul
procedimento di revisione già approvato in tre delle quattro
letture
• febbraio 2014: dimissioni del presidente del Consiglio Letta,
guida del governo assunta in prima persona dal nuovo
segretario del Pd, eletto direttamente dai simpatizzanti nel
dicembre 2013, Matteo Renzi
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63 63
LE PROPOSTE DELLA COMMISSIONE PER LE RIFORME
ISTITUZIONALI (SETTEMBRE 2013) [I]
• Il rafforzamento del Parlamento attraverso la riduzione del
numero dei parlamentari, il superamento del bicameralismo
paritario, una più completa regolazione dei processi di
produzione normativa e, in particolare, una più rigorosa
disciplina della decretazione di urgenza
• Il rafforzamento delle prerogative del governo in Parlamento
attraverso la fiducia monocamerale, la semplificazione del
processo decisionale e l’introduzione del voto a data fissa di
disegni di legge
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64 64
LE PROPOSTE DELLA COMMISSIONE PER LE RIFORME
ISTITUZIONALI (SETTEMBRE 2013) [II]
• La riforma del sistema costituzionale delle regioni e delle
autonomie locali che riduca significativamente le
sovrapposizioni delle competenze e si fondi su una maggiore
cooperazione e una minore conflittualità
• La riforma del sistema di governo, che viene prospettata in tre
diverse possibili opzioni: a) la razionalizzazione della forma di
governo parlamentare; b) il semipresidenzialismo sul modello
francese; c) una forma di governo che, cercando di farsi carico
delle esigenze sottese alle prime due soluzioni, conduca al
governo parlamentare del primo ministro
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65 65
IL PROGETTO DI RIFORMA COSTITUZIONALE DEL
GOVERNO RENZI
Atto Senato 1429
(presentato l’8 aprile 2014)
«Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la
riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi
di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e
la revisione del Titolo V della parte seconda della Costituzione»
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IL PROGETTO DI RIFORMA COSTITUZIONALE APPROVATO
IN PRIMA LETTURA DAL SENATO NELL’AGOSTO 2014 [I]
• Riforma del bicameralismo: il nuovo Senato della Repubblica
concepito come organo di raccordo tra Stato, regioni ed enti
locali, a composizione indiretta – 100 senatori di cui 95 eletti dai consigli regionali tra i propri
componenti e tra i sindaci della regione (uno per ogni regione), 5 di
nomina presidenziale (in carica non più a vita ma per sette anni)
– rapporto fiduciario limitato alla sola Camera dei deputati
– concorso del Senato alla funzione legislativa: paritario solo per le
leggi costituzionali, di autorizzazione alla ratifica di trattati Ue e poche
altre; per tutto il resto potere di proporre modifiche ai progetti
approvati dalla Camera cui spetterebbe l’ultima parola (in talune
materie a maggioranza assoluta)
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IL PROGETTO DI RIFORMA COSTITUZIONALE APPROVATO
IN PRIMA LETTURA DAL SENATO NELL’AGOSTO 2014 [II]
• Riforma del titolo V: una notevole correzione dei rapporti tra
Stato, regioni e autonomie locali rispetto alla riforma del 2001 – rafforzamento della competenza legislativa esclusiva dello Stato,
estesa a molte materie concorrenti
– soppressione della competenza legislativa concorrente
– attribuzione alle regioni della competenza legislativa su una serie di
materie espressamente nominate e su quelle residuali
– previsione di una espressa clausola di supremazia della legge
statale (su qualsiasi materia)
– potestà regolamentare parallela alla competenza legislativa (salvo
delega dello Stato alle regioni)
A. Barbera-C. Fusaro, Corso di diritto pubblico, Il Mulino, 2014
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IL PROGETTO DI RIFORMA COSTITUZIONALE APPROVATO
IN PRIMA LETTURA DAL SENATO NELL’AGOSTO 2014 [III]
• Voto a data fissa su richiesta del governo, sul testo accettato
dal governo stesso, delle leggi essenziali per l’attuazione del
suo programma
• Trasposizione in Costituzione dei limiti alla decretazione
d’urgenza previsti dalla legge e dalla giurisprudenza
• Modifica dei quorum richiesti per l’elezione del presidente
della Repubblica
• Soppressione del Consiglio nazionale dell’economia e del
lavoro
• Contenimento dei costi della politica nelle regioni
• Abolizione di ogni riferimento in Costituzione alle province
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IL PROGETTO DI RIFORMA COSTITUZIONALE APPROVATO
IN PRIMA LETTURA DAL SENATO NELL’AGOSTO 2014 [IV]
• Modifiche agli istituti di democrazia diretta – innalzamento a 150 mila delle firme per presentare proposte di
legge di iniziativa popolare, ma con la garanzia nei regolamenti
parlamentari di tempi per la discussione e deliberazione conclusiva
– abbassamento del quorum strutturale per la validità dei referendum
abrogativi alla metà più uno dei votanti alle ultime elezioni politiche,
ma solo per le richieste avanzate da almeno 800 mila elettori
– introduzione di referendum propositivi e d’indirizzo secondo
condizioni ed effetti stabiliti con legge costituzionale
A. Barbera-C. Fusaro, Corso di diritto pubblico, Il Mulino, 2014
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